plauto: le commedie dei ‘simillimi’ · il tema del doppio “toposraddoppiarsi”: • plauto...
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PLAUTO: LE COMMEDIE
DEL DOPPIO
CLASSE III B 2018/2019
DEL LICEO «G. MARCONI»
DI GROSSETO
PLAUTO: LE COMMEDIE DEI ‘SIMILLIMI’
ANFITRIONEMENECMI
BACCHIDI
Gemelli
Sosia
IL TEMA DEL DOPPIO “topos raddoppiarsi”:
• Plauto utilizza il doppio come espediente per creare la situazione
comica, l’equivoco alla base della commedia.
I Simillimi, “gli identici”, sono una delle sette categorie di studio delle
commedie plautine e sono noti, appunto per l’utilizzo di questo tema.
• Trattano di scambi di persona ed equivoci
riguardo all’identità dei personaggi.
• Prendono il nome anche di commedie degliequivoci,
poiché la comicità di questa sta appunto nei malintesi tra le identità.
• Tutte le commedie riprendono modelli greci (contaminatio) e hanno: un
prologo (con funzione narrante), linguaggio quotidiano, un lieto fine.
ANFITRIONE 1 PROLOGO
5 ATTI
Fu scritta verso la metà del III sec a.C e
rappresentata molto probabilmente nel 206 a.C
Si tratta di una TRAGICOMMEDIA
Come definisce nel prologo, per bocca di
Mercurio, la sua opera Plauto stesso.
ANFITRIONE:
comandante tebano
Per i fatti riguardanti divinità e
i personaggi mitici
GIOVE MERCURIO
ALCMENA: moglie
del comandante,
desiderio di Giove
SOSIA:
servo di
Anfitrione
* La differenza tra il dio e l'uomo era
comunque ben visibile allo spettatore.
PROLOGO
MERCURIO, nei panni di Sosia, sta
sorvegliando la casa di Anfitrione.
GIOVE, nei panni di Anfitrione, consuma
il suo amore per Alcmena.
ANFITRIONE è appena sbarcato dopo
la spedizione contro i barbari.
SOSIA sta correndo a raccontare ad
Alcmena del suo padrone valoroso.
I ATTO1° EQUIVOCO tra Sosia -Mercurio
Il saluto e l’uscita di scena di GIOVE, che
finge di dover tronare dalle sue truppe.
“Certo, per Polluce, quando lo guardo e riconosco il mio aspetto, come sono io (spesso mi
sono guardato allo specchio), è molto simile a me, allo stesso modo ha il cappello e il
vestito: è tanto simile a me, quanto lo sono io; gamba, piede, statura, capelli, occhi, naso o
labbra, guance, mento, barba, collo: tutto. Che bisogno c’è di altreparole?”
Trad di R. Oniga, con adattamentisi tratta di una “tirata”
III ATTO
IV ATTO
ANFITRIONE, che non è riuscito a trovare
NAUCRATE, torna a palazzo e viene accolto
malamente da MERCURIO.
-Parte perduta-
GIOVE rientra in casa: ALCMENA partorisce.
II ATTO
ANFITRIONE e SOSIA fanno ritorno a palazzo.
ALCMENA li accoglie fredda e sostiene di essere
stata con il marito fino a poco prima.
2° EQUIVOCO ANFITRIONE accusa la moglie
di adulterio, si invoca la presenza di NAUCRATE.
ALCMENA minaccia di andarsene.
GIOVE arriva a scusarsi per il trattamento
che Anfitrione le ha rivolto poco prima.
MONOLOGO DI MERCURIO (funzione
chiarificatrice dell'andamento dei fatti).
V ATTO
ANFITRIONE viene avvertito che mentre
ALCMENA stava partorendo è scoppiato un
tuono e la casa si è riempita di riflessi d'oro.
La donna ha dato alla luce due gemelli. Il più
giovane, ERCOLE, ha subito mostrato la sua
forza strozzando due serpenti.
GIOVE, interviene come deus ex machina*,
chiedendo al tebano di perdonare sua moglie.
ANFITRIONE acconsente ed invita il pubblico
all'applauso.
* Espressione che indica un personaggio che compare, nel corso di una narrazione, e ne
risolve inaspettatamente gli intrecci.
MENECMI
Fu scritta verso la fine del III secolo a.C.
Il nome deriva da quello dei due personaggi
principali, nonché fratelli gemelli.
I personaggiprincipali:
• MENECMO I
• MENECMO II
• MESSENIONE, servo di
Menecmo II
• SPAZZOLA, il parassita di
Menecmo I
• EROZIA, meretrice
• MATRONA, moglie di
Menecmo I
Ambientazione:
Epidamno, attuale Durazzo
(Albania)
Il linguaggio:
sermo familiaris (il linguaggio
della conversazione quotidiana
nella Roma antica)
PROLOGO
Recitato da Messenione, il prologo si
apre con lo smarrimento di Menecmo I.
Il padre muore dal dolore e il nonno decide
di chiamare l’altro gemello Menecmo (II)
Una volta adulto, Menecmo II decide di
voler cercare il fratello perduto.
ATTO I
Spazzola e Menecmo I vanno da Erozia, la cortigiana, e
qui lui le cede un mantello “palla”
Successivamente, i due uomini si recano al foro
e la donna va al mercato.
ATTO IIErozia, al mercato, incontra Menecmo II, appena
giunto in città, e, scambiandolo per l’amante, lo
invita a casa.
Spazzola vede Menecmo II uscire dalla casa di
Erozia, così, scambiandolo per il fratello, si sente
escluso e decide di raccontare alla moglie di questo
le sue scappatelle.
La moglie caccia di casa Menecmo I, volendo indietro il suo
mantello. L’uomo si rivolge a Erozia, che però ha donato il
mantello al fratello Menecmo II. Anch’ella lo caccia.
ATTO III
ATTO IV
ATTO V
▪ MENECMO II viene rimproverato dalla moglie di Menecmo I per via
del mantello che indossa.
▪ La donna chiama il padre così MENECMO II nega di essere il marito ed
è costretto a fingersi pazzo davanti ai medici e a scappare.
▪ MENECMO I viene portato via al posto del fratello e MESSENIONE,
credendo che fosse il proprio padrone, lo salva.
▪ A questo punto, MESSENIONE, incontrando MENECMO II, capisce
di aver salvato poco prima il fratello. I due gemelli riescono finalmente
a ricongiungersi. *
“Men I: Per gli dèi immortali! Cosa vedo! Men II: Cos'è che vedi? Mes: Il tuo riflesso!
Men II: Che cosa significa? Mes: L'immagine tua, il tuo ritratto. Tale e quale, sputato.
Men II: Accidenti! È simile a me, simillimo, se mai conosco la mia faccia.”Riadattamento teatrale (breve)
▪ MENECMO I, prima di tornare in patria, decide di mettere all'asta tutti
i suoi beni, compresa la moglie.
*Questa scena è, l’agnitio, è un topos delle opere narrative o drammatiche che consiste
nell'improvviso e inaspettato riconoscimento dell'identità di un personaggio, che
determina una svolta decisiva nella vicenda.
BACCHIDI
Fu scritta verso la seconda metà del
III secolo a.C.
La commedia è suddivisa in
1 prologo (andato perduto) e 5 atti
e si basa su uno dei classici schemi
della Palliata greca.
Personaggiprincipali:
BACCHIDE I, meretrice
BACCHIDE II, sua sorella
(meretrice)
PISTOCLERO, adulescens
MNESILOCO, amico di Pistoclero
LIDO, servo di Pistoclero
CRISALO, servo di Mnesiloco
FILOSSENO, padre di Pistocleroù
NICOBULO, padre di Mnesiloco
Ambientazione: Atene
Particolari:
Si crede che sia ricavata da una
commedia greca di Menandro, il
Dìs exapatòn, e che Plauto abbia
caricato l’opera di maggior vis comica*.
Quello che si è riuscito a dedurre dai
frammenti è che la scena inizia con
l'arrivo di un servo che informa
Bacchide I dell'arrivo della sorella.
*Effetto comico: beffe (sempre organizzate dal servus), equivoci e scambi di persona, espressioni
goliardiche, riferimenti a temi e luoghi comuni, l’elemento corporeo.
ATTO I
ATTO II
ATTO III
Arriva PISTOCLERO, che provoca, distaccato, le due sorelle.
Le due riescono a convincere il giovane ad entrare in casa loro.
Arriva LIDO per mettere in guardia il suo allievo, ma questo è
convinto ad entrare. Entrano.
PISTOCLERO comunica a CRISALO, appena arrivato, di aver
ritrovato l'amata. Il servo già escogita un piano a svantaggio del
padrone. Arriva NICOBULO, Cristalo racconta che parte dei soldi
è rimasta ad Efeso, al sicuro nella casa di un sacerdote.
LIDO esce furioso dalla casa delle Bacchidi. Arriva
MNESILOCO che, grato all'amico, si ricrede stupefatto davanti
al racconto di Lido a FILOSSENO: Pistoclero si lasciava andare
con Bacchide. Mnesiloco è furente e decide di non riscattare la
meretrice restituendo i soldi al padre. Quando arriva
PISTOCLERO, Mnesiloco lo accusa, ma si deve ricredere alla
vista delle due Bacchidi.
ATTO IV
I due amici sono alle prese con il problema di recuperare il
denaro. All'arrivo di CLEOMACO, soldato sbruffone,
Crisalo riesce con l'inganno a far pagare al vecchio la
cauzione per Bacchide. Rimasto solo CRISALO si loda.
Alla fine il servo riesce a ricavare altri 200 filippi al padre
del suo padrone.• NICOBULO, ormai cosciente dello smacco
subito, incontra FILOSSENO: insieme
decidono di far visita alle Bacchidi per
recuperare i loro figli.
• Anche i due vecchi finiscono nel cadere
nelle trappole amorose delle due meretrici.
ATTO V
“Se questi due vecchi non fossero stati gente da poco giovani, oggi non avrebbero tanto
disonorato le loro teste canute. E noi non avremmo rappresentato questa commedia se non
avessimo visto qualche volta i padri diventari rivali dei figli nei luoghi del malaffare.
Salute a voi, spettatori, e plaudite”
Trad di R. Oniga, con adattamenti
BIBLIOGRAFIA
• https://it.wikipedia.org/wiki/Tito_Maccio_Plauto#Le_commedie_plautine
• Gli scrittori di Roma, Guido Vitali – Antonio Cantele, Garzanti Editore
• Civitas, l’universo dei Romani, Cantarella – Guidorizzi, Einaudi Suola
• https://it.wikipedia.org/wiki/Anfitrione_(Plauto)
• https://it.wikipedia.org/wiki/Bacchidi
• https://it.wikipedia.org/wiki/Menecmi
• https://it.wikipedia.org/wiki/Doppio#Letteratura
• http://biblioteca.comunesanfelice.net/images/bibliografie/bibliografia_sul_doppio.pdf,
Breve bibliografia sul “Doppio”.
• Pamela Resta: Il tema del doppio nella letteratura e nel teatro.
http://losbuffo.com/2017/09/12/il-tema-del-doppio-nella-letteratura/
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