presentazione giudizio
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Con la Critica del Giudizio si compie finalmente l’idea di
fondo dell’intero progetto critico:
La possibilità di scorgere
un accordo tra le più profonde esigenze
dell’animo umano e la natura in cui gli esseri umani
vivono
La Critica del Giudizio si occupa del giudizio riflettente, che risulta secondo Kant suddivisibile in
Giudizio estetico
Giudizio teleologico
Nel giudizio riflettente si trova il fondamento che dà unità agli altri due fondamenti
Quando gli esseri umani giudicano, secondo Kant, ciò avviene in due modi: o secondo un
giudizio determinante,
oppure secondo un
giudizio riflettente
Ogni giudizio, determinante o
riflettente, che gli esseri umani proferiscono
pensa il particolare come
contenuto nell’universale
Giudizio determinante Pensa il particolare come contenuto nell’universale
In questo modo, che già conosciamo dalla Critica della ragione Pura:
parte da una regola universale per sussumervi il particolare
IL giudizio determinanteè conoscitivo,
costituisce i fenomeni unificando il molteplice empirico, i dati sensibili,sotto le categorie.
Il giudizio riflettente
parte dal particolare per ritrovarvi l’universale.Non determina, non conosce,
riflette
Riflettendo scopre in sé
unità e universalitàunità che non è precostituita come le categorie, universalità che non è inerente all’intelletto, ma che comunque dipende da un principio a priori
Si tratta di un principio a priori non intellettuale, che è la
FINALITA’ FORMALE DELLA NATURA
essa nasce solo dal nostro modo di considerarla
GRAZIE ALLA
FINALITA’ FORMALE DELLA NATURA
gli oggetti appartengono a una sistema unitario, come se un intelletto superiore li avesse ordinati così
Il giudizio riflettente è
esteticoquando un oggetto viene
percepito come finalizzato agli
obiettivi del gusto,ovvero quando la
finalità formale della natura risulta dal
rapporto tra soggetto e oggetto: FINALITA’
SOGGETTIVA
teleologico quando un oggetto è
percepito come finalizzato
all’ordinamento organico e teleologico della
natura, ovvero quando la finalità formale della
natura risulta intrinseca all’oggetto: FINALITA’ OGGETTIVA
SCHEMATISMO TRASCENDENTALE
“Deve sussistere un terzo elemento, il quale occorre che sia omogeneo, da un lato rispetto alla categoria e dall’altro rispetto al fenomeno”.
Le forme pure dell’intelletto già nella critica della Ragione Pura risultavano eterogenee all’esperienza, ed era necessario cercare una mediazione: lo schema, il quale partecipa sia delle categorie che dell’esperienza
Lo schema stabilisce un rapporto
ANALOGICO
tra l’intuizione e l’intelletto
Già la Critica della Ragione Pura risulta dunque sorretta interamente dalla ricerca di un principio analogico che possa svelare lo statuto originario della realtà, che comprende sia il noumeno che il fenomeno
Nello schematismo trascendentale vediamo che Kant già sta cercando di condurci verso un’apertura che sveli uno stesso principio, una stessa regolarità sia dell’intelletto che dell’intuizione,
Lo schematismo trascendentale già risponde al preciso intento di Kant di rintracciare analogie e pertanto di svelare la sorpresa di un unico principio sotteso alla natura
Nella finalità della natura il fine ultimo è l’essere umano che si serve della natura per realizzare la cultura, COME SE dunque si realizzasse l’accordo tra meccanicismo e libertà, si riempisse l’abisso tra fenomeno e noumeno.
Il giudizio riflettentenon conosce,esso non opera come facoltà conoscitiva, ma come sentimento di piacere o dispiacere: è tale sentimento che scopre non solo il bello ma anche la finalità intrinseca della natura
Pertanto IL SENTIMENTO DI PIACERE O DISPIACERE, che fonda sia il giudizio estetico sia quello teleologico, essendo alla base della finalità della natura PUO’ MEDIARE TRA L’INTELLETTO E LA RAGIONE
PUO’ MEDIARE TRA LE POSSIBILITA’ CONOSCITIVE DELL’INTELLETTO VINCOLATE A LEGGI E IL DESIDERIO DELLA RAGIONE DI UN FINE ULTIMO PER LA SUA LIBERTA’
Nel giudizio estetico una rappresentazione una sensazione,un’immagine non vengono riferite all’oggetto in vista della conoscenza ma solo al sentimento di piacere che suscitano nell’animo.
Si tratta qui di un libero gioco tra immaginazione e intelletto: quando immaginazione e intelletto sono in accordo ecco il bello, quando essi discordano ecco il sublime.