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PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIO PROFESSIONALE D. PROGETTAZIONE STRUTTURALE E. CONTROLLO AMBIENTALE F. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE A. NOZIONI GENERALI DI PROGETTAZIONE G. URBANISTICA B. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI B.3. 1. B.3.1. AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO B.1. FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI B.2. STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.3. STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B.4. IMPIANTI E ATTREZZA- TURE PER LO SPORT B.5. STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICI B.6. STRUTTURE RICETTIVE E PER LA RISTORAZIONE B.7. STRUTTURE SANITARIE B.8. STRUTTURE PER L’ISTRUZIONE B.9. STRUTTURE PER CULTU- RA E INFORMAZIONE B.10. STRUTTURE PER IL CULTO B.11. STRUTTURE CIMITERIALI TITOLO II – DISPOSIZIONI GENERALI PER LA COSTRUZIONI DEI LOCALI 2.1. Ubicazione 2.1.1 Generalità I locali al chiuso destinati a trattenimenti e pubblici spettacoli possono essere ubicati: a) in edifici isolati dagli altri; b) in edifici adiacenti con proprie strutture indipendenti; c) nel volume di edifici aventi destinazione diversa. Qualora in essi si svolgano attività soggette ai controlli di prevenzione incendi, queste ultime devono essere limitate a quelle di cui ai punti 64, 83, 84, 85, 86, 87, 89, 90, 91, 92, 94 e 95 del Dm 16 febbraio 1982. 2.1.2 Scelta dell’area In sede progettuale, deve essere assicurato il rispetto delle distanze di sicurezza esterne dagli insediamenti circostanti, previste dalle specifiche regolamentazioni di prevenzione incendi, relative alle attività in essi svolte. 2.1.3 Accesso all’area Per consentire l’intervento dei mezzi di soccorso dei Vigili del Fuoco, gli accessi all’area ove sorgono i locali oggetto della presente regola tecnica devono avere i seguenti requisiti minimi: larghezza: 3.5 m; altezza libera: 4 m; raggio di svolta: 13 m; pendenza: non superiore al 10%; resistenza al carico: almeno 20 t (8 sull’asse anteriore e 12 sull’asse posteriore; passo 4 m). L’eventuale utilizzo degli spazi esterni, di pertinenza del locale, ai fini del parcheggio di autoveicoli, può essere con- sentito a condizione che non siano pregiudicati l’accesso e la manovra dei mezzi di soccorso e non costituiscano osta- colo al deflusso del pubblico. Per i locali siti ad altezza antincendio superiore a 12 m, deve essere assicurata la possibilità di accostamento all’e- dificio delle autoscale dei Vigili del Fuoco, almeno a una qualsiasi finestra o balcone che consenta l’accesso a ogni piano Qualora non sia possibile soddisfare i requisiti di cui al pre- sente punto, devono essere adottate misure atte a con- sentire l’operatività dei soccorsi. 2.1.4 Ubicazione ai piani interrati I locali al chiuso non possono essere ubicati oltre il secondo piano interrato, fino alla quota di –10 m rispet- to al piano di riferimento. I predetti locali, se ubicati a quote comprese tra –7,5 e –10 m devono essere protet- ti mediante impianto di spegnimento automatico a piog- gia (impianto sprinkler) e devono disporre di uscite ubi- cate lungo il perimetro che immettano direttamente in luoghi sicuri dinamici. 2.2. Separazioni – Comunicazioni 2.2.1 Generalità I teatri di capienza superiore a 2000 spettatori devono essere esclusivamente ubicati in edifici di cui al punto 2.1.1 lettera a). I locali ubicati in edifici di cui al punto 2.1.1 lettere b) e c), devono essere separati da attività non per- tinenti e a diversa destinazione mediante strutture di resi- stenza al fuoco almeno REI 90 senza comunicazioni. In uno stesso edificio possono coesistere più locali, ubi- cati anche su piani diversi, purché ciascuno di tali locali sia dotato di ingressi e di vie di uscita indipendenti. 2.2.2 Complessi multisala È consentito che: a) più locali della stessa tipologia, di cui all’art.1, c. 1, lett. b), d), e), f) siano serviti da un unico atrio purché sepa- rati da strutture resistenti al fuoco almeno REI 60, non comunicanti fra loro direttamente e provvisti di vie d’u- scita indipendenti; b) più locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. b) e un unico locale, di cui all’art.1, c. 1, lett. a) e c), di capienza non superiore a 1000 spettatori e con scena separata dalla sala, siano serviti da un unico atrio alle condizioni di cui alla prece- dente lettera a); c) più locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a) e c), siano serviti da un unico atrio alle seguenti condizioni: siano separati da strutture resistenti al fuoco almeno REI 90; non comunichino tra loro direttamente; siano provvisti di vie di uscita indipendenti; la capienza complessiva non superi i 1000 spettatori; la capienza delle singole sale non superi i 500 spettatori; i locali siano ubicati esclusivamente fuori terra, non sovrapposti fra loro, e il pavimento delle sin- gole sale sia a quota non superiore a 7,5 m rispetto al pino di riferimento; la scena dei singoli locali sia separata dalla sala. 2.2.3 Comunicazioni con altre attività È consentito che: a) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), e),comuni- chino con le attività indicate ai punti 85, 86 e 89 del decreto ministeriale 16-2-1982, purché pertinenti, tra- mite filtro a prova di fumo dotato di porte resistenti al fuoco almeno REI 30; dette comunicazioni non posso- no essere considerate ai fini del computo delle vie di uscita. Salvo quanto disposto nelle specifiche disposi- zioni di prevenzione incendi, le strutture di separazio- ne devono possedere caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori a REI 60; b) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), e), comu- nichino con le parti comuni di centri commerciali alle condizioni di cui alla precedente lettera a); salvo quan- to disposto nelle specifiche disposizioni di prevenzione incendi , le strutture di separazione devono possedere caratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori a REI 90; c) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), comunichino con le attività indicate al punto 84 del decreto ministe- riale 16 febbraio 1982, purché pertinenti, alle condi- zioni di cui alla precedente lettera a); d) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), e), f), comu- nichino con le sale consumazione di ristoranti e simili alle condizioni di cui alla precedente lettera a); e) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), e), f), comunichino con sale giuochi, purché pertinenti, tra- mite porte resistenti al fuoco almeno REI 60; dette comunicazioni non possono essere considerate ai fini del computo delle vie d’uscita. I locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. d), e), f), annessi alle atti- vità indicate al punto 84 del DM 16 febbraio 1982, devono osservare le specifiche disposizioni riportate al punto 8.4 del DM dell’interno 9 aprile 1994. 2.2.4 Abitazioni ed esercizi ammessi dentro i locali. In un locale sono ammessi soltanto gli ambienti neces- sari alla sua gestione e amministrazione, nonché l’abi- tazione del custode. Quest’ultima deve essere separa- ta dagli altri ambienti del locale con strutture resistenti al fuoco almeno REI 90 e può avere un’unica porta di REGOLA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DEI LOCALI DI INTRATTENIMENTO E DI PUBBLICO SPETTACOLO (DM Interno 19 agosto 1996 n.261) Auditori e sale convegno: locali destinati a concerti, conferenze, congressi e simili. Cinema – teatri: locali destinati prevalentemente a proiezioni cinematografiche e attrez- zati con scena per lo svolgimento di rappresentazioni teatrali e spettacoli in genere. Cinematografi: locali, con o senza semplice pedana, destinati prevalentemente a proiezioni cinematografiche Circhi: locali destinati alla presentazione al pubblico di manifestazioni di abilità, for- za e coraggio, con o senza l’intervento di animali feroci o domestici. Locali: insieme dei fabbricati, ambienti e luoghi destinati allo spettacolo e trattenimen- to compresi i servizi vari e disimpegni a essi annessi: convenzionalmente si conside- rano anche le attività di cui all’art.1, primo comma, lettere i) e l) ( v. testo allegato). Locali di trattenimento: locali destinati a trattenimenti e attrazioni varie, aree ubi- cate in esercizi pubblici e attrezzate per accogliere spettacoli. Locali multiuso: locali adibiti ordinariamente ad attività non rientranti nel campo di applicazione del presente decreto, utilizzati occasionalmente per intrattenimenti e pubblici spettacoli. Luoghi all’aperto: luoghi ubicati in determinati spazi all’aperto attrezzati con impianti appositamente destinati intrattenimenti o spettacoli e con strutture apposi- te per lo stazionamento del pubblico. Sala: area del locale utilizzata dal pubblico per assistere a uno spettacolo, a una proie- zione cinematografica, a una audizione, a una riunione o destinata a trattenimenti. TAB. B.3.1./1 DEFINIZIONI (Titolo I Dec. 19 giugno 1996) Sale da ballo e discoteche: locali destinati a trattenimenti danzanti. Scena: area destinata alla rappresentazione di spettacoli al pubblico; la scena com- prende il palcoscenico, gli scenari nonché tutte le altre attrezzature e allestimenti necessari all’effettuazione di rappresentazioni teatrali e di spettacoli in genere. La scena in relazione alla sua ubicazione può essere: a. di tipo separato dalla sala, quando è separata rispetto alla sala e ai locali di ser- vizio con strutture resistenti al fuoco e l’unica apertura con la sala è costituita dal boccascena; b. di tipo integrato nella sala, quando non esiste nessuna separazione tra l’area scenica e quel- la destinata al pubblico. Spazio calmo: luogo sicuro statico contiguo e comunicante con una via di esodo verticale od in essa inserito; tale spazio non deve costituire intralcio alla fruibilità del- le vie di esodo e deve avere caratteristiche tali da garantire la permanenza di per- sone con ridotte o impedite capacità motorie in attesa di soccorsi. Spett. viaggianti e parchi di divertimento: luoghi destinati ad attività spettacola- ri, trattenimenti o attrazioni, allestiti mediante attrezzature mobili, all’aperto, ovvero in parchi permanenti. Teatri: locali in cui si presentano al pubblico spettacoli lirici, drammatici, coreografici, di rivista e varietà, caratterizzati dalla scena, ivi compresi i locali destinati a riprese cine- matografiche e/o televisive con presenza di pubblico. Teatri tenda: locali con copertura a tenda destinati a spettacoli vari.

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PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 87

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.1.

B.3.1.

AGIBILITÀ E SICUREZZA

DEI LOCALI PER

LO SPETTACOLO

AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

TITOLO II – DISPOSIZIONI GENERALI PER LACOSTRUZIONI DEI LOCALI

2.1. Ubicazione

2.1.1 GeneralitàI locali al chiuso destinati a trattenimenti e pubblicispettacoli possono essere ubicati:a) in edifici isolati dagli altri;b) in edifici adiacenti con proprie strutture indipendenti;c) nel volume di edifici aventi destinazione diversa. Qualora in essi si svolgano attività soggette ai controllidi prevenzione incendi, queste ultime devono esserelimitate a quelle di cui ai punti 64, 83, 84, 85, 86, 87, 89,90, 91, 92, 94 e 95 del Dm 16 febbraio 1982.

2.1.2 Scelta dell’areaIn sede progettuale, deve essere assicurato il rispettodelle distanze di sicurezza esterne dagli insediamenticircostanti, previste dalle specifiche regolamentazioni diprevenzione incendi, relative alle attività in essi svolte.

2.1.3 Accesso all’areaPer consentire l’intervento dei mezzi di soccorso dei Vigilidel Fuoco, gli accessi all’area ove sorgono i locali oggettodella presente regola tecnica devono avere i seguentirequisiti minimi:• larghezza: 3.5 m;• altezza libera: 4 m;• raggio di svolta: 13 m;• pendenza: non superiore al 10%;• resistenza al carico: almeno 20 t (8 sull’asse anteriore e

12 sull’asse posteriore; passo 4 m).L’eventuale utilizzo degli spazi esterni, di pertinenza dellocale, ai fini del parcheggio di autoveicoli, può essere con-sentito a condizione che non siano pregiudicati l’accesso ela manovra dei mezzi di soccorso e non costituiscano osta-colo al deflusso del pubblico.Per i locali siti ad altezza antincendio superiore a 12 m,deve essere assicurata la possibilità di accostamento all’e-dificio delle autoscale dei Vigili del Fuoco, almeno a unaqualsiasi finestra o balcone che consenta l’accesso a ognipianoQualora non sia possibile soddisfare i requisiti di cui al pre-sente punto, devono essere adottate misure atte a con-sentire l’operatività dei soccorsi.

2.1.4 Ubicazione ai piani interratiI locali al chiuso non possono essere ubicati oltre ilsecondo piano interrato, fino alla quota di –10 m rispet-to al piano di riferimento. I predetti locali, se ubicati aquote comprese tra –7,5 e –10 m devono essere protet-ti mediante impianto di spegnimento automatico a piog-gia (impianto sprinkler) e devono disporre di uscite ubi-cate lungo il perimetro che immettano direttamente inluoghi sicuri dinamici.

2.2. Separazioni – Comunicazioni

2.2.1 GeneralitàI teatri di capienza superiore a 2000 spettatori devonoessere esclusivamente ubicati in edifici di cui al punto2.1.1 lettera a). I locali ubicati in edifici di cui al punto 2.1.1lettere b) e c), devono essere separati da attività non per-tinenti e a diversa destinazione mediante strutture di resi-stenza al fuoco almeno REI 90 senza comunicazioni.In uno stesso edificio possono coesistere più locali, ubi-cati anche su piani diversi, purché ciascuno di tali localisia dotato di ingressi e di vie di uscita indipendenti.

2.2.2 Complessi multisalaÈ consentito che:a) più locali della stessa tipologia, di cui all’art.1, c. 1, lett.

b), d), e), f) siano serviti da un unico atrio purché sepa-rati da strutture resistenti al fuoco almeno REI 60, noncomunicanti fra loro direttamente e provvisti di vie d’u-scita indipendenti;

b) più locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. b) e un unico locale, dicui all’art.1, c. 1, lett. a) e c), di capienza non superiorea 1000 spettatori e con scena separata dalla sala, sianoserviti da un unico atrio alle condizioni di cui alla prece-dente lettera a);

c) più locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a) e c), siano serviti daun unico atrio alle seguenti condizioni:• siano separati da strutture resistenti al fuoco almeno

REI 90;• non comunichino tra loro direttamente;• siano provvisti di vie di uscita indipendenti;• la capienza complessiva non superi i 1000 spettatori;• la capienza delle singole sale non superi i 500

spettatori;• i locali siano ubicati esclusivamente fuori terra,

non sovrapposti fra loro, e il pavimento delle sin-

gole sale sia a quota non superiore a 7,5 mrispetto al pino di riferimento;

• la scena dei singoli locali sia separata dalla sala.

2.2.3 Comunicazioni con altre attivitàÈ consentito che:a) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), e),comuni-

chino con le attività indicate ai punti 85, 86 e 89 deldecreto ministeriale 16-2-1982, purché pertinenti, tra-mite filtro a prova di fumo dotato di porte resistenti alfuoco almeno REI 30; dette comunicazioni non posso-no essere considerate ai fini del computo delle vie diuscita. Salvo quanto disposto nelle specifiche disposi-zioni di prevenzione incendi, le strutture di separazio-ne devono possedere caratteristiche di resistenza alfuoco non inferiori a REI 60;

b) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), e), comu-nichino con le parti comuni di centri commerciali allecondizioni di cui alla precedente lettera a); salvo quan-to disposto nelle specifiche disposizioni di prevenzioneincendi , le strutture di separazione devono possederecaratteristiche di resistenza al fuoco non inferiori a REI90;

c) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), comunichinocon le attività indicate al punto 84 del decreto ministe-riale 16 febbraio 1982, purché pertinenti, alle condi-zioni di cui alla precedente lettera a);

d) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), e), f), comu-nichino con le sale consumazione di ristoranti e simili allecondizioni di cui alla precedente lettera a);

e) i locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), e), f),comunichino con sale giuochi, purché pertinenti, tra-mite porte resistenti al fuoco almeno REI 60; dettecomunicazioni non possono essere considerate ai finidel computo delle vie d’uscita.

I locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. d), e), f), annessi alle atti-vità indicate al punto 84 del DM 16 febbraio 1982,devono osservare le specifiche disposizioni riportate alpunto 8.4 del DM dell’interno 9 aprile 1994.

2.2.4 Abitazioni ed esercizi ammessi dentro i locali.In un locale sono ammessi soltanto gli ambienti neces-sari alla sua gestione e amministrazione, nonché l’abi-tazione del custode. Quest’ultima deve essere separa-ta dagli altri ambienti del locale con strutture resistential fuoco almeno REI 90 e può avere un’unica porta di

REGOLA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DEI LOCALI DIINTRATTENIMENTO E DI PUBBLICO SPETTACOLO (DM Interno 19 agosto 1996 n.261)

Auditori e sale convegno: locali destinati a concerti, conferenze, congressi e simili.

Cinema – teatri: locali destinati prevalentemente a proiezioni cinematografiche e attrez-zati con scena per lo svolgimento di rappresentazioni teatrali e spettacoli in genere.

Cinematografi: locali, con o senza semplice pedana, destinati prevalentemente aproiezioni cinematografiche

Circhi: locali destinati alla presentazione al pubblico di manifestazioni di abilità, for-za e coraggio, con o senza l’intervento di animali feroci o domestici.

Locali: insieme dei fabbricati, ambienti e luoghi destinati allo spettacolo e trattenimen-to compresi i servizi vari e disimpegni a essi annessi: convenzionalmente si conside-rano anche le attività di cui all’art.1, primo comma, lettere i) e l) ( v. testo allegato).

Locali di trattenimento: locali destinati a trattenimenti e attrazioni varie, aree ubi-cate in esercizi pubblici e attrezzate per accogliere spettacoli.

Locali multiuso: locali adibiti ordinariamente ad attività non rientranti nel campo diapplicazione del presente decreto, utilizzati occasionalmente per intrattenimenti epubblici spettacoli.

Luoghi all’aperto: luoghi ubicati in determinati spazi all’aperto attrezzati conimpianti appositamente destinati intrattenimenti o spettacoli e con strutture apposi-te per lo stazionamento del pubblico.

Sala: area del locale utilizzata dal pubblico per assistere a uno spettacolo, a una proie-zione cinematografica, a una audizione, a una riunione o destinata a trattenimenti.

TAB. B.3.1./1 DEFINIZIONI (Titolo I Dec. 19 giugno 1996)

Sale da ballo e discoteche: locali destinati a trattenimenti danzanti.

Scena: area destinata alla rappresentazione di spettacoli al pubblico; la scena com-prende il palcoscenico, gli scenari nonché tutte le altre attrezzature e allestimentinecessari all’effettuazione di rappresentazioni teatrali e di spettacoli in genere. Lascena in relazione alla sua ubicazione può essere:

a. di tipo separato dalla sala, quando è separata rispetto alla sala e ai locali di ser-vizio con strutture resistenti al fuoco e l’unica apertura con la sala è costituita dalboccascena;

b. di tipo integrato nella sala, quando non esiste nessuna separazione tra l’area scenica e quel-la destinata al pubblico.

Spazio calmo: luogo sicuro statico contiguo e comunicante con una via di esodoverticale od in essa inserito; tale spazio non deve costituire intralcio alla fruibilità del-le vie di esodo e deve avere caratteristiche tali da garantire la permanenza di per-sone con ridotte o impedite capacità motorie in attesa di soccorsi.

Spett. viaggianti e parchi di divertimento: luoghi destinati ad attività spettacola-ri, trattenimenti o attrazioni, allestiti mediante attrezzature mobili, all’aperto, ovveroin parchi permanenti.

Teatri: locali in cui si presentano al pubblico spettacoli lirici, drammatici, coreografici, dirivista e varietà, caratterizzati dalla scena, ivi compresi i locali destinati a riprese cine-matografiche e/o televisive con presenza di pubblico.

Teatri tenda: locali con copertura a tenda destinati a spettacoli vari.

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B 88

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.1. AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

comunicazione con gli stessi, purché resistente al fuo-co almeno REI 90 e dotata di dispositivo di autochiu-sura. All’interno del locale sono ammessi esercizi dibar, che qualora non siano destinati esclusivamente alservizio del locale, devono essere dotati di uscite disicurezza su pubblica via o piazza, da non computarsialle uscite destinate allo sfollamento degli spettatori.Sono consentiti all’interno del locale spazi allestiti perl’esposizione o vendita esclusivamente destinati alpubblico ammesso nel locale, alle seguenti condizioni:a) siano ubicati nell’area di pertinenza dell’atrio di

ingresso e disposti in modo tale da non costituireostacolo al deflusso del pubblico;

b) abbiano superficie complessiva non superiore a 200 mq;c) qualora abbiano superficie complessiva superiore a

10 mq l’area di pertinenza dovrà essere protetta conimpianto di spegnimento automatico a pioggia(impianto sprinkler).

2.3 Strutture e materiali

2.3.1 Resistenza al fuoco delle struttureI requisiti di resistenza al fuoco degli elementi struttura-li vanno valutati secondo le prescrizioni e le modalità diprova stabilite dalla circolare del Ministero dell’internon.91 del 14 settembre 1961, prescindendo dal tipo dimateriale impiegato nella realizzazione degli elementimedesimi (calcestruzzo, laterizi, acciaio, legno lamella-re, legno massiccio, elementi compositi, etc.). Il dimen-sionamento degli spessori e delle protezioni da adotta-re per i vari tipi di materiali suddetti, nonché la classifi-cazione degli edifici in funzione del carico d’incendio,vanno determinate con le tabelle e con le modalità spe-cificate nella citata circolare n. 91/1961, tenendo contodelle disposizioni contenute nel DM Interno 6 marzo1986, per quanto attiene il calcolo del carico di incendioper locali aventi strutture portanti in legno.Le strutture portanti e quelle separanti dei locali inseri-ti in edifici pluripiano devono comunque possederecaratteristiche di resistenza al fuoco, rispettivamente Re REI, non inferiori ai seguenti valori:

I requisiti di resistenza al fuoco delle porte e degli altrielementi di chiusura vanno valutati e attestati in confor-mità del DM Interno 14 dicembre 1993Per le strutture di pertinenza delle aree a rischio speci-fico devono applicarsi le disposizioni emanate nellerelative normative di prevenzione incendi.

2.3.2 Reazione al fuoco dei materialiLe caratteristiche di reazione al fuoco dei materiali devonoessere le seguenti:a) negli atri, nei corridoi, nei disimpegni, nelle rampe,

nei passaggi in genere e nelle vie di esodo, è con-sentito l’impiego di materiale di classe 1 in ragione,al massimo, del 50% della loro superficie totale(pavimento + pareti + soffitti + proiezioni orizzontalidelle scale); per le restanti parti debbono essereimpiegati consentito materiali di classe 0;

b) in tutti gli altri ambienti è consentito che i materiali dirivestimento dei pavimenti siano di classe 2 e che glialtri materiali di rivestimento siano di classe 1;

c) i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambe lefacce (tendaggi e simili) devono essere di classe direazione al fuoco non superiore a 1;

d) le poltrone e i mobili imbottiti devono essere di clas-se 1IM;

e) i sedili non imbottiti costituiti da materiali combustibilidevono essere di classe non superiore a 2;

f) i materiali isolanti in vista, con componente isolantedirettamente esposto alle fiamme, devono essere diclasse di reazione al fuoco non superiore a 1; nel casodi materiale isolante in vista, con componente isolante

non direttamente esposto alle fiamme sono ammessele classi di reazione al fuoco 0-1, 1-0, 1-1;

g) i materiali di rivestimento combustibili,ammessi nellevarie classi di reazione al fuoco,devono essere mes-si in opera in aderenza agli elementi costruttivi oriempiendo con materiale incombustibile eventualiintercapedini. Ferme restando le limitazioni di cui allaprecedente lettera a), è consentita l’installazione dicontrosoffitti nonché di materiali di rivestimento e dimateriali isolanti in vista, posti non in aderenza aglielementi costruttivi, purché abbiano classe di reazio-ne al fuoco non superiore a 1 e siano omologatitenendo conto delle effettive condizioni di impiegoanche in relazione alle possibili fonti di innesco;

h) i materiali di cui alle lettere precedenti devonoessere omologati ai sensi del DM Interno 26 giugno1984.

i) qualora siano previsti effettivi accorgimenti miglioratividelle condizioni globali di sicurezza dei locali rispetto aquanto previsto dal presente decreto, quali efficacisistemi di smaltimento dei fumi asserviti a impianti dirivelazione automatica degli incendi e/o impianti di spe-gnimento automatico, può consentirsi l’impiego dimateriali di classi 1, 2 e 3 in luogo delle classi 0, 1 e 2precedentemente indicate, con esclusione dei tendag-gi, controsoffitti e materiali di rivestimento posti non inaderenza per i quali è ammessa esclusivamente laclasse 1, nonché delle poltrone e dei mobili imbottiti peri quali è ammessa esclusivamente la classe 1 IM;

l) è consentita la posa in opera, a parete e a soffitto, dirivestimenti lignei opportunamente trattati con prodot-ti vernicianti omologati di classe 1 di reazione al fuo-co, secondo le modalità e le indicazioni contenute nelDM dell’interno 6 marzo 1992;

m)per il palcoscenico e la sala è ammesso il pavimento dilegno; negli altri ambienti tale tipo di pavimento può esse-re consentito purché stabilmente aderente a strutturenon combustibili o rivestite con materiale di classe 0;

n) è consentito l’impiego del legno per i serramentiesterni e interni;

o) i lucernari devono avere vetri retinati oppure costrui-ti in vetrocemento o con materiali combustibili purchédi classe 1 di reazione al fuoco;

p) i materiali isolanti installati all’interno di intercapedi-ni devono essere incombustibili. È consentita l’in-stallazione di materiali isolanti combustibili all’inter-no di intercapedini delimitate da strutture realizzatecon materiali incombustibili e aventi resistenza alfuoco almeno REI 30.

2.3.3 Materiale scenicoPer la realizzazione degli scenari fissi e mobili (quinte,velari, tendaggi e simili) è ammesso l’impiego di materia-li combustibili di classe di reazione al fuoco non superio-re a 2. È consentito l’impiego di materiali di classe supe-riore a 2 a condizione che siano previsti effettivi accorgi-menti migliorativi delle condizioni globali di sicurezza del-la scena, quali efficaci sistemi di smaltimento dei fumiasserviti a impianti di rivelazione automatica degli incen-di e/o impianti di spegnimento automatico.In alternativa la classe di reazione al fuoco può essereattribuita senza l’esecuzione dei metodi di preparazio-ne e manutenzione di cui all’allegato 6 del DM dell’in-terno 26 giugno 1984, con la produzione della relativadocumentazione probante.Di tale circostanza deve essere fatta menzione nel certifi-cato di prova la cui validità è comunque limitata a sei mesicon l’obbligo di non effettuare lavaggi o altre operazioni dimanutenzione che possano alterare le caratteristiche direazione al fuoco. Nei locali con scena di tipo integratonella sala, i materiali allestiti nell’area scenica devonoessere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1.

2.3.4 Materiali di coperturaI materiali impiegati nella copertura dei locali devonoavere caratteristiche di reazione al fuoco secondoquanto previsto al punto 2.3.2. È consentito che ilmateriale dei tendoni dei circhi, teatri tenda e struttu-re similari sia di classe di reazione al fuoco non supe-riore a 2.

TITOLO III – DISTRIBUZIONE E SISTEMAZIONE DEIPOSTI NELLA SALA

3.1. Distribuzione dei posti a sedere

Nei locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), g), h), i postia sedere, di tipo fisso, devono essere distribuiti in settoricon non più di 160 posti, con un massimo di 16 posti perfila e di 10 file. Quando la distanza tra gli schienali delle fileè di almeno 1,1 m, i posti a sedere possono essere distri-buiti in settori di 300 posti con un massimo di 20 posti perfila e di 15 file. I settori devono essere separati l’uno dal-l’altro mediante passaggi longitudinali e trasversali di lar-ghezza non inferiore a 1,2 m. Tra i posti a sedere e lepareti della sala deve essere lasciato un passaggio di lar-ghezza non inferiore a 1,2 m.Su conforme parere dell’autorità competente, si puòconsentire che file al massimo di 4 posti vengano acco-state alle pareti laterali della sala.Nei locali con capienza non superiore a 150 posti è con-sentita una larghezza delle corsie di passaggio non infe-riore a 0,9 m. In galleria tra la balaustra e la prima fila anti-stante di posti, deve essere lasciato un passaggio di lar-ghezza non inferiore a 0,6 m, misurato a sedile abbassa-to. L’altezza della balaustra deve essere non inferiore a 1m. Nei locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. e), f), la distribuzionedei posti a sedere, pur realizzata secondo le necessitànon deve in ogni caso costituire impedimenti e ostacoliall’esodo delle persone in caso di emergenza.

3.2. Sistemazione dei posti fissi a sedere

La distanza tra lo schienale di una fila di posti e il corri-spondente schienale della fila successiva deve essere dialmeno 0,8 m. La larghezza di ciascun posto deve esse-re almeno di 0,5 m con braccioli e di 0,45 m senza brac-cioli. Le sedie e le poltrone devono essere saldamentefissate al suolo e avere sedile del tipo a ribaltamentoautomatico o per gravità. Quando la distanza tra gli schie-nali di file successive è di almeno 1,1 m è consentito cheil sedile sia di tipo fisso. Sono ammessi sedili mobili esclu-sivamente nei palchi. Nei locali non provvisti di posti asedere fissi, può essere concesso l’impiego temporaneodi sedie purché collegate rigidamente tra loro in file.Ciascuna fila non può contenere più di 10 sedie in gruppidi 10 file, per complessivi 500 posti al chiuso e 1300 postiall’aperto per locale. È vietato collocare sedili mobili esedie a rotelle nei passaggi e nei corridoi.

3.3. Sistemazione dei posti in piedi

Nessun spettatore può sostare nei passaggi esistentinella sala.Nei locali di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), g), h), nonsono consentiti posti in piedi se non in aree riservate e pur-ché siano soddisfatte le seguenti condizioni:a) il numero dei posti in piedi autorizzati sia fissato in

ragione di 35 spettatori ogni 10 mq di superficieall’uopo destinata;

b) i posti in piedi siano computati agli effetti della lar-ghezza delle uscite;

c) le aree siano disposte solamente posteriormente aiposti a sedere,in modo da lasciare sempre liberi ipercorsi di ingresso e di uscita.

TITOLO IV – MISURE PER L’ESODO DELPUBBLICO DALLA SALA

4.1. Affollamento

L’affollamento massimo deve essere stabilito come segue:a) nei locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), g), h),pari

al numero dei posti a sedere e in piedi autorizzati, com-presi quelli previsti per le persone con ridotte o impedi-te capacità motorie;

b) nei locali di cui all’art.1, c. 1, lett. e) e f), pari a quanto risul-ta dal calcolo in base a una densità di affollamento di:• 0,7 persone per metro quadrato al chiuso;• 1,2 persone per metro quadrato all’aperto.

ALT. ANTINCENDIO DELL’EDIFICIO R REI

fino a 12 m 60 60

superiore a 12 m e fino a 24 m 90 90

superiore a 24 m 120 90

➦ REGOLA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DEI LOCALI DIINTRATTENIMENTO E DI PUBBLICO SPETTACOLO

Page 3: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 89

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.1.

B.3.1.

AGIBILITÀ E SICUREZZA

DEI LOCALI PER

LO SPETTACOLO

AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

La densità di affollamento dovrà tenere conto dei vincoliprevisti da regolamento igienico-sanitari.

4.2. Capacità di deflusso

La capacità di deflusso per i locali al chiuso non deveessere superiore ai seguenti valori:a) 50 per locali con pavimento a quota compresa tra più

o meno 1 m rispetto al piano di riferimento;b) 37,5 per locali con pavimento a quota compresa tra

più o meno 7,5 m rispetto al piano di riferimento;c) 33 per locali con pavimento a quota al di sopra o al di

sotto di 7,5 m rispetto al piano di riferimento.La capacità di deflusso per i locali all’aperto non deveessere superiore a 250.

4.3. Sistema delle vie di uscita

4.3.1 GeneralitàOgni locale deve essere provvisto di un sistema orga-nizzativo di vie di uscita dimensionato in base al massi-mo affollamento previsto e alle capacità di deflussosopra stabilite, che, attraverso percorsi indipendenti,adduca in luogo sicuro all’esterno. I percorsi del sistemadi vie di uscita comprendono corridoi, vani di accessoalle scale e di uscita all’esterno, scale, rampe e passag-gi in genere. L’altezza dei percorsi deve essere, in ognicaso, non inferiore a 2 m.La larghezza utile dei percorsi deve essere misuratadeducendo l’ingombro di eventuali elementi sporgenticon esclusione degli estintori.Tra gli elementi sporgenti non vanno considerati quelliposti a un’altezza superiore a 2 m e i corrimano consporgenza non superiore a 8 cm.Nei passaggi interni della sala, qualora sia necessariorealizzare gradini per superare dislivelli, gli stessidevono avere pedate e alzate di dimensioni rispettiva-mente non inferiori a 30 cm (pedata) e non superiori a18 cm (alzata), ed essere segnalati con appositi dispo-sitivi luminosi. Le uscite della sala devono essere dis-tribuite con criteri di uniformità e di simmetria rispettoall’asse originale della stessaQualora ciò risulti impossibile, deve provvedersi adassicurare lo sfollamento dei vari settori con opportunostudio del movimento del pubblico in uscita e con con-seguente dimensionamento dei corridoi di disimpegnointerni.La pendenza di corridoi e passaggi non può esseresuperiore al 12%.Le rampe ubicate lungo le vie di uscita, a servizio diaree ove è prevista la presenza di persone con ridotteo impedite capacità motorie, non possono avere pen-denza superiore all’8%.Quando il pavimento inclinato immette in una scala, lapendenza deve interrompersi almeno a una distanzadalla scala di 1,2 m.I pavimenti in genere e i gradini in particolare non devo-no avere superfici sdrucciolevoli.Le superfici lungo le vie di uscita esposte alle intempe-rie devono essere tenute sgombre da neve e ghiaccioe se del caso adeguatamente protette.Superfici vetrate e specchi non devono essere installatise possono trarre in inganno sulla direzione dell’uscita.Le vie di uscita devono essere tenute sgombre da mate-riali che possono costituire impedimento al regolaredeflusso delle persone.Gli eventuali guardaroba non possono essere previstinelle scale o nelle loro immediate vicinanze, e, in ognicaso, devono essere ubicati in modo tale che il loro uti-lizzo da parte degli spettatori, non costituisca ostacoloalla normale circolazione e al deflusso del pubblico.

4.3.2 Numero delle usciteIl numero delle uscite, che dal locale adducono in luogosicuro all’esterno, deve essere non inferiore a tre. Detteuscite vanno ubicate in posizioni ragionevolmente con-trapposte. Per i locali di capienza non superiore a 150persone possono essere previste due sole uscite.Le uscite devono essere dotate di porte apribili nel versodell’esodo con un sistema a semplice spinta.Nella determinazione del numero delle uscite possonoessere computati i vani di ingresso purché dotati di porte

apribili nel verso dell’esodo. Nei complessi multisala,ogni sala deve essere provvista di un proprio sistemaindipendente di vie di uscita.È consentito che gli ingressi alle singole sale dall’atriocomune vengano computati nella determinazione delnumero delle uscite purché siano protetti con porteresistenti al fuoco di caratteristiche almeno REI 30, conapertura nel verso dell’esodo e dotate di dispositivo diautochiusura.

4.3.3 Larghezza delle vie di uscitaLa larghezza di ogni singola via di uscita deve esseremultipla del modulo di uscita (0,6 m) e comunque noninferiore a due moduli (1,2 m). La larghezza totale delleuscite da ogni piano, espressa in numero di moduli diuscita, è determinata dal rapporto tra l’affollamento pre-visto al piano e la capacità di deflusso relativa.Per i locali che occupano più di due piani fuori terra, lalarghezza totale delle vie di uscita che immettono su luo-go sicuro all’aperto, viene calcolata sommando gli affol-lamenti previsti su due piani consecutivi, con riferimentoa quelli aventi maggiore affollamento.Per i locali con capienza non superiore a 150 personeè ammesso che le uscite abbiano larghezza inferiore a1,2 m, con un minimo di 0,9 m, purché conteggiatecome un modulo.

4.3.4 Lunghezza delle vie di uscitaPer i locali al chiuso, la lunghezza massima del percorsodi uscita, misurata a partire dall’interno della sala, fino aluogo sicuro, o scala di sicurezza esterna rispondente airequisiti di cui al punto 4.5.4, non deve essere superiorea 50 m, oppure 70 m se in presenza di efficaci impianti dismaltimento dei fumi asserviti a impianti di rivelazioneautomatica degli incendi. Per i locali distribuiti su più pia-ni fuori terra, qualora per le caratteristiche planivolumetri-che dei medesimi, non sia possibile il rispetto delle lun-ghezze sopra riportate, sono consentiti percorsi di uscitadi maggior lunghezza alle seguenti condizioni:1) i locali devono essere ubicati in edifici con non più di

quattro piani fuori terra;2) le scale che fanno parte del sistema di vie di esodo,

devono essere di tipo protetto con caratteristiche diresistenza al fuoco conformi a quanto previsto alpunto 2.3.1, e devono immettere direttamente suluogo sicuro all’esterno;

3) la lunghezza del percorso al piano per raggiungerela più vicina scala protetta non deve essere superio-re a 40 m.

I percorsi interni alla sala, fino alle uscite della stessa,vanno calcolati in linea diretta, non considerando la pre-senza di arredi, tavoli e posti a sedere, a partire da pun-ti di riferimento che garantiscano l’intera copertura dellasala ai fini dell’esodo, nel rispetto dei seguenti criteri:a) da ciascuno dei predetti punti devono essere garan-

titi percorsi alternativi; si considerano tali quelli che,a partire da ciascun punto di riferimento, formano unangolo maggiore di 45°;

b) qualora la condizione di cui alla precedente lettera a)non sia rispettata, la lunghezza del percorso, misu-rata fino al punto dove c’è disponibilità di percorsoalternativo, deve essere limitata a 15 m.

A titolo esemplificativo, si riporta, nelle tavole allega-te, l’individuazione di tali punti relativamente a saleservite da uscite distribuite con criteri di uniformità esimmetria.Quando un percorso di esodo, a servizio di un’areariservata a persone con limitate o ridotte capacitàmotorie, ha una lunghezza fino al luogo sicuro superio-re a 30 m e comprende una o più rampe di scale, deveessere attrezzato con spazi calmi.

4.4. Porte

Le porte situate sulle vie di uscita devono aprirsi nel versodell’esodo a semplice spinta. Esse vanno previste a unoo due battenti. I battenti delle porte, quando sono aperti,non devono ostruire passaggi, corridoi e pianerottoli.Le porte che danno sulle scale non devono aprirsidirettamente sulle rampe, bensì sul pianerottolo senzaridurne la larghezza.

I serramenti delle porte di uscita devono essere provvi-sti di dispositivi a barre di comando tali da consentireche la pressione esercitata dal pubblico sul dispositivo diapertura, posto su uno qualsiasi dei battenti, comandi inmodo sicuro l’apertura del serramento.Le porte devono essere di costruzione robusta.Le superfici trasparenti delle porte devono esserecostituite da materiali di sicurezza.

4.5. Scale

4.5.1 GeneralitàLe scale devono avere strutture resistenti al fuoco inrelazione a quanto previsto al punto 2.3.1.

4.5.2 Gradini, rampe, pianerottoliI gradini devono essere a pianta rettangolare, avere peda-te e alzate di dimensioni costanti, rispettivamente non infe-riore a 30 cm (pedata) e non superiore a 18 cm (alzata).Sono ammessi gradini a pianta trapezoidale, purchéla pedata sia di almeno 30 cm misurata a 40 cm dalmontante centrale o dal parapetto interno.Le rampe delle scale devono avere non meno di tre enon più di quindici gradini. Le rampe devono avere lar-ghezza non inferiore a 1,2 m.I pianerottoli devono avere la stessa larghezza delle rampe.Nessuna sporgenza deve esistere nelle pareti dellescale per un’altezza di 2 m dal piano di calpestio.I corrimano lungo le pareti non devono sporgere più di8 cm e le loro estremità devono essere arrotondateverso il basso o rientrare, con raccordo, verso le pare-ti stesse. Le scale di larghezza superiore a 3 m devo-no essere dotate di corrimano centrale.Qualora le scale siano aperte su uno o entrambi i lati,devono avere ringhiere o balaustre alte almeno 1 m, atte asopportare le sollecitazioni derivanti da un rapido deflussodel pubblico in situazioni di emergenza o di panico.

4.5.3 VentilazioneI vani scali devono essere provvisti superiormente di aper-ture di aerazione con superficie non inferiore a 1 mq, consistema di apertura degli infissi comandato automatica-mente da rilevatori di incendio o manualmente in prossi-mità dell’entrata delle scale, in posizione segnalata.

4.5.4 Scale di sicurezza esterneQuando sia prevista la realizzazione di scale di sicurez-za esterne, le stesse devono essere realizzate secondoi criteri di sicurezza sotto riportati:a) possono essere utilizzate in edifici aventi altezza

antincendio non superiore a 24 m;b) devono essere realizzate con materiali di classe 0 di

reazione al fuoco;c) la parete esterna dell’edificio su cui è collocata la

scala, compresi gli eventuali infissi, deve possedere,per una larghezza pari alla proiezione della scala,incrementata di 2,5 m per ogni lato, requisiti di resi-stenza al fuoco almeno REI 60.

In alternativa la scala esterna deve distaccarsi di 2,5m dalle pareti dell’edificio e collegarsi alle porte dipiano tramite passerelle protette con setti laterali, atutta altezza, aventi requisiti di resistenza al fuocopari a quanto sopra indicato.

4.6. Ascensori

Gli ascensori e i montacarichi devono rispettare le dis-posizioni antincendio previste al punto 2.5 del DMInterno 16 maggio 1987, n.246.Gli ascensori e i montacarichi non devono essere uti-lizzati in caso di incendio a eccezione degli ascensoriantincendio.Negli edifici di altezza antincendio superiore a 24 m,deve essere previsto almeno un ascensore antincen-dio da realizzarsi secondo quanto disposto al punto6.8 del DM Interno 9 aprile 1994.Le eventuali scale mobili vanno computate ai fini deldimensionamento delle vie di uscita.Occorre prevedere un sistema automatico checomandi il blocco delle scale mobili nonché il riportoal piano di uscita degli ascensori in caso di incendio.

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B 90

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.1. AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

40 CM

82 CM MIN. 80 CM MIN.82 CM MIN. 80 CM MIN.

PLATEA A GRADONI PLATEA IN PIANO

50 CMMIN.

50 CMMIN.

50 CMMIN.

50 CMMIN.

50 CMMIN.

PLATEA A GRADONI CON POLTRONE A RIBALTAMENTO SFALSATE

82 C

MM

IN.

80 CM MIN. 80 CM MIN.82 CM MIN. 82 CM MIN.

50 CMMIN.

50 CMMIN.

PLATEA IN PIANO CON POLTRONE A RIBALTAMENTO SFALSATE

75 C

MM

IN.

50 CMMIN.

50 CMMIN.

50 CMMIN.50 CM

MIN.

50 CMMIN.

50 CMMIN.

50 CMMIN.

50 CM. MAX. 50 CM

80 C

MC

IRC

A

115

CM

CIR

CA

43 C

M15

.22

.

LA PENDENZA DEI CORRIDOINON DEVE SUPERARE IL 5%

43 C

M15

.22

.

40 CM

MAX.

SISTEMAZIONE DEI POSTI FISSI A SEDERE

A NORMA DEL TESTO UNICO EMANATO CON DM INTERNO DEL 19 AGOSTO 1996, TIT. III, 3.2.:

- LA DISTANZA TRA LO SCHIENALE DI UNA FILA DI POSTI E IL CORRISPONDENTE SCHIENALE DELLA FILA SUCCESSIVA DEVE ESSERE DI ALMENO 0,8 M.

- LA LARGHEZZA DI CIASCUN POSTO DEVE ESSERE ALMENO DI 0,5 M CON BRACCIOLI E DI 0,45 M SENZA BRACCIOLI.

- LE SEDIE E LE POLTRONE DEVONO ESSERE SALDAMENTE FISSATE AL SUOLO E AVERE SEDILE DEL TIPO A RIBALTAMENTO AUTOMATICO O PER GRAVITÀ. QUANDO LA DISTANZA TRA GLI SCHIENALI DI FILE SUCCESSIVE È DI ALMENO 1,1 M È CONSENTITO CHE IL SEDILE SIA DI TIPO FISSO.

- SONO AMMESSI SEDILI MOBILI ESCLUSIVAMENTE NEI PALCHI.

- NEI LOCALI NON PROVVISTI DI POSTI A SEDERE FISSI, PUÒ ESSERE CONCESSO L’IMPIEGO TEMPORANEO DI SEDIE PURCHÉ COLLEGATE RIGIDAMENTE TRA LORO IN FILE. CIASCUNA FILA NON PUÒ CONTENERE PIÙ DI 10 SEDIE IN GRUPPI DI 10 FILE, PER COMPLESSIVI 500 POSTI AL CHIUSO E 1300 POSTI ALL’APERTO PER LOCALE.

- È VIETATO COLLOCARE SEDILI MOBILI E SEDIE A ROTELLE NEI PASSAGGI E NEI CORRIDOI.

FIG. B.3.1./2 DISTANZE MINIME CONSENTITE PER LE POLTRONE (DM Interno 19 agosto 1996, tit. III, 3.2)

FIG. B.3.1./1 ESEMPI DI DISPOSIZIONE DEGLI ACCESSI ALLA SALA E DELLE USCITE DI SICUREZZA (DM Interno 16 agosto 1996, tit.III, 4.3)

OGNI CORRIDOIO TRASVERSALE DEVE ESSERE DISPOSTO IN CORRISPONDENZA DELLE USCITE DI SICUREZZASITUATE NELLE PARETI LATERALI E DEVE AVERE LARGHEZZA NON INFERIORE A 120 CM (DUE MODULI DA 60 CM) LE USCITE DALLA SALA DEVONO ESSERE DISTRIBUITE SIMMETRICAMENTE RISPETTO ALL'ASSE LONGITUDINALE

➦ REGOLA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DEI LOCALI DIINTRATTENIMENTO E DI PUBBLICO SPETTACOLO

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PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 91

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.1.

B.3.1.

AGIBILITÀ E SICUREZZA

DEI LOCALI PER

LO SPETTACOLO

AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

TITOLO V – DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER LA SCENA

5.1. Disposizioni generali

Le scene, sia di tipo separato che integrato rispetto allasala, devono contenere unicamente gli scenari, glispezzati e gli attrezzi necessari per lo spettacolo delgiorno, che devono essere collocati in modo da noningombrare il passaggio e rendere accessibili le attrez-zature e i mezzi antincendio.I depositi e i laboratori non devono avere alcuna comu-nicazione con la scena e con le aree riservate al pub-blico, fatto salvo i magazzini di servizio, strettamentedestinati a ricevere gli scenari e le attrezzature per glispettacoli in corso, che possono comunicare diretta-mente con la scena tramite porte resistenti al fuoco REI90 e restare aperti per il tempo strettamente necessarioper lo spostamento dei materiali.I camerini e i locali destinati agli artisti non possonocomunicare direttamente con la scena.L’uso nella rappresentazione di fuochi di artificio, difiamme libere e di spari con armi, deve essere oggettodi valutazione da parte della competente autorità e nonpuò essere autorizzato in mancanza di misure di sicu-rezza appropriate ai rischi.È vietato fumare nella scena e sue dipendenze, salvoche per esigenze sceniche.Eventuali scarti e residui di lavori effettuati sulla scenadovranno essere rimossi prima della rappresentazionee comunque al termine dei lavori.Nei teatri con scena di tipo separato dalla sala, al finedi consentire l’intervento dei mezzi di soccorso deiVigili del Fuoco, deve essere assicurata l’accessibilitàalla zona comprendente la scena e i locali di servizioannessi. In particolare:a) nei teatri di capienza superiore a 1000 spettatori,il cor-

po di fabbrica contenente la scena e i locali di servizioannessi,deve essere attestato su luoghi scoperti peruna frazione non inferiore al 50% del suo perimetro.

b) nei teatri di capienza compresa tra 500 e 1000 spet-tatori,il corpo di fabbrica, contenente la scena e ilocali di servizio annessi, deve essere attestato suspazi scoperti per una frazione non inferiore a unterzo del suo perimetro.

Nei teatri con scena di tipo integrato nella sala devonoessere in ogni caso osservati i requisiti minimi per l’ac-cesso all’area di cui al punto 2.1.3.

5.2. Scena separata dalla sala

5.2.1 Caratteristiche della separazione tra scena e sala

Nei teatri con scena di tipo separato, la parte di edificiocontenente la scena deve essere separata dai locali diservizio annessi e dalla sala tramite strutture resistential fuoco almeno REI 90.L’unica apertura ammessa nella struttura di separazionecon la sala è il boccascena. Sono consentiti passaggi diservizio con la sala purché muniti di porte aventi caratteri-stiche di resistenza al fuoco almeno REI 90, provviste didispositivo di autochiusura. La separazione rispetto allasala, con le caratteristiche sopra riportate, deve essereprevista qualora il teatro abbia capienza superiore a 1000spettatori o il palcoscenico abbia superficie superiore a150 mq; la scena deve essere in ogni caso separata dailocali attigui di servizio con strutture almeno REI 90.Nei teatri con capienza superiore a 1000 spettatori, ilboccascena deve essere munito di sipario metallico disicurezza. L’installazione del sipario di sicurezza non èobbligatorio nei luoghi di spettacolo, di capienza anchesuperiore a 1000 spettatori, nei quali solo saltuariamentevengono effettuate rappresentazioni teatrali, purché ilpalcoscenico abbia superficie inferiore a 150 mq.

5.2.2 Altezza della scenaAl fine di impedire che i prodotti della combustione diun eventuale incendio, sviluppatosi nell’area della sce-na, possano invadere la sala, la copertura della scenadeve essere sopraelevata, rispetto al punto più alto del-la copertura della sala. In ogni caso la copertura dellascena, avente superficie di palcoscenico superiore a 150

mq, deve essere sopraelevata, rispetto al punto più altodella copertura della sala di almeno 2 m.In presenza di scene, con superficie di palcoscenicoinferiore a 150 mq, è consentito che la copertura dellascena sia allo stesso livello della copertura della salapurché a soffitto, tra palcoscenico e area riservata alpubblico, sia installato un setto di altezza non inferiorea 1,5 m, incombustibile e con caratteristiche di resisten-za al fuoco almeno REI 30.

5.2.3 Corridoi, scale, porte, uscite verso l’esternoAd eccezione dei magazzini di servizio, che possonocomunicare direttamente con la scena alle condizioni dicui al punto 5.1, tutti i restanti locali di servizio, pertinen-ti la scena, devono comunicare con quest’ultima attra-verso corridoi di disimpegno situati all’intorno della sce-na. Le comunicazioni tra la scena e i corridoi di disimpe-gno devono essere munite di porte resistenti al fuocoalmeno REI 60, dotate di dispositivo di autochiusura. Lalarghezza di detti corridoi deve essere sufficiente almovimento degli artisti e delle comparse e non puòessere inferiore a 1,5 m per quelli al piano del palcosce-nico, e a 1,2 m per gli altri piani.I corridoi, direttamente o attraverso passaggi e scale,devono condurre all’esterno con percorso di lunghezzanon superiore a quella stabilita al punto 4.3.4 se dispon-gono di almeno due uscite contrapposte, o non superiorea 15 m se dispongono di un’uscita soltanto. Il numero del-le scale deve essere stabilito in relazione all’importanzadella scena e alle necessità funzionale e di sicurezza.Le gallerie di manovra e i piani forati devono essere prov-visti di uscite dotate di porte resistenti al fuoco almeno REI60 con dispositivo di autochiusura, che immettano diretta-mente all’esterno o su una via di uscita protetta in mododa poter essere utilizzate dal personale di scena in casodi emergenza e dai Vigili del Fuoco per l’attacco di unincendio dall’esterno.

5.2.4 .Sipario di sicurezza5.2.4.1 CaratteristicheIl sipario di sicurezza deve costituire una separazione,incombustibile, resistente al fuoco REI 60, tra la sala eil palcoscenico. Esso deve funzionare di regola a disce-sa verticale, deve chiudersi con velocità non minore a0,25 m/s e resistere a una pressione di almeno 45daN/mq, senza che si verifichino inflessioni che possa-no compromettere il suo funzionamento.Il sipario di sicurezza in posizione abbassata deve farebattuta sul piano del palcoscenico in corrispondenzadel muro tagliafuoco sottostante.

5.2.4.2 Comando del sipario di sicurezzaI comandi del sipario di sicurezza devono essere ubi-cati in posizione tale da consentire la facile e sicuramanovra, assicurando la completa visibilità del sipariostesso durante la discesa.Devono essere previsti due quadri di manovra, l’unosituato sul palcoscenico e l’altro fuori della scena.

5.2.4.3 Protezione del sipario di sicurezzaIl sipario di sicurezza deve essere protetto dal lato dellascena mediante un impianto di raffreddamento a pioggiaa comando manuale. Detto comando deve essere ubi-cato negli stessi punti dei quadri di manovra del sipario.La portata dell’acqua di raffreddamento deve essere noninferiore a 2 l/min per mq di del sipario ed essere distri-buita in modo omogeneo su tutta l’area del sipario.

5.2.5 Sistema di evacuazione fumi e caloreLa scena deve essere dotata di un efficace sistema dievacuazione fumi e calore, realizzato a regola d’arte.I dispositivi di comando manuale del sistema devonoessere ubicati in posizione segnalata e protetta incaso di incendio.

5.2.6 Locali di servizio alla scena5.2.6.1 Camerini e cameroniI camerini e i cameroni devono essere ubicati ester-namente ai muri perimetrali della scena.Le comunicazioni dei camerini e cameroni con la sce-na e con l’esterno devono avvenire attraverso i corri-doi di disimpegno e le scale previste al punto 5.2.3.

Nessuna installazione, neppure provvisoria, di came-rini e cameroni è consentita nella scena propriamen-te detta, ivi compreso il sottopalco, salvo che que-st’ultimo sia dotato di proprie uscite dirette verso luo-go sicuro e costituisca un compartimento antincendiodi classe REI 120.

5.2.6.2 Depositi e laboratoriI depositi e i laboratori a servizio del teatro devono esse-re ubicati esternamente ai muri perimetrali della scena.Ciascuno dei locali suddetti deve disporre di accessodiretto dall’esterno e costituire compartimento antin-cendio di classe almeno REI 60.Non sono consentite comunicazioni dirette con la sce-na, salvo che per i magazzini di servizio destinati acontenere gli scenari e le attrezzature dello spettacoloin corso, di cui al punto 5.1.I suddetti locali devono disporre di aerazione diretta ver-so l’esterno mediante aperture di superficie non inferio-re a 1/40 di quella di pianta. La superficie massima lor-da di ciascun locale non potrà essere superiore a:• 1000 mq, se ubicati ai piani fuori terra;• 500 mq, se ubicati ai piani interrati.Se il carico di incendio nei locali suddetti supera il valo-re di 30 kg/mq di legna standard, gli stessi devonoessere protetti con impianto di spegnimento automati-co a pioggia (impianto sprinkler).I depositi di materiali infiammabili devono essere ubicatifuori del volume del fabbricato. Ogni deposito deve esse-re dotato di almeno un estintore di capacità estinguentenon inferiore a 21A, 89B, C, ogni 150 mq di superficie.

5.2.7 Mezzi e impianti di estinzione degli incendiLe scene con palcoscenico di superficie superiore a 150mq, oltre alle attrezzature mobili e disse di estinzione pre-viste al titolo XV, devono essere protette con impianto dispegnimento automatico a pioggia (impianto sprinkler).

5.3. Scena integrata nella sala

L’affollamento, sulla base del quale vanno dimensio-nate le vie di uscita, deve tenere conto, oltre che delpubblico, anche degli artisti e del personale di servi-zio alla scena, qualora l’area riservata alla scena nondisponga di vie di uscita a uso esclusivo.La lunghezza massima delle vie di uscita deve essereridotta del 20% rispetto a quanto previsto al punto 4.3.4Il numero di uscite dalla sala e quelle che immettonosull’esterno non possono essere in ogni caso inferiori atre, di larghezza non inferiore a 1,2 m ciascuna.Lo spazio riservato al pubblico deve distare almeno 2 mdalla scena. Gli scenari devono essere di tipo fisso e diclasse di reazione al fuoco non superiore a 1. La sala deveessere dotata di un efficace sistema di evacuazione fumi.

TITOLO VI – DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER LECABINE DI PROIEZIONE

Le cabine di proiezione devono essere dimensionate inragione del numero e dell’ingombro degli apparecchiinstallati e in modo da consentire il lavoro agli addetti e gliinterventi di manutenzione. Esse devono essere opportu-namente aerate verso l’esterno. Le cabine di proiezionedevono essere realizzate con strutture di caratteristiche diresistenza al fuoco almeno REI 60. Le feritoie di proiezio-ne, di spia e dei riflettori del palcoscenico, ove installati,devono essere munite di cristalli di idoneo spessore edevono avere dimensioni limitate alle necessità funzionali.L’accesso dall’interno del locale deve avvenire tramitedisimpegno munito di porte con caratteristiche di resi-stenza al fuoco REI 30. Presso ogni cabina deve esseretenuto almeno un estintore portatile di capacità estin-guente minima 21A, 89B, C.Le cabine, ove sono installati impianti automatici di proie-zione, non necessitano di essere permanentemente pre-sidiate dall’operatore, che in ogni caso, deve essere repe-ribile all’interno del locale durante la proiezione. È con-sentito installare un apparecchio di proiezione di formatoridotto in un punto qualsiasi del locale, purché distante daiposti riservati agli spettatori e in posizione tale da nonostacolare in alcun modo il deflusso del pubblico.

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30° MAX.

D6

D5

D4

D3

D2

D1

E5

E4

E3

E2

E1

C

T

R2

R5

T

TL

E1

HE

APS: T: D1: Dn: DB: L: E1: En: EB: HE: HAPS: R:Rn: P: C: N: n:

R = T [EB + (N - 1) C] + C DB

DB = T [EB + (N - 1) C] R - C

EB =DB (R - C) - C (N - 1) T

BALCONATA

En = Dn [ E1 + C ( 1 + 1 + 1 + .... 1 )] D1 D1 D2 D3 Dn - 1Rn = En - En-1

APS

APS ( 5 CM. CIRCA SOPRA IL PALCOSCENICO)

HAPS

DB

EB

T

HE

RT

C

R = T [E1 + (N - 1) C] + C D1

D1 = T [E1 + (N - 1) C] R - C

E1 = D1 (R - C) - C (N - 1) T

R = T [HE - HAPS + (N - 1) C] + C L

L = T [HE - HAPS + (N - 1) C] R - C

HAPS = HE - L (R - C) + (N - 1) C T

R = 0 PAVIMENTO ORIZZONTALE

L = T [HAPS - HE - (N - 1) C] C

HAPS = HE + LC + (N - 1) C T

L = 100 T [HE - HAPS + (N - 1) C] PT - 100 C

HAPS = HE - PL + LC + (N - 1) C 100 T

P = 100 [HE - HAPS + (N - 1) C]+ 100 C L T

PIANO FOCALE ORIZZONTALE PIANO FOCALE VERTICALE PIANO FOCALE VERTICALE PIANO FOCALE VERTICALE

RT

P = PERCENTUALE DI INCLINAZIONE (MAX. 5%)100

ALTEZZA MASSIMA DEL PALCOSCENICO PER SPETTACOLI DAL VIVO: 105 CM (E1 = 0)

PIANO FOCALE VERTICALE - PAVIMENTO INCLINATO

INCLINAZIONE COSTANTE

PIANO ORIZZONTALE

INCLINAZIONE VARIABILE

PAVIMENTO AD INCLINAZIONE VARIABILE

PUNTO DI CONVERGENZA DELLA VISIONEDISTANZA TRA UNA FILA E LA SUCCESSIVA: 75 CM MIN. SE IN PIANO, 82 CM MIN. SE SU GRADINIDISTANZA ORIZZONTALE TRA APS E L'OCCHIO DELLA PRIMA FILA DISTANZA ORIZZONTALE TRA APS E L'OCCHIO DELLA FILA NDISTANZA ORIZZONTALE TRA APS E L'OCCHIO DELLA FILA DELLA BALCONATADISTANZA ORIZZONTALE TRA L'OCCHIO DELLA PRIMA FILA E IL PIANO FOCALE VERTICALEALTEZZA DELL'OCCHIO DELLA PRIMA FILA SOPRA APSALTEZZA DELL'OCCHIO DELLA FILA N SOPRA APSALTEZZA DELL'OCCHIO DELLA PRIMA FILA DELLA BALCONATA SOPRA APSALTEZZA DELL'OCCHIO DELLA PERSONA SEDUTA (115 CM CIRCA)ALTEZZA DI APS SOPRA IL LIVELLO DEL PAVIMENTO DELLA PRIMA FILA ALTEZZA DELLA GRADONATA TRA UNA FILA E LA SUCCESSIVA (ALZATA)ALTEZZA DELLA GRADONATA AVANTI ALLA FILA NPERCENTUALE DI INCLINAZIONE DEL PAVIMENTO (MAX. 5%)INTERVALLO DI VISIONE LIBERO (12 CM CIRCA)NUMERO DI FILE (MAX. 10 FILE)NUMERAZIONE DELLA FILA

D7

E7

HE

E6

C

B 92

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.1. AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

FIG. B.3.1./3 SALE PER LO SPETTACOLO – GENERALITÀ – DATI DI VISIBILITÀ

➦ REGOLA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DEI LOCALI DIINTRATTENIMENTO E DI PUBBLICO SPETTACOLO

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PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 93

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.1.

B.3.1.

AGIBILITÀ E SICUREZZA

DEI LOCALI PER

LO SPETTACOLO

AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

TITOLO VII – CIRCHI, PARCHI DI DIVERTIMENTO ESPETTACOLI VIAGGIANTI

7.1. Ubicazione

Il luogo di installazione degli impianti in questione, dicui all’art.4 della legge 18 marzo 1968, n.337, deveessere scelto in modo da consentire l’avvicinamento ela manovra degli automezzi di soccorso e la possibilitàdi sfollamento delle persone verso aree adiacenti.Le strade per l’allontanamento del pubblico devonoavere una larghezza globale pari almeno alla metà del-la larghezza complessiva delle uscite dell’impianto el’allontanamento deve essere possibile in due sensi.In ogni caso tra i tendoni e gli edifici circostanti deveessere interposta una distanza di rispetto non inferiorea 20 m. L’area destinata all’installazione di circhi, par-chi di divertimento e spettacoli viaggianti deve esserefornita di energia elettrica, telefono e di almeno unidrante per il rifornimento degli automezzi antincendio.

7.2. Distribuzione dei tendoni e delle attrazioni

I tendoni e le attrazioni devono essere dislocati in mododa ridurre al minimo la possibilità di propagazione di unincendio. In ogni caso la distanza tra i tendoni e le attra-zioni limitrofe non deve essere inferiore a 6 m.Le funi per controventare, i picchetti e i paletti per i ten-doni non devono ostruire i passaggi per le persone ver-so luoghi sicuri. Nel caso in cui essi fiancheggino talipassaggi, devono essere protetti e segnalati.

7.3. Scuderie

Le scuderie e altri ambienti destinati al ricovero deglianimali debbono essere separati dalla sala.

7.4. Depositi e laboratori

Depositi ed eventuali laboratori devono essere ubicatiall’esterno della sala e posti a distanza di almeno 6 m.

7.5. Misure di prevenzione incendi

I liquidi infiammabili devono essere tenuti in contenito-ri di sicurezza, chiusi e conservati in luoghi idonei.Gli spazi sottostanti e adiacenti le attrazioni, i veicoli ele carovane non devono essere utilizzati per depositaremateriale combustibile o infiammabile; negli stessi spa-zi deve essere rimossa la vegetazione e devono esse-re adottati gli accorgimenti atti a evitarne la crescita,quando essa possa rappresentare pericolo d’incendio.I contenitori di GPL, sia pieni che vuoti, devono esse-re custoditi in conformità alle specifiche norme di pre-venzione incendi.È vietato l’impiego di gas infiammabile per il gonfiaggiodi palloni in vendita o in esposizione. È proibito l’uso difiamme e di materiali infiammabili per gli effetti specia-li durante gli spettacoli a meno che non vengano adot-tate specifiche precauzioni per prevenire gli incendi.

7.6. Impianti antincendio

Le aree destinate all’installazione di circhi e spettacoliviaggianti devono essere dotate di almeno un idranteDN 70. Le aree destinate a parchi di divertimento per-manenti devono essere fornite di una rete di idranti DN70 distribuiti a distanza reciproca non superiore a 60 m.

7.7. Documentazione e verifiche tecniche

I progetti delle strutture dei tendoni dei circhi e delleattività spettacolari, dei trattenimenti e delle attrazionidello spettacolo viaggiante, devono essere approvati,precedentemente al loro primo impiego, ai sensi dellalegge 18 marzo 1968, n.337, e prevedere eventualilimitazioni d’impiego incluse quelle relative alle condi-zioni atmosferiche (neve, vento).Tali progetti, corredatidi planimetrie indicanti la distribuzione dei posti per ilpubblico e le vie di uscita, e di documentazione relati-va alla conformità degli impianti e dei materiali, devono

essere tenuti a disposizione degli organi di controllolocali, unitamente a una dichiarazione di corretta instal-lazione e montaggio delle strutture e degli impianti,redatta di volta in volta dell’esercente, autorizzato all’e-sercizio dell’attività ai sensi della legge 18 marzo 1968,n.337. Con periodicità annuale ogni struttura deveessere oggetto di una verifica da parte di tecnico abili-tato sulla idoneità delle strutture portanti, apparatiidraulici, meccanici ed elettrici. Gli esiti di detta verificadovranno essere oggetto di apposita certificazione datenere a disposizione degli organi di controllo locali.Non sono ammesse coperture di tipo pressostatico.

TITOLO VIII – TEATRI TENDA E STRUTTURE SIMILARI

8.1. Ubicazione

L’area di installazione di teatri tenda e strutture similarideve essere rispondente a quanto previsto al punto 7.1.

8.2. Area della scena – Camerini

L’area scenica, essendo in tali strutture del tipo inte-grato nella sala, dovrà osservare le disposizioni di cuial punto 5.3. I camerini devono essere dislocati in un’a-rea diversa da quella della scena e le comunicazionidegli stessi con la scena e con l’esterno, devono avve-nire esclusivamente a mezzo di passaggi autonomi edirettamente comunicanti con l’esterno.La larghezza di detti passaggi deve essere non inferio-re a 1,2 m, onde essere valutati come uscite a serviziodel palcoscenico.Nell’impossibilità di realizzare un efficace sistema dievacuazione fumi, si deve proteggere il palcoscenico, ei camerini, se ubicati all’interno del tendone, con unimpianto di spegnimento ad acqua frazionata a coman-do manuale.

8.3. Depositi e laboratori

Eventuali magazzini e laboratori per il deposito e lalavorazione di materiale scenico devono essere siste-mati all’esterno del teatro tenda.

8.4. Impianti antincendio

L’area di installazione di un teatro tenda deve esseredotata di almeno un idrante DN 70. Qualora la struttu-ra sia installata in modo permanente l’impianto idricoantincendio deve essere conforme a quanto prescrittoal titolo XV.

8.5. Documentazione e verifiche tecniche

I progetti relativi a teatri tenda e strutture similari, approvatidall’autorità competente, correlati di planimetrie e indican-ti la distribuzione di posti per il pubblico e le vie d’uscita, edi documentazione relativa alla conformità degli impianti edei materiali, devono essere tenuti a disposizione degliorgani di controllo locali, unitamente a una dichiarazionedi corretta installazione e montaggio delle strutture e degliimpianti, redatta di volta in volta dall’esercente, autorizza-to all’esercizio dell’attività ai sensi delle vigenti disposizio-ni di legge. Con periodicità annuale ogni struttura deveessere oggetto di una verifica da parte di tecnico abilitatosulla idoneità delle strutture portanti, apparati meccanici,idraulici ed elettrici. Gli esiti di detta verifica dovrannoessere oggetto di apposita certificazione da tenere a dis-posizione degli organi di controllo locali.Non sono ammesse coperture di tipo pressostatico.

TITOLO IX – LUOGHI E SPAZI ALL’APERTO

L’installazione all’aperto, anche provvisoria, di strutturedestinate ad accogliere il pubblico o gli artisti deve essererispondente alle disposizioni di cui al presente decreto.L’eventuale installazione di tribune deve essere conformealle vigenti disposizioni sugli impianti sportivi.

Per i luoghi e spazi all’aperto, utilizzati occasional-mente ed esclusi dal campo di applicazione del pre-sente decreto in quanto prive di specifiche attrezzatu-re per lo stazionamento del pubblico, è fatto obbligo diprodurre, alle autorità competenti al rilascio della licen-za di esercizio, la idoneità statica delle strutture alle-stite e la dichiarazione d’esecuzione a regola d’artedegli impianti elettrici installati, a firma di tecnici abili-tati, nonché l’approntamento e l’idoneità dei mezziantincendio.

TITOLO X – LOCALI MULTIUSO

Le disposizioni del presente decreto si applicano ancheai locali multiuso, fatto salvo quanto previsto da speci-fiche norme di prevenzione incendi. Nel caso di utilizzodi impianti sportivi per lo svolgimento occasionale diintrattenimenti e spettacoli, si applicano le norme pre-viste per i suddetti impianti quando vengano utilizzatiper manifestazioni occasionali a carattere non sportivo.

TITOLO XI – LOCALI DI TRATTENIMENTO CON CAPIENZA NON SUPERIORE A100 PERSONE

Per i locali di cui all’art.1, c. 1, lett. e), con capienza nonsuperiore a 100 persone, utilizzati anche occasional-mente per spettacoli, trattenimenti e riunioni, devonocomunque essere rispettate le disposizioni del presen-te allegato relative all’esodo del pubblico, alla staticadelle strutture e all’esecuzione a regola d’arte degliimpianti installati, la cui idoneità, da esibire a ogni con-trollo, dovrà essere accertata e dichiarata da tecniciabilitati.

TITOLO XII – AREE E IMPIANTI A RISCHIO SPECIFICO

12.1. Classificazione

Le aree e gli impianti a rischio specifico sono così clas-sificati:• depositi;• impianti tecnologici;• autorimesse.

12.2. Depositi

Si intendono depositi o magazzini gli ambienti destina-ti alla conservazione di materiali occorrenti all’eserciziodei locali e ai servizi amministrativi. I depositi, ove pre-visti, annessi ai locali di cui alle presenti norme, conesclusione di quelli già trattati ai punti 5.1, 5.2.6.2, 7.4e 8.3, devono essere realizzati con strutture portanti eseparanti di resistenza al fuoco almeno REI 60.Essi devono essere aerati direttamente dall’esternomediante aperture di superficie non inferiore a 1/40 diquella in pianta; devono avere accesso dall’esterno epossono comunicare con gli altri ambiente dei locali amezzo di porte resistenti al fuoco almeno REI 60, muni-te di dispositivo di autochiusura.

12.3. Impianti tecnologici

12.3.1 Impianti di produzione caloreGli impianti di produzione di calore funzionanti a com-bustibile solido, liquido e gassoso dovranno essererealizzati nel rispetto delle specifiche normative di pre-venzione incendi.

12.3.2 Impianti di condizionamento e ventilazioneGli impianti di condizionamento e di ventilazione devonoessere progettati e realizzati nell’osservanza dei seguen-ti criteri:a) Impianti centralizzati

Le unità di trattamento dell’aria e i gruppi frigoriferi nonpossono essere installati nei locali ove sono ubicatiimpianti di produzione calore.

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B 94

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.1. AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

I gruppi frigoriferi devono essere installati in appostilocali, realizzati con strutture di separazione di carat-teristiche di resistenza al fuoco almeno REI 60,aventi accesso direttamente dall’esterno o tramitedisimpegno aerato di analoghe caratteristiche, muni-to di porte REI 60 dotate di dispositivo di autochiu-sura:L’aerazione nei locali dove sono installati i gruppi fri-goriferi non deve essere inferiore a quella indicatadal costruttore dei gruppi stessi, con una superficieminima non inferiore a 1/20 della superficie in pian-ta locale.Nei gruppi frigoriferi devono essere utilizzati comefluidi frigorigeni prodotti non infiammabili e non tos-sici. I gruppi refrigeratori che utilizzano soluzioniacquose di ammoniaca possono essere installatisoltanto all’esterno dei fabbricati o in locali aventicaratteristiche analoghe a quelli delle centrali termi-che alimentate a gas.Le celle frigorifere destinate a contenere gruppi ter-morefrigeratori ad assorbimento a fiamma direttadevono rispettare le disposizioni di prevenzioneincendi in vigore per gli impianti di produzione calo-re, riferiti al tipo di combustibile impiegato.Non è consentito utilizzare aria di ricircolo prove-niente da cucine, autorimesse e comunque spazi arischio specifico.

b) Condotte Le condotte devono essere realizzate in materiale diclasse 0 di reazione al fuoco; le tubazioni flessibili diraccordo devono essere di classe di reazione al fuo-co non superiore a 2.Le condotte non devono attraversare:• luoghi sicuri che non siano a cielo libero;• vani scala e vani ascensore; • locali che presentino pericolo di incendio, di

esplosione e di scoppio.L’attraversamento dei suddetti locali può tuttaviaessere ammesso se le condotte sono racchiuse instrutture resistenti al fuoco di classe almeno pari aquella del vano attraversato.Qualora le condotte attraversino strutture che deli-mitano i compartimenti, nelle condotte deve essereinstallata, in corrispondenza degli attraversamenti,almeno una serranda avente resistenza al fuoco paria quella della struttura che attraversano, azionataautomaticamente e direttamente da rivelatori difumo.Negli attraversamenti di pareti e solai, lo spazioattorno alle condotte deve essere sigillato con mate-riale di classe 0, senza tuttavia ostacolare le dilata-zioni delle stesse.

c) Dispositivi di controlloOgni impianto deve essere dotato di un dispositivo dicomando manuale, situato in un punto facilmenteaccessibile, per l’arresto dei ventilatori in caso diincendio.Inoltre, gli impianti a ricircolo d’aria, a servizio di piùcompartimenti, devono essere muniti, all’interno del-le condotte, di rivelatori di fumo che comandinoautomaticamente l’arresto dei ventilatori e la chiusu-ra delle serrande tagliafuoco. L’intervento dei rivela-tori deve essere segnalato nella centrale di control-lo degli impianti di rivelazione e segnalazione auto-matica degli incendi.L’intervento dei dispositivi, sia manuali che automa-tici, non deve consentire la rimessa in marcia deiventilatori senza l’intervento manuale dell’operatore.

d) Impianti localizzatiE’ consentito il condizionamento dell’aria a mezzo diarmadi condizionatori, purché il fluido refrigerantenon sia infiammabile né tossico. E’ comunque esclu-so l’impiego di apparecchiature a fiamma libera.

12.4. Autorimesse

I locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a), b), c), d), e), f), pos-sono essere attigui, sottostanti e sovrastanti alle auto-rimesse, nel rispetto delle specifiche normative di pre-venzione incendi.

TITOLO XIII – IMPIANTI ELETTRICI

13.1. Generalità

Gli impianti elettrici devono essere realizzati in conformitàalla legge 1° marzo 1968, n.186. In particolare ai fini dellaprevenzione degli incendi gli impianti elettrici:• non devono costituire causa primaria di incendio o di

esplosione;• non devono fornire alimento o via privilegiata di propa-

gazione degli incendi. Il comportamento al fuoco dellamembratura deve essere compatibile con la specificadestinazione d’uso dei singoli locali;

• devono essere suddivisi in modo che un eventuale gua-sto non provochi la messa fuori servizio dell’intero siste-ma (utenza);

• devono disporre di apparecchi di manovra ubicati inposizioni “protette” e devono riportare chiare indicazionidei circuiti cui si riferiscono.

I seguenti sistemi di utenza devono disporre di impianti disicurezza: a) illuminazione;b) allarme;c) rivelazione;d) impianti di estinzione degli incendi;e) ascensori antincendio.La rispondenza alle norme di sicurezza vigenti deve esse-re attestata con la procedura di cui alla legge 5 marzo1990, n.46, e successivi regolamenti di applicazione.

13.2. Impianti elettrici di sicurezza

L’alimentazione di sicurezza deve essere automatica ainterruzione breve (< 0,5 s) per gli impianti di rivelazione,allarme e illuminazione; a interruzione media (< 15 s) perascensori antincendio e impianti idrici antincendio. Il dispo-sitivo di carica degli accumulatori deve essere di tipo auto-matico e tale da consentire la ricarica completa entro le 12ore. L’autonomia dell’alimentazione di sicurezza deve con-sentire lo svolgimento in sicurezza del soccorso e dello spe-gnimento per il tempo necessario; in ogni caso l’autonomiaminima viene stabilita per ogni impianto come segue:• rivelazione e allarme: 30 min;• illuminazione di sicurezza: 1 ora;• ascensori antincendio: 1 ora;• impianti idrici antincendio: 1 ora.L’installazione dei gruppi elettrogeni deve essere con-forme alle regole tecniche vigenti.L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicura-re un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux a unmetro di altezza dal piano di calpestio lungo le vie diuscita e non inferiore a 2 lux negli altri ambienti acces-sibili al pubblico. Sono ammesse singole lampade conalimentazione autonoma purché assicurino il funziona-mento per almeno 1 ora.

13.3. Quadri elettrici generali

Il quadro elettrico generale deve essere ubicato in posi-zione facilmente accessibile, segnalata e protetta dal-l’incendio.

TITOLO XIV – SISTEMA DI ALLARME

I locali devono essere muniti di un sistema di allarme acu-stico realizzato mediante altoparlanti con caratteristicheidonee ad avvertire le persone presenti delle condizioni dipericolo in caso di incendio. Il comando di attivazione delsistema di allarme deve essere ubicato in un luogo conti-nuamente presidiato.

TITOLO XV – MEZZI E IMPIANTI DI ESTINZIONEDEGLI INCENDI

15.1. Generalità

Le attrezzature e gli impianti di estinzione degli incendidevono essere realizzati a regola d’arte e in conformitàa quanto di seguito indicato.

15.2. Estintori

Tutti locali devono essere dotati di un adeguato numerodi estintori portatili.Gli estintori devono essere distribuiti in modo uniformenell’area da proteggere, e comunque necessario chealmeno alcuni si trovino:• in prossimità degli accessi;• in vicinanza di aree di maggior pericolo.Gli estintori devono essere ubicati in posizione facilmen-te accessibile e visibile; apposti cartelli segnalatori devo-no facilitarne l’individuazione, anche a distanza. Gli estintori portatili devono essere installati in ragione diuno ogni 200 mq di pavimento, o frazione, con un mini-mo di due estintori per piano, fatto salvo quanto previstospecificamente in altri punti del presente allegato. Gliestintori portatili dovranno avere capacità estinguentenon inferiore a 13A, 89B, C; a protezione di aree eimpianti a rischio specifico devono essere previsti estin-tori di tipo idoneo.

15.3. Impianti idrici antincendio

15.3.1 NaspiDevono essere installati almeno naspi DN 20 neiseguenti casi:• locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a) e c), con capienza non

superiore a 150 persone;• locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. b), d), e), f),con capien-

za superiore a 300 persone e non superiore a 600persone.

Questo naspo deve essere corredata da una tubazio-ne semirigida lunga 20 m, realizzata a regola d’arte.Il numero e la posizione dei naspi devono essere pre-scelti in modo da consentire il raggiungimento, con ilgetto, di ogni punto dell’area protetta. I naspi possonoessere collegati alla normale rete idrica, purché que-sta sia in grado di alimentare in ogni momento con-temporaneamente, oltre all’utenza normale, i duenaspi in condizione idraulicamente più sfavorevole,assicurando a ciascuno di essi una portata non infe-riore a 35 l/min e una pressione non inferiore a 1,5bar, quando sono entrambi in fase di scarica.L’alimentazione deve assicurare un’autonomia noninferiore a 60 min. Qualora la rete idrica non sia in grado di assicurarequanto sopra prescritto, deve essere predisposta un’a-limentazione di riserva, capace di fornire le medesimeprestazioni.

15.3.2 Idranti DN 45Devono essere installati impianti idrici antincendio conidranti nei seguenti casi:• locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. a) e c), con capienza

superiore a 150 persone;• locali, di cui all’art.1, c. 1, lett. b), d), e), f), con capien-

za superiore a 600 persone.Gli impianti devono essere costituiti da una rete ditubazioni preferibilmente ad anello, con montanti dis-posti nelle gabbie delle scale o comunque in posizio-ne protetta; dai montanti devono essere derivati gliidranti DN 45.Devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni:a) al bocchello della lancia dell’idrante posizionato nel-

le condizioni più sfavorevoli di altimetria e distanzadeve essere assicurata una portata non inferiore a120 l/min e una pressione residua di almeno 2 bar;

b) il numero e la posizione degli idranti devono essereprescelti in modo da consentire il raggiungimento,con il getto, di ogni punto dell’area protetta, con unminimo di due idranti;

c) l’impianto idraulico deve essere dimensionato inrelazione al contemporaneo funzionamento delseguente numero di idranti:• n.2 idranti per locali di superficie complessiva fino

a 5000 mq;• idranti per locali di superficie complessiva fino a

10.000 mq;• n.6 idranti per locali di superficie complessiva

superiore a 10.000 mq;

➦ REGOLA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DEI LOCALI DIINTRATTENIMENTO E DI PUBBLICO SPETTACOLO

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BO

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H

GOLFO MISTICO0,95-1,30 MQ/ MUSICISTA

LIVELLO DEL SOFFITTO PIÙ BASSO PER TEMPI DI RIVERBERO PIÙ BREVI: PER DRAMMA E CONFERENZE(IL VOLUME DELLA SALA CORRISPONDE A 225 - 420 CMC PER OGNI POSTO)

LIVELLO DEL SOFFITTO PIÙ ALTO PER TEMPI DI RIVERBERO PIÙ LUNGHI: PER CONCERTI(IL VOLUME DELLA SALA CORRISPONDE A 600 - 1000 CMC PER OGNI POSTO)

2,5

- 3

VO

LTE

L'A

LTE

ZZ

A D

EL

BO

CC

AS

CE

NA

GRATICCIATA DI MANOVRA

BO

CC

AS

CE

NA

C

ON

CE

RT

I: 73

0 -

1200

CM

BO

CC

AS

CE

NA

DR

AM

MA

: 350

- 5

50 C

M

240

CM

MA

X.

ALTOPARLANTI

200

CM

L'ULTIMA FILA SOTTO LABALCONATA DEVE AVERECOMPLETA VISIONE DEGLIALTOPARLANTI POSTI AL DISOPRA DEL BOCCASCENAE DEL FONDALE

ELEMENTI DI DIMENSIONAMENTO DI SALE PER SPETTACOLI DAL VIVO (TEATRO, CONCERTI ) - SEZIONE SCHEMATICA

PO

SIZ

ION

E S

IPA

RIO

ME

TA

LLIC

O T

AG

LIA

FU

OC

O(T

EA

TR

I CO

N C

AP

AC

ITA

' > D

I 100

0 S

PE

TT

AT

OR

I)

BALCONATA:RAPPORTO D : H

CONCERTI 1:1OPERA, DRAMMA 2:1PROIEZIONI 3:1

120 CM.MIN.

120 CM.

MIN.

120 CM.MIN.

OGNI SETTORE DEVEESSERE COSTITUITO DAUN NUMERO DI FILE NONSUPERIORE A 10 E UNNUMERO DI POSTI NONSUPERIORE A 16

MIN

.

TORRE DI MANOVRA DELLE SCENE(PER ULTERIORI SPECIFICAZIONI RELATIVE ALLE SCENE DEI TEATRI, V. FIG. B.8.3.2./2)

SOTTOPALCO

FO

ND

ALE

BALLATOI DI MANOVRA

USCITE DI SICUREZZA

PARETE DI SEPARAZIONE TRA SCENA E SALA: REI 90

PALCO GIREVOLE

ASSETTO IN CASO DI CONCERTO - ELEVATORE IDRAULICO PER L'ORCHESTRA

SOTTOPALCO

L'EVENTUALE PENDENZA DEI PASSAGGINON DEVE ESSERE SUPERIORE AL 5%

POSIZIONE DEL DIRETTORENEL CASO DI CONCERTO

FOSSA DELL'ELEVATORE IDRAULICO

APPARATO TELESCOPICO DELL'ELEVATORE

BASE MOBILE DEL GOLFO MISTICO

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 95

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.1.

B.3.1.

AGIBILITÀ E SICUREZZA

DEI LOCALI PER

LO SPETTACOLO

AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

FIG. B.3.1./4 SALA PER SPETTACOLO DAL VIVO (TEATRI, AUDITORIUM)

Page 10: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

B 96

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.1. AGIBILITÀ E SICUREZZA DEI LOCALI PER LO SPETTACOLO

d) gli idranti devono essere ubicati in posizioni utiliall’accessibilità e all’operatività in caso di incendio;

e) l’impianto deve essere costantemente tenuto inpressione;

f) le tubazioni di alimentazione e quelle costituenti larete devono essere protette dal gelo, dagli urti e dalfuoco.

15.3.3 Attacchi per il collegamento con le autopompeVVFF

Devono prevedersi attacchi di mandata DN 70 per ilcollegamento con le autopompe VVFF nel seguentenumero: 1 al piede di ogni colonna montante, nel casodi edifici con oltre tre piani fuori terra;n. 1 negli altri casi. Detti attacchi devono essere predi-sposti in punti ben visibili facilmente accessibili ai mez-zi di soccorso.

15.3.4 Impianto idrico esternoIn prossimità dei locali, di cui all’art.1, primo comma,lettera a), di capienza superiore a 1000 spettatori, e ditutti gli altri locali elencati all’art.1, c. 1, di capienzasuperiore a 2000 spettatori, deve essere installato all’e-sterno, in posizione facilmente accessibile e opportu-namente segnalata, almeno un idrante DN 70, da uti-lizzare per il rifornimento dei mezzi dei Vigili del Fuoco.Tale idrante deve assicurare una portata non inferiorea 460 l/min per almeno 60 min, con una pressioneresidua non inferiore a 3 bar.

15.3.5 Alimentazione normaleQualora l’acquedotto pubblico non garantisca con con-tinuità, nelle 24 ore, le prestazioni richieste, deve esse-re realizzata una riserva idrica alimentata dall’acque-dotto e/o altre fonti, di capacità tale da assicurareun’autonomia di funzionamento dell’impianto, nell’ipo-tesi di cui ai precedenti punti 15.3.2, 15.3.4, per untempo di almeno 60 min.Il gruppo di pompaggio di alimentazione della reteantincendio deve essere, in tal caso, costituito da elet-tropompa provvista di alimentazione elettrica di riserva,alimentata con gruppo elettrogeno ad azionamentoautomatico; in alternativa a quest’ultimo può essereinstallata una motopompa di riserva ad avviamentoautomatico.

15.3.6 Alimentazione ad alta affidabilitàPer i teatri di capienza superiore a 2000 spettatori, l’a-limentazione della rete antincendio deve essere deltipo ad alta affidabilità. Affinché un’alimentazione siaconsiderata ad alta affidabilità può essere realizzata inuno dei seguenti modi: una riserva virtualmente ine-sauribile;due serbatoi o vasche di accumulo, la cuicapacità singola sia pari a quella minima richiesta dal-l’impianto, dotati di rincalzo;due tronchi di acquedotto che non interferiscano fraloro nell’erogazione, non siano alimentati dalla stessasorgente, salvo che virtualmente inesauribile.Tale alimentazione deve essere collegata alla reteantincendio tramite due gruppi di pompaggio, compo-sti da una o più pompe, ciascuno dei quali in grado diassicurare le prestazioni richieste secondo una delleseguenti modalità: una elettropompa e una motopom-pa, una di riserva all’altra;due elettropompe, ciascunacon portata pari alla metà del fabbisogno e una moto-pompa di riserva avente portata pari al fabbisognototale; due motopompe, una di riserva all’altra;dueelettropompe, una di riserva all’altra, con alimentazio-ni elettriche indipendenti.Ciascuna pompa deve avviarsi automaticamente.

15.4. Impianto di spegnimento automatico a piog-gia (impianto Sprinkler)

Oltre che nei casi previsti ai precedenti punti, deveessere installato un impianto di spegnimento automati-co a pioggia (impianto sprinkler) a protezione degliambienti con carico d’incendio superiore a 50 kg/m ≤ dilegna standard. Gli impianti idrici e i relativi erogatoridevono essere realizzati a regola d’arte secondo lenorme UNI 9489, 9490 e 9491.

TITOLO XVI – IMPIANTO DI RIVELAZIONE ESEGNALAZIONE AUTOMATICADEGLI INCENDI

Oltre che nei casi previsti ai punti precedenti, deveessere installato un impianto di rivelazione e segnala-zione automatica degli incendi a protezione degliambienti con carico d’incendio superiore a 30 kg/mq dilegna standard.Gli impianti devono essere realizzati a regola d’artesecondo le norme UNI 9795.

TITOLO XVII – SEGNALETICA DI SICUREZZA

Si applicano le vigenti disposizioni sulla segnaletica disicurezza, espressamente finalizzate alla sicurezzaantincendio, di cui al DPR 8 giugno 1982, n.524, non-ché le prescrizioni di cui alla direttiva 92/58/CEE del24 giugno 1992.In particolare sulle porte delle uscite di sicurezza deveessere installata una segnaletica di tipo luminoso,mantenuta sempre accesa durante l’esecuzione del-l’attività, e inoltre alimentata in emergenza.In particolare la cartellonistica deve indicare:

• le porte delle uscite di sicurezza;• i percorsi per il raggiungimento delle uscite di sicu-

rezza;• l’ubicazione dei mezzi fissi e portatili di estinzione

incendi.

Alle attività a rischio specifico annesse ai locali, inoltre,si applicano le disposizioni sulla cartellonistica di sicu-rezza contenute nelle relative normativa.

TITOLO XVIII – GESTIONE DELLA SICUREZZA

18.1. Generalità

Il responsabile dell’attività, o persona da lui delegata,deve provvedere affinché nel corso dell’esercizio nonvengano alterate le condizioni di sicurezza, e in parti-colare:

a) i sistemi di vie di uscita devono essere tenuticostantemente sgombri da qualsiasi materiale chepossa ostacolare l’esodo delle persone e costituirepericolo per la propagazione di un incendio;

b) prima dell’inizio di qualsiasi manifestazione deveessere controllata la funzionalità del sistema di viedi uscita, il corretto funzionamento dei serramentidelle porte, nonché degli impianti e delle attrezzatu-re di sicurezza;

c) devono essere mantenuti efficienti i presidi antin-cendio, eseguendo prove periodiche con cadenzanon superiore a 6 mesi;

d) devono mantenersi costantemente efficienti gliimpianti elettrici, in conformità a quanto previstodalle normative vigenti;

e) devono mantenersi costantemente in efficienza idispositivi di sicurezza degli impianti di ventilazione,condizionamento e riscaldamento;

f) devono essere presi opportuni provvedimenti disicurezza in occasione di situazioni particolari, qua-li manutenzioni e risistemazioni;

g) deve essere fatto osservare il divieto di fumare negliambienti ove tale divieto è previsto per motivi disicurezza;

h) nei depositi e nei laboratori, i materiali presentidevono essere disposti in modo da consentirne unaagevole ispezionabilità.

18.2. Chiamata dei servizi di soccorso

I servizi di soccorso devono poter essere avvertiti incaso di necessità tramite rete telefonica. La procedura di chiamata deve essere chiaramenteindicata a fianco di ciascun apparecchio telefonico, dalquale questa sia possibile.

18.3. Informazione e formazione del personale

Occorre che tutto il personale dipendente sia informa-to adeguatamente sui rischi prevedibili, sulle misureda osservare per prevenire gli incendi e sul comporta-mento da adottare in caso di incendio.Il responsabile dovrà inoltre curare che alcuni dipen-denti, addetti in modo permanente al servizio del loca-le, (portieri, macchinisti, etc.), siano in grado di porta-re il più pronto ed efficace ausilio in caso di incendio oaltro pericolo.

18.4. Istruzioni di sicurezza

Negli atri e nei corridoi dell’area riservata al pubblicodevono essere collocate in vista le planimetrie deilocali, recanti la disposizione dei posti, l’ubicazione deiservizi a uso degli spettatori e le indicazioni dei per-corsi de seguire per raggiungere le scale e le uscite.Planimetrie e istruzioni adeguate dovranno altresìessere collocate sulla scena e nei corridoi di disimpe-gno a servizio della stessa. All’ingresso del localedeve essere disponibile una planimetria generale, perle squadre di soccorso, riportante l’ubicazione:• delle vie di uscita (corridoi, scale, uscite);• dei mezzi e degli impianti di estinzione;• dei dispositivi di arresto dell’impianto di ventilazione;• dei dispositivi di arresto degli impianti elettrici e del-

l’eventuale impianto di distribuzione di gas combu-stibile;

• dei vari ambienti di pertinenza con indicazione del-le relative destinazioni d’uso.

18.5. Piano di sicurezza antincendio

Tutti gli adempimenti necessari per una correttagestione della sicurezza antincendio devono esserepianificati in un apposito documento, adeguato alledimensioni a caratteristiche del locale, che specifichiin particolare: i controlli;gli accorgimenti per preveniregli incendi;gli interventi manutentivi; l’informazione el’addestramento al personale;le istruzioni per il pubbli-co;le procedure da attuare in caso di incendio.

18.6. Registro della sicurezza antincendio

Il responsabile dell’attività, o personale da lui incarica-to, è tenuto a registrare i controlli e gli interventi dimanutenzione sui seguenti impianti e attrezzature,finalizzate alla sicurezza antincendio:• sistema di allarme e impianti di rivelazione e segna-

lazione automatica degli incendi;• attrezzature e impianti di spegnimento; sistema di

evacuazione fumi e calore; impianti elettrici di sicu-rezza;

• porte ed elementi di chiusura per i quali è richiestoil requisito di resistenza al fuoco.

Inoltre deve essere oggetto di registrazione l’adde-stramento antincendio fornita al personale.Tale registro deve essere tenuto aggiornato e resodisponibile in occasione di controlli dell’autorità com-petente.

TITOLO XIX – ADEGUAMENTO DEI LOCALI ESISTENTI

I locali esistenti, di cui all’art.5, devono essere ade-guati alle disposizioni dell’allegato entro tre anni dalladata di entrata in vigore del presente decreto, relativa-mente ai seguenti punti: impianti elettrici;impianti tec-nologici;sistema di allarme e impianti di rivelazione esegnalazione automatica degli incendi.Le disposizioni riguardanti la gestione della sicurezza,di cui al titolo XVIII, devono essere attuate contestual-mente all’entrata in vigore del presente decreto, conl’esclusione del piano di sicurezza antincendio e delregistro della sicurezza antincendio che devono esse-re predisposti entro un anno, fatto salvo, in ogni caso,quanto disposto dal DLgs 19 settembre 1994 n.626, direcepimento della direttiva 89/391/CEE e successivemodifiche e integrazioni.

➦ REGOLA DI PREVENZIONE INCENDI PER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE ED ESERCIZIO DEI LOCALI DIINTRATTENIMENTO E DI PUBBLICO SPETTACOLO

Page 11: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 97

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.2.

B.3.2.

CINEMA, MULTISALA,

CABINE DI PROIEZIONE

CINEMA, MULTISALA, CABINE DI PROIEZIONE

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

REGOLAMENTO RECANTE DISPOSIZIONI PER IL RILASCIO DI AUTORIZZAZIONE PER L’APERTURA DI SALECINEMATOGRAFICHE, AI SENSI DELL’ART.31 DELLA LEGGE 4 NOVEMBRE 1965, N.1213, E SUCCESSIVE MODIFICAZIONI(Decreto 29 settembre 1998, n.391 – Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento dello Spettacolo)

Art.1. AMBITO DI APPLICAZIONE

1. Ai sensi dell’art.31 della legge 4 novembre 1965, n.1213, come modificato dal ter-zo comma dell’art.4 del decreto legislativo 8 gennaio 1998, n.3, la costruzione, latrasformazione e l’adattamento di immobili da destinare a sale e arene per spetta-coli cinematografici, nonché la ristrutturazione o l’ampliamento di sale cinemato-grafiche già in attività, sono subordinati ad autorizzazione dell’autorità di Governocompetente in materia di spettacolo, nei casi in cui la capienza complessiva sia odivenga superiore, indipendentemente dal numero delle sale, a 1.300 posti.

2. È necessaria l’autorizzazione anche nei seguenti casi:

a) per adibire un teatro a sala per spettacoli cinematografici, allorché la capienzacomplessiva del medesimo è superiore a 1.300 posti;

b) qualora due o più sale, che hanno capienza complessiva superiore a 1.300posti, siano comunque ubicate nello stesso complesso immobiliare, ancorchénon comunicanti ovvero dotate di separati ingressi su spazi pubblici.

Art.2. DEFINIZIONI

1. Ai fini del rilascio delle autorizzazioni di cui all’art.1 si intende:

a) per sala cinematograficauno spazio al chiuso dotato di uno schermo, adibita a pubblico spettacolo cine-matografico;

b) per cinema-teatro lo spazio di cui alla precedente lettera a) destinato, oltre che al pubblico spet-tacolo cinematografico, anche alle rappresentazioni teatrali di qualsiasi gene-re, da effettuare mediante la costruzione di una struttura caratterizzata dallascena e comprendente allestimenti scenici fissi e mobili con relativi meccani-smi e attrezzature;

c) per multisala l’insieme di due o più sale cinematografiche adibite a programmazioni multipleaccorpate in uno stesso immobile sotto il profilo strutturale, e tra loro comunicanti;

d) per arenail cinema all’aperto, funzionante esclusivamente nel periodo compreso tra il 1ºgiugno e il 30 settembre, allestito su un area delimitata e attrezzata apposita-mente per le proiezioni cinematografiche.

2. Per il calcolo dei posti esistenti, vanno considerate le sale che, autorizzate omeno ai sensi dell’art.31 della legge 4 novembre 1965, n.1213, e successivemodificazioni, abbiano svolto nell’anno solare precedente la richiesta di autoriz-zazione, attività di programmazione cinematografica non inferiore a centoventigiorni. Sono comprese nel computo le sale autorizzate e non ancora in attività esono esclusi dal computo le arene e i cinema ambulanti.Il calcolo dei posti è effettuato con riferimento a quelli assentiti sulla base dellevigenti norme di sicurezza per i locali di pubblico spettacolo.

3. Ai fini dell’applicazione del presente regolamento, le situazioni di fatto e di diritto sonoverificate con riferimento alla data di presentazione della domanda di autorizzazione.

Art.3. AUTORIZZAZIONE

1. L’autorizzazione di cui all’art.1 è rilasciata in presenza dei seguenti requisiti tecnici:a) impianto di proiezione automatico o semiautomatico e di riproduzione sonora

stereofonica;b) aria condizionata e riscaldamento;c) cassa automatica;d) poltrone di larghezza non inferiore a cinquantacinque centimetri e con distanza

fra le file non inferiore e centodieci centimetri;e) almeno due servizi complementari in favore degli spettatori, tra quelli indicati

dal DM dell’industria, del commercio e dell’artigianato 30 ottobre 1996, n.683.

2. L’autorizzazione di cui all’art.1 è rilasciata:a) nei comuni sprovvisti di sale cinematografiche, e che confinano con comuni

anch’essi sprovvisti di sale cinematografiche con capienza superiore a 150 posti;b) nei comuni provvisti di sale cinematografiche, allorché il quoziente regionale sia

inferiore al quoziente d’area. Il quoziente regionale è inteso come il rapporto frala popolazione residente e il numero dei posti delle sale, anche comprese incomplessi multisala, presenti nella regione; il quoziente d’area è inteso come ilrapporto fra la popolazione residente nel comune nel quale si intende ubicarel’insediamento e nei comuni limitrofi e il numero dei posti delle sale nei medesi-mi ubicate, determinato sommando i posti compresi in complessi multisala nel-la loro totalità, e i posti in complessi aventi una unica sala al cinquanta per cen-to del loro numero complessivo.

3. L’autorizzazione di cui al primo comma è concessa, per sale con capienza fino a2.000 posti, a condizione che almeno il quindici per cento dei posti da realizzarsi, dis-tribuiti in non meno di tre sale, vengano destinati stabilmente alla proiezione di ope-re cinematografiche italiane e di Paesi dell’Unione europea. Per sale superiori a2.000 posti la condizione è elevata al venti per cento dei posti da realizzarsi.

4. L’autorizzazione è concessa, in deroga ai criteri di cui al terzo e secondo comma, neicasi in cui venga chiesta autorizzazione per lo stesso numero di posti di una o più salecontestualmente chiuse, nell’ambito dello stesso comune e a condizione che dettiposti non si aggiungano ad altri posti in sale o complessi multisala già esistenti.

5. Per la realizzazione di un complesso multisala nell’ambito di centri commerciali,come definiti dall’art.1, c. 1, lett. g), del Dlgs 31 marzo 1998, n.114, o nell’ambito diparchi permanenti attrezzati con strutture stabili per il tempo libero con finalità cultu-rali o ricreative e adeguate aree di parcheggio, si prescinde dai criteri di cui al secon-do comma, se il numero complessivo di posti non è superiore a 2.500 e sempre cheil complesso disti non meno di due chilometri dalla più vicina sala con numero di postisuperiore a 1.300. Resta fermo quanto previsto dal terzo comma.

6. Per due anni dalla data di entrata in vigore del presente regolamento, l’autorizzazio-ne è concessa, in deroga ai criteri di cui al secondo comma, e nel rispetto di quantoprevisto dal terzo comma, per complessi multisala aventi una capienza massima di3.000 posti, da realizzarsi in province sprovviste di sale superiori a 1.300 posti, ubi-cati nelle regioni rientranti nell’obiettivo 1, come definito dal regolamento CEE 20luglio 1993, n.2081, alla data di entrata in vigore del presente regolamento.

7. Per le autorizzazioni alla apertura di arene con capienza superiore a 1.300 posti,fermi i limiti temporali di cui all’art.1, c. 1, lett. d), si applicano i criteri di cui al secon-do comma. L’autorizzazione ha efficacia soltanto per l’anno in cui essa è rilasciata.

B.3.1.

AGIBILITÀ E SICUREZZA

DEI LOCALI PER

LO SPETTACOLO

Page 12: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

B 98

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.2. CINEMA, MULTISALA, CABINE DI PROIEZIONE

DISTRIBUZIONE IN SETTORI

I POSTI A SEDERE FISSI DEVONO ESSERE DISTRIBUITI INSETTORI CON NON PIÙ DI 160 POSTI, CON UN MASSIMO DI16 POSTI PER FILA E DI 10 FILE.NEL CASO IN CUI SI DISPONGANO LE POLTRONE IN MODOCHE LA DISTANZA TRA GLI SCHIENALI DELLE FILE RISULTIDI ALMENO 1,10 ML, I POSTI A SEDERE POSSONO ESSEREDISTRIBUITI IN SETTORI DI 300 POSTI CON UN MASSIMO DI20 POSTI PER FILA E DI 15 FILE (V. CASO 'B').

SERVIZI

ATRIOBAR OUFFICIO

CABINA

B - CINEMA DI BASSA CAPIENZA (200÷300 POSTI, 1 SETTORE)

ATRIOUFFICIO

SERV.

SCHERMO

BAR

C - CINEMA DI CAPIENZA MEDIA (400÷640 POSTI) AD UN SOLO LIVELLO (QUATTRO SETTORI)

CABINA

PASSAGGI TRA SETTORI E TRA SETTORI E PARETI

I SETTORI DEVONO ESSERE SEPARATI L’UNO DALL’ALTRODA PASSAGGI LONGITUDINALI E TRASVERSALI LARGHI NONIMENO DI 1,20 ML.TRA LE POLTRONE E LE PARETI DELLA SALA DEVE ESSERELASCIATO UN PASSAGGIO LARGO NON MENO DI 1,20 M.L.NEI LOCALI CON CAPIENZA NON SUPERIORE A 150 POSTI ÈCONSENTITA UNA LARGHEZZA DEI PASSAGGI NON MINOREDI 0,90 M (V. CASO 'A')

GALLERIA

IN GALLERIA TRA LA BALAUSTRA E LA PRIMA FILA DI POSTIDEVE ESSERE LASCIATO UN PASSAGGIO CON LARGHEZZANON MINORE DI 0,60 ML, MISURATO A SEDILE ABBASSATO.LA BALAUSTRA DEVE AVERE ALTEZZA ≥1 M (V. CASP 'D').

ATRIOCAB.SERV.

A - CINEMA DI CAPIENZA MINIMA (100÷150 POSTI, 1 SETTORE)

ACCESSO, USCITE E PERCORSI PUBBLICO

ACCESSO E PERCORSI TECNICI (OPERATORE)

SCALA PER LA CABINA DI PROIEZIONE

PASSAGGI ≥ 90 CM(CAPIENZA ≤ 150 SP)

SETTORE ≤ 300 POSTI(DIST. FILE ≥ 110 CM)

D - CINEMA DI GRANDE CAPIENZA (1000÷1600 POSTI ) ������CON PLATEA A NOVE SETTORI E GALLERIA A TRE SETTORI

ATRIO

SALA

SERVIZI

SCHERMO

BAR

BIGLIETTERIA

LIVELLO INFERIORE (PLATEA)

SCALE

CABINA SERVIZI

SCHERMO

UFFICI

LIVELLO SUPERIORE (GALLERIA)

SOSTA E DISIMPEGNO SCALE

GALLERIA

VIE D'ESODO PARALLELE, CON AMPIEZZA CRESCENTE, SE NON SI POSSONO APRIREUSCITE LATERALI DIRETTE DAI PASSAGGI TRASVERSALI

35°

D

H.

120

POSIZIONE DELLA PRIMA FILA D = DISTANZA TRA LO SCHERMO ����������E LA PRIMA FILA DI POSTIH = ALTEZZA BORDO SUPERIORE ���������DELLO SCHERMO

D.

FIG. B.3.2./1 SCHEMI DI CINEMA A UNA SOLA SALA

Page 13: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

ATRIO

SALA 'A'

SERVIZI

SCHERMO

BAR

CABINA

ATRIO

SALA 'B'

SERVIZI

SCHERMO

UFFICI

A - CINEMA A DUE SALE, CON SCHERMI CONTRAPPOSTI

SCALA

ATRIO

SALA 'A'

SERVIZI

SCHERMO

BAR

O SCALE

CABINA

ATRIO

SALA 'B'

SCHERMO

UFFICISCALA

B - CINEMA A DUE O TRE SALE, CON SCHERMI NELLA STESSA DIREZIONE

SCALESCALE

LIVELLO SUPERIORE (SALA B)

LIVELLO INFERIORE (SALA A) LIVELLO INFERIORE (SALA A)

LIVELLO SUPERIORE - VARIANTE CON UNA SALA (B)

CABINA

COMPLESSI MULTISALA

CINEMATOGRAFI

A NORMA DELLA "REGOLA DI PREVENZIONE INCENDIPER LA PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE ED ESERCIZIODEI LOCALI DI INTRATTENIMENTO E DI PUBBLICOSPETTACOLO" (PROMULGATO CON DM INTERNO19 AGOSTO 1996)E’ CONSENTITO CHE:

PIÙ SALE CINEMATOGRAFICHE ED UN UNICO TEATRO OCINEMA-TEATRO DI CAPIENZA NON SUPERIORE A 1000SPETTATORI E CON SCENA SEPARATA DALLA SALA,SIANO SERVITI DA UN UNICO ATRIO A CONDIZIONE CHE:

- SIANO SEPARATI DA STRUTTURE RESISTENTI AL � �����FUOCO ALMENO REI 60;

- NON SIANO COMUNICANTI FRA LORO DIRETTAMENTE;

- SIANO PROVVISTI DI VIE D’USCITA INDIPENDENTI.

CABINA

SALA 'C'

SCHERMO

SCALA

LIVELLO SUPERIORE - VARIANTE CON 2 SALE (B E C)

SCALA

SALA A

SALA B (B+C)

SINTETIZZA LE SOLUZIONI RICORRENTI NEI CASI FREQUENTI DI TRASFORMAZIONE DIUN GRANDE CINEMA CON GALLERIA IN COMPLESSO MULTISALE (A DUE O TRE SALE).NEGLI SCHEMI PROPOSTI SI UTILIZZANO LE STRUTTURE DELLA PRECEDENTE GALLERIA,COMPRESE, OVE POSSIBILE, LE SCALE DI ACCESSO, PER OSPITARE:- UNA NUOVA SALA (VARIANTE CON UNA SALA );- DUE NUOVE SALE (VARIANTE CON DUE SALE)

SINTETIZZA SOLUZIONI DI TRASFORMAZIONE DI UN GRANDE CINEMA CON GALLERIA INCOMPLESSO MULTISALE (A DUE SALE).NELLO SCHEMA PROPOSTO LE STRUTTURE DI IMPALCATO DEL LIVELLO SUPERIOREVENGONO INTEGRALMENTE SOSTITUITE, PER REALIZZARE UNA GRADONATA CONPENDENZA OPPOSTA RISPETTO A QUELLA DELLA PRECEDENTE GALLERIA.

US US

US US

US US

US US

SCHERMO

SALA 'B'

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 99

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.2.

B.3.2.

CINEMA, MULTISALA,

CABINE DI PROIEZIONE

CINEMA, MULTISALA, CABINE DI PROIEZIONE

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

FIG. B.3.2./2 CINEMA MULTISALE – SCHEMI DI AGGREGAZIONE (a due o tre sale)

Page 14: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

A - CINEMA A SEI (O PIÙ) SALE, DISPOSTE SULLO STESSO LIVELLO - CABINA DI PROIEZIONE POSTA LONGITUDINALMENTE

I NUOVI COMPLESSI MULTISALE TENDONO AD AGGREGARE NUMEROSE SALE, INTEGRATE DA AMPI SPAZI PER ILCOMMERCIO E LA RISTORAZIONE, IN MODO DA PROPORSI COME "CENTRI DI INTRATTENIMENTO MULTIFUNZIONALI".IN QUESTI CASI È CONSIGLIABILE L'ACCORPAMENTO IN UN'UNICA UNITÀ FUNZIONALE DELLE CABINE DI PROIEZIONE EDEI RELATIVI SERVIZI. (PER LE DIMENSIONI E LE CARATTERISTICHE DELLE CABINE DI PROIEZIONE V. FIG. B.3.2./8)

LIVELLO DELLA CABINA DI PROIEZIONELIVELLO DELLE SALE E DELLE ATTIVITA' INTEGRATIVE

SALA 1

SALA 2

SALA 3 SALA 4

SALA 5

SALA 6

SE

RV

IZI

SE

RV

IZI

SE

RV

IZI

SE

RV

IZI

SE

RV

IZI

SE

RV

IZI

RISTORO ATTIVITÀ COMMERCIALI (EVENTUALI)ATRIO

SALA 4

SALA 5

SALA 1SALA 3

SALA 2

CA

BIN

A D

I PR

OIE

ZIO

NE

SE

RV

.

SE

RV

.

RISTORO

SE

RV

IZI

CA

BIN

A D

I PR

OIE

ZIO

NE

A - CINEMA A CINQUE SALE, DISPOSTE SULLO STESSO LIVELLO - CABINA DI PROIEZIONE POSTA TRASVERSALMENTE

LIVELLO DELLA CABINA DI PROIEZIONELIVELLO DELLE SALE E DELLE ATTIVITÀ INTEGRATIVE

SERV.

SERV.

SERV.

SERV.

SERV.

SERV.

SERV.

SERV.

DE

P.

DE

P.

B 100

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.2. CINEMA, MULTISALA, CABINE DI PROIEZIONE

FIG. B.3.2./3 CINEMA MULTISALE – SCHEMI DI AGGREGAZIONE (a sei o più sale)

Page 15: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

120

CM

MIN

.

USCITE DI SICUREZZA

USCITE DI SICUREZZA

120 CM

MIN.

ACCESSOALLA SALA

120

CM

MIN

.120 CM

MIN.

120 CM.

MIN.

MDS

DS

SCHERMO STANDARD L 500 CM

SCHERMO PANORAMICO L 1000 CM

L/2

L/2

POSIZIONE DEGLIALTOPARLANTI

LA PENDENZA DEI CORRIDOI TRASVERSALINON DEVE ESSERE SUPERIORE AL 5%

MDS: DISTANZA MAX. DALLO SCHERMODELLO SPETTATORE PIU' LONTANONON DEVE SUPERARE DI 8 VOLTE L'ALTEZZA DELLO SCHERMO (CONSIGLIATO MDS UGUALE A 5 L)

DS: DISTANZA MIN. DALLO SCHERMO.CONSIGLIATA PARI A 1,5 L'ALTEZZADELLO SCHERMO O UGUALE A 1,4 L

LE USCITE DI SICUREZZA DEVONO ESSERE DISPOSTE IN CORRISPONDENZA DEI CORRIDOI TRASVERSALI

SFALSAMENTO DELLE POLTRONE PER UNAMIGLIORE VISIBILITA' DELLO SCHERMO

LE PARETI DELLA SALA DEVONO ESSERE INSONORIZZATE

DISTRIBUZIONE DEI POSTI A SEDERE

A NORMA DEL TESTO UNICO EMANATO CON DEC. MIN. INTERNO DEL 19 AGOSTO 1996:

- I POSTI A SEDERE, DI TIPO FISSO, DEVONO ESSERE DISTRIBUITI IN SETTORI CON NON PIU DI 160 POSTI, CON UN MASSIMO DI 16 POSTI PER FILA E DI 10 FILE.

- QUANDO LA DISTANZA TRA GLI SCHIENALI DELLE FILE E' DI ALMENO 1,10 ML, I POSTI A SEDERE POSSONO ESSERE DISTRIBUITI IN SETTORI DI 300 POSTI CON UN MASSIMO DI 20 POSTI PER FILA E DI 15 FILE.

- I SETTORI DEVONO ESSERE SEPARATI L’UNO DALL’ALTRO MEDIANTE PASSAGGI LONGITUDINALI E TRASVERSALI DI LARGHEZZA NON INFERIORE A 1,20 ML. TRA I POSTI A SEDERE E LE PARETI DELLA SALA DEVE ESSERE LASCIATO UN PASSAGGIO DI LARGHEZZA NON INFERIORE A 1,20 ML SU PARERE DELL’AUTORITÀ COMPETENTE, SI PUO CONSENTIRE CHE FILE AL MASSIMO DI 4 POSTI VENGANO ACCOSTATE ALLE PARETI LATERALI DELLA SALA.

- NEI LOCALI CON CAPIENZA NON SUPERIORE A 150 POSTI E CONSENTITA UNA LARGHEZZA DELLE CORSIE DI PASSAGGIO NON INFERIORE A 0,90 ML

- IN GALLERIA TRA LA BALAUSTRA E LA PRIMA FILA ANTISTANTE DI POSTI, DEVE ESSERE LASCIATO UN PASSAGGIO DI LARGHEZZA NON INFERIORE A 0,60 ML, MISURATO A SEDILE ABBASSATO. L’ALTEZZA DELLA BALAUSTRA DEVE ESSERE NON INFERIORE A 1 M.

120

CM

MIN

.

FILA: MAX.16 POSTI

SETTORE: MAX.10 FILE

120 CM

MIN.

120 CM.MIN.

120 CM.MIN.

120 CMMIN.

120 CM

MIN.

120 CM

MIN.

L/2

L/2

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 101

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.2.

B.3.2.

CINEMA, MULTISALA,

CABINE DI PROIEZIONE

CINEMA, MULTISALA, CABINE DI PROIEZIONE

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

FIG. B.3.2./4 SALA PER PROIEZIONI – DISPOSIZIONE DELLE POLTRONE E DIMENSIONAMENTO DEI CORRIDOI INTERNI (DM Int. 19 agosto 1996, tit. III, 3.1)

Page 16: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

ALTOPARLANTE AUSILIARE DESTRO

ALTOPARLANTE DESTRO

ALTOPARLANTE CENTRALE

ALTOPARLANTE AUSILIARE SINISTRO

ALTOPARLANTE SINISTRO

DISTANZA PARI A 3/4 LA LUNGHEZZA DELLA SALA

SALE MINORI CON SCHERMO PANORAMICO DISPOSIZIONE CON EFFETTO SONORO STEREOFONICO

ALTOPARLANTI LATERALI DI DESTRA

ALTOPARLANTICENTRALI

ALTOPARLANTILATERALI DI SINISTRA

DISPOSIZIONE DEGLI ALTOPARLANTI IN SALE CINEMATOGRAFICHE DI DIVERSE DIMENSIONI (SECONDO LE INDICAZIONI DELLA PARAMOUNT)

SALE MAGGIORI CON SCHERMO PANORAMICO DISPOSIZIONE CON EFFETTO SONORO STEREOFONICO E AVVOLGENTE

B 102

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.2. CINEMA, MULTISALA, CABINE DI PROIEZIONE

FIG. B.3.2./6 ESEMPIO DI DISPOSIZIONE DEGLI ALTOPARLANTI

L : LARGHEZZA DELLO SCHERMO - H: ALTEZZA DELLO SCHERMO

L

107% L

272% H

MA

X. 1

,87

x L

MIN

. 0,6

3 x

L

1,50

x H

4,75

x H

2,50

x L

6,25

x H

L

1,80

x L

0,70

x L

1,75

x H

4,50

x H

L

107% L

272% H

MA

X. 1

,37

x L

MIN

. 0,6

3 x

L

1,50

x H

3,50

x H

2,0

x L

5,0

x H

L

1,30

x L

0,70

x L

1,75

x H

L : LARGHEZZA DELLO SCHERMO H: ALTEZZA DELLO SCHERMO

DISTANZA DELLA PRIMA FILA

107% L

ALLARGAMENTO PARIAL 12,5%

ALLARGAMENTO PARIAL 12,5%

107% L

DISTANZA DELLA PRIMA FILA

SCHERMOSCHERMOSCHERMOSCHERMO

SCHEMI DI DIMENSIONAMENTO DELLA SALA IN FUNZIONE DELLA LARGHEZZA E DELL'ALTEZZA DELLO SCHERMO(SECONDO LE INDICAZIONI DELLA 20TH CENTURY FOX)

FIG. B.3.2./5 DIMENSIONAMENTO DELLA SALA IN RELAZIONE ALLE DIMENSIONI DELLO SCHERMO PANORAMICO (secondo le indicazioni della 20century fox)

Page 17: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

MDS

DS

L

20°

20°

POSIZIONE DELLO SCHERMO

POSIZIONE DELLA PRIMA FILA(SPETTATORE PIÙ VICINO ALLO SCHERMO)

POSIZIONE DELL'ULTIMA FILA(SPETTATORE PIÙ LONTANO DALLO SCHERMO)

B (PROFONDITÀ BALCONATA)

Hb

35°MAX.

15° MAX.

PRIMA FILA CON SCHERMO INCLINATO

L'ANGOLO DI PROIEZIONE CON SCHERMO VERTICALE NON DEVE SUPERARE I 15° SE SUPERA 15° SI DEVE INCLINARE LO SCHERMO DI 1/2 DELL'ANGOLO DI PROIEZIONE

ANGOLO DI ISODEFORMAZIONEMAX. 33°

SCHERMO INCLINATO DI 1/2 DELL'ANGOLO DI PROIEZIONESE QUESTO SUPERA I 15°

BALCONATA (GALLERIA)- B: PROFONDITÀ BALCONATA- Hb: ALTEZZA BORDO INFERIORECONSIGLIATO: B/H b = 3/1 MAX.

220

CM

MIN

.

200 CMMIN.

120 CMMIN.

120 CMMIN.

220

CM

MIN

.

200 CMMIN.

120 CMMIN.

PRIMA FILA CON SCHERMO VERTICALE

POSIZIONE DEGLIALTOPARLANTI

180

CM

125

ALTEZZA DI UNO SCHERMOSTANDARD PARI A 400 CM

LA PENDENZA DEI CORRIDOI TRASVERSALINON DEVE ESSERE SUPERIORE AL 5%

OGNI SETTORE DEVE ESSERE COSTITUITODA UN NUMERO DI FILE NON SUPERIORE A 10

MDS

DS

POSIZIONE DELLE FILE ESTREME RISPETTO ALLE DIMENSIONI DELLO SCHERMOVERIFICHE SUL QUADRO ORIZZONTALE

MASSIMA DISTANZA DI UNO SPETTATORE DALLO SCHERMO. �������������NON DEVE SUPERARE DI 8 VOLTE L'ALTEZZA DELLO SCHERMO (E' CONSIGLIATO MDS UGUALE A 5 L)

MINIMA DISTANZA DI UNO SPETTATORE DALLO SCHERMODEVE ESSERE TALE CHE L'ANGOLO FORMATO DALLA CONGIUNGENTEL'OCCHIO DELLO SPETTATORE CON IL BORDO SUPERIORE DELLOSCHERMO E L'ORIZZONTALE NON SUPERI I 35°

LARGHEZZA DELLO SCHERMO

MDS:

DS:

L:

LIMITI LATERALI DELLE ZONE CON BUONA VISIBILITÀVERIFICHE SUL QUADRO ORIZZONTALE

L

15°

40°

15°

40°

LIMITE BUONA VISIBILITÀ

LIMITE OTTIMA VISIBILITÀ

LIMITE BUONA VISIBILITÀ (B. SCHANGLER)

30°

30°

PROFONDITÀ SALA MASSIMA = 8L; CONSIGLIATA = 5L÷6 L

LIMITE BUONA VISIBILITÀ

LIMITE BUONA VISIBILITÀ(B. SCHANGLER)

LIMITE OTTIMA VISIBILITÀ

ASSE DI SALA ASSE DI SALA

POSIZIONE DELLE FILE ESTREME RISPETTO ALLE DIMENSIONI DELLO SCHERMO E DELLE CABINE DI PROIEZIONE VERIFICHE SUL QUADRO VERTICALE

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 103

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.2.

B.3.2.

CINEMA, MULTISALA,

CABINE DI PROIEZIONE

CINEMA, MULTISALA, CABINE DI PROIEZIONE

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

FIG. B.3.2./7 SALE CINEMATOGRAFICHE – DATI DI DIMENSIONAMENTO E VISIBILITÀ

Page 18: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

CABINE DI PROIEZIONE - RIFERIMENTI NORMATIVI

IN RIFERIMANTO ALLE NORME IMPARTITE CON DM INTERNO 19 AGOSTO 1996,LE CABINE DI PROIEZIONE DEVONO ESSERE DIMENSIONATE IN RAGIONE DEL NUMERO EDELL’INGOMBRO DEGLI APPARECCHI INSTALLATI E IN MODO DA CONSENTIRE ILLAVORO AGLI ADDETTI E GLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE.

LE DIMENSIONI MINIME DELLE CABINA DI PROIEZIONE SONO FISSATE DALLA CIRC. MIN. INTERNO N.72 DEL 1971: - PROFONDITÀ (NEL SENSO DELL'ASSE DI PROIEZIONE:) 2,00 ML - LARGHEZZA (NEL SENSO ORTOGONALE ALL'ASSE): 2,50 ML - ALTEZZA MINIMA NETTA: 2,20 ML

LA STESSA CIRCOLARE INDICA GLI SPAZI MINIMI DI PASSAGGIO E DI MANOVRA CHEDEVONO ESSERE LASCIATI LIBERI INTORNO AGLI APPARECCHI DI PROIEZIONE, - SPAZIO LIBERO DAL LATO DI MANOVRA DEL PROIETTORE: 0,80 ML - SPAZIO LIBERO DAL LATO OPPOSTO A QUELLO DI MANOVRA: 0,50 ML - SPAZIO LIBERO (DI PASSAGGIO) DIETRO AL PROIETTORE: 0,60 MLNELLA FIGURA ACCANTO SI RIPORTANO LE DIMENSIONI MINIME DI UNA CABINA DIPROIEZIONE E GLI SPAZI DI MANOVRA RELATIVI AGLI APPARECCHI DI PROIEZIONE

LE CABINE DEVONO ESSERE OPPORTUNAMENTE AERATE VERSO L’ESTERNO.

LE CABINE DI PROIEZIONE DEVONO ESSERE REALIZZATE CON STRUTTURE DICARATTERISTICHE DI RESISTENZA AL FUOCO ALMENO REI 60.

LE FERITOIE DI PROIEZIONE, DI SPIA E DEI RIFLETTORI DEL PALCOSCENICO, OVEINSTALLATI, DEVONO ESSERE MUNITE DI CRISTALLI DI IDONEO SPESSORE E DEVONOAVERE DIMENSIONI LIMITATE ALLE NECESSITÀ FUNZIONALI.

L’ACCESSO DALL’INTERNO DEL LOCALE DEVE AVVENIRE TRAMITE DISIMPEGNO MUNITODI PORTE CON CARATTERISTICHE DI RESISTENZA AL FUOCO REI 30.

PRESSO OGNI CABINA DEVE ESSERE TENUTO ALMENO UN ESTINTORE PORTATILE DICAPACITÀ ESTINGUENTE MINIMA 21A, 89B, C.

LE CABINE, OVE SONO INSTALLATI IMPIANTI AUTOMATICI DI PROIEZIONE, NONNECESSITANO DI ESSERE PERMANENTEMENTE PRESIDIATE DALL’OPERATORE, CHE INOGNI CASO, DEVE ESSERE REPERIBILE ALL’INTERNO DEL LOCALE DURANTE LAPROIEZIONE.

È CONSENTITO INSTALLARE UN APPARECCHIO DI PROIEZIONE DI FORMATO RIDOTTO INUN PUNTO QUALSIASI DEL LOCALE, PURCHÉ DISTANTE DAI POSTI RISERVATI AGLISPETTATORI ED IN POSIZIONE TALE DA NON OSTACOLARE IN ALCUN MODO IL DEFLUSSODEL PUBBLICO.

220

250

120

165

8050 80

AS

SE

DI

PR

OIE

ZIO

NE

8050 80

80

AS

SE

DI

PR

OIE

ZIO

NE

AS

SE

DI

PR

OIE

ZIO

NE

AS

SE

DI

PR

OIE

ZIO

NE

25020

0

60

8050

AS

SE

DI

PR

OIE

ZIO

NE

DIMENSIONI MINIME DELLA CABINA DI PROIEZIONE (DM INTERNI 19 AGOSTO 1996)

FERITOIA DI PROIEZIONE

FERITOIA DICONTROLLO

APPARECCHIOPROIETTORE

SPAZIO LIBEROPOSTERIORE

SPAZIO LIBEROLATERALE

SPAZIO LIBEROLATO MANOVRA

CABINA CON DUE PROIETTORI (ALTERNATIVI)CABINA CON PROIETTORI PER SALE CONTRAPPOSTE (MULTISALE)

220

120

165

120

165

200

80 50

60

80

AS

SE

DI

PR

OIE

ZIO

NE

AS

SE

DI

PR

OIE

ZIO

NEPIANTA

SEZIONE

FERITOIA DI PROIEZIONE

FERITOIA DICONTROLLO

SP

AZ

IO L

IBE

RO

LAT

O M

AN

OV

RA

SP

AZ

IO L

IBE

RO

LAT

O M

AN

OV

RA

SP

AZ

IO L

IBE

RO

LAT

ER

ALE

SP

AZ

IO L

IBE

RO

LAT

OM

AN

OV

RA

SP

AZ

IO L

IBE

RO

LAT

O M

AN

OV

RA

SP

AZ

IO L

IBE

RO

LAT

ER

ALE

ALTEZZA MINIMASOFFITTO

DIMENSIONI MINIME DELLA CABINA

SPAZI MINIMI DI MANOVRA E PASSAGGIO

PERCORSO E MANOVRA OPERATORE

B 104

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.2. CINEMA, MULTISALA, CABINE DI PROIEZIONE

FIG. B.3.2./8 CINEMA MULTISALE: CABINE DI PROIEZIONE

Page 19: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

TEATRO DI CAPIENZA MEDIA÷ALTA (1000 ÷ 1600 POSTI), CON GALLERIA PREDISPOSTO ANCHE PER RAPPRESENTAZIONI DI OPERE LIRICHE

GALLERIA

SERVIZI

SCALE SCALE

SCENA UF

FIC

I

CA

ME

RO

NI

CA

ME

RO

NI

BALLATOIA

MB

ITO

DE

I SE

RV

IZI D

'AC

CE

SS

OS

CA

LE, S

PA

ZIO

DI S

OS

TA

, UF

FIC

IA

MB

ITO

DE

LLA

FR

UIZ

ION

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SA

LA)

GA

LLE

RIA

E/O

BA

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NA

TA

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VIZ

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AM

BIT

O D

ELL

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S

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, CA

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I, D

EP

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LAB

OR

AT

OR

I, C

AM

ER

ON

I

DISIMPEGNO E SOSTA

LIVELLO DI FRUIZIONE SUPERIORE (GALLERIA)

SERVIZI

SEPARAZIONE SCENA/SALA

SALA

ATRIO

SALA

RISTORO

SCALE SCALE

ORCHESTRA(GOLFO MISTICO)

BOCCASCENA

SCENA

RETROSCENA

PLATEA

Bi

GUARDAROBA

DE

PO

SIT

I S

CE

NE

SALE PROVE

CA

ME

RIN

I

PROSCENIO

LAB

OR

AT

OR

I

LAB

OR

AT

OR

I

VV.FFSERVIZIIGIENICI

AM

BIT

O D

EI S

ER

VIZ

I D'A

CC

ES

SO

AT

RIO

, GU

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, RIS

TO

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AM

BIT

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O D

ELL

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ES

EN

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CE

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, CA

ME

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OS

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LAB

OR

AT

OR

I, S

ALE

DI P

RO

VA

PARCHEGGIPARCHEGGI

SPAZIO PEDONALEDI ESODO

LIVELLO DI FRUIZIONE INFERIORE (PLATEA)

SERVIZI SERVIZI

SEPARAZIONE SCENA/SALA

SE

RV

IZI D

I SC

EN

A

SE

RV

IZI D

I SC

EN

A

SALE PROVE

LAB

OR

AT

OR

I

SERVIZIIGIENICI

SERVIZIIGIENICI

SERVIZIIGIENICI

SERVIZIIGIENICI

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 105

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.3.

B.3.3.

TEATRI

B.3.2.

CINEMA, MULTISALA,

CABINE DI PROIEZIONE

TEATRI

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

SCENAAREA DESTINATA ALLA RAPPRESENTAZIONE DI SPETTACOLI AL PUBBLICO.COMPRENDE: IL PALCOSCENICO, GLI SCENARI E TUTTE LE ATTREZZATURE E GLIALLESTIMENTI NECESSARI A EFFETTUARE SPETTACOLI IN GENERE. LA SCENA IN RELAZIONE ALLA SUA UBICAZIONE PUO ESSERE:- DI TIPO SEPARATO DALLA SALA, SE E' SEPARATA DALLA SALA E DAI LOCALI DI SERVIZIO CON STRUTTURE RESISTENTI AL� FUOCO E L’UNICA APERTURA CON LA SALA E' COSTITUITA DAL BOCCASCENA; - DI TIPO INTEGRATO NELLA SALA, SE NON ESISTE SEPARAZIONE TRA L’AREA SCENICA E QUELLA DESTINATA AL PUBBLICO.

UNITÀ FUNZIONALI

SPAZI DI DISIMPEGNO E SOSTA DEL PUBBLICO

COLLEGAMENTI VERTICALI PER IL PUBBLICO (SCALE, ASCENSORI)

PERCORSI DEL PUBBLICO E VIE D'ESODO

COLLEGAMENTI VERTICALI PER ATTORI,TECNICI, PERSONALE

PERCORSI DEGLI OPERATORI (ATTORI E TECNICI)

FIG. B.3.3./1 TEATRI – UNITÀ FUNZIONALI E RELAZIONI

Page 20: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

B 106

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.3. TEATRI

ORCHESTRA(GOLFO MISTICO)

BOCCASCENA

SCENA

RETROSCENA

MA

TE

RIA

LI D

I S

CE

NA

SALE DI PROVA

CA

ME

RIN

I

PROSCENIO

SC

ALE

A

1,5A

2A

SE

RV

IZI D

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A

SE

RV

IZI D

I SC

EN

A

PARETE REI 90

SC

ALE

SCENA

PARETE REI 90

LABORAT.TRUCCO,PARRUC.

LABOR.COSTUMI

SERVIZIIGIENICI

VV.FF.

LABOR. LABOR.

PONTE DI SERVIZIO

SIPARIO TAGLIAFUOCO

CAMERONI CAMERONI

SERVIZIIGIENICI

CA

ME

RIN

I

PORTAREI 90

COMPARTIMENTI CON RESISTENZA AL FUOCO REI 90 (AMBITO DELLA SCENA)

COMPARTIMENTI CON RESISTENZA AL FUOCO REI 60 (DEPOSITI, LABORAT.)

CORRIDOI DI DISIMPEGNO INTORNO ALLA SCENA

VARCHI MUNITI DI PORTE REI 90 (EVENTUALI VARCHI TRA SCENA E SALA)

VARCHI MUNITI DI PORTE REI 60 (DA CORRIDOI E DISIMPEGNI AI COMPARTI)

SCALE E/O ELEVATORI TECNICI (AI 'PONTI' DI SERVIZIO ALLA SCENA)

PERCORSI PERSONALE (ATTORI, TECNICI, ECC.)

PERCORSI MATERIALI DI SCENA

PARETE REI 90

BA

LLA

TO

I

CAMERONI

SALEPROVE

DEPOSITI

RE

TR

OS

CE

NA

BO

CC

AS

CE

NA

PR

OS

CE

NIO

ORCHESTRA

GRATICCIATO

H

2H ÷

3H

.

FO

ND

ALE

MANOVRASOTTOSCENA(PONTI MOBILI)

LIVELLO INFERIORE (PALCOSCENICO) LIVELLO SUPERIORE

SEZIONE IN ASSE DI SCENA

LEGENDA

>2M

.

FONDALE

SIPARIO METALLICO

PO

NT

I MO

BIL

IP

ON

TI L

UC

I

PANNO BOCCASCENA

SERVIZIIGIENICI

SC

ALE

SC

ALE

UF

FIC

I

SERVIZIIGIENICI

SEPARAZIONE TRA SCENA E SALA - LA PARTE DI EDIFICIO CONTENENTE LA SCENA DEVE ESSERE SEPARATA DAI LOCALI DI� SERVIZIO E DALLA SALA TRAMITE STRUTTURE RESISTENTI AL FUOCO ALMENO REI 90.- L’UNICA APERTURA AMMESSA NELLA STRUTTURA DI SEPARAZIONE CON LA SALA E' IL� BOCCASCENA, CHE DEVE ESSERE MUNITO DI SIPARIO METALLICO DI SICUREZZA.- SONO CONSENTITI VARCHI DI SERVIZIO CON LA SALA PURCHÉ MUNITI DI PORTE � ������������ ALMENO REI 90 CON DISPOSITIVO DI AUTOCHIUSURA.

ALTEZZA DELLA SCENA.- LA COPERTURA DELLA SCENA DEVE ESSERE SOPRAELEVATA RISPETTO AL PUNTO PIÙ� ALTO DELLA COPERTURA DELLA SALA; NEL CASO DI TEATRI CON PALCOSCENICO ������������SUPERIORE A 150 MQ, TALE DISLIVELLO DEVE ESSERE DI ALMENO 2 M.- LA COPERTURA DI SCENE CON SUPERFICIE INFERIORE A 150 MQ PUÒ ESSERE ALLO ���������STESSO LIVELLO DELLA COPERTURA DELLA SALA, PURCHÉ A SOFFITTO TRA SCENA E �������SALA, SIA POSTO UN SETTO DI ALTEZZA ≥ DI 1,5 M, E RESISTENZA AL FUOCO ≥ REI 90.

CORRIDOI, SCALE, PORTE, USCITE VERSO L’ESTERNO- TUTTI I LOCALI DI SERVIZIO DEVONO COMUNICARE CON LA SCENA ATTRAVERSO� CORRIDOI DI DISIMPEGNO POSTI NTORNO ALLA STESSA, A ECCEZIONE DEI MAGAZ- �������ZINI DI SERVIZIO CHE POSSONO AVERE COMUNICAZIONE DIRETTA CON LA SCENA.- I VARCHI TRA LA SCENA E I CORRIDOI DI DISIMPEGNO DEVONO ESSERE MUNITE DI ��������PORTE ALMENO REI 60 CON DISPOSITIVO DI AUTOCHIUSURA. - LA LARGHEZZA DEI CORRIDOI NON PUO ESSERE INFERIORE A 1,5 M PER QUELLI AL �����������PIANO DEL PALCOSCENICO, ED A 1,2 M PER GLI ALTRI PIANI.- I CORRIDOI, DIRETTAMENTE O ATTRAVERSO PASSAGGI E SCALE, DEVONO CONDURRE ������ALL’ESTERNO CON PERCORSO DI LUNGHEZZA NON SUPERIORE A QUELLA STABILITA ���������AL PUNTO 4.3.4 SE DISPONGONO DI ALMENO DUE USCITE CONTRAPPOSTE, O NON ��������������SUPERIORE A 15 M SE DISPONGONO DI UN’USCITA SOLTANTO.- IL NUMERO DELLE SCALE DEVE ESSERE STABILITO IN RELAZIONE ALL’IMPORTANZA �����������DELLA SCENA E ALLE NECESSITÀ FUNZIONALI E DI SICUREZZA.- LE GALLERIE DI MANOVRA ED I PIANI FORATI DEVONO ESSERE PROVVISTI DI USCITE ��������CON PORTE ALMENO REI 60 E DISPOSITIVO DI AUTOCHIUSURA, CHE IMMETTANO ������������� ���DIRETTAMENTE ALL’ESTERNO O SU UNA VIA DI USCITA PROTETTA .

DEPOSITI E LABORATORI- DEVONO ESSERE UBICATI ESTERNAMENTE AI MURI PERIMETRALI DELLA SCENA.� OGNI LOCALE DEVE DISPORRE DI ACCESSO DIRETTO DALL’ESTERNO E COSTITUIRE ������������COMPARTIMENTO ANTINCENDIO DI CLASSE ALMENO REI 60.- NON SONO CONSENTITE COMUNICAZIONI DIRETTE CON LA SCENA, SALVO CHE PER I ���������MAGAZZINI DI SERVIZIO PER SCENE E ATTREZZATURE DELLO SPETTACOLO IN CORSO.- DEVONO DISPORRE DI AERAZIONE DIRETTA DALL’ESTERNO MEDIANTE APERTURE DI ��������SUPERFICIE ≥ 1/40 DI QUELLA DI PIANTA.- LA SUPERFICIE MASSIMA LORDA DI CIASCUN LOCALE NON PUO' ESSERE SUPERIORE A: - 1000 MQ, SE UBICATI AI PIANI FUORI TERRA; - 500 MQ, SE UBICATI AI PIANI INTERRATI.- SE IL CARICO DI INCENDIO NEI LOCALI SUPERA IL VALORE DI 30 KG/MQ DI LEGNA ����������������STANDARD, GLI STESSI DEVONO ESSERE PROTETTI CON IMPIANTO DI SPEGNIMENTO ��������AUTOMATICO A PIOGGIA (IMPIANTO SPRINKLER).- I DEPOSITI DI MATERIALI INFIAMMABILI VANNO UBICATI FUORI DEL FABBRICATO. �� OGNI DEPOSITO DEVE ESSERE DOTATO DI ALMENO UN ESTINTORE DI CAPACITÀ �����������������ESTINGUENTE NON INFERIORE A 21A, 89B, C, OGNI 150 MQ DI SUPERFICIE.

MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDILE SCENE CON PALCOSCENICO DI SUPERFICIE SUPERIORE A 150 MQ, OLTRE ALLEATTREZZATURE MOBILI E FISSE DI ESTINZIONE, DEVONO ESSERE PROTETTE CONIMPIANTO DI SPEGNIMENTO AUTOMATICO A PIOGGIA (IMPIANTO SPRINKLER).

CAMERINI E CAMERONI- DEVONO ESSERE UBICATI ESTERNAMENTE AI MURI PERIMETRALI DELLA SCENA.- LE COMUNICAZIONI DEI CAMERINI E CAMERONI CON LA SCENA E CON L’ESTERNO ����������������DEVONO AVVENIRE ATTRAVERSO CORRIDOI E SCALE, DI CUI AL PUNTO PRECEDENTE.

FIG. B.3.3./2 SCENA DI TIPO SEPARATO PER TEATRI CON CAPIENZA SUPERIORE A 1000 SPETTATORI (Dec. Min. Interno 19 agosto 1996)

SCENA

Page 21: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

ORCHESTRA(GOLFO MISTICO)

BOCCASCENA

SCENA

RETROSCENA

PROSCENIO

A

1,5A

2A

SE

RV

IZI D

I SC

EN

A

SE

RV

IZI D

I SC

EN

A

PARETE REI 90

SIPARIO TAGLIAFUOCO

PORTAREI 90

COMPARTIMENTI CON RESISTENZA AL FUOCO REI 90 (AMBITO DELLA SCENA)

COMPARTIMENTI CON RESISTENZA AL FUOCO REI 60 (DEPOSITI, LABORAT.)

CORRIDOI DI DISIMPEGNO INTORNO ALLA SCENA

VARCHI MUNITI DI PORTE REI 90 (EVENTUALI VARCHI TRA SCENA E SALA)

VARCHI MUNITI DI PORTE REI 60 (DA CORRIDOI E DISIMPEGNI AI COMPARTI)

PERCORSI PERSONALE (ATTORI, TECNICI, ECC.)

PERCORSI MATERIALI DI SCENA

PARETE REI 90

BA

LLA

TO

I

LABORATORI

RETROSCENA

DEPOSITI

BO

CC

AS

CE

NA

PR

OS

CE

NIO

ORCHESTRA

GRATICCIATO

H

2H ÷

3H

FO

ND

ALE

MANOVRASOTTOSCENA(PONTI MOBILI)

LEGENDA

>2M

.

FONDALE

SIPARIO METALLICO

PO

NT

I MO

BIL

IP

ON

TI

LUC

I

PANNO BOCCASCENA

SCALESCALE

PROVE

DIREZIONE

AMMINISTR.

SCHEMA PRIMO LIVELLO (SCENA) SCHEMA SECONDO LIVELLO (CAMERINI, LABORATORI)

SCHEMA LIVELLI SUPERIORI (UFFICI AMMINISTRATIVI E DIREZIONE)

SEZIONE IN ASSE DI SCENA

SCENA

A

1,5A

2A

PARETE REI 90

SIPARIO TAGLIAFUOCO

FONDALE

SCALE SCALE

SCENA

A

1,5A 2A

PARETE REI 90

SIPARIO TAGLIAFUOCO

FONDALE

SCALE SCALE

SCHEMA TERZO LIVELLO (SALE PROVA, CAMERONI)

UF

FIC

I

SC

ALE

SC

ALE

SERVIZI SERVIZI

CA

ME

RIN

I

LAB

OR

AT

OR

IOP

AR

RU

CC

HE

LAB

OR

AT

OR

IOT

RU

CC

O

LAB

OR

AT

OR

IOC

OS

TU

MI

DE

PO

SIT

OC

OS

TU

MI

CA

ME

RIN

I

SC

ALE

SC

ALE

SALA PROVE SALA PROVE

SC

ALE

SC

ALE

SERVIZI SERVIZI

CA

ME

RO

NE

CA

ME

RO

NE

CA

ME

RO

NE

CA

ME

RO

NE

SC

ALE

SC

ALE

SERVIZI SERVIZI

AC

CO

ST

AM

EN

TO

VV

.FF

.

AC

CO

ST

AM

EN

TO

VV

.FF

.

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO

B 107

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.3.3.

B.3.3.

TEATRI

TEATRI

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

FIG. B.3.3./3 SCENA DI TIPO SEPARATO PER GRANDE TEATRO LIRICO CON CAPIENZA SUPERIORE A 1000 SPETTATORI (Dec. Min. Interno 19 agosto 1996)

Page 22: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

B 108

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLOB.3.3. TEATRI

DISPOSIZIONI PARTICOLARI PER LA SCENA (DM INTERNO 19 AGOSTO 1996)

DEPOSITI E LABORATORI NON DEVONO AVERE COMUNICAZIONE CON LA SCENA E CON AREE RISERVATE AL PUBBLICO, SALVO I MAGAZZINI DEGLI SCENARI E DELLE ATTREZZATUREPER SPETTACOLI IN CORSO, CHE POSSONO COMUNICARE CON LA SCENA TRAMITE PORTE REI 90.

CAMERINI E LOCALI DEGLI ARTISTI NON DEVONO COMUNICARE DIRETTAMENTE CON LA SCENA.

NEI TEATRI CON SCENA DI TIPO SEPARATO DALLA SALA, PER CONSENTIRE L’INTERVENTO DEI MEZZI VV.FF. DEVE ESSERE ASSICURATA L’ACCESSIBILITÀ ALLA ZONA COMPRENDENTELA SCENA ED I LOCALI DI SERVIZIO. IN PARTICOLARE:A) NEI TEATRI DI CAPIENZA SUPERIORE A 1000 SPETTATORI, IL CORPO DI FABBRICA CONTENENTE LA SCENA E I LOCALI DI SERVIZIO DEVE ESSERE ATTESTATO SU LUOGHI SCOPERTI PER UNA FRAZIONE NON INFERIORE AL 50% DEL SUO PERIMETRO;B) NEI TEATRI DI CAPIENZA COMPRESA TRA 500 E 1000 SPETTATORI, IL CORPO DI FABBRICA, CONTENENTE LA SCENA E I LOCALI DI SERVIZIO DEVE ESSERE ATTESTATO SU SPAZI SCOPERTI PER UNA FRAZIONE NON INFERIORE AD UN TERZO DEL SUO PERIMETRO.

SERVIZI RETROSCENA

DEPOSITI

LABORATORI

PROVE

DIREZIONE

AMMINISTR.

SERVIZI DI SCENA LATERALI

SERVIZI DI SCENA LATERALI

SERVIZI SOTTO-SCENA

ORCHESTRA

SPAZI PER L'ALLESTIMENTO E LA MOVIMENTAZIONE DELLE SCENE

LA MOVIMENTAZIONE DELLE SCENE O DI PARTI COMPONENTI GIÀ PREDISPOSTE PUÒ AVVENIRE PER DISCESA DALL'ALTO, PER SOLLEVAMENTO DAL BASSO O PER TRASLAZIONE:

- AVVIENE PER DISCESA DALL'ALTO PREVALENTEMENTE PER QUINTE, FONDALI, VELATURE E SIMILI CONTENUTI NELLA 'TORRE SCENICA' E CALATE MEDIANTE 'TIRI'

- AVVIENE DAL BASSO (DAL LOCALE 'SOTTO-SCENA') PREVALENTEMENTE PER LE VARIAZIONI ALTIMETRICHE DEL PIANO SCENICO, OTTENUTE MEDIANTE 'PONTI MOBILI' MODULARI E 'SETTI' ORDINATI A GRIGLIA, CHE S'INNALZANO LUNGO GUIDE CHE CONSENTONO UN'ESCURSIONE (GENERALMENTE DA - 3 A +3 M) RISPETTO AL PIANO SCENICO.

- PUÒ AVVENIRE PER TRASLAZIONE ORIZZONTALE DA SPAZI LATERALI E/O DAL RETROSCENA. IN ALCUNI TEATRI MAGGIORI IL RETROSCENA HA LE STESSE DIMENSIONI DELLA ZONA SCENICA ESPOSTA, IN MODO DA CONSENTIRE LA TRASLAZIONE DI INTERE SOLUZIONI SCENICHE (COME NEL CASO DEI NUOVI TEATRI DI GENOVA E DI MILANO).

PANNO BOCCASCENA

SIPARIO METALLICO

FIG. B.3.3./4 SCENA DI TIPO SEPARATO PER GRANDE TEATRO LIRICO CON CAPIENZA SUPERIORE A 1000 SPETTATORI

➦ SCENA

Page 23: PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE PER … · PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B 87 C. ESERCIZIOPROFESSIONALE D.PROGETTAZIONE STRUTTURALE

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • IMPIANTI E ATTREZZATURE PER LO SPORT

B 109

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.4.1.

B.4.1.

PROGRAMMAZIONE,

LOCALIZZAZIONE E

RIFERIMENTI NORMATIVI

B.3.3.

TEATRI

PROGRAMMAZIONE, LOCALIZZAZIONE E RIFERIMENTI NORMATIVI

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

1961 Circolare Ministero Turismo 20 dicembre 1961 n.8912Norme di sicurezza per l’agibilità di piste destinate ad attività kartistica acarattere ricreativo.

1962 Circolare Ministero Interno 2 luglio 1962 n.68Norme di sicurezza per l’agibilità delle piste e strade sedi di competizionivelocistiche per auto e motoveicoli.

1973 Lettera Ministero Interno 5 dicembre 1973 n.26092/4109Piscine coperte con capannone pressostatico.

1976 Lettera Circolare Ministero Interno 3 marzo 1976Copertura per impianti sportivi con strutture in legno lamellato.

1983 DM Interno 6 luglio 1983Norme sul comportamento al fuoco delle strutture e dei materiali daimpiegarsi nella costruzione di teatri, cinematografi e altri locali di pubblicospettacolo in genere.

1984 Lettera Circolare Ministero Interno 13 giugno 1984 n.2818/4109DM Interno 28 agosto 1984Modificazioni al DM 6 luglio 1983 concernente norme sul comportamento alfuoco delle strutture e dei materiali da impiegarsi nella costruzione di teatri,cinematografi e altri locali di spettacolo in genere.

1987 Legge 6 marzo 1987 n.65Conversione in legge con modificazioni del DL 3 gennaio 1987, n.2,concernente misure urgenti per la costruzione o l’ammodernamento diimpianti sportivi per la realizzazione o completamento di strutture sportivedi base per l’utilizzazione dei finanziamenti aggiuntivi a favore delle attivitàdi interesse turistico.DM Turismo e Spettacolo 22 maggio 1987Adozione dei criteri e del parametri previsti dall’art.1 c. 4, del DL 3 gennaio1987, n.2, convertito, con modificazioni nella legge 6 marzo 1987, n.65,recante: “Misure urgenti per la costruzione, l’ammodernamento di impiantisportivi per la realizzazione, completamento di strutture sportive di base e perl’utilizzazione dei finanziamenti aggiuntivi a favore delle attività di interesseturistico”.

1989 DM Interno 25 agosto 1989Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio di impianti sportivi.

1991 DM Sanità 11 luglio 1991Atto di intesa tra Stato e Regioni relativo agli aspetti igienico-sanitari concernentila costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine a uso natatorio.

1993 Circolare Interno 3 giugno 1993 n.12DM 25 agosto 1989 “norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio diimpianti sportivi” interpretazione degli artt.8 e 9.Circolare Interno 24 giugno 1993 n.559/C.3742.10089Attività di tiro a segno – Disposizioni applicative degli articoli 76 delRegolamento di esecuzione del TULLPS e 31 della legge 18 aprile 1975n.10.

1994 DPCM 27 settembre 1994Integrazione di finanziamenti per il completamento di impianti sportivi.

1996 DPR 24 luglio 1996 n.503Regolamento recante norme per l’eliminazione delle barriere architettonichenegli edifici, spazi e servizi pubblici.DM Interno 18 marzo 1996Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi.

1997 Circolare Ministero Interno 18 giugno 1997 n.9 Mi.Sa. (97)Utilizzo di impianti sportivi per manifestazioni occasionali a carattere nonsportivo – chiarimenti sull’art.12 del DM 18 marzo 1996.Circolare Interno 18 dicembre 1997 n.21 Mi.Sa. (97)Utilizzo occasionale di impianti sportivi al chiuso per spettacoli musicali dal vivo.

Atletica leggera: Istruzioni Tecniche per la costruz. di ImpiantiEstratto da pubblicazione edita dalla FIDAL (Federazione Italiana AtleticaLeggera).

Calcio: Dimensioni Regolamentari dei CampiRegolamento impianto sportivo (secondo il Regolamento della FederazioneItaliana Gioco Calcio – FIGC).

Palestra: Istruzioni Tecniche per la Costruzione di ImpiantiProposta-Tipo Elaborata dal Centro Studi Impianti Sportivi del CONI – Roma.UNI SPORT: Elenco delle Norme (v. Tab. B.4./2).

In tema di fruibilità e agibilità degli spazi e attrezzature collettive, gli impianti sportivioccupano una posizione privilegiata inquanto la pratica sportiva delle diverse discipli-ne e le corrispondenti caratteristiche dei relativi impianti è rigorosamente regolata intutti i suoi aspetti da compendi normativi di ambito internazionale che fanno capo allediverse “Federazioni”; compendi accolti nelle legislazioni nazionali, e – per quantoriguarda l’Italia – posti sotto l’attività di coordinamento, controllo e verifica del CONI(Comitato Olimpico Nazionale Italiano).Altri compendi normativi di rilevante interesse per la progettazione esecutiva delleopere relative a impianti, strutture e attrezzature per la pratica delle attività sportivesono stati elaborati dall’ UNI (in particolare dalla sezione UNISPORT). Le più interes-santi tra queste disposizioni sono richiamate nell’elenco esposto di seguito. Le prescrizioni rivolte ad assicurare “sicurezza” negli impianti interessati dalla pre-senza di pubblico, impartite da autorità nazionali come il Ministero dell’interno, costi-tuiscono anch’esse apparati normativi articolati e dettagliati, soprattutto in epocarecente dato il verificarsi di numerosi e gravi fenomeni di “violenza negli stadi”. La estensione, completezza e stabilità di tali prescrizioni consente una programma-zione, una progettazione e una realizzazione dettagliatamente regolata degli impiantisportivi, tale da essere trattata in forma manualistica, a differenza di altre importantiattrezzature pubbliche che contemplano programmi più articolati e flessibili.

PROGRAMMAZIONE E LOCALIZZAZIONE DEGLI IMPIANTI SPORTIVI

TAB. B.4.1./1 IMPIANTI SPORTIVI – RIFERIMENTI NORMATIVI

COMPETENZE NORMATIVE

Il sistema normativo che regola il settore dell’edilizia sportiva è articolato in diverseleggi e regolamenti che attengono a diversi ambiti di competenza e a diversi organi-smi normativi:• Allo stato competono compiti di coordinamento e di determinazione degli obiettivi

nell’ambito della programmazione economica, come sono: procedure per la realiz-zazione di opere pubbliche, leggi di erogazione dei finanziamenti, piani di interven-to economico.Allo stato competono inoltre le disposizioni in materia di sicurezza e prevenzione (DM Interno del 18 marzo 1996, riportato in B.4.2.) e quelle in materia di conteni-mento dei consumi energetici.

• Alle Regioni competono i programmi regionali di sviluppo, e in particolare: le dis-posizioni sugli standard urbanistici, le norme per la costruzione e per il finanzia-mento degli impianti sportivi, gli interventi in materia di programmazione e sviluppodelle attività sportive.

• L’UNI ha costituita una Commissione “Impianti e attrezzi sportivi e ricreativi” (allaquale partecipa anche il CONI), che ha emanato le seguenti norme:

REQUISITI RICHIESTI NELLA PROGRAMMAZIONE EPROGETTAZIONE DI IMPIANTI SPORTIVI

Norme e regolamenti di riferimento per la programmazione e la progettazione degliimpianti sportivi si esprimono in merito alle seguenti categorie di requisiti:• Requisiti di localizzazione e di accessibilità;• Requisiti di sicurezza e agibilità; • Requisiti di sicurezza statica e di sicurezza agli incendi;• Requisiti di benessere ambientale e igiene;• Requisiti di manutenzione e gestione;• Requisiti di funzionalità e praticabilità delle attività sportive;• Requisiti di visibilità e buona fruizione dello spettacolo sportivo.

In questo stesso ordine la materia viene ordinata nei paragrafi seguenti.

UNI 8617 “Urbanistica per lo sport – Terminologia”

UNI 8617“Aree all’aperto – Elenco delle attività sportive e ricreative prati-cabili nei diversi ambienti fisici in relazione ai momenti di attivitàe alle tipologie delle aree”.

UNI 8618 “Attività sportiva – Terminologia generale”.

UNI 8619 “Sistema edilizio sportivo – Terminologia e classificazione gene-rale”

UNI Sport 14 “Edilizia sportiva – Superfici sportive – Terminologia generale”.

UNI Sport 15 “Edilizia sportiva – Superfici sportive – Analisi dei requisiti difunzionalità sportiva”.

UNI Sport 16 “Edilizia sportiva – Superfici sportive – Lista delle azioni agenti”.