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L’alimentazione per diabetici – ieri e oggiMargrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulinaCosa dovrei o potrei (ancora) mangiare?TRANSCRIPT
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La rivista un po’ diversa per persone con diabete.
4 |2011
AlimentazioneL’alimentazione per diabetici – ieri e oggi
Margrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulina
Cosa dovrei o potrei (ancora) mangiare?
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Care lettrici, cari lettori
Più gusto e piacere, meno rinunce e divieti – ovvero, quanto è cambiato nel corso degli anni il modo di considerare l’alimentazione dei diabetici.
Nell’articolo principale sulla salute, il prof. Keller sottolinea come la dietetica possa contribuire a una terapia efficace del diabete e come essa abbia saputo adattarsi ai cambiamenti nelle condizioni di vita.
L’intervista a Margrit Ferrari, che per 60 anni è riuscita ad adattare la propria vita al diabete, è un esempio pratico di questi cambiamenti.
La nostra redattrice è andata alla ricerca di nuove tendenze alimentari, quali lo Slow Food o il Functional Food. Che significano queste espressioni? E sono compatibili con un’alimentazione per diabetici?
Il piacere dei sensi e il cibo come esperienza. La gastronomiaesperienza è di tendenza, che si tratti di mangiare su una funivia in movimento, o nel silo di una miniera, oppure sotto il tendone di un circo durante lo spettacolo. Perché no? Forse troverete anche voi nella nostra rivista un’idea simpatica per una prossima festa.
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Vi auguriamo buona lettura.
Peter Jäggi
editoriale indice
impressum La rivista un po’ diversa per persone con diabete.
Organo ufficiale del Gruppo di interessi per persone con diabete. Anno XII – N. 3/2011 – ISSN 1664-4786
Frequenza di pubblicazione 4 numeri all’anno in tedesco, in francese e in italiano
Tiratura in tedesco: 32 830 copie per membri e donatori + 5 633 copie a distribuzione gratuita in francese: 7 622 copie per membri e donatori + 5 671 copie a distribuzione gratuita in italiano: 2 419 copie per membri e donatori + 1 286 copie a distribuzione gratuita tiratura certificata da REMP
Redazione «PRISMA», Postfach 96, CH-6343 Rotkreuz, [email protected], www.prisma-online.ch
Editore Gruppo di interessi per persone con diabete.
Segreteria di redazione Franziska Bachl, «PRISMA», Postfach 96, 6343 Rotkreuz, tel. 041 799 62 79, fax 041 799 65 63
Equipe redazionale Peter Jäggi (Redattore capo), Tina Ackermann (TA), Franziska Bachl (FBA), Freddy Karrer (FKA), Christian Vitorino (CVI), Bruno Candrian (BCA)
Vendita inserzioni Axel Springer Schweiz AG, Fachmedien, Postfach, 8021 Zürich tel. 043 444 51 04, fax 043 444 51 01, [email protected], www.fachmedien.ch
Casa editrice Distribuzione Pubblicità LABOLIFE-Verlagsgemeinschaft, c/o DEGRA AG, Grundstrasse 16, CH-6343 Rotkreuz, Mail [email protected]
Produzione DEGRA AG, Grundstrasse 16, CH-6343 Rotkreuz, Mail [email protected]
Traduzioni SCRIBE, CH-2500 Biel 4, tel. 032 342 77 77, fax 032 342 43 67
Prezzi di vendita abbonamento annuale CH/FL: CHF 10.– numero singolo: CHF 3.– (più spese postali e spese di spedizione)
Cambiamento d’indirizzo Inviare una cartolina al servizio abbonati oppure consultare il sito www.prisma-online.ch o telefonare allo 0800 803 303
salute 4 L’alimentazione per diabetici – ieri e oggi
vivere meglio 7 Cosa dovrei o potrei (ancora) mangiare?
16 Caccia al tesoro e pasticcini
reportage 9 Margrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulina
prodotti 12 Accu-Chek Mobile – un pratico aiuto anche
prima e dopo i pasti
22 Maggior sicurezza grazie all’autocontrollo
della coagulazione
scienza 13 Infoteca
diversicum 19 La nostra ricetta di Natale: un piatto festivo
vegetariano
20 A tavola in luoghi particolari, per risvegliare tutti i sensi
4 salute
salute
L’alimentazione dei diabetici – ieri e oggi
debba essere ottenuta in maniera aggressiva o con misure alimentari a senso unico. Già una perdita dal 5 al 10% del peso corporeo è un obbiettivo realistico ed efficace nel lungo termine.
In passato, lo zucchero era un tabù per i
diabetici…
Oggigiorno non vengono più proibiti i prodotti che contengono zucchero. Al contrario, vi sono alcuni tipi di frutta che, benché dolci, sono assolutamente raccomandati; allo stesso modo, vi sono alcuni dolciumi che possono essere ammessi in quantità limitate. Questo «rilassamento» ha sicuramente fornito un grande contributo alla qualità della vita delle persone affette da diabete.
Su cosa ci si concentra oggi in fatto di
alimentazione?
Non più «solo» sui carboidrati o sui grassi, si cerca di considerare l’alimentazione nel suo complesso. Oggi si presta maggiore attenzione soprattutto ai principi di un’alimentazione sana, ovvero si tende verso un’alimentazione basata principalmente
su frutta, verdura e prodotti integrali, contenente quantità ridotte di grassi saturi e di sale. Questo corrisponde a un’alimentazione di tipo mediterraneo.
Oltre alla riduzione di peso, quali altri
obbiettivi dovrebbero essere raggiunti
con una sana alimentazione?
Accanto a un’alimentazione «sana», equilibrata e regolata in base alle esigenze individuali, nelle persone affette da diabete si dovrebbero evitare i picchi di glicemia dopo i singoli pasti. La quantità di carboidrati rappresenta il fattore decisivo nell’aumento della glicemia dopo i pasti. Le persone affette da diabete di tipo 1, sottoposte a una terapia insulinica «funzionale», imparano ad assumere insulina «rapida» prima dei pasti in relazione alla quantità di carboidrati che assumeranno.
Accanto a un’attività fisica adeguata,
l’alimentazione rappresenta uno dei
pilastri principali nella terapia del
diabete. Qual è l’alimentazione «giusta»
per i diabetici alla luce delle attuali co
noscenze? Esistono tuttora delle direttive
Prisma: Professor Keller, le raccoman
dazioni alimentari destinate ai pazien
ti diabetici subiscono sempre, nel corso
del tempo, modifiche grandi e piccole.
Quali sono i fondamenti delle ultime
linee guida basate sulle evidenze e in
che misura si differen ziano rispetto
alle precedenti raccomandazioni?
Ulrich Keller: Le odierne raccomandazioni alimentari in presenza di diabete di tipo 2 non si riferiscono più in maniera esclusiva a grassi e carboidrati. Si tratta di forme di alimentazione efficaci e raccomandabili, a seconda delle preferenze o disposizioni individuali, caratterizzate da un contenuto relativamente basso di carboidrati e da un contributo corrispondentemente elevato di proteine o da un contenuto ridotto di determinati grassi.
Quale obbiettivo si intende raggiungere
con le diverse forme di alimentazione per
le persone affette da diabete?
La riduzione di peso continua a svolgere un ruolo chiave nelle persone in sovrappeso affette da diabete di tipo 2. Le raccomandazioni attuali sottolineano come la riduzione di peso non
In passato si trattava soprattutto di divieti e di rinunce. Oggi al benessere delle persone affette da diabete
contribuiscono anche il gusto e il piacere a tavola. In questa intervista il professor Ulrich Keller, FMH in
endocrinologia e diabetologia a Basilea, ci illustrerà l’evoluzione verificatasi nel campo dell’alimentazione
per diabetici.
salute
5L’alimentazione dei diabetici – ieri e oggi
in fatto di ripartizione tra carboidrati,
grassi e proteine?
La ripartizione di carboidrati e grassi oggi è trattata in modo più flessibile rispetto al passato, quando si riteneva che la percentuale di grassi nell’alimentazione dovesse ammontare al massimo al 25 – 30% delle calorie quotidiane. Secondo il punto di vista attuale, la percentuale di carboidrati dovrebbe essere pari al 45 – 55% dell’energia totale, mentre quella di grassi a circa il 25 – 35%. Oggi si sottolinea come grassi e carboidrati non siano sostanzialmente «buoni» o «cattivi». Più che la quantità, a fare la differenza è il tipo di grassi o di carboidrati; in entrambe le categorie si trovano esempi positivi e negativi. Così, i grassi insaturi o i carboidrati «lenti» sono assolutamente accettabili.Alle proteine sono destinate le quote percentuali rimanenti dell’energia complessiva. A tale riguardo, nelle persone affette da diabete di tipo 2 in sovrappeso si tende a portare la percentuale proteica al di sopra del
fabbisogno minimo. Questo perché le proteine sono particolarmente adatte dal punto di vista energetico e offrono un elevato grado di saturazione; inoltre, sono neutrali quanto a glicemia e lipemia.
In passato venivano raccomandati di
preferenza cinque piccoli pasti rispetto ai
tre pasti principali. Si tratta di un punto
di vista ancora attuale?
Questa raccomandazione risale a un periodo nel quale, per la copertura dei pasti, era disponibile solo l’insulina ordinaria. Questa aveva effetto in tempi lenti, dalle quattro alle sei ore. Alle persone affette da diabete di tipo 1 veniva quindi consigliato di consumare dei pasti intermedi per evitare l’insorgere di ipoglicemie. Questo non ha più senso con la moderna insulina, dall’effetto più rapido. Tre pasti rappresentano la regola per le persone fisicamente meno attive, per le quali ovviamente non sono vietati dei pasti intermedi (nel rispetto dell’apporto energetico complessivo).
Qual è il significato dell’indice glicemico
per l’odierna consulenza alimentare?
L’indice glicemico descrive l’effetto che hanno gli alimenti contenenti carboidrati di aumentare la glicemia. L’indice ha un significato ridotto per la consulenza alimentare, in quanto è corretto solo a livello teorico: il suo valore non è stimabile nei normali pasti compositi.
Per i pazienti affetti da diabete sono
raccomandabili nuove forme alimentari,
quali ad esempio il Functional Food?
Normalmente non sono necessari alimenti speciali. Le persone affette da diabete imparano come comportarsi con gli alimenti comuni. Le eccezioni sono rappresentate, ad esempio, dalle bevande dolcificate artificialmente anziché con lo zucchero, qualora si desideri una bevanda dolce evitando tuttavia il carico zuccherino di una comune bibita.
Sconsigliereste a un diabetico di
consumare del fast food, ad esempio un
hamburger con patatine fritte?
Piuttosto che sconsigliarlo in assoluto, preferirei sottolineare i numerosi aspetti negativi di un tale alimento, che sono poi gli stessi anche per le persone non affette da diabete. Il fast food tradizionale, ad esempio hamburger e patatine fritte, è grasso e salato. Cibarsi di questi alimenti non rappresenta un’alimentazione equilibrata e può avere conseguenze sulla salute e sull’aumento di peso. Anche in questo caso vale la regola della moderazione.
Un bicchiere di vino rosso fa parte della
dieta mediterranea a tutti gli effetti.
Cosa pensa al riguardo? Quanto deve
essere grande il famoso bicchiere? E può
davvero accompagnare tutti i pasti?
Nel comportamento con l’alcol, per le persone affette da diabete valgono le stesse raccomandazioni valide per le persone non affette: l’alcol è un prodotto da assumere con moderazione. Concretamente, per una persona sana, affetta o meno da diabete, due
decilitri di vino rosso al giorno sono assolutamente accettabili, a meno che questo non confligga con particolari motivi di salute. Non si deve tuttavia dimenticare che anche il vino rosso contiene calorie.
Per la prima volta sono state diramate
anche delle direttive alimentari per la
prevenzione del diabete di tipo 2. Per chi
valgono queste raccomandazioni e qual è
il loro contenuto?
Queste raccomandazioni valgono per le persone con rischio elevato di diabete di tipo 2: si tratta di persone con familiarità per il diabete, di persone in sovrappeso o di persone che presentano valori di glicemia vicini alla soglia limite.Le raccomandazioni chiariscono come una moderata riduzione di peso, il consumo di pochi grassi saturi e di alimenti ricchi di fibre e un’attività fisica regolare possano evitare o ritardare l’insorgenza del diabete.
Come cambierà il ruolo del consulente
alimentare alla luce di queste linee
guida?
Oggi è un fatto riconosciuto che una consulenza alimentare qualificata non è solo parte integrante della terapia del diabete, ma costituisce anche una forma di prevenzione. Negli USA questa viene denominata «Medical Nutrition Therapy». Ogni persona affetta da diabete dovrebbe, alla luce delle raccomandazioni delle associazioni specialistiche, avere accesso a una consulenza alimentare.La consulenza alimentare si occupa, fin dall’inizio della terapia del diabete di tipo 2, di modificare lo stile di vita, al fine di normalizzare i valori metabolici grazie a misure alimentari e con lo stimolo dell’attività fisica quotidiana. Il vantaggio di queste misure è che i farmaci diventano superflui; inoltre, non solo i valori della glicemia, ma anche i valori della pressione arteriosa e della lipemia vengono migliorati.
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salutesalute
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Prof. dott. Ulrich Keller FMH in endocrinologia e diabetologiaMissionsstr. 244055 BasileaTel. 061 264 9797
7
Cosa dovrei o potrei (ancora) mangiare?
te consapevolezza della popolazione e al suo interesse per un’alimentazione sana. Che questa consapevolezza non si rifletta ancora del tutto sulle abitudini, lo dimostra il 5° rapporto svizzero sull’alimentazione dell’anno 2005. Esso stabilisce che in Svizzera esistono le premesse per un’alimentazione sana, ma che vengono ancora sfruttate troppo poco. Il rapporto sollecita misure di prevenzione più energiche in fatto di alimentazione. Il 6° rapporto svizzero sull’alimentazione è previsto per la fine del 2012.
Prodotti light e dietetici «Light is out». I prodotti contrassegnati da diciture come «a ridotto contenuto di grassi» oppure «a basso contenuto calorico» vengono associati all’idea di rinuncia. Chi non riesce a mantenersi in salute con un’alimentazione sana e molto movimento non viene considerato «cool».
Bio, preferibilmente da pro-duttori regionaliGli alimenti bio stanno riscuotendo un enorme successo. Essi trasmettono fiducia e familiarità. Il loro valore aggiunto sta proprio nella percezione della qualità degli ingredienti e della continuità della produzione. Se poi al
«bio» si aggiunge magari un rapporto personale con i produttori regionali e una preparazione accurata, allora le moderne consumatrici e i moderni consumatori si sentiranno particolarmente bene a tavola. Nella loro mente è radicato il principio che chi vuole mangiar sano deve mangiare prodotti naturali e controllati.
Fast food: dietrofront e nuovi concettiLe classiche catene di fast food stanno cambiando musica? La loro formula di successo «grasso e salato» è di per sé malsana e ha portato negli USA, negli anni 2000, a una stagnazione del volume d’affari. Di conseguenza, il logo rosso con la M gialla è diventato verde, sul menu ultimamente si trovano delle verdure, e secondo la filosofia aziendale si cerca di impegnarsi «attivamente per uno stile di vita equilibrato». Il fast food è, come suol dirsi, di tendenza; tuttavia deve essere sano, innovativo e degno di fiducia. Questa esigenza, avvertita soprattutto dalla popolazione attiva dei centri urbani, ha portato a nuovi interessanti concetti di alimentazione. In Svizzera adesso troviamo, come alternativa alle grandi catene di fast food, le offerte
TA. Le mutevoli abitudini alimentari sono vecchie quanto la scoperta del fuoco. E alla fin fine sono legate alle usanze e alle tradizioni culturali e religiose, al clima e alla disponibilità di cibo, così come alle abitudini lavorative di una data società. Tuttavia molte abitudini con il tempo vengono superate – ad esempio il pesce il venerdì, l’arrosto la domenica – , mentre tante altre abitudini riguardanti il modo di mangiare, così come determinate preferenze, hanno lasciato il posto ad altre ancora. Mentre nell’anno 2004, secondo un giornale americano, l’uso dello zenzero, del wasabi, del succo di melagrana e di marche rétro era di moda, in Europa si riscontrano invece attualmente le abitudini alimentari descritte nel seguito.
Functional Food o integrato-ri alimentari Questo trend ebbe inizio negli anni ‘90 quando furono introdotti sul mercato, tra gli altri, anche gli yogurt arricchiti con colture di batteri probiotici. Grazie alle sostanze in esso contenute, come ad esempio gli acidi grassi omega 3 o le vitamine A, C ed E, il Functional Food promette particolari benefici per la salute. Questa tendenza si accompagna alla crescen
È una cosa risaputa che noi siamo quello che mangiamo. A che punto siamo dunque con il mangiare?
Una panoramica delle tendenze attuali nell’alimentazione, indipendentemente da raccomandazioni
e proibizioni.
vivere meglio
Cosa dovrei o potrei (ancora) mangiare?
di panetterie e macellerie, oppure i «lunch» nei locali della grande distribuzione. A Londra, ad esempio, le persone attente all’alimentazione si servono presso «Pret A Manger». L’impresa fu fondata nel 1986 da due studenti amici con l’intenzione di offrire fast food privi di additivi chimici o di conservanti. «Organic» fu chiamata allora l’offerta. Adesso in tutto il mondo si contano 265 «Prets». L’offerta comprende sandwich, insalate, Wraps, Toasties, articoli di panetteria, succhi di frutta, tutti preparati freschi in loco. La freschezza e «purezza» degli ingredienti che ne risulta entra a far parte anche dello stile di comunicazione, con lo slogan «Eat with your Head» (mangia con intelligenza). Dal 1996, anche il concorrente EAT scuote le abitudini nutrizionali della City londinese. EAT si basa su un analogo concetto orientato al conseguimento di un ottimo stato di salute, tuttavia preferisce sperimentare. Proprio per questo, la «zuppa marocchina di radici di verdure con Charmoulla» di EAT è diventata la zuppa preferita dei londinesi. Anche in Svizzera abbiamo «Organic». Il marchio «***delicates
sa» di proprietà di Globus raggruppa sotto la sua etichetta bio verde una svariata gamma di prodotti spesso provenienti da produttori locali – dagli anelli di mela secchi fino al Malanser Blauburgunder, un ottimo pinot nero. Anche l’associazione «Slow Food» intende offrire un’alternativa al fast food. L’organizzazione, impegnata nel tentativo di conciliare etica e piacere contro la standardizzazione del gusto, conta 100 000 soci in 130 paesi. Questo megatrend sembra affermarsi, dai menu pronti per il forno a microonde destinati ai single, fino ai prodotti per famiglie intere: vivere in modo sano grazie ad alimenti privi di additivi, che siano stati prodotti in armonia con la natura. Questo vale in misura crescente anche per la carne. Il bestseller «Eating Animals» dello scrittore statunitense Jonathan Safran Foer (edito in italiano con il titolo «Se niente importa»), sulle atrocità dell’allevamento di massa del bestiame e gli scioccanti metodi di macellazione, ha destato scalpore. Chi l’ha letto diventa subito vegetariano, oppure si concede la carne (bio) solo
in casi eccezionali. Nonostante tutto però, la carne è sempre più amata. L’Unione svizzera dei contadini, nel suo libello su «Sviluppi e previsioni sulla produzione di prodotti alimentari», constata che ci sarà un crescente spostamento dai prodotti vegetali a quelli animali. Rispetto al 1961, il consumo procapite di prodotti animali è aumentato del 40%. Sempre maggiori quantità di cereali vengono impiegate come mangime per gli animali; con la ben nota conseguenza di affamare sempre di più i paesi di più poveri. Che il pesce non sia proprio un’alternativa alla carne l’hanno riconosciuto, nel frattempo, anche i soggetti più sensibilizzati in fatto di alimentazione. Nei mari in cui la pesca è eccessiva si è giunti all’esperimento di «coltivare» i pesci d’allevamento. Greenpeace mette in guardia rispetto al fatto che perfino per gli allevamenti di pesci bio, soprattutto di pesci selvatici come i salmoni, le trote o i branzini, il metodo non è assimilabile all’allevamento di animali, perché i pesci non hanno libertà di movimento e vengono fatti ingrassare artificialmente.
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Margrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulina…
Mi comporto in modo responsabile e coscienzioso. Inoltre, «sento» quando sta per sopraggiungere una ipoglicemia. Mi faccio regolarmente l’autocontrollo, a volte anche qualcuno in più. Ma non ho mai tenuto un diario in 60 anni di diabete perché, semplicemente, non mi andava.
E il suo medico l’ha accettato senza
problemi?
Ma certo! Anzi, tutti e tre i diabetologi che mi hanno seguita nel corso dei miei 60 anni di diabete! Dopo essere
sfuggita a cinque anni di cure inadeguate presso il mio medico di famiglia, sono arrivata dal dottor Georg Constam. Negli anni ‘50 era un luminare nel campo del diabete. Per me è stato come un padre. Ho avuto piena fiducia in lui e, grazie a lui, non ho sofferto di alcuna conseguenza duratura delle terapie iniziali sbagliate, consigliate dal mio medico di famiglia. Quando sono arrivata da lui avevo già le gambe blu e numerose infiammazioni ai nervi. La nostra prima figlia pesava 4 chili e 750 grammi alla nascita, men
Prisma: Lei ha dato voti eccellenti
all’AccuChek Mobile nel suo questiona
rio. È davvero così convinta?
Margrit Ferrari: Certo! L’AccuChek Mobile è formidabile. Niente più strisce reattive! Comodo e bello da vedere. E il pungidito è integrato. Semplicemente perfetto!
Nel sondaggio lei ha anche indicato
di essersi portata il suo AccuChek
Mobile in viaggio. Dove è andata?
Mio marito, che ha 84 anni, ed io, che ne ho compiuti 80 in aprile, andiamo volentieri al caldo d’inverno. Quest’anno siamo stati in Kenya, ma abbiamo visitato più volte l’India, la Tailandia, l’Indonesia e l’isola di Bali.
E da un po’ di tempo l’AccuChek
Mobile parte con lei?
Proprio così. Anche se devo ammettere che l’apparecchio potrebbe essere un po’ più leggero. Sa com’è, quando si viaggia si cerca sempre di ridurre il peso al minimo. Ma non rinuncerei in nessun caso al mio AccuChek Mobile. Per me è essenziale.
Lei convive col diabete da 60 anni.
Come ci riesce?
Margrit Ferrari convive con il diabete dall’età di 21 anni. Non ha mai tenuto un diario del diabete,
ma ha vissuto in prima persona le evoluzioni nella terapia del diabete. Oggi non farebbe più a meno
del suo nuovo Accu-Chek Mobile.
reportage
Margrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulina…
Margrit e Arnaldo Ferrari. Lei convive col diabete da 60 anni.
reportage
tre io all’epoca pesavo appena 40 kg. È stata una fortuna che la bambina sia sopravvissuta. Durante le due gravidanze successive sono stata seguita dal dottor Constam. I bambini erano di peso normale alla nascita, e questo dimostrava che il mio equilibrio era stabile.
Come andavano prima le cose col
diabete? Di sicuro c’erano molte
proibizioni?
Non con il mio medico di famiglia. All’inizio mi iniettavo l’insulina, ma quando gli ho detto che preferivo passare alle compresse mi ha detto che era d’accordo. Che incompetente! Il dottor Constam ha alzato gli occhi al cielo quando gliel’ho raccontato, era proprio indignato! Una volta non si poteva fare l’autocontrollo della glicemia, bisognava andare dal medico – e in genere i risultati erano pronti solo dopo una settimana.
Allora con gli attuali apparecchi per la
misura della glicemia è diventato più
facile controllare l’alimentazione!
In effetti è così, ma io ho le mie abitudini. Non ho mai mangiato particolari leccornie e continuo a non farlo. E neppure i dolci. Mi sono abituata alla mia dieta, che funziona ed è stata una compagna fedele per tutti questi anni. E non ho neppure l’impressione di essermi fatta mancare niente.
Com’era avere il diabete 40 o 60 anni
fa? A quei tempi nessuno ne sapeva un
granché su questa malattia.
Infatti. Ma il diabete non è mai stato una priorità assoluta per me. Certo, ho sempre preso molto sul serio la mia malattia, anche grazie ai bravi medici, prima il meraviglioso dottor Constam, poi il dottor Peter Hochstrasser, che mi piaceva molto, e ora il dottor Daniel Zimmermann, con il quale mi sento proprio a mio agio. Per me il diabete è stato sempre come un cammino parallelo. Io ero diventata com
messa nella gioielleria Strotz, lungo la Limmat a Zurigo. Il negozio non esiste più, ma allora era uno dei migliori. Oggi mi capita ancora di infilare delle collane di perle a domicilio. Una volta imparato, non si dimentica … Fino a 70 anni mi sono anche dedicata all’assistenza ai viaggiatori nella stazione di Zurigo: accompagnavo le persone disabili e le aiutavo a trovare quel che cercavano. Altrimenti ho fatto parte della commissione del presepe di Schlieren e per dieci anni ho cucinato per la Pro Senectute.
E tutto questo con la glicemia che
andava sulle montagne russe?
Sì. Ma io lo sento quando il mio tasso glicemico scende troppo, e allora misuro e poi mangio qualcosa. E se un’ora dopo sento di nuovo che qualcosa non va, allora misuro di nuovo la glicemia – sennò a che servirebbe il mio comodo AccuChek Mobile? – e faccio un altro spuntino, se necessario. Il giorno dopo può darsi che il mio tasso risalga a 9 mmol/L, ma questi sbalzi fanno parte della mia malattia. Li tengo sotto controllo, e i miei medici lo sanno. Anche per questo mi considero una «virtuosa» dell’insulina: misuro, mangio, inietto … fin quando l’equilibrio non è ristabilito. Ormai fa parte di me. Ogni persona è differente. Ogni diabete è differente. Ma vorrei approfittare dell’occasione per fare coraggio a tutti coloro che mi leggeranno: non siate ansiosi, ma siate testardi e, soprattutto, non lasciate che nessuno vi fermi!
Ecco come convivo con il diabete
Le piacerebbe raccontare la storia della sua vita e del suo diabete ai lettori di Prisma? Di tanto in tanto pubblicheremo storie tratte dal vissuto di persone affette da diabete nella nostra nuova rubrica «Ecco come convivo con il diabete».
Voglia semplicemente inviarci un’e-mail a [email protected] o una lettera indirizzata a «Prisma», Segreteria di redazione, Industriestrasse 7, 6343 Rotkreuz, indicando cortesemente il suo indirizzo e il numero di telefono. Sarà nostra cura fissare con lei un appuntamento per intervistarla.
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Accu-Chek Mobile – un pratico aiuto anche prima e dopo i pasti
CVI. L’AccuChek Mobile offre inoltre la possibilità di contrassegnare i valori glicemici misurati prima o dopo un pasto con il simbolo della mela. Questa semplicissima funzione rende molto più evidenti gli effetti degli alimenti ingeriti sulla glicemia. Il controllo sistematico delle coppie di valori glicemici, cioè il valore prima di un pasto e quello misurato da 90 a 120 minuti dopo il pasto, induce i diabetici a meglio comprendere e misurare la propria alimentazione.
L’AccuChek Mobile offre anche cinque funzioni memo programmabili individualmente, ad esempio per aiutarci a ricordare di controllare il tasso glicemico dopo i pasti.
L’Accu-Chek Mobile è probabilmente il sistema di controllo della glicemia più semplice che esista,
dato che effettua i test senza strisce reattive. Inoltre, ai diabetici che devono controllarsi più volte la
settimana offre un metodo semplice e discreto.
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I valori registrati possono poi essere consultati sotto forma di valori medi – sia prima che dopo i pasti – calcolati su 7, 14 o 30 giorni. Un’analisi di questi dati, memorizzati nell’apparecchio, facilita la comprensione e l’interpretazione dell’andamento della glicemia e consente al medico di adattare opportunamente la terapia, allo scopo di ottenere valori ottimali e ancora più stabili.
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La riduzione dello stomaco dovrebbe avere effetti anti-diabeticiLe persone in sovrappeso affette da diabete di tipo 2 che sono state sottoposte a un intervento di riduzione dello stomaco dopo l’operazione hanno potuto rinunciare in tutto o in parte ai farmaci per il diabete. Inoltre i medici hanno riscontrato che la glicemia si normalizza più rapidamente nei pazienti che, al momento dell’operazione, erano malati da meno di dieci anni ed erano in buone condizioni prima dell’intervento. Fonte: BD 2/2011
Attenzione alle frodiIn internet si viene continuamente sommersi da offerte di nuove «terapie» contro il diabete, grazie alle quali i pazienti andrebbero incontro a una completa guarigione. Tali terapie parrebbero rifarsi a studi condotti da noti ricercatori. L’unico problema è che gli studi in questione non esistono e che gli esperti di diabete negano qualsiasi collaborazione. Il fatto è che in tutto il mondo sono in corso ricerche per evitare o guarire definitivamente il diabete di tipo 1. Sono già stati ottenuti dei risultati parziali, ma la meta finale non è ancora stata raggiunta. Fonte: BD 2/2011
Bevitori avvisatiChi ama gustare una buona birra dovrebbe adeguare il proprio dosaggio di insulina. Infatti la birra contiene carboidrati. Inoltre l’alcool abbassa la glicemia. Quindi, grandi quantitativi di birra potrebbero avere effetti alquanto diversificati sulla glicemia. Fonte: Diabetes Ratgeber, 7/2011
Quali sono gli effetti dei diversi alimenti?Non tutti i carboidrati vengono assimilati dal sangue con la stessa velocità. Mentre i carboidrati presenti nelle bibite zuccherate vengono assimilati direttamente dal sangue, quelli presenti nel latte vengono assimilati più lentamente. Verdure e legumi vengono utilizzati in tempi ancora superiori. Fonte: BD 2/2011
I grassi giustiLe persone in sovrappeso dovrebbero prestare attenzione non solo alla quantità di grassi assunta, ma anche alla loro tipologia. Ai grassi di origine animale, quali burro, formaggio o panna, si raccomanda di preferire i grassi di origine vegetale, quali gli oli di oliva, colza o granoturco. Fonte: BD 2/2011
L’avanzata del diabete nelle fasce più deboliNell’odierna società del benessere, sovrappeso e diabete sono considerate malattie che colpiscono prevalentemente le fasce più deboli della popolazione. Negli USA, dove il numero di persone in sovrappeso cresce costantemente, emerge chiaramente che i gruppi più colpiti sono rappresentati dalle fasce meno abbienti e meno istruite della popolazione e dalle minoranze. La stessa tendenza è riscontrabile in Australia. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha rilevato che in Australia la quota di persone in sovrappeso aumenta più rapidamente che negli altri paesi industrializzati. Fonte: AustralischNeuseeländischer Hochschulverbund, 8/11
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16 vivere meglio
Caccia al tesoro e pasticcini
sione, sia con i collaboratori di Roche presenti negli stand informativi, sia tra i partecipanti. Alcuni di loro avevano domande molto concrete. Ad esempio, Edla di Winterthur: «Mi sono informata se posso continuare a utilizzare senza problemi i mie flaconi d’insulina anche cambiando microinfusore e passando all’AccuChek Combo. Eh già, bisogna restare informati come pazienti!» Alex, un informatico di
36 anni, si interessa invece più alle funzionalità tecniche del sistema. «Avrei qualche suggerimento su come migliorare ancora i programmi informatici associati al microinfusore. E ora so a chi rivolgermi in Roche.» Dopo alcune informazioni sulla sede di Roche a Rotkreuz e sull’organizzazione svizzera per il marketing e la distribuzione di apparecchi diagnostici, è stato annunciato anche un cambiamento in seno
Gli sguardi andavano spesso alle finestre inclinate del «Quadra», la mensa del personale di Roche a Rotkreuz… «Reggerà o non reggerà?», ci si chiedeva con ansia. No, non la finestra, chiaramente, ma il meteo! Per l’ottava edizione della «Giornata svizzera dei portatori di microinfusore», organizzata dal Swiss Pumpers Club, non si voleva certo una giornata di pioggia! I collaboratori di Roche Diagnostics (Svizzera) avevano messo insieme un mix di simpatiche attività atte a promuovere la convivialità e le occasioni per uno scambio di esperienze e di informazioni.
I partecipanti hanno apprezzato la possibilità di informarsi sulle attuali opportunità per la cura del diabete e si sono subito immersi in scambi d’opinione con gli altri presenti. Le modalità di funzionamento e il confort nell’uso di diversi sistemi di microinfusione sono stati oggetto di discus
Erano circa 160 i portatori di microinfusore che a fine agosto si sono ritrovati, accompagnati
dai rispettivi partner, nella regione di Zugo per il tradizionale «Swiss Pumpers Meeting».
Ad attenderli c’era un programma variegato e sorprendente.
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18 vivere meglio
all’organizzazione del Swiss Pumpers Club: Marcel Wüthrich, che fa parte sin dall’inizio del Pumpers Club, si è spostato in Finlandia, dove continua a lavorare per Roche. Ha quindi passato il testimone a Bruno Candrian, attuale responsabile del Marketing Infusion & Customer Care.
Per quanto riguarda le attività pomeridiane, ce n’erano per tutti i gusti. Alcuni hanno scelto la passeggiata sulla penisola idilliaca di Chiemen, sul lago di Zugo. Altri hanno inforcato le loro bici e seguito il «pedalatore esperto» Peter Jäggi, capo del Marketing & Sales Diabetes Care, per salire sino alla Michaelskreuz attraverso sentieri rupestri. Il portatore di microinfusore Ramon era nel gruppo e racconta: «A parte una camera d’aria bucata, tutto era splendido. Il panorama da lassù è magnifico e i sentieri molto vari. Vengo dal lago di Costanza ed è la prima volta che partecipo, ma sicuramente non l’ultima! Infatti fa bene poter parlare con altri diabetici. E grazie al contatto che ho avuto con altri utenti di microinfusore mi sono finalmente deciso anch’io per questo sistema. E oggi posso finalmente dormire più a lungo la domenica, mentre prima era praticamente impensabile.»
Le altre due escursioni proposte sembrerebbero a prima vista inadatte per dei diabetici. Come mai andare a visitare una distilleria, oppure un negozio di pasticcini? Non sarebbe meglio fare una croce su certe delizie? Roberto, anche lui portatore di microinfusore e pasticcere per hobby, ci spiega: «Anche noi diabetici possiamo apprezzare i dolciumi, ma sempre con moderazione e naturalmente con i dovuti autocontrolli.» Il gruppo ha quindi visitato la distilleria Etter Söhne AG e, in seguito, la pasticceria Speck, di lunga tradizione familiare a Zugo. Lì l’apprendista Sebastian ha svelato con charme e competenza i segreti della famosa torta di Kirsch zughese. Tutt’altro che un prodotto per diabetici, dato il suo alto tenore di alcol! E la degustazione è stata logicamente accompagnata da animate discussioni sui carboidrati e sulla quantità di insulina necessaria a regolare il tasso glicemico. Durante questa visita, i bambini e gli
adolescenti svolgevano un programma speciale: i più piccoli erano stati mandati sulle tracce dell’orso e del lupo nello zoo di Goldau, i più grandicelli hanno potuto partecipare a una caccia al tesoro attraverso la città di Lucerna.
La sera tutti i gruppi si sono ritrovati a Rotkreuz per una cena e uno spettacolo divertente presentato dal gruppo «Les Serwös Nervös» (che corrisponde a «les serveuses nerveuses», ma con l’accento svizzero tedesco). Le reazioni tra i partecipanti a questa giornata restano prevalentemente positive. Martin, che vive ad Alpnach, ad esempio ci ha detto: «Non è per niente scontato, per una ditta, organizzare un incontro del genere. Ma per noi che utilizziamo i microinfusori è molto importante poterci scambiare le nostre esperienze. E penso che il contatto con i portatori di microinfusori sia importante anche per Roche.» Una dichiarazione alla quale il nuovo direttore Marketing Infusion & Customer Care, Bruno Candrian, aderisce senza riserve. «Sono sempre molto sorpreso della fedeltà che ci dimostrano i nostri clienti. Ma questa non viene dal nulla. Per essere innovativi noi dobbiamo conoscere a fondo i bisogni, le aspettative e le esperienze dei nostri clienti.» Il più grande complimento per questa riuscitissima giornata gli organizzatori l’hanno ricevuto alla fine, quando i messaggi del tipo «Ci vediamo l’anno prossimo!» non si contavano più.
Cos’è il Swiss Pumpers Club? Un’associazione nata nel 2003 che intende rappresentare una piattaforma di scambio di esperienze per i portatori di microinfusori. Ha lo scopo di favorire questo scambio sia tramite Internet, sia attraverso contatti personali in occasione dei meeting nazionali o degli incontri regionali che organizza. Promotore e sponsor principale di questo Club è Roche.
Troverete ulteriori informazioni sul sito www.swisspumpers.ch e su www.facebook.com/swisspumpers
La nostra ricetta di Natale: un piatto festivo vegetariano
Crostata di funghi «Magia invernale»Per le tavole dei giorni di festa, dall’Avvento a Capodanno
Ingredienti per quattro persone: 250 g di pasta sfoglia, spianata a rettangolo 1 cipolla di media grandezza 3 cucchiai di olio d’oliva 1 kg di funghi freschi (misti: porcini, cantarelli, prataioli, ecc.) 2 spicchi d’aglio 2 cucchiai di dragoncello 100 g di pane grattugiato 250 ml di panna acida semigrassa 1 mazzetto di prezzemolo Sale e pepe quanto basta
Modalità di preparazione: Tagliare finemente la cipolla e farla imbiondire nell’olio d’oliva. Selezionare i funghi, eventualmente tagliare a metà i più grandi, aggiungere alla cipolla e rosolare a fuoco medio. Quando il liquido è evaporato, aggiungere l’aglio, il dragoncello e il pane grattugiato, quindi mescolare, condire con sale e pepe. Lasciar raffreddare completamente. Preriscaldare il forno a 220°. Disporre il miscuglio di funghi al centro della pasta sfoglia spianata. Ripiegare i bordi della pasta sopra i funghi e chiudere facendo pressione. Praticare dei fori accuratamente con una forchetta affinché il vapore possa uscire durante la cottura. Con i resti della pasta sfoglia ritagliare dei soggetti natalizi con delle formine e usarli per decorare la crostata. Spalmare quest’ultima con acqua e cuocere in forno per 20 minuti. Per la salsa, tagliare finemente il prezzemolo e mescolare con la panna acida semigrassa. Salare a volontà.
Si accompagna con un’insalata di radici d’inverno condita con una salsa al wasabi.
TA. Ogni famiglia ha le proprie tradizioni di Natale anche per quanto concerne il menu festivo. Alcune ci tengono a festeggiare la vigilia di Natale con la fonduta bourguignonne; basta apparecchiare decorando piacevolmente la tavola e non c’è molto da fare in cucina. Altre si accontentano di un grande buffet di piatti freddi, mentre altre ancora preparano un bel menu di più portate e alla fine si scambiano i regali. Tuttavia la situazione diventa difficile quando i gusti sono differenti o se la famiglia è composta sia da vegetariani che da carnivori. Beninteso il tacchino, sempre più amato anche in Svizzera, fa un bel figurone sulla tavola dei giorni di festa. I piatti vegetariani possono tenergli testa? Cosa mangiano a Natale i vegetariani, tra i quali si contano il fondatore della Croce Rossa Henry Dunant, l’attore Brad Pitt e la modella Nadja Auermann? Essi rimangono un gruppo piuttosto ristretto anche in Svizzera. Nel 2002 solo il 2,5% della popolazione si nutriva in modo strettamente vegetariano. Ma la tendenza è al rialzo, senza contare i vegetariani occasionali. La redazione di Prisma ha scoperto per voi un piatto principale senza carne che è anche una delizia per gli occhi.
Non ci sono solo la fonduta bourguignonne o il tacchino a far bella figura in
tavola nei giorni di festa; anche certi piatti vegetariani possono essere una vera
delizia per gli occhi e per il palato.
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19La nostra ricetta di Natale…
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A tavola in luoghi particolari, per risvegliare tutti i sensi
La fonduta in funiviaSembra essere la conclusione ovvia di una giornata sugli sci: mentre la funivia vi fa dondolare dolcemente lungo il Cervino, voi bagnerete il pane nella fonduta. Nel Vallese è possibile mangiare la fonduta nei tratti di funivia tra Bettmeralp e Bettmerhorn e tra Grächen e Hannigalp. L’impresa basecamp organizza sia questo tipo di fonduta, sia una fonduta in un iglù, ma anche altre serate poco convenzionali. Ad esempio quella in cui gli invitati sono a loro volta sollecitati a partecipare alla preparazione del pasto.
www.graechen.chwww.basecamp.ch
Mangiare nel silo di una minieraMettersi a tavola dove tempo fa si estraevano dei minerali? Certo, perché no? Il silo della miniera di Herznach nel Fricktal è stato restaurato con molto amore dai proprietari entusiasti. E ora offre non solo un pernottamento Bed & Breakfast ma, nella grande sala rotonda in alto, anche delle proposte culinarie. Il panorama, che da quassù è stupendo, e la storia affascinante dei luoghi ne fanno un’esperienza unica.
www.bergwerksilo.ch
TA. Si dice che anche l’occhio vuole la sua parte! Ma oggi non si tratta più soltanto di soddisfare il palato e la vista, ma di risvegliare anche gli altri sensi. Tutto ciò è iniziato quando alcuni hanno cercato un ambiente particolare per una cena o per un pranzo: che si tratti di una capanna di palme con le tigri in agguato, o di un castello medievale… Anche la cena sotto il tendone del circo, mentre che gli artisti fanno spettacolo, fa parte di questo nuovo ramo della gastronomia. Le offerte di gastronomiaesperienza diventano sempre più particolari, sino a relegare in sordina il menu. Fa eccezione la cucina molecolare, che ha suscitato per qualche stagione l’interesse dei buongustai.
Una conversazione interessante pare non sia più sufficiente a tavola. Varie offerte gastronomiche
che legano il piacere della tavola ad esperienze per gli altri sensi spuntano come funghi su Internet.
Una fonduta in funivia a Grächen, tipica desti-nazione per le famiglie.
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Guarda Val sull’alpeggio vicino a Lenzerheide: qui si tratta di riscoprire la natura.
Un’indagine criminale durante la cena? Il «giallo» è servito!Un cadavere come primo piatto? Durante una cenaindagine gli invitati sono coinvolti in un omicidio che devono risolvere nel corso della cena, o meglio dell’intera serata. Gli attori penseranno a divertire gli invitati e a catturarne l’attenzione, mentre i cuochi danno il meglio di sé per il piacere del palato. Questa formula viene utilizzata in diversi siti.
www.dinnerkrimi.ch
Ritorno alla naturaE per coloro che cercano qualcosa di ancor più particolare, perché non scegliere la valle di Lenzerheide? L’albergo Guarda Val si compone di diversi chalet e rustici magnificamente restaurati. L’autenticità dei luoghi si combina con la semplicità e offre una sensazione unica di trovarsi in montagna, di cui si può godere già al ristorante. L’esperienza include la natura, la tranquillità e il ritrovare se stessi.
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PRISMA: rivista a stampa o digitale?Avete partecipato in forza al nostro mini-sondaggio. E le vostre annotazioni ci hanno dato la misura di quanto voi, abbonati di PRISMA, possiate avere personalità differenti. Le vostre osservazioni ci hanno colpito positivamente. C’era di tutto, dalle nuove proposte alle critiche costruttive – e tantissimi ringraziamenti e incoraggiamenti. Nei prossimi mesi analizzeremo tutto con calma. E speriamo di potervi svelare, già nella prossima edizione, in che direzione vi saranno cambiamenti, sia per la rivista a stampa che per quella in formato digitale.
Tra tutti coloro che hanno partecipato, sono stati estratti a sorte tre iPad. Abbiamo avvertito direttamente i tre vincitori, ai quali auguriamo grande soddisfazione con i loro nuovi gingilli elettronici.
22 prodotti
Maggior sicurezza grazie all’autocontrollo della coagulazione
stione migliora la qualità della terapia anticoagulante orale.
I pazienti in grado di effettuare essi stessi l’autocontrollo della coagulazione con un apposito apparecchio di misura e di applicare via via gli opportuni adattamenti della terapia presentano un minor numero di complicanze rispetto a coloro che effettuano un controllo presso il medico di famiglia ogni 4 – 6 settimane.
È ciò che risulta dalle osservazioni sistematiche descritte in 14 studi di particolare rilevanza in questo campo. Il numero di eventi clinici, quali ad esempio emorragie cerebrali gravi, è diminuito drasticamente, ma si è osservata anche una riduzione importante dei casi di mortalità. Va detto però che l’autocontrollo non si addice a tutti i pazienti; ai candidati opportunamente selezionati deve essere offerta la necessaria formazione.
Il fatto che sempre più test vengano svolti con la collaborazione del paziente o siano effettuati dal paziente stesso ha permesso all’automonitoraggio di svilupparsi anche nell’ambito dell’anticoagulazione con antagonisti della vitamina K. Diversi studi clinici hanno esaminato gli effetti dell’autocontrollo e dell’autogestione dell’anticoagulazione rispetto al monitoraggio standard e sono arrivati alla conclusione che l’autoge
Ora i pazienti diabetici sotto anticoagulanti hanno la possibilità di misurare da soli il tasso di coagulazione
del sangue. Dal 1° luglio anche un apparecchio CoaguChek®XS e le relative strisce reattive saranno
rimborsati dalle casse malati. L’autocontrollo della coagulazione è stato infatti introdotto nell’elenco
EMAp (elenco dei mezzi e degli apparecchi) dell’Ufficio federale della sanità pubblica.
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A certi gruppi di pazienti è data la possibilità di effettuare, in collaborazione
col medico curante, l’autocontrollo della coagulazione mediante il sistema
CoaguChek® XS. L’autocontrollo della coagulazione è particolarmente adatto
per i pazienti che viaggiano molto o che si trovano spesso all’estero.
Dei medici specialisti offrono a questi pazienti un’intera giornata di forma-
zione approfondita su tutti gli aspetti importanti dell’autocontrollo della
coagulazione. Tali corsi sono offerti nella Svizzera tedesca e nella Svizzera
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Punti di forza
Precisione e conformità
Apprezzato da 200’000 utilizzatori in Europa e approvato da numerosi studi clinici. Approfittate anche voi dell’esperienza ventennale di Roche Diagnostics nell’autogestione della coagulazione.
1) Raccomandazione dell’OMS : ISI = 0,9 - 1,7. Fonte : World Health Organization Committee on Biological Standardization: Guidelines for thromboplastins and plasmas used to control anticoagulant therapy. WHO Technical Report Series 1999; 889: 64-93.
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Prima dei pasti Dopo i pasti
Quando la performance incontra il design.
Desiderate ulteriori informazioni?I nostri collaboratori sono a vostra disposizione.Hotline diabete: 0800 803 303, e-mail: [email protected] sul sito Internet: www.accu-chek.ch/nano
ACCU-CHEK e ACCU-CHEK AVIVA NANO sono marchi registrati di Roche.
Accu-Chek Aviva Nano.Per un miglior controllo del diabete.• I pittogrammi prima e dopo i pasti la aiutano a monitorare gli effetti del cibo sulla glicemia
• Il display a caratteri luminosi assicura la massima leggibilità anche al buio
• Le strisce reattive ad alto assorbimento richiedono solo una minuscola goccia di sangue
Experience what’s possible.
Dimensioni reali