progettazione partecipata.pdf

Upload: delfistar

Post on 10-Feb-2018

227 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    1/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Cos lapproccio partecipativo

    Lapproccio partecipativo implica il coinvolgimento attivo dei beneficiari potenziali nelle diversefasi di un piano, fin dalla sua ideazione. Questo approccio, conosciuto anche come bottom-up,ha avuto un notevole successo, ma non sempre gli si attribuisce un significato univoco. In molticasi, ad esempio, esso viene interpretato come un importante fattore di democrazia locale,tuttavia le ragioni principali per cui un approccio dal basso si dimostra efficace nel migliorare laqualit dei progetti di sviluppo locale sono sostanzialmente di due tipi:

    Unattivit di diagnosi strategica orientata ad un sistema territoriale circoscritto non puprescindere, sia nella fase di analisi che in quella di decisione strategica, dalla raccolta e dalconfronto di elementi conoscitivi detenuti esclusivamente dai diversi gruppi di attori locali cheoperano nellambito di quel sistema. Questa constatazione, che rappresenta il principiooperativo del bottom-up, illustrata chiaramente nel metodo del Project Cycle Management(ITAD Ltd, Project Cycle Management Training Courses Handbook, European Commission:EUROPEAID Co-operation Office) che, messo a punto per migliorare la qualit dei progetti dicooperazione con i paesi in via di sviluppo, ha poi fortemente influenzato il sistema di procedure e

    raccomandazioni che riguarda tutta la programmazione dei fondi strutturali dellUE: una pianificazione corretta deve identificare le reali esigenze dei beneficiari e ci non puessere possibile senza unanalisi della situazione locale cos come viene percepita dai diversi gruppidi attori interessati.Si tratta quindi di suscitare la condivisione di informazioni, percezioni, esigenze, visioni e, pi ingenerale, conoscenze implicite ed esplicite per farle diventare patrimonio di progetto. necessario creare un senso di appartenenza al progetto tra gli attori che saranno mobilitati infase di implementazione e, in questo, nulla pi efficace del dare evidenza di un uso convinto delbottom-up. Questo processo, che nelle concezioni meno illuminate viene interpretato comeunattivit propagandistica di costruzione del consenso, implica in realt unevoluta capacit diascolto ed animazione per compiere il percorso che porta da un primo allineamento delle visioniad una vera progettazione partecipativa delle strategie di intervento.

    Il campo principale di applicazione dei sistemi partecipativi quello della progettazione,nellambito del quale esistono diverse categorie di metodologie partecipative (dalle attivit inpiccoli gruppi in forma di focus o metaplan, alle tecniche di consultazione su pi ampia scala).Tuttavia, se opportunamente utilizzati, i metodi partecipativi si rivelano utili in tutti i casi in cui necessario sviluppare nuove conoscenze a supporto di decisioni, comprese, naturalmente, leattivit di valutazione.

    - 2 -

  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    2/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Le Tecniche Tradizionali: il metodo GOPP Goal Oriented Project Planning e il PCM Project CycleManagement

    Il metodo GOPP (Goal Oriented Project Planning), cos come altri approcci o strumenti ispirati alQuadro Logico, nasce a partire dagli anni 60 da un insieme di tecniche e di strumenti elaborati nel

    quadro delle attivit di progettazione di enti e agenzie dedite alla cooperazione allo sviluppo.

    Il GOPP un metodo che facilita la pianificazione e il coordinamento di progetti attraverso unachiara definizione degli obiettivi e si inquadra in un approccio integrato denominato PCM (ProjectCycle Management) e diffuso nel 1993 dalla Commissione Europea come standard di qualit nellefasi di programmazione, gestione e valutazione di interventi complessi.

    Durante il ciclo di vita di un progetto il GOPP pu essere utilizzato: nella fase di identificazione e definizione, per analizzare i problemi, stabilire possibili soluzioni,

    obiettivi, risultati, attivit e indicatori di monitoraggio e valutazione (costruzione dellalberodei problemi e dellalbero delle soluzioni);

    nella fase di attivazione e progettazione esecutiva, per chiarire la suddivisione dei compititra i vari attori coinvolti e per fare eventuali adattamenti (costruzione del logicalframework);

    nella fase di valutazione e verifica del progetto in corso dopera, per condividere eventualiadattamenti qualora siano emersi problemi o nuove opportunit

    nella fase di valutazione finale, per verificare il raggiungimento degli obiettivi e individuareeventuali suggerimenti per successivi miglioramenti e progetti futuri.

    Da un punto di vista organizzativo un workshop GOPP prevede il coinvolgimento di circa unadecina di persone, individuate tra gli attori-chiave che hanno un ruolo cruciale per il successo di unprogetto, e di un facilitatore, e pu avere una durata di uno o pi giorni. una metodologia chefa largo utilizzo delle tecniche di visualizzazione: si utilizzano grandi fogli di carta adesiva affiancatisu una parete e i partecipanti, seduti a semicerchio, lavorano, dallanalisi dei problemi alla

    proposta di soluzioni, con dei cartoncini colorati nei quali possono scrivere i loro suggerimentisecondo le fasi della metodologia. Tali idee una volta inserite sulla parete adesiva possono esserevisualizzate da tutto il gruppo che pu spostarle o aggregarle secondo le esigenze.

    evidente che lutilizzo di tale tecnica pu portare a rafforzare la comunicazione e laconvergenza di gruppi di lavoro, ed particolarmente efficace per analizzare i problemi, suggerireproposte evidenziare rischi, ed elaborare soluzioni in tempi relativamente ristretti.

    IN ALLEGATO

    Pro jec t C yc le Ma nag em en t . Manua le pe r la fo rma zione, (2002) Strumenti Formez, Roma. Ilmanuale fornisce indicazioni su strumenti e tecniche che possono aiutare ad applicare i principidel PCM Project Cycle Management.

    Prog et ta zione e va lu taz ione d i prog et t i co n il Qua d ro Log ic o. Materiale di approfondimento,realizzato da Federico Bussi sulla metodologia di progettazione GOPP viene presentato un casodi studio riguardante le donne e il mercato del lavoro in Basilicata e sulla valutazione ex-antebasata sul Quadro Logico.

    - 3 -

    http://db.formez.it/fontinor.nsf/Fonti/7FB7040407F1D0DFC125709D003D8C65?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/Fonti/7FB7040407F1D0DFC125709D003D8C65?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/a670aebedddc3695802566f900650ae6/88b06d764df054eec125709d003dc785?OpenDocument&Highlight=0,bussihttp://db.formez.it/fontinor.nsf/a670aebedddc3695802566f900650ae6/88b06d764df054eec125709d003dc785?OpenDocument&Highlight=0,bussihttp://db.formez.it/fontinor.nsf/Fonti/7FB7040407F1D0DFC125709D003D8C65?OpenDocument
  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    3/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    La facilitazione dei processi partecipativi

    Uno degli aspetti che contraddistingue la progettazione dello sviluppo locale lalto tasso diattivit relazionali: gran parte del lavoro viene svolto in una dimensione collettiva in cui projectmanager, animatori, tecnici ed attori del territorio interagiscono. Va da s che la qualit delprogetto fortemente influenzata dalla qualit di tali relazioni e interazioni. Esse si svolgono in

    situazioni diverse che possono essere pi o meno assembleari (incontri pubblici, workshop,dialoghi bilaterali, ecc.), pi o meno formali (tavoli di concertazione, gruppi di lavoro, ecc.), pi omeno decisionali (assemblee di partenariato, focus group, ecc.) e quindi, pi o meno idonee astimolare la creativit e lintelligenza collettiva. La capacit di organizzare questo tipo di lavororendendolo efficace, dosando in modo appropriato le diverse situazioni, facilitando le interazionie stimolando la condivisione, una delle principali abilit richieste a chi deve occuparsi dellagestione del progetto.

    Nella realt operativa tuttavia, accade che la dimensione partecipativa venga troppo spessobanalizzata, relegata a comportamenti di tipo liturgico, confinata nellambito dellaconcertazione locale tra rappresentanze, la quale non in grado di per se di apportare risultatisufficienti n in termini di condivisione di conoscenze, n in termini di sviluppo di processi di

    intelligenza collettiva. Difatti, paradossalmente, uno dei punti di debolezza pi frequentementerilevati nelle recenti generazioni di progetti di sviluppo locale riguarda proprio la mancanza dispecificit delle diagnosi e delle strategie proposte (Progetti e immagini del territorio. Lesperienzadei PIT nelle regioni del mezzogiorno, Quaderni Formez, Donzellli, Roma 2003). Nella maggior partedei casi questo tipo di carenze legato ad una mancanza di consapevolezza riguardoallimportanza delle dinamiche di partecipazione e condivisione e, in particolare, ad un gap diabilit, intesa come quel mix di conoscenze ed esperienze (allenamento) che si traducono nelsaper fare qualcosa, nel campo della facilitazione del lavoro in grandi gruppi.

    Infatti, quando non se ne ha consuetudine, le attivit partecipative, soprattutto quelle creative,spaventano molto, nellincertezza di come e con quali esiti potranno svolgersi, danno una tipicasensazione di salto nel buio. In parte ci dovuto anche al fatto che spesso non si hanno

    riferimenti metodologici, perci, anche quando se ne riconosce limportanza, ci si chiede: macome fare? Quali sono le strade per mettere a frutto lapproccio partecipativo? Esiste unascatola degli attrezzi per fare bottom-up?Queste domande non appartengono solo allo sviluppo locale, ma riguardano problematichecaratteristiche di molti tipi di processi organizzativi: la velocit di cambiamento e limprevedibilitdegli scenari, la gestione della complessit dei sistemi di relazioni, lefficienza del lavoro collettivo ecos via. Le risposte vanno ricercate in discipline, metodologie e pratiche messe a punto in diversisettori come il management aziendale, la cooperazione con i paesi in via di sviluppo e lapsicoterapia che, nel complesso, vengono ricondotte nellunico campo del Changemanagement nel quale oggi si possono contare diverse discipline e centinaia di metodologie.

    - 4 -

  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    4/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Le Tecniche Tradizionali: il METAPLAN

    Il metodo Metaplan nasce e si diffonde in Germania negli anni 70 grazie al lavoro dei fratelliWolfgang ed Eberhard Schnelle.

    Si tratta di un metodo di facilitazione particolarmente attento alla gestione dei processi di

    comunicazione nei gruppi di lavoro, basato sulla raccolta di opinioni dei partecipanti e la lorosuccessiva organizzazione in blocchi logici fino alla formulazione di piani di azione in cui sonoevidenziate problematiche rilevate e possibili soluzioni.

    In quanto tecnica di discussione visualizzata il metaplan prevede lutilizzo e la messa a disposizioneper tutti i partecipanti di una serie di materiali di lavoro: grandi rotoli di carta, pin-board, figuregeometriche piane di carta di diverso colore e dimensione, pennarelli colorati, bollini adesivi,strutture precostituite quali assi cartesiani, reti, schemi ad albero, liste graduate, etc., strumentiattraverso i quali viene visualizzato tutto il processo di lavoro del gruppo. La figura del moderatore,ovviamente, funzionale non solo a spiegare lutilizzo di tali strumenti ma anche a gestire il gruppodi lavoro durante tutto il suo percorso, che sar articolato in riunioni e discussioni in plenaria e insessioni operative in cui sotto-gruppi di pi piccole dimensioni avranno il compito di analizzare

    aspetti specifici del tema proposto e di proporre idee e soluzioni. Alla definizione del pianodazione ci si arriva quindi attraverso una serie d i steps:- il moderatore ha inizialmente la funzione di spiegare il programma di lavoro e di definirne gliobiettivi;- i partecipanti sono quindi invitati ad esprimere le loro opinioni in merito al tema su cui si lavorer ea scriverle su dei fogli di carta colorati che saranno attaccati sulle pareti e quindi visibili a tutti;- successivamente si proceder ad aggregare le opinioni espresse individualmente e le persone insotto-gruppi di lavoro che avranno il compito di analizzare, proporre idee e soluzione, far emergereelementi problematici relativamente allaspetto su cui si scelto di lavorare;- il lavoro dei sotto-gruppi sar riportato in riunioni plenarie e si arriver alla definizione di un pianodazione successivamente ad una votazione.

    IN ALLEGATO

    Strum ent i d i c om unic a zione pe r g rup p i d i prog et ta zione e a pp rend im ento.Traduzione italiana diun quaderno di lavoro sul Metaplan d i Eberhard Schnell

    Il Me ta p la n d el la Prov inc ia d i Tra p a ni.La Provincia di Trapani per predisporre le linee guida per losviluppo locale 2007 2013 ha utilizzato la tecnica del Metaplan promuovendo incontri e gruppi dilavoro con il partenariato istituzionale, soc iale ed economico.

    http://www.provincia.trapani.it/sito/metaplan/00_indice.htm

    - 5 -

    http://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/1960c0f7524a8882c125709d003e694b?OpenDocument&Highlight=0,metaplanhttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/1960c0f7524a8882c125709d003e694b?OpenDocument&Highlight=0,metaplanhttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/76d138a768873fa0c125709d003ecb01?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/76d138a768873fa0c125709d003ecb01?OpenDocumenthttp://www.provincia.trapani.it/sito/metaplan/00_indice.htmhttp://www.provincia.trapani.it/sito/metaplan/00_indice.htmhttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/76d138a768873fa0c125709d003ecb01?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/1960c0f7524a8882c125709d003e694b?OpenDocument&Highlight=0,metaplan
  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    5/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Le nuove tendenze: lOST Open Space TechnologyLa tecnica Open Space Technology (OST) stata creata nella met degli anni 80 da HarrisonOwen, un esperto americano d i scienza delle organizzazioni.

    Si tratta di una tecnica di gestione di workshop che consente a qualsiasi gruppo di persone, inqualsiasi tipo di organizzazione, di rendere incontri e riunioni di lavoro particolarmente interessanti e

    produttive. La metodologia, che si basa sullautorganizzazione, permette di far lavorare insieme, suun tema complesso, gruppi con un numero di partecipanti variabile da 5 a 1000 persone, inworkshop di una giornata, convegni di tre giorni o nella riunione settimanale di staff.

    Per organizzare un workshop in OST non sono necessari relatori e programmi predefiniti, ma tutto demandato ai partecipanti che propongono e gestiscono in completa autonomia il programmadi lavoro attraverso la proposta di temi e problematiche reali e per le quali provano un sincerointeresse. Una volta selezionati i temi si organizzano sessioni parallele di gruppo e progressivamentesi focalizza la discussione su un argomento di importanza strategica. Alla fine del lavoro, di ungiorno o di pi giornate, ciascun partecipante avr il resoconto in cui vengono descritte tutte lediscussioni svolte.Lassenza di procedure e di una struttura predefinita, a guardare bene, solo apparente in quanto

    lOST un sistema per gestire riunioni ed organizzazioni fortemente strutturato, o meglio utilizzaprocedure cos naturali e congeniali alluomo ed al suo modo di lavorare da non essere nemmenonotate, e capaci di sostenere il lavoro di gruppi ed organizzazioni.

    evidente che ci che accomuna gli Open Space la capacit di dare forza, creare efficacicollegamenti, rafforzare la visibilit e la sostenibilit di ci che sta gi accadendo allinternodellorganizzazione: progettazione ed azione, apprendimento e saper fare, vivo interesse eresponsabilit, partecipazione e performance.

    IN ALLEGATO

    Breve gu ida a lluso d e l lO p en Spa c e Tec hno logy.Il lavoro di Harrison Owen nella versione in lingua

    italiana tradotta e curata da Gerardo de Lunzenberger ed edita dalla Scuola Superiore diFacilitazione (www.scuoladifacilitazione.it)

    Op en Sp a c e Tec hno log y. New sto ries from the f ie ld.Una raccolta di esperienze realizzate in diverseparti del mondo Italia, Russia, Canada, etc- in cui stata utilizzata la metodologia OST.

    OST. Il fa sc ino d ella p a rte c ip a zio ne a uto rg a nizza ta e lEASW. Articolo di Gerardo de Luzenberger.

    OST. Op p o rtunit e sfid e p er m o d e ra to ri GOPP.Articolo di Frank Little.

    Op en Spa c e Tec ho log y . Istant report dellOST organizzato dalla Scuola Superiore di Facilitazionenel 2004 e curato da Harrison Owen.

    Op en Spa c e Tec hno log y : In ascolto del Volontariato. Si tratta in un istant report realizzato dai 72rappresentanti di organizzazioni di volontariato in Campania, partecipanti allOST In ascolto delvolontariato organizzato da llarea welfare del Formez.

    Op en Sp a c e Tec hno log y d el 7Forum Plena rio d i Age nd a 21 de lla Prov inc ia d i Tor ino.Si trattadellistant report realizzato dai 250 partecipanti allOST per il Forum di Agenda 21 della Provincia diTorino in cui ci si confrontati sulla domanda Che cosa occorre per dare al nostro territorio unosviluppo pienamente sostenibile?

    - 6 -

    http://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/2317eb29f5461f91c125709d003efbb2?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/2317eb29f5461f91c125709d003efbb2?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/d07ddd437a1d1626c125709d003f42ee?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/d07ddd437a1d1626c125709d003f42ee?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/631f5788a37a4224c125709d003f6245?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/7fa76b90ce8c06e5c125709d003f7c77?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/7fa76b90ce8c06e5c125709d003f7c77?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/36da48455bf42582c125709d003fb599?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/eed19665f9b5f95ec125709d003ffbd8?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/f9335e4e9d0d45e4c125709d00407e70?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/f9335e4e9d0d45e4c125709d00407e70?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/f9335e4e9d0d45e4c125709d00407e70?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/eed19665f9b5f95ec125709d003ffbd8?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/36da48455bf42582c125709d003fb599?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/7fa76b90ce8c06e5c125709d003f7c77?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/631f5788a37a4224c125709d003f6245?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/d07ddd437a1d1626c125709d003f42ee?OpenDocument&Highlight=0,osthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/2317eb29f5461f91c125709d003efbb2?OpenDocument
  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    6/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Le Tecniche e gli Strumenti

    Negli ultimi anni si assistito in Italia e in Europa ad un radicale cambiamento, che ha visto nuovimodelli di governance aggiungersi a quelli pi consolidati di government. Questo passaggio haportato ad una crescente diffusione di progetti e strutture tese a coinvolgere cittadini e attoriorganizzati nei processi decisionali in campo urbanistico, della sostenibilit ambientale, della

    vivibilit degli spazi, nella pianificazione dei servizi, e pi in generale delle politiche di sviluppolocale e delle politiche pubbliche integrate. Infatti, alla base di strumenti come lAgenda 21Locale, i Progetti Integrati Territoriali, i Programmi Comunitari quali Leader, Equal o Interreg, i PianiSociali di Zona, i Piani Strategici per le citt e altri, ci sono processi decisionali inclusivi chenecessitano di metodologie per facilitare la partecipazione attiva delle persone.

    Di tecniche, strumenti e metodologie se ne contano moltissime basti pensare che un recentemanuale inglese dedicato al Community Planning presenta pi di cinquanta metodi per lagestione di processi partecipativi; un recente lavoro (curato da Luigi Bobbio) sui processidec isionali inclusivi descrive una selezione di circa venti strumenti tra i pi utilizzati e d iffusi in Italia -e tra laltro possono essere adottate ed integrate secondo gli obiettivi e i vicoli posti dallasituazione locale. Un interessante portale - www.change-management-toolbook.com - presenta

    una selezione di strategie, strumenti e metodi da applicare nei diversi contesti organizzativi perfac ilitare gruppi di lavoro e processi di cambiamento.

    Ci sono metodologie pi adatte a sensibilizzare e a stimolare i processi comunicativi, altre c he sonofinalizzate allanalisi dei problemi e alla costruzione di progetti, altre pi efficaci con gruppi dipoche persone, altre per facilitare la negoziazione e lo sviluppo di strategie operative.

    In questa guida se ne illustrano brevemente solo alcune, scelte tra quelle pi in uso in Italia.Esse vengono presentate in due gruppi: le tecniche tradizionali della facilitazione e le nuovetendenze emerse a partire dagli anni 80.Per ogni tecnica si mettono a disposizione dei materiali utili per lapprofondimento:guide/indicazioni metodologiche, casi di studio ed esempi pratici.

    - 7 -

  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    7/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Le Nuove Tendenze: EASW European Awarness Scenario Workshop

    La metodologia European Awarness Scenario Workshop (EASW) nasce in Danimarca allinizio deglianni 90. Nel 1994 stata adottata ufficialmente, promossa e diffusa dal programma Innovazionedella Commissione Europea per stimolare la progettualit partecipata, negoziata, consensuale eda l basso tra grandi gruppi di attori locali.

    LEASW una metodologia che pone una particolare attenzione al ruolo dello sviluppotecnologico, invitando gli attori di una comunit a interrogarsi sui possibili obiettivi cui indirizzarlo esulle concrete modalit di azione da mettere in campo a tal fine.

    A livello pratico la metodologia EASW si articola in tre fasi fondamentali: lo sviluppo di scenari; lamappatura degli stakeholder e organizzazione locale; il workshop EASW sviluppo delle visioni edelaborazione di idee.Le prime due fasi sono preparatorie al workshop e coinvolgono generalmente un gruppo ristretto dipartecipanti per lo pi tecnici ed esperti sul tema trattato: in sostanza da un lato si tratta dielaborare scenari ipotetici tenendo conto di due principali dimensioni relative a come sarannorisolte le situazioni locali e su chi dovr occuparsene, dallaltro identificare gli attori chiave che

    prenderanno parte al workshop, allinterno di quattro categorie: amministratori/politici;tecnici/esperti; settore economico; soc iet c ivile.

    Il workshop pu durare uno o pi giornate ed coordinato una uno specifico team di facilitazione.Si articola in due fasi: lelaborazione di visioni future e lo sviluppo di idee e azioni. Nella prima fase,a ciascuna delle quattro categorie di attori partecipanti chiesto di sviluppare visioni relative adun futuro possibile da qui a dieci anni. Nella fase plenaria di discussione ci si confronta sugli scenariavanzati dalle diverse categorie e si individuano i temi pi significativi su cui concentrarelattenzione nel corso della seconda fase. A questo punto si individuano quattro gruppi tematici ea composizione mista tra le diverse categorie di attori. Ricorrendo a sessioni successive dibrainstorming e a tecniche di negoziazione ciascun gruppo giunge a elaborare un numerorilevante di idee e di possibili modalit di realizzazione, tra cui ne seleziona un massimo di cinque

    da presentare nella sessione plenaria di chiusura del workshop. Durante tale sessione, dopo lapresentazione di ciascuna idea, una votazione finale di tutti i partecipanti individua le cinque ideepi significative, da realizzare attraverso piani di azione congiunti.

    IN ALLEGATO

    Il manuale della Commissione Europea sulla metodologia EASW. Si presenta lutilizzo del manualeattraverso una simulazione di un seminario locale sulla vita urbana sostenibile nei prossimi decenni.

    Breve guida alluso della metodologia EASW. Si tratta di una breve guida alluso della metodologiaEASW realizzata da www.scuoladifacilitazione.it

    Alcune esperienze di Workshop EASW:

    o Politiche ambientali e sviluppo sostenibile: Forum Agenda 21 Locale della Provincia diNapoli.

    o Politiche per linnovazione: Idee a azioni per un piano di innovazione di Catania.o Occupazione e mercato del lavoro: il futuro del mercato del lavoro della provincia di

    Agrigento.o Sviluppo Locale e Imprese: gli scenari e i progetti per le PMI della meccanica nel Mugello.o Maielletta 2010: sviluppo del territorio e qualit della vita:elaborazione del piano di sviluppo

    socio-economico della Comunit Montana Maielletta (Abruzzo)o Sulmona-Paciano Rioni sostenibile nel 2020:scenari di riqualificazione urbana per lo sviluppo

    di una proposta di Contratto di quartiere, proposta di Contratto di Quartiere in due rioni delComune di Pomigliano dArco (NA).

    - 8 -

    http://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/5f22852b40245c8fc125709d004596f3?OpenDocument
  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    8/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Le Nuove Tendenze: lAPPRECIATIVE INQUIRY

    LAppreciative Inquiry, uno strumento di diagnosi che dirige lintelligenza collettiva del gruppo suicampi di azione pi pregni di motivazione, nata in America alla fine degli anni 80 nellambitodello sviluppo comunitario-soc iale.

    Non si tratta in realt soltanto di uno strumento, quanto piuttosto di un approccio in base al qualesi tenta di leggere i processi di cambiamento che interessano le organizzazioni e le comunitattraverso le motivazioni, le impressioni delle persone e dei diversi attori.

    Questo processo pu essere organizzato in forma di intervista - e quindi avere una durata di 20-30minuti o di manifestazione strutturata come grande evento che pu durare anche quattro giorni.Il nucleo fondamentale dellAppreciative Inquiry consiste nellintervista di valutazione, eseguita inquattro fasi distinte:

    Discovery, ovvero la comprensione del successo: i successi vengono valutati in modo da poternedeterminare le caratteristiche e le cause che hanno portato al successo in passato.

    Dream, ovvero lo sviluppo di una visione: il passo successivo consiste nello sviluppo di prospettivefuture, che tengono in considerazione le esperienze esistenti relative a successi gi raggiunti equindi puntano a un pieno utilizzo del potenziale esistente.Design, ovvero lelaborazione di una visione: la visione si concretizza in relazione ai partnernecessari, alle interazioni possibili e alle condizioni esterne fondamentaliDestiny, ovvero la realizzazione: in conclusione si definiscono le finalit e le misure necessarie alraggiungimento della visione, sia quelle occorrenti a medio termine che i successivi passi concretida effettuareIN ALLEGATO

    Locat ing the energy for change: an in t roduct ion to apprec ia t ive inqu i ry . Un manualesullappreciative inquiry curato da Charles Elliot - professore di economia Universit di Cambridge

    in Inghileterra - fondatore della Cambridge Partnership for Organisational Transformation, chepromuove lutilizzo di tale metodologia in svariati settori, dai progetti di cooperazione allo sviluppoai processi di riorganizzazione delle multinazionali.

    Alcuni progetti in cui stata utilizzata la metodologia dellApprec iative Inquiry:

    o Imagine Chicago. Ten Years of Imagination in Actiono The positive path. Using Apprec iative Inquiry in rural indian communities.o Beyond problem analysis: using appreciative inquiry to design and deliver

    environmental, gender equity, and private sector development project (India).

    - 9 -

    http://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/205eb36729c9ec61c125709d00466395?OpenDocument&Highlight=0,locatinghttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/52e0eeb9d9116ceec125709d0046ac32?OpenDocument&Highlight=0,imaginehttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/52e0eeb9d9116ceec125709d0046ac32?OpenDocument&Highlight=0,imaginehttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/52e0eeb9d9116ceec125709d0046ac32?OpenDocument&Highlight=0,imaginehttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/52e0eeb9d9116ceec125709d0046ac32?OpenDocument&Highlight=0,imaginehttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/52e0eeb9d9116ceec125709d0046ac32?OpenDocument&Highlight=0,imaginehttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/52e0eeb9d9116ceec125709d0046ac32?OpenDocument&Highlight=0,imaginehttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/52e0eeb9d9116ceec125709d0046ac32?OpenDocument&Highlight=0,imaginehttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/52e0eeb9d9116ceec125709d0046ac32?OpenDocument&Highlight=0,imaginehttp://db.formez.it/fontinor.nsf/27ae256abf1f3a30c1256b04004137b0/205eb36729c9ec61c125709d00466395?OpenDocument&Highlight=0,locating
  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    9/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Letture consigliate

    Albanesi C. (2005),I foc us g rou p, Carocci, RomaSi tratta di un manuale sintetico e di agevole lettura, utile quindi per avere una panoramicagenerale sul tema dei focus group. Vengono illustrate le principali caratteristiche dei focus group,chiarendo la natura delle informazioni che si ricavano dalluso di questo metodo e la specificit di

    tale tecnica di ricerca rispetto ad altre. Inoltre vengono fornite indicazioni operative per lapianificazione dei focus group e per la loro conduzione.

    Bobbio L. (2004), A p i vo c i. Amm inistrazion i p ub b lic he , im p rese, a sso c ia zioni e c it ta d ini ne i p roc e ssid e c isiona li inc lusivi, Cantieri Analisi e strumenti per linnovazione, Edizioni Scientifiche Italiane,Napoli.Il manuale curato da Luigi Bobbio presenta una raccolta di approcci, tecniche e metodi,ampiamente utilizzati anche in Italia, per gestire e condurre processi decisionali inclusivi sui quali sibasa la progettazione partecipativa patti territoriali, piani strategici, Agenda 21 Locale, accordidi programma, etc - Tali tecniche sono raggruppate in tre famiglie, secondo i problemi che sipropongono di affrontare: tecniche per lascolto, tecniche per linterazione costruttiva, tecnicheper la risoluzione dei conflitti. Inoltre ci sono una serie di schede descrittive lo svolgimento di casi

    specifici, ed interviste ad amministratori che hanno promosso o seguito tali esperienze diprogettazione partecipativa e ad operatori che hanno provato a gestirli.

    Bussi F. (2001), Prog et ta re in pa rtena ria to . Guid a a lla c ond uzione d i grupp i d i la voro c on i l m eto doGOPP, Franco Angeli, Milano.Si tratta di una vera e propria guida alla facilitazione dei gruppi e alla progettazione partecipativa,secondo le tecniche del metodo GOPP (Goal Oriented Project Planning). Lutilit quindi duplice:pu essere un utile strumento per imparare un approccio metodologico strutturato per lapredisposizione di progetti complessi, ma anche adatto a chi vuole condurre, come facilitatore,incontri di lavoro in cui gli attori chiave di un progetto o di una determinata situazioneintervengono in maniera partecipativa nelle diverse fasi del ciclo d i vita del progetto stesso.

    CENSIS (a cura di), (2004), Co nd iv id ere la c ono sc enza pe r p rog et ta re l innova zione . Il m od e l loCo m pe tenze p er lo sv ilup p o loc a le, Franco Angeli, Milano.Il volume stato realizzato nellambito del progetto Competenze finanziato dal Ministero delLavoro e delle Politiche Sociali e dal FSE e promosso da Censis, Aira, Atenea e InvestiaCatania ed incentrato sul tema dei processi di innovazione nella PA, nelle imprese e nella cittadinanza. Diparticolare interesse la seconda parte del volume che presenta una raccolta di modelli emetodologie di promozione dellinnovazione a livello locale attraverso contributi e propostesviluppate a livello internazionale da ricercatori, facilitatori ed esperti.Chambers R., 2002, Participatory Workshops, Earthscan Publication, LondonAttraverso questo manuale lautore mette a disposizione la sua esperienza a quanti formatori,facilitatori, esperti lavorano con i gruppi nellattivare processi di apprendimento e dicambiamento partecipativo. Sono presentati 21 set di idee, attivit, suggerimenti, mediante i quali

    vengono fornite indicazioni operative su come avviare il lavoro, come costituire e gestire gruppianche di grandi dimensioni, apprendere dal lavoro di gruppo, come analizzare le situazioni efornire risposte pertinenti, valutare e concludere il processo.

    Holman P., Devane T. (1999), The C ha ng e Ha nd b oo k G rou p s m etho d s for sha p ing th e future,Berret Koehler, San FranciscoGli autori presentano un lavoro molto interessante e soprattutto di estrema utilit, in quantosistematizzano in un unico testo tutta una serie di tecniche e metodologie utilizzate nellambito deiprocessi di cambiamento organizzativo. cos possibile non solo reperire informazioni ma ancheavere un quadro comparativo di tali tecniche al fine di valutare quali possono meglio adattarsi aicasi che di volta in volta ci si trova ad affrontare. Tra le metodologie descritte ci sono lOpenSpace Techology; lAnalisi di scenari futuri; la Teoria dei sistemi; lApprec iative Inquiry, e molti altri.

    Laniado E., Cellina F., Co m unic a zione / in fo rm az ione in m a teria a mb ienta le : me tod i e st rum ent i asupporto dei processi par tecipat iv i, in Rivista Valutazione Ambientale, n. 7 anno 2005,EdicomEdizioni.

    - 10 -

    http://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/8e0ad917896786fcc125709d00476c82?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/8e0ad917896786fcc125709d00476c82?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/8e0ad917896786fcc125709d00476c82?OpenDocumenthttp://db.formez.it/fontinor.nsf/1315d8fe375b0774c1256b04004132f0/8e0ad917896786fcc125709d00476c82?OpenDocument
  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    10/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Gli autori propongono in questo articolo alcuni spunti di riflessione su ruolo e il significato dellapartecipazione per sostenere i processi di governace cercando di dare delle risposte ad alcunedomande essenziali quali: chi coinvolgere? quali sono le fasi del processo? come coinvolgere?quali gli ostacoli? Vengono poi presentati alcuni strumenti e metodi di supporto alle decisioni(Decision Support Systems DSS).

    Lukesch R., (2005), Strum ent i sistem ic i pe r lo svilup p o d i prog et t i or ient a t i al la p a rtec ip a zion e,Formez Progetto Sostegno alla progettazione Integrata nelle Regioni del centro-Nord.Lautore, partendo dal presupposto che la costruzione di progetti di sviluppo locale comporta unimpegno comunicativo molto pi ampio rispetto al lavoro di progettazione in senso ristretto,propone lutilizzo di strumenti e metodi sistemici, in quanto particolarmente idonei a questo scopo,visto che con il loro aiuto possibile rispettare nel modo pi appropriato le non sempre apparenticonnessioni e interrelazioni dei singoli progetti con il loro contesto economico e sociale. Glistrumenti presentati sono poi suddivisi in strumenti idonei allosservazione e alla comprensione dellerelazioni, di pianificazione e realizzazione e di valutazione e apprendimento.

    Owen H., (1997), Op en Sp a c e Tec no log y: A User s G uid e, San Francisco, Berret-Koheler Publischers,Inc.

    Si tratta di una breve guida sulla facilitazione di eventi mediante lutilizzo della metodologia OpenSpace Technology, scritta dal suo ideatore, Harrison Owen. utile sia perch approfondisce aspetticonnessi al ruolo e alle caratteristiche del facilitatore, come una sorta di materiale per laformazione formatori, ma anche in quanto vi si possono trovare tutti i dettagli relativi agli aspettiorganizzativi: tempi, organizzazione dello spazio e logistica; partecipanti e modalit di conduzionedellevento.

    Palumbo M. (2004) La va luta zion e p a rtec ip a ta e i suo i esit i, Rassegna Italiana di Valutazione, a.VII, n. 25, pp. 71-88, Franco Angeli, Milano.A partire da una riflessione di politologia sulla caduta di rappresentativit istituzionale e sul diversoruolo che gli individui assumono nella complessit sociale contemporanea, lautore argomenta

    significati e ruolo della partecipazione in valutazione nellambito di strategie della fiduc ia relativeallassunzione comune di premesse condivise.

    Pellizzoni L. (a cura di), (2005),La d e l ib erazione pu b b l ic a, Meltemi Editore, Roma.Il volume raccoglie il lavoro di studiosi di varie discipline sociologia, politologia, psicologia cheda tempo si confrontano con i problemi della deliberazione pubblica e in queste pagine neillustrano e ne discutono i concetti fondamentali, le principali prospettive, e alcuni tra i piimportanti modelli. Tra i temi sviluppati figurano lapprendimento e la costruzione della decisione, ilruolo del capitale soc iale e dellincertezza, linserimento della democrazia deliberativa nei processidi policy, i metodi e le tecniche per la gestione della deliberazione, i patti territoriali e le istituzioniper le risorse comuni.

    Rossi M., (2004), I p rog et t i d i sv ilup p o. Me tod o log ie ed esp er ienze d i proge t tazione p a rtec ip a t ivap er ob ie t t iv i, Franco Angeli, Milano.Si tratta di unutile guida in cui trovare indicazioni per migliorare la preparazione di progetti disviluppo. Partendo dal presupposto che progettare analizzare e prevedere in un quadro diincertezza, si focalizza lattenzione su due aspetti della progettazione: lorientamento alraggiungimento degli obiettivi, e quindi la progettazione che utilizza l'Approccio del QuadroLogico (ottica-obiettivo); lorientamento alla partecipazione, e quindi la progettazione attenta alprocesso di apprendimento e alla flessibilit (ottica-processo). Nel trattare questi due aspetti allaprogettazione l'autore propone anche confronti tra vari manuali internazionali, comunitari e italiani,e in questo modo ne esce un quadro pi chiaro e completo rispetto ai concetti e allemetodologie.

    Sclavi M. (2003) La rte d i a sc ol tare e m on d i p ossib ili. Com e si esc e d a lle c ornic i d i c ui siam o p a rte,Bruno Mondatori, Milano.

    - 11 -

  • 7/22/2019 progettazione partecipata.pdf

    11/11

    Guida alla Progettazione Partecipata

    Attraverso questo volume lautrice sistematizza il lavoro sullo strumento dellascolto attivo,descrivendo, in una sorta di vademecum, le sette regole dellascolto attivo. La tecnica dellascoltoattivo viene proposta per avviare processi decisionali inclusivi, e dal lavoro della Sclavi possonoessere tratti spunti interessanti ad esempio per la gestione dei conflitti in modo creativo.

    Spezzano S. (a cura di), (2002), Pro jec t Cyc le Ma na ge m ent . Ma nua le pe r la form a zione, Strumenti

    Formez, Roma.Il manuale costruito come una sorta di presentazione di modelli e approcci e fornisce strumenti etecniche che possono aiutare ad applicare i principi del PCM (Project Cycle Management). Inparticolare il manuale approfondisce lo strumento del Quadro Logico (Logical Framework),tecnica efficace sia nelle fasi di identificazione e formulazione del progetto che in quelle direalizzazione e valutazione. Essendo un manuale finalizzato alloperativit presenta esemplificazioni(un esempio di quadro logico completato; esempi di tabelle attivit e schede di spesa; etc) edun utile glossario di termini e definizioni.

    Thirion S., (2000) Il me tod o SAP in Portog a llo. Sistem a t izza zione d el l a utov a luta zion e p a rtec ip a t iva.Si tratta di un paper in cui viene presentato il lavoro promosso da quattro Gruppi LEADER delCentro del Portogallo che nel periodo finale di LEADER II (1999-2000) avevano rilevato come critica

    la fase di auto-valutaione. Il paper quindi presenta il metodo messo appunto e denominato SAP Sistematizzaizoine dellautovalutazione partecipativa.

    Wates N. (1999), The C om m unity Plan n ing Hand b oo k,Earthscan Publication, London.Il manuale una vera e propria guida al community planning (lavoro di comunit) in cui sonoraccolte una selezione di pi di cinquanta tecniche e metodi. Costruito in modo molto simile alportale www.communityplanning.net - ciascuna tecnica descritta poi corredata da una seriedi informazioni utili alla messa in opera della tecnica stessa: ad esempio ci sono suggerimenti ditipo organizzativo, esemplificazioni di casi pratici, checklists per il controllo e la valutazione.

    - 12 -