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QUALE FUTURO PER L’ORZO E IL FRUMENTO TENERO IN PROVINCIA DI MILANO?
I cereali autunno-vernini avranno sempre più un ruolo prioritario nelle nuove prospettivedell’Unione Europea, che punta alla diversificazione delle produzioni e al miglioramentoqualitativo delle stesse. Rappresentano un’alternativa alla coltivazione in monocolturapiù soggetta ad infestazioni come sta succedendo alla coltivazioni di mais con ladiffusione della diabrotica. E’ quindi sempre maggiore la necessità di attuare un sistemadi rotazioni colturali, con l’alternanza non solo di specie diverse ma anche di varietàcon diversa sensibilità alle avversità di varia natura. In quest’ottica sono state realizzateanche prove varietali sul pisello proteico, che nel contesto della rotazione colturale è daconsiderare indispensabile in quanto leguminosa miglioratrice.L’orzo è una specie profondamente studiata dal punto di vista genetico, tecnologico,alimentare e agronomico. E’ così che si è potuto avere negli ultimi trent’anni unaumento della produttività in media fino a 1 q/ha/anno. Ora però il mercato richiedeoltre che maggiori produzioni anche un prodotto di migliore qualità, capace disoddisfare le esigenze dell’industria. L’orzo non deve essere considerato solo unprodotto reimpiegato in azienda, per l’auto approvvigionamento. Occorre produrrevarietà con elevate caratteristiche qualitative, per superare la concorrenza nel mercatoeuropeo determinata dalle eccedenze di raccolto dei paesi del Nord Europa edall’immissione di ingenti quantità di orzo proveniente dalle regioni del Mar Nero.Il frumento deve rientrare obbligatoriamente in una politica di scelta delle varietà piùinteressanti per l’industria, anche perché meno riutilizzato nelle aziende zootecniche. InItalia la farina è destinata per il 76% alla produzione di pane, per il 10% alla produzionedi dolci e per la restante parte all’uso domestico.E’ necessario effettuare semine utilizzando varietà sulla base di una precisapianificazione produttiva, in accordo con gli industriali. Tutto questo per ridurre latendenza attuale che vede il 60% del frumento utilizzato dai panifici proveniredall’estero e non dal mercato interno italiano.Le nuove varietà possono rendere più agevole la collocazione del prodotto sul mercatose non aumentarne significativamente il prezzo, in quanto sono migliori sotto il profiloqualitativo e della trasformazione tecnologica. Il pisello proteico è una leguminosa da granella con un contenuto proteico del 23-25% daimpiegare come integratore proteico dei mangimi zootecnici. Inoltre, apporta all’incirca40-60 kg di azoto/ettaro al terreno, a vantaggio della coltura successiva e quindi puòessere facilmente inserito nella rotazione: ottimo prima della coltivazione dei cereali.
La promozione della qualità è uno degli aspetti chiave della direzione verso cuiattualmente si muove l’Unione Europea, che tende a rispondere alle sempre maggioriaspettative della società nei riguardi della sicurezza alimentare, qualità degli alimenti,salute e benessere degli animali oltre che dello sviluppo rurale. Viene così affermandosila natura multifunzionale dell’attività agricola. La revisione di medio termine di Agenda2000, se approvata, potrebbe modificare significativamente il sistema dei sussidi alsettore agricolo. Infatti prevede di slegare gli aiuti dalla produzione, indirizzandomaggiori sussidi allo sviluppo rurale ed alle misure agroambientali. Tutte queste ragioni devono far pensare che non si può continuare ad effettuareun’agricoltura di sussistenza legata mani e piedi ad una politica che porta a scegliere diseminare una determinata coltura solo in base all’aumento o alla diminuzione degli aiuticomunitari.
Dott. Enzo Carlo Beltrami – Direttore Settore Agricoltura e Parchi
SOMMARIO
Risultati dei campi varietali di orzo pag. 1
Orzo: risultati della sperimentazione on farm in Provincia di Milano (Dott. Giovanni Delogu) pag. 2
Tabella dei dati produttivi e qualitativi pag. 7
Grafico dei dati produttivi pag. 8
Schede agronomiche pag. 9
Risultati dei campi varietali di frumento tenero pag. 11
Tabella dei dati produttivi pag. 12
Grafico dei dati produttivi pag. 13
Tabella dei dati qualitativi pag. 14
Schede agronomiche pag. 15
Caratteristiche delle varietà in prova pag. 17
Risultati dei campi varietali di pisello proteico pag. 18
Pisello proteico: i risultati dei campi di confronto varietale in Provincia di Milano (Prof. Stefano Bocchi) pag. 19
Tabella e grafico delle produzioni pag. 21
Schede agronomiche pag. 22
Andamento meteorologico nella campagna 2002-2003 pag. 24(Dott. Lorenzo Craveri)
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Orzo: i risultati della sperimentazione “on farm” in Provincia di Milano
(Dott. Giovanni Delogu - Istituto Sperimentale Per la Cerealicoltura)
Introduzione
L’ordeicoltura in provincia di Milano si è affermata a partire dagli anni ’70. Nel Milanese,
infatti, sin dall’inizio dello sviluppo di questa coltura, si sono realizzate produzioni
unitarie elevate e della stessa entità di quelle ottenute negli altri Paesi europei .
L’elevata produttività della coltura ha stimolato la sua diffusione tanto che dai pochi
ettari presenti nel 1970 (940 ha) si è passati nel 1990 a 12.000 ettari. La coltura
dell’orzo era stata scelta dall’agricoltore, oltre che per la sua capacità produttiva, in 30
anni le rese medie dell’orzo sono passate dalle 2.3 t/ha (1970) alle 5.6 t/ha (2000) con
un incremento delle rese di oltre 100 kg /ettaro/anno, per la sua precocità e possibilità
di differenziare le produzioni. L’orzo si presta, infatti, per la precocità del ciclo, allo
sviluppo delle doppie colture con mais da trinciato o con soia sia quando destinato alla
produzione d’insilato come pianta intera, sia quando destinato alla produzione di
granella. Caratteristiche, queste, in grado di soddisfare le esigenze dell’azienda
zootecnica e di quella cerealicola industriale, che, in ogni caso, può disporre di un
prodotto di qualità (granella) facilmente collocabile sul mercato e ottenuto, rispetto agli
altri cereali vernini, a bassi costi. Successivamente a questo periodo le restrizioni
imposte dalle leggi della Comunità Europea alla coltivazione dei cereali e poi il
regolamento della PAC che penalizzava le doppie colture, hanno portato ad una
riduzione delle superfici destinate ad orzo a favore del mais, anche se il continuo
aggiornamento varietale induceva costanti e significativi incrementi delle rese unitarie
della coltura che arrivava, nel 1990, a produrre 5.3 t/ha . Dal 1990 ad oggi la produzione
unitaria media della Provincia tuttavia, è incrementata di soli 0.3 t/ha. I motivi di
questa stasi sono verosimilmente di diversa origine: infatti da una parte può aver influito
una certa marginalizzazione della coltura, a cui sono stati destinati terreni peggiori, e
dall’altra il diffondersi di due pericolose fitopatie, la virosi del mosaico giallo (BaYMV)e
moderato (BaMMV) dell’orzo, in grado di penalizzare le produzioni a seconda degli anni
del 20 - 50%. Il rilascio di varietà dotate di resistenza genetica a questa virosi ha
consentito di superare brillantemente questo problema e di garantire il pieno recupero
della potenzialità produttiva dell’orzo. Oggi quindi lo sviluppo di nuove tendenze
nell’utilizzo della granella dell’orzo, unitamente alle nuove norme che regolano gli aiuti
comunitari all’agricoltura, non più devoluti alle colture, ma all’unità di superficie
coltivata, aprono nuovi scenari per l’ordeicoltura ed è, quindi, presumibile che la
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coltura dell’orzo, per la sua competitività, possa ulteriormente svilupparsi contribuendo
da una parte a diversificare le produzioni aziendali e dall’altra a ripristinare un minimo
di avvicendamenti colturali. Questo nuovo contesto che si sta delineando per
l’ordeicoltura sembra essere stato recepito anche a livello Provinciale, tanto che, dal
2000 ad oggi le superficie destinate alla coltura dell’orzo nel milanese è incrementata
del 20%.
La capacità produttiva dell’orzo e la diversificazione nell’utilizzo della granella, infatti,
aprono per questa coltura nuovi mercati. Tradizionalmente l’orzo è considerato un
cereale zootecnico da destinare alla preparazione di mangimi concentrati. La granella
d’orzo rappresenta, infatti, non solo una delle più importanti fonti di energia, ma anche
l’ingrediente base della razione in grado di migliorare lo stato di benessere dell’animale
e di conferire caratteristiche qualitative ai diversi prodotti (carne, latte, formaggio,
ecc.).
Orzo da trinciato
Sempre nell’alimentazione del bestiame, accanto all’impiego della granella, si è diffuso
l’uso della pianta intera di orzo raccolta a maturazione latteo cerosa (33-34% di sostanza
secca) per la produzione di insilato. Questa particolare produzione, tipica dell’azienda
zootecnica, si presta a rendere ancora più efficiente il sistema colturale che prevede di
massimizzare le produzioni per unità di superficie mediante lo sviluppo delle doppie
colture (orzo trinciato + mais o sorgo trinciato, orzo trinciato + soia). L’anticipo della
raccolta della pianta intera (mediamente ultima settimana di maggio) rispetto alla
coltura da granella, consente, infatti, di sfruttare un periodo più lungo per la seconda
coltura. Le produzioni di sostanza secca realizzabili quando l’orzo è destinato
all’insilamento si aggirano in media sulle 16 t/ha pari ad una resa in unità foraggere
latte per ettaro di 12.800.
Alimentazione umana
Dal punto di vista dell’alimentazione umana diretta l’orzo trova impiego
tradizionalmente nella preparazione di zuppe, sotto forma di orzo perlato, di surrogato
del caffè e come farina, in miscela ad altri cereali, per la preparazione di prodotti da
forno. Negli ultimi 10 anni il consumo diretto dell’orzo, da parte dell’uomo, è quasi
raddoppiato passando da 0,3-0,4 a 0,7 milioni di quintali.
Da quanto sinora esposto emerge un quadro completamente rinnovato per l’ordeicoltura
che, se adeguatamente sviluppato, può fornire all’imprenditoria agricola un’importante
fonte di reddito alla condizione, però, che la granella prodotta sia in grado di soddisfare
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qualitativamente le esigenze del mercato. Tutti gli interventi che non rientrano in
questa logica sono poco efficienti e i prodotti ottenuti saranno o sono già fuori mercato,
perché altre nazioni sono pronte a fornire, a prezzi competitivi, granella di altissima
qualità per il fabbisogno dell’industria. Ne consegue che l’ordeicoltore dovrà acquistare
una mentalità imprenditoriale, in modo da adeguare la propria produzione ad un
mercato sempre più sofisticato.
L’individuazione della varietà da coltivare, rappresenta il primo aspetto di rilevante
importanza nella gestione della coltura, infatti, essa è in grado di finalizzare il tipo di
produzione e garantire qualità e quantità delle produzioni senza comportare un costo
aggiuntivo (il prezzo della semente di una buona varietà è uguale a quella di una cattiva
varietà). Accanto a questa scelta di non minore importanza è la qualità della semente
intesa sia come purezza varietale sia come germinabilità. A questi due fondamentali
requisiti a cui rispondono sementi di qualità va aggiunta la difesa chimica con fungicidi
sistemici del seme nei confronti dei parassiti fungini trasmessi da seme quali la striatura
bruna dell’orzo (elmintosporiosi) e il carbone volante.
Risultati
La stagione che ha accompagnato il ciclo della coltura, se pur particolare, non è stata in
generale penalizzante per il risultato finale della coltura dell’orzo. Infatti le rese sono
risultate medio buone; l’assenza dell’allettamento in concomitanza alla quasi totale
assenza delle malattie della parte basale del culmo (mal del piede) durante tutto il ciclo
vitale e dell’apparato fogliare durante il periodo botticella/maturazione hanno
consentito il regolare sviluppo della spiga e l’ottimo riempimento del seme.
Quest’ultimo aspetto è stato evidenziato anche dalla sperimentazione condotta in
Provincia. Infatti, per il primo anno la sperimentazione “on farm” è stata realizzata in
parcelloni doppi mettendo a confronto per ogni varietà una tesi senza difesa chimica
dalle malattie fogliari in grado di colpire la coltura durante la fase botticella-
maturazione cerosa (oidio, maculatura reticolare e puntiforme, ruggine bruna) e una con
difesa chimica attuata in fase di fine botticella contro le malattie dell’apparato fogliare.
I risultati di questa sperimentazione sono risultati statisticamente non significativi ad
indicare la quasi totale assenza di attacchi fungini in grado di compromettere il
riempimento del seme e quindi la resa finale. Per questo motivi i risultati della
sperimentazione sono presentati per le due località di prova come valori medi tra le tesi
non trattate e trattate. La produzione di granella media, realizzata in Provincia è stata
di 6.1 t/ha, ad indicare un’annata che complessivamente è risultata favorevole alla
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coltura. Tutto ciò è confermato oltre che dal risultato produttivo medio, anche dalla
qualità della granella ottenuta, sottolineata da peso ettolitrico medio di 64.4 kg/hl, un
peso 1000 semi di 41.3 g e una frazione di seme con calibro > 2.5 mm del 68.5 % .
Tra le due località, in cui è stata realizzata la sperimentazione, le variazioni produttive
risultano ampie e comprese tra le 7.4 t/ha di Albairate e le 5.1 t/ha di Cuggiono. In
generale le produzioni migliori sono state raggiunte nella località di Albairate, ove il
risultato dell’investimento iniziale (quantità di seme impiegato), la capacità di
accestimento e la fertilità della spiga sono sintetizzati in un unico parametro: il numero
di semi per unità di superficie, è risultato elevato 18233 semi/m2. A Cuggiono a
penalizzare la resa finale rispetto ad Albairate è stato il peso del seme che in media e
risultato pari a 38.5 g ogni 1000 semi unitamente ad un ridotto numero di semi per unità
di superficie. La produzione dell’annata appena conclusa, da considerarsi più che
soddisfacente come quantità, è caratterizzata anche da un elevato valore qualitativo,
infatti, il peso ettolitrico supera abbondantemente il valore limite che qualifica le
partite di orzo pesante (peso ettolotrico minimo = 64 kg/hl). Questo brillante risultato,
particolarmente evidente ad Albairate, è confortato inoltre sia dal peso 1000 semi che
supera abbondantemente i 40 g , sia dalla frazione di seme con calibro superiore ai 2.5
mm che rappresenta mediamente il 68 % della produzione. Tutto ciò indica che in
questa località sono state raggiunte produzioni in grado di fornire un prodotto
particolarmente adatto all’industria mangimistica che produce orzo fioccato. Per quanto
riguarda il contenuto proteico, le variazioni tra le due località sono comprese tra il 10.6
% di Albairate e il 12.1 % di Cuggiono. L’altezza della pianta risulta mediamente
contenuta, indica uno sviluppo durante tutto il ciclo vegetativo non eccessivo ma che ha
contribuito a contenere il fenomeno dell’allettamento.
Le varietà inserite nella sperimentazione “on farm” della Provincia hanno dimostrato
tutte un buon livello produttivo e le differenze tra le cultivar sono racchiuse tra le 7.1
t/ha di Orelie e Marjorie e le 5.1 t/ha di Aliseo. In media i migliori risultati a livello
provinciale sono stati forniti dai distici Marjorie e Orelie e dai polistici Oregon e Ketos (
produzioni comprese tra 7.1 e 6.7 t/ha). Quando invece si considera tutto il territorio
regionale le varietà con più ampia adattabilità e che quindi emergono per potenzialità
produttiva sono le distiche Amillis, Vertige, Orelie, Marjorie (6,7- 5.9 t/ha) e le
polistiche Mattina, Sonora e Nikel (6.2 – 5.9 t/ha). La qualità della granella prodotta
evidenziata dalle singole cultivar riflette quanto già detto a proposito dei singoli valori
osservati per i parametri qualitativi già discussi a livello di singole località di prova. In
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generale, infatti, emerge un quadro più che soddisfacente dal punto di vista qualitativo.
Parlando di varietà tuttavia va sottolineato l’elevato valore qualitativo del seme della
cultivar polistica Nikel che presenta valori di peso 1000 semi, peso ettolitrico e frazione
di seme con calibro superiore ai 2.5 mm analogo o molto simile a quelli conseguiti dalle
cultivar distiche. Il contenuto proteico del seme invece, pur risultando statisticamente
significativo, mostra tra le varietà variazioni molto limitate e dell’ordine di circa un
punto percentuale tra la varietà con valore più basso e più alto (in termini di media
regionale Mattina infatti ha una percentuale di proteine nel seme del 9.8 % e Marjorie
dell’11.6 %). L’altezza della pianta della maggior parte delle varietà è nella media della
specie e solo Marjorie presenta una taglia elevata (media regionale = 83 cm).
Conclusioni
I risultati della sperimentazione qui presentati confermano l’elevata capacità produttiva
dell’orzo e la sua adattabilità alle diverse condizioni pedoclimatiche regionali. L’orzo
infatti è in grado di garantire produzioni superiori, in molti casi, rispetto agli altri
cereali vernini di almeno il 5 %. A ciò va aggiunto un minor costo nell’acquisto delle
sementi (-35%) e dei concimi (-50%) e la facilità di collocazione sul mercato delle
produzioni. Facilità che, come in questi ultimi anni, è stata supportata anche da una
produzione con caratteristiche mercantili di buona o elevata qualità tanto che molte
produzioni aziendali si collocano nella categoria degli orzi pesanti con conseguente
maggiorazione dei prezzi di 0.85 -1.25 euro a quintale.
Con una opportuna scelta varietale l’agricoltore ha, quindi, l’opportunità di raggiungere
un doppio obiettivo: elevate rese unitarie ed elevata qualità commerciale della granella
e quindi il conseguimento di una maggiore redditività dalla coltura. Con queste
premesse è, quindi, presumibile che la coltura dell’orzo possa ulteriormente svilupparsi
contribuendo a diversificare le produzioni aziendali e di conseguenza contribuendo,
almeno in certe aree, a ripristinare un minimo di avvicendamenti colturali.
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Produzione media delle 13 varietà d’orzo allevate in due ambienti della
Provincia di Milano a confronto con le produzioni regionali
Varietà DittaTipo
spiga
Densità
semina
(kg/ha)
Albairate
t/ha al
13%U
Cuggiono
t/ha al
13%U
Media
regionale
t/ha al
13%U
Media
regionale
pesi
ettolitrici
kg/hl
Marjorie SIS Distica 200 kg/ha 7.9 6.4 6.4 66.1
Orelie Valleagricola Distica 180 kg/ha 7.8 6.4 6.7 66.2
Oregon Valleagricola Polistica 150 kg/ha 7.5 6.5 - -
Ketos Verneuil Polistica 150 kg/ha 8.5 4.8 - -
Nikel SIS Polistica 180 kg/ha 7.6 5.4 6.1 63.2
Vertige Florisem Distica 180 kg/ha 7.1 5.6 5.9 64.0
Amillis Verneuil Distica 180 kg/ha 7.7 4.9 6.0 65.4
Mattina Apsov Polistica 150 kg/ha 7.0 5.5 6.2 63.8
Sonora Verneuil Polistica 150 kg/ha 7.6 4.8 5.9 62.0
Oreste Valleagricola Distica 180 kg/ha 7.0 4.9 5.7 64.0
Siberia SIS Polistica 150 kg/ha 7.6 3.7 5.5 60.1
Baraka Florisem Distica 180 kg/ha 6.7 4.1 5.7 64.0
Aliseo Proseme Polistica 150 kg/ha 6.6 3.5 5.3 59.4
DATI QUALITATIVI MEDI REGIONALI
(medie delle Province di Milano e Lodi)
Peso 1000
Semi in gr
Calibro
% > 2.5 mm
Proteine
%
Numero
Semi/mq
Altezza
cm
Spigatura
gg dal 1°aprile
Orelie 45.6 77 10.5 14636 66 33Marjorie 50.0 79 11.6 12822 83 32Mattina 36.5 53 9.8 16819 66 31Nikel 43.1 74 10.4 14144 75 30Amillis 41.7 71 10.9 14439 63 27Vertige 41.9 72 10.6 14182 58 29Sonora 33.6 52 10.2 17459 67 27Baraka 45.6 75 11.4 12097 69 27Oreste 35.9 64 10.6 16120 58 30Siberia 39.4 58 9.9 13936 69 29Aliseo 35.1 59 10.1 15307 66 27Media 40.7 66 10.5 14728 67 29
PRODUZIONI PROVINCIALI A CONFRONTO CON DATI REGIONALI
33,5
44,5
55,5
66,5
77,5
88,5
9
Marjorie
Orelie
Oregon
Ketos
Nikel
Vertige
Amillis
Mattina
SonoraOres
teSiberi
aBara
kaAlis
eot/h
a al
13%
U
Albairate Cuggiono medie regionali
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9
CAMPO VARIETALE DI ORZO - ALBAIRATESCHEDA AGRONOMICA
TECNICO Claudio PastoriLaura Panzeri
AZIENDA AGRICOLA F.LLI ROSSI – C.NA GARAVAGLIA -ALBAIRATE
CARATTERISTICHE DEL TERRENO Natura del terreno Franco – limosa
Sostanza organica Sufficientemente dotato
Fosforo Mediamente dotato
Potassio scambiabile Mediamente dotato
Magnesio scambiabile Scarsamente dotato
Calcio scambiabile Mediamente dotato
pH 5,72 – acido
precessione colturale Mais
OPERAZIONI COLTURALI Aratura 15 ottobre 2002
Erpicatura 24 ottobre 2002
Semina 24 ottobre 2002
Emergenza 4 novembre 2002
Concimazione minerale con nitratoammonico titolo 26
120 kg/ha – 8 kg/pertica unità di azoto: 31,20
17 febbraio 2003
Diserbo con Gaio (metsulfuron – metile20%) 15 g/ha – 1 g/pertica 25 marzo 2003
Concimazione minerale con Entec 26 –150 kg/ha – 10 kg/ pertica
Unità di azoto: 39 30 marzo 2003
Trattamento fungicida con Horizon (p.a.tebuconazolo 25,9%) 1 l/ha – 70 g/perticasu metà del campo
30 aprile 2003; trattamento effettuato infase di spigatura
Raccolta 16 giugno 2003Unità di azoto totali:70,20
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CAMPO VARIETALE DI ORZO - CUGGIONOSCHEDA AGRONOMICA
TECNICO Roberta ColomboLaura Panzeri
AZIENDA AGRICOLA F.LLI Cucchetti Cuggiono CARATTERISTICHE DEL TERRENO
Natura del terreno Franco – sabbiosa
Sostanza organica Abbondante
Fosforo mediamente dotato
Potassio scambiabile Abbondante
Magnesio scambiabile mediamente dotato
Calcio scambiabile Basso
pH (acqua) 6,05 subacido
precessione colturale Mais
OPERAZIONI COLTURALI Aratura 17 ottobre 2002
Erpicatura 23 ottobre 2002
Semina 24 ottobre 2003
Rullatura 27ottobre e 2 marzo 2003
Emergenza 5 novembre 2002
Concimazione minerale in presemina con calcemagnesiaca 4 q/ha – 26 kg/pertica
ternario 6-10-28: 4,5 q/ha (30 kg/pertica)19 ottobre 2002
Concimazione con nitrato ammonico – titolo 26150 kg/ha – 10 kg/pertica 10 marzo 2003
Diserbo con Granstar (tribenuron – metile) 10g/ha 13 aprile 2003
Concimazione minerale con nitrato ammonico150 kg/ha – 10 kg/ pertica
15 aprile 2003
Trattamento fungicida con Horizon (p.a.tebuconazolo 25,9%) 1 l/ha – 70 g/pertica sumetà del campo
24 aprile 2003;trattamento effettuato infase di botticella
Irrigazione 18 maggio 2003 Raccolta: 19 giugno 2003
Unità di azoto totali: 105Unità di fosforo totali: 45unità di potassio totali: 126
DATI PRODUTTIVI PROVINCIALI A CONFRONTO CON DATI REGIONALI
Cambiago Az. Agr. Mantegazza
Albairate Az. Agr. Rossi F.lli
MEDIE REGIONALI
Varietà Ditta
Produzionet/ha
al 13% diumidità
Pesoettolitrico
kg/hl
Umiditàalla
raccolta
Produzionet/ha
al 13% diumidità
Pesoettolitrico
kg/hl
Umiditàalla
raccolta
Produzionet/ha
al 13% diumidità
Pesoettolitrico
kg/hl
Umiditàalla
raccolta
Artico Apsov 4,70 73,7 12,5 7,08 74,7 12,7 6,59 76,3 12,1
CentroProd.
SementiVerona
4,19 78,6 13,1 8,67 79,0 12,8 6,71 78,9 12,6
Craklin Verneuil 5,66 71,0 10,6 8,06 71,1 12,6 7,09 73,4 11,8
Etecho Florisem 5,45 76,4 12,1 6,20 74,6 12,7 6,13 77,0 12,3
Giava Apsov 4,58 78,8 12,7 7,28 76,0 12,5 6,49 78,5 11,9
Guadalupe Apsov 5,04 81,2 12,7 7,88 80,8 12,8 6,30 81,6 12,4
Isengrain SIS 5,14 80,4 12,5 8,78 78,7 12,8 6,79 78,5 12,2
Levis Valleagricola 3,43 77,3 13,1 8,45 78,7 13,0 6,14 78,9 12,5
Ravenna SIS 3,98 82,0 12,1 8,17 79,0 12,3 6,12 81,1 11,9
Tibet Apsov 4,91 74,6 11,7 8,33 74,7 13,4 6,79 76,9 12,2
Media 4,71 77,4 12,3 7,89 76,7 12,8 6,52 78,1 12,2
Amarok* Emilseme 3,86 78,2 15,7 7,58 77,5 12,2
Belfiore*Prod.
SementiVerona
7,38 80,0 12,6
Taylor* Valleagricola 3,67 84,0 12,2 6,10 84,0 13,0* Varietà in prova solo nelle località della Provincia di Milano
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PRODUZIONI PROVINCIALI A CONFRONTO CON I RISULTATI REGIONALI
7,08
8,06
6,20
7,28
7,88
8,788,45
8,17 8,337,89
4,70 4,714,91
3,98
3,43
4,19
5,665,45
4,58
5,04 5,14
8,67
6,796,52
6,126,14
6,796,59 6,717,09
6,136,49
6,30
3,003,504,004,505,005,506,006,507,007,508,008,509,00
ARTICO
CENTROCRAKLINETECHO
GIAVAGUADALU
PEISENGRAIN
LEVIS
RAVENNA
TIBET
Medie
t/ha
Cambiago (MI) Albairate (MI) Media regionale
13
DATI QUALITATIVI – MEDIE REGIONALI
VarietàProteineintegrale
%
Volume Sedimentazione in SDS ml
Peso1000semi
gr
IndiciProduttivi
*
Danni da freddo
FittezzaData
spigatura**
hpiantacm
Oidio Rugginebruna Fusariosi Septoriosi
Artico 9,36 26,9 36,56 100 1 8 38,3 76,3 1 0 1 5
Centro 9,81 29,7 37,89 103 1 9 37,7 79,0 1 1 0 4
Craklin 9,64 28,1 41,90 110 0 8 39,3 79,8 2 0 2 5
Etecho 10,12 37,3 39,80 99 0 8 36,5 86,3 1 0 2 6
Giava 10,23 40,5 41,80 99 1 9 38,0 72,0 1 2 1 6
Guadalupe 10,43 40,4 36,78 96 0 9 35,3 73,0 1 1 3 7
Isengrain 10,14 37,9 37,04 105 1 8 39,3 77,0 2 1 2 4
Levis 11,14 47,0 39,63 93 2 9 41,3 79,3 1 0 0 5
Ravenna 10,66 40,6 38,97 93 1 9 36,3 66,8 1 0 1 6
Tibet 9,39 34,9 33,75 103 0 9 35,7 68,5 2 0 3 6
media 10,08 36,3 38,33 1 8 37,8 75,5 1 0 1 5
* produzioni della singola varietà rispetto alla media di tutte le varietà posta pari a 100** giorni dal 1° aprileper le malattie, la fittezza e i danni da freddo è stata utilizzata una scala da 1 a 9 per valutare l’intensità
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CAMPO VARIETALE DI FRUMENTO - ALBAIRATESCHEDA AGRONOMICA
TECNICO Claudio PastoriLaura Panzeri
AZIENDA AGRICOLA F.LLI ROSSI – C.NA GARAVAGLIA -ALBAIRATE
CARATTERISTICHE DEL TERRENO Natura del terreno Franco – limosa
Sostanza organica Sufficientemente dotato
Fosforo Mediamente dotato
Potassio scambiabile Mediamente dotato
Magnesio scambiabile Scarsamente dotato
Calcio scambiabile Mediamente dotato
pH 5,72 – acido
precessione colturale Mais
OPERAZIONI COLTURALI Aratura 15 ottobre 2002
Erpicatura 24 ottobre 2002
Semina 29 ottobre 2002
Emergenza 8 novembre 2002
Concimazione minerale con nitratoammonico titolo 26
120 kg/ha – 8 kg/pertica unità di azoto: 31,20
17 febbraio 2003
Diserbo con Gaio (metsulfuron –metile 20%) 15 g/ha – 1 g/pertica 25 marzo 2003
Concimazione minerale con Entec26 – 300 kg/ha – 20 kg/ pertica
Unità di azoto: 78 30 marzo 2003
raccolta 26 giugno 2003Unità di azoto totali:109,20
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CAMPO VARIETALE DI FRUMENTO - CAMBIAGOSCHEDA AGRONOMICA
TECNICO PATRIZIA TURCONILAURA PANZERI
AZIENDA AGRICOLA MANTEGAZZA CESARE - CAMBIAGO CARATTERISTICHE DEL TERRENO
Natura del terreno Franco – sabbioso
Sostanza organica Sufficientemente dotato
Fosforo Abbondante
Potassio scambiabile Molto ricco
Magnesio scambiabile Povero
Calcio scambiabile Scarsamente dotato
pH 5,4 – acido
precessione colturale Mais
OPERAZIONI COLTURALI Semina
alla dose di 225 kg/ha2 novembre 2002
Concimazione minerale con nitratoammonico 225 kg/ha – 15 kg/perticaUnità di azoto 58,50
19 febbraio 2003
Rullatura 8 marzo 2003
Concimazione minerale con nitratoammonico 225 kg/ha – 15 kg/perticaUnità di azoto 58,50
20 marzo 2003
Diserbo con Taurus (metsulfuron20%) 15 g/ha + Assert(imazametabenz 19,20%) 2,5 l/ha
7 aprile 2003
Raccolta 20 giugno 2003
Unità di azoto totali: 117
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CARATTERISTICHE DELLE VARIETÀ IN PROVADati forniti dall’Istituto Sperimentale di Cerealicoltura
Sez. di Sant’Angelo Lodigiano (LO)
ETECHOClasse qualitativa: FP*
Elevata potenzialità produttiva, ciclo tardivo e taglia alta;discreta suscettibilità all’allettamento, mediamente resistente aoidio e ruggine bruna.
TIBETClasse qualitativa: FP*
Elevata capacità produttiva, ciclo tardivo, taglia media,resistente all’allettamento; mediamente resistente all’oidio,media resistenza alla ruggine bruna.
CENTROClasse qualitativa: FP*
Indici produttivi molto interessanti; ciclo medio-tardivo, tagliamedio-alta, abbastanza resistente all’allettamento; mediamenteresistente all’oidio e alla ruggine bruna.
RAVENNAClasse qualitativa: FF*
Ciclo medio-tardivo, taglia bassa; resistente all’allettamento emediamente resistente al freddo; mediamente resistenteall’oidio, mediamente sensibile alla ruggine bruna ed allaseptoria.
ARTICOClasse qualitativa: FB*
Media capacità produttiva, variabile tra i diversi ambienti diprova; ciclo e taglia media, con una certa suscettibilitàall’allettamento; mediamente resistente al freddo ed all’oidio;resistenza variabile alla ruggine bruna; mediamente suscettibilealla septoria.
CRAKLINClasse qualitativa: FB*
Discreta capacità produttiva; ciclo tardivo e taglia media,abbastanza suscettibile all’allettamento; mediamente resistenteall’oidio, alla septoriosi e alla ruggine bruna.
ISENGRAINClasse qualitativa: FP*
Produttività elevata, ciclo medio-tardivo, taglia media; mediaresistenza ad allettamento e freddo; suscettibile alla rugginebruna; resistente alla ruggine gialla ed all’oidio.
GUADALUPEClasse qualitativa: FPS*
Elevata capacità produttiva, ciclo medio-tardivo, altezza medio-elevata; non molto resistente all’allettamento; leggermentesuscettibile all’oidio e ruggine bruna. Contenuto proteico medio-elevato.
AMAROKClasse qualitativa: FP*
Produttività medio-elevata, taglia medio-bassa; resistenteall’alletamento e mediamente resistente al freddo; resistente adoidio e ruggine bruna; suscettibile alla septoria.
TAYLORClasse qualitativa: FF*
Produttività medio-bassa, taglia media; media resistenza afreddo e allettamento; mediamente sensibile all’oidio,mediamente resistente a ruggine bruna e septoria; peso dei 1000semi medio; peso ettolitrico e contenuto proteico elevati.
* FPS: FRUMENTO PANIFICABILE SUPERIORE* FP: FRUMENTO PANIFICABILE * FB: FRUMENTO BISCOTTIERO
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PISELLO PROTEICO: i risultati dei campi di confronto varietale in Provincia di Milano(Prof. Stefano Bocchi, Dipartimento di Produzione Vegetale, Università degli Studi di Milano)
Il diffuso e crescente interesse per le leguminose da granella (un tempo dette “civaie”) puòessere ricondotto ad una sempre maggiore richiesta da parte sia dei mangimifici, che hannodovuto sostituire le farine di origine animale con quelle vegetali sia delle aziende zootecnicheinteressate alle colture che, oltre la soia, possano fornire a prezzi contenuti integratori proteici.Particolarmente interessanti risultano del resto quelle colture che, per il ciclo autunno-primaverile o primaverile, permettono raccolte effettuate precocemente e, quindi, seminesuccessive di mais o soia in epoche ancora convenienti.Le civaie autunno-primaverili sono quindi colture che forniscono interessanti produzioni digranella piuttosto ricca di proteina (22 – 26 %), diversificano l’avvicendamento, svolgono lafunzione di colture di copertura in grado di arricchire il terreno di azoto del quale riesce adavvantaggiarsi la coltura in successione, sono spesso colture che non richiedono particolari ecostose cure, traendo vantaggio anzi, da pratiche di minima lavorazione e minima concimazione.Alla buona collocazione sul mercato dovuta, come detto, alla domanda delle industriemangimistiche ed alla convenienza agronomica sopra descritta, si aggiunge il vantaggio delcontributo comunitario piuttosto interessante, percepito dall’azienda.
Il pisello proteico (Pisum sativum L.), pianta microterma, amante dei terreni tendenzialmentesciolti o di medio impasto, con pH variabile tra 6 e 7,5, risulta adattabile alle nostre condizionied è quindi candidata ad un futuro, discreto e crescente successo. Per raggiungere buonirisultati è tuttavia necessario effettuare equilibrate scelte strategiche (collocazionenell’avvicendamento e scelta varietale) e tattiche (preparazione del letto di semina, epoca disemina, concimazione, metodi di controllo della flora avventizia, raccolta) che non possiamoimportare dall’estero, ma che sono strettamente legate alla località di coltivazione.
Le varietà non devono essere scelte in base a generiche indicazione circa il loro potenzialeproduttivo, dimostrato in situazioni pedoclimatiche distanti da quelle ove si opera. Devono, alcontrario, essere basate su un insieme di conoscenze di carattere morfofisiologico, comel’attitudine a semine primaverili o autunnali, la taglia e la presenza di foglie (le cv. Afille, vale adire senza foglie, sono generalmente considerate più resistenti all’allettamento), la data difioritura e di maturazione, la deiscenza dei baccelli e il rischio di perdita di seme, la resa, ilpeso unitario dei semi, il portamento, la resistenza alle malattie, l’altezza totale e l’altezza diinserzione dei baccelli, la percentuale di proteina del seme.
Particolarmente importante risulta la scelta della data di semina. Semine precoci permettonoin genere lo sviluppo di piante vigorose che possono in seguito produrre maggiori quantità diseme. Tuttavia, le colture seminate precocemente si dimostrano spesso più esposte alleeventuali gelate, in quanto meno acclimatate e, di conseguenza, meno resistenti alle malattiefogliari (Botrytis spp e Ascochyta spp.). Le date di semina ottimali per raggiungere la massimaresistenza al freddo dovrebbero essere individuate, nelle diverse aree di coltivazione, su basestatistica, tali da creare le condizioni per raggiungere le prime gelate con piante caratterizzateda un vigoroso apparato radicale, un lento ritmo di crescita e una limitata struttura epigea(poche foglie): una buona resistenza al freddo viene raggiunta con 4-6 foglie. Nelle nostre aree,tale risultato può essere raggiunto effettuando semine indicativamente tra l’ultima decade diottobre e la prima settimana di novembre, periodo dell’anno durante il quale, mediamente, latemperatura dell’aria oscilla intorno a 5 – 8 ° C, temperature queste che consentono unequilibrio tra crescita delle radici e crescita dell’apparato fogliare, con un rapporto interno allacoltura ottimale, appunto, per la resistenza al freddo. Dalla scelta dell’epoca di semina dipendela percentuale di semi germinati e di piante sopravvissute e quindi, in ultima analisi, la densitàdi popolazione.Quest’ultima variabile è di estrema importanza ai fini produttivi. Con densità pari a 80 - 100(per varietà a taglia bassa e resistenti all’allettamento anche 110) piante /m2, si riescono a
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contenere le infestanti, a non avere competizioni intraspecifiche e a limitare fenomeni diallettamento. La coltura quindi è posta in grado di esprimere il proprio potenziale produttivo.
Alcune considerazioni sulla provaSono state scelte e messe a confronto alcune tra le più diffuse varietà valutando, in due epochedi semina diverse (autunnale e primaverile), le principali caratteristiche morfologiche,fisiologiche e produttive. La quantità di semente da utilizzare è stata calcolata sulla base delpeso unitario in modo da ottenere, considerata una percentuale fissa di mancate nascite, unapopolazione finale di 80 piante/ m2 per tutte le varietà. Le condizioni meteorologiche anomale,vale a dire quantità e frequenze di piogge record nel trimestre ottobre – dicembre, temperatureche si sono pericolosamente abbassate nel periodo invernale e qualche episodio rilevante di calodi temperature in primavera, hanno causato una minore densità di popolazione nelle coltureseminate in autunno rispetto a quanto desiderato e un attacco di parassiti fungini (in particolareFusarium spp.).La stagione primaverile è stata estremamente siccitosa influenzando la crescita delle varietà insemina primaverile.Per altre colture autunno primaverili sono stati ottenuti recentemente buoni risultati adottandole tecniche di semina su sodo o di minima lavorazione: si e’ voluto quindi verificare laconvenienza di queste ultime. La prova e’ stata avviata, per tutte le varietà a confronto,utilizzando una seminatrice combinata su terreno non lavorato e in presenza di residui colturali.Tale tecnica potrebbe permettere sia risparmi economici sia vantaggi agronomici come laconservazione della struttura del terreno o un migliore bilancio idrico.
RisultatiLe densità di popolazione effettivamente ottenute possono essere considerate buone adeccezione di Corallo e Sidney seminate in autunno e di Sidney seminata in primavera: ciò e’ daattribuire probabilmente alla bassa qualità della semente utilizzata.. Da segnalare inoltre,sempre per queste due varietà, i fenomeni di allettamento particolarmente intensi in Coralloseminata in autunno.
In semina autunnale Cheyenne, Classic e Ideal hanno fornito circa 4, 3 t/ha di granella al 13% diumidità. Corallo e Sidney non hanno superato le 4 t/ha.
In semina primaverile Classic, Corallo e Ideal risultano aver prodotto quantità equivalenti digranella (circa 3,5 t/ha) mentre leggermente meno produttiva è risultata Cheyenne (3,1 t/ha).
Analizzando globalmente i risultati si può osservare che la produzione è correlata maggiormentecon il numero di piante/m2, da considerare quindi carattere di primaria importanza. La coltura,come è noto, tende a compensare le eventuali fallanze o iniziali insufficienze di piante/m2,aumentando i valori degli altri componenti della produzione (numero di baccelli/pianta, numerodi semi/baccello, peso unitario). Il sistema colturale caratterizzato da un’insufficiente densità dipopolazione risulta comunque svantaggiato e maggiormente esposto alla competizione con laflora avventizia.
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DATI MEDI PRODUTTIVI E QUALITATIVI
VARIETA' Ditta Dosesemina
Piantepermq
Inizio fioritura
hpianta
h inserzionebaccelli
umidità granella
Pesoettolitrico
Prod.t/ha al 13%umidità
kg/ha cm cm % kg/hlSEMINA AUTUNNALECHEYENNE Apsov 170 73 29/4/03 67,40 40,60 11,95 85,25 4,33
CLASSIC Apsov 270 73 30/4/03 69,70 32,60 12 86,23 4,27
CORALLO(non afilla) SIS 120 60 2/5/03 69,10 30,30 10,9 84,8 3,93
IDEAL SIS 200 73 25/4/03 65,10 25,30 12,35 83,3 4,39
SIDNEY SIS 300 59 20/4/03 51,00 18,20 12,3 85,75 3,42
medie 67,6 64,46 29,4 11,9 85,07 4,07SEMINA PRIMAVERILECHEYENNE Apsov 170 82 10/5/3 43,60 32,00 13,00 84,50 3,09
CLASSIC Apsov 270 84 30/4/03 56,90 40,10 11,87 85,13 3,59
CORALLO(non afilla) SIS 120 75 12/5/03 50,10 29,60 11,60 83,85 3,57
IDEAL SIS 200 86 4./5/03 55,10 29,10 12,45 83,35 3,49
SYDNEY SIS 300 Nonemersa
medie 81,75 51,42 32,70 12,23 84,21 3,44
PRODUZIONI MEDIE
4,33 4,273,93
4,39
3,423,09
3,59 3,57 3,49
2,50
3,00
3,50
4,00
4,50
5,00
5,50
6,00
CHEYENNE CLASSIC CORALLO IDEAL SIDNEY
t/ha
al 1
3% U
sem ina autunnale sem ina prim averile
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CAMPO VARIETALEPISELLO PROTEICO AUTUNNALE
SCHEDA AGRONOMICA
TECNICO LUCIA VILLANILAURA PANZERI
AZIENDA AGRICOLA SILVIA CORNALBA – C.NA BORGONOVO -MEDIGLIA
CARATTERISTICHE DEL TERRENO Natura del terreno Franco
Sostanza organica Ben dotato
Fosforo Ben dotato
Potassio scambiabile Scarsamente dotato
Magnesio scambiabile Molto ricco
Azoto Ben dotato
Calcio scambiabile Ricco
pH 7,25 – neutro
precessione colturale Mais
OPERAZIONI COLTURALI Erpicatura combinata 4 novembre 2002
Concimazione minerale inpreseminacon KCl – 1,5 q/ha – 22,5 kg/pertica
4 novembre 2002
Diserbo trifluralin 1,2 l/ha – 80g/pertica
5 novembre 2002
Semina 5 novembre 2002
Raccolta 16 giugno 2003
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CAMPO VARIETALE PISELLO PROTEICO PRIMAVERILE
SCHEDA AGRONOMICA
TECNICO LUCIA VILLANILAURA PANZERI
AZIENDA AGRICOLA SILVIA CORNALBA – C.NA BORGONOVOMEDIGLIA
CARATTERISTICHE DEL TERRENO Natura del terreno Franco – limoso
Sostanza organica Sufficientemente dotato
Fosforo Ben dotato
Potassio scambiabile Ben dotato
Magnesio scambiabile Scarsamente dotato
Calcio scambiabile Mediamente dotato
Azoto scarsamente dotato
pH 6,45 subacido
precessione colturale mais
OPERAZIONI COLTURALI Erpicatura combinata 26 febbraio 2003
Concimazione minerale in presemina conKCl – 3 q/ha – 20 kg/pertica
24 febbraio 2003
DiserboGlifosate 1 l/ha – circa 70 g/pertica
24 febbraio 2003
Semina 28 febbraio 2003
Diserbo pre-emergenzaChalleng (aclonifen) 1 l/ha + Stomp(pendimetalin) 1 l/ha – circa 70 g/pertica
1 marzo 2003
Emergenza 14 marzo 2003
Raccolta 16 giugno 2003
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L’andamento agrometeorologico nella campagna dei cereali autunno vernini2002-2003
Analisi del periodo 15 ottobre 2002 - 20 giugno 2003La seconda metà del mese di ottobre si è aperta con un regime di correnti occidentali che hapermesso l’ingresso sulla Lombardia di due perturbazioni. Le precipitazioni sono state di una certaconsistenza solo su Alpi e Prealpi mentre sulla provincia di Milano le precipitazioni della secondaquindicina di ottobre non sono state superiori ai 15-20 mm. Gli ultimi giorni di ottobre e l’inizio delmese di novembre sono stati caratterizzati, nel Milanese, da temperature miti ed assenza diprecipitazioni (25.5° C a Boffalora Ticino e 22.9° C a S.Colombano al Lambro il 28.10). Questecondizioni si sono protratte fino al giorno 13.11 quando un intenso sistema perturbato ha raggiunto lezone occidentali della Lombardia. Questo sistema ha dato luogo a precipitazioni intense su tutta laLombardia che si sono mantenute nei giorni successivi per la presenza di forti correnti sciroccali. Il 19si è avuto un temporaneo miglioramento subito seguito da una nuova serie di intense perturbazioniche hanno portato precipitazioni moderate o forti, temperature molto superiori alla norma e ventimoderati o forti fino al 29 (a Casatenovo-LC tra il 14.11 ed il 27.11 sono caduti 402 mm dipioggia, 300 mm invece a Boffalora Ticino – MI). Il tempo si è presentato instabile anche nel mesedi dicembre con precipitazioni sparse durante tutto il mese e temperature miti (soprattuttonell’ultima decade: il 29.12 registrate ad esempio 16.8 ° C a Milano, 15.7 °C a Minoprio-CO, 13 °C aCasatenovo-LC ). Considerando nell’insieme il periodo autunnale si può dire che lo sviluppo dellecolture cerealicole è stato ottimale solo durante il mese di ottobre e per i primi 10 giorni di novembrequando a miti temperature (favorevoli per emergenza e sviluppo vegetativo) si affiancavano ottimalicondizioni idriche del terreno. La seconda parte di novembre in molte zone della regione è statainvece rovinosa con perdita, per sommersione ed asfissia, di parte delle colture seminate: lecondizioni estreme del mese di novembre hanno fatto si che il Ministero delle Politiche Agricole eForestali emettesse un decreto (4 aprile 2003) in cui si dichiarava il carattere eccezionale deglieventi calamitosi verificatisi nelle province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi,Mantova, Milano, Pavia, Sondrio e Varese durante la seconda quindicina del mese di novembre (pag.17 della Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n° 86 del 12.4.2003). Il 2003 si è aperto con caratteristiche opposte rispetto ai mese che l’avevano preceduto: gennaio havisto registrare le ultime precipitazioni di una certa consistenza di tutto l’inverno (Milano 49 mm,Casatenovo – LC 50 mm, Rivolta d’Adda – CR 48 mm), mentre a febbraio le precipitazioni sono statesostanzialmente nulle (non più di 2-4 mm sulla pianura occidentale). Negli stessi mesi si registravanotemperature rigide: una prima irruzione di aria fredda polare si è avuta tra l’11 ed il 14 di gennaio(registrati -7.2°C a Boffalora T., -8.1 °C a Minoprio-CO e -7.0 a Rivolta – CR), una seconda tra il 17 edil 20 febbraio (-7.2°C Boffalora T., -9.1°C a Minoprio - CO) : entrambi i mesi sono comunque staticaratterizzati da temperature minime settimanali costantemente sottozero!!.La fine di febbraio e l’inizio di marzo hanno visto un deciso aumento delle temperature (il 10.3registrati 22.9 °C a Rivolta - CR, 21.7 °C a Boffalora T. e 21.1° C a Landriano-PV) con colture in nonperfetto stato vegetativo e fisiologico: la ripresa vegetativa è stata sufficientemente stentata e anchele successive fasi fenologiche (accestimento, allungamento lamine fogliari e raddrizzamento) nonsono state supportate da un’adeguato rifornimento idrico naturale. Anche il mese di marzo è statoavaro di precipitazioni: Boffalora T. 7 mm, Rivolta – CR 8 mm, S.Angelo –LO 10 mm. Il questocontesto è stato lecito iniziare a preoccuparsi per l’assenza di precipitazioni che è perdurata anchenel mese di aprile con le colture in piena levata. Le precipitazioni mensili di aprile, nel Milanese, sisono attestate attorno ai 50 mm (Boffalora T. 49 mm, Milano 42 mm, Casatenovo-LC 49 mm, Rivolta-CR 47 mm) che andandosi a sommare al deficit dei mesi precedenti ha raggiunto, alla fine del mese, ilpreoccupante valore di – 200 mm: cioè mancavano, dall’inizio dell’anno, almeno 200 mm di pioggia(differenza tra le precipitazioni attese e quelle verificate). Grave preoccupazione, nel corso dellostesso mese di aprile, è stata rappresentata dalle gelate tardive verificatesi tra il 7 ed il 9 del mese(l’8 registrate le temperature record degli ultimi 20 anni di -4.6°C a Boffalora T e Rivolta-CR., -6.5°Ca Minoprio-CO e -4.4° C a Landriano – PV). Dopo gli abbassamenti termici delle prime due decadi diaprile nella terza decade del mese la temperatura ha cominciato ad innalzarsi regolarmentesuperando per la prima volta, sulla pianura occidentale, i 25°C il 23 aprile (Boffalora T. 25.5 °C,Rivolta-CR 25.4° C, Landriano- PV 25.1 °C). L’innalzamento delle temperature è proseguito poi ancheper la prima decade di maggio quando si sono raggiunte temperature record per la prima decade dimaggio di 32.8° C a Milano, 32.3° C a Boffalora T., 32° C a S.Colombano, 33 °C a Rivolta - CR, ilgiorno 8.5. Le successive due decadi hanno visto dapprima un ridimensionamento delle temperature(nella seconda decade temperature massime in pianura generalmente inferiori ai 30° C ed alcuni
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rovesci temporaleschi) ed un nuovo aumento delle temperature nella terza decade del mese (33° C aBoffalora T. e 33.3° C a Certosa – PV il 28.05).In questa situazione di perdurante carenza di precipitazioni le elevate temperature di maggio hannopeggiorato la situazione fisiologica delle colture cerealicole che hanno per questo necessitato diinterventi irrigui di soccorso. Purtroppo le “caratteristiche” di maggio si sono riscontrate anche durante il mese di giugno quando laforte anomalia termica (favorita dalla persistenza di correnti di origine africane) ha portato alraggiungimento, in alcune zone della regione, di estremi termici da record (39.1 ° C a Palidano – MN,39.0° C a Spessa Po –PV e 38.7° C a Boffalora Ticino – MI il 12.6), in questa situazione ditemperature abbondantemente sopra la norma il ciclo di riempimento della granella delle due coltureautunno-vernine è stato ulteriormente velocizzato. L’andamento agrometeorologico appena visto haperò avuto anche alcune ripercussioni positive sulla campagna produttiva: fondamentale è stata lasostanziale diminuzione della taglia dei cereali nel favorire il calo dei fenomeni di allettamento edecisamente ridotta è stata l’incidenza delle malattie fungine, con un andamento così caldo e seccocome nel 2003.
Tabella degli elaborati meteo dal 15 Ottobre 2002 al 31 dicembre 2002 (78 giorni)
PR. STAZIONE TEMPERATURA ARIA (°C) PIOGGIA (mm) GDD4(°)UMIDITA’
RELATIVA (%) ETPE valori medi valori estremi totale giorni valori medi (mm)
max min max gg min gg piovosi max min
BG TREVIGLIO 11.9 4.8 23.1 28.10 -3.4 11.12 364.6 30 134 94 72 26.6CO MINOPRIO 11.9 3.5 20.9 28.10 -5.1 11.12 610.6 30 123 98 77 32.8CR RIVOLTA D'ADDA 12.5 5.0 25.6 28.10 -4.4 11.12 370.8 32 152 97 82 28.9LC CASATENOVO 10.0 5.3 18.1 28.10 -4.6 11.12 564.0 34 73 99 88 13.7MI MILANO BRERA (*) 13.1 8.2 22.9 28.10 0.1 10.12 337.8 30 177 95 70 37.2MI MILANO 2 12.2 6.8 22.3 28.10 -1.1 10.12 367.3 31 143 98 73 36.2PV LANDRIANO 11.4 4.4 23.2 17.10 -3.9 10.12 353.0 27 123 98 86 25.0VA CASTELLANZA 12.8 7.2 24.8 28.10 -0.1 10.12 500.6 30 157 = = 15.0*ambito cittadino
Tabella degli elaborati meteo dal 1 Gennaio al 20 Giugno 2003
PR. STAZIONE TEMPERATURA ARIA (°C) PIOGGIA (mm) GDD4(°)UMIDITA’
RELATIVA (%) ETPE valori medi valori estremi totale giorni valori medi (mm)
max min max gg min gg piovosi max min
BG BERGAMO 16.6 5.9 35.3 12.6 -6.0 13.1 202.8 25 796 94 57 399.1 BG CAVERNAGO 16.7 6.0 36.0 13.6 -5.5 13.1 200.2 25 805 99 54 409.6 CO MINOPRIO 16.9 3.5 37.3 15.6 -9.1 207.8 27 746 96 51 404.2 CR RIVOLTA D'ADDA 18.5 4.4 37.8 12.6 -7.6 07.2 185.8 26 881 95 54 444.5 LC CASATENOVO 15.0 6.2 35.6 13.6 -5.3 13.1 257.4 25 709 77 51 328.3 LO CAVENAGO ADDA 17.8 5.4 38.0 13.6 -6.3 18.2 140.8 17 844 93 38 475.6 MI BOFFALORA TIC. 18.4 4.0 38.7 -7.2 13.1 165.8 24 857 97 48 390.4 MI MILANO BRERA (*) 18.8 9.8 38.6 -4.9 14.1 153.4 17 1041 77 38 529.2 PV CERTOSA PAVIA 17.8 5.6 37.6 14.6 -7.4 20.2 102.0 14 855 79 29 492.8 PV LANDRIANO 17.5 4.3 37.7 13.6 -8.3 18.2 165.9 20 814 76 41 538.1 VA ISPRA 19.6 4.2 36.2 13.6 -7.6 18.2 170.0 20 925 96 36 470.7 VA VERGIATE 16.6 2.1 38.5 -10.3 18.2 158.7 26 710 100 34 369.2 *ambito cittadino
Lorenzo CraveriServizio Agrometeorologico Regionale - ERSAF