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Questo è il mio mondo

he fatica! Arrivo sempre per ultima! Ma quando raggiungo la mamma è meraviglioso ritrovare quel gusto e quel tepore così tanto familiare, anche se la prepotenza dei miei fratellini mi innervosisce perché spesso ritrovo la zampa di qualcuno sul naso o nell’orecchia.

Questo è il mondo, il mio mondo, condiviso con 32 allegre zampette e qualche straccio da mordicchiare, non è grande, ma a me basta.

Un basso muro delimita lo spazio, dall’altra parte vivono gli “esseri umani”, così ha detto la mamma.

Mi piace quando la mamma ci racconta le storie facendoci evadere con il pensiero, dalla cuccia; mi ricordo che una sera, mentre stavo bevendo il latte, chiesi alla mamma: -I miei fratellini continuano a scomparire, un giorno corriamo in giardino e il giorno dopo delle pinze rosa li prendono e li portano via, io ho paura!-

-Stai tranquilla-, mi rassicurò la mamma -Quelle pinze rosa sono solamente le mani degli umani, non fanno male, ti fanno le coccole-

-Io però ho una zampa più corta dell’altra, mi coccoleranno comunque?-

-Certo che sì, il tuo piccolo problema non sarà mai un limite per te-.

Passarono un po’ di giorni e superarono il confine tra il nostro mondo e quello degli umani tutti i miei fratellini anche Unstoppaball e Jerry (e devo dire che Jerry è più brutto di me).

Un giorno però uno strano signore mi indicò, in quel istante pensai che era arrivato il momento di essere coraggiosi, diedi un'ultima leccatina sul naso della mamma e andai verso il mondo, fuori da quel caldo riparo.

Lo strano signore mi prese e mi portò in una grande casa, proprio come mi aveva detto la mamma. Appena entrai i miei nuovi padroncini corsero a salutarmi, ammetto di non aver mai agitato così tanto la coda dalla felicità e penso che se l’avessero avuta anche loro, l’avrebbero agitata quasi quanto me.

Dopo poco tempo, Marco uno dei miei padroni, mi portò a fare una passeggiata al parco, appena arrivati mi lanciò un bastone e io andai a prenderlo. Immaginando di partecipare a una gara tra me e il mio problema, pensai di aver vinto, ma per Marco no, in quel momento si rese conto che non ero come gli altri cani, tanto che tornati a casa, mi lasciò fuori dalla porta e mi legò ad un albero.

Da quel momento il mio problema diventò un elemento di totale discriminazione ed esclusione.

Pochi giorni dopo vidi in salotto molte valige e pensai “che bello, forse andiamo al mare a correre sulla spiaggia o magari in montagna”, ma poco dopo mi trovai chiusa in un piccolissimo recinto dove, se mi sdraiavo, toccavo con la testa e con le zampe posteriori i due estremi e non si erano neanche preoccupati di lasciarmi abbastanza cibo.

La mia mamma aveva torto, le mani possono fare molto male al cuore. Proprio per questo decisi definitivamente di scappare, approfittando di un piccolo buco nella recinzione che allargai freneticamente, sperando di cambiare la mia vita.

Durante il cammino sentii dentro di me una forza che cresceva sempre di più, provavo un sentimento misto tra la paura di ricadere in una vita uguale a quella che avevo appena lasciato e il desiderio di una vita migliore.

Penso che il mondo degli umani sia spaventoso ma anche curioso, ci sono molti oggetti che meriterebbero un’annusata più da vicino, ma tutto mi fa paura e devo ammettere che la vita qui fuori è difficile, la notte è buia e non faccio altro che pensare alla mia mamma e a tutti i miei fratellini. Il cibo scarseggia e per riuscire a mangiare qualche scarto devo rompere dei sacchi vicino alle abitazioni,

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non sapevo come si facesse, ma altri cani me l’hanno insegnato raccomandandomi di stare attenta perché agli umani non piace che vengano toccati i loro sacchi. Infatti una volta mi hanno lanciato una ciabatta sulla testa tanto da lasciarmi un bernoccolo.

Sono confusa, non so più che emozioni provare, mi sento come trasparente, inesistente, credo che se morissi di fame in questo momento, agli umani non importerebbe, visto che hanno preferito buttare la carne nella spazzatura, invece che aiutarmi nonostante io ero molto vicina.

In questi giorni le strade si stanno trasformando, sono piene di luci e la temperatura sta calando. Gli altri cani mi hanno riferito che è un mese speciale perché gli umani acquistano cibo in eccesso che poi avanzano. La cosa mi incuriosisce, ma non voglio rischiare spiacevoli incontri.

Emozionata da quanto riferito dai miei amici, decisi di esplorare una parte poco trafficata della città e osservare di nascosto una famiglia non ricca e che non buttava neppure tanti avanzi. Scelsi di stabilirmi in quel posto sperduto semplicemente perché fuori dalla loro casa c'era un grande prato e ogni volta che passavo vicino, senza farmi vedere, mi venivano in mente le corse con la mamma e i fratellini.

Studiai i movimenti degli abitanti di quella casa per molto tempo, ma un pomeriggio, mentre ero distratta, una signora mi vide e mi chiamò, mi spaventai e corsi così tanto come mai in vita mia, non credevo neppure di riuscire a correre così velocemente. Ho scoperto che, se spinti da un fattore motivante, come in questo caso la paura, ma potrebbe essere anche la felicità, tutto è possibile.

Mi nascosi in un cespuglio e vidi la signora tornare in casa e uscire nuovamente con una ciotola in mano, ma io non mi mossi, non alzai neanche le orecchie. Dal profumo sembrava piena di cibo. Aspettai che rientrasse in casa e piano piano mi avvicinai e mangiai.

Ogni mattina due bambini uscivano dalla casa e si assentavano per un po’ di tempo, ma prima mi chiamavano sempre con fischi, però non si avvicinavano in modo da rispettare la mia paura.

Continuarono a mettermi del cibo all’esterno della loro abitazione per molto tempo, finché un giorno mi lasciai accarezzare la testa e leccai per la prima volta la mano della signora. Quel giorno scoprii che la fiducia va guadagnata e che bisogna costruirla per superare il confine della paura.

Dopo molti anni vivo ancora con Mauro e la sua famiglia, il mio nome è Ody.

Visita il sito da me creato: le storie di mauro

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Una storia che parla di tutti noi, dei confini che dobbiamo superare ogni giorno per vivere, non solo  geografici,  ma  anche  quelli  della  paura, che spesso ci portano a chiuderci in noi stessi e a non lasciare entrare nessuno nella sfera dei nostri sentimenti.  Questo  racconto  tratta  dell'emarginazione  e dell'abbandono da parte degli umani di una cucciola di cane, la quale è costretta a una vita difficile, mentre spera di riacquistare la felicità. Questa storia evidenzia  la solitudine e  la  tristezza di questa  cagnolina  a  cui mancano molto  la madre  e  i fratellini. Ritroverà la felicità oppure no?  

  

3°classificato al concorso artistico‐letterario "I Confini: geografici, della mente e del cuore"