resistenza e nuova coscienza civile

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Sergio Favretto Fatti e protagonisti nel Monferrato casalese Resistenza e nuova coscienza civile EDIZIONI FALSOPIANO

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Fatti e protagonisti del Monferrato casalese

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Sergio Favretto

Fatti e protagonisti nel Monferrato casalese

Resistenzae nuova coscienza civile

EDIZIONI

FALSOPIANO

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In ricordo di papà Giuseppeprigioniero dei tedeschi per due anni.

Il suo racconto mi ha permessodi apprezzare il valore della libertà

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EDIZIONI FALSOPIANO

Sergio Favretto

Fatti e protagonisti nel Monferrato casalese

Resistenzae nuova coscienza civile

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La pubblicazione è stata possibile grazie alla partecipazione di:

L’autore ringrazia tutte le persone che hanno fornito testimonianze,documenti, fotografie; i partigiani che hanno contribuito con racconti,memorie; i collezionisti che hanno fornito notizie ed aperto raccolte erassegne; i semplici cittadini, anche di orientamento politico diverso,che hanno fornito documentazione e suggerimenti con l’unico scopo dicercare la verità.Un ringraziamento ai funzionari degli Archivi di Stato di Torino,Alessandria ed Asti; dell’Archivio Arcivescovile di Torino edell’Archivio Diocesano di Casale Monferrato, dell’Archivio Catti diTorino; degli Archivi e Biblioteche Comunali di Casale Monferrato, diS. Salvatore, di Frassineto Po, di Villadeati; della Fondazione PietroGobetti di Torino e delle varie Fondazioni storiche consultate.L’apparato fotografico è stato approntato con i contributi di Teresio ePierangelo Torielli, di Loris Barbano, di Giuseppe Marotto.Alcune immagini sono tratte dall’Archivio dell’ANPI di CasaleMonferrato, da Archivi comunali e diocesani, da siti web ufficiali.Un ringraziamento particolare per l’amichevole collaborazione aDiego ManettiIn copertina: Attimi della Liberazione davanti al Castello di Casale Monferrato(foto Teresio Torrielli)

© Edizioni Falsopiano - 2009via Baggiolini, 3

15100 - ALESSANDRIAhttp://www.falsopiano.com

Per le immagini, copyright dei relativi detentoriProgetto grafico e impaginazione: Roberto Dagostini

Prima edizione - Aprile 2009

Città di Casale Monferrato

Istituto per la storia della resistenzae della società contemporaneain provincia di Alessandria

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La Resistenza del Monferrato casalese è stata analizzata piùvolte, con differente profondità. Si ricordano le ricerche ed iromanzi di Gianpaolo Pansa, gli studi di Daniele Borioli, diSergio Favretto, di Fabrizio Meni, di Mauro Bonelli, di EvasioSoraci. Sono tutte opere settoriali. Mancava, tuttavia, un’operad’insieme. Ce la consegna Favretto con questo volume.All’impegno del dettaglio, della completezza, si unisce il

coraggio di una nuova interpretazione e di una lettura anchesociologica del fenomeno resistenziale. L’autore è andato allascoperta di nuove testimonianze, di fonti e documenti inediti; haraccolto fotografie, consultato archivi, acquisito atti.Con il riferimento di una traccia temporale, è stato composto

il difficile mosaico di eventi e protagonisti, fra il 25 luglio 1943ed il luglio 1945. Per la prima volta, gli eventi resistenziali delMonferrato vengono raccordati con la dimensione regionale; siindividuano alcune peculiarità; si declinano in modo nuovo icapitoli sul contributo di ex militari e carabinieri, sulla rete disostegno dei parroci e del laicato cattolico, sul ruolo della pre-senza ebraica, sul crescente dissenso verso il Regime da parte distudenti e corpo insegnante.Grazie ad un’attenta e scrupolosa indagine, traducendo ed inter-

pretando più di cento fonogrammi tedeschi (oggi nell’archiviodell’ISRAL), l’autore ha recuperato preziose ed inedite informa-zioni sulla presenza tedesca in Provincia di Alessandria, sulle vio-lenze compiute dal Maggiore Wilhelm Meyer e sulla sua tragicafine. Con dovizia di particolari, vengono ricostruiti l’eccidio diVilladeati, la cattura e la fucilazione della Banda Lenti, la fine dellaBanda Tom, l’epilogo verso la Liberazione. Sono state riscrittepagine di storia, mentre ne sono state aperte altre nuove.L’apparato documentale e fotografico è in massima parte inedi-

to; costituisce un patrimonio importante, messo ora a disposizionedel lettore. Per le ragioni che ho sintetizzato, il lavoro di ricerca ed’interpretazione svolto da Favretto ha meritato l’attenzione e l’in-coraggiamento dell’Istituto Storico della Resistenza diAlessandria.Sono certa che il saggio costituirà un obbligato riferimento cono-scitivo e documentale per studiosi e semplici cittadini.

Carla Nespolo Presidente ISRAL

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È sufficiente consultare velocemente i riferimenti bibliografi-ci e documentali, per cogliere la rilevanza della Resistenza delMonferrato nel contesto storico piemontese.Ricercatori e studiosi hanno dedicato, fin dagli anni

Cinquanta, una grande attenzione verso le espressioni di antifa-scismo e di militanza partigiana in tutta l’area del Monferrato.Casale e tutto il suo hinterland hanno, in effetti, vissuto un

periodo forte ed irrepetibile: giovani studenti, operai e contadini,parroci, ex militari, renitenti, partigiani operativi, ebrei, inse-gnanti, tutti sono stati coinvolti nel processo di costruzione diuna nuova coscienza civile.Nella nostra città e fra le colline, abbiamo avuto episodi

drammatici ed unici; abbiamo avuto, altresì, una coralità più dif-fusa, fatta di generosità e di organizzazione.La nostra area ebbe una presenza violenta ed oppressiva delle

forze tedesche occupanti; ebbe ritorni fascisti nostalgici ed irra-zionali, per questa ragione ancor più incomprensibili; dovettetragicamente registrare le vittime innocenti di Villadeati, i giova-ni fucilati della banda Lenti e della banda Tom.La ricerca di Favretto tenta una nuova sintesi fra molte infor-

mazioni e molti dettagli, ci offre, altresì, una chiave di letturacomplessiva del fenomeno resistenziale.Conoscendo lo scrupolo indagativo e la professionalità del-

l’autore, non mi sono meravigliato di poter leggere un’opera sin-golare e completa.Sono felicissimo, dunque, che questo lavoro, su convinta pro-

posta del Comitato Unitario Antifascista presieduto daAnnamaria Crosio, abbia trovato sbocco con una pubblicazionepartecipata anche dal Comune di Casale.

Paolo Mascarino Sindaco di Casale Monferrato

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Mi è sempre caro tornare sui temi della Resistenza, speciesulle vicende che hanno coinvolto il nostro Piemonte. Hannomotivato la mia vita privata e pubblica.Il nuovo lavoro di Sergio Favretto ci offre l’occasione per cono-

scere aspetti e fatti inediti, i molteplici protagonisti di un periodostorico fondamentale per la libertà e la democrazia di oggi.Il Monferrato conobbe la stessa partecipazione popolare, la

stessa tensione ideale che vivemmo noi partigiani dell’Ossola.Ricordo quando, dopo l’8 settembre, lasciai la Caserma

Passalacqua di Tortona ed in bicicletta raggiunsi Bognanco, conl’intento di costituire un primo nucleo di resistenza.Già da studente, prima a Tortona e poi all’università di

Genova, non esitai a rivelare il mio profondo dissenso verso ilRegime fascista. Da Bognanco espatriai in Svizzera, dove fuiinternato e quindi ammesso all’università di Ginevra, dove fre-quentai le lezioni di Einaudi, di Del Vecchio, di Carnelutti.Furono momenti ricchi di formazione e di dialogo critico

sulla situazione italiana, alimentati dall’ambiente cosmopolita,dai contatti con i fuoriusciti italiani, fra i quali Modigliani e conil Maquis francese.A fine primavera ’44 fortunosamente lasciai la Svizzera e

raggiunsi la Val Cannobina e la Val Vigezzo dove contribuimmo,dopo un duro rastrellamento, alla costituzione della brigataGenerale Perotti e della divisione Piave. I docenti di Ginevra misconsigliarono di rientrare in Italia per unirmi alla lotta di libera-zione, perché ritenevano più opportuno che finissi gli studi giu-ridici e completassi la mia formazione. Decisi, invece, senza esi-tazione il mio rientro.Vi sono momenti nella vita che richiedono immediata assun-

zione di responsabilità: l’ora delle scelte che qualificano l’esi-stenza. La coralità e il pluralismo che contraddistinsero laResistenza del Monferrato connotò anche la nostra Resistenzanell’Ossola, la breve e significativa esperienza della RepubblicaAutonoma dell’Ossola. Nelle brigate partigiane ci ritrovammoinsieme, ex militari, carabinieri, finanzieri di frontiera, clero,operai, contadini, insegnanti. Persone in genere semplici, mamotivate e determinate. Ci ispirarono ideali e progetti molto ele-mentari: la riconquista di libertà essenziali, di movimento, di

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espressione culturale, di organizzazione privata e pubblica, ilriscatto dell’immagine e del ruolo storico dell’Italia, compro-messo del tutto dal rapporto di alleanza col Nazismo.Il crollo del Regime e dell’apparato statale fascista ci restituì

una frazione di sovranità che poi dovemmo integrare e qualifi-care con la lotta di Liberazione, con un nuovo senso di Patria,non più intesa come nazionalismo d’autorità e retorico, marestaurato nel libero confronto fra le culture e le realtà sociali.La Resistenza originale e più autentica fu quella che si

affermò nel ’44 sotto la spinta dell’ entusiasmo e nella chiarezzaideale. Il 1945 fu particolarmente caratterizzato dall’intensoreclutamento politico che avrebbe prefigurato il futuro.Vedo che nel Monferrato, come in Val d’Ossola, si ebbe la

positiva fusione fra la componente cattolico democratica, il resi-duo lealismo monarchico, il pensiero liberale, la tradizionesocialista di matrice familiare, le convinzioni comuniste.Fra i valori fondanti vi era la certezza che la dignità dell’uo-

mo non si realizza se non si superano le diseguaglianze di par-tenza, se non si affermano tutte le libertà. La cultura libera ecreativa, ad esempio, è la garanzia contro ogni tentazione delpotere.La ricerca dell’autore ci offre una documentata conferma di

come la Resistenza nel Monferrato, al pari dell’Ossola, fu unfenomeno autenticamente popolare, perché genuini e popolarifurono gli apporti individuali e quelli condivisi.

Adriano Bianchi

Comandante partigiano nella Brigata PerottiDivisione Piave in Val d’Ossola

ferito in combattimento il 18 ottobre 1944Medaglia d’Argento al Valore Militare

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Quello che qui premetto ed introduco è un lavoro di pregio,per compiutezza e profondità. L’autore ha realizzato una vera edefficace antologia di fatti, di protagonisti, di valori e d’impegnosociale, È la storia del nostro Piemonte, del Monferrato casalesefra il ’43 ed il ’45.Nell’acquisire le testimonianze e nell’elaborare la ricerca,

Favretto ci svela, petalo dopo petalo, un insieme di grande signi-ficato: nei venti mesi, la Resistenza si delineò come coraggio eresponsabilità crescenti, come palestra di nuova democrazia,come inequivocabile contesto di nuova coscienza civile.Il Monferrato casalese, con i confini allargati fino a Chivasso,

Asti, Alessandria e Valenza, si rivela come un campione emble-matico per capire i processi avvenuti, verso la Costituzione.Quando Favretto pubblicò la sua prima ricerca sui temi resi-

stenziali (Casale partigiana, 1977) si preoccupò di raccoglierenarrazioni, testimonianze, documenti; di ricostruire eventi, inter-pretare il senso collettivo di ciò che accadde. Realizzò un impor-tante recupero storico-documentale e fotografico.Il saggio di oggi, invece, estende l’osservazione ad un’area

molto più ampia, collega gli eventi locali ad un intreccio a scalaprovinciale e regionale; ci offre una lettura sociale e prepoliticadei vari tematismi resistenziali; disvela alcuni fatti e documentiinediti, come i fonogrammi tedeschi che confermano tutta l’atti-vità di sabotaggio delle formazioni partigiane.Si trattò di una storia di valori, di attese; fu un riscatto di

democrazia, fu il passaggio dal buio alle nuove libertà, fu il ritro-vamento della dignità della nazione.In questi ultimi anni, si è coniata la dialettica storiografica

sulla “guerra civile” e sul contrasto irrisolto fra “vinti e vincito-ri”. Concetti che, per quanto legittimamente indagabili sul pianometodologico e strategico, sono stati tuttavia, in molti casi, pie-gati ad un approccio “reazionista”, orientato a mistificare o asminuire il ruolo della lotta di liberazioneLa Resistenza fu, invece, soprattutto la matrice sulla quale

poi si sviluppò la nuova coscienza civile repubblicana.Recuperare dati e testimonianze non è impresa semplice,

soprattutto quando vi è ancora una forte partecipazione emotiva.È buona regola, infatti, elaborare studi storici solo a debita

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distanza temporale dal periodo di accadimento. Il tempo, infatti,è saggio consigliere nelle analisi storiche.Ciò è avvenuto, anche qui. Narrare la Resistenza nel

Monferrato casalese ha voluto significare coinvolgere memoriae passione ideale-politica di molti protagonisti, di gruppi orga-nizzati e di comunità locali.Nell’ascoltare e nel raccogliere il patrimonio di esperienza

vissuta, l’autore si è attenuto ad un fondamentale criterio: rico-struire oggettività sull’intero periodo e, a pari tempo, delinearnela significanza sociale e civile.Nella ricostruzione Favretto è andato alla ricerca di molti det-

tagli nuovi, di gente mai ascoltata, di documenti per troppotempo sepolti o resi sbiaditi.Fra queste pagine, vi sono testimonianze inedite, vicende

reinterpretate, materiale fotografico e documentale che approdaper la prima volta al lettore. In essa è, altresì, raccolta un’antolo-gia di piccoli eventi che, insieme in un equilibrato collage, dà lapercezione della complessità del fenomeno resistenziale.Accanto al patrimonio documentale e narrativo, viene offerta

una possibile lettura culturale e sociale di questa delicata fasestorica. Il lavoro svolto rivela come sia riduttivo e parziale insi-stere sulla dialettica-contrapposizione fra fazioni diverse di unaguerra civile, mentre si debba riconsegnare alla storia una piùcorretta lettura dei fatti resistenziali, intesi come “laboratorio” diuna nuova coscienza civile. Ne sono sempre più convinto. LaResistenza non va attualizzata con studi storiografici all’insegnadella dialettica oppositiva fra vincitori e vinti. La Resistenza,invece, deve permetterci di capire come si sia passati da una fasebuia e rinunciataria, quella di un Regime che godette a lungodella complicità dei poteri forti e di un largo consenso, non solocoatto, sul versante del popolo, ad una nuova fase di responsabi-lità collettive e di coscienza civile rigenerata. Fra le pieghe diquesta ricerca, accanto a mille nomi e mille fatti, si può leggere,senza alcun dubbio, anche una diffusa passione dell’autore.Questa, si è sempre più accentuata, grazie alle persone che haascoltato e ai documenti che inconsapevolmente hanno parlato.

Daniele Borioli Ricercatore storico ISRAL

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Capitolo primo

Con il CLN rinasce l’antifascismo

Dalle ore 17 del 24 luglio e fino all’alba del 25 luglio del ’43,il Gran Consiglio del fascismo tenne una seduta straordinaria.L’ordine del giorno presentato da Dino Grandi, sostenuto

tenacemente da Bottai e dal casalese Cesare Maria De Vecchi,con l’adesione imprevista di Galeazzo Ciano, venne approvato anetta maggioranza: 19 voti favorevoli, 2 astenuti e 7 contrari.Mussolini fu così definitivamente esautorato.Incisero le considerazioni sullo sviluppo negativo della guer-

ra, il crescente disagio sociale e l’isolamento internazionaledell’Italia, la presa d’atto dello sbarco alleato in Sicilia, avvenu-to il 10 luglio.Vittorio Emanuele III diede l’incarico di formare il nuovo

governo al Maresciallo d’Italia Pietro Badoglio, uno dei pochiesponenti della classe militare gratificati dalla simpatia del popo-lo, grazie alla positiva campagna in Etiopia e all’autonomiadimostrata rispetto alla più recente versione dittatoriale, persona-listica del potere di Mussolini.Badoglio era già stato preallertato, nei giorni precedenti, dal Re

per un eventuale incarico. Vittorio Emanuele Orlando preparò itesti dei comunicati ufficiali che sarebbero stati radiotrasmessi.Nel Monferrato, dopo i primi comunicati radiofonici e senza

alcuna forma organizzata di movimentazione, come nel restod’Italia, la sconfitta del Duce venne salutata con manifestazionid’esultanza.Giovanni Battista Arista, speaker ufficiale del Fascio, lesse lo

storico annuncio e le prime disposizioni del Re. I messaggi furo-no replicati ogni quindici minuti.Furono cancellati i simboli del regime, rimosse le insegne

pubbliche del Fascio, tolte le scritte murali che inneggiavano aldittatore. Alcuni gerarchi fascisti fuggirono in Germania, altri sisottomisero alle autorità militari.

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Capitolo primo Con il CLN rinasce l’antifascismo

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La milizia si unì all’esercito regolare. L’esultanza fu compat-ta, senza differenza di fede politica.La caduta di Mussolini e l’incarico a Badoglio (di origini mon-

ferrine, nato a Grazzano, in provincia di Asti) vennero letti comefine della guerra, una svolta radicale; ma così, poi, non avvenne.Fu un’esultanza liberatoria, sintesi fra patriottismo ed esplici-

ta insofferenza verso il passato regime.Efficace l’osservazione di Gianni Oliva, storico piemontese,

che così commenta:

“All’ordine geometrico dell’inquadramento paramilitare subentra-va una confusione liberatoria nella quale si sprigionavano le energiesoffocate dell’atmosfera di guerra ed in cui la comunità, per tantotempo compressa e divisa dall’emergenza, ritrovava un’identità digruppo ed il gusto della solidarietà, come avrebbe scritto PieroCalamandrei con un’associazione storica ardita, ma suggestiva ” 1.

Pietro Calamandrei scrisse:

“In questa prima settimana è corso per l’Italia un brivido simile aquello del Risorgimento, quando se ne andavano i re stranieri e il popo-lo scendeva nelle piazze e tutti cantavano e si abbracciavano” 2.

Il 25 luglio venne percepito come una pietra tombale rispettoai tre anni di guerra, ai drammi familiari per le vittime in com-battimento; alla precarietà del cibo e dei salari, allo stillicidio deibombardamenti, al clima violento nelle fabbriche e nella scuola,al generale impoverimento della coscienza collettiva.L’entusiasmo iniziale fu dettato anche da un’errata e diffusa

equazione, fra crollo del regime e fine del conflitto. Ma così nonfu. Badoglio dichiarò che la guerra sarebbe proseguita.Al velo di neopatriottismo che caratterizzò gli entusiasmi di

quei primi giorni, vi era sottesa la simpatia del popolo per unascelta coraggiosa del Re, per Badoglio e per il ruolo dell’esercito.Anche nel Monferrato casalese, in città e nelle colline, la

gente si sentì sollevata e liberata da una cappa opprimente e vio-

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1 Gianni Oliva, I vinti e i liberati, Milano, Mondadori, 1994, p. 14.2 Pietro Calamandrei, Lettere 1915-1956, a cura di Alessandro GalanteGarrone, vol. 1, Firenze, Le Monier, 1968, p. 151.

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lenta, nella sfera individuale e sociale.All’entusiasmo liberatorio si unì una spontanea fiducia nella

monarchia e nell’esercito, quasi un riscatto monarchico, nella con-tinuità delle istituzioni, dopo un ventennio dittatoriale fascista.Come la storiografia evidenzierà, Badoglio confermò la guer-

ra, ma promosse celatamente la trattativa per giungere all’armi-stizio. Temendo una dura reazione del PNF, il Re ed i collabora-tori prefigurarono alcuni interventi di garanzia: la confluenzadella milizia fascista nell’esercito, l’attribuzione all’esercito delcompito di assicurare l’ordine pubblico, l’imposizione del copri-fuoco dalle 21,30 alle 6 del mattino.In provincia di Alessandria, la tutela dell’ordine pubblico

venne assunta dal generale Attilio Grattarola, comandante delladifesa di Alessandria alle dipendenze della IV Armata 3.In Alessandria, carabinieri ed esercito intervennero per conte-

nere i più accesi dei manifestanti. Non si ebbero scontri rilevan-ti; non vi fu la caccia al fascista.Si organizzarono cortei popolari nella giornata del 26 luglio,

da Piazza Garibaldi a Corso Roma, verso Palazzo Ghilini 4.A Casale, si formarono alcuni cortei spontanei; si ritornò a

gioire assieme, con un nuovo ottimismo per il futuro. Anche qui,si cancellarono scritte e simboli, si bruciarono manifesti e materia-le propagandistico; si distrussero statue, busti ed effigi del Duce 5.Luigi Cappa, impegnato antifascista e noto partigiano poi,

ricorda bene quel clima di festa liberatoria:

“Per tutto il 25 luglio, per tutta Casale non s’incontrarono piùfascisti. La piazza antistante la stazione ferroviaria era stracolma dimilitari, carabinieri, gente comune, alcuni giovani – racconta LuigiCappa - Fu l’occasione per prendere contatto fra dissidenti. Rividialcuni amici antifascisti di Porta Milano, appartenenti al gruppo diSogno, Carrera, Acquaviva. Non mi parve vero, quel momento.Improvviso, ma tanto atteso” 6.

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3 “Il Piccolo”, organo d’informazione di Alessandria, 31 luglio 1943.4 Cesare Levreri, Il Partito d’Azione in Alessandria, Alessandria, Edizionidell’Orso, 1986, p. 18-19-20.5 Enrica Morbello Core, Dalla parte giusta, Alessandria, 2006, p. 99.6 Testimonianza di Luigi Cappa, resa all’autore nel settembre 1976.

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Mentre Cesare Levreri polarizza l’attenzione sulla figura diLivio Pivano, l’altro storico resistenziale Gianpaolo Pansa ci for-nisce preziose informazioni sulla struttura ed efficacia della pre-senza socialista e comunista dell’area alessandrina, sui fermentiche poi daranno origine al Partito d’Azione ed alla DemocraziaCristiana di Bellato e Brusasca, proprio nei quarantacinque gior-ni badogliani 7.Efficacemente, Pansa utilizza il messaggio “attendere e vigi-

lare” per tradurre il generico impegno dell’antifascismo alessan-drino nelle settimane che precedettero l’armistizio.Alle riunioni del Comitato Interpartitico di Alessandria, parte-

ciparono Walter Audisio, Ottavio Maestri e Renato Veggi per ilPCI; Luigi Fadda, Silvio Gambarana e Ferruccio Boffi per i socia-listi; Livio Pivano, Lorenzo Capriata e Giuseppe Piccinini per ilPdA; Angelo Bellato per la Democrazia Cristiana; GiuseppeMaranzana per i liberali e Camillo Ravazzi come indipendente.A Casale Monferrato, non venne creato un formale Comitato,

ma si realizzò una nuova disponibilità operativa fra socialisti ecomunisti, per incrementare il dissenso nelle fabbriche e peracquisire peso amministrativo locale. Fra i protagonisti del dia-logo, i socialisti Paolo Demichelis, Giovanni Milani e GiuseppeCappa; i comunisti Domenico Navazzotti, Carlo EugenioCarretto e Camillo Bruno.Il vescovo di Casale, Monsignor GiuseppeAngrisani, nella lette-

ra pastorale I doveri dell’ora così scriveva a proposito del 25 luglio:

“Ora che s’è diradata alquanto l’atmosfera, densa di calcinacci e dicaligine, prodotta dal crollo dell’edificio ventennale del fascismo; e ches’è placato il clamore della piazza lasciando posto alla voce serena delbuon senso, permettete, cari figlioli, che il vostro Vescovo vi rivolgauna parola paterna ...”.

Chiaro il giudizio negativo verso il regime sconfitto, parimen-ti chiaro l’invito al buon senso ed al superamento dei conflitti 8.

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7 G. Pansa, Guerra partigiana tra Genova e il Po, Bari, Editori Laterza,1998, p. 11-12-13. Viene qui citata la più recente edizione, ampliata ed integra-ta, dell’opera di Pansa, editata in origine sempre da Laterza nel 1967.8 Mons. Giuseppe Angrisani, Lettera Pastorale “I doveri dell’ora”, CasaleMonferrato, 1943, in Archivio Diocesano di Casale Monferrato.

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L’esautoramento di Mussolini fu l’occasione per il rafforzar-si delle convinzioni antifasciste ed antinaziste. Gli scioperi dimarzo ’43 nelle grandi città del triangolo industriale ebbero ilmerito di aver tradotto in vibrata protesta lo scontento diffuso frale classi lavoratrici; in provincia, tuttavia, non raggiunsero ilrisultato sperato.A Casale, si astennero dal lavoro solo alcune frange delle

maestranze nelle Cementerie Marchino di Morano Po e nellecementerie di Ozzano. I dipendenti dello stabilimento Eternit(allora erano milletrecento) non scioperarono. Su questo detta-glio, puntualmente Fabrizio Meni osserva come, proprio nell’a-prile 1943, venne inaugurato un nuovo stabilimento Eternit edavviato un nuovo ciclo produttivo. È probabile che tale circo-stanza abbia impedito l’adesione delle maestranze agli scioperidel marzo 1943.Le proteste del marzo, forti e diffuse a Torino, adAlessandria,

ad Asti, ebbero effetti pervasivi anche nelle aree collinari, dovevi erano pendolari e collegamenti familiari. La protesta fu sala-riale e rivendicativa, ma anche sociale 9.Con il 25 luglio, invece, la generale opposizione al regime ed

alle ultime scelte belliche, rivelatesi esiziali, ebbe modo di mani-festarsi liberamente.Non v’era, tuttavia, ancora un movimento antifascista orga-

nizzato. Non a tutti fu chiaro che la caduta della facciata del regi-me non voleva dire fine della guerra, libertà politiche, ma pote-va significare ancora una nuova dittatura militare, una restaura-zione monarchica.I partiti, dopo un primo momento di velleitarismo, non persero

tempo. Partito Comunista, Partito Socialista, Partito d’Azione eDemocrazia Cristiana intensificarono i contatti in tutta la provincia.I vecchi militanti antifascisti, demotivati dopo gli insuccessi

subiti nel ventennio e di fronte all’ineluttabilità delle vicendebelliche, ritrovarono ora nuova speranza.Ad Alessandria, Livio Pivano animò il Partito d’Azione e

ricostruì i contatti con altri esponenti dell’antifascismo liberale,cattolico, socialista e comunista.Da fine 1942 a luglio-agosto 1943, Livio Pivano e Walter

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9 F. Meni, Quando i tetti erano bianchi, Alessandria, Edizioni dell’Orso,2000, p. 90-91.

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Audisio (giovane e dinamico esponente del partito comunistaalessandrino) svilupparono una significativa attività di coordina-mento antifascista, creando il contesto di alleanze che diede ori-gine, poi, al fronte interpartitico ed al più formale ComitatoInterpartitico Antifascista (agosto 1943).Di contro, tra luglio ed agosto, la presenza militare tedesca

nella provincia di Alessandria registrò un forte incremento. DallaFrancia, giunsero la XCIV e la LXXVI Divisioni del LXXXVIICorpo d’Armata Tedesco agli ordini del generale Gustav-Adolfvon Zangen, con sede di comando ad Acqui Terme. Le due for-mazioni si stabilirono nel retroterra genovese e nella Val Scrivia,per controllare le linee ferroviarie e le rotabili tra la Liguria el’Alessandrino. Una terza Divisione, la LXV, giunse dallaGermania e si stabilì nell’Oltrepo Pavese e nella Val Staffora.L’esercito italiano presente in queste zone era esiguo. Si ricorda-no alcuni reggimenti di fanteria, di artiglieria e del genio. Untotale di circa 9000 uomini.Ad Alessandria e a Casale, si avvertiva sempre più la differen-

za numerica ed organizzativa fra l’esercito italiano e le truppetedesche, movimentate a corona dell’area. Si trattava di un veroaccerchiamento, di un’occupazione strisciante e ben ponderata.

L’8 settembre

La notizia dell’armistizio, siglato da Badoglio e gli alleati,causò uno stato di completo disorientamento fra le unità milita-ri. Il messaggio dell’armistizio fu registrato da Badoglio alle19,45 dell’8 settembre e venne trasmesso ogni quindici minutidall’EIAR. Dopo tre anni di guerra, prive del comando supremo,fatte segno di attacchi di sorpresa dai tedeschi con mezzi coraz-zati, le nostre truppe abbandonarono armi e uniformi. Soldati eufficiali si diressero verso casa, presero d’assalto treni e pochiautoveicoli. I reparti si sciolsero. Mancò qualsiasi forma di tenu-ta organizzata. Anche nell’alessandrino, il 9 e il 10 settembre, siattuò il piano “Achse”, operazione di disarmo delle forze arma-te italiane.A Casale Monferrato, l’11 settembre, furono sufficienti pochi

mezzi blindati tedeschi e il Presidio si arrese. In poche ore lecaserme si svuotarono. La gente s’impadronì del materiale e del-

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l’equipaggiamento abbandonato dai militari. Andarono dispersimobili, viveri, cancelleria e documenti. Furono salvati solo alcu-ni libretti di deposito del 2° Genio e il timbro di quel Comando,nonché alcuni pacchi di documenti contabili del 1° Artiglieria diCorpo d’Armata, lasciati alla sicura custodia del parroco dellacattedrale, Don Baiano. Buona parte del materiale racimolato daicasalesi negli edifici militari alimentò per mesi la borsa neradella città 10.Pochi ufficiali superiori rimasero con gli occupanti. Tra gli

altri, vanno ricordati Imerico per la M.V.S.N., Simeoni e Vianiper l’Artiglieria, Costantini per i reparti del Genio. Quest’ultimosarà poi comandante del Presidio della RSI. La casermaDecristoforis avrà come comandante il tenente colonnelloPalumbo del Genio, al quale verrà dato il triste incarico di racco-gliere il materiale umano per le unità in formazione, da inviarein Germania per l’addestramento. Verso la fine di settembreverrà poi costituita a Casale la G.N.R.; a capo sarà posto CarloFornero. Il comando verrà successivamente affidato al consoleLuciano Imerico.Nei giorni successivi all’8 settembre, la caccia ai militari

(ufficiali e soldati) ordinata e condotta dai tedeschi fu spietata.Determinante fu la collaborazione di alcune donne conosciute incittà come la Cisi, la Prete, la Gaviorno. All’interno del Fasciorepubblichino venne costituita un’autonoma appendice femmini-le capeggiata dalla Ruo ved. Pardi.Dopo la prima reggenza del segretario del Fascio, si ebbe un

direttorio composto da Sardi, Fornero, Iannuzzi, Salto,Colombini e Bargero. Al 30 settembre 1943 gli iscritti al Fasciocasalese erano solo 280, mentre prima del 23 luglio si contavano3.550 aderenti.Meticoloso ed efficace il ricordo di quei giorni che ci ripro-

pone Enrica Morbello Core:

“Alle Casermette, gli ufficiali avevano dato l’ordine ai militari ditornarsene a casa. Li vedevamo poveri e sbandati, di fronte a casa10 Cfr. “La Voce del Monferrato” numero pubblicato il 7 settembre 1945;vedi l’articolo L’8 settembre a Casale; B. Mantelli, Il terzo Reich in provinciadi Alessandria, in Alessandria, dal Fascismo alla Repubblica, a cura di R.Botta-G. Canestri, Alessandria, Boccassi, 1995, p. 75; R. Loy, La parola ebreo,Einaudi, Torino, 1997, p. 117.

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nostra ... Impauriti, temevano d’incontrare i tedeschi. Mi misi a percor-rere il Valentino, bussando alle porte di chi conoscevo, per chiedereabiti civili. Poi incominciai a invitarli a casa, pochi alla volta, ospitan-doli nel laboratorio di mio padre. Davo loro da mangiare e nascondevole loro divise” 11.

I militari fuggivano; i tedeschi, con mezzi semoventi, circon-darono il castello, sede del Presidio.Presero prigionieri tutti i soldati, si diressero alla caserma e

magazzini di Corso Duca d’Aosta.I militari, al comando del colonnello Boggione, resistettero

per poco tempo e poi abbandonarono gli edifici e trovarono rifu-gio fra la popolazione civile.I tedeschi occuparono così tutte le posizioni militari di

Casale; non solo, per la pulizia e la manutenzione delle caserme,rastrellarono i giovani studenti e tecnici-operai; li obbligarono alavorare, con minacce.Un gruppo di 55 tedeschi alloggiò alle casermette; alla comu-

nità salesiana del Valentino, il direttore invitò tutti i seminaristi aritornare nelle proprie famiglie. La comunità salesiana si distin-guerà, poi, per fattiva collaborazione con la Resistenza. IlPresidio Militare di Casale condannò “l’evasione dei militaridalle caserme” e descrisse la popolazione come impaurita edaffamata, per la dura repressione attivata dai tedeschi occupanti.Il 9 settembre, a Valenza, ci fu un breve scontro fra reparti del

ReggimentoArtiglieria ed un nucleo di carabinieri, contro i tede-schi della Wehrmacht 12.Nei vari paesi del Monferrato i tedeschi nei giorni 9, 10, 11

settembre fecero comparse violente e dimostrative. A FrassinetoPo, ad esempio, arrivarono nella sera dell’11 settembre.Piombarono in paese, cercarono il maggiore Filippo Vitali, con isuoi dieci uomini dell’esercito. Entrano in parrocchia. Non tro-vano nulla. Lasciarono un piccolo avamposto, di poche unità.Alcuni giovani casalesi, dopo l’8 settembre, scelsero di

aggregarsi alle formazioni di montagna. Camillo Morandi, ad

11 Enrica Morbello Core, Dalla parte giusta, Alessandria, 2006, p. 102-103;descrizione confermata all’autore a novembre 2008.12 William Valsesia, La Provincia di Alessandria nella Resistenza,Alessandria, 1980, p. 75.

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esempio, nato a Casale nel ’23, si unì alla 47ª Brigata CarloMonzani, nel Canavese. Venne catturato e fucilato dai nazifasci-sti a Forno Canavese, dopo un durissimo scontro con il nemico.Era il 9 dicembre 1943. Sempre nel Canavese, trovò tragica fineRenzo Garrone (nato a Cereseto Monferrato nel ’26).Apparteneva alla VIIª Divisione G.L. Ferreira e venne ucciso il14 ottobre ’44 dai nazisti a Vico Canavese. Nello stesso luogovenne catturato e poi fucilato anche Mario Garis (nato nel 1924),sempre appartenente alla VIIª Divisione Ferreira.

L’attività dei primi CLN

Gli avvenimenti delle due prime settimane di settembreaccentuarono la paura e le incertezze. Non tutti colsero subitol’indispensabilità della lotta di Resistenza, né parvero chiare lemodalità operative da seguire.Come gli scioperi di marzo furono dissenso economico-

sociale, il 25 luglio fu dissenso e strappo politico; l’8 settembrefu, invece, il ritorno della paura e della violenza, in un contestodi sbando generale.Alcuni sperarono nell’immediata conclusione del conflitto,

grazie all’intervento degli Alleati; altri, anche se convinti del-l’opportunità della rivolta armata, non si mossero con la dovutadeterminazione.Nel Monferrato e nel Casalese, zone caratterizzate dalla pic-

cola proprietà contadina e lontane dai grandi centri industriali,dominava l’atteggiamento di un incolpevole attendismo. Difronte all’avvertita e diffusa presenza dei tedeschi occupanti edalle collaborazioni dei rinati fascisti di Salò, la gente monferrinasperava in momenti più opportuni; attendeva eventi risolutorinazionali; non credeva nelle proprie forze oppositive.Soltanto sul finire di settembre la volontà di resistere si

espresse con più chiarezza: l’antifascismo degli anni ’20, sopitoda due decenni di dittatura, riemerse.Il Monferrato casalese non fu terra facile per l’affermazione

del Fascio. Le vicende storiche e politico-amministrative delventennio furono contrassegnate dal predominio delle classi forti(agrari, cementieri, banchieri), dalla sudditanza dei ceti medi eborghesi, ma anche dal ricorrente dissenso di agricoltori, operai,

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organismi cattolici e sindacalismo. Molti fatti emblematici diquesta forte e latente conflittualità, crearono una memoria collet-tiva diffusa e non più cancellabile. Gli eventi del 25 luglio edell’8 settembre riaccesero e ridiedero respiro a ricordi, ideali,progetti e voglia di riscatto sociale.A Casale e nei paesi collinari, infatti, ricomparvero immagini

e narrazioni inquietanti. Ne richiamiamo alcune.Il 6 marzo 1921 i fascisti casalesi, guidati da Giovanni

Passerone inaugurarono il nuovo gagliardetto con una manifesta-zione di piazza, organizzata e dimostrativa. Ci fu una mobilizza-zione a senso unico. Giunsero squadre fasciste da Torino, daAlessandria e Vercelli.Vi era tensione in città, già nei due giorni precedenti. La ten-

sione caratterizzava gli ambienti politici socialisti, comunisti edanarchici; di contro, i fascisti animati da Cesare Maria De Vecchimiravano a provocare la scintilla per crescere nei consensi e perdare un duro colpo alle amministrazioni locali. Un operaio venneoltraggiato, perché non salutò il gagliardetto fascista.Al passaggio di un piccolo corteo d’auto dei notabili del

Fascio, dalla sede della Camera del Lavoro, nei pressi del pontesul Po, partirono alcuni spari. Vennero uccisi due sardi, Strucchie Broglio; il segretario della Federazione dei legionari di Fiume,Scaraglio; venne ferito De Vecchi.I fascisti replicarono duro; spararono ed isolarono la sede

della Camera del Lavoro, per due lunghe ore. Giunsero carabi-nieri ed esercito. I comunisti si arresero; uscirono a mani altedall’edificio. I fascisti ruppero il cordone dell’esercito; vi fu unoscontro diretto, con feriti.L’agricoltore Francesco Novarese, presente alla Camera del

Lavoro per una consulenza-assistenza ed il casalese Patruccoebbero la peggio. I carabinieri intervennero 13.A seguire, vennero arrestate 175 persone; altri protagonisti

dovettero fuggire. Il sindaco socialista Rampini tentò la pacifica-zione, ma la tensione durò alcuni giorni. I carabinieri faticaronoa controllare l’ordine pubblico. Vennero aggrediti il vice-sinda-co Ricolfi ed esponenti socialisti e comunisti. Il 10 marzo venne

13 F. Meni, Quando i tetti erano bianchi, Alessandria, Edizioni dell’Orso,2000, pag. 25; Lorenza Lorenzini, Fascismo e dissentismo in provincia diAlessandria, Alessandria, 1980, Edizioni dell’Orso, pag. 59.

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ferito il senatore Battaglieri.Gli scontri di marzo ’21 accentuarono a Casale il netto

divario fra una sinistra movimentista, frazionata al propriointerno e con debole ruolo dei partiti storici, ed un ceto bor-ghese alleato con lo squadrismo fascista e la grande proprietàimmobiliare. Venne proclamato lo sciopero generale dei lavo-ratori casalesi. Grandi adesioni nei cementifici, nelle cave delMonferrato.Nel ’24, dopo un processo pilotato, la Corte d’Assise di

Torino riconobbe Giovanni Cappa, segretario della Camera delLavoro, quale responsabile ed animatore degli scontri. Riparòin Francia. Il 7 agosto del 1921 era domenica. Nella piazzaPrincipe Amedeo (oggi piazza Audisio) di Trino vi era il con-sueto passeggio domenicale. Verso le 12 la squadra “LaDisperata” proveniente da Casale ed un gruppo di Arditi pro-veniente da Vercelli provocarono scontri con alcuni gruppicomunisti.Vi furono violenze, tafferugli per alcune ore. Verso le ore 19,

un gruppo acceso di fascisti fu costretto a rintanarsi nell'osteriadel Principe Amedeo. Dalle finestre incominciò a sparare sullafolla. Nella piazza, cadde ferito a morte Vincenzo Coletto, dianni 46, padre di cinque figli. Era semplice cittadino.Negli scontri vennero feriti anche Carlo Irico (consigliere

comunale comunista), Pietro Tricerri, Giuseppe Tomasino,Giuseppe Croce, Carlo Mandosio.Il Comune, date le condizioni economiche della famiglia

Coletto, si accollò le spese del funerale. Nei giorni successivi,centoventi dipendenti del cementificio di Trino scioperarono perprotesta contro la violenza fascista.Informazioni puntuali sulla vicenda si ebbero sul settimanale

“La Sesia” di fine agosto ’21, ma soprattutto nel volume Il dive-nire del proletariato trinese. Rerum patriae (1798-1921) diFranco Crosio-Bruno Ferrarotti, edito dal Comune di Trino nel1992. Un terzo fatto inquietante avvenne a Frassinello d’Olivola,il giorno 25 dicembre del 1921.Nella sede di una cooperativa di consumo, di matrice sociali-

sta, si festeggiava, con un ballo. Giunsero alcuni giovani fascisti,provocarono accese discussioni. Vi furono violenze verbali edalcuni spari. Una bomba provocò il lieve ferimento di MasseranoGiovanni e di Silvio Sanlorenzo, fascista di Camagna. Dopo

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poche ore arrivò la rappresaglia di un gruppo di fascisti, prove-nienti da Camagna e Casale. In piena notte, entrarono in paese,raggiunsero l’abitazione di Bartolomeo Ruschena (anni 55), pre-sidente della cooperativa e considerato, erroneamente, responsa-bile degli scontri. Lo uccisero con cinque colpi di fucile e duepugnalate. Vi furono anche altri feriti.Polizia e carabinieri intervennero. Furono arrestati i fascisti

Balbo e Dosio 14. Per lo scoppio della bomba, venne accusatoEmanuele Cotti di Frassinello. Venne processato e poi assolto, afebbraio ’23, dalla Corte d’Assise.

“I fatti drammatici del Natale ’21 li conobbi da mio padreFrancesco e da mamma Eleonora. Papà era più restio; mi raccontò soloche quella notte venne avvisato di stare in casa, di non uscire per ilpaese. Sarebbero tornati i fascisti – così ci narra la signora GiuseppinaSalio (nata a settembre ’21), oggi nonna, ma preziosa testimone anchedella vita partigiana fra le colline del Monferrato – Mia madre spessoricordava come quella notte mi stesse allattando.Udì degli spari, a cento metri. Vide gran confusione. Si spaventò

molto, non riuscì più ad allattare. I fascisti uccisero Bartolomeo, un uomoonesto e generoso. Fu una violenza gratuita, per spaventare il paese”.

Giuseppina Salio ci riceve nella sua abitazione, in pieno cen-tro di Solonghello. Ci porge un album fotografico di ricordifamiliari; vi sono foto degli anni ’20, del marito alpino; vi sonofoto ed articoli di stampa sulla banda Tom.Giuseppina ci confida che preparò una decina di camice per

i partigiani della banda Tom; fece anche un corpetto in stoffaper Ginetto (Luigi Cassina). Ma i partigiani non le poteronoindossare; furono catturati ed uccisi prima che potessero essereconsegnate. È rimasta con questo rammarico addolorato; lavorò

14 Su questo evento, poco noto, si veda “La Vita Casalese” n. 1 del 1921,uscito il 1 gennaio 1921; F. Meni, Quando i tetti erano bianchi, op. cit., pag.29; M. Franzinelli, Squadristi, Milano, Mondadori, pag. 361; G. A. Chiurco,Storia della Rivoluzione Fascista, Vallecchi, Firenze, 1929, vol. III, pag. 392;si riveda, inoltre, “Il Monferrato” del 3 marzo 1923; il n.1 del gennaio 1922 de“La Scolta” di Casale Monferrato; ricerche documentali sono state compiuteanche da Mario Cravino, storico locale di Frassinello.15 Testimonianza resa all’autore da Giuseppina Salio, gennaio 2009.

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in fretta e con passione per quelle camice, ma non servirono 15.I fatti di Frassinello ebbero ripercussioni in tutto il

Monferrato; i fascisti ne rivendicarono la paternità; le classilavoratrici, comuniste e socialiste, subirono un chiaro effettointimidatorio.Vi è poi un quarto fatto. Siamo nel 1923, nella frazione Zanco

di Villadeati. Il comunista Innocenzo Boario venne eletto consi-gliere provinciale, in rappresentanza del Monferrato. Un gruppodi fascisti casalesi lo uccise, con fucilate al volto, mentre salivale scale della propria piccola cantina.Nel ’24, in piena campagna elettorale (l’ultima libera) a

Gabiano si tenne un comizio-confronto fra i candidatiMarescalchi, Mazzucco ed il popolare Brusasca. Una squadra difascisti, capeggiata da Giovanni Passerone, impedì il normalesvolgimento del comizio, con violenze e manganellate 16.Gli eventi di Casale (6 marzo del ’21), di Trino (agosto del

’21), di Frassinello (25 dicembre del ’21), di Zanco di Villadeati(1923) e di Gabiano (nel ’24) sono stati chiari episodi di gratui-ta violenza che alimentarono per molti anni il profondo dissensodelle popolazioni verso il regime.A luglio ’43, i citati eventi tornarono vivi come allora; acqui-

sirono nuova attualità ed originarono nuovi timori. In questoclima, vanno contestualizzate le prime esperienze resistenziali.Luigi Quarello, comandante partigiano, così narrò l’origine

delle formazioni nel Monferrato:

“Già a partire dal 25 luglio 1943, giorno effettivo della caduta delfascismo in Italia, avvenuto in seguito alla mozione di sfiducia delGran Consiglio fascista nei riguardi di Mussolini, nella frazione diCardona del Comune diAlfiano Natta (prov. di Alessandria) s’incontra-va un gruppo di elementi, parte sfollati da Torino e parte residente aCardona, i quali, chiamati da Luigi Quarello (mai iscritto al P.N.F. alpari dei suoi fratelli) con il nome di battaglia “Vigin”, si radunavanocercando di vedere la situazione come si presentava, per essere utilinell’opera che si sarebbe dovuto iniziare: la riconquista dellaDemocrazia in Italia.Il clima era ancora di guerra ed infatti l’Italia era ancora sotto la

16 Relazione scritta fornita da Giuseppe Brusasca all’autore, nel 1976.

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pressione degli anglo-americani, pressione che si faceva sempre piùforte quando a partire dall’8 settembre 1943, il territorio italiano veni-va ufficialmente occupato dalle forze armate tedesche, appoggiate dallaneo Repubblica fascista di Salò.Fu precisamente l’8 settembre che a Cardona di Alfiano Natta si

formava ufficialmente il 1° Centro patriottico organizzato dellaResistenza il quale, appoggiato anche dai parroci della zona, ma parti-colarmente da Don Damarco, Don Finazzi e Don Bolla, si estendevarapidamente, formando gruppi in ogni paese, formazioni alle quali gliorganizzatori del Centro, in riunioni notturne, illustravano le ragionidel Movimento ed i doveri da assolvere.È doveroso ricordare i primissimi collaboratori di Vigin nell’opera di

organizzazione del Movimento di Resistenza. Per Cardona: DruettoRodolfo, Damarco Tersilio e Piovano Pino; per Alfiano: Pizzo Beppe;per Sanico: Ragazzi Paolo; per Zanco: Ferraris Luigi; per Moncalvo:Capra Giovanni; per Castellalfero e Montiglio: Gerolla Secondo; perScandeluzza e Rinco: Magnone Angelo; per San Giorgio Monferrato:Spinoglio Felice; per il prezioso collegamento con Torino: Borgnino PierLuigi e Quarello Pier Battista, ed altri molti ancora dei quali dopo tredecenni ricordiamo la preziosa opera, ma non il loro cognome e nome.Si promuoveva così la costituzione della 7ª Divisione Autonoma

Monferrato appartenente al Corpo Volontari della Libertà, la qualedoveva operare nel triangolo compreso fra Chivasso-Asti-Casale.Fra le altre cose, va ricordata l’importante riunione avvenuta nella

sala della Casa parrocchiale di Alfiano Natta già la sera del 2 novem-bre 1943, ove con la collaborazione ed anche il rischio non indifferen-te da affrontare, il parroco Don Damarco Marco, ospitava i rappresen-tanti di una ventina di paesi della zona, che ricevevano le direttive delMovimento locale da Vigin, e quelle del C.L.N. regionale, rappresenta-to nella riunione dall’On. Gioachino Quarello, il quale già aveva fattoparte del Governo Badoglio, con Buozzi e Roveda.Egli illustrava quali fossero le finalità da raggiungere, e la necessità

di svolgere opera di convinzione e d’incitamento verso i giovani e lepopolazioni monferrine per affrontare i doveri da assolvere che sino allaLiberazione sarebbero stati sempre più difficili e talvolta sanguinosi” 17.

A fine settembre, si costituì adAlessandria il CLN provinciale,

17 Luigi Quarello, Relazione ed appunti sul movimento della Resistenza, inArchivio Diocesano di Casale Monferrato.

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come a livello nazionale si era passati dal Comitato delle opposi-zioni al Comitato di Liberazione Nazionale. Venne promosso daglistessi antifascisti che già il 26 luglio diedero origine al ComitatoInterpartitico Provinciale, con l’adesione successiva di nuoviadepti, convinti dal pericoloso clima post armistizio.Nel CLN provinciale entrarono Carlo Bognetti, Ottavio

Maestri, Walter Audisio e l’avv. Renato Veggi per il PCI; LuigiFadda, Diego Giacobbe e Carlo Rossi per il PSIUP; LorenzoCapriata, Giuseppe Piccinini, Livio Pivano e Carlo Ronza per ilPdA; Angelo Bellato per la DC; i fratelli avvocati Mario edEdoardo Ferrari per i liberali, come pure Giuseppe Maranzana.Il CLN era composto da cinque partiti antifascisti, strutturati

a livello locale.A rappresentare la DC, in un primo momento, si pensò a

Carlo Torriani, noto antifascista e fondatore del Partito Popolarenegli anni ’20 ed amico di Luigi Sturzo.Torriani, tuttavia, declinò la proposta “perché direttamente

impegnato come cappellano all’Istituto Michel di Alessandria 18.Sempre ad Alessandria, a fine settembre, si costituì il nucleo

di GAP (gruppi di azione patriottica) con Mario Piacentino comeresponsabile militare e Carlo Girardenghi come responsabilepolitico. Carlo Girardenghi fu poi figura di primo piano dellalotta partigiana e Presidente dell’Istituto Storico della Resistenzadi Alessandria, uomo di cultura e storico locale.I gappisti s’impegnavano in azioni di coraggioso dissenso,

contro i tedeschi e fascisti, fra le vie della città, nei sobborghi,nelle aziende, in un chiaro contesto urbano.La caduta di Mussolini e l’8 settembre rialimentarono le con-

vinzioni e le speranze per la libertà, anche a Valenza. Durante ilventennio fascista, il dissenso esplicito venne rappresentato, inmodo efficace, dal socialista Francesco Boris, già capostazione.Non aderì al Fascio, dovette cercarsi un altro lavoro.Anche nelle file cattoliche, si costituì nel ’42 la prima sezione

della DC, d’ispirazione degasperiana. Nel laboratorio della farmaciaManfredi, alla presenza dell’ex popolare avv. Giuseppe Brusasca,venne fondata la sezione. Contribuirono Carlo Barberis, GigiVenanzio Vaggi, Luigi e Vittorio Manfredi, Pietro Staurino, Luigi

18 Ezio Gabutti, L’eredità possibile, Alessandria, Ugo Boccassi Editore,1999, p. 27.

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Deambroggi, Luigi Stanchi, Giuseppe Bonelli e Felice Cavalli.La sezione sviluppò immediatamente temi ed iniziative di

dissenso clandestino al regime.Alla notizia dell’arresto di Mussolini, nell’abitazione di

Francesco Boris, si tenne un primo incontro per costituire il CLNvalenzano. Accanto a Boris per il partito socialista, vi aderironoLuigi Vaggi per la DC, Ercole Morando per il PCI, VittorioCarones per il Partito d’Azione e Poggio per il PLI, poi sostitui-to da Cuttica.Il CLN di Valenza tenne varie riunioni, cambiando sede di

volta in volta, per non destare sospetti. Si svolsero a casa Boris,a casa di Costantino Scalcabarozzi, in casa Mazza alle Terme diMonte Valenza, a casa dei fratelli Marchese, nella bibliotecaSilvio Pellico dell’oratorio del Duomo di Valenza 19.Francesco Boris e Paolo De Michelis (già parlamentare socia-

lista negli anni ’20) furono arrestati a marzo 1944 e condottinella sezione tedesca delle carceri Nuove a Torino, per poi esse-re inviati nei campi in Germania. Vennero poi liberati, grazie aduno scambio di prigionieri.Giulio Doria, antifascista ed aderente a metà ’44 al movimento

partigiano, ricorda dettagliatamente quei difficili momenti nell’in-tervista rilasciata a Maria Grazia Molina e pubblicata nel n. 23 di“Valenza d’na vota” edito a dicembre 2008, (pag. 169 e seg.).Il fratello di Giulio, Mario, aderì subito alla formazione auto-

noma Patria, guidata da Edoardo Martino e Giovanni Sisto. Ilsecondo fratello, Pietro, visse anni di prigionia in Germania,come militare catturato dai tedeschi. Giulio disertò la chiamataalla Capitaneria di Savona e si diede alla macchia, nella campa-gna valenzana.Giulio ricorda d’aver curato e nascosto cinque militari austra-

liani, sfuggiti alla cattura dei tedeschi; di averli poi avviati inLombardia.Anche Giulio entrò nella brigata autonoma Patria, si collegò

con Vaggi e tesse una fitta rete di relazioni fra la città ed i comu-ni del Monferrato.A Casale, i militanti dei partiti antifascisti si unirono; diedero

19 Per approfondire le ricerche dell’antifascismo valenzano si vedano: EnzoLuigi Guidi, “Valenza antifascista e partigiana”, Valenza, 1981; MaurizioDealessi, articolo Paolo De Michelis, pubblicato in “Valenza d’na vota”, n. 2/87.

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origine al primo comitato di resistenza casalese.Per meglio cogliere il clima difficile nel quale sorse questo

primo organismo, bisogna ricordare come il commissario di PSMaiocco, il segretario politico del Fascio Bacco ed il consoleImerico si prodigarono per fornire ai tedeschi i nomi degli anti-fascisti da trasferire in Germania. L’operazione provocò in cittàsdegno ed indignazione. Fu la scintilla che vinse le titubanze e lepaure: si iniziò a voler la lotta. Per l’invio nei campi tedeschivennero segnalati: Bosco Carlo, Bonomi Emilio, FatuttoPolicarpo, Carlo Eugenio Carretto, Cappa Mario, MontiVincenzo, Balbis Vincenzo, Gonella Gino, Coppo Clemente,l’avv. Ernesto Boverio, Mazzucco Enrico, il capitano Bruschi,Ferraris Giovanni, Rondano, Rota, Guerrera, Cerutti Giuseppe,geom. Gattone, Guzzo Dorino, Carfì e l’avv. Vittorio Dardano.Alcuni di questi antifascisti, in un pomeriggio piovoso di

ottobre si diedero appuntamento sul greto del Po. Dovevanoincontrarsi con un rappresentante del Comitato d’Azione Segretodi Torino, un certo compagno Carsano, originario di Balzola.E, proprio lì, tra i cespugli, nacque il primo Comitato per la

Resistenza, un embrionale CLN casalese. Ne facevano parteCarlo Eugenio Carretto quale presidente, Carlo Bosco come cas-siere, Milani Giovanni e Del Rosso Alessandro come consiglie-ri, Monti Vincenzo e Mazzucco Enrico.Panicco Cherubino ebbe il compito di mettere al sicuro gli

sbandati inglesi che erano presenti in zona 20.Il primo CLN si sciolse ad esordio di novembre, con la con-

temporanea costituzione di una banda armata ad Arcesa, frazio-ne di Brusson in Valle d’Aosta. La componevano parecchi mili-tanti antifascisti casalesi. Pierino Pagliolico manteneva i contat-ti con Arcesa e badava al regolare invio di viveri e munizioni.Più avanti, entrarono a far parte in modo organico nel CLN i

rappresentanti della Democrazia Cristiana e del Partito Liberale.Il secondo CLN era così composto: Camillo Bruno e EnricoMazzucco (PCI), Giovanni Milani (PSIUP), l’avv. DardanoVittorio (PLI), Francesco Triglia (DC).Mentre nelle grandi città del Nord, come Torino, Milano,

Brescia, Novara, i partiti politici vollero con i CLN mettere

20 Cfr. “Rinascita Democratica” numero del 25 aprile 1947; vedi l’articoloCome è nato il primo CLN a Casale.

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assieme, in modo più efficace, le singole capacità di mobilitazio-ne e di lotta, nei centri di provincia i partiti giunsero, talvolta edinconsapevolmente, a frenarne l’operato, confidando più nelleproprie capacità aggregative.In tali realtà, infatti, le organizzazioni politiche preferirono

muoversi autonomamente. Il rischio non vi fu, tuttavia, dove siregistrò la piena sintonia tra i componenti dei vari CLN, dovutaall’adesione individuale e all’amicizia. Ciò avvenne a Casale.Francesco Triglia così ricorda quei momenti:

“Il CLN di Casale era sorto dalla comune volontà di combatterel’arroganza delle forze tedesche che comandavano in città. Nei primimesi, non puntammo a grandi obiettivi di lotta, ma al mantenimentodella pace e di una certa tolleranza. Per questo motivo, il nostro lavoroinizialmente consisteva nella protezione dei ricercati politici, degliantifascisti perseguitati dalle S.S., degli ebrei che avevano a Casale unasignificativa comunità, con Sinagoga ed attività collaterali. Di grandeaiuto fu la presenza di Giuseppe Brusasca, uno dei massimi dirigentidel CLN dell’Alta Italia. Spesso ci riunivamo nel solaio e nelle cantinedel Tribunale di Casale, presso l’Istituto della signora Mazzone in viaTrevigi.Con il tempo, ci attrezzammo per rifornire le bande partigiane delle

colline del Monferrato e dell’Astigiano; nel ’44 iniziarono a pervenirenella nostra sede armi, vestiti e viveri in modo regolare, costante.Giuseppr Brusasca ci aiutò molto.In città operavamo con il pieno appoggio degli abitanti.

Interpretavamo l’odio verso i tedeschi e l’allergia verso il fascismo;volevamo una nuova Italia, una nuova vita pubblica, nuove regole perconvivere.Dall’attendismo dell’anno 1943 si passò nel ’44 alla diffusa convin-

zione di poter resistere e vincere. Numerosi sarebbero gli episodiemblematici di questa solidarietà del popolo. Accanto alle tradizionaliforze della sinistra storica, PCI e PSIUP, si segnalarono i cattolicidemocratici e le forze liberali. Posso dire che il CLN, più che organiz-zare azioni di lotta o attacco, destinò le proprie energie ad un lavoro disostegno materiale e morale a chi, invece, operava in prima linea nelMonferrato o ad Arcesa, in Val d’Aosta 21”.

21 Testimonianza di Francesco Triglia e Giulio Novarese, rilasciata all’auto-re nel giugno 1976.

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Accanto ai comitati antifascisti ed ai vari CLN, creati anchein altre località del Monferrato, vanno ricordati alcuni gruppispontanei che, anche se privi di una precisa collocazione e lega-mi politici strutturati, conducevano la lotta contro i tedeschioccupanti, in modo efficace e coraggioso.La loro azione privilegiò la raccolta di armi, rubate ai tede-

schi occupanti; la diffusione di ciclostilati e l’apposizione discritte sui muri della città.A Casale furono ritrovati due volantini estremamente interes-

santi e provocatori. Il primo venne diffuso nelle vie del centro, il20 ottobre. Questo il testo:

“Casalesi, ricordate. È colpevole il privilegio che usurpa il dirittoaltrui, e perirà. Ma è ugualmente colpevole, e per di più ridicolo, l’op-presso che spera, senza far nulla, di riavere il suo diritto. Non vi è vit-toria per tutti senza battaglia per tutti. Il tedesco e il fascista usurpanoil nostro diritto di libertà. Uniamoci tutti per scacciare il fascista e iltedesco. W Badoglio. W l’Italia libera” 22.

Il secondo volantino è datato 9 dicembre; venne distribuito invia Roma e via Cavour. Si rivolge in modo particolare ad ungruppo di fascisti della città:

“Per noi poveri, che di diritti non ne abbiamo, ma solo abbiamo ildovere di lavorare imprimiamoci in mente quanti della tessera ne fannoun altro uso, e spendono denari rubati al Governo o al sudore di noilavoratori, vivono senza mancare di nulla. Di essi, a nessuno saràlasciato la testa attaccata al collo. Cominciamo dal Podestà alCommissario, da Bacco a Imerico, da Guaschinone a Pettenati, daMiglietta Amedeo a Starace, da Steardi a Miglietta. A tutti gli sfrutta-tori della Patria, ai Gagà da caffè, agli assidui al Monte Carlo (in rivaal Po), agli agenti annonari vigliacchi ed ai vigliacchi vestiti da guardiee a tutti i burattini in grigioverde. W la libertà, W il Re e W Badoglio”.

Le prime mosse della Resistenza, compiute a Casale, venne-

22 Il testo originale dei volantini venne pubblicato da Gianpaolo Pansa nelvolume Guerra partigiana fra Genova e il Po, edito da Laterza. Alcune copiesono comprese nell’archivio personale di Libero Spadonaro.

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ro poi seguite e condivise dai quadri e militanti antifascisti delMonferrato. Comunisti e socialisti, anche al di fuori del CLN,continuarono a tessere e sviluppare contatti ed azioni. Le adesio-ni al neocostituito PFR e così alla GNR furono molto poche. Piùvolte, in ripetuti documenti e relazioni, i gerarchi si lamentaronodello scarso successo nelle iscrizioni e nella frequentazione;chiara fu l’opera dissuasiva del clero e degli ambienti cattolici,di molti parroci e degli oratori.

La banda di Arcesa, a Brusson

Pur nel contesto di un’avviata e consapevole lotta armata diResistenza, il CLN intese sempre evitare rischi ed effetti delete-ri per la popolazione civile. Di fronte alla prepotenza tedesca efascista, alleate per riscattare gli insuccessi degli ultimi mesi, sipreferì attutire l’offensiva a Casale e tentare la spontanea gem-mazione di prime bande partigiane.I ripetuti richiami della leva del ’23 e del ’24 per reclutare

nuovi militari alla RSI andarono quasi deserti. Nonostante gliappelli di ottobre e novembre, anche i militari non si consegna-rono nelle caserme ed iniziarono a collaborare con i ribelli.Dato l’insuccesso, il Distretto militare fu trasferito da Casale ad

Asti. A fine ottobre, un gruppo di antifascisti casalesi decise dilasciare la città e creare un centro di raccolta ed organizzazione dellaResistenza armata ad Arcesa, una frazione di Brusson, in Valled’Aosta. Una vera e propria base di reclutamento e di formazione.Il gruppo casalese si diede appuntamento in piazza Statuto,

davanti alla chiesa dell’Addolorata.Venne trasportato su camion, verso la Val d’Ayas.Altri volonta-

ri si allontanarono in treno.ACasale, i preparativi furono curati daimembri del CLN, da alcuni ex militari passati alla Resistenza comeil S.Ten. Edoardo De Vasi, il S.Ten. Remo Milani, il Maresc.Giovanni Trebbi, il Maresc. Achille Peduzzi, il Capitano dei cara-binieri Martino Veduti (medaglia d’oro della prima guerra).Per finanziare l’iniziativa, più fonti testimoniali rivelano che

giunsero i contributi dello stesso Veduti (proprietario di un’a-zienda che produceva sacchetti di carta per il cemento), dell’in-dustriale Modesto Maina.

L’ing. Giovanni Liprandi, tenente di artiglieria, collaborò fat-

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tivamente con il CLN e con il gruppo di Arcesa.I viaggi di trasferimento e di trasporto viveri ed abbigliamen-

to erano assicurati dalla ditta Fratelli Allara, ditta che operava daVercelli verso Torino ed Aosta.Fra gli organizzatori, vi era anche Alberto Ariotti, reduce

della battaglia di El Alamein. L’Ariotti si distinse per capacitàoperativa e per efficacia informativa.Formò ed istruì molti giovani renitenti, li avviò prima fra le

bande partigiane nel cuneese, poi a Brusson 23.Del gruppo di ribelli di Arcesa facevano parte: Giovanni

Conti, comunista e gestore del bar-ristoro della stazione ferrovia-ria di Casale; Giuseppe Barbesino, capostazione a Villabella,legato come Veduti all’associazione combattenti di LivioPivano; Oreste Rossi con i figli Francesco, Italo e Bruno, fonda-tori poi delle brigate Matteotti; Giuseppe Carrera e compagni,della banda di via Mantova, ispirata dal noto antifascista MarioAcquaviva; Carlo Eugenio Carretto, del CLN casalese; BizzarroArduino, partigiano garibaldino che verrà poi ucciso aSerralunga di Crea; Novarese Luigi, Pedrazzetti Giuseppe,Barbano Enrico, Musco Marcello, Carotti Luciano, Sasso Pietro,Garavello Leo, Morano Giovanni, Oliaro Luigi, PistoneGiuseppe, Cervi Ezio, Bolla Pasquale, Timossi Carlo, BoscaldiPierino, Prediano Giacinto, Angelo Merlino, Sbarato Giacinto,Catale Ruggero, Morano Ettore, Darone Mario, Allara Arturo,Zavattaro Luigi, Cipriani Giovanni, Falda Pierino, ZavattaroArturo, Castagnone Virginio, De Giovanni Giuliano, GentileAlfredo, Coppo Luigi, Coppo Evasio, Berrone Aldo, FaciniGildo, Sogno Giuseppe, Cantelli Giovanni, Filippini Luigi.Ai giovani antifascisti, si unì l’esperienza militare del tenen-

te Remo Milani e del maresciallo Giovanni Trebbi. I rapporti fraCasale e Brusson erano coordinati da Pietro Pagliolico.A fine novembre, il gruppo partigiano di Arcesa poteva con-

tare già cento ribelli. Ottenne anche un finanziamento dall’ing.Adriano Olivetti, come altre formazioni nel canavese.Mentre il CLN e gli antifascisti casalesi sostenevano l’avvio

23 Per dettagli e documenti puntuali, si veda: Fabrizio Meni, Quando i tettierano bianchi, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2000, p. 127-130; CesareLevreri, Il Partito d’Azione in Alessandria, Alessandria, Edizioni dell’Orso,1986, p. 37-40.

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dell’esperienza del gruppo di Arcesa, i tedeschi e i fascisti loca-li catturarono i loro familiari, senza ottenere delazioni. In città,si moltiplicarono furti di armi alle caserme, al Tiro a Segno; sidiffondevano i volantini contro la RSI, contro i tedeschi.A metà dicembre, la coraggiosa esperienza di Arcesa ebbe

termine, con rastrellamenti e catture.Dopo settimane di appostamento e di attività esplorativa,

anche con infiltrati, la Prefettura di Aosta organizzò per il 13dicembre un pesante rastrellamento. La Milizia Ordinaria e laMilizia Confinaria di Aosta risalirono a tappeto la Val d’Ayas,alla ricerca del gruppo di Arcesa, dei militari aggregati, degliebrei. Nel rastrellamento, in uno scontro con i partigiani torine-si, venne catturato anche Primo Levi.A Brusson vi fu un breve attacco armato; poiché le forze erano

impari, i partigiani si arresero. Giuseppe Carrera fu ucciso; CarloEugenio Carretto fu fatto prigioniero; i fratelli Rossi si rifugiaronoa Torino nel Canavese, i più giovani tornarono a Casale.Remo Milani, nato a Casale Monferrato il 16 dicembre 1915,

colonnello d’artiglieria, ha narrato la sua breve esperienza parti-giana ad Arcesa nelle memorie, oggi consultabili presso labiblioteca civica di Casale Monferrato.Dopo aver militato nell’esercito fino all’8 settembre, frequen-

tando anche l’Accademia di Modena-distaccamento di Sassuolo,decise di unirsi al gruppo di partigiani in Val d’Ayas.Così ricorda i difficili momenti:

“Nel periodo ottobre-dicembre 1943, resomi conto della situazionenella quale eravamo caduti, preso contatto con persone di una certaesperienza, autorevolezza, fiducia e onorabilità, sentito il parere deifamiliari, venuto a conoscenza che in Val d’Ayas ad Arcesa di Brussonsi stava costituendo un gruppo di giovani sotto leva, col patrocinio delC.L.N. casalese, mi convinsi di raggiungere, unitamente al marescialloTrebbi, già di mia conoscenza, tale gruppo.Una mattina presto, dei primi giorni di dicembre, ancora mio papà

mi accompagnò al treno, in partenza per la Valle d’Aosta.Quando tale gruppo cominciava faticosamente e con pochi mezzi

ed armi ad organizzarsi sotto l’aspetto militare, sfortuna volle che s’in-filtrasse nel gruppo stesso (peraltro ingenuamente ed in buona fede,operazione avallata da alcuni membri dello stesso C.L.N. casalese) unsedicente Ten. Redi, risultato poi un emissario della Prefettura di Aosta.

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Lo stesso Redi, segretamente, in accordo con Aosta provocava l’in-tervento di due colonne della Milizia ordinaria – 12ª Legione Aosta, edun’altra della Milizia confinaria – 1a Legione Monviso.Il Redi passato nella parte opposta ha diretto le operazioni con la

cattura di armi, materiali, automezzi, di alcuni prigionieri inglesi, lati-tanti in seguito all’armistizio, rifugiatisi nel gruppo stesso. Il combatti-mento provocava anche la morte del giovane casalese Carrera ed il feri-mento del giovane Zavattaro Luigi.Io ed il maresciallo Trebbi, sottrattici alla cattura, abbiamo risalito

la montagna occultandoci, con l’aiuto di brava gente del luogo.Dopo alcuni giorni, con molta precauzione abbiamo fatto ritorno a

casa. Il fatto ha avuto ripercussione anche a Casale e dintorni generan-do una serie di arresti di persone sospette a seguito di ordini del capodella Provincia di Alessandria.Così uno dei primi nuclei di partigiani costituitisi in Valle d’Aosta

con giovani casalesi di leva è finito ingloriosamente con riflessi preoc-cupanti anche per la città di Casale.In occasione del funerale a Casale del giovane Carrera, morto a

Brusson, la polizia ha bloccato l’entrata del cimitero nell’intento diarrestare i cosiddetti “ribelli di Val d’Ayas” eventualmente presenti allacerimonia. Io che ero presente mi sono sottratto all’arresto, scavalcan-do il muro di cinta in fondo al cimitero e disperdendomi attraverso icampi e rientrando a casa a notte inoltrata.In occasione poi della perquisizione della mia abitazione, mi sono

sottratto nuovamente alla cattura, con una rocambolesca fuga attraver-so il balcone retrostante la casa e rifugiandomi per qualche mese incittà, presso care persone, quasi parenti, ed in seguito presso mia sorel-la Maria.Situazione tuttavia precaria, insoddisfacente per me e per le fami-

glie ospitanti. Rientrai quindi di notte a casa con mio papà” 24.

Il fratello di Remo Milani, Giovanni, fu membro socialistadel CLN casalese, fin dall’origine. Divenne vice-sindaco, nelprimo governo cittadino a Casale, dopo la Liberazione.Gli effetti diretti del rastrellamento e cattura di Brusson si

ebbero a Casale, dove il 16 dicembre la G.N.R. ed il commissa-riato di PS fermarono Martino Veduti, Edoardo De Vasi e

24 Remo Milani, Ricordi personali della mia vita militare, CasaleMonferrato, 2002, consultabile in Biblioteca Civica, Casale Monferrato.

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Giuseppe Barbesino.I tre vennero subito interrogati il 16 dicembre, mentre

Adriana Massa, fidanzata del De Vasi, venne rilasciata.Barbesino venne arrestato nella stazione di Villabella, propriomentre stava per avere un primo contatto con il partigianoWalterAudisio di Alessandria. Veduti, Barbesino e De Vasi furono con-dotti alle carceri di Alessandria.Il 22 dicembre, sempre a Casale, la polizia arrestava

Giovanni Conti, Luigi edAngeloAllara. A seguire, vennero arre-stati Cantele Antonio, Pacello Pasquale, Quercifoglio Bruno,Mario Fabba, Narciso Martinetti.Il 18 gennaio ’44, l’ultimo gruppo di partigiani di Arcesa,

detenuto nelle carceri di Casale, fu trasferito alle carceri diAlessandria: Federico Barbesino, Luigi Novarese, LeoGaravello, Giuseppe Pedrazzetti, Ettore Morano, PietroBuscaldi, Giuliano Degiovanni, Angelo Merlini, GiovanniMorano, Luigi Coppo, Giacinto Frediano, Arduino Bizzarro,Luigi Borla e Giovanni Franco.A metà gennaio ’44, si può considerare compiuta l’operazio-

ne di annientamento del gruppo di Arcesa, una prima forma dibanda partigiana, creata da antifascisti casalesi, fra le montagnedella Valle d’Aosta.Il dissenso e la resistenza civile caratterizzarono anche i com-

portamenti del magistrato Procuratore del Regno di Casale, avv.Alessandro Casalegno. Giunto a Casale ad aprile 1943,Casalegno non nascose le proprie idee, non visitò il Prefetto, ilFederale, il segretario politico fascista.Dopo l’8 settembre, non collaborò con i tedeschi, non omag-

giò il Prefetto, s’inimicò le SS locali. Nei mesi successivi,Casalegno aiutò e sostenne alcuni detenuti destinati all’interna-mento in Germania; aiutò a fuggire gli ebrei casalesi; si prodigòa favore del Col. Gustavo Leporati, arrestato e destinato allafucilazione. Il figlio di Casalegno si unì ai partigiani.Presso il Tribunale di Casale e gli uffici della Procura, si riu-

nirono clandestinamente spesso alcuni noti antifascisti casalesi,come l’avv. Ernesto Boverio, il prof. Giovanni Moffa, il com-merciante Francesco Triglia; il giudice Giacomo Porta, il sost.procuratore Selicorni condivisero l’azione dell’avv. Casalegno.La rete informativa antifascista poteva contare sulla collabo-

razione di ufficiali militari come il tenente dell’areonautica

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Michele Bruno, il ten. col. Gustavo Leporati, il tenente GherardoGuaschino, il col. Giuseppe Zorzoli.Molte informazioni venivano fatte transitare tramite le sorel-

le Ginevra ed Adalgisa Abba di Casale; piena collaborazionegiungeva da Vincenzo Monti e dal dott. Cesare Cortesina, dallasignora Luisa Canova.Sul fronte opposto, la ripresa d’iniziativa fascista avvenne

anche grazie al sostegno culturale della stampa locale.A Casale, il 6 novembre ’43, uscì il primo numero de “Il

Lavoro casalese” diretto da Aldo Battistella. Il vero animatore enotista politico-sindacale era, tuttavia, Arturo Pettenati, leadernazionale del sindacato fascista dei cementieri. Il settimanale nonfu solo organo di proselitismo sindacale, ma chiarissimo fiancheg-giatore della RSI e della lotta antiresistenziale ed antiebraica.Durissime furono le campagne denigratorie contro il dissen-

so locale, contro i resistenti, contro gli ex militari collaboranti.“Il Lavoro casalese” del 4 dicembre ’43 incitò odio contro gli

ebrei, dando spazio e consenso alle rigide disposizioni che ven-nero impartite agli organi pubblici: tutti gli israeliti, anche quel-li discriminati, dovevano essere avviati ai campi di concentra-mento; i loro mobili ed immobili immediatamente sequestrati; inati da matrimoni misti, sottoposti a vigilanza speciale. La poli-zia fascista catturò a Casale i pochi ebrei anziani rimasti, dopoche alcune famiglie ed i più giovani furono agevolati nella fugae riparo in Svizzera.Da Casale, diciotto ebrei vennero avviati ai campi di stermi-

nio e forni crematori tedeschi. Fra gli anziani, Sanson Segre di87 anni. Non tornò più 25.Fra i primi partigiani del Monferrato, va ricordata la figura di

Pietro Pagliolico, nato a Casale nel 1910 ed ucciso da G.N.R. l’8marzo 1944, a Cugliate di Marchiorolo, nel Varesotto.Pagliolico, dopo aver partecipato alla creazione del primo

CLN a Casale e del gruppo di partigiani ad Arcesa di Brusson,aderì alle formazioni d’azione della 1ª Divisione Moscatelli-Brigata Lazzarini nell’area del biellese e del varesotto.Portò l’esperienza resistenziale casalese in altre aree di

accentuata connotazione repubblichina. Catturato e ferito, venne

25 G. Pansa, Guerra partigiana tra Genova e il Po, Bari, Editori Laterza,1998, p. 64-65.

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lasciato agonizzante per ore e poi freddato. La moglieMaddalena Cappa fu generosa ed efficace staffetta partigiana nelMonferrato, venne carcerata per alcune settimane.Fra i partigiani casalesi non operativi nel Monferrato, vanno

ricordati Guido Costanzo (1923) fucilato a marzo del ’45, fra imonti dell’entroterra di Valle Imperiale (IM); GiacardiEmanuele (1925) militò nella Brigata Longhi a La Spezia, vennecatturato ed ucciso dopo un’azione di sabotaggio, a marzo 1945nei pressi di La Spezia .

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Indice dei nomi

Abba Adalgisa, 39Abba Ginevra,39Abbate Giovanni, 170n, 282Accatino Giuseppe, 65Aceto Mario, 170n, 181Acquaviva Mario, 35, 288, 289,290, 291, 292, 293, 294, 295,296, 297, 298, 299, 300Acuto Luigi, 63, 183, 246Acuto Pietro, 238, 239Agazzone Mario, 102Agostinetto Mario, 98Aime Stefano, 272, 273Albano Ennio, 110, 120, 120nAlexander, 109, 240Alfonso Andrea, 51Allara Angelo, 38,111,112,113,114,115, 115nAllara Arturo, 35Allara Luigi, 38Almirante Giorgio, 128Altani Giovanni, 299Ambrosino Adriano, 174Amedeo Renzo, 270nAmerio Rosanna, 110nAmisano Cesare, 65Andreotti Giulio, 203Angelino Guido, 145, 160Angelino Luigi, 116, 137, 137n,178n, 183, 183n, 200n, 296,296nAngelino Stefano, 216Angrisani Giuseppe, 18, 18n,48, 100, 103, 105, 114, 115n,134, 135, 169, 198, 199, 200n,223, 229, 229n, 230,235, 236,239, 241, 242, 246, 255, 261,279, 287

Aniasi Aldo, 80Annaratone Aldo, 185Annaratone Franco, 53Ansaldi, 234Anselmi Tina, 80Anselmi, 214Ardita Riva Mario, 102Arduino, 214Argellini, 170nAriotti Alberto, 35Ariotti Anna Maria, 187nAriotti, 282Arista Giovanni Battista, 15Artom Faustina, 132Artom Vittorina, 132Audisio Walter, 18, 19, 29, 37Augino Giuseppe, 109, 116Bacchelli, 279Bacco, 33Badò Vittorio, 273Badoglio Pietro, 15, 236Baiano Luigi, 234Baiano, 21Bailo Giuseppe, 287Balbis Vincenzo, 31Balbis, 227Balbo, 26Balconi Laura, 282Baldassarri Giovanna Tedeschi,93nBaldassarri Vanna, 88, 90Balduzzi Giovanni, 52nBalduzzi Renato, 228Balestra Dario, 257Ballario, 234Balossino, 238Baracco G., 234Baravalle Giovanni, 278, 278n,

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279, 280Barbano Aldo, 49Barbano Enrico, 35Barbano Giovanni, 73Barbano Lorenzo, 68, 209, 214Barbano, 75Barbato Antonio, 99nBarberis Amedeo, 76n, 83Barberis Carlo, 29Barbero Enrico, 271Barbesino Federico, 38, 78Barbesino Giuseppe, 35, 37Barbesino, 79Barco Filippo, 125Bargero Guido, 253Bargero, 21, 236Barioglio Vittorio, 245Baroglio Leandro, 72Barth Karl, 65Bartolomeo, 26Bassi Lucio, 203n, 228Basso Bruno, 104nBattezzati Idalgo, 167nBattistella Aldo, 39, 248Battiston Evasio, 180Beccuti Emilio, 125Beccuti Pietro, 60, 61n, 125,167n, 168Becker, 88. 183, 286, 304, 305,307, 308, 315, 318Bedone Ferrari Anna, 137Behle, 309Bellato Angelo, 18, 29Bellone Antonio, 281Bellotti Carlo, 271Beltrami Vittorio, 282Benesch, 312, 313, 320Bensi Libero, 181Benzi Pietro, 118Bergamaschino Aldo, 65Berluti Rolando, 44Berrone Aldo, 35

Berruti Rosa, 63, 64Bersano Augusto, 253Bertazzoni Renzo, 179Bertinotti Angela, 187nBerto Andrea, 110nBertoletti Palmiro, 102Bertolotti Rodolfo, 84Berustein, 234Bevilacqua, 227Bianchi Adriano, 228Bianchi Giovanni, 142Bianchi, 207Bianco Carlo, 237, 237nBianco Clemente, 97Bianco Ginetto, 94Bianco Pietro, 97Bidault George, 205Biglia Giovanni, 239Bigliani, 71Biglieri, 227Bignazzi Alessandra, 189nBisoglio Gustavo, 180Bizio, 175Bizzarri Mario, 62Bizzarro Andino, 35, 77, 77n,80Bizzarro Arduino, 38, 77n, 78,171Bizzarro Giuseppe, 73Bizzarro Vittorina, 80Blume, 318Boario Innocenzo, 27, 201Bobbio Norberto, 282Bocca Giorgio, 282Boccalatte Alessio, 116, 171Boccalatte Ida, 214Boccalatte Marcello, 237Bocchino Luigi, 271Bocchino Silla, 226Boffi Ferruggio, 18Boggione, 22Bognetti Carlo, 29

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Boiardo, 234Bolla Giuseppe, 236Bolla Pasquale, 28, 35, 98Bondesan Silvio, 75Bonelli Giuseppe, 30Bonelli Mauro, 119nBonomi Emilio, 31Bonomi Giovanni, 216Bonzano Pio, 52Bordiga Amedeo, 297Bordino Angelo, 62, 65Bordino Piero, 62Borello R, 50n, 93nBorg Pisani Carmelo, 156Borgnin Pier Luigi, 28Borioli Daniele, 43n, 59n, 68,68n, 200nBoris Francesco, 29, 30Borla Angelo, 74Borla Luigi, 38, 78Borla Maria, 73, 80Bortieris Boris, 116Boscaldi Pierino, 35Bosco Carlo, 31, 184, 264Botta Roberto, 21n, 43nBottai, 15, 149, 150Botto Elio, 119nBotto Ernesto, 73Botto Ida, 104nBotto, 90, 91Boverio Ernesto, 31, 38, 206,207, 211, 212, 215Boverio Francesco, 207nBraccini, 227Braga Luigi, 271Braga, 225Braghero Giorgio, 84, 287Bredereck, 303Brignoglio, 241Bronda Alfonso, 271Brosio, 227Bruno C., 184

Bruno Camillo, 18, 264, 226nBruno Michele, 39Bruno, 85Brusa Adriano, 104nBrusa Gianni, 104nBrusa Giuseppe, 150Brusa Mario, 174, 239Brusa Melania, 104nBrusasca Giovanni, 188Brusasca Giuseppe, 10n, 27n,100, 104, 130, 135, 188, 189n,192, 192n, 196, 197, 199, 200,200n, 202n, 203n, 223, 242,244, 247Brusasca, 18, 27, 29, 32, 56Bruschi, 31Bucca Antonio, 179Buffa Domenico, 271Bug, 320Buozzi, 28Buscaldi Pietro, 38, 78Busto Gigi, 119nBusto Paolo, 241Caccia, 233Cagna, 84Calamandrei Pietro, 16, 16nCalchi Novati Gian Paolo, 282Callori Filippo, 182Campese Paolo, 144Camurati Ernesto, 199, 236Camurati Valentina, 89, 89n,90.92Camurati, 80, 89, 90, 92 ,94,169, 186, 237Cane Arturo, 104nCanestri Giorgio, 21nCaniggia Carlo, 181Caniggia Dino, 181Canova Luisa, 39Cantamessa Ercole, 84Cantamessa Paolo, 65Cantarello Aldo, 116

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Cantele Antonio, 38Cantelli Giovanni, 35Capetta Giuseppe, 52Cappa Adele, 174Cappa Elso, 174Cappa Francesco, 69, 70Cappa Giovanni, 25,Cappa Giuseppe, 18, 179Cappa Luigi, 17, 17n, 123,123n, 124, 179, 288, 288nCappa Maddalena, 40Cappa Mario, 31Cappelli Piccinardi, 102Capra Giovanni, 28, 48Capriata Lorenzo, 18, 29Caprioglio Angelo, 91Caprioglio Lino, 72, 72n, 80,87 , 178, 178nCaramellino Onorina, 101Caramellino Oreste, 94Carcano, 197Carcione Massimo, 119nCarfì, 31Carlo Gentile, 217Carmi Bruno, 138Carmi Dario, 137, 138, 139,281Carmi Delia, 138Carmi Dirce, 138, 140Carmi Elia, 129Carmi Elio, 133nCarmi Gioconda, 131Carmi Isaia, 132Carobbi Luciano, 178Carones Vittorio, 30Carotti Luciano, 35Carrera Giuseppe, 35, 36, 78,288Carretto Carlo Eugenio, 18, 31,35, 36Carriero, 179Carsano, 31

Cartosio Paolo, 71Casalegno Alessandro, 38, 207,225Casavecchia Carlo, 170Casò, 197Cassina Luigi, 26, 116Castagnone Virginio, 35Castelletti Mario, 116Castelli Franco, 43nCastelli Gian Luigi, 186Catale Ruggero, 35Catella Alceste, 241Cattaneo Giovanni, 181Cavalli Felice, 30Cavallotti Edvige, 186Cavani Luigi, 102Cavoli Giovanni, 109, 116Cenacchio Felice, 170Cerio Eugenio, 48Cermelli Pietro, 273, 274Cerruti Luigi, 60Cerutti Giuseppe, 31Cervi Ezio, 35Cesarina, 247Ceva Silvio, 220Chiesa Gilda, 67Chiesa Guido, 65, 170Chignoli, 227Chistino Alfonso, 237Chiurco G.A., 26nChurchill Winston, 289Ciano Galeazzo, 15Cicconi Giuseppe, 102Cigliano Stefano, 269, 270Cipriani Giovanni, 35Cisi, 21Clerici Edoardo, 196Coggiola Bernardino, 72, 82,82nCoggiola, 236Cohen Venezian Carlo, 132Coletto Vincenzo, 25

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Colli, 235Colombini Carlo, 253Colombini, 21Colombino, 214Conti Giovanni, 35, 38, 299Conti Senando, 51, 179Coppo Angelo, 206Coppo Clemente, 31Coppo Enzo, 178, 216Coppo Evasio, 35Coppo Luigi, 35, 38, 78Coppo Maddalena, 80Coppo Vincenzo, 58, 72, 178nCoppo, 170nCore Dino, 292, 293Corino Carlo, 44, 72, 79, 179,183, 216Corino Evasio, 236Corniati, 239Corrado Luigia, 104nCorrenti Giuseppe, 77Cortese Vinicio, 43Cortesina Cesare, 39Cosentino B. Battista, 212Cosentino, 179Cossavella, 135Costanzo Paolo, 301Cotta Carlo, 44, 47, 57,103,105, 199, 244Cotta Gabriele, 224, 237Cotta Sergio, 48, 49, 50n, 57,93n, 103, 199, 224, 244, 301Cotta, 237Cotti Emanuele, 26Cover Lino, 171Cravino Mario, 26nCroce Giuseppe, 25Crosetto Enrico, 214Crosio Anna Maria, 80Cuccia Giovanni, 281Cuore Germano, 239Cuttica Giovanni, 175

D’Ambrosio Virginio, 102D’Antona Olga, 80Dal Pozzo Camillo, 271Damarco Giovanni, 116, 216Damarco Marco, 28, 240Damarco Tersilio, 28Damasco, 122Danè, 210, 211, 214, 226Dappiano Pietro, 125Dardano V., 264Dardano Vittorio, 31, 184Darone Mario, 35Davito Giorgio, 135De Angeli Arturo, 133, 133n,137De Bernardi Leandro, 65De Bernardi Piero, 65De Gasperi, 195, 196, 197, 202De Giovanni Giuliano, 35De Logue, 175De Luca Mario, 104De Michelis Paolo, 30De Vasi Edoardo, 34, 37De Vecchi Cesare Maria, 15,24, 253, 253nDealessi Maurizio, 30nDeambroggi Luigi, 30, 186Deambrogi Ezio, 58Deambrogio Carlo (PaveseCesare), 142, 234, 278Deambrogio Giuseppe, 78Deambrogio Mario, 94Deangeli Arturo, 139Deangeli Isaia, 138Deangeli Lidia, 138Degiovanni Giuliano, 38, 78Degiovanni, 179Del Rosso Alessandro, 31Dellavalle Alberto, 44, 48, 88,94, 96Delogu, 303, 304Delrosso, 232, 233

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Demicheli Paolo, 18Desana Paolo, 56, 265, 266,267, 267n, 68Deutscher Wehmach Zoban,186Di Lalla Manlio, 196nDodson, 173Donati Giuseppe, 191Donati, 199Dorato Carlo, 91Dorato Giuseppe, 91Doria Giulio, 30, 186nDoria Mario, 30Dosio, 26Druetto Edoardo, 90Druetto Rodolfo, 28Duerr, 303Edler, 312, 314Einaudi Giulio, 277Emanuelli, 186Enzo Corsari, 281Eros Ormea, 210Eros, 212, 214Errante Pietro, 71Esposito Raffaele, 219, 220Exner, 316Faa di Bruno, 249Fabba Mario, 38Fabiani Filippo, 271Facciolo Mauro, 93nFacini Gildo, 35Fadda Luigi, 18, 29Falabrino G., 184Falabrino Giovanni, 264Falda Pierino, 35Faletti Enrico, 86Falk Enrico, 197Fanfani, 203Farello, 236Farina Clemente, 220Farina, 186, 292Farinacci, 145

Fassari Claudio, 287Fatutto Policarpo, 31Fenoglio Beppe, 183Ferrari Berto, 43nFerrari Edoardo, 29Ferrari Mario, 29Ferraris Giovanni, 31Ferraris Luigi, 28Ferrarotti Franco, 82Ferreo Giuseppe, 240Filippini Luigi, 35, 65Filosa Vittorio, 231Finazzi, 28, 237, 239Fiorini, 294Fiz Carlo, 132Fiz Riccardo, 133Fiz Roberto, 132Fiz, 87Flisio Giuseppe, 212Florio M., 50nFo Dario, 282Foa Emilio, 132, 184Foa Matilde, 132Foa, 199Foco Giuseppe, 71Foglia, 237Forcella Enzo, 41nFornaro Federico, 43nFornero Carlo, 21, 68, 130, 210,213, 214, 226, 253Fornero, 21, 122, 183Forno Tullio, 301, 301nFossati Ettore, 199Fossati, 235Francia, 205Franco (il Pilota) 172Franco Giovanni, 38, 78Franz, 183Franzinelli Mimmo, 26nFranzosi Giacinto, 44n, 92n,110nFranzosi, 174

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Frascarolo Rino, 58Frediano Giacinto, 38, 78Fusi, 227Gabutti Ezio, 29n, 52n, 192n,228Gagliardini Renato, 285Galimberti Ernesto, 290Galioto Niccolò, 220Galli Giorgio, 196nGallo Alberto, 294, 299, 300Gallo P., 129nGamaleri Marco, 271Gambarana Silvio, 18Ganora Luigi, 55Garavello Leo, 35, 38, 78, 178Garbarini Alfredo, 91n, 96, 96nGarbarino Carlo, 58, 182Gariglio Bartolo, 230nGaris Mario, 23Garlando, 227Garoppo Giuseppe, 239Garoppo, 125Garreau Raimond, 186Garrone Galante Alessandro,16n, 282Garrone Renzo, 23Gassman Vittorio, 282Gatti Eugenia, 53nGatti Felice, 237Gatti Teresa, 145, 160Gattone, 31Gaviorno, 21Gentile Alfredo, 35Gentile C., 217nGentner, 315Gerolla Secondo, 28Geuna, 227Ghirardo Costantino, 180Ghitta Maria, 104nGho Quinto, 186nGiacardi Emanuele, 40Giachino, 227

Giacobbe Diego, 29Giambone Eusebio, 227Gilardenghi Carlo, 29, 110nGilardi Giovanni, 69Gilardi, 238Gilardino Delchio, 174Gilardino, 238Gimelli G., 184nGiovana Mario, 282Giovannacci Lanfranco, 281,282, 282nGippa Clemente, 91Gippa Luigi, 91nGippa Vincenzo, 90Giraudo, 227Giunipero Augusto, 93Giunipero Mario, 105nGobetti Piero, 281Gonella Gino, 31Gorla Giulio, 124Gota Giovanni, 52Gozzano Guido, 281Gramsci, 289Grandi Dino, 15Grandi Stefanino, 261Grandi Stefano Tommaso, 167,170Grandi, 197Grassi Pierino Lorenzo, 107Grassi, 185Grattarola Attilio, 17Gremmo Roberto, 297, 297nGreppi Francesco Alfieri, 99,99n, 170Grignolio Idro, 63n, 90, 102n,187n, 224nGrillo Aldo, 55Grillo, 223Gronchi, 197Grossi Alberto, 102Gruzdas Sharja, 133Guaita Giovanni, 104n

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Guaita Renato, 49, 51, 104n,179Guarnero Luigi, 109, 110, 122Guaschino Angelo, 223Guaschino Gerardo, 39, 55, 57,58, 62, 101, 199, 216, 221,221n, 222, 223, 224, 225, 226,244, 247, 294, 296, 298, 299Guaschino Giovanni, 223Guaschino Mario, 212Guaschinone, 33Guasco Maurilio, 127n, 192n.228Guerrera Nello, 105Guerrera, 31Guerreschi Aldo, 55Guglielminetti Andrea, 262Guidi Luigi Enzo, 30nGusmano Pretti Giuseppina,131Guzzo Dorino, 31Guzzon Karen Sarah, 181Harbjoire Harrj, 116Hauber, 308Haypler, 318Heilemann. 314Heuber, 312Hildebrandt, 186Hitler Adolf, 259, 266, 267Hoffmann, 312Iannuzzi Mario, 210, 211, 214,226Iannuzzi, 21, 75, 84, 87 183,Imerico Luciano, 21, 33, 133Imerico, 213Imerito Assuero, 271Innocenzo Massimo, 87Interlandi Telesio, 128Iotti Nilde, 80Ivaldi Luigi, 44n, 82n, 94n,110n, 174nIviglia, 234

Jacini S., 196nJaffe Raffaele, 128Jannelli, 316, 317Jarach Augusta, 132Jefferson, 225Jori Duilio, 179Kainz, 308, 309Kazan Jefferson Alber, 186Kern, 320Krallo, 315Kulinat, 307, 313, 314, 317Kurt Lorenz, 105La Pira, 203La Porro, 71Lachello Maioglio Ondina, 89,89n, 92,95Lachello Teodato, 93Lanfranco Felice, 91Lazagna Gian Battista, 282Lazzarini, 98Lazzati, 203Leach, 53, 262Legnazzi Natale, 186Lenti Agostino, 57, 59, 60, 61,62,63,64,65, 68Lenti Colombina, 64, 64n, 68,214Lenti Pietro, 60,63,65, 68, 170Leone Pietro, 65Leotta Rosario, 232Leotta, 231Leporati Emilio, 214Leporati Gustavo, 38, 39Leporati, 82, 227, 170nLerch, 301Leto Agostino Guido, 297Levi Carmi Nella,139Levi Federico Simone, 132Levi Giuseppe, 140Levi Mario, 284Levi Primo, 36Levi Vittorio, 132

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Levidalli, 128Levreri Cesare, 17n, 18, 35n,184nLibertini Lucio, 282Lippautz, 315, 316Liprandi Giovanni, 34Liprandi, 237Lombardi Riccardo, 282Longo Ferdinando, 97Longo Giuseppe, 186Longo, 290, 298Lorenzini Lorenza, 24n, 190nLovera Felice, 169Loy Rosetta, 21nLucini Ernesto, 102Lukesch, 304, 305Lupano Edoardo, 65Lupano Giovanni, 261, 276Lupano Pietro, 65Luparia Marcello, 65Luparia, 234Luria, 117Lusani Vittorio, 239Maccario Camillo, 97Maccario Dario, 60Macis, 246Maestri Ottavio, 18, 29Maffei Marina, 46Maggi, 303Magnone Angelo, 28Maina Modesto, 34Malano Gian Battista, 124Malavasi Gioacchino, 196, 197Maler, 301, 302, 303, 305Malvestiti Pietro, 195, 197Manassero Attilio, 68Manassero Mario, 61, 62, 65Mancini Luigi, 83Mancio, 293Mandosio Carlo, 25Manfredi Vittorio, 29Manganelli Cesare, 132n, 266

Manino Stefano, 94Mantelli Bruno, 21n, 132n,218nMantovani Luigi, 247nManuel, 234Maranzana Giuseppe, 18, 29Marchese Guido, 186Marchese, 30Marchis Nicola, 62, 65, 175,185Marchis Riccardo, 230nMarelli Augusto, 211Marelli, 212Marenda Giuseppe, 289, 290,290n, 296, 297Marescalchi, 27Marinone Crescentino, 65Marotto Giuseppe, 274, 275,276, 277Marrazza Achille, 196, 202Martinetti Narciso, 38Martini Enrico (detto il“Mauri”), 172, 224, 225, 270Martino Attilio, 80Martino Edoardo, 30, 52, 53,56, 199, 224, 244, 247, 262Martinotti Luciano, 215, 216Martinotti Paolo, 100, 101nMasala, 181Masi, 186Massa Adriana, 38Masserano Giovanni, 25Massinelli, 174Massobrio, 273Maugeri Giuseppe, 116Mauri Angelo, 192Mazzolari Primo, 196Mazzone Giovanna, 134, 135,199, 235, 241, 242, 243, 246,278Mazzucco Biagio, 65Mazzucco Eleonora, 181

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Mazzucco Enrico, 27, 31, 85Mazzucco Ettore, 80, 81Mazzucco Mario, 214Mazzucco, 201Meda, 197Medri P., 111Melagro Pierino, 220Melotti Dea, 68Meni Fabrizio, 18, 19n. 24n,26n, 35n, 63n, 93n, 110n, 173n,174n, 190n, 200n, 288n,Meni Manuela, 99n, 229n, 241Menighetti, 201Merlini Angelo, 38, 35, 78Merlo Luigi, 174nMeyer, 88, 90, 92, 94, 96, 97,98, 100, 107, 114, 122, 177,182, 183, 218, 231, 232, 233,234, 275, 284, 303, 304, 307,310, 313, 315, 316, 317Micco Umberto, 253Michelone, 238Mietzner, 309Miglietta Amedeo, 33Miglietta, 282Migliori, 197Milanaccio Pier Paolo, 271Milani Giovanni, 18, 31, 37,184, 264Milani Remo, 34, 35, 37nMinazzi, 237Minervini Carlo, 48Miracapillo Bruno Savino, 56,104Modica L., 229nMoffa Giovanni, 38, 184, 264Moffa, 85Molas Giuseppe, 48Molina Maria Grazia, 30Molina Mariagrazia, 186nMolinari Elio, 273Molo Gaetano, 59

Monchietto Francesco, 104nMonchietto Giovanni, 104n,238, 239nMontanaro Giuseppe, 272Montano, 227Monti Vincenzo, 31, 39Montiglio Maria, 137Montiglio Vittorina, 137Montoli Antonio, 83Monzeglio P., 129nMoosdorf, 309Morandi Angela, 66Morandi Camillo, 22Morandi Carlo, 66Morandi Enrico, 65Morandi Paolo, 66Morandi Renato, 65, 66Morandi Rosanna, 65, 66nMorando Ercole, 30Morano Ettore, 35, 38, 78Morano Giovanni, 35, 38, 78Morbello Core Enrica, 17n, 21,22n, 224n, 281, 281n, 292, 294Morello Armando, 135Morello Erminia, 132Morello Sergio, 135, 136, 170Moretti Vincenzo, 170n, 187nMoretto Manuela, 301Morieta, 110Morisasco Marco, 72Moro Aldo, 203Mortara Corrado, 132Mortari Giacomo, 102Moscone Felice, 228, 241, 242,243nMossano Silvana, 187nMuggia Ettore, 134Muggia Lino, 132Muggia Pugliese Irma, 138,Murgia, 139Musco Marcello, 35, 78, 178Musso, 210

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Mussolini Benito, 143, 145,209, 259, 266, 267, 268Muzio Angelo, 99nMuzio Daniele, 265nNasi, 103Natta A., 267nNatta Alfiani, 240Natta Dario, 181Navazzotti Domenico, 18, 81Nebbia Giovanni, 186Nebbia Mario, 185Nebuloni, 197Negri Giovanni, 98Nenci Carlo, 102Nickel, 304Nigra Costantino, 135Nigra De Rossi, 135Novarese Francesco, 24Novarese Giulio, 32n, 241, 244,247Novarese Luigi, 35, 38, 78Novarese, 223, 225Oddone Mario, 288Oddone, 191Odino Giancarlo, 42Odisio Carlo, 91Odisio Giuseppe, 91Odisio Luigi, 91Oggero Oscar, 253Olearo Antonio, 57, 58, 108,116Oliaro Francesco, 174Oliaro Luigi, 35, 174Oliaro Sergio, 173Oliazzo Lilia, 104nOliva Gianni, 16, 16nOlivetti Adriano, 35Ombra Celestino, 271Orlandi Orlando, 214Orlandi, 209Ormea Eros, 210Orsingher Giuseppe, 231

Orsingher, 230nOrtodossi Oliviero, 196Osella Giovanni, 240Osella, 246Ottolenghi Giorgio, 130Ottolenghi Giuseppe,127, 130,132Ottolenghi Torre A., 129nPacello Pasquale, 38, 178Pacifici Emanuele, 131Pacifici Riccardo, 131Pacomio Luciano, 229nPagella Claudio, 116, 122Pagliano, 117, 131Pagliasso Dina, 140Pagliasso Ercole, 140Pagliasso Pasquale, 140Pagliolico Pietro, 39Paiusco Domenico, 52, 53nPalumbo, 21Pampuro Giuseppe, 65Panelli, 138Paneri Tito, 52Panicco Cherubino, 31Panizza Giovanni, 237Pansa Gianpaolo, 18, 18n, 33n,39n, 43n, 60n, 80, 106n, 110n,200n, 281, 290, 291, 291n, 296Pantaleone Michele, 282Parassole Francesco, 272, 274,274nParassole Romeo, 272, 274Pardi Ines, 251Parri Ferruccio, 282Parvopassu Francesco, 264Parvopassu, 225Paschero Bartolomeo, 94, 96Pasquarelli Ernesto, 58, 182Passerin d’Entrèves Alessandro,282Passerone Giovanni, 27, 253nPastrone Felice, 65

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Patrucco Giacomo, 214Pavese Cesare, 234, 277, 278,278n, 279, 280, 281Pavese Maria, 277Pedrazzetti Giuseppe, 35, 38,78Pedrotti Ernesta, 65Peduzzi Achille, 34Pella Albino, 127Peracchio Remo, 116Perini Francesco, 226Perini Olimpia, 226Perosino Aldo, 129nPerotti Giuseppe, 227Perra Enrico, 83Pesce Giovanni, 282Petri Gianfranco, 95, 95n, 226Petri Pietro, 226Pettenati Arturo, 33. 39, 129,248, 254, 259Pezzana Claudio, 207Piacentino Mario, 29Piacibello Alfredo, 44, 73, 74,75, 288Piacibello Angelo, 73Piacibello Mario, 73Piacibello Rosa, 73Piacibello, 71Piccinini Giuseppe, 18, 29Picciotto Fargion L., 132nPicollo Ada. 246Picollo Luisa, 246Pietra Angelo, 44, 88Pietra Italo, 282Pietrasanta Agostino, 228Piovan Pino, 28Pistone Giuseppe, 35, 174Pivano Fernanda, 278Pivano Livio, 18, 19, 29, 35,186, 186nPizzo Beppe, 28Platone Assunta Tina, 294, 299

Platone Felice, 294, 299, 300Platone Giuseppe, 271Pochettini Elio, 71Pollarolo Camillo, 58Porro Aldo, 175, 185, 221Porta Antonio, 80, 81, 82Porta Giacomo, 38, 295, 298Porta Maria Ausilia, 81Porta Vincenzo, 81, 82, 184Portiglia Anselmo, 292Pozzi Nino, 48Pozzo Maria Teresa, 104n, 107nPrediano Giacinto, 35Prete, 21Pretti Felice, 132Priatti Jofre, 65Priora Domenico, 104n, 107,107nProserpio Ezio, 292Provera Quintino, 240Pullara, 197Punzo, 294Quarello Gioachino, 28Quarello Luigi Piero, 27, 91,93, 98Quarello Luigi, 28nQuarello Pier Battista, 28Quarello Pietro, 100Quarto Giuseppe, 124Quercifoglio Bruno, 38Rabaglino Rodolfo, 55Rabellotti Remo, 49Raccah Giuseppe, 132Radicati, 237Ragazzi Paolo, 28Raiteri Giuseppe, 238Raiteri Guido, 72, 175, 239Rall, 303Ramezzana, 79Raschio Giuseppe, 116Rastelli Giovanna, 181Ratta Luigi, 181

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Ravazzi Camillo, 18Ravetta Aldo, 220Re Cornelio Pio, 87,135Redi, 36Renosio M., 50nRevelli Nuto, 282Riccardi Muzio, 61Richard, 313, 317Ridolfi Armando, 196Ridolfi, 197Rivello P. Paolo, 43nRizzi Giuseppe, 109Roda, 215Roesenfeld, 314Rogano, 232Roggero Adriano, 281Roggero Dionigi, 63n, 183,183n, 187nRoggero, 170nRognoni Virginio, 80Rohleder, 218, 287Roma Agnese, 73, 214Romanello Luciano, 100Ronco Giovanni, 65Ronco Rinaldo, 57, 58, 72, 102,178, 183, 209, 214Roncoroli, 131Rondano Lorenzo, 104Rondano, 31Ronga Armando (“Cantalupo”),271Ronza Carlo, 29Roosevelt Franklin Delano,259, 260Roosevelt, 289Rosenthal, 231Rossanigo, 186Rosselli (fratelli), 196Rossi (G.N.R.), 211Rossi Amelia, 207Rossi Bruno, 35, 96, 96n, 123,125, 179

Rossi Carlo, 29Rossi Evasio, 175Rossi Felice, 102Rossi Francesco, 35, 123, 124Rossi Innocenzo, 58, 76, 79Rossi Italo, 35, 79, 123, 124Rossi Oreste, 35, 79Rossi Paolo, 185Rossi Pietro, 144Rossi, 211, 214, 235Rossini Aimo, 107Rota Alfredo, 203nRota Firmino, 63, 183Rota Leandro, 145Rota Mario, 300Rota Melotti Dea, 183Rota Silvio, 107Rota, 31Rotelli Augusto, 107Roveda, 28Rufatti Nino, 44, 124Ruschena Bartolomeo, 25Sabatini Sergio, 170Sacerdote, 199Salio Giuseppina, 26, 26nSalmoni Bianca, 133Salto Giovanni, 253Salto, 21Sammartin Giosuè, 219, 220Sampò Giorgio, 258Sandiano Luigi, 51, 221Sanlorenzo Aldo, 84Sanlorenzo Silvio, 25Sannazzaro Nino, 175nSantambrogio Luigi, 80, 116,118Santambrogio Paolo, 117, 119Santambrogio Rosetta, 76n, 80,116, 118, 119, 119nSantos Benvenuto, 299Santuccio Francesco, 219, 220Saracco Osvaldo, 211

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Sardi Giuseppe, 253Sardi, 21, 210, 214, 226, 231,231n, 232Sartorelli, 211Sarzano Severino, 287Sasso Pietro, 35Sbarato Giacinto, 35Sburlati Antonio, 271Scagliotti Edoardo, 107Scalcabarozzi Costantino, 30Scalfaro Oscar Luigi, 80Scamuzzi Ernesto, 81, 179Scarabelli, 173Scarola Rino, 85nScarrone Pierino, 65Schaper, 304Schick, 234Schiffere, 136Schindler, 301, 304, 305, 309,310, 312, 315, 320Schneider, 312Schoenbeck, 317Schweda, 308, 318Schwraz, 310Scoppola Pietro, 196nScurati Felice, 53Secchia, 290, 297, 298Segre Alessandro, 127Segre Augusto, 127n, 132nSegre Cesare Davide, 133Segre Ezechiele, 127Segre Giulia Rosa, 133Segre Mimmo, 284Segre Sanson, 133Segre, 117Seidel, 304, 313Selicorni Giuseppe, 38, 97Serrafero Gabriele, 54, 72, 100,223Serretta Carlo, 116Serri Mirella, 291nServato Jean, 54

Serventi Giorgio, 215Sesia Aldo, 287Siegel, 308Silke, 309Sillano Benedetto, 140Sillano Enrichetta, 140Sillano Renzo, 140Simeoni, 21Sirchia Giorgio, 184, 206, 264Sirotto Stelio, 239, 239nSisto Giovanni, 30, 51, 52n,93n, 199, 228, 242, 244, 247Sisto Paolo, 52nSogno Giuseppe, 35, 116, 120,122, 288Sogno, 214, 291Solerio, 118Sommaruga Claudio, 266, 267nSonnino Moise, 133Soraci E., 94nSori Giuseppe, 287Sorisio, 170nSpadonaro Libero, 33nSpagarino Giovanni (“Rino”),271Spagliardi Remo, 84Spalla, 233Spanner, 303Sparwasser, 303, 313Spataro G., 196nSpigo Giovanni, 65Spina Giuseppe, 55Spinoglio Antonio, 168Spinoglio Felice, 28Spinoglio Oreste, 57Spinoglio, 238Spriano Renato, 58Stalin, 289, 297Stanchi Luigi, 30Starace, 33Staurino Pietro, 29, 186Steardi, 33

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Strata Guglielmo, 146Sturzo Luigi, 29Suanno Egidio, 180Subbrero Giancarlo, 123nSucci Paolo, 271Taccori Enrico, 181Taddei Guido, 220Talice Mario, 52Talin Martino, 55Tallia Pierino, 287Tani, 231, 233, 314Tanio Giovanni, 220Tappa, 234Taverna Maria Teresa, 301Taviani Paolo Emilio, 80Tedeschi Alfredo, 88Temporin Tullio, 97Teopisto Fiorino, 216Testa Domenico, 63nThuemmler, 309Ticozzelli Ines, 68Timossi Carlo, 35Timossi Maria Clara, 52Todaro Carmelo, 102Togliatti, 289, 295, 297, 298Tom, 209, 215, 216, 276, 277Tomasino Giuseppe, 25Torelli Maria Luisa, 62Torielli Gian Franco, 284Torielli Pierangelo, 284, 284n,285Torielli Teresio, 283, 284Torra, 199Torriani Carlo, 52, 52n, 130,191Tortorella Aldo, 80Tortrino Carlo, 185Tosi Edmondo, 42Tosini Filippo, 102Tovo, 209Trabucchi Alessandro, 59nTranfaglia Nicola, 80

Trebbi Giovanni, 34, 35, 36Treves Eugenia Allegra, 133Tricerri Pietro, 25Triglia Francesco, 31, 32n, 38,135, 206, 223, 225, 241, 244,247, 264Triglia Teresa, 242Trombin Almerino, 78, 72, 178Tumino, 238Tummler, 320Ubertazzi Carlo, 213Ulla Giovanni, 107Vaggi Luigi, 52Vai Luigi, 104nVaj R., 93nValdata Giovanni, 58Valeriani Giovanni, 185Vallone Ernesto, 91Valsesia William, 22n, 200nValterza Ernestina, 244Vanossi Bernardo, 144Vasini Bruno, 216Vautero Giuseppe, 159, 160,164, 165Vay R., 50nVeduti Martino, 34, 37, 221Veggi Renato, 18, 29Venazio Vaggi Gigi, 29Venezia Riccardo, 104nVenier Giancarlo, 49, 51, 55n,57, 100. 101, 101n, 105, 105n,178, 199, 223, 224, 244, 247Vercellino Nilla, 140Verda Mario, 200nVerdina N., 234nVernetti Fiorenzo, 178Vernetti Fiorenzo, 178nVernoni Sergio, 55, 64, 100,101, 101n, 105, 105n, 294, 298,298nVernoni, 223, 224Verri Angelo, 240

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Viada Marco, 220nViale Roberto, 127nViani, 21Viano, 135Vicino Pietro, 119nVidemaro Villata, 55Vignolo Giacomo, 175Villa Andrea, 129n, 134n, 200n,234n, 267nVilliam, 232, 233Violante Luciano, 80Vitali Filippo, 22Vittone Marilena, 104n, 107nVolpato Antonio, 169, 231, 232,233, 234Von Zangen Gustav- Adolf, 218Wilcke Clara BoccaWolf Mietek, 131Wolf Walter, 131Yo Yo Mundi, 122nZaccheo Germano, 241Zacchia, 63Zambone, 272, 273Zampetti, 268Zanchetta, 197Zanetti Alfio, 83, 214Zanetti Gabiati, 211Zanetti Pompeo, 213Zanotti Pietro, 102Zanzottera Pietro, 78, 81, 178Zavattaro Arturo, 35Zavattaro Luigi, 35Zavoli Sergio, 80Zemide Giovanni, 107Zola Giovanni, 209Zola, 75Zorzoli Giuseppe, 39, 179, 225Zuccotti Susan, 127nZurlo Stefano, 297, 297n

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INDICE

Un salutoCarla Nespolo p. 7Paolo Mascarino p. 9

IntroduzioneAdriano Bianchi p. 11Daniele Borioli p. 13

Capitolo primoCon il CLN rinasce l’antifascismo p. 15

Capitolo secondoLe formazioni partigiane si organizzano p. 41

Capitolo terzoIl gruppo Lenti e le prime rappresaglie dei tedeschi p. 60

Capitolo quartoLe formazioni Garibaldi p. 71

Capitolo quintoL’offensiva nazifascista e l’eccidio di Villadeati p. 84

Capitolo sestoPartigiani e popolazione civile p. 99

Capitolo settimoIl contributo della Brigata Matteotti p. 123

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Capitolo ottavoUna comunità ebraica frantumata p. 126

Capitolo nonoScuola, cultura e società p. 141

Capitolo decimoVerso l’epilogo p. 171

Capitolo undicesimoL’attesa Liberazione p. 177

Capitolo dodicesimoGiuseppe Brusasca: radicale antifascismoe servizio alle istituzioni p. 188

Capitolo tredicesimoI processi ai fascisti casalesi p. 206

Capitolo quattordicesimoCarabinieri, ex militari e dissidenti p. 217

Capitolo quindicesimoIl contributo del mondo cattolico p. 228

Capitolo sedicesimoDocumenti, testimonianze e dintorni p. 248

Capitolo diciassettesimoL’enigma di Mario Acquaviva p. 288

Capitolo diciottesimoFonogrammi inediti dei comandi tedeschi p. 301

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Inserto fotografico p. 321

Nota dell’autoredi Sergio Favretto p. 369

Abbreviazioni e terminologia p. 374

Bibliografia essenziale p. 375

Fonti (settimanali e riviste) p. 380

Indice dei nomi p. 381

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Sergio Favretto

Fatti e protagonisti nel Monferrato casaleseResistenza e nuova coscienza civile

La lotta di Liberazione fu la palestra per la nascita di una nuovacoscienza civile. Attraverso una puntuale ricostruzione, con documentie fotografie inediti, il libro analizza la genesi dell’antifascismomonferrino, dall’esordio delle prime formazioni partigiane autonomeal sacrificio delle bande Lenti e Tom, fino al crudele eccidio diVilladeati. Affiorano i contributi decisivi di ex militari e carabinieri,la fitta rete di sostegno di parroci e laicato cattolico, il dissenso delmondo della scuola, il ruolo della comunità ebraica. Una letturainnovativa, oltre le sterili versioni oppositive fra vincitori e vinti. Ècerto che la Resistenza e la Liberazione furono il frutto spontaneo delcrescente impegno di un’intera società civile. Il saggio intendepromuovere una coscienza storica condivisa.

Sergio Favretto (1952) è nato a Casale Monferrato. Avvocato, hapubblicato i volumi I nuovi centri per l’impiego fra sviluppo locale eoccupazione e Il diritto a braccetto con l’arte. Coltiva, da sempre,accanto ai temi giuridici, interessi per lo studio della storiacontemporanea. A 23 anni ha pubblicato le prime interviste apartigiani e nel ’77 il saggio Casale partigiana. Ha collaborato conil QSC dell’ISRAL di Alesandria. È relatore in convegni sui temi distoria della Resistenza in Piemonte.

ISBN 978-88-89782-66-8