riassunto geraci marcone (storia romana)

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Storia romana, G. Geraci - A. Marcone Parte I: I popoli dell’Italia antica e le origini di Roma I. L’Italia preromana III-I millennio a.C.: sviluppo di notevoli proporzioni nella penisola italiana: si passa infatti da una miriade di gruppi di piccole dimensioni al sorgere di forme di organizzazione protostatale. Sono dislocati un po’ ovunque lungo tutta la penisola ma soprattutto sugli Appennini, viene infatti denominata cultura “appenninica”. Vi fu un importante incremento demografico. Nell’età del bronzo recente (XIV-XII sec. a.C.), è documentata un’intensa circolazione di prodotti e anche di persone provenienti dall’area micenea: tali contatti favorirono il formarsi di aggregazioni più consistenti. Con l’inizio dell’età del ferro (IX sec. a.C.) emerge una differenziazione tra due gruppi in base alla sepoltura dei cadaveri: uno usa la cremazione (Italia settentrionale e costa tirrenica fino alla Campania), l’altro l’inumazione (tutte le altre regioni). In quel periodo il quadro linguistico era assai variegato, a causa probabilmente dell’arrivo nella penisola di gruppi etnici di varia provenienza, ma comunque divisibili in due tronconi: indoeuropee (Latino e falisco, divisi a loro volta in sottogruppi, celtico e messapico) e non indoeuropee (Etrusco, ligure e sardo) A metà dell’VIII secolo a.C. vennero fondate nell’Italia meridionale diverse colonie della Magna Grecia. Lungo la costa ionica, tirrenica e in Sicilia sorsero città importanti (Taranto, Crotone, Reggio, Napoli, Siracusa, Agrigento) che esercitarono una grande influenza sulle popolazioni indigene. Era inoltre presente in Sardegna la civiltà dei Sardi, una civiltà nota soprattutto per i “nuraghe”, costruzioni a forma di cono che fecero la loro comparsa nella prima metà del II millennio a.C., e si pensa che avessero una funzione prettamente difensiva. II. Gli Etruschi Gli Etruschi sono la più importante popolazione dell’Italia preromana, anche se le loro origini sono abbastanza incerte. Erodoto (V secolo a.C.) sosteneva fossero un gruppo di Lidi che navigarono alla volta dell’Italia dall’Asia minore. Dionigi di Alicarnasso (I secolo a.C.) li riteneva invece genti autoctone. Altri ancora pensavano provenissero dal lontano nord. La ricerca storica e archeologica moderna colloca l’origine di questo popolo tra l’VIII e il VII secolo a.C. e sostiene che fu il punto d’incontro tra un’evoluzione delle società e dell’economie locali e l’influenza delle colonie greche presenti nell’Italia meridionale. Nel loro periodo di massima espansione (VII-VI secolo a.C.) gli Etruschi controllavano la quasi totalità dell’Italia centro- occidentale e competevano con Greci e Cartaginesi per il controllo delle principali rotte marittime. Gli Etruschi si organizzarono sin dall’inizio in città indipendenti governati da sovrani (lucumoni); l’unica forma di aggregazione delle comunità etrusche che ci sia nota è quella rappresentata dalla lega delle 12 città più importanti, che aveva però scopi essenzialmente religiosi. Nel 530 a.C. vi fu una battaglia navale contro i Focei, la prima I

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Riassunto del manuale di Storia romana di Geraci e Marcone

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Storia romana, G. Geraci - A. Marcone

Parte I: I popoli dellItalia antica e le origini di RomaI. LItalia preromana III-I millennio a.C.: sviluppo di notevoli proporzioni nella penisola italiana: si passa infatti da una miriade di gruppi di piccole dimensioni al sorgere di forme di organizzazione protostatale. Sono dislocati un po ovunque lungo tutta la penisola ma soprattutto sugli Appennini, viene infatti denominata cultura appenninica. Vi fu un importante incremento demografico. Nellet del bronzo recente (XIV-XII sec. a.C.), documentata unintensa circolazione di prodotti e anche di persone provenienti dallarea micenea: tali contatti favorirono il formarsi di aggregazioni pi consistenti. Con linizio dellet del ferro (IX sec. a.C.) emerge una differenziazione tra due gruppi in base alla sepoltura dei cadaveri: uno usa la cremazione (Italia settentrionale e costa tirrenica fino alla Campania), laltro linumazione (tutte le altre regioni). In quel periodo il quadro linguistico era assai variegato, a causa probabilmente dellarrivo nella penisola di gruppi etnici di varia provenienza, ma comunque divisibili in due tronconi: indoeuropee (Latino e falisco, divisi a loro volta in sottogruppi, celtico e messapico) e non indoeuropee (Etrusco, ligure e sardo) A met dellVIII secolo a.C. vennero fondate nellItalia meridionale diverse colonie della Magna Grecia. Lungo la costa ionica, tirrenica e in Sicilia sorsero citt importanti (Taranto, Crotone, Reggio, Napoli, Siracusa, Agrigento) che esercitarono una grande influenza sulle popolazioni indigene. Era inoltre presente in Sardegna la civilt dei Sardi, una civilt nota soprattutto per i nuraghe, costruzioni a forma di cono che fecero la loro comparsa nella prima met del II millennio a.C., e si pensa che avessero una funzione prettamente difensiva. II. Gli Etruschi Gli Etruschi sono la pi importante popolazione dellItalia preromana, anche se le loro origini sono abbastanza incerte. Erodoto (V secolo a.C.) sosteneva fossero un gruppo di Lidi che navigarono alla volta dellItalia dallAsia minore. Dionigi di Alicarnasso (I secolo a.C.) li riteneva invece genti autoctone. Altri ancora pensavano provenissero dal lontano nord. La ricerca storica e archeologica moderna colloca lorigine di questo popolo tra lVIII e il VII secolo a.C. e sostiene che fu il punto dincontro tra unevoluzione delle societ e delleconomie locali e linfluenza delle colonie greche presenti nellItalia meridionale. Nel loro periodo di massima espansione (VII-VI secolo a.C.) gli Etruschi controllavano la quasi totalit dellItalia centro-occidentale e competevano con Greci e Cartaginesi per il controllo delle principali rotte marittime. Gli Etruschi si organizzarono sin dallinizio in citt indipendenti governati da sovrani (lucumoni); lunica forma di aggregazione delle comunit etrusche che ci sia nota quella rappresentata dalla lega delle 12 citt pi importanti, che aveva per scopi essenzialmente religiosi. Nel 530 a.C. vi fu una battaglia navale contro i Focei, la prima battuta darresto dellespansione etrusca. Nonostante lalleanza coi Cartaginesi, non riuscirono ad avere la meglio. Nel 474 a.C. vi fu la battaglia di Cuma, che segn la sconfitta etrusca contro i Greci di Siracusa che ferm anche lespansionismo verso lItalia meridionale. Nel 396 a.C. vi fu la caduta della citt di Veio ad opera dei Romani: lEtruria da allora cominci a passare sotto il dominio di Roma. Nel mondo etrusco ebbero un enorme sviluppo i riti religiosi. Le divinit del pantheon etrusco sono in gran parte assimilabili a quelle greche: infatti anche la principale divinit etrusca Tinia, sembra subordinata al fato, proprio come Zeus. Nella religiosit etrusca ha unimportanza particolare la concezione dellaldil. Gli Etruschi credevano infatti che la vita continuasse nellaldil, e la tomba viene di conseguenza concepita come un prolungamento della dimora del vivo. Aruspicina: arte dinterpretare la volont degli Dei attraverso lesame delle viscere degli animali sacrificati per scopi religiosi. Molto importante presso gli etruschi. Lalfabeto un riadattamento di quello greco, anche se la lingua non di origine indoeuropea. I testi che sono giunti fino a noi sono per lo pi costituiti da brevi formule, nelle quali spesso compare il nome del defunto. Pochi sono i testi di una certa estensione. I siti delle citt etrusche hanno lasciato una traccia archeologica relativamente modesta, ad eccezione delle necropoli, che venivano organizzate come vere e proprie abitazioni sotterranee, costruite con varie strutture: a pozzo, a fossa, a camera. Dal punto di vista della tecnica architettonica notevole il grado di perfezionamento raggiunto dagli Etruschi nelluso della copertura a volta e dellarco. Per quanto riguarda le attivit economiche, gli Etruschi praticano con successo lagricoltura (cereali), la metallurgia e lartigianato artistico, esportando i loro prodotti in ampie zone del Mediterraneo. Gli Etruschi furono abili sia nellestrazione di minerali, sia nel trattamento dei metalli grezzi in apposite fornaci. III. Roma I primi storici ad occuparsi dellItalia meridionale furono greci, e in greco scrissero i primi storici romani (III secolo a.C.), a pi di cinque secoli dalla fondazione dellurbe. Le poche iscrizioni che ci sono pervenute non ci danno grandi informazioni. I primi storici dei quali possiamo tuttora leggere le narrazioni di Roma arcaica furono Tito Livio e Dionigi di Alicarnasso, che vissero nel I secolo a.C. La versione pi nota delle origini di Roma inserisce la fondazione di Alba Longa e la dinastia dei re Albani tra larrivo di Enea e il regno di Romolo. Secondo la leggenda il fondatore e primo re della citt, Romolo, addirittura figlio di Marte e della figlia dellultimo di re di Alba Longa Dal 754 al 509 a.C. si ha il periodo monarchico, dalla fondazione di Roma allinstaurazione della repubblica, in questo periodo su Roma avrebbero regnato sette re: Romolo: prime istituzioni politiche Numa Pompilio: primi istituti religiosi Tullio Ostilio: campagne militari di conquista Anco Marcio: fondazione della colonia di Ostia Tarquinio Prisco: importanti opere pubbliche Servio Tullio: costruzione delle prime mura della citt Tarquinio il Superbo: tratti tipici del tirannoIl problema principale lattendibilit di fondo delle fonti che spiegano le origini di Roma, queste erano: Opere storiche per noi perdute, bene prima di Tito Livio e Dionigi; La tradizione familiare; La tradizione orale, soggetta per a forti distorsioni; I documenti darchivio.Alcuni elementi possono definirsi sicuramente storici, ad esempio la compresenza di popolazioni diverse come Latini e Sabini allorigine della storia di Roma e la fase di predominio Etrusco nel periodo finale della monarchia, da Tarquinio Prisco in poi. La nascita della citt dovette essere il risultato di un processo formativo lento e graduale, una sorta di federazione di comunit che gi vivevano sparse sui singoli colli. Roma sorgeva sul basso corso del Tevere, in una posizione di confine tra due aree etnicamente differenti: la zona etrusca e il Lazio antico. Nella fondazione di una citt unimportanza fondamentale era rivestita dal pomerio, una linea sacra che ne delimitava il perimetro allaltezza delle mura. Il pomerio non sempre coincideva con le mura, in quanto esso era tracciato secondo la procedura religiosa, mentre le mura rispondevano ad esigenze difensive in rapporto al territorio. Alla base dellorganizzazione sociale dei Latini ci fu una struttura in famiglie, alla cui testa stava il pater, che aveva il potere assoluto su tutti i suoi componenti. Tutte le famiglie che riconoscevano di avere un antenato in comune costituivano la gens, che ebbe grande rilievo in et arcaica. La popolazione dello Stato Romano arcaico era divisa in curie, gruppi religiosi e militari che comprendevano tutti gli abitanti del territorio ad eccezione degli schiavi (non sappiamo se fossero organizzate su base territoriale o gentilizia). Durante il periodo di predominio etrusco, lo stato romano si organizz secondo criteri pi precisi: ogni trib (inizialmente tre, Tities, Ramnes e Luceres), fu divisa in dieci curie e da ogni trib furono scelti cento senatori (trecento in tutto, che formavano lassemblea degli anziani. Ognuna delle tre trib era inoltre tenuta a fornire un contingente di cavalleria (cento uomini) e uno di fanteria (mille uomini). Monarchia Romana: La sua principale caratteristica era quella di essere elettiva. Inizialmente il re doveva essere affiancato da un consiglio di anziani proveniente dalle pi potenti famiglie (patres). Il re era anche supremo capo religioso e nella celebrazione del culto veniva affiancato dai collegi dei sacerdoti. Particolarmente importante fu quello dei pontefici (depositari anche delle norme giuridiche prima della redazione di leggi scritte). Importante divisione sociale fu quella tra patrizi e plebei: c incertezza sullorigine di questa divisione sociale. Diverse sono le possibilit, ma sembra che la differenziazione tra patrizi e plebei sia il punto darrivo di unevoluzione sociale complessa, dovuta al costante afflusso di persone estranee alla comunit originaria. VI secolo a.C.: dominio Etrusco (Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il superbo), che port ad un rafforzamento della monarchia. E probabile che gi in questo periodo la comunit civica fosse organizzata secondo raggruppamenti non pi basati su fattori dovuti alla nascita, ma stabiliti sulla base della ricchezza personale. Vennero istituite quattro trib territoriali (urbane), divise da quelle rustiche, create a seguito dellampliamento del territorio. Roma di dot di una prima cerchia di mura, che comprendeva al suo interno anche il Celio e lEsquilino. La famiglia romana comprendeva un raggruppamento sociale ben pi ampio di quello che siamo abituati ad intendere oggi. A Roma facevano parte della stessa familia tutti coloro che ricadevano sotto lautorit di uno stesso capofamiglia. Si pu cos dire che il vincolo di fondo della famiglia romana fosse rappresentato dal potere del pater familias sulle persone che rispettavano la sua autorit. Era inoltre ununit economica, religiosa e politica. Importantissima era la religiosit: i riti familiari si trasmettevano di padre in figlio e la loro osservanza era ritenuta assolutamente doverosa. Gli antenati del ramo paterno furono il primo oggetto di culto allinterno della societ romana. Un figlio rimaneva sotto lautorit del padre finch questi era in vita. Il ruolo della donna aristocratica, che riceveva uneducazione intellettuale, non si esauriva alla sola vita domestica. Anche se lautorit riconosciuta fu, almeno in Roma arcaica e per un bel pezzo di quella repubblicana, quella delluomo, la moglie accompagnava il marito nella vita pubblica e condivideva con lui il compito di educare i figli. Il potere del marito sulla moglie non conosceva per limiti. Il matrimonio era fondamentalmente unistituzione privata con importanti conseguenze giuridiche, e il ripudio era un fatto semplicissimo da mettere in atto (dai mariti) e spesso utilizzato. Al divorzio consensuale si arriver col tempo. Tra il X ed il IX secolo a.C. vi fu una riorganizzazione delleconomia pastorale: il passaggio da un regime di seminomadismo ad un regolare trasferimento organizzato del bestiame in altura. Roma sorse su unarea di frontiera: il Tevere era infatti la linea di divisione tra gli Etruschi a nord e i Laziali a sud. La posizione di Roma fu un importante punto dincontro di vie che andavano in diverse direzioni. Lagricoltura di Roma arcaica era influenzata dalle condizioni poco favorevoli del terreno, cui si aggiungeva la bassa qualit delle tecniche agricole Economia povera o di sussistenza, con varie specie di cereali (farro e orzo). Il soddisfacimento delle necessit alimentari rappresentava per Roma arcaica un serio problema, soprattutto a causa del poco favorevole terreno del Lazio. Anche le difficolt conosciute da Roma dopo linstallazione della Repubblica, offrono un importante riscontro della povert di risorse agricole nei pressi della citt. La prima forma di propriet agraria a Roma, sembra risalente addirittura a Romolo, era limitata solo alla casa e allorto circostante, mentre era esclusa la terra arabile e quella a pascolo. I primi due secoli di Repubblica romana (V-IV secolo a.C.) conobbero un assestamento che fu poi via via modificato quando iniziarono le assegnazioni di terreno conquistato. Le origini di Roma arcaica sono molto confuse, ci sono diverse ipotesi sul suo conto. (Riguarda da pag. 37 a pag. 40). Parte II: La repubblica di Roma dalle origini ai GracchiI. La nascita della Repubblica 510 a.C.: rivolta degli aristocratici che porta alla caduta della monarchia. 509 a.C.: i poteri del re Tarquinio il Superbo passano nelle mani di due magistrati eletti dal popolo, i cosiddetti consoli (consules). I ritrovamenti archeologici danno solo in misura limitata elementi di riscontro per tentare di ricostruire con esattezza i fatti di questo periodo. Gli storici hanno dunque dovuto basarsi sui dati della tradizione, soprattutto sui Fasti (le liste dei magistrati della Repubblica che davano il nome allanno in corso), giunti a noi sia attraverso la tradizione letteraria, sia attraverso alcuni documenti epigrafici. Il ruolo pressoch egemone che ebbe un ristretto gruppo di aristocratici nella cacciata dei Tarquini e il dominio che il patriziato esercit sulla prima parte della Repubblica inducono a pensare che la fine della monarchia sia da attribuire ad una rivolta del patriziato romano, una vera e propria rivoluzione. Alcuni elementi lasciano per supporre che alla cacciata del Superbo non succedette immediatamente la Repubblica, ma un breve e confuso periodo in cui Roma fu in bala di re e condottieri (Porsenna, Mastarna). Il 510 a.C. fu anche lanno in cui il tiranno Ippia fu cacciato da Atene. Il sospetto che la cronologia della nascita della Repubblica a Roma fu alterata per creare un parallelismo con la pi famosa Atene. Sembra che in realt la nascita della Repubblica sia da datare intorno al 470-50 a.C., mentre altri inducono a ritenere che la datazione tradizionale non sia lontana da quella reale (seppur non esatta nellanno). I poteri del re furono affidati a due consules, massimi magistrati della Repubblica: ai consoli spettava il comando dellesercito, il mantenimento dellordine nella citt, lesercizio della giurisdizione civile e criminale, il potere di convocare il senato e le assemblee popolari. Alcune competenze religiose non furono trasferite ai consoli ma alla nuova figura del rex sacrorum, che non poteva rivestire cariche di natura politica. La durata della carica limitata ad un anno e il fatto che i due magistrati avessero uguali potere e potenziale diritto di veto uno con laltro, limit fortemente il potere dei consoli, e ogni cittadino poteva appellarsi al giudizio dellassemblea popolare contro le condanne capitali inflitte dal console (provocatio ad populum). Le crescenti esigenze dello Stato romano indussero alla creazione di nuove magistrature, anchesse caratterizzate dallannualit e dalla collegialit: Questori: assistevano i consoli nelle attivit finanziarie; Quaestores parricidii: incaricati di istruire i processi per delitti di sangue; Duoviri perduellionis: reato di alto tradimento; Censori: compito di tenere il censimento, introdotto nel 443 a.C.In caso di necessit i poteri della Repubblica potevano essere affidati ad un dittatore: il dictator non veniva eletto da unassemblea popolare, ma nominato da un console o da un pretore su istruzione del senato. Il dittatore non era inoltre affiancato da colleghi con eguali poteri, e infatti la durata della sua carica fu limitata ad un massimo di sei mesi. Questo magistrato veniva nominato soprattutto per fronteggiare crisi militari. A Roma non possibile tracciare una distinzione netta tra cariche politiche e massime cariche religiose, ad eccezione del rex sacrorum e ai flamini (personificazione terrena del dio stesso, tre maggiori che rappresentavano Giove, Marte e Quirino, e dieci flamini minori). I tre pi importanti collegi religiosi avevano poteri che coinvolgevano direttamente la politica: Collegio dei pontefici: guidato dalla massima autorit religiosa dello stato, il Pontefice massimo, spettava la nomina dei tre flamini maggiori, e aveva il controllo sulla tradizione e linterpretazione delle norme giuridiche, nonch sul calendario; Collegio degli uguri: aveva la funzione di assistere i magistrati nel loro compito di trarre auspici e di interpretare la volont degli dei. Duoviri sacris faciundis: erano incaricati di custodire i Libri Sibillini, unantichissima raccolta di oracoli, in greco. Il vecchio consiglio regio, formato dai capi delle famiglie nobili, divenne il perno della Repubblica: il senato. Il senato era composto da ex magistrati, e la carica di senatore era vitalizia. Il principale strumento in possesso del senato per influire sulla vita pubblica era lauctoritas patrum, il diritto di sanzione che i senatori gi possedevano in et regia. Il terzo pilastro, oltre alla magistratura e al senato costituito dalle assemblee popolari, riservata ai maschi adulti e in possesso del diritto di cittadinanza: si diveniva cittadini romani essenzialmente per nascita, anche se Roma manifest notevole apertura sui diritti civici. Nella prima et repubblicana lassemblea pi importante di Roma costituita dai comizi centuriati: il meccanismo di questi comizi prevede le risoluzioni non siano prese a maggioranza di voti individuali, ma a maggioranza di unit di voto costituite dalle centurie. Avevano un importante funzione elettorale, in quanto eleggevano i consoli e gli altri magistrati superiori. Altra assemblea popolare erano i comizi tributi (introdotta nel 447 a.C.), al quale venne affidata lelezione dei questori. In questa assemblea il popolo votava per trib, facendo s che il popolo delle campagne (che aveva pi trib rispetto alle 4 cittadine) avesse pi peso di quello cittadino nelle decisione dei comizi.II. Il conflitto tra patrizi e plebei 510-287 a.C.: Periodo dominato dai contrasti civili tra patriziato e plebe. I mutamenti della prima met del V secolo a.C. ebbero pesanti ripercussioni sulla situazione economica di Roma. 474 a.C., sconfitta degli Etruschi contro Siracusa nella battaglia navale di Cuma: fine del dominio etrusco sulla Campania, causando un grave danno alla stessa Roma. Anche i conflitti coi Sabini, che controllavano la via Salaria e di conseguenza le saline di Ostia, provocarono problemi ai romani. A questi fattori esterni si aggiunsero anche problemi interni: nel V secolo a.C. si succedettero diverse annate di cattivo raccolto, e la popolazione, indebolita dalla fame, venne pi volte colpita da epidemie (in particolare i piccoli agricoltori, costretti a indebitarsi per sopravvivere). Cera inoltre un problema politico-sociale: gli strati pi ricchi della plebe rivendicavano una parificazione dei diritti politici tra i due ordini (il patriziato aveva assunto il completo monopolio della magistratura), e insieme un codice scritto di leggi che ponesse il cittadino al riparo dalle arbitrarie applicazioni delle norme da parte dei pontefici (tutti patrizi). V secolo a.C., mutamento nella struttura dellesercito: nuovo modello tattico, con fanti in armatura pesante che combattono fianco a fianco in una struttura chiusa (la falange), che eclissa progressivamente il modello di combattimento aristocratico (cavalleria di nobili seguiti da fanti in armamento leggero). La legione era reclutata indifferentemente tra patrizi e plebei: progressiva presa di coscienza della propria importanza da parte della plebe. La secessione dellAventino del 494 a.C. segna linizio del conflitto tra i due ordini. Questa secessione fu una sorta di sciopero della plebe che, esasperata dalla crisi economica, lascia la citt priva della sua forza lavoro, e indifesa contro le aggressioni esterne. La plebe si diede propri organismi: Unassemblea generale, che poteva emanare dei provvedimenti (plebiscita), che avevano valore solo per la plebe che li emetteva; I tribuni della plebe, rappresentanti ed esecutori della volont dellassemblea, che avevano il diritto di venire in aiuto di un cittadino contro lazione di un magistrato, linviolabilit personale, e il potere di convocare e presiedere lassemblea della plebe. La prima secessione port ad un risultato essenzialmente politico: il riconoscimento da parte dello Stato a guida patrizia dellorganizzazione interna della plebe, con la sua assemblea e i sui rappresentanti. 486 a.C., Spurio Crasso: tentativo di far approvare una legge per la ridistribuzione delle terre. Viene accusato di tirannide ed eliminato. Questo fallimento ci fa capire come la plebe non intendesse giungere ad una rivoluzione dellassetto economico e istituzionale dello stato, ma aspirava ad una riforma dallinterno dellordinamento vigente. 451 a.C.: Viene nominata una commissione di 10 persone (decemvirato), esclusivamente scelti tra il patriziato e incaricati di stendere un codice giuridico. Nel primo anno di attivit i decemviri compilarono un complesso di norme che furono poi esposte nel foro. 450 a.C.: Secondo decemvirato, nel quale sarebbe stata rappresentata anche la plebe. I decemviri avrebbero completato la loro opera, portando a 12 le tavole di leggi, le cosiddette leggi delle XII tavole. Nelle XII tavole ravvisabile uninfluenza del diritto greco. 445 a.C.: Viene abrogata la legge che proibisce i matrimoni tra patrizi e plebei. Questa legge ebbe come conseguenza di rimuovere la principale obiezione che il patriziato aveva opposto allaccesso dei plebei al consolato: solo i patrizi si ritenevano titolari del diritto di prendere auspici per accettare la volont degli dei. Da ora in avanti diveniva pertanto difficile escludere un plebeo dagli auspicia, quindi dal consolato. 444 a.C.: Il senato pu decidere di anno in anno se alla testa dello Stato debbano esserci due consoli (provenienti esclusivamente dal patriziato) con diritto di prendere gli auspici, o un certo numero di tribuni militari, che potevano anche essere plebei ma non avevano il diritto di prendere auspici. Il tribunato militare doveva gi essere, nel V secolo, accessibile ai plebei: tuttavia i patrizi, fino al 401 a.C., riuscirono a far eleggere tribuni provenienti solo dal loro ordine. Nessuna riforma istituzionale riusc a porre rimedio alle difficolt economiche della plebe povera. Nel 387 a.C., il territorio di Veio e Capena, conquistato pochi anni prima, viene suddiviso in piccoli appezzamenti e distribuito ai cittadini romani Creazione di 4 nuove trib territoriali. Il provvedimento non fu sufficiente ad alleviare la crisi economica. Verso il 370 a.C. i tribuni della plebe Caio Licinio Stolone e Lucio Sestio Laterano presentarono un pacchetto di proposte concernenti il problema dei debiti, la distribuzione delle terre statali e laccesso dei plebei al consolato. I patrizi resistettero, mentre i tribuni non mostrarono alcuna intenzione di cedere. Dopo una fase di anarchia politica fu chiamato alla dittatura Marco Furio Camillo (367 a.C.) per tentare di risolvere la situazione: le proposte di Licinio e Sesto divennero leggi (leges Liciniae Sextiae). Questo compromesso raggiunto forn loccasione per precisare il quadro delle magistrature repubblicane: 366 a.C. Due nuove cariche: pretore (amministrava la giustizia tra i cittadini romani e poteva essere messo alla guida di un esercito, ma i suoi poteri erano subordinati a quelli dei consoli). Due edili curuli (compito di organizzare i Ludi maximi). Le leggi Licinie Seste del 367 a.C. segnano la fine della fase pi acuta della contrapposizione tra patrizi e plebei. Dal 342 a.C. vediamo comparire nei Fasti un console patrizio e uno plebeo. Nei decenni successivi i plebei ebbero progressivamente accesso a tutte le cariche dello Stato, compreso lingresso in senato. Nel 326 a.C. viene abolita la servit per debiti. 312-311 a.C., Censura di Appio Claudio Cieco: Tentativo di accelerare il processo di riforma. Incluse nella lista dei senatori persone che non avevano rivestito alcuna magistratura, e tent di favorire la plebe urbana nelle trib. Entrambe le riforme caddero, una nel 311 a.C. e laltra nel 304 a.C. da attribuire ad Appio Claudio la costruzione di due importantissime opere pubbliche: il primo acquedotto della citt e la via Appia (che congiungeva Roma a Capua). 287 a.C.: Punto di arrivo della lotta tra patrizi e plebei. Una legge Ortensia stabil che i plebisciti votati dallassemblea della plebe avessero valore per tutta la cittadinanza romana. Si chiuse let del dominio esclusivo dei patrizi sullo stato, e si venne formando una nuova aristocrazia (nobilitas), formata dalle famiglie plebee pi ricche e da quelle patrizie che si erano meglio adattate alla nuova situazione. Questa aristocrazia si mostr non meno gelosa dei propri privilegi del vecchio patriziato.III. La conquista dellItalia Alla caduta della monarchia Roma controllava nel Lazio un territorio che andava dal Tevere alla regione Pontina. Primo anno di Repubblica: Trattato romano-cartaginese. I cartaginesi si impegnavano a non attaccare nessuna citt del Lazio sotto il controllo di Roma e a cedere ad essa ogni citt latina che lesercito punico avrebbe conquistato. Fine VI-Inizio V sec. a.C.: Buona parte delle citt latine conquistate approfittarono dei problemi interni di Roma per affrancarsi dalla sua egemonia. I membri della Lega latina condividevano alcuni diritti: Ius connubii: diritto di contrarre matrimoni legittimi con membri di altre citt latine; Ius commercii: diritto di siglare accordi commerciali fra cittadini di comunit diverse; Ius migrationis: un latino poteva assumere pieni diritti civili in una comunit diversa dalla sua semplicemente prendendone residenza.Qualche anno dopo la lega attacc Roma. Nel 496 a.C., nella Battaglia sul lago Regillo, i Romani sconfissero le forze congiunte della Lega, e fu stipulato un trattato che avrebbe regolato i rapporti tra Roma e i Latini per i 150 anni successivi (493 a.C., trattato Cassiano): le due parti si impegnavano non solo a mantenere tra loro la pace, ma anche a prestarsi aiuto in caso di attacco ricevuto da una delle due parti. Tra gli strumenti pi efficaci per consolidare le proprie vittorie militari gli alleati ricorsero a fondazione di colonie sul territorio strappato ai nemici. I cittadini dei nuovi centri provenivano sia da Roma sia da altre citt latine. 486 a.C.: Accordo con gli Ernici, che occupavano un territorio circondato da Equi e Volsci, due popoli ostili. V secolo a.C.: Serie interminabili di conflitti tra Roma e le popolazioni stanziate sugli Appennini (Volsci, Equi e Sabini). Spesso lesito fu favorevole a Roma e ai suoi alleati, ma mai si giunse ad una svolta definitiva. Volsci: verso la fine del VI sec a.C. questa popolazione riusc ad occupare tutta la pianura Pontina e il basso Lazio, strappandola a Roma. Nellarea dei collo Albani lavanzata dei Volsci si sald con quella degli Equi. 431 a.C., vittoria dei Romani al passo dellAlgido contro gli eserciti coalizzati di Volsci e Equi. In quello stesso periodo Roma si trov ad affrontare un avversario assai meglio organizzato di Volsci ed Equi, la citt etrusca di Veio, rivale di Roma nel controllo delle vie di comunicazione lungo il basso corso del Tevere. Il contrasto con Veio attravers tutto il V sec. a.C. e sfoci in tre guerre: Prima guerra, 483-474 a.C.: Vittoria dei Veienti. Un esercito di circa 300 soldati romani venne annientato sul fiume Cremera; Seconda guerra, 437-426 a.C.: I Romani vendicarono la sconfitta. Aulio Cornelio Cosso uccise il tiranno di Veio, Lars Tolumnio; Terza guerra, 405-396 a.C.: I Romani assediarono per 10 anni le mura di Veio. Alla fine la citt fu presa e distrutta. Veio pag il comportamento della altre citt Etrusche, che non le prestarono alcun soccorso o addirittura si schierarono coi Romani. La presa di Veio segn una svolta importante per Roma: il lungo assedio, portando alla prolungata assenza dai campi, rese necessario uno stipendium per i soldati. Inoltre la vittoria frutt la conquista di un ampio e fertile territorio. 390 a.C., Invasione gallica della citt: la trib dei Senoni invase lItalia centrale e attacc Roma. Il primo contatto avvenne sullAllia, un piccolo affluente del Tevere, e lesercito romano fu duramente sconfitto. Roma, rimasta priva di difese, venne presa e saccheggiata. Poi i Galli sparirono, forse in cerca di nuove imprese. Dopo le invasioni del 390 a.C., Roma si riprese rapidamente: il territorio di Veio venne diviso in quattro nuove trib e distribuito ai cittadini romani (387 a.C.), e nello stesso periodo inizi la costruzione delle mura della citt. Pochi anni dopo gli Equi furono annientati, mentre pi lunga e difficoltosa fu la lotta contro i Volsci. Solo ne 358 a.C. i Volsci furono costretti a cedere la piana Pontina, in cui vennero insediati cittadini Romani. Nel 354 a.C. anche Tivoli e Preneste, le due pi potenti citt latine, dovettero arrendersi. 343-341 a.C., Prima Guerra Sannitica: Nel 354 a.C. i Romani conclusero un trattato con i Sanniti, nel quale il confine tra le due potenze veniva fissato al fiume Liri. Il territorio dei Sanniti era ben pi vasto di quello di Roma: era unarea prevalentemente montuosa, che consentiva comunque lo sfruttamento agricolo. Il Sannio era privo di strutture urbane, ed era diviso in cantoni (pagi), allinterno dei quali si trovavano uno o pi villaggi (vici), governati da un magistrato elettivo (meddis). Pi pagi insieme costituivano una trib. Quattro trib: Dei Carricini, dei Pentri, dei Caudini e degli Irpini che fanno parte della Lega Sannitica. Alcune popolazioni staccatesi dai Sanniti durante il V secolo a.C. occuparono le ricche zone costiere della Campania, adottando col tempo lorganizzazione politica delle citt-stato e riunendosi, nella prima met del IV sec. a.C. in una Lega Campana. I contrasti politici tra Sanniti e Campani si fecero via via pi intensi, sfociando in guerra aperta nel 343 a.C., quando i Sanniti attaccarono la citt di Teano. La Lega Campana chiese allora laiuto di Roma. La prima Guerra Sannitica si risolse rapidamente a favore dei Romani, che per non riusc a concludere loffensiva a causa di una rivolta del proprio esercito. Acconsent dunque alle richieste di pace dei Sanniti nel 341 a.C., rinnovando il trattato del 354 a.C. e riconoscendo ai Sanniti Teano, mentre Roma prese la Campania. Questo accordo port ad un rovesciamento delle alleanze: Roma sostenuta dai Sanniti, si vide costretta a fronteggiare i suoi ex-alleati Latini e Campani, a cui si aggiunsero i Volsci e gli Aurunci. Il conflitto, noto come grande guerra latina (341-338 a.C.), fu durissimo, ma anche decisivo per lorganizzazione di quella che si avviava a diventare lItalia Romana. La Lega Latina venne sciolta, alcune citt incorporate nello stato romano. Altre conservarono la propria indipendenza formale da Roma, ma non poterono pi intrattenere alcuna relazione tra di loro. I Latini furono obbligati a fornire truppe a Roma in caso di necessit, e una serie di trattati consentirono a Roma di ampliare la propria egemonia e il proprio potenziale militare. Anche al di fuori dellantico Lazio Roma attu la concessione di una forma parziale di cittadinanza romana: i titolari erano tenuti agli stessi obblighi dei cittadini romani, senza avere per diritto al voto. Alla conclusione della grande guerra latina Roma aveva legato s tutte le regioni che andavano dalla sponda sinistra del Tevere a nord, al golfo di Napoli a sud, dal Tirreno a ovest, agli Appennini ad est. 326-304 a.C., seconda guerra sannitica: Le cause di questa nuova guerra contro i Sanniti da ricercare nelle divisioni interne della citt di Napoli, dove si fronteggiavano la masse popolari filosannitiche e laristocrazia filoromana. I romani conquistarono abbastanza facilmente la citt, ma il tentativo di penetrare a fondo nel Sannio si risolse in un fallimento (321 a.C., resa delle Forche Caudine). Per qualche anno vi fu uninterruzione del conflitto, ma le ostilit si riaccesero nel 316 a.C., quando i Romani attaccarono Saticula, una localit al confine tra Campania e il Sannio: le prime operazioni furono di nuovo favorevoli ai Sanniti, ma negli anni successivi Roma inizi a recuperare il tempo perduto (Saticula venne conquistata nel 315 a.C., mentre una serie di colonie latine fu fondata nellApulia settentrionale nel 312 a.C. In questi anni Roma prepar il suo esercito allo scontro finale coi Sanniti, che furono sconfitti nel 304 a.C. Il trattato di alleanza tra Roma e il Sannio venne ancora una volta rinnovato. 298-290 a.C., Terza guerra sannitica: Nel 298 a.C. i Sanniti attaccarono i Lucani. I Romani intervennero prontamente in favore degli aggrediti. Il comandante Sannitico Gellio Egnazio riusc a mettere in piedi una potente coalizione antiromana che comprendeva Galli, Umbri e Etruschi. Lo scontro decisivo avvenne nel 295 a.C. a Sentino. I Sanniti, battuti unaltra volta ad Aquilonia (293 a.C.), si videro obbligati a chiedere la pace nel 290 a.C. A nord lattacco di Galli ed Etruschi fu bloccato nel 283 a.C., e la controffensiva romana colp dapprima le citt Etrusche, poi raggiunse anche lEtruria settentrionale e lUmbria. Nella marcia verso lAdriatico nel 290 a.C. vennero sconfitti i Sabini e i Pretuzzi (Abruzzo settentrionale), e nellAdriatico settentrionale venne annesso il territorio una volta appartenuto ai Senoni. Nel 268 a.C. venne fondata, in questo territorio, la colonia di Rimini. I Piceni, abitanti nelle Marche centro-meridionali, tentarono una disperata guerra contro Roma nel 296 a.C., costretti pochi anni dopo alla resa. NellItalia meridionale Lucani e Bruzi avevano conservato la propria indipendenza, cos come Taranto, la pi ricca e potente citt del mezzogiorno, colonia greca. Nel 282 a.C. Turi, una citt greca che sorgeva sulle rive calabresi del golfo di Taranto, chiese aiuto ai Romani per difendersi dallinvasione dei Lucani. I Romani inviarono prontamente, oltre alle guarnigioni per difendere la citt, anche una flotta davanti alle acque di Taranto. I Tarantini decisero di attaccare le navi romane, affondandone alcune, e marciarono su Turi scacciando la guarnigione romana: la guerra divenne allora inevitabile. Taranto chiese laiuto di Pirro, re dellEpiro: Il sovrano diede alla sua spedizione il carattere di una simil-crociata in difesa dei Greci dOccidente, contro i barbari Romani e Cartaginesi, procurandosi cos lappoggio di tutte le potenze ellenistiche. 280 a.C., Pirro sbarca in Italia, contando anche sulle truppe che potevano fornirgli Taranto e altre citt italiche. Roma si vide per la prima volta costretta ad arruolare i nullatenenti. I Romani subirono una dura sconfitta ad Eraclea, che mise in pericolo le posizioni Romane nel meridione. Le altre citt greche, i Lucani, i Bruzi e i Sanniti si schierarono al fianco di Pirro. Pirro non seppe coglierei frutti del suo successo: il suo tentativo di unirsi agli Etruschi e provocare una ribellione nellItalia centrale fall, e il sovrano greco si vide costretto a intavolare trattative di pace. Le richieste di Pirro furono respinte, allora lui mosse verso lApulia settentrionale e sconfisse ancora lesercito romano ad Ascoli Satriano, nel 279 a.C. Pirro aveva cos vinto due grandi battaglie, ma non riusciva a concludere la guerra, mentre i rapporti con i suoi alleati Italici si andava deteriorando. E per questo motivo che accolse la domanda daiuto che gli arriv da Siracusa, in perenne lotta coi Cartaginesi e non pi in grado di portare avanti la guerra da sola: decise di recarsi in Sicilia con parte del suo esercito, lasciando una forte guarnigione a Taranto. Nel 279 a.C. Roma e Cartagine avevano per stretto unalleanza difensiva contro il comune nemico. In Sicilia Pirro inizialmente sconfisse ripetutamente i Cartaginesi, chiudendoli a Lilibeo. Lassedio a questa fortezza si rivel infruttuoso, e Pirro cerc di sbloccare la situazione invadendo lAfrica, ma il progetto fall. Nel frattempo, approfittando dellassenza del re epirota, i Romani conquistarono posizioni su posizioni, e Pirro decise di abbandonare la Sicilia e tornare in Italia. 275 a.C.: scontro decisivo con il console Manio Curio Dentato a Benevento. Pirro, sconfitto duramente, decise di tornare in Epiro col suo esercito. Mor nel 272 a.C., anno in cui anche Taranto si arrese, entrando nel novero dei socii di Roma.IV. La conquista del Mediterraneo 264 a.C.: Roma controllava tutta lItalia peninsulare, fino allo stretto di Messina. In questarea entr per la prima volta in collisione con la vecchia alleata Cartagine. La situazione precipit a causa dei Mamertini, mercenari di origine Italica che si erano impadroniti di Messina, iniziando a saccheggiare le citt vicine. Questa situazione provoc la reazione di Siracusa, che inflisse ai Mamertini una durissima sconfitta e avanz verso Messina. I mercenari a quel punto accettarono laiuto della flotta Cartaginese che stazionava nelle vicinanze. I Siracusani furono sconfitti, ma i Mamertini ben presto si stancarono della tutela di Cartagine e si rivolsero a Roma. A Roma inizi un serrato dibattito a favore o contro lintervento a Messina. Cartagine era al centro di un vasto impero, e poteva mettere in campo grandi eserciti e potentissime flotte. Il non intervento avrebbe significato lasciare a Cartagine il controllo della zona strategica dello stretto, quindi della ricchissima Sicilia: lassemblea del popolo, cui il senato aveva demandato la questione, vot a favore dellintervento.Ci sanc linizio della prima guerra punica (264-241 a.C.). I primi anni di guerra furono decisivi: i Romani riuscirono a respingere da Messina i Cartaginesi con i nuovi alleati Siracusani (che per nel 263 a.C. firmarono una pace con i Romani e si schierarono dalla loro parte). Anche dopo questa sconfitta Cartagine conservava un saldo controllo su molte localit costiere: Roma decise per la prima volta di costruire una flotta di quinquiremi, e nel 260 a.C. ottenne una sorprendente vittoria a Milazzo. Roma decise a questo punto di invadere lAfrica (256 a.C.): Le prime operazioni furono favorevoli al console Marco Attilio Regolo, che tuttavia non seppe sfruttare i successi, e fu duramente sconfitto nel 255 a.C., dal mercenario spartano Santippo. Nel 249 a.C., a seguito della sconfitta nella battaglia navale di Trapani, Roma era ormai priva di forze navali, ma nemmeno Cartagine seppe approfittare dei suoi vantaggi. 241 a.C. Dopo aver ricostruito la flotta, i Romani sconfissero definitivamente i Cartaginesi al largo delle isole Egadi. Cartagine fu costretta a chiedere la pace, e il successivo trattato la obblig a lasciare la Sicilia. La Sicilia divenne la prima provincia Romana. Il periodo tra la prima e la seconda guerra punica (241-218 a.C.) vide il consolidamento delle posizioni dei due avversari. Cartagine dovette affrontare la rivolta dei mercenari (241-237 a.C.), che non era stata in grado di pagare a causa della sconfitta contro Roma. Soffocata a caro prezzo la rivolta da Amilcare Barca, Cartagine organizz una spedizione per riprendersi la Sardegna, anchessa in mano a mercenari rivoltosi. L si dovettero scontrare con gli interessi dei Romani, e non essendo pronti a un altro conflitto, furono costretti a cedere la Sardegna e la Corsica, che divennero la seconda provincia romana (237 a.C.). Nel frattempo Roma interveniva anche sul versante Adriatico 229 a.C., I Guerra Illirica. Il Regno di Illiria, approfittando del declino dellEpiro, aveva esteso la sua influenza verso sud. Le scorrerie dei pirati Illiri arrecavano danni considerevoli alle citt greche e ai mercanti Italici che frequentavano i loro porti. Davanti a rifiuto della regina degli Illiri, Teuta, di far cessare le azioni dei pirati, Roma le dichiar guerra, sconfiggendola rapidamente.219 a.C., seconda guerra illirica: Roma intervenne nuovamente in Illiria dieci anni dopo, a seguito degli atti ostili intrapresi da Demetrio di Faro, di cui si temeva lalleanza col ben pi potente re di Macedonia Filippo V. Anche la seconda guerra illirica si risolse velocemente a favore di Roma, e Demetrio si rifugi presso Filippo V. 225-222 a.C., Guerre Galliche: Le due principali popolazioni della Gallia Cisalpina, Boi e Insubri, anche grazie allappoggio di truppe provenienti dalla Gallia Transalpina (Gesati), riuscirono a penetrare fino in Etruria, ma nel 225 a.C. furono annientati a Telamone. A questo punto Roma si rese conto che la conquista della pianura Padana era possibile, se non necessaria per tenere a distanza le continue incursioni dei Galli. La breve e vittoriosa campagna fu coronata dal successo del 222 a.C. sugli Insubri a Casteggio, e dalla conquista del loro principale centro, Mediolanum. Fondamentale inoltre si rivel la costruzione di una rete stradale: Via Flaminia (220 a.C. Roma-Rimini), Via Emilia (187 a.C. Rimini-Piacenza) e la via Postumia (148 a.C. Genova-Aquileia). Cartagine cerc, mentre Roma era impegnata nellAdriatico, di costruire una nuova base per la sua potenza in Spagna: le operazioni furono tutte condotte dalla famiglia Barca (prima Amilcare, poi il genero Asdrubale, in seguito Annibale, figlio di Amilcare). Lavanzata dei Barca allarm la citt di Marsiglia, alleata di Roma che avevi interessi nella Spagna settentrionale. Nel 226 a.C. venne stipulato tra Roma e Cartagine un trattato secondo il quale gli eserciti Cartaginesi non potevano oltrepassare a nord il fiume Ebro. Seconda guerra punica (218-201 a.C.). La sconfitta del 241 a.C. aveva creato a Cartagine un forte sentimento di rivincita. Nel 218 a.C. Annibale espugna la citt di Sagunto, alleata dei Romani, e si decide che lunico modo per battere Roma sia quello di attaccarla direttamente nel proprio territorio, per dividerla dai suoi alleati Italici. Annibale part nella primavera del 218 a.C. dallodierna Cartagena e valic i Pirenei, evitando astutamente lo scontro con lesercito romano del console Publio Cornelio Scipione. Lesercito cartaginese raggiunse cos le Alpi, trovando immediato sostegno dai Boi e dagli Insubri. Il prima scontro si ebbe sul fiume Trebbia, dove Annibale sconfisse sia Scipione che laltro console Tiberio Sempronio Longo. Nellanno seguente lesercito romano venne annientato sul lago Trasimeno, e Quinto Fabio Massimo venne eletto dittatore per affrontare la difficile situazione. La tattica di questultimo era di non affrontare Annibale in battaglie campali, ma di impedire che gli giungessero rifornimenti dallAfrica o dalla Spagna. La strategia di Fabio Massimo alla lunga avrebbe portato alla vittoria, ma a breve termine significava vedere Annibale spadroneggiare e devastare in Italia. Scaduti i sei mesi di dittatura di Fabio, a Roma si decise di passare di nuovo allattacco: nel 216 a.C. per Annibale sconfisse unaltra volta entrambi gli eserciti consolari a Canne, in Puglia. 215 a.C.: Nuove alleanze dei Cartaginesi con Ieronimo, nuovo re di Siracusa, e Filippo V di Macedonia. Gli alleati dellItalia centrale rimasero fedeli a Roma, mentre Taranto si schier dalla parte di Annibale. 212 a.C.: I Romani, dopo un lungo assedio, conquistano e saccheggiano Siracusa. 211 a.C.: Capua viene riconquistata dai Romani. Inoltre Roma riusc a paralizzare le azione di Filippo V creando una coalizione di stati greci a lui ostili, impedendo cos che si congiungesse con Annibale. Pace di Fenice con Filippo V (205 a.C.). La svolta decisiva per la guerra si ebbe in Spagna. P. Cornelio Scipione e il fratello Cneo raggiunsero la penisola iberica e riuscirono ad impedire che Annibale ricevesse aiuti, ma furono sconfitti e uccisi nel 211 a.C. I Romani riuscirono comunque a difendere la Spagna settentrionale e nominarono comandante delle truppe lomonimo figlio di P.C.Scipione, detto lAfricano. Nel 209 a.C. Scipione lAfricano sconfisse il fratello di Annibale, Asdrubale, conquist la maggiore base cartaginese in Spagna, Nova Carthago, ma non riusc a impedire che lesercito di Asdrubale tentasse di portare aiuto a quello di Annibale in Italia. La spedizione cartaginese venne comunque affrontata e distrutta sul fiume Metauro, nel 207 a.C. 205 a.C.: Scipione viene eletto console e prepara linvasione dellAfrica alleandosi col re dei Numidi Massinissa. 204 a.C.: Invasione dellAfrica. 202 a.C.: Decisiva battaglia di Zama, lesercito dei Romani sconfisse quello di Annibale. 201 a.C.: Trattato di pace. Prevedeva la consegna di tutta la flotta cartaginese e il pagamento di una fortissima indennit. In pi Cartagine doveva rinunciare a tutti i suoi possedimenti fuori dallAfrica, in particolare in Spagna. Seconda guerra macedonica, 200-198 a.C. Causa principale della guerra fu lattivismo di Filippo V sulle coste dellEgeo e dellAsia minore, che lo port a scontrarsi con il regno di Pergamo e la repubblica di Rodi, le due maggiori potenze in quellarea. Nel 201 a.C. inizi la guerra, e i coalizzati capirono subito che non sarebbero riusciti a prevalere da soli: si rivolsero cos a Roma, che decise di inviare un ultimatum al re, intimandogli di rifondere i danni inflitti agli alleati di Roma e di non attaccare stati greci. Filippo ignor lultimatum, e alla fine del 200 a.C. lesercito romano sbarc ad Apollonia. 198 a.C.: Svolta nella guerra. Il nuovo comandante delle forze romane, Tito Quinzio Flaminio, dopo aver sconfitto Filippo, cominci le trattative di pace chiedendo la liberazione della Tessaglia. La richiesta venne respinta, e tutti gli stati della Grecia si schierarono dalla parte dei liberatori romani. Verso la fine di quello stesso anno Filippo si decise ad intavolare serie trattative di pace, che gli permisero di mantenere il suo regno in Macedonia. Lesercito romano evacu la Grecia nel 194 a.C. Guerra siriaca, 192-188 a.C. Antioco III, re di Siria, stava estendendo la sua egemonia sulle citt greche della costa occidentale dellAsia minore, approfittando della debolezza dellEgitto e delle difficolt della Macedonia. Aveva anche attraversato con un esercito lEllesponto, reclamando i possedimenti della costa della Tracia. Le proteste di Roma furono respinte da Antioco. Nel 192 a.C. la Lega etolica invit espressamente Antioco III a liberare la Grecia dai Romani, ma non diede troppo aiuto concreto al sovrano di Siria che, lanno dopo, fu duramente sconfitto dai Romani alle Termopili e fu costretto a fuggire in Asia Minore. Nel 190 a.C. il console Lucio Cornelio Scipione si prepar ad invadere lAsia minore per la via terrestre attraverso la Macedonia, forte del sostegno di Filippo V di Macedonia. Nel frattempo la flotta romana sconfiggeva a pi riprese i siriani nellEgeo. Lo scontro decisivo tra le due fazioni si ebbe nei pressi di Magnesia sul Sipilo, dove lesercito di Antioco fu completamente distrutto. 188 a.C.: Pace di Apamea, conferm che Roma per il momento non voleva impegnarsi direttamente nel Mediterraneo, e i territori strappati ad Antioco in Asia Minore vennero spartiti tra il re di Pergamo Eumene II e la repubblica di Rodi. Queste grandi vittorie riportate da Roma tra la fine del III e linizio del II secolo a.C. portarono cambiamento nellassetto politico e sociale interno. Si aprivano soprattutto nuovi scenari di lotta politica (processo agli Scipioni, 187 a.C., ispirato da Marco Porcio Catone) e ci fu una straordinaria diffusione del culto di Bacco, che venne stroncata dal 186 a.C. in poi con qualsiasi mezzo. Terza guerra macedonica, 171-168 a.C. Nel 179 a.C. mor Filippo V di Macedonia. Gli succedette il figlio maggiore Perseo, guardato con sempre crescente favore da molte citt greche, sempre pi insofferenti verso Roma: agli occhi di Roma questa situazione fu sufficiente per considerare Perseo una minaccia. Ogni sua mossa diplomatica venne interpretata come un gesto di sfida, e le prime operazioni militari cominciarono nel 171 a.C. Il re macedone ottenne un aiuto concreto solo dalla popolazione dei Molossi e dal re dIlliria Genzio. Nel 168 a.C. si ebbe la svolta: Perseo fu costretto dal console Lucio Emilio Paolo ad accettare battaglia campale a Pidna, e il suo esercito fu distrutto. Il re fu portato prigioniero in Italia e la Macedonia fu divisa in quattro repubbliche, che dovevano versare un tributo a Roma. Stessa sorte tocc allilliria, divisa in tre stati. 148 a.C., IV Guerra macedone: Rivolta in Macedonia guidata da Andrisco, che dopo qualche successo iniziale venne eliminato dal pretore Quinto Cecilio Metello. 146 a.C., Guerra acaica: Col passare del tempo si erano intesiti i rapporti con la lega Achea. Dopo aver stroncato la rivolta di Andrisco, il senato ordin che fossero staccate dalla Lega importanti citt, come Sparta e Corinto. Lassemblea della Lega si rifiut e decise la guerra, che fu brevissima. Nello stesso 146 a.C. Corinto veniva saccheggiata e distrutta, dopo che lesercito romano aveva invaso il Peloponneso. Terza guerra punica, 149-146 a.C. Dopo la rovinosa sconfitta della II guerra punica, Cartagine si era ripresa rapidamente, almeno dal punto di vista economico. Anche dal punto di vista politico lo stato Cartaginese si era comportato in maniera irreprensibile. Un elemento potenziale di disturbo della situazione africana era costituito dalle dispute di confine con Massinissa di Numidia, che nel corso della prima met del II secolo a.C. avanz pretese sempre pi ambiziose sui territori appartenenti a Cartagine. Nel 151 a.C. Cartagine decise per la guerra, inviando lesercito contro Massinissa. La mossa si rivel disastrosa: lesercito cartaginese venne fatto a pezzi, e insieme viol gli accordi con Roma. Nel 149 a.C. lesercito romano sbarc in Africa. Inizialmente i Cartaginesi non combatterono, ma quando gli fu intimato di lasciare le citt e stabilirsi almeno a 10 miglia dalla costa decisero di resistere a oltranza. I Romani ci misero 3 anni per conquistare la citt, che venne saccheggiata e rasa al suolo. Il territorio di Cartagine divenne la nuova provincia dAfrica. Nel 146 a.C. Roma aveva cos conquistato legemonia incontrastata sul Mediterraneo, ma non riusciva a venire a capo della situazione in Spagna. Dopo la II guerra punica i Romani si erano stabiliti in due zone della penisola iberica, divenute provincie nel 197 a.C.: la Spagna Citeriore (a Nord dellEbro) e la Spagna Ulteriore (a sud, nella zona di Cadice). La penetrazione verso linterno si rivel lenta e difficile, e venne completata solo con Augusto. Le sconfitte furono numerose, anche se Catone venne inviato nella Spagna Citeriore come console e procedette sistematicamente alla sottomissione delle trib della valle dellEbro. Mentre Numanzia, dopo una bruciante sconfitta patita dal console Caio Ostilio Mancino nel 137 a.C., fu conquistata e distrutta da Scipione lEmiliano, nel 133 a.C. Parte III: La crisi della repubblica e le guerre civili (dai Gracchi ad Azio)I. Dai Gracchi alla guerra sociale Tradizione storiografica aristocratica: ha identificato nellet dei Gracchi lorigine della degenerazione dello Stato Romano e linizio delle guerre civili. La seconda guerra punica aveva attraversato lItalia e inferto profonde ferite alla sua agricoltura. La conquista del Mediterraneo aveva daltra parte comportato un enorme afflusso di ricchezze, con conseguente ampliamento delle occasioni di mercato e una consistente massa di schiavi. I Romani e gli Italici si erano cos introdotti nel grande commercio. Avevano fatto fortuna tanti Senatori ed era stata favorita lascesa degli equites. Lo sviluppo di scambi commerciali aveva modificato progressivamente la fisionomia dellagricoltura italica. Il ricorso sempre pi massiccio agli schiavi e limportazione di grandi quantit di grano costituirono una concorrenza sempre pi rovinosa per lagricoltura di sussistenza e per i piccoli proprietari terrieri, che si ritrovarono spesso a dover vendere la loro propriet. Accelerazione della tendenza ad unagricoltura incentrata sul commercio e non sullautoconsumo. Molti dei piccoli coltivatori era costretta ad andare in citt in cerca di unoccupazione. Grande aumento della massa urbana: Roma diventa una grande metropoli. Tra il 140-132 a.C. e 104-100 a.C.: Rivolte servili in Sicilia. La prima rivolta, scoppiata ad Enna, si estese a tutta lisola. Roma fu costretta ad inviare tre consoli, e solo lultimo, Publio Rupilio, riusc a domane linsurrezione (132 a.C.). In questo periodo i mutamente sociali portarono al delinearsi di due fazioni, entrambe scaturite dalla nobilitas: optimates e populares. Gli optimates si richiamavano alla tradizione degli avi, e cercavano di ottenere per la propria politica lapprovazione dei benpensanti. Erano sostenitori dellautorit del senato. I populares si consideravano difensori dei diritti del popolo, e propugnavano la necessit di ampie riforme in campo politico e sociale. Le guerre di conquista avevano fatto crescere a dismisura lager publicus, terreno di propriet dello stato che esso concedeva in uso privati dietro pagamento di un canone irrisorio. La crisi progressiva della piccola propriet fondiaria favor la concentrazione dellagro pubblico in mano ai proprietari terrieri ricchi e potenti. Da qui venne la necessit di una serie di norme che mirassero a restringere lestensione dellager che poteva essere occupata da ciascuno. Nel 140 a.C. un primo tentativo di riforma del console Caio Leio venne per ritirato per lopposizione dei senatori. 133 a.C., Tiberio Gracco diviene tribuno della plebe: tent subito di operare una riforma che limitasse la quantit di agro pubblico posseduto. Questa proposta di legge fissava un limite di 500 iugeri + 250 per ogni figlio fino a un massimo di 1000 iugeri per famiglia. Un collegio di tribuni (Tiberio, il fratello Caio e Appio Claudio Pulcro) avrebbe poi avuto il compito di recuperare i terreni in eccesso, che sarebbero stati distribuiti ai cittadini pi poveri divisi in piccoli lotti. Scopo della legge era quello di ricostituire un ceto di piccoli proprietari, anche per stabilire una base stabile al reclutamento dellesercito. Loligarchia dominante si oppose per al decreto, il giorno del suo voto nei comizi tributi, un altro tribuno, Marco Ottavio, pose il suo veto impedendone lapprovazione: Tiberio Gracco propose allassemblea di destituirlo perch egli era venuto meno al compito che il popolo gli aveva affidato. Dichiarato decaduto Ottavio la legge agraria venne approvato, ma lopposizione conservatrice non si plac. Tiberio pens di candidarsi al tribunato anche lanno successivo, ma nel corso dei comizi elettorali venne ucciso da un gruppo di senatori. Dopo una serie di proposte riformatrici formulate ma mai andate in porto da diverse personalit (Scipione lEmiliano, Fulvio Flacco), nel 123 a.C. fu eletto tribuno della plebe il fratello di Tiberio, Caio Gracco: nel corso di due mandati consecutivi egli riprese e ampli lopera riformatrice del fratello. La legge agraria venne ritoccata e perfezionata, e vennero aumentati i poteri della commissione triumvirale. Una legge frumentaria assicur ad ogni cittadino residente a Roma una quota mensile di grano a prezzo agevolato. Caio inoltre, con una legge giudiziaria, volle limitare il potere senatorio in questo campo, integrando un gran numero di cavalieri nel corpo da cui attingere per la formazione degli albi dei giudici: i senatori non sarebbero pi stati giudicati da giudici-senatori, ma da rappresentati dellordine equestre. I senatori, i cui i privilegi erano messi in serio pericolo dalle riforme di Caio, si servirono di un altro tribuno della plebe, Druso, per contrastarlo, approfittando dellassenza di Caio, partito per lAfrica. Al suo ritorno, nel luglio 122 a.C., Caio si rese conto che la situazione politica era profondamente mutata. Candidato ancora per il tribunato nel 121 a.C., non venne rieletto. Scoppiarono allora gravi disordini: il console Lucio Opimio ordin il massacro dei sostenitori di Caio Gracco, che si fece lui stesso uccidere da un suo schiavo. Le riforme di Caio Gracco per non furono abolite, ne furono solo ridotti gli effetti (soprattutto di quella agraria). Prima del 133 a.C. Roma aveva sei provincie: Sicilia (241 a.C.), Sardegna-Corsica (237 a.C.), Spagna Citeriore e Spagna Ulteriore (197 a.C.), Macedonia (148 a.C.), Africa (146 a.C.). Per Roma si trattava di assumere la gestione di un territorio spesso solo in piccole parte assoggettato, mentre larghe zone erano al di fuori del controllo dei romani. Il magistrato affidato alla provincia fissava le linee generali di riferimento: questioni territoriali, statuto delle singole citt, regolamenti e condizioni fiscali. Lex provinciae del 133 a.C.: alla sua morte il re di Pergamo Attalo III aveva lasciato il suo regno a Roma, ma Aristonico, assunto il nome di Eumene III, guid una rivolta che tenne impegnati i Romani per tre anni (129 a.C.), quando la ribellione pot essere piegata e il territorio organizzato dal console Manio Aquilio nella provincia romana dAsia (126 a.C.). 125 a.C.: Per rispondere alla richiesta daiuto di Marsiglia contro le trib celto-liguri e galliche, fu inviato prima Fluvio Flacco poi Caio Sesto Calvino, che fond, nel 123 a.C. il centro di Aquae Sextiae (Aix en Provence) e ristabil lordine sulla costa. 123 a.C.: Furono conquistate le Baleari. Nella maggiore di esse, Maiorca, furono fondate le colonie di Palma e Pollenzia. 118 a.C.: Venne fondata la provincia Narbonese, organizzata intorno alla colonia di Narbo Martius (Narbona). Le questioni africani erano state regolate con la costituzione di una piccola ma ricca provincia (la provincia romana dAfrica), in buoni rapporti con le regioni vicine e con Massinissa, re di Numidia. Quando Massinissa mor il figlio Micipsa si era imposto come suo erede. Alla sua morte, nel 118 a.C., il suo regno fu conteso tra i suoi tre figli. Dal conflitto usc vincitore Giugurta, che prese con la forza la parte del regno assegnata ai fratelli, alleati dei romani. Roma fu costretta ad intervenire in aiuto del suo alleato Aderbale nel 111 a.C. Guerra giugurtina, 111-105 a.C. Le operazione furono condotte fiaccamente fino al 109 a.C., quando al comando dellesercito fu posto il console Quinto Cecilio Metello, che sconfisse ripetutamente Giugurta, non riuscendo per a concludere vittoriosamente la campagna. In seguito alle proteste dei mercanti del Nordafrica, il comando venne affidato a Caio Mario, eletto console nel 107 a.C.: Mario, bisognoso di nuove truppe, apr per la prima volta larruolamento volontario ai capite censi, cio ai nullatenenti. Con il suo nuovo esercito Mario torn in Africa, ma gli occorsero quasi tre anni per terminare il nuovo conflitto e catturare Giugurta, che venne consegnato ai romani dal suocero Bocco, re di Mauritania. La Numidia orientale fu assegnata a un nipote di Massinissa, la parte rimanente allo stesso Bocco. Nel frattempo due popolazioni germaniche, i Cimbri e i Teutoni, iniziarono un movimento migratorio verso sud. Dopo aver oltrepassato il Danubio ed essere scesi fino allattuale Austria, furono affrontati dallesercito Romano che nel 113 a.C., presso Noreia, sub una rovinosa sconfitta. I Cimbri e i Teutoni proseguirono il loro viaggio verso occidente, comparendo in Gallia e minacciando la provincia narborese, continuando a sconfiggere i romani. Mario venne rieletto console nel 104 a.C. e gli venne affidato il comando della guerra. Riorganizz lesercito in tutti i suoi aspetti, e quando i Cimbri e i Teutoni ricomparvero, stavolta divisi i romani li sconfissero duramente. 102 a.C., massacro dei Teutoni - 101 a.C., sconfitta dei Cimbri. Nel 100 a.C. Mario fu eletto al suo sesto consolato e si appoggi al tribuno della Plebe Saturnino, che present una legge agraria che prevedeva lassegnazione di terre nella Gallia meridionale e la fondazione di diverse colonie. Per poter sviluppare il suo programma Saturnino ottenne la rielezione a tribuno anche per lanno successivo. Durante le votazioni per scoppiarono tumulti, e il senato proclam il senatum consultum ultimum, che Mario fu costretto ad applicare contro il suo alleato politico. Saturnino fu ucciso, causando al console una notevole perdita di prestigio politico. Linstallarsi di Roma in Anatolia laveva messa in contatto con un problema endemico di quella zona: la pirateria. Essa minacciava pesantemente lasse marittimo che dallEgeo conduceva a Cipro e alla Siria. Mentre Roma si accingeva a concludere le guerre cimbriche, lazione dei pirati, che fino a quel momento non avevano interessato la Repubblica, vennero avvertite come pericolose per gli affari romani nellEgeo orientale. Lazione contro i pirati, guidata dal pretore Marco Antonio, si protrasse un paio danni e nel 101 a.C. venne fondata la provincia costiera di Cilicia. Decennio successivo al 100 a.C.: si apr tra forti tensioni sociali e politiche e rese dei conti tra le parti che si erano contrapposte durante la guerra giugurtina e il consolato di Mario. 91 a.C.: Viene eletto tribuno della plebe Marco Livio Druso: egli tent di destreggiarsi tra le parti attuando una politica di reciproca compensazione: promulg provvedimenti di evidente contenuto popolare, restitu ai senatori i tribunali per le cause di concussione, aument il senato da 300 a 600 membri, proponendo lammissione dei cavalieri. - Concessione della cittadinanza romana agli alleati Italici. Ancora una volta per lopposizione fu vastissima e trov il modo di dichiarare nulle tutte le sue leggi. Druso venne assassinato. 90-88 a.C., guerra sociale: la condizione di cittadino romano era sempre pi vantaggiosa e ci aumentava le rivendicazione e lirritazione degli Italici. Delle distribuzioni agrarie infatti beneficiarono solo i cittadini romani, mentre gli alleati italici erano sempre in una condizione di subalternit, e non avevano parte alcuna nelle decisioni politiche, economiche e militari. Lassassinio di Druso fu il segnale per gli Italici che non vi era altra possibilit per difendere le proprie rivendicazioni che la rivolta armata. Linsurrezione part da Ascoli, estendendosi dapprima verso lAdriatico poi verso lAppennino centrale e meridionale. Non aderirono alla rivolta Etruschi, Umbri, le citt latine e quelle della Magna Grecia. La lotta fu lunga e sanguinosa, poich i romani si trovarono a fronteggiare gente armata e addestrata come loro. 90 a.C. I principali settori doperazione vennero spartiti tra i due consoli. Settentrione: Publio Rutilio Lupo Meridione: Lucio Giulio Cesare (sostituito da Mario dopo la sua morte). Lincerto andamento delle operazioni fece maturare a Roma una soluzione politica del conflitto: si erano gi autorizzati i comandanti militari ad accordare la cittadinanza agli alleati che combattevano per loro. Nell89 a.C. venne promulgata la Lex Plantia Papiria, che concedeva la cittadinanza agli Italici che si fossero registrati presso il pretore di Roma entro sessanta giorni. Tali misure circoscrissero la rivolta, e nell88 a.C. Silla, eletto console assedi e sconfisse lultima roccaforte degli insorti, Nola. Inizio del processo di unificazione politica dellItalia, con la concessione della cittadinanza a tutta lItalia fino alla Transpadania. II. I primi grandi scontri tra fazioni in armiDurante la guerra sociale, una situazione allarmante per Roma si era venuta a creare in Oriente: i Parti, provenienti dalle zone del Caucaso, si erano spinti ad occupare la Mesopotamia e la Babilonia, fino alle porte della Sira. Fino a quel momento Roma aveva favorito in quella zona la coesistenza di molti piccoli Stati, limitandosi a vegliare che nessuno ne realizzasse lUnit. 112 a.C.: Mitridate VI Eupatore divenne re del Ponto, ed estese il suo regno a nord, est e ovest. Quando si impossess della Cappadocia venne inviato Silla (92 a.C.), per ripristinare sul trono di Cappadocia un sovrano pi gradito a Roma. Approfittando della guerra sociale Mitridate riprese per la sua politica espansionistica. Verso la fine del 90 a.C. Roma invi in oriente una delegazione con lincarico di rimettere sui troni i legittimi sovrani di Bitinia e Cappadocia. Mitridate sfrutt il malcontento che serpeggiava in Oriente verso Roma e le dichiar guerra. Dilag in Cappadocia e travolse le forze romane, divenendo presto padrone di tutta lAsia. Anche lisola di Delo, caposaldo del commercio romano in Oriente, e Atene, si allearono con Mitridate: la guerra acquistava una vera e propria sollevazione del mondo greco contro Roma. Nell88 a.C., quando un esercito pontico invase la Grecia centrale, Roma decise di reagire inviando Silla. Sbarcato in Epiro nell87 a.C., Silla conquist Atene e si diresse verso la Greci centrale, dove sconfisse le truppe di Mitridate a Cheronea e a Orcomeno (86 a.C.). Nel frattempo a Roma venne eletto tribuno della plebe Publio Sulpicio Rufo, che si trov ad affrontare un complessivo impoverimento dello stato romano, dovuto alla guerra sociale e a quella in Oriente contro Mitridate. Dopo aver affrontato questo problema e quello dellinserimento degli Italici con diversi provvedimenti, fece infine approvare il trasferimento del comando della guerra mitridatica da Silla a Mario. Appresa la notizia della sua destituzione Silla non esit a marciare su Roma, se ne impadron e fece nominare i suoi avversari nemici pubblici: Sulpicio fu subito eliminato, mentre Mario riusc a stento a scappare in Africa. Nell87 a.C., tornato Silla in oriente, Lucio Cornelio Cinna (uno dei consoli), venne cacciato da Roma e si rifugi in Campania, dove venne raggiunto da Mario > nuova marcia su Roma. Mario viene eletto console nell86 a.C. e un nuovo corpo d spedizione venne mandato in Oriente in sostituzione di quello Silliano. Alla morte di Mario, L.C.Cinna venne rieletto console tre volte, fino all84 a.C. Verso la fine di quellanno, alla notizia dellimminente ritorno di Silla, Cinna cerc di anticiparlo ammassando le forze ad Ancona, ma fu ucciso da una rivolta dei suoi stessi soldati. Nell86 a.C. due armate romane di opposte fazioni erano presenti in Grecia: quella di Silla e quella inviata da Cinna agli ordini di Flacco. Esse non si scontrarono mai, ma agirono parallelamente ricacciando Mitridate in Asia. Nell85 a.C. venne firmata la pace a Dardano. Mitridate conservava il suo regno, ma dovette evacuare il resto dellAsia ed era obbligato a versare una forte indennit di guerra. Silla torn in Italia nell83 a.C., sbarcando a Brindisi carico di bottino. L lo raggiunse il giovane Cneo Pompeo con tre legioni. Silla impieg due anni a sconfiggere i suoi avversari. Nell81 a.C. si impadron di Roma e distrusse le ultime resistenze avversarie. Mand Cneo Pompeo a eliminare gli oppositori rifugiatisi in Africa e in Sicilia. Per rendere definitiva la sua vittoria, Silla introdusse le liste di proscrizione, elenchi in cui vi erano i nomi di avversari politici che chiunque poteva uccidere impunemente. Le proscrizioni continuarono fino all81 a.C., un certo numero di famiglie scomparve, altre si arricch a loro spese. 82 a.C., Lex Valeria: nominava Silla dittatore con lincarico di redigere leggi e organizzare lo stato, tale dittatura era a tempo eliminato.Silla fece approvare diverse norme riformatrici: ogni proposta di legge avrebbe dovuto ottenere il consenso del senato prima di essere sottoposta al voto popolare, il senato fu portato a seicento membri, tra cui suoi numerosi partigiani, fu innalzato a otto il numero di pretori, limit con leggi apposite le eccessive ostentazioni di ricchezza da parte dellaristocrazia, furono totalmente ridimensionati i poteri dei tribuni della plebe, limitato il loro diritto di veto e annullato quello di fare leggi. Nel 79 a.C. Silla, completata la riorganizzazione dello stato, abdic dalla dittatura. Ritiratosi a vita privata mor lanno dopo. 78 a.C.: Marco Emilio Lepido tent subito di ridimensionare lordine silliano, marciando su Roma con un contingente di ribelli Etruschi. La rivolta fu stroncata in poco tempo e Lepido fugg in Sardegna. 77 a.C.: Sertonio, un generale Mariano governatore della Spagna Citeriore, aveva l creato una specie di stato mariano in esilio. Verso la fine del 77 a.C. controllava ormai praticamente tutta la penisola iberica, e fu raggiunto anche dalle truppe superstite di Lepido. Corsero voci a Roma di sue alleanze sia coi pirati che con Mitridate. Il senato decise a questo punto di inviare Pompeo in Spagna. Appena arrivato (76 a.C.) sub diverse sconfitte, ma ottenuti rinforzi nell74 a.C. la situazione and lentamente migliorando, mentre la popolarit di Sertonio andava rapidamente calando. Furono orditi diversi complotti verso di lui, finch un suo generale, Peperna, lo uccise a tradimento nel 72 a.C. Pompeo uccise a sua volta Peperna, e nel 71 a.C. vinse le ultime sacche di resistenza. 73 a.C., Terza rivolta servile (dopo quelle in Sicilia nel II sec. a.C.): Scoppiata a Capua, in una scuola di gladiatori. I ribelli si erano asserragliati sul Vesuvio, dove furono raggiunti da altri gladiatori e schiavi confluiti dallItalia meridionale. A capo della rivolta si posero due gladiatori: Spartaco, un trace, e Crisso, un gallo. La rivolta si estese ben presto a tutto il sud Italia, ma mancava tra i ribelli un piano preciso e unitario. Vagarono cos per lItalia spingendosi fino in Cisalpina per poi riscendere verso sud. Il senato affid un considerevole esercito a Marco Licinio Crasso per sedare la rivolta. Crasso riusc ad isolare Spartaco e i suoi in Calabria, dove li sconfisse pesantemente nel 71 a.C. Migliaia di prigionieri furono fatti crocifiggere da Crasso sulla via Appia, tra Roma e Capua. 70 a.C.: Pompeo e Crasso vengono eletti consoli Portano a termine lo smantellamento dellordine silliano, epurando il senato da 64 membri fedeli a Silla e ripristinando i poteri dei tribuni della plebe. In Oriente tra l80 e il 70 a.C erano riemerse due gravi minacce: i pirati e Mitridate. La pirateria aveva ripreso forza a causa dellindebolimento delle strutture politiche locali. Le sue basi principali erano disseminate lungo le coste dellAsia minore, ma si erano spinti ad infestare tutte le rotte, comprese quelle occidentali, rendendo cos difficoltoso il trasporto di merci. Nel 74 a.C., dopo diversi tentativi andati a vuoto, fu inviato contro i pirati Marco Antonio, che sub unumiliante sconfitta a Creta. Le operazioni vennero allora affidate a Quinto Cecilio Metello, che riconquist completamente Creta (68-67 a.C.), facendola diventare provincia Romana. Mitridate, dopo la pace di Dardano, aveva continuato a covare propositi di rivincita e loccasione si era presentata nel 74 a.C., alla morte di Nicomede VI di Bitinia: Mitridate decise di invaderla, e contro di lui furono mandati i due consoli Marco Aurelio Cotta e Lucio Licinio Lucullo. Le operazioni furono condotte di successo in successo fino al 71a.C., quando Lucullo occup il Ponto, costringendo Mitridate a rifugiarsi in Armenia dal genero Tigrane. Il console romano allora invase lArmenia, conquistandola nel 69 a.C. Da qui si spinse ancora pi a nord-est, ma la sua marcia fu fermata dal malcontento dei suoi soldati. Ne approfittarono Mitridate e Tigrane per riprendere le ostilit (67 a.C.). Lanno successivo un tribuno della plebe, Caio Manilio, propose che venisse esteso a Pompeo il comando della guerra contro Mitridate. Pompeo marci verso il Ponto dove sconfisse e cacci Mitridate (66 a.C.), che fu costretto a rifugiarsi lungo la sponda orientale del mar Nero, dove nel 63 a.C. si fece uccidere per non cadere in mano ai Romani. Nel frattempo Pompeo continu la sua spedizione giungendo quasi fino al Mar Caspio, poi pass in Palestina, dove si impadron di Gerusalemme, che divenne Stato autonomo aggregato alla provincia di Siria. Nel 62 a.C. Pompeo torn a Roma. Durante lassenza di Pompeo a Roma si era verificata una grave crisi: Lucio Sergio Catilina, tent nel 65 a.C. di ottenere il consolato, ma la sua candidatura fu respinta allultimo momento per indegnit. Ci riprov nel 63 a.C., quando invece fu eletto Marco Tullio Cicerone che nella campagna elettorale aveva attaccato la corruzione e la violenza di Catilina. Questultimo mise a punto unampia cospirazione che mirava a sopprimere i consoli e prendere il potere con la forza. Venne riunito in Etruria un esercito in gran parte composto da veterani silliani, ma il piano fu scoperto e sventato da Cicerone, che costrinse Catilina ad allontanarsi da Roma. Catilina mor combattendo alla testa dei suoi nei pressi di Pistoia. Egitto, Cipro, Cirenaica. Guarda sul libro, pag. 148-149.III. Dal primo triumvirato alle idi di marzo62 a.C., Pompeo sbarca a Brindisi: convinto di ottenere dai senatori la ratifica degli assetti territoriali da lui decisi in Oriente, fu invece umiliato dai suoi avversari politici. Deluso e amareggiato, Pompeo si riavvicin a Crasso e al suo emergente alleato Cesare, con i quali strinse un accordo di reciproco sostegno 60 a.C.: primo triumvirato. 59 a.C.: Cesare venne eletto console. Egli fece immediatamente votare due leggi agrarie che prevedevano una distribuzione a tutti i veterani di Pompeo di tutto lagro pubblico italiano, ad eccezione della Campania. Furono poi fatte ratificare tutte le decisioni di Pompeo in Oriente. Sul finire del consolato a Cesare venne affidato per cinque anni il proconsolato della Gallia Cisalpina e dellIllirico. Nel 58 a.C., partendo per le provincie attribuitegli, Cesare (con Pompeo e Crasso), appoggi al candidatura a tribuno di Publio Clodio Pulcro. Eletto tribuno, Clodio fece approvare una nutrita serie di leggi: il potere dei censori di espellere membri del senato fu limitato, nessun magistrato avrebbe pi potuto interrompere le assemblee pubbliche, la distribuzione del frumento per i cittadini romani doveva divenire completamente gratuita. 58 a.C., Cesare in Gallia: Quando arriv era in atto una migrazione degli Elvezi verso occidente, che minacciava le terre degli Edui e la stessa provincia romana. Cesare sconfisse gli Elvezi nel 58 a.C., iniziava cos la conquista della Gallia. 58 a.C.: Guerra contro gli Svevi guidati da Ariovisto. Cesare intervenne su richiesta degli Edui, spingendo gli Svevi ad oriente del Reno. Quando le invasioni ripresero i Romani sconfissero definitivamente i barbari in uno scontro in Alsazia superiore, costringendoli a ripassare il Reno. 57 a.C.: Guerra contro i Belgi. 57 a.C.: Conquista della Bretagna e della Normandia ad Opera di P. Licinio Crasso (Figlio del triumviro). Alla fine del 57 a.C., indotto dalle notizie che giungevano da Roma dove la situazione politica stava precipitando, Cesare rifer al senato che la Gallia poteva ritenersi pacificata. A Roma era in corso uno scontro tra Clodio, nel frattempo tornato privato cittadino, e i sostenitori di Cicerone, capeggiati dal tribuno Tito Annio Milone. Nel 57 a.C. Cicerone pot tornare a Roma. Pompeo si trov allora in una situazione di stallo politico: non osava impegnarsi nei conflitti e negli scontri tra fazioni, per timore di una perdita di prestigio o potere. Accett lincarico che gli conferiva poteri speciali per provvedere allapprovvigionamento della citt, per la durata di 5 anni. Nel frattempo a Cesare veniva chiesta la revoca della legge sullagro campano. Aprile 56 a.C.: Accordi di Lucca. Cesare, Pompeo e Crasso si accordarono su questo progetto: il comando di Cesare in Gallia sarebbe stato prorogato per altri 5 anni, mentre i tre si sarebbero impegnati a fare eleggere Pompeo e Crasso consoli per il 55 a.C.; dopo il consolato questi avrebbero ricevuto per cinque anni le due Spagne (Pompeo) e la Siria (Crasso). Tornato in Gallia, Cesare trov la Bretagna in aperta rivolta. Dopo averla velocemente domata rivolse le sua attenzioni sul fronte del Reno: qui due trib germaniche, Usipeti e Tencteri, avevano oltrepassato il confine e minacciavano i territori dei Romani. Cesare li annient nel 55 a.C. 54 a.C.: Campagna militare in Britannia: permise di raggiungere il Tamigi e port alla sottomissione di parecchie trib della costa. 53 a.C.: Repressione delle rivolte in Gallia settentrionale. 52 a.C.: Sollevazione guidata da Vercingetorge. Scoppiata a Cenabum (Orleans), la rivolta si estese rapidamente a tutto il territorio compreso tra la Loira e la Garonna. Cesare tent di assediare il grande centro di Segovia, ma venne respinto. Dovette cos dirigersi a nord per ricongiungersi con lesercito del suo legato Titio Labieno, e insieme inseguirono Vercingetorge, che si rinchiuse nella piazzaforte di Alesia. Dopo un lungo e durissimo assedio la piazzaforte fu costretta a capitolare, e Vercingetorge venne fatto prigioniero e inviato a Roma. 51 a.C.: Frantumati gli ultimi centri di resistenza, fondazione della nuova provincia della Gallia Comata. Nel 54 a.C. Crasso, giunto in Siria, aveva cercato di inserirsi nella contesa dinastica in atto nel regno dei Parti. In lotta per il trono cerano i due fratelli Orode e Mitridate, figli dello scomparso re Fraate III. Divenuto re Orode, Crasso decise di appoggiarne il fratello rivale, spingendosi in Mesopotamia senza incontrare resistenze. Nel 53 a.C. venne in contatto con lesercito partico in Mesopotamia nord-occidentale: lesercito romano venne travolto e massacrato. La stessa provincia di Siria si trov minacciata. Mentre si ritirava, Crasso fu preso ucciso. Dal 54 a.C cominciarono a venir meno i vincoli politici e familiare che legavano Cesare e Pompeo. La violenza e il caos politico dilagarono a Roma. Nel 53 a.C. venne proposto di nominare Pompeo dittatore. Allinizio del 52 a.C. lanarchia giunse al culmine: si affrontavano le bande di Clodio e di Milone sulla via Appia. Clodio rimase ucciso. Pompeo venne nominato console senza collega, egli fece votare immediatamente leggi repressive contro la violenza e i brogli elettorali, che consentirono la condanna di Milone e il ristabilimento di un equilibrio precario. Cesare era stato ininterrottamente assente da Roma dal 58 a.C. e il suo mandato sarebbe scaduto secondo lo stesso Cesare alla fine del 49 a.C., mentre per i suoi avversari nel 50 a.C. A partire dal 51 a.C. cominciarono le discussioni sul termine dei poteri di Cesare. Nel 50 a.C. un tribuno della plebe, Caio Scribonio Curione, propose che per uscire dalla crisi si dovessero abolire sia i poteri di Cesare, che quello di Pompeo. Nel dicembre di quellanno i due proconsoli dovettero deporre le loro cariche. 49 a.C.: Cesare fu intimato di deporre unilateralmente le sue cariche. Il senato vot il senatum consultum ultimum, affidando ai consoli e a Pompeo il compito di difendere lo stato. Appresa questa decisione Cesare varc in armi il Rubicone, dando cos inizio alla guerra civile. Pompeo scapp a Brindisi per imbarcarsi verso Oriente. Cesare non riusc a fermare Pompeo, e cominci quindi ad affrontare la minaccia occidentale, rappresentata dalle forze pompeiani stanziate in Spagna. Cesare sconfisse i pompeiani spagnoli presso Ilerda con le sue truppe concentrate in Gallia. Tornato a Roma nel 49 a.C. si fece eleggere console per il successivo 48 a.C. Nel frattempo Pompeo aveva posto il suo quartiere a Tessalonica. Cesare sbarc con le sue truppe a Durazzo nellinverno del 48 a.C. e avanz verso la Tessaglia. Lo scontro decisivo avvenne a Farsalo, nellagosto del 48 a.C. e si tradusse in una disfatta pompeiana. Pompeo fugg verso lEgitto, dove per era in corso una lotta dinastica tra Tolomeo XIII e la sorella Cleopatra VII. I consiglieri del re lo fecero assassinare non appena sbarcato in Egitto. Arrivato anchegli ad Alessandria, Cesare si intrattenne in Egitto ancora un anno. Aiutando Cleopatra VII ad ottenere il regno dEgitto. Partito Cesare diede alla luce il figlio di lui, Tolomeo Cesare. Nellautunno 47 a.C. Cesare sost brevemente a Roma, e subito ripart per lAfrica dove si erano rifugiati i pompeiani vinti, che si erano assicurati lappoggio di Giuba, re di Numidia. Cesare riport la vittoria risolutiva a Tapso. Suicidatosi Giuba, il suo regno divenne provincia romana. Nel 45 a.C. fu costretto a partire di nuovo per la Spagna per combattere i figli di Pompeo, Cneo e Sesto. A Munda lesercito di questi ultimi fu totalmente distrutto. Ottobre 48 a.C.: Mentre si trovava in Egitto, Cesare fu nominato dittatore per un anno. A met del 46 a.C. gli fu conferita la dittatura per 10 anni. Nel 44 a.C. ricopr il quinto consolato e fu nominato dittatore a vita. Gi nel 49 a.C. aveva messo insieme un numero vastissimo di riforme: concesse il perdono e il richiamo in patria a tutti gli esuli e condannati politici, accord facilitazioni ai debitori, estese il diritto di cittadinanza romana agli abitanti della Transpadania, il senato fu portato a 900 membri, vennero disciolte le associazioni popolari che avevano ai torbidi degli anni precedenti, furono confermate le distribuzioni gratuite del grano, venne realizzato un vasto programma di colonizzazione e di distribuzione di terre ai veterani di Cesare per decongestionare lItalia. Leccessiva concentrazione di poteri e il fatto che ogni carriera politica potesse svolgersi solo con il suo appoggio, finirono con creare allarme, oltre che nei pompeiani superstiti, anche negli stessi sostenitori di Cesare. Venne allora ordinata una congiura nei suoi confronti prima della sua partenza per una campagna nel regno dei Parti (guidata da Marco Giunio Bruto, Caio Cassio Longino e Decimo Bruto). Alle idi di marzo del 44 a.C. Cesare venne ucciso. IV. Agonia della Repubblica Abbattuto Cesare, i congiurati non si erano per preoccupati di eliminare i suoi principali collaboratori: Marco Emilio Lepido e Marco Antonio. Dopo un primo sbandamento, questi cominciarono a riorganizzarsi. Antonio riusc ad imporre una politica di compromesso, che venne ratificata dal senato e fu eletto console insieme a Publio Cornelio Dolabella. Fu stabilito che dopo il consolato a Pompeo sarebbe toccata la Macedonia, a Dolabella la Siria. La dittatura venne abolita dalle cariche dello stato. Cesare aveva nominato suo erede effettivo per i tre quarti dei beni e suo figlio adottivo suo pronipote Caio Ottavio. Alle idi di Marzo Ottavio si trovava ad Apollonia (al confine con la Macedonia), per attendere il prozio e partire con lui verso il regno dei Parti. Appena saputo del testamento si diresse a Roma dove reclam ufficialmente leredit. Entratone in possesso onor i lasciti previsti dal testamento, ponendo come caposaldo del suo impegno politico la vendetta per luccisione di Cesare. Il senato vide in lui un mezzo per contrastare il potere di Antonio. Questi nel frattempo, per poter controllare pi da vicino lItalia allo scadere del suo consolato, si era fatto assegnare le due provincie della Gallia Cisalpina e della Gallia Comata. Quando Antonio mosse verso la Gallia Cisalpina, il governatore originariamente designato, Decimo Bruto, rifiut di cedergliela e si rifugi a Modena. 43 a.C., Guerra di Modena: Il senato ordin ai due consoli Aulo Irzio e Caio Vibio Pansa di muovere in soccorso di Bruto; ad essi venne associato Ottavio. Vicino a Modena Antonio fu battuto e fu costretto a ritirarsi verso la Narbonese. Poich entrambi i consoli erano morti, Ottavio chiese al senato il consolato per s e ricompense verso i suoi soldati. Al rifiuto, non esit a marciare su Roma. Agosto 43 a.C., Ottavio venne eletto console insieme al cugino Quinto Pedio. I due consoli istituirono immediatamente un tribunale speciale per perseguire gli assassini di Cesare. Nel frattempo in Gallia Antonio si era ricongiunto con Lepido. Ottobre 43 a.C.: Ottaviano, Antonio e Lepido si incontrarono nei pressi di Bologna e fondano il secondo triumvirato, che rimarr valido fino alla fine del 38 a.C. Antonio conservava il governatorato della Gallia Cisalpina e Comata. Lepido ottenne la Gallia Narborese e le due Spagne. Ottaviano lAfrica, la Sicilia, la Sardegna e la Corsica. Vennero resuscitate le liste di proscrizione, con i nomi degli assassini di Cesare e dei nemici dei Triumviri. Centinaia di senatori e cavalieri furono uccisi e i loro beni confiscati (tra essi Cicerone). I triumviri poterono rivolgere ora le armi verso Oriente, dove i cesaricidi Bruto e Cassio si erano costituiti una solida base di potere. Nel 42 a.C., dopo aver divinizzato Cesare, Antonio e Ottaviano partirono alla volta della Grecia. Lo scontro decisivo ebbe luogo a Filippi, nellottobre del 42 a.C.: Ottaviano si trov subito in difficolt, ma Cassio, battuto da Antonio e credendo che anche Bruto fosse stato ucciso, si tolse la vita. Bruto, sconfitto definitivamente, si suicid a sua volta. Le proscrizioni, le guerre intestine e Filippi avevano decimato spaventosamente lopposizione senatoria pi conservatrice: il loro posto venne preso da una nuova aristocrazia, formata da persone di fiducia dei triumviri. Dallo scontro coi cesaricidi usciva nettamente rafforzato Antonio: egli infatti si riserv il comando su tutto lOriente. A Lepido fu assegnata lAfrica, mentre a Ottaviano la Spagna, insieme al compito di sistemare in Italia i veterani delle legioni: questo compito fu particolarmente arduo, perch il agro pubblico sulla penisola era pressoch terminato. Si procedette con lespropriazione dei terreni nei territori delle 18 citt che erano state destinate allo scopo. 41 a.C., le proteste dei proprietari terrieri si trasform in rivolta aperta. Ottaviano fu costretto ad affrontare gli insorti, che si chiusero a Perugia (inverno 41-40 a.C.); dopo un feroce assedio la citt fu espugnata. Molti rivoltosi fuggirono a infoltire le fila di Sesto Pompeo che, impadronitosi della Sardegna e della Corsica, batteva i mari per impedire i rifornimenti dellItalia e di Roma. Nel frattempo Ottaviano si era appropriato delle Gallie, dovera morto il legato di Antonio. Ottaviano, attraverso il matrimonio, si avvicin a Sesto Pompeo e Antonio, allarmato, mosse dallOriente verso lItalia. I due si incontrarono a Brindisi, dove venne stipulato un accordo in base a cui ad Antonio veniva assegnato lOriente, mentre ad Ottaviano lOccidente. Antonio spos inoltre Ottavia, la sorella di Ottaviano. La situazione venne di nuovo complicata dalle richieste di Sesto Pompeo, che aveva ripreso a bloccare il grano diretto a Roma e nellaccordo di Miseno (39 a.C.), si vide riconosciuto da Ottaviano e Antonio il governo di Sicilia, Sardegna e Corsica. Nel 38 a.C. Sesto Pompeo riprese le azioni di scorreria verso lItalia. Quello stesso anno Sesto aveva perso la Sardegna e la Corsica, che un suo luogotenente aveva consegnato ad Ottaviano e divamp presto una lotta anche per il controllo della Sicilia. Inizialmente Ottaviano fu sconfitto e fu costretto a concludere un altro accordo, a Taranto nel 37 a.C., con Antonio per ricevere rinforzi. 37 a.C.: Il console Marco Vipsanio Agrippa fece costruire un porto militare a Pozzuoli, e con le flotta che l aveva allestito sconfisse Sesto Pompeo al largo della costa settentrionale della Sicilia. Sesto fugg in Oriente, dove fu ucciso lanno dopo. Lepido, che aveva preso parte con Ottaviano alle operazioni, rivendic per s la Sicilia, ma il suo esercito labbandon e per Ottaviano fu facile metterlo in disparte dalla vita politica. 35-34 a.C.: Campagne di Ottaviano contro gli Illiri in Pannonia e Dalmazia. Dopo laccordo di Taranto, Antonio pot tornare in Oriente e cerc di dare un nuovo assetto ai territori dOriente in vista dellinizio dellimpresa partica. Primavera 36 a.C.: Inizio della spedizione partica. Attraverso lArmenia Antonio invase il territorio partico a nord, arrivando ad assediare la citt di Fraata, che per non riusc a conquistare. Dovette allora ritirarsi e, dopo la riorganizzazione del 35 a.C., nel 34 a.C. riusc a conquistare lArmenia. 35 a.C., definitiva rottura tra Antonio e Ottaviano. 32 a.C.: Scadenza naturale del triumvirato. I due consoli chiesero le ratifiche delle decisioni prese da Antonio in Oriente. Ottaviano ne imped al senato lapprovazione. Entrambi i consoli e 300 senatori abbandonarono lItalia e si rifugiarono presso Antonio. Rivelando un testamento in cui Antonio disponeva di essere sepolto ad Alessandria accanto a Cleopatra, attribuendo dei regni ai figli avuti con la regina, Ottaviano ottenne che Antonio venisse privato di tutti i suoi poteri: si present dunque con il difensore di Roma dalle mire di unavida regina. La dichiarazione di guerra fu infatti contro la sola Cleopatra. Settembre 31 a.C. vi fu la battaglia di Azio che segna la vittoria di Ottaviano, Antonio e Cleopatra si ritirarono quindi in Egitto. Quando Ottaviano penetr in Egitto con le sue truppe e Prese Alessandria (30 a.C.), prima Antonio e poi Cleopatra si suicidarono. LEgitto venne proclamato provincia romana.

Parte IV: Limpero da Augusto alla crisi del III secoloI. AugustoNel 31 a.C., sconfitto Antonio, Ottaviano si ritrov ad essere padrone assoluto dello Stato romano. La soluzione politica adottata da Ottaviano segna una cesura fondamentale nella storia romana. Il 31 a.C. lanno dellinizio del principato, un regime istituzionale incentrato sulla figura del princeps. Arrivava cos a compimento il processo di personalizzazione della politica che aveva visto lemergere di politici e generali che avevano affermato il loro potere personale grazie alla disponibilit di eserciti fedeli, alle guerre di espansione e allo sfruttamento economico delle provincie. 29 a.C.: ritorno di Ottaviano a Roma. Il processo di riconoscimento giuridico della nuova forma istituzionale inizi nel 27 a.C. Ottaviano rinunci formalmente a tutti i suoi poteri straordinari, accettando solo un imperium proconsolare per dieci anni sulle provincie non pacificate (Spagna, Gallia, Cipro, Cilicia ed Egitto). Qualche tempo il senato lo proclam Augusto, un epiteto che lo sottraeva alla sfera propriamente politica per proiettarlo in una dimensione sacrale. Non era pi immaginabile che il potere non fosse detenuto da un solo individuo: la nuova organizzazione dello Stato rappresentava il definitivo superamento delle istituzioni, ormai pi non adeguate, della citt- stato. 27-25 a.C.: Augusto combatte Asturi e Cantabri in Gallia e Spagna settentrionale. 23 a.C., grave crisi: in Spagna Augusto si era gravemente ammalato e si sent in fin di vita. La scomparsa prematura di Augusto avrebbe portato ad una crisi dinastica e a nuove guerre civili: egli pens quindi al generale Marcello, che aveva sposato la sua unica figlia Giulia. Marcello per mor e Giulia fu data in moglie ad Agrippa, che divenne cos il suo successore designato. Augusto depose il consolato e ottenne un imperium proconsulare che gli permetteva di agire con pien