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� Piano città
Come far rifiorire le nostre aree urbaneIl Piano città rappresenta l’opportunità per un grande progetto di rilancio per l’Italia se saprà fare tesorodelle esperienze (non tutte positive) degli anni ’90. Tuttavia, sono deboli gli obiettivi ed eterogenee le proposte
Facciamosistemacon i privatiIntervista a Graziano Delrio,sindaco di ReggioEmilia e presidenteAnci
� Un bilancio delle trasformazioni urbane in Italia
Finalmente i riflettori sonopuntati su aree dismesse e periferie
Coordinamento redazionale:Luca GibelloCaterina PagliaraCarla Zito
Impaginazione:Rosario Pavia
I Rapporti Annuali costitui-scono le sezioni specialimonografiche di «Il Gior-nale dell’Arte» e di «Il Gior-nale dell’Architettura» de-dicate a un rilevante setto-re specialistico. Ogni Rapporto Annualeraccoglie e seleziona concadenza annuale le infor-mazioni memorabili sui te-mi specifici trattati: princi-pali eventi, esposizioni e
fiere, convegni, pubblica-zioni, legislazione, analisidi mercato, risultati eco-nomici nazionali e interna-zionali (per esempio, leprincipali vendite e le quo-tazioni aggiornate), orien-tamenti del gusto, tenden-ze, opinioni degli speciali-sti, indirizzari, attività eprogrammi degli operatori,anticipazioni (per esempio,le esposizioni che avranno
luogo nel corso dell’anno intutto il mondo).
«Il Giornale del Restauro»,i «Rapporti Annuali», «IlGiornale dell’Arte» (Tel.011 8199120) e «Il Gior-nale dell’Architettura»(Tel. 011 8199121) sonotestate edite dalla Societàeditrice Umberto Alleman-di & C.
Rigenerazione urbana
DEL GIORNALE DELL’ARTEE DEL GIORNALE
DELL’ARCHITETTURA
IL GIORNALE DELL’ARTERestauro Marzo Fotografia Maggio Fondazioni GiugnoSponsor Novembre
IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURARestauro Marzo Formazione Luglio
I Rapporti Annualidel 2012
Nelle trasformazioni urbanedella città consolidata degli ul-timi quarant’anni in Italia e inEuropa i riferimenti concet-tuali si sono gradualmentespostati dal tema del recuperoe/o restauro dei manufatti dipregio storico-testimoniale (icentri storici, l’archeologia in-dustriale, i singoli edifici), aquello della riqualificazione evalorizzazione di aree ancheprive di pregi architettonici in-triseci, ma importanti per il lo-ro ruolo nel tessuto urbano, perapprodare, infine, alla rigene-
L’acuirsi della crisi continuaa colpire il settore delle co-struzioni. Secondo i dati del-l’Osservatorio congiunturaleAnce, presentato a giugno, gliinvestimenti in costruzioniregistreranno nel 2012 unanuova flessione (-6%). In cin-que anni, dal 2008 al 2012, ilsettore avrà perso più di unquarto (-25,8%) degli investi-menti, riportando l’attivitàproduttiva ai livelli di metàanni settanta. Soffrono tutti icomparti, a partire dalla pro-duzione di nuove abitazioni,che nel quinquennio avrà per-so il 44,4%, l’edilizia non re-
Spending review, patto distabilità e rigenerazione ur-bana. Quali sono le possibi-lità concrete che queste stra-tegie siano conciliabili, inquesto momento storico inItalia, attraverso il Piano na-zionale per le città?Il Piano città rappresenta, neifatti, uno dei pochi strumentiposti in essere dal GovernoMonti per favorire il concreto
e ragionatoafflusso di ri-sorse pubbli-che e privatesul tema dellarigenerazioneurbana. Forse
l’unico strumento che ha unadotazione certa di risorse pub-bliche da investire con gli en-ti locali rispetto a molte altrenorme, in primis la spendingreview che, invece, prescrivo-no ulteriori sacrifici e tagli aloro carico. È vero inoltre che,nell’attuale momento con-giunturale in cui non è possi-bile immaginare ulteriori im-poste anche di scopo, per apri-re una fase di ammoderna-mento del paese e di riqualifi-cazione urbana, gli enti localisono chiamati a effettuare unvero e proprio salto di para-digma, non tanto sugli aspettieconomici e gestionali dellestrutture e degli uffici ammi-nistrativi, quanto sulla promo-zione di politiche attive e so-prattutto d’interventi sosteni-bili in grado di attrarre le po-che risorse finanziarie pubbli-che esistenti e, in quota mag-giore, le risorse finanziarie pri-vate parcheggiate, oggi, nei ti-toli di stato. Questo significaanche che le città, che noi rite-niamo esser la chiave di voltaper la crescita del paese, do-vranno ragionare in modo stra-tegico sui progetti necessariper implementare la propriacompetitività e sulle energiepubbliche e private da coagu-lare per presentare le proposte.
razione urbana, intesa come uncomplesso di operazioni cheriguardano tanto il tessuto ur-banistico, edilizio e ambienta-le, quanto la struttura econo-mica e sociale della città. Sipuò dire che l’accento si è gra-datamente spostato dalla sferadella tutela del patrimonio ar-chitettonico/urbanistico allasfera della «rigenerazione» delpatrimonio sociale, economi-co e ambientale delle nostrecittà. Una forte spinta in questo sen-so è stata impressa, a fine an-
� Il Piano città contenuto nel DL 83/2012: le principali candidature� Le analisi del mercato e le posizioni di Ance, Anci, Cresme, Cnappc, Oice
�Recupero edilizio, qualità, competitività: le strategie di associazioni di categoria e aziende�Una rassegna delle principali trasformazioni urbane in cantiere o in progetto in Italia�Ricostruzione post sismica: forum Saie � L’agenda delle fiere di settore del 2012
ni ottanta, dall’esperienza ma-turata nei processi di recuperodelle aree dismesse e più re-centemente dei quartieri resi-denziali sviluppati nel boomurbano degli anni cinquanta-settanta. In essi le carenti con-dizioni di partenza hanno evi-denziato la necessità di coniu-gare aspetti diversi che con-sentissero di creare o ricrearecondizioni urbane complesse(mix di funzioni) e di qualità(collegamenti, servizi, ener-
Abbiamo un Piano nazionaleper le città nuovo e, in un certosenso, di nuovo. Ormai un quar-to di secolo fa, in alcuni ufficidella Commissione europea aBruxelles s’iniziava a parlare di«spirito Urban»: riqualificarepezzi di città e contrastarne il de-grado sociale. Semplice no?«Programmi complessi» ven-nero invece battezzati in Italia.Durante gli anni novanta diver-se città avviarono ProgrammiUrban, Contratti di quartiere,Pru, Prusst, Priu e tante altre si-gle per distinguere le differenzetra i modi delle trasformazioni,i soggetti (solo pubblici o anche
privati) e i luoghi (quartieri re-sidenziali, vie commerciali,spazi pubblici). Ma la sfida, co-me voleva l’Europa, restavasempre doppia: migliorare la si-tuazione delle pietre e delle per-sone. La valutazione istituzio-nale e scientifica di come sonoandate le cose è controversa, mai risultati sono lì, sotto i nostriocchi di cittadini. Avoler scegliere tre storie para-digmatiche di un livello zero,minimo e massimo si potrebbe-ro rispettivamente candidare iProgrammi Urban di Genova,
RA� I RAPPORTI ANNUALI DEI GIORNALI DELL’ARTE E DELL’ARCHITETTURA
Rigenerazione urbana
I Rapporti Annuali
sidenziale privata, con una di-minuzione del 27,9%, e i la-vori pubblici, che registranouna caduta del 37,5%. Gli ef-fetti sull’occupazione e le im-prese sono pesantissimi: dal-l’inizio della crisi si stima chesi siano persi 325.000 posti dilavoro nelle costruzioni, chesalgono a 500.000 unità con-siderando anche i settori col-legati.In questo scenario economicoemergono in modo sempre piùpressante i temi della crescitae dell’equità, ci s’interroga suquale possa essere il modellodi sviluppo da adottare, quale
direzione intraprendere perinvertire un preoccupante de-clino. In questa prospettiva,l’Ance ha formulato proposteconcrete per rilanciare la cre-scita, assicurando allo stessotempo il rigore nella finanzapubblica. Una delle propostepunta l’attenzione sulle città,in quanto le aree urbane rap-presentano un fattore strategi-co per la crescita e la compe-titività del Paese, a patto di ri-uscire a conseguire una mi-gliore vivibilità del contestourbano. Nelle norme del re-
CONTINUA A P. 3, I COL.
� Antonio GennariCONTINUA A P. 4, I COL.
� Marina DragottoCONTINUA A P. 6, III COL.
� Daniela CiaffiCONTINUA A P. 2, III COL.
Il Piano di recupero dell’ex Manifattura tabacchi di Napoli(Mario Cucinella Architects e Andreas Kipar) è uno degli ottocasi italiani di rigenerazione urbana illustrati alle pagine 6-7
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2 RAPPORTO ANNUALE RIGENERAZIONE URBANA IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 109, OTTOBRE 2012
Funzionerà se non dimentica la lezione dei Programmi UrbanSEGUE DA P. 1, V COL. Bari e Torino. Tra gli stretti vi-coli genovesi è nato qualche an-no fa il comitato dei liberi citta-dini della Maddalena, che concoraggio continua a chiedereche fine hanno fatto i molti sol-di pubblici destinati a quel pez-zo di centro storico. A Bari c’èchi fa un puntuale e triste bilan-cio delle attività che non sonosopravvissute alla fine del Pro-gramma; ma una certa soddi-sfazione per l’operazione di ri-lancio del cuore della città restadiffusa. ATorino c’è la CascinaRoccafranca nel cuore di Mira-fiori che attrae 3.500 visitatorialla settimana con attività auto-promosse; ma più che la singo-la esperienza è esemplare il si-stema torinese. Partito nel 1997come «Progetto speciale perife-rie» si è evoluto nel corso deisuccessivi 15 anni in Program-ma di rigenerazione urbana. Lamappa delle azioni di sviluppolocale ha allargato l’attenzionedalle prime tre aree disagiate diallora alla ventina di territori ur-bani su cui si sta attualmente in-vestendo. È innegabile che unadelle amministrazioni politichetra le più solide d’Italia abbiagiovato alla continuità della dif-ficile sfida di contrasto alle di-verse sacche di degrado. L’1 giugno scorso il vicemini-stro alle Infrastrutture MarioCiaccia ha reso operativo il Pia-no città per la «riqualificazionedi aree urbane con particolare ri-ferimento a quelle degradate»:una sequenza di parole che piùUrban non si può! Certo, quellierano anni di ricchi finanzia-menti europei, in cui per rige-nerare un paio di ambiti urbanisi sono spese in una sola cittàitaliana decine di milioni di eu-ro: le stesse risorse previste dalPiano città per i prossimi due an-ni sull’intero territorio naziona-le. A leggere il Piano e a voler-lo confrontare con le politicheeuropee degli anni novanta cisono due vistose assonanze: ilriferimento all’edilizia residen-ziale pubblica da un lato (previ-
Non può che essere apprezzata la scelta di proporre un pianonazionale per le città (art. 12 del D.L. 83/2012) all’interno delDecreto sviluppo, in grado di attivare investimenti pubblici eprivati in un momento di profonda crisi del settore edilizio.Commentare oggi il Piano non è però cosa semplice, sia perchésono molti gli aspetti introdotti dal Decreto, pur nella brevitàdell’articolato, sia perché ancora non sono state presentate tuttele proposte da parte delle amministrazioni comunali.In generale, la logica di fondo è certamente da condividere: inun momento di scarse risorse pubbliche disponibili, il Piano sipropone di «mettere in gara» le progettualità che leamministrazioni delle città medio-grandi sono in grado dipredisporre (o, forse, hanno già predisposto). Si tratta distimolare la competitività tra le diverse aree urbane, cercando diutilizzare al meglio le risorse disponibili, dove per utilizzomigliore deve intendersi il raggiungimento di obiettivi posti abase di gara. Non è affatto una novità: sia lo stato, sia diverseregioni hanno in passato sperimentato modalità di distribuzionedelle risorse di questo tipo, proponendo progetti per lo sviluppolocale che integrassero diverse funzioni e opere infrastrutturali ainterventi privati o in partenariato pubblico-privato (Piemonte,Veneto, Emilia-Romagna, ecc.).Al di là della filosofia del Piano, gli elementi potenzialmentecritici emergono però nelle sue logiche attuative: in particolaresembra mancare una gerarchia e un’articolazione più definitadegli obiettivi, che ovviamente divengono i criteri attraverso iquali si selezionano le proposte (art. 12, comma 3 del D.L.83/2012). Ad esempio, ecco possibili dubbi: la quantità delcofinanziamento da parte dell’ente locale proponente (per laquale non è fissata una quota minima) rispetto a quanto richiestoal Piano, che peso ha nella valutazione? Devono essere utilizzatiindicatori per misurare la situazione e i risultati attesi in terminidi «riduzione dei fenomeni di tensione abitativa» e di«marginalizzazione e degrado sociale»? Quanto pesa comecriterio di selezione la «prossimità alla cantierabilità degliinterventi»? Qual è il vantaggio, sempre in termini di criteri diselezione, a predisporre, con le complessità che questocomporta, opere in partenariato pubblico-privato o interventi dihousing sociale?Insomma, quando si scende dal piano strategico alla concretaattuazione emergono alcune carenze che, da un lato, nonconsentiranno alle città di mirare con attenzione il loroprogramma rispetto agli obiettivi specifici del Piano e, dall’altro,renderanno difficile alla costituenda cabina di regia valutare ecomparare su un piano tecnico le singole proposte presentate. Inaltri termini, se l’intenzione è quella di proporre una selezioneattraverso una forma di gara, andrebbero indicati e articolati inmodo più puntuale fin da subito i criteri e i relativi pesiattribuiti, in modo da consentire una valutazione trasparente e dinatura tecnica. Altrimenti, il rischio è che nella sostanza siriproduca la «tradizionale» richiesta di contributi per operepubbliche, inevitabilmente mediata da valutazioni interne alsistema politico. La cabina di regia prevista, peraltro moltoampia (15 membri e 2 «osservatori»), appare, in questo quadro,più una «camera di compensazione» delle varie pressioni(politiche, locali, territoriali, ecc.) che non un organo diselezione tecnica. Altro elemento da considerare è la tempistica:emerge con chiarezza l’obiettivo di accelerare al massimol’apertura dei cantieri, obiettivo comprensibile a fronte dellacrisi del settore. Poco più di tre mesi per predisporre le propostedi programmi articolati è però un lasso di tempo molto breveche rischia d’indebolire la qualità della proposta stessa, a menodi utilizzare ipotesi d’intervento già elaborate ad altri fini, cheoggi vengono ripresentate (le «proposte nel cassetto»), comepare nel concreto emergere nel caso di alcune città.Infine il nodo delle risorse. Com’è noto, il Decreto non prevededi destinare risorse aggiuntive per la realizzazione del Piano madi costituire un fondo presso il ministero delle Infrastrutture edei trasporti (Fondo per l’attuazione del Piano nazionale per lecittà) nel quale far confluire le risorse non utilizzate relative aiprogrammi ex art. 18 L. 203/91 e ai Programmi di recuperourbano, per un totale complessivo stimato in poco più di 220milioni, distribuiti dal 2012 al 2017. Si tratta di un ammontaremolto contenuto anche se, dove previsto dalle proposte,potrebbero aggiungersi risorse per interventi sulle scuole osull’housing sociale. Alle città proponenti si chiede, insomma, difar convergere, in un ambito urbano definito e da riqualificare,diverse fonti di finanziamento in modo da concentrare le risorsee ottimizzare i risultati attesi. Per ogni proposta selezionata, gliimpegni finanziari dei vari soggetti, pubblici e privati,dovrebbero confluire in un Contratto di valorizzazione urbanache «regolamenta gli impegni dei vari soggetti pubblici e privati,prevedendo anche la revoca dei finanziamenti in caso di inerziarealizzativa». Questo meccanismo di contrattualizzazione degliimpegni dei vari soggetti, pur non essendo una novità assoluta, ècertamente interessante e potrebbe aiutare la concretarealizzazione dei programmi. Il Piano, purtroppo, se sipreoccupa dell’effettiva realizzazione delle opere inserite neiprogrammi, tralascia un aspetto fondamentale nelraggiungimento del risultato di un miglioramento della vivibilitàurbana: la successiva gestione dei manufatti e dei servizi, veropunto di debolezza della politica degli investimenti pubblici nelnostro paese (ci si preoccupa più del «mattone» che del servizioconnesso). I modelli di gestione e la loro sostenibilità economicanon emergono come tematiche importanti nella fase di selezionee manca la previsione di un monitoraggio ex-post, di verifica deirisultati attesi dai singoli programmi di riqualificazione urbana.❑ Franco Prizzon
sti 72.000 nuovi alloggi popo-lari) e «la riduzione di fenome-ni di tensione abitativa, di mar-ginalizzazione e degrado socia-le» dall’altro lato. Ma il dirittoalla casa di una popolazionesempre più povera e le relativeazioni di accompagnamento so-ciale non rappresentano certo ilcuore del Piano. Lo si può de-durre da tre piccoli particolariche denunciano una grande di-stanza tra l’approccio europeo,pur datato, e quello italiano at-tuale. Primo: l’idea del Piano città l’-ha avuta l’Associazione nazio-nale costruttori edili (Ance), cheha effettuato uno studio non tan-to sul degrado materiale e im-
materiale delle nostre cittàquanto sul calcolo di generare100.000 posti di lavoro entro il2014. Per un miliardo investitone vengono generati altri tre. Edè opinione tanto diffusa quantosbagliata: dal migliorare i datisull’occupazione al migliorare idati sul sociale è un attimo. Se-condo: in pole position troneg-gia l’immediata cantierabilitàdegli interventi, segue l’effettomoltiplicatore del finanziamen-to pubblico nei confronti degliinvestimenti privati. Questionedi forma, può essere, ma perchéin sostanza nessun parametroviene dato a misura delle con-dizioni sociali dei luoghi degra-dati? Perché invece, ad esempio
Ma non è tutto oroquel che luccicaSecondo Franco Prizzon il Piano cittàè debole nell’articolare gli obiettivi
Cascina Roccafranca a Torino. Nel quartiere Mirafiori è operati-vo da maggio 2007 un centro socio-culturale polivalente (spaziaccoglienza, ristoro, infanzia e feste, ecomuseo) realizzato gra-zie ai fondi del Programma di iniziativa comunitaria Urban 2 suprogetto di Atc Projet.to srl, Crotti+Forsans architetti, Studio As-sociato Gsp, Antonio De Rossi. La gestione si deve all’omonimaFondazione (Comune di Torino socio fondatore, con i soci parte-cipanti, ovvero le quasi 80 associazioni che costituiscono il Ta-volo della Circoscrizione 2)
Che cos’è il «Piano città»Il Piano nazionale per le città (art. 12 del D.L. 83/2012 al-l’interno del Decreto sviluppo) è predisposto dal Ministerodelle Infrastrutture e dei trasporti e «dedicato alla riqualifi-cazione di aree urbane, con particolare riferimento a quelledegradate». I comuni devono inviare le proposte di Contrattidi valorizzazione urbana costituite da un insieme coordinatodi interventi con riferimento a aree urbane degradate entro il5 ottobre all’Anci ([email protected]), dando conte-stualmente notizia dell’avvenuta presentazione alla cabina diregia istituita da un decreto del ministro delle Infrastruttureil 3 agosto (pubblicato sulla G.U. n. 196 del 23/08/2012). Lacabina di regia è costituita da 15 membri rappresentanti diMinisteri, Regioni, Anci, Agenzia del demanio, Cassa deposi-ti e prestiti e da due osservatori: un rappresentante del Fon-do investimenti per l’abitare (Fia), di Cdp Investimenti SGR eda un rappresentante dei Fondi di investimento istituiti dallasocietà di gestione del risparmio del Ministero dell’Economiae delle finanze. Per l’attuazione del Piano è istituito un Fon-do per l’attuazione del piano nazionale per le città, nel qualeconfluiscono le risorse, inutilizzate o provenienti da revoche,di vecchi progetti di riqualificazione urbana. Il finanziamentostatale disponibile ammonta a 224 milioni distribuiti dal 2012al 2017 (nel limite di 10 milioni per l’anno 2012, 24 milioniper l’anno 2013, 40 milioni per l’anno 2014 e 50 milioni per2015, 2016 e 2017). Al 12 settembre erano state presenta-te 27 ipotesi d’intervento da parte di altrettanti comuni: 17avevano già allegato elaborati tecnici, per i restanti 10 si ètrattato solo d’ipotesi d’intervento. Di seguito riportiamo unaselezione delle principali richieste.
Che cosa chiedono i grandi Comuni826 milioni per Genova. Tre macro-aree per una proposta si-mile a quella avanzata negli anni scorsi per progetti integrati:ripensare intere porzioni di città con interventi di riqualifica-zione sotto più profili. Per il quartiere popolare di Legaccio-SanTeodoro (con un investimento stimato di 150 milioni) è previ-sta una ripresa economica che si traduce in crescita sociale.
Nei restanti due ambiti gli interventi sono di carattere infra-strutturale. Per la Val Polcevera con l’area del ponente cittadi-no si chiedono 270 milioni per realizzare il metrò fino a Rivaro-lo e una teleferica sulla collina degli Erzelli, dove è in costruzio-ne il polo tecnologico genovese. In Val Bisagno, messa in ginoc-chio dall’alluvione di novembre, il pezzo forte è uno scolmatore;la richiesta di 450 milioni comprende anche una nuova tramvia,una linea riservata per tram o bus elettrici lungo l’argine del tor-rente, la rivitalizzazione delle aree dismesse e il nodo infrastrut-turale attorno al porto.
16,5 milioni per Caserta. Il capoluogo campano propone quat-tro opere infrastrutturali. La riqualificazione del Borgo medieva-le di Caserta Vecchia prevede la pedonalizzazione di tutta l’areastorica e opere di nuova pavimentazione, mentre la proposta diriqualificare il percorso tra la Reggia e il borgo di San Leucio na-sce con l’intento di favorire sia il passaggio pedonale dei turistisia il traffico con navette. Gli interventi per viale Carlo III, l’ar-teria che rappresenta la porta principale d’accesso alla città eha come punto d’arrivo la Reggia, prevedono una nuova illumi-nazione e vegetazione; infine, la variante di San Leucio vedrà larealizzazione di un sistema di collegamento tra la piana di Caiaz-zo e il centro abitato di Caserta secondo i canoni di compatibi-lità ambientale e sostenibilità edilizia.
43 milioni per Bari. Il finanziamento richiesto andrebbe a copri-re la seconda tranche di un progetto parzialmente sostenuto dafondi europei (8,5 milioni) per la riqualificazione del waterfrontdel quartiere San Girolamo con la realizzazione di opere pubbli-che accessorie: il nuovo acquario cittadino da 6.000 mq e il ba-cino nautico, il parcheggio di scambio per il collegamento inter-modale con la nuova metropolitana per l’aeroporto e interventidi social housing. L’intento è quello di agire con interventi di ri-cucitura e riuso integrati con le politiche abitative, ambientali eculturali. Tale quartiere è stato già oggetto di un’operazione disostituzione edilizia sulle case popolari dello Iacp (tuttora in cor-so); lo scopo è quello di avviare una valorizzazione immobiliareper un tessuto particolarmente degradato, contestualmente al-
Piano città: i finanziamenti richiesti e le opere previste
in tema di risparmio energetico,gli indicatori vengono snoccio-lati eccome? Terzo: prendendoin rapida rassegna le prime pro-poste avanzate dalle città è evi-dente che solo Bologna e Romahanno candidato aree con pro-blemi e potenzialità sociali, ri-spettivamente la zona del mer-cato Navile e il quartiere Pietra-lata. Viene da chiedersi che co-sa centrino invece il mega-par-cheggio di Firenze, il Centro di-rezionale di Napoli o la metro-politana di Genova. Nonostan-te le larghe maglie del Piano, èabbastanza evidente che si trat-ta d’interventi fuori scala e fuo-ri budget e soprattutto fisica-mente distanti dalle vere sacchedi degrado sociale a tutti noi no-te in queste città.Il siparietto dei commentatoripro e contro il Piano città sta an-dando in scena con grandi ev-viva alla ritrovata attenzionedello stato italiano alle città, ab-basso al tentativo di esclusionedelle regioni da una materia co-me quella della riqualificazio-ne urbana, evviva all’aperturacelere dei cantieri, abbasso alregime di urgenza e alle colatedi cemento. Italianissime dis-pute, queste, che paiono secon-darie rispetto ad alcuni temi ci-tati nel testo. Il quale, per quan-to viziato all’origine e com-plessivamente mal scritto, po-ne questioni di rigenerazioneurbana appropriate: tra i servi-zi a scala di quartiere si foca-lizza ad esempio sulle scuole (acui destina circa 950 milioni),stimola partenariati pubblico-privato, istituisce una cabina diregia alla francese. Ma se ol-tralpe i membri delle Régiesvengono decisi e quelli restano,chez nous alla cabina si affian-cano subito altri organi e s’ini-zia immediatamente a prevede-re procedure semplificate.Se è vero che alla fine si po-tranno finanziare dai 10 ai 15progetti in altrettante città, e seè vero che questo è un governodi tecnici, si spera che gli studisull’esperienza Urban degli an-ni novanta, e ancor più gli evi-denti successi e insuccessi di cuile città stesse parlano, possa va-lidamente affiancare gli studiAnce come strumento di valu-tazione nelle mani dei respon-sabili della selezione. ❑ Daniela Ciaffi
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RAPPORTO ANNUALE RIGENERAZIONE URBANAIL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 109, OTTOBRE 2012 3
È una logica che stiamo inco-raggiando anche con il nostroosservatorio delle Smart Citiese che aiuterà le città a miglio-rare nella propria capacità dipianificazione. Inoltre alimen-tare la competitività tra cittànon è depressivo delle risorse,al contrario fa crescere tutte lecittà ed è il motore per riparti-re: le specificità italiane sonotalmente tante che ciascunopuò trovare la sua via per ec-cellere. Questo è anche lo spi-rito con cui è stato predispostodal ministero Infrastrutture eTrasporti, anche grazie al sup-porto dell’Anci, il Piano na-zionale per le città, e dovreb-be essere questo l’approccioda utilizzare nella predisposi-zione delle proposte da partedei comuni. Proposte in grado,al contempo, di attivare mec-canismi e circoli virtuosi disviluppo economico e socialee di arrivare, in tempi certi eanche rapidi, all’apertura delcantiere anche grazie al sup-porto, sia in termini finanzia-ri, che in termini di know-howe competenze, del mondo pri-vato. Progetti nel senso del ri-uso urbano, quindi, del riuti-lizzo dell’esistente, dell’inno-vazione e della sostenibilità,archiviando un modello di svi-luppo del recente passato ba-sato sulla speculazione, che èparte della crisi che stiamo vi-vendo. Progetti con uno sguar-do lungo che migliorino laqualità urbana e la qualità divita dei cittadini come abitan-ti di luoghi comuni, di comu-nità in cui vivere insieme ebene: non vogliamo catte-drali nel deserto, bensìoggetti e spazi pubbliciche contengano il se-me del futuro, che
servano alle città per guardareavanti di qualche decennio. Riguardo il patto di stabilità in-terno, allo stato attuale, dovel’Unione europea chiede rigo-re in cambio di sostegno poli-tico e finanziario, è utopisticopensare a escamotage ammini-strativi per aggirarlo. È invecepossibile, e per certi aspetti do-veroso, creare le condizioni dibase su cui innestare progettirealmente sostenibili, concre-tamente fattibili e in gradod’incrementare i benefici so-ciali; interventi, nei quali lecomponenti di rischio sianoopportunamente valutate e pe-sate e, soprattutto, redistribui-te in maniera trasparente e og-gettiva tra i vari attori del pro-cesso. Solo così gli enti localiriusciranno a ottenere le limi-tate risorse finanziarie pubbli-che esistenti e, soprattutto, sa-ranno capaci di attrarre gli in-
vestitori privati sia in qualità difinanziatori sia di gestori di in-terventi pubblici o di pubblicautilità. E poi dovranno esserecapaci di montare interventisfruttando strumenti normativiquali la finanza di progetto, ilproject bond, il contratto di dis-ponibilità e, in generale, il par-tenariato pubblico privato. Lacabina di regia istituita all’in-terno del Piano nazionale perle città ha proprio questo sco-po: individuare proposte soste-nibili in grado di raggiungeregli obiettivi dichiarati (si vedal’art 12 del D.L. 83/2012) ecreare le condizioni a contor-no, sia amministrative che fi-nanziarie, per far affluire fi-nanziamenti pubblici e privatie quindi attivare forme di par-tenariato pubblico privato.
Qual è il ruolo di Anci nellacabina di regia del Piano cit-tà? Quali altri soggetti isti-tuzionali vi sono coinvolti?Quali sono i criteri qualitati-vi di base richiesti nei pro-getti, che Anci si propone diverificare?L’Anci, in relazione al ruoloassegnatole dal Ministero,svolge le attività di raccolta e
di classificazione delle pro-poste per poi presentarle
alla cabina di regia che letrasmette alla Direzio-
ne generale per le po-litiche abitative del
Ministero, per l’i-struttoria tecnicadi competenza.Dunque, nel con-
creto, l’attività diselezione delle pro-
poste sarà effettuatadalla cabina di regiache, dopo aver verifi-
cato le disponibilità degli in-vestimenti e gli apporti deisoggetti interessati, stilerà unagraduatoria in base al livello diconcorrenza con gli obiettividel Piano città. Per i criteriqualificanti occorre riferirsi adambiti urbani in cui individua-re interventi di riqualificazio-ne e rigenerazione, inoltre da-re priorità ad altre caratteristi-che come l’immediata cantie-rabilità, il coinvolgimento difinanziamenti pubblici e pri-vati, intervenire su margina-lizzazione sociale, deficit in-frastrutturale e del trasportopubblico, qualità urbana.Ma non è tutto. Infatti l’Anci,al fine di supportare gli enti lo-cali in questo laborioso proce-dimento, ha realizzato uno spe-cifico vademecum per la pre-sentazione delle proposte. Sca-ricabile dal sito www.anci.it, visi sottolineano le caratteristichesalienti del processo, legate siaai passaggi normativi di rilievo,sia ad alcuni aspetti pratici ine-renti la predisposizione delladocumentazione e, in partico-lare, della relazione sintetica daallegare alla proposta. In ulti-mo, un delegato dell’Anci faràparte della cabina di regia e avràa disposizione un numero di vo-ti pari a quello delle regioni, ov-vero 11 sui 33 complessivi. Lacabina raccoglie i rappresen-tanti dei soggetti/enti istituzio-nali di maggior rilievo nel si-stema italiano, in grado di atti-vare fonti di finanziamento o dirilasciare autorizzazioni. Èquesto l’aspetto saliente del-l’intero processo: un unico luo-go nel quale decidere, in ma-niera chiara e oggettiva, le mo-dalità per attivare e finanziareprogetti con elevati profili diutilità. A valle del processo diselezione, infatti, il comune sa-rà invitato a sottoscrivere ilContratto di valorizzazione, nelquale i vari soggetti pubblici (eprivati) coinvolti s’impegnano
a erogare risorse e a effettuaregli interventi previsti nella pro-posta nei tempi indicati. Il Con-tratto di valorizzazione potràprevedere, nei casi d’inerziarealizzativa, anche la revocadei finanziamenti.
Piccoli e grandi comuni:competitività per l’accessoalle risorse o collaborazioneper la presentazione dei Pia-ni città su linee guida gene-rali? La scala di presenta-zione dei progetti non rischiadi alimentare iniziativeframmentarie e disperderesul territorio fondi naziona-li che potrebbero essere in-vece orientati a obiettivi so-ciali più specifici? Certo, il problema della fram-mentazione degli interventi hauna sua importanza. Diciamoche, con i suoi limiti, questo pro-gramma nasce per superare lalogica distributiva che, per nonscontentare nessuno, finisce perframmentare risorse e interven-ti. Bisogna invece guardare allostraordinario sforzo d’integra-zione tra i diversi fondi destina-ti alla rigenerazione urbana, sot-to tante etichette (edilizia scola-stica, fondi per l’abitare sociale,efficienza energetica, innova-zione, smart cities, infrastruttu-re, fondi europei) e con diverseregole. Paradossalmente, manon troppo, mi aspetto che al-cune delle proposte presentatenecessitino di poche risorse peril cofinanziamento. E a qualcu-na forse sarà sufficiente lo sbloc-co di risorse legate ad altri pro-grammi per rendere sostenibilel’intero investimento. Ciò checon la presenza di tutti gli attoridel sistema in cabina di regia sa-rà possibile. Pensiamo quindi aun grande “parco progetti” (ca-ratterizzato da elementi di qua-lità misurabili in rapporto allacapacità di concorrere agliobiettivi generali del Piano) e al-la necessità di facilitarne la mes-
sa in opera. Una sorta di spor-tello unico della qualità urbana.Se guardiamo a ciò, il problemadella frammentazione sparirà, eavremo invece di fronte un gran-de e ambizioso programma diallineamento valutativo e rego-lamentare tra le fonti di finan-ziamento che concorrono ad au-mentare la qualità urbana e che,nel prossimo periodo di pro-grammazione europea, sarannodavvero tante. Su questo, comeAnci, abbiamo scommesso.
Quali dovrebbero essere, se-condo Lei, le priorità nellaselezione dei progetti da fi-nanziare: prevenzione sismi-ca e consolidamento staticonei centri storici e negli edi-fici pubblici, social housing emessa a norma dell’ediliziascolastica, eccellenza archi-tettonica e urbanistica delleproposte progettuali, effi-cienza energetica del co-struito, immediata cantiera-bilità delle opere?Sicuramente questi, ma anchealtri e soprattutto di più ampiorespiro. Mi spiego meglio: leproposte, nella loro interezza,devono essere in grado di con-dizionare positivamente la qua-lità delle città. È lasciato aglienti locali decidere le modali-tà, i tempi, gli strumenti e in ge-nerale gli interventi, anche pun-tuali, in grado di raggiungeregli obiettivi generali posti ingioco dal decreto legge 83 al-l’art 12. In questo quadro, co-me molti economisti e soggettiistituzionali suggeriscono, è ar-rivato il momento dei fatti: laqualità dell’azione delle ammi-nistrazioni pubbliche deve cre-scere, le procedure superfluescomparire e, in ultimo, ci vuo-le meno forma e più sostanzasancita in contratti e conven-zioni ad hoc. Ad esempio, l’a-nalisi costi benefici, la valuta-zione dei rischi e le ipotesi diazioni mitigatorie dei rischistessi sono strumenti che devo-no essere utilizzati in manieraseria e oggettiva al fine di sele-zionare proposte realmente so-stenibili dove far confluire an-che un minimo di risorse pub-bliche utili a controllare e sti-molare l’intervento privato cherimane imprescindibile.� Intervista di
Caterina Pagliara
Mettiamo insieme risorse pubbliche e private: è l’unicasoluzione per far crescere l’Italia
Graziano Delrio, presi-dente dell’Associazio-ne nazionale dei co-muni italiani e sindacodi Reggio Emilia
SEGUE DA P. 1, VI COL.
l’inserimento di attività turistico-ricettive, culturali, commer-ciali e artigianali. 20 milioni per Perugia. Al contributo statale per i tre progettiproposti verrebbero ad aggiungersi altri possibili finanzia-menti, privati e pubblici, pari a circa 30 milioni (project fi-nancing e fondi della Regione e dell’Ater - Azienda territorialedell’edilizia residenziale). A Fontivegge, a circa 30 anni dal-l’intervento sull’area «ex Perugina», il Comune vuole conclu-dere (o quasi) il progetto griffato Aldo Rossi attraverso la co-struzione dell’edificio posto a chiusura della piazza a monte,nel lato oggi aperto: qui verrebbero dislocati nuovi uffici delComune. Il programma di valorizzazione e recupero dell’areaprevede anche nuovi alloggi di social housing e altre aree diproprietà delle FFSS per ripensare tutto il quartiere che, at-traverso il minimetrò, rappresenta un’appendice ideale del cen-tro. Nell’area di Monteluce, dopo il recupero e la rifunziona-lizzazione dell’ex convento di Santa Maria della Misericordia,di proprietà comunale e oggi in disuso, saranno insediati altriuffici comunali. Un terzo intervento riguarda la realizzazione,ormai proposta da anni (cfr. «Il Giornale dell’Architettura»,marzo 2010, p. 24) del mercato coperto attraverso la realiz-zazione di una sorta di centro commerciale con oltre venti pun-ti vendita.
33 milioni per Roma. Ancora poche certezze per il piano pre-sentato dalla capitale che aspirerebbe alla realizzazione del Si-stema direzionale orientale (Sdo) di Pietralata. Da almeno untrentennio si parla di questa ricollocazione delle infrastruttu-re direzionali della città al di fuori dal centro storico, ma di-verse sono le opinioni contrastanti che hanno fatto naufraga-re lo Sdo. Se però in passato nessun ministero o ente pubbli-co avrebbe accettato di trasferirsi nell’allora estrema perife-ria, ora la zona di Pietralata si è trasformata in un attraentequartiere dal punto di vista urbanistico (tra cui la nuova sta-zione Tiburtina dell’Alta velocità). L’alternativa proposta è lademolizione e ricostruzione di Tor Bella Monaca. Il progettoche, finora, si è basato solo sulle risorse private (premi di cu-batura per i costruttori interessati a demolire e ricostruire un
intero quartiere popolare) potrebbe essere parzialmente fi-nanziato dallo Stato, al fine di ridurre il carico urbanistico intutto il quadrante urbanistico.
27 milioni per Firenze. Il primo intervento prevede la realizza-zione di opere collaterali al Teatro del Maggio: un parcheggiointerrato di 500 posti e la piazza giardino antistante (oltre20.000 mq). Il nuovo Parco della musica si trova vicino al Par-co delle Cascine, nell’area ferroviaria della Leopolda, ed è unadelle poche realizzazioni, inaugurate ma incomplete, tra quel-le previste per il 150° dell’Unita d’Italia: mancano infatti 40milioni per le macchine della torre scenica, senza le quali nonpossono essere allestite le opere. Secondo ambito d’interven-to riguarda la scuola secondaria Dino Compagni, di cui è pre-vista la demolizione con successiva ricostruzione.
55 milioni per Napoli. La città candida tre grandi comparti del-l’area orientale individuati come «tasselli indispensabili di unastrategia urbana caratterizzata da una altissima complessitàterritoriale». La riqualificazione interessa un’area fortementedegradata, dall’estensione di 2,5 milioni di mq (circa il 25%dell’intero territorio cittadino) tra i quartieri di San Giovanni aTeduccio, Barra, Ponticelli e Poggioreale. Accanto al restaurodegli edifici di archeologia industriale ex Corradini sono pre-visti due interventi infrastrutturali: la riqualificazione della stra-da lungo il confine portuale e delle aree della Marinella e il mi-glioramento del sistema di trasporto pubblico, in particolar mo-do della metropolitana che collega il Centro direzionale. In que-st’area, caratterizzata da annosi problemi d’inquinamento do-vuti alla presenza di depositi petroliferi oggi non più attivi, ladisponibilità di fondi europei per le urbanizzazioni, insieme al-la previsione di investimenti privati per la riconversione di sitiindustriali e artigianali, dovrebbero rendere i tempi di cantie-rabilità molto brevi.
40 milioni per Verona. L’attenzione è focalizzata su tre impor-tanti porzioni della città da riqualificare e «immediatamentecantierabili». L’intervento maggiore interessa il recupero del-
l’ex arsenale austriaco; qui il contributo richiesto di 16,5 mi-lioni sarà affiancato da un project financing con un gruppo diimprenditori privati (37 milioni) e da un contributo pubblico(12 milioni). I 65.000 mq (di cui 25.000 coperti) da recupe-rare prevedono la realizzazione di un Museo di scienze natu-rali e di altre istituzioni culturali comunali, tra i quali è con-templato un auditorium da 200 posti; la parte privata (con-cessione per 99 anni) vedrebbe la realizzazione di edifici a usodirezionale, commerciale e ricreativo. La periferia nord ovestè invece interessata da due interventi in aree ex Iacp. Per Bor-go Nuovo la richiesta di 11,5 milioni permetterebbe di prose-guire la riqualificazione, iniziata nel 2006 grazie allo strumentodei Contratti di quartiere, e di poter demolire e ricostruire al-cune palazzine residenziali degli anni cinquanta, oltre che adattivare un recupero urbanistico e sociale. Altri 9 milioni peril quartiere Saval, in cui s’intende recuperare edifici di ediliziaeconomico popolare con l’adozione di tecnologie per il recu-pero energetico, dalla sostituzione degli infissi al fotovoltaico.
26 milioni per Bologna. Il contributo richiesto è solo un terzodel costo totale dell’intervento sull’area dell’ex Mercato Navi-le. Le trasformazioni previste per il comparto, abbandonato edegradato in seguito allo spostamento della sua attività al Cen-tro agroalimentare a fine anni novanta, sono il risultato di unprogetto elaborato dai cittadini e delle associazioni del quar-tiere nell’ambito di un laboratorio di progettazione partecipa-ta concluso a giugno 2007. La riqualificazione architettonicae funzionale dei 30 ettari appena fuori dal centro, nel quartie-re della Bolognina, punterà su social housing ed edilizia sco-lastica. La realizzazione di tre blocchi urbani, due dei quali diproprietà dell’ente felsineo e il terzo dell’Azienda casa EmiliaRomagna (Acer), prevede circa 26.000 mq di residenziale e1.500 mq per altri usi. Il polo scolastico, da 4.200 mq di su-perficie lorda, ospiterà circa 460 bambini dai 3 ai 10 anni esarà così suddiviso: una palestra da 1.000 mq, un nido a cuisono dedicati 750 mq, una scuola d’infanzia con 6 sezioni(1.050 mq) e 10 classi destinate alle elementari (1.400 mq).■ A cura di Carla Zito
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4 RAPPORTO ANNUALE RIGENERAZIONE URBANA IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 109, OTTOBRE 2012
Un grande progetto di rilancio per l’Italiacente Decreto sviluppo (DL83/2012) ha preso finalmentecorpo il Piano città, il proget-to, lanciato con un convegnoil 3 aprile scorso, su cui l’An-ce sta concentrando i proprisforzi in un’ottica di sviluppoe crescita a lungo termine.Processi che richiedono ancheinterventi di demolizione e ri-costruzione, come già da tem-po avviene in Europa, in unalogica non solo di sostituzio-ne del singolo edificio ma direcupero di ampie parti dellacittà. Grazie al provvedimen-to, secondo le stime Ance nel2013 gli investimenti in co-struzioni dovrebbero arrestarela loro caduta (+0,1% in ter-mini reali rispetto al 2012) pereffetto delle misure d’incenti-vazione e, in particolare, diquelle d’immediato impattosui livelli produttivi dell’annoriconducibili alle detrazioniper interventi di ristruttura-zione ed efficientamentoenergetico. Le aree urbane attraggono po-polazione, soprattutto al Cen-tro-Nord. Nel periodo 2001-2010 gli incrementi più altisono stati rilevati a Roma(+8,5%), Milano (+5,6%) eTorino (+5%). Rilevanti gliaumenti di popolazione neicomuni limitrofi, con puntedel 23,7% nella Provincia diRoma, 14,3% a Verona,12,4% a Bologna e 9,4% a Mi-lano. I dati evidenziano unaforte redistribuzione della po-polazione dai comuni capo-luogo a zone più esterne, ver-so le prime e, ormai, soprat-tutto verso le seconde cintureurbane, tracimando oltre, ver-so il resto della provincia, do-
Le serie storiche di medio-lun-go periodo forniscono una chia-ra indicazione per quello cheappare il principale problemadell’economia italiana: la man-canza di capacità di crescita. Alcontrario di quanto accade in al-
tri paesi, in Italia la stagnazionenon è arrivata improvvisamen-te come lascito della pesantecrisi finanziaria globale, marappresenta piuttosto il punto diarrivo di un declino del sistemaproduttivo che dura da almenotre decadi. Una situazione che èil risultato della combinazionedi ben noti deficit strutturali neicosiddetti fattori di produttivitàdi lungo periodo, come la dota-zione e la qualità delle infra-strutture, la bassa spesa per la ri-cerca, l’incapacità di valorizza-re (e trattenere) il capitale uma-no, la struttura anagrafica sem-pre più anziana, la bassa capa-
cità tecnologica e innovativadelle imprese. A tutto ciò oc-corre aggiungere l’inefficienzadel sistema della pubblica am-ministrazione, i sempre piùmarcati disequilibri territoriali afavore delle aree del CentroNord (enfatizzati dalla crisi, laquale ha inoltre reinnescato unnuovo e preoccupante fenome-no di emigrazione dal Mezzo-giorno) e un’economia forte-mente dipendente dalla spesapubblica. Tutti fattori che con-tribuiscono a spiegare le diffi-coltà del sistema socio-econo-mico nazionale di produrre red-dito e ricchezza, e di farlo in ma-
niera duratura nel tempo, di rea-gire agli shock e alle pressioniesterne, e di migliorare la qua-lità e il tenore di vita dei suoi re-sidenti. In altre parole, la scarsacompetitività del sistema italia-no pone pesanti interrogativi suitempi della ripresa e sulle pro-spettive di sviluppo dell’econo-mia nel medio lungo periodo. Aben vedere possiamo dire chedopo la sfida degli anni settan-ta, vinta dal nostro paese attra-verso il modello della piccolaimpresa e della flessibilità, ne-gli anni novanta e negli anni2000 il paese non ha saputo rea-gire alle nuove sfide poste daglobalizzazione, innovazionetecnologica e finanziarizzazio-ne estrema. In questo difficilescenario, dalla seconda metàdegli anni novanta le costruzio-ni e l’immobiliare sono andatiin controtendenza, crescendomolto e svolgendo, sino al2006, il ruolo di principale mo-tore economico del paese. Vadetto che la fase espansiva delciclo edilizio che va dal 1996 alpicco 2006 non ha avuto ugua-li nella storia del nostro paesedal secondo dopoguerra. Neglianni 2000 l’Italia ha ricordatonel boom residenziale dellenuove costruzioni addiritturagli anni sessanta, senza boomeconomico, però. Alle costru-zioni e all’immobiliare hannoguardato concentrando le lororisorse famiglie, imprese e pub-blica amministrazione. Potrem-mo dire che negli anni 2000,quelli della difficile tenuta com-petitiva nel contesto internazio-nale, l’economia del paese hainvestito nel settore delle co-struzioni e nell’immobiliaresfruttando una bolla speculati-va e una crescita demograficaeccezionali, e facendo crescereil mercato delle grandi opere in-frastrutturali. Ma dal 2005 le co-se hanno cominciato a cambia-re, prima nel bilancio dello sta-to, poi dal secondo semestre del2006 anche nel mercato immo-biliare: una crisi iniziata primadella grande recessione del2007-2008. La crisi colpisceanche l’unico settore che avevatenuto negli anni 2000. Anzi lacrisi del settore tiene conto de-gli eccezionali livelli produttiviraggiunti, e li paga.Tra 2006 e 2012 il mercato del-le costruzioni si riduce di oltreil 30%. Nel mercato immobi-liare i primi mesi del 2012 re-gistrano per il mercato immo-biliare una nuova flessione del20% delle compravendite, cherispetto ai picchi del 2006 de-scrive una contrazione supe-riore al 40%. La crisi econo-mico-finanziaria, una crisi direddito e di credito, penalizzala domanda primaria più debo-le e porta la domanda solvibi-le a posticipare gli investimen-ti. Il mercato della sostituzionesi blocca. La fiducia non regnapiù sul mercato e il ciclo im-mobiliare è in discesa. La ca-pacità di accesso al mercatodella domanda si riduce. Lacrisi delle compravendite met-te in discussione il mercato del-la nuova produzione edilizia,residenziale e non. Il paese re-gistra l’invenduto come esitodell’inerzia lunga del processoedilizio. D’altro alto la crisi deldebito impone forti vincoli al-la spesa per le opere pubbliche.Ma la crisi del mercato non è
fatta solo di riduzione; gli esi-ti della riconfigurazione delmercato sono altrettanto im-portanti: nella fase recessivavanno delineandosi i driver diun nuovo ciclo edilizio. Il datopiù evidente della riconfigura-zione delle costruzioni riguar-da il ruolo degli impianti nelcantiere ma soprattutto la fortecrescita degli impianti per laproduzione di energia da fontirinnovabili, trainati dal boomspeculativo del fotovoltaico.Un mercato che nell’ultimobiennio ha vissuto un vero eproprio boom, fino a diventarenel 2010 e nel 2011 maggioredi quello delle nuove costru-zioni residenziali: investimen-ti nei due anni per 60 miliardicontro i 50 della nuova produ-zione residenziale. L’altrachiave di volta della rinconfi-gurazione è invece rappresen-tata dalla riqualificazione degliedifici e delle città. Potremmodire che nel prossimo ciclo edi-lizio la domanda, invece diguardare al nuovo, cercherà di«mettere a nuovo il vecchio».Del resto gli investimenti pri-vati in rinnovo e riqualifica-zione hanno risentito solo par-zialmente della crisi che si èconcentrata sulle nuove co-struzioni, registrando anzi unaleggera crescita nel 2011 e, se-condo le previsioni del Cre-sme, traineranno il settorenel periodo 2012-2015. Lamorale è che già nel 2011 il65% del mercato delle costru-zioni ha riguardato la riqualifi-cazione del patrimonio esi-stente (nel 2006 il dato era pa-ri al 55,6%). In uno scenarioprevisionale il rinnovo ediliziosi mostra in crescita nei prossi-mi anni. Ma l’analisi del mer-cato della riqualificazione evi-denzia come oggi sia stata pre-valentemente la «micro-ri-qualificazione»a caratterizza-
ve i valori immobiliari sonopiù bassi. L’evoluzione dellastruttura demografica ha im-portanti riflessi anche sulmercato abitativo. Più voltel’Ance ha sottolineato comela crescita delle famiglie (dal2004 al 2010 sono aumentatemediamente di circa 328.000unità l’anno) abbia sostenutola domanda abitativa, evitan-do una bolla immobiliare,evento che si è invece mani-festato in altri Paesi. Allo stes-so tempo, però, i cambiamen-ti strutturali della popolazio-ne italiana e il perdurare del-le difficoltà economiche lega-te alla crisi stanno eviden-ziando una domanda abitativapiù articolata tra diverse com-ponenti e che, per questo, ri-chiede una maggiore diversi-ficazione dell’offerta. Rein-tervenire sulle parti di cittàesistente può rappresentareuna grande opportunità perdare risposte più efficaci alladomanda abitativa. Una di-versificazione fondata sul-l’accessibilità, anche solo ini-ziale, al bene casa (elevata èla percentuale di giovani chepermangono nella famiglia diorigine proprio per le diffi-coltà economiche), attraversopolitiche di social housing, esulle tipologie edilizie, in fun-zione delle esigenze. Ciò sitraduce in una segmentazionedell’offerta abitativa, con al-loggi pensati per diverse ca-tegorie di utenze e con un for-te mix tra proprietà e affitto.Ulteriore obiettivo di una poli-tica sostenibile è rappresentatodalla riqualificazione ancheenergetica del patrimonio edi-lizio. La quota di edifici conpiù di 40 anni, soglia tempora-
� Osservatorio sul mercato dell’edilizia
È il rinnovo del patrimonio costruito a trainare il settoreSecondo il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini la tendenza sarà confermata nel periodo 2012/13
SEGUE DA P. 1, III COL.
1. Quali sono le vostre iniziative nel campo della ricerca diprodotto e della riorganizzazione dei processi al fine d’in-nalzare la qualità finale e mantenere la competitività?2. Ritenete che il Decreto sviluppo sia correttamente con-figurato o rilevate delle criticità per le aziende del settore;suggerite dei correttivi?
1. In questo momento difficile stiamo rivedendo in ogni di-rezione l’azienda poiché i cambiamenti del mercato sonovelocissimi.2. Ritengo che ogni decreto per lo sviluppo che viene ema-nato non servirà a molto finché il mondo del lavoro rimar-rà legato al contratto esistente, poiché questo ci pone fuo-ri mercato. Penso però sia assolutamente utile dover dareincentivi alle riserve umane positive.Maurizio Riva (Riva Industria Mobili Spa)
1. Un prodotto come il nostro è caratterizzato da una for-te incidenza del costo manodopera, difficilmente riducibi-le a causa dell’alta specializzazione delle figure professio-nali di cui ci avvaliamo. La competitività in un mondo co-me quello del mobile è incanalare la componente umananelle aree a maggior valore aggiunto, relegando a impian-ti sempre più tecnologici e avanzati fasi iniziali quali il ta-glio dei tessuti compositi, effettuato con plotter da tagliocomputerizzati, o intermedie, come la preparazione dei pro-dotti grezzi per la verniciatura finale, effettuata con l’ausi-lio di un robot di rifilatura e carteggiatura.2. La speranza è che venga presto reso operativo. Il cre-dito d’imposta per nuove assunzioni è un elemento im-portante per un’azienda come la nostra che vede per suanatura nella continuità e nella durata del rapporto con icollaboratori un elemento essenziale, data la specializ-zazione necessaria e il tempo lungo di apprendimento del-l’arte. La sostenibilità dell’attuale costo del lavoro nonpotrà forse essere protratta in eterno, senza il rischio diperdere un ulteriore tassello del nostro tessuto produtti-
Due domande alle aziende e alle
Gli investimenti in costruzioni dal 1970 con le stime Ance per 2010, 2011 e 2012 (elaborazioneAnce su dati Istat)
re l’attuale fase, mentre ne ser-virebbe una nuova, con inter-venti più strutturati in grado dirilanciare un processo di ri-qualificazione urbana e territo-riale. Negli anni 2000 la poli-tica di riqualificazione urbanaha segnato il passo. Certo esi-ste il nodo delle risorse, ma for-se occorre trovare nuove mo-dalità per una loro aggregazio-ne, valorizzazione, indirizzo eallocazione. Secondo il Cre-sme, nel 2011 il mercato dellariqualificazione vale 133 mi-liardi, rispetto a un valore del-la produzione delle costruzio-ni (comprese le manutenzioniordinarie) di 213 miliardi. Nelcomparto residenziale la stimaparla di 44,7 miliardi, contro i24,8 di tutta la nuova produ-zione di abitazioni. Le nuoveopere del genio civile valgono14,6 miliardi. La riqualifica-zione è il principale mercatodelle costruzioni già oggi. Ma,si potrebbe dire, «non si vede».Concentrato in gran parte nellearee urbane, è nascosto dietrole mura, fatto prevalentementedi micro interventi, di manu-tenzione ordinaria, di urgenze,di scelte singole non coordina-te. Le risorse private ci sono, eper la riqualificazione sono ad-dirittura cresciute, il problemaè che è difficile metterle insie-me, dare loro un progetto. Delresto la spesa pubblica resta al-ta e molti settori, nonostante itagli, continuano a beneficiar-ne, ma tra essi non figura la ri-qualificazione urbana. Il recen-te Piano città che mostra comenovità il ritorno dell’attenzionealla rigenerazione urbana è, perora, dotato di un fondo di 220milioni da utilizzare dal 2012 al2017: 35 milioni all’anno. Nel-la media annua 2010-2012 so-no stati garantiti agli impiantifotovoltaici 30 miliardi. Rilan-ciare la qualità della vita dellenostre città, attraverso una nuo-va stagione di riqualificazione,rappresenta la vera sfida di que-sta difficile fase di cambia-mento. L’obiettivo sul qualeconcentrarsi dovrebbe esserequello di provare a portare a si-stema gli investimenti oggi dis-ponibili, pubblici e privati, e al-locare le risorse con maggioreequilibrio di quanto non sia sta-to fatto sinora.❑ Lorenzo Bellicini ©
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le oltre la quale si rendono in-dispensabili interventi di ma-nutenzione e/o di sostituzionedi gran parte dei componentiedilizi dei fabbricati, pena lacaduta stessa del loro grado diefficienza strutturale e funzio-nale, sta crescendo progressi-vamente. Secondo stime delCensis, poco meno del 55%delle famiglie vive in abita-zioni costruite prima del 1971.Parte del patrimonio esisten-te non solo non rispetta le qua-lità tecnologiche oggi richie-ste a un immobile ma, in ra-gione della sua avanzata ob-solescenza, rischia di perdereparte del suo valore. Inoltre,ogni edificio, a prescinderedall’epoca di costruzione, hauna sua storia, costruttiva emanutentiva, che vede una so-vrapposizione d’interventi,anche nelle singole unità im-mobiliari, che possono avereinciso sulla struttura. In que-sto ambito, la verifica dellastaticità e degli aspetti ener-getici sono due tematiche ri-levanti, per le quali è neces-saria un’azione incisiva distato e istituzioni per accre-scere la cultura della preven-zione e della sostenibilitàenergetica. Occorre, quindi,fare di più e meglio.Il Piano per le città è un’op-portunità che non va spreca-ta; con l’intervento di tutti,politici, sindaci, governatori,professionisti e società civilesi può attuare un grande pro-getto di rilancio, capace dimostrare che ci può essere unfuturo diverso non solo per ilnostro settore ma anche pertutto il Paese. ❑ Antonio Gennari
Vicedirettore generale Ance © R
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RAPPORTO ANNUALE RIGENERAZIONE URBANAIL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 109, OTTOBRE 2012 5
� Il parere di Cnappc e Oice
Puntiamo sulla specializzazione professionaleper essere sempre più credibiliI presidenti Leopoldo Freyrie e Gabriele Giacobazzi analizzano i nodi dell’organizzazionedel lavoro, della competività e qualità, della fattibilità dei progetti
Che cosa impedisce oggi nelprocesso progettuale e nellafiliera produttiva delle co-struzioni il conseguimento dialti obiettivi di qualità? Qualè l’anello «debole» della ca-tena?Freyrie: Non parlerei di«anello debole» nel processoprogettuale, né d’impedimen-ti interni al sistema. Le crisiche stiamo vivendo (finanzia-ria, economica, energetica eambientale) stanno ridise-
gnando il nostro mondo conpesanti ricadute su un settoretrainante dell’economia, quel-lo delle costruzioni e, di con-seguenza, sul mercato archi-tettonico. Ed è proprio la fortesofferenza del mercato dellaprogettazione a impedire, difatto, la realizzazione di altiobiettivi di qualità nella filie-ra produttiva. Gli architetti ita-liani sono consapevoli dellanecessità di un salto tecnico-culturale verso nuove capaci-tà progettuali, ritenute fonda-mentali per lo sviluppo e lacrescita del paese. Non è un ca-so che un numero sempre cre-scente di progettisti sia spe-cializzato nei settori delleenergie rinnovabili, dellabioedilizia e della sostenibili-tà. Come Consiglio nazionalestiamo elaborando insiemeagli Ordini (secondo quantoprevede il dpr di riforma delle
professioni, cfr. «Il Gior-nale dell’architettura»n. 109) gli strumentiper consentire chegli architetti italianipossano acquisire,attraverso una for-mazione perma-nente finora nonprevista nel no-stro ordinamen-to, maggiori ca-pacità tecniche e
culturali, per ri-spondere alle sfidedella rigenerazionesostenibile delle cit-tà e del territorio.
Giacobazzi: Il prodotto edili-zio è il frutto di un processocomplesso e la qualità del ri-sultato finale dipende da capa-cità di controllo «estese». Chemancano. Pensiamo alla pub-blica amministrazione, per laquale ad esempio il tempo nonè quasi mai un fattore determi-nante. O alle imprese di costru-zioni, ormai impegnate in unacompetizione monodimensio-nale e alla ricerca esasperata direcuperi su prezzi quasi mai re-munerativi. Perfino la commit-tenza spesso non sa delineareun quadro esigenziale compiu-to, sul quale chiamare gli altriattori a un’assunzione consa-pevole di responsabilità (quan-ti buoni documenti preliminarialla progettazione capita d’in-contrare nella pratica profes-sionale?). Certamente il pro-getto ha un ruolo (e una re-sponsabilità) del tutto partico-lare; una buona impostazioneprogettuale è condizione ne-cessaria per la qualità edilizia eurbana, anche se non è suffi-ciente. In Italia è anche però og-gettivamente un anello debole,per tanti motivi. Intanto la de-bolezza delle «imprese del pro-getto» che offrono al mercato iservizi d’ingegneria e architet-tura: un po’ per il ritardo stori-co del riconoscimento dellaforma societaria oggi indispen-sabile; un po’ per il troppo len-to tramonto di una visione tut-ta individualistica e autorefe-renziale della professione, del-la quale l’invocata prevalenzadella componente «artistica»nel progetto d’architettura è unsintomo evidente.
Come altri addetti nel setto-re, gli architetti (e gli inge-gneri) vivono il problema deipagamenti ritardati da par-te delle pubbliche ammini-strazioni e la difficoltà di ac-cesso al credito. Cosa servi-rebbe per risollevare le gra-vi criticità economico-finan-ziarie e quali nuove strategiegestionali si potrebberoadottare?F: Il ritardo nei pagamenti (lamedia è ormai di 180 giorni) ègrave di per sé, ma lo è anco-ra di più perché si somma al-l’estrema difficoltà, se non im-possibilità, di accesso al credi-to. Ancora più grave è il fattoche a farne le spese sono so-prattutto i giovani architetti,che rappresentano il 40% deinostri iscritti. Non dare loroprospettive, costringerli ad ab-bandonare la professione perla quale hanno studiato, è unagravissima perdita per la ca-pacità del paese d’investire inprofessionalità giovani, inno-vative e sempre più specializ-zate. È tuttavia da sottolinearel’importanza del contratto ob-bligatorio (previsto dalla rifor-ma delle professioni), per ave-re titolo nei pagamenti dei pri-vati e per evitare, in periodidifficili come quelli che stia-mo vivendo, il naturale au-mento dei contenziosi. La stra-da per rimediare alla crisi delmercato è (e lo abbiamo piùvolte ribadito, documentando-lo con analisi dettagliate) larealizzazione di una grandeiniziativa finalizzata alla rige-nerazione urbana. L’obiettivo
di Riuso, il progetto degli ar-chitetti italiani per la Rigene-razione Urbana Sostenibile, èquello di mettere in atto un pia-no ventennale per la riqualifi-cazione delle nostre città e del-l’ambiente. Quello che abbia-mo lanciato non è solo un im-portante strumento di sviluppoe occupazione, e volano per laripresa economica, ma rappre-senta un’occasione per ridise-gnare e riconnettere le cittàcon la vita quotidiana dei cit-tadini, rendendoli consapevo-li delle loro condizioni abitati-ve e rispondendo alla loro ri-chiesta di migliore vivibilità.Occorre poi tener presente chela reale possibilità di rigenera-re case e città trova inoltre ri-scontro nell’interesse (ancheeconomico) che i cittadinihanno di salvaguardare la lororicchezza immobiliare: creareappositi strumenti finanziariche lo rendano possibile è fon-damentale in un periodo di cri-si come l’attuale.G: Credo che purtroppo nonsi tratti di una crisi tempora-nea, a lenire la quale il soste-gno finanziario avrebbe utilieffetti. Dimensioni maggiorie cultura d’impresa nel medioperiodo sono leve indispensa-bili. Da questa crisi non ci sisalva da soli. Paradossalmen-te, l’assenza di significativifenomeni di «ristrutturazio-ne» dell’offerta di servizi tec-nici non è rassicurante, puònascondere fenomeni di con-sunzione ancora più deva-stanti per la collettività. È in-dispensabile che il paesecomprenda che ci sono inve-stimenti in tanti settori che so-no in grado di produrre van-taggi economici diretti e indi-retti con significativi molti-plicatori rispetto al costo so-stenuto: in campo energetico,infrastrutturale, urbanistico.Il progetto ha un ruolo fonda-mentale. Forse dovremmo se-tacciare il paese con lo stru-mento dello studio di fattibi-lità e dimostrare quante cosesi possono fare oggi e quanto«guadagno» avremo domanie dopodomani, piuttosto cheinondare le riviste di «wowbuildings» o improbabili e(in)sostenibili nuove città.Avremmo più attenzione, piùcredibilità e più lavoro.
La domanda di professiona-lità tecniche nell’edilizia siriduce solo per il crollo delleopere pubbliche e private oanche per la sfiducia dell’u-tente finale verso le compe-tenze tecniche del progetti-sta? Nel comparto edilizioquali riforme devono avve-nire per rilanciarne la pro-fessionalità?F: Come in parte già detto, lacrisi sta accelerando un pro-cesso di sempre maggiore spe-cializzazione degli architettiverso attività legate ad aree piùinnovative, aumentandone lecapacità tecniche e culturalisui temi della sostenibilità edel risparmio energetico, cherispondono alle esigenze deicittadini. Come dimostrano idati di una ricerca che abbia-mo commissionato al Cresme,gli architetti italiani hanno giàindividuato i segmenti di mer-
cato suiquali pun-tare neiprossimia n n i :q u e l l ii n c e n -t r a t is u l l egranditemati-che del ri-s p a r m i oenergetico, delleenergie rinnovabili e della ri-qualificazione che si sviluppa-no parallelamente all’espan-sione di segmenti specifici dimercato, come l’housing so-ciale, e il project financing.Non parlerei, quindi, assoluta-mente di sfiducia del cittadinoverso le competenze tecnichedel progettista!G: Il crollo della domanda èstrettamente legato al vistosocalo degli investimenti in edi-lizia e infrastrutture. C’è ancheun tendenziale calo della fidu-cia. È una trasformazione pro-fonda che riguarda quasi tuttele professioni, ma non produ-ce di per sé rilevanti effetti di-retti. Se ne coglie traccia nel-l’aumento dei contenziosi chearrivano ai Consigli degli Or-dini professionali. C’è unaspinta, da parte della doman-da, per un’assunzione più pro-fonda di responsabilità da par-te del progettista che non puòpiù essere protetto dalla natu-ra del vincolo contrattuale,sempre meno di prestazione esempre più di risultato.
In quali punti il progetto Ri-uso ha orientato i contenutidel Piano città?F: Siamo orgogliosi che Riusorappresenti il corpo principa-le del Piano lanciato dal go-verno, che ne ha riconosciutol’importanza in termini di si-curezza degli edifici, valoriz-zazione e difesa dell’ambien-te, nonché di volano per lo svi-luppo economico. Grazie aRiuso si è tornati a parlare dicittà e paesaggio, della condi-zione del patrimonio edilizioitaliano, di modelli e tecnichedell’abitare, della necessità dipromuovere la sostenibilitàecologica ed economica. Ciòche ora ci aspettiamo (dopoquella che è stata definita la fa-se di lancio del Piano città eche sembra partirà dai proget-ti già in campo) è la produzio-ne di una strategia unitaria ecomplessa e che riguardi l’in-tero paese. Il Piano città va at-tuato a condizione che non siadeclinato per parti separate:fermare il consumo del suolo,risparmiare energia e acqua,usare materiali ecocompatibi-li, realizzare le infrastrutturedigitali nelle città e nelle ca-se, aiutare il processo di ra-zionalizzazione del ciclo deirifiuti e per la mobilità soste-nibile, rigenerare gli spazipubblici, sono tutte azioni chevanno mantenute in un unicoprogramma ambizioso marealizzabile.
Che azioni state perseguen-do per assumere un ruolo ri-levante nella cabina di regiache vaglierà i Piani città?F: La cabina di regia deve an-
cora mettere a punto i suoimeccanismi. Noi siamo inte-ressati perché gli obiettivi cheabbiamo indicato, recepiti nelPiano città, vengano persegui-ti con costanza e determina-zione. Non faremo mancare,come nel passato, il nostro co-struttivo contributo.G: Purtroppo i tempi moltostretti (peraltro comprensibili)previsti per le candidature nonhanno consentito di organiz-zare al meglio una presenza di-retta della nostra associazionenell’organismo previsto dalrecente dcreto. La lunga con-suetudine di rapporti di Oicecon Anci e Ance ci consente dicontribuire indirettamente consuggerimenti e proposte chesaranno indirizzate a far pre-valere due criteri fondamenta-li: la qualità dello sviluppo ur-bano e la concreta fattibilitàdegli interventi.
Quali sono le vostre iniziati-ve per approfondire la cono-scenza tra i professionisti distrumenti di fattibilità eco-nomica dei progetti edilizi?G: Si tratta di un aspetto fon-damentale della professionedi progettista e di un fattorecritico in periodi di estremascarsità di risorse. L’irrespon-sabilità o l’indifferenza delprogetto rispetto ai costi diret-ti e indiretti degli interventi,purtroppo diffusa nei compor-tamenti quotidiani, è il fruttodi una concezione idealisticae astratta della professione, infondo recente (ricordiamoci ifuribondi contenziosi tra lacommittenza vaticana e gran-di architetti del rinascimentosui costi delle fabbriche). Èevidente come una prima ri-sposta stia nell’interdiscipli-narità dei team progettuali,che tendono a essere semprepiù numerosi già per l’incre-mento delle competenze stret-tamente tecniche coinvolteanche in modesti progetti diopere pubbliche. Questo feno-meno rende ancora più evi-dente la necessità di disporredi grandi abilità manageriali edi capacità d’integrazione del-le competenze singole. Oice(assieme ad Animp) ha unalunga tradizione di sostegno aipropri associati attraverso fre-quentati e apprezzati corsi diformazione per project mana-ger, il cui primo compito è lavalutazione delle risorse dis-ponibili in relazione ai risulta-ti attesi. � Interviste di
Caterina Pagliara
Leopoldo Freyrie,presidente delConsiglio naziona-le architetti piani-ficatori paesaggi-sti e conservatori
Gabriele Giacobazzi, past pre-sident di Oice, che raggruppale principali società di inge-gneria italiane e la maggiorparte delle piccole e medieaziende del settore
vo nazionale dietro la pressione dell’estremo oriente.Massimo Alberto Ottone (Mast Elements Srl)
1. Con riferimento al risparmio energetico, oltre alla porizza-zione dell’argilla cotta, i produttori si stanno orientando a in-serire nelle forature elementi isolanti sciolti per raggiungerelivelli di coibenza superiori. In relazione alla problematica si-smica oggi il progettista ha a disposizione: muratura ordina-ria, muratura con blocchi a incastro, con blocchi rettificati,confinata e armata che si sono dimostrate assolutamente af-fidabili negli ultimi eventi sismici dell’Emilia. Nel processo pro-duttivo, infine, va perseguita la riduzione dei costi energetici,la minimizzazione degli impatti ambientali, la robotizzazionedelle diverse fasi, l’attenzione alla qualità e alla sua tenuta. Ilprocesso di razionalizzazione del settore sta adeguando la ca-pacità produttiva agli attuali livelli, con tendenza a chiudereimpianti obsoleti, a maggior consumo energetico.2. Lo stesso presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, in oc-casione della nostra assemblea annuale, lo ha definito strate-gico e fondamentale per il paese al fine di rimettere in circo-lo risorse e manodopera. Probabilmente il Decreto viene ri-cordato dai più per gli interventi sull’esistente, ma anche il«nuovo» ha bisogno d’incentivazione economica, orientata astandard di eccellenza e multi-prestazionalità, di cui il lateri-zio è espressione. Tali iniziative risultano ostacolate dall’at-tuale situazione bancaria dei mutui, o dall’Imu sull’invendutodelle imprese di costruzione. Il settore guarda con attenzioneal Piano città (articolo 12), per la realizzazione d’interventi diriqualificazione attraverso il Contratto di valorizzazione urba-na. Non sempre gli interventi di manutenzione sono idonei erisolutivi e, se non ci sono ragioni storiche o vincoli paesaggi-stici, puntare sulla sostituzione dell’edilizia esistente obsole-ta con quella efficiente e di qualità, potrà consentire di co-niugare lo sviluppo e la sostenibilità. La sfida del futuro? Pro-durre soluzioni costruttive in laterizio (sub-sistemi) diretta-mente in stabilimento, con procedimenti computerizzati, daassemblare poi rapidamente in cantiere. Andil laterizi
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IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 109, OTTOBRE 20126 RAPPORTO ANNUALE RIGENERAZIONE URBANA
gia). Con più forza di quantoavvenuto nel recupero del tes-suto storico, questi interventisono stati l’occasione per ri-equilibrare, ricucire e comple-tare intere parti di città conso-lidata e hanno «costretto» isoggetti coinvolti (ammini-strazioni centrali e locali, im-prenditori, cittadini) ad ade-guare norme e modalità di ge-stione tanto del territorioquanto dei rapporti tra pubbli-co e privato. A questi aspetti negli ultimianni si è aggiunto con forza iltema della sostenibilità ener-getica e ambientale della città.Una sorta di rivoluzione cul-turale che ha cambiato l’ap-proccio alla progettazione edi-lizia e urbanistica e che, oltrea rispondere alla domanda di«green» proveniente dai mo-vimenti cittadini, sta accom-
pagnando la riscoperta di va-lori urbani tipici quali la den-sità, la mobilità pedonale e«dolce», l’accessibilità ecc.Sul fronte privato va registra-ta una marcata evoluzione deisoggetti promotori, sempremeglio organizzati nei team diprogettazione e gestione, e de-gli strumenti finanziari, sem-pre più strutturati per sostene-re interventi complessi e con-trollare i rischi d’impresa. Complessivamente va dunquesottolineata un’evoluzione po-sitiva dei progetti di rigenera-zione urbana che, seppure len-tamente, sono stati accompa-gnati da una maturazione nor-mativa e procedurale; restanotuttavia ancora diversi nodi dasciogliere. Oggi possiamo direche nessuno dei grandi inter-venti ignora sulla carta i temidella rigenerazione urbanacomplessa, ma siamo costretti
a riconoscere che in diversi ca-si il passaggio alla fase di rea-lizzazione ha rivelato la fragi-lità dei progetti di partenza, iquali hanno spesso sottovaluta-to la difficoltà di attrarre e con-solidare le funzioni program-mate e di risolvere i problemistrutturali posti dall’area in og-getto (dalle bonifiche alle con-nessioni). Non basta prevederespazi commerciali perché que-sti si riempiano davvero di at-tività se non sono stati adegua-tamente progettati anche in re-lazione al contesto. Non bastaprevedere spazi per i servizi oimmaginare connessioni dimobilità pubblica se i numerinon sostengono le previsioni.Non basta immaginare di col-locare attività produttive (ter-ziarie, ricettive, artigianali ecc)se la domanda del territorio nonè stata attentamente valutata ose vi è un eccesso di offerta.
� Un bilancio delle trasformazioni in atto
Rigenerazione urbana: finalmente i riflettori soMa sarebbe onesto riconoscere le debolezze dei progetti iniziali, privi di un legame con le condizioni reali della città. Occorre rispondere
L’area ex Michelin a TrentoIl progetto di rigenerazione si svilup-pa tra la linea ferroviaria e il fiumeAdige. Facendo tabula rasa dei fab-bricati industriali, prevede un grandeMuseo della scienza (in adiacenza alPalazzo delle Albere, sede trentina delMart), 300 appartamenti, hotel e cen-tro congressi, due piani di garage in-terrati per circa 2.000 posti auto. Ilnuovo quartiere vanta la certificazio-ne CasaClima degli alloggi e quellaLeed per il museo e il centro con-gressi, un sistema di reti e di cabla-ture per consentire efficienti teleco-municazioni e impianti domotici, una centrale unica di trigenerazione e impianti fotovoltaicisu tutte le coperture per la fornitura dell’energia necessaria. L’area è collegata all’altra spon-da del fiume da una passerella ciclopedonale e al centro città da tre sottopassi che supera-no la barriera della linea ferroviaria. Promotore: Castello SGR - Fondo Clesio Progetto: Renzo Piano Building Workshop Cronolo-gia: 2013 Superficie: 11 ettari di area complessiva, 5 ettari di parco pubblico, 30.000 mqdi uffici e commercio, 30.000 mq di strade e piazze Volumetria: 310.000 mc Finanziamen-to: 450 milioni
L’ex Manifattura tabacchi a RoveretoProgetto Manifattura - Green Innovation Factory è un’iniziativa promossa dalla Provincia au-tonoma di Trento per trasformare lo storico complesso in un centro d’innovazione industria-le nei settori dell’edilizia ecosostenibile, dell’energia rinnovabile e delle tecnologie per l’am-biente. Sarà ospitato un cluster composto da imprese, centri di ricerca, strutture di forma-zione e servizi della pubblica amministrazione, con l’obiettivo di stimolarne la collaborazio-ne e di costituire un riferimento nel settore delle clean tech, a livello nazionale ed europeo.Il gruppo di progettazione ha lavorato sui principi della sostenibilità ambientale, economicae sociale, confrontandosi in modo diretto con i futuri utenti e con i cittadini. Oggi vi sono già19 realtà imprenditoriali insediate per un totale di 100 addetti.Progetto: Arup, Kanso, Kengo Kuma and Associates, Carlo Ratti Associati Cronologia: pro-getto 2009-2010, cantiere in corso Superficie: 9 ettari di sito, 60.000 mq di superficie co-perta Finanziamento: 110 milioni (in 10 anni)
L’ex autoparco Pompeo Leoni a MilanoInserita nell’ambito del Pru 11, l’area di proprietà comunale è stata ceduta in diritto di su-perficie alla cooperativa Compagnia dell’abitare Pompeo Leoni e all’Associazione l’Offici-na. Un Accordo di programma stipulato con Comune e Regione nel settembre 2008 ha sta-bilito di realizzare uno spazio per l’housing sociale con un insieme integrato di attività ca-ratterizzate «dall’agire in network di istituzioni, enti privati, realtà del terzo settore». Ilprogetto ha previsto la ristrutturazione e l’edificazione di sei edifici da sviluppare in duefasi: nella prima sono stati ristrutturati l’edificio e il capannone (laboratori) adibiti allefunzioni di formazione professionale, orientamento, sviluppo e accompagnamento al lavo-ro; nella seconda gli alloggi in social housing e residenza universitaria per studenti e do-centi, ora completati.
L’ex orfanotrofio Martinitt di MilanoUn luogo storico della comunità milanese è stato trasformato in un moderno centro studente-sco per 440 ospiti grazie a una convenzione trentennale, siglata da Aler e Pio Albergo Trivul-zio, in collaborazione con la Regione. Il complesso si compone di cinque padiglioni per com-plessivi 9.000 mq abitativi, un ampio parco ricco di essenze di pregio e una palestra su pilo-tis. Nelle adiacenze sorgono la chiesa, il teatro, il cosiddetto «Padiglione quinto», ora occu-pato da una scuola, un complesso di laboratori industriali e un centro sportivo con campi dacalcio-rugby. Tutti i corpi sono collegati da passaggi coperti.Progetto: Aler Superficie: 17.000 mq Finanziamento: 16.950.000 euro (3.448.149 euro cofi-nanziamento regionale, 13.501.851 euro a carico Aler)
Il quartiere Compagnoni Fenulli a Reggio EmiliaLa ristrutturazione di 11edifici residenziali porta acompimento il complessointervento di rigenerazioneedilizia e funzionale delquartiere Erp costruito trail 1955 e il 1963. Il Pro-gramma integrato per l’edi-lizia residenziale sociale neprevede la riorganizzazionetramite l’abbattimento di22 dei 34 edifici originari,la nuova costruzione di 10edifici residenziali, la ri-strutturazione di 11 edificiesistenti, la realizzazione diun centro polifunzionale diquartiere, il riassetto dellaviabilità e la sistemazionedelle aree verdi e del parco.Complessivamente gli al-loggi passeranno da 538 a411, di cui 304 pubblici e107 privati. Il diradamentodelle unità abitative è an-dato a vantaggio della qua-lità architettonica e urbani-stica complessiva, degli spazi verdi, della vivibilità del quartiere, anche secondo i più evoluti cri-teri di efficienza energetica. Un laboratorio di progettazione partecipata tra proprietari privati epubblico ha accompagnato tutto l’iter. Promotore: Comune e Acer Reggio Emilia Progetto e attuazione: Acer Finanziamento: 32 mi-lioni Cronologia: marzo 2015 (fine lavori)
L’ex ospedale Sant’Agostino a ModenaAll’interno della riqualificazione dell’antico complesso (1753), destinato a polo culturale del-la città, troveranno posto la Biblioteca Estense e la Biblioteca civica d’arte Poletti, servite daun modernissimo sistema di archiviazione e distribuzione dei libri, il Polo espositivo e il Cen-tro linguistico e per l’internazionalizzazione; oltre a queste funzioni s’insedieranno il Centroper la fotografia e per l’immagine, gli spazi commerciali, la foresteria a servizio prevalente-mente dei docenti dell’Università, i servizi collaterali e di utilizzo comune. Ampi spazi e cor-ti saranno aperti al pubblico rimettendo in comunicazione due parti di città rimaste separa-te per secoli. Attualmente è stato consegnato il progetto definitivo e si stanno raccogliendole approvazioni dei vari enti (Soprintendenza, Vigili del fuoco, Ausl, Arpa, Comune, ecc.).Promotore: Fondazione Cassa di Risparmio di Modena Progetto: Ati costituito dalla mandataria
Giro d’Italia in 8 casi eccellenti SEGUE DA P. 1, III COL.
RAPPORTO ANNUALE RIGENERAZIONE URBANAIL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 109, OTTOBRE 2012 7
I successi e le difficoltà deiprogrammi di rigenerazioneurbana ci aiutano a capirel’importanza della completez-za dei progetti di partenza. Ilmancato avvio di diversi in-terventi (o peggio, il blocco dicantieri già in corso) è statospesso imputato a questioniesterne (nuove norme am-bientali, cambi di mercato, ri-tardi delle pubbliche ammini-strazioni, ecc.), ma in molticasi sarebbe onesto ricono-scere la debolezza dei proget-ti iniziali che, avendo sottova-lutato la complessità dellecondizioni reali, non avendocompiuto adeguati studi dimercato e/o essendo gestiti dasoggetti non sufficientementestrutturati (il boom edilizio hafatto nascere molti imprendi-tori improvvisati o cresciutitroppo in fretta), sono cadutialle prime difficoltà. A queste
valutazioni, già avviate unadecina di anni fa, si aggiungeoggi l’implacabile azione del-la crisi che sottopone i pro-grammi a una severissima ve-rifica di qualità su diversi pia-ni, da applicarsi tanto agli in-terventi privati quanto ai pub-blici: la corretta programma-zione delle funzioni insediate,la corrispondenza ai targetdella domanda reale, l’equili-brio del piano economico fi-nanziario. Un altro aspetto rilevante mes-so in luce dalla crisi è l’ecces-so di offerta dovuta al boomimmobiliare ma anche a unamancata gestione degli equili-bri territoriali in rapporto alladomanda reale espressa dai di-versi contesti. Molte città so-no oggi semplicemente saturedi un’offerta senza domanda(tipico il caso del terziario) epovere su alcuni fronti della
sono puntati su aree dismesse e periferiere alla domanda di«green» proveniente dai movimenti cittadini, riscoprendo valori quali la densità, la mobilità pedonale, l’accessibilità
Leonardo - Consorzio Europeo per l’Ingegneria e l’Architettura (Ingegneri Riuniti Spa di Modenala consorziata incaricata del coordinamento progettuale e dell’ingegnerizzazione) e da Gae Au-lenti Architetti Associati e Studio Associato Architetti Doglioni - Daminato Superficie: 25.000 mqFinanziamento: 43 milioni
L’ex mercato ortofrutticolo a BolognaA ridosso della città storica, nei pressi dei nuovi uffici comunali oltre i binari della stazione ri-progettata da Arata Isozaki che rompe l’isolamento della Bolognina, l’ex mercato è destinato acostituire un nuovo polo urbano con funzioni residenziali miste, universitarie, di ricerca, di ser-vizio (plesso scolastico, casa della salute, ostello, centro polifunzionale e centro culturale) e diverde urbano con un sistema di parco e spazi pubblici di oltre 10 ettari. Il sistema degli stan-dard ambientali ed energetici è stato declinato sia a livello pubblico che privato, tramite una pro-gettazione integrata delle reti tecnologiche e dei sotto-servizi, ed è il frutto di un laboratorio diprogettazione partecipata. Promotore: Comune di Bologna Progetto: Studio Scagliarini-Tasca Superficie: 30 ettari Promo-tore per la parte residenziale-direzionale privata: Gruppo Valdadige Costruzioni Progetto: CinoZucchi Architetti e Jswd Architetti (concorso internazionale)
L’ex Manifattura tabacchi a NapoliIl Piano di recupero del complesso s’inserisce nella più generale riconversione di Napoli orien-tale, di cui costituisce la testa di ponte verso la città. In linea con le indicazioni del Prg vi-gente, tese al rinnovamento funzionale e ambientale di tutta l’area, il piano prevede un mixfunzionale equilibrato tra residenze, uffici, commercio, didattica e residenze universitarie, ver-de attrezzato, sport e servizi (scuola per l’infanzia, area mercatale, mediateca, parcheggi),centro congressi polifunzionale e centro benessere. Ideato secondo i principi della sostenibi-lità ambientale ed energetica, punta al recupero degli edifici storici di pregio, con la sostitu-zione delle parti improprie e la costruzione di nuovi volumi, la valorizzazione del verde esi-stente e la realizzazione di ampie aree pubbliche attrezzate.Promotore: Fintecna Immobiliare Progetto: Mario Cucinella Architects e Andreas Kipar Cro-nologia: approvazione maggio 2011 Superficie: 16,6 ettari Volumetria: 570.000 mc
domanda reale, prima fra tuttela residenza di qualità a prez-zi accessibili.Il ritorno di attenzione alla cit-tà, alla sua rigenerazione e al-la qualità d’interventi miratiespressa nell’ultimo anno dadiversi soggetti (Unione euro-pea, Governo, Ance, Anci, fe-derazioni di imprenditori,ecc.) suggerisce un consolida-mento dei processi virtuosiprima accennati. Un buon se-gnale che va ora sostenuto dastrumenti di verifica dei sin-goli progetti, da una maggioreattenzione alla programma-zione di scala territoriale e dauna migliore organizzazionedegli iter amministrativi che,per la loro eccessiva burocra-tizzazione e lentezza, penaliz-zano notevolmente la capacitàdi attuazione.❑ Pagine a cura di
Marina Dragotto © R
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Che cosa vi ha portato a unirvi e fare sistema?Risponde Saul Fava (business development manager efficienzaenergetica di Schneider Electric)L’esigenza del cliente/committente finale di disporre di un ap-proccio unitario al tema Green Building da parte degli operatorie l’opportunità di soddisfare questo bisogno apportando valorealle filiere di mercato delle aziende partner. Pur mantenendo l’in-dipendenza e la visibilità dei brand, evidenziamo che la realizza-zione di un Green Building richiede il concorso di un insieme ditecnologie integrate. Includendo anche fattori abilitanti, quali lacomponente finanziaria, con la finalità di agevolare la coperturadegli investimenti e la certificazione di sostenibilità dell’edificio(Leed), per offrire una metrica di valore internazionale delle per-formance di efficienza energetica e sostenibilità.
Perché è centrale il tema dell’integrazione tra filiere produttive?Risponde Claudio Cont (Responsabile Marketing di Habitech)Integrazione per Habitech significa innovare radicalmente i pro-cessi tradizionali di progettazione e costruzione inserendo fin dal-le prime fasi tutte le competenze che intervengono lungo il ciclodi sviluppo del progetto, intervennendo anche sulle possibili ri-cadute in termini di gestione futura dell'immobile realizzato, spo-stando l’ottica di valutazione sull’intero ciclo di vita dell’immobi-le in modo da renderlo più efficiente e massimizzarne il valore.All’interno del Green Building Project Habitech assume un ruolodi facilitazione trasversale per l’integrazione di tutte le compe-tenze dei partner, utilizzando lo straordinario strumento di misu-ra della qualità e sostenibilità che LEED rappresenta.
A chi è rivolta l’iniziativa?Risponde Annalisa Ferrazzi (Responsabile Marketing e Sviluppodi Harley&Dikkinson Finance)I più rappresentativi stakeholder sul tema Green Building so-no operatori del real estate e del facility management, fondid’investimento immobiliare, Energy Service Company, banche,amministrazioni e associazioni di categoria. Questi sono i sog-getti che stanno chiedendo un approccio integrato al tema, inquanto hanno sempre maggiori difficoltà a gestire la molte-plicità degli attori che devono essere coinvolti. Non ultimo, tut-te le figure professionali che si confrontano quotidianamentecon la necessità di proposte «multidisciplinari»: aziende lea-der in diversi settori e complementari nell’offerta di servizi/so-luzioni possono rappresentare una garanzia di affidabilità,semplificazione e controllo del processo.
Come si svolge concretamente la cooperazione?Risponde Ruggero Ricci Mingani (Responsabile Promozione Tecni-ca Saint Gobain di Saint Gobain)Erano già presenti delle partnership industriali nella definizione disistemi tecnologici avanzati tra alcune aziende del team; il proget-to è stato anticipato da concrete collaborazioni, ad esempio allarealizzazione di Habitat LAB di Saint Gobain, di prossima aperturaa Corsico (Milano), Schneider Electric ha collaborato con Saint Go-bain fornendo i propri sistemi domotici per la gestione dell’edifi-cio. Oltre a quest’esperienza, l’offerta del sistema di imprese sulmercato e la loro collaborazione, è nata nel business develop-ment tecnico-commerciale, per poi svilupparsi sul piano dellacomunicazione. Un gruppo di coordinamento si confronta sullemodalità di follow-up, in funzione delle esigenze dei clienti e inbase ad esse viene nominato il capofila del singolo progetto.
Qual è l’approccio alla building automation all’interno del pro-getto?Risponde Stefano Gandolfi (trade marketing manager italianmarket di Riello) Il nostro approccio marketing e commerciale al mercato vede unprogressivo affiancamento al business tradizionale di un nuovo li-vello di attenzione che valorizza i benefici ottenibili dagli utilizza-tori finali. È necessario spiegare loro, anche e soprattutto tramitela filiera di mercato, che gli interventi rivolti verso l’efficienza ener-getica attiva negli edifici (controllo illuminazione, regolazione cli-matica, schermatura solare, ottimizzazione nella distribuzione deivettori energetici, sub-metering, sistemi integrati di supervisione eanalisi energetica) comportano investimenti relativamente conte-nuti, sono poco invasivi e hanno tempi di ritorno dell’investimento(Roi) che stanno generalmente sotto i tre anni. La riduzione dei co-sti energetici è di per sé una garanzia a copertura dell’investimento;si comprende perché gli analisti di mercato indicano questo set-tore come uno di quelli con maggiore crescita per i prossimi anni.
Qual è l’approccio alla climatizzazione all’interno del progetto?Risponde Saul Fava (business development manager efficienzaenergetica di Schneider Electric)Le prospettive dettate dalla riqualificazione energetica del parcoimmobiliare italiano esistente sono a dir poco impressionanti. Stia-mo parlando, in base ai dati Cresme 2010, di oltre 30 milioni diimmobili, tra edifici del terziario e del pubblico e abitazioni resi-denziali. A questo si aggiunge la non banale considerazione che lagran parte degli immobili italiani è in classe F. Quelli costruiti con
licenza edilizia del 2005 sono mediamente in classe C. La riqua-lificazione dell’impianto di climatizzazione può migliorare note-volmente l’efficienza energetica dell’edificio e su questo aspettoRiello, leader in Italia nella climatizzazione, è da sempre presen-te. Unirci a fare sistema diventa fondamentale quando la riquali-ficazione dell’impianto di climatizzazione si associa a interventiquali l’involucro, l’automazione, l’illuminazione, l’integrazione, lacertificazione energetica e le soluzioni finanziarie.
Qual è l’approccio all’illumnazione all’interno del progetto?Risponde Luca Belelli (Italy Sales Director de iGUZZINI Illumi-nazione Spa)Da molti anni sosteniamo l’importanza di fare sistema per otte-nere risultati di eccellenza. L’illuminazione ben progettata e l’in-tegrazione di sistemi di light management, in ottica di risparmioed efficientamento energetico, consente non solo di migliorare laqualità dell’architettura, della città e del patrimonio pubblico, masoprattutto di aumentare il comfort per i suoi fruitori.
Quali sono le azioni per promuovere il progetto e quali le attese?Risponde Rinaldo Rinaldi (Direttore Commerciale del Gruppo In-dustriale Tosoni)La presenza Eire [la fiera milanese del real estate svoltasi agiugno; n.d.r.] ha aperto contatti con il mondo immobiliare edei professionisti, che ci aspettiamo di consolidare con la pro-posta del Gbp nel contesto di RE+build [alla Fiera di Riva delGarda dal 17 al 19 settembre; n.d.r.]. L’obiettivo è la costitu-zione di una rete d’imprese con cui presentarsi sul mercato apartire dal 2013. Intendiamo promuovere il nostro approcciotramite tutti i canali di marketing communication, rafforzan-do il messaggio con incontri (workshop e seminari) e inizian-do un percorso di ascolto e confronto tra proposte ed effetti-ve esigenze della committenza. A Eire ci è stata riconosciutasubito l’innovazione nell’approccio; altri operatori del settoreci hanno avvicinati per capire come entrare a far parte delteam: sicuramente un buon segnale. I professionisti vedonoun gruppo di aziende che offrono servizi/prodotti e soluzioniefficientemente complementari. Le imprese sono interessate,ma hanno ancora bisogno di tempo per verificare in dettagliol’effettivo vantaggio delle nuove proposte rispetto ai tradizio-nali prodotti o soluzioni. In ogni caso non è possibile tornareindietro: la riduzione dei consumi a favore di una maggiore ef-ficienza per una più attenta gestione dell’energia è un valoresociale ormai riconosciuto.
«Green Building Project». La parola alle aziende
� Certificazione energetica
L’edificio di qualità si deve riconoscere a colpo d’occhioNobert Lantschner ragiona sulle buone pratiche del costruire
Innanzitutto va ricordato che lacertificazione energetica intro-dotta dall’Europa con la diretti-va 2002/91 ha un preciso obiet-tivo: favorire lo strumento dellatrasparenza nell’efficienza ener-getica in edilizia. La Comunitàeuropea ha individuato da tem-po il settore più «energivoro»,rappresentato dalle costruzioni,per lanciare una serie d’iniziati-ve al fine di ridurre la dipenden-za energetica dell’Europa, gene-rando al contempo nuovi posti dilavoro e contribuendo a salva-guardare l’ambiente. Prima diconfrontare i vari sistemi di cer-tificazione nel nostro Paese,dobbiamo domandarci perché inItalia gli sviluppi in ambito ener-getico nel settore delle costru-zioni non abbiano raggiunto i li-velli di molti altri Paesi centro onordeuropei. Per quale ragionein Italia viviamo la terza genera-zione di norme sul risparmioenergetico in edilizia, mentre neicantieri le evoluzioni tecnichesono ancor oggi a un livello chenon è possibile considerare buo-no in confronto agli altri stati?Questo tema non esprime unamoda, ma rappresenta la rispo-sta più diretta alla doppia sfidache ci accingiamo a combatteresu energia e clima. Per l’Italia,che deve importare quasi l’inte-ro fabbisogno di energia, è un gi-gantesco spreco di risorse nonsfruttare le tecnologie e i sistemicollaudati che possono drastica-mente ridurre i consumi energe-tici nelle case. Guardando le ci-fre scopriamo che le importa-zioni energetiche ci costano 64miliardi l’anno. Investendo in ef-ficienza energetica si potrebbe-ro risparmiare 12,8 miliardi at-traverso la riduzione del 20% deiconsumi. In tempi di spendingreview… questo è un tesoro! Ef-
ficienza e risparmio energeticosono le chiavi del futuro e i lorobenefici non vengono sufficien-temente riconosciuti dalla poli-tica, nonostante apportino utilitàindiscusse, come nuova occupa-zione, il miglioramento dei bi-lanci ambientali e soprattuttoaiutando le famiglie a rispar-miare, invece di bruciare i soldi,nel vero senso dalla parola.Ritorniamo allo strumento del-la certificazione: che aiuto puòdare per rendere concreti questiobiettivi? L’uomo non ha i rag-gi X per vedere la qualità di unacostruzione: una volta finita unacasa guardiamo semplicementeun intonaco, un colore e maga-ri ne valutiamo il design, ma ciòche determina il valore energe-tico e il benessere abitativo non
è possibile riconoscerlo sempli-cemente osservando. Per que-sto serve maggiore trasparenzanel progettare e costruire. Allatrasparenza deve essere affian-cata la serietà, combinando en-trambe con innovativi concettidi marketing. Sarebbe fonda-mentale e auspicabile l’uso diun linguaggio semplice e com-prensibile a tutti gli utenti. So-lo in questo modo avremo cam-biamenti positivi. Questa eral’idea iniziale della direttiva eu-ropea: il certificato energeticodeve informare il cittadino, chepuò così tutelare i suoi interes-si nel vivere bene nella propriaabitazione, risparmiando costienergetici e contribuendo a ri-spettare in modo attivo l’am-biente. Qui CasaClima è stata
rivoluzionaria, perché comin-ciò in modo radicale a difen-dere gli interessi dei cittadini,andando a controllare edificioper edificio per rilasciare ilcertificato CasaClima, checlassificava in modo com-prensibile a tutti il comporta-mento energetico della costru-zione. CasaClima partì diecianni fa con un progetto natodalla base, con l’ambizione dicoinvolgere nei suoi processitutti gli attori dell’edilizia. Po-teva essere la risposta all’e-mergenza energia... Oggi pe-rò serve un approccio capacedi confrontarsi con le nuovesfide, che vanno oltre il temadell’energia. Per questo ab-biamo costituito la nuova Fon-dazione ClimAbita, che pro-
muove una visione olisticadell’abitare. L’obiettivo prin-cipale è di concentrarci sul-l’essenziale, per definire lostandard che risponde ai crite-ri di un’edilizia sostenibile.Avendo avuto modo di cono-scere anche gli altri sistemi dicertificazione ambientale inItalia sono purtroppo convin-to che né il protocollo Itaca, néquello Leed troveranno unalarga applicazione. Tale giudi-zio si basa su molteplici con-siderazioni, ma anche sui fat-ti e sui numeri esigui che en-trambi hanno generato finora. Che cosa serve al nostro Pae-se? In primis una forte condi-visione delle problematichetoccate, e di conseguenza unmasterplan, una programma-
zione concreta che trasformil’edilizia e gli altri settori dacoinvolgere, per costruire l’e-ra «postfossile». Servono im-mediatamente delle modifichenormative che garantiscanoseri controlli, per assicurareun’affidabile certificazioneenergetica degli edifici, unostrumento in grado di trasfor-mare il mercato, come è avve-nuto per gli elettrodomesticinell’ultimo decennio. Infineserve un impegno concreto ditutti, dall’utente al costruttore,dal politico alle istituzioni. Perquesto, come abbiamo già det-to insieme ai tanti soci fonda-tori di ClimAbita, non bastapiù il sapere. Bisogna volere,e soprattutto fare.❑ Norbert Lantschner
La scuola che fa scuola. A Lajon (Bolzano) l’edificio scolastico elementare, certificato CasaClima oro, in un anno produce più energia di quanta ne consumi (progettodi Johann Vonmetz). Norbert Lantschner, fondatore di CasaClima, presenterà al Saie «Green Habitat», la nuova iniziativa di BolognaFiere di cui è coordinatore
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RAPPORTO ANNUALE RIGENERAZIONE URBANAIL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 109, OTTOBRE 2012 9
� Uno sguardo alla pratica professionale
Verso la vita bucolica della Transition TownAncor prima di intervenire, bisogna sensibilizzare i committenti
La presenza delle detrazioni fi-scali al 55% per le opere edili-zie volte al risparmio energeti-co (attive dal 2007) e l’aumen-to al 50% per quelle di ristrut-turazione (secondo una logicapremiale che tuttavia negli in-terventi potrebbe fare antepor-re i criteri quantitativi a quelliqualitativi); il costante e inarre-stabile aumento dei costi del-l’energia; la sempre maggioresensibilità della potenzialecommittenza nei confronti diuna sostenibilità ambientaleche si può perseguire anche at-traverso la realizzazione dellapropria casa. Sono questi i para-metri principali inquadrati nel-la cornice delle direttive euro-pee volte alla riduzione dellaproduzione di rifiuti, al conte-nimento dei consumi energeti-ci, e al raggiungimento dell’o-biettivo 20/20/20 entro il 2020,che spostano l’attenzione versola casa a basso consumo e, neicasi più illuminati, verso unasua forte impronta ecologica.In Italia, anche grazie all’impe-gno profuso dalla metà degli an-ni novanta dall’Associazionenazionale architettura bioeco-logica (Anab), guardando al pa-norama dell’esercizio «ordina-rio» sono sempre più numerosii percorsi professionali il cui fi-lo conduttore si snoda lungo laconsapevolezza che ogni aspet-to della vita quotidiana ha il suovalore di ecosostenibilità: lascelta spetta poi alla commit-tenza riguardo a quanto si vo-glia agire in tal senso. Non so-lo determinati protocolli tecni-ci di efficienza energetica (tipoCasaClima) ma materiali eco-logici, per contribuire a realiz-zare un micro clima interno sa-lubre (protocollo Itaca); non so-lo impianti che utilizzano ener-gie rinnovabili, ma anche la pre-clusione di certi impianti ormaiinaccettabili (come il condizio-namento con fan-coils e com-pressori esterni a parete) che,come in un circolo vizioso, au-mentano i consumi stessi e de-vastano le facciate. L’approccioeticamente sostenibile di questomodo di lavorare, inscindibileda un’attenta progettazione ar-chitettonica, si manifesta ancheattraverso la sensibilizzazionedel committente all’importanzadi sostenere un costo comples-
sivo dell’opera che minimizzil’impronta dell’intervento intermini di risorse (consumo diterritorio, materiali ed energia)e che annulli le ricadute negati-ve abitualmente scaricate sullacollettività o sulle generazionifuture. Pensiamo all’eccessivoconsumo di acqua potabile; al-l’inquinamento causato dalleancora numerosissime caldaie agasolio; a quanto ci costa l’usoindiscriminato di materiali daanni dichiarati cancerogeni, co-me l’amianto e la formaldeide,
o la cui produzione ha causatoun gran numero di morti, comeil Pvc, bandito in moltissimi sta-ti europei già dagli anni ottanta,e in Italia capofila di chi pro-muove la riqualificazione ener-getica.In termini generali, diventaquindi cruciale la trasforma-zione dei comportamenti chepossono portare alla modificadella concezione della città,prima ancora che alla trasfor-mazione fisica dei luoghi, co-me invece è prassi tradiziona-
le nei casi di rigenerazione ur-bana. La grande ricchezza epotenzialità di simili trasfor-mazioni dei comportamentipermea le transition town, i cuiprocessi mirano alla trasfor-mazione delle pratiche riguar-danti i temi di energia, salute,economia, educazione, agri-coltura, trasporti, ciclo dell’ac-qua. Di matrice inglese, il fe-nomeno è in estensione, con al-cuni primi esempi anche in Ita-lia (tra gli altri, nel Comune diMonteveglio, 5.000 abitanti in
Provincia di Bologna). Anchealla microscala, si registranoprogetti edilizi in cui è marca-ta l’impronta ecosostenibile,miscelata alla ricerca di piùsemplici stili di vita. In Italia sicontano sulle dita di una mano:è il caso dell’ecovillaggio aSan Rocco di Tretto, in cantie-re presso Schio (Vicenza), suprogetto di Massimo Zampierie Filippo De Franceschi. Pre-visto per circa 40 persone, l’in-tervento si caratterizza per l’u-tilizzo di legno e paglia comemateriali costruttivi, per le si-gnificative caratteristiche disostenibilità (orientamenti, sti-li di vita, approccio ecologico,efficienza energetica) e per lapresenza del co-housing. Lacompresenza di abitazioni espazi comuni caratterizza an-che lo schema funzionale del-l’insieme, non più semplice ac-costamento di moduli singolima incastro di spazi comuni.Sono esempi paradigmatici: ingenerale, la diffusione di in-formazione, eventi fieristici epubblicazioni ha ingeneratonella committenza una spicca-ta curiosità nei confronti dellepossibilità alternative all’edili-zia tradizionale, oltre a un al-tro grado di aspettativa verso ilprofessionista che si proponecome esperto di un certo setto-re tecnologico. Due sono gliambiti entro cui la riqualifica-zione energetica si muove. Ilprimo è quello del recupero
edilizio. Nel Veneto, caratte-rizzato da un diffuso consumodel suolo, l’85% del patrimo-nio costruito è antecedente al1989: diventa così di primariaimportanza affrontare la sfidadella sostenibilità ambientale edel risparmio energetico attra-verso il recupero, l’adegua-mento o il complessivo rinno-vo di quella stessa edilizia pri-va di comfort ambientale, pri-ma ancora che dei requisiti mi-nimi per il contenimento deiconsumi. Il secondo riguarda lenuove costruzioni, dove cre-scono le richieste verso le casein legno (anche se, secondo ilrapporto Green Italy 2011, co-stituiscono solo lo 0,3% del co-struito residenziale rispetto al20% tedesco), grazie alle loroqualità intrinseche di sosteni-bilità (materiali rinnovabili),bassissimi consumi e antisi-smicità, nell’ambito delle nuo-ve edificazioni o degli amplia-menti, mentre è più facile il ri-corso a materiali tradizionalinel caso dei recuperi. Tecnolo-
gia e legislazione permettonoora anche in Italia la realizza-zione di edifici in legno di ol-tre i quattro piani (come il ca-so di «Panorama Giustinelli» aTrieste, di sei piani). Soprat-tutto nel primo ambito la tra-sformazione dei comporta-menti può portare verso sensi-bili miglioramenti dell’abitare:nel momento della scelta dicomponenti e finiture (che sia-no murature, infissi, rivesti-menti, intonaci, tamponamen-
Si è chiusa le seconda edizione del pre-mio nazionale «Costruire nel costrui-to/Recuperare l’esistente»: organizza-to da Bioarchitettura® e In/Arch e pro-mosso da LegnoFinestraItalia e Ance,ha selezionato interventi di nuova edi-lizia e recupero dell’esistente conun’attenzione particolare alle facciateesterne e alle finestre, chiuse da ser-ramenti in legno, e agli aspetti energe-tici. Sui 63 progetti valutati dalla giu-ria, composta da Rob Krier, Carlo Al-bertini (presidente di LegnoFinestraI-talia), Paolo Buzzetti (presidente di An-ce), dalla direttrice di «Bioarchitettu-ra» Wittfrida Mitterer e dal presidneteIn/Arch Sardegna Giuseppe Vallifuoco,tre sono i progetti che si sono divisi ilmontepremi in palio, 10.000 euro. Ilprimo classificato, Filippo Taidelli conil progetto Zenale Building Renovationa Milano ha realizzato il completamen-to di un edificio di inizio Novecento, fo-to 1. Massimo Gin, secondo, ha lavo-rato a Murano (Venezia) trasformandouna fornace per materiali refrattari de-gli anni trenta in una struttura resi-denziale (tra le segnalazioni de «Il Ma-gazine dell’Architettura», gennaio2012), foto 2, mentre la terza, SoniaCalzoni, ha restaurato il piccolo borgoagricolo Val Tidone a Piacenza, foto 3.La giuria ha anche assegnato una men-zione speciale a Lucien Kroll per lascuola Don Milani a Faenza, e ha se-gnalato «per l’innovazione di prodotto»la finestra Diodo mediterranea di Fran-cesco Ferrara. I premi si consegnano aRoma il 28 settembre.
Massimo Zampieri e Filippo De Franceschi, progetto per l’ecovillaggio a San Rocco di Tretto, presso Schio (Vicenza);particolare di posa di un rivestimento a cappotto in un edificio esistente
ti, cappotti, isolanti, fino alleapparecchiature tecnologicheper la movimentazione di par-ti meccaniche) ci si può orien-tare verso materiali di deriva-zione sintetica o verso quelliecologici. In entrambi i casi irequisiti prestazionali teoricipotrebbero essere soddisfattima, nel secondo caso, con as-sai migliori esiti di salubrità ecomfort abitativo. Il recuperodegli edifici storici, anche nontutelati dalle soprintendenze,di per sé ecologici e «sosteni-bili», si configura esso stessocome elemento di valorizza-zione e tutela testimoniale sulterritorio, che andrebbe perdu-ta se non se ne garantisse laconservazione. Con il restauroe la riqualificazione energeti-ca, il peso legato alla sosteni-bilità dell’intero intervento de-ve essere ancora più consape-vole. La bellezza di tante partidi città d’Italia è data, oltre cheal genio italico ora forse piùschivo e sfuggente, dalla loroautenticità, sviluppatasi fino aldopoguerra in perfetto equili-brio tra necessità, clima, fun-zioni, adattamento alla morfo-logia dei luoghi, all’utilizzo dimaterie prime locali: caratteriche oggi leggiamo come evi-dentemente «green». La riqua-lificazione energetica di talepatrimonio rischia di distrug-gerne i caratteri originali. Se laregola però diventa il rispettodi tali peculiarità, si può trova-re un equilibrio consapevoletra conservazione e ri-funzio-nalizzazione. Ciò significa in-tervenire in modo reversibile,senza inserire elementi inqui-nanti, favorire l’utilizzo di ma-teriali tradizionali ed ecologicie, se «nuovi», certificati conmarchi riconosciuti a livelloeuropeo; garantire il riuso o ri-ciclo di quanto più materialepossibile, per non disperderel’energia grigia che è quella in-globata nei materiali da co-struzione. Le inevitabili limi-tazioni legate a un simile ap-proccio progettuale possonostimolare la progettazione, ar-ricchendola di nuove declina-zioni dei linguaggi. L’inseri-mento delle più avanzate tec-nologie impiantistiche richie-de sempre nuove soluzioni tec-niche, mentre la conoscenza dimateriali e lavorazioni artigia-nali sviluppa nuove figure pro-fessionali e riattiva tradizioni eabilità che rischiano di perder-si, generando al contempo nuo-ve economie.❑ Lucia Corti, Elena Rigano
Laboratorio di architettura ecolo-gica (Padova). Esperte CasaClimae autrici di CasaClimaR. Edificistorici ad alta efficienza energeti-ca, manuale fotografico sulle pra-tiche progettuali nei casi di recu-pero di edifici storici (in pubblica-zione a inizio 2013)
I migliori esempi di bioarchitettura nel costruito
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IL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 109, OTTOBRE 201210 RAPPORTO ANNUALE RIGENERAZIONE URBANA
�Energie rinnovabili e meccanismi di incentivazione
Il Quinto conto energia allarga le fontiLe nuove norme operative da fine agosto
È attivo dal 27 agosto il Quin-to conto energia, ai sensi delD.M. 11 aprile 2008, che sta-bilisce nuove regole per l’in-centivazione degli impianti so-lari per produzione di energiaelettrica. Rispetto ai preceden-ti, prevede un filone d’incenti-vazione per gli impianti foto-voltaici e uno per quelli ter-modinamici.Per i fotovoltaici, usualmente,sono previsti incentivi diversiin funzione delle tecnologie(impianti «tradizionali», im-pianti con caratteristiche inno-vative, impianti a concentra-zione). È introdotta inoltre ladistinzione tra un accesso di-retto agli incentivi (impiantipiccoli o promossi da pubbli-che amministrazioni) e un ac-cesso tramite Registro infor-matico del GSE (tutti gli altriimpianti). Adifferenza dei pre-cedenti, il Quinto conto ener-gia ha istituito per il fotovol-taico una “tariffa omnicom-prensiva” (ovvero comprensi-va dell’incentivo e della ven-dita dell’energia elettrica pro-dotta) e una “tariffa premio”per l’energia elettrica che nonsi vende alla rete ma viene con-sumata in sito (tariffa ovvia-mente più bassa della prece-dente, in quanto l’utente ri-sparmia il costo dell’acquistodell’energia elettrica autocon-sumata). Stante ormai la pleto-ra di differenziazioni, non è più
possibile fornire tutti i valoridelle tariffe, che si ritrovanosul sito del GSE; per un picco-lo impianto (<3 kWp), instal-lato su edificio, la tariffa om-nicomprensiva vale 0,208?/kWh mentre quella premio0,126 ?/kWh (I semestre Vconto energia). Nel II semestree negli anni successivi sonopreviste delle riduzioni. Comeper il IV conto energia, riman-gono le soglie del raggiungi-mento di un costo cumulato,pari a 6,7 miliardi all’anno.Molte critiche sono state tutta-via mosse a tale provvedimen-to, riguardo alla lentezza deitempi di emanazione, al con-tingentamento delle risorse eall’emanazione del registro, airitardi nell’allaccio da parte deigestori e alla normativa tecni-ca sulla connessione, emanatacon delibera 84/2012 del-l’Aeeg (protezione d’interfac-cia dedicata per impianti conpotenza superiore a 6 kW).Per gli impianti solari termodi-namici è previsto che il mec-canismo d’incentivazione siaesteso agli impianti esistenticostruiti successivamente al 18luglio 2008, dotati di un suffi-ciente accumulo dell’energiatermica (capacità nominale diaccumulo non inferiore a 1,5kWh termici per ogni mq di su-perficie captante) e di superfi-cie non inferiore a 2.500 mq.Le tariffe incentivanti, costan-
ti per un periodo di 25 anni (peril fotovoltaico è di 20 anni), pertutto il 2012 variano da 0,22 a0,28 ?/kWh di energia elettricain funzione della frazione dienergia elettrica prodotta dafonte solare (questo perché so-no ammessi impianti cosiddet-ti ibridi, ovvero alimentati an-che da un’altra fonte energeti-ca oltre al solare). Nel 2013 enel 2014 le tariffe verranno ri-dotte del 2% l’anno. Arrivati alV Conto energia è anche pos-sibile tracciare uno scenariodei diversi provvedimenti chesi sono succeduti dal 2007: ilvero sviluppo del fotovoltaicoè stato innescato dal Secondoconto, che ha portato a 200.000impianti installati per un totaledi circa 7 GW di potenza. Piùmodesto il contributo del Ter-zo conto (da marzo 2011), dicui hanno goduto meno di50.000 impianti e ha incre-mentato la potenza installata apoco più di 8 GW. Nuovamen-te più rilevante il contributo delQuarto conto (da giugno 2011,ancora attivo per certi impian-ti) per cui a luglio 2012 si con-tavano in totale oltre 400.000impianti per una potenza tota-le di oltre 14,3 GW.In definitiva, il bilancio deimeccanismi d’incentivazione,pur con le criticità evidenziate,ha portato a un sostanziale in-cremento dell’energia elettricaprodotta da fonte rinnovabile:
se nel 2005 la percentuale dienergia rinnovabile nel consu-mo lordo di elettricità era parial 16,3%, nel 2010 tale valoresi è attestato al 20,1% (datiGSE Simeri). È stato anche ri-portato su quotidiani il dato delGSE che attesta come tra le ore13 e 14 dell’ultima Pasquettaben il 64% dell’energia elettri-ca prodotta in Italia provenissedalle fonti rinnovabili. Certoresta da superare il problemadell’accumulo dell’energia, ein questo l’incentivazione delsolare termodinamico obbliga-toriamente dotato di accumuloè sicuramente utile, ma i mec-canismi incentivanti sono or-mai distinti per diverse utenze,da quelle residenziali (piccolofotovoltaico integrato sull’edi-ficio) ai grandi impianti di so-lare termodinamico per leutenze industriali.Infine, ci si aspetta che venga-no incentivate anche le fontirinnovabili termiche: se il fo-tovoltaico ha goduto di oltre 6miliardi l’anno, non altrettantopuò dirsi delle rinnovabili ter-miche, il cui budget per orasembra limitato; si deve in ognicaso applicare lo stringenteD.Lgs. 28/2011 attraverso in-centivi in conto energia rinno-vabile per usi termici o in con-to risparmio energetico per in-terventi d’incremento dell’ef-ficienza energetica. ❑ Enrico Fabrizio
Tra gli strumenti per attivare azioni di riqualificazione ener-getica a livello urbano, il Patto dei sindaci è un’iniziativadella Comunità europea per spingere le autorità locali adadottare una pianificazione energetica in grado di assicu-rare l’obiettivo di ridurre del 20% le emissioni di CO2 en-tro il 2020. L’Italia detiene il primato europeo del numero
di adesioni al Patto: finora hanno firmato 2.138 sindaci e ildato è in continua crescita. Le città s’impegnano ad adotta-re un Paes (Piano d’azione per l’energia sostenibile) ufficia-lizzato da una delibera di Giunta e frutto della cooperazionedi tutti coloro che a livello urbano hanno un ruolo nei campidell’energia e dell’ambiente. I Paes vengono redatti con unapproccio onnicomprensivo, definendo azioni strategiche nelbreve e lungo periodo nei principali settori: patrimonio edili-zio, trasporti pubblici e privati, produzione locale di energia,pianificazione urbana, public procurement di beni e servizi,coinvolgimento dei cittadini. Le azioni di riqualificazione ener-getica dell’edilizia pubblica e privata hanno, generalmente,un ruolo chiave nei Paes. Negli inventari delle emissioni diCO2 che le città firmatarie devono predisporre, l’edilizia emer-ge quasi sempre come il settore più problematico a causa del-le scarse prestazioni energetiche degli edifici. L’iniziativa del Patto dei sindaci spinge le città a promuovereazioni fortemente supportate dalla cooperazione tra attori so-ciali, così come si è sperimentato nei progetti dimostrativi eu-ropei «Concerto», sorta di prodromo all’esperienza dei Paes.Alessandria ne ospita uno, denominato «Concerto Al-Piano»(nella planimetria). Il sito d’intervento è un interstizio stret-to tra lottizzazioni di edilizia sociale costruite senza integra-zione col tessuto esistente. L’area è contemporaneamente og-getto di un Contratto di quartiere II, denominato «Al-Via»: nesegue un vero e proprio laboratorio, in cui alle misure sullerinnovabili e il risparmio energetico previste da «Concerto»si aggiungono azioni nel campo sociale, economico e cultu-rale. «Concerto Al-Piano» è finalizzato a dimostrare la possi-bilità d’intervenire in aree problematiche della periferia, conazioni misurate di recupero dell’edilizia esistente, di ri-den-sificazione con nuovi edifici ecoefficienti per residenze e ser-vizi, configurando un nuovo modello di ecovillaggio alimenta-to interamente da fonti rinnovabili. Il progetto, limitato terri-torialmente ma attivo su numerosi assi, è gestito attraversouna partnership tra enti locali (Agenzia territoriale della ca-sa, Consulta per l’edilizia residenziale e le infrastrutture del-la Provincia), imprese private, enti di ricerca (Politecnico diTorino, Università di Porto) e osservatori esterni (le Città diPorto, Tavira e Moura).Il progetto dimostrativo si articola in tre azioni. La costruzionedi nuove residenze e di una piscina pubblica (asse «New»), conparticolare attenzione alla progettazione della centrale di tri-generazione a biomassa, edificio simbolo dell’obiettivo prima-rio del progetto (l’azzeramento delle emissioni) ma che spessorisulta mal integrato nei tessuti urbani e rifiutato dalle comu-nità locali. La seconda azione riguarda la riqualificazione di 11palazzine dell’Atc costruite tra il 1971 e il 1978 (asse «Re-new»;nella foto, prima e dopo l’intervento). Infine, la promozione d’in-terventi di riqualificazione energetica di edifici (48.000 mq disuperficie utile) appartenenti a un’area più vasta (asse «Retro-fit»). La selezione degli edifici che otterranno il finanziamentoper gli interventi sta avvenendo attraverso un bando, lanciatodalla Città nel settembre 2010. ■ Lorenzo Savio
I Piani d’azione per l’energia sostenibile e il caso di Alessandria
«Il Giornale dell’Architettura»CERSAIE Special Daily Edition
Dopo il successo dell’edizione 2011, torna al Cersaie il Quotidiano bilingue (italiano ed inglese) di «Il Giornale dell’Architettura»
in edizione digitale con ampio photoreportage: uno strumento diretto, veloce, aggiornato
per mettere in contatto progettisti, visitatori, giornalisti e aziende.
Pronti via, la ceramica si spinge oltreUMBERTO ALLEMANDI & C. TORINO~LONDRA~VENEZIA~NEW YORK MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA 20 SETTEMBRE 2011
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20-24 settembre 2011
ARCHITETTURA
Daily Edition
IL GIORNALE DELL’
FR
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FR
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QuotidianoQuotidiano
Franco Manfredini:let’s catch therecoveryHow is this sectortackling the crisis andwhat is the outlook forgrowth?After the downturn in 2009,
the ceramics sector
resumed growth in 2010 and
the first half of 2011, with
sales up 1% in terms of
quantity and 3% in terms of
value. Though not
exceptional, these results
are certainly positive. The
areas hit hardest by the
crisis were Europe and North
America, our biggest
markets. It had severe
repercussions on the
property markets, a very
important sector for the
ceramics industry. We must
Al via oggi a BolognaFiere la
29° edizione del Saloneinternazionale dellaceramica perl’architettura el’arredobagno: 180.000
mq di spazi espositivi già
tutti prenotati a febbraio da
964 aziende, con 264
espositori stranieri da oltre
25 paesi. Alla scorsa
edizione 88.548 ingressi da
144 Nazioni e 738
giornalisti da tutto il mondo.
L’economista JacquesAttali e la presidente di
Confindustria nazionale
Emma Marcegaglia sono
tra gli ospiti illustri del
convegno inaugurale
«Vivere l’evoluzione delmercato», seguito dalla
tradizionale conferenza
stampa internazionale sullo
stato dell’arte della
ceramica Made in Italy. Ma
Cersaie vuole essere anche
un evento culturale, con la
rassegna «Costruire,abitare, pensare» nata nel
2009 per trovare nuovi
approcci produttivi e
progettuali e porsi obiettivi
comuni.
Progettazione per
l’emergenza, sostenibilità
ambientale, nuovi materiali,
tutela del Made in Italy,
formazione, cultura del
prodotto ceramico in ambito
urbano sono alcuni temi di
un programma che offre
anche importanti occasioni
di riflessione e
informazione, quest’anno
sotto l’egida dello slogan
«Eden Ceramico», volto a
sottolineare un nuovo modo
di intendere i materiali
ceramici, la loro funzione
rispetto al design,
all’architettura e alle
relazioni tra le persone.
Il programma di questa
edizione focalizza
l’attenzione soprattutto sulle
possibilità di interazione tra
la cultura del fare italiano e
quella degli altri paesi, e
sulle esperienze che si
muovono lungo la strada
della sostenibilità e della
collaborazione
internazionale. Tra gli
incontri accomunati da
questo fil rouge spiccano il
convegno di oggi «Nuovearchitetture, architetti dipaesi emergenti», in cui
quattro studi raccontano la
loro esperienza nei
cosiddetti Paesi in via di
sviluppo, e la conferenza di
Cameron Sinclair, che
illustra l’attività di
Architecture for Humanity,
società di servizi di
progettazione no profit da lui
fondata nel 1999 per
promuovere la progettazione
di soluzioni architettoniche
in situazioni sociali e
umanitarie critiche. Due
momenti che, come spiega
il presidente della
Commissione Attività
Promozionali Confindustria
Ceramica Vittorio Borelli, si
propongono di far conoscere
quali esigenze si
manifestano e quali
soluzioni vengono trovate in
contesti molto diversi da
quelli del mondo
occidentale, per capire se i
prodotti ceramici possono
partecipare alla crescita di
altri paesi attraverso il
bagaglio culturale e
produttivo dell’industria
ceramica italiana, che ha
scelto ormai da anni
la direzione della
sostenibilità.
Il programma offrirà, come
di consueto, anche seminari
20 settembre
Ready to go,ceramics leapsforwardThe 29th edition of the
International Exhibition of
Ceramic Tile and Bathroom
Furnishings starts today:
180,000 sqm of exhibition
space (already fully booked
by February 2011), 964
exhibitors, including 264
from abroad. Last year
88,548 people attended
from 144 countries and 738
journalists from all over the
world. The economist
Jacques Attali and EmmaMarcegaglia, head of the
Evolving Market”. This will
be followed by the traditional
international press
conference on the state of
the art in the Italian ceramic
tile industry. But Cersaie is
also a cultural event, as
borne out by the “Building,dwelling, thinking”
programme, launched in
2009 when it was essential
to find new production and
design approaches and set
common targets.
Designing in emergencies,
environmental sustainability,
new materials, protection of
the Made in Italy brand,
training and the use of
ceramic tiles in urban
contexts are just some of
the topics covered by the
programme, which includes
important opportunities for
reflection and learning. This
year’s slogan is “Ceramic
Eden”, coined to underline a
new way of interpreting
ceramic products, their
function in design,
architecture and personal
relations.
experience gained with
regard to sustainability and
international cooperation.
Among the conferences on
this subject are today’s
“New architecture,architects from emergingcountries”, during which
four architects will talk about
their firms’ work in so-called
emerging countries, and the
conference by CameronSinclair who will talk about
the work of Architecture for
Humanity, the no-profit
design organisation he set
up in 1999 that is dedicated
to promoting the design of
architectural solutions in
critical humanitarian and
social conditions. Vittorio
Borelli, Chairman of the
Confidustria Ceramica
Promotional Activities
Commission, explained that
these two events aim to
make us more aware of the
sort of needs that arise and
the solutions that can be
found in such very different
contexts and help us
understand whether the
ATTI
In primo piano oggi What’s on today
FrancoManfredini:intercettiamola ripresa
Come il settore staaffrontando la crisi equali sono le potenzialitàdi sviluppo?Dopo la caduta del 2009, il
settore ha recuperato l’1% in
quantità e il 3% in valore, sia
nel 2010 sia nel primo
semestre 2011. Non si
tratta di cifre eccezionali ma
vanno valutate
positivamente. La crisi ha
investito soprattutto Europa
e Nordamerica, nostri
principali mercati, con forti
ripercussioni sul mercato
immobiliare � 4
di carattere tecnico � 6
© G
IANN
I DOT
TI
I capitani coraggiosi ci sono
ancora, e sono presenti al
Cersaie in massa: 700
espositori italiani che,
attraverso la sfarzosa
bellezza, barocca o
minimale, dei propri stand
materializzano la positività
del loro pensiero
imprenditoriale. Al tempo
stesso, sorridono a denti
stretti all'uscita dal
convegno inaugurale, Vivere
l'evoluzione del mercato.
Emma Marcegaglia,
presidente di Confindustria,
e l'economista JacquesAttali non hanno
risparmiato parole
d'allarme. Di fronte a un
paese con una forza
imprenditoriale straordinaria
e una cultura del lavoro
unica nel panorama
europeo, Marcegaglia
sottolinea come ci sia un
governo che per anni ha
tenuto nascosti i problemi
da affrontare. Attali ci
osserva da lontano: non si
può più aspettare
un'epifania che risolva,
quasi per incanto, il nodo
Sul ponte di comando,avanti a tutto coraggio di Julian W. Adda
finanziario dell'Europa. Le
falle dell'Italia sono
un'incognita che, se non
risolta a breve, potrebbe
portare alla disfatta
dell'euro. É possibile
rimanere a galla,
concentrandosi su
innovazione e
internazionalità, guardando
il futuro senza paura: sono
di speranza le parole di
Vasco Errani, presidente
della Regione Emilia
Romagna. Giornate come
quelle della fiera, ricorda
Duccio Campagnoli(presidente di Bologna
Fiere), dimostrano come si
cerchi una vera e propria
nuova etica del costruire
italiano, che passi
attraverso la sostenibilità.
Se ne parlerà anche al
neonato Festival GreenEconomy di Distretto (6-9
ottobre 2011), mirato alla
valorizzazione delle buone
pratiche esistenti nel
distretto ceramico e alla
necessità di espandere le
filiere verdi all'interno dei
processi produttivi.
Kengo Kuma:il mio feeling con l’ItaliaIl suo lavoro si divide trainterior design e progettisu scala urbana. Qualisono i punti diriferimento che laguidano nell’approccio aqueste attività diverse?A prescindere dalla scala
del progetto – design
urbano, interior design o
artigianato – il nostro
approccio è sempre lo
stesso. Dal dettaglio
(piccolo) si arriva
all’insieme (grande), non il
contrario.
Lei ha semprelavorato conmaterialidiversissimi. A suogiudizio nelprossimofuturo qualimaterialipotrebberointrodurre unarealeinnovazioneanche in terminidii sostenibilità?? � 3
My feeling with ItalyYour work is splitbetween interior designand urban scale projects.What are the referencesthat guide you inapproaching thesedifferent challenges?Whatever the scale of the
project – urban design,
interior design or craft
design – our approach is
always the same. Particle
(small) grows into the whole
(large), but not the opposite.
You have alwaysworked with verydifferentmaterials. In your
opinion in the nearfuture what
materialscanintroducerealinnovationalso intermss ofsustainab-ility? � 3
UMBERTO ALLEMANDI & C. TORINO~LONDRA~VENEZIA~NEW YORK MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA 21 SETTEMBRE 2011Scarica la tua copia Download your copy www.ilgiornaledellarchitettura.com
20-24 settembre 2011
ARCHITETTURA
Daily Edition
IL GIORNALE DELL’
FR
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RE
SS
FR
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QuotidianoQuotidiano
21 settembre
Patricia Urquiola:la mia rivoluzione tranquilla
L’architetto spagnolo Patricia
Urquiola è stata coinvolta nel
calendario della
manifestazione per condurre
una riflessione dal titolo
«Blurring boundaries -Interconnesioni traprogetto di productdesign e architettura.Confini culturali tra
My quiet revolutionThe Spanish architect
Patricia Urquiola has been
invited to chair a
discussion entitled
“Blurring boundaries -Interconnectionsbetween product designand architecture.Cultural boundaries
© D
BOX
Un legame a corda doppia
tra Centro Storico e
Fieristico: questa la
connessione che Laura
Manfredini ha realizzato con
la mostra «CersaieDowntown. Le strade delDesign», giunta alla sua
Le mostre/1: Cersaie Downtown, la Fiera «contagia» la città
The Captains Courageous
are still there, and they are
present at Cersaie en
masse: 700 Italian
exhibitors whose positive
entrepreneurial thought
materialises through the
sumptuous - baroque or
minimal - beauty of their
booths. At the same time,
they smile tightly at the exit
of the inaugural convention,
Living in an evolving market.
Emma Marcegaglia,
President of Confindustria
(the Italian employers'
federation) and the
economist Jacques Attalido not hold back their words
of alarm. Speaking to a
country with an extraordinary
entrepreneurial force and a
culture of work unique in the
European panorama,
Marcegaglia stresses how
the government has for
years concealed the
problems that need to be
tackled. Attali observes us
from a distance: we can no
longer wait for an epiphany
to solve, as if by magic, the
financial problems of
Europe. Italy's economic
woes are an unknown
quantity which could lead to
the break-up of the euro
unless they are dealt with
soon. It is possible to stay
afloat, concentrating on
innovation and
internationality, looking
forward to the future without
fear: these words of hope
are spoken by Vasco Errani,President of the Emilia
Romagna Region. Days like
those of the trade fair, as
Duccio Campagnoli(President of Bologna Fiere)
reminds us, demonstrate
how we are seeking a truly
new ethic of Italian
construction, which works
through sustainability. This
discussion will continue
further at the new GreenEconomy Festival of the
Sassuolo ceramic cluster (6-
9 October 2011), whose aim
is to enhance the good
practices existing in the
ceramics district and to
expand the green supply
chain into production
processes.
E ora festeggiamo! Let’s celebrate!Alessandro Mendini:ceramica mi stupisci!
Noto per la sua più che
decennale collaborazione
con Bisazza Mosaico, il
poliedrico designer milanese
è atteso oggi alle 10.00, per
un’inconsueta «Lezione alla
rovescia»
Dove rintraccia i principalisegnali d’innovazionenell’articolato settoredella ceramica?Questo decennio è
caratterizzato da una grande
inventiva e sperimentazione
in tutti i materiali che
riguardano
l’edilizia e
l’oggettistica. La
nuove forme
consentite
dall’uso
virtuosistico della
progettazione
virtuale, danno
luogo allo
sviluppo di
materiali
sintetici dalle
presentazioni
adatte alle � 3
What Ceramics!Known for his long
collaboration with Bisazza
Mosaico, the Milan based
designer is expected today
at 10 am for an unusual
“Lesson in reverse”.
Where can you trace themain indications ofinnovation in theceramics industry?This decade has been one
of significant creativity and
experimentation in all
materials concerning the
building sector and
accessories. New shapes
made possible through the
vir tuoso use of vir tual
design have given rise to
the development of
synthetic
materials that
can be tailored
to new
aesthetic
needs. New
technologies
are clearly
linked to � 3
aveva ancora parlato
pubblicamente, ma
l’architetto e designer Claudio
Silvestrin, 57 anni, preferisce
rimanere sul vago per poi
rivelarsi durante la conferenza
stampa. Contro l’effimero e
l’obsolescenza estetica ci
parla della scelta d’ispirarsi,
per il suo progetto di
arredobagno, alla forma
eterna dell’uovo. Parla
dell’abilità manuale e creativa
che permette al made in ItalyTuteliamo il Made in Italy
Dopo la recente
approvazione dei dati
antidumping, facciamo il
punto con l’avvocato Daniela
Let’s protectMade in ItalyAfter the recent approval of
the antidumping data, we
Le mostre/2: attraversando le Metamorfosi di Julian W. Adda
UMBERTO ALLEMANDI & C. TORINO~LONDRA~VENEZIA~NEW YORK MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA 22 SETTEMBRE 2011Scarica la tua copia Download your copy www.ilgiornaledellarchitettura.com
20-24 settembre 2011Daily Edition
IL GIORNALE DELL’
22 settembre
Fre
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ress ARCHITETTURAQuotidiano
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ress
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EAN
ETRO
E i migliori sono...La location è alternativa, in
prossimità della stazione. Lo
spazio Be20 è infatti un ex
deposito ferroviario
recuperato trasformato in
spazio per eventi. Qui si è
svolta ieri sera la Serata
Cersaie con ricco buffet, 450
ospiti e la consegna dei
Cersaie Awards. Per la
categoria Ceramica hanno
vinto gli stand SerenissimaCir, Mutina e Novoceram.
Per Arredobagno la palma è
andata a Idea Group,Antonio Lupi Design eCeramica Catalano. Premio
speciale di BolognaFiere a
Florim.
And the winners are…The location is alternative,
near the station. The Be20
space is in fact an ex-railway
depot revamped to become a
space for events. This is
where the Serata Cersaie was
held yesterday evening, with
a rich buffet, 450 guests and
the prize-giving ceremony of
the Cersaie Awards. The
winners of the Ceramica
category were the stands
Serenissima Cir, Mutinaand Novoceram. For
Arredobagno the prizes went
to Idea Group, Antonio LupiDesign and CeramicaCatalano. The BolognaFiere
special award was given to
Florim.
L’uovo di SilvestrinMi avvicino nella speranza di
strappargli qualche notizia
curiosa, qualche particolare
sul progetto Le Giare(realizzato per Cielo), o su
lavori d’architettura di cui non
di distinguersi lasciando
indietro tutti i tentativi di
contraffazione e imitazione
Silvestrin’s eggI approach hoping to get some
curious titbit, some detail on
the project Le Giare (for
Cielo), or on architecture
works that he had not yet
talked about in public, but
architect designer Claudio
Silvestrin, 57, prefers to
remain noncommittal and to
reveal his ideas during � 4
Da sinistra a destra From left to right: Aldo Colonetti, Franco Origoni, Franco Manfredini, Mario Righi,
Paolo Romani (progettista dello stand e titolare designer of the stand and owner of Serenissima Gruppo
CIR), Vittorio Borelli e Armando Cafiero.
Cresce il feeling con gli architetti CEOs embrace architects
La fiera si è aperta con le
dure parole di EmmaMarcegaglia, tra problemi di
governo, picchi di crisi e
spiragli. Quali sono le rotte
dei nostri capitani coraggiosi
per approdare a nuovi lidi?
Sei imprenditori, ai quali
abbiamo chiesto come
sviluppano il rapporto
professionale con architetti e
designer, raccontano il loro
punto di vista. Parolechiave: innovazione e design,
approcci creativi alla
tecnologia che portano a
nuove superfici e forme.
The fair opened with EmmaMarcegaglia’s tough wordson the problems of the
government, the current crisis
and glimmers of hope. What
direction can our Captains
Courageous take towards
new shores? Sixentrepreneurs tell us their
IN PRIMO PIANO OGGI
Il suo approccio alprogetto spessoricercal’immaterialità.Qual è invece il suorapporto con i materialiedilizi e con il trattamentodelle superfici?L’immaterialità si ottiene con
il trattamento di superficie e
struttura, questo può
avvenire tramite la
trasparenza, la riflessione
o il dissolvimento totale
degli spigoli. Cominciamo
decidendo quali parti del
progetto si possono esporre
alla luce naturale, cosa può
essere aperto allo spazio
esterno e quale volume è
adeguato alle dimensioni dei
dintorni. Poi ragioniamo
sull’uso di tali parametri per
creare una nuova esperienza
dello spazio. Il nostro
approccio tende a evitare la
facciata come decorazione,
in modo tale � 2
My idea ofspaceYour designapproach oftendeals with
immateriality. What isinstead your relationshipwith constructionmaterials and surfacetreatments?
Immateriality is created by
surface treatment and
structure, whether it is
through transparency,
reflection or by dissolving the
edge altogether. Usually we
begin by deciding which parts
of the program can be
exposed to natural light, which
can be opened to exterior
space and which volume is
appropriate to the scale of the
surroundings. Then we
consider how these
parameters can be used to
create a new experience of
space. Our approachis to � 2
la ripresa. Puntiamo sulla
qualità, che passa
attraverso la scelta dei
UMBERTO ALLEMANDI & C. TORINO~LONDRA~VENEZIA~NEW YORK MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA 23 SETTEMBRE 2011Scarica la tua copia Download your copy www.ilgiornaledellarchitettura.com
20-24 settembre 2011Daily Edition
IL GIORNALE DELL’
23 settembre
C Si l i i d i
Free Press ARCHITETTURAQuotidiano
Free
Pre
ss
Kazuyo Sejima: la mia idea dispazio intervista di Cristiana Chiorino
Paolo Cesana (direttoremarketing, CeramicheRefin) «In Italia il mercato è
Catalano, Lavabo Washbasin Impronta, Massimiliano e Doriana Fuksas
Arrivederci nel 2012!See you in 2012! di Julian W.Adda e Luca Gibello
A differenza di Kengo
Kuma, che con Ceramic
Cloud e la Hold House per
Casalgrande Padana
inaugurata mercoledì ha
realizzato i suoi primi lavori
in Italia, Kazuyo Sejima ha
incontrato ieri per la prima
volta il mondo della
ceramica italiana: e
all'esterno della sala
stampa già qualche
imprenditore si è messo in
fila per chiederne la
collaborazione. La sua
lectio magistralis, in un
Palazzo dei Congressi
stipato all'inverosimile,
soprattutto di studenti, è
stata introdotta da Fulvio
Irace: «Ogni architetto è la
sua architettura. Sejima
IN PRIMO PIANO OGGI
Tra tutti i contesti con i quali
si è cimentato il RenzoPiano Building Workshop,
quello statunitense è di
certo uno dei più congeniali
per il suo titolare.
Osservando il villaggio-museo De Menil aHouston (1982-1995) e il
Nasher Sculpture Center aDallas (1999-2003),
l’ampliamento dell’HighMuseum of Art di Atlanta(1999-2005) e le recenti
opere californiane - il
LACMA di Los Angeles e
soprattutto l’Academy ofSciences di San Francisco- sembra infatti che la sua
attitudine al costruire «pezzo
per pezzo» entri in
Genoese brand makesNew York projectsOf all the places where the
Renzo Piano BuildingWorkshop has undertaken
projects, the US is certainly
one of its founder’s
favourites. Observing the DeMenil village-museum inHouston (1982-1995) and
the Nasher SculptureCenter in Dallas (1999-
2003), the expansion of the
High Museum of Art inAtlanta (1999-2005) and
recent projects in California -
the LACMA in Los Angelesand above all the Academyof Sciences in SanFrancisco - his “piece by
piece” approach appears to
UMBERTO ALLEMANDI & C. TORINO~LONDRA~VENEZIA~NEW YORK MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA 24 SETTEMBRE 2011Scarica la tua copia Download your copy www.ilgiornaledellarchitettura.com
20-24 settembre 2011Daily Edition
IL GIORNALE DELL’
24 settembre
Free Press ARCHITETTURAQuotidiano
Free
Pre
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Progetti newyorchesi di un«brand» genovese: Rpbw
di Gabriele Neri
Bijoy Jaim, Fulvio Irace, Emilio Caravatti, Riccardo Vannucci e Zhang Ke
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UCIA
NOBU
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Cameron Sinclair
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IANN
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TI
Patricia UrquiolaKengo Kuma
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© ILARIA FRIGERIO
24-26-28 settembre 2012Disponibile ogni mattina su
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Casa domotica e impianto elettrico ora costano la metàNelle case degli italiani esistono oggi circa 8 milioni di impiantinon a norma e, in particolare, il 38,9% delle abitazioni costrui-te prima del 1991 è dotato di impianti elettrici fuori norma. Peril periodo tra il 26 giugno 2012 e il 30 giugno 2013, il DecretoSviluppo amplia il bonus fiscale per le ristrutturazioni edilizie,portandolo dal 36% al 50%, raddoppiando l’ammontare com-plessivo delle spese detraibili per unità immobiliare (da 48.000a 96.000 euro), sotto forma di detrazione dall’Irpef delle spesesostenute per interventi su abitazioni e parti comuni degli edifi-ci. Risultano inoltre agevolabili le opere finalizzate al risparmioenergetico e gli interventi di sostituzione dell’impianto elettricoo di integrazione per messa a norma, la cablatura degli edifici,l’installazione di allarmi/sistemi antifurto, citofoni, videocitofo-ni e telecamere, apparecchi di rilevazione gas, sistemi di comu-nicazione e robotica per favorire la mobilità interna ed esternaper i disabili. Per quanto attiene poi agli interventi sulle particondominiali, possono usufruire del bonus quelli sul sistema diallarme e quelli sull’interruttore differenziale.
Horizon 2020 dà una mano alle impresePresentato dalla Commissione europea nel Quadro finanziario2014-2020 il nuovo sistema di finanziamento per la ricerca: Ho-rizon 2020 è stato discusso a Roma l’11 luglio in un convegnopromosso da Federcostruzioni, Ance e Ptic (Piattaforma tecno-logica italiana delle costruzioni) in collaborazione con Apre(Agenzia per la promozione della ricerca europea). L’imprendi-toria edile ha incontrato Francesco Profumo: «il “sistema edifi-cio”, rappresenta un tassello fondamentale per Horizon 2020»,«eccellenza scientifica, leadership industriale, sfide sociali» so-no le tre priorità del piano. Secondo le stime di Federcostruzio-ni l’investimento in innovazione nel settore è pari a 10 miliardirispetto al giro d’affari complessivo di 354 miliardi (3% del to-tale). Il budget di Horizon 2020 ammonta a 80 miliardi; un’op-portunità per la filiera d’investire in Ricerca&Sviluppo, come fat-tore strategico competitivo. Iniziative al centro del dibattito: bre-vetto unico europeo, processi di standardizzazione tecnologica,nuovo programma di sostegno al venture capital su scala euro-pea, modernizzazione degli schemi di procurement pubblico del-l’innovazione, mercato unico della conoscenza attraverso Euro-pean Research Area.
Da Gbc un Protocollo Leed per il restauroNell’incontro «Heritage and sustainability», il 22 giugno a Ve-nezia, Green Building Council Italia ha presentato un arric-chimento del sistema di valutazione per la sostenibilità degliedifici, elaborato dal comitato Historic Building di Gbc. Il Pro-tocollo riguarda interventi di conservazione, riqualificazionee trasformazione di edifici storici isolati o edilizia aggregatain borghi rurali e centri urbani, con la previsione di effettua-re indagini preliminari e diagnostiche, integrazione degli im-pianti, sistemi di controllo delle acque meteoriche e dell’u-midità di risalita.
Sistema Edificio®Lo schema di certificazione energetica «Sistema Edificio®» idea-to da Icmq ha ottenuto un importante riconoscimento a Stoc-colma: è stato individuato quale best practice italiana all’inter-no di Request, il progetto europeo sviluppato da un consorzio d’i-stituiti di ricerca e agenzie nazionali per l’energia e finanziatodal programma Energy Intelligent Europe. Il riconoscimento èstato possibile perché l’Agenzia nazionale per le nuove tecnolo-gie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea), part-ner del progetto pilota italiano, ha segnalato «Sistema Edificio®»come best practice italiana dell’efficienza energetica in edilizia.
Il Manuale della demolizione controllataCon la sua analisi delle tecniche di demolizio-ne del cemento armato, della roccia e dellamuratura alternative alle tradizionali a per-cussione, il libro di Marco Biffani (Epc edito-re, Roma, pp. 448, euro 40) tratta di una de-molizione «delicata» rivolta soprattutto al re-cupero degli edifici. Per tecnici e imprese dicostruzione.
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o. To-ma la, Mi-cietàFran-a Tri-a Ot-oore,i Po-Col-
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g g
RAPPORTO ANNUALE RIGENERAZIONE URBANAIL GIORNALE DELL’ARCHITETTURA, N. 109, OTTOBRE 2012 11
� Prevenzione
Le normative e la sicurezza sismicadegli edificiLe modalità di intervento: sono quattro i livelli prestazionali a seconda della tipologia dei danni
I recenti e tragici eventi hannoportato all’attenzione di molti leproblematiche relative alla si-curezza sismica delle costru-zioni. Quale sia la reale sicu-rezza sismica del patrimoniocostruito e come le normativeintervengano al proposito è unaquestione che a volte sfugge an-che agli addetti ai lavori. Comeimpostazione generale, validaanche a livello internazionale,le normative regolamentanoprevalentemente la progetta-zione del nuovo. Nell’attualestato dell’arte le norme miranoa imporre per le nuove costru-zioni prefissati livelli prestazio-nali in termini di sicurezza eusabilità. Per quanto riguarda lecostruzioni esistenti la questio-ne diviene più molto più com-plessa e delicata, oltre che perle oggettive difficoltà tecniche,anche per l’impatto sulla socie-tà (la maggior parte della popo-lazione vive in abitazioni rea-lizzate da tempo). Chiaramenteil normatore ha oggettive diffi-coltà a imporre adeguamenti aisempre più stringenti standarddi progettazione sismica. Allabase di questa impossibilità visono ragioni sia tecniche (ade-guare sismicamente un edificiocomporta spesso radicali modi-fiche strutturali), sia più legateal rapporto fra stato e proprietàprivata. Può (o deve) lo statoimporre una maggiore sicurez-za sismica per tutti gli edifici?Al fine di tutelare la sicurezzadelle costruzioni che lasciamo ineredità alle generazioni future lenormative si sono indirizzateverso la scelta d’interventi di mi-
glioramento (l’edificio avrà pre-stazioni superiori a quelle cheaveva a monte dell’intervento) oadeguamento (avrà gli stessi li-velli di sicurezza degli edifici dinuova realizzazione). Non èsemplice realizzare costruzioniindistruttibili da parte del sismaa costi accettabili per la società.L’ingegneria civile negli ultimivent’anni ha fatto passi da gi-gante, tuttavia ogni manufatto èsempre progettato con riferi-mento a precise azioni e corri-spondenti comportamenti attesi.A partire dalla fine del secoloscorso, l’ingegneria sismica in-ternazionale si sta orientandoverso il soddisfacimento di quat-tro livelli prestazionali. Per sismirelativamente frequenti (proba-bilità di occorrenza dell’ordinedell’80% nell’arco della vita diuna costruzione, considerata so-litamente in 50 anni) si fa in mo-do che gli edifici non subiscanonessun tipo di danno. Per sismioccasionali (probabilità di oc-correnza dell’ordine del 50-60%nell’arco della vita di una co-struzione) l’edificio deve subiredanni lievi, facilmente riparabi-li in tempi brevi. Per sismi rari(probabilità di occorrenza,10%), pur a fronte di danni an-che irreparabili l’edificio de-v’essere in grado di garantire lasalvaguardia della vita degli oc-cupanti. Per sismi eccezionali(probabilità di occorrenza del 2-5%) l’edificio dev’essere in gra-do di garantire la sua stabilità (o«non crollo»).Per quanto riguarda gli edificidi proprietà o uso pubblico, laproblematica della sicurezza si-smica si fa molto delicata. Se illegislatore non può imporre ai
proprietari di adeguaregli edifici agli standarddi sicurezza di quellinuovi, qualcosa, però, sideve imporre per quantoriguarda quelli di frui-zione pubblica. È cultu-ralmente e moralmentedifficile accettare chevenga imposta la perma-nenza di persone in edi-fici caratterizzati dastandard di sicurezza in-feriori a quelli richiestiper il nuovo; d’altra par-te, la situazione econo-mica limita le possibili-tà di adeguamento si-smico. Degna di nota l’i-niziativa, avviata nel2003 (OPCM 3274), se-condo la quale tutti gliedifici a uso pubblicodebbano essere sottopo-sti obbligatoriamente avalutazione di vulnera-bilità sismica. Se non al-tro, ciò permette di co-noscere lo stato di «salu-te sismica» degli edificipiù sensibili. A valle di tali valutazio-ni di sicurezza, molti im-mobili, di pregio e altovalore commerciale manon adeguati ai fini del-la sicurezza sismica, po-trebbero essere dismessie con il ricavato realiz-zare strutture nuove do-tate dei più recenti livel-li di sicurezza. Le prin-
cipali tecnologie innovative perla protezione sismica degli edi-fici possono sostanzialmente ri-condursi all’isolamento sismi-co e alla dissipazione. Gli iso-latori sismici sono dispositivicaratterizzati da una ridotta (ca-librata) rigidezza orizzontale.Questo consente di limitare leazioni che il sisma induce sullecostruzioni. Per gli edifici, essisono comunemente posizionatitra la sovrastruttura e le fonda-zioni. I sistemi di dissipazionesono costituiti da dispositivi adhoc in grado di dissipare partedell’energia che il sisma tra-smette alla struttura. In tal mo-do, evitano che l’energia sismi-ca si dissipi attraverso il dan-neggiamento degli elementistrutturali. Per gli edifici, di so-lito essi sono posti sulle aste dia-gonali dei sistemi di controven-tamento. I monumenti sono uninsostituibile bene che ci hannolasciato in eredità le generazio-ni passate e che è nostro com-pito passare al meglio alle ge-nerazioni future. Questo com-pito è estremamente difficile.Una soluzione tecnica efficacee accettabile può essere arduada identificare. Il «non interve-nire» significa sicuramente nonstravolgere quanto ci è stato la-sciato (sovente un imperativo),ma ci potrebbe lasciare anche amani vuote (se l’edificio è for-temente insufficiente in quantoa resistenza sismica). D’altraparte l’intervenire rappresentachiaramente una strada diffi-coltosa da seguire a causa del-l’invasività della maggior partedegli interventi strutturali. ❑ Pier Paolo Diotallevi
e Tomaso Trombetti
Edifici danneggiati dalterremoto in Emilia amaggio
MADE EXPOQuinta edizione per l’appuntamento rivolto ai vari comparti del-la filiera costruzioni. Col motto «Ricostruire per rilanciare il set-tore», sostiene una ripresa del mercato edile e della progetta-zione che privilegi i criteri dell’eco-sostenibilità. Parallelamen-te, un originale palinsesto d’iniziative speciali: «AAA+A Agri-coltura, Alimentazione, Architettura», che focalizza l’attenzio-ne sul verde in città e sulla valorizzazione urbanistica, paesag-gistica e abitativa in chiave ecosostenibile; «Green Home De-sign, abitare il presente», sull’edilizia sostenibile e l’efficienzaenergetica; un appuntamento dedicato al recupero e valorizza-zione del patrimonio dei borghi e dei centri storici per la realiz-zazione di uno «Smart Village». A margine, due mostre apronouna finestra sulla questione antisismica: «Il sisma in Emilia: ilreportage di Reluis» è una raccolta, corredata da commenti tec-nici, di scatti fotografici che documentano le strutture mag-giormente danneggiate e l’eventuale agibilità, frutto di un’in-dagine effettuata per la Protezione civile da Reluis (Rete dei la-boratori universitari di ingegneria sismica); «Antisismica: solu-zioni tecniche» raccoglie invece proposte di aziende specializ-zate, attraverso una selezione di progetti effettuata dal comita-to scientifico del Forum della tecnica e delle costruzioni.FieraMilano, 17-20 ottobre. www.madeexpo.it
SAIEL’intero programma della manifestazione è dedicato al tema del-la ricostruzione che, a partire dall’emergenza sismica, riguar-derà la ristrutturazione del patrimonio esistente. L’appello lan-ciato, «Ricostruiamo l’Italia», intende «gestire le fasi della ri-costruzione per trasformare l’emergenza nella capacità di pro-porre nuovi modelli e processi innovativi della filiera delle co-struzioni». Hanno aderito Ance, i Consigli nazionali degli Inge-gneri, degli Architetti e dei Geometri, la Rete Laboratori uni-versitari di Ingegneria sismica (Consorzio ReLuis), la Piattafor-ma tecnologica italiana delle costruzioni promossa dal Ministerodella Ricerca, l’Istituto per le tecnologie delle costruzioni delCnr, l’Enea, il Polo d’innovazione dell’edilizia sostenibile dellaRegione Abruzzo, la Fondazione ClimAbita, tutte le associazio-ni produttive nazionali oltre che regionali e bolognesi del setto-re delle costruzioni (Legacoop, Confcooperative, Confartigia-nato). Accanto al Forum per Saie 2012 si tiene la prima edi-zione di «Green Habitat»»,, iniziativa promossa e coordinata perSaie da Norbert Lantschner, anch’essa dedicata non solo al-l’efficienza energetica e alla qualità ma anche alle tematichedel costruire in sicurezza. Nella manifestazione s’integrano glispazi dedicati all’energia rinnovabile e all’efficienza energetica(Saienergia) con quelli dedicati ai sistemi, componenti e mate-riali del costruire sostenibile e sicuro (LaterSaie e SaieLegno),e ai materiali ecocompatibili e naturali (saie new stone age de-sign), al paesaggio urbano (Saie Paesaggi Urbani). Infine, è prevista la mostra dei 18 progetti (9 per la categoriagiovani progettisti e 9 per la categoria studenti) vincitori delconcorso internazionale «SaieSelection 2012», bandito da Bo-lognaFiere in collaborazione con Archi-Europe e giunto alla quar-ta edizione, che premia soluzioni, materiali, tecnologie e siste-mi innovativi per interventi sostenibili di recupero edilizio, rige-nerazione urbana, e valorizzazione del patrimonio costruito.BolognaFiere, 18-21 ottobre. www.saie.bolognafiere.it
BIOEDILIZIAHabitat ospita la sesta edizione dell’innovativo salone delle nuo-ve tecnologie per il risparmio energetico: nuovi prodotti, im-pianti e sistemi di ottimizzazione delle risorse. Ferrara, 27 ottobre - 4 novembre. www.nfiere.com/bioedilizia
SMART CITY EXHIBITIONNuova manifestazione frutto della collaborazione tra Bologna-Fiere e Forum PA, dedicata alle città e agli straordinari svilup-pi che oggi la tecnologia consente aumentandone la ricchezzadi ?ussi informativi, favorendone la logistica e ottimizzandonela gestione delle risorse e dei consumi. Una governance parte-cipativa e una strategia coerente nell?uso delle tecnologie ITpiù avanzate determinano una nuova capacità del territorio ditrasformarsi da semplice agglomerato di cose e persone a co-munità efficiente e socialmente integrata. La smart city comespazio urbano, diretto da una politica sociale ed economica lun-gimirante, sarà discussa attraverso esperienze internazionaliper poterne individuare best practice e strategie condivise. Bologna, 29-31 ottobre. www.smartcityexhibition.it
URBANPROMO RIGENERAZIONE URBANAAlla sua nona edizione, si occuperà di rigenerazione urbana emarketing territoriale attraverso un aggiornamento avanzato,rivolto ad amministratori, operatori economici, professionisti,ricercatori sui temi dell’innovazione nel governo del territorio epartenariato pubblico privato. Bologna, 7-10 novembre. www.urbanpromo.it
RESTRUCTURALa XXV edizione del salone, organizzato da GL events ItaliaLin-gotto Fiere, è dedicata all’architettura sostenibile e all’edilizia,con una panoramica sulle soluzioni eco-sostenibili, le nuove tec-nologie per l’efficienza energetica, la riduzione dei consumi, leenergie rinnovabili. È rivolto non solo ai professionisti del set-tore ma anche agli utenti finali, perché la cultura del costruiresostenibile si forma «partendo dalla sensibilizzazione di chi de-cide per l’investimento».Torino, 9 novembre - 2 dicembre. www.restructura.com
KLIMAHOUSEL’appuntamento internazionale per l’efficienza energetica e l’e-dilizia sostenibile è destinato a un pubblico specializzato italia-no e estero, integrando il programma congressuale, come diconsueto, con visite guidate a edifici certificati sul territorio.Bolzano, 24-27 gennaio 2013. www.fierabolzano.it/klima-house/
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Emilia-Romagna: per ricostruire c’è un Protocollo eticoLa Federazione degli Ordini Architetti dell’Emilia-Romagna, conl’approvazione del Cnappc, ha varato il Protocollo etico per la ri-costruzione, onde offrire un aiuto concreto ai terremotati in diffi-coltà economica, nonché assicurare una ricostruzione fondata suefficienza, qualità e convenienza. Si tratta di un documento su ba-se volontaria, con il quale la Federazione regionale intende pro-porre un percorso di trasparenza, responsabilità e buone pratiche,da condividere con una platea di soggetti (Anci, Ance, Associazio-ni consumatori, Associazioni piccoli proprietari, ecc.) per riaffer-mare la centralità del ruolo degli architetti e degli Ordini per la sal-vaguardia dell’ambiente, naturale e costruito, nella tutela del pub-blico interesse. Il Protocollo intende perseguire tre obiettivi prin-cipali: aiutare i cittadini con basso reddito; contenere i costi pro-fessionali e garantire la qualità delle prestazioni mediante un con-trollo capillare, un’equilibrata ripartizione degli incarichi e il mo-nitoraggio dei relativi compensi; evitare ogni possibile posizione divantaggio relativa a edifici per i quali si è svolta l’attività di rileva-tore nella fase emergenziale. Gli architetti aderenti s’impegnanoad accettare incarichi assegnati dall’Ordine, sulla base di criteri dirotazione e territorialità, per prestazioni professionali a favore deicittadini in difficoltà economica, a fronte del mero rimborso dellespese vive sostenute; a mettere a disposizione dell’Ordine la do-cumentazione relativa a nuovi incarichi, che sarà da quest’ultimoanalizzata per il parere di congruità iniziale e opinamento finale; adeclinare ogni proposta d’incarico relativa a edifici per i quali sia-no state svolte, durante la fase di emergenza, attività di sopral-luogo speditivo, valutazione o redazione scheda Aedes. Infine, perle donazioni è stato attivato dalla Federazione un conto corrente:BPER-IBAN IT96T0538702401000002061317. ■ Paola Bianco
Sul web tutti i dati del sismaPer la prima volta in Italia, una piattaforma online per la con-divisione dei dati tecnici sul sisma emiliano del 20 maggio scor-so a disposizione della comunità scientifica e delle istituzioni.È stata realizzata dalla Fondazione Eucentre di Pavia, in colla-borazione con l’Earthquake Engineering Research Institute. Ilportale web mette a disposizione foto e mappe dettagliate del-le aree più colpite, nonché aggiornamenti sui danni subiti dagliedifici secondo i rilievi più recenti effettuati. Con la piattaformatecnologica di Eucentre viene introdotto lo strumento della clea-ringhouse, molto utilizzato all’estero per la condivisione d’in-formazioni tecnico-scientifiche, realizzato ad hoc in seguito alverificarsi di ogni tipo di calamità. www.eqclearinghouse.it ©
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