rockit magazine mi ami 2016

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ROCKIT#54 #miamifestival #silovoglio speciale MI AMI 2016

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Magazine ufficiale del Festival MI AMI 2016. http://www.miamifestival.it/2016/

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Page 1: Rockit Magazine MI AMI 2016

ROCKIT#54#miamifestival

#silovoglio

speciale MI AMI 2016

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pixartprinting.it

2016_05_MIAMI.indd 1 06/05/16 16:40

ROCKIT#54

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Direttore ResponsabileStefano Fiz Bottura ([email protected])

Redazione + Produzione MI AMINur Al Habash, Diego Ferreri, Marco Villa, Chiara Longo, Carlo Pastore, Andrea Girolami, Luca Casulli, Gabriele Ferraresi, Claudia Selmi, Claudia Spadoni, Sandro Giorello, Carlotta Fiandaca, Giulio Pons, Mauro Del Rio, Peppe Tumino, Simone Stefanini, Stefano Rocco, Fausto Murizzi, Michele Wad Caporosso, Delia Parodo, Silvia Moia, Chiara Gallerani, Chiara Bazzini, Claudia Bertolini, Pietro Raimondi.

Collaboratori RockitGiulia Callino, Carlotta Freni, Francesco Saliola, Antonio Belmonte, Nicola Bonardi, Benedetto Delle Piane, Filippo Cicciù, Mar-gherita Di Fiore, Maria Guzzon, Andrea La Placa, Elisa Orlandotti, Sara Scheggia, Marco Verdi, Angela Maiello, Letizia Bognanni, Mara Guzzon, Marcello Farno, Carlo Tonelato, Francesco Fusaro, Giuseppe Catani, Man-fredi Lamartina, Michele Montagano, Renzo Stefanel, Roberta d’Orazio, Silvio Bernardi, Teresa Bellemo, Alessandra De Ascentiis, Starfooker, Libera Capozucca, Emma Bailetti, Alice Tiezzi, Elena Mariani, Flavio Broch, Antonella Adone, Marco Beltramelli, Antonio Romano, Alessia Conti, Giandomenico Piccolo, Francesco Carrubba, Stefano Mazzone, Eva Cabras, Gaia Curci, Davide Violante, Alberto Giusti, Lodovico Liendemann, Michele Zizzi, Marco Del Casale, Giovanni Lepori, Maurizio Cacia, Alessandro Fiorito, Ornella Esposito, Giovanni Flamini, Silvia Cerri, Tommaso Della Santina, Mattia Nesto, Danilo Giordano, Alessandro Spagnolo, Valeria Toti, Raffaele Lauretti, Giuseppe Petruzzi, Gaia di Gallo, Cristiana Lapresa, Daniele Sidonio, Edoardo Schena, Dotorea di Grazia, Lucia Bertazzo, Enrico Schleifer, Carlotta Garavaglia, Giacomo

Guidetti, Federico Piccioni, Filippo Gualan-di, Maria Simona Ventrella, Valentina Ecca, Giorgia Salerno, Doriana Tozzi, Francesca Ceccarelli, Falvio Broch, Gabriele Naddeo

Progetto grafico e impaginazioneDiego Ferreri

Illustrazione in copertinaJohnny Cobalto (johnnycobalto.tumblr.com)

ROCKIT e il MI AMI FESTIVALsono una produzione:

BETTER DAYS srlvia Ostiglia 8, - 20133 Milanotel 02.89052371 / [email protected] 07712350961skype: RockitRedazionewww.betterdays.it

Rockit goes social:facebook.com/rockit.tuttarobaitalianatwitter: @Redazionerockitinstagram: @rockit.it

Tiratura 20.000 esemplariRegistrazione n. 135 del 03/05/2013presso il tribunale di MilanoStampato da Modulimpianti, Grezzago (MI)

speciale MI AMI 2016

ROCKIT#54

ITALIANIBRAVA GENTE !

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EDITORIALE

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Sono stato spesso sedotto dall'idea di as-sociare all'arte del fare-i-festival l'arte di fare-i-puzzle, per diversi motivi. Primo: se le tessere fossero band e il cartellone finale fosse l'immagine ricomposta, ecco che il gioco sarebbe in soldoni quello di collegare una tessera all'altra, di inca-strare gli elementi singoli nell'insieme. Secondo: i puzzle sono fotografie stampate su un cartoncino che viene poi diviso in innumerevoli pezzi, che cos'è un festival se non una fotografia di innumerevoli band? Terzo: puzzle e festival sono due parole di origine anglofona che non hanno traduzione in italiano (ciò nonostante, dopo essere state adottate, hanno ora a tutti gli effetti ottenuto la cittadinanza e risiedono stabilmente nella nostra cultura).

La cosa che più mi affascina della suddetta associazione è che, nel puzzle, gli elementi non preesistono all'insieme: una singola tessera, presa in mano e vista nella sua specificità, non dice granché. Il dettaglio

di una foglia? L'unghia di un dito, forse un mignolo? Eppure, inserita di fianco alla tessera corretta, un'altra tessera che vista da sola non dice granché, assume un senso. La loro unione, unita alle altre unioni, è insomma il compimento dell'insieme, quell'insieme che determina gli elementi, e non viceversa. Non è forse questa la magia di un festival?

Georges Perec nel preambolo di “La vita, istruzioni per l'uso” si sofferma sulla figura dell'artefice di puzzle: “nella larga mag-gioranza dei casi, una pressa tranciante regolata secondo un disegno immuta-bile taglia i fogli di cartone sempre nel medesimo modo”. È un po' quello che sta succedendo con la festival industry al giorno d'oggi: decine di festival tutti uguali, che si abbeverano dalle stesse fonti replicando un modello di successo senza aggiungere né togliere niente. Music Week lo scorso anno ha analizzato i cartelloni delle cin-que più importanti manifestazioni inglesi

SULL'ARTE DIFARE-I-FESTIVAL

di CARLO PASTORE

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(Glastonbury, Reading & Leeds, V, T In The Park and Isle Of Wight) per capire quale sia stato il ricambio tra gli headliner: negli ultimi 10 anni solo tre band il cui disco d'esordio è uscito prima del 2006 si sono guadagnate quella posizione in scaletta; il resto, sempre-i-soliti. D'altronde, sono sempre-i-soliti che fanno scatenare i botte-ghini e aiutano le manifestazioni a esistere e resistere, in un contesto sicuramente non facile ma positivo per un'industria che solo negli States (dati raccolti da Nielsen), ha visto 32 milioni di persone partecipare ad un festival nel 2014.

Eppure, prosegue Perec, “il vero amatore respinge questo tipo di puzzle, non tanto perché sono di cartone invece che di legno, né perché sulla confezione è riprodotto il modello, ma soprattutto perché con questo sistema si viene a perdere la specificità stessa del puzzle”. Una specificità che è basata sul dialogo costante fra un pezzo e l'altro, certo, ma soprattutto fra chi ritaglia il cartoncino e chi lo giocherà. Perché ogni mossa che il giocatore tenta è una mossa precedentemente vissuta e pensata dall'artefice, il che rende l'idea di un gioco tutt'altro che solitario.

È proprio in questa dinamica che rivedo il rapporto fra MI AMI e la gente che ci viene:

un dialogo costante in cui - all'interno della medesima passione per lo stesso tipo di fotografie o, meglio fuor di metafora, di ambito musicale - la dimensione del gioco, dell'enigma, della provocazione, della ricerca della specificità e dell'identità rendono la fotografia viva, mutevole, cangiante, sorpren-dente, precisa. Un festival in cui la voglia e il coraggio degli artisti nel non bastarsi come tessere singole e non farsi bastare il proprio puzzle personale regala un senso alle tessere successive e al loro incastrarsi - al netto di generi, estetiche, scelte e, di nuovo dentro la metafora, unghie di mignoli. Un lavoro in cui, per quanto i nostri sforzi siano quelli di preparare i percorsi (“L'occhio segue le vie che nell'opera gli sono state disposte”, Paul Klee) alla fine siete sempre voi a scrivere i vostri, aumentando la realtà percepita e spostando il limite del cielo un poco oltre.

E allora godiamoci questi due giorni im-perdibili fatti di musica, fumetti e baci. Vestiti delle nostre camicie migliori o delle nostre magliette peggiori, saranno comunque ricordi a fior di pelle. Come quella volta che ci siamo fatti sposare da Elvis all'Idroscalo. Come quella volta che ci siamo rotolati sulla Collinetta. Come quella volta che... te lo ricordi? Welcome to fabulous MI AMI 2016. L'importante è volerlo.

EDITORIALE

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ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 8

MIAMI 2016

MI AMI 2016

APERTURA CANCELLI ore 16.30INIZIO CONCERTI ore 17.00CHIUSURA ore 4.00

VENERDÌ

schede a cura diNUR AL HABASH • CHIARA LONGO • ANDREA GIROLAMI • MARCELLO FARNO

RAFFAELE LAURETTI • SANDRO GIORELLO • MARCO VILLA

Fr ut to d i u n lu n go l avoro, Francesco Motta ha pubblicato finalmente il suo primo album da solista. L’ex Criminal Jokers ci propone un disco complesso, pieno di strumenti, di storie e di stati d’animo. A coordinarlo in fase di produzione il buon Riccardo Sinigal l ia, che ga-rantisce con la sua produzione impeccabile. Il risultato? Uno dei migliori dell’anno.

Mottawww.rockit.it/motta

H 20.20

Suonano al MI AMI perché sono bravi,

perché hanno talento, originalità, fotta,

entusiasmo e poesia. Suonano al MI AMI

perché ROCKIT li ha selezionati per voi nel corso dell'anno

precedente. E adesso è il momento di condividere.Sono i veri protagonisti

(insieme a voi) del festival. Ecco i 50 gioielli

di quest'anno.

È possibile mescolare la passione per la musica da ballo e l'amore per la vita di provincia? Marco Jacopo Bianchi in arte Cosmo ha preso la tradizione della musica melodica italiana e l'ha sbattuta in pista tra synth, mirror ball e percussioni techno e house. Il risultato è spettacolare, e lui forse l'unica possibile popstar per una generazione che non suona più tanto le chitarre.

Cosmowww.rockit.it/CosmomarcoJb

H 21.15Novamerica non è una band, ma uno stato dove ha trovato rifugio un ex dj alle prese con il vecchio pianoforte del nonno. Il risultato è uno dei dischi più belli dell’anno: una via luminosa tra i Phoenix e gli Strokes, la gita in collina di Chilly Gonzales e Deerhunter, la malinconia a basso profilo di Lucio Battisti e la psichedelia morbida dei Foxygen. Andate ad ascoltarlo e non ve ne pentirete.

Novamericawww.rockit.it/novamerica

H 19.30

PALCO SANDRO PERTINI

•VAI

A PAGINA 32 PROGRAMMA

COMPLETO DEL FESTIVAL

+ MAPPA•

Page 9: Rockit Magazine MI AMI 2016

È il 2011 e al MI AMI una band sale sul palco per la prima volta in assoluto. Davanti, centinaia di persone che non aspettavano altro. Sono I Cani di Niccolò Contessa, che tornano al festival dopo i sold out in tutta Italia e un disco che vuole indicare la strada per il pop italiano di do-mani. In testa, una sola certezza: tutto questo non finirà mai. Ce l’hanno promesso.

I Caniwww.rockit.it/icani

H 22.25

Noyz Narcoswww.rockit.it/noyznarcos

H 23.45

9

Se nell’ultimo decennio Milano ha imparato a fare così bene festa, è anche merito suo. Che si tratti di giocare con la trap o con i ritmi più serrati e acidi, è capace di mantenere un gusto morbido e patinato con cui incarta ogni singolo beat come se fosse qualcosa di prezioso. Un’innata eleganza insomma.

RIZLA STAGE

Macewww.rockit.it/Mace

H 02.15

Da Roma a Milano, Noyz è si-curamente una delle figure più rappresentative degli ultimi dieci anni di hip hop in Italia. Dall’horror-rap del Truceklan ai dischi in solitaria coi quali si è guadagnato il rispetto e la stima di tanti, i più grandi così come i pischelli. Merito del suo approccio, di cui farà bella mostra ancora una volta sul palco del MI AMI con un esclusivo live con visual show.

Da quando i Crookers suonarono per la prima volta al MI AMI, nel 2007, è successo di tutto e l’electro ha avuto ottantamila giri evolutivi e involutivi. Eppure il progetto ha sempre resistito agli inganni del tempo, mostrando la forza e mantenendo, nel suo naturale evolversi, un certo tipo d’identità che, oggi come ieri, anche con un uomo solo al comando, sa ancora come farti piegare le ginocchia in pista.

DJ SET

Crookerswww.rockit.it/crookers

H 00.45

Cara è Daniela Resconi, can-tautrice rock capace di passare da beat retrò a oscure ballate da danzare guancia a guancia al buio. Il disco trasporta da atmosfere intellettuali e raffi-nate in antri bui e tormentati, e così sarà il suo live: emozioni contrastanti e fortissime.

Carawww.rockit.it/cara

H 17.45

Grazie alla piattaforma integrata tra Rockit e Musicraiser i Viola-cida hanno potuto raccogliere fondi per registrare il secondo disco, avere spazio sulle pagine di Rockit e suonare al MI AMI. Non male, no? Finalmente, siamo pronti per ascoltare dal vivo il frutto di questo nuovo lavoro alle prese con il pop.

Violacidawww.rockit.it/violacida

H 17.00

Page 10: Rockit Magazine MI AMI 2016

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 10

Dopo aver militato in diver-se band (tra le quali L’Officina della Camomilla) e con una de-cina di album alle spalle, Anna Viganò ha ormai maturato ab-bastanza esperienza per affron-tare un debutto solista: Verano è lo pseudonimo con il quale ha deciso di presentarsi al grande pubblico, e con il quale lo scor-so 24 Maggio ha pubblicato un disco per Garrincha. Grandi canzoni pop e una nuova, inte-ressante, voce femminile.

Ha cantato l’uomo qualunque e Arbasino, oltre a portare un’in-tera classe di suoi studenti liceali sotto il palco, con tanto di stri-scioni. Diego Palazzo è una delle anime fondamentali degli Egokid e chitarrista dei Baustelle, ma so-prattutto è un artista che conosce il pop elettronico come le sue tasche e con il suo primo disco solista lo dimostra una volta per tutte.

Nella loro canzone "Vita", Lucio Dalla e Gianni Morandi cantava-no: "La sofferenza tocca il limite e così cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto". Così è stato anche per Sylvia che ha saputo investire difficoltà e vicissitudini personali in una musica che mescola un cantato sulle orme di Ornella Vanoni e un tappeto elettronico raffinato. Il risultato è un emozionante e originale viaggio ad occhi chiusi.

Veranowww.rockit.it/Verano

H. 18.30

Palazzowww.rockit.it/palazzomusic

H. 20.10

Sylviawww.rockit.it/sylvia

H. 21.00

Dodici mesi fa con i Thegior-nalisti ha infiammato il MI AMI, facendo cantare tutto il pubblico di tette sudate e mani sul culo, sperando che la fine dell’estate non arrivasse mai. Quest’anno Tommaso Paradi-so torna senza la sua band, ma con una responsabilità enorme: suonare tutto “Bollicine” di Vasco Rossi e far emozionare di nuovo chi si troverà lì, di fronte a lui. Tra “Una canzone per te” e “Vita Spericolata”, tra “Por-tatemi dio” e “Giocala”, tra la strada e le stelle.

Tommaso Paradisowww.rockit.it/thegiornalisti

H. 21.40

Veterani del MI AMI, tornano an-cora una volta per presentarci in anteprima alcuni brani del pros-simo album. Con la consueta sca-rica di chitarre, in nome del punk ma con la melodia, le immagini del quotidiano, lo spirito sempre autentico. Sono sui palchi da anni, e non si stancheranno mai di fare casino.

Gazebo Penguinswww.rockit.it/gazebopenguins

H. 22.40

Sono stati i protagonisti del video conclusivo del MI AMI 2015, con la loro bellissima co-ver di “Perfect” degli Smashing Pumpkins. Quest’anno invece saranno di persona sul palco a presentare il loro disco d’esor-dio “Spazioperso”. Sarà un’an-teprima assoluta, così potrete dire ai vostri amici “Io c’ero”.

Belizewww.rockit.it/Belize

H. 19.20

MIAMI 2016

Page 11: Rockit Magazine MI AMI 2016

11

Da zero a mille senza passare dal via. In Italia è ancora possi-bile andare a dormire una notte come dei piccoli cantautori di Latina e svegliarsi come gli au-tori di uno dei singoli dell'an-no. Passaggi radio e ospitate in tv incluse. Questa è la storia di Calcutta che con “Mainstre-am” ha scritto uno dei dischi dell'anno dimostrando che le canzoni sono ancora importan-ti. Anzi fondamentali.

Calcuttawww.rockit.it/ecalcutta

H. 23.50

TurbosafaryLIVE PAINTING

H. 19.00

Cristina AmodeoLIVE PAINTING

H. 19.30

Se non conosci ancora Dr. Pira, accorri subito per rimediare. In prima assoluta al MI AMI, questo fumettista hardcore ti presenta la ristampa dei mitici Fumetti della Gleba su Powerpoint, poi potrai farti stampare dal vivo la tua maglietta - o la tua felpa, o un asciugamano - con una grafica best seller e in caso preacquistare il libro - una stampa risograf au-tografata ti sarà data in omaggio.Se conosci già il Dr. Pira, non hai bisogno di sapere altro. Sei già in prima fila.

Dr. PiraSHOW

H. 20.30

Superano a malapena 60 anni in tre, ma sono già tra i prota-gonisti del nuovo rap italiano: Izi l'avete visto nel film “Zeta”, in cui interpreta un giovane rapper alla ricerca della fama, il suo flow è inconfondibile ma va toccato con mano. Rkomi parla chiaro: “Guarda che se voglio-no vengo lì e mi prendo tutto quanto”, e state sicuri che con una potenza così, ogni promes-sa è debito. Tedua ha già lanciato vari singoli che sono delle bom-be a mano, così come le coreo-grafie che accompagnano i suoi video. Hanno l'attitudine, la vo-glia di novità e anche l'arrogan-za giusta per prendersi il loro spazio. Dove sta andando il rap italiano? Chiedetelo a questi tre.

Giungla è una chitarra che viag-gia veloce, esattamente come chi la suona. Sì, perché Emanuela Drei è una che non sa stare fer-ma: partita giovanissima con gli Heike Has The Giggles, ha girato l’Europa con gli His Clancyness e ora ha trovato una nuova di-mensione con il suo progetto solista. In mezzo al verde del MI AMI, Giungla si sentirà a casa.

Giunglawww.rockit.it/giungla

H. 23.00

Probabilmente li conoscete già, ma in veste di pagina Facebook che mira a svelare tutto l’ab-brutimento comico di un certo tipo di milanesi. Quello che non sapete però è che sono anche degli ottimi dj, che spaziano con nonchalance dal funk alla disco. Vi sorprenderanno.

Il Milanese Imbruttito

www.ilmilaneseimbruttito.com

H. 00.50

WAXMAN BROTHERS BACKYARD - MI FAI

DJ SET

RkomiTedua

IZIwww.rockit.it/Rkomi

H. 22.00

Page 12: Rockit Magazine MI AMI 2016

APERTURA CANCELLI ore 16.30INIZIO CONCERTI ore 17.00CHIUSURA ore 4.00

SABATO

PALCO SANDRO PERTINI

I Joe Victor sono un caso quasi unico, in primo luogo per l'aver affrontato la vera gavetta in giro per i palchi guadagnandosi un pubblico a furia di chitarre, di-vertimento, coinvolgimento, e convincendo dal vivo prima che su disco. Con loro, sul Palco Per-tini, si paleserà il vero spirito del rock'n'roll.

Joe Victorwww.rockit.it/joevictor

H. 19.30

C+C = Maxigrosswww.rockit.it/cpiucmassagross

H. 20.20

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 12

Dietro il moniker Osc2x si cela il bolognese Vittorio Marchetti, già attivo con Altre di B e Sin/Cos: siamo dalle parti di un elet-tropop dal tocco francese iniet-tato di soul, r&b e drum'n'bass, con un occhio agli anni '80 e un orecchio ai '90. Suoni eleganti per gli amanti di Tycho, Boards Of Canada e Kylie Minogue.

Ultima arrivata in casa La Tem-pesta International, L I M (che riconoscerete come Sofia degli ex Iori’s Eyes) ha sfornato un ep, “Comet”, destinato a diventare un astro fisso nel firmamen-to della musica italiana 2016. Synth che avvolgono, melodie eteree e una personalità tutta da scoprire sul Waxman Brothers Backyard. Col naso all'insù, ver-so le stelle.

Pop star del futuro, angelo dall’occhiale da sera, ragazza di Porta Venezia. Musa e museo, modella, critica, trendsetter, diva e donna, manager azienda-le, avvocato penalista e mamma di alcuni bellissimi bambini. Soubrette prosperosa e amica del Gabibbo. Vieni a bailar la bamba con lei.

Osc2xwww.rockit.it/osc2x

H. 23.50

L I Mwww.rockit.it/lim

H. 01.40

M¥SS KETAwww.rockit.it/myss-keta

H. 02.25

Non-sense e genialità. Trash e pazzia. Raggi laser e video osce-ni. Maschere, nudità, droghe. Una band che vive i concerti come se fossero l'ultima festa della loro vita. Se tutto questo non vi convince ad assistere ad un loro live, la vostra vita è triste.

Pop Xwww.rockit.it/popx

H. 00.40

MIAMI 2016

Page 13: Rockit Magazine MI AMI 2016

13

Dieci anni fa non c’erano i social network, in tasca avevi un te-lefono minuscolo e # era solo il tasto meno usato della tastiera. Una cosa però è rimasta uguale: i soldi sono finiti. Sempre, ieri come oggi. Al MI AMI i Ministri salgono sul palco per farci torna-re indietro nel tempo, per suo-nare tutto il loro primo album e per ricordarci che è il caso di abituarci alla fine.

Dal Lollapalooza a Sanremo pas-sando per Coachella e SXSW, come SBCR o Bloody Beetroots: le trasformazioni artistiche di Sir Bob Cornelius Rifo sono innu-merevoli, eppure la sua capacità di far ballare migliaia di persone

resta immutata. Come se non bastasse, al MI AMI sarà ac-com- pagnato da un visual show spettacolare con la tecnologia kinect. Perderlo non ti conviene.

Stranieri da tanto tempo, lati-tanti ancora per poco. Un disco uscito solo qualche giorno fa per Tempesta Dischi, pieno di viaggi reali e immaginari, eccitanti fu-ghe e pieno della curiosità che li guida da tempo.

Al MI AMI lo stesso artista non può esibirsi per due anni di se-guito, ma per il nostro disco dell'anno abbiamo dovuto fare una splendida eccezione. Io-sonouncane torna questa volta accompagnato dalla band, per riportarci al sole epico e torrido

del monumentale “DIE”. E an-cora una volta, sarà uno dei mo-menti più alti del festival.

Avete presente quelle atmosfe-re folk, silvestri e psichedeliche che avete imparato ad amare nei Fleet Foxes e nei Grizzly Bear? I C+C=Maxigross le hanno tra-sfigurate nelle montagne della Lessinia, e il risultato è a dir poco spettacolare.

Ministriwww.rockit.it/ministri

H. 23.30

SBCR dj set (Bloody Beetroots)

www.rockit.it/thebloodybeetroots

H. 00.45

Iosonouncanewww.rockit.it/iosonouncane

H. 22.20

Musica neo-primitiva, ance-strale, dove esoterismo e pa-ganesimo si fondono insieme a derive noise e psichedelia pa-storale: questa è solo una piccola parte dell’immaginario di Anti-co, fatto di tamburi, pellicce di pecora e molto altro ancora.

Anticorockit.it/antico

H. 21.20

Il djset che da anni chiude il MI AMI con un delirio di canzoni che si incastrano con la delica-tezza dell’accetta calata dall’alto e la nuova serata di riferimento del venerdì di Milano. Rockit All Starz e Linoleum si incontrano per chiudere il festival e farvi ballare le ultime energie

Rockit All StarzLinoleum

www.rockit.it/rockitallstarz

H. 02.15

DJ SET RIZLA STAGE

Lo Stranierowww.rockit.it/LoStranierocanzoni

H. 17.00

Page 14: Rockit Magazine MI AMI 2016

Avete mai ascoltato musica country-psych in dialetto ve-neto? Una scelta che può sem-brare bizzarra, e invece rende le canzoni di Krano profonde e uniche nel suo genere. In ogni brano scorre il Piave, e le storie dei soldati della Grande Guerra si intrecciano a quelle diverse ma altrettanto selvagge della nostra generazione. Un artista (e un disco) unico in Italia.

Magico, intimo, ipnotico. In-cantevole, profondo, eccitante. Doloroso talvolta. Totalizzante. Come l'amore, così è la musica di Wrongonyou. Su un folk sil-vestre ricco di tessiture elettro-niche si poggia la sua voce de-licata e possente insieme, che è melodia ma anche timbro. Ci ha stregati, e succederà anche a voi.

I Celluloid Jam sono una del-le più belle scoperte fatte negli ultimi anni. Freschi come solo i ventenni sanno essere, pop e geniali come pochi in Italia. Giocano con un immaginario colorato e provocatorio ed è fin troppo facile scommettere che in futuro faranno grandi cose. Non perdeteveli.

Un debutto al SXSW di Austin (mica male!) e un disco, tra suo-ni alla XX e un'anima più folk, che lascia letteralmente a bocca aperta. La 19enne Alice Bisi ha tutte le carte in regola per di-ventare una grande della musica italiana, e siamo contentissimi di tenerla a “battesimo” al no-stro MI AMI Festival.

Kranowww.rockit.it/Krano

H. 19.10

Celluloid Jamwww.rockit.it/celluloid_jam

H. 19.55

BIRTHHwww.rockit.it/birthh

H. 18.25

Non sembra un buon momento per il rock, quello fatto con le chitarre, gli amplificatori ed i pezzi scritti dopo la decima bir-ra. I Pueblo People se ne fregano e mettono a segno canzoni stu-pende, che sanno unire i gran-di cantautori americani con il rock’n’roll e la psichedelia ga-rage. Tutti a cantare sul Rizla Stage.

Pueblo Peoplerockit.it/pueblo-people

H. 17.40

Wrongonyouwww.rockit.it/wrongonyou

H. 21.40

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 14

Matilde Davoli è una delle artiste italiane più talentuose in circo-lazione: oltre ad avere una voce sensuale, muschiosa e morbida, è anche un’ottima musicista e produttrice. Il suo “I’m Calling You From My Dreams” è uno dei dischi più belli del 2015: suoni cristallini che partono dall’e-lettropop e virano sul folk, at-terrano su atmosfere sospese e psichedeliche che mantengono la tessitura di un lungo sogno.

Matilde Davoliwww.rockit.it/matildedavoli

H. 20.45

MIAMI 2016

Page 15: Rockit Magazine MI AMI 2016

Già sotto l’ala protettiva di gen-te come John Talabot, Marvin & Guy sono uno dei migliori esem-pi di made in Italy da esportazio-ne in ambito club/disco. Le loro produzioni conservano il gusto della house più raffinata senza rinunciare al groove e a quel ca-rattere chiamato intensità.

L'anno scorso aveva chiuso la serata di sabato con un dj-set magico, quest'anno torna a pre-sentare in esclusiva mondiale (possiamo dirlo) il suo nuovo live accompagnato dalla band. "Un sogno che si realizza", come ha sottolineato lui, che salirà sul palco per insegnarci a far con-vivere, nella musica come nella vita, il groove e il sentimento.

Marvin & Guywww.rockit.it/MarvinGuy

H. 00.45

Alice Milani LIVE PAINTING

H. 18.45

Jolly Marewww.rockit.it/jollymare

H. 23.45

In Italia sono quelli brasiliani, in Brasile sono quelli europei. Per noi sono semplicemente i Selton, che tornano al MI AMI dopo tre anni: tre anni in cui hanno suonato dappertutto e con chiunque, portando in giro quell’allegra malinconia pop che ci farà innamorare per l’en-nesima volta. Sono i migliori quando si tratta di dare vita a una festa.

Seltonwww.rockit.it/selton

H. 22.40

Il PistriceLIVE PAINTING

H. 19.45

Isabella NazzarriLIVE PAINTING

H. 20.45

15

DJ SET

WAXMAN BROTHERS BACKYARD - MI FAI

Classe, stile, idee: gli Yombe hanno dalla loro parte parec-chi elementi in grado di fare la differenza. È una musica lieve e felpata, che si muove come un abbraccio lento e dolce sotto le coperte: se sei con la giusta compagnia sono brividi.

Yombewww.rockit.it/yombe

H. 22.50

Sequoyah Tiger, al secolo Lei-la Gharib, è l’ultima arriva-ta in casa Morr Music: il suo ultimo ep “Ta-ta-ta-time” è un concentrato di psichedelia elettronica a bassa fedeltà, ma che riesce comunque ad essere estremamente evocativa.

Sequoyah Tigerwww.rockit.it/sequoyahtiger

H. 22.00

Page 16: Rockit Magazine MI AMI 2016

CreMa, classe 1995, nasce a Firenze e, dopo una militanza da chitarrista nell'hard rock, nel 2013 si avvicina al rap. Mai banale, ben lontano dagli stereotipi, ha tutte le capacità per rimettere al centro del genere le parole e i tecnicismi, senza mai dimenticare quel gusto anni 90 che contraddistingue ogni sua produzione e che ci ha fatto innamorare del suo flow.

Si dice spesso, quando si vuol parlare bene di un artista italiano, che la sua musica sia di respiro internazionale. Paolo Baldini non solo si mette in gioco con gli internazionali, ma da voce a molti artisti minori che popolano la terra del suo stile musicale: la Giamaica. Sarà un set da ballare fianco a fianco, mentre il parco dell'Idroscalo si trasforma nella Kingston di Milano.

Cresciuto sulle rive dell’Arno e degno erede dell’hip hop italiano più visionario e svarionato (da Gruff a Esa), Millelemmi incarna alla perfezione quella vena irriverente e goliardica fiorentina con la “c” aspirata che, unita al funk e ai ritmi del suo rap, dà vita a un personaggio assolutamente unico. Uno capace di rapirvi e non lasciarvi più.

Un collettivo che raccoglie at-torno a sé diversi musicisti in-teressati alla contaminazione, che amano i suoni provenienti da culture ed aree geografiche diverse, con intenti di sovra-scrittura e ibridazione del reale. Un progetto border-free in cui alcune eccellenze della musica italiana si incontrano in nome di questo obiettivo comune.

Millelemmiwww.rockit.it/1000lemmi

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Wasbridge Council Sound

www.rockit.it/WasbridgeCouncil

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Cremawww.rockit.it/Crema

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Dubfileswww.rockit.it/PaoloBaldini

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ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 16

MIAMI 2016

#Silovoglio

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Giuseppe Pons è membro di WPJA (Wedding Photojournalist Association) l’agenzia fotografica di riferimento mondiale per i matrimoni di taglio fotogiornalistico e documentaristico. Fa parte del collettivo fotografico ISP (Italian Street Photography) dedito alla Fotografia di Strada scattata solo in Italia. Tiene Workshop e corsi fotografici presso ilLABstudio in Via Piranesi 39 a Milano. Collabora con Rockit dalla sua nascita ed è tra i fotografi ufficiali del MI AMI festival sin dalla sua prima edizione del 2005.

Per info: www.marriagephoto.it • [email protected] • +39 366.6898722

#Silovogliowww.marriagephoto.it

Page 18: Rockit Magazine MI AMI 2016

SONIA POTENZA abbigliamento sartoriale dallo stile francese e capi vintage

COPPOLELLA abbigliamento streetwear uomo/donna

TREVISO COMIC BOOK FESTIVALfestival internazionale di illustrazione e fumetto

RAJATSADipinti e tele artistiche

O LOW DESIGNT-Shirt customizzate

IL PARTICOLARE vintage e modernariato

BERGAMO SUONA BENEfestival musicale

ROBERTA PENZOceramiche artistiche

BACK SHOP VINTAGEAbbigliamento ed accessori vintage

CHIARA SOMMARIVAborse artigianali

OVERDRIVE RECORDSetichetta discografica

GIUSEPPE SIGOGNINIdesign vintage

WASABI PRODUZIONEassociazione culturale, web label e casa di produzione teatrale

VIOLA'S CHARME gioielli in argento e pietre dure handmade

OVERDRIVE abbigliamento e accessori streetwear

ROLLO porta tabacchi artigianali in pelle

ROI STYLE bijoux artigianali

MORIAFORMASPIRE band di pezzi inediti in lingua italiana

KARMINER bijoux e gadget in legno e acrilico a laser

REBECCA REBEL DESIGN gioielli e design artigianale realizzati con materiali di recupero

PS. BESITOS pochette-libro realizzate con copertine di libri stampati su cotone

CYCLED accessori e cinture realizzate con pneumatici di biciclette

TITOO FOR YOU tatuaggi temporanei

WWW.FACEBOOK.COM/WUNDERMRKT

Un caleidoscopio di suggestioni nascoste ad ogni angolo; perdetevi tra oggetti meravigliosi e proposte seducenti. Benvenuti nel mercato delle meraviglie, il Wunder Mrkt, un nuovo market-place che mescola elementi surreali ad elementi di ricerca contemporanei.#WUNDER come la meraviglia nello scoprire cose sempre nuove, incontrare persone, gustare assieme buon cibo, bere qualcosa, ascoltare musica, partecipare a workshop o assistere a performance, in uno spazio che saprà sorprendervi ogni volta, intimo e capiente allo stesso tempo.#MARKET come il luogo dove poter acquistare oggetti bizzarri, mirabilia, creazioni artigianali, pezzi unici... accuratamente selezionati per voi.

ACID. abbigliamento vintage uomo e donna

PITHY gioielli in legno

LE OFFICINEassociazione culturale cassanese

RISERVA INDIANA etichetta discografica indipendente

MI.AMI LOVES VINTAGE vintage e modernariato

MAISON MOW abbigliamento e accessori con focus sull’eco sostenibilità

ALL THE TEA accessori e bijoux artigianali dallo stile vintage

ALBIZZATE VALLEY FESTIVAL festival musicale

MIMÌ ROSE bijoux in resina

I LOVE VINTAGE BRESCIA negozio vintage di Brescia

GIULIA LENTINI gioielli in metallo handmade

RESTA IN FESTA & FOREST festival musicale

ESPOSITORIMI AMI FESTIVAL 2016 Espositori

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 18

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WWW.FACEBOOK.COM/WUNDERMRKT

In esclusiva per i lettori del MI AMI un ritrovamento archeologico di un Fumetto della Gleba

recuperato negli archivi personali del Dr. Pira!

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VENERDÌ VIENI A CONOSCERE

• DR. PIRA, fumettista hardcore, che ti presenta il suo progetto Fumetti della Gleba in uno show su powerpoint; vieni a farti stampare dal vivo la tua maglietta con la grafica best seller riproposta in esclusiva (si chiama “Sborra”) e se vuoi acquista il suo nuovo libro con preziosi omaggi. info: fumettidellagleba.org

• JOHNNY COBALTO, resident artist del Festival di cui non puoi perdere il suo live painting elastico per il concerto di Izi/Tedua/Rkomi.info: johnnycobalto.it

• CRISTINA AMODEO, illustratrice e creatrice di collage, che interpreta il concerto degli Osc2x. info: amodeocristina.com

• TURBOSAFARY, cinque artisti poliedrici che si alternano a dieci mani camouflage sul live painting per la rocker Giungla.info: turbosafary.tumblr.com

SABATO VIENI A STRINGERE LA MANO DI

• PIETRO SCARNERA, autore di emozionanti graphic novel come Una stella tranquilla, ritratto sentimentale di Primo Levi, che disegna una storia sul set psichedelico di Sequoyah Tiger. info: pietroscarnera.blogspot.it

• ALICE MILANI, del collettivo La Trama, di cui forse hai letto il fumetto Wisława Szymborska - Si dà il caso che io sia qui, che dipinge a ritmo tribale degli Yombe.info: alicemilani.org

• IL PISTRICE, illustratrice di casa a Parigi e fondatrice del progetto editoriale collettivo Squame, che interpreta il set funk-elettronico di Wasbridge Council. info: pistrice.com

• JOHNNY COBALTO che disegna diavoletti e simboli magici per il rap di Crema.

• SERGIO PONCHIONE, grande autore di fumetti tradotti in tutto il mondo, il nostro reporter fumettista del Festival, che realizza i visual del set di Millelemmi.info: mondobliquo.blogspot.it

• ISABELLA NAZZARRI, pittrice di nuove forme di vita extraterresti che insieme a J.Cobalto illustrerà i DubFiles.info: isabellanazzarri.tumblr.com

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 20

MI AMI FESTIVAL 2016 MI FAI/Waxman Brothers Backyard

MI FAI MATTI INCONTRI FUMETTO ARTE ILLUSTRAZIONE

Ti presento il MI FAI/Waxman Brothers Backyard.Ricaricati di visioni e guardati due serate di inediti concerti illustrati in diretta. Nove talenti di fumetto, arte e

illustrazione fanno brillare i concerti del Waxman Brothers Backyard con esclusivi live painting.

powered by Waxman Brothers Una nuova realtà nel mondo della moda che si fonda sul concetto di contaminazione tra elementi appartenenti a diverse culture ed espressioni artistiche. Gli inconfondibili colori e le fantasie Wax del tessuto africano stampato

a cera si uniscono alla sapiente sartoria italiana per dare vita a collezioni uniche di camicie, t-shirt etc. Join the #WaxConnection, scopri la contaminazione tra generi, arti e forme al MI FAI / Waxman Brothers Backyard.

Guarda come brilla, apri gli occhi e i sensi. Sei arrivato al MI FAI / Waxman Brothers Backyard.

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SPIGOLATURE DI PENSIERIUn anno intero ad ascoltare la Musica di migliaia di artisti, ma spesso è bello anche ascoltare le loro parole, le loro idee, il loro approccio al quotidiano. Scrivere canzoni significa anche partecipare alla costruzione della realtà e prendere posizione nelle cose della vita. In questa rubrica abbiamo selezionato alcune dichiarazioni rilasciate durante l'anno da alcuni dei tanti musicisti che Rockit ha seguito e intervistato.

«Sono consapevole del materialismo, del malessere che deri-va dal vivere in questa parte del mondo, ho dei grossi sensi di colpa cattolici pur essendo ateo. Ho preso una direzione op-posta a quella indicata dalla mia famiglia per cui sapere le cose era più importante dell'essere ricchi. Quindi questa cosa del successo non me l'hanno comunicata loro che sono persone molto miti: mia madre ha lavorato tanto dovendo guadagnarsi ogni cosa. Sono un tipo introspettivo, non si direbbe ma sono molto ansioso, ho molte nevrosi, elaboro, e di conseguenza mi sento molto in colpa. Sono pensieroso, penso che potrei essere un uomo migliore, sono cose personali che non riguardano la musica, il business...»

Guè Pequeno • CLUB DOGO

«Abbiamo voluto proprio fare quello che suggeriamo nel titolo del disco e creare il paradiso a Loreto. Alla fine per me è il moti-vo per cui ha funzionato tanto, cioè perché siamo riusciti a cre-are un piccolo paradiso in Piazzale Loreto. Cosa difficile, ci sono servite tre tonnellate di sabbia acquistate da un’impresa edile! Il proprietario del palazzo era super entusiasta dell’idea e ci ha aiutato molto con tutto quanto. È stata davvero una bella espe-rienza anche visto che in questo disco stiamo parlando di fare la differenza, di cambiare le cose attorno a noi. Veramente bello.»

Selton

a cura diCHIARA LONGO

INTERVISTE Best Of 2016

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 24

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«Sono nata in un parcheggio e cresciuta sulle passerelle, ma poi motel forlanini mi fermò fuori dalla sfilata di jil sander nel ’94 e mi propose una cosa buffa. Accettai. In qualunque for-ma fossi nata avrei fatto quello che sto facendo. Il corpo non è mai un limite, è un trampolino, è la nostra forma nel mondo, è giusto in sé. Bisogna solo appropriarsene. Quello che vor-rei consigliare a qualunque essere umano è quello di liberarsi dalle catene delle sovrastrutture che ci pesano addosso. Solo liberandosi dalle nostre gabbie mentali possiamo trovare le nostre ali.»

«Il mio modo di fare musica è poco costruttivo, non voglio promuovere dei valori o fare l'aizzatore di folle, non voglio fare l'educatore di nessuno. Nella mia musica conservo sempre uno spirito nichilista che va anche a discapito di un certo tipo di comunicatività estesa, con l'inconveniente di rinunciare ad un pubblico più vasto, ma sono un anti demagogo per eccel-lenza e poco portato al messaggio facile. Mi piace nascondere dei messaggi nelle singole rime e soprattutto mi piace quel-lo spirito del rap fatto per il gusto di spaccare. Concentrar-mi sulle punchline è fondamentale perché sono cresciuto con questo imprinting artistico, in anni in cui il rap non andava nelle grosse radio e non era così presente nell'immaginario collettivo.»

M¥SS KETA

Jack The Smoker

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 26

«Discordia è un disco che ho scritto in un periodo in cui ho ti-rato le somme della mia vita, del tipo "cosa cazzo sto facendo? Sono arrivato a quarant'anni e vado ancora in giro per l'Italia a fare il coglione sul palco", e mi sono chiesto se questo sia quel-lo che voglio veramente, se sto facendo Bologna Violenta per inerzia o no. Ho sentito la necessità di fermarmi e far fronte alle mie utopie, e alle mie piccole soddisfazioni e decidere un po' se è il caso di continuare su questa strada o cambiarla. In più, intorno a me e alle mie crisi, mi è parso di vedere che ul-timamente la gente ha un po' troppo i nervi a fior di pelle. Pare che chiunque aspetti il momento per attaccarsi con qualcun altro, da quello che alle poste salta la fila, a quello che ti ruba il parcheggio e stronzate così.»

Bologna Violenta

INTERVISTE Best Of 2016

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«La maschera è nata nel periodo in cui non mi conosceva nes-suno e non è mai stata una trovata di business. Prima tutti i miei pezzi erano rap standard/classico, poi ho sperimentato un po’ e la gente si è accorta di me. Quindi si è creato un alter ego. Questo contrasto c’è molte volte anche nella scrittura. Quando ci vado giù pesante è il personaggio con la maschera che viene fuori. Mi piaceva usarla perché durante i concerti diventava tutto più teatrale. È bello come ti guardano le persone quando la indossi: non sanno se sei affaticato, se hai paura, se sei felice. La prima volta che l’ho usata è stato figo, ti senti una specie di supereroe. Però a volte mi piacciono anche i live piccoli da 300/400 per-sone, senza la maschera, senza palco troppo rialzato. Anche il palco è un simbolo potentissimo: sei sopra al tuo pubblico di 3 metri, e se in più hai la maschera domini ancora di più.»

« Io sono diventato grande nella terra di mezzo. Nato e cresciu-to in una famiglia in cui l’ideologia era pervasiva, anche se non soffocante, sono diventato adulto quando tutto quel mondo piano piano scompariva. Ho avuto quattro nonni stalinisti, ma nessuno di loro ha mai cercato di mangiarmi, ve lo giuro. Sono grato di avere ricevuto questo imprinting culturale e politico, mi ha permesso di avere una idea mia sul mondo invece di do-vermi sorbire la minestra preconfezionata che ci rifila il pensie-ro dominante da decenni. Per me il problema è sempre quello: se non possiamo più cambiare il mondo almeno possiamo cer-care di fare in modo che il mondo non cambi troppo noi stessi. »

Salmo

Max Collini • (MAX COLLINI + JUKKA REVERBERI)

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 28

INTERVISTE Best Of 2016

«La musica era un mezzo per tirare fuori alcune cose da me stes-so e in qualche modo mi pacificava col mondo. Al tempo stes-so, entri anche in un ruolo di musicista che alla fine ti dà anche un'identità. A cui io tengo anche molto. Pur non frequentando tantissimo la scena, mi piace far parte di quel mondo e, nel mo-mento in cui forse il problema più grosso che avevo era proprio trovare una mia identità, a un certo punto me la sono trovata cucita addosso. E nella mia crescita, che al tempo non era anco-ra artistica ma certamente umana, è stato un passaggio fonda-mentale. Perché io ricordo, ancora ai tempi della scuola, che la mia grande carenza era proprio la mancanza di forza di volontà, qualsiasi cosa mi annoiava. E poi improvvisamente mi sono tro-vato a stare dieci ore sopra un pezzo, che per me... non stavo dieci ore nemmeno a corteggiare una ragazza che mi piaceva»

Emidio Clementi • SORGE

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«Ogni band è una famiglia con diversi valori e interscambi. Da tutte le esperienze imparo qualcosa e ridistribuisco energie e vibrazioni diverse. Diciamo che siamo un po' dissociati da certe cose ma ben dentro la consapevolezza delle energie dell'amore e della musica nella sua accezione più cosmica, onirica, dissoluta e sabotatrice, se si può dire, e se a qualcuno interessa che io lo dica. In un paese piuttosto omertoso e ipocrita come il nostro ci sentiamo molto sani tutto sommato. I The Winstons sono nati come le classiche leggende post adolescenziali: così, per caso, per voglia, per divertimento e tutti i termini classici che defini-scono la leggerezza della condivisione.»

«Non so se il “pubblico” sia vivo e vegeto, se sia defunto op-pure colpito da un'epidemia da apocalisse zombie, quello che mi interessa è la salute del circuito in cui ci muoviamo, spe-cialmente quello dei concerti. Troppo spesso la tendenza degli artisti a cercare di assassinarlo con cachet che diventano subito vertiginosamente alti appena arriva un po' di popolarità in più porta questo mondo a morire piano piano, il promoter entu-siasta quando il suo margine di guadagno è sempre meno, se non inesistente, diventa sempre meno entusiasta… ed è l'entu-siasmo che, da sempre, tiene in piedi questo circuito. La musica italiana sta bene, credo, fare musica, arrivare al prodotto finito, è sempre più alla portata di tutti. Quindi c'è un sacco di roba in più in giro... questo significa che, per forza, c'è un sacco di merda inutile e/o insopportabile da ascoltare (o evitare di farlo) ma, rovescio buono della medaglia, c'è più roba interessante, nel mucchio.»

Enrico Gabrielli • THE WINSTONS

Giorgio Canali

«Non sono del tutto d'accordo con l'atteggiamento di chi fa uscire ogni cosa che gli passa per la testa. Noi siamo molto at-tenti a come suona il nostro materiale e non credo ci sentirem-mo a nostro agio nel mandare in giro cose di cui non siamo con-vinti. Ti assicuro che abbiamo molto più materiale di quello che è uscito a nostro nome, ma questo vale per molti altri musicisti, non solo noi. Anche in una fase di sperimentazione, abbiamo cambiato il nostro set up per il live, stiamo ragionando molto su come dovrà suonare la nostra musica in futuro. Vorremmo che suonasse male ma bene, non so se si capisce detta così...»

Gio • AUCAN

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Elvis ti aspettaSPOSATI AL MI AMI

«Quando abbiamo fatto le tre date del festival di Woodworm e io avevo una spalla lussata. Suonavamo insieme ad altri grup-pi dell’etichetta ed eravamo gli headliner in posti importanti come il Magnolia di Milano, il Circolo degli Artisti di Roma e il Locomotiv di Bologna. Io la settimana prima, come un coglio-ne, mi sono lussato la spalla facendo snowboard. Alla chitarra mi ha sostituito Andrea Marmorini, che avendo registrato il nostro disco conosceva le canzoni a memoria, e poi è un chi-tarrista della madonna, suona nei La Quiete. Io ero ubriaco come una foca e ho fatto pure stage diving. È stata la volta che provato più dolore in assoluto. »

«Potrei dire che le mie canzoni sono piccole tappe di un viag-gio di cui non sai la meta, sai solo di essere arrivato lì, ma-gari hai seguito il percorso di una lacrima ma ti fermi prima che evapori o che venga asciugata. Anzi per essere ancora più preciso, visto che amo la pittura e dipingere, mi piace pensare che le mie canzoni assomiglino ad un quadro, una tela dipinta, come se il pennello tracciasse un insieme di musica e parole piuttosto che un romanzo, o una storia con un inizio ed una fine. Le parole in una canzone hanno lo stesso valore della mu-sica. Mi è capitato spesso di togliere una frase di testo perché sentire quelle note, liberarle, “diceva” di più.»

Aimone Romizi • FAST ANIMALS AND SLOW KIDS

Luca Carboni

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 30

«Sanremo e il Tenco sono fenomeni prettamente italiani, il Tenco è quasi un festival parallelo, anche perché condivide con Sanremo la città in cui si svolge. Quando ho iniziato io il Premio Tenco era un momento importantissimo, adesso pro-babilmente si è perso il senso di quel tipo di mondo cantau-torale, però è importante che queste manifestazioni manten-gano una dignità e una collocazione nel mondo della musica. Io penso che il Tenco sia ancora importante e farò di tutto perché resti tale, è uno dei luoghi in cui una certa tipologia di artisti può farsi conoscere. Anche Sanremo è ancora un'istituzione, infatti anche chi va ai talent poi partecipa a Sanremo. Evidentemente ha un'im-portanza molto profonda nella memoria storica collettiva.Sanremo è un archetipo. »

Max Gazzè

INTERVISTE Best Of 2016

Elvis ti aspettaSPOSATI AL MI AMI

Page 31: Rockit Magazine MI AMI 2016

Elvis ti aspettaSPOSATI AL MI AMI

Elvis ti aspettaSPOSATI AL MI AMI

Quest'anno al MI AMI troverai Elvis Presleypronto a celebrare il tuo matrimonio.

Vai allo stand, prenota la cerimonia e sposati con chi vuoi.

#miamifestival • #silovoglio

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www.miamifestival.it

#miamifestival

#silovoglio

ILLUSTRAZIONE: JOHNNY COBALTO * WWW.JOHNNYCOBALTO.IT - GRAFICA: STEFANO FIZ BOTTURA * WWW.BETTERDAYS.IT

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ILLUSTRAZIONE: JOHNNY COBALTO * WWW.JOHNNYCOBALTO.IT - GRAFICA: STEFANO FIZ BOTTURA * WWW.BETTERDAYS.IT

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ARTISTS

STREETS

13—17July2016

LuganoBuskersFestival

#8

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w.luganobuskers.ch

Lugano BuskersFestival

Part of

Page 36: Rockit Magazine MI AMI 2016

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 36

MI AMI FESTIVAL 2016 Contest Letterario

Restare con i piedi in aria e continuare, anche da adulta, a fare sogni da bambina. Crescere in altezza ma senza dover indossare scarpe con il tacco, lavorare duramente ma solo con la fantasia, guadagnare da vivere e non solo in esperienza.Trovare il coraggio di rischiare, togliere dal muro il chiodo al quale avevo appeso la bicicletta e ricominciare a pedalare, superando ogni fatica, fin sopra i traguardi che mi ero prefissata.Aspettare sulla striscia gialla del binario e fare un passo indietro poco prima dell’arrivo del treno, attraversare con il rosso ma solo se le auto in corsa sono distanti, infrangere le regole ma sapere sempre quando smettere.Scoprire in quale angolo della mente vanno a finire le cose che ho dimenticato,

quelle che ho lasciato andare e dare a quelle una seconda opportunità.Imparare dai libri, capire se si può davvero andare ad abbassare la temperatura al Polo Nord così da evitare che i ghiacciai si sciolgano e che le acque dei mari inondino le città costiere, o riuscire a spiegarmi perché più cibo sul pianeta non vuol dire meno fame per tutti.Godere di ogni piccolo gesto ricevuto, senza quell’assurda presunzione d’avere sempre di più. Imparare ad apprezzare le piccole cose ma non smettere mai di cercare quelle grandi, perché prima o poi arrivano.Provare a contare le stelle del cielo di Milano considerando l’impresa possibile, distesa su un prato vicino all’aeroporto di Linate, con l’erba che solletica la schiena e le folate di vento, generate dagli aerei appena decollati, che scombinano i capelli. Chiudere gli occhi in mezzo alla folla e illudermi così di essere invisibile, come quando da piccola giocando

a nascondino credevo d’essere nascosta se con le mani sugli occhi vedevo tutto buio. Pensare che il motivo per cui gli altri non mi vedono sia che io non vedo loro.Offuscare la mente, liberarla da ogni pensiero. Ricordare ogni dolore solo perché mi possa servire ad apprezzare per davvero la serenità, dimenticare ogni piacere solo perché mi eviti di vivere nella speranza che io possa riprovarlo.Salire, alla fine di ogni battaglia, sul carro del perdente, perché a pensare di partecipare solo per vincere si perde solo tempo, perché di sedere tra gli Dei non mi sarebbe comunque concesso.Scendere un milione di scale e non dare il braccio a chi tenta di rallentare la corsa, cantando a ritmo dei piedi che a tempi alterni toccano i gradini e credendo che quel volo temporaneo conduca da qualche parte oltre che al vialetto di casa.Camminare tra gli alberi

Partire, restare, rompere tutto, spingere. Il tema "Sì lo voglio" ha liberato sogni e sintomi di autori di racconti e appassionati di scrittura, che hanno risposto come sempre numerosi. La scelta è stata difficile e abbiamo deciso di premiare due racconti molto diversi, uno che parla di ripartenze dolorose e uno che sprizza voglia di fare e di stare bene.

“Sì lo voglio” di MARILENA CARBONE

• RACCONTO VINCITORE •

a cura diREDAZIONE ROCKIT

CONTEST LETTERARIOTEMA: SÌ LO VOGLIO

Page 37: Rockit Magazine MI AMI 2016

37

La tabellina del sette la ricordo senza dover ricorrere alla filastrocca. Ché allo scoccare del multiplo di quella cifra sghemba, relaziono quel multiplo alle tappe della mia vita. Le fermate della mia esistenza sull'asse delle ascisse. Intanto che l'asse passa oltre, procede all'infinito e incontra un

altro multiplo di sette.A sette anni la mia prima interrogazione alla lavagna, la mia prima partita a pallacanestro in una squadra mista e la mia prima volta sugli sci, le vacanze a Olargues, nel sud della Francia. E neanche sapevo si chiamasse Olargues. A quattordici anni ho perso la verginità, ho colorato i capelli di blu, ho bevuto la mia prima birra e fatto a botte con mio fratello.A ventuno anni il mio debutto da giornalista nella redazione di un quotidiano, parallelamente al corso di studi universitari senza obbligo di frequenza, il mio stupore nel finire "Il conte di Montecristo", le vacanze a Olargues, per dare una risposta a un interrogativo dell'infanzia. E a conti fatti non fu per niente male il sud della Francia. A ventotto anni il crocevia di tutti i miei coetanei: quelli che non si sono sposati si sono lasciati, rattrappiti da anni di amore stemperato, diluito. Ho perso l'amore della mia vita e ho detto alt. Ho preso infatti un aereo per il Sud America, riservando vigliaccamente anche il volo di ritorno. A ventotto anni ho traslocato.Oggi è il giorno del tuo

ventottesimo compleanno. Io ne ho trentacinque da qualche mese, invece.Faccio toc-toc sull'uscio della tua camera da letto.È una porta che amo perché ha il vetro centrale e intravedo le ombre di chi è in camera.La amo quella porta, così come brucio di bene per te. E do alle fiamme il mio basso ventre al solo pensiero che sei il mio coinquilino e in due anni, quattro mesi e undici giorni non ho fatto altro che sciogliere i miei sentimenti sulle dita delle mani. Senza mai poterti carezzare, senza mai poterti giocare. Cristo, che inferno l'astinenza. Faccio toc-toc e apri la porta quanto basta per infilare la testa, esattamente come faresti da sotto la doccia se in un'altra vita mi stessi struccando allo specchio e ti dicessi: "Bella serata, non è vero?".Mi sorridi e hai le guance pesca noce.Lo vedo che sei nudo, perché hai il cazzo schiacciato sul vetro. E vedo anche che hai compagnia. Carina, avrà si e no diciotto anni. Sfigata, non è multiplo di sette. "Ciao. Non posso farti nessuna domanda. Devi rispondermi soltanto sì, o no".

di magnolia in fiore, figli di una benedetta primavera, e non lasciare che la fretta che c’era di arrivare in fondo al viale rovini l’essenza delle bellezze da ammirare lungo il sentiero.Cambiare città ogni anno così da potermi innamorare ogni volta di un posto nuovo, così da non rischiare mai di annoiarmi, così da incrociare ogni giorno volti nuovi ai quali sorridere, così da non pensare mai di aver già visto tutto.

Sì, lo voglio, tutto questo e molto altro ancora.

◊ ◊ ◊

“Sì lo voglio” di GIACOMO GELATI

• MENZIONE SPECIALE •

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Page 38: Rockit Magazine MI AMI 2016

RECENSIONI Dischi

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 38

SACRI CUORIDelone

Glitterbeat Records

L’approccio strumentale dei Sacri Cuori a volte cede il passo a una visione leggermente più regolare della musica, un po’ meno colonna sonora e un po’ più canzoni per davvero. Il pezzo che dà il titolo alla raccolta è Ennio Morricone versus Calexico, con un ritornello che arriva subito e non va più via. Una lezione di stile assoluto, in cui la bellezza non viene sfiorata dalla quoti-dianità e persino l'incubo ha il suo garbo. E allora in alto i cuori, evviva i Sacri Cuori. // Manfredi Lamartina

APPINOGrande raccordo animale

La Tempesta Dischi / Sony BMG Records / Picicca Dischi

Per uno come Appino, con la sua storia, la cosa più difficile da fare è trovare un suono e uno stile in grado di farlo conoscere a un nuovo pubblico, senza però lasciare deluso chi lo segue da anni. Per cercare un equilibrio così difficile, Appino ha chiamato come produttore Paolo Baldini e con lui è riuscito a realizzare un disco maturo e pieno. Tutto questo sposta gli equilibri verso i l pop, ma non a spettatev i un album leggero: le canzoni parlano sempre di insicurezze

e ansie, di persone perse che sperano di trovare Itaca a cui tornare. // Marco Villa

GIORGIO TUMAThis life denied me your love

Elefant Records

Un album che parla di amore negato e si spinge negli angoli di una tristezza che sembra ormai bagaglio fisso di una vita, con il viso e il portamento di un amico che dona conforto: i brani si infrangono come onde su un’isola circondata da tutto il dolore del mondo, c’è, si vede, eppure, nel tempo in cui la musica gira, ci si sente al sicuro. Guardare il mondo attraverso la poesia a volte è sufficiente per cambiare i colori e le forme, è un po’ come avere dei superpoteri, e in questo senso Giorgio Tuma è un supereroe. // Margherita G. Di Fiore

BABA SISSOKOThree Gees

Blind Faith Records

Baba Sissoko, afro-calabrese classe 1963, vive in Italia da moltissimi anni e da ancor più tempo scrive canzoni. Viene da un’importante famiglia di griot, cantori malesi incaricati di tramandare storia, tradizioni e valori. E il disco riesce a scaval-lare i confini e arrivare dall’altra

parte dell’oceano, mescolando blues (che poi è africano, si sa), jazz, funk, soul e psichedelia, fino ad ottenere qualcosa di a s s olut a m e nte or i g i n a l e e genuino, un suono analogico e corposo che arriva con calma sotto pelle e pare sia sempre stato lì, ad aspettare il richiamo giusto. // Nur Al Habash

ZEUS!MotomonotonoTannen Records

Il titolo ti costringe a rallentare per leggerlo bene: “Motomo-notono”. Uno scherzetto di un gruppo che di rallentare, invece, non ha voglia. Anzi, accelera, sconquassa e atterra come pri ma e molto più d i prima: così è, se vi pare. Gli Zeus! dunque tornano e fanno quello che sanno fare meglio, una musica che è terra bruciata e metallo temprato. Avvicinati pure, non morde mica (semmai azzanna e ti fa a brandelli). // Manfredi Lamartina

THREE STEPS TO THE OCEANMigration Light

Shove / Sangue Disken

Difficile trovare punti deboli in questo album di metal strumen-tale, moderno ed emozionante. E dunque non è un'esagerazione affermare che con "Migration

RECENSIONIa cura di

CHIARA LONGO

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ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 40

RECENSIONI Dischi

Light" i Three Steps To The Ocean arrivano al loro lavoro più convinto e convincente facendo quello che sanno fare meglio: suonare al massimo una musica che trapassa, martella, consola. Ed esplode. Sono i migliori Three Steps To The Ocean ascoltati fin qui, quelli che hanno trovato i l giusto equilibrio di suoni e impatto. // Manfredi Lamartina

JACKEYEDRosshaldeMegaphone

Se sai cercarle, le storie sono ovunque. È il gioco – serissimo - che fa qui Federico “Jackeyed” Babbo: prendere un libro ed entrare nelle sue stanze vuote, nei suoi giardini abbandonati, negli spazi fra le parole. Lo fa con canzoni che hanno tutto il calore dei racconti tramandati in famiglia, e insieme quel gusto un po' spettrale delle storie che hanno aspettato tanto tempo che qualcuno le ritrovasse. Storie che, come nei più classici concept album, sono legate da un denominatore comune, in questo caso la villa del romanzo. // Letizia Bognanni

VAGHE STELLEAbstract speed + sound

Other People

Non prendetelo come un ep nostalgico di certa IDM dei '90 - in diversi punti si allinea con l'elettronica contemporanea (“Tempo” se la gioca con Arca) – ma in quel tipo di immaginario ci sta bene. “Abstract Speed + Sound” mette insieme suoni

di quindici anni fa e altri più attuali, allo stesso modo in cui cita l'automobile di Balla e ne ap-plica l'idea ai network digitali. Ne esce un mix particolare tra l 'antico ed il modernissimo. Epico, acido, f utu ribi le. // Sandro Giorello

ANY OTHERSilently. Quietly. Going

Away.Bello Records

La voce risoluta e vulnerabile di Adele racconta le fatiche della crescita, gli abbandoni e i turning point esistenziali, lo fa inseguendo movimenti melodici che riescono a svoltare in direzioni inaspettate pur sro-tolandosi sempre fluide, naturali e immediate, così come ritmi e arrangiamenti, essenziali e però non scontati, che abbracciano tutto lo spettro dell'indie, da quello più vicino al folk alle impennate di un college-rock che rasenta l'emo. Davvero fuori dal comune per una ragazza di, non dimentichiamolo, ventun anni. // Letizia Bognanni

BACHI DA PIETRANecroide

La Tempesta Dischi

La struttura di Necroide è un viaggio antologico tra figure retoriche messe in musica e la forma è quella di un raro monile di metallo pesante, forgiato dall ' incontro del voodoo di New Orleans e dal paganesimo scandinavo, il cui frutto è un suono difficile da immaginare, ma piacevolissimo da ascoltare. Un lavoro che sarà apprezzato

in particolar modo da tutti coloro che hanno seguito un excursus simile a quello di Succi e Dorella, capaci di cogliere al meglio le citazioni nascoste ed i sottili collegamenti tra i brani. // Filippo Gualandi

LEVANTEAbbi cura di te

Carosello Records

“Abbi cura di te” dimostra non solo maturità, ma anche una vera e propria consapevolezza di cosa voglia dire fare musica pop in Italia oggi. Da un certo punto di vista, Levante continua a essere la stessa di "Manuale distru-zione", ma arricchisce il tutto con una maggiore complessità, soprattutto nella produzione: l'arrangiamento, l'elettronica, la chitarra, la parolaccia mai volgare che sd ram mati zza. Insomma, Levante ha capito come non cucirsi addosso la definizione di cantautrice. Ma è destinata a durare a lungo. // Teresa Bellemo

THE BLUEBEATERSEverybody Knows

Record Kicks / Audioglobe

Anche i brani che sulla carta potrebbero sembrare azzardi sono lontani anni luce dagli ammiccamenti un po' furbetti all'hair metal o alla canzone ita-liana che la facevano da padrone nelle ultime uscite live della formazione. Diverso è lo spirito di una band che, forse perché non ha niente da perdere o forse perché finalmente libera dalla personalità ingombrante del suo ex-frontman, ha riscoperto il suo

Page 41: Rockit Magazine MI AMI 2016

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ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 42

RECENSIONI Dischi

sacro fuoco e vive una seconda giovinezza assolutamente ina-spettata, sfornando il disco che chi ha amato alla follia i primi Bluebeaters. // Silvio Bernardi

THREE IN ONE GENTLEMAN SUIT

NotturnoTo Lose La Track / Upupa Produzioni / Audioglobe

Le tracce hanno una struttura forte pur tenendo un'estetica di basso profilo: si presentano come semplici canzoni indie-rock ma poi ogni brano mostra una precisa evoluzione e contiene più di un'idea/soluzione forte. I TIOGS sono tornati con la chiara consapevolezza di cosa volevano. Mai troppo emotivi e ma i troppo f redd i, i n u n equilibrio stupefacente che, a mio avviso, è difficilissimo da raggiungere. “Notturno” è un disco maturo, scritto benissimo e suonato/arrangiato ancora meglio. Un piccolo capolavoro. // Sandro Giorello

VINICIO CAPOSSELACanzoni della Cupa

La Cupa / Warner

Si dice che "se non è mai stata nuova e non invecchia mai, allora è una canzone folk": della terra dei padri Capossela ha già resti-tuito parole di carta, immagini e fotografie, mancavano musica e musicanti. Un disco sull'uomo e la sua natura duale - il "pulvis et umbra" oraziano - una sincera e sacrosanta opera di recupero e restituzione all'uso, una ricerca durata 13 anni che affonda mani e piedi nell'humus dei Coppoloni

e ne risputa le melodie folk, la lingua pastosa, le storie e i personaggi oscuri. È un ritorno a una terra da cui non si è mai andati via, dove siamo sempre stati ma ce lo siamo dimenticati. // Daniele Sidonio

NITROSuicidol

Machete Empire,Sony Music,

Epic

Nitro parla della morte in un disco di una potenza inestima-bile, dialogo con se stesso e con gli altri necessario per scendere agli inferi e tornare vivo per raccontarlo. La scrittura è intima e profonda, strutturata seguendo forme nuove, più vicine al rac-conto che alla classica struttura della canzone contemporanea e perfezionando quell'incrocio con il suo lato rocker già emerso nel suo primo lavoro, firmado il miglior disco rock dell'anno, senza essere un disco rock. // Stefano Pistore

VERDENAEndkadenz vol. II

Universal Music Italy

Che cosa resta dunque di questa seconda parte di "Endkadenz"? Resta una band che ha una visione precisa della propria arte: un continuo ripartire da capo ma sempre un paio di metri più in là rispetto al precedente punto zero. È un album che cerca la via più difficile - psych a briglie sciolte – e in cui la pro-duzione e la complessità degli arrangiamenti non possono lasciare indifferenti. E allora

sì, i Verdena hanno portato di nuovo qualità e quantità. // Manfredi Lamartina

IL TEATRO DEGLI ORRORIS/t

La Tempesta Dischi

Il Teatro degli Orrori è tornato, col suo cuore nero, pulsante e vivo di sangue, lo sconquasso emotivo e i nervi tirati a lucido sono serviti: ecco qua la rumo-rosa, violenta poesia. Cuore che s’apre, esplode, fa dei giri lun-ghissimi intorno al disincanto, al disprezzo, alla disillusione che è pane quotidiano, per poi tornare a ciò che è votato e scoprire che l’amore è uno schiaffo costante e doloroso e al tempo stesso, come impulso primigenio e fondante, motore di ogni cosa. // Margherita G. Di Fiore

L'OFFICINA DELLA

CAMOMILLAPalazzina Liberty

Garrincha Dischi

Un album ricco di non-luoghi, sospeso in un non-tempo, che deve necessariamente pre-sentare delle non-canzoni. De Leo questa volta si sottrae anche al l’inf luenza dell’etichetta, vengono a mancare tutti gli orpelli pop tipicamente gar-rinchani, e "Palazzina liberty" è essenzialmente un album di espressione personale, senza mezzi termini e senza compro-messi. Per questo coerente, e per questo platonicamente bello. // Marco Beltramelli

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ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 44

RECENSIONI Dischi

AUCANStelle fisse

La Tempesta Dischi, Kowloon

Le stelle fisse sono gli astri che, puntando gli occhi al cielo, appa iono sempre i m mobi l i nel corso del tempo, costanti luminose che non abbandonano la loro posizione all 'interno del sistema perfetto della volta celeste. Allo stesso modo gli Aucan ripartono dai loro punti di riferimento, lasciandosi alle spalle Ultra Music e il sogno americano. Dieci pezzi dove suoni asciutti si accompagnano ad atmosfere notturne e sci-fi, la colonna sonora di un rientro a casa passando per gli angoli più silenziosi della metropoli. // Marcello Farno

BROTHERS IN LAWRaise

We Were Never Being Boring

Un piccolo viaggio (in salita, visto il titolo) tra atmosfere sognanti, chitarre improvvise che vogliono fare muro del suono, riff magnetici che restano ben impressi. I nostri “cognati” pesaresi sono tornati. Stanno per aria, ma anche per terra. Sanno che là fuori è un mondo difficile, ma hanno capito come affrontarlo. E ci fanno vedere un lato convincente, appassionante e che ci fa sperare bene per il futuro. // Sara Scheggia

DUMBO GETS MADThank You NeilGhost Records /

Bad Panda Records

Seguendo u na scelta che si

può leggere alla base di questa disillusione spirituale, i Dumbo Gets Mad guardano alle colonne sonore di Piero Umiliani o Bruno Nicolai, ricoperte di una patina così onirica da strizzare l’occhio a certe atmosfere fiabesche di-sneyane. E così si va da momenti più trippy, come "Andromedian Girl" o "Quasar", a momenti più rock come in "Losing It", ma la coerenza di fondo del concept non tradisce una struttura com-plessa in continua variazione. Bravi. // Lodovico Lindemann

ADRIANO VITERBINIFilm o Sound

Bomba Dischi / Goodfellas

La prossima volta che sentirete il nome di Adriano Viterbini, penserete a lui come il Ry Cooder italiano. E sarà tutto fuorché un'esagerazione. Il legame con la musica etnica, africana o suda-mericana, con brani che partono da spunti percussivi, come "Tubi innocenti"; la costruzione delle atmosfere, il riff ripetuto che cresce fino a diventare racconto, o colonna sonora: tutto questo in un album splendido il cui trait d'union è sempre il blues. // Silvio Bernardi

CALIBRO 35S.P.A.C.E.

Record Kicks / Audioglobe

Al di là delle considerazioni che si possono fare sempre sui Calibro 35, la band ha costruito di nuovo un universo altro, che comunica un’inquietu-dine di fondo. Messi da parte i passamontagna, i quattro musicisti hanno infilato la tuta

da astronauta e sono partiti per profondità spaziali e a tratti lisergiche, grazie soprattutto all’ampia gamma di organi e tastiere che ancora una volta non si fatica ad immagina-re sullo schermo, in testa a serie televisive di fantascienza dal sapore decisamente vintage. // Alberto Giusti

ESTERINADio ti salviGoodfellas

“Dio ti salvi” è un disco im-portante in questo momento non solo a livello di contenuti, ma anche perché si tratta di un disco puramente rock, che non segue nessuna tendenza del momento e non ha nulla di contemporaneo o innovativo di per sé, ma sceglie la strada di un'intoccabile autenticità in una scrittura solida e a tratti commovente, forte nella forma-canzone, in cui le chitarre che tanto devono al post-rock sanno dialogare con i fiati, arrangiati con maestria contrappuntistica che rende i brani formalmente perfetti. // Chiara Longo

GIANLUCA DE RUBERTISL'universo elegante

MArteLabel / Goodfellas

Se si dovesse esprimere u n si n golo g iud i z io su que sto disco di Gianluca De Rubertis si direbbe che è una raccolta di canzoni profondamente fuori moda. Lontano anni luce dalle te n d e n z e c h e u n i fo r m a n o suoni e testi nel cantautorato italiano degli ultimi anni, De Rubertis consacra le sue dita

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al pianoforte e a un approccio classico nel senso più comune del termine: dal chiaro di luna (che diventa siderale) passando per marcette e ballate, tutti i pezzi funzionerebbero benissimo anche senza il cantato a guidarle. // Nur Al Habash

SORGELa guerra di domani

La Tempesta dischi

Nelle dieci tracce di “La guerra di domani” il colto approccio neorealista di Clementi si sposa alla perfezione con l’asettico minimalismo transistorizzato di Caldera. Tratteggia un non-luogo narrativo cupo e stagnante, un violaceo piano sequenza dove tuttavia c’è ancora posto per l’amore e la famiglia, per l’amicizia e il riscatto sociale, per il lato buono del dolore e persino per quello liberatorio della morte. // Antonio Belmonte

ED LAURIE &THE STRAW DOGS

Dark Green BluesAutoprodotto

Convincente e pieno il nuovo disco di Ed Laurie & Straw Dog, cancella totalmente l'idea di vecchio dal genere blues, restituendo all'ascolto undici canzoni scritte bene e suonate ancora meglio. La pace sensoriale si realizza in questo "Dark Green Blues", che è un disco per tutti, anche per chi fa della melodia scanzonata una ragione di vita. La filosofia del "trip the wire" che stavolta si annoda come muschio alle pesanti pietre del blues. // Carlo Tonelato

TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI

InumaniLa Tempesta Dischi

Diventare grandi senza ammuffi-re, che poi non significa fare solo capolavori o migliorare a ogni album. La questione è un'altra: "Inumani" è un capolavoro? No. È un album che ha dinamismo, idee, visione, voglia di scoperta? Che potrebbe sembrare prodotto da una band emergente? Sì. E di questo “mondo immaginato che cosa resterà?” Resterà un immaginario che anche oggi, i n quest i a n n i consapevol i che “prima erano in cinque a scrivere canzoni che cantavano tutti, adesso tutti quanti scrivono canzoni che qualcuno canterà”, resta vivo, peculiare e ricono-scibile. // Letizia Bognanni

LEO PARI Spazio

Gas Vintage Records

Giochi di rimandi e citazioni che divertono (qualcuno ha detto Battisti?), tanto da impre-ziosire un disco notevole per il modo in cui riesce ad arrivare ad orecchie e cuore, per come si appiccica addosso sen za lasciare prigionieri sulla base di una scrittura solidissima e sensuale. E poi Leo Pari potrebbe autocandidarsi a ricoprire il ruolo di cantore ufficiale dei quarantenni (e non solo) che non sanno cosa sia la crisi di mezza età, che continuano a fiorire. E se lo sanno ci passano sopra leggeri, senza pensarci troppo. Solo per questa ragione dovremmo volergli bene, no? // Giuseppe Catani

SALMOHellvisback

Sony BMG

Immagina un artista che insce-na la sua morte, intraprende un viaggio all’inferno e torna con il cadavere putrefatto -ma pur sempre brillante- di Elvis Presley. Venite a conoscere il peggior sogno americano, fatto di sigarette e panini im-burrati con granella di pillole. “Hellvisback” mette in mostra il Salmo più raffinato, bisogna solo lasciarsi ammaliare dalle immagini che le sue liriche sanno creare e dalle pillole di pop cul-ture confezionate e snocciolate con la cura maniacale di un ex direttore vendicativo di Sorrisi e Canzoni. // Elena Mariani

JAMBOX Spleen

Autoprodotto

Quello che impressiona dell'e-sordio di questi poco più che diciottenni, è l'assoluta perizia nel ciò che si persegue e nell'a-ver proposto un album robusto e solido. Invece di cavalcare l'hype attraverso più o meno subdoli mezzi da social media marketing, i nostri imbracciano i loro strumenti, si chiudono nelle sale prove più sudicie di Torino e suonano, facendo vibrare le pareti insonorizzate con tutta la rabbia, l'ingenuità e il coraggio di chi ha ancora, come da tradizione, tutta la vita davanti. Una vita, ne sia-mo certi, già indirizzata sotto il segno dello shoegaze: senza dimenticare che, come in "Fruit Salad", in questo percorso si può anche ballare. // Mattia Nesto

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RECENSIONI Dischi

BANDA RULLIFRULLI Cinquanta urlanti

Autoprodotto

Tolti tutti gli intellettualismi e i discorsi sui massimi sistemi estetici, il motivo fondamen-tale per cui si ascolta e si fa la musica, tutta la musica, è sostanzialmente quello di sentirsi bene. Quando parti coi RulliFrulli succede questo: ti ricordi come fa stare bene la musica, ti dimentichi che sono “solo” ragazzi che suonano i coperchi le pentole, e pensi che tutte le bande fanno musica, poche fanno vera musica, tutte dovrebbero farla come loro. // Letizia Bognanni

NICCOLÒ FABI Una somma di piccole cose

Universal Music

Alla soglia dei cinquant’anni Niccolò Fabi è di nuovo - o a ncora - a l la su a matu rità artistica. Una maturità che evolve, che sposta l’asticella e non si ferma, dove entrano ispirazioni e con-taminazioni ma che non cede mai alla ripetizione, alla copia e alla banalità dell’inseguire i gusti di quello che ormai è il suo pubblico. Il tema è quello caro al cantautore romano: la vita, privata e pubblica. Testi che come un balsamo arrivano al cuore ma che riescono an-che ad arrivare alla testa per l’immediatezza e la semplicità che hanno sempre certe frasi perfette, rotonde. In “Una somma di piccole cose” Fabi ci mette cuore, cervello e un momento creativo davvero luminoso. // Teresa Bellemo

SENHAL Parapendio

Dischi Mancini

Dietro l'esordio su lunga distanza dei Senhal c'è un gran bel lavoro, un'accurata ricerca sonora che supera di gran lunga le aspettative già alte che avevamo in partenza. Tutto ciò porterà sicuramente dei bei frutti, basterà solo saperli raccogliere dagli alberi giusti, che spesso sono proprio qui, vicino a noi. Tutto ha un proprio corso mai scontato o banale, come se i Senhal cercassero sempre un sentiero alternativo che si iner-pica fra suoni liquidi e languidi ed atmosfere che fatichiamo a non associare a band ampiamente mature. E ci si accorge di star planando nei cieli ampi di un basso pulsante, una chitarra di un pop raffinato ma deciso e una batteria che riempie perfetta-mente gli spazi circostanti mai vuoti, come accade in "Grande Schermo" o nella più sostenuta "Panoramica".// Alice Tiezzi

R.Y.F. Love Songs for Freaks

& Dead SoulsBrutture Moderne

Sei corde elettr iche, ugola e qualche sovraincisione di contorno: non si va oltre questi pochi ma decisivi elementi. È il minimalismo che trionfa, è l’es-senzialità che diventa sinonimo di bellezza. E poi Francesca ha una voce pazzesca, parte es-senziale del tutto, un elemento quasi destabilizzante. Che si insinua tra atmosfere dark, distorsioni acide, arpeggi agitati, accenni di origine noise, tra testi rabbiosi, affollati da mostri da

esorcizzare, piogge purificatrici, amore, amicizia, paure, alcool. // Giuseppe Catani

POLAR FOR THE MASSESFuori

Tirreno Dischi

"Fuori" allarga ancora di più i confini della musica battuta dal terzetto, rivelandosi un disco bello oltre ogni aspettativa. Perché, a differenza del prece-dente stavolta i tre tentano un approccio che fa delle sfumature la qualità principale. La bella sorpresa sono quegli episodi di un ipotetico nuovo corso, che abbraccia splendidamente so-norità acustiche e arrangiamenti in gran parte inediti per la cifra stilistica di questa formazione. Sia chiaro: non dimenticano di essere una band dallo spirito tipicamente punk'n'roll, per cui troverete ancora le canzoni con quello specifico piglio a soddisfare i palati più esigenti e i nostalgici amanti di certe sonorità // Faustiko Murizzi

JOHNNY DALBASSO IX

Beta Produzioni/Goodfellas

"IX" suona come Bob Log III che entra in casa dei Motorhead per sbaglio ed iniziano a jammare sbronzi. La brevità dei pezzi rende questo d isco leggero nonostante la dose perfetta di cattiveria che contiene. Que-sto disco è struggente, pieno di sangue e sgraziato il giusto, punk davvero tosto: la sintesi perfetta del mondo di Johnny Dal Basso, cinico e pieno di lucida spavalderia. // Carlo Tonelato

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LE DATE DI FURIOLOGY1 Giugno Music For Peace Genova

2 Giugno Summerfest Verona/Bure4 Giugno Parco Della Musica Padova

18 Giugno Festa Della Musica Treviso/Silea9 Luglio Festa D’estate Belluno/Lamon

19 Luglio Festa Di San Giacomo Venezia24 Luglio Jamrock Festival Vicenza

31 Agosto Home Festival Main Stage Treviso

INFO / BOOKING / CONTATTI:[email protected]

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LA PRIMA VOLTA

La prima volta che hai acqui-stato un discoMi pare fosse il demo di una band HC di queste parti, si chiamavano KalimotXo.

La prima volta che sei andato a un concertoAl Pluriuso di Banchette, vicino ad Ivrea. Era il 96 o il 97, avevo circa 15 anni e suonavano band HC e simili della zona, un gruppo di quelli che suonavano si chia-mava “Coffee”. Non ricordo altro.

La prima volta che hai suonato uno strumento / cantatoAvevo tipo 12 anni, ho costruito una chitarra con una scatola delle scarpe come cassa risonante, un righello da 50 cm attaccato alla scatola e un elastico delle cartelline come unica corda. poi ho costruito un rullante mettendo un po’ di viti, chiodi, pezzi di metallo dentro ad una scatola di biscotti danesi, quelle metalliche. Poi invece di usare il coperchio l’ho chiusa costruendo una pelle battente con scotch da pacchi marrone. suonavano bene! Ci ho giocato un po’ con mio fratello. Poi qualche anno dopo un amico mi ha prestato una chitarra

A cura di ALICE TIEZZI classica a cui aveva staccato i tasti. Un delirio.

La prima volta che sei salito su un palcoEra il '98, mi pare. A Strambino (TO), ad un festival punk hardco-re. Suonavo con una band che si chiamava “Jam and the Orgasm”

La prima volta che ti sei sentito davvero un musicistaRegistrando il primo disco dei Drink to me a Londra, nel 2006. Avevamo fumato un po’ e ad un certo punto mi è scattata la molla: “Siamo degli artisti, Pierre” dicevo al mio amico/compare di

gruppo. E intanto ridevo come un pazzo. Ci credevo e allo stesso tempo no. Era un gioco che mi faceva molto ridere.

La prima volta che hai pensato di mollare la musicaDi abbandonarlo come lavoro recentemente, ma non ho mai pensato di smettere di suonare.

La prima volta che hai sentito qualcuno cantare a memoria una tua canzoneNon ricordo quando, ma quando mi capita di vedere cantare qualcuno ai concerti vado spesso in paranoia e sbaglio il testo.

La prima vol ta che u n tuo concerto è andato maleUna volta ho suonato ad una festa al carnevale di Ivrea, tipo nel 2000, con un gruppo che si chiamava Melange, e abbiamo fatto una svuotella davvero importante. Comunque concerti di merda ne capitano ancora.

La prima volta che ti sei emo-zionato ascoltando un discoEro bambino. I Doors, il best of. Facevo dei viaggi incredibili. Ogni tanto leggevo Tex mentre ascoltavo quella raccolta, e per questo a lungo ho associato i Doors all’immaginario western.

RUBRICHE La Prima Volta

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 48

DI

Cosmo"La prima volta" è una nuova rubrica di Rockit in cui i musicisti e le band italiane ci raccontano come hanno mosso i primi passi nel mondo della musica, dai primi dischi e concerti alla prima volta su un vero palco.

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K A O U E N N

www.kaouenn.com [email protected]

Un gufo dal nome bretone, si esprime in elettronica con un’attitudine massimalista:echi blues, rigore new wave, ipnosi trip hop e sperimentalismo kraut. Una voce baritonale. Inquietudine e seduzione.

3 GIUGNOUSCITA DISCO

UFFICIALE

13 MAGGIODISPONIBILE SU

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RETROTERRARETROTERRARETROTERRAPiccola guida ai balli

e movimenti di Franco Battiato

Quante volte, ciondolando in cerca di sonno attraverso i meandri notturni dell’etere, vi siete imbattuti in un (nean-che tanto) improbabile Franco Battiato alle prese con passi di danza bizzarri per armonia e coordinazione? E quante vol-te, osservandolo incuriositi in alcuni suoi videoclip, vi sarete pure chiesti “Ma il Maestro ci è o ci fa?” - sì, insomma, “Ma il buon Franco è fottutamente se-rio o ci sta prendendo accade-micamente per il culo?”. È nota ai più la passione smi-surata dell’artista catanese per le Danze Sacre di Gurdjieff, ma per i tanti che non hanno dimestichezza con l’impegna-tivo argomento come riuscire a quantificare, in quella sua matassa di gesti indecifrabili, la percentuale riservata alla sacralità e quella riservata al salutare cazzeggio? Bene, per schiarirci le idee ab-biamo chiesto un illuminante

parere a Riccardo Orlando, esperto danzatore di Danze Sa-cre e assistente dell’insegnante Shurta presso i gruppi di Movi-menti e Danze Sacre di Gurdjieff in Italia, che ci ha spiegato, senza dilungarsi in tecnicismi, il significato di queste danze partendo proprio dall’insegna-mento del loro illustre creato-re, il filosofo armeno Georges Ivanovič Gurdjieff, per meglio aiutarci a decodificare il senso recondito delle solo apparente-mente impacciate coreografie battiatiane.Gurdjieff è un mistico del se-colo scorso che propose all’oc-cidente (furono presentate al grande pubblico per la prima volta nel 1923 a Parigi e più tar-di, nel 1924, negli Stati Uniti) queste misteriose ed antiche danze orientali che venivano tramandate solo da maestro a discepolo derivanti da una sin-tesi di esercizi di base, movi-menti provenienti dai Dervisci

e dai Sufi, preghiere e cerimo-nie iniziatiche, come in una sorta di rappresentazione delle leggi universali che regolano i nostri destini. Le Danze e i Mo-vimenti aiutano ad acquistare maggior consapevolezza della mente, del corpo e delle emo-zioni, liberandoci da quegli automatismi inconsapevoli che ci intralciano nel nostro vis-suto quotidiano. Questa disci-plina permette di riconoscere attraverso i movimenti la pro-pria meccanicità, sia fisica che mentale ed emotiva, in modo da poterci liberare a qualità più essenziali della natura umana, quindi trascendere quello sta-to di “sonno” apparente che ci condiziona la vita.La musica (composta dal-lo stesso Gurdjieff con l’aiuto del musicista russo Thomas de Hartmann) è importante in questo lavoro, perché si pone in relazione col significato profondo dei movimenti e so-

RUBRICHE Retroterra

a cura di ANTONIO BELMONTE

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stiene il danzatore nel ritmo e nell’espressione delle danze. Tralasciando le comunque im-prescindibili informazioni bio-grafiche del caso – facilmente reperibili sul web – e sorvo-lando sul nutrito elenco di per-sonaggi illustri della cultura letteralmente folgorati dal suo ascendente (dalla poetessa Ka-therine Mansfield al regista Pe-ter Brook, passando dalla cre-atrice di Mary Poppins Pamela Lyndon Travers e dal pianista Keith Jarrett) ciò che mi preme sottolineare è, dunque, che il Maestro spirituale Gurdjieff ci

ha lasciato le danze e i movi-menti come tecnica di ‘cono-scenza di sé’. Non è possibile per me – e neanche lo voglio – dare una spiegazione esaustiva o una effimera traduzione ai Movimenti di Gurdjieff; sareb-be come interpretare ridutti-vamente in modo soggettivo un testo sacro. Battiato, con grande maestria e senso della misura, riesce a ironizzare nei suoi video attraverso piccole dimostrazioni di danze che, pur ricordando solo da lonta-no quelle originali, riescono comunque già a trasmetterci

una parvenza di ciò che sono. Alcuni suoi celebri video, più di altri, rimangono in tal senso esemplificativi: “Voglio vederti danzare” o “Centro di gravità permanente” non svelano gli arcani messaggi ben mimetiz-zati all’interno dei quei passi di danza – così poco adatti a bucare lo schermo quanto af-fascinanti nella loro incom-prensibilità – quanto piuttosto rimarcano, da una più curiosa angolatura, l’indiscussa cen-tralità di Battiato come intel-lettuale ancor prima che come musicista.

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STORIE

IL PIÙ GRANDE MUSEO DEL PUNK AL MONDO È A VENEZIA,

E NOI LO ABBIAMO VISITATO

Dischi. A decine di miglia-ia, certamente oltre 75.000. E poi poster e manifesti per oltre 9000 pezzi, flyer, ma-gliette, oltre 10.000 fanzine e giornali (incluse tutte le 1020 inglesi esistenti fra ’75 e ’79), centinaia di fotografie e volumi. Tutto catalogato con cura e precisione, colle-zionato in oltre quarant’anni che raccontano “tutti i germi del punk, il suo fil rouge da-gli anni Sessanta fino a qui, le sue diramazioni successive”.Questo è il più grande museo del punk del mondo, la più grande collezione esistente sulla faccia della terra. Sopra la porta del corridoio splende dorato il leone di San Mar-co, guardia silenziosa dello straordinario patrimonio conservato qui, in questo ap-partamento di Venezia che custodisce anche articoli ra-rissimi e pezzi unici. “Questo che vedi qui è il po-ster realizzato a mano per il primo concerto dei Joy Divi-sion. Lo dipinse una studen-tessa di Belle Arti, come vedi riciclando un largo foglio di

carta su cui aveva disegnato lo schizzo di un paesaggio. Naturalmente è un pezzo unico”. E poi master tape e l’artwork originale della co-pertina di “Rocket to Russia” dei Ramones con il logo di Arturo Vega, l’intera colle-zione di magliette del ’76 di Vivienne Westwood e aceta-ti, rarissime matrici di dischi che nei casi qui presenti non furono mai pubblicati in se-guito e possono quindi essere ascoltati unicamente attra-verso questi supporti sonori: "Un amico collezionista l’ha chiarito esplicitamente: se

mettessimo insieme tutte le collezioni di cimeli punk del mondo, non arriveremmo a un materiale ampio quanto quello presente qui. Siamo stati fortunati perché nel corso degli anni abbiamo acquisito anche archivi in-teri. Molti musicisti che te-nevano tutto o di cui teneva tutto la madre hanno ven-duto l’archivio completo e noi l’abbiamo preso, il che ci ha facilitato molto perché ha chiuso dei capitoli in modo immediato. Ma ti assicuro che è stata una follia.” Que-sta è una collezione privata,

testo e foto a cura di GIULIA CALLINO

ROCKIT mag 54 MI AMI 2016 - 52

Page 53: Rockit Magazine MI AMI 2016

accessibile previa richiesta ai gestori del museo e che richiama soprattutto mu-sicisti e collezionisti. Oggi, l’ampliamento della rac-colta continua attraverso le grandi aste (Sotheby’s e Christie’s fra le prime), ma la collezione è nata ormai qualche decennio fa, fra club londinesi raggiunti da Vene-zia dopo venticinque ore di treno e mercatini, frequen-tando chi le pagine del punk le ha scritte e chi ad esse ha contribuito. “Devi pensare che a metà del '76 il punk è una cosa che non esiste e che a metà del '77 tutto il mondo ne parla. Migliaia di articoli su tutti i giornali del mondo, e noi li abbiamo tutti. Mi è arrivato l’altro giorno Eva Express con un articolo sugli Incesti, unico articolo che sia mai stato pubblicato su

questo gruppo punk italia-no”. È lo stesso direttore ad invitare a un chiarimento su cosa si intenda con la parola punk: "Essenzialmente, la risposta a una domanda: chi sono io. È solamente questo. Chi sono io. Per capire chi sono io essenzialmente devo capire cosa mi piace e cosa non mi piace. Nel momento in cui ho capito cosa mi pia-ce e cosa non mi piace ho già degli elementi per capire me stesso. Perché tutte le cose che non mi piacciono mes-se insieme hanno un mini-mo comune denominatore, nel momento in cui riesco a coglierlo capisco quello che detesto. La stessa cosa vale per quelle che mi piacciono,

hanno tutti un comune de-nominatore e una volta che l'ho estratto capisco quello che adoro. E allora sono es-senzialmente questo e sono essenzialmente il contrario di questo. E nel momento in cui ho capito questo, ho risolto il problema essen-ziale della vita, e cioè: non devo copiare nessuno. Posso permettermi di dire e fare quello che mi pare. Il primo singolo dei Pistols, facciata B, è “I wanna be me". La ri-cerca di te stesso. E quindi il punk è questo e questo è essenzialmente il suo valore: come tutte le avanguardie storiche, cercava di espri-mere qualcosa che nessuno aveva espresso prima"

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6 DISCHI ITALIANIPRODOTTI BENE

Luigi Tencos/t

Vole n do p a r t i re dal passato, non

ho potuto non pensare a Tenco e alle meravigliose canzoni che ci ha regalato. Parlare di pro-duzione in questo caso è anche riduttivo, voglio dire, abbiamo le orchestre sognanti, abbiamo le chitarre classiche spacca cuore, abbiamo canzoni meravigliose, cosa si può desiderare di più da un disco? Lucio Battisti

Anima Latina

Battisti è in ognuno di noi! Sempre!

Questo disco è considerato (non a torto) il suo capolavoro. Sicu-ramente un lavoro ambizioso e complesso. Tutti conoscono Lucio, ma quanti effettivamente capiscono che è stato uno dei cantautori più in-fluenti e innovativi della musica italiana? Quest’album è un lavoro di rottura rispetto al passato e marca un originale tentativo di fusione con sonorità e ritmi latini. Stranamente nessuno dei brani di questo disco è riuscito a radicarsi nella memoria del grande pubblico italiano, ma resta per quanto mi riguarda il suo capolavoro.

Piero UmilianiTo-day’s sound

Parliamo adesso di Piero Um i l ia n i o

anche detto Mr Mah Na Mah Na (famosissimo pezzo che conoscono anche i muri) per me il genio della musica italiana. Stiamo parlando di un grandissimo sperimentatore che dagli anni 50 fino alla fine degli anni 70 ha portato l’Italia in alto nel cielo. Anche qui dif-ficilissimo scegliere qualcosa di rappresentativo viste le meraviglie sonore create dal grande maestro. “To-Day’s Sound” è però un disco veramente eccezionale sopratutto per la contemporaneità dei suoni e degli arrangiamenti. Se ascoltate la traccia “Lady Magnolia” noterete come i primi Air di “Moon Safari” hanno proprio copiato di brutto.

Jennifer GentleValende

I Jennifer Gentle sono una grandis-

sima band italiana uscita tra le altre con la famosissima etichetta SubPop.Marco Fasolo è sicuramente un grande produttore e un grande ricercatore di suoni. Questo disco è bellissimo, punto. Pezzo tormentone “I Do Dream You”.

Ornella VanoniLa voglia La Pazzia L’incoscienza L’allegria

Ornella Vanoni sì, avete letto bene.Scelta strana in effetti, ma que-sto disco merita veramente di essere citato.L’album è una rivisitazione di diverse musiche brasiliane e infatti troviamo insieme a lei un dolcissimo Vinicius De Moraes ed il chitarrista Toquinho.Album dove lo stile italiano si fonde alla perfezione con il Brasile creando questo puro gioiellino di musica leggera. Ascoltate la traccia numero 6 “La voglia la pazzia” e stupitevi.

Calibro 35Traditori Di Tutti

Gra nd i cita zion i dai maestri elencati

finora, ma fatte a dovere con tanto gusto e tanto stile. Produzioni sempre impeccabili grazie alle sapienti orecchie di Tommaso Colliva. Quest’album è il primo ad avere solo composizioni originali e suona cazzutissimo.

RUBRICHE 6 dischi italiani prodotti bene

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SECONDO Matilde Davoli

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COME SOPRAVVIVERE ADUN CONCERTO SE SIETE BASSI

STORIE

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È un cliché, un assioma degno della legge di Murphy: “La probabilità che a un concerto ci si piazzi davanti una persona altissima è pro-porzionale al nostro interesse per il concerto stesso.”Sempre la stessa storia: ti presenti al locale in anticipo e 5 minuti prima dell’inizio arriva lui: quello alto in modo assurdo che ha individuato come te il punto strategico per godersi lo spet-tacolo, solo 20 centimetri più in alto.Non è questione di essere nani, è evidente che questi soggetti hanno giustamente voglia di godersi il concerto come noi. Ma dall’esperien-za che abbiamo maturato, abbiamo capito che sono divisi in due macro categorie: i compiaciu-ti e i trasparenti.I primi sanno perfettamente di essere alti e hanno intenzione di sfruttare le loro dimen-sioni soprattutto in occasioni come queste: vedono la band sul pal-co (batterista incluso), re-spirano aria pulita anche se schiacciati nella calca, e riescono a trovare subito il percorso più veloce per uscire o individuare il ba-gno. Quindi problemi tuoi se sei basso: se la teoria di Darwin fosse applicata ai concerti, lui sopravvive-rebbe e tu ti saresti estin-to anni fa.I trasparenti, invece, fanno parte di quella ca-tegoria di persone che

sono alte ma non se ne rendono conto. Non percepiscono il tuo disagio nell’arrivare a ma-lapena all’altezza del loro ombelico. Un prover-bio indiano diceva: “Se davanti a te vedi tutto grigio è ora di spostare l’elefante”. Il concetto è lo stesso, ma le persone alte ai concerti sono spesso più irremovibili di un pachiderma.Siamo d’accordo sul fatto che in eventi, festival e concerti vige la regola del "chi primo arriva meglio alloggia” ma nel rispetto di ciò, non sa-rebbe male pensare a delle soluzioni per far sì che tutti riescano a godersi due ore di musica in santa pace. Dopotutto siamo lì per lo stesso scopo, no? Una soluzione sarebbe quella di creare un’area riservata per le persone più alte di 1.70. È vero, si dividerebbero coppie e gruppi di amici, ma d'altronde se ne creerebbero di nuovi.Oppure, qualche volenteroso/a potrebbe svi-luppare un'app che mappi l'area per campo

visivo, così da sapere esattamente dove c'è più probabilità di vedere bene il palco senza

barriere umane. Un'ulteriore strada sarebbe quella di invitare i locali a costruire le sale con il pavimento in discesa, così che tutti possano godersi lo spettacolo per il quale hanno pagato il biglietto. E a proposito di biglietto, ecco l'ul-tima alternativa, quella più democratica e più semplice di tutte: visto che le persone basse non riescono ad usufruire dello spettacolo come gli altri, è giusto che paghino di meno.In attesa che si realizzi una di queste utopie, contiamo sul vostro buonsenso: se una persona bassa vi chiede di spostarvi o farla passa-re, siate gentili e accontentatela.

testo a cura di JOLE LOMBARDINI e ERICA CICCIARELLA, illustrazione di MOMUSSO

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PASSAGGISONORI

e apersonali, V. c’è sembrato il luogo ideale dove trovare rifugio dalla vita “cittadina”, spesso rumorosa e stressante. Si può suonare a qualunque orario senza disturbare nessuno, l’aria è fresca, pulita e inebriante, da ora di cena fino al canto del gallo del mattino seguente cade un silenzio puro e rigenerante. In sala da pranzo (ovvero la sala di ripresa) c’è una vetrata enorme che domina su tutta la vallata. A pochi minuti ci sono

«Vaggimal, Lessinia»Per quanto siamo nati tutti più o meno in città il “luogo dell’anima” dei C+C è assolutamente il micropaesino di Vaggimal, in Lessinia, la zona montuosa sopra Verona. 732 m.s.l.m. 114 abitanti, più o meno variabili. In mezzo a queste poche decine di case abbiamo passato veramente tanto tanto tempo, sin da quando eravamo ragazzini e venivamo su per i primi weekend senza “adulti” nella casa dei nonni di Pippo (bassista C+C), che gentilmente ce la concedevano. Dalle grigliate tra amici fino allo studio di registrazione il passo è stato lungo e graduale, quasi impossibile accorgersene. Come anche la band… C’abbiamo messo un po’ a formalizzare la cosa. Dopo qualche sparuta e insoddisfacente esperienza tra studi di registrazione “standard”, spesso situati in zone industriali cementose

due delle migliori pizzerie di Verona e provincia, “Da Icio” e “La Lumière”. Ebbene sì… la migliore pizza veronese (intendendo ovviamente pizza locale e non in stile napoletano) si fa su in Lessinia. E quando non vogliamo andare nella prestigiosa gastronomia Benedetti (il paradiso dei salumi e formaggi, sempre a 5 minuti da V.) bussiamo alla porta della casa accanto alla nostra dove l’anzianissima vicina produce eccellenti

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testo di C+C=MAXIGROSSWWW.ROCKIT.IT/CPIUCMASSAGROSS

foto di ANA BLAGOJEVIC

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hanno ispirato, coccolato e spaventato in tutti questi anni di costante friccheggio. Ci è sempre sembrato il luogo ideale per creare una nostra versione di quel folk fatato e psichedelico che ascoltavamo da ragazzini. Dopo anni di immersione lessinica a fine dell’estate scorsa, ad agosto 2015, per svariate circostanze non dipendenti da noi abbiamo dovuto lasciare quella casa e quel paesino. Abbiamo interpretato serenamente questo trasloco forzato come un segnale della fine di un simbolico ciclo e di un periodo intensissimo della nostra vita che abbiamo passato immersi tra verdi distese d’erba, camini fumosi e case di pietra, amici giunti anche solo per dire ciao e girare il mestolo del risotto, band venute da tutta Italia a registrare un disco proprio lì perché ricercavano quel suono legnoso in cui

sopresse e formaggio monte casalingo. V. come tutta la Lessinia, sembra un mondo in cui il tempo si è fermato, nel bene e nel male. Qua i montanari se ne fregano assolutamente del turismo, e difatti questo settore è praticamente inesistente. Non è una terra di passaggio, ci vengono solo local e veronesi a parte qualche rarissimo e curioso tedesco venuto in zona per il Lago di Garda. Eppure queste cime e queste vallate meriterebbero molto di più. I prodotti tipici sono rustici ma eccellenti, dalla sopressa agliosa al formaggio Monte Veronese, con le sue diversissime stagionature. I vini sono intensi e giustamente celebri nel mondo, come l’Amarone della Valpolicella (ovvero la valle che dalla pianura si prolunga fin su alla Lessinia). Ci sono poi meraviglie naturalistiche uniche che sfociano in assurde architetture naturali, come il Ponte di Veja, un enorme ponte di pietra scavato nelle terra dai millenni, o la Spluga della Preta, ovvero una grotta profonda 900 mt. Per non citare le numerose sagre paesane e le particolarissime celebrazioni come la Festa del Fuoco di Giazza, che è anche il paese simbolo della cultura cimbra, popolazione germanica che si stabilì su questi monti nel medioevo. Tutti questi elementi naturali e spirituali, queste storie misteriose e antichissime (naturalmente esistono favole inquietanti e magiche come quelle sugli spiriti del bosco, chiamate Le Fade) ci

rientravano gli scoppiettii del camino, un los angelino che ha passato un mese quassù con noi a jammare e che ora vive a Verona (ciao Miles Cooper Seaton) e un norvegese (ciao Martin Hagfors) che ha registrato un ep di sue canzoni qua con noi che poi son state ascoltate dai suoi amici (tipo Jaga Jazzist e Motorpsycho)... Ancora non ci crediamo che siano successe tutte queste avventure e tutta questa musica in un posto del genere. Ora che siamo già diretti verso nuovi luoghi e nuove esperienze il legame con la Lessinia rimane inscindibile e indelebile, sia dal punto spirituale che pratico, dato che organizziamo in queste terre un festival giunto alla terza edizione (il Lessinia Psych) e la freschezza di quell’aria è sempre nei nostri polmoni come se fossimo lì.

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A MA PIACEVAKEN SHIRO

"Ma come, è il tuo compleanno e sei qui tutta sola?"Ancora con questa storia...Un sorriso mi invade, un po' per edu-cazione, un po' per l'imbarazzo.Ordinano un panino e lo dividono a metà. Gli occhi e le mani pieni di vitavissuta.Andare allo stesso bar da una vita e chiedere lo stesso panino da una vita.Lo prendo anch'io."Ma non c'è il tuo fidanzato con te?"Il tassista mi scruta da capo a piedi con aria maliziosa."Vuoi venire qui davanti?"No grazie, preferisco stare sola. Rip-ensare a quei due vecchietti e il loro panino.Sono cresciuta in una famiglia sgang-herata, dove conveniva negare la veritàpiuttosto che riconoscerla, eppure i miei genitori sono rimasti uniti fino alla fine, quella vera.Da un lato una cosa meravigliosa, dall'altro impossibile da replicare ecomunque marchiata da solchi incol-mabili, nascosti, seppelliti.I film Disney sono stati la rovina della mia generazione. Cresci col il lieto fine,i principi azzurri e i padri benevoli.A me invece piaceva Ken Shiro, dove regnava la violenza e gli addii eranoall'ordine del giorno.

I giapponesi ai tempi producevano cartoni animati pesantissimi, st-razianti, dove i temi della morte e dell'abbandono erano la norma.Eppure in tutta quella disgrazia ve-devo una grandissima forza; lasciare andare l'altro era un gesto nobile e purissimo, sacrificio e sofferenza per un fine altissimo.Sono qui, in mezzo all'oceano e ripen-so a mia nonna, la donna più forte dellafamiglia, il suo collante.Sono in mezzo all'oceano... Se l'oceano sei tuuuu...no aspetta rimani con-centrata.Sono in mezzo all'oceano, al centro delle mappe. Un puntino microscopi-co, difficile da trovare ma sono proprio qui.Sto scalando la montagna più alta dell'isola scegliendo il sentiero più tortuoso. Ogni respiro ben calibrato per lo sforzo. Mi giro e vedo la spiaggia diventare sempre più piccola, il vento alzarsi più forte, il magone divorarmi la gola fino a ritrovarmi a cantare.Canto più forte. Piango ancora più forte.E penso, ecco, io l'amore lo immagino un po' così.Arrivo in cima, è il giorno del mio compleanno e sono sola in mezzo all'oceano.

di SYLVIA

LA POSTA DEL CUORE ; LEI+LUI

PD

C

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STORIA D’AMORE OMOSESSUALE

Vagavo per i campi del trentino orientale, cer-cavo sesso mercenario, lo cercavo tra i rovi del delta del Po.Non trovai niente, solo il madido puntone di Abele, rosso e spaurito, marcio dall’interno, carnale nella sua durezza più pallida, fascista nel suo incutere religiosissima miseria.Era l’estate del 2045, della guerra rimane-vano i detriti nelle mutande, la polvere sulle ginocchia slabbrate, la voglia di trombare chiunque.Mi chiamavano il Sebo, ero un carabiniere del sesso.Il mio mestiere consisteva concretamente nell’annusare le punte genitali presso il cam-po di intrattenimento cibernetico del Brenne-ro. Uno dopo l’altro, come greggi di pecore nere, i profughi, ricchi borghesi malfidati, sguainavano le loro protesi in un contesto di gioia e infantilismo mentale. Io lavoravo sodo, avvicinando il mio naso ai prepuzi dei robot.In cielo volava la polizia stradale con mezzi di fortuna, asini e banane di plastica erano i ve-icoli preferiti dai colleghi della centrale. Tal-volta gli asini meccanici si lasciavano andare, ed io mi ritrovavo defecato in testa, senza più possibilità di proferir verbo.Pecunia olet. Avevo bisogno di danaro liquido per aumentare le dimensioni dei miei peni. Ne avevo 10, ogni pene era come una figlia per me.Fu in questo contesto che conobbi Marrakech. Un giovine alto e malato di HIV, semi anal-fabeta.Egli vagava prostrandosi al cospetto del gov-ernatore tirolese Martin Mac Cani. Tra le schiere di profughi lo vidi piangere, mi av-vicinai e gli chiesi se avesse mai desiderato il mio pacco in vita sua. Mi disse che stava pi-angendo perché l’impianto d’irrigazione del

suo porco era guasto. Chiamai un meccanico, si chiamava Aldo Marrone.Con quattro arnesi in croce gli raddrizzò gli occhi e il bastardo smise di piagnucolare. Fu in quell’istante che mi innamorai più che di lui, del suo pisello. Scese la sega e lo portai in discoteca. Entrando i dj mi impression-arono perché battevano come puttane. La musica era talmente alta che Marrakech in-iziò a vomitare, arrivarono i cani buttafuori e dovetti spiegare loro che il mio amore stava male, era appena stato operato al cervello e il suo lobo destro malfunzionava al contatto con la musica di discoteche come quella.Presi l’aeroplano e ce ne andammo a New Yok, una provincia dello Yucathan malese. Fu li che iniziammo a conoscerci meglio, il mio partner era un osso duro, aveva 17 cazzi nell’armadio.Marrakech stava morendo, l’HIV lo stava ren-dendo sempre più scemo. Rideva a crepapelle per qualsiasi cosa. Era un buon padre.Certo, era mio padre, solo dopo aver rubato il suo documento di viaggio mi resi conto della parentela che ci legava.Chiesi alle autorità locali se in quello stato del mondo avrei potuto aver sesso con lui legal-mente. Mi dissero che amare il proprio geni-tore aiutandolo nel percorso di morte rega-landogli merce sessuale e un pò di spirito era assolutamente consono alle tradizioni locali, non solo, se mi fossi preso cura di lui anche dopo morto me ne sarebbero stati grati, poi-chè non avrebbero avuto modo di bruciare il suo corpo.Con vergogna assunsi le redini del progetto e feci costruire un forno crematorio di di-mensioni monumentali. Mi alzavo di notte sognando strutture di ferro e fuoco, merde, falene, caimano, midollo osse, paco e Braido.

LA POSTA DEL CUORE ; LUI+LUI

di POP X

PD

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VADO FUORI

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Ciao Estate Ciao Amore Ciao Giovinezza CiaoGoodbye Lenin Goodbye Diego che parti per l'Australia Goodbye voi che avete tutte le risposte ‘giuste’ e che ‘sapete come si fa’ Goodbye In questo chi viene e chi va restiamo noi che non sappiamo come si fa, ma sempre ce lo inventiamo trallallà. La solita distanza che c’è tra il dire e il fare, ovvero rimboccati le maniche carico come una molla che bisogna cominciare. Per esempio. L’altro giorno ero invitato a un “tavolo di discussione” (!) in cui la moderatrice continuava a ripetere parole come “educare il pubblico” , “funzione sociale del teatro” e altre amenità del genere, ve lo giuro, come se fossimo nel 1976 e non nel 2016, io sorridevo molto cortese molto distante e speravo non si sentisse anche fuori quello che intanto rinbombava a tutto volume nel mio cervello, ovvero “se la gente non viene ai concerti, se i cd non li vuole pagare, non è che l’Italia è un Paese di merda, siete voi che fate cagare”. Non sarebbe stato carino e la verità fa sempre male lo sai. Poi per fortuna, un attimo prima di deprimermi, ho pensato a WONDER-LAAAND, cioè a quella sorpresa che vi stiamo preparando e che da qualche parte lì in mezzo al boschetto della mia e della tua fantasia sarà e succederà, come dire: mangia il funghetto magico et Voilà. WONDERLAAAND. Tutti a vagabondare nel magico mondo. Tutti nudi o con i vestiti belli e strambi, ognuno decida per sè, di certo gli oc-chi aperti e tutti i sensi accesi e vai di #feelfree all’ennesima potenza. È 2 anni che mi gira in testa questo WONDERLAAAND, che quando lo spiego dico “ma sì, ci mettiamo dentro tutte le idee matte che ci vengono, tutte tutte tutte, chi cazzo se ne frega del giusto e dello sbagliato di quello che va di moda di quello che è passato di cio che è sfigato delle definizioni e anche chi se ne frega di questi ragionamenti, facciamo il festival che nemmeno da bambini avremmo sognato possibile, sospensione del vero, batman, il fuoco, buttafuori vestiti da maialini rosa e poi lo stupore la magia la meraviglia…” e poi di solito mi fermo e sto a guardare gli occhi che brillano dell’interlocutore e resto in ascolto delle sue - di idee matte. Ne vengono sempre fuori di belle e inaspettate, ve lo garantisco. Altro che le pippe, l’Entusiasmo. E così via fantasticando (e quindi progettando e

quindi costruendo) arriveremo belli carichi il 3 settembre. Che anche a dar retta alla cabala è una data niente male (3/09/2016 = 3+9+2+1+6=21=2+1=3, che il “3” sia un numero ‘pesante’ lo sa pure il vostro professore stupido di religione delle medie). Quindi Evviva Le stelle sono dalla nostra, aiutati che il ciel ti aiuta, divertirsi è giusto e questi sono pur sempre i nostri giorni migliori:WONDERLAAAND perché volevamo un rito, un appuntamento da fissare sul calendario sconnesso che sono diventate le nostre vite iper-connesse. Un Nuovo Capodanno, una lunga notte per ritrovarci tutti insieme e dire Goodbye a questa estate che si preannuncia furiosa, “prima che il vento ci porti via tutto e che settembre ci porti in dono una strana felicità”- come canta mio cugino. Volevamo il nostro Burning Man, senza dover andare nel deserto del Nevada, perché quando ci credi davvero e hai l’Energia e la Fantasia anche un fiammifero che brucia è un incendio. Perché è sempre la stessa solfa: “c'è chi ha l'energia e chi la porta via”- come canta invece un mio zio che vive sull’Appennino. E Noi l’Energia ce l’abbiamo, madonna se ce l'abbiamo l'Energia. A WONDERLAAAND ci sarà tanta di quell'Energia da illuminare a giorno ogni dubbio o perplessità (altro che “vi dico io come si fa” o la “funzione sociale del teatro”) 3 settembre! 3 settembre! 3 settembre! Chiamate i vigili del fuoco, chiamate gli esorcisti, chiamate i presi bene di tutta la terra, chiamate chi volete, più siamo e più sarà woooowww. Vedrai che bello sarà dire Goodbye all'estate così, con uno sticazzi che lampeggia gigante nel cielo. “Winter is coming” questo paio di coglioni, che tanto l'inverno del nostro scon-tento non arriva mai per davvero se continuiamo a coltivare e cercare-appunto- la Meraviglia.Ma ok ok ok mi sono fatto come al solito prendere dall’entusiasmo. Adesso non pensarci, adesso sei al MI AMI, adesso è il momento di sussurrare #silovoglio ai tuoi desideri, senza perderne nes-suno, altrochè. Non distrarti, stai concentrato.Ci rivediamo allora il 3 settembre, mi sembra chiaro, sempre qui tra questi alberi del Magnolia, ma vedrai che sarà come essere Altrove. Fuori da tempo e storia. Via dall'eternità. Con un sorrisone stampato in faccia grosso così. Tutti felicioni a cercare la Meraviglia. E i più fortunati a trovarla.

AAA CERCASI MERAVIGLIA* * * VAGABONDO NEL MAGICO MONDO * * *

di STEFANO FIZ BOTTURA

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WõNDERLaaÃND

* vagabondo nel magico mondo *

CIRCOLO MAGNOLIA

wonderlaaand =

aaa cercasi meraviglia =

burning man + fringe festival

+ ???

prima edizione

3.09.16

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CD / LP / DIGITAL

WWW.LATEMPESTA.ORG