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Valutazione Ambientale Strategica
Piano di Governo del Territorio
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Settembre 2009
A cura di:
GEA s.n.c. Via Tezze 1/a, 24020 – RANICA (BG)
Tel. e Fax 035.340112
con la collaborazione di:
_Studio_Architettura_Paesaggio_ Via Piave 1, 24040 – BONATE SOPRA (BG)
Tel. 035.992674 Fax 035.995421
Piano di Governo del Territorio redatto da:
STUDIO DI ARCHITETTURA
ARCHITETTO MARIO CORTINOVIS - ARCHITETTO MARCO LAMERI
CON ARCHITETTO DARIO FRIGOLI
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COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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INDICE
PARTE PRIMA ............................................................................................................................ 5
1. PREMESSA ...................................................................................................................... 5
2. INTRODUZIONE ............................................................................................................... 7
3. ORIGINI, PRINCIPI E CARATTERISTICHE DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE
STRATEGICA........................................................................................................................ 10
3.1 LE ORIGINI DELLA VAS .......................................................................................... 10
3.2 CARATTERISTICHE SPECIFICHE DELLA VAS .......................................................... 15
3.3 LE NOZIONI DI AMBIENTE, COMPATIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ NELLA VAS ........... 18
4. LA VAS NEL PERCORSO DI PIANIFICAZIONE .............................................................. 24
5. LA VAS NEL CONTESTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO ............................................. 29
5.1 LEGISLAZIONE COMUNITARIA .............................................................................. 29
5.1.1 . La Direttiva Europea 2001/42/CE .............................................................. 29
5.2 LEGISLAZIONE NAZIONALE ................................................................................... 34
5.2.1 . Il Decreto legislativo n. 152/2006 e il Decreto legislativo n. 4/2008 ....... 34
5.3 LEGISLAZIONE REGIONALE ................................................................................... 37
5.3.1 . La legge regionale n. 12/2005 per il governo del territorio e i criteri
attuativi ....................................................................................................................... 37
PARTE SECONDA ................................................................................................................... 47
6. ANALISI E VALUTAZIONE ............................................................................................. 47
6.1 INDIVIDUAZIONE DEL QUADRO PROGRAMMATICO DI RIFERIMENTO ............... 50
6.1.1 . Il Piano Territoriale Regionale della Lombardia (PTR) ............................. 51
6.1.2 . Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Bergamo (PTCP) . 53
6.1.2.1.1 . Il Piano di Azione Ambientale della Provincia di Bergamo
(PdAA) 57
6.1.3 . Il Piano Regolatore Generale e l‟Atto di Indirizzo del PGT ..................... 63
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6.2 QUADRO CONOSCITIVO E ANALISI DELLO STATO DELL’AMBIENTE RIFERITA
AL TERRITORIO DI PALADINA .......................................................................................... 92
6.2.1 . Il territorio ..................................................................................................... 92
6.2.2 . Suolo e sottosuolo ....................................................................................... 94
6.2.3 . Acqua ........................................................................................................ 103
6.2.4 . Aria ............................................................................................................. 113
6.2.5 . Flora e Fauna ............................................................................................ 117
6.2.6 . Paesaggio naturale .................................................................................. 122
6.2.7 . Mobilità e traffico ..................................................................................... 123
6.2.8 . Rifiuti ........................................................................................................... 132
6.2.9 . Rumore ...................................................................................................... 139
6.2.10 . Campi elettromagnetici ....................................................................... 142
6.2.11 . Il sistema economico e gli ambiti urbani ............................................ 148
6.2.12 . Sintesi del quadro conoscitivo ............................................................. 156
6.3 INDIVIDUAZIONE DEI CRITERI DI SOSTENIBILITÀ E COMPATIBILITÀ
AMBIENTALE .................................................................................................................. 161
6.4 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL DdP ................. 174
6.5 DEFINIZIONE DELLE AZIONI E DELLE POSSIBILI ALTERNATIVE............................. 181
6.6 DESCRIZIONE E VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI DERIVANTI
DALL’ATTUAZIONE DELLE AZIONI DI PIANO: VALUTAZIONE DI COERENZA ESTERNA
ED INTERNA ................................................................................................................... 183
6.6.1 La coerenza esterna con i criteri di compatibilità ambientale ............. 183
6.6.2 . La coerenza esterna con i piani di coordinamento sovralocali (PTR e
PTCP) 191
6.6.3 . La coerenza interna ................................................................................. 195
6.7 APPROFONDIMENTO DELLE CRITICITÀ E PROPOSTE DI
MITIGAZIONE/COMPENSAZIONE ................................................................................. 197
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6.8 INDIVIDUAZIONE DI UN SET DI INDICATORI E STRUTTURAZIONE DEL
PROGRAMMA DI MONITORAGGIO ............................................................................. 202
6.8.1 . Individuazione di un “core set” preliminare di indicatori ..................... 206
7. CONCLUSIONI ........................................................................................................... 208
8. SITOGRAFIA ............................................................................................................... 209
ALLEGATO: Core Set di Indicatori e Tavole d’Analisi
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PARTE PRIMA
1. PREMESSA
Nell‟ambito delle attività che stanno portando l‟Amministrazione comunale di
Paladina alla predisposizione del Piano di Governo del Territorio (PGT) ai sensi della
legge regionale n. 12/2005, con atto di Giunta Comunale n. 93 del 15 ottobre 2008
si è deliberato I‟avvio del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica
(VAS) del Documento di Piano (DdP), atto del Piano di Governo del Territorio (PGT)
soggetto a VAS ai sensi dell‟art. 4 della suddetta L.r. n. 12/05.
Coerentemente a quanto previsto dalla procedura regionale (riassunta nelle
pagine che seguono), la suddetta documentazione è stata immediatamente
sottoposta a consultazione pubblica.
La VAS consiste in un processo di giudizio strategico degli effetti ambientali
prodotti dal Piano, ed è finalizzata ad assicurare che le considerazioni di carattere
ambientale siano integrate nel processo decisionale fin dall‟inizio, orientandole
verso criteri di sostenibilità. Pertanto la VAS “permea” il Piano e ne diventa
elemento costruttivo, valutativo, gestionale e di monitoraggio.
Il presente documento costituisce il Rapporto Ambientale relativo al percorso di
valutazione ambientale strategica del Documento di Piano del PGT del Comune
di Paladina.
Il documento, per facilità di lettura, è stato articolato in due parti:
PARTE PRIMA – è sviluppata una panoramica informativa sui principi della
VAS, sul rapporto tra VAS e pianificazione e sulla normativa di riferimento.
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PARTE SECONDA – viene documentato il percorso di analisi e valutazione del
Documento di Piano per la determinazione degli impatti delle azioni di piano
e i relativi suggerimenti di mitigazione e compensazione; sono fornite altresì le
prime considerazioni funzionali allo sviluppo di un sistema di indicatori e di un
programma di monitoraggio.
Accompagna il presente documento anche il fascicolo allegato Core Set di
Indicatori e Tavole d’Analisi, così come costituisce allegato al presente Rapporto
Ambientale anche la relativa Sintesi non Tecnica, che restituisce una
ricapitolazione sintetica dei principali riferimenti e valutazioni contenuti nel
Rapporto Ambientale, per agevolare la comprensione dell‟argomento anche da
parte di soggetti che non possiedono competenze specialistiche.
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2. INTRODUZIONE
La Direttiva comunitaria 2001/42/CE, che ha introdotto la procedura di
valutazione ambientale strategica (VAS) allo scopo di promuovere lo sviluppo
sostenibile negli atti di programmazione territoriale, è stata recepita a livello
nazionale dal Codice dell‟Ambiente (D.lgs. n. 152/2006 successivamente
modificato dal D.lgs n. 4/2008). A livello regionale la valutazione ambientale dei
piani è stata introdotta dall‟art. 4 della legge regionale per il governo del territorio
(L.r. n. 12/2005), anticipando in base al principio della sussidiarietà quanto
avvenuto a livello nazionale.
La VAS è un procedimento che accompagna l‟elaborazione dei piani e dei
programmi, serve a verificare la coerenza delle opzioni di cambiamento e di
trasformazione e a indirizzare l‟elaborazione verso criteri di maggiore sostenibilità
ambientale. Rappresenta un‟opportunità per dare impulso decisivo alla
trasformazione del modello di pianificazione e di programmazione, alla ricerca di
soluzioni maggiormente condivise perché frutto di un processo che coinvolge tutti
gli attori presenti sul territorio.
Fino a oggi la Valutazione Ambientale è stata uno strumento generale di
prevenzione utilizzato principalmente per conseguire la riduzione dell‟impatto di
determinati progetti sull‟ambiente, in applicazione della Direttiva 1985/337/CEE
sulla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e sue successive modificazioni.
La Direttiva 2001/42/CE (VAS) estende l‟ambito di applicazione del concetto di
Valutazione Ambientale preventiva ai piani e programmi, nella consapevolezza
che i cambiamenti ambientali sono causati non solo dalla realizzazione di nuovi
progetti, ma anche dalla messa in atto delle decisioni strategiche contenute nei
piani e programmi.
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La differenza essenziale indotta da questo ampliamento consiste nel fatto che la
Valutazione Ambientale dei piani e programmi deve intendersi come un processo
complesso, da integrare in un altro processo complesso, generalmente di
carattere pubblico, che chiamiamo pianificazione o programmazione.
Pertanto la VAS dei piani e programmi è un procedimento che aiuta i governi a
verificare se le proprie opzioni di cambiamento e trasformazione, nonché i propri
piani e programmi, vanno nella direzione corretta della sostenibilità ambientale.
Dal punto di vista del metodo, tre elementi segnano profondamente il nuovo
modello di pianificazione: la valutazione ambientale, la partecipazione e il
monitoraggio nella fase attuativa.
Il processo di valutazione ambientale accompagna e integra l‟elaborazione del
piano e il percorso decisionale con la valutazione delle conseguenze
sull‟ambiente dell‟attuazione del piano stesso. A questo scopo verifica gli obiettivi
di piano e fissa i criteri per assicurare la sostenibilità degli effetti delle azioni
previste.
La partecipazione è l‟elemento centrale della costruzione del piano e della VAS.
Mira ad estendere la conoscenza dei problemi, a ricercare il consenso sulle
soluzioni e a cogliere le opportunità offerte dal confronto con i soggetti
partecipanti. Sono previsti tavoli interistituzionali, tavoli allargati ai soggetti portatori
di interessi differenziati della società civile e tavoli di consultazione delle autorità
con competenze ambientali. È previsto che l‟informazione di base e i risultati delle
consultazioni abbiano la massima diffusione e contribuiscano con la massima
trasparenza all‟elaborazione delle decisioni finali che restano, comunque, di piena
responsabilità politica.
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Il monitoraggio è lo strumento di verifica, in fase attuativa, del raggiungimento
degli obiettivi, qualora si verifichi che gli obiettivi non siano stati adeguatamente
conseguiti, prevede il riorientamento flessibile delle azioni.
Il successivo capitolo fornisce una sintesi del percorso di pensiero e degli indirizzi
politici che hanno portato a rendere sistematica l‟applicazione di una valutazione
ambientale strategica nei processi decisionali. Vengono illustrate le caratteristiche
essenziali della VAS e il contesto normativo di riferimento; vengono inoltre
affrontate alcune significative considerazioni sull‟applicazione della VAS alla
pianificazione e sulle possibili interazioni e sinergie tra strumenti di valutazione e di
pianificazione.
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3. ORIGINI, PRINCIPI E CARATTERISTICHE DELLA VALUTAZIONE AMBIENTALE
STRATEGICA
3.1 LE ORIGINI DELLA VAS
L‟adozione di procedure di valutazione ambientale a livello di piano e
programma ha lo scopo di fornire un quadro più coerente in cui operare
inserendo informazioni pertinenti in materia ambientale nell‟iter decisionale. Ciò
consente di giungere a soluzioni sostenibili ed efficaci, ovvero ricercare strade che
privilegino la “qualità” dello sviluppo nel soddisfare i reali bisogni umani,
l‟individuazione di nuovi modelli di benessere, la realizzazione di processi produttivi
e di consumo più simili a quelli della natura (che quindi richiedono, a parità di
servizio, minor impiego di energia, di materiali e minor produzione di rifiuti e
scarichi).
È ormai opinione diffusa che per avviare processi di sviluppo sostenibile è
necessario cercare di ridurre gli input di materia ed energia nel processo
economico.
I cambiamenti ambientali degli ultimi decenni sono il risultato dell‟insieme delle attività umane, a volte
pianificate e programmate, che hanno prodotto effetti cumulativi di dimensione planetaria e l‟alterazione
degli equilibri ambientali.
Nel 1987 il rapporto dell‟ONU sui cambiamenti globali “Il futuro di tutti noi” (noto come Rapporto Brundtland),
indicò la necessità di una svolta nello sviluppo economico ed elaborò il concetto di “sviluppo sostenibile”,
definito come “quello sviluppo capace di soddisfare le necessità della generazione presente senza
compromettere la capacità delle generazioni future dì soddisfare le proprie necessità”.
Nella Conferenza Mondiale su “Ambiente e Sviluppo”, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, primo incontro di
esperti e leader dei principali governi del mondo, si conviene che le società umane non possono continuare
nella strada finora percorsa aumentando le disuguaglianze economiche tra le nazioni e tra gli strati di
popolazione all‟interno delle nazioni stesse, incrementando la povertà, la fame, le malattie e l‟analfabetismo
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e causando il continuo deterioramento degli ecosistemi dai quali dipende il mantenimento della vita sul
pianeta.
Dieci anni dopo, nel 2002 a Johannesburg, il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile ha approvato il Piano
di Attuazione contenente strategie per modelli sostenibili di produzione e consumo. Perseguire la sostenibilità
significa modificare gli orientamenti dell‟economia, i modi di produrre e di consumare in base al principio di
precauzione. Lo sviluppo sostenibile non va inteso come meta da raggiungere, ma piuttosto come un insieme
di condizioni che devono essere rispettate in tutte le trasformazioni a piccola e a grande scala.
I criteri operativi per il perseguimento della sostenibilità possono essere così sintetizzati:
- usare le risorse rinnovabili al di sotto dei loro tassi di rigenerazione;
- usare le risorse non rinnovabili a tassi di consumo inferiori ai tassi di sviluppo di risorse sostitutive rinnovabili;
- limitare l‟immissione nell‟ambiente di agenti inquinanti al di sotto delle soglie di capacità di assorbimento e
di rigenerazione da parte dell‟ambiente.
Il concetto di sostenibilità implica la considerazione delle relazioni tra tre dimensioni fondamentali:
ambientale, economica e sociale.
Lo schema triangolare sintetizza il concetto di sostenibilità: i tre vertici rappresentano rispettivamente la
polarizzazione degli aspetti ambientali, economici e sociali. I lati del triangolo rappresentano le relazioni tra le
polarità che possono manifestarsi come sinergie e come conflitti. Il compromesso necessario tra i diversi
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estremi è rappresentato, una volta risolto il problema delle scale di misurazione, da un punto lungo ogni asse
di misura. Il congiungimento di tali punti dà luogo a un triangolo, la cui superficie potrebbe essere definita
come “vivibilità” o “qualità della vita”.
La sostenibilità ambientale è quindi solo una delle componenti chiave della sostenibilità. Questa sottolineatura
si rende opportuna perché spesso si fa coincidere, equivocando, sostenibilità con sostenibilità ambientale.
Questa imprecisione può essere giustificata considerando che uno degli aspetti che meno hanno
condizionato le decisioni e i modelli di sviluppo è stato quello ambientale.
Le relazioni tra le tre componenti della sostenibilità e la possibilità di integrare i diversi sistemi di obiettivi che
fanno capo a ciascuna componente sono oggi al centro di riflessioni multidisciplinari e di approfondimenti
metodologici.
Le prime forme di valutazione di tipo strategico risalgono ad alcuni decenni or
sono, essendosi sviluppate a cavallo tra gli anni „60 e „70 del secolo scorso in
particolare negli Stati Uniti, per esempio con il National Environmental Protection
Act (NEPA) del 1969.
Con la Conferenza delle Nazioni Unite sull‟ambiente umano, tenutasi a Stoccolma
nel 1972, passando poi per le numerose altre tappe significative quali il Rapporto
della Commissione mondiale indipendente sull‟ambiente e lo sviluppo del 1987
(Our common future), ha avvio un ampio dibattito e i primi passi operativi per
cercare di indirizzare le nostre società su percorsi meno insostenibili degli attuali.
Gli obiettivi sullo sviluppo sostenibile sottoscritti alla conferenza di Rio de Janeiro
del 1992 hanno sollecitato le nazioni partecipanti ad intraprendere azioni di vario
tipo (provvedimenti legislativi, circolari, linee guida, rafforzamenti delle istituzioni,
ecc.) finalizzate a dare alle tematiche ambientali maggiore peso nelle decisioni di
livello strategico (pianificatrici, programmatiche e politiche).
Nel corso degli anni „90 una serie di studi e di trattati sul tema, accompagnati da
un numero di esperienze applicative via via crescente, hanno portato a rendere
sistematico il metodo e ad un perfezionamento della struttura della VAS, fino a
ben delinearne le differenze rispetto ad altri strumenti di valutazione ambientale.
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In uno studio Therivel e Partidario1 evidenziano tali differenze, che possono essere
così sintetizzate:
la valutazione ambientale di grandi progetti non è strategica in quanto
coinvolge una sola attività ed è relativa ad un sito specifico;
la valutazione integrata di piani, programmi e politiche, che include le
tematiche ambientali, non è strategica se non utilizza in qualche forma i
passaggi fondamentali di un processo formale di valutazione ambientale;
gli audit ambientali o le relazioni sullo stato dell‟ambiente non sono strategici in
quanto non comportano la previsione degli impatti dovuti all‟attuazione di un
piano, programma o politica;
gli studi di impatto ambientale dei progetti non sono strategici in quanto non
influenzano le decisioni strategiche;
le valutazioni sull‟ambiente o le analisi costi-benefici non sono strategiche se
non predicono le conseguenze future di un piano, programma o politica, se
non considerano tutti gli aspetti ambientali, o se non vengono svolte in un
rapporto scritto;
certi tipi di piani di gestione ambientale di specifici biotopi (es. costa, ecc.) non
sono strategici se non forniscono ai decisori informazioni su quali alternative di
pianificazione e di sviluppo sono migliori dal punto di vista ambientale.
Riferendoci al contesto europeo, sia nel “Quinto programma d‟azione a favore
dell‟ambiente”, approvato dal Consiglio Europeo nel 1993, che nella co-decisione
del Parlamento e del Consiglio del 1998 sulla revisione del Quinto programma, si
affermano i principi:
della condivisione della responsabilità,
dell‟ampliamento degli strumenti,
1 Project Appraisal – n. 4/1997
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dell‟integrazione degli obiettivi ambientali nelle politiche di settore.
Gli indirizzi della Commissione della Comunità Europea2, in materia di sostenibilità
locale, tendono ad una maggiore efficacia delle politiche comunitarie previste
nel trattato, aumentandone la sensibilità verso le problematiche urbane e
assicurando che risultino favorevoli allo sviluppo urbano integrato. In particolare,
relativamente ad uno dei quattro obiettivi generali - tutelare e migliorare
l‟ambiente urbano allo scopo di garantire una migliore qualità della vita,
proteggere la salute umana e gli ecosistemi locali e mondiali - il documento
recita: “la via da seguire (indicata nel documento) consiste nel ridurre l‟impatto
ambientale totale (o “impronta ecologica”) delle attività urbane, migliorando in
tal modo le zone urbane: verso la sostenibilità locale e globale”.
Nel Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei
Programmi dei Fondi Strutturali dell‟UE3, la VAS è definita come “un processo
sistematico teso a valutare le conseguenze sul piano ambientale delle azioni
proposte - politiche, piani o iniziative nell‟ambito di programmi - ai fini di garantire
che tali conseguenze siano incluse a tutti gli effetti, affrontate in modo adeguato
fin dalle prime fasi del processo decisionale e poste sullo stesso piano delle
considerazioni di ordine economico e sociale” (il Regolamento 1260/99/CE ha il
compito di determinare attraverso differenti analisi, l‟impatto rispetto agli obiettivi
dei fondi e l‟incidenza su problemi strutturali specifici).
In sostanza, il concetto della sostenibilità, da semplice assunzione di un principio,
comincia a coniugarsi in strategie, obiettivi, finanziamenti, accordi internazionali.
2 Comunicazione “Quadro d‟azione per uno sviluppo urbano sostenibile nell‟Unione Europea” del 28/10/98
3 Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile, Agosto 1998
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3.2 CARATTERISTICHE SPECIFICHE DELLA VAS
L‟adozione da parte del Parlamento e del Consiglio dell‟UE della Direttiva
“Concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi
sull‟ambiente”4, individua nella valutazione ambientale un “... fondamentale
strumento per l‟integrazione di carattere ambientale nell‟elaborazione e
nell‟adozione di piani, in quanto garantisce che gli effetti dell‟attuazione dei piani
siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro
adozione”.
Tale valutazione non si riferisce alle opere, come nella nota Valutazione d‟Impatto
Ambientale (VIA), ma a piani e programmi, assumendo per queste caratteristiche
più generali la denominazione “strategica”.
La VAS riguarda i processi di formazione dei piani più che i piani in senso stretto. Si
tratta quindi di uno strumento di aiuto alla decisione (DSS-Decision Support
System), più che di un processo decisionale in se stesso, da applicare in modo
sistematico nella valutazione delle conseguenze ambientali di proposte
pianificatorie, e finalizzato ad assicurare che queste vengano incluse in modo
completo e considerate in modo appropriato, alla pari degli elementi economici
e sociali, all‟interno dei modelli di sviluppo sostenibile, a partire dalle prime fasi del
processo decisionale.
Le esperienze italiane in materia non sono ancora state adeguatamente
analizzate, comparate e sistematizzate5, cosicché una visione consolidata e
condivisa delle caratteristiche della VAS non si è ancora formata.
È invece consolidata e nota la prassi relativa alla Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA, internazionalmente nota come Environmental Impact
4 Direttiva n. 2001/42/CE del 27/06/01, meglio nota come Direttiva sulla VAS
5 Anche se una prima sintetica comparazione è stata svolta dal Centro VIA Italia nel bollettino n. 20/2002
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Assessment, EIA), che si differenzia nettamente dalla VAS per essere una
valutazione ambientale dei progetti: la VIA è un valido strumento per migliorare il
progetto perseguendo una maggiore considerazione dei temi ambientali nell‟iter
progettuale, ma ha tra i suoi limiti proprio la mancanza di forme di valutazione
ambientale sulle scelte strategiche prese a monte della fase progettuale.
Proprio per comprendere meglio le caratteristiche della VAS, appare opportuno
fare una comparazione tra questi due livelli di valutazione ambientale, strategico
e progettuale, descrivendone similitudini, differenze, limiti e potenzialità. In
particolare, si può affermare che:
i grandi progetti possono indurre una serie di piccoli progetti satelliti, che
sfuggono alla valutazione in quanto non di competenza, e che possono nel
complesso avere maggiore impatto del grande progetto stesso;
scoprire a livello progettuale i problemi ambientali di una scelta strategica
fatta a monte può portare a ritardi e forti tensioni sociali;
nelle iniziative multiprogetto risulta difficile valutare gli impatti cumulativi di più
progetti: non è detto infatti che questi siano la semplice somma degli impatti
dei singoli progetti, in quanto possono sfuggire eventuali effetti sinergici;
i piccoli progetti non sono soggetti a procedura, ma possono avere
complessivamente un effetto dannoso molto significativo;
iniziative che non si traducono in progetti possono avere rilevanti impatti, ma
sfuggire alla procedura di valutazione (per esempio le decisioni che
riguardano l‟agricoltura o la gestione delle foreste).
Estendere la valutazione ambientale alle scelte strategiche che si trovano a
monte della fase progettuale aiuta certamente a risolvere questi problemi e
favorisce inoltre la VIA, rendendola più snella e veloce. Si potrebbero per esempio
utilizzare nella fase di scoping della VIA del progetto tutti i dati e le informazioni
acquisite in precedenza.
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Nella discussione si eviterebbe che le tematiche già analizzate in precedenza
interferiscano con lo sviluppo del progetto, causando rilevanti perdite di tempo e
di denaro in fasi più operative, che richiedono invece certezze su tempi e costi.
In generale, le procedure di valutazione al livello strategico ed al livello
progettuale presentano dei tratti comuni, basandosi entrambe su elementi
tradizionali: screening, scoping, predisposizione di un rapporto ambientale,
consultazione pubblica, decisione delle autorità competenti.
Le differenze che caratterizzano la VAS rispetto alla procedura di VIA per i progetti
sono fra l‟altro legate alla maggiore incertezza del processo politico e alla
maggiore indeterminazione dei dati a disposizione. Queste comportano un
approccio improntato alla massima flessibilità ed adattabilità, che sia facile ed
accessibile e che permetta valutazioni qualitative e previsioni di massima.
Pertanto, se da un lato le metodologie generali normalmente utilizzate per la VIA
possono, in linea di principio, essere utilizzate anche per la VAS, dall‟altro si
rendono necessari specifici adattamenti per tenere conto delle differenze sopra
esposte, non essendo ipotizzabile una semplice trasposizione metodologica.
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3.3 LE NOZIONI DI AMBIENTE, COMPATIBILITÀ E SOSTENIBILITÀ NELLA VAS
La tematica ambientale è usata spesso quale argomento di richiamo culturale
che “non si può non inserire” in qualsiasi trattazione. Occorre però chiedersi come,
e in che misura, la tematica „ambiente‟ venga effettivamente interiorizzata nella
“governance”, e, in definitiva, qual è il concetto di ambiente a cui ci si riferisce nel
processo di pianificazione e nella relativa valutazione.
Al pari dell‟aggettivo “strategico” – che solleva differenti interpretazioni - anche la
nozione di “ambiente” – basilare ai fini valutativi – non è da tutti percepita nella
stessa maniera. Esso infatti può essere riferito a tre visioni distinte, che in parte si
sovrappongono e spesso coesistono:
l’ambiente come insieme delle risorse naturali; è la concezione “classica”,
che trova spunto dalla riflessione che la specie umana vive in un “sistema
chiuso”, con risorse naturali limitate ed esposte a rischio, quindi da tutelare
quale patrimonio più prezioso in nostro possesso, e che, per farlo, è
indispensabile comprendere a fondo i complessi meccanismi che regolano
l‟ecosistema.
Il concetto era dirompente negli anni „60, quando, a partire dal Club di Roma,
ci si interrogava sui “limiti dello sviluppo” e sulla “questione ambientale”,
confrontandosi con un‟idea di sviluppo non più illimitato e con un inquinamento
crescente che genera nuovi costi, che la collettività non è disposta a subire.
Questo scenario esige nuovi canoni di sorveglianza, affinché le risorse naturali
siano protette. Nascono così specifiche istituzioni, politiche e norme definite
“ambientali” e indirizzate all‟identificazione e protezione di ciò a cui il termine
“ambiente” riporta, le risorse naturali. Nasce anche la prima cultura
ambientalista in difesa del patrimonio naturale e in opposizione a decisioni
sommarie che compromettono gli equilibri dell‟ecosistema.
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l’ambiente come interazione tra risorse naturali e attività antropiche;
concezione che corrisponde a una fase più ampia e compiuta della cultura
ambientale, che passa dalla considerazione del proprio oggetto ristretto,
ovvero la natura, alla ricerca di tutti i fattori che su quell‟oggetto influiscono.
Non si può sperare di proteggere le risorse naturali se non si interviene sulle
cause principali che ne stanno provocando il depauperamento, e se queste
cause risiedono in industrie, servizi, infrastrutture, si deve allora esaminare
attentamente ognuno di questi ambiti. In questo modo la politica ambientale
svolge due funzioni: da una parte determina, caso per caso, i fattori di
maggiore impatto, e ne limita gli effetti; dall‟altra incoraggia investimenti per
migliorare lo stato dell‟ambiente e valorizzare il patrimonio naturale.
Muovendosi lungo la catena delle cause e degli effetti, l‟ambiente richiama le
altre discipline per responsabilizzarle a considerare le conseguenze e gli impatti
che potrebbero essere generati. E le altre discipline provano in qualche forma a
contemperare se stesse con l‟ambiente, dotandosi di strumenti, indicatori,
controlli di gestione specifici: una serie di attrezzi (i “tools” anglosassoni che si
ritrovano anche nella teoria della VAS) capaci di dare adeguate risposte al
problema.
l’ambiente come totalità delle risorse disponibili; questa percezione
dell‟ambiente è legata al concetto di sostenibilità. Il principio della sostenibilità
è stato inteso dapprima come finalizzato alla salvaguardia delle risorse naturali,
ma quando si è trasposto in politiche concrete si è compreso che la questione è
collegata indissolubilmente a scelte economiche e sociali di vastissimo rilievo.
Cosicché, occorre anteporre allo studio di ricette ecologiche per la migliore
conservazione, un necessario cambiamento delle regole della produzione, del
mercato, degli stili di vita e dell‟essenza stessa delle istituzioni politiche.
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Rispetto al secondo scenario sopra descritto si inverte l‟ordine delle priorità: in
quel caso l‟ambiente doveva identificare in altri ambiti gli aspetti che lo
riguardavano, per tornare a sé stesso e garantire il proprio equilibrio; in questo
l‟ambiente deve mettere al primo posto il contesto economico e politico,
cercando di conferirgli un‟armonia di sistema che sia compatibile con
l‟ecologia della natura e della società. Le risorse ambientali sono la base di
gran parte delle ricchezze circolanti nel pianeta: di conseguenza non si può
preservarle senza agire su tutti i meccanismi che fino ad oggi hanno regolato la
distribuzione delle ricchezze.
Per trattare seriamente la sostenibilità, occorre riferirsi allora a un concetto
senz‟altro nuovo di “ambiente”, che contiene indistintamente tutte le risorse
disponibili, naturali o artificiali, comprese quelle monetarie. In pratica, un
ambiente che assomiglia sempre di meno alla natura incontaminata e tende
gradualmente a sovrapporsi a quella che potremmo semplicemente chiamare
“la realtà che ci circonda”.
Tale enunciazione comporta però un progetto politico di cui è chiara solo la
premessa, e cioè che se l‟attuale modello di sviluppo viene identificato come
insostenibile, bisogna modificarlo. Il primo problema è in che maniera. Il
secondo è quanti altri cambiamenti conseguono nell‟organizzazione
economica, politica e sociale da tale modifica sostanziale.
Le diverse visioni di “ambiente”
L‟opinione che l‟ambiente sia una complessa realtà articolata in un insieme di
relazioni, che vanno il più possibile chiarite in un‟ottica sistemica, è quella che
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corrisponde al modo attuale di operare della politica ambientale: siamo in un
momento di transizione, dove si lavora all‟interno del secondo scenario cercando
di raggiungere il terzo.
Si è già accennato in precedenza ai concetti di sostenibilità e sviluppo sostenibile.
Ultimamente risulta sempre più marcata la differenza tra l‟idea di sostenibilità e
quella di uno “sviluppo” sostenibile, dato che da più parti si fa rilevare come il
miglioramento sociale non debba necessariamente essere legato alla crescita
economica, cioè alla quantità dei beni scambiati nel mercato.
La nascita dello sviluppo sostenibile ha significato pertanto l‟estensione del
concetto di sostenibilità dalla gestione di una risorsa naturale all‟intero processo
economico e sociale. Sempre più in modo esplicito si afferma che non basta
l‟aspetto economico a dominare le scelte, eventualmente stemperato da quello
sociale. Occorre che sul tavolo decisionale siano posti con pari dignità tutti e tre
gli aspetti, compreso quello ambientale. Emergono quindi tre principi guida:
l‟integrità dell‟ecosistema, l‟efficienza economica e l‟equità sociale. Di
conseguenza, per attuare una politica di sviluppo sostenibile occorre concentrarsi
su tre aspetti contemporaneamente:
o il valore dell‟ambiente, in quanto sorge la necessità di attribuire un valore sia
agli ambienti naturali che antropizzati e culturali, perché una migliore qualità
ambientale contribuisce al miglioramento dei sistemi economici tradizionali;
o l‟estensione dell‟orizzonte temporale, perché per realizzare un‟azione
efficace di sviluppo sostenibile occorre allungare la tempistica normalmente
presa in considerazione quando si tratta di politiche economiche. Oltre al
breve-medio periodo le politiche devono concentrarsi sugli effetti che si
verificheranno a lunga scadenza e che riguarderanno le generazioni future;
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o l‟equità, perché obiettivo primario dello sviluppo sostenibile è di venire
incontro e soddisfare i bisogni delle comunità umane, seguendo un criterio di
uguaglianza sia temporale che geografica (non solo a livello mondiale, tra
paesi sviluppati e quelli in via di sviluppo, ma anche a scala sempre più
locale, fino all‟area urbana, tra aree forti ed aree emarginate).
A volte si rischia di far confusione tra una valutazione di compatibilità e quella di
sostenibilità: nelle valutazioni riguardanti la pianificazione territoriale-urbanistica
spesso si assiste ad una sottolineatura delle valenze ambientali, trascurando in
tutto o in parte i concetti di sviluppo sostenibile; quando nella valutazione non
vengono però considerate anche le valenze economiche e sociali, non si
dovrebbe parlare di valutazione di sostenibilità ma invece di valutazione di
compatibilità ambientale. La valutazione della sostenibilità dovrebbe dunque
riguardare il grado di conseguimento degli obiettivi di tutte le componenti. Alla
valutazione ambientale dovrebbero affiancarsi quindi strumenti di valutazione
specifici per gli altri aspetti, come l‟analisi costi/benefici per gli aspetti economici e
quelli elaborati per gli aspetti sociali (Corporate Social Responsibility).
Il confine interpretativo di sostenibilità e compatibilità rimane tuttavia spesso labile
e non facilmente percepibile.
Il Ministero dell‟Ambiente, in un documento esplicativo sulla Relazione sullo Stato
dell‟Ambiente, fornisce le seguenti definizioni:
compatibilità è una condizione che permette agli esseri viventi di rapportarsi
con il proprio ambiente in assenza di conflitti;
sostenibilità è quella condizione che permette agli esseri viventi di soddisfare i
propri bisogni senza compromettere le possibilità delle generazioni future.
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Nel “Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei
Programmi dei Fondi strutturali dell‟Unione Europea” si parla esplicitamente di
“criteri di sostenibilità” elencando dieci criteri che in apparenza possono sembrare
più diretti alla compatibilità, ma che, se si legge attentamente l‟enunciato di
ognuno di essi, risultano strettamente legati agli aspetti di sviluppo economico (i
primi due), e rivolti direttamente agli aspetti sociali (gli ultimi due, dedicati alla
sensibilizzazione, alla partecipazione e al coinvolgimento). Inoltre all‟interno del
Manuale viene anche sottolineato come gli aspetti economico-sociali di un piano
vengono solitamente già presi in considerazione nelle usuali procedure e che
quindi i dieci criteri servono ad enfatizzare quegli elementi che solitamente non
vengono esaminati da tali processi. Di tali criteri si tratterà con più dettaglio nel
prosieguo di questo rapporto ambientale.
È bene dunque mantenere distinti i concetti di compatibilità e sostenibilità, così da
esplicitare il tipo di valutazione effettivamente svolta all‟interno dei rapporti
ambientali: come detto, se gli aspetti economici e sociali non vengono trattati o lo
sono in modo marginale, occorrerà parlare di “valutazione di compatibilità”,
demandando ad altri documenti di piano gli approfondimenti di natura socio-
economica; se invece il rapporto è comprensivo anche di tali aspetti, allora si può
parlare più propriamente di “valutazione di sostenibilità”.
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4. LA VAS NEL PERCORSO DI PIANIFICAZIONE
Come già accennato, la VAS non rappresenta soltanto un elemento valutativo,
ma si integra nel piano e ne diventa elemento costruttivo, gestionale e di
monitoraggio ed è tanto più efficace quanto più interviene al momento giusto del
processo decisionale.
Nel tempo dunque l‟attenzione si è allargata, oltre che alla ricerca di una buona
metodologia, alla comprensione del percorso decisionale per ottenere risultati
che siano prima di tutto efficaci.
La VAS permette di giungere ad un processo in cui il piano viene sviluppato
basandosi su di un più ampio set di prospettive, obiettivi e costrizioni, rispetto a
quelli inizialmente identificati dal proponente. Si può semplificare il modello
concettuale6 della formazione di un piano con e senza VAS nello schema
seguente.
6 Brown e Therivel , Project Appraisal n. 4 /2000
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Rottura del processo lineare di pianificazione
La VAS è strumento di supporto sia per il proponente che per il decisore:
inserendola nel processo lineare “proponente – obiettivi - decisori - piano”, si
giunge ad una impostazione che prevede il ricorso a feedback in corso d‟opera,
così da meglio calibrare l‟intero processo.
La retroattività (feedback) nel processo di VAS
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Relativamente al processo di pianificazione, appaiono estremamente importanti i
seguenti elementi:
la VAS deve essere inserita nei punti strategici del processo decisionale, se si
vuole che sia efficace per il processo;
si deve iniziare l‟applicazione della VAS fin dalle prime fasi e deve
accompagnare tutto il processo decisionale;
la VAS ha tra i suoi fini principali quello di mostrare le conseguenze delle
azioni previste, dando pertanto importanti informazione ai decisori.
In una situazione ottimale la VAS deve potere intervenire fin dalle prime fasi del
percorso di pianificazione, quando si delineano le prime opzioni strategiche
alternative sulla base della prefigurazione di uno o più scenari futuri. Proprio sulla
comparazione tra alternative si possono meglio esplicare le potenzialità della
valutazione strategica.
Le prime applicazione della VAS dovrebbero dunque anticipare la formulazione
del disegno di piano. Si tratta di quella fase della VAS che in gergo tecnico viene
denominata appunto come valutazione "ex ante".
Nella realtà, l‟ancor scarsa diffusione delle tecniche di valutazione nel nostro
Paese, comporta spesso una applicazione in itinere della VAS, comunque utile al
decisore e che può, almeno in parte, portare a ripensare o affinare alcune delle
decisioni prese a monte, suggerire azioni correttive per meglio definire il disegno
del piano, e proporre misure di mitigazione e compensazione da inserire nel piano
per garantirsi un‟applicazione successiva, in fase di attuazione e gestione, oppure
in piani di settore o in altri strumenti programmatori o a livello progettuale.
Anche nel caso della Lombardia, la legge che rende obbligatoria la VAS dei piani
è recente (L.r. n. 12/2005 “Legge per il governo del territorio”), e la sua prima
applicazione a piani che hanno già coperto una parte del percorso progettuale e
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negoziale, con un processo decisionale già avviato, deve essere improntata ad
un‟esigenza di realismo e di buon senso per apportare il massimo possibile di effetti
positivi.
Introdurre la VAS su un piano "in itinere" è comunque un‟occasione per applicare
metodi di valutazione in un percorso di pianificazione, che tra l‟altro non cessano
la loro utilità con l‟approvazione del piano: l‟attività stessa di pianificazione
continua, anzi diventa ancora più concreta con l‟attuazione e la gestione.
Soprattutto non dovrebbe mai fermarsi, almeno in una prospettiva di corretta
applicazione, ma continuare attraverso piani di settore e attuativi, e progetti, fino
all‟avvio di un nuovo percorso di aggiornamento del piano, in un percorso ciclico
continuo, in stretta connessione con un percorso decisionale sul governo del
territorio anch‟esso ciclico e continuo (vedi figura seguente).
In questo percorso, la VAS è supportata da diversi strumenti quali matrici di
correlazione, indicatori, banche dati, modelli previsionali, mappe tematiche, che
aiutino lo sviluppo di studi di fattibilità, la comparazione delle alternative, la
valutazione di compatibilità agli obiettivi di piano, la verifica dello stato di
attuazione del piano e l‟efficacia delle sue scelte, ed infine la proposta di azioni
correttive anche ai fini dell‟avvio di un nuovo percorso di aggiornamento del
piano stesso.
Verrà spiegato più avanti come l‟introduzione di un programma di monitoraggio
del piano sia fondamentale per consolidare nel tempo l‟uso dei metodi di
valutazione nel percorso decisionale, ed anche per favorire una maggiore
partecipazione del pubblico e delle risorse presenti sul territorio all‟attuazione degli
obiettivi di piano e al dibattito per il loro aggiornamento.
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Il processo circolare pianificazione-valutazione
Il processo di pianificazione ha andamento ciclico, e non dovrebbe quindi avere
soluzioni di continuità.
Anche la VAS sui piani dovrebbe essere continua, costituita da un insieme di
strumenti che si applicano di volta in volta alle scelte strategiche,
all‟individuazione degli impatti e delle mitigazioni, al controllo della sostenibilità
delle azioni attuative, al monitoraggio e valutazione dei risultati conseguiti per
introdurre miglioramenti al successivo aggiornamento di piano.
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5. LA VAS NEL CONTESTO NORMATIVO DI RIFERIMENTO
5.1 LEGISLAZIONE COMUNITARIA
5.1.1 . La Direttiva Europea 2001/42/CE
Già negli anni „70 a livello comunitario si considera la possibilità di emanare una
Direttiva specifica concernente la valutazione di piani, politiche e programmi, ma
inizialmente si decide di introdurre la normale valutazione d‟impatto delle opere.
Solo nel 1987 il Quarto Programma di Azione Ambientale s‟impegna formalmente
ad estendere la procedura di valutazione di impatto ambientale anche alle
politiche e ai piani.
Nel 1995 viene iniziata la stesura della Direttiva e la conseguente proposta viene
adottata dalla Commissione Europea il 4 dicembre 1996. Viene abbandonata
definitivamente l‟attenzione sulla valutazione delle politiche, mentre è confermata
quella su piani e programmi.
La proposta viene successivamente adottata dal Parlamento Europeo il 20 ottobre
1998 con l‟approvazione di ventinove emendamenti, dei quali quindici accolti
dalla Commissione.
Tre anni dopo la lungamente attesa Direttiva 2001/42/CE, concernente la
“valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull‟ambiente”, viene
finalmente adottata dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell‟Unione Europea
il 27 giugno 2001.
A differenza della Valutazione di Impatto Ambientale che interviene a valle dei
progetti, con una procedura ex post, la Valutazione Ambientale dei piani e
programmi è un processo complesso integrato ad un altro processo complesso di
pianificazione o di programmazione.
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Il suo obiettivo è quello di “...garantire un elevato livello di protezione
dell‟ambiente e di contribuire all‟integrazione di considerazioni ambientali all‟atto
dell‟elaborazione e dell‟adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo
sviluppo sostenibile,... assicurando che... venga effettuata la valutazione
ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi
sull‟ambiente”.
Per “valutazione ambientale s‟intende l‟elaborazione di un rapporto di impatto
ambientale, lo svolgimento delle consultazioni, la valutazione del rapporto
ambientale e dei risultati delle consultazioni nell‟iter decisionale e la messa a
disposizione delle informazioni sulla decisione...”.
La valutazione “...deve essere effettuata durante la fase preparatoria del piano o
del programma ed anteriormente alla sua adozione...”.
Il “rapporto ambientale” fa parte della documentazione del piano o programma,
individua, descrive, valuta “...gli effetti significativi che l‟attuazione del piano o
programma potrebbe avere sull‟ambiente nonché le ragionevoli alternative alla
luce degli obiettivi e dell‟ambito territoriale del piano o programma”.
La Direttiva prevede che tutto il processo di elaborazione sia accompagnato da
momenti di formazione e consultazione preventiva: la proposta di piano o
programma e il relativo rapporto ambientale devono essere messi a disposizione
delle autorità e del pubblico che devono poter esprimere il loro parere. Agli Stati
membri è demandato il compito di definire le autorità e i settori del pubblico da
consultare, le modalità per l‟informazione e la consultazione.
Alle autorità e al pubblico devono essere messi a disposizione:
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a) “il piano o programma adottato;
b) una dichiarazione di sintesi in cui si illustra in che modo le considerazioni
ambientali sono state integrate nel piano o programma e come si è tenuto
conto... del rapporto ambientale redatto..., dei pareri espressi... nonché le
ragioni per le quali è stato scelto il piano o programma adottato, alla luce
delle alternative possibili che erano state individuate;
c) le misure adottate in merito al monitoraggio...”.
Per quanto riguarda il monitoraggio, la Direttiva stabilisce (art. 10) che occorre
controllare: “...gli effetti ambientali significativi dell‟attuazione dei piani e dei
programmi al fine, tra l‟altro, di individuare tempestivamente gli effetti negativi
imprevisti e essere in grado di adottare le misure correttive opportune”.
Nella pratica, uno dei principali riferimenti per approcciare una VAS è il già citato
“Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei
Programmi dei Fondi strutturali dell‟Unione Europea", che in seguito chiameremo
Manuale UE98.
Esso è stato approntato nel 1998, contemporaneamente alla proposta della
Direttiva adottata dal Parlamento Europeo il 20 ottobre 1998, ed è da considerarsi
una sorta di "manuale applicativo" della Direttiva che ancor oggi mantiene
inalterata la sua validità quale documento di indirizzo.
Il Manuale propone una metodologia flessibile che quindi ha il vantaggio adattarsi
ad altre tipologie di piani. Il Manuale prevede una procedura articolata in sette
fasi fra loro interconnesse.
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1. Valutazione dello stato dell’ambiente ed elaborazione dei dati
di riferimento.
Fornisce un‟analisi della situazione
in campo ambientale con
riferimento alle risorse naturali
nonché alla valutazione delle
possibili interazioni positive e
negative tra le risorse naturali e il
piano oggetto di valutazione.
2. Obiettivi, finalità, priorità.
Identifica gli obiettivi, le finalità e le
priorità in materia di ambiente e di
sviluppo sostenibile da inserire nel
piano, in base al risultato della
valutazione dello stato
dell‟ambiente.
3. Bozza di proposta di piano e identificazione delle alternative.
Inserisce nella bozza di piano gli
obiettivi e le priorità ambientali
accanto agli obiettivi di sviluppo,
alle iniziative e alle alternative
finalizzate al raggiungimento degli
obiettivi.
4. Valutazione ambientale della bozza di piano.
Valuta le implicazioni ambientali
delle priorità di sviluppo e la
coerenza della strategia prevista
con le finalità di sviluppo
sostenibile.
5. Indicatori in campo ambientale.
Stabilisce gli indicatori ambientali
che aiuteranno decisori e pubblico
a comprendere le interazioni tra
l‟ambiente e il settore di sviluppo: è
importante che gli indicatori siano
quantificati in modo che possano
descrivere nel tempo le variazioni.
6. Integrazione dei risultati della valutazione nella decisione
definitiva.
Orienta, utilizzando i risultati della
valutazione, la redazione del piano
in direzione della sostenibilità.
7. Monitoraggio e valutazione degli impatti.
Il monitoraggio è l‟attività di
raccolta ed elaborazione delle
informazioni circa l‟efficacia
dell‟attuazione del piano; l‟attività
di monitoraggio consente la
valutazione dello scostamento tra
obiettivi identificati e quelli
conseguiti.
Le sette fasi del Manuale UE98
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Oltre alle suddette fasi il Manuale contiene i dieci criteri di sviluppo sostenibile, che
possono essere un utile riferimento nella definizione dei criteri sostenibilità. Il
Manuale afferma che i criteri devono essere considerati in modo flessibile, in
quanto le autorità competenti potranno utilizzare i criteri di sostenibilità che
risultino attinenti al territorio di cui sono competenti e alle rispettive politiche
ambientali per definire obiettivi e priorità, nonché per valutare e, se possibile,
contribuire maggiormente alla sviluppo sostenibile di obiettivi e priorità in altri
settori.
Maggiori dettagli in merito saranno forniti nel paragrafo riguardante la
strutturazione in fasi del processo di VAS.
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5.2 LEGISLAZIONE NAZIONALE
5.2.1 . Il Decreto legislativo n. 152/2006 e il Decreto legislativo n. 4/2008
La valutazione ambientale strategica (VAS) è stata introdotta in Italia nella
seconda parte del Decreto Legislativo n. 152/2006 “Norme in materia
ambientale”, successivamente modificato in alcune sue parti, tra le quali la Parte II
concernente le procedure per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), per la
Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e per l‟Autorizzazione Integrata
Ambientale (IPCC), dal D.lgs. n. 4/2008. Tale decreto rappresenta attualmente il
Testo Unico in materia ambientale.
La parte relativa alla VAS presente nel decreto, come precisato al Titolo I all‟art. 4,
comma 1, rappresenta l‟attuazione della Direttiva 2001/42/CE a livello nazionale.
Viene altresì specificato come:
a) la valutazione ambientale di piani, programmi e progetti ha la finalità di
assicurare che l‟attività antropica sia compatibile con le condizioni per uno
sviluppo sostenibile, e quindi nel rispetto della capacità rigenerativa degli
ecosistemi e delle risorse, della salvaguardia della biodiversità e di un‟equa
distribuzione dei vantaggi connessi all‟attività economica. Per mezzo della
stessa si affronta la determinazione della valutazione preventiva integrata
degli impatti ambientali nello svolgimento delle attività normative e
amministrative, di informazione ambientale, di pianificazione e
programmazione.
b) la valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere un
impatto significativo sull‟ambiente ha la finalità di garantire un elevato livello
di protezione dell‟ambiente e contribuire all‟integrazione di considerazioni
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ambientali all‟atto dell‟elaborazione, dell‟adozione e approvazione di detti
piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle
condizioni per uno sviluppo sostenibile.
Il Decreto disciplina poi all‟articolo 6, comma 2, che deve essere effettuata una
valutazione per tutti i piani e i programmi:
a) che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell‟aria
ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale,
dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni,
turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che
definiscono il quadro di riferimento per l‟approvazione, l‟autorizzazione, l‟area
di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli
allegati II, III e IV del decreto;
b) per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione
dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli
uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la
protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene
necessaria una valutazione d‟incidenza ai sensi dell‟articolo 5 del D.P.R. 8
settembre 1997, n. 357, e successive modificazioni.
Per i piani e i programmi di cui al comma 2 che determinano l‟uso di piccole aree
a livello locale e per le modifiche minori dei piani e dei programmi di cui al
comma 2, la valutazione ambientale è necessaria qualora l‟autorità competente
valuti che possano avere impatti significativi sull‟ambiente: l‟iter prevede, infatti,
una verifica di assoggettabilità (art. 12) per verificare l‟assegnazione o l‟esclusione
del piano/programma alla valutazione ambientale.
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Il T.U. ambientale si occupa anche di affrontare il tema della VAS a livello locale:
l‟articolo 7 del Codice Ambientale, infatti, individua i piani o programmi sottoposti
a VAS regionale o provinciale, ossia quei piani/programmi, la cui approvazione è
di competenza della regione o degli enti locali.
L‟articolo 11 chiarisce poi che la fase di valutazione strategica deve intervenire
prima dell‟approvazione dei piani e programmi e contestualmente alla fase
preparatoria degli stessi.
L‟articolo 13 prevede invece la predisposizione di un Rapporto Ambientale a
corredo della documentazione del piano/programma da adottare e/o
approvare; nel rapporto ambientale debbono essere individuati, descritti e
valutati gli impatti significativi che l‟attuazione del piano o del programma
proposto potrebbe avere sull‟ambiente e sul patrimonio culturale, nonché le
ragionevoli alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e
dell‟ambito territoriale del piano o del programma stesso. L‟allegato VI al decreto
riporta le informazioni da fornire nel rapporto ambientale a tale scopo, nei limiti in
cui possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle
conoscenze e dei metodi di valutazione correnti, dei contenuti e del livello di
dettaglio del piano o del programma. Per evitare duplicazioni della valutazione,
possono essere utilizzati, se pertinenti, approfondimenti già effettuati ed
informazioni ottenute nell‟ambito di altri livelli decisionali o altrimenti acquisite in
attuazione di altre disposizioni normative.
Il decreto disciplina inoltre le modalità di partecipazione e di pubblicizzazione
della VAS, definendo all‟articolo 14 le consultazioni da effettuare e le tempistiche
per la raccolta delle relative osservazioni, stabilendo che i documenti di
piano/programma e il Rapporto Ambientale devono essere messi a disposizione
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delle autorità competenti e dei soggetti interessati mediante idonea
pubblicazione e garantendone l‟accesso agli interessati.
5.3 LEGISLAZIONE REGIONALE
5.3.1 . La legge regionale n. 12/2005 per il governo del territorio e i criteri attuativi
La recente legge regionale dell‟11 marzo 2005, n. 12 “Legge per il governo del
territorio”, in accordo con la Direttiva Europea 2001/42/CE, tratta esplicitamente la
VAS all‟art 4, ma riferimenti a strumenti di valutazione esistono anche in altre parti
della norma.
In particolare tale Valutazione Ambientale Strategica, da avviare
congiuntamente e comunque prima dell‟adozione dei Piani di Governo del
Territorio (lo strumento urbanistico che ha sostituito i vecchi Piani Regolatori
Comunali), deve essere svolta sul Documento di Piano (atto strategico) che,
insieme al Piano dei Servizi (previsioni relative a spazi e servizi pubblici o di uso
pubblico) e al Piano delle regole (norme da applicare in particolare sul costruito),
costituisce una delle tre parti fondamentali di un PGT.
In particolare il Documento di Piano (art. 8, comma 2):
“…individua gli obiettivi di sviluppo, miglioramento e conservazione che
abbiano valore strategico per la politica territoriale, indicando i limiti e le
condizioni in ragione dei quali siano ambientalmente sostenibili e coerenti con
le previsioni ad efficacia prevalente di livello sovracomunale;
determina gli obiettivi quantitativi di sviluppo complessivo del PGT; nella
definizione di tali obiettivi il documento di piano tiene conto della
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riqualificazione del territorio, della minimizzazione del consumo del suolo in
coerenza con l‟utilizzazione ottimale delle risorse territoriali, della definizione
dell‟assetto viabilistico e della mobilità, nonché della possibilità di utilizzazione e
miglioramento dei servizi pubblici e di interesse pubblico o generale, anche a
livello sovracomunale”.
Al Documento di Piano viene assegnato il compito di delineare gli obiettivi della
pianificazione comunale, e di fissarne i limiti dimensionali. La novità importante è
che tra i criteri dimensionali, tra i fabbisogni di una comunità, vengano inseriti
anche quelli connessi con la garanzia di adeguate condizioni di sostenibilità.
Si tratta inoltre di indicazioni che spingono verso l‟uso di approcci quantitativi nella
valutazione. A tale proposito si può notare che la stessa norma, all‟art. 1 relativo ai
criteri ispiratori, spinge verso l‟uso della contabilità ambientale, impegnando la
Regione “alla diffusione della cultura della sostenibilità ambientale con il sostegno
agli enti locali e a quelli preposti alla ricerca e alla formazione per l‟introduzione di
forme di contabilità delle risorse”.
I riferimenti alla valutazione strategica si ritrovano anche nei livelli di pianificazione
territoriale di area vasta, e nei collegamenti tra i diversi livelli di pianificazione. Alla
Provincia è assegnato un compito di controllo e coordinamento quando i temi del
PGT interessino aspetti sovralocali di sostenibilità e nel PTCP si devono indicare i
contenuti minimi dei tre atti di PGT. In sede di valutazione di compatibilità la
Provincia è tenuta ad esaminare il Documento di Piano per verificare che sia
adatto “ad assicurare il conseguimento degli obiettivi fissati nel piano,
salvaguardandone i limiti di sostenibilità previsti” (art. 18, comma 1).
Il Documento di Piano, che tra i tre atti del PGT è quello soggetto sia a VAS che a
verifica di compatibilità rispetto al PTCP, diventa di fatto il punto di riferimento e di
snodo tra la pianificazione comunale e quella di area vasta.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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Un‟efficace articolazione degli aspetti quantitativi e di sostenibilità nel Documento
di Piano permette di creare un valido riferimento ed una guida per lo sviluppo
degli altri due atti del PGT, il Piano dei Servizi e del Piano delle Regole, e della
pianificazione attuativa e di settore. Permette inoltre di evidenziare i temi che
hanno rilevanza sovralocale e che il comune deve segnalare nei tavoli
interistituzionali agli enti competenti territoriali o di settore.
La legge regionale lombarda non si limita dunque ad introdurre la VAS, ma
prefigura una complessiva evoluzione culturale verso l‟adozione di metodi
quantitativi di valutazione sia all‟interno dei diversi strumenti di pianificazione sia
nei rapporti tra i livelli di pianificazione comunale e di area vasta.
Si tratta di un‟impostazione che possiede rilevanti potenzialità, che per essere
valorizzata richiede lo sviluppo di un‟accurata integrazione tra metodi di
valutazione e di pianificazione nella pratica operativa. In questa logica la VAS non
è dunque una procedura a se stante, ma va vista come l‟occasione per introdurre
metodi di valutazione nella gestione del processo decisionale. Il lavoro di VAS ha
stretta attinenza con la definizione degli obiettivi quantitativi di sviluppo e dei
"limiti" e "condizioni" rispetto alla sostenibilità che l‟art. 8 indica tra i contenuti del
Documento di Piano del PGT.
Le Linee Guida per la valutazione ambientale di piani e programmi, pubblicate
nell‟ottobre 2004 dalla Regione Lombardia nell‟ambito del progetto europeo
ENPLAN (di seguito Manuale ENPLAN), e i successivi criteri attuativi “Indirizzi
generali per la valutazione ambientale di piani e programmi” del dicembre 2005
(approvati dal consiglio Regionale con D.c.r. n. VII/351 del 13 marzo 2007), in
accordo con l‟art. 4 della Direttiva Europea, definiscono le fasi metodologiche
procedurali per una piena integrazione della dimensione ambientale nella
pianificazione e programmazione.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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La piena integrazione della dimensione ambientale nella pianificazione e
programmazione implica un evidente cambiamento rispetto alla concezione
derivata dalla applicazione della Valutazione di Impatto Ambientale dei progetti.
Il percorso proposto si svolge secondo fasi procedurali, che affiancano alla
formazione del Documento di Piano, momenti di confronto e valutazione della
VAS:
1. Fase di orientamento e impostazione;
2. Fase di elaborazione e redazione;
3. Fase di consultazione, adozione ed approvazione;
4. Fase di attuazione, gestione e monitoraggio.
La sequenza delle fasi di un processo di piano, dà indicazioni in merito
all‟elaborazione dei contenuti di ciascuna sistematicamente integrata con la
valutazione ambientale, a prescindere dalle possibili articolazioni procedurali e
dalle scelte metodologiche che verranno operate.
Il filo che collega le analisi/elaborazioni del Piano e le operazioni di Valutazione
Ambientale appropriate per ciascuna fase (cfr. figura seguente) rappresenta la
dialettica tra i due processi e la stretta integrazione necessaria all‟orientamento
verso la sostenibilità ambientale. La dialettica tra attività di analisi e proposta del
Piano e attività di Valutazione Ambientale deve essere reale: entrambe devono
godere di pari autorevolezza e di comparabile capacità di determinazione.
Dunque, le linee guida sottolineano come l‟integrazione della dimensione
ambientale nel piano e la valutazione del suo livello di efficacia debba essere
effettiva, a partire dalla fase di impostazione del piano e fino alla sua attuazione e
revisione. Ciò comporta che l‟integrazione debba essere continua e che si sviluppi
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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durante tutte le sopra citate quattro fasi principali del ciclo di vita del
piano/programma.
Sequenza delle fasi di un processo di piano o programma
(Manuale ENPLAN e “Indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi”)
Ne deriva che le attività del processo di valutazione non possono essere separate
e distinte da quelle inerenti il processo di piano. Le esperienze compiute
dimostrano che i risultati migliori si ottengono ove è maggiore la capacità di
integrazione tra i due processi.
La validità dell‟integrazione non è solo da ricercare nell‟evitare duplicazioni
conoscitive, ma è anche legata alla capacità di dialogo di progettisti di piano e
di valutatori ambientali e alla rispettiva capacità di calarsi nelle reciproche
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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tematiche. Inoltre la maggior parte delle attività assegnate al processo di
valutazione non costituisce in realtà una novità in un processo pianificatorio di
qualità.
Da queste considerazioni discende l‟inopportunità di fissare rigidamente compiti e
attività a carico dei due processi.
Le Linee Guida sottolineano tre caratteristiche dello schema proposto:
I. la presenza di attività che tendenzialmente si sviluppano con continuità
durante tutto l‟iter di costruzione e approvazione del piano. Si tratta della
costruzione della base di conoscenza e della partecipazione, intesa in senso
ampio per comprendere istituzioni, soggetti con competenze e/o
conoscenze specifiche nonché il pubblico e le sue organizzazioni;
II. la considerazione della fase di attuazione del piano come parte integrante
del processo di pianificazione, in tal senso accompagnata da attività di
monitoraggio e valutazione dei risultati;
III. la circolarità del processo di pianificazione, introdotta attraverso il
monitoraggio dei risultati e la possibilità di rivedere il piano qualora tali risultati
si discostino dagli obiettivi di sostenibilità che ne hanno giustificato
l‟approvazione.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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Continuità e ciclicità del processo di VAS
Nel dicembre 2007 sono stati pubblicati gli “Ulteriori adempimenti di disciplina in
attuazione dell‟art. 4 della L.r. n. 12/2005” (D.g.r. n. VIII/6420 del 12 dicembre 2007)
che specificano i soggetti competenti in materia ambientale e i principali
soggetti/enti territorialmente interessati; ulteriori novità riguardano il tema della
partecipazione del pubblico, l‟attivazione di momenti dedicati al confronto sia
con i soggetti competenti e interessati, sia con il pubblico (“…una o più persone
fisiche o giuridiche, secondo la normativa vigente, e le loro associazioni,
organizzazioni o gruppi, che soddisfino le condizioni incluse nella Convenzione di
Aarhus”) e definiti “conferenze”.
La delibera n. VIII/6420 riprende e ripercorre le fasi procedurali della VAS, con
l‟obiettivo di definire con un più elevato livello di dettaglio le singole componenti
di ciascuna fase e di chiarire per quanto possibile gli aspetti metodologici e
operativi delle valutazioni applicate ai diversi piani o programmi.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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Lo schema del processo metodologico - procedurale che segue riprende la
successione di fasi e di operazioni già avanzate in una figura precedente, e si
riferisce all‟allegato 1b “Modello metodologico procedurale e organizzativo della
valutazione ambientale di piani e programmi (VAS) - DOCUMENTO DI PIANO – PGT
piccoli comuni” della citata deliberazione n. VIII/6420, modificato e
contestualizzato per la valutazione in itinere.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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FASE DEL PIANO PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA PARTECIPAZIONE INTEGRATA SOGGETTI PARTECIPANTI
FASE 0:
Preparazione
Pubblicazione di avviso di avvio del procedimento
all'Albo Pretorio, su sito web e sul BURL.
Nell'avviso va chiaramente esplicitato l'avvio
della VAS.
Affidamento dell'incarico per stesura del PGT. Affidamento dell'incarico per redazione della
VAS.
Esame delle proposte pervenute e elaborazione del
Documento Programmatico (Atto di Indirizzo).
Individuazione dell'Autorità procedente e
competente per la VAS.
Divulgazione del Documento
Programmatico.
FASE 1: Orientamento e
Impostazione
Definizione dello schema operativo per lo svolgimento dei processi di Piano e di VAS, mappatura delle parti
interessate e definizione delle modalità di coinvolgimento e di consultazione.
Orientamenti iniziali del PGT:
- linee programmatiche;
- indirizzi politici dell'amministrazione;
- interessi settoriali o territoriali specifici.
Incontro con parte politica.
Amministrazione comunale:
Sindaco, Giunta.
Professionisti incaricati per
estensione del Piano e
della VAS.
Identificazione dei dati e delle informazioni disponibili sul
territorio.
Verifica della presenza di Siti Rete Natura 2000
(SIC/ZPS).
Eventuale confronto con Enti e soggetti coinvolti per definire la
portata e il livello di dettaglio delle
informazioni da includere nel
Rapporto Ambientale.
Definizione del quadro conoscitivo. Divulgazione del quadro conoscitivo.
Assemblea con pubblico, parti
sociali interessate ed associazioni per
raccogliere ulteriori richieste di
carattere collettivo.
Determinazione degli obiettivi generali del PGT e dello
sviluppo atteso.
Definizione dell'Ambito di Influenza (Scoping):
- quadro pianificatorio e programmatico;
- criticità e sensibilità ambientali;
- ambito spazio-temporale del PGT (aree
potenzialmente impattate, effetti cumulativi
nel tempo).
1° Conferenza di
Valutazione
(introduttiva)
Avvio del confronto:
esposizione e discussione, sullo sfondo delle conoscenze raccolte, degli orientamenti principali del Piano, del quadro metodologico, del quadro
conoscitivo e delle informazioni da includere nel Rapporto Ambientale (Rapporto Ambientale Preliminare: Documento di Scoping) nonché delle
criticità e sensibilità emerse.
Estensori del Piano.
Estensori della VAS.
Pubblico.
Soggetti competenti in materia
ambientale.
Enti territorialmente interessati.
Altri soggetti.
FASE 2:
Elaborazione e
Redazione
Analisi di coerenza esterna tra obiettivi
generali del PGT e obiettivi del quadro
pianificatorio di riferimento.
Determinazione degli obiettivi specifici, localizzazione e
definizione degli ambiti di trasformazione.
Costruzione delle alternative (compresa l'alternativa
zero).
Stima degli effetti ambientali attesi di
ciascuna alternativa, tramite la definizione di
opportuni indicatori. Eventuale programma di tavoli
tecnici con partecipazione del
pubblico e degli Enti competenti.
Valutazione delle alternative e selezione
dell'alternativa di Piano.
Analisi di coerenza interna del PGT.
Definizione finale degli indicatori ai fini del
monitoraggio.
Eventuale confronto diretto con
ARPA, ASL e altri Enti competenti.
Studio di Incidenza delle scelte di Piano sui siti
di Rete Natura 2000, se previsto.
Redazione della proposta di Documento di Piano. Redazione della proposta di Rapporto
Ambientale (RA) e Sintesi non Tecnica.
Messa a disposizione e pubblicazione su web della proposta di Piano e del
RA per 30 giorni (più ulteriori 15, tenuto conto che le osservazioni possono
pervenire entro 45 giorni dalla pubblicazione).
Notizia all'Albo pretorio dell'avvenuta messa a disposizione e della
pubblicazione su web.
Comunicazione della messa a disposizione ai soggetti competenti in
materia ambientale e dei soggetti territorialmente interessati (o contestuale
invio del RA in formato digitale). Invio dello Studio di Incidenza all'Autorità competente in materia di SIC e
ZPS, se previsto.
2° Conferenza di
Valutazione
Valutazione della proposta di Documento di Piano e del Rapporto Ambientale,
così come integrati sulla scorta delle osservazioni pervenute.
Valutazione di Incidenza, se prevista: acquisizione del parere obbligatorio e vincolante dell'autorità preposta.
Estensori del Piano.
Estensori del
Rapporto Ambientale.
Pubblico.
Soggetti competenti in materia ambientale.
Enti territorialmente interessati.
Autorità competente
per la VAS.
Emissione, da parte dell'Autorità preposta alla valutazione ambientale (secondo gli indirizzi generali della Regione Lombardia è l'Autorità competente
d'intesa con la procedente) di un giudizio di compatibilità ambientale motivato sulla proposta di Piano e sul RA, che dovrà essere preso in
considerazione nel provvedimento di adozione / approvazione.
Predisposizione del Parere Motivato da parte dell'Autorità competente per la VAS, d'intesa con l'Autorità procedente. Divulgazione del
Parere motivato.
FASE 3:
Adozione e
Approvazione
Definizione finale del Documento di Piano.
Definizione finale del Rapporto Ambientale e
della Sintesi Non Tecnica; redazione della
Dichiarazione di Sintesi.
Adozione di:
- PGT (DdP, Piano dei Servizi e Piano delle Regole);
- Rapporto Ambientale;
- Dichiarazione di Sintesi.
Professionisti incaricati per
estensione del Piano e
della VAS.
Singoli cittadini.
Eventuali Associazioni di
categoria e di settore
(parti interessate).
ARPA (ente competente in
materia ambientale).
ASL, Provincia, comuni limitrofi
interessati dalle azioni di Piano
(autorità territorialmente
competenti).
Deposito degli atti del PGT (DdP, Piano dei Servizi e Piano delle Regole, RA e Sintesi Non Tecnica,
Dichiarazione di Sintesi, Parere Motivato) nella segreteria comunale e su web.
Trasmissione degli atti agli enti: Provincia, ARPA, ASL per verifiche ed osservazioni.
Raccolta delle osservazioni ed eventuali controdeduzioni (in presenza di nuovi elementi conoscitivi e
valutativi, l‟Autorità procedente aggiorna il DdP e il RA ed eventualmente dispone, d‟intesa con l‟Autorità
competente, la convocazione di un‟ulteriore Conferenza di Valutazione).
Verifica di compatibilità della Provincia, che valuta la compatibilità del DdP con il PTCP, entro 120 giorni dal ricevimento della relativa
documentazione, decorsi inutilmente i quali la valutazione di intende espressa favorevolmente.
Formulazione di Parere Motivato e Dichiarazione di Sintesi definitive, sulla base della controdeduzione delle eventuali osservazioni.
Approvazione del Piano con le eventuali modifiche conseguenti all'accoglimento delle osservazioni e l'eventuale adeguamento relativo a quanto ravvisato dalla Provincia.
Deposito degli atti approvati nella segreteria comunale e pubblicazione su web.
Invio a Provincia e Regione.
Pubblicazione avviso di approvazione sul BURL.
Fase 4:
Attuazione e
Gestione
Definizione attuativa del Sistema di Monitoraggio
relativo all'attuazione e gestione del PGT (indicatori
- target - soglie di attenzione - contenuti dei
feedback). Continua informazione del pubblico
e possibilità di interazione.
Attuazione delle eventuali Azioni correttive e
retroazioni.
Rapporti di monitoraggio e valutazione periodici.
Schema generale – VAS Documento di Piano – PGT piccoli comuni
(allegato 1b Deliberazione n. VIII/6420, modificato)
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
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La descrizione dettagliata delle fasi operative di cui allo schema precedente,
contestualizzata in riferimento alla VAS del Documento di Piano del PGT di
Paladina, è declinata al Documento di Scoping presentato in occasione della
prima Conferenza Introduttiva svoltasi il giorno 11 dicembre 2008, al quale si
rimanda per gli approfondimenti del caso e per la disamina dell‟Atto di Indirizzo
del Documento di Piano soggetto a VAS. Il documento di scoping altro non è che
quello che l‟indirizzo normativo regionale indica come “analisi di sostenibilità degli
orientamenti iniziali del Piano”, per la definizione appunto degli
indirizzi/orientamenti che l‟Amministrazione ha fornito per la redazione del PGT, la
definizione – allo scopo di verificare la sostenibilità di tali scelte – dell‟ambito di
influenza e delle informazioni (in termini quantitativi e qualitativi) da includere nel
presente Rapporto Ambientale. Costituisce, pertanto, il Rapporto Ambientale
Preliminare.
Nel prosieguo, dapprima si esplica la metodologia utilizzata per la strutturazione
del processo di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano
(DdP) del Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Paladina, cui segue
la presentazione dei risultati e delle analisi svolte.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
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PARTE SECONDA
6. ANALISI E VALUTAZIONE
Nello svolgimento della valutazione ambientale strategica si applica un ampio
criterio di partecipazione e consultazione, a tutela degli interessi legittimi e della
trasparenza nel processo decisionale, attuato attraverso il coinvolgimento e la
consultazione, in tutte le fasi del processo di valutazione, delle autorità “…che, per
le loro specifiche competenze ambientali, possano essere interessate agli effetti
sull‟ambiente dovuti all‟applicazione dei piani e dei programmi…” e del pubblico,
che in qualche modo risulta interessato all‟iter decisionale.
Nello schema di VAS proposto dalla Regione Lombardia, ed assunto a riferimento,
le attività di partecipazione vengono articolate durante tutte le fasi del processo:
Fase I – Orientamento e Impostazione: selezione del pubblico e delle autorità
da consultare nel processo di pianificazione;
Fase II – Elaborazione e Redazione: informazione e comunicazione ai
partecipanti;
Fase III – Adozione e Approvazione: raccolta dei contributi e delle osservazioni
dei cittadini;
Fase IV – Attuazione e Gestione: divulgazione delle informazioni sulle integrazioni
delle osservazioni dei partecipanti al processo e dei report del sistema di
monitoraggio.
Fino ad oggi si tendeva invece a concentrare la partecipazione del pubblico
unicamente nella fase di consultazione del piano, con scarse possibilità di
interazione, dipendendo l‟applicazione dei metodi di partecipazione in buona
parte dalla volontà politica dell‟organismo che sviluppava il piano stesso.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
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I soggetti coinvolti devono essere messi in grado di esprimere il proprio parere
durante ciascuna fase e di conoscere le altre opinioni, gli altri pareri espressi e la
relativa documentazione: devono pertanto essere selezionati idonei strumenti
partecipativi atti a garantire la possibilità di accesso alle informazioni di tutti i
soggetti coinvolti.
Un processo decisionale partecipato necessita di strumenti per informare i
soggetti, anche non istituzionali, interessati alla decisione e per consentirne la
comunicazione e l‟espressione dei diversi punti di vista.
Le tecniche utilizzabili a tale scopo sono molteplici e di tipologia differente. Vanno
da quelle di tipo informativo unidirezionale, quali l‟organizzazione di incontri di
presentazione pubblica, la pubblicazione su quotidiani, la predisposizione di
volantini e questionari, di siti web, ecc., a quelle di tipo comunicativo bidirezionale,
come l‟organizzazione di tavoli interistituzionali, conferenze di valutazione, ecc.
Per rendere la comunicazione realmente efficace, particolare cura dovrà essere
posta al linguaggio, utilizzando, ove possibile, termini non tecnici e di facile
comprensione anche per un pubblico non esperto.
Il ricorso ad una partecipazione attiva della cittadinanza e delle associazioni
portatrici di interessi diffusi al processo di formazione delle scelte urbanistiche, ha
visto l‟Amministrazione comunale offrire a tutte le parti sociali interessate una
concreta ed effettiva possibilità partecipativa.
Contestualmente all‟avvio del procedimento della procedura di VAS, momento
sostanziale del percorso di valutazione è stata l‟identificazione dei diversi soggetti
con specifiche competenze e funzioni, che interverranno nei differenti momenti
del percorso valutativo, prima ancora della costruzione di una struttura di dati e
informazioni relativi alla struttura del territorio, alle dinamiche sociali ed
economiche che lo interessano.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
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Autorità procedente: identificata nell‟Amministrazione comunale, nella persona
del Sindaco sig. Oscar Locatelli, in qualità di pubblica amministrazione
responsabile dell‟attivazione delle procedure di redazione e di valutazione del
Piano di Governo del Territorio del Comune di Paladina, che ha avviato il
procedimento di VAS del PGT - Documento di Piano, individuando le ulteriori figure
di riferimento per il percorso di VAS, nel seguente modo:
Autorità competente per la VAS: Geom. Monica Moroni, Responsabile del Settore
Tecnico, supportata dai professionisti incaricati, i quali hanno collaborato con
l‟Autorità procedente nonché con i soggetti competenti in materia ambientale, al
fine di curare l‟applicazione dei citati indirizzi Generali.
Soggetti competenti in materia ambientale: ASL, ARPA, Direzione regionale per i
Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, Direzione generale per i Beni
Archeologici della Lombardia, Consorzio Regionale del Parco dei Colli di
Bergamo.
Enti territorialmente interessati e soggetti con specifiche competenze in materia
ambientale: Regione, Provincia, Comuni confinanti (Almè, Almenno San
Bartolomeo, Almenno San Salvatore, Bergamo, Sorisole, Valbrembo), Consorzio di
Bonifica della Media Pianura Bergamasca, Comando Provinciale dei Vigili del
Fuoco.
Settori del pubblico interessati all’iter decisionale: le sezioni di Bergamo delle
associazioni ambientaliste riconosciute a livello nazionale (Italia Nostra, WWF,
Legambiente), le associazioni di categoria (Confederazione Nazionale Coltivatori
Diretti, Unione Provinciale Agricoltori, Confederazione Italiani Coltivatori), i cittadini,
i comitati, i gruppi di interesse socio-economico, culturale e sportivo, le istituzioni
scolastiche e culturali, le altre associazioni di cittadini o altri enti e autorità che
possono avere interesse ai sensi dell‟art. 9, comma 5, del D.lgs. n.152/2006.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
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6.1 INDIVIDUAZIONE DEL QUADRO PROGRAMMATICO DI RIFERIMENTO
Sia nella definizione del Quadro conoscitivo, sia per la valutazione della coerenza
esterna sono stati esaminati i rapporti con gli atti di Pianificazione sovracomunale
e con la Pianificazione comunale di indirizzo.
I piani e programmi cui si è fatto riferimento sono stati selezionati a partire da un
insieme assai articolato di strumenti programmatori, che a più livelli - regionale,
provinciale, comunale - dettano condizioni, indirizzi e obiettivi di sostenibilità
ambientale pertinenti il governo del territorio.
In primo luogo, si sono presi in considerazione gli atti vigenti di pianificazione
urbanistica comunali, che sono oggetto di adeguamento secondo la legge
regionale n. 12/2005. In secondo luogo, si sono identificati i piani territoriali
sovraordinati, rispetto ai quali il PGT deve conformarsi secondo specifiche
prescrizioni normative.
Secondo un approccio gerarchico, partendo dall‟analisi a scala regionale per
giungere sino al livello comunale, i principali atti esaminati sono:
Piano Territoriale Regionale (PTR);
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP);
Piano Regolatore Comunale e Atto di Indirizzo del Documento di Piano.
Nella redazione del Rapporto Ambientale si è tenuto inoltre conto delle indicazioni
fornite dal Piano d‟Azione Ambientale della Provincia di Bergamo, che, pur non
avendo un carattere cogente, contiene al suo interno gli obiettivi per lo sviluppo
sostenibile del territorio e le azioni specifiche da porre in campo per il
raggiungimento di tali obiettivi.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
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I piani sovraordinati sopra citati sono a loro volta soggetti a valutazione
ambientale strategica; è il caso del PTCP della Provincia di Bergamo e del PTR
della Regione Lombardia.
La procedura di VAS del PTR ha definito gli orientamenti di sostenibilità ambientale
discendenti da piani e programmi sovraordinati e non pertinenti il proprio ambito
d’influenza. Il PTR ha, inoltre, definito un proprio set di obiettivi di sostenibilità e
previsto strategie e azioni specifiche per promuovere il riequilibrio del territorio
regionale e lo sviluppo sostenibile.
Appare rilevante sottolineare il fatto che, data la stretta correlazione tra questi
piani e il PGT, le strategie sovralocali per la sostenibilità siano spesso la traduzione
delle previsioni di importanti piani di settore inerenti, ad esempio, la mobilità
sostenibile, il ciclo dei rifiuti, la tutela del suolo, le fonti energetiche, la qualità
dell’aria, ecc.
L’integrazione della valutazione ambientale strategica ai diversi livelli di
pianificazione territoriale definisce in tal modo un sistema unitario per il governo
sostenibile del territorio lombardo capace di declinare progressivamente alle varie
scale le indicazioni generali dei criteri di compatibilità ambientale dei piani e
programmi definiti da politiche settoriali per l’ambiente, traducendole appunto in
politiche per il territorio.
6.1.1 . Il Piano Territoriale Regionale della Lombardia (PTR)
La Regione Lombardia ha dato ufficialmente inizio al percorso di elaborazione del
Piano Territoriale Regionale (PTR) mediante la Comunicazione di Avvio del 20
dicembre 2005.
Tale percorso si avvale dell’esperienza e delle conoscenze maturate dalla
Direzione Generale Territorio e Urbanistica della Regione Lombardia nel corso degli
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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ultimi anni, concretizzate in diversi documenti a carattere propedeutico al PTR,
ovvero il Documento Programmatico (2003), il Documento delle Criticità (2005) e il
Documento Strategico (2005).
Il PTR costituisce atto fondamentale di indirizzo, agli effetti territoriali, della
programmazione di settore della Regione, nonché di orientamento della
programmazione e pianificazione territoriale dei comuni e delle province, con cui
la Regione indica gli elementi essenziali del proprio assetto territoriale e definisce i
criteri e gli indirizzi per la redazione degli atti di programmazione territoriale di
province e comuni (art. 19, L.r. n. 12/2005).
Il PTR ha natura ed effetti di piano territoriale paesaggistico; di conseguenza
persegue gli obiettivi, contiene le prescrizioni e detta gli indirizzi di cui all’art. 143
del D.lgs. del 22 gennaio 2004, n. 42 (Codice Urbani).
La Giunta Regionale ha approvato la proposta di Piano Territoriale Regionale
(D.g.r. del 16 gennaio 2008, n. 6447), che passa ora all‟esame della competente
Commissione del Consiglio Regionale e, quindi, al Consiglio stesso per la sua
formale adozione e approvazione.
L‟approvazione della Giunta Regionale rappresenta anche un importante
momento della Valutazione Ambientale che ha accompagnato la
predisposizione degli elaborati ed è finalizzata a garantire la sostenibilità delle
scelte del Piano; acquistano inoltre immediata efficacia alcuni contenuti che
costituiscono un aggiornamento del Piano Territoriale Paesistico Regionale
(vigente dal 2001), che viene assunto e aggiornato dalla proposta di PTR.
In Regione Lombardia è infatti vigente il Piano Territoriale Paesistico Regionale,
approvato con Deliberazione del consiglio regionale del 6 marzo 2001, n. 7/197,
che conserva validità ed efficacia sino all’approvazione del PTR con valenza
paesaggistica.
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La proposta di PTR recentemente approvata comprende la valutazione
ambientale del Piano. La Sintesi non Tecnica richiama l’analisi dei principali fattori
ambientali e i relativi aspetti rilevanti integrati negli obiettivi territoriali del PTR
proposto.
6.1.2 . Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale di Bergamo (PTCP)
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale è lo strumento di pianificazione
che definisce gli obiettivi di assetto e tutela del territorio provinciale, indirizza la
programmazione socio-economica della Provincia ed ha valore di piano
paesaggistico ambientale.
Il piano inoltre raccorda le politiche settoriali di competenza provinciale; indirizza e
coordina la pianificazione urbanistica dei Comuni.
È dal 1990, con la riforma delle Autonomie Locali varata dalla Legge 142, che le
Province hanno assunto funzioni di pianificazione territoriale, insieme ai Comuni e
alle Regioni. Il nuovo Testo Unico sugli Enti Locali (D.lgs. n. 267/2000) ha confermato
il ruolo e i compiti della Provincia in questo campo e ha definito le finalità e i
contenuti del Piano Territoriale di Coordinamento. In Lombardia i contenuti del
PTCP sono stati specificati prima dalla legge regionale n. 1/2000 e, più
recentemente, dalla Legge regionale per il governo del territorio n. 12/2005.
Il PTCP della Provincia di Bergamo è stato approvato con delibera del Consiglio
Provinciale n. 40 del 22 aprile 2004. Il piano ha assunto il tema dello sviluppo
sostenibile quale base dell‟azione pianificatoria. Persegue finalità di valorizzazione
paesistica, di tutela dell’ambiente, di supporto allo sviluppo economico e
all’identità culturale e sociale di ciascun ambito territoriale, di miglioramento
qualitativo del sistema insediativo e infrastrutturale.
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Il Piano è stato elaborato e approvato ai sensi della L.r. n. 1/2000 ed è pertanto in
corso il suo adeguamento alla legge regionale di governo del territorio (L.r. n.
12/2005).
Il territorio della Provincia di Bergamo, articolato nei suoi contesti ambientali e
paesistici, nelle sue risorse naturali ed economiche, nelle sue componenti
antropiche e culturali, è l’oggetto del PTCP. In rapporto a queste articolazioni e nei
confronti di ciascuna di esse si sono sviluppate tutte le riflessioni e gli
approfondimenti necessari a definire le linee strategiche poste alla base della
definizione delle scelte politiche e progettuali.
Il PTCP si propone quindi come piano strategico di area vasta che definisce il
proprio ambito progettuale sull‟intero territorio della Provincia, non senza essersi
misurato con tutte le necessarie valutazioni dei rapporti che questo territorio ha in
primis con il più vasto territorio lombardo, ma anche con il necessario riferimento
alla situazione nazionale e con il complesso dei rapporti e dei collegamenti istituiti
o da istituire con le aree dei Paesi che si affacciano sull’arco alpino, nel quadro
più complessivo dell‟Unione Europea.
Si attribuisce al PTCP una funzione di coordinamento per l‟individuazione degli
obiettivi generali relativi all’assetto ed alla tutela territoriale da svolgere:
sulla base delle proposte dei Comuni e degli altri Enti Locali;
in coerenza con gli strumenti di pianificazione e programmazione regionale.
Sulla base di tali presupposti il PTCP definisce le conseguenti politiche, misure ed
interventi da attuare di competenza provinciale. Consegue che il PTCP, sulla base
delle proposte dei Comuni e degli altri Enti Locali ed in coerenza con gli indirizzi ed
i criteri della Giunta regionale nonché con gli strumenti di pianificazione e
programmazione regionale, ha la funzione di coordinare l‟individuazione degli
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
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obiettivi generali relativi all‟assetto ed alla tutela territoriale e, in relazione a tale
individuazione, di definire le conseguenti politiche, misure ed interventi da attuare
di competenza provinciale.
Il PTCP ha assunto come obiettivo fondamentale la compatibilità tra i sistemi
ambientale, naturale e antropico da perseguire attraverso la salvaguardia, la
tutela e la valorizzazione di tutte le componenti della naturalità e dell’ambiente
che devono essere promosse in armonia con le necessarie trasformazioni del
territorio, in funzione delle necessità di sviluppo e progresso delle attività, con
attenzione alle trasformazioni del paesaggio e alla corretta gestione delle risorse.
A questo fine il PTCP si è proposto i seguenti obiettivi specifici:
1. garantire la compatibilità dei processi di trasformazione e di uso del suolo con
la necessaria salvaguardia delle risorse (in particolare della risorsa “suolo
agricolo”, che costituisce l‟elemento in genere più facilmente aggredibile);
2. individuare tutte le provvidenze necessarie per la difesa dal rischio
idrogeologico e idraulico, la tutela delle qualità dell’aria e delle acque di
superficie e sotterranee considerate pregiudiziali ad ogni intervento sia di
destinazione sia di trasformazione del suolo;
3. individuare già alla scala territoriale - e promuovere alla scala locale – la
realizzazione di un sistema di aree e ambiti di “continuità del verde” anche nella
pianura e nelle zone di più modesto pregio, con particolare attenzione agli
elementi di continuità delle preesistenze e dalle fasce già in formazione sempre
con attenzione alla varietà e alla diversità biologica;
4. tutelare il paesaggio nei suoi caratteri peculiari, promuoverne la riqualificazione
nei sistemi più degradati e promuovere la formazione di “nuovi paesaggi” ove
siano presenti elementi di segno negativo o siano previsti nuovi interventi di
trasformazione territoriale;
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5. garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali, e tutelare e
rafforzare le caratteristiche e le identità delle “culture locali”;
6. promuovere e sostenere la qualità e l’accessibilità delle “funzioni centrali
strategiche” e dare impulso alla formazione di un sistema integrato di centralità
urbane, organizzando sul territorio il sistema dei servizi, con particolare
attenzione alla sua relazione con i nodi di scambio intermodale della mobilità;
7. proporre un’attenta riflessione sulle modalità della trasformazione edilizia
(residenziale, industriale, terziaria, ecc.) la quale, pur tenendo conto delle
dinamiche socio-economiche, dovrà individuare una nuova modalità di
risposta alle esigenze insediative, evitando il perpetuarsi di alcuni indirizzi che
hanno dato risultati negativi sugli assetti territoriali complessivi e che hanno
inciso negativamente sulla qualità del paesaggio e dell’ambiente, e
proponendo invece indirizzi e modelli capaci di dare o di restituire una qualità
insediativa veramente positiva; a tal proposito, si citano le recenti “Linee guida
per il dimensionamento e l‟individuazione degli sviluppi insediativi, per la verifica
dell‟impatto ambientale e della qualificazione architettonica ed urbanistica
degli interventi di trasformazione territoriale ed edilizia”, deliberate con atto di
giunta provinciale n. 372 del 24 luglio 2008.
8. razionalizzare la distribuzione delle aree per attività produttive e dei servizi a loro
supporto, considerando come primaria anche la questione delle necessità di
recupero del consistente patrimonio dismesso e ponendo particolare attenzione
alla necessità di ridurre e controllare sia le situazioni di rischio sia quelle di
incompatibilità con altre funzioni;
9. promuovere la formazione di Piani locali per lo sviluppo sostenibile, “Agende 21
locali”, di Comunità Montane, Comuni e loro Associazioni.
Il PTCP, infine, con richiamo ad ineliminabili principi di ordine generale e con
attenzione alle acquisizioni della più recente cultura urbanistica – politica e
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
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disciplinare - nonché agli indirizzi e ai pronunciamenti degli Organismi nazionali ed
internazionali, ritiene di assumere come elemento fondante di ogni azione
decisionale e pianificatoria la scelta dello “sviluppo sostenibile”.
6.1.2.1.1 . Il Piano di Azione Ambientale della Provincia di Bergamo (PdAA)
Il Piano di Azione Ambientale nasce nell‟ambito dell‟articolato percorso svolto
dalla Provincia di Bergamo nel corso degli ultimi anni per lo sviluppo sostenibile. Il
PdAA, presentato pubblicamente in occasione del Forum provinciale del 29
giugno 2005, rappresenta un elemento fondamentale nella strategia della
Provincia per la sostenibilità poiché individua, per ogni tematica rilevante
contenuta nella Relazione sullo Stato dell’Ambiente, alcuni possibili obiettivi di
miglioramento e le azioni necessarie per il loro raggiungimento.
A differenza di altri piani di settore di competenza della Provincia, il PdAA non
costituisce un atto di pianificazione previsto dalla normativa e dotato di natura
cogente, ma rappresenta un documento di indirizzo strategico, formulato su base
volontaria e finalizzato all’individuazione di obiettivi e azioni che la Provincia si
impegna a realizzare nel corso del tempo, grazie all‟attiva collaborazione degli
altri attori istituzionali, economici e sociali bergamaschi.
Il Piano d’Azione si articola in una serie di quadri sinottici che evidenziano in forma
sintetica tutti gli elementi necessari per definire le opportune azioni di
miglioramento sulla base delle criticità emerse e degli obiettivi che si intendono
perseguire per la loro risoluzione. Di seguito si riportano criticità e obiettivi emersi in
riferimento alle diverse componenti ambientali considerate nel Piano d’Azione
Ambientale.
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Componente Criticità Obiettivo
ARIA
Inquinamento atmosferico di
fondo riferito alla concentrazione
di biossido di azoto (NO2) e di
particolato fine (PM10)
Riduzione del valore della media
annua di particolato fine
Inquinamento atmosferico di
(PM10)
Riduzione del valore della media
annua di biossido di azoto
Inquinamento atmosferico di
punta riferito al biossido di azoto
(NO2), al particolato fine (PM10) e
all‟ozono (O3)
Riduzione del numero di
superamenti delle soglie di breve
periodo per PM10
Miglioramento della conoscenza
dell‟inquinamento di punta da O3
Riduzione del numero di
superamenti delle soglie di breve
periodo per O3
ACQUA
Sfruttamento della risorsa idrica
con deficit di risorsa
Miglioramento della conoscenza
del sistema idrologico della
Provincia
Razionalizzazione dei consumi
agricoli, civili e industriali
Presenza di derivazioni che
condizionano il deflusso minimo
vitale e gli usi a valle
Garanzia del deflusso minimo
vitale dei corsi d‟acqua
Grado di qualità di alcuni corsi
d‟acqua e dell‟indice di
funzionalità fluviale nell‟area di
pianura
Miglioramento della qualità delle
acque superficiali e
raggiungimento degli obiettivi di
qualità ambientale in tutti i tratti
monitorati
Grado di qualità dell’acqua dei
Laghi di Endine e di Iseo
Miglioramento della qualità dei
laghi e raggiungimento degli
obiettivi di qualità ambientale
Qualità delle acque sotterranee in
relazione alla presenza di
fitofarmaci, solventi clorurati,
metalli tossici (Cromo VI), principi
attivi e intermedi farmaceutici
(Carbamazepina, Metronidazolo,
Dimetridazolo, ecc.)
Miglioramento della qualità delle
acque sotterranee e rispetto dei
limiti previsti dal D.M. 471/1999
Qualità della rete fognaria ed
utilizzo improprio del reticolo idrico
minore
Miglioramento della rete fognaria
Edificabilità in presenza di falda
superficiale
Considerazione delle varie
problematiche legate alla
presenza di falde superficiali nella
progettazione di opere ed edifici
Impatto ambientale sulle acque
superficiali e sotterranee generato
dai cantieri edili e dalla
realizzazione di grandi opere
pubbliche
Considerazione dell‟impatto
ambientale sul comparto acqua
generato dai cantieri edili e dalla
realizzazione di grandi opere
pubbliche
SUOLO E SOTTOSUOLO Occupazione di suolo in pianura e Riduzione del consumo del suolo
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Componente Criticità Obiettivo in collina
Presenza di attività industriali
(anche a rischio di incidente
rilevante) ed estrattive
Miglioramento dell‟integrazione
fra attività produttive e ambiente
Presenza di siti contaminati
Individuazione, bonifica e/o
messa in sicurezza dei siti
contaminati, nel rispetto dei limiti
previsti dal DM 471/1999
Utilizzo di prodotti fitosanitari
Riduzione e ottimizzazione
dell‟uso dei prodotti fitosanitari in
agricoltura
Presenza di rischio idrogeologico
Miglioramento dell‟assetto
idrogeologico del territorio e sua
progressiva messa in sicurezza
Degrado di aree marginali, di aree
prive di destinazione funzionale e
di aree abbandonate
Miglioramento della qualità del
territorio
RIFIUTI
Aumento della produzione
procapite di rifiuti urbani
Stabilizzazione e progressiva
riduzione della produzione
procapite dei rifiuti urbani
Incremento della produzione di
rifiuti speciali
Corretta individuazione dei trend
nella produzione dei rifiuti speciali
Stabilizzazione e progressiva
riduzione della produzione dei
rifiuti speciali
Non completa realizzazione delle
raccolte selettive dei rifiuti urbani
Completa attivazione delle
raccolte selettive dei rifiuti urbani
Utilizzo della discarica come
principale modalità di smaltimento
dei rifiuti speciali non pericolosi
Riduzione dell‟utilizzo della
discarica che dovrà essere
limitato allo smaltimento dei soli
rifiuti non altrimenti recuperabili
sia in forma di materia che di
energia
ENERGIA
Deficit di produzione di energia
elettrica della Provincia
Perseguimento del
soddisfacimento del fabbisogno
di energia nel quadro della più
generale pianificazione
energetica regionale, avendo
cura di garantire la sostenibilità
ambientale di eventuali nuovi
impianti, con una adeguata e
razionale ripartizione nel territorio
in accordo con le più complesse
politiche di programmazione
territoriale
Riduzione dei consumi energetici
delle attività presenti sul territorio
Attuazione di incentivi per l‟uso
razionale dell‟energia, per
l‟incremento dell‟efficienza
energetica e per la riduzione dei
consumi energetici delle attività
presenti sul territorio
Promozione di iniziative di
informazione e sensibilizzazione
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Componente Criticità Obiettivo per l‟uso razionale dell‟energia e
per la riduzione dei consumi
energetici delle attività presenti
sul territorio
Promozione delle attività di analisi
dei fabbisogni energetici (“audit
energetico”) di attività produttive
e degli interventi
economicamente sostenibili
Aumento dell‟efficienza
energetica degli edifici, dei veicoli
e degli elettrodomestici
Erogazione di contributi e
incentivi per l‟incremento
dell‟efficienza energetica
Incentivazione dell‟applicazione
di protocolli volontari per
l‟incremento dell‟efficienza
energetica
Introduzione nei regolamenti
edilizi di criteri per migliorare
l‟efficienza energetica nei nuovi
edifici e nella ristrutturazione di
quelli esistenti
Definizione di uno schema per la
certificazione energetica degli
edifici e successiva
elaborazione/applicazione
sperimentale
NATURA E BIODIVERSITÀ
Carenza di aree naturali nella
fascia di pianura Incremento della biodiversità
Sfruttamento del territorio Riduzione dello sfruttamento del
territorio
Impatto ambientale delle maggiori
infrastrutture
Riduzione al minimo dell‟impatto
ambientale lungo il corridoio
infrastrutturale
Impatto delle pratiche agricole e
zootecniche
Riduzione degli impatti ambientali
in agricoltura
Grado di estensione delle aree
naturali in città
Incremento della biodiversità
nello spazio urbano
Grado di connessione tra le aree
protette
Rafforzamento e ricostruzione
delle relazioni ecologiche e
paesistiche tra le aree protette, e
tra queste e il contesto
circostante
Costruzione della rete ecologica
come indicato dal PTCP
Grado di conoscenza degli aspetti
naturalistici del territorio
Ricognizione ed integrazione
delle conoscenze e degli studi
esistenti
Grado di consapevolezza ed
educazione in materia ambientale
Incremento della sensibilità
ecologica e della visione
sistemica dell‟ambiente,
intervenendo a tutti i livelli
RUMORE Inquinamento acustico da traffico
stradale
Rispetto dei valori limite di
emissione sonora da strade e
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Componente Criticità Obiettivo controllo emissioni acustiche dei
veicoli
Inquinamento acustico da traffico
aeroportuale
Rispetto dei valori limite di
emissione sonora da aeroporti
Inquinamento acustico in ambito
urbano
Limitazione dell‟inquinamento
acustico nelle aree residenziali
Grado di conoscenza in merito
all’esposizione della popolazione al
rumore da traffico
Attuazione di interventi locali
finalizzati alla conoscenza in
merito all‟esposizione della
popolazione al rumore da traffico
Grado di conoscenza del rumore
generato da traffico ferroviario e
da attività produttive
Creazione di una rete di
monitoraggio del rumore
ferroviario e delle attività
produttive
CAMPI ELETTROMAGNETICI Grado di conoscenza
dell‟esposizione della popolazione
ai campi elettromagnetici
Incremento della conoscenza
dell‟esposizione della
popolazione ai campi ELF nelle
situazioni maggiormente critiche
RADIAZIONI IONIZZANTI Livello di esposizione a radon
Approfondimento della
conoscenza dell‟esposizione
della popolazione al radon
Incremento della
consapevolezza della
popolazione in merito ai rischi
connessi con l‟esposizione a
radon
MOBILITÀ SOSTENIBILE
Attuazione di interventi finalizzati
alla promozione di una mobilità
urbana sostenibile
Modificazione dei percorsi casa –
scuola
Promozione di interventi finalizzati
alla moderazione del traffico
stradale
Diffusione della realizzazione di
isole pedonali e zone trenta in
ambito urbano
Realizzazione di interventi per
favorire la mobilità ciclopedonale
in ambito urbano
Realizzazione parcheggi di
interscambio e di prossimità
Promozione del Mobility
Management d‟area
Sostegno alle iniziative
intercomunali per la definizione di
piani dei tempi e degli orari
Promozione dell‟uso della
bicicletta come mezzo di trasporto
alternativo
Aggiornamento del Piano
provinciale delle piste ciclabili
Realizzazione di accordi con i
Comuni per finanziare la
realizzazione di piste ciclabili
Promozione dell‟uso del Trasporto
Pubblico Locale
Integrazione e agevolazione
tariffaria
Ottimizzazione dei percorsi, delle
coincidenze e degli orari
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Componente Criticità Obiettivo Realizzazione di aree di
interscambio e integrazione con il
trasporto ferroviario
Promozione del trasporto
ferroviario di persone e merci (in
particolare le merci pericolose)
Miglioramento della qualità del
servizio e dell‟informazione
all‟utenza
Costituzione dell‟Agenzia per la
mobilità
Programmazione di interventi
infrastrutturali per il
potenziamento del TPL
Promozione di nuove forme di
trasporto collettivo (car sharing,
taxi collettivo, bus a chiamata)
Riduzione e prevenzione della
domanda di mobilità
Incentivazione all‟attivazione di
programmi di telelavoro
Definizione di criteri per la
localizzazione dei poli generatori
di traffico e la concentrazione
dei servizi lungo le direttrici del
trasporto pubblico
Valutazione preventiva degli
strumenti di pianificazione del
territorio
Riduzione dei fattori di rischio
nell‟uso delle strutture viarie
Estensione della comunicazione
e informazione alle diverse fasce
di popolazione sui
comportamenti corretti
Attuazione degli indirizzi esistenti
sulle forme di vigilanza
Sostegno alla programmazione di
iniziative di coinvolgimento,
partecipazione e animazione
della comunità locale
Definizione di percorsi protetti per
le merci pericolose
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6.1.3 . Il Piano Regolatore Generale e l’Atto di Indirizzo del PGT
L‟ultima variante al Piano Regolatore Generale è stata approvata con
deliberazione consigliare n. 22 in data 20 settembre 2001.
Il PRG vigente ha gettato le basi per la predisposizione del redigendo PGT
comunale il cui Atto di Indirizzo, redatto dallo studio degli Architetti Cortinovis e
Lameri con Architetto Dario Frigoli, è integralmente riportato qui di seguito.
“.. Lo studio e la ricerca degli elementi fondativi si basa innanzitutto sulla comparazione tra la
situazione attuale e altre soglie storiche, in particolare la soglia storica del 1810, ritenuta
significativa per la ricchezza degli elementi conoscitivi forniti dal catasto con il disegno e la
descrizione del territorio comunale.
I documenti ottocenteschi del censimento costituiscono i primi strumenti di portata eccezionale
per lo studio del territorio di Paladina, in quanto permettono di ricostruire, pezzo per pezzo, il volto
naturale, agrario, edilizio, sociale ed umano di ogni porzione del territorio, di restituire anche
graficamente e visivamente le strutture e le caratteristiche degli spazi antropizzati, di cogliere e
meglio interpretare i paesaggi naturali ed antropici attuali.
Il catasto geometrico particellare del 1810 (i fogli di Paladina e Breno al Brembo, entrambi del
Dipartimento del Serio) consente di cogliere le motivazioni dei primi insediamenti e di ricostruire le
permanenze e le trasformazioni succedute ad oggi, quando sulla scorta del rilievo
aerofotogrammetrico e di indagini dettagliate ed interdisciplinari sul campo è reso possibile una
sorta di nuovo censimento.
Gli elaborati raccontano, descrivono e interpretano i fenomeni naturali e antropici, comparandoli
alle due soglie storiche. Cercano di cogliere le connessioni e le contraddizioni dello sviluppo, in
modo che sia possibile fondare le scelte di Piano a partire dalle vicende storiche del territorio.
Innanzitutto si evidenzia che il comune di Paladina è costituito da un territorio storicamente
caratterizzato da due nuclei storici con peculiarità distinte:
- Paladina, capoluogo in virtù dell‟accorpamento dei due comuni avvenuto nel 1929, presenta un
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nucleo con edifici a corte aperta, disposti prevalentemente in successione lineare con
orientamento nord-sud. Interessante il rapporto con le strade: gli edifici a corte sono sempre
sistemati in corrispondenza degli incroci, a sottolineare l‟importanza dei luoghi dove convergono
diverse direzioni territoriali e di organizzazione dei campi coltivati. Il torrente Quisa risulta essere un
importante tracciato che, insieme con la strada che collega a nord con il territorio di Almè e a sud
con quello di Ossanesga (ora frazione di Valbrembo), incide profondamente nell‟organizzazione
delle trame della campagna e si propone come spina tra le case costruite lungo la via
d‟Ossanega e il nucleo minore edificato sulla via di Breno.
Figura 1 - Catasto di Paladina, Dipartimento del Serio, 1810
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- Sombreno, riconoscibile per la compattezza del proprio centro storico, è imperniato sulla piazza
centrale (ora Piazza Locatelli) su cui insiste il vecchio Castello, già sede del Comune. Riscontrabili
anche in questo centro gli edifici con corte aperta verso la campagna, si riconoscono però qui
alcune costruzioni che emergono per dimensione e qualità architettonica: la settecentesca villa
Moroni - Maccari inserita nella cortina edilizia della sinuosa via strutturante il nucleo; l‟ottocentesca
villa Pesenti - Agliardi, edificata, reinterpretando un edificio preesistente, su progetto dell‟architetto
austriaco Leopoldo Pollack, non separabile dal notevole parco, qualificato per alcune architetture
minori, il disegno dei percorsi e le alberature storiche; l‟ex Castello, già citato, edificio con
importante corte chiusa trapezoidale; il complesso della Parrocchiale dei SS. Fermo e Rustico
situato ai margini meridionali del nucleo e, fuori dal centro in posizione dominante sul colle di
Sombreno, il Santuario della Beata Vergine, reinterpretazione delle costruzioni per il sistema
difensivo che era organizzato sui rilievi del territorio che va da Bergamo verso le valli Brembana,
Imagna, e San Martino.
Figura 2 - Catasto di Breno al Brembo, Dipartimento del Serio, 1810
I rilievi topografici redatti restituiscono bene le peculiarità morfologiche del territorio comunale e le
relazioni fondamentali che elementi naturali e antropici hanno, nel corso del tempo, instaurato e
favorito tra Paladina e l‟ambito circostante.
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Innanzitutto la presenza di corsi d‟acqua:
- il fiume Brembo, limite naturale occidentale del comune, pone Paladina inevitabilmente in
rapporto con la Valle Brembana che proprio in questo punto tende ad allargarsi e a dividersi tra le
direttrici verso il capoluogo (e quindi Sorisole e Ponteranica) e verso la piana che arriva a Dalmine
e prosegue verso il capoluogo lombardo;
- il torrente Quisa, con i suoi affluenti provenienti dal versante meridionale dei rilievi conclusi dal
Canto Alto, importante elemento che mette in relazione diversi paesaggi presenti a livello
sovracomunale (Valle Brembana, bordo tra collina e piana coltivata, piana di Val Breno, centri
storici di Paladina, Ossanesga, Scano al Brembo, Ponte San Pietro) e alla scala del territorio di
Paladina (limite dei boschi sul versante settentrionale del Colle di Sombreno, piana della Val Breno,
aree residenziali e per servizi, infrastrutture).
- il Canale Legler, manufatto della seconda metà dell‟Ottocento che di fatto ricalca il tracciato
della preesistente seriola Pesenti posta alla base della “frattura” morfologica costituita dalla ripa
che separa la piana dalla depressione dell‟alveo del Brembo e delle sue pertinenze. Il Canale,
come prima storicamente la seriola, è occasione di insediamento di costruzioni di carattere
tecnologico di vario genere (centrale idroelettrica, chiuse per le derivazioni irrigue, ponti, lavatoi,
mulini). Legato al mondo della produzione e, appunto, della tecnologia, è da intendere come
elemento declinabile anche nei suoi aspetti, culturali, paesaggistici, ambientali, ecologici.
Poi, non secondi per importanza, i caratteri morfologici ed orografici:
- il sistema dei Colli di Bergamo, che qui si conclude a nord-ovest con il Colle di Sombreno,
rimarcato dal Santuario prima citato che insiste sulla sua cima. Spartiacque delle due direzioni in
cui si divide la Valle Brembana, il colle è caratterizzato da versanti ricoperti con boschi di varie
essenze (con presenze prevalenti di castagneti -non a caso il toponimo della Madonna della
Castagna- querceti, carpineti, più recenti robinieti ecc.), dall‟orlatura nel versante settentrionale
costituita dal torrente Quisa, da una serie di percorsi storici, sia sul crinale, sia in costa, che mettono
in relazione diretta con il centro antico della Città Alta. Alla base dei versanti meridionali, al limite
della piana coltivata, è presente una serie di colture, quali vigneti e frutteti, insieme con aree
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attrezzate per attività vivaistiche. La particolarità di questa emergenza naturale e paesaggistica è
valorizzata e riconosciuta come bene pubblico da uno specifico decreto (D.M. 29 marzo 1967).
- la piana della Val Breno, area prevalentemente pianeggiante che ha il suo vertice
settentrionale alla strettoia dell‟imbocco della Valle Brembana (comuni di Almè, Villa d‟Almè,
Almenno) e si allarga fino al limite inferiore costituito dalla strada Briantea che da Bergamo porta a
Lecco. Fa da contraltare all‟Agro di Almenno posto sulla sponda destra del Brembo. Attraversata
dalle diverse vie di comunicazione presenta ancora porzioni significative di aree destinate alla
produzione agricola, soprattutto, all‟interno del comune, nella parte di Sombreno. Una particolare
rilevanza assume la relazione tra il sistema dei percorsi e l‟orditura poderale (determinata anche
dal “tiro del cavallo”), nei rapporti che intercorrono fra l‟orientamento, la densità e lo svolgimento
dei percorsi, l‟esposizione, la dimensione ed il contorno dei poderi, l‟insolazione, la densità e la
forma degli insediamenti.
- la scarpata o ripa che organizza il dislivello tra il piano su cui insistono i centri di Paladina e
Sombreno e l‟alveo del fiume Brembo e le sue pertinenze. Cesura geo-morfologica significativa ha
una valenza paesaggistica di notevole interesse. Essenzialmente boscata è attraversata da alcune
vie che collegano la frazione capoluogo con quella delle Ghiaie di più recente formazione. Orlata
al livello inferiore dal Canale Legler è nella gran parte libera da costruzioni.
- l‟alveo del fiume Brembo e la frazione delle Ghiaie. Il livello orograficamente inferiore del
comune è interessato dalla compresenza dell‟area a più elevata naturalità con la zona di relativa
recente espansione delle Ghiaie. Quest‟ultima, organizzata come una sorta di “colonizzazione”
edilizia del territorio avvenuta negli anni ‟50 e ‟60 del secolo scorso, riprende in gran parte la
struttura particellare descritta nell‟elaborato del Catasto del 1810: lotti stretti e allungati con
direzione prevalente parallela al fiume.
Infine le infrastrutture:
- i tracciati storici riportati dai documenti catastali evidenziano la forte relazione tra strade,
orografia, edifici. Ne sono la riprova la posizione degli edifici in corrispondenza degli incroci delle
strade, i percorsi pedecollinari alla base dei pendii del Colle di Sombreno, le sinuosità occorrenti
per superare il dislivello della ripa tra Paladina e le Ghiaie, l‟orientamento prevalente nord-sud delle
strade principali organizzate tra il fiume e i colli. Il fascio di strade che arriva da sud (partendo da
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est: la via pedecollinare, la via che dalla Madonna del Bosco e dal Pascolo dei Tedeschi arriva al
nucleo di Sombreno, le vie da Scano e da Ossanesga e, infine, la strada che corre parallela al
livello dell‟alveo del fiume) si stringe all‟imbocco della valle all‟altezza di Almè/Almenno. I
collegamenti est-ovest funzionano a due scale: in primo luogo quelli minori che collegano le
“parti” del comune, come ad esempio le Vie di Breno che univano e uniscono i nuclei di Paladina
e Sombreno, dall‟altra quelli che, grazie ai ponti sul Brembo, agiscono alla scala sovracomunale e
territoriale in generale. Storicamente presenti i ponti di Ponte San Pietro, Briolo (si veda il tracciato
rettilineo che taglia la Piana della Val Breno dal Pascolo dei Tedeschi a Briolo passando da Scano
al Brembo), Lemine (Ponte della Regina, demolito alla fine del XV secolo, convogliava le strade
provenienti da Paladina e Sombreno incrociatesi con la direttrice da Almè), Almenno San
Salvatore, in prossimità della strozzatura della Valle Brembana.
- i percorsi moderni evidenziano spesso, invece, la prevalenza delle ragioni prettamente
funzionali: attenti al mero collegamento tra due punti non si preoccupano delle conseguenze che
il loro andamento (molte volte indifferente alle caratteristiche e alla morfologia dei luoghi) e la
tipologia che propongono (strade per scorrimento veloce con sezioni troppo semplici ed
inadeguate) comportano per i territori attraversati. È il caso della strada provinciale 153 che
collega Villa d‟Almè con Dalmine costruita nei decenni scorsi (‟60 e ‟70): al di là dei benefici portati
in termini di soluzione a problemi di traffico, questa infrastruttura sovracomunale ha comportato un
inasprimento dei problemi di collegamento tra i due storici nuclei comunali.
Alla scala delle relazioni interne ai confini amministrativi, è soprattutto Paladina che ha visto lo
sviluppo di alcune strade che hanno contribuito al completamento di trama e ordito della struttura
urbana. Le frazioni di Sombreno e delle Ghiaie, data la loro conformazione più costretta dalle
situazioni orografiche, hanno sostanzialmente confermato i tracciati preesistenti.
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Figura 3 - Territorio di Bergamo, Pietro Redolfi, 1718
Figura 4 - Carta topografica del Bergamasco, Vincenzo Formaleoni, 1777
In sintesi si può quindi affermare che la distribuzione degli insediamenti nel territorio comunale è
indissolubilmente legata alla formazione del sistema di percorrimento ed il rapporto che i percorsi
stabiliscono con la struttura oro–idrografica concorre a determinare la conformazione dei tipi edilizi
ed insediativi.
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Lo studio dei percorsi, che tiene conto della loro evoluzione nel tempo, consente di valutare le
tipologie degli insediamenti, di cogliere le relazioni che esistono tra percorsi e dati geomorfologici,
tra interventi verso gli spazi aperti e quelli verso spazi pubblici (strada, piazza, corso d‟acqua,...),
che comportano modifiche della struttura fisica e l‟adeguamento del tipo edilizio.
Le tavole catastali descrivono la relazione tra il territorio e i corsi d‟acqua, la tessitura dei campi,
l‟edificato, le strade, le piazze e gli edifici pubblici e forniscono elementi importanti alle regole per
la progettazione del piano.
Il catasto consente di leggere il paesaggio ottocentesco dei nuclei di Paladina e di Sombreno, il
paesaggio arboreo, quello arbustivo e quello erbaceo, di cogliere gli elementi di permanenza e
quelli di trasformazione rispetto alla situazione attuale e di assumere scelte storicamente fondate.
La particolare situazione orografica, l‟orditura ed il modulo poderale sono i valori fondamentali che
restano come termini dialettici del processo economico strutturale del territorio, quelli che
fisicamente e funzionalmente incidono e persistono ad incidere sulla struttura fisica del suolo.
In quanto struttura intessuta nella compagine fisica e nella modulazione umana del suolo, il tessuto
agrario e la parcellazione restano le basi dei processi trasformativi del territorio comunale, non solo
di quelli agrari, ma anche di quelli diretti a fini diversi.
Il regime produttivo ed economico instaura stretti rapporti di interdipendenza fra tipo, modulo e
serialità dell‟orditura poderale e la conformazione degli insediamenti: il tipo di coltura determina la
ripartizione modulare dei poderi e questi fattori insieme condizionano la distribuzione degli edifici –
isolata o aggregata–, la scelta delle località insediative di Paladina e di Sombreno, la ripartizione
delle singole parti costitutive (rustici, abitazioni, edifici religiosi, vie,…), la densità edilizia,... e
concorrono a definire l‟area di pertinenza minima dell‟insediamento e del singolo edificio.
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Figura 5 – Studi per il PGT di Paladina, Elaborato analitico: l’acqua, i rilievi, la piana, i ponti nel contesto territoriale
Lo sviluppo urbanistico, edilizio, produttivo, dei servizi e sociale in generale, ha determinato un
territorio comunale che vede come fortemente prevalente la caratterizzazione residenziale.
Dal punto di vista strettamente edilizio sono riscontrabili alcune distinzioni tipologiche tra le tre
frazioni di Paladina, Sombreno e delle Ghiaie.
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Figura 6 – Studi per il PGT di Paladina, Elaborato analitico: il rapporto tra nuclei storici ed espansione edilizia nel contesto territoriale
Paladina si presenta con isolati abbastanza densi costituiti da costruzioni generalmente di 2-3 piani,
solitamente organizzati senza uno specifico disegno urbanistico se non quello del completamento
(edilizia di “aggiunta”). In altri casi, invece, sono state edificate zone definite da piani attuativi,
come per la riconversione residenziale della ex cementeria Mazzoleni verso il comune di Almè o,
nel comparto a sud, per il quartiere tra la via Ossanesga e via Paglia (edilizia di “addizione”).
Ormai tutta l‟area compresa, verso est, dalla strada provinciale Villa d‟Almè-Dalmine e, verso
ovest, dalla ripa che separa dall‟alveo fluviale, è sostanzialmente edificata: rimangono escluse le
zone sedi di servizi -aree verdi- e qualche pertinenza privata ancora utilizzata ad orto.
Sombreno rimane per la maggior parte del suo territorio inedificata: le costruzioni sono distribuite
quasi totalmente sulla pianura ma non sulla porzione dell‟area coltivata, ancora considerevole sia
in termini di qualità paesaggistica, sia di pura quantità. L‟area agricola è attraversata dalla via per
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Bergamo, strada da cui dipartono i percorsi che strutturano questa porzione della Val Breno fino a
fondersi nei versanti dei colli (Madonna del Bosco, Pascolo dei Tedeschi, Fontana, Madonna della
Castagna, Colle di Sombreno).
Gli ultimi decenni sono stati comunque teatro di un‟attività edilizia che ha interessato la lingua
settentrionale della frazione, caratterizzata da edilizia artigianale e commerciale in forte relazione
con la strada collegante Villa d‟Almè a Dalmine, e teso a “circondare” il nucleo storico con
interventi residenziali.
Anche nel caso di Sombreno la tipologia residenziale si caratterizza con edifici di altezza limitata (2-
3 piani).
La frazione delle Ghiaie presenta differenze più marcate dagli altri due contesti citati: priva di un
nucleo storico (fino alla metà del secolo scorso sono presenti solo poche case isolate) si è
sviluppata nel secondo dopoguerra con edilizia più rarefatta, quasi da autocostruzione, molto
riferita ai lotti stretti e allungati riscontrabili nelle carte catastali. Gli edifici, piccoli blocchi raramente
accorpati tra loro, sono disposti in prossimità delle strade o del Canale Legler. La parte
settentrionale è interessata da aree con funzioni artigianali di recente costituzione.
Tramite l‟analisi dei servizi e una ricognizione puntuale e ordinata del tipo e del livello di servizi, le
indagini, gli studi e le elaborazioni effettuate hanno consentito di conoscere lo stato dei servizi, la
tipologia, il grado di fruibilità e di accessibilità.
La dotazione di servizi risulta sufficientemente articolata, in decisa espansione negli ultimi periodi
amministrativi dopo le difficoltà riscontrate a causa delle vicende che hanno visto contrapposte
l‟Amministrazione comunale da un lato e la cementeria Mazzoleni dall‟altro, con conseguente
commissariamento della prima.
Tutti i quartieri e le varie tipologie di insediamento risultano dotate di urbanizzazioni primarie, quali
rete fognaria (divisa in acque meteoriche e acque nere, queste ultime recapitate al depuratore
consortile di Valbrembo), di distribuzione dell‟acqua, dell‟energia elettrica, del gas e del telefono.
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La frazione delle Ghiaie denuncia però difficoltà nello smaltimento delle acque meteoriche nel
corso dei sempre più frequenti temporali, i quali evidenziano le criticità della rete di raccolta.
Le strade di servizio agli isolati e ai quartieri sono adeguate e dotate di illuminazione pubblica.
Nello specifico i servizi secondari sono articolati in attrezzature scolastiche, attrezzature di interesse
comune, edifici di culto e per servizi religiosi, verde pubblico e parcheggi.
Le attrezzature scolastiche comprendono il recente asilo nido del nuovo centro polifunzionale
(area ex cementeria Mazzoleni); la scuola elementare collocata in area centrale, facilmente
accessibile; la scuola secondaria di primo grado (media inferiore, con la costruenda palestra
relativa) al limite meridionale, confinante con la frazione di Ossanesga del comune di Valbrembo
con il quale la si condivide nell‟uso e nella gestione.
Le attrezzature di interesse comune sono costituite da municipio, ufficio postale, centri ricreativi
oratoriali delle parrocchie di Paladina e di Sombreno, centro polifunzionale con sala civica,
biblioteca e asilo nido, sala associativa, ricreazione per bimbi fino a tre anni, sede degli Alpini. Tutte
queste attrezzature sono facilmente accessibili da parte dei cittadini.
Gli edifici di culto e per servizi religiosi comprendono la parrocchiale di Paladina, la chiesetta di San
Rocco, la parrocchiale di Sombreno, il Santuario della Beata Vergine, la Cappella dei Morti degli
Spiazzi, gli oratori delle due parrocchie.
Il verde pubblico è distribuito abbastanza organicamente per quanto riguarda il territorio di
Paladina, più scarso a Sombreno dove però c‟è l‟ampia compensazione del sistema dei colli e
della contiguità dello spazio pubblico alla Madonna della Castagna, quasi inesistente alle Ghiaie,
anche qui però compensato sia dalla fascia boscata limitrofa al Canale Legler, sia dalla presenza
del paesaggio fluviale. È attualmente in corso di realizzazione un giardino pubblico legato ad un
Piano Attuativo residenziale.
I parcheggi sono diffusi in modo articolato sul territorio comunale, ai margini delle strade e nei vari
quartieri. La frazione delle Ghiaie risulta, anche in questo caso, la meno fornita.
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Nel centro sportivo comunale, completo di spogliatoi, servizi igienici e bar, si possono praticare
sport quali il calcio, il tennis, pallavolo e pallacanestro, le bocce.
Alcune residenze di proprietà comunale (E.R.P., edilizia residenziale pubblica) occupate da nuclei
deboli (anziani soli, famiglie a basso reddito, famiglie sfollate in seguito alla frana del 1964)
completano le dotazioni immobiliari di proprietà pubblica.
Le piazze e gli spazi pavimentati, ad esclusione della Piazza Italia a Paladina organizzata negli anni
Novanta, non restituiscono una qualità funzionale e architettonica significativa.
Il grado di fruibilità e di accessibilità dei servizi secondari può comunque ritenersi accettabile ma
sicuramente e necessariamente migliorabile in alcuni particolari aspetti.
Più in specifico, la localizzazione dei servizi evidenzia una sorta di spina dorsale delle aree e delle
dotazioni sistemata in Paladina, compresa tra il percorso storico delle attuali vie Libertà/Ossanesga
e quello più recente della via degli Alpini/2 giugno/papa Giovanni XXIII, strade parallele con
orientamento nord-sud.
Sulla piazza Vittorio Veneto, un rettangolo orientato perpendicolarmente agli assi di cui sopra,
affacciano il Palazzo Comunale, con gli uffici amministrativi, e la chiesa parrocchiale di
Sant‟Alessandro. Più a sud è organizzata tutta la parte relativa agli impianti sportivi, alcune aree a
giardino pubblico, il cimitero -collocato all‟interno di una adeguata area di rispetto-, le scuole
secondarie di primo grado (utilizzate anche dal comune di Valbrembo) con la costruenda
palestra; verso nord si trovano invece le scuole materna ed elementare, giardini pubblici e il nuovo
complesso polifunzionale costruito in occasione dell‟edificazione del Piano di Lottizzazione
cosiddetto del Parco Molino, sull‟area della ex cementeria Mazzoleni, che comprende la
biblioteca, un asilo nido e la nuova sala del consiglio comunale.
Il reticolo ciclopedonale non risulta particolarmente diffuso ma è stato negli ultimi anni
implementato con la realizzazione del sottopasso che collega Paladina e Sombreno all‟altezza del
percorso storico della via di Breno (ora via Monte Grappa e via del Colletto) e con i tracciati della
parte nord e ovest del territorio, pensati anche in funzione delle relazioni con i paesi che
condividono la sponda fluviale. Nella zona di Sombreno sono utilizzabili i percorsi protetti verso la
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Madonna della Castagna e sulla via che costeggia il torrente Quisa, al piede del versante
settentrionale del colle di Sombreno, via che mette in relazione con le piste che portano al
capoluogo dalla parte di Petosino e Ponteranica.
L‟idea di Piano si basa sulla valorizzazione e sulla qualificazione del paesaggio di Paladina e di tutti
gli ambienti che lo determinano e che costituiscono il suo patrimonio, la sua risorsa ed i motivi della
sua antropizzazione, che deve rafforzare la sua identità con processi di qualificazione.
In linea di massima il PGT prevederà una riqualificazione territoriale dove la messa a sistema dei
servizi sarà una delle linee guida dell‟intervento. In questo quadro non si inscrivono aree di
trasformazione, dove prevedere, ai sensi della LR 12/2005, importanti quantità per lo sviluppo
edilizio.
Il mantenimento e la valorizzazione degli elementi caratterizzanti e delle differenze individuate sia
dal punto di vista più “naturale” oro-morfologico (sistema dei Colli, piana agricola della Val Breno,
torrente Quisa, ripa boscata e Canale Legler, alveo e fiume Brembo), sia da quello prettamente
antropizzato (nuclei storici, contesti residenziali di Paladina, di Sombreno e delle Ghiaie, reticolo
infrastrutturale, aree artigianali e commerciali sull‟asta della strada provinciale 153 Villa d‟Almé-
Dalmine) è un obiettivo che il PGT pensa di perseguire all‟interno del quadro sovracomunale, il
quale struttura le linee strategiche e gli obiettivi in un contesto più ampio e individua alcune
questioni strategicamente rivelanti come, per esempio, la previsione della realizzazione della
variante alla S.P. 153 che declasserà di fatto il tratto della stessa che attraversa il territorio
comunale o, sempre in tema di infrastrutture, il ripristino della linea tranviaria della valle Brembana
o ancora, all‟interno della tematica ricreativa, la messa in opera delle indicazioni del Piano
settoriale per il Tempo Libero del Consorzio del Parco dei Colli.
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Figura 7 – Studi per il PGT di Paladina, Elaborato interpretativo: le qualità territoriali comunali
Sulla base di quanto appena ricordato il PGT svilupperà temi programmatici che, sottintendendo
la concertazione di diversi attori e l‟uso di strumenti programmatori e attuativi articolati, porteranno
ad incidere sulle diverse parti del territorio, concepito come insieme di elementi areali, elementi
puntuali e elementi lineari quali:
le aree ad elevata naturalità (fiume Brembo e suo alveo, sistema dei Colli, piana della Val
Breno, torrente Quisa, ripa boscata)
gli insediamenti (centri storici di Paladina e di Sombreno, aree di recente urbanizzazione, i
servizi)
le infrastrutture (reticolo storico, viabilità minore, strada provinciale S.P.153, previsioni a scala
sovracomunale)
Di ogni parte di territorio vengono espresse ambito per ambito le linee strategiche e gli obiettivi.
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Le aree ad elevata naturalità
Gli spazi aperti verdi che sono caratteristica dei luoghi naturali nei pressi del fiume Brembo, sui
boschi dei Colli di Bergamo, nella piana agricola della Val Breno, complementari al procedere del
torrente Quisa, ripidi nella “frattura” oro-morfologica sottolineata dal tracciato del Canale Legler,
insieme con quelli più organizzati del verde pubblico urbano e sportivo in genere, sono un
patrimonio da preservare, consegnare il più intatto possibile alle future generazioni, finalizzare ad
una fruizione pubblica sia dal punto di vista prettamente funzionale (aree giochi, campi sportivi,
percorsi nella natura con piste ciclopedonali, aree di ristoro e ricreazione...), sia per quanto
riguarda gli alti valori simbolici, culturali, produttivi, economici, paesaggistici, ambientali ed
ecologici che queste aree continuano a tramandare (Santuario di Sombreno, boschi, roccoli per la
caccia, organizzazione poderale, coltivazioni, fossi irrigui, panorami, qualità dell‟aria, presenza e
qualità dell‟acqua, varietà delle specie arboree, centrale idroelettrica, mulini, lavatoi...).
In queste aree si gioca più che altrove la possibilità di instaurare relazioni positive a diverse scale:
internamente al territorio comunale, tra le singole frazioni o tra parti distinte e distinguibili, ma
anche alla scala territoriale con i comuni della sponda del Brembo (Almè, Villa d‟Almè,
Valbrembo, Mozzo, Ponte San Pietro...), con quelli della sponda destra (Almenno San Salvatore e
San Bartolomeo, Brembate Sopra...) e, infine, con la bassa Valle Brembana (Sorisole, Ponteranica)
fino alla città capoluogo.
Una forma semplice e efficace di governo (agenzia, forum di concertazione, sportello unico,...)
promuove attività di tutela e di valorizzazione, investimenti ecocompatibili, raccoglie risorse
(programma Leader dell‟Unione Europea,...), promuove progetti, qualifica il tessuto su cui insistono
le varie attività umane,...
L‟idea di Piano per la promozione degli interventi di salvaguardia e di valorizzazione degli spazi
aperti naturalistici e agrari si fonda sulla partnership con il privato –non solo con l‟imprenditore
agricolo–, che tramite incentivi economici diviene „attore di presidio ambientale‟ e „attore di
attività di governo e di gestione dello spazio rurale‟.
A - L‟area dell‟alveo e del fiume Brembo
Linee strategiche e obiettivi:
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conservazione delle caratteristiche ecologiche;
mantenimento e potenziamento degli ambiti vegetati con funzione protettiva e estetico
ambientale;
formazione di modalità di accesso per il godimento del paesaggio fluviale;
verifica dell‟ipotesi di formazione di passerelle ciclopedonali con la sponda opposta del fiume;
valorizzazione e potenziamento della rete dei percorsi minori;
organizzazione di aree per attività ricreative e sportive;
coinvolgimento nelle attività ricreative delle entità significative poste a valle quali la pista del
volo a vela e il Parco faunistico delle Cornelle di Valbrembo;
mantenimento di usi a attività agricole anche mediante integrazioni con le occasioni di offerta
ambientale, quali l‟ospitalità e le attività agrituristiche, e di offerta di servizi ambientali e
ricreativi;
valorizzazione della flora e della fauna.
B - L’area del Colle di Sombreno nel Parco dei Colli di Bergamo
Linee strategiche e obiettivi:
conservazione delle caratteristiche ecologiche;
mantenimento e potenziamento degli ambiti vegetati con funzione protettiva e estetico
ambientale;
mantenimento, valorizzazione e potenziamento dei percorsi minori (sentieri, piste ciclopedonali,
mulattiere...);
restauro e valorizzazione dei segni culturali dell‟uso dei boschi, dei versanti e delle radure
(coltivazioni, terrazzamenti, roccoli di caccia...);
programmazione di iniziative culturali, musicali, ricreative al Santuario di Sombreno;
realizzazione, in accordo con il Consorzio del Parco dei Colli, dei progetti per gli ambiti di
Sombreno e di Madonna della Castagna previsti nel Piano di settore per il Tempo Libero;
organizzazione di eventi ricreativi e sportivi (corsi e gare di orienteering, passeggiate, iniziative
con bambini e con le scuole del territorio...);
valorizzazione della flora e della fauna.
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C - La piana agricola della Val Breno
Linee strategiche e obiettivi:
mantenimento di usi a attività agricole anche mediante integrazioni con le occasioni di offerta
ambientale, quali l‟ospitalità e le attività agrituristiche, e di offerta di servizi ambientali e
ricreativi;
riduzione dei fenomeni di competizione tra gli usi agricoli e residenziali, in modo da favorire la
permanenza di spazi aperti e la vitalità delle imprese agrarie;
controllo ambientale dei processi produttivi agricoli ed incentivazione delle produzioni
ecocompatibili;
mantenimento e valorizzazione delle opere di sistemazione idraulico–agraria;
tutela dell‟equilibrio ecologico e valorizzazione delle caratteristiche geologiche, morfologiche e
idrogeologiche;
miglioramento della composizione strutturale e floristica dei soprassuoli a funzione
paesaggistica;
valorizzazione dei beni storici e testimoniali connessi all‟uso delle risorse agricole;
riqualificazione e riprogettazione ambientale dei siti degradati;
divieto di escavazione.
D - Il torrente Quisa
Linee strategiche e obiettivi:
valorizzazione del ruolo del corso d‟acqua come tracciato insieme naturale e storico;
che attraversa e unisce le differenti situazioni paesaggistiche presenti nel territorio comunale
(area pedecollinare naturalistica del versante nord del Colle di Sombreno; infrastrutture storiche
-via Roma- e contemporanee -strada Villa d‟Almè/Dalmine; abitato e nucleo storico di
Paladina; area degli impianti sportivi comunali);
miglioramento delle caratteristiche ecologiche;
collegamento con aree verdi contigue o nelle vicinanze del passaggio del torrente;
rivalutazione, dove possibile, del tracciato al fine di realizzare tratti di percorsi protetti ad uso
delle fasce deboli (bambini, anziani);
sistemazione e rinaturalizzazione degli argini;
recupero dei segni dell‟uso passato del canale (lavatoi...)
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valorizzazione della flora e della fauna.
E - La ripa tra Paladina e le Ghiaie con il Canale Legler
Linee strategiche e obiettivi:
conservazione delle caratteristiche ecologiche;
messa in sicurezza delle zone geologicamente instabili preferibilmente con l‟impiego di tecniche
di ingegneria naturalistica;
manutenzione, conservazione e valorizzazione delle opere idrauliche, delle sponde, del fondo
del Canale Legler;
valorizzazione dei percorsi che si affiancano al canale, che si inerpicano lungo la fascia
boscata, integrandosi e implementando la rete dei percorsi minori (piste ciclopedonali,
passeggiate paesaggistiche) che collega ai comuni limitrofi;
mantenimento e potenziamento degli ambiti vegetati con funzione protettiva e estetico
ambientale;
formazione di modalità di accesso per il godimento del paesaggio boschivo e del canale;
recupero, con meccanismi di compensazione volumetrica per gli operatori privati in altre parti
del suolo comunale, delle aree pianeggianti e degli edifici compromessi dalla frana del 1964,
con l‟istituzione di una struttura commerciale e ricreativa (bar, ristorante, circolo o centro
sociale...);
istituzione di un percorso-museo all‟aperto con gli elementi fortemente simbolici del sito per
importanza tecnologica, produttiva, storica, sociale, culturale, ambientale in generale (centrale
idroelettrica, lavatoio, mulini, meccanismi per la regolazione idraulica, chiuse);
organizzazione di occasioni di offerta ambientale, quali l‟ospitalità e le attività agrituristiche, e di
offerta di servizi ambientali e ricreativi.
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Gli insediamenti
Nel territorio caratterizzato dagli insediamenti sono riconoscibili le seguenti parti:
a) i centri storici di Paladina e di Sombreno
b) i luoghi della recente espansione edilizia, declinabile nelle tre frazioni di Paladina,
Sombreno e delle Ghiaie
c) le aree dedicate alle attività commerciali e artigianali
d) gli ambiti e i corridoi di relazione
e) le attrezzature pubbliche e di uso pubblico
Il programma generale per gli insediamenti prevede:
la promozione di incentivi all‟uso di tecniche di bioarchitettura e bioingegneria per favorire
azioni di risparmio energetico;
la permeabilizzazione degli spazi aperti;
la qualificazione delle relazioni tra i servizi pubblici–uso pubblico e la residenza;
lo sviluppo e la qualificazione delle attività commerciali, secondo i dettami della LR 14/1999;
il potenziamento e la qualificazione delle reti e dei servizi tecnologici;
il potenziamento e la messa a sistema dei percorsi ciclo–pedonali;
l‟aggiornamento degli interventi di tutela acustica (Piano di risanamento dal rumore);
interventi di compensazione e mitigazione ambientale di eventuali impatti;
il riconoscimento del ruolo strategico e di pubblico interesse del „verde privato‟ sia dal punto di
vista del decoro urbano sia dal punto di vista dell‟ambiente negli insediamenti residenziali e
negli insediamenti produttivi (Guida del verde);
l‟utilizzazione delle forme innovative della legislazione per la attuazione degli interventi (Accordi
di Programma, Programmi Integrati di Intervento, Contratti di Quartiere, Programmi di
riqualificazione urbana e di sviluppo sostenibile del territorio,....);
il riuso e l‟ottimizzazione del patrimonio edilizio esistente;
incentivi per l‟edilizia convenzionata;
l‟attivazione di partnership pubblico–privato per gli interventi.
Di ogni parte di territorio caratterizzato dagli insediamenti vengono indicate linee strategiche e
obiettivi.
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a) I centri storici di Paladina e di Sombreno, luoghi della memoria e siti della identità
Linee strategiche e obiettivi:
recupero delle valenze dei luoghi aperti al pubblico, piazze e vie;
sviluppo e realizzazione di un progetto per la qualificazione della Piazza centrale di Paladina
con il coinvolgimento dei soggetti privati interessati;
la valorizzazione del patrimonio architettonico emergente e delle relative pertinenze (parco e
villa Pesenti-Agliardi, giardino e villa Moroni-Maccari, torre del Lazzaretto, Santuario di
Sombreno, ex Castello di piazza Locatelli) della frazione di Sombreno;
individuazione delle regole per il recupero e la riqualificazione degli edifici e dei relativi spazi
aperti;
individuazione di incentivi (procedurali, fiscali, economici,...) per gli interventi di recupero del
patrimonio edilizio;
individuazione di metodi per snellimento e facilitazione procedure per gli interventi di recupero;
individuazione di strumenti per favorire l‟inserimento di funzioni commerciali e di socializzazione
(ristoranti, piccoli negozi...) per l‟incremento e il mantenimento della complessità e della vitalità
dei nuclei;
mantenimento e cura delle aree libere private organizzate a parco, giardino, orti;
consolidamento di una rete di parcheggi di attestamento e di servizio, qualificazione e controllo
del traffico;
compimento delle previsioni del Piano di Recupero della frazione di Sombreno;
promozione di attori (Società mista pubblica e privata, Consorzio di operatori finalizzato alle
singole operazioni...) per l„attivazione e il sostegno degli interventi.
b) I luoghi della recente espansione edilizia
Linee strategiche e obiettivi comuni ai tre ambiti individuati:
qualificazione degli isolati e dei quartieri, operazioni di riuso e di riconversione compatibili;
qualificazione degli spazi aperti che strutturano il tessuto urbano dei quartieri;
valorizzazione e potenziamento delle trame del verde pubblico e del verde privato;
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recupero e valorizzazione dei percorsi di collegamento tra le parti edificate e gli ambiti territoriali
di contesto;
valutazione della sostenibilità di processi di edificazione residenziale e indicazione di principi
insediativi;
istituzione di alcune aree “di attenzione” relative a zone particolarmente delicate dove gli
interventi previsti devono considerare particolarmente il rapporto con il nucleo storico, con i
segni territoriali e paesaggistici o con elementi specifici significativi;
consolidamento di una rete di parcheggi di attestamento e di servizio, qualificazione e controllo
del traffico.
Indicazioni specifiche per la frazione capoluogo di Paladina:
ristrutturazione dell‟area delle “casette” costruite dal Genio civile, ora patrimonio comunale, in
seguito alla frana del 1964;
intervento, anche con il contributo dei privati, sull‟edificio di via don Carminati improntato a
efficienza energetica, eventuale ristrutturazione per riconsiderazione del numero e delle
dimensioni delle unità immobiliari.
Indicazioni specifiche per la frazione di Sombreno:
particolare attenzione alle logiche di inserimento ambientale e paesaggistico degli edifici.
Indicazioni specifiche per la frazione delle Ghaie:
conferma del modello insediativo “puntuale” per le nuove costruzioni, con rapporto diretto alla
trama territoriale dei lotti orientati nord sud;
particolare attenzione alla creazione di luoghi pubblici e di dotazioni di parcheggi pubblici
anche di piccole dimensioni.
c) Le aree dedicate alle attività commerciali e artigianali:
Linee strategiche e obiettivi:
sostanziale conferma delle aree ad oggi destinate a tali funzioni;
individuazione del contesto delle attività presenti sulla strada provinciale n. 153 Villa
d‟Almè/Dalmine come quello interessante per interventi di sviluppo dei settori, anche con
logiche polifunzionali e di integrazione residenziale (vedi voce Infrastrutture);
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qualificazione dei siti, operazioni di riuso e di riconversione compatibili;
potenziamento e qualificazione delle reti tecnologiche;
qualificazione degli spazi aperti e qualificazione morfologica degli interventi, controllo dei
processi di espansione;
valorizzazione e potenziamento del sistema del sistema del verde pubblico e privato;
potenziamento e miglioramento delle forme di accesso;
compensazione e mitigazione degli impatti sull‟ambiente;
valutazione della sostenibilità di processi di espansione produttiva e indicazione di principi
insediativi.
d) Gli ambiti e i corridoi di relazione, siti di pausa nel tessuto urbano, di attenzione agli aspetti
percettivi ed alle relazioni paesaggistiche, ambienti di margine all‟edificato
Linee strategiche e obiettivi:
mantenimento dello spazio aperto e delle soluzioni di continuità tra lo spazio urbano e lo spazio
aperto a funzione paesaggistica ed ecologica (ovvero gli elementi fondamentali del territorio di
Paladina: fiume Brembo, piana della Val Breno, Colle di Sombreno e Parco dei Colli, torrente
Quisa, ripa boscata con canale Legler);
coinvolgimento degli spazi aperti privati come fruizione pubblica paesaggistica con anche
meccanismi di compensazione per le proprietà coinvolte;
contenimento dell‟espansione dell‟area urbana finalizzato al mantenimento di spazi aperti di
distacco;
riqualificazione e progettazione ambientale dei siti degradati;
valorizzazione funzionale e fisionomica dei siti in ordine ad una controllata fruizione;
individuazione di principi insediativi delle aree di margine, capaci di mettere in relazione il
disegno anche storico degli spazi aperti, con gli spazi pubblici e le infrastrutture e con gli
insediamenti.
e) Le attrezzature pubbliche e di uso pubblico
Linee strategiche e obiettivi:
qualificazione e potenziamento delle attrezzature;
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trasformazione del carattere episodico delle attrezzature in carattere strutturale e organico alla
complessità del territorio;
implementazione della correlazione tra le attrezzature e i percorsi ciclopedonali protetti, per
favorire gli spostamenti degli utenti delle cosiddette fasce deboli (bambini, anziani, disabili
temporanei o permanenti).
Le infrastrutture
Il tema infrastrutturale procede con diverse declinazioni che riguardano:
a) i tracciati storici
b) i tracciati dell‟espansione residenziale e urbana in generale
c) il reticolo dei tracciati minori
d) la strada provinciale n. 153 Villa d‟Almè-Dalmine
e) la previsione della reintroduzione della tramvia della valle Brembana
Il programma generale per le infrastrutture prevede:
la compensazione e la mitigazione ambientale degli impatti negli ambiti extraurbani e urbani
attraversati;
il recupero ambientale e il ripristino delle aree degradate derivate dalle infrastrutture e dal
traffico;
l‟adeguamento della dotazione di parcheggi pubblici e di uso pubblico e l‟individuazione di
modalità differenziate di sosta;
la tutela degli utenti deboli (pedoni, ciclisti, anziani, bambini, svantaggiati,...);
la qualificazione della sede dei percorsi, dei materiali, degli arredi, del corredo vegetale;
l‟implementazione della rete intercomunale di percorsi pedonali e ciclabili;
il potenziamento e la qualificazione delle reti e dei servizi tecnologici (illuminazione,...);
la qualificazione del sistema di relazione con la rete dei percorsi minori;
il recupero dei percorsi di antica fondazione;
la qualificazione dell‟ambiente urbanistico ed architettonico attraversato;
la connessione qualitativa con i servizi, la residenza, le attività commerciali e le attività
produttive;
l‟attivazione di partnership pubblico–privato per gli interventi;
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la regolamentazione del traffico;
la considerazione degli interventi previsti dagli Studi per il traffico fatti redigere
dall‟Amministrazione comunale nell‟anno 2005.
a) I tracciati storici
Linee strategiche e obiettivi:
riqualificazione del tracciato storico dell‟asse via Roma-via Bergamo, direttrice che attraversa
zone urbane con qualità molto differenti (collegamento alla strada per Almenno -in prossimità
dello storico ponte Lemine o “Ponte della Regina”-, area della stazione della tramvia della valle
Brembana, area commerciale e artigianale della S.P. 153, intersezione con l‟ambito del torrente
Quisa, area residenziale di Sombreno, bordo dell‟area collinare, nucleo storico di Sombreno,
parco della villa Agliardi, piana agricola della Val Breno fino a Madonna della Castagna e
oltre);
riqualificazione dell‟asse storico della via Libertà;
riconsiderazione dei tracciati con direzione est-ovest al fine di migliorare i collegamenti tra le tre
frazioni.
b) I tracciati dell‟espansione residenziale e urbana in generale
Linee strategiche e obiettivi:
riqualificazione con sistemazione di marciapiedi, parcheggi adeguati, utilizzo di materiali idonei,
alberature ecc delle principali strade formanti il reticolo di Paladina (asse via don Carminati-via
degli Alpini, via Stazione...) e delle vie Fornacetta e del Brembo alle Ghiaie;
interventi per la messa in sicurezza dei tratti e degli incroci pericolosi (moderazione della
velocità, zone 30...).
c) Il reticolo dei tracciati minori
Linee strategiche e obiettivi:
qualificazione della rete, valorizzazione dei servizi per gli utenti deboli e il controllo del traffico;
coordinamento, coinvolgimento e collaborazione con altre strutture pubbliche (Consorzio Parco
dei Colli) e con privati per il mantenimento dei percorsi nelle aree ad elevata naturalità;
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implementazione della rete sia alla scala comunale, sia sovracomunale (sponda del Brembo,
Valle Brembana, Bergamo).
d) La strada provinciale n. 153 Villa d‟Almè-Dalmine
La pianificazione sovracomunale (vedi PTCP della Provincia di Bergamo) propone per il territorio di
Paladina modifiche sostanziali che riguardano principalmente il destino della strada provinciale
153 Villa d‟Almè/Dalmine.
La previsione della variante che da Valbrembo collegherà, con percorso in galleria sotto il colle di
Sombreno, direttamente alla direttrice della valle Brembana di Sorisole-Villa d‟Almè, comporta una
rivalutazione di tutto il tratto della S.P. 153 posto più a monte.
Attualmente la strada provinciale si manifesta come un insieme disorganico, casuale e disordinato
di percorsi, attività, spazi, servizi, accessi.
La previsione del suo raddoppio, in fase di realizzazione nella parte a sud rispetto al punto di
distacco della “variante”, ha però consentito il mantenimento di aree libere dove si potrà in futuro
intervenire con un organico progetto di riqualificazione.
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Le linee strategiche e gli obiettivi prevedono la trasformazione della S.P. 153 in „strada
commerciale‟, ordinata e di qualità, tramite un Progetto unitario realizzabile in diversi lotti.
Il Progetto deve promuovere interventi di valorizzazione della mobilità minore rispetto a quella
sovracomunale e capaci di risolvere i nodi di connessione (rotatorie, sotto–sovrappassi,...),
interventi di qualificazione delle attività commerciali e della rete dei servizi pubblici e di interesse
pubblico anche con possibilità di densificazione edilizia sui bordi dell‟infrastruttura, di
miglioramento degli affacci e dei fronti su strada degli edifici, interventi volti a incrementare la rete
dei percorsi pedonali e ciclabili protetti e la dotazione di spazi per la sosta ordinati e di qualità.
Gli interventi edilizi possono essere realizzati prevedendo edifici non solo monofunzionali per il
commercio o per i servizi, ma con significative quote residenziali, anche di qualità, organizzate ai
piani superiori.
La riqualificazione della S.P. 153 deve prevedere anche la segnalazione delle caratteristiche
peculiari del territorio comunale: i collegamenti tra la provinciale e le strade che portano al fiume,
ai Colli, ai nuclei storici... possono essere concepiti come sorta di “vetrine” che rendono funzionale
allo sviluppo di tutto il territorio comunale la riconsiderazione dell‟asse, trasformando quest‟ultimo
da semplice percorso di attraversamento nord-sud del territorio comunale a nuova struttura
portante (potremmo dire un nuovo “sentierone” o un nuovo boulevard) fortemente integrata con
le altre parti costituenti il territorio comunale…”
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6.2 QUADRO CONOSCITIVO E ANALISI DELLO STATO DELL’AMBIENTE RIFERITA AL
TERRITORIO DI PALADINA
I contenuti di seguito riportati fanno ampio riferimento alla Relazione sullo Stato
dell‟Ambiente (RSA) Agenda21 della Provincia di Bergamo (2007-2008) ed agli
elaborati Rapporto Ambientale e sintesi non tecnica della VAS Parco dei Colli,
opportunamente integrati da elaborati settoriali specifici.
6.2.1 . Il territorio
Il Comune di Paladina si estende per 2 chilometri quadrati e confina con i comuni
di Almè e Sorisole a nord, con Bergamo ad est, Valbrembo a sud e i comuni di
Almenno San Salvatore ed Almenno San Bartolomeo ad ovest. L‟urbanizzato di
Paladina è composto dai nuclei di Paladina, Sombreno e Ghiaie.
Nonostante la ridotta superficie, il territorio comunale si presenta alquanto vario
dal punto di vista morfologico ed ambientale: è infatti delimitato a est dai rilievi
dei Colli di Bergamo che degradano verso ovest formando una larga piana
agricola , interrotta ad occidente dalla scarpata fluviale generata dall‟attività del
Fiume Brembo che, peraltro, rappresenta il corpo idrico più significativo presente
nell‟area. Il territorio comunale è inoltre percorso dal torrente Quisa.
Paladina è posta mediamente alla quota di 272 metri s.l.m. anche se, nella
fattispecie, si riscontra un‟escursione altimetrica più elevata: si passa dai 226 metri
in prossimità del corso del fiume Brembo ai 370 metri s.l.m. come punto più elevato
del comparto collinare.
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bergamo
include il territorio comunale di Paladina nella fascia collinare ed all‟unità
tipologica di paesaggio dei Colli di Bergamo.
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Vista aerea del territorio comunale di Paladina.
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6.2.2 . Suolo e sottosuolo
Come già anticipato, il territorio su cui sorge il Comune è caratterizzato
dall‟incontro tra l‟alta pianura bergamasca ed i primi contrafforti dei rilievi
prealpini.
La morfologia del territorio comunale è dovuta prevalentemente all‟attività
fluvioglaciale del fiume Brembo.
Da un punto di vista geologico, procedendo da est verso ovest, il territorio
comunale è composto da:
Arenaria di Sarnico che affiora nel comparto collinare;
Unità di Brembate che costituisce la piana agricola a contatto coi rilievi
collinari;
Complesso del Brembo che costituisce un sottile lembo del terrazzo fluviale a
contatto con la scarpata originata dall‟attività del fiume Brembo;
Ceppo del Brembo, conglomerati ben cementati che costituiscono la
scarpata fluviale;
Unità Postglaciale costituente i depositi alluvionali della piana a ridosso del
letto del fiume Brembo.
L‟Arenaria di Sarnico, indicata con il numero 53 nella Carta Geologica della
Provincia di Bergamo, di cui se ne riporta uno stralcio, è costituita dall‟alternanza
di arenarie e peliti di origine torbiditica, in strati di spessore variabile da
centimetrico a metrico, talvolta con la presenza di lenti di arenarie massive ed
amalgamate.
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L‟Unità di Brembate (78) è costituita da ghiaie a supporto clastico o di matrice
limoso - argillosa, con ciottoli arrotondati di origine fluvioglaciale ed alluvionale. Su
tutta l‟unità sono sempre presenti depositi eolici a granulometria fine (loess).
Il Complesso del Brembo (80) è composto da materiali eterogenei, soprattutto limi,
limi sabbiosi, sabbie, disposti in svariate facies, con presenza o meno di ghiaie,
ciottoli e clasti, anche provenienti dall‟alta Valle Brembana.
Il Ceppo del Brembo (70) è formato da conglomerati costituiti da depositi
alluvionali con forte cementazione.
Infine, l‟Unità Postglaciale (119cf) è costituita da depositi alluvionali con superficie
limite superiore caratterizzata da Entisuoli, ovvero suoli di spessore ridotto e di
colore chiaro, posti al di sopra di substrati litoidi compatti o di depositi alluvionali
recenti.
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Carta Geologica della Provincia di Bergamo con indicazione di massima dei confini comunali.
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Per quanto concerne la pedologia dei suoli del territorio comunale, si è fatto
riferimento agli studi dell‟ERSAL per la realizzazione del progetto “Carta
Pedologica – I suoli dell‟hinterland bergamasco” e la valutazione si riferisce alla
capacità d‟uso, alle rilevanze e degrado pedoambientali ed all‟orientamento
pedologico per lo spandimento dei fanghi di depurazione.
Queste carte rappresentano il territorio dell‟hinterland bergamasco
suddividendolo in perimetrazioni (unità cartografiche) raggruppate in varie classi e
sottoclassi, a seconda delle quali dà una valutazione sull‟area.
Capacità d’uso dei suoli
Sulla Carta della Capacità d‟uso dei Suoli, di seguito riportata in stralcio, vengono
perimetrate, per il territorio di Paladina, sei unità cartografiche. Le unità vengono
suddivise in base alle differenti caratteristiche chimico-fisiche ed alle condizioni
stazionali e climatiche. Non rientra in alcuna perimetrazione una fascia centrale di
territorio, con andamento nord-sud, corrispondente all‟ambito urbanizzato.
Unità cartografica 23: comprende tutta la fascia collinare, appartenente alla
classe VII –Suoli con severissime limitazioni tali da rendere difficoltosa anche
l‟attività silvo - pastorale- a causa dell‟elevata acclività (maggiore al 70%),
soggetti a forte rischio erosivo (cl. VII e1);
Unità cartografica 18: area di ridotte dimensioni a nord-est della fascia
collinare, appartenente alla classe IV –Suoli con limitazioni molto forti che
restringono la scelta colturale e/o richiedono una gestione molto accurata- a
causa del drenaggio lento o molto lento (cl. IV w1);
Unità cartografica15: corrispondente alla fascia pedecollinare, appartenente
alla classe III –Suoli con severe limitazioni che riducono la scelta delle colture
e\o richiedono particolari pratiche di conservazione- a causa della
pendenza (moderata, 10-20%) e del lento drenaggio delle acque (cl. III we1);
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Unità cartografica 12: un‟area ridotta ad ovest dell‟unità precedente,
ricadente in classe III a causa del lento drenaggio (cl. III w1);
Unità cartografica 4: area di dimensioni ridotte ubicata nel settore sud-ovest
del territorio comunale e ricadente in classe II –Suoli con alcune limitazioni
che riducono la scelta colturale e/o richiedono moderate pratiche di
conservazione- a causa del drenaggio non perfetto e della elevata frazione
limoso - argillosa nell‟orizzonte arato (cl. II ws1);
Unità cartografica 17: area in sponda sinistra del fiume Brembo, ricadente in
classe IV a causa dello spessore ridotto e del rapido drenaggio (cl. IV s2).
Carta della Capacità d‟uso dei Suoli
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Sulla Carta delle rilevanze e del degrado pedo - ambientali vengono
riconosciute, per il territorio comunale, 5 unità cartografiche:
Unità cartografica 6: sono presenti 2 aree; una fascia ristretta posta tra il corso
del torrente Quisa ed i rilievi collinari mentre un‟area più importante ad ovest
dei rilievi collinari. Tale unità viene definita come “Aree di recente
sedimentazione eluvio - colluviale: valli e piane intercollinari, corsi d‟acqua
minori, superfici di raccordo pedemontane, costituite da sedimenti fini, con
problemi di drenaggio ; sono diffusi i suoli bruni idromorfi”. Le rilevanze di tale
classe sono i pregi naturalistici. Sono sinonimi di antropizzazione e degrado il
rimaneggiamento dei suoli per le attività umane e lo sfruttamento delle cave
di argilla;
Unità cartografica 4: comprende l‟intera fascia collinare del comune.
L‟ambiente è quello appartenente ai versanti a vegetazione delle quote più
basse, con boschi cedui di latifoglie (robinia, castagno, quercia). Pochi
affioramenti di rocce arenaceo - argillose e predominanza di suoli bruni acidi.
Per tale unità non vengono riconosciute particolari rilevanze; per contro si
riscontrano, come fattori di degrado, la forte erosione lineare, l‟asportazione
naturale dell‟orizzonte superficiale ed il soprassuolo boschivo degradato;
Unità cartografica 8: piccola area nel comparto centro-meridionale;
costituita da ciottoli e ghiaie eterogenei, mediamente alterati, ricoperti da
limi e sabbie fini ed utilizzata a seminativo con diffusione di suoli bruni lisciviati
argillosi, anche a tendenza idromorfa. Si riconoscono rilevanze pedologiche
per la presenza di paleosuoli, mentre il degrado è costituito dalla fortissima
espansione urbana ed industriale.
Unità cartografica 12: area di medie dimensioni, terrazzata, originata dalle
alluvioni antiche del fiume Brembo; costituita da ghiaie, ciottoli, sabbie, limi e
argille non alterati, di natura calcarea ed utilizzata a seminativo. Si ha la
presenza di suoli molto eterogenei. Il valore paesaggistico di quest‟area è
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costituito dalla particolarità della valle fluviale mentre il degrado dalle attività
estrattive e dai riporti antropici di terreno.
Unità cartografica 13: area prossima al corso del fiume Brembo, costituita
dalle alluvioni più recenti e costituita da ciottoli e ghiaie calcarei; è utilizzata
a seminativo o lasciata incolta. I valori paesaggistici che si riscontrano sono
riconducibili alla presenza della valle fluviale e della vegetazione naturale
riparia. Anche per quest‟area il degrado è dovuto all‟attività estrattiva.
Carta delle rilevanze e del degrado pedoambientali
Nella Carta di orientamento pedologico per lo spandimento dei fanghi di
depurazione urbana vengono perimetrate 4 unità cartografiche, riportate nello
stralcio di seguito riportato.
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Unità cartografica 7: suoli poco idonei allo spandimento a causa di
problematiche idrologiche (Cl. III 3w). In queste aree, la gamma dei tipi di
fango utilizzabili è generalmente ridotta. Alcune di queste problematiche
possono essere superate mediante contromisure spesso onerose ed a
carattere straordinario ma alcuni tipi di fango possono risultare comunque
preclusi. In queste aree può risultare utile eseguire pratiche di carattere
agronomico;
Unità cartografica 13: suoli non idonei, in cui lo spandimento è vietato per
legge o risulta sicuramente dannoso a causa dell‟ambiente e del suolo (Cl. IV
4as);
Unità cartografica 11: suoli non idonei, in cui lo spandimento è vietato per
legge o risulta sicuramente dannoso a causa dell‟ambiente (Cl. IV 4a);
Unità cartografica 6: appartenente alla classe III (come per l‟U.C. 7) ma il
fattore limitante è costituito dal suolo (Cl. III 4s);
Unità cartografica 8: appartenente alla classe III (come per l‟U.C. 6) ma il
fattore limitante è costituito dalla combinazione tra suolo e problematiche di
tipo idrologico(Cl. III 4sw).
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Carta di orientamento pedologico per lo spandimento dei fanghi di depurazione urbana
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6.2.3 . Acqua
Come già accennato in precedenza, il corpo idrico più importante è il Fiume
Brembo, il quale bagna il territorio comunale per un breve tratto nel comparto
occidentale, al confine con Brembate Sopra.
Il Fiume Brembo è un fiume totalmente bergamasco, che nasce nella parte
occidentale delle Alpi Orobie e confluisce nell‟Adda a monte dell‟abitato di
Canonica d‟Adda. La superficie territoriale occupata dall‟intero bacino
idrografico ammonta a 945 Km2 e nel complesso il fiume ha una lunghezza di 86
Km circa.
Lungo il suo percorso, il Fiume Brembo riceve diversi torrenti affluenti con portate
più o meno significative.
In generale, il suo regime idrologico dipende dalle precipitazioni meteoriche e
dallo scioglimento del manto nevoso; le portate medie (misurate nei pressi del
Ponte di Briolo a Brembate Sopra) registrano un massimo in tarda primavera
(maggio) e uno di entità minore in autunno (ottobre), mentre il periodo di magra si
ha in inverno con portate minime nel mese di gennaio.
Grafico delle medie stagionali del Fiume Brembo (1931-1993) – Fonte: Provincia di Bergamo
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Per quanto riguarda il tratto del Fiume Brembo che coinvolge l‟area oggetto di
studio, in generale l‟alveo conserva un buon grado di naturalità, con sponde
vegetate e piana alluvionale intensamente coltivata.
Il secondo elemento idrologico per importanza, presente sul territorio comunale è
il torrente Quisa che costituisce per intero il confine nord-occidentale di Paladina.
Il torrente Quisa è un immissario di sinistra idrografica del fiume Brembo. Nasce
dalle pendici meridionali del Canto Alto a 564 metri s.l.m., nel comune di Sorisole,
e confluisce dopo 13 km nel fiume Brembo a Ponte San Pietro.
Lambisce i Colli di Bergamo, attraversando i comuni di Sorisole, Ponteranica,
Bergamo, Almè, Paladina, Valbrembo, Mozzo e Ponte San Pietro.
Il torrente Quisa presenta un buon grado di naturalità, fatta eccezione per il tratto
che scorre nel centro abitato di Paladina che risulta incanalato entro argini
artificiali.
È inoltre presente, nel settore occidentale del territorio comunale, un canale di
derivazione del fiume Brembo che attraversa tutto il territorio comunale con
andamento nord-sud, adiacente alla scarpata fluviale.
In termini di rischi naturali, quello maggiore presente sul territorio comunale è il
rischio idrogeologico legato alla presenza del Fiume Brembo.
In generale, tutta la Provincia di Bergamo è coinvolta nel rischio idrogeologico
secondo quattro diversi livelli proposti dall‟Autorità di Bacino del Fiume Po: R1 –
rischio moderato, R2 - rischio medio, R3 - rischio elevato, R4 - rischio molto elevato.
La figura riportata di seguito mostra la classificazione dei Comuni della Provincia di
Bergamo esposti a rischio idrogeologico. Si può notare che per il comune di
Paladina il rischio risulta essere medio (R2).
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Carta del rischio idrogeologico
Per quanto riguarda il fiume Brembo, il Piano Stralcio per l‟Assetto Idrogeologico
(P.A.I.) individua tre ambiti di criticità definiti “fasce fluviali” che delimitano le zone
a rischio di esondazione dei corpi idrici, meglio definite nello stralcio delle Norme di
attuazione – “Metodo di delimitazione delle fasce fluviali” qui riportato:
“L'alveo fluviale e la parte di territorio limitrofo, costituente nel complesso la regione
fluviale, sono oggetto della seguente articolazione in fasce:
Fascia di deflusso della piena (Fascia A), costituita dall‟alveo attivo del corso
d‟acqua e da quegli alvei secondari riattivabili anche a fronte di ondate di piena
non straordinarie;
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Fascia di esondazione (Fascia B), esterna o coincidente con la precedente,
costituita dalla porzione di alveo interessata da inondazione al verificarsi
dell'evento di piena di riferimento TR 200 anni. Con l'accumulo temporaneo in tale
fascia di parte del volume di piena si attua la laminazione dell'onda di piena con
riduzione delle portate di colmo.
Il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono
superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento ovvero sino alle opere
idrauliche esistenti o programmate di controllo delle inondazioni (argini o altre
opere di contenimento), dimensionate per la stessa portata.
Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C) TR 500 anni , costituita dalla
porzione di territorio esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata
da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quelli di riferimento.”
Nell‟immagine seguente viene indicato l‟andamento delle fasce fluviali. La fascia
B ricadente nei limiti del comune di Paladina è coincidente con il limite della
fascia “A”.
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Individuazione delle fasce fluviali
A seguito di questo doveroso inquadramento sul regime idraulico dei corsi
d‟acqua , è possibile analizzare quali sono le principali interferenze fra il grado di
infrastrutturazione urbana ed il regime del corso d‟acqua anche a fronte di eventi
straordinari.
Come descritto in precedenza, il Comune di Paladina ricade completamente
nell‟ambito fluviale appartenente al bacino del F. Brembo e gli elementi idrici più
significativi sono costituiti dal Fiume Brembo stesso, il torrente Quisa ed il canale
Legler, derivazione del fiume Brembo. È inoltre presente, nel comparto agricolo di
Paladina, una fitta rete di canalizzazioni, che oltre ad essere utilizzate ai fini irrigui
sono deputate per lo più allo smaltimento delle acque meteoriche in eccesso.
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Le pressioni antropiche sui corpi idrici si dividono in due grandi categorie:
le pressioni che derivano dalla captazione di volumi d‟acqua più o meno
elevati dai corsi d‟acqua superficiali e dalle falde sotterranee per
l‟utilizzazione a scopo industriale, irriguo, idroelettrico o potabile; Il principale
problema ambientale connesso con operazioni di questo tipo riguarda il
bilancio idrico della risorsa e il mantenimento, per esempio, del deflusso
minimo vitale DMV nel caso di corsi d‟acqua superficiali o di
depauperamento della risorsa nel caso di eccessivo sfruttamento delle falde
sotterranee.
Il secondo tipo di pressioni riguarda il rilascio di scarichi idrici inquinati, in
particolare nei corpi idrici superficiali, che possono provocare, non
un‟alterazione quantitativa della risorsa, come nel caso precedente, ma il suo
degrado qualitativo.
Nell‟analizzare le pressioni antropiche sui corpi idrici è opportuno distinguere tra
pressioni di origine industriale, civile e agricola.
Per quanto riguarda gli scarichi industriali, l‟ARPA effettua monitoraggi mirati sulle
diverse realtà industriali.
Per quanto riguarda l‟inquinamento delle acque di origine civile, si possono
utilizzare alcune informazioni che collegano il numero di abitati allacciati a
fognatura e ad impianti di depurazione, con la presenza nelle acque di inquinanti
tipici degli scarichi civili (soprattutto coliformi fecali ed Escherichia coli).
L‟ultima fonte di inquinamento delle acque superficiali è costituita dall‟attività
agricola che contribuisce, in particolare attraverso i prodotti distribuiti su terreno e
colture (quali concimi, diserbanti, prodotti fitosanitari ecc.), all‟aumento del livello
di nitrati nelle acque superficiali e, potenzialmente, in quelle sotterranee, con la
presenza di sostanze tossiche come l‟atrazina ed altri diserbanti.
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Lo stato di qualità dei corpi idrici superficiali
Sulla base di quanto previsto dalla vigente normativa in materia di tutela delle
acque, i corpi idrici superficiali sono classificati sulla base di obiettivi minimi di
qualità ambientale o di obiettivi di qualità per specifica destinazione (acque per
uso potabile, per balneazione e idonee alla vita di pesci e molluschi).
Per la descrizione della qualità dei corpi idrici superficiali, vengono utilizzati due
indici sintetici: lo Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua (SECA) e lo Stato Ambientale
dei Corsi d’Acqua (SACA).
Il primo è ottenuto integrando i dati ottenuti dalle analisi chimico-fisiche e
microbiologiche (LIM – Livello di Inquinamento da Macrodescrittori) ed i risultati
dell‟applicazione dell‟Indice Biotico Esteso (IBE) che si basa sull‟osservazione delle
comunità di macroinvertebrati bentonici che vivono almeno una parte del loro
ciclo biologico in acqua o a contatto con essa. Il SECA si ottiene confrontando i
valori di LIM ed IBE ed è determinato dal peggiore dei due.
Metodo di attribuzione del S.E.C.A.
Il SACA è invece ottenuto rapportando il valore del SECA con i dati relativi alla
presenza degli inquinanti chimici elencati nell‟Allegato 1 del D.lgs. n. 258/2000, in
concentrazioni superiori alla soglia consentita.
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Corrispondenza S.E.C.A. – S.A.C.A. in base alla presenza di inquinanti chimici
Secondo il D.Lgs. n. 258/2000, gli obiettivi di qualità ambientale definiti dal S.A.C.A.
vengono così descritti:
ELEVATO: Non si rilevano alterazioni dei valori di qualità degli elementi chimico-fisici
ed idromorfologici per quel dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impatti
antropici o
sono minime rispetto ai valori normalmente associati allo stesso ecotipo in
condizioni indisturbate. La qualità biologica sarà caratterizzata da una
composizione e un‟abbondanza di specie corrispondente totalmente o quasi alle
condizioni normalmente associate allo stesso ecotipo.
La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è paragonabile alle
concentrazioni di fondo rilevabili nei corpi idrici non influenzati da alcuna
pressione antropica.
BUONO: I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico
mostrano bassi livelli di alterazione derivati dall‟attività umana e si discostano solo
leggermente da quelli normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni non
disturbate. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in
concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità
biologiche associate al corpo idrico di riferimento.
SUFFICIENTE: I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo
idrico si discostano moderatamente da quelli di norma associati allo stesso
ecotipo in condizioni non disturbate. I valori mostrano segni di alterazione derivati
dall‟attività umana e sono sensibilmente più disturbati che nella condizione di
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“buono stato”. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in
concentrazioni da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle comunità
biologiche associate al corpo idrico di riferimento.
SCADENTE: Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità
biologica del tipo di corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate
si discostano sostanzialmente da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico
superficiale inalterato. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in
concentrazioni da comportare effetti a medio e lungo termine sulle comunità
biologiche associate al corpo idrico di riferimento.
PESSIMO: I valori degli elementi di qualità biologica del tipo di corpo idrico
superficiale presentano alterazioni gravi e mancano di ampie porzioni delle
comunità biologiche di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale
inalterato. La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in
concentrazioni da comportare gravi effetti a breve e lungo termine sulle comunità
biologiche associate al corpo idrico di riferimento.
In particolare si prevede che, entro il 2016, le acque superficiali raggiungano
l‟obiettivo di qualità “buono”.
I dati disponibili per la valutazione della qualità dei corpi idrici superficiali si
riferiscono al Fiume Brembo con stazione di rilevamento nel Comune di Brembate
Sopra.
Nella tabella seguente è indicato il numero di campionamenti riferiti agli anni
1999, 2000 e 2001; altri rilevamenti sono stati effettuati nel corso del biennio 2003-
2004.
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Campionamenti analitici nel triennio 1999-2001
Dai dati disponibili e riproposti nella tabella riportata successivamente, in relazione
allo stato ecologico del Fiume Brembo, emerge una situazione di inquinamento di
limitata criticità.
Evoluzione della qualità dei corpi idrici superficiali anni 1999-2001 – Fonte: ARPA
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Dati peraltro confermati nella campagna indagini 2003-2004:
Confronto dati 2002 – 2004
Sulla base dei dati disponibili sulla concentrazione di inquinanti chimici nel corso
d‟acqua analizzato, non si rilevano concentrazioni superiori ai valori limiti consentiti
ed è possibile identificare un livello di qualità ambientale per il fiume Brembo
“sufficiente”.
6.2.4 . Aria
L‟analisi della qualità dell‟aria nel Comune di Paladina tratta due aspetti:
la descrizione delle fonti bibliografiche conoscitive sulla qualità dell‟aria e,
quindi, delle emissioni atmosferiche per inquinante e per settore economico di
origine;
l‟analisi delle concentrazioni di inquinanti nell‟aria rilevate sul territorio
comunale.
Le emissioni atmosferiche
I dati disponibili per valutare le emissioni atmosferiche a livello del territorio
comunale sono tratti dall‟INEMAR (INventario delle EMissioni in ARia) della Regione
Lombardia che contiene le stime delle emissioni, relative all‟anno 2005, dei
seguenti inquinanti:
· ossidi di zolfo (SOx);
· ossidi di azoto (NOx);
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· composti organici volatili non metanici (COVNM);
· metano (CH4);
· monossido di carbonio (CO);
· anidride carbonica (CO2);
· ammoniaca (NH3);
· protossido d‟azoto (N2O);
· particolato fine (PM10);
· polveri totali sospese (PTS).
L‟INEMAR considera, come fonti di emissioni atmosferiche, i seguenti settori
economici:
· combustioni non industriali;
· combustioni industriali;
· processi produttivi;
· estrazione e distribuzione di combustibili;
· uso di solventi;
· trasporto su strada;
· altre sorgenti mobili e macchinari;
· agricoltura;
· altre sorgenti e assorbimenti.
Dall‟analisi delle stime di emissione totale e percentuale per i settori considerati
all‟interno dell‟inventario INEMAR emergono i seguenti aspetti (tabella a seguire):
le emissioni di anidride solforosa (SO2) sono da ricondurre prevalentemente al
settore non industriale e quindi al riscaldamento e altre utilizzazioni
domestiche;
la fonte principale di ossidi di azoto (NOx) è data dal trasporto su strada;
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le emissioni di composti organici volatili (COV) sono imputabili per la maggior
parte alle combustioni non industriali (35,236 t/anno); contribuiscono in
negativo, seppur in quantità leggermente inferiore, l‟uso di solventi (28,986
t/a) ed il trasporto su strada (19,6 t/a);
l‟estrazione e la distribuzione di combustibili è la principale causa delle
emissioni in atmosfera di metano (CH4);
le combustioni non industriali sono le principali cause di produzione di
monossido di carbonio (140,149 t/a), di anidride carbonica (CO2, 6,174
migliaia t/anno) e di protossido d‟azoto (N2O, 0,757 t/anno);
le emissioni di ammoniaca (NH3) sono da ricondurre prevalentemente
all‟attività agricola;
il particolato fine (PM10) è dato per l‟76% dai processi di combustione non
industriale (probabilmente dovuto in parte al riscaldamento domestico a
legna);
anche le polveri totali sospese (PTS) originano prevalentemente dalle
combustioni non industriali (73%).
Il contributo del Comune alle emissioni a livello provinciale varia notevolmente a
seconda dell‟inquinante considerato: se si può affermare che inquinanti come
anidride solforosa, ossidi d‟azoto, metano, protossido d‟azoto ed ammoniaca non
contribuiscono in maniera significativa (non superano difatti lo 0,08%), non si può
far lo stesso per altre sostanze.
Monossido di carbonio ed anidride carbonica difatti, incidono rispettivamente per
il 2.48% ed il 0.75 %. Sono in ogni caso, valori piuttosto bassi se rapportati a comuni
maggiormente urbanizzati.
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6.2.5 . Flora e Fauna
Il territorio comunale di Paladina è parzialmente compreso nel Parco dei Colli
Bergamaschi, istituito con L.R. n. 36 del 18 agosto 1977 per salvaguardare e
valorizzare l‟equilibrio tra natura e presenza umana.
Il Parco si estende per circa 4700 ettari con 900 metri circa di escursione
altimetrica e coinvolge 10 comuni (Bergamo, Almé, Mozzo, Paladina, Ponteranica,
Ranica, Sorisole, Torre Boldone, Valbrembo e Villa d'Almé).
Per quanto riguarda il territorio di Paladina, il Parco si estende dal confine orientale
fino circa al limite definito dal tracciato della S.S. 470 Villa d‟Almè – Dalmine,
includendo quindi il settore collinare e parte del paesaggio agricolo
pedecollinare.
Restano esclusi da questa perimetrazione la porzione prossima al corso del Fiume
Brembo, la scarpata fluviale ed il primo tratto del terrazzo fluviale, nonché il centro
abitato di Paladina.
Comune di Paladina. Tratteggiato in blu il territorio interessato dal Parco dei Colli.
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Il territorio comunale presenta una certa varietà di paesaggi, ciascuno
contraddistinto da una particolare presenza vegetale ed animale. I principali
sono:
Il bosco di latifoglie è ricompreso totalmente nel territorio del parco ed è costituito
da una grande varietà floristica e faunistica
Dal punto di vista delle associazioni vegetali, il
bosco è costituito prevalentemente da essenze
di castagno (Castanea sativa), di roverella
(Quercus pubescens), sambuco (Sambucus
nigra), robinia (robinia pseudoacacia) e carpino
nero (Ostrya carpinifolia).
Dal punto di vista floristico le fioriture più vistose compaiono all‟inizio della
primavera, quando estese aree di bosco si coprono di anemone nemorosa
(Anemone nemorosa), di aglio orsino (Allium urisinum), di bucaneve (Galanthus
nivalis) e di campanellino di primavera (Leucojum vernum), sostituite in estate
dalla barba di capra (Aruncus dioicus) e dal ciclamino (Ciclamen purpurascens).
Questo ambiente ospita una fauna molto ricca, tra cui spiccano il picchio rosso
maggiore (Picoides major), identificabile soprattutto grazie alle caratteristiche
manifestazioni acustiche che produce, il rampichino e la ghiandaia (Garrulus
glandarius), un corvide dai colori vistosi; tra i passeriformi si annoverano la
capinera (Sylvia atricapilla), il fringuello (Fringilla coelebs), il lui piccolo
(Phylloscopus collybita), il lui verde (Phylloscopus sibilatrix) e la cinciarella (Parus
caeruleus). In aumento sembrano le coppie di tordo bottaccio (Turdus
philomelos), di colombaccio (Columba palumbus) e di tortora (Streptopelia turtur)
che scelgono di fare il nido nei boschi del parco.
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Presente nel parco anche l‟allocco (Strix aluco), rapace notturno che nidifica
nelle cavità dei vecchi alberi, soprattutto
castagni che si nutre soprattutto di piccoli
roditori, come il topo selvatico (Apodemus
sylvaticus) e l‟arvicola rossastra (Clethrionomys
glareolus), ed il ghiro (Glis glis). Il controllo
demografico dei roditori è operato anche da
altri predatori come la volpe (Vulpes vulpes) e la
faina (Martes foina). Sempre fra i carnivori da ricordare la presenza del tasso
(Meles meles) spesso rivelata dalle complesse tane con diverse entrate e uscite.
Da segnalare, di grande importanza, la presenza numericamente sempre più
significativa dello scoiattolo europeo (Sciurus vulgaris).
Fra gli invertebrati, meritano di essere ricordati il cervo volante (Lucanus vervus) e il
cerambice della quercia (Cerambix cerdo), coleotteri sempre meno numerosi.
Le siepi naturali, i muretti a secco dei terrazzamenti, i grandi alberi sparsi o i filari
ospitano rettili come il ramarro (Lacerta viridis) e il biacco (Coluber viridiflavus);
nelle loro cavità nidificano l‟upupa (Upupa
epops), il torcicollo (Jinx torquilla), il codirosso
(Phoenicurus phoenicurus) e fra i rapaci notturni
il sempre più raro assiolo (Otus scops). In queste
aree è ancora diffusa l‟averla piccola (Lanius
collurio), un passeriforme dal comportamento
predatorio che si nutre prevalentemente di
insetti ma anche lucertole dei muri (Podarcis muralis), piccoli roditori, piccoli uccelli
e rane.
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Nei boschetti che separano i coltivi vivono ancora poche coppie del vistoso
rigogolo
(Oriolus oriolus) ed è ancora facile sentire, anche nelle ore notturne, il canto
dell‟usignolo (Luscinia megarhynchos) e della raganella (Hyla arborea). Le
vecchie cascine ospitano la rondine (Hirundo rustica), sempre più rara a causa
dell‟abbandono delle stalle, mentre nei fienili e nei solai nidificano la civetta
(Athene noctua) e il barbagianni (Tyto alba).
Nei vigneti tradizionali e negli incolti troviamo il saltimpalo (Saxicola torquata) e
anfibi come il rospo comune (Bufo bufo), il rospo smeraldino (Bufo viridis) e la rana
(Rana temporaria), mentre sono numerosi il riccio (Erinaceus europeus) ed il
coniglio selvatico (Oryctolagus cuniculus).
Le aree umide costituiscono interessanti nicchie ecologiche per la fauna, dove gli
animali possono trovare cibo, riparo dai predatori e ambienti adatti alla
riproduzione.
Nei prati aridi lungo il fiume nidificano piccoli
uccelli come il canapino, il pigliamosche e
l‟averla piccola. Altri volatili tipici di questo
ambito sono l‟airone cinerino, la garzetta, la
nitticora, la ballerina bianca ed il germano
reale.
Tra i mammiferi si annoverano il toporagno, il moscardino ed il riccio. Soprattutto
nelle zone a contatto con le aree agricole, significativa è la presenza del coniglio
selvatico.
Le acque del fiume Brembo ospitano
le Le acque un‟abbondante varietà di pesci, come cavedani, vaironi, barbi,
sanguinerole e trote fario ed iridee.
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Il torrente Quisa scorre prevalentemente nell‟ambito istituito a Parco e le sue
acque, pressoché sterili fino a pochi anni fa, si stanno ripopolate di alcune specie
ittiche, grazie soprattutto ad un‟ottica più “ambientalistica”. Le sue acque sono
habitat per pesci come la sanguinerola
(Phoxinus phoxinus) e lo scazzone (Coitus
gobio), anfibi tra cui la salamandra giallo-nera
(Salamandra salamandra), il rospo comune e
smeraldino, la raganella (Hyla arborea), varie
specie di rane ed il tritone crestato (Triturus
vulgaris).
Da segnalare, infine, la flora tipica di questi ambienti: il giaggiolo acquatico (Iris
pseudacorus), la salcerella (Lythrum salicaria) e la rara orchidea Elleborine
palustre (Epipactis palustris).
Di grande importanza ecologica sono inoltre le aree umide connesse al reticolo
idrico minore, ubicate soprattutto nell‟area agricola pedecollinare, habitat di
numerose specie animali, sia vertebrati che invertebrati.
L‟agricoltura tradizionale, con i suoi paesaggi
caratteristici, è ancora presente sul territorio di
Paladina ed occupa l‟area pedecollinare e la
piana alluvionale a ridosso del fiume Brembo:
vigneti, orti, seminativi e prati ospitano specie
caratteristiche che rischiano di scomparire a
causa dell‟ abbandono delle pratiche colturali
ecologicamente compatibili
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6.2.6 . Paesaggio naturale
Il territorio su cui sorge il Comune di Paladina, come descritto nel PTCP a cui si fa
riferimento, è inserita nell‟unità tipologica della fascia collinare, nel paesaggio
delle colline pedemontane e degli sbocchi vallivi e, per la precisione, nell‟unità di
paesaggio 16 – Colli di Bergamo; si tratta di un vasto ambito collinare che fa da
sfondo all‟area urbana di Bergamo e comprende il territorio al completo dei 10
comuni interessati dal Parco dei Colli di Bergamo, istituito nel 1977 con L.R. n. 36
del 18.8.1977.
Nell‟area propriamente a parco non rientra tuttavia l‟intero territorio comunale,
rimanendovi esclusa la parte urbanizzata.
E2.1 - Carta degli ambiti geografici e delle unità tipologiche di paesaggio (PTCP)
(Da “Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale”)…
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6.2.7 . Mobilità e traffico
Il presente paragrafo fornisce una breve panoramica sulla dotazione viabilistica
del territorio comunale di Paladina, sui flussi di traffico giornaliero, sulla presenza di
trasporti pubblici e sul fenomeno del pendolarismo.
I dati qui riportati fanno riferimento al Piano Urbano del Traffico effettuato, nel
dicembre 2003, dall‟ingegnere Franco Ravasio per conto dell‟Amministrazione
Comunale di Paladina, in attuazione dell‟Art. 36 del D.lgs. 30 aprile 1992, n. 285
(Nuovo Codice della Strada).
Paladina è ubicata nella parte terminale della Valle Brembana, in sponda
orografica sinistra del fiume Brembo ed appartiene alla prima cintura dei comuni
circostanti Bergamo.
Analizzando la figura riportata di seguito si rileva che Paladina non può sviluppare i
propri rapporti viabilistici a 360 gradi: la presenza di vincoli idro-orografici del fiume
Brembo a ovest e del rilievo collinare ad est, limita gli interscambi alle sole direttrici
nord e sud.
Il comune si trova ad esercitare gli interscambi su nove direttrici, che possono
essere catalogate in tre livelli e cioè forti (sono le due verso nord e verso sud con la
ex SS 470 dir), medie (verso sud-est con la via Bergamo) e deboli (le due verso
nord quali via Castello e via Roma e le tre verso sud costituite dalle vie Brembo,
Ossanesga (che si biforca in Valbrembo), e Alpini-Moro che si triplica in
Valbrembo. Pertanto dei cinque comuni con cui confina Paladina, l‟interscambio
veicolare diretto è possibile con i tre comuni corrispondenti a nord ad Almè (e da
qui verso la Valle Brembana e la Valle Imagna), a sud-est a Bergamo, a sud a
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Valbrembo, mentre non è possibile con i due comuni situati a ovest (Almenno San
Bartolomeo) e ad est (Sorisole).
L‟aumento del traffico (generato da un aumento della mobilita‟) avvenuto in
questi anni, è stato caratterizzato da fenomeni di tipo generale, diffusi a scala
prevalentemente nazionale, e di tipo particolare, propri dell‟area circostante.
Tra i primi si segnalano l‟aumento di popolazione e degli addetti dei vari settori
lavorativi, l‟aumento del reddito medio della popolazione (con conseguente
aumento del numero di macchine in circolazione) e le categorie che usufruiscono
dei mezzi di trasporto motorizzati.
Tra i fenomeni di tipo particolare, si possono ricordare invece il rapporto con
Bergamo (residenza abitativa di molti impiegati nel centro del Capoluogo) e la
crescita e diffusione dei poli generatori di traffico (supermercati di grandi
dimensioni, scuole superiori, ipermercati o luoghi di cultura e svago di interesse
sovracomunale), fenomeno che peraltro interessa solo marginalmente il comune
di Paladina.
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Dotazione di infrastrutture viarie del Comune di Paladina
Un discorso a parte merita lo studio del fenomeno del pendolarismo: lavoratori e
studenti continuano ad accettare tragitti quotidiani sempre più dispendiosi in
termini di tempo, senza passare dal trasporto privato al trasporto pubblico, se non
per la parte di studenti che è obbligata dall‟età a non avere alternative.
I dati del censimento ISTAT 2001 riportano che ogni giorno, a Paladina, 1.758
residenti si spostano per raggiungere i luoghi di lavoro (70%) o di studio (30%)
percorrendo tra andata e ritorno 25.650 Km, mentre sono 422 le persone che per
lo stesso motivo entrano nel comune3. La mobilità sistematica dei lavoratori risulta
poco autocontenuta e deficitaria verso l‟esterno. Dei 1.238 residenti che si
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spostano per lavoro solo il 13 e il 22% si fermano rispettivamente entro il territorio
comunale e dell‟ambito di appartenenza, mentre il 65% di essi varca i suoi confini.
Inoltre il rapporto tra flussi in entrata ed in uscita vede prevalere di gran lunga i
secondi in proporzione di 2,6 lavoratori in uscita ogni addetto in entrata.
Dati movimento pendolari a Paladina
Per quanto riguarda la destinazione dei flussi in uscita e quelli in entrata, si nota
la prevalenza dei rapporti con la cinta urbanizzata di Bergamo (più del 50%), a cui
si aggiungono alcune aree limitrofe.
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Dettagli pendolarismo per lavoro – Dati ISTAT 2001
Dei 520 studenti che si spostano giornalmente per raggiungere i luoghi di studio il
51% si ferma all‟interno dei confini comunali mentre il 43% si rivolge al di fuori
dell‟ambito di appartenenza.
Flussi pendolari per motivi di studio
I flussi in uscita si rivolgono prevalentemente (66%) al capoluogo ed ad alcuni
ambiti limitrofi tra cui ricordiamo Bergamo NO, Zogno, Ponte San Pietro, Dalmine e
la provincia di Milano.
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Dettagli pendolarismo per lavoro – Dati ISTAT 2001
Per quanto riguarda i flussi di traffico, i dati sono stati reperiti sul Traffico Giornaliero
Medio transitante sulla ex SS 470 in territorio di Valbrembo.
I dati sono stati rilevati durante il censimento del 1992 e corrispondono a:
- veicoli totali in transito 12.845
- veicoli totali omogeneizzati 15.127
- presenza traffico pesante 8,9%
- ora di punta del mattino (7.00-8.00) 958
- ora di punta mattino omogeneizz. 1.042
- ora di punta della sera (18.00-19.00) 1.032
- ora di punta serale omogeneizz. 1.064.
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Tali dati, ipotizzando un incremento medio annuo del 2% (desunto da Indagini
effettuate dalla Provincia di Bergamo), possono essere attualizzati all‟anno 2009
nel seguente modo:
* veicoli totali in transito 17.210
* ora di punta del mattino (7.00-8.00) 1.290
* ora di punta della sera (18.00-19.00) 1.380.
Si riporta per confronto la tabella estratta dal PTCP – elaborato D5, che indica il
traffico monitorato lungo la ex SS 470 nei comuni di Mozzo ed Almè. Come si può
vedere il traffico riscontrato ad Almè è di gran lunga inferiore. Questo per via della
deviazione delle auto lungo le direttrici minori.
Estratto dell‟elaborato D5 del PTCP
Tracciati di previsione a scala sovraordinata
La pianificazione sovraordinata (vedi PTCP della Provincia di Bergamo) propone,
per il territorio di Paladina, profonde modifiche riguardanti prevalentemente la ex
SS 470dir, la strada che attualmente corre in senso nord-sud, rimarcando in
maniera forte la divisione tra la parte est e la parte ovest del territorio comunale.
La variante prevista creerà un collegamento tra la ex SS 470dir, in territorio di
Valbrembo e la direttrice della valle Brembana a nord di Villa d‟Almè, passando in
galleria sotto la dorsale dei colli per poi uscire allo scoperto e, dopo un breve
tratto, tornare in galleria fino allo svincolo sopracitato. Tale opera comporterà una
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rivalutazione di tutto il tratto di ex SS 470dir posto più a monte e ricadente in
comune di Paladina.
Attualmente il tracciato della ex SS 470dir si presenta come un insieme
disorganizzato di accessi, viabilità secondaria e servizi. La previsione di “variante”
porterà un importante alleggerimento del traffico veicolare lungo la strada
provinciale, creando quei presupposti che consentiranno una riqualificazione
funzionale e paesistica del tracciato e delle sue aree limitrofe, nonché il
potenziamento della viabilità secondaria e il riorganizzamento dell‟urbanizzato. Va
comunque sottolineata la necessità che tale opera infrastrutturale venga
realizzata con particolare attenzione al contesto, decisamente delicato, in modo
da minimizzare gli impatti.
Un‟altra infrastruttura viaria prevista è una linea tramviaria che da Bergamo
collegherà la Valle Brembana e la stazione ferroviaria di Ponte San Pietro.
Nonostante il tracciato non ricada in Paladina, la sua influenza positiva verrà
avvertita anche a livello comunale, anche se al presente la tempistica per la sua
realizzazione appare molto dilatata.
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Tav. E4.4i: Organizzazione del
territorio e sistemi insediativi –
Quadro strutturale.
Illustrazione dell‟assetto
infrastrutturale, esistente e di
previsione, sovrapposto al
sistema insediativo e al sistema
del verde.
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6.2.8 . Rifiuti
L‟analisi sui rifiuti del comune di Paladina è stata condotta a partire dai dati rilevati
dalla Provincia di Bergamo e pubblicati nel “Rapporto Rifiuti” riferito all‟anno 2007.
Le Province, tramite proprie strutture organizzative, curano la raccolta, la
validazione, l‟elaborazione, l‟archiviazione e la trasmissione all‟Osservatorio
regionale dei dati inerenti ai servizi di raccolta, smaltimento e recupero delle varie
frazioni di rifiuti urbani.
Da alcuni anni ciò avviene mediante un‟applicazione su tecnologia Web per la
gestione completa di tali informazioni, che nel 2003 è stata adottata
dall‟Osservatorio regionale presso l‟A.R.P.A. ed impiegata da tutte le Province
lombarde. A partire dai dati del rapporto 2004, l‟applicativo è stato integrato di
nuove funzioni: in particolare sono state introdotte la codifica CER dei rifiuti
(consistente in un elenco di codici per l‟identificazione dei rifiuti stessi) e la
possibilità di predisporre il file del Modello Unico di Dichiarazione Ambientale
(MUD) da inviare alla Camera di Commercio, Industria ed Artigianato.
Questa procedura è utilizzata ad oggi da tutti i Comuni bergamaschi.
La tabella seguente riporta i dati relativi alla raccolta rifiuti nel comune di
Paladina, confrontati con quelli a livello Provinciale e ripartiti in categorie così
definite:
RIFIUTI URBANI INDIFFERENZIATI (RUInd) : rifiuti urbani destinati a smaltimento in
discarica o inceneritore (frazione residuale).
RIFIUTI INGOMBRANTI (Ring) : rifiuti di origine domestica di dimensioni e di
ingombro tali da non poter rientrare nel circuito di raccolta dei RUInd (ad es.
mobili e pezzi d‟arredamento, grossi imballi), generalmente costituiti da
materiali suscettibili di recupero.
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RIFIUTI INGOMBRANTI INVIATI A RECUPERO (RIngRec): desumibile dalle
informazioni ricevute dagli impianti e da quelle dichiarate nei MUD.
SPAZZAMENTO STRADE (SPAZZ): rifiuti derivanti da operazioni di pulizia delle
strade.
RACCOLTA DIFFERENZIATA (RD): comprende tutte le frazioni di rifiuto che sono
raccolte separatamente (rispetto al flusso indifferenziato destinato a
smaltimento). Essa può essere finalizzata al recupero di materia o alla
produzione di energia, ad es. attraverso un processo di riciclaggio o
compostaggio, oppure allo smaltimento in condizioni di sicurezza per
l‟ambiente e la salute di alcune sostanze ad elevato potere inquinante (ad
es. nel caso dei Rifiuti Urbani Pericolosi).
Osservando la tabella si possono notare alcuni dati interessanti e rappresentativi
della gestione rifiuti in Comune di Paladina.
Innanzitutto si può notare la grande differenza tra la popolazione del Comune e
quella dell‟intera Provincia Bergamasca: la popolazione di Paladina difatti
rappresenta lo 0.35% della popolazione provinciale.
A fronte di questa considerazione, si nota un‟efficienza nella raccolta differenziata
maggiore per il comune di Paladina ed una produzione di rifiuti solidi indifferenziati
minore di quasi 0,1 Kg procapite rispetto al valore provinciale mentre, per quanto
riguarda i dati relativi ai rifiuti derivanti da spazzamento delle strade, si nota una
certa corrispondenza tra i due.
La percentuale positiva di raccolta differenziata è rappresentata anche dalla
quota procapite di rifiuti prodotti da ogni abitante ogni giorno nel comune di
Paladina, pari a 0,522 Kg e inferiore allo stesso dato a livello provinciale di 0,122 Kg.
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Questi valori si traducono in un valore di rifiuti totali procapite più basso, se
rapportato al valore provinciale.
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Nella tabella seguente invece si riportano i dati sui rifiuti del comune di Paladina
rilevati nel decennio 1997-2007.
Come si può notare dal grafico sotto riportato, nell‟ultimo decennio si è assistito ad
un significativo aumento della popolazione residente, dapprima lento e via via più
incisivo.
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La produzione di rifiuti totali (tabella seguente) segue un trend leggermente
diverso: mentre l‟aumento di popolazione presenta un andamento pressoché
uniforme, il totale dei rifiuti risulta più altalenante, con un minimo nel biennio ‟97-
‟98 e due picchi negli anni 2001 e 2004.
Nell‟ultimo triennio si è assistito invece ad una riduzione nella produzione
nonostante l‟aumento demografico, probabilmente dovuta alla sensibilizzazione
globale verso il tema rifiuti, particolarmente sentito negli ultimi anni.
Per concludere, si riporta di seguito il grafico di andamento della raccolta
differenziata.
Il grafico presenta un andamento simile a quello della raccolta totale di rifiuti, con
i valori minimi nel biennio „97/‟98 ed i massimi nel 2001e 2004, seguiti da un calo
nell‟ultimo triennio.
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Nonostante queste variazioni, la percentuale della raccolta differenziata sul totale
dei rifiuti prodotti è compresa per tutto il decennio tra il 50% ed il 65%, con il picco
massimo nell‟anno 2000 (vedi tabella sopra riportata).
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6.2.9 . Rumore
Per la descrizione della situazione inerente all‟impatto acustico nel comune di
Paladina, ci si è avvalsi dello studio di Zonizzazione Acustica, redatto da
Ecoservice s.r.l. nell‟Agosto 1995. Il paragrafo riporta alcuni dati in merito al rumore
causato dalle attività umane e dal trasporto stradale (principale responsabile
dell‟inquinamento acustico nelle aree urbane); al momento non si possiedono
dati aggiornati inerenti la componente acustica nell‟Area di interesse.
Le sorgenti di rumore individuabili nelle aree urbane sono riconducibili a due
grandi classi:
SORGENTI FISSE: insediamenti industriali, attività commerciali, attività
ricreative, attività di tipo terziario, cantieri edili, apparecchi per uso domestico
e attività umane, laboratori artigianali, rumore dei campi di tiro, rumori
prodotti da animali domestici;
SORGENTI MOBILI: traffico veicolare, traffico ferroviario, traffico aereo,
macchine agricole, mezzi nautici.
Le aree urbane sono suddivise in ambiti appartenenti a 5 classi; per ogni classe
viene definito, secondo il D.P.C.M. 01.03.1991, il livello massimo di emissioni sonore
tollerabile.
Le classi sono così definite:
Zone di Classe I: Aree particolarmente protette. Comprendono aree
scolastiche, ad attività sanitaria ed assistenziale.
Zone di Classe II: Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale.
Vengono solitamente comprese le aree residenziali, quelle collinari e quelle di
salvaguardia paesaggistica (boschi, rive dei fiumi ecc.).
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Zona di Classe III: Aree di tipo misto. Comprendono aree rurali ed a
destinazione agricola, strade di attraversamento e comunali, aree filtro e
zone produttive adiacenti ad aree residenziali, attività produttive artigianali
commerciali di contenute dimensioni adiacenti a zone residenziali ed
immobili sparsi sedi di attività produttive;
Zona di Classe IV: aree di intensa attività umana. Strade provinciali ed aree
adiacenti ad attività produttive di grandi dimensioni;
Zona di Classe V: attività produttive.
Luogo di rilevazione Fonte rumore Zona Limite Zona Limite Leq
P.zza Vittorio Veneto Traffico veicolare 2 55 65.5*
Scuola media Via Ossanesga Traffico veicolare 1 50 57.6*
Lavanderia via Ghiaie Traffico e attività 2 55 3 60 60.5**
Via Molino di Sopra Traffico veicolare 3 60 47.1
Via Ghiaie Traffico veicolare 3 60 4 65 62.5*
Cementeria Mazzoleni Traffico ed attività 4 65 5 70 60.5
Via A. Volta Traffico veicolare 3 60 5 65 64.4*
Via Colleoni Traffico veicolare 3 60 4 65 51.8
Via Papa Giovanni XXIII Traffico ed attività 3 60 4 65 63.4*
Via V Alpini a 10 m da Papa Giovanni Traffico ed attività 3 60 62.4*
Via V Alpini a 20 m da Papa Giovanni Traffico ed attività 2 55 3 60 61.7**
Via IV Novembre Traffico veicolare 2 55 3 60 60.6*
ex SS 470 DIR Traffico veicolare 4 65 78.0*
Via del Colletto a 10 m dalla ex SS 470
DIR Traffico veicolare 4
65 3 60 71.9**
Via del Colletto a 20 m dalla ex SS 470
DIR Traffico veicolare 3
60 65.4*
ex SS 470 DIR Traffico ed attività 4 65 76.6*
Via Edison a 10 m dalla ex SS 470 DIR Traffico ed attività 4 65 70.0*
Via Edison a 20 m dalla ex SS 470 DIR Traffico ed attività 3 60 4 65 65.6*
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Luogo di rilevazione Fonte rumore Zona Limite Zona Limite Leq
Via Roma Traffico veicolare 3 60 59.9
Santuario di Sombreno Traffico ed attività 2 55 56.9*
Santuario di Sombreno Traffico veicolare 2 55 48.1
Via F. Nullo Traffico veicolare 4 65 3 60 53.3
Via Agliardi Traffico veicolare 2 55 49.2
Via L. Lotto Traffico veicolare 2 55 3 60 53.8
Via degli Alpini Traffico veicolare 3 60 60.8*
Via degli Alpini Traffico veicolare 2 55 61.3*
Via Stazione Traffico veicolare 2 55 65.4*
Fiume Brembo Traffico ed attività 2 55 50.9
Via Sottoripa Traffico ed attività 2 55 60.5*
Leq: valore rilevato di livello equivalente in dB (A)
* : superamento dei limiti in una sola zona
** : superamento dei limiti di entrambe le zone di confine
Nella tabella precedente sono riportate le aree di rilevamento con indicata la
fonte principale di emissione, la classe in cui è inserita l‟area, il limite legale di
emissione ed il livello reale rilevato. Quando sono indicate due classi, si intende
che l‟area di rilevazione è compresa in due perimetrazioni diverse.
Da un„analisi dei risultati si evidenzia come, nel territorio di Paladina, si superino in
più casi i valori limite definiti dal DPCM.
In ben 20 casi su 29 il limite è superato per almeno una classe; tra questi, in 3 casi il
limite è superato per entrambe le classi.
In quasi tutti i casi di superamento la causa è riconducibile al traffico veicolare: i
maggiori problemi si riscontrano lungo la ex SS 470 DIR e ne vie adiacenti ad essa.
Questo è dovuto all‟imponente flusso di traffico giornaliero. Anche il superamento
rilevato nei pressi della scuola media in via Ossanesga è presumibilmente legato
alla stessa sorgente, riconducibile al traffico veicolare della ex SS 470 DIR.
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In considerazione dell‟elevato numero di superamenti delle soglie limite, si fa
presente come sussista la necessità di applicare misure di
mitigazione/compensazione sia per il miglioramento delle attuali condizioni del
clima acustico, sia per quanto riguarda l‟attuazione delle azioni del Documento di
Piano, comportanti un aumento delle emissioni acustiche.
Si ritiene inoltre opportuno un aggiornamento del piano di Zonizzazione acustica,
in quanto piuttosto datato, quindi non totalmente rappresentativo dell‟attuale
condizione inerente le emissioni acustiche.
6.2.10 . Campi elettromagnetici
Non avendo dati a livello comunale, si tenterà di fare una panoramica
dell‟argomento a livello provinciale. A tal proposito si fa riferimento alla Relazione
sullo Stato dell‟ambiente di Agenda21 provinciale.
Con il termine campi elettromagnetici si intende la parte dello spettro
elettromagnetico che comprende le frequenze tra 0 Hz e 300 GHz; tale intervallo è
sua volta suddiviso in quattro sottoclassi ad ognuna delle quali sono associabili
diverse fonti di radiazioni non ionizzanti.
Il tema della nocività dei campi elettromagnetici e delle relative conseguenze
sulla salute umana è allo stato attuale delle conoscenze controverso e dibattuto.
In questa situazione incerta si è soliti adottare il principio preventivo e cautelativo
nell‟ottica del quale si colloca il D.P.C.M. 23 aprile 1992 che si occupa dei campi
elettromagnetici a bassissima frequenza generati dalle linee elettriche alla
frequenza di 50 Hz.
Tale normativa, a seconda delle diverse tensioni delle linee elettriche aeree
presenti sul territorio, stabilisce le fasce di rispetto dove in futuro non andrà
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collocata nessuna abitazione individuando al contempo gli edifici esistenti che
necessitano di risanamento.
Intervalli di frequenza e fonti dei campi elettromagnetici
Nel passare dai campi ELF a quelli RF e MW vi è una profonda variazione nelle
proprietà fisiche di tali campi e, di conseguenza, nei meccanismi di interazione
con gli organismi esposti.
I campi ELF hanno proprietà simili a quelle dei campi statici e le loro ampiezze
oscillano nel tempo indipendentemente l‟una dall‟altra: per questo sono anche
denominati campi “quasi statici”.
A frequenze più elevate il campo elettromagnetico può essere descritto in termini
di onde elettromagnetiche, la cui propagazione comporta il trasporto di energia
che abbandona la sorgente. In questo caso le intensità dei due campi sono tra
loro strettamente correlate ed è pertanto sufficiente, per conoscere l‟entità del
fenomeno, determinare indifferentemente il valore del campo elettrico, del
campo magnetico o di un terzo parametro fisico denominato “densità di
potenza”.
Nel caso dell‟inquinamento elettromagnetico, la relazione tra la sorgente
inquinante e il livello di inquinamento ha una dinamica estremamente breve, sia in
termini temporali (se viene meno la sorgente, cessa in modo quasi istantaneo
anche l‟inquinamento), sia in termini spaziali (il campo generato dalle più comuni
sorgenti assume valori trascurabili nella maggior parte dei casi entro un raggio di
poche decine di metri).
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Pertanto qualunque indicatore finalizzato a descrivere lo “stato dell‟ambiente” dal
punto di vista elettromagnetico risulta fortemente condizionato dalle modalità e
dalle finalità con cui sono stati rilevati i dati.
I campi ELF rilevanti dal punto di vista ambientale sono quelli generati dai
conduttori percorsi dalla corrente elettrica alla frequenza di 50 Hz, corrispondente
in Europa alla frequenza utilizzata dalle reti di distribuzione dell‟energia elettrica.
Benché campi ELF di entità non trascurabile possano essere generati da molte
apparecchiature elettriche comunemente utilizzate, l‟interesse maggiore della
Comunità scientifica e delle Amministrazioni coinvolte si focalizza normalmente
sulle linee per il trasporto di energia elettrica, considerando anche che la durata
dell‟esposizione assume carattere continuativo per coloro che risiedono in
prossimità delle linee elettriche.
Le linee di maggiore interesse per la rilevante potenza coinvolta sono quelle
cosiddette ad “alta tensione” (132 kV, 220 kV e 380 kV): tuttavia anche le linee a
media tensione e, in alcuni casi, quelle a bassa tensione, possono, in casi sporadici
di ridottissima distanza dagli ambienti abitativi, presentare potenziali rischi.
L‟indicatore “lunghezze dei tratti di linee elettriche in aree urbanizzate” permette
di valutare, in termini potenziali, la lunghezza complessiva delle linee per il
trasporto di energia elettrica che attraversano aree urbanizzate e che, quindi,
possono in alcuni casi, trovarsi in prossimità di ambienti abitativi.
La figura seguente mostra la distribuzione di frequenza di tale parametro, con
riferimento alla situazione del 2002 per le linee di distribuzione di energia elettrica
ad alta tensione sul territorio Provinciale.
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Lunghezza delle linee elettriche in aree urbanizzate.
Distribuzione di frequenza dei comuni interessati per fasce di lunghezza
Per quanto riguarda i livelli dei campi elettrici e magnetici rilevati nell‟ambiente, la
figura seguente rappresenta graficamente le misure di campo magnetico
effettuate dall‟ARPA sul territorio provinciale su richiesta o segnalazione da parte
di cittadini e istituzioni.
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Per analizzare i valori riportati in tabella occorre premettere una considerazione
fondamentale: l‟insieme delle misure analizzate e sulle quali sono state calcolate
tali frequenza non costituisce un campione casuale ma deve essere interpretato
come un insieme di dati raccolti in situazioni dove esisteva già il sospetto di un
fenomeno di inquinamento elettromagnetico.
Con riferimento ai requisiti per i valori di campo magnetico stabiliti dal DPCM 8
luglio 2003, dall‟esame della figura emerge il completo rispetto del limite di
esposizione di 100 T e del valore di attenzione di 10 T, e la presenza di un numero
circoscritto di misure con valori superiori agli obiettivi di qualità di 3 T.
Per potere descrivere con maggiore precisione il fenomeno, nella seguente
tabella sono state considerate le seguenti ulteriori soglie per il campo magnetico:
0,2 T (soglia sotto la quale si considera non significativa l‟esposizione nella
maggior parte degli studi epidemiologici);
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0,5 T (soglia sotto la quale nessuno studio epidemiologico riporta una
correlazione minimamente significativa tra esposizione ai campi ELF e forme
tumorali);
1, 2, 5 T (soglie costruite con criteri connessi alla semplice esigenza di
suddivisione simmetrica dell‟intervallo 0,5-10 ).
Misure di campi ELF
Il risultato che emerge è che circa il 50% delle misure si mantiene inferiore alla
citata soglia di 0,5 mT; del restante 50% solo il 14% supera la soglia di 2 mT e solo il
6% delle misure supera le soglia di 5 T.
Anche i valori misurati per il campo elettrico, riportati nella tabella seguente,
mettono in luce il pieno rispetto del valore limite fissato dalla citata normativa
(5000 V/m), anche se con un margine meno ampio.
Misure di campo elettrico a 50 Hz
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Poiché il dibattito scientifico sui possibili effetti a lungo termine dei campi ELF in
conseguenza di livelli di esposizione limitati è ancora aperto, non è possibile in
questa sede trarre conclusioni certe e di carattere generale. Si può tuttavia
affermare che circa la metà delle situazioni esaminate non destano alcuna
preoccupazione poiché i valori rilevati, inferiori a 0,5 T non trovano una
significativa correlazione con effetti a lungo termine in nessuno degli studi
epidemiologici realizzati. Per le restanti situazioni, le conoscenze scientifiche attuali
non giustificano certamente allarmi diffusi, ma piuttosto una ragionevole
attenzione nei confronti dell‟evoluzione delle conoscenze sugli effetti a lungo
termine e, specie nelle situazioni che presentano valori dell‟ordine di alcuni
microtesla, eventuali approfondimenti di indagine e interventi mirati di
risanamento.
Il territorio comunale di Paladina è attraversato da due linee ad alta tensione
(vedi cartografia) . A tutt‟oggi non si è a conoscenza di rilevazioni o
problematiche sorte a seguito di potenziali interferenze sull‟attività umana.
La Vas si propone e suggerisce di attivare sistemi di monitoraggio e controllo per
valutare gli effetti indotti dalla presenza di tali linee elettriche sulla popolazione.
6.2.11 . Il sistema economico e gli ambiti urbani
Il territorio di Paladina, come già anticipato, si presenta morfologicamente ben
articolato e le piane terrazzate succedono ad aree acclivi (Colli, scarpata
fluviale).
Nonostante le sue caratteristiche morfologiche, il territorio si è ben prestato in
passato allo sviluppo dell‟agricoltura, che sopravvive ancora, anche se con
incidenza di molto inferiore.
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Attualmente sul territorio coesistono attività agricole ed industriali, con una
occupazione areale sbilanciata verso quelle agricole.
Il sistema economico
Per l‟inquadramento della situazione economica del comune di Paladina si è fatto
riferimento allo studio condotto da Confindustria a supporto del Piano di governo
del Territorio.
Il sistema economico di Paladina, secondo i dati ISTAT 2001, risulta costituito da 240
unità locali e da 729 addetti i quali corrispondono circa al 50% degli occupati ed
al 26% dei residenti con età maggiore di 14 anni. Il rapporto tra domanda e offerta
di lavoro pone Paladina più vicino all‟ambito Bergamo nord-ovest rispetto a quello
di appartenenza, il quale presenta un numero di posti di lavoro superiori agli
occupati residenti.
Il settore prevalente a Paladina è il commercio con 162 addetti, seguito dalle
attività manifatturiere, dalle costruzioni e dall‟istruzione che offrono
rispettivamente 149, 121 e 120 posti di lavoro. Nel complesso, il settore secondario
occupa il 37% degli addetti mentre la restante quota è impiegata nel settore dei
servizi.
Il settore primario non vede impiegati operatori residenti. La superficie agricola
utilizzata rappresenta il 35% del territorio comunale, mentre risulta destinata per 44
ettari a prati permanenti e pascoli, per 26 a seminativo e infine per 1,2 a
coltivazioni permanenti.
La composizione settoriale differenzia Paladina dagli ambiti territoriali di riferimento
dove il secondario occupa il 55% degli addetti di Bergamo ovest e il 47% di
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Bergamo nord-ovest e dalla media provinciale dove il comparto produttivo si
attesta al 50% circa.
Suddivisione addetti per settore. Confronto coi dati provinciali.
Comunque la perdita di peso del secondario rispetto alle medie di riferimento è
cosa piuttosto recente, infatti nel 1991 i settori dell‟industria e dei servizi si
equivalevano ed ai precedenti rilevamenti decennali il primo prevaleva sul
secondo con proporzioni in linea con quanto registrato a livello provinciale. Tale
evoluzione è stata determinata dal recente incremento degli addetti al terziario
che ha in parte compensato le perdite del secondario registrate tra il 1981 e il
1991.
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Considerando nel dettaglio la composizione settoriale nel confronto con gli ambiti
di riferimento si rileva che la manifattura è molto meno rappresentata (20% contro
il 46, 33 e 39% dell‟ambito di Bergamo Ovest, di Bergamo Nord-Ovest e della
media provinciale), il settore delle costruzioni presenta quote leggermente
superiori all‟ambito di Bergamo Nord Ovest (16.6% contro il 14.8%) ma è più
rappresentato rispetto all‟ambito di appartenenza (dove si attesta all‟8,6%) e alla
media provinciale (11,4%). Infine le attività dei settori pubblici e istituzionali (ed in
particolare l‟istruzione) presentano un peso largamente superiore rispetto a tutti gli
ambiti di riferimento.
Per la valutazione della dinamica più recente sono disponibili i dati ASIA di fine
2005 riferiti all‟universo delle sole imprese. Il confronto con il dato ISTAT 2001, mette
in luce per Paladina un decremento degli addetti del 3,7% in un quadro di
sostanziale crescita che per gli ambiti di riferimento si attesta intorno all‟8%. I settori
che hanno subito le maggiori perdite sono gli alberghi e ristoranti (-27%) e quello
delle costruzioni (-18%), il commercio presenta invece un -7%, mentre tiene
l‟industria e cresce il settore degli altri servizi (+18%).
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ISTAT - Censimento industria e servizi 2001 - ASIA 2005 - Universo solo imprese
Ambiente urbano
Per la stesura dell‟inquadramento dell‟ambiente urbano ci si è riferiti agli studi di
settore del PTCP, elaborato D9 – Ambiente costruito – Evoluzione dell‟assetto
insediativo, ambito n. 15 “Comprensorio di Bergamo”.
L‟area delimitata come facente parte del Comprensorio più strettamente
interrelato al Capoluogo provinciale di Bergamo, comprende il territorio di n. 30
comuni.
Per le diverse caratteristiche, geografiche e generali, per gli aspetti insediativi e
per quelli socio-economici, l‟intero ambito è stato suddiviso in sette sub-aree e
Paladina rientra nella sub-area 4, assieme ai comuni di Curno, Lallio, Mozzo,
Treviolo e Valbrembo.
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Ambito 15 – Comprensorio di Bergamo e i 7 sub ambiti
Andamento della popolazione nel trentennio 1971-2001
Raffrontando le variazioni demografiche (medie annue) registrate nel breve
periodo (1991-2001) con quelle del lungo periodo (1971-2001), si nota come in
comune di Paladina si sia verificato un rallentamento dell‟incremento della
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popolazione, del tutto in controtendenza con gran parte dei comuni
dell‟hinterland bergamasco .
Confrontando i dati riguardanti il numero di famiglie negli anni 1991 e 2001, si può
assistere per il comune di Paladina ad un incremento dei nuclei famigliari.
L‟aumento della popolazione non è però in rapporto a quello delle famiglie:
questo si traduce in una riduzione dei componenti i nuclei.
Per quanto riguarda la densità abitativa nel comune di Paladina, si attesta sui 1625
abitanti al chilometro quadrato (dati 2001).
Il Capoluogo e la cintura dei comuni che ne formano il comprensorio
costituiscono, di fatto, un unico sistema urbano con scambi ravvicinati e relazioni
dirette pur nelle caratteristiche che distinguono le diverse realtà. Le concentrazioni
insediative nel comprensorio, in particolare verificatesi nei comuni dell‟hinterland,
hanno creato, con il loro sviluppo, trasformazioni topografiche considerevoli negli
anni dal 1960 ad oggi.
La strada provinciale Dalmine - Villa d‟Almè, tangenziale ovest del comprensorio,
ha costituito, dalla sua ultimazione negli anni ‟60, una forte attrazione per lo
sviluppo, a volte discutibile, degli insediamenti, in particolare avvenuta negli anni
‟70 e nei primi anni ‟80.
Tra i comuni di Mozzo, Valbrembo e Paladina, si è realizzata una fascia continua
costruita che, in buona parte, ha chiuso le aperture dalla collina verso il F. Brembo.
A nord, i nuclei urbani dei due comuni di Almè e di Villa d‟Almè, chiudono la
testata del continuum urbanizzato.
Nella figura seguente si può vedere come si è evoluto nel tempo l‟assetto
urbanistico del comune di Paladina.
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Evoluzione dell‟urbanizzato nel comune di Paladina. Fonte: PTCP Prov. Bergamo
Il risultato peraltro del mosaico delle pianificazioni isolate nei singoli territori, seppur
risponda alle esigenze locali, non può dirsi che offra nel complesso l‟immagine di
una ben strutturata regione urbana.
Solo si è avuto l‟impostazione di importanti problemi di infrastrutturazione per
iniziativa di Provincia, Regione e Stato.
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6.2.12 . Sintesi del quadro conoscitivo
Lo scopo di questo capitolo è quello di sintetizzare quanto fin‟ora descritto
relativamente a tutti gli elementi trattati e riferibili allo scenario zero di Paladina, in
base alle caratteristiche di criticità o positività di ogni fattore ambientale
considerato.
Il quadro sintetico è strutturato in una tabella in cui, per ogni fattore, viene fornita
una breve descrizione e una valutazione sintetica rappresentata dalla simbologia
sotto riportata.
Simbolo Significato
bassa/nulla criticità ambientale, stato positivo/potenzialità
media criticità ambientale, stato neutro
forte criticità ambientale, stato da risolvere
dati non disponibili, assenti o insufficienti
Ciò che emerge è un quadro tutto sommato positivo, dove tuttavia non mancano
criticità o situazioni che possono e debbono essere oggetto di impegno attivo per
il perseguimento di migliori livelli di qualità. Il riferimento è valido soprattutto per il
tema del rumore, dove a fronte di una situazione sicuramente critica occorre
lavorare per il perseguimento di soluzioni davvero concrete e costruttive, e che
non si rivelino come ulteriori occasioni di depauperamento di altre matrici
ambientali, nella complessa logica delle relazioni che legano imprescindibilmente
i diversi fattori che formano l‟ambiente.
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Fattore Descrizione
Valutazione
complessiva
Suolo e sottosuolo
Il territorio di Paladina presenta una morfologia piuttosto
varia, grazie soprattutto alla presenza dell‟ambito collinare
dei Colli di Bergamo, della piana fluvioglaciale, su cui è
insediato il centro urbano, dalle ripide scarpate fluviali e
del fiume Brembo. A questa varietà di ambiti morfologici
(scarpate fluviali, terrazzi, piane e colline) corrispondono
diverse caratteristiche litologiche alle quali le attività
(agricole, infrastrutturali urbane) si sono più o meno
adattate.
Le diverse caratteristiche litologiche evidenziano altresì
diversi valori di criticità idrogeologica o di protezione del
suolo in funzione del diverso grado di permeabilità delle
unità presenti. (rocce lapidee (Flysch e arenarie),
Conglomerati (Ceppo) e depositi alluvionali di varia età)
Acqua
Corpi idrici superficiali: i corpi idrici superficiali per il
territorio di Paladina sono rappresentati dal fiume Brembo,
dal torrente Quisa e dal canale Legler, corpo idrico di
origine artificiale. A questi si affiancano numerosi impluvi,
di carattere per lo più stagionale che, dalla collina
scorrono verso la piana fluvioglaciale .
La qualità delle acque superficiali non condiziona
solamente la vita degli organismi acquatici ma, a larga
scala, tutto l‟ecosistema che si sviluppa lungo le reti
idriche. Dal punto di vista chimico fisico, i dati disponibili
per il fiume Brembo derivati dai campionamenti effettuati
dall‟ARPA, indicano una sufficiente qualità delle acque
mentre per gli altri corsi d‟acqua non vi sono sufficienti
informazioni. La forte artificializzazione del T. Quisa (molto
canalizzato e del canale Legler , riducono sensibilmente il
valore ecologico degli stessi, riducendoli a collettori di
scarti delle attività umane.
Fonti di approvvigionamento idrico: nel territorio di
Paladina non sono presenti sorgenti o pozzi per
l‟approvvigionamento idropotabile pubblico; tutto il
fabbisogno idrico comunale si affida alla rete
acquedottistica intercomunale della AM2.
L‟unico pozzo presente in prossimità del confine
comunale, è sfruttato a scopo industriale e si colloca nella
frazione di Ghiaie.
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Dinamica dei corsi d’acqua: tutti i corsi d‟acqua, a
prescindere dalla loro importanza, presentano un
dinamismo fluviale, tale affermazione non vale per il
canale Legler che viene regimato artificialmente. Tale
dinamismo si traduce in variazioni anche repentine di
portate liquide e trasporto solido che possono interferire
con le attività umane presenti sul territorio sia di tipo
agricolo che insediativo.
A tal proposito per il fiume Brembo, sono stati definiti dal
PAI (Piano Stralcio per l‟Assetto Idrogeologico) tre ambiti di
criticità definiti fasce fluviali, le quali delimitano, a grande
scala, tre fasce a rischio di esondazione .
Nella fattispecie, nel territorio di Paladina sono presenti
tutte e tre le fasce. Tale elemento diventa significativo
nella valutazione strategica in quanto, allo stato attuale
impone norme giustamente restrittive allo svolgimento
delle attività umane in tali ambiti.
Aria
Emissioni atmosferiche: gli inquinanti immessi nell‟aria
derivanti dalle più comuni attività umane (riscaldamento,
spostamenti, attività produttive...), condizionano il
benessere umano.
Per il comune di Paladina, le fonti più impattanti sono le
combustioni non industriali (per esempio il riscaldamento
domestico) ed il trasporto su ruota.
Nel territorio comunale non sono state segnalate attività
industriali particolarmente inquinanti, anche a fronte di
una non ben distinta commistione fra ambiti urbani e
industriali
Flora e fauna
La presenza di flora e fauna è indice di un ecosistema che
sopravvive e reagisce nonostante le pressioni dello
sviluppo insediativo. Paladina, nonostante risulti un
comune mediamente urbanizzato conserva, sia nella
parte collinare sia nell‟ambito di pertinenza fluviale, delle
aree verdi di importante funzione ecologica
Paesaggio naturale
La particolare morfologia del territorio di Paladina ha fatto
si che gli ambiti a più intensa urbanizzazione si
concentrassero sulla piana fluvioglaciale di raccordo tra il
paesaggio collinare e le scarpate fluviali.
Questo, fatto salve piccole eccezioni, ha permesso di
conservare sia in ambito collinare che fluviale,
connotazioni paesaggistiche naturali ancora intatte.
Patrimonio storico e
testimoniale
Nel territorio comunale di Paladina sono presenti numerose
valenze architettoniche, sia civili che religiose, ubicate
soprattutto in località Sombreno. Il patrimonio storico è
fondamentale per l‟identità culturale di una popolazione
e come tale deve essere conservato e, dove necessario,
adeguatamente riqualificato e pubblicizzato.
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Mobilità e traffico
Situazioni di traffico elevato, causate da infrastrutture
viarie non sufficienti o non adeguate, riducono per vari
aspetti la qualità della vita della popolazione ma possono
portare anche a delle conseguenze negative sulle diverse
matrici ambientali.
La dotazione infrastrutturale di Paladina risulta adeguata
per quanto riguarda la viabilità minore ma non sufficiente
per quanto riguarda la viabilità sovracomunale. Ad
esempio la direttrice della valle Brembana (Ex SS470 dir)
presenta spesso fenomeni di congestione, soprattutto in
corrispondenza degli orari di punta o nei week-end.
A tal proposito sarà di fondamentale importanza la
riqualificazione di questa importantissima infrastruttura
viaria, in parte già in fase di realizzazione, che si
concluderà con la realizzazione della viabilità
sovraordinata di previsione.
Rumore
L‟elevata rumorosità ambientale, secondo gli studi medici,
ha delle ricadute anche sulla salute dell‟uomo. Un paese
rumoroso è un paese con una ridotta qualità della vita.
I dati disponibili per il comune di Paladina hanno mostrato
che la componente acustica evidenzia valori di
rumorosità in Leq eq al di sopra dei valori di accettabilità.
Campi
elettromagnetici
L‟attraversamento del territorio di Paladina da parte di
due reti elettriche ad alta tensione, apre il controverso e
dibattuto tema della nocività dei campi elettromagnetici
e delle relative conseguenze sulla salute umana. Non è
stato possibile reperire dati specifici per il comune di
Paladina e non è ritenuta attendibile una comparazione a
partire da dati di comuni limitrofi. Pertanto tale valutazione
andrà meglio programmata per fornire le risposte
necessarie alla popolazione .
Sistema economico
ed ambiti urbani
Sistema economico: la presenza sul territorio di un sistema
economico ben sviluppato è sinonimo di stabilità delle
condizioni socio-economiche della popolazione. Un buon
sistema economico è caratterizzato da una omogenea
distribuzione della forza lavoro nei vari settori (primario,
secondario, terziario). Da questo punto di vista Paladina
presenta una marcata disomogeneità in quanto il settore
con la maggior quantità di impiegati è il terziario. Inoltre,
nel territorio in esame, la commistione delle attività
artigianali ed industriali all‟interno dell‟urbanizzato, rende
difficoltosa l‟organizzazione delle attività produttive e la
creazione di un sistema economico efficace.
Ambiti urbani: l‟ambiente urbano incide molto sulla qualità
della vita degli abitanti di un territorio.
Centri abitati frammentati, sorti in modo disorganizzato o
attraversati da grandi direttrici stradali perdono parte della
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loro vivibilità.
È questo il caso di Paladina, diviso fisicamente dalla Ex
SS470 dir, che costituisce una forte barriera tra la frazione
di Sombreno (ad est della direttrice) ed il centro abitato
principale (a ovest).
Oltre alla divisione fisica degli abitati si nota anche una
forte distinzione tipologica tra le tre frazioni: il centro di
Paladina si presenta con isolati abbastanza densi e
organizzati senza uno specifico disegno urbano;
Sombreno risulta per la maggior parte del suo territorio in
edificata e le costruzioni sono distribuite quasi totalmente
sulla pianura ma lasciando inalterate le aree agricole;
infine, la frazione di Ghiaie, priva di un centro storico, è di
costituzione più recente e presenta un‟edilizia piuttosto
insignificante, con case sparse e disposte soprattutto
lungo le strade o il canale Legler.
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6.3 INDIVIDUAZIONE DEI CRITERI DI SOSTENIBILITÀ E COMPATIBILITÀ AMBIENTALE
Il documento di riferimento è costituito dal “Manuale per la valutazione
ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali
dell‟Unione Europea” (Commissione Europea, D.G. XI Ambiente, Sicurezza
Nucleare e Protezione Civile, Agosto 1998).
Il Manuale contiene i dieci criteri di sviluppo sostenibile, che possono essere un
utile riferimento nella definizione dei criteri per la VAS del PGT. Come già ricordato
in precedenza, il Manuale afferma che i criteri devono essere considerati in modo
flessibile, in quanto le autorità competenti potranno utilizzare i criteri di sostenibilità
che risultino attinenti al territorio di cui sono competenti e alle rispettive politiche
ambientali per definire obiettivi e priorità, nonché per valutare e, se possibile,
contribuire maggiormente allo sviluppo sostenibile di obiettivi e priorità in altri
settori.
1 Ridurre al minimo l‟impiego delle risorse energetiche non rinnovabili
2 Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione
3 Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti
4 Conservare e migliorare la stato della fauna e della flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi
5 Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche
6 Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali
7 Conservare e migliorare la qualità dell‟ambiente locale
8 Protezione dell‟atmosfera
9 Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare l‟istruzione e la formazione in campo ambientale
10 Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile
I dieci criteri di sostenibilità individuati nel Manuale UE98
Anche il Manuale del progetto ENPLAN (2004) riferisce alcuni ambiti tematici da
trattare per l‟analisi di sostenibilità dei piani e programmi.
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1 Influenza prevedibile sul cambiamento climatico
2 Alterazioni e miglioramenti principali nel ciclo naturale dell‟acqua
3 Bilancio energetico generale
4 Generazione di nuovi rischi
5 Destrutturazione degli ecosistemi
6 Cambiamenti nella struttura degli usi del suolo
7 Generazione di rifiuti
8 Alterazioni nel ciclo di materiali
Gli otto criteri di sostenibilità individuati nel Manuale ENPLAN
Per quanto riguarda la valutazione degli obiettivi e delle azioni del PGT di
Paladina, sono proposti di seguito dei criteri “contestualizzati” alla realtà locale,
desunti partendo dai criteri del Manuale UE98 e del Manuale ENPLAN sopra
indicati, così come riportato nello schema seguente, in cui si mette appunto in
evidenza la corrispondenza tra i criteri contestualizzati e quelli dei due Manuali.
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Criteri di compatibilità ambientali contestualizzati per la
VAS di Paladina
Criteri di
riferimento
Manuale UE98
Criteri di
riferimento
Manuale ENPLAN
1. Tutela della qualità del suolo
1 + 5
6
2. Minimizzazione del consumo di suolo
3. Maggiore efficienza nel consumo di energia 1 + 3
4. Contenimento della produzione di rifiuti 3 7
5. Sensibilizzazione e potenziamento della raccolta differenziata 3 + 9 7
6. Tutela e potenziamento delle aree naturalistiche 4 5
7. Tutela e potenziamento dei corridoi ecologici urbani ed extraurbani
8. Incremento della qualità delle acque e riduzione dei consumi 2 + 5 2
9. Tutela e valorizzazione dei beni storici, architettonici e del patrimonio
testimoniale 4 + 6
-
10. Tutela degli ambiti paesistici 5
11. Contenimento delle emissioni in atmosfera
7 + 8
1 + 4 + 8
12. Contenimento dell‟inquinamento acustico
13. Recupero dell‟equilibrio tra aree edificate e spazi aperti 5 + 6
14. Protezione della salute e del benessere dei cittadini 4
15. Promozione della comunicazione e della partecipazione del pubblico 9 + 10 -
I quindici criteri di compatibilità ambientale “contestualizzati“ per la VAS del DdP di Paladina
Alla luce delle considerazioni presentate nei capitoli introduttivi della Parte Prima
circa i concetti di „sostenibilità‟ e „compatibilità‟, ci pare opportuno e corretto
parlare di criteri di „compatibilità‟ ambientale, in quanto – pur non avendo
trascurato i concetti di sviluppo sostenibile - la sottolineatura della valutazione
ambientale svolta è comunque prevalentemente di tipo ambientale e
paesaggistico, e in misura minore di carattere economico e sociale.
Di seguito vengono descritti i criteri di compatibilità riportati in tabella.
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1. Tutela della qualità del suolo
Il suolo e il sottosuolo sono fonti naturali rinnovabili essenziali per la salute e il benessere umani, ma
che possono subire perdite dovute all‟estrazione o all‟erosione o all‟inquinamento.
Il principio fondamentale cui attenersi è pertanto la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo
qualitativo e quantitativo e la riqualificazione delle risorse già degradate.
Il criterio di tutela della qualità del suolo è connesso in particolare al risanamento dei siti inquinati
da attività produttive che originano dalla dismissione di aree industriali, problematica che interessa
principalmente le aree urbane. Giocano un ruolo non di secondo piano la presenza di eventuali
discariche e l‟utilizzo di sostanze potenzialmente inquinanti legate all‟attività agricola.
Le criticità emergono dall‟intreccio di problemi ambientali, economici e normativi, che
condizionano notevolmente la sostenibilità degli interventi e, conseguentemente, la loro
attuazione.
Le occasioni di sviluppo e del conseguente risanamento sono legate al riuso delle aree, spesso
collocate in posizioni divenute strategiche nel quadro urbano.
Nella compilazione delle matrici, la tutela della qualità del suolo e sottosuolo è connessa a:
bonifica di siti contaminati;
difesa dal percolamento di sostanze inquinanti;
mantenimento di aree permeabili in profondità;
contenimento nell‟utilizzo di sostanze chimiche (ammendanti, fertilizzanti e correttivi)
nell‟attività agricola;
contenimento delle attività di escavazione e di discarica.
2. Minimizzazione del consumo di suolo
Il suolo è una fonte non rinnovabile, necessario per la salute e il benessere umani. La sua tutela è in
contrasto con lo sviluppo insediativo.
Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile è un uso ragionevole e parsimonioso del suolo, così
come di tutte le risorse non rinnovabili, rispettando tassi di sfruttamento che non pregiudichino le
possibilità riservate alle generazioni future.
Nelle aree urbane e soprattutto in contesti fortemente urbanizzati, il suolo rappresenta una risorsa
ancor più pregiata, in considerazione della sua scarsità e dei benefici che esso determina nelle
aree urbane (disponibilità di aree libere per la fruizione e per il riequilibrio ecologico, influenza sul
microclima, ecc.).
Nella compilazione delle matrici, la minimizzazione del consumo di suolo è connessa a:
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difesa del suolo libero e individuazione di limiti allo sviluppo insediativo;
limitazione della frammentazione del suolo libero;
equilibrio tra aree permeabili e impermeabili.
3. Maggiore efficienza nel consumo di energia
L‟impiego di fonti non rinnovabili, quali i combustibili fossili, i giacimenti minerari e gli aggregati,
riduce le risorse disponibili per le future generazioni. Uno dei principi base dello sviluppo sostenibile
è un utilizzo “ecologico” dell‟energia prodotta, massimizzando l‟efficienza delle utenze e
riducendo gli sprechi.
Le modalità di produzione e consumo dell‟energia, e le conseguenti emissioni in atmosfera,
rappresentano un elemento determinante della qualità ambientale delle aree urbane.
Nella compilazione delle matrici, la maggiore efficienza nel consumo energetico è connesso a:
impiego di tecniche di risparmio energetico nelle tecniche costruttive e nella gestione degli
edifici;
incentivazione di forme di spostamento a basso impatto (bicicletta, pedonalità);
utilizzo di tecnologie a maggior efficienza.
4. Contenimento della produzione di rifiuti
Le città importano un‟articolata tipologia di materiali e prodotti che vengono usati e trasformati in
altri materiali ed infine sono allontanati sotto forma di rifiuti, spesso solo in parte riutilizzati.
In molte situazioni è possibile utilizzare sostanze meno dannose per l‟ambiente ed evitare o ridurre
la produzione di rifiuti. Tra gli obiettivi di un approccio sostenibile vi è l‟utilizzo di materie che
producano l‟impatto ambientale meno dannoso possibile e la minima produzione di rifiuti grazie a
sistemi di progettazione dei processi, di gestione dei rifiuti e riduzione dell‟inquinamento.
La crescente produzione di rifiuti può essere ricondotta all‟aumento dei consumi e all‟utilizzo
sempre più frequente di materiali con cicli di vita brevi. Inoltre lo stile di vita del cittadino comporta
modelli di consumo elevato che vanno sempre più crescendo in relazione al miglioramento del
tenore di vita e all‟aumento del reddito pro capite.
I rifiuti sono un importante fattore di carico ambientale ed un indicatore di dissipazione di risorse. La
perdita di materiali ed energia associata alla produzione di rifiuti ha conseguenze non solo
ambientali, ma anche economiche a causa dei costi per la raccolta, il trattamento e lo
smaltimento degli stessi.
Nella compilazione delle matrici, il contenimento nella produzione dei rifiuti è connesso a:
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contenimento nella produzione di inerti derivanti dalla demolizione o costruzione di manufatti
(edifici, strade, tracciati ferroviari, demolizione di fabbricati industriali);
smaltimento di rifiuti speciali pericolosi derivanti dalla demolizione di fabbricati o bonifica di
aree dismesse;
contenimento della produzione di rifiuti da parte della popolazione, dei non residenti, dei
turisti, delle imprese;
riduzione dell‟impatto sull‟ambiente, anche in rapporto a minor movimento di mezzi
meccanici per il ritiro dei materiali.
5. Sensibilizzazione e potenziamento della raccolta differenziata
Una delle problematiche legate allo sviluppo socio economico è quella dei rifiuti solidi urbani, da
sempre smaltiti mediante ammassamento in discariche di dimensioni più o meno grandi.
L'espandersi delle zone urbanizzate, l'esaurimento di cave di altre depressioni deputate
all'espletamento della funzione discarica, la sempre maggiore produzione di rifiuti ma anche la
maggiore attenzione che si è creata nei confronti dell'ambiente, ha portato all'impossibilità
oggettiva di proseguire su questa strada costringendo a cercare nuove vie da percorrere.
Si è fatto avanti quindi il concetto di raccolta differenziata che, a partire da rifiuti ammassati per
medesime caratteristiche costitutive, raggiunge lo scopo di ridurre la quantità di rifiuti conferiti nelle
discariche indirizzandone parte al riciclaggio, al compostaggio ed al recupero energetico, ad
esempio mediante gassificatori.
Il successo della raccolta differenziata dipende principalmente da tre fattori: l'organizzazione di
servizi di raccolta efficaci, la realizzazione degli impianti di supporto alla raccolta differenziata e la
consapevolezza e partecipazione attiva dei cittadini. Per quanto concerne quest‟ultimo punto è
importante un‟efficace campagna di sensibilizzazione, incentrata soprattutto sulla comunicazione
coi cittadini.
È importante allo stesso modo il riutilizzo di alcuni oggetti (es. contenitori, sacchetti di plastica ecc..)
con l‟intento di dar loro una “seconda vita”, prolungandone quindi la propria funzione prima di
essere smaltiti.
Nella compilazione delle matrici, la sensibilizzazione e il potenziamento della raccolta differenziata
sono connessi a:
potenziamento della raccolta differenziata;
sensibilizzazione della popolazione alla tematica ambientale e di riciclo;
attuazione di azioni che favoriscano il riciclo dei materiali;
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possibilità di recupero energetico mediante compostaggio di biomasse.
6. Tutela e potenziamento delle aree naturalistiche
La presenza di aree verdi è sicuramente uno degli elementi che contribuisce al miglioramento
della vita dei cittadini. La presenza di vegetazione e di aree naturali è comunque importante per
gli effetti positivi sul benessere fisico e mentale dei cittadini. Le aree verdi infatti offrono spazi
ricreativi, educativi, per le relazioni sociali e, esteticamente, contribuiscono a dare alla città
un‟immagine di maggiore vivibilità. A questi benefici se ne aggiungono altri di carattere ecologico,
specialmente se le aree sono alberate: il miglioramento del clima urbano, l‟assorbimento degli
inquinanti atmosferici, la riduzione dei livelli di rumore (specialmente se associate ad altre barriere),
l‟attenuazione della luce eccessiva, la stabilizzazione del suolo e la riduzione dell‟erosione. Infine il
verde urbano contribuisce ad arricchire la biodiversità nelle città, in quanto fornisce l‟habitat per
molte specie animali e vegetali. Contrariamente a quello che si pensa comunemente, all‟interno
dell‟ecosistema urbano sono infatti presenti numerose specie, spesso fortemente legate a questo
tipo di ambiente o addirittura dotate di una particolare dinamica in relazione alle attività
antropiche. Le interazioni con l‟uomo sono sia positive (contatto con la natura, piacere estetico),
sia negative in quanto alcune specie, soprattutto animali, possono causare disagi di varia natura
(igienici, economici, ambientali, ecc.), come ad esempio colombi, storni, zanzare, ratti, ecc.
Il principio fondamentale è mantenere e arricchire le riserve e la qualità delle risorse del patrimonio
naturale affinché le generazioni attuali e future possano goderne e trarne beneficio.
Il presente criterio differisce da quello seguente (criterio 6.), perché ha come oggetto le aree
naturalistiche, intese come aree dotate di significative presenze arboreo-arbustive dal punto di
vista del numero, della rarità, dell‟età degli esemplari presenti, della localizzazione rispetto al
sistema delle aree verdi e dello status di area libera residuale.
Nella compilazione delle matrici, la tutela e il potenziamento delle aree naturalistiche è connessa
a:
significativa presenza di elementi arboreo-arbustivi;
relazioni con il sistema delle aree libere a livello comunale e sovracomunale;
status di area libera, interclusa tra aree urbanizzate.
7. Tutela e potenziamento dei corridoi ecologici urbani ed extraurbani
Il principio fondamentale è mantenere e arricchire le riserve e la qualità delle risorse del patrimonio
naturale affinché le generazioni attuali e future possano goderne e trarne beneficio. Tra le risorse
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del patrimonio naturale si annoverano la flora e la fauna e i paesaggi, così come le interazioni e le
combinazioni tra di essi.
La possibilità di attraversare il territorio seguendo linee di connettività ambientale, ovvero direttrici
caratterizzate dalla presenza di suolo vegetato, senza incontrare barriere artificiali insormontabili
quali strade e ferrovie di dimensioni significative e aree urbanizzate, è fondamentale per garantire
la complessità e la valenza dell‟ecosistema, e arrestare il processo di depauperamento del
patrimonio naturalistico.
La tutela e il potenziamento del sistema della rete ecologica risulta molto importante nelle aree
urbane ed in particolare nei punti in cui si assiste a fenomeni di conurbazione: i varchi ecologici
possono divenire gli elementi che ostacolano la saldatura totale tra i centri edificati.
Nella compilazione delle matrici, la tutela e potenziamento dei corridoi ecologici urbani ed
extraurbani è connessa a:
creazione della rete delle aree libere;
rapporto con il progetto di rete ecologica definito a scala provinciale;
sistema di connessioni e aree di appoggio per lo spostamento degli animali terrestri e
dell‟avifauna.
8. Incremento della qualità delle acque e riduzione dei consumi
Le risorse idriche sono fonti naturali rinnovabili essenziali per la salute e il benessere umani, ma che
possono subire perdite dovute all‟estrazione o all‟inquinamento. Il principio cui attenersi è pertanto
la tutela delle risorse esistenti sotto il profilo qualitativo e quantitativo e la riqualificazione delle
risorse già degradate.
Le aree urbane e periurbane, essendo territori antropizzati e caratterizzati da molteplici attività
umane, causano numerose e diversificate pressioni sullo stato quantitativo e qualitativo delle risorse
idriche. In particolare sono critiche per le emissioni e gli scarichi di sostanze inquinanti da sorgenti
puntuali (scarichi) e diffuse, queste ultime particolarmente connesse alla impermeabilizzazione del
terreno (dilavamenti, acque di prima pioggia) e alle ricadute atmosferiche (emissioni in aria degli
insediamenti civili e industriali, traffico).
Il criterio si riferisce inoltre a tutte le problematiche connesse con la difesa del suolo, sia rispetto al
rischio di esondazione, che rispetto alle tecniche di messa in sicurezza e realizzazioni di opere di
difesa idraulica.
Nella compilazione delle matrici, il miglioramento della qualità delle acque superficiali e
sotterranee e il contenimento dei consumi è connesso a:
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difesa e miglioramento della qualità delle acque superficiali e sotterranee;
difesa dal percolamento di sostanze inquinanti;
mantenimento di aree permeabili in profondità per garantire la ricarica della falda;
riqualificazione e tutela delle sponde e delle fasce fluviali;
opere di difesa del suolo.
9. Tutela e valorizzazione dei beni storici, architettonici e del patrimonio testimoniale
Il patrimonio storico e culturale è costituito da risorse finite che, una volta distrutte o danneggiate,
non possono più essere sostituite. Come accade per le fonti non rinnovabili, i principi che ispirano il
concetto di sviluppo sostenibile prevedono che vengano preservate tutte le caratteristiche, i siti o
le zone in via di rarefazione, rappresentativi di un determinato periodo o aspetto, che forniscano
un particolare contributo alle tradizioni e alla cultura di una zona. L‟elenco annovera edifici di
valore storico e culturale, altre strutture o monumenti di qualsiasi epoca, reperti archeologici non
ancora riportati alla luce, architettura di esterni, paesaggi, parchi e giardini e tutte le strutture che
contribuiscono alla vita culturale di una comunità (teatri, ecc.). Anche stili di vita, usi e lingue
tradizionali costituiscono un patrimonio storico e culturale che è opportuno preservare.
Nella compilazione delle matrici, la tutela e valorizzazione dei beni storici e architettonici è
connessa a:
tutela dei beni storico-architettonici, singoli o a sistema, quali il centro storico, gli edifici di
pregio, i manufatti dell‟archeologia industriale, i monumenti;
inserimento paesistico, ossia rapporto tra i beni storico-architettonici e il contesto.
10. Tutela degli ambiti paesistici
La tutela degli ambiti paesistici è connessa con l‟obiettivo di tutelare il suolo libero e di valorizzare
le aree libere sia a fini ambientali e paesistici, che fruitivi, per garantire la salute e il benessere
umani.
L‟obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra aree edificate e aree libere, e garantire la
conservazione delle aree di maggiore pregio naturalistico in modo che ne possano godere le
generazioni presenti e future.
Il criterio è inoltre correlato a mantenere e migliorare la qualità dell‟ambiente locale che assume la
massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, localizzazioni di buona parte delle attività
ricreative e lavorative. È inoltre possibile dare un forte impulso ad un ambiente locale inquinato
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170
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con l‟introduzione di un nuovo sviluppo sulla riduzione dell‟uso e delle emissioni di sostanze
inquinanti.
Nella compilazione delle matrici, la tutela degli ambiti paesistici è connessa a:
potenziamento, valorizzazione e difesa delle aree verdi vincolate;
relazione con il progetto di rete ecologica definito dal PTCP della Provincia di Bergamo;
mantenimento di aree verdi nel tessuto edificato.
11. Contenimento delle emissioni in atmosfera
L‟inquinamento atmosferico è un problema che caratterizza le aree urbane, nelle quali l‟intenso
traffico veicolare, il riscaldamento domestico invernale e le attività industriali contribuiscono, con le
loro emissioni, al peggioramento della qualità dell‟aria. Nonostante i successi ottenuti nella
riduzione di alcuni inquinanti, la qualità dell‟aria rappresenta ancora uno dei problemi principali
delle città.
Molte sostanze inquinanti dell‟atmosfera possono essere già presenti in natura a basse
concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica: un
eccessivo superamento dei livelli naturali è dannoso. Certamente gli effetti nocivi sono legati ai
livelli raggiunti in atmosfera ed al loro tempo di permanenza in essa. Quindi il rischio per la salute
dipende dalla concentrazione (quantità per m3) e dall‟esposizione (tempo di permanenza
nell‟ambiente). Gli inquinanti atmosferici principali sono biossido di azoto (N02), monossido di
carbonio (CO), ozono (03), biossido di zolfo (S02), particolato fine inalabile (PM10), benzene (C6H6).
Nella compilazione delle matrici, il contenimento emissioni in atmosfera è connesso a:
modalità e necessità di spostamenti casa-lavoro-tempo libero-turismo;
emissioni derivanti da insediamenti industriali;
emissioni derivanti da consumi domestici.
12. Contenimento dell’inquinamento acustico
La qualità dell‟ambiente locale può subire drastici cambiamenti a seguito delle mutate condizioni
del traffico, delle attività industriali, di attività di costruzione o di escavazione, del proliferare di
nuovi edifici e infrastrutture e di un generale incremento delle attività, ad esempio quelle turistiche.
Per qualità dell‟ambiente locale si intende la qualità dell‟aria, il rumore, la presenza di
inquinamento elettromagnetico, l‟impatto visivo e altri elementi. La qualità dell‟ambiente locale
assume la massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, localizzazioni di buon parte delle
attività ricreative e lavorative.
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171
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Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario talvolta sottovalutato,
perché legato alla soggettività della percezione uditiva.
La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di
ristorazione situati nei centri storici delle città, le varie attività ricreative (partite, concerti,
manifestazioni), le attività artigianali ed industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna
evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all‟apparato uditivo, il
disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura
sociopsicologica.
Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane.
Nella compilazione delle matrici, il contenimento dell‟inquinamento acustico è connesso a:
presenza di strade e ferrovie e di fonti di emissioni sonore puntuali;
difesa dei bersagli sensibili.
13. Recupero dell’equilibrio tra aree edificate e spazi aperti
Il recupero dell‟equilibrio tra aree edificate e spazi aperti è connesso con l‟obiettivo di tutela del
suolo libero e di valorizzazione delle aree libere sia a fini ambientali e paesistici, che fruitivi, per
garantire la salute e il benessere umani.
L‟obiettivo è raggiungere un equilibrato rapporto tra aree edificate e aree libere, e garantire la
conservazione delle aree di maggiore pregio naturalistico in modo che ne possano godere le
generazioni presenti e future.
Il criterio è inoltre correlato a mantenere e migliorare la qualità dell‟ambiente locale che assume la
massima importanza nelle zone e nei luoghi residenziali, in particolare di quelli localizzati in zone
periferiche dove talvolta si presentano elementi di degrado urbano e sociale. Nella compilazione
delle matrici, il recupero dell‟equilibrio tra aree edificate e spazi aperti è connesso a:
definizione della forma urbana;
frammentazione degli insediamenti;
relazione con il sistema agricolo, dell‟alzaia e del verde.
14. Protezione della salute e del benessere dei cittadini
Il benessere e la salute dei cittadini fanno riferimento a un insieme di elementi che vanno dalla
disponibilità di servizi e strutture, alla qualità ambientale complessiva di un luogo.
Per quanto riguarda la disponibilità di servizi e di strutture, il criterio si riferisce alla possibilità per la
popolazione di accedere ai servizi sanitari, alla disponibilità di alloggi, di strutture culturali, alla
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libertà di movimento con diverse alternative di spostamento, alle disponibilità di lavoro e di svago,
all‟integrazione sociale e culturale. Per quanto riguarda invece la qualità dell‟ambiente, il criterio
fa riferimento a ciò che riguarda la salute umana. È noto che oggigiorno fattori come il particolato
nell‟aria, il rumore e l‟ozono negli strati bassi dell‟atmosfera causano danni alla salute delle
persone. I risultati di alcune ricerche hanno evidenziato una correlazione positiva tra l‟insorgenza di
alcune patologie e l‟aumento dell‟inquinamento ambientale. Da questo punto di vista le città
sono state individuate come i principali oggetti di attenzione, in quanto sede del massimo
inquinamento.
L‟ambiente urbano è una entità territoriale particolarmente critica dal punto di vista della sanità
pubblica a causa delle elevate concentrazioni di attività antropiche inquinanti in uno spazio
limitato. I cittadini sono esposti, insieme a tutti gli altri organismi animali e vegetali presenti, a
miscele di agenti fisici e chimici potenzialmente dannosi. Un posto prioritario spetta senz‟altro agli
inquinanti atmosferici derivanti in prevalenza dal traffico, ma non bisogna trascurare altri tipi di
inquinamento come quello acustico, elettromagnetico, idrico e quello connesso allo smaltimento
dei rifiuti.
In particolare nelle aree urbanizzate, i fattori di rischio principali sono:
l‟inquinamento atmosferico (fattore che rappresenta una gran parte dei problemi di salute
della popolazione, in termini di riduzione dell‟attesa di vita, qualità della vita e numero di
persone affette);
l‟inquinamento da rumore;
l‟inquinamento negli ambienti confinati (comprendente Radon, umidità e fumo passivo);
l‟elettrosmog.
La salubrità dell‟ambiente urbano ha inoltre influenza sulla componente psichica degli individui.
Nella compilazione delle matrici, la protezione della salute e del benessere dei cittadini è connessa
a:
benessere psico-fisico, salute;
senso di sicurezza;
piacevolezza e salubrità dell‟ambiente urbano;
disponibilità di servizi e infrastrutture;
accesso alla casa e al lavoro;
libertà di movimento e disponibilità di alternative di modalità di spostamento;
senso di appartenenza alla comunità.
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15. Promozione della comunicazione e della partecipazione del pubblico
La sensibilizzazione alle problematiche di tipo ambientale, allo sviluppo dell‟istruzione e la
formazione in campo rappresentano strumenti indispensabili al coinvolgimento dei cittadini e del
pubblico in generale nella salvaguardia dell‟ambiente in cui si vive.
La consapevolezza che elementari comportamenti quotidiani possano portare a valorizzare o
inquinare una risorsa è indispensabile al percorso di accrescimento individuale e collettivo in un
ambiente non compromesso.
Assume rilevanza quindi l‟informazione sulle iniziative poste in campo dall‟amministrazione per
favorire questo percorso e la presenza di laboratori naturali dove poter con mano sperimentare le
proprie azioni virtuose.
Nella compilazione delle matrici, la sensibilizzazione dei cittadini alle problematiche è connessa a:
quantità e qualità delle iniziative a tema;
esistenza di spazi di confronto comuni;
valorizzazione di aree di particolare interesse naturalistico;
disponibilità di servizi e infrastrutture;
accesso alle informazioni;
senso di appartenenza alla comunità.
Gli strumenti da utilizzare nella partecipazione devono garantire l‟informazione minima a tutti i
soggetti coinvolti, che devono essere messi in grado di esprimere pareri su ciascuna fase e di
conoscere tutte le opinioni, i pareri espressi e la relativa documentazione.
La promozione delle forme di democrazia partecipativa costituisce una priorità fondamentale per
ricostruire un rapporto tra istituzioni e società, per ricostituire uno spazio pubblico di decisione sui
destini del nostro territorio, costruendo così una nuova forma di cittadinanza.
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6.4 INDIVIDUAZIONE DEGLI OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI DEL DdP
Il confronto con l‟Amministrazione, gli estensori del PGT e gli altri attori coinvolti nel
processo di costruzione del PGT di Paladina, nonché l‟esame dello stato
conoscitivo dell‟ambiente (il cosiddetto “scenario o punto zero”) e la disamina del
materiale prodotto dal processo di partecipazione, hanno consentito di stendere
una serie di tabelle di sintesi in cui sono riportate le principali
problematicità/criticità (ma anche opportunità) territoriali ed ambientali, gli
obiettivi della programmazione e la successiva articolazione di questi in azioni.
La tabella che segue è strutturata in modo che una volta individuate le
criticità/opportunità del territorio per ambiti e/o settori (sistemi), risulti possibile
associare gli obiettivi generali, specifici e le azioni previste dal Documento di
Piano.
Si richiamano alcune definizioni già viste nei capitoli che precedono.
Per obiettivo generale si intende una finalità verso cui sono dirette le attività di
pianificazione. Rappresentano una meta da raggiungere e sono espressi in forma
ideale generale.
Gli obiettivi specifici rappresentano una declinazione intermedia di dettaglio degli
obiettivi generali; a loro vengono associate le azioni previste dal piano per il loro
raggiungimento.
Le azioni traducono in scelte operative le decisioni presenti e future per risolvere
una problematica e/o per raggiungere un obiettivo.
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La fase di valutazione ha consentito di:
supportare il DdP nella sistematizzazione del processo criticità-obiettivi
generali-obiettivi
specifici- azioni;
integrare e verificare il sistema degli obiettivi di Piano;
individuare eventuali carenze di dati o informazioni nelle analisi fino ad oggi
effettuate, evidenziandone responsabilità e competenze.
Criticità/Opportunità Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Azioni
Sistema ambientale e paesaggio agrario
1. Insufficiente
consapevolezza
delle valenze dei
territori del Fiume
Brembo.
1_OG_A: Sostegno alla
costituzione e alle future
attività del PLIS del Fiume
Brembo.
1_OG_B: Tutela delle aree
e dei corridoi naturalistici
ed ecologici (fiume, alvei,
scarpate, aree boschive,
fasce alberate, reticoli
interpoderali, corsi
d‟acqua, ecc.).
1_OG_C: Formazione di
nuovi corridoi ecologici.
1_OG_D: Tutela del suolo
non urbanizzato.
1_OG_E: Attività agricola
sostenibile.
1_OS_A: Sostegno alla
costituzione e alle future
iniziative del PLIS del
Fiume Brembo.
1_OS_B: Preservazione
degli ambiti boscati e
cespugliati, sistema
reticolare dei corsi
d‟acqua, vegetazione
significativa, orli vegetali.
1_OS_C: Possibilità di
modificare in modo
permanente gli ambiti
solo se accompagnati
da interventi di
compensazione e
mitigazione a verde.
1_A_a: Progetti di
rimboschimento e
ripopolamento.
1_A_b: Controllo
biologico della fauna.
1_A_c: Piantumazioni
lungo i percorsi.
1_A_d: Piantumazioni
lungo i corsi d‟acqua.
1_A_e: Inserimento di
fasce di mitigazione
ambientale.
1_A_f: Progetti di tutela
e valorizzazione di tutta
l‟area a occidente della
strada delle Ghaie.
2. Rete irrigua
incanalata e in
stato di degrado; i
tratti degradati del
torrente Quisa e la
discontinuità del
reticolo minore.
2_OG_A: Tutela e
valorizzazione del torrente
Quisa.
2_OG_B: Tutela e
valorizzazione del sistema
irriguo.
2_OS_A: Recupero del
rapporto tra la Quisa e
tutto il territorio
comunale attraversato.
2_OS_B: Salvaguardia
del reticolo idrografico
minore.
2_A_a: Promozione di
interventi di pulizia del
greto della Quisa.
2_A_b: Opere di
sistemazione e
rinaturalizzazione delle
sponde della Quisa.
2_A_c: Coinvolgimento
delle aree della Quisa
negli interventi limitrofi di
riqualificazione urbana.
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176
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
Criticità/Opportunità Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Azioni
2_A_d: Gestione del
reticolo idrico minore.
2_A_e: Potenziamento
della vegetazione
riparia.
2_A_f: Interventi a
sostegno del
mantenimento delle
attività agricole della
Piana della Val Breno
3. Crisi di integrazione
tra i percorsi
pedonali; fenomeni
di degrado.
3_OG_A: Tutela e
valorizzazione dei percorsi
di antica formazione.
3_OG_B: Integrazione tra
le diverse tipologie di
percorsi.
3_OG_C: Formazione di un
tessuto di percorsi
pedonali e ciclabili nei
vari ambiti territoriali.
3_OS_A: Interventi di
qualificazione dei
percorsi.
3_OS_B: Realizzazione di
punti di sosta lungo i
percorsi.
3_OS_C: Creazione di
collegamenti tra vari
ambiti territoriali.
3_OS_D: Incentivazioni
all‟uso della bicicletta.
3_OS_E: Messa in rete
con il sistema dei
percorsi provinciali e del
futuro PLIS del Fiume
Brembo.
3_A_a: Progetto
generale di
qualificazione e
potenziamento dei
percorsi pedonali e
ciclabili.
3_A_b: Progetti settoriali
di qualificazione e
potenziamento del
sistema dei percorsi
pedonali.
3_A_c: Progetti settoriali
di qualificazione e
potenziamento del
sistema dei percorsi
ciclabili.
3_A_d: Progetti e azioni
di coinvolgimento ed
educazione volti
all‟incentivazione
dell‟uso della mobilità
ciclopedonale.
4. Stato di instabilità
della ripa boscata
tra Paladina e la
frazione Ghiaie,
con fenomeni di
dissesto geologico
a danno sia della
ripa, sia dei territori
a valle (canale
Legler e aree
limitrofe)
4_ OG_A: Messa in
sicurezza dei luoghi.
4_OG_B: Recupero dei
luoghi all‟uso e al
godimento della
popolazione.
4_ OS_A: Messa in
sicurezza dei luoghi.
4_OS_B: Preservazione
delle caratteristiche
paesaggistiche e
ambientali.
4_OS_C: Reinserimento
di residenzialità e attività
compatibili (ricreative,
culturali).
4_OS_D: Interventi
relazionati alla presenza
del Canale Legler
4_A_a: Interventi di
consolidamento anche
con tecniche di
ingegneria naturalistica.
4_A_b: Progetti di
rimboschimento e
ripopolamento.
4_A_c: Recupero delle
volumetrie esistenti con
interventi per residenze,
luoghi di aggregazione,
ristoro, strutture
espositive...
4_A_d: Riqualificazione
del Canale Legler e
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177
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
Criticità/Opportunità Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Azioni
sistemazione delle aree
di pertinenza.
Sistema e rete dei servizi
5. Inquinamento e
degrado della
mobilità
sovralocale (S.P.
153 e infrastrutture
in previsione);
consumo di suolo,
frammentazione
ecologica, cesura
tra nuclei del
territorio comunale.
5_OG_A: Integrazione
della mobilità nel contesto
ambientale.
5_OG_B: Mitigazione e
compensazione a
supporto della nuova
viabilità sovralocale.
5_OS_A: Interventi di
integrazione nel territorio
e nella componente
paesistica.
5_OS_B: Tutela e
valorizzazione dei
paesaggi attraversati.
5_OS_C: Opere di
mitigazione.
5_OS_D: Opere di
compensazione.
5_A_a: Riqualificazione
della S.P. 153 e
trasformazione in strada
urbana per attività
integrate.
5_A_b: Partecipazione e
verifica dei progetti di
nuove infrastrutture per
la mobilità sovralocali in
previsione.
5_A_c: Partecipazione e
verifica degli interventi
di mitigazione e
compensazione
ambientale delle nuove
infrastrutture per la
mobilità sovralocali in
previsione.
5_A_d: Iniziative attive di
partecipazione e di
proposta prescrittiva
delle azioni
compensative e
mitigative inerenti i
progetti delle nuove
infrastrutture per la
mobilità sovralocali in
previsione.
6. Bassa vivibilità di
strade e piazze da
parte di pedoni e
ciclisti per la
presenza
disordinata e
selvaggia dei
veicoli.
6_OG_A: Valorizzazione
degli ambiti di pregio
storico-artistico.
6_OG_B: Formazione di
una percorribilità “dolce”.
6_OG_C: Organizzazione
della viabilità
intracomunale.
6_OS_A: Definizione
territoriale degli ambiti a
carattere storico,
artistico e di particolare
pregio.
6_OS_B: Individuazione
dei principali percorsi
territoriali e dei luoghi da
tutelare.
6_OS_C:
Regolamentazione delle
modificazioni e delle
destinazioni d‟uso dei
corpi edilizi.
6_OS_D: Tutela e
6_A_a: Riconfigurazione
degli spazi aperti
pubblici (vie, piazze,
ecc.).
6_A_b: Sostegno alle
attività commerciali.
6_A_c: Incentivi per gli
interventi di
riqualificazione di luoghi
di pregio e dei percorsi
storici.
6_A_d: Individuazione
dei percorsi di ambienti
e manufatti a carattere
storico, artistico e di
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G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
Criticità/Opportunità Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Azioni
valorizzazione del
paesaggio storico e
degli spazi pubblici e
aperti.
6_OS_E: Integrazione del
sistema economico
locale in un contesto
culturale generale.
particolare pregio.
6_A_e:
Regolamentazione per
la cura degli edifici e
degli spazi aperti.
6_A_f: Azioni di
integrazione del sistema
economico locale in un
contesto culturale
generale.
7. Risulta insufficiente
la rete di
interconnessioni tra
le diverse tipologie
di attrezzature
pubbliche e di uso
pubblico.
7_OG_A: Formazione della
“Città Pubblica”.
7_OG_B: Potenziamento
della rete territoriale dei
servizi primari, secondari e
sovracomunali per la
residenza sociale.
7_OS_A: Espansione dei
diritti di cittadinanza.
7_OS_B: Miglioramento
della funzionalità dei
Servizi.
7_OS_C: Potenziamento
dei Servizi.
7_OS_D: Messa in rete
dei Servizi.
7_A_a: Realizzazione e
stesura della Carta dei
Servizi.
7_A_b: Realizzazione di
attività di accoglienza,
ricettività, ristorazione,
svago, tempo libero e
potenziamento dei
parcheggi pubblici.
7_A_c: Messa a sistema
dei servizi esistenti e
previsti utilizzando e
adattando allo scopo il
reticolo viario e la
mobilità dolce.
7_A_d: Realizzazione di
nuova residenza di
qualità sia pubblica e
che privata ispirata ai
concetti della
ecoinnovazione.
7_A_e: Realizzazione di
un polo di servizi (privati
e pubblici) di supporto
alle persone e alle
imprese.
Sistema insediativo
8. Degrado del
centro storico.
8_OG_A: Tutela e
valorizzazione dei nuclei
del centro storico.
8_OG_B: Riconfigurazione
della piazza di Paladina e
delle aree collegate
8_OS_A: Individuazione
dei principali elementi e
luoghi del centro storico
da tutelare.
8_OS_B:
Regolamentazione delle
modificazioni e delle
destinazioni d‟uso dei
corpi edilizi del centro
8_A_a: Azioni di
incentivazione per la
promozione di interventi
di riqualificazione del
centro storico.
8_A_b: Elaborazione di
Piani di Recupero nei
comparti storici
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179
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
Criticità/Opportunità Obiettivi Generali Obiettivi Specifici Azioni
storico.
8_OS_C: Tutela e
valorizzazione del
paesaggio storico e
degli spazi pubblici e
aperti del centro storico.
8_OS_D: Incentivi e
facilitazioni agli interventi
di riqualificazione del
centro storico.
8_OS_E: Individuazione
delle linee di intervento
per la riqualificazione
urbana della piazza di
Paladina e delle aree
collegate
significativi.
8_A_c: Costituzione di
un‟Agenzia di Governo
del centro storico.
8_A_d: Realizzazione
negli ambiti per nuovi
insediamenti di tessuto
di aree verdi di
connessione ai territori
agricoli periferici al
centro.
8_A_e: Elaborazione di
studio progettuale di
riferimento per
l‟intervento di
riqualificazione urbana
della piazza di Paladina
e delle aree collegate
9. Degrado dei tessuti
e dell‟edilizia
contemporanea,
produttiva,
commerciale e
residenziale.
9_OG_A: Riqualificazione
ambientale, funzionale,
urbanistica, edilizia dei
luoghi della residenza.
9_OG_B: Riqualificazione
ambientale, funzionale,
urbanistica, edilizia e
tecnologica dei servizi e
innovazione della
produttività.
9_OS_A: Definizione
territoriale degli ambiti a
carattere residenziale da
riqualificare
9_OS_D:
Regolamentazione delle
modificazioni e delle
destinazioni d‟uso dei
corpi edilizi e delle
attività produttive anche
con identificazione di
aree polifunzionali.
9_OS_F: Incentivi e
facilitazioni agli interventi
di riqualificazione degli
insediamenti produttivi e
commerciali.
9_A_a: Incentivi per la
riqualificazione di aree
residenziali
9_A_b: Incentivi per la
ristrutturazione di attività
produttive e
commerciali in ambiti
idonei e
adeguatamente
attrezzati.
9_A_c: Realizzazione di
insediamenti
polifunzionali integrati
nel contesto e promotori
di qualità urbana.
9_A_d: Sostegno a
favore di nuove attività
tecnologicamente
avanzate ed
ecocompatibili
Gli obiettivi strategici rendono ragione della volontà di approntare un PGT i cui
scopi principali prevedono la razionalizzazione del processo di uso del territorio, il
conseguimento di elevati livelli di qualità ambientale/urbana e la ricerca del
giusto equilibrio tra ambiente edificato e ambiente naturale.
COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
180
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
Obiettivi e Azioni di Piano si concentrano soprattutto su:
il centro storico, da preservare e valorizzare come risorsa primaria dell‟intero
comune e come opportunità di riutilizzo dell‟edificato;
il tessuto consolidato, da razionalizzare, ricalibrare e riorganizzare, sotto i
molteplici aspetti legati alle funzioni in rapporto all‟attuale situazione d‟uso. In
particolare attraverso interventi migliorativi, in termini di dotazione
infrastrutturale, si cercheranno le sinergie necessarie alla soluzione delle
problematiche legate al disagio urbano, individuando le diverse
incompatibilità funzionali, attivando un processo di mobilità e ricollocazione
che assolva al compito precipuo di progresso nella continuità;
gli ambiti produttivi, attraverso un ripensamento radicale, in termini di servizi
alla persona e/o alle imprese sfocianti in una individuazione di funzioni nuove
e flessibili di completamento delle realtà esistenti e propedeutiche ad uno
sviluppo legato strettamente alle contingenze del mondo del lavoro e dei
nuovi temi in termini di ecoinnovazione;
gli spazi aperti e il paesaggio agrario, comparti legati alla nuova concezione
di riqualificazione e tutela del sistema ambientale attraverso connessioni
ecologiche inserite in un macro-contesto di rilevanza sovracomunale e di
rigerarchizzazione rispetto al capoluogo;
la mobilità sovralocale, in quanto delicato tema di interferenza con gli
elementi morfologici, ecologici e di valore paesistico-ambientale sui quali
coscienziosamente il piano e la valutazione strategica devono esprimersi.
COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
181
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
6.5 DEFINIZIONE DELLE AZIONI E DELLE POSSIBILI ALTERNATIVE
L‟elaborazione del quadro ricognitivo e programmatico ha evidenziando criticità,
potenzialità e opportunità intrinseche del territorio e della sua struttura socio-
economica.
Gli atti costituenti il PGT hanno di fatto approfondito e dato risposta in termini di
azioni agli obiettivi espressi dall‟Amministrazione comunale. Il Documento di Piano
analizza nello specifico tutti gli obiettivi, le strategie e le azioni previste ed
elaborate nelle politiche di pianificazione.
Le azioni che il PGT intende dispiegare nel tempo per raggiungere gli obiettivi
generali prefissati sono contenuti nella tabella del precedente capitolo. Esse sono
propedeuticamente analizzate in riferimento alle criticità dei sistemi ambientale,
dei servizi e insediativo, agli obiettivi specifici del PGT, nonché alle singole
componenti territoriali e socio-economiche.
Vi sono alcune politiche territoriali che possono definirsi prioritarie e strategiche per
lo sviluppo del territorio e che sono state centro e hot spots del progetto di PGT,
sulle quali si entrerà in merito con maggior dettaglio nel capitolo relativo agli
approfondimenti delle criticità rilevate. Tali aspetti necessitano spesso di diversi
scenari e proposte alternative, nonché soluzioni che permettano di contemperare
le diverse esigenze nel rispetto delle questioni ambientali e socio-economiche.
Occorre ora procedere con la coerenziazione delle azioni nei confronti degli
obiettivi di compatibilità ambientale stabiliti a livello comunitario e di quelli
COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
182
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
contenuti negli strumenti di pianificazione sovralocale e locale, oggetto del
successivo capitolo.
COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
183
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
6.6 DESCRIZIONE E VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI AMBIENTALI DERIVANTI
DALL’ATTUAZIONE DELLE AZIONI DI PIANO: VALUTAZIONE DI COERENZA
ESTERNA ED INTERNA
L‟analisi di coerenza esterna serve a verificare il grado di accordo tra gli obiettivi e
le strategie del Piano e gli indirizzi dei documenti programmatici e di
pianificazione, che costituiscono il suo scenario di riferimento generale. Nel caso
siano identificati potenziali elementi incoerenti, sarà necessario ridefinire gli
obiettivi e introdurre le modifiche opportune per migliorare il raccordo con le
indicazioni del quadro programmatico di riferimento.
Nel caso del PGT di Paladina, come anticipato, per la verifica di coerenza esterna
sono stati considerati i criteri di compatibilità ambientale mediati dalle indicazioni
desunte dai Manuali UE98 ed ENPLAN, e i piani territoriali sovralocali (PTR e PTCP),
mentre per la coerenza interna ci si è rifatti all‟Atto di Indirizzo del PGT stesso,
mancando un documento di programmazione politica di intento preliminare al
PGT.
6.6.1 La coerenza esterna con i criteri di compatibilità ambientale
Attraverso l‟utilizzo di una Matrice di Valutazione sono state evidenziate le
interazioni tra le azioni di piano e i criteri di compatibilità ambientale desunti
partendo dai contenuti del Manuale UE98 e del Manuale ENPLAN, così come
riportato nei paragrafi precedenti.
Nella matrice si evidenziano gli effetti potenzialmente positivi (), gli effetti
potenzialmente negativi (), gli effetti incerti da approfondire relativamente alle
diverse modalità di raggiungimento degli obiettivi (?) e gli effetti neutrali che non
hanno alcuna interazione (0). Con il termine "incerto” si indica un effetto che non
COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DEL DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
184
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
tiene ancora conto delle modalità di intervento che il Piano attua nei confronti
delle trasformazioni.
Le principali criticità desunte da un‟interazione potenzialmente negativa, (simbolo
) o incerta (simbolo ?), saranno approfondite nel successivo capitolo, finalizzato
anche all‟individuazione di strategie, alternative e suggerimenti di
mitigazione/compensazione dei potenziali impatti residui. L‟attenzione sarà posta
solo alle realtà trasformative davvero rilevanti per il futuro assetto di Paladina.
COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI PIANO - Rapporto Ambientale 185
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
Matrice di valutazione – coerenza esterna con gli obiettivi di compatibilità ambientale
Azioni
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1_A_a: Progetti di rimboschimento e ripopolamento. 0 0 0 0 0 0 0
1_A_b: Controllo biologico della fauna. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
1_A_c: Piantumazioni lungo i percorsi. 0 0 0 0 0 0 0 0 0
1_A_d: Piantumazioni lungo i corsi d‟acqua. 0 0 0 0 0 0 0 0 0
1_A_e: Inserimento di fasce di mitigazione ambientale. 0 0 0 0 0 0 0
1_A_f: Progetti di tutela e valorizzazione di tutta l‟area a occidente della strada delle Ghaie. 0 0 0 0 0 0 0
2_A_a: Promozione di interventi di pulizia del greto della Quisa. 0 0 0 0 0 0 0
2_A_b: Opere di sistemazione e rinaturalizzazione delle sponde della Quisa. 0 0 0 0 0 0 0 0
2_A_c: Coinvolgimento delle aree della Quisa negli interventi limitrofi di riqualificazione urbana. 0 0 0 0
2_A_d: Gestione del reticolo idrico minore. 0 0 0 0 0 0 0 0
2_A_e: Potenziamento della vegetazione riparia. 0 0 0 0 0 0
2_A_f: Interventi a sostegno del mantenimento delle attività agricole della Piana della Val Breno ? 0 ? 0 ? 0 ? 0 0 0 0
3_A_a: Progetto generale di qualificazione e potenziamento dei percorsi pedonali e ciclabili. 0 ? 0 0 ? ? 0 0 0 0
3_A_b: Progetti settoriali di qualificazione e potenziamento del sistema dei percorsi pedonali. 0 ? 0 0 ? ? 0 0 0 0
COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI PIANO - Rapporto Ambientale 186
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
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3_A_c: Progetti settoriali di qualificazione e potenziamento del sistema dei percorsi ciclabili. 0 ? 0 0 ? ? 0 0 0 0
3_A_d: Progetti e azioni di coinvolgimento ed educazione volti all‟incentivazione dell‟uso della mobilità ciclopedonale. 0 0 0 0 0 0 0 0
4_A_a: Interventi di consolidamento anche con tecniche di ingegneria naturalistica. 0 0 0 0 0 0 0 0
4_A_b: Progetti di rimboschimento e ripopolamento. 0 0 0 0 0 0 0
4_A_c: Recupero delle volumetrie esistenti con interventi per residenze, luoghi di aggregazione, ristoro, strutture espositive. 0 0 ? ? ? ? ? 0 ? ?
4_A_d: Riqualificazione del Canale Legler e sistemazione delle aree di pertinenza. 0 ? 0 0 0 0 0 0 0 0 0
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5_A_a: Riqualificazione della S.P. 153 e trasformazione in strada urbana per attività integrate. 0 ? 0 0 0 0 ? 0 0 0 0
5_A_b: Partecipazione e verifica dei progetti di nuove infrastrutture per la mobilità sovralocali in previsione. ? 0 0 0 ? ? 0 0 ? 0 0
5_A_c: Partecipazione e verifica degli interventi di mitigazione e compensazione ambientale delle nuove infrastrutture
per la mobilità sovralocali in previsione. ? 0 0 0 ? ? 0 0 0 0
5_A_d: Iniziative attive di partecipazione e di proposta prescrittiva delle azioni compensative e mitigative inerenti i
progetti delle nuove infrastrutture per la mobilità sovralocali in previsione. 0 0 0 0 0 0
6_A_a: Riconfigurazione degli spazi aperti pubblici (vie, piazze, ecc.). 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
6_A_b: Sostegno alle attività commerciali. ? ? ? ? ? 0 0 0 ? 0 0 0
6_A_c: Incentivi per gli interventi di riqualificazione di luoghi di pregio e dei percorsi storici. ? 0 0 0 0 ? 0 0 0 0 0
6_A_d: Individuazione dei percorsi di ambienti e manufatti a carattere storico, artistico e di particolare pregio. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
6_A_e: Regolamentazione per la cura degli edifici e degli spazi aperti. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI PIANO - Rapporto Ambientale 187
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
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6_A_f: Azioni di integrazione del sistema economico locale in un contesto culturale generale. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
7_A_a: Realizzazione e stesura della Carta dei servizi. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
7_A_b: Realizzazione di attività di accoglienza, ricettività, ristorazione, svago, tempo libero e potenziamento dei
parcheggi pubblici. ? ? ? ? ? 0 ? ? ? ?
7_A_c: Messa a sistema dei servizi esistenti e previsti utilizzando e adattando allo scopo il reticolo viario e la mobilità
dolce. ? ? 0 0 0 ? 0 0
7_A_d: Realizzazione di nuova residenza di qualità sia pubblica e che privata ispirata ai concetti della ecoinnovazione. ? ? ? ? 0 0 ? 0 ? 0
7_A_e: Realizzazione di un polo di servizi (privati e pubblici) di supporto alle persone e alle imprese. ? ? ? ? 0 0 ? ? ? 0
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8_A_a: Azioni di incentivazione per la promozione di interventi di riqualificazione del centro storico. 0 0 0 0 0 0 0 0 0
8_A_b: Elaborazione di Piani di Recupero nei comparti storici significativi. 0 ? 0 0 0 0 0 0 0 0
8_A_c: Costituzione di un‟Agenzia di Governo del centro storico. 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
8_A_d: Realizzazione negli ambiti per nuovi insediamenti di tessuto di aree verdi di connessione ai territori
agricoli periferici al centro. 0 0 0 0 0 ? 0 0 0
8_A_e: Elaborazione di studio progettuale di riferimento per l‟intervento di riqualificazione urbana della
piazza di Paladina e delle aree collegate 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
9_A_a: Incentivi per la riqualificazione di aree residenziali 0 0 0 0 ? ? 0 0 ? 0 0 ? 0
9_A_b: Incentivi per la ristrutturazione di attività produttive e commerciali in ambiti idonei e adeguatamente
attrezzati. ? ? 0 ? ? 0 0 ? ? ? 0
9_A_c: Realizzazione di insediamenti polifunzionali integrati nel contesto e promotori di qualità urbana. 0 ? 0 0 0 0 ? 0 0 ? 0 0 0
9_A_d: Sostegno a favore di nuove attività tecnologicamente avanzate ed ecocompatibili 0 ? ? ? 0 ? 0 0
COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
188
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
La lettura della matrice di valutazione consente di sviluppare una serie di
considerazioni propositive.
Relativamente alla creazione di nuovi servizi e insediamenti, come si evince dalla
lettura dei documenti di Piano, questi verranno localizzati privilegiando aree già
urbanizzate preferendo il più possibile, la soluzione del riuso alla nuova
edificazione.
Gli interventi per la realizzazione di sedi per servizi, nuovi insediamenti
(comprendendo anche le rilocalizzazioni ed ampliamenti degli esistenti) e
residenze, sia che si tratti di nuova edificazione che di recupero o ampliamento
del patrimonio esistente, costituiranno esempio per l‟introduzione di modalità
progettuali, di realizzazione e gestionali innovative e di qualità (ricorrendo ai criteri
della bioarchitettura e della bioingegneria, per favorire una maggiore efficienza
energetica degli stessi, alla previsione di un‟elevata dotazione arborea e
arbustiva, al ricordo ad interventi di mitigazione e compensazione ambientale di
eventuali impatti, al corretto inserimento paesistico-ambientale, alla
permeabilizzazione degli spazi aperti, al consolidamento della rete di parcheggi,
alla corretta gestione dei rifiuti, dello smaltimento acque superficiali e di scarico,
ecc.).
Come si evince dalle considerazioni appena elencate, le linee programmatiche
del PGT pongono un occhio di riguardo alla valorizzazione ed alla riqualificazione
di quanto già esistente e cercano di integrare i nuovi insediamenti (sia abitativi
che commerciali) nella maniera il più sostenibile possibile nel contesto territoriale di
Paladina.
Acquistano dunque particolare importanza il verde, sia pubblico che privato (che
riveste un ruolo di pubblico interesse sia per il decoro urbano che per la vivibilità di
un insediamento), e la salvaguardia degli spazi aperti tra l‟urbanizzato e lo spazio
COMUNE DI PALADINA
VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
189
G.E.A. – Ranica (BG) _Studio_Architettura_Paesaggio – Bonate Sopra (BG)
aperto a funzione paesaggistica ed ecologica, obiettivo raggiungibile anche
mediante il contenimento dell‟espansione urbanistica .
Per quanto concerne gli interventi di recupero del patrimonio storico-
architettonico, le linee strategiche prevedono il recupero o la valorizzazione di
spazi sia pubblici (piazza centrale di Paladina, Frazione di Sombreno) che di
proprietà privata e messi a disposizione della comunità, anche mediante il
coinvolgimento dei soggetti privati interessati, individuando metodi per snellire e
facilitare le procedure per gli interventi di recupero.
Infine, è auspicabile che l‟Amministrazione avvii ed attui progetti specifici per
l‟acquisizione di conoscenze e la facilitazione all‟acceso degli incentivi resi
periodicamente disponibili per un più efficace raggiungimento dell‟obiettivo.
Relativamente ai temi della mobilità e viabilità, le linee di piano si sviluppano
intorno a diverse tipologie di viabilità che comprendono i tracciati storici, i
tracciati dell‟espansione residenziale, il reticolo dei tracciati minori, la ex SS 470
DIR (Villa d‟Almè – Dalmine) e la previsione di reintroduzione della tramvia della
Valle Brembana che, nella fattispecie, non inciderà direttamente col territorio di
Paladina in quanto il tracciato previsto insisterà esclusivamente al di fuori dei
confini comunali.
In generale si prevede un recupero ambientale delle aree prossime ai tracciati
viari soprattutto mediante la compensazione e la mitigazione degli impatti dovuti
alle opere infrastrutturali; parte integrante di questo obiettivo è la qualificazione
della sede dei percorsi e del loro intorno, dando importanza anche alla
componente degli arredi e del corredo vegetale e potenziando le reti ed i servizi
tecnologici, quali ad esempio l‟illuminazione pubblica.
Nella valorizzazione del sistema viabilistico è inoltre prevista una particolare
attenzione all‟ incentivazione del sistema ciclabile e pedonale - la cosiddetta
mobilità dolce -, che vede come principali utenti i pedoni, i ciclisti e le cosiddette
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Rapporto Ambientale
190
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“fasce deboli”, quali anziani e bambini, volta allo sviluppo di una mobilità
ecologica e sostenibile.
A completare il quadro programmatico, trovano posto l‟adeguamento della
dotazione dei parcheggi pubblici e di uso pubblico, il recupero di antichi percorsi,
la qualificazione della connessione tra l‟urbanizzato residenziale, i servizi e le
attività commerciali e produttive.
Un accenno particolare va inoltre rivolto agli interventi infrastrutturali previsti dalla
pianificazione sovracomunale.
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale include nelle sue previsioni la
realizzazione di una variante alla ex SS470 dir. che, da Valbrembo e passando in
galleria sotto il colle di Sombreno, collegherà la direttrice della Valle Brembana in
comune di Almè.
L‟opera in previsione comporterà significative interferenze con diverse matrici
paesistico – ambientali, per gli ambiti naturali che attraverserà, soprattutto in fase
realizzativa, in quanto è previsto un percorso prevalentemente in galleria artificiale
ed in parte in trincea.
La realizzazione di tracciati stradali, soprattutto se la progettazione porrà
particolare attenzione all‟inserimento paesistico, alla realizzazione di ponti
ecologici, alla riduzione del rumore alla fonte ecc.., può divenire occasione di
rivalutazione di altri ambiti, come ad esempio il tratto di ex SS 470 DIR posto a
monte dello svincolo della variante, soprattutto per quanto riguarda le
problematiche connesse con il traffico veicolare.
Attualmente la ex SS 470 DIR si presenta destrutturata, con percorsi, attività, spazi
e servizi piuttosto disorganizzato. A tal proposito le idee di Piano e gli obiettivi
prevedono la realizzazione di una strada di qualità, ordinata, descrivibile anche
come “piazza allungata”, luogo di attività commerciali ma non solo, prevedendo
nella trasformazione la realizzazione di edifici non esclusivamente monofunzionali
ma implementando anche unità abitative.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI PIANO
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Per quanto riguarda il tema della riqualificazione e della tutela ambientale le linee
strategiche del PGT individuano 5 grandi ambiti di intervento.
Queste aree sono: l‟area dell‟alveo del fiume Brembo, l‟area del colle di
Sombreno, la piana agricola della Val Breno, il torrente Quisa e la ripa che collega
la piana della frazione Ghiaie con il centro di Paladina.
Gli obiettivi comuni a tutti questi ambiti sono la valorizzazione e la riqualificazione
al fine di renderli fruibili alla comunità e mantenerli integri per riconsegnarli
migliorati alle generazioni future.
Tali obiettivi potranno essere perseguiti auspicando il mantenimento delle
caratteristiche ecologiche, il miglioramento della qualità ambientale, in
particolare per le fasce vegetate dei corsi d‟acqua, il coinvolgimento degli attori
del comparto agricolo, il recupero e la valorizzazione dei segni culturali del
passato quali testimonianze storiche per i posteri, la programmazione di iniziative
volte a sensibilizzare gli abitanti all‟importanza ecologica degli spazi naturali e per
invogliarli al godimento di questo patrimonio, qualora organizzando eventi
ricreativi e culturali (rassegne musicali, sagre ecc..).
Inoltre, per il mantenimento di ambiti ecologici di qualità e degli spazi aperti
risultano di assoluta importanza la riqualificazione dei siti in stato di abbandono e
di degrado e ponendo un freno all‟attività edificatoria, particolarmente insistente,
soprattutto negli ultimi anni.
6.6.2 . La coerenza esterna con i piani di coordinamento sovralocali (PTR e PTCP)
Il Piano Territoriale Regionale (PTR), previsto dalla L.r. n. 12/2005 come strumento di
indirizzo e di orientamento generale della programmazione e della pianificazione
territoriale e di settore, è ancora in fase di elaborazione (la proposta di Piano
Territoriale Regionale è stata approvata con D.g.r. del 16 gennaio 2008, n. 6447);
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dopo la sua approvazione incorporerà anche il Piano Territoriale Paesistico
Regionale (PTPR), lo strumento di indirizzo delle politiche del paesaggio.
Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), approvato con delibera
del Consiglio Provinciale n. 40 del 22 aprile 2004 (l‟adeguamento alla L.r. n.
12/2005 è in corso di adozione), specifica e approfondisce i contenuti della
programmazione e pianificazione territoriale della Regione e coordina le strategie
e gli obiettivi di carattere sovracomunale che interessano i piani urbanistici
comunali.
L’analisi condotta sulla proposta di PTR e sul PTCP vigente ha consentito di
evidenziare elementi di indirizzo per ciascun fattore ambientale (aria, acqua,
suolo, ecc.) così come definiti nel Manuale UE98 e sistema territoriale (insediativo,
infrastrutturale, ambientale). Questi elementi sono stati oggetto di riflessione e
confronto in fase di redazione del DdP, consentendo agli estensori del PGT di
integrare i contenuti ambientali emergenti dalla pianificazione regionale e
provinciale nelle azioni del piano.
In tal modo gli obiettivi generali e/o specifici del PGT sono generati attraverso un
processo di sistematizzazione e analisi del quadro delle corrispondenze dei criteri
ambientali dettati dai piani sovraordinati, che ne garantisce di riflesso la verifica di
coerenza, come si evince dalla tabella-matrice che segue. Per non appesantire la
lettura e la comprensione della tabella, si è cercato di “accorpare” i numerosi
obiettivi e indirizzi coglibili da una sottile disamina dei piani territoriali sovralocali,
evitandone ripetizioni e ridondanze. Per alcuni specifici aspetti, in sede di
definizione degli obiettivi del PTCP si è fatto specifico riferimento ai più dettagliati
indirizzi contenuti nel Piano di Azione Ambientale (PdAA).
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI PIANO - Rapporto Ambientale 193
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Matrice di valutazione – coerenza esterna con gli obiettivi dei piani territoriali sovralocali
CRITERI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
(MANUALE UE98)
OBIETTIVI DEI PIANI SOVRALOCALI PERTINENTI
OBIETTIVI/AZIONI DI PGT
Piano Territoriale Regionale (PTR) Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
en
erg
ia
Ridurre al minimo l‟impiego delle risorse energetiche non
rinnovabili.
Promuovere un utilizzo razionale dell’energia al fine di contenere i consumi
energetici. Riduzione dei consumi energetici delle attività presenti sul territorio (PdAA).
Riqualificazione ambientale,
funzionale, urbanistica, edilizia e
tecnologica dei luoghi della residenza,
dei servizi e innovazione della
produttività.
Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di
rigenerazione.
Sviluppare fonti rinnovabili di energia competitive e altre fonti energetiche e
vettori a basse emissioni di carbonio, in particolare combustibili alternativi per il
trasporto.
Aumento dell‟efficienza energetica degli edifici, dei veicoli e degli
elettrodomestici (PdAA).
rifiu
ti
Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale,
delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti.
Garantire una migliore efficienza delle risorse e una migliore gestione dei rifiuti ai
fini del passaggio a modelli di produzione e consumo più sostenibili, dissociando
l‟impiego delle risorse e la produzione dei rifiuti dal tasso di crescita economica.
Stabilizzazione e progressiva riduzione della produzione procapite dei rifiuti
urbani (PdAA).
fau
na
, flo
ra e
bio
div
ers
ità
Conservare e migliorare la stato della fauna e della flora
selvatiche, degli habitat e dei paesaggi.
Tutelare, conservare, ripristinare e sviluppare il funzionamento dei sistemi naturali,
degli habitat naturali e della flora e fauna selvatiche allo scopo di arrestare la
perdita di biodiversità.
Individuare già alla scala territoriale - e promuovere alla scala locale - la
realizzazione di un sistema di aree e ambiti di "continuità del verde" anche
nella pianura e nelle zone di più modesto pregio, con particolare attenzione
agli elementi di continuità delle preesistenze e dalle fasce già in formazione
sempre con attenzione alla varietà e alla diversità biologica.
Sostegno alla costituzione e alle future
iniziative del PLIS del Fiume Brembo.
Tutela delle aree e dei corridoi
naturalistici ed ecologici.
Formazione di nuovi corridoi ecologici.
suo
lo e
ac
qu
a
Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse
idriche.
Promuovere un uso sostenibile del suolo, con particolare attenzione alla
prevenzione dei fenomeni di erosione, deterioramento e contaminazione.
Garantire la compatibilità dei processi di trasformazione e di uso del suolo con
la necessaria salvaguardia delle risorse (in particolare della risorsa "suolo
agricolo", che costituisce l‟elemento in genere più facilmente aggredibile). Tutela del suolo non urbanizzato.
Attività agricola sostenibile.
Tutela e valorizzazione del torrente
Quisa e del sistema irriguo.
Proteggere il territorio dai rischi idrogeologici e sismici. Individuare tutte le provvidenze necessarie per la difesa dal rischio
idrogeologico e idraulico, la tutela delle qualità dell‟aria e delle acque di
superficie e sotterranee considerate pregiudiziali ad ogni intervento sia di
destinazione sia di trasformazione del suolo. Garantire un livello elevato dei corpi idrici superficiali e sotterranei, prevenendo l‟inquinamento e promuovendo l’uso sostenibile delle risorse idriche.
pa
esa
gg
io e
be
ni st
oric
o c
ultu
rali
Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e
culturali.
Promuovere la salvaguardia, la gestione e la pianificazione dei paesaggi, al fine
di conservarne o di migliorarne la qualità.
Tutelare il paesaggio nei suoi caratteri peculiari, promuoverne la
riqualificazione nei sistemi più degradati e promuovere la formazione di "nuovi
paesaggi" ove siano presenti elementi di segno negativo o siano previsti nuovi
interventi di trasformazione territoriale.
Tutela e valorizzazione dei percorsi di
antica formazione.
Tutela e valorizzazione dei paesaggi
attraversati.
Tutela e valorizzazione del paesaggio
storico e degli spazi pubblici e aperti.
Tutela e valorizzazione dei nuclei del
centro storico.
Tutela delle aree e dei corridoi
naturalistici ed ecologici.
Formazione di nuovi corridoi ecologici.
Gestire in modo prudente il patrimonio naturalistico e culturale. Garantire la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali, e tutelare e
rafforzare le caratteristiche e le identità delle "culture locali".
atm
osf
era
Protezione dell‟atmosfera. Raggiungere livelli di qualità dell‟aria che non comportino rischi o impatti
negativi significativi per la salute umana e l‟ambiente.
Riduzione del valore della media annua dei principali inquinanti atmosferici
(PdAA).
Azioni di miglioramento della rete
infrastrutturale, opere di mitigazione e
di compensazione.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI PIANO - Rapporto Ambientale 194
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CRITERI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
(MANUALE UE98)
OBIETTIVI DEI PIANI SOVRALOCALI PERTINENTI
OBIETTIVI/AZIONI DI PGT
Piano Territoriale Regionale (PTR) Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP)
Stabilizzare le concentrazioni dei gas a effetto serra ad un livello tale da
escludere pericolose interferenze delle attività antropiche sul sistema climatico. Riduzione delle emissioni di gas serra (PdAA).
Realizzazione di nuove residenze di
qualità sia pubblica e che privata
ispirata ai concetti della
ecoinnovazione e qualificazione degli
insediamenti produttivi.
Formazione di un tessuto di percorsi
pedonali e ciclabili nei vari ambiti
territoriali.
po
po
lazi
on
e,
qu
alità
de
lla
vita
e s
alu
te u
ma
na
Conservare e migliorare la qualità dell‟ambiente locale.
Sensibilizzare alle problematiche ambientali, sviluppare
l‟istruzione e la formazione in campo ambientale.
Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni
che comportano uno sviluppo sostenibile.
Contribuire a un elevato livello di qualità della vita e di benessere sociale per i
cittadini attraverso un ambiente in cui il livello dell‟inquinamento non provochi
effetti nocivi per la salute umana e l‟ambiente e attraverso uno sviluppo urbano
sostenibile.
Proporre un‟attenta riflessione sulle modalità della trasformazione edilizia
(residenziale, industriale, terziaria, ecc.) in sintonia con le dinamiche socio-
economiche, per individuare una nuova modalità di risposta alle esigenze
insediative con indirizzi e modelli capaci di dare o di restituire una qualità
insediativa veramente positiva, evitando il perpetuarsi di alcuni indirizzi negativi
sugli assetti territoriali complessivi e che hanno inciso negativamente sulla
qualità del paesaggio e dell‟ambiente.
Razionalizzare la distribuzione delle aree per attività produttive e dei servizi a
loro supporto, anche attraverso il recupero del consistente patrimonio dismesso
e ponendo particolare attenzione alla necessità di ridurre e controllare sia le
situazioni di rischio sia quelle di incompatibilità con altre funzioni.
Promuovere la formazione di Piani locali per lo sviluppo sostenibile, "Agende 21
locali", di Comunità Montane, Comuni e loro Associazioni.
Formazione della “Città Pubblica”.
Potenziamento della rete territoriale
dei servizi primari, secondari e
sovracomunali per la residenza
sociale.
Integrazione del sistema economico
locale in un contesto culturale
generale.
Ridurre sensibilmente il numero di persone costantemente soggette a livelli medi
di inquinamento acustico di lunga durata, con particolare riferimento al rumore
da traffico stradale e ferroviario.
Limitazione dell‟inquinamento acustico nelle aree residenziali e attuazione di
interventi locali finalizzati alla conoscenza in merito all‟esposizione della
popolazione al rumore da traffico (PdAA).
Azioni di miglioramento della rete
infrastrutturale, opere di mitigazione e
di compensazione.
Realizzazione di nuove residenze di
qualità sia pubblica e che privata
ispirata ai concetti della
ecoinnovazione e qualificazione degli
insediamenti produttivi.
Organizzazione e riqualificazione della
viabilità intracomunale.
Mitigazione e compensazione a
supporto della nuova viabilità
sovralocale.
Inserimento di fasce di mitigazione
ambientale e progetti di
rimboschimento e piantumazione.
Ridurre l‟esposizione a campi elettromagnetici in tutte le situazioni a rischio per la
salute umana e l‟ambiente naturale.
Incremento della conoscenza dell‟esposizione della popolazione ai campi ELF
nelle situazioni maggiormente critiche (PdAA).
Prevenire e ridurre l‟inquinamento indoor e le esposizioni al radon.
Approfondimento della conoscenza dell‟esposizione della popolazione al
radon e incremento della consapevolezza della popolazione in merito ai rischi
connessi con l‟esposizione a radon (PdAA).
Garantire una mobilità competitiva, sicura, protetta e rispettosa dell‟ambiente.
Promuovere e sostenere la qualità e l‟accessibilità delle "funzioni centrali
strategiche" e dare impulso alla formazione di un sistema integrato di centralità
urbane, organizzando sul territorio il sistema dei servizi, con particolare
attenzione alla sua relazione con i nodi di scambio intermodale della mobilità.
Formazione di una percorribilità
“dolce”.
Organizzazione e riqualificazione della
viabilità intracomunale.
Integrazione della mobilità nel
contesto ambientale.
Mitigazione e compensazione a
supporto della nuova viabilità
sovralocale.
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VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA DOCUMENTO DI PIANO
Rapporto Ambientale
195
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A livello di impostazione generale non sono emerse incoerenze fra il sistema degli
obiettivi di PGT e i macro-obiettivi della pianificazione territoriale sovraordinata, di
cui il PGT stesso ne assume in gran parte gli indirizzi, specificandoli e declinandoli
nel rispetto delle esigenze locali.
In particolare, la quantità di nuova occupazione di suolo stimata è in linea con il
limite posto dal PTCP; il Documento di Piano articola gli indirizzi per la tutela e
valorizzazione degli elementi di valore storico e testimoniale, la “tutela storica”; la
strategia delle trasformazioni del piano è rivolta al recupero di aree degradate ed
alla riqualificazione di aree poco valorizzate.
6.6.3 . La coerenza interna
L‟analisi di coerenza interna mette in luce le relazioni tra obiettivi e indicazioni di
PGT e le strategie individuate a livello comunale, consentendo di verificare
l‟esistenza di eventuali contraddizioni e di evidenziare eventuali punti di debolezza
interna.
Il documento di riferimento per le strategie di PGT dovrebbe essere rappresentato
dal documento politico che traccia le linee di indirizzo della programmazione e
della pianificazione per uno sviluppo sostenibile, la razionalizzazione del processo
di uso del territorio, il conseguimento di elevati livelli di qualità ambientale/urbana
e la ricerca del giusto equilibrio tra ambiente edificato e ambiente naturale.
Mancando di fatto tale documento, la coerenziazione viene demandata al
confronto con i contenuti dell‟Atto di Indirizzo, integralmente contenuto nel
Documento di Scoping, al quale peraltro si rimanda.
Il confronto ragionato consente di verificare l‟idoneità tra l‟Atto di Indirizzo e gli
obiettivi generali e specifici del PGT, nonché la coerenza tra gli obiettivi generali e
specifici del Piano e le azioni proposte per conseguirli.
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Rapporto Ambientale
196
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In particolar modo, per quanto riguarda il sistema ambientale e del paesaggio
agrario, il Piano propone la valorizzazione dell‟ambito fluviale del Fiume Brembo e
del Torrente Quisa, dei percorsi storici, il comparto agricolo della Val Breno e la
riqualificazione della ripa tra Paladina e le Ghiaie e la conservazione delle
caratteristiche ecologiche dell‟area del colle di Sombreno.
In riferimento al sistema insediativo, la linea del documento è particolarmente
sensibile al benessere del cittadino ed al contesto territoriale, ricco di ambiti
naturali nei quali si inseriscono bellezze storiche di elevato rilievo. Per una gestione
ad alta sostenibilità ambientale, il documento propone per Paladina il riuso e
l‟ottimizzazione del patrimonio edilizio esistente, gli interventi di compensazione e
mitigazione ambientale, la promozione di tecniche di bioarchitettura e
bioingegneria per favorire il risparmio energetico, la permeabilizzazione degli spazi
aperti e la valorizzazione del verde urbano, sia pubblico che privato.
Altri temi legati al sistema insediativo sono la valorizzazione e la conservazione del
patrimonio storico come risorsa dell‟intero comune e come opportunità di riutilizzo
dell‟edificato, la qualificazione e lo sviluppo delle attività commerciali secondo i
dettami della LR 14/1999 ed infine l‟aggiornamento degli interventi di tutela
acustica.
Per quanto riguarda il sistema e la rete dei servizi, il documento propone la
compensazione e la mitigazione degli impatti dovuti alla viabilità, il recupero
ambientale di quelle aree degradate derivate dalle infrastrutture e dal traffico, il
potenziamento della “viabilità dolce”, l‟adeguamento della dotazione di
parcheggi pubblici, il recupero dei percorsi di antica fondazione e la
regolamentazione del traffico.
Particolare attenzione viene posta al delicato tema della viabilità sovralocale in
progetto (variante alla SS 470 dir).
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6.7 APPROFONDIMENTO DELLE CRITICITÀ E PROPOSTE DI
MITIGAZIONE/COMPENSAZIONE
Si è già detto come dalla Matrice di Valutazione sia stato possibile individuare le
interazioni potenzialmente negative o incerte. Le principali criticità rilevate
vengono analizzate più nel dettaglio in questo capitolo, dove vengono sviluppati
una serie di suggerimenti e considerazioni propositive per limitare gli effetti negativi
riscontrati o potenzialmente tali (misure di compensazione, suggerimenti attuativi e
gestionali, suggerimenti di mitigazione e compensazione, strategie alternative,
nuovi scenari).
Si rammenta che gli impatti potenzialmente negativi o di cui si evidenzia una
incertezza sono quelli che residuano dal processo di definizione delle azioni di
piano, buona parte delle quali rappresentano di per se azioni positive (oltre che
compensative e di mitigazione), e che in fase di gestione del piano
l‟Amministrazione comunale potrà verificare e tenere sotto controllo tali impatti,
attraverso l‟utilizzo degli strumenti di monitoraggio e di quanto riportato nel seguito
del presente rapporto.
Il racconto degli effetti prodotti dagli elementi di trasformazione è stato compiuto
attraverso una lettura del territorio, condotta secondo l‟individuazione dei valori
legati ad appositi INDICATORI. Per esigenze di sintesi, è stato necessario limitare il
campo di osservazione al perimetro comunale. L‟insieme degli elaborati relativi al
lavoro svolto è racchiuso in due fascicoli allegati a parte, cui si rimanda per i
dettagli (un fascicolo comprende gli elaborati grafici, l‟altro le tabelle degli
indicatori); in questa sede si riportano indicazioni complessive in merito al
procedimento seguito e ai suoi risultati.
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Il processo di lettura del territorio è partito dall‟osservazione di alcuni tematismi:
- A. gli elementi morfologici
- B. le trasformazioni storiche del paesaggio
- 1. l‟uso del suolo
- 2. l‟individuazione delle barriere, ossia degli elementi che delimitano porzioni del
territorio in maniera rigida
- 3. l‟individuazione degli ambiti, ovvero delle porzioni individuate dalle barriere
- 4. la tipologia dei margini dei singoli ambiti, ossia i tipi di margine riscontrabili
lungo il perimetro dei singoli ambiti
- 5. la vulnerabilità degli ambiti non urbanizzati
- 6. la distribuzione territoriale degli apparati dell‟habitat umano.
I tematismi sono stati considerati secondo due scenari: quello relativo allo stato
attuale e quello riguardante le previsioni di piano. Apposite tavole grafiche (all. A)
pongono in immediata evidenza i tematismi stessi rispetto alla superficie del
territorio comunale; inoltre, la redazione delle tavole grafiche ha consentito
l‟importante operazione di quantificazione dimensionale delle diverse voci
rappresentate graficamente, cosa che ha permesso l‟inserimento dei dati ottenuti
all‟interno di data base necessari al calcolo degli indicatori.
Gli indicatori scelti per l‟analisi sono i seguenti:
Grana
Matrice
Presenza di elementi incompatibili con la matrice
Permeabilità
Eterogeneità paesistica
Biopotenzialità territoriale
Qualità dei margini
Habitat standard pro-capite
Vulnerabilità.
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Nel fascicolo allegato (all. B) sono riportate le schede descrittive relative agli
indicatori sopra elencati. Inoltre, nel fascicolo sono riportate le tavole grafiche con
le quali si è realizzata la lettura del territorio, secondo i tematismi elencati in
precedenza.
Il nuovo scenario che si prospetta è principalmente caratterizzato da tre punti:
- la nuova viabilità sovralocale
- la nuova espansione residenziale già prevista da PRG alle Ghiaie
- l‟ambito di trasformazione dei “portici” (AT2) lungo la strada provinciale Dalmine-
Villa d‟Almè.
Nel dettaglio lo scenario disegna:
- la costruzione della nuova strada di variante verso la Valle Brembana che passa
all‟interno della piana agricola a sud di Sombreno e sotto i colli di Bergamo,
creando una frattura del paesaggio agricolo della piana di Valbrembo;
- la costruzione di alcuni insediamenti residenziali situati nella piana delle Ghiaie ,
che compromette ulteriormente la già instabile matrice dell‟ambito della piana
alluvionale del Brembo;
- la riqualificazione della strada provinciale Dalmine-Villa d‟Almè inserita all‟interno
dell‟AT2 che permette di ricucire la rottura creatasi tra gli abitati di Sombreno e di
Paladina aumentando anche la connettività ecologica in direzione nord-sud del
territorio comunale.
Questi tre macro interventi sono compatibili con il paesaggio:
- se la nuova strada all‟interno della piana agricola a sud di Sombreno viene
adeguatamente inserita con opere di mitigazione di impatto e con opere di
compensazione, atte a limitare i disturbi e la frammentazione che questa strada
comporta per il passaggio agricolo;
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200
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- se gli ambiti di trasformazione previsti alle Ghiaie sono il più possibili connessi con
il paesaggio agricolo e il paesaggio urbano attraverso la costruzione di margini
verdi e permeabili e la costruzione di una rete di assi verdi e percorsi a mobilità
dolce di attraversamento e di collegamento;
- se l‟intervento di riqualificazione dei “Portici di Paladina” comprende una
massiccia presenza di verde dando nuova destinazione d‟uso alle aree verdi
esistenti a lato strada, realizzando viali alberati con ampio spazio per il passaggio
della mobilità pedonale e ciclabile e valorizzando i fronti degli edifici commerciali
garantendo anche una facile accessibilità pedonale.
Nel dettaglio le trasformazioni proposte sono strategiche per il paesaggio di
Paladina solo ad alcune condizioni e cioè:
- se la nuova strada a sud di Sombreno diventa occasione di ridisegno del
paesaggio agricolo attraverso la creazione di siepi e filari lungo il parcellario
storico, con la formazione di tessere agricole coltivate a biomasse e con la
creazione di fasce boscate tampone;
- se i nuovi isolati urbani delle Ghiaie sono il più possibile dotati di aree verdi,
soprattutto lungo i bordi verso la campagna; se vengono dotati di elementi lineari
verdi come filari, piste ciclopedonali piantumate e siepi, per il collegamento tra
campagna e città; se sono il più possibile equipaggiati con aree verdi attrezzate e
densamente alberate con specie autoctone e spoglianti;
- se l’ambito di trasformazione dei “Portici di Paladina”diventa occasione per
risolvere il margine tra i centri abitati di Sombreno e Paladina, diventando un
nuovo centro sviluppato lungo la direttrice nord-sud. Questo nuovo asse deve
essere attrezzato con presenze arboree ed arbustive autoctone e deve
permettere e privilegiare la fruizione pedonale e ciclabile. Gli edifici e le attività
commerciali devono attestarsi lungo una promenade che li valorizzi. Per rendere
completamente sostenibile questo intervento bisogna implementare ed
equipaggiare anche i collegamenti est-ovest, realizzando aree pedonali e viali
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anche lungo questi assi (la tavola 7.1 presente nell‟allegato indica le direttrici
lungo cui è ecologicamente più idoneo realizzare questo tipo di collegamenti
trasversali);
- se il corso del Torrente Quisa viene rinaturalizzato e messo in comunicazione con
il centro di Paladina (AT1);
- se l’area delle Ghiaie e la scarpata del terrazzo fluviale con il Canale Legler
vengono tutelate con la formazione di un PLIS ( assieme a tutta la valle del medio
corso del Brembo da Villa d‟Almè a Ponte San Pietro, come indicato nel PTCP
vigente).
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6.8 INDIVIDUAZIONE DI UN SET DI INDICATORI E STRUTTURAZIONE DEL
PROGRAMMA DI MONITORAGGIO
Il sistema di monitoraggio ha lo scopo di consentire la valutazione continua della
sostenibilità ambientale del piano durante l‟intero suo ciclo di vita.
Il processo di valutazione ambientale prosegue pertanto, dopo l‟approvazione del
piano, nella fase di attuazione e gestione con il monitoraggio e le connesse
attività di valutazione e partecipazione.
I recenti indirizzi regionali attribuiscono all‟attività di monitoraggio sulle azioni
messe in campo dal Piano una duplice finalità:
fornire le informazioni necessarie per valutare gli effetti ambientali delle azioni,
consentendo di verificare se esse sono effettivamente in grado di conseguire i
traguardi di qualità ambientale che il Piano si è posto;
permettere di individuare tempestivamente le misure correttive che
eventualmente dovessero rendersi necessarie e quindi permettere ai decisori di
adeguare il Piano alle dinamiche di evoluzione del territorio.
Il sistema di monitoraggio è quindi previsto per controllare gli effetti ambientali
significativi dell‟attuazione del Piano con lo scopo, tra l‟altro, di individuare
tempestivamente gli effetti negativi imprevisti ed essere in grado di adottare le
misure correttive opportune, ma anche per evidenziare e documentare gli effetti
positivi indotti sullo stato dell‟ambiente.
La capacità di monitorare il processo di piano e di dare conto al largo pubblico
dell‟efficacia del medesimo, rappresenta uno dei tratti più innovativi rispetto alla
prassi amministrativa consolidata. La Valutazione Ambientale Strategica nella
gestione del Piano comporta, infatti, un vero e proprio cambiamento nel metodo
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di lavoro degli uffici di piano, che sono chiamati a esercitare le funzioni di
monitoraggio dandone conto tramite l‟attività periodica di reporting.
L‟azione di monitoraggio costituisce quindi un momento di controllo e
trasferimento delle informazioni ai decisori, ai tecnici e ad un pubblico più vasto;
tipicamente il prodotto di sintesi è costituito da un rapporto periodico che
contiene considerazioni e valutazioni elaborate a partire dai dati restituiti dagli
strumenti di controllo messi in campo dall‟Amministrazione.
La VAS si concretizza quindi in un percorso a ritroso come visto nei capitoli che
precedono; il piano, giunto a conclusione del suo iter procedurale, viene
sottoposto ad un monitoraggio che ne permetta una valutazione in corso di
attuazione, sulla base della quale diventano possibili gli opportuni interventi
correttivi.
Il processo gestionale prosegue con la fase di valutazione dei risultati del
monitoraggio (che coinvolge il processo di partecipazione) e la riformulazione di
alcuni aspetti del Piano, sulla base di quanto emerso dalla valutazione.
Ciò prevede la cooperazione tra strutture che assolvono alle seguenti funzioni:
- gestione e monitoraggio del Piano (risorse specialistiche di diverso livello);
- valutazione e revisione del piano e rapporti di monitoraggio (risorse interne
all‟Amministrazione);
- sviluppo studi e ricerche (risorse di tipo specialistico di diverso livello).
La prima funzione comprende le competenze informatiche necessarie per la
gestione del sistema di monitoraggio, per l‟aggiornamento del Piano e il calcolo
delle variazioni degli indicatori. La seconda funzione ha il compito di valutare
l‟andamento degli indicatori, di aggiornare il Rapporto Ambientale e proporre le
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eventuali revisioni di Piano. La terza assolve al compito di sviluppare la
conoscenza del sistema tramite nuovi studi e ricerche.
L‟attività di reporting assolve anche alla importante funzione di conservare la
memoria del Piano: scorrendo i vari rapporti si può ricostruire il percorso compiuto
dal Piano stesso.
L‟archivio della memoria del Piano sarà costituito sia dai testi dei vari rapporti (si
privilegerà il reperimento on-line), i quali forniscono il quadro sintetico della
vicenda, sia dalle schede di ambito spaziale omogeneo che offrono il dettaglio
analitico. Infatti, ogni qual volta una scheda d‟ambito viene modificata, perché
cambiano i valori degli indicatori o gli interventi previsti, la scheda vecchia non
viene annullata ma riversata nell‟archivio della memoria del Piano.
La funzione di tale archivio è importante, poiché il Piano, come gran parte delle
attività umane, si configura come un processo di apprendimento costante e
continuo che avviene anche attraverso gli esiti delle esperienze pregresse.
Altrettanto importante è l‟attività di sviluppo della conoscenza tramite studi e
ricerche su temi nuovi o mirati all‟approfondimento di temi insufficientemente
indagati.
Il percorso di costruzione del programma di monitoraggio prevede:
- la definizione delle caratteristiche generali (scelte tecniche, individuazione delle
risorse necessarie e disponibili, tempistica, modalità di rappresentazione e
divulgazione);
- la definizione delle procedure di gestione che coinvolgono risorse interne ed
esterne all‟Amministrazione (attività di coordinamento e validazione,
responsabilità della raccolta, elaborazione e trasferimento delle informazioni);
- la verifica degli strumenti ritenuti necessari e disponibili per l‟azione di
monitoraggio (database georeferenziato, SIT, definizione di un “core set” di
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indicatori sensibili eventualmente inseriti in un modello, indici sintetici, utilizzo di
modelli previsionali di supporto alle decisioni e per la determinazione degli
impatti, controlli ambientali);
- la modalità di raccolta, elaborazione dei dati e valutazione dei risultati
(elaborazione di grafici, matrici, tabelle di sintesi; creazione di liste di controllo;
confronto con indirizzi programmatici e normativa di riferimento; verifica di
coerenza con regolamenti interni e sovracomunali, standard di riferimento,
elaborazioni statistiche);
- l‟emissione di un rapporto periodico (con diverse frequenze temporali)
strutturato in maniera da risultare efficace all‟utilizzatore (decisore, tecnico,
pubblico).
Uno dei motivi principali alla base della predisposizione e pubblicazione periodica
di un rapporto di monitoraggio è la sua potenzialità in termini di comunicazione. Si
tratta infatti di un‟occasione per informare un pubblico più vasto di quello degli
addetti al settore. Il confronto con le serie storiche dei dati degli anni precedenti
può diventare occasione per un dibattito aperto sulle tendenze evolutive del
territorio comunale, e sull‟efficacia delle azioni del piano.
Una ulteriore occasione di coinvolgimento potrebbe essere costituita dalla scelta
delle soglie di riferimento per gli indicatori utilizzati nel rapporto di monitoraggio.
Talvolta le soglie possono essere definite in funzione di valori dati dalle norme di
settore, dove queste esistano, o con l‟aiuto di esperti.
In alcuni casi potrebbero tuttavia anche essere definite in funzione del grado di
realizzazione che si vuole raggiungere rispetto agli obiettivi del Piano.
Coinvolgendo gli attori sul territorio ed i decisori si possono prendere in
considerazione ragionevoli valori di soglia relativi ad impegni e obiettivi, anche
temporali, che l‟Amministrazione intenda adottare.
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Si viene così a creare un‟ulteriore occasione per la definizione di strategie
perseguibili e la loro programmazione temporale.
6.8.1 . Individuazione di un “core set” preliminare di indicatori
Vengono proposti una serie preliminare di indicatori che derivano dall‟esame del
Piano, in funzione degli indirizzi strategici contenuti nel PGT e, più
specificatamente, nel Documento di Piano oggetto di valutazione.
Per ciascun tema ritenuto prioritario sono stati individuati alcuni indicatori di
riferimento per caratterizzare il fenomeno, da utilizzare in una prima fase del
monitoraggio, ed altri indicatori da usare in una seconda fase per approfondire e
meglio mettere a fuoco i fenomeni.
Pur nella coerenza di quanto riportato in precedenza si ribadisce il carattere
sperimentale di quella che rappresenta una proposta, in quanto la corretta
definizione di tale elenco operativo di indicatori richiede:
- la validazione (anche attraverso un processo di tipo partecipativo) dei temi
prioritariamente da sottoporre a controllo;
- l‟efficacia a rappresentare e mantenere l‟attenzione concentrata su questi
temi;
- l‟effettiva capacità comunicativa;
- la disponibilità di banche dati e informazioni di base utilizzabili ed affidabili;
- la sostenibilità dei costi e la compatibilità dei tempi per l‟aggiornamento delle
banche dati.
In ultima analisi, riguardo gli elementi più strettamente legati al paesaggio, si
propongono per il monitoraggio gli stessi indicatori elencati in precedenza,
prospettando come target quello riportato alle tabelle G.1, G.2, G.3, G.4, G.5, G.6
del fascicolo allegato (all. B).
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Gli indicatori, pertanto, sono ancora i seguenti:
Grana
Matrice
Presenza di elementi incompatibili con la matrice
Permeabilità
Eterogeneità paesistica
Biopotenzialità territoriale
Qualità dei margini
Habitat standard pro-capite
Vulnerabilità.
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7. CONCLUSIONI
Il presente documento costituisce il Rapporto Ambientale della Valutazione
Ambientale Strategica del Documento di Piano del Piano di Governo del Territorio
del Comune di Paladina, avviata con atto di Giunta Comunale n. 93 del 15
ottobre 2008. In esso sono stati individuati, descritti e valutati gli effetti significativi
che l‟attuazione del piano potrebbe avere sull‟ambiente.
I contenuti del presente Rapporto Ambientale recepiscono e rispettano le
informazioni contenute nell‟Allegato I della Direttiva 2001/42/CE e negli allegati
della direttiva nazionale e regionale in materia di valutazione ambientale
strategica.
Fa parte integrante del presente documento anche la Sintesi non Tecnica, che
restituisce una ricapitolazione dei principali riferimenti e valutazioni contenuti nel
Rapporto Ambientale.
Facendo riferimento alle valutazioni ed alle analisi emerse dal raffronto con i criteri
e gli strumenti di valutazione adottati, nonché alle considerazioni e ai risultati
emersi durante l‟intero processo valutativo, si ritiene di attribuire al Documento di
Piano un giudizio complessivo che ne garantisce la compatibilità ambientale.
Ranica, settembre 2009
a cura di:
G.E.A. s.n.c.
Via Tezze 1/a – 24020 – RANICA (BG)
Tel. e Fax. 035.340112
con la collaborazione di:
_Studio_Architettura_Paesaggio
Via Piave, 1 – 24040 – BONATE SOPRA (BG)
Tel. 035.992674 Fax. 035.995421
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8. SITOGRAFIA
http://www.comune.paladina.bg.it
http://www.interreg-enplan.org
http://www.arpalombardia.it
http://www.ambiente.regione.lombardia.it/inemar
http://demo.istat.it/index.html
http://www.parcocollibergamo.it
http://www.provincia.bergamo.it
http://www.regione.lombardia.it