scenari e tendenze...dal punto di vista dello scenario di lungo, tutto il nostro lavoro porta a...
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Cicli e Mercati Research
Quarterly report – 1°Q 2016
2016Market Risk Management – www.cicliemercati.it
“Tutto, nella vita e sui mercati, si muove in cicli”“Chi non impara dalla storia è condannato a ripeterla”
Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità01.2016
Sommario
1. Analisi dei rendimenti degli asset e confronto con i Portafogli Modello
2. Il quadro della situazione
3. Il primo trimestre in 14 punti
4. Sintesi di scenario
5. Italia e proiezioni
6. Portafogli Modello: performance e analisi
Appendici
A. Tavole di rating automatico
B. ETF settoriali europei con forza relativa
C. I titoli del MIB
D. I 10 Topic Charts del 2016
SCENARI E TENDENZE
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Cicli e Mercati Research
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
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Tassi Zero e Volatilità
01.2016
Il rollercoaster che sta per iniziare la sua corsa
dopo la salita rappresenta la VELOCITA’ (
VOLATILITA’) DEL MERCATO, non la direzione.
Quello che si cerca di far comprendere è che il
prolungamento della politica dei tassi zero, lungi
dal normalizzare la situazione, in realtà ha levato
ogni protezione all’intero sistema di riferimento
dell’investitore e ha creato un ambiente che,
appena tolte (o percepite come non più efficaci)
le reti di protezione, è paragonabile a una terra
selvaggia dove saranno non solo possibili, ma
fortemente probabili, movimenti di grande
volatilità anche prolungati in entrambe le
direzioni e su tutti i mercati.
Considerata in una prospettiva di lungo termine,
la volatilità media dei mercati – per quanto ciò
possa apparire in contrasto con gli ultimi
movimenti – negli ultimi anni si è atrofizzata.
Solo ora si cominciano a vedere gli effetti
naturali di quanto è accaduto: il calo strutturale
della volatilità che è andato avanti di pari passo
con il calo dei tassi (cioè la placida salita del
rollercoaster) è finito. Il punto di flesso è stato
superato e da ora in avanti sarà lo stesso calo
dei tassi a reinnescare certi movimenti come
risposta fisiologica all’annullamento della
redditività di importanti categorie di asset.
Questo sta portando a un fisiologico aumento dei
rischi ma porterà in seguito anche a un aumento
della profittabilità: in questo senso siamo
probabilmente all’inizio (e non alla fine) di una
fase in cui l’investimento non passivo (che è
quello che risponde e asseconda le tendenze e
non cerca di piegarle ad aride statistiche e a
luoghi comuni) potrà essere controllato solo
attraverso una risposta flessibile e dinamica alle
variazioni dei mercati.
TASSI ZERO
VOI SIETE QUI
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
Introduzione
Il 2016 è iniziato con un messaggio molto chiaro:
OGGI COME OGGI, IN QUESTI MERCATI, NON PERDERE SOLDI E’ LA PRIMA FONTE DI RICCHEZZA REALE.
Deterioramento (il primo da anni) del Modello Economico USA, via il calo della Consumer Confidence
Deterioramento interno dei mercati, con concentrazione evidente sui settori difensivi
Caduta del tasso di profittabilità dei mercati
Possibile errore di valutazione relativo all’incremento di tasso USA (preceduto dalla fine del QE)
I mercati – non solo quelli azionari – si trovano evidentemente a pagare in questo inizio 2016 una serie di errori già discussi:
• SOVRAESPOSIZIONE AL RISCHIO (LEVA ecc.)
• ECCESSO DI CONFIDENZA NELLE BANCHE CENTRALI
• IGNORANZA DELLA STORIA DEI MERCATI
• ECCESSI DI VALUTAZIONE SU MOLTI ASSET
Non abbiamo idea di quanto si rifletterà in termini di DISCESA DI PREZZO e quanto in termini di TEMPO (movimento improduttivo), cioè i due fattori
primari di una correzione/bear market. Dal punto di vista dello scenario di lungo, tutto il nostro lavoro porta a ritenere che il prossimo minimo di
medio/lungo termine rappresenterà una opportunità paragonabile a 2003, 2009, 2011-12.
Tuttavia al momento vediamo più rabbia che panico e i nostri indicatori tecnici e proprietari sono in deterioramento ma lontani da letture che nel
passato hanno definito minimi importanti e stabili.
Attenzione alla reazione degli investitori dopo che avranno capito che con l’ultimo incremento di rischio nei portafogli stanno perdendo soldi.
L’ipervenduto di breve comincia a farsi sentire e rende possibile un primo minimo+reazione entro fine Gennaio (supporti importanti poco sotto i livelli
attuali); tuttavia sconsigliamo vivamente ai nostri sottoscrittori di prendersi rischi al rialzo se non per trading sempre tutelati da stop oppure per
posiizoni «market neutral» come quelle del MARKET ALERT.
Per gli investitori, il problema non si pone nemmeno:
IN UN AMBIENTE DI VOLATILITA’ IN AUMENTO E TREND INCERTO O NEGATIVO, FINO A SEGNALI DI CAPITOLAZIONE O DI
INVERSIONE, BISOGNA ATTENDERE CHE I MERCATI TORNINO SCARICHI DI RISCHIO E BASTA. CAUTELA E PAZIENZA.
Leggete attentamente questo report, perché troverete numerosi spunti non solo per capire il QUI E ORA dei mercati, ma anche per capire
quali sono gli scenari possibili futuri. Ricordatevi però sempre che l’AZIONE SUI MERCATI DEVE DIPENDERE ESCLUSIVAMENTE DAL
QUI E ORA E NON DA IPOTESI FUTURE.
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Statistiche 2015 – Anno poco brillante su molti mercati…
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… meglio per i nostri PM nonostante il calo di Dicembre
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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Rendimenti % Portafogli Modello dall'1.1.2007 - Base 100 italia
italia tr
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gl growth
multiasset
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bond aggr
topo
GLOBAL
Ind. FIDEURAM Flex
Ind. FIDEURAM Obbl
S&P in EUR
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Tabella dei rendimenti degli assets – 1999-2015 – dati al 31/12
01.2016
L’asset più efficiente si sono rivelati i bonds
(EffRatio 1.07); al secondo posto, nonostante il
calo degli ultimi anni, l’Oro.
Chi ha investito in cash (brevissimo termine)
negli ultimi 16 anni ha appena coperto le perdite
di valore dovute all’inflazione. Dal 2010 in poi,
chi ha investito in cash ha solo perso potere di
acquisto.
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Tabella dei rendimenti composti degli assets (in EUR) – 1999-2015
01.2016
L’investimento che ha reso di più newgli ultimi 17
anni è di gran lunga l’Oro. Seguono i Bonds. Le
borse sono le ultime, con un rendimento medio
annuo reale di quasi -2%.
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Tabella dei rendimenti composti degli assets (in EUR) – 1999-2015
01.2016
Tra il 2001 e il 2011 in quanti hanno consigliato
di INVESTIRE strutturalmente una percentuale
anche bassa del portafoglio in oro?
0.0
100.0
200.0
300.0
400.0
500.0
600.0
700.0
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Rendimento composto 1999-2015
Bond Equity HF Cash Oro
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Tabella dei rendimenti dei portafogli-tipo – 1999-2015
01.2016
Questa tabella mostra come, dal 1999 ad oggi, i
rendimenti medi dei portafogli, qualunque sia
stata la loro allocazione, abbiano teso ad
assomigliarsi tutti, con rendimenti reali medi
annui molto bassi, tra lo 0.3% e il 2%. Unica
eccezione quelli contenenti Oro (cioè l’asset che
ha performato meglio in questi ultimi 15 anni).
Non è assolutamente detto che questi dati siano
una buona indicazione per il futuro: se ad
esempio fossero stati presi nel 2000, sarebbero
stati iperpremianti per l’equity (vincitrice del
periodo 1985-2000), che invece è stata la
grande perdente dei 10 anni successivi. La vera
discriminante è nella volatilità e quindi
nell’efficienza: come è ottenuto il risultato
rispetto alla volatilità.
Lo stesso vale con la tabella di rendimento
composto, che amplia nettamente il divario tra
composizioni efficienti e inefficienti (troppo
volatili) ed evidenzia come al netto dell’inflazione
dell’area EURO (riga RealRet) i portafogli di gran
lunga più efficienti siano stati i tre con meno
azioni e i tre che contenevano Oro.
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Tabella dei rendimenti dei portafogli-tipo – 1999-2015
01.2016
Visualizzazione delle due tabelle precedenti. Dal
grafico in alto si evince come esista una ciclicità
anche nel tasso di ritorno annuo delle varie
combinazioni di portafoglio.
Il portafoglio che ha avuto in questi ultimi 16 anni
il miglior rendimento è quello composto da 40%
Oro, 40% Bond e 20% Cash. La linea nera è il
classico Portafoglio Perfetto (25% di ciascun
asset).
-50.0%
-40.0%
-30.0%
-20.0%
-10.0%
0.0%
10.0%
20.0%
30.0%
1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
Rendimenti di portafogli bilanciati
0 10 20 30 40 50 60
70 80 100 20% oro 40% oro PP 25%
50.0
100.0
150.0
200.0
250.0
300.0
350.00
10
20
30
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50
60
70
80
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20% oro
40% oro
PP 25%
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Rendimenti dei portafogli-tipo vs Portafogli Modello – 2007-2015
01.2016
Confronto tra i rendimenti percentuali composti
ottenuti dalle varie composizioni di asset e i
rendimenti dei nostri Portafogli Modello –
Periodo 1.1.2007 31.12.2015
Il dato di fatto è che nei portafogli statici il
sovrappeso dell’asset ritenuto storicamente più
performante (l’azionario) non ha assolutamente
pagato, mentre ha pagato la presenza nel
periodo fino al 2011 di Oro.
Solo il migliore tra i portafogli statici mostrati nel
grafico in alto (40% Oro, 40% Bonds, 20% cash:
non certo una combinazione frequente tra gli
investitori) è riuscito grazie all’enorme rialzo
dell’Oro a mantenersi a livelli confrontabili con i
meno performanti tra i nostri Portafogli.
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2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Rendimenti % composti di portafogli bilanciati standard dall'1.1.2007 -Base 1000
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20% oro
40% oro
PP 25%
40
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120
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180
200
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280
300
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2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015
Rendimenti % Portafogli Modello dall'1.1.2007 - Base 100
italia
italia tr
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bond aggr
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Il quadro della situazione
Premettiamo che a fronte di ciò che è successo in questo inizio 2016 tutte le paure sono lecite, si tratta di soldi. Quello che cerchiamo di fare e di
fornire in questo report e' una possibile razionalizzazione del presente e del futuro.
1. dietro di noi ci sono 9 mesi di rendimenti poco interessanti, questo perche' al reddito prodotto bisogna togliere la svalutazione
temporanea del capitale (capital loss). In questo contesto nessun modello LONG BIASED funziona: bisogna limitare i danni.
2. davanti a noi ci sono anni, compresa la seconda parte del 2016, di rendimenti molto interessanti, questo perche' al reddito bisogna
aggiungere la rivalutazione del capitale (capital gain). I motivi di queste affermazioni sono riportati nelle pagine successive.
Leggendo i giornali, in primis il Sole 24 Ore di sabato 16 gennaio 2016, la prima cosa che un soggetto razionale farebbe è quello di vendere tutte le
attività volatili in portafoglio, dalle azioni, alle obbligazioni sia societarie che dei Paesi Emergenti , comprese le materie prime e il petrolio. In sintesi,
a leggere i giornali e a detta di alcuni analisti e economisti, le economie Emergenti, compresa la Cina, sono sull'orlo di una crisi economica
recessiva tale da portare l'economia mondiale in recessione. Questo significa che dall'attuale +3% di crescita del PIL mondiale, secondo il
consensus, si passerà a un PIL negativo. Questo PIL negativo ha l'effetto di portare gli utili, delle imprese dello S&P 500 e dell'EUROSTOXX 50, nel
2016 a un livello inferiore al 2015, giustificando i crolli sia dei mercati Azionari che delle Obbligazioni Societarie ed Emergenti.
Domande:
1) E' vero che l'economia mondiale andrà in recessione? Di quanto diminuirà il PIL mondiale nel 2016?
2) Di quanto caleranno gli utili delle imprese dello S&P 500 e dell'EUROSTOXX 50 nel 2016 rispetto al 2015?
3) E' possibile che l'economia mondiale rimarrà in recessione per i prossimi 5 anni? di quanto potrà diminuire il PIL mondiale nei prossimi 5 anni?
4) Di quanto potranno calare gli utili delle imprese dello S&P 500 e dell'EUROSTOXX 50 nel caso di una recessione che dura 5 anni?
Risposte:
1) E' una delle ipotesi sul tavolo, certamente le probabilità seppur minime ci sono. Le stime attuali sono di un +3%, c.a. 2400 miliardi di dollari in piu'
rispetto agli 81000 miliardi di dollari, che rappresentano il PIL mondiale a fine 2015. Di questi c.a. 38000 è il PIL prodotto dai paesi emergenti e
43000 dai paesi sviluppati. Per avere un PIL Mondiale negativo bisogna che i paesi emergenti abbiano un PIL negativo e i paesi sviluppati di
conseguenza abbiano un PIL vicino allo 0 o addirittura negativo. Noi non siamo in grado si stabilire di quanto possa essere negativo il PIL mondiale.
2) Ad oggi, il consensus di crescita degli utili nel 2016 degli Indici sopracitati, é del 5% per lo S&P 500 e l'8% per l'EUROSTOXX 50. A fronte di un
PIL Mondiale negativo, con ogni probabilità gli utili nel 2016, saranno inferiori rispetto al 2015. Di quanto noi non lo sappiamo, possiamo ipotizzare
per entrambi gli indici di un 10/15%
3) Se l'Economia Mondiale, rimanesse in recessione nei prossimi 5 anni, sarebbe la prima volta dal 1900. Dal 1946 ad oggi, l'economia mondiale è
andata in recessione 9 anni, mai 2 anni consecutivi. Di quanto puo' calare il PIL Mondiale nei prossimi 5 anni? Noi non lo sappiamo quello che
sappiamo é che realisticamente le probabilità si avvicinano allo 0. Il PIL mondiale negli ultimi 8 anni é sceso solo nel 2008. Poi c'é sempre quel non
si sa mai che deve essere tenuto in conto nel costruire l'asset allocation. Per il «non si sa mai», ma non solo per quello, noi abbiamo lavorato
anni (e continuiamo a lavorare) nella costruzione di Portafogli Modello efficienti con strumenti trasparenti e privi di rischio default.
4) Gli utili delle imprese dell'Indice S&P 500 e di conseguenza dell'EUROSTOXX 50 crescono ad un ritmo del 7% all'anno. Non sono mai scesi 2
anni consecutivi.
Conclusioni:
1) Per chi pensa che ci possa esserci una recessione del PIL Mondiale lunga 5 anni, bisogna vendere (come hanno già fatto i nostri PM)
2) Per chi pensa che ci possa essere una recessione mondiale di 1, massimo 2 anni, bisogna comperare
3) Per chi compera e vuole contenere i rischi, la strategia corretta è seguire i nostri modelli: e questo non lo diciamo noi, ma i numeri.
01.2016
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Il 2016 – Il primo trimestre in 14 punti
1. I mercati azionari sono in un Bear Market ciclico iniziato nel 2015. Non ci sono eccezioni, se non marginali.
2. I modelli economici non hanno tuttavia ancora fornito segnali recessivi: moltissimo dipenderà dalla tenuta della fiducia dei consumatori USA e
Europei nei prossimi mesi, il che a sua volta dipenderà anche dalle economie emergenti.
3. Un elemento di rischio viene dalla leva finanziaria negli USA, che è ancora elevatissima e ha una conformazione comportamentale molto
simile a quella delle altre due inversioni del 2000-2001 e 2007-2008. In un contesto di rallentamento, la leva tuttavia rientra rapidamente.
4. Nonostante il calo delle ultime settimane, al momento le borse non hanno ancora raggiunto i picchi di volatilità, ipervenduto e capitolazione
che accompagnano in quasi tutte le occasioni minimi importanti.
5. Anche i nostri nuovi studi, BLACK SWAN e Crisis Indicator segnalano rischio ancora presente sui mercati azionari.
6. La situazione interna del trend dei settori e dei titoli (breadth) è in deterioramento.
7. Le curve di profittabilità dei nostri Portafogli Modello, che sono una eccellente proxy per capire se i mercati sono in grado di esprimere tendenze
positive stabili (quelle che cerchiamo nel nostro lavoro di asset allocation) sono in calo da Aprile 2015: un possibile rigiro al rialzo delle stesse
è individuabile sulla scorta delle statistiche passate dal 2Q 2016 in poi.
8. Tutti i nostri modelli ciclici (Ciclo sdoppiato USA, Financial Composite Cycle e Kuznets) puntano alla creazione nei prossimi trimestri di un
minimo importantissimo sui mercati azionari, che servirà da base per tutto il prossimo ciclo rialzista.
9. La situazione ciclica trimestrale e mensile, che è quella con la quale abbiamo a che fare nel contingente, resta tuttavia per il momento ostile ed è
possibile una estensione ribassista del Composite Momentum mensile, sulla scia di altri casi esaminati nel passato (2001, 2008).
10. Le valutazioni degli indici principali stanno rientrando dalle situazioni di eccesso più volte segnalate nel 2015 e si stanno riportando verso le
medie storiche di P/E il che è bene ma tuttavia non significa che siano sottovalutati e non significa che il ribasso non si possa spingere fino
a livelli inferiori spesso questi cali finiscono sotto al punto di equibrio.
11. I bonds governativi, specie europei,hanno valutazioni e rendimenti che li rendono vulnerabili: tuttavia, beneficiano della stuazione e per ora non
è ancora partito un movimento di aumento dei tassi sulla parte lunga della curva (decennali), mentre le due classi obbligazionarie tipicamente
più performanti ma anche più volatili (Bonds Emergenti e High Yield) non esprimono profittabilità, a causa delle tensioni valutarie e
dell’allargamento degli spread di credito in molti settori e paesi.
12. L’Oro è molto vicino a fornire segnali rialzisti (specie in EUR) ma non va anticipato: se dovesse salire di prezzo e rientrare nei nostri Portafogli
Modello, riprenderebbe il suo ruolo di valvola di depressurizzazione del sistema.
13. Il Petrolio è su un target importantissimo (30-25) e in ipervenduto estremo: ma il Petrolio basso è un elemento destabilizzante, non positivo,
quindi attenzione a un possibile violento reversal rialzista (che non va anticipato).
14. Il USD è meno forte di quello che sembra: è al ribasso contro JPY e in fase laterale contro EUR. Solo sotto 1.05 confermerebbe il trend.
Non sarà facile, cari sottoscrittori, e ne usciremo tra mesi: pochi, tanti, non sappiamo, come neppure sappiamo se ne usciremo perché avremo
raggiunto un minimo di elevata volatilità e panico (che alla fine sarebbe facilmente individuabile dai nostri modelli), oppure se sarà uno stillicidio di su
e giù, di cali e reazioni tanto violente quanto illusorie. Ma ne usciremo. Le parole d’ordine in queste situazioni sono PRUDENZA e DISCIPLINA. La
prima fonte di guadagno in questo primo trimestre è EVITARE DI PERDERE SOLDI, in quanto dopo arriverà una fase – crediamo già nel 2016 - in
cui sarà non solo utile ma anche logico essere capitalizzati, liquidi e aggressivi, quando magari gli altri saranno ancora titubanti.
ADESSO VEDIAMO OGNI PUNTO NEL DETTAGLIO.
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1. I mercati azionari sono in un Bear Market ciclico
01.2016
La tabella è quella tipica di un Bear Market.
Ipervenduto forte ma non ancora a livello di
capitolazione
Indici in sequenze di massimi e minimi
decrescenti già completate o vicini a supporti
importanti. In tutti i casi esaminati nel passato,
partenze fortemente negative dell’anno hanno
portato le borse a chiusure trimestrali di segno
meno (quindi inferiori alle chiusure del
31.12.2015) e in molti casi anche a un secondo
trimestre di segno meno.
Secondo una analisi statistica, negli ultimi 50
anni un movimento sfavorevole simile a quello
attuale (2008, 2002, 2001, 1982, 1970, 1969) ha
sempre impattato negativamente sulle
performance sia dei primi tre mesi che della
prima metà dell’anno.
Tuttavia, anche in alcuni di questi casi l’anno
partito male ha innescato un reversal ed è finito
in modo opposto a come aveva cominciato (cioè
sui massimi) es. sullo S&P: 1978, 1982, 1983,
1991, 2003, 2009.
Le chiavi di volta per distinguere un anno
completamente negativo (2001, 2002, 2008) da
un anno pivot (di reversal) sono:
1. il ritorno in posizione rialzista dei modelli
mensili di trend ( rientro in posizione dei
Portafogli Modello)
2. il ritorno sopra le chiusure dell’anno
precedente.
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2. I modelli economici non hanno ancora fornito segnali recessivi
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Il MODELLO ECONOMICO elabora e sintetizza
attraverso un algoritmo la tendenza di fondo dei
due principali indicatori macroeconomici:
FIDUCIA e OCCUPAZIONE.
Lo proponiamo nei nostri report in quanto
l’importanza analitica del MODELLO risiede nella
sua correlazione con gli andamenti di fondo dei
mercati, in particolare di quelli azionari.
C’è quindi un legame strettissimo tra i dati
economici e i movimenti delle borse, dei tassi e
la definizione delle strategie da intraprendere a
qualunque livello, da money manager a
investitore.
In questo momento, i tre modelli (EU, USA e
GLOBALE) si stanno muovendo in sincronia al
rialzo, seppure in lieve decelerazione, specie
quello USA.
Il modello è particolarmente sensibile al dato
sulla FIDUCIA DEI CONSUMATORI.
Le aree in basso sul grafico rappresentano le
fasi di ESPANSIONE (blu), INVERSIONE DI
TENDENZA (grigio) e CONTRAZIONE (rosso)
del modello USA.
BLU = USAROSSO = EUROPANERO = GLOBALE
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3. Un elemento di rischio viene dalla leva finanziaria negli USA
Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità01.2016
Il nuovo dato del Margin Debt NYSE
(sinteticamente: il livello netto di indebitamento
del mercato finanziario USA) è in discesa
rispetto al massimo storico e si va così ad unire
ad una ormai lunga serie di valutazioni record
del mercato americano (capitalizzazione/PIL,
Shiller P/E ecc.) che stanno rientrando da
eccessi storici.
Nel 2015 la leva finanziaria USA componente
speculativa ha raggiunto picchi senza
precedenti, grazie alla facilità di indebitamento di
privati e aziende (buybacks).
Dall’analisi della serie storica dei dati (che risale
solo al 1992 e quindi ha nella brevità un suo
limite evidente) balza all’occhio una sequenza di
correlazione distributiva tra S&P e Margin Debt
simile a quelle dei due top precedenti, 2000 e
2007.
Una conferma in chiusura mensile dello S&P
sotto 1920 indicherebbe la perforazione del
punto 4.
Il Margin Debt è al ribasso sui nostri modelli,
segnalando una contrazione della componente
speculativa, cosa che è avvenuta in occasione di
tutti i cali del passato.
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
4. Nessun picco di volatilità, ipervenduto e capitolazione
01.2016
Questo indicatore raggruppa VIX e VSTOXX.
Le date segnano i picchi arrivati in occasione di
minimi importanti.
Attualmente la volatilità è in salita ma non è
ancora arrivata né in termini assoluti né di
deviazione standard a livelli di panic selling.
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4. Nessun picco di ipervenduto
01.2016
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Indice S&P, dati mensili
L’indice ha creato una struttura discendente, la
prima dopo il minimo del 2009. Questa struttura
verrebbe negata solo da una chiusura mensile
sopra 2100 (linea blu).
L’indicatore lento di momentum (Coppock Guide,
sovrapposto al grafico) è in piena fase di discesa
e solo adesso sta scendendo sotto allo zero.
I due indicatori in alto e in basso sono entrambi
in calo ma ancora lontani da posizioni di
ipervenduto o eccesso.
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4. Nessuna capitolazione
01.2016
Abbiamo tutti sentito parlare di bolle speculative:
molti di noi le hanno vissute o conoscono
qualcuno che è stato trascinato in una di queste
bolle. Anche se ci sono molti insegnamenti da
trarre dalle bolle del passato, investitori e
operatori ogni volta vengono attratti in una nuova
fase speculativa che termina inevitabilmente in
una bolla, cioè in una fase di eccesso e di
deviazione statistica dalla norma, che però viene
riconosciuta come tale solo a posteriori.
Una bolla è solo una fase (quella terminale
rialzista) di una sequenza tipica dei mercati;
quindi, se si vuole evitare di essere colti di
sorpresa, è fondamentale sapere quali sono le
diverse fasi. Una comprensione di come
funzionano i mercati e una buona conoscenza di
analisi tecnica possono aiutare a riconoscere i
cicli di mercato. Le quattro fasi cicliche sono
prevalenti in tutti gli aspetti della vita. Si va dal
brevissimo termine, come il ciclo di vita di un
insetto che vive solo pochi giorni, al il ciclo di vita
di un pianeta, che impiega miliardi di anni a
compiersi. Non importa a quale mercato si fa
riferimento: tutti hanno caratteristiche simili e
passano attraverso le stesse fasi.
Tutti i mercati sono ciclici. Salgono, arrivano al
picco, scendono e poi arrivano al minimo.
Quando un ciclo è finito, inizia il successivo. Il
problema è che la maggior parte degli investitori
e dei traders non riescono a riconoscere che i
mercati sono ciclici oppure non ha la pazienza di
aspettare una posizione ciclica conveniente. Ma
la comprensione dei cicli è essenziale se si vuole
massimizzare il rendimento degli investimenti o
del trading.
Al momento siamo chiaramente tra la
NEGAZIONE e la PAURA.
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5. Black Swan e Crisis Indicator
01.2016
Questo grafico rappresenta un portafoglio
composto da sole posizioni SHORT su quattro
asset:
1. MIB
2. EUROSTOXX50
3. BTP
4. BUND
La curva di profitto (blu) evidenzia che in poche
fasi i segnali ribassisti sono veramente
profittevoli sul medio termine. Quando la curva di
profitto BLACK SWAN sale, vuol dire che i
mercati hanno qualche problema. Quando
scende o sta ferma, vuol dire che non ci sono
problemi strutturali.
Ci sono stati quattro grandi fasi di profitto short
dal 2000 ad oggi:
1. Fine 2000
2. Seconda metà 2007
3. Metà 2011
4. 2015 segnale ancora in atto
L’indicatore rosso in basso (CRISIS
INDICATOR) segnala le fasi di crisi acuta. Come
si vede, si era attivato prima di tutti i grandi cali
del passato (2001, 2002, inizio 2003, 2008,
2011-12.
Adesso è attivo.
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120.00
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BLACK SWAN MEDIA PROFIT PM PROFIT BMK CRISIS
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6. Curve di profittabilità in calo
01.2016
Le regressioni lineari delle curve di performance
dei nostri Portafogli Modello e dei benchmark
sono delle eccellenti proxy per il concetto di
PROFITTABILITA’: quando salgono, i mercati
sono generosi e producono ritorni significativi;
quando scendono, i mercati concedono molto
meno e con molto più sforzo.
Adesso le curve stanno scendendo dopo il picco
di Aprile 2015.
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Bmk
Port.Mod.
regrlin PM
regrlin BMK
Lineare (Bmk)
Lineare (Port.Mod.)
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6. Curve di profittabilità in calo
01.2016
Il concetto della slide precedente può essere
osservato anche in questo grafico, che mostra la
variazione percentuale sui 12 mesi delle stesse
curve di performance.
Anche qui la deviazione standard è
estremamente potente nell’evidenziare le fasi di
contrazione di profitto per la media degli asset.
Da un lato, quindi, siamo in una fase evidente di
bassa profittabilità per la media degli
investimenti, difatti praticamente non sta salendo
nulla. Dall’altro, il passato insegna che queste
fasi si alternano e che quindi una volta terminata
questa (nel 2016?) ne partirà una favorevole di
grande interesse.
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MKT
MODEL
AVG
PROFITABILITY
mov3mBMK
mov3mPM
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7. Debolezza interna: breadth ancora in deterioramento
01.2016
La BREADTH (letteralmente: respiro,
partecipazione) interna dei mercati azionari è
misurata attraverso un panel di 250 blue chips
ed è in deterioramento.
Sopra 20% i mercati sono in eccesso di
ottimismo e tirano su quasi tutto; sotto -20%
sono in panico e vendono tutto. Ora siamo non
lontani dal -20%, quindi a una situazione di
panico.
Tuttavia il calo può andare avanti, quindi per ora
non è il caso di anticipare i mercati anche se
questo è un altro tassello che ci conferma che il
prossimo minimo delle borse sarà proficuo e
importante.
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-40%
-30%
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20%
30%
40%
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8. Il ciclo sdoppiato in atto da 70+ anni negli USA
01.2016
L’esame del ciclo economico americano, quindi del
ciclo economico dell’economia leader e del mercato
azionario leader, evidenzia una costante
comportamentale di fondamentale importanza, che
possiamo definire «Ciclo sdoppiato». Ogni ciclo (6-8
anni da minimo a minimo) è diviso in 5 fasi:
ACCELERAZIONE CONTRAZIONE–
ESPANSIONE DISTRIBUZIONE - REPRICING
ACCELERAZIONE - La prima fase del ciclo, quella
che nel grafico è segnata come fase 1 ed inizia dalla
freccia, è caratterizzata da uno sviluppo più
importante e più legato proprio a una ripresa
economica vivace.
CONTRAZIONE - Segue quella che viene chiamata
contrazione di metà ciclo (Mid-cycle contraction), alla
quale le banche centrali hanno sempre risposto
attraverso le politiche monetarie di stimolo
(abbassamento dei tassi, Quantitative Easing,
LTRO, Operazione Twist ecc.)
ESPANSIONE - Successivamente alla contrazione
arriva l’azione di supporto monetario espansivo delle
Banche Centrali, il movimento segnato nei nostri
grafici con il 2, invariabilmente superiore al punto 1.
DISTRIBUZIONE - Sul picco del secondo ciclo -
quindi dopo il punto 2, verso la fine del ciclo
completo - si sviluppano comportamenti maniacali:
negazione della realtà - negazione degli eccessi e
della natura speculativa delle valutazioni - negazione
dei rischi - affermazione della perpetuazione dei
fattori positivi - creazione di falsi miti (es.: 2000,
2008, 2015)
REPRICING - Il bear market di fine ciclo, che poi da
origine al bull market successivo. In quasi tutti i cicli,
il secondo top è pari/superiore al primo e il declino
che segue il secondo top è significativo e visibile
(anche nell’oscillatore) su un grafico trimestrale.
Attualmente siamo in fase di REPRICING, diretti
verso il prossimo punto 0.
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Le fasi 5 di REPRICING (quelle trail punto 2 e il punto 0 sul grafico)sono quelle che Schumpeterchiamava le fasi di «distruzionecreativa» e rappresentano il cuoredell’evoluzione del modello diprogresso capitalistico.
Il modello si sta quindi riportando verso unaGIUNTURA DI ACQUISTO DI LUNGO TERMINE cheprenderà corpo nei prossimi mesi. Per ora entrambigli indicatori trimestrali sono in fase DISCENDENTE.
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Secolarità Kuznets e il «Financial Composite Cycle»
Un accenno alla metodologia seguita nella costruzione dei grafici seguenti.
Kitchin ciclo 4-5 anni (business cycle o Presidential cycle)
Juglar ciclo 9-10 anni ( intuizione del ciclo sdoppiato?)
Kondratieff megaciclo di 50+ anni stagioni economiche Primavera-Estate-Autunno-Inverno noi rinomineremmo
queste fasi in REFLAZIONE – INFLAZIONE – DISINFLAZIONE - DEFLAZIONE
L’Onda di Kuznets
Il ciclo economico elaborato dal Premio Nobel Simon Kuznets, era un ciclo dalla durata di circa 18 anni e legato
principalmente allo sviluppo delle infrastrutture e delle costruzioni residenziali ed industriali.
La nostra ipotesi di lavoro è che il ciclo di Kuznets, il meno noto e osservato, sia il più importante e che il ciclo secolare
completo sia in realtà un «doppio Kuznets» di circa 35-36 anni (cioè la «vita massima» sui mercati dell’investitore attivo, da
quando comincia ad accumulare a quando va in pensione).
Il nome che diamo a questo ciclo è FINANCIAL COMPOSITE CYCLE.
In termini secolari e con riferimento a questo ciclo, come si vede nei grafici che seguono, i mecati si stanno avviando verso
la fase di picco della DEFLAZIONE, che non corrisponde con i minimi dei tassi di interesse, ma con la fase dove il ritorno e
la redditività degli asset finanziari in relazione al loro rischio è ai minimi, che è esattamente ciò che stiamo verificando in
questo periodo. In termini di ciclo di Kondratieff, questa è la fine dell’Inverno. Due note importanti:
1. Per i mercati azionari (qui viene visualizzato il mercato-leader, gli USA, ma la stessa cosa vale con poche variazioni
per gli altri), le prime GIUNTURE DI ACQUISTO trimestrali a cavallo o subito dopo il minimo del FCC (frecce nere sul
secondo grafico) sono in assoluto tra le più profittevoli nella vita di un investitore questo porta a concentrarsi non
tanto sulle volatilità di breve, quanto sulle opportunità di medio/lungo
2. Per i mercati obbligazionari, questa fase dovrebbe essere caratterizzata da un IRRIPIDIMENTO della curva dei tassi,
quindi di un allargamento dello spread di rendimento tra breve termine (che rimarrà basso) e rendimento a lungo
termine (che salirà discesa dei bonds).
Perché – a parte noi - nessuno ipotizza uno scenario REFLATTIVO per i prossimi anni? Perché l’ultimo si è
verificato tra gli anni ‘50 e i primi anni ’60 e perché è uno scenario senza crisi, quindi se ne è persa
completamente la memoria.
01.2016
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8. Ciclo di Kuznets e Financial Composite CycleTM negli USA
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Ogni ciclo di Kuznets (16-17 anni) ha 5 massimi e 5 minimi primari. In questo momento siamo tra il punto 9 (un top) e il punto 0,
che in ogni ciclo di Kuznets si è distinto per importanza e successiva profittabilità. Ovviamente non esistono cicli perfettamente
regolari: come ha ben spiegato Schumpeter, è l’interazione dei cicli su vari archi temporali che può aiutare a capire economie e
mercati. Chi cerca il «ciclo perfetto», nel senso di ritmo ripetitivo, è destinato a delusioni.
DISINFLAZIONE
DEFLAZIONE
REFLAZIONE
INFLAZIONE
DISINFLAZIONE
DEFLAZIONE
FCC = 2*KUZNETS
REFLAZIONE
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8. Ciclo di Kuznets e Financial Composite CycleTM negli USA
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01.2016
Siamo in una situazione ciclica che ha pochissimi precedenti storici e quindi è di enorme interesse. E’ anche interessante notare che a
cavallo della fine di ogni FCC si sviluppano 3 giunture di acquisto di lungo periodo, che se sfruttate adeguatamente sono in grado di
generare performances importantissime. Ricordiamo che ogni giuntura di acquisto di LT (quarterly) deve per forza essere segnalata
con maggior tempestività da una giuntura di acquisto di MT (mensile).
DISINFLAZIONE
DEFLAZIONE
REFLAZIONE
INFLAZIONE
DISINFLAZIONE
DEFLAZIONE
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L’economia – Il Modello a sei stadi
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L’evidenza dei fatti ci porta a rimettere in
discussione la posizione attuale all’interno del
ciclo economico.
Le politiche delle Banche Centrali hanno
rallentato il ciclo, allungato a dismisura la fase
ascendente del Modello e sfasato la sincronia tra
borse, tassi e commodities.
Solo la tempistica e le modalità di conclusione di
questa fase ciclica (specie sulle borse) potranno
chiarire definitivamente il punto e gettare luce sui
prossimi sviluppi.
La profonda differenza fra questo momento e
altri due momenti di amara memoria e
ciclicamente non dissimili del recente passato
(2000 e 2007) è che allora gli eccessi erano
ovunque, la SECOLARITA’ dei mercati azionari
era su un picco (2000) o negativa (2007) e la
concorrenza di altre forme di investimento
finanziarie fortissima, mentre ora gli eccessi
sono a macchia di leopardo, la secolarità è
favorevole e la concorrenza di altre forme di
investimento finanziario sono pressoché nulle.
DIFFERENZE IMPORTANTI, CHE GIOCANO A
FAVORE DI UN APPROCCIO ANALITICO ALLA
FASE ATTUALE PIU’ MORBIDO DEI
PRECEDENTI CITATI.
STADIO MERCATI
AZIONARI
ECONOMIA TASSI A 10 ANNI TASSI A BREVE COMMODITIES
1 RIALZO FASE DI BOTTOM FASE DI BOTTOM RIBASSO RIBASSO
2 RIALZO RIALZO RIALZO FASE DI BOTTOM FASE DI BOTTOM
3 RIALZO RIALZO RIALZO RIALZO RIALZO
4 FASE DI TOP RIALZO FASE DI TOP RIALZO RIALZO
5 RIBASSO FASE DI TOP RIBASSO FASE DI TOP FASE DI TOP
6 FASE DI BOTTOM RIBASSO RIBASSO RIBASSO RIBASSO
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9. Mappa ciclica di Lungo Termine (ciclo trimestrale2.5-4.5 anni)
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U
A D
T UT
EMKTS BONDS
ARGENTO
ORO
EUROPA
TASSI 6M EU
BRIC
USA
T-NOTE
EUROBONDS 7+Y
TITOLI AURIFERI
TASSI 6M US
HIGH YIELD
BTP
BUND
DOLLAR INDEX
WORLD
EMG MKTS
ITALIA
ASIA
CORPORATE CONVERTIBILI
SOFT COMM.
PETROLIO
RAME
CRB INDEX
EUR/USD
USD/JPY
Tutte le classi di asset sono sulla parte
discendente della curva di Lungo
Termine DEFLAZIONE DEI PREZZI
DEGLI ASSET DELEVERAGING
Questa è una situazione ciclica con
pochissimi precedenti storici
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2016
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9. Posizione ciclica legata alla leadership USA
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AREA EURO
EMG – BRIC
NASDAQ – S&P
4/2010 top
3/2011 top
ASIA
4/2012 top
5/2013 top
4-8/2015
top
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ITALIA
3/2009
bottom
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10. Valutazioni le borse hanno ridotto la sopravvalutazione
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Queste tabelle mettono a confronto la situazione
delle valutazioni dei due principali indici USA e
EURO a inizio Agosto e ora.
Come si vede, a inizio Agosto la
sopravvalutazione era evidente.
Caso vuole che il fair value attuale proiettato in
quel momento per l’ES50 e il fair value a un
anno per lo S&P500 siano corrisposti con
precisione ai minimi della prima ondata di
vendite.
Secondo i dati attuali, tuttavia, la contrazione
degli utili di alcuni settori (specialmente Energia)
ha mantenuto i Price/Earnings (rapporto
Prezzo/Utili) a livelli piuttosto elevati.
Il fair value, o livello di neutralità rispetto alle
medie storiche, per lo S&P 500 si concentra
nell’area 1796-1679, mentre per l’ES50 varia in
un range molto ampio, centrato intorno a 2700.
Rispetto a sei mesi fa, i due indici hanno
notevolmente ridotto la sopravvalutazione.
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11. Valutazioni bonds governativi europei ancora carissimi
01.2016
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Queste tabelle mettono a confronto la
valutazione dei principali asset obbligazionari
con i loro redditi di equilibrio (lungo termine), la
duration e la volatilità.
La colonna finale (Sharpe Ratio) esprime la
convenienza oggettiva di ogni asset.
Va tenuto conto che uno Sharpe Ratio ottimale
dovrebbe essere pari o superiore a 1 (rischio
una certa percentuale per ottenre la stessa
percentuale di reddito).
Come emerge chiaramente, la convenienza è
bassa ed è addirittura negativa ( certezza di
perdere soldi) per i bonds tedeschi fino a 5 anni.
Gli asset «meno sconvenienti» al momento sono
corporate, HY e EMG Bonds in USD a cambio
aperto (quindi con rischio di cambio che
potrebbe annullare o aumentare la convenienza)
e HY in EUR. E’ interessante anche il
governativo USA a 1-3 anni.
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12. Oro: ripresa di forza e flesso rialzista del Momentum
01.2016
L’Oro è sempre in fase di calo ma alcuni
indicatori interni del mercato mostrano che
qualcosa si sta muovendo e che probabilmente il
mercato sta eccedendo in negativismo sul
metallo giallo.
La reazione in atto è molto vicina a generare
importanti segnali anche sul prezzo (sopra 1210
il nostro modello trimestrale entrerebbe al
RIALZO dopo lungo tempo), con il momentum
che supporterebbe questo segnale.
Il taglio della media blu che passa proprio intorno
a 1200 orienterebbe tra la fine del 2015 e la
prima parte del 2016 verso le bande successive,
poste a 1290 e 1370.
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12. Oro, titoli auriferi e correlazione con la forza degli EMG vs USA
01.2016
Questo grafico evidenzia una fortissima
correlazione tra il comportamento in termini
assoluti di oro e titoli auriferi e il comportamento
in termini relativi dell’equity EMG nei confronti
dell’equity USA. Quali sono le indicazioni
principali?
La linea blu (spread tra TITOLI AURIFERI – linea
rossa e ORO – linea gialla) evidenzia come, a
parte il periodo 2000-2003 e qualche mese nel
2009, i titoli auriferi abbiano sempre
sottoperformato il metallo ed anzi ora lo spread
sia in fase di collasso ( margini sempre più
ridotti per le miniere?).
La linea nera (spread tra azionario EMG e USA)
evidenzia una fortissima correlazione con il
comportamento del metallo: quando gli EMG
sovraperformano gli USA, l’oro sale e viceversa.
Non entriamo nel merito delle motivazioni (la
principale delle quali è che la borsa USA
sottoperforma quelle EMG quando ha al suo
interno grossi problemi pressione sistemica
ruolo di valvola di depressurizzazione dell’oro): ci
limitiamo a registrare una correlazione che non
può in alcun modo essere casuale.
E’ evidente il trend negativo di tutte le
componenti, anche se sono sempre più probabili
reazioni violente al rialzo: ma fino a che gli EMG
continueranno a sottoperformare gli USA (il che
avverrà o fino a che il ciclo non sarà globalmente
a pieno regime, o in caso di crisi interna al
sistema finanziario USA), l’oro difficilmente
tornerà in un Bull Market strutturale. Per ora, oro
e titoli auriferi sono da evitare ma la situazione è
da monitorare in quanto su molti indicatori è
vicina una inversione.
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BLU = spread TITOLI AURIFERI/OROROSSO = INDICE TITOLI AURIFERI (GOX)NERO = spread EMG/USA (equity)GIALLO = ORO
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Commodities, Ciclo di Kuznets e Financial Composite CycleTM
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01.2016
Per quello che ci è dato
capire, le Materie Prime
seguono il FCC con
una sfasatura
profonda: i grandi Bull
Markets arrivano in
fase di INFLAZIONE e
DEFLAZIONE, ma non
in quelle di
REFLAZIONE e
DISINFLAZIONE.
Il ottica di LT siamo
pertanto in vista di un
rally importante, ma
imparagonabile a quelli
2003-2008 e 2009-2010.
E’ molto difficile che le
commodities vedano
nei prossimi 10 anni
livelli superiori a quelli
dei massimi 2011 e
2013.
DISINFLAZIONE DEFLAZIONEINFLAZIONE
NERO = FINANCIAL COMPOSITE CYCLE (2*KUZNETS) 35-36 ANNIBLU = KUZNETS CYCLE (17-18 ANNI)ROSSO = KITCHIN CYCLE (9 ANNI)
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13. Petrolio su un target tecnico (30-25)
01.2016
Il Petrolio è ai massimi di ipervenduto da sempre
e si è riportato sotto ai livelli del 1990, 2001 e
2008, annullando due enormi salite (2004-2008
e 2009-2011).
Tecnicamente esistono tutte le condizioni per
parlare di Panic Selling.
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14. Dollaro: situazione tecnica incerta – DOLLAR INDEX
01.2016
DOLLAR INDEX: ancora al rialzo ma indicatori in
flessione. Supporto critico a 95.
Come si può vedere anche dai due grafici
successivi (EUR/USD e USD/JPY), il trend del
biglietto verde è tutt’altro che scontato. Massima
attenzione, anche perché l’introduzione di una
valuta diversa da quella del portafoglio di
riferimento equivale all’introduzione di un asset
volatile.
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14. Dollaro: situazione tecnica incerta – EUR/USD
01.2016
EUR/USD – Il momentum lento (Coppock Guide,
sovrapposto al grafico) si è girato al rialzo ed è in
una posizione che ricorda quella del 2001. E’
necessaria una accelerazione sotto 1.05 per
confermare il trend ribassista. Resistenza in area
1.11-1.12.
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14. Dollaro: situazione tecnica incerta – USD/JPY
01.2016
USD/JPY – Qui il trend, contrariamente alle
aspettative generali, si è girato al ribasso. In altre
occasioni avevamo segnalato come
l’ipercomperato di lungo termine su questo
cambio fosse ai massimi storici. L’area 120 è ora
importante resistenza.
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La «Teoria delle Stanze» - Il percorso dal 2008 ad oggi
01.2016
Proviamo a capire meglio cosa è successo dal 2008(crisi Lehman) ad oggi, passando attraverso la crisi deldebito pubblico europeo.Si immagini l’universo finanziario investibile comeuna casa con tre stanze: la liquidità (la stanza piùgrande), i bonds, i mercati azionari (la stanza piùpiccola). Tra le varie stanze c’è transito libero.A seconda della convenienza, in una situazionenormale gli investitori passano da una stanza all’altra.In questa particolare e unica situazione, la derivataprima del QE ha avuto come effetto di annullare difatto la redditività della liquidità, che si è quindispostata per “convenienza forzosa” nella massimaparte verso i bonds. La prima stanza (la LIQUIDITA’) èormai da tempo completamente inagibile agliabitanti della casa (gli investitori), in quanto rende +/-0% in EUR, USD, JPY, CHF ecc. Di conseguenza,forzando gli investitori in liquidità fuori dalla lorostanza, le altre due stanze (BONDS e AZIONI) sonostate affollate (all’inverosimile, in alcuni casi), senzaparticolari meriti. La derivata seconda del QE è che siè annullata la convenienza per la massima parte deibonds. La seconda stanza (i BONDS) è stata invasa edè sovraffollata: progressivamente sta diventando cosìpoco conveniente, da essere inagibile in alcune areeagli abitanti della casa (gli investitori). Man mano chesi sono contratti il premio di tasso e il premio dicredito, la stanza dei bonds è diventata sempre piùstretta e gli investitori si sono trovati costretti ariversarsi nelle parti più ad alto rischio (HY e EMGB) enella stanza delle azioni.
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1 2
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ORA
Il rendimento zero di gran parte dei governativi ha ristretto la stanza dei bonds: i flussi sono
andati verso HY, EMGB e azioni
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
Sintesi di scenario
I grafici precedenti riteniamo spieghino meglio di qualunque lungo discorso teorico qual’era e qual’è il
nostro impianto logico di lungo periodo.
BORSE dirette verso un minimo molto importante, che tuttavia non è ancora stato definito
BONDS in un’area di top generazionale rendimenti reali negativi per molte categorie
COMMODITIES dirette verso un minimo ma con un trend secolare sfavorevole
In questo scenario, a meno di un’evoluzione profondamente negativa degli eventi, gli asset che
performeranno mediamente meglio dalla metà del 2016 in poi saranno con ogni probabilità le borse, le
quali tuttavia continueranno ad avere periodicamente situazioni di crisi più o meno profonde anche se
non paragonabili a quelle epocali del periodo 2000-2009, dove gli indici si dimezzarono e oltre. E’
opportuno che gli investitori siano preparati a questo scenario, anche attraverso una oculata
combinazione dei nostri Portafogli Modello.
Da fine Gennaio verrà rivista la composizione di molti Portafogli Modello e alcuni verranno
sostituiti da altri più efficienti in prospettiva, alla luce non solo dello scenario sull’equity ma
soprattutto di quello su tassi e bonds.
Diverso è lo scenario di breve, che è ancora confuso. In questo momento i nostri modelli (vedi anche le
pagine di rating automatico nella prima Appendice) sono particolarmente poveri di indicazioni positive,
anche se si sono cominciati a vedere su alcuni indici, ETF, titoli, bonds e commodites segnali che di
solito precedono o identificano un’area di minimo. Tuttavia questi segnali possono durare anche mesi
prima di portare a movimenti positivi di una certa entità.
Quello che convince poco in questro contesto è tuttavia l’assenza di quella volatilità che di solito
accompagna quelli che possiamo chiamare «minimi emozionali» e, di pari passo, l’approccio psicologico
ancora estremamente aggressivo di molti partecipanti dei mercati (investitori istituzionali e privati,
analisti, media, gestori, traders) che sembrano univocamente pervasi dal sacro fuoco di difendere a
oltranza le scelte fatte sui massimi e quindi di usare questo movimento per «prendere i minimi» e
«acquistare rischio». La storia dei mercati insegna che a volte questo abito mentale può rivelarsi una
trappola.
01.2016
View di lungo termine
Le borse come asset dei prossimi anni
Diretti verso un minimo importante: ma con
cautela
Non anticipare
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
Sintesi di scenario
Questa, in linea di massima, è la situazione attuale: grande confusione e incertezza. In realtà, noi
sappiamo per certo che la stragrande maggioranza degli operatori professionali mantiene un approccio
necessariamente aggressivo sui mercati, quindi con un overweight (sovrappeso) di azioni e bonds ad alto
rendimento, dettato dalla necessità di generare performance che serva sia a coprire i costi, sia a
giustificare il proprio stesso operato.
Cosa deve fare quindi l'investitore in una situazione del genere, dove i mercati tradizionali che finora
hanno composto la gran parte del suo portafoglio (impieghi a medio/breve su bonds governativi) sono
ormai impraticabili e dove gli strumenti più volatili che sembravano l'unica destinazione possibile dei suoi
soldi sono sulle montagne russe?
Questo è esattamente ciò che il nostro servizio mira ad evitare: AGIRE IN STATO DI URGENZA E
EMOZIONALITA’. L’emozionalità è collegata a un senso di URGENZA DI FARE QUALCOSA. Questo
spesso porta a decisioni confusionali e ad inseguire inutilmente i mercati.
Un approccio razionale e distaccato come quello dei nostri Portafogli Modello per l’investitore è
fondamentale.
I nostri modelli permettono anche di individuare – per chi fosse comunque nella necessità di investire o
desiderasse farlo in piena autonomia – gli asset più interessanti in termini di FORZA RELATIVA. Il
servizio MARKET ALERT è dedicato nello specifico a questo e dall’1.12.2015 ad oggi, quindi in un mese
e mezzo, ha accumulato, con una semplice strategia MARKET NEUTRAL (al rialzo di titoli/ETF e al
ribasso di indici), un ALFA consistente (+7.34% vs ES50 e +8.95% vs MIB).
01.2016
Gli operatori professionali (gestori, money
managers) investono aggressivamente per
necessità a causa dei tassi zero che non
coprono costi e fees
Evitare di farsi sopraffare dall’emozionalità
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-20%
-15%
-10%
-5%
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PORTAFOGLIO ITALIA - SPREAD vs FTSE MIB
FTSE MIB Perf. Media titoli ALPHA (Diff. vs FTSE MIB)
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
Tabelle di Forza Relativa (BORSE, ASSET, BLUE CHIPS ITA)
01.2016
Commento generale - La nota dominante da
Aprile in poi è stata l'assenza di tendenze stabili
di forza relativa. Le uniche costanti - anch'esse
intervallate da tendenze contrarie - sono state la
forza del mercato azionario USA e la debolezza
delle commodities. Riteniamo che questa
situazione sia uno specchio dei tempi, cioè
dell'incertezza stessa dei mercati su dove in
questo momento far confluire i flussi. Nelle ultime
settimane le curve di Forza Relativa si sono
comunque spostate univocamente verso gli
asset tipicamente difensivi.
La Tabella relativa alle sei blue chips più trattate
sul mercato italiano vede in testa Intesa e ENEL,
mentre è crollata in coda dopo il collocamento di
Ferrari la FCA.
Ricordiamo che la logica di queste tabelle è di
individuare dove va effettivamente il denaro, per
seguire costantemente il flusso reale.
VEDI: http://www.cicliemercati.it/cem/tabella-
della-forza-relativa-dei-mercati-azionari
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Rischiometro globale e equity
Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
Il Rischiometro GLOBALE è la percentuale
complessiva degli asset volatili contenuti nei
nostri Portafogli Modello, quindi la somma di
azioni, bonds emergenti, HY, oro.
Nel PM globale formato dagli 8 PM
equiponderati, il massimo possibile in asset
volatili è il 61.66%, che quindi – ove raggiunto –
porterebbe il Rischiometro GLOBALE a 100%.
Il Rischiometro EQUITY non è altro che la
percentuale complessiva degli asset azionari
contenuti nei nostri Portafogli Modello (ad
eccezione del PM SDT, che usa una strategia
puramente stagionale).
Nel PM globale formato dagli 8 PM
equiponderati, il massimo possibile in equity è il
46.11%, che quindi – ove raggiunto – porterebbe
il Rischiometro EQUITY a 100%.
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Rischiometro equity e Eurostoxx50
Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
La comparazione tra il Rischiometro EQUITY e
l’indice Eurostoxx50 dal 2007 ad oggi porta a
conclusioni interessanti.
Il falso segnale di inizio Dicembre aveva difatti
portato il nostro modello a una esposizione del
66.3% rispetto al massimo possibile sulla parte
azionaria. Questi segnali sono successivamente
rientrati e resta solo in posizione la parte relativa
alla Strategia del Topo, che incrementerà per
l’ultima volta a fine Gennaio e successivamente
uscirà a fine Aprile.
Come si vede dal grafico, questa sequenza
incremento+uscita immediatamente successiva
ha un solo precedente, il periodo Maggio-Giugno
2008. Sul nostro sito, nella sezione AREA
UTENTI – MOTORE GRAFICO si può osservare
che precedentemente al 2008 c’erano stati altri
due falsi segnali molto simili a questo: Luglio
2001 e Gennaio-Marzo 2002, entrambi seguiti da
violenti declini.
Il nostro modello ha le sue imperfezioni e non
sempre riesce a generare profitti: ma a volte
bisogna andare a fondo nella logica che è alla
base anche di un segnale perdente, per capire
se può essere utile.
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88.0%
24.1%
80.7%
63.9%
48.8%
18.1%
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12.0%
0.0%
48.8%
14.5%
0.0%
14.5%14.5%
45.8%
41.6%
66.9%
57.8%
81.9%
88.0%
38.6%
66.9%63.9%
26.5%
33.7%
39.8%39.8%
91.0%
63.9%
100.0%
51.2%
89.8%
18.1%
0.0%
14.5%
66.9%66.9%
60.8%
41.6%
0.0%0.0%
14.5%
63.9%
74.7%
42.2%
94.0%
72.9%
54.8%
69.9%
27.1%
36.1%
68.7%
94.0%
59.6%62.7%
91.0%
69.9%
60.8%
48.8%
21.7%24.1%
47.6%47.6%
66.9%
84.9%
50.6%
9.0%
0.0%
7.2%
66.3%
14.5%
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2 000
2 500
3 000
3 500
4 000
4 500
5 000
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30%
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50%
60%
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2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
RISCHIOMETRO E EUROSTOXX50
EQ RISK INDEX ES50
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Il valore aggiunto dell’algoritmo di trend nei Portafogli Modello
Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
Cerchiamo di spiegare con un esempio come
funziona il nostro modello direzionale, quello che
vedete su base settimanale, mensile e
trimestrale nelle Tabelle Operative e nei nostri
Portafogli Modello.
Lo scopo di questo modello è di OTTIMIZZARE
LA RELAZIONE TRA PERFORMANCE E
RISCHIO. In questo caso, la performance è
calcolata prendendo in considerazione solo i
SEGNALI DI RIALZO (LONG). Quando il
modello è in posizione NEUTRALE o SHORT la
performance e pari a zero.
La comparazione tra la performance del modello
e l’indice Eurostoxx50 dal 2000 ad oggi porta a
conclusioni interessanti e soprattutto aiuta a
capire quali sono i vantaggi e i limiti di un
modello direzionale come il nostro. Una strategia
BUY&HOLD dal 2000 ad oggi avrebbe
totalizzato il -37% (base 1.1.2000 = 100), mentre
il modello ha totalizzato il +105%, incluse le
commissioni di negoziazione. Questo vantaggio
viene accumulato durante le principali fasi
negative dell’indice, quando il modello esce dal
mercato e quindi riparte, dal segnale rialzista
successivo, da una base mediamente più
elevata. Durante le fasi rialziste prolungate,
viceversa, il modello tende a sottoperformare il
mercato in quanto esce alcune volte dalla
posizione rialzista, per poi rientrare a livelli più
elevati.
Questo tipo di comportamento, che è quello
adottato dai nostri PORTAFOGLI MODELLO su
tutti gli asset volatili, va paragonato a una
ASSICURAZIONE che si paga in quanto a
nessuno è dato sapere a priori quale sarà
l’output di un segnale.
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità01.2016
Italia – In uscita dal tunnel ma ancora in fase di transizione
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Seguiamo questa Mappa da diversi anni. E’ stata
utile, a noi e ad altri. Questo schema non è da
ritenere né vincolante, né rigido. Ma è una linea
logica che certamente potrà aiutare nella
valutazione dei futuri movimenti di borsa.
Il grafico in alto è l’aggiornamento della
previsione (sempre pubblicata nel libro «MIB
50000» ad Aprile 2014), basata su una
ripetizione meccanica di una sequenza integrata
di cicli, mentre il grafico in basso è la realtà di
come si è comportato il mercato.
Rispetto alla Mappa di «MIB 50000», è stata
leggermente rallentata da fine 2015 la curva
relativa all’Economia (quella rossa), il che ha
portato tutta la proiezione ad inclinarsi
leggermente verso il basso
Fermo restando il dato di fatto che i mercati non
sono prevedibili nel senso stretto del termine, è
anche vero che sono ciclici e che quindi
presentano invariabilmente, al di là delle
aspettative che li circondano, opportunità in
entrambe le direzioni. L’investitore che sposa la
logica di un rialzo secolare – o repricing, o bull
market – del mercato azionario italiano, deve
quindi vedere nelle correzioni primarie
opportunità, prima ancora che rischi.
Si sta confermando la proiezione secondo cui a
partire da metà 2015 e fino alla prima parte del
2016 il mercato avrebbe avuto un movimento
tendenzialmente discendente. Per quanto sia
possibile raggiungere livelli inferiori, la prossima
giuntura di acquisto di LT+MT dovrebbe
rappresentare il miglior punto di ingresso dei
prossimi anni.
N.B. – La mappa esprime il ritmo dell’andamento
ciclico e non i livelli assoluti di prezzo.
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La Mappa di MIB 50000 – Scenario di medio termine
01.2016
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I livelli in rosso rappresentano le aree strategiche
di supporto del 2015, quelle in azzurro le
resistenze. Ricordiamo che la volatilità media del
mercato azionario italiano, tra massimo e minimo
dell’anno, è del 45% sui 10 e 20 anni: gli ultimi 4
anni sono stati un’eccezione (record di anni
consecutivi sotto la media). I prossimi anni
vedranno volatilità in crescita.
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
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Italia (MIB) – Esame della sinergia tra LT (trim) e MT (mese)
01.2016
Le aree ombreggiate in rosso rappresentano i periodi in cui il CM di LT (trimestrale) ha un andamento negativo, mentre quelle in blu sono le fasi di
andamento positivo. Si noti come, in prevalenza, le giunture di acquisto di MT più profittevoli (frecce blu) siano arrivate nelle fasi con il supporto del
CM positivo, e viceversa per le giunture di MT di vendita (frecce rosse). Come si vede, ora siamo in una fase negativa sia di LT che di MT.
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità01.2016
L’Italia per un investitore globale (ETF ISHARES MSCI ITALY in USD)
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Il grafico mensile a fianco mostra l’indice italiano percome appare a un investitore globale che ragioni inUSD.
I massimi del 2007 (36) sono a una distanza abissale e(anche a causa della rivalutazione del USD sull’EUR)l’indice è ancora sotto del 35% rispetto ai massimidella prima metà del 2014.
Come si vede anche dal grafico trimestrale qui sotto,entrambi gli indicatori di momentum sono ancora infase discendente, presumibilmente diretti verso unagiuntura di acquisto nel 2016.
La pazienza nell’attendere i prossimi segnali rialzistisarà ampiamente remunerata.
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La logica dei Portafogli Modello
01.2016
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
Portafogli Modello - Analisi della redditività
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Rendimenti % Portafogli Modello dall'1.1.2007 - Base 100 italia
italia tr
euro tr
usd tr
gl growth
multiasset
reddito
bond aggr
topo
GLOBAL
Ind. FIDEURAM Flex
Ind. FIDEURAM Obbl
S&P in EUR
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Portafogli Modello - Quadro riepilogativo al 15.01
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità01.2016
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Economia Valore/rischio Forza e rating Analisi e Cicli Strategie Opportunità
Portafoglio Global Bond
01.2016
Questo è il nostro nuovo Portafoglio Modello
GLOBAL BOND. E’ stato ritarato per potersi
proteggere in caso di un rialzo dei tassi e
contemporaneamente per poter sfruttare le
tendenze favorevoli di EMGB e High Yield.
Nessuno trova attraenti i rendimenti dei bond,
ma per molti investitori, privati e istituzionali, non
c’è altra scelta. Pensiamo ai fondi pensione, che
in media hanno un gap del 10-20% tra le masse
in gestione e quello che dovranno pagare in
pensioni nel giro di 10 anni. I fondi pensione
hanno solo tre soluzioni per colmare questo
divario: scommettere sull’azionario, correndo
grossi rischi, puntare sul credito, cercando di
ottenere un rendimento reale, oppure andare a
leva. Nessuno di questi casi è esente da grossi
rischi.
Questo Portafoglio ha un rendimento storico
ottimo (quasi 9% medio annuo, con una STD
<5% e uno Sharpe Index elevato, 1.44).
Secondo il nostro RISCHIOMETRO, il rischio di
questo Portafoglio ora è minimo: è vero anche
che il rendimento atteso in termini di flusso
cedolare è basso.
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CASH GOVERNMENT BOND EM. MARKET BOND HIGH YIELD BOND EQUITY GOLD
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Portafoglio GLOBAL bilanciato basato sui Portafogli Modello
Economia Segnali/Trend Rischi Analisi e Cicli Strategie Opportunità01.2016
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Portafogli Modello - Evoluzione dell’allocazione
Economia Segnali/Trend Rischi Analisi e Cicli Strategie Opportunità01.2016
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Evoluzione dell’allocazione del Portafoglio
bilanciato.
I PM sono usciti quasi completamente dagli
asset volatili. Questo vale anche per i nuovi PM
che saranno pubblicati entro fine mese.
Il vantaggio di questa posizione è che da qui in
avanti non ci potrà che essere una progressiva
entrata su asset che comunque nel frattempo
sono scesi.
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GOLD EQUITY GOVT BOND 10Y EMG MKT BOND HIGH YIELD BOND CASH
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CASH GOVERNMENT BOND EM. MARKET BOND HIGH YIELD BOND EQUITY GOLD
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BONDS
Governativi su un top generazionale SELL OF A GENERATION tenuti in vita solo dall’azione
delle Banche Centrali e dalla ricerca spasmodica di rendimenti
Corporate e High Yield come previsto gli spread del credito si sono allargati, specie dove non c’è più
controllo della Banca Centrale (USA) rischio credito legato al ciclo economico
Emergenti fortemente legati alle valute ancora a rischio
MERCATI AZIONARI
Elementi positivi assenza di alternative + secolarità favorevole
Elementi negativi trend + posizione ciclica di MLT ancora avversa + speculazione + compiacenza
Nessun mercato azionario è in condizioni tecniche o cicliche di particolare interesse.
A livello settoriale prevalgono le scelte difensive e anticicliche (Food, Healthcare, Utilities)
COMMODITIES
Potenzialità ridotte da secolarità avversa e deflazione Petrolio=cartina al tornasole.
Oro vicino a un possibile segnale interessante da seguire per il suo ruolo di valuta alternativa e di
valvola di depressurizzazione del sistema.
VALUTE
Dollaro sempre in fase laterale di medio termine, negativo contro JPY
Conclusioni
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La linea di base che emerge da questa analisi è molto chiara: alla fine di un ciclo di deflazione, i mercati
vivono di aspettative molto elevate che però sono accoppiate a redditività effettive basse e, in generale, a
prospettive di guadagno più contenute che nelle fasi precedenti, dove l'onda deflattiva finale aveva spinto
al rialzo fino a livelli di eccesso bonds e borse.
A inizio 2015 avevamo segnalato che, guardando ai nostri portafogli modello come a curve di equity e
quindi a piste di profittabilità, l'ipotesi più probabile era di andare incontro ad una seconda metà del 2015
dove di fatto avremmo visto più volatilità che profittabilità.
Per ora interpretiamo questo mantenimento di un basso rischio dei nostri portafogli come una
indicazione di VULNERABILITA’ dei mercati nel loro complesso.
Questa contrazione di profittabilità - accoppiata alla ricreazione di valore sui mercati e quindi a tassi più
attraenti sui mercati obbligazionari e a valutazioni meno tirate sui mercati azionari - servirà da
catalizzatore per il prossimo punto di acquisto di medio+lungo periodo. Fino ad allora la strada sarà
sicuramente tormentata, in quanto mai come adesso quelle che sono le pulsioni interiori fisiologiche e
naturali dei cicli di mercato si scontrano con il tentativo di manipolazione costante e profonda da parte
delle Banche Centrali.
Riteniamo che l'investitore in questa fase debba avere la precisa comprensione di dove si trova, di
ciò che è il valore di ogni suo singolo investimento e debba armarsi di pazienza e di disciplina, per
essere sul mercato con strumenti liquidi nel momento in cui si ricreeranno le vere opportunità.
Questo può avvenire in tempi più o meno rapidi a seconda degli eventi di mercato: ma
sinceramente abbiamo pochissimi dubbi sul fatto che questa sia la strada maestra da seguire per
chi ha la libertà di scegliere i propri investimenti.
Conclusioni
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INVESTITORI - In accordo a quanto appena spiegato, continuiamo a suggerire di avere completa
fiducia nei nostri portafogli modello che implementeremo attraverso una revisione entro fine mese.
Cercheremo di sfruttare ogni reale opportunità di medio termine che si possa presentare sui nostri
modelli, specie attraverso i modelli LONG/SHORT presentati nel MARKET ALERT. Quello che invece
faremo sempre di meno è muoverci seguendo input di breve termine, che mai come in questa fase
saranno contraddittori e complicati.
Nella natura della fase finale di un trend secolare di tipo deflattivo c'è difatti esattamente questo: cioè il
drenaggio di profittabilità sui mercati attraverso un continuo alternarsi di illusioni e disillusioni, cambi di
scenario e falsi segnali. L'errore più grosso che si può commettere in questa fase è quello di farsi
attrarre dalle sirene che cantano la «canzone del QE perpetuo» e quindi di considerare come
opportunità imperdibili o come asset degni di considerazione mercati che invece non esprimono
valore reale né in termini assoluti né in termini tecnici.
Avevamo suggerito cautela in tempi non sospetti e continuiamo per ora a farlo: nessuno sui mercati può
realmente sapere cosa possa succedere, specie in una fase ciclica negativa e quando non c’è valore: in
questa fase i mercati tendono trappole che possono essere evitate solo con una chiara comprensione del
dove si è e con un rispetto acritico della disciplina dei modelli.
Tutto il nostro lavoro è mirato alla comprensione di questo tipo di situazioni e all'evitare
all'investitore la grossa perdita, che è il danno che successivamente gli impedisce di partecipare
alla grande opportunità che ricrea ciclicamente sui mercati.
Perseguiamo l’obiettivo del DOMINIO STATISTICO sulla inevitabile volatilità dei mercati.
Operatività sui mercati
01.2016