scolastica dei discenti con disabilità · scolastici debbano essere disponibili anche in formato...

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Tecnologie per l’inclusione scolastica dei discenti con disabilità Michelle Pieri, Ph.D. Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” Università degli Studi di Milano-Bicocca Milano, 5 Dicembre 2012

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Tecnologie per l’inclusione scolastica dei discenti con

disabilità

Michelle Pieri, Ph.D. Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione

“Riccardo Massa” Università degli Studi di Milano-Bicocca

Milano, 5 Dicembre 2012

Questo lavoro nasce dal convincimento che:

• le tecnologie (tecnologie dell’informazione e della comunicazione TIC e le tecnologie assistive TA) dischiudano possibilità rivoluzionarie per favorire l’inclusione scolastica e l’accesso universale all’istruzione;

• l’introduzione delle tecnologie in ambito educativo debba avvenire nel rispetto dei diritti delle persone con disabilità di partecipare all’educazione altrimenti si correrebbe il rischio che l’introduzione delle tecnologie vada ad accrescere il divario tra persone con e senza disabilità, anziché favorire e facilitare l’inclusione e l’integrazione scolastica e sociale delle persone con disabilità.

Sommario

• Normativa (disabilità e scuola)

• Normativa (disabilità, scuola e tecnologie)

• Tecnologie (TIC e TA)

• Tecnologie per una didattica inclusiva

• Esempio delle tecnologie mobili

Normativa (disabilità e scuola)

• 1948 - Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo – ogni uomo ha diritto all’istruzione

• 1990 – Conferenza Mondiale Education for All - ogni uomo ha diritto all’istruzione, indipendentemente dalle differenze tra gli individui

• 1993 - USA Regole standard dell’Eguaglianza di Opportunità per le persone disabili – esorta le Nazioni a fare in modo che l’educazione speciale sia parte integrante del sistema educativo complessivo.

• 1994 – Dichiarazione di Salamanca (UNESCO) – nell’educazione per tutti sono inclusi anche i bambini con disabilità.

• 1996 – UE - Carta di Lussemburgo • 2000 – USA - I diritti dei bambini disabili (Save the children)

• 2006 - Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità

Dichiarazione di Salamanca (UNESCO, 1994)

• Ogni bambino ha: – un fondamentale diritto all’educazione – caratteristiche, interessi, abilità unici (dei quali i

sistemi educativi e i programmi didattici devono tenere conto)

• Gli individui con bisogni educativi speciali devono avere accesso alle scuole di tutti, le quali devono adottare un approccio in grado di rispondere adeguatamente a questi bisogni

• Tutti i bambini dovrebbero potere imparare insieme, indipendentemente dalle difficoltà o dalle differenze che possono avere.

Dichiarazione di Salamanca (UNESCO, 1994)

• L’inclusione e la partecipazione sono essenziali per la dignità umana, per il godimento e l’esercizio dei diritti umani

• Una scuola inclusiva deve riconoscere e rispondere ai diversi bisogni degli studenti, assicurando la qualità dell’educazione attraverso: – Appropriati curricula

– Pianificazioni organizzative

– Strategie didattiche

– Uso di risorse

– Creazione di sinergie con le comunità territoriali

Normativa (disabilità scuola)

La normativa italiana sulla disabilità è considerata tra le più complete e avanzate a livello internazionale in fatto di diritti (Meijer, 2003; Plaisance, 2009).

•Inserimento (Legge 118/1971).

•Relazione Falcucci 1975

•Integrazione (Legge 517/1977 e Legge « quadro » 104/1992).

•Inclusione (Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, 2006 - Firma: 2007 - Retifica: 2009 ; Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità , MIUR, 2009).

L’esperienza italiana …

• Dopo più di 30 anni dalla legge 517/1977, sono evidenti in letteratura i numerosi vantaggi derivanti dai progetti di integrazione e di inclusione per l’educazione e la formazione degli alunni (con o senza disabilità).

• Le classi inclusive sono dei luoghi « più ricchi » dove tutti gli alunni hanno la possibilità di apprendere gli uni dagli altri, di prendersi cura degli altri e di diventare sensibili all’inclusione di tutti i futuri cittadini.

• I dati mostrano che i ragazzi che hanno frequntato una classe inclusiva hanno una maturità più elevata sia sul piano emozionale che cognitivo (Ianes & Tortello, 1999).

L’esperienza italiana …

… grazie alle associazione dei disabili e dei loro

famigliari, alla sensibilità dei politici, all’intervento di forze

sindacali e sociali si è sviluppata, si sta sviluppando, in Italia una

cultura dell’inserimento, prima, e dell’integrazione e

dell’inclusione, ora, delle persone con disabilità nella scuola,

luogo nodale nel processo di integrazione, e si auspica

inclusione, e di valorizzazione delle risorse dell’alunno con

disabilità, e nella società nel suo complesso. Ripercorrere la

storia delle normative relative alle persone con disabilità nella

scuola italiana significa, quindi, anche fare la storia delle

persone con disabilità e capire meglio come, quando e quanto

sono cambiate nel nostro Paese la concezione della disabilità e

soprattutto la condizione di quanti ne sono portatori.

(ANFFAS, http://www.anffas.net/Page.asp)

Normativa (disabilità, tecnologie e scuola)

• Legge « quadro » 104/1992

• Legge Stanca 2004

• Linee guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità (MIUR, 2009)

• 170/2010 «Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico»

Legge « quadro » 104/1992

• Per rendere effettivo il diritto allo studio per gli alunni con disabilità prevede «La dotazione alle scuole e alle università di attrezzature tecniche e di sussidi didattici nonché di ogni altra forma di ausilio tecnico, ferma restando la dotazione individuale di ausili e presìdi funzionali all’effettivo esercizio del diritto allo studio, anche mediante convenzioni con centri specializzati, aventi funzione di consulenza pedagogica, di produzione e adattamento di specifico materiale didattico» (Art. 13, comma 1).

• I sussidi didattici sono gli oggetti, gli strumenti, le attrezzature e i materiali (inclusi i mezzi informatici e i programmi di software didattico) che possono favorire l’autonomia, la comunicazione e il processo di apprendimento in un qualsiasi ambiente di apprendimento.

Legge 4/2004 Stanca

• «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici»

• Questa legge riguarda l’accessibilità del web (in particolare servizi informatici e telematici della pubblica amministrazione e ai servizi di pubblica utilità da parte delle persone disabili) e del software didattico .

• La legge Stanca definisce «accessibilità» e le «tecnologie assistive».

• Al comma 5 questa legge menziona l’accessibilità dei dispositivi educativi e in particolare sancisce che i testi scolastici debbano essere disponibili anche in formato digitale.

Legge 4/2004 Stanca

• «accessibilità»: la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari;

• «tecnologie assistive»: gli strumenti e le soluzioni tecniche, hardware e software, che permettono alla persona disabile, superando o riducendo le condizioni di svantaggio, di accedere alle informazioni e ai servizi erogati dai sistemi informatici.

Legge 170/2010

• «Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico»

• L’articolo 5 specifica e ribadisce la necessità dell’uso di strumenti compensativi e dispensativi; il comma B prevede infatti: «l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere».

Tecnologie

• Tecnologie per l’Informazione e

la Comunicazione (TIC/ICT)

• Tecnologie Assistive (TA)

Le tecnologie… • la diffusione e l’applicazione su larga scala delle tecnologie

stanno progressivamente e drasticamente modificando i nostri usi e costumi, il nostro modo di apprendere e il nostro modo di pensare, e hanno migliorato la vita delle persone con disabilità.

• In ambito educativo, con l’introduzione delle tecnologie, stanno mutando radicalmente non solo le modalità di accesso alla conoscenza, e nello specifico di attivazione e gestione dei processi di apprendimento, ma anche le modalità di conduzione delle attività di insegnamento in relazione alle esigenze formative dei discenti.

• Le tecnologie (TIC e TA) possono giocare un ruolo chiave bel promuovere una didattica inclusiva.

Le tecnologie a scuola

• Pownell e Bailey (2001) individuano quattro «ondate tecnologiche» nel rapporto che intercorre tra tecnologie e ambito educativo: – Negli anni Sessanta, i primi computer, di grandi dimensioni ed

estremamente costosi, vengono utilizzati raramente in campo educativo ed esclusivamente per facilitare le attività amministrative e di gestione.

– Negli anni Settanta, con l’avvento dei personal computer, le scuole di alcuni Paesi, come per esempio gli Stati Uniti, introducono corsi di alfabetizzazione informatica per far apprendere ai giovani l’uso di questa nuova tecnologia.

– Negli anni Novanta si assiste alla diffusione su larga scala di Internet e del Word Wide Web, che porta a un enorme aumento del numero di persone che comunicano via computer (Paccagnella, 2000).

– Mobile learning (Pieri & Diamantini, 2008).

Le tecnologie a scuola

Nella storia delle diverse applicazioni dell’informatica a livello educativo si possono individuare tre fasi, contraddistinte da diverse modalità di uso del computer come strumento per insegnare (Pascoletti & Pascoletti, 2001):

1.« macchina per insegnare che può sostituire l’insegnante » (Computer Aided Instruction) ;

2.« macchina per pensare » (insegnamento dei linguagggi di programmazione – Logo e Basic – a scuola) ;

3.« strumento per comunicare e lavorare insieme » (reti, web 2.0 …).

Le technologie a scuola

• Le tecnologie sono strumenti.

• La ricerca scientifica sulle nuove tecnologie nella didattica ha ormai dimostrato che migliori o peggiori risultati scolastici degli studenti non dipendono solo dalla presenza o meno della tecnologia, ma soprattutto dal modo in cui questa viene utilizzata (Moss & Jewitt, 2010).

• L’attenzione non deve essere focalizzata solo sulla qualità e sulla quantità delle tecnologie presenti nelle scuole, ma deve mettere in primo piano la formazione dei docenti all’uso delle tecnologie.

Le potentenzialità

Con le tecnologie si può:

•Sostenere la riflessione metacognitiva (Antonietti, 2011);

•Promouvere l’apprendimento collaborativo (Computer Supported Collaborative Learning, Scardamalia & Bereiter, 1994; Stahl & Hesse, 2009);

•mantenere alta l’attenzione dei discenti in modo prolungato (Faggioli , 2010);

•Aumentare il livello di motivazione degli alunni (Faggioli , 2010).

I rischi

Con le tecnologie si può rischiare di:

•limitere la socializzazione (Cottini, 2007);

•Stigmatizzare ulteriormente gli allievi con

disabilità (Fogarolo, 2012).

Tecnologie assistive

• «qualsiasi prodotto (inclusi dispositivi, apparecchiature, strumenti o sistemi tecnologici, software), di produzione specializzata o di comune commercio, atto a prevenire, compensare, tenere sotto controllo, alleviare o eliminare menomazioni, limitazioni dell’attività o ostacoli alla partecipazione» (Norme ISO 9999, 2007)

• «ampio spettro di strumenti, servizi e pratiche che sono stati concepiti e vengono applicati per migliorare i problemi incontrati dalle persone con disabilità» (Cook e Hussey, 1995)

TA

TA

Modello HAAT (Cook & Hussey, 1995)

Attività

Contesto

Technologie

assistive

Persona

TIC + TA

• L’utilizzo delle tecnologie a scuola permette agli alunni con disabilità di:

– Fare quello che non potrebbero fare in altro modo o di farlo con meno fatica, in modo più sicuro, indipendente, psciologicamnet accettabile più accettabile;

– diventare parte integrante del gruppo dei pari;

– partecipare attivamente al loro stesso processo di apprendimento;

– conquistare una maggiore sicurezza in sé, migliorare le loro capacità sociali e di comunicazione con gli altri;

– sviluppare al massimo il loro potenziale cognitivo e accedere al curriculum scolastico al livello adeguato.

TIC + TA • Le tecnologie possono essere utilizzate per incentivare e facilitare

l’apprendimento di tutti i discenti, ma per ottenere dei risultati positivi è fondamentale non solo usare l’ausilio corretto e il software appropriato ma anche la metodologia educativa più adeguata (Besio, 2005).

• Le attività possono essere non solo individuali, ma anche collettive, di gruppo e di coppia.

• In queste attività le tecnologie dell’informazione e della comunicazione giocano un ruolo fondamentale come strumenti per una didattica inclusiva: le tecnologie assistive permettono allo studente con disabilità di svolgere un’attività che magari i suoi compagni svolgono in un altro modo, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione offrono ambienti aperti di lavoro per la realizzazione di attività collettive, di gruppo e di coppia, e di apprendimento a distanza alle quali possono partecipare tutti gli studenti, e consento di creare in classe delle vere e proprie comunità di apprendimento supportate dalle tecnologie (Cacciamani & Giannandrea, 2004; Calvani, 2005).

“Non c’è niente di più ingiusto che dividere in parti uguali fra diseguali”

(Don Milani, 1967)

“Inclusione non significa azzaramento delle differenze”

(Barzaghi, 2002)

“Massima individualizzazione per massima inclusione”

(Chiappini et al., 2004)

Mobile learning e discenti con disabilità

Metodologia • Ricerca bibliografica nella letteratura scientifica nazionale e

internazionale relativa alla mobile learning accessibility:

– articoli pubblicati su riviste accessibili tramite i database bibliografici ERIC e PsycINFO;

– atti dei principali convegni nazionali e internazionali sul mobile learning (es. M-learn, Iadis Mobile Learning) e su TIC e disabilità dalla loro prima edizione ad oggi (es. HANDImatica);

– nel desiderio di ottenere la massima copertura possibile, sono stati utilizzati anche strumenti di carattere “generalistico” come Google Scholar.

• Nella ricerca bibliografica sono state utilizzate le seguenti parole chiave: mobile learning, accessibilità e disabilità.

Mobile learning

• “…the immediate descendant of e-learning, a natural evolution of e-learning” (Mostakhdemin-Hosseini and Tuimala, 2005)

• “…e-learning that uses mobile devices and wireless transmission” (Pinkwart et al., 2003)

• “… the acquisition of any knowledge and skill through using mobile technology, anywhere, anytime” (Geddes, 2004).

Mobile learning “One day, 2 or 3 billion people will have cell phones, and they

are not all going to have PCs … The mobile phone will become their digital life . Hundreds of millions of people are not going to replace

the full screen, mouse and keyboard experience with staring at a little screen” (Stone 2004)

“Wherever one looks,

the evidence of mobile penetration and adoption is irrefutable: cell phones, PDAs (personal digital assistants), MP3 players, portable

game devices, handhelds, tablets, and laptops abound. No demographic is immune from this phenomenon. From toddlers to

seniors, people are increasingly connected and are digitally communicating with each other in ways that would have been

impossible to imagine only a few years ago.” (Wagner, 2005, p. 42)

Mobile learning “New and emerging pedagogies have harnessed the power

of information and communication technologies, bringing dramatic change in the educational landscape,

transforming the breadth, depth and opportunities for learning”

(Williams and Goldberg, 2005, p. 725).

“The value of deploying mobile technologies in the service of learning and teaching seems to be both self-evident

and unavoidable.”

(Wagner, 2005, p. 42).

Mobile learning

Google search "mobile learning + definition”

• Gennaio 2005 = 1.240 risultati

• Luglio 2005 = 22.700 risultati

• Ieri = 5.380.000 risultati

Accessibilità • “fruizione dell’ambiente costruito e accesso alla comunicazione e

all’informazione. Accesso non è soltanto predisporre una rampa per le persone su sedia a rotelle, ma consiste nel creare un ambiente che tutti, indipendentemente dalle proprie condizioni fisiche, psicologiche o sensoriali, possano usare in modo confortevole. La proprietà di un ambiente, fisico o simbolico (es. un software), che non ostacola l’accesso alle risorse in esso presenti. In particolare, un sito web accessibile è progettato in modo da poter essere fruibile anche da chi, avendo problemi visivi, ricorre a un browser audio, che legge il contenuto della pagina.” (WIKI “Le parole dell’e- Learning”, URL: www.glossarioelearning.net)

• “Accessibility is a general term used to describe the degree to which a system is usable by as many people as possible without modification. One meaning of accessibility specifically focuses on people with disabilities. Accessibility is strongly related to universal design in that it is about making

things as accessible as possible to as wide a group of people as possible.”. (Mikic et al., 2007: p. 32)

Approccio “Tecnocentico” 1

• Rainger (2005) e Sugden (2005)

• Parte dalla considerazione che prima che le persone possano incominciare qualsiasi tipo di attività mobile learning devono poter utilizzare il dispositivo mobile (hardware e software).

• Prende in esame:

– pro e i contro dei diversi dispositivi mobili, (hardware e software) in funzione del tipo di disabilità;

– principali tecnologie assistive (TA) per dispositivi mobili presenti sul mercato.

Approccio “Tecnocentico” 2

Parte dai 7 principi dell’Universal Design:

1. Equità d’uso

2. Flessibilità d’uso

3. Uso semplice e intuitivo

4. Informazione comprensibile

5. Tolleranza agli errori

6. Sforzo fisico limitato

7. Dimensioni e spazi fruibili

Alcuni esempi…

• I dispositivi mobili dovrebbero essere idealmente compatti, facili da tenere

in mano e non troppo pesanti. Il trend attuale è quello di realizzare

dispositivi mobili di dimensioni sempre più ridotte (Gong e Tarasewich,

2004). Se si tiene in considerazione solo il fattore trasportabilità la riduzione

delle dimensioni dei dispositivi mobili è indubbiamente l’evoluzione più

auspicabile, ma per le persone che, ad esempio, hanno destrezza manuale

limitata le ridotte dimensioni del dispositivo mobile possono renderne l’uso

estremamente difficile (Kane et al., 2009).

• Le dimensioni e la risoluzione dello schermo possono avere un forte impatto

sull’accessibilità del dispositivo mobile (Papanikolaou e Mavromoustakos,

2006). Spesso i dispositivi mobili hanno schermi troppo piccoli per un

ipovedente. Lo schermo dovrebbe avere una risoluzione elevata per una

maggiore chiarezza (più pixel ci sono migliore è l’immagine!) e una buona

profondità di colore, più la capacità di risoluzione è elevata più nitida e a

fuoco appare l’immagine.

Alcuni esempi…

• I comandi spesso sono poco agevoli per chi ha difficoltà motorie in quanto spesso sono di dimensioni estremamente ridotte, poco distanziati tra di loro e non hanno caratteristiche tattili che favoriscono gli ipo/non vedenti. Di norma gli smartphone e i PDA hanno uno schermo touch screen che l’utente può usare o con un pennino o con le dita. Se i comandi sono touch screen dovrebbero essere utilizzabili senza l’uso di un pennino, in quanto l’uso del pennino può causare problemi a chi ha ridotta destrezza manuale. Solitamente i dispositivi mobili non dispongono di funzioni di lettura vocale dei contenuti e dei comandi.

• Idealmente la Grafical User Interface dovrebbe essere intuitiva e avere una navigazione user friendly, con un design chiaro e leggibile che può essere ampliato o ridotto di dimensioni a seconda delle esigenze dell’utente. Per discenti con problemi visivi la possibilità di modificare l’interfaccia utente può influire decisamente sul livello di accessibilità (ad esempio, poter modificare i colori dell’interfaccia, cambiare i caratteri, cambiare la risoluzione dello schermo e il suo orientamento).

• In generale, è molto utile poter disporre di slot di memoria aggiuntiva per, ad

esempio, supportare i programmi text-to-speech o voice memo.

Approccio “Tecnocentico” 2

• Per ovviare alle problematiche legate all’accessibilità sono state immesse sul mercato diverse tecnologie assistive (Besio, 2006):

– speech recognition portabili

– text to speech software

– screen reader

Ad esempio… Per le persone con disabilità sensoriale visiva parziale

• ostacolano all’accessibilità:

– bassa risoluzione dello schermo;

– caratteri di dimensioni ridotte;

– aree di sensibilità del touch screen troppo ridotte;

– scarso controllo del contrasto sullo schermo;

– scarsa illuminazione (frontale, posteriore e laterale) dello schermo;

– bottoni con scarse qualità tattili;

– bottoni con simboli ed etichette piccole.

• migliorano l’accessibilità:

– “live” text to speech (screen reading e document reading);

– speech recognition sia per la trascrizione dei testi che per i comandi;

– ingranditore esterno dello schermo.

Ad esempio… • Per persone con limitata destrezza manuale

• Rendono difficile l’accessibilità – tenere o reggere un dispositivo mobile per “uso manuale”;

– controlli fisici ingombranti o disagevoli;

– tasti piccoli e/o di forma non ergonomica;

– pennini o controlli touch screen come unica opzione, le persone con limitata destrezza manuale potrebbero incontrare difficoltà con l’interfaccia touch screen di un PDA, soprattutto nel caso in cui è previsto l’uso di un pennino;

– pennino piccolo, sottile e difficile da afferrare;

– sistema operativo che offre scarse possibilità di aggiungere accessori hardware (es. tastiera esterna).

• Favoriscono l’accessibilità – contenitori per dispositivi mobili costruiti con materiali che aumentano la frizione e

favoriscono la presa;

– una forma complessivamente ergonomica che permette che il dispositivo mobile venga tenuto comodamente in mano;

– pennini più grandi ed ergonomici che possono essere impugnati più facilmente;

– disponibilità di tastiere esterne o altri hardware per l’inserimento dei dati;

– riconoscimento vocale sia per la trascrizione dei testi che per dare semplici comandi.

Approccio “Pedagogico”

• Non è alternativo ma complementare all’approccio tecnocentrico.

• E’ “universale” (non riguarda esclusivamente i disabili, ma vale per tutti i discenti).

• I ricercatori della JISC TechDis (2010) basandosi sulla tassonomia degli obiettivi cognitivi di Bloom (1956) – conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi e valutazione - sottolineano come la stessa attività può essere svolta a diversi livelli e come per la stessa funzione i pro e i contro di accessibilità variano a seconda dell’uso pedagogico che ne viene fatto e del tipo di disabilità.

Tassonomia degli obiettivi cognitivi di Bloom

Ad esempio… • Registrazione e la riproduzione audio

• Livelli bassi della tassonomia le risorse potrebbero includere: – registrazioni audio che mettono a disposizione del discente il materiale di base di cui lo

studente ha bisogno. Per le attività sul campo, il docente può, ad esempio, creare delle clip audio contenti suggerimenti e consigli per la raccolta dei dati e caricarle sui dispositivi mobili dei discenti;

– la possibilità per il discente di memorizzare note e appunti in formato audio;

– la possibilità di trasformare informazioni dal formato testo al formato audio.

• Livelli medi della tassonomia: – un allievo può confrontare tra di loro i file audio per selezionare le informazioni che gli

servono in una determinata situazione;

– un discente può creare le sue clip audio per riassumere una discussione di gruppo.

• Livelli alti della tassonomia – fare ascoltare e valutare e/ o categorizzare, seguendo categorie date dal docente, clip audio

agli studenti;

– far creare agli studenti clip audio per replicare stili particolari (es. retorico, documentario, propagandista);

– chiedere agli studenti di creare le loro clip audio personali per riassumere una serie di argomenti a favore o contro una determinata questione.

Approccio “Pedagogico” • Per ciascuna delle diverse funzioni disponibili sui dispositivi mobili e per ciascun

differente uso di queste funzioni entrano in gioco fattori di accessibilità diversi.

• Dato che lo stesso tipo di attività mobile learning può essere sviluppato a diversi livelli, è importante riconoscere che:

– gli studenti che lavorano a compiti di livelli bassi sono spesso fortemente motivati dai compiti di livello superiore come creare, riorganizzare o criticare

– i compiti di livelli superiori implicitamente richiedono agli studenti di aver già superato (almeno in talune aree) i precedenti livelli di conoscenza e di comprensione, favorendo la loro estensione

– il desiderio di svolgere compiti interessanti crea la motivazione per dare origine al cosiddetto “learning by stealth”, in cui si imparano “furtivamente” nozioni al di fuori dalla sequenza logicamente e pedagogicamente “corretta” (ma noiosa…).

• In generale il raggiungimento di livelli più alti nella tassonomia di Bloom comporta attività molto più coinvolgenti in cui lo studente gioca un ruolo attivo, spesso in collaborazione con gli altri.

– questo coinvolgimento attivo influenza il “livello di accessibilità” delle attività m-learning e può fare la differenza tra uno studente che decide di affrontare altri ostacoli e uno che decide di rinunciare

– il lavoro di gruppo permette una divisione del lavoro che può aiutare a superare le barriere

di accessibilità individuale.

Conclusioni 1 • Il mobile learning potrebbe rivelarsi la chiave che aprirà le porte alla

formazione per molte persone con disabilità, favorendo così l’inclusione scolastica e sociale, e andando nella direzione dell’accesso universale all’istruzione.

• Uso dei dispositivi mobili che non vengono vissuti né dal discente disabile né dai suoi compagni come una “stampella” ma come qualcosa di “cool”, e questo non può che influire in modo decisamente positivo sia sulla motivazione del discente sia sulla sua integrazione nel gruppo classe.

• Per fare in modo che i dispositivi mobili e le attività pedagogiche che si possono compiere con questi dispositivi non escludano alcuni gruppi, diventando così un ulteriore ostacolo per le persone disabili, ma al contrario diventino un’opportunità per superare gli svantaggi legati alla disabilità e, sfruttando appieno le loro potenzialità, uno strumento per favorire l’inclusione scolastica e sociale, è necessario considerare con attenzione l’accessibilità dei dispositivi e delle attività m-learning a 360 gradi.

Conclusioni 2 • Un approccio tecnocentrico e un approccio basato sugli aspetti pedagogici non sono

alternativi ma complementari ed entrambi necessari.

• Figure professionali più attente agli aspetti pedagogici e figure professionali più attente agli aspetti tecnologici devono lavorare fianco a fianco per promuovere un mobile learning accessibile.

• Il processo di inclusione può essere favorito dai nuovi strumenti tecnologici, ma a sua volta richiede cambiamenti e modifiche negli approcci e nelle strategie pedagogiche. In particolare si ritiene che i docenti, di ogni ordine e grado, giochino un ruolo fondamentale nell’utilizzare al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie mobile, in modo da garantire il diritto dei disabili a partecipare all’educazione e favorire l’inserimento completo di tutti gli studenti nei principali sistemi di istruzione.

• I docenti devono avere a disposizione informazioni utili e complete sulle caratteristiche di accessibilità di software e hardware - sia creati ad hoc per un particolare uso pedagogico che non creati ad hoc ma utilizzabili a fini pedagogici - e conoscenze specifiche di settore e buone pratiche volte a supportare l’elaborazione, la

condivisione e il riutilizzo dei programmi pedagogici “inclusivi” con le TIC.

Grazie per l’attenzione!

[email protected]