sentiero orobie curò 3

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Terzo Itinerario Rifugio Tagliaferri – Passo del Venerocolo – Passo del Gatto – Rifugio passo Vivione Segnavia: 416+428 Dislivello: 300 m. Difficoltà: E Orario: 5 h. j Timbro del rifugio Dal rifugio, senza praticamente perdere quota, ci si dirige verso il passo di Vò (m. 2368), continuando sino all’inizio della zona del «Rinù». Lungo questo tratto del sentiero si possono continuare ad avvistare gruppi di camosci (talvolta nume- rosi nella vicina Val di Gleno), l’aquila reale ed il corvo imperiale (soprattutto sul versante valtellinese). La flora è sempre quella silicea di alta quota, con la presenza di qualche endemismo. Per l’attraversamento del «Rinù», date le condizioni del terreno decisamente instabile e della roccia molto friabile, è necessario assicurarsi alle corde fisse presenti in loco. Arrivati al passo di Demignone, camminando ora sul versante scalvino, ora su quello valtellinese, si inizia a scendere sino alla conca dei laghi del Venerocolo ed al passo omonimo (m. 2314). Il tratto di itinerario che va dal passo di Vò a quello di Demignone (m. 2485) è una zona di grandissimo interesse dal punto di vista botanico, per la presenza di diverse specie rare (Ranuncolo glaciale, genepì, papavero retico, diverse specie di sassifraghe) o addirittura uniche come la Viola Comollia, uno degli endemismi orobici più noti). Per la fauna, insieme ai camosci e all’aquila, vicino al Demignone esistono colonie di marmotte riconoscibili da lontano per il caratteri - stico ed inconfondibile fischio di «all’erta». Nella conca del Venerocolo si possono vedere altri laghetti alpini, alcuni di questi si vanno pian piano interrando e formano delle bellissime torbiere di alta quota, ambienti unici da conservare gelo- samente. Dal passo Venerocolo si prosegue lungo il sentiero in quota fino al passo del Gatto, riconoscibile dall’intaglio artificiale nella roccia. (m. 2416). Da qui l’itinerario prosegue in discesa sino alla conca del lago di Valbona e poi si punta decisamente verso il passo del Vivione dove ha termine, dopo circa 5 ore di cammino il nostro itinerario. Al passo del Vivione arriva la strada carrozzabile pure realizzata nella guerra 15-18) che sale da Schilpario e dalla Val- camonica; per chi lo desidera c’ è la possibilità di pernottare al rifugio-albergo gestito privatamente. Altri aspetti che si possono osservare lungo tutto l’itinerario sono ad esempio le azioni modellatrici dei ghiacciai quaternani che hanno la- sciato alle testate delle valli circhi glaciali (spesso occupati da laghetti), morene e rocce montonate. Rifugio Vivione (Tel. 0346/55259) Località: Valle di Scalve Accesso: Schilpario (carrozzabile) Rifugio Tagliaferri CAI Bergamo via Ghislanzoni 15, 24122 Bergamo - tel. 035/244273 fax 035/236862 – e_mail [email protected] - web www.caibergamo.it

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Sentiero Orobie Curò 3

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Page 1: Sentiero Orobie Curò 3

T e r z o I t i n e r a r i o

Rifugio Tagliaferri – Passo del Venerocolo – Passo del Gatto – Rifugio passo Vivione

Segnavia: 416+428 Dislivello: 300 m. Difficoltà: E Orario: 5 h. j

Timbro del rifugio

Dal rifugio, senza praticamente perdere quota, ci si dirige verso il passo di Vò (m. 2368), continuando sino all’inizio dellazona del «Rinù». Lungo questo tratto del sentiero si possono continuare ad avvistare gruppi di camosci (talvolta nume-rosi nella vicina Val di Gleno), l’aquila reale ed il corvo imperiale (soprattutto sul versante valtellinese). La flora è semprequella silicea di alta quota, con la presenza di qualche endemismo. Per l’attraversamento del «Rinù», date le condizionidel terreno decisamente instabile e della roccia molto friabile, è necessario assicurarsi alle corde fisse presenti in loco.Arrivati al passo di Demignone, camminando ora sul versante scalvino, ora su quello valtellinese, si inizia a scenderesino alla conca dei laghi del Venerocolo ed al passo omonimo (m. 2314). Il tratto di itinerario che va dal passo di Vò a quello di Demignone (m. 2485) è una zona di grandissimo interesse dalpunto di vista botanico, per la presenza di diverse specie rare (Ranuncolo glaciale, genepì, papavero retico, diversespecie di sassifraghe) o addirittura uniche come la Viola Comollia, uno degli endemismi orobici più noti). Per la fauna,insieme ai camosci e all’aquila, vicino al Demignone esistono colonie di marmotte riconoscibili da lontano per il caratteri-stico ed inconfondibile fischio di «all’erta». Nella conca del Venerocolo si possono vedere altri laghetti alpini, alcuni diquesti si vanno pian piano interrando e formano delle bellissime torbiere di alta quota, ambienti unici da conservare gelo-samente. Dal passo Venerocolo si prosegue lungo il sentiero in quota fino al passo del Gatto, riconoscibile dall’intaglio artificialenella roccia. (m. 2416). Da qui l’itinerario prosegue in discesa sino alla conca del lago di Valbona e poi si puntadecisamente verso il passo del Vivione dove ha termine, dopo circa 5 ore di cammino il nostro itinerario. Al passo del Vivione arriva la strada carrozzabile pure realizzata nella guerra 15-18) che sale da Schilpario e dalla Val-camonica; per chi lo desidera c’ è la possibilità di pernottare al rifugio-albergo gestito privatamente. Altri aspetti che sipossono osservare lungo tutto l’itinerario sono ad esempio le azioni modellatrici dei ghiacciai quaternani che hanno la-sciato alle testate delle valli circhi glaciali (spesso occupati da laghetti), morene e rocce montonate.

Rifugio Vivione (Tel. 0346/55259) Località: Valle di Scalve Accesso: Schilpario (carrozzabile)

Rifugio Tagliaferri

CAI Bergamo via Ghislanzoni 15, 24122 Bergamo - tel. 035/244273 fax 035/236862 – e_mail [email protected] - web www.caibergamo.it