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Simulazione I prova

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Simulazione I prova

G. Verga

Il carnevale fallo con chi vuoi; - Pasqua e Natale

falli con i tuoi -

Così andava dicendo compar Menico, a ogni conoscente che incontrava, salutandolo «Viva Maria!» - Il

paesetto rideva là al sole, col campanile aguzzo fra il grigio degli ulivi.

- Cosa ci portate a casa, per le feste? - gli chiese il vetturale che gli andava accanto sul basto dondoloni.

- Quel che dà la provvidenza, - rispose compare Menico ridendo fra di sé. La bisaccia per la salita non gli

pesava, tanto aveva il cuore leggiero; e gli facevano allegria financo i passeri che si lisciavano le penne,

gonfi dal freddo, sulle spine della siepe. La strada ora gli sembrava lunga, dopo tanto tempo.

- E vostra moglie che vi aspetta? - gli disse il vetturale. Compare Menico fece cenno di sì, ridendo sempre

fra di sé.

La casa era in fondo al paese. Passò la fontana; passò la piazza; passò la beccheria, dove c'era gente che

comprava carne, e da per tutto, a ogni cantonata, gli altarini parati a festa, cogli aranci e le ostie colorate.

Nelle case il suono delle cornamuse metteva allegria.

In fondo al vicoletto del Gallo si udiva un gridìo di ragazzi che giuocavano alle fossette, colle mani rosse.

Compar Menico guardava la finestra, da lontano, per vedere se sua moglie l'aspettava. Ma la finestra era

chiusa. C'erano comare Lucia a sciorinare il bucato, e comare Narcisa, che filava al ballatoio per fare la

gugliata lunga. Lo sciancato andava zoppiconi a raccogliere le galline che fuggivano schiamazzando.

Compare Menico posò la bisaccia, che gli pesava, e sedette ad aspettare accanto all'uscio chiuso, senza

accorgersi delle vicine che ridevano dei fatti suoi, nascoste dietro l'impannata. Aspetta e aspetta, infine lo zio

Sandro mosso a compassione gli si accostò passo passo, col fare indifferente e le mani dietro la schiena.

Dopo un pezzetto che stavano seduti accanto colle gambe larghe, guardando di qua e di là, lo zio Sandro

domandò;

- Che aspettate la zia Betta, compar Menico?

- Sissignore, vossignoria. Son venuto a fare il Natale.

E vedendo che avrebbe aspettato fino al giorno del giudizio, lo zio Sandro si decise a dirgli:

- O che non sapete nulla, dunque?

- Nossignore, zio Sandro. Che cosa devo sapere?

- Che vostra moglie se n'è andata con Vito Scanna, e si è portata via la chiave -.

Compare Menico lo guardò stupefatto, grattandosi la testa. Quindi balbettò:

- E dove se n'è andata?

- Io non lo so, compare Menico. Credevo che lo sapeste.

- Nossignore, io non sapevo niente, - rispose il poveraccio ripigliando la bisaccia. - Non sapevo che mi

aspettava a casa questo bel regalo, la festa di Natale -.

Tutto il vicinato si scompisciava dalle risa, vedendo compare Menico che s'era fatta dare una scala per

entrare dal tetto in casa sua, peggio di un ladro. Egli stette rintanato in casa, festa e vigilia, senza aver animo

di mettere il naso fuori.

- Questa ch'è la maniera di fare, servo di Dio? - gli diceva comare Senzia la vedova. - La grazia di Dio che

lasciate andare a male, tali giornate! e il crepacuore che covate per dar gusto ai vostri nemici! -

Egli non sapeva che dire, in verità; ora il compassionarlo che faceva la zia Senzia lo inteneriva, in mezzo a

tutto quel ben di Dio che c'era in casa.

- Che gli mancava, gnà Senzia, ditelo voi? che gli mancava a quella buona donna per farmi questo

tradimento?

- Noialtre donne, compare Menico, ci meritiamo il castigo di Dio, - rispondeva comare Senzia.

Quella era veramente una buona donna, che aveva cura del poveraccio, abbandonato al pari di un orfano, e

gli teneva la chiave della casa allorché compare Menico se ne fu tornato in campagna come se le feste per

lui non ci fossero mai state.

Lì, nel maggese, gli giungevano altre notizie della moglie; - L'abbiamo vista alla fiera di Mililli. - Vito

Scanna se l'è portata a incartar limoni nei giardini di Francofonte -. Tutti gli facevano la predica: - La moglie

giovane non va lasciata sola, compare Menico! -

Infine il torto cadeva su di lui. In giugno, colla schiera dei mietitori assoldati dal capoccia, giunse al podere

anche Vito Scanna, tutto cencioso, senz'altro bene che la sua falce.

- Guardate che non voglio scene fra di voi! - raccomandò il fattore. - Ciascuno al suo lavoro, com'è dovere

-.

Sicché gli toccò anche vedersi Scanna mattina e sera sotto il naso, mangiare e bere e cantare come la cicala,

nelle ore calde, per non sentire il sole. Un giorno che il sole gli scaldò la testa a tutti e due, e volevano

bucarsi la pancia colla forca, per amore di quella donna, il fattore li minacciò di scacciarli su due piedi, e

convenne aver pazienza. Certo è che Betta doveva fare la mala vita, ora che Vito Scanna l'aveva

abbandonata.

Il Signore l'aveva castigata, come soleva dire comare Senzia. Zio Menico portava a casa vino, olio,

frumento, al par della formica, nella casa senza padrona, dove la zia Senzia si godeva tutto.

- Solo come un cane non posso starci - diceva lui, il poveraccio, per scolparsi. - Chi baderebbe alla casa e

mi farebbe cuocere la minestra? -

Il curato, servo di Dio, cercava di toccargli il cuore, e far cessare lo scandalo, ora che sua moglie era sola e

pentita. - Aprite le braccia e perdonatele, come al figliuol Prodigo, adesso che s'avvicina il Santo Natale.

- Come posso vedermela di nuovo in casa, vossignoria, dopo il tradimento che mi ha fatto? - rispondeva lo

zio Menico - senza pensare a Vito Scanna, che stavamo per ammazzarci colla forca, Dio libero, alla messe! -

Dall'altro canto comare Senzia, che mangiava la foglia, ogni volta che vedeva lo zio Menico parlare col

curato, gli faceva un piagnisteo, lamentandosi che volevano abbandonarla nuda e cruda in mezzo a una

strada.

- Allora vedrete che il castigo di Dio vi sta sul capo,- conchiudeva il prete. - E la gente a sparlare di lui, che

si ostinava a vivere nel peccato, come una bestia.

Il castigo di Dio lo colse infatti a Ragoleti con una febbre perniciosa, peggio di una schioppettata. Lo

portarono in paese su di un mulo, che aveva già la morte sulla faccia. Sua moglie allora corse insieme al

viatico, colla faccia pallida e torva, e siccome la zia Senzia era ancora lì, umile e atterrita, si mise i pugni nei

fianchi, e la scacciò di casa sua come una mala bestia.

Ora ella era la padrona. Compare Menico in un angolo non parlava e non contava più. Appena chiusi gli

occhi, la vigilia dell'Immacolata, sua moglie si vestì di nero da capo a piedi, senza perdere un minuto.

E coi vicini, i quali si erano accostati, in occasione della disgrazia, parlavano spesso del morto, poveretto,

che aveva lavorato tutta la vita per fare un po' di roba, e grazie a Dio, lasciava la vedova nell'agiatezza. Ma

quando Vito Scanna tornava a ronzarle attorno, vestito di nuovo, come un moscone, essa si faceva la croce e

gli diceva:

- Via di qua, pezzente! -

Tipologia C Tema di argomento storico L‟Europa del 1914 e l‟Europa del 2018: quali le differenze? Il candidato esamini la questione sotto almeno tre dei seguenti profili: forme istituzionali degli Stati principali; stratificazione sociale; rapporti fra cittadini e istituzioni; sistemi di alleanze; rapporti fra gli Stati europei; rapporti fra l‟Europa e il resto del mondo.

TRACCIA N°3 - Ambito socio-economico: "Alternanza" scuola-lavoro? DOCUMENTI: 1. Al fine di incrementare le opportunità di lavoro e le capacità di orientamento degli studenti, i percorsi di alternanza scuola-lavoro di cui al decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, sono attuati, negli istituti tecnici e professionali, per una durata complessiva, nel secondo biennio e nell'ultimo anno del percorso di studi, di almeno 400 ore e, né i licei,per una durata complessiva di almeno 200ore nel triennio. Le disposizioni del primo periodosi applicano a partire dalle classi terze attivatenell'anno scolastico successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge. Comma 33 della legge 107/2015 (La Buona Scuola).

2. "Da subito abbiamo colto l’opportunità di investiresul valore delle persone e dei territori presso cui operiamo attraverso i progetti di Alternanza Scuola-Lavoro, nella consapevolezza che non solo la scuola, ma anche il lavoro educa". Grazia Fimiani, Direttore risorse umane e organizzazione dell'ENI.

3. Il progetto si pone l’obiettivo di sviluppare le soft skill degli studenti italiani, ovvero quelle competenze di carattere relazionale e di comunicazione interpersonale fondamentali per approcciare al meglio il mondo del lavoro a prescindere dal ruolo ricoperto... Ci sarà una parte teorica che sarà dedicata a spiegare come funziona il ristorante, le norme di sicurezza, le principali norme legate alla ristorazione. Dopodiché ci sarà una parte pratica al ristorante dove i ragazzi non verranno impiegati nelle cucine; l’idea è proprio di basare il progetto sulle soft skill, sulla parte di competenze trasversali che possono essere utili indipendentemente da quello che farà il ragazzo nel futuro. Fondamentalmente verranno utilizzati al di qua delle casse, si occuperanno di assistere i clienti in diverse fasi della loro permanenza nel ristorante. McDonald’s: al via Benvenuti Studenti, il progetto di Alternanza Scuola-Lavoro in collaborazione con il MIUR

4.

Coinvolti obbligatoriamente in percorsi ancora così sgangherati di alternanza, la maggior parte degli studenti liceali non conosce gli elementi essenziali della storia operaia, dei diritti del lavoro e così via. Quanti studenti oggi sanno leggere una busta paga? Quanti conoscono la differenza tra sciopero e serrata? Quanti sanno cos’è l’articolo 18, di che testo fa parte e cosa implica? Chi è incaricato a scuola di trasmettere questo tipo di conoscenze? Per esempio,informare su come le ultime riforme hanno insistito nel ridurre le ore di storia da vari curricula delle superiori, con l’effetto di una cancellazione de facto dell’educazione civica? E ora il risultato potrebbe essere cheun ragazzo di diciott’anni impari i valori di Zara o le soft skill di McDonald’s e non abbia mai sentito parlare di rappresentanza sindacale, non abbia idea di come funzioni il jobs act, non sappia dell’esistenza dello Statuto dei lavoratori. Che insomma l’alternanza faccia crescere nei ragazzi solo la coscienza della necessità di adattarsi al mondo del lavoro, eliminando qualunque consapevolezza e spirito critico. Christian Raimo (giornalista e scrittore), Con l’alternanza scuola-lavoro l’istruzione s’inchina al modello McDonald’s, in "Internazionale" del 16 novembre 2016.

5. Non ci sono però solo esperienze tragicomiche. L’alternanza ha anche creato un modello virtuoso nella cosiddetta "Motor valley” dell’Emilia Romagna, la terra dei motori nota in tutto il mondo grazie ai brand di Ferrari, Ducati, Maserati, Lamborghini e Dallara. Qui il modello è sei mesi a scuola e sei mesi in fabbrica, poi altri sei mesi ascuola e altri sei in fabbrica. Tornando a studiar e per inseguire la possibilità di un lavoro. Con la benedizione del ministro all’Istruzione Stefania Giannini è partito un anno fa il progetto "Desi” sull’alternanza scuola-lavoro di Ducati e Lamborghini (entrambi marchi del gruppo tedesco Volkswagen), che porta 48 ragazzi che avevano abbandonato gli studi dentro questo esperimento cheunisce il "modello tedesco” all’eccellenza italiana. Michele Sasso, Buona scuola, così l'alternanza aula-lavoro è diventata un incubo per gli studenti, in L'Espresso del 23 marzo 2016.

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

P000 - ESAMI DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

PROVA DI ITALIANO

Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.

TIPOLOGIA A - ANALISI DEL TESTO

Giorgio Caproni, Versicoli quasi ecologici, in Res amissa.

Tratto da L’opera in versi, a cura di Luca Zuliani, Mondadori - I Meridiani, Milano 1998

Non uccidete il mare, la libellula, il vento.

Non soffocate il lamento

(il canto!) del lamantino1.

5 Il galagone2, il pino:

anche di questo è fatto

l’uomo. E chi per profitto vile fulmina3 un pesce, un fiume, non fatelo cavaliere

10 del lavoro. L’amore finisce dove finisce l’erba

e l’acqua muore. Dove

sparendo la foresta

e l’aria verde, chi resta

15 sospira nel sempre più vasto paese guasto: «Come

potrebbe tornare a esser bella,

scomparso l’uomo, la terra».

Giorgio Caproni nacque a Livorno nel

1912. A dieci anni si trasferì con la famiglia a Genova, che considerò

sempre la sua vera città e dove visse fino

al 1938. Dopo studi musicali e due anni di università, a partire dal 1935 si dedicò

alla professione di maestro elementare.

Nel 1939 fu chiamato alle armi e combatté sul fronte occidentale. Dopo la guerra si stabilì definitivamente a

Roma, dove proseguì l’attività di insegnante, dedicandosi contemporaneamente, oltre che alla poesia, anche

alla traduzione, soprattutto di opere francesi. La raccolta di versi Res amissa, di cui fa parte la poesia

proposta, fu pubblicata nel 1991, un anno dopo la morte dell’autore.

1 lamantino: mammifero marino diffuso soprattutto sulle coste e nei fiumi dell'Africa occidentale.

2 galagone: scimmia africana di piccole dimensioni.

3 fulmina: uccide con un colpo rapido e improvviso.

1. Comprensione del testo

Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo della lirica.

2. Analisi del testo

2.1. Il componimento fa parte di una raccolta di versi dal titolo latino Res amissa (“Cosa perduta”). In che

modo il

contenuto della poesia proposta può essere collegato con il titolo della raccolta?

2.2. La poesia è composta da un’unica strofa, ma può essere idealmente divisa in due parti. Quali? Qual è la

funzione

di ciascuna delle due parti?

2.3. Individua nella lirica i verbi che rappresentano le azioni dell’uomo nei confronti della natura, che il

poeta vuole contrastare. Quale atteggiamento e quale considerazione della natura da parte dell’uomo

emergono da queste azioni?

2.4. Il poeta fa riferimento a una motivazione che spinge l’uomo ad agire contro la natura: quale?

2.5. Dalla lirica emerge un atteggiamento critico del poeta verso la società moderna, che spesso premia chi

compie delle azioni irrispettose verso la natura. In quali versi, in particolare, è evidente questa critica?

2.6. L’uomo ha bisogno della natura per sopravvivere, ma la natura non ha bisogno dell’uomo: individua

nella lirica

i punti in cui emerge questa convinzione.

2.7. Nell’ultima parte della poesia, come viene definito il mondo deturpato dall’uomo? Qual è il sentimento

di “chi

resta”?

2.8. Soffermati sulle scelte stilistiche dell’autore. I versi sono tutti della stessa misura? Riconosci

qualche

enjambement? Segnala le vere e proprie rime e le assonanze o consonanze.

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

3. Interpretazione complessiva e approfondimenti

Al centro della lirica vi è il tema del rapporto fra uomo e natura. Sulla base dell’analisi condotta, proponi

un’interpretazione complessiva della poesia, facendo riferimento anche ad altri testi letterari in cui è

presente questo tema. Puoi arricchire l’interpretazione della poesia con tue considerazioni personali.

TIPOLOGIA B - REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”

Scegli uno dei quattro ambiti proposti e sviluppa il relativo argomento in forma di «saggio breve» o di

«articolo di giornale», utilizzando, in tutto o in parte, e nei modi che ritieni opportuni, i documenti e i dati

forniti.

Se scegli la forma del «saggio breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue

conoscenze ed esperienze di studio. Premetti al saggio un titolo coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.

Se scegli la forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di giornale sul quale pensi

che l’articolo debba essere pubblicato.

Per entrambe le forme di scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.

1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO

ARGOMENTO: La natura tra minaccia e idillio nell’arte e nella letteratura.

DOCUMENTI

William Turner, Bufera di neve: Annibale e il suo esercito attraversano le Alpi, 1812, Londra, Tate Britain

Giuseppe Pellizza da Volpedo, Idillio primaverile, 1896 – 1901, Collezione privata

(www.pellizza.it/index.php/idillio-primaverile/)

«Natura. Immaginavi tu forse che il mondo fosse fatto per causa vostra? Ora sappi che nelle fatture, negli

ordini e nelle operazioni mie, trattone pochissime, sempre ebbi ed ho l’intenzione a tutt’altro, che alla

felicità degli uomini o all’infelicità. Quando io vi offendo in qualunque modo e con qual si sia mezzo, io non

me n’avveggo, se non rarissime volte: come, ordinariamente, se io vi diletto o vi benefico, io non lo so; e

non ho fatto, come credete voi, quelle tali cose, o non fo quelle tali azioni, per dilettarvi o giovarvi. E

finalmente, se anche mi avvenisse di estinguere tutta la vostra specie, io non me ne avvedrei.»

Giacomo LEOPARDI, DIALOGO DELLA NATURA E DI UN ISLANDESE, da Operette morali, Barbera

Editore, Siena 2010

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

Il lampo I limoni

E cielo e terra si mostrò qual era:

la terra ansante, livida, in sussulto; il cielo ingombro, tragico, disfatto: bianca bianca nel tacito tumulto

5 una casa apparì sparì d’un tratto;

come un occhio, che, largo, esterrefatto,

s’aprì si chiuse, nella notte nera.

Giovanni PASCOLI, Poesie, a cura di I. Ciani e F. Latini, UTET Classici, Torino 2002

Meglio se le gazzarre degli uccelli

si spengono inghiottite dall’azzurro:

più chiaro si ascolta il susurro

dei rami amici nell’aria che quasi non si muove,

e i sensi di quest’odore

che non sa staccarsi da terra

e piove in petto una dolcezza inquieta. Qui delle divertite passioni

per miracolo tace la guerra,

qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza

ed è l’odore dei limoni.

Eugenio MONTALE, vv 11-21, Tutte le poesie, a cura di

G. Zampa, Mondadori I Meridiani, Milano 1984

«Ho vagato per queste montagne. Non v’è albero, non tugurio, non erba. Tutto è bronchi; aspri e lividi

macigni; e qua e là molte croci che segnano il sito de’ viandanti assassinati. – Là giù è il Roja, un torrente

che quando si disfanno i ghiacci precipita dalle viscere delle Alpi, e per gran tratto ha spaccato in due questa

immensa montagna. V’è un ponte presso alla marina che ricongiunge il sentiero. Mi sono fermato su quel

ponte, e ho spinto gli occhi sin dove può giungere la vista; e percorrendo due argini di altissime rupi e di

burroni cavernosi, appena si vedono imposte su le cervici dell’Alpi altre Alpi di neve che s’immergono nel

Cielo e tutto biancheggia e si confonde – da quelle spalancate Alpi cala e passeggia ondeggiando la

tramontana, e per quelle fauci invade il Mediterraneo. La Natura siede qui solitaria e minacciosa, e caccia da

questo suo regno tutti i viventi.»

Ugo FOSCOLO, Ultime lettere di Jacopo Ortis (lettera del 19 e 20 febbraio), Oscar Classici Mondadori,

Milano 2003

2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO

ARGOMENTO: Nuove tecnologie e lavoro.

DOCUMENTI

«Dai droni postini alle auto che si guidano da sole […], si sapeva che le macchine minacciano parte del

lavoro oggi svolto dall’uomo. La grande novità è che nel mirino dei robot ci sono soprattutto i Paesi

emergenti: quelli che fino a ieri avevano sviluppato un’industria a basso valore aggiunto contando su una

manodopera a costi stracciati. Quella stessa manodopera, domani, potrebbe perdere il lavoro perché superata

in economia dalle macchine.

Il campanello d’allarme è stato suonato dall’Onu attraverso un recente report dell’Unctad, la Conferenza

delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo. Che mette in guardia Asia, Africa e America Latina:

attenti, dice il report Robot and Industrialization in Developing Countries, perché è da voi che l’impatto

dell’era dei robot sarà più pesante. […] Come evitare la desertificazione economica? Il primo consiglio che

l’Onu dà ai Paesi emergenti è banale ma ovviamente validissimo: abbracciate la rivoluzione digitale, a

partire dai banchi scolastici. “Bisogna ridisegnare i sistemi educativi – spiega il report – in modo da creare le

competenze manageriali e professionali necessarie a lavorare con le nuove tecnologie”.»

Enrico MARRO, Allarme Onu: i robot sostituiranno il 66% del lavoro umano, in «Il Sole 24 Ore», 18

novembre 2016

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

«La digitalizzazione e l’automazione del lavoro rappresentano un’opportunità. A rivelarlo è una ricerca di

Manpower Group – dal titolo “Skills Revolution” – presentata al World Economic Forum 2017 di Davos.

L'indagine, condotta tra 18.000 datori di lavoro in 43 Paesi del mondo, affronta il tema dell'impatto della

digitalizzazione sull'occupazione e dello sviluppo di nuove competenze dei lavoratori. […]

L’83% del campione intervistato ritiene che l’automatizzazione e la digitalizzazione del lavoro faranno

crescere il

totale dei posti di lavoro. Inoltre, si prevede che questi cambiamenti avranno un impatto positivo

sull’aggiornamento delle competenze dei lavoratori, rispetto al quale i datori di lavoro prevedono di

implementare specifici programmi

formativi nel prossimo futuro. Tra i 43 Paesi oggetto dell'indagine, è l’Italia ad aspettarsi il maggior

incremento di

nuovi posti di lavoro grazie alla quarta rivoluzione industriale al netto di un “upskilling”, un aggiornamento

delle competenze, con una creazione di nuovi posti di lavoro prevista tra il 31% ed il 40%.»

Federica META, Industria 4.0, contrordine: i robot creano lavoro, «Corcom.it», 20 gennaio 2017

«Nei prossimi dieci anni la tecnologia creerà o cancellerà posti di lavoro? Se lo è chiesto l’autorevole Pew

Research che ha girato la domanda a quasi duemila esperti, analisti e costruttori di prodotti tecnologici che

hanno partecipato all’inchiesta intitolata “Future of the internet”. […] Per il 48% degli esperti, la nuova

ondata dell’innovazione, fatta di auto che si guidano da sole, robot e network di intelligenza artificiale,

impatterà negativamente sulla creazione di posti di lavoro. Nei prossimi anni, dunque, le macchine e i

programmi sostituiranno non solo i lavoratori meno specializzati, ma anche gli impiegati. Ne conseguiranno

vaste aree di ineguaglianza economica, disoccupazione e, addirittura, la rottura dell’ordine sociale. L’altra

metà degli intervistati, invece, si dice fiduciosa della possibilità che la tecnologia e l’innovazione saranno in

grado di creare più posti di lavoro di quanti ne andranno perduti a vantaggio dei robot. Perché l’uomo, così

come ha sempre fatto dalla Rivoluzione Industriale in avanti, non smetterà di creare nuovi tipi di lavoro,

nuove industrie e nuovi modi di guadagnare.»

Stefania MEDETTI, Il lavoro nel futuro: i robot saranno una minaccia o un’opportunità?, «Panorama», 12

agosto 2014

3. AMBITO STORICO - POLITICO

ARGOMENTO: Disastri e ricostruzione.

DOCUMENTI

«[…] Montecassino […] ha subito invasioni e assedi, incendi e crolli per terremoti. Più volte è stato

distrutto. L’ultima volta nel 1944 quando gli alleati – che lì nella battaglia contro i tedeschi hanno perso

migliaia di soldati – sotto pressione dell’opinione pubblica anglo-americana decidono di raderlo al suolo.

Convocano a pochi chilometri di distanza tutti i corrispondenti di guerra e, praticamente in diretta, danno il

via al bombardamento a tappeto che riduce in macerie il monastero. “Succisa virescit”1: una dozzina di anni

dopo Montecassino è in piedi. Ricostruito con una tempestività che oggi sembra incredibile ma che dice

parecchio sulla vitalità di un’Italia appena uscita dal conflitto e decisa non solo a rimettere in piedi la

produzione industriale ma determinata a conservare e valorizzare il suo patrimonio culturale. Una sfida, per

certi versi, analoga a quella che ora, dopo il terremoto, ci troviamo ad affrontare nell’Appennino, cuore e

spina dell’intero Paese.»

1 Tagliata ricresce

Giorgio BOATTI, «La Repubblica», 31 ottobre 2016

«Il fiume aveva traboccato gli argini almeno di un paio di metri e cominciava a portare con sé ogni tipo di

avanzo – tronchi d’alberi sradicati, biciclette, automobili, travi che lambivano con gran fracasso i

contrafforti del Ponte Vecchio per dopo quasi sempre sormontarli. […] L’acqua aumentava […]:

spaventoso, fango ovunque e un terribile odore di marcio e di benzina, vetri rotti, bottiglie, migliaia di libri

disfatti nell’acqua sudicia, […] l’acqua era arrivata a diversi metri d’altezza e tutto era ancor peggio. […]

Quel che Firenze insegnò a tutti allora, cinquanta anni fa, è il senso della dignità e come nulla sia veramente

perso se si ha la forza e la fede di non lamentarsi e di rimettersi a lavorare da capo. La natura sa distruggere

infinite cose ma tutte possono essere riparate dagli uomini. Purtroppo è l’uomo ad essere in grado di

annientare per sempre ciò che altri uomini hanno fatto prima di quelli che ignorano la propria missione.»

Alvar GONZÁLEZ-PALACIOS, «Il Sole 24 ore», 28 ottobre 2016

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

«Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia

arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam1 lei ne lasci governare l’altra metà, o presso2, a noi. E

assimiglio quella a uno di questi fiumi rovinosi che, quando si adirano, allagano e’ piani, rovinano li arbori e

li edifizi, lievano da questa parte terreno, pongono da quella altra: ciascuno fugge loro dinanzi, ognuno cede

all’impeto loro sanza potervi in alcuna parte ostare3. E, benché sieno così fatti, non resta però che gli

uomini, quando sono tempi queti, non vi potessino fare provedimento e con ripari e con argini: in modo che,

crescendo poi, o eglino andrebbono per uno canale o l’impeto loro non sarebbe né sì dannoso né sì

licenzioso. Similmente interviene della fortuna, la quale dimostra la sua potenza dove non è ordinata virtù a

resisterle: e quivi volta e’ sua impeti, dove la sa che non sono fatti gli argini né e’ ripari a tenerla.»

1 etiam: anche

2 presso: poco meno

3 ostare: porre ostacolo

Niccolò MACHIAVELLI, Il Principe Cap. XXV, Einaudi, Torino 1995

4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO

ARGOMENTO: Robotica e futuro tra istruzione, ricerca e mondo del lavoro.

DOCUMENTI

«L’applicazione della robotica a fini educativi […] è una tendenza in continua crescita anche nel nostro

Paese e sta attirando sempre di più l’attenzione da parte di docenti e persone attive nel campo della

formazione. Attraverso questo metodo, gli studenti diventano protagonisti dell’apprendimento e creatori del

proprio prodotto e si sentono più coinvolti nel processo di apprendimento. La robotica li aiuta a sviluppare le

competenze cognitive tipiche del pensiero computazionale, a imparare a progettare il loro lavoro e a

incrementare le competenze di problem solving. Essa non rientra esclusivamente nel campo dell’informatica

e della matematica, al contrario ha dimostrato di essere un’attività interdisciplinare in grado di stimolare gli

alunni a mettere in pratica e quindi rafforzare anche le capacità logiche, di analisi e di sintesi.»

Fabiana BERTAZZI, All’Indire un incontro sulla robotica educativa, sito web INDIRE, 6 aprile 2016

«La crescente necessità di robot nelle attività sociali, in ambienti non strutturati, a contatto con gli esseri

umani, sta aprendo nuovi scenari che puntano a superare la struttura rigida dei robot, a favore

dell’introduzione di parti robotiche “morbide”, facilmente malleabili, capaci di adattarsi a vari contesti.

Da qui si sviluppa la Soft Robotics, campo interdisciplinare che si occupa di robot costruiti con materiali

morbidi e

deformabili, in grado di interagire con gli esseri umani e l’ambiente circostante. La Soft Robotics non è solo

una nuova frontiera dello sviluppo tecnologico, ma un nuovo modo di avvicinarsi alla robotica scardinando

le convenzioni e sfruttando un potenziale tutto nuovo per la produzione di una nuova generazione di robot

capaci di sostenere l’uomo in ambienti naturali.»

Dal sito web della Scuola Universitaria Superiore “Sant’Anna” di Pisa – Soft Robotics Area

«Un nuovo quadro di norme comunitarie per disciplinare l'ascesa di robot e intelligenza artificiale in Europa,

soprattutto nei suoi sviluppi più delicati: la responsabilità civile delle macchine, l'impatto sul mercato del

lavoro e i risvolti etici, dalla privacy alla tutela dei dati acquisiti e trasmessi da tecnologie che invadono

sempre di più la vita dei cittadini. È quanto chiedono i deputati Ue alla Commissione europea, con una

risoluzione approvata ieri (396 voti favorevoli, 123 contrari, 85 astenuti) in materia di “Norme di diritto

civile sulla robotica”.

La relazione […] insiste su alcuni pilastri: la creazione di uno status giuridico per i robot, con la prospettiva

di classificare gli automi come “persone elettroniche” responsabili delle proprie azioni; una vigilanza

continuativa delle conseguenze sul mercato del lavoro e gli investimenti necessari per evitare una crisi

occupazionale; un codice etico per gli ingegneri che si occupano della realizzazione di robot e, in

prospettiva, il lancio di una Agenzia europea per la robotica e l'intelligenza artificiale che sia “incaricata di

fornire le competenze tecniche, etiche e normative necessarie”.»

Alberto MAGNANI, Robot e intelligenza artificiale, i deputati Ue chiedono norme europee, «Il Sole 24

ore», 17 febbraio 2017

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

TIPOLOGIA C - TEMA DI ARGOMENTO STORICO

Il “miracolo economico” italiano, risultato di una serie di eventi storici e di relazioni internazionali, ha

segnato un nuovo corso per il Paese, sia nell’ambito delle scelte politiche sia in quello delle opportunità

economiche e sociali. Analizza criticamente il fenomeno storico in tutta la sua complessità, considerando

anche le conseguenze e le contraddizioni insite in quella lenta trasformazione, delle quali sono indicative le

riflessioni che seguono.

«Così gli anni della più intensa fuga migratoria, fra i decenni cinquanta e sessanta, furono i medesimi del

periodo di sviluppo che va sotto il nome di “miracolo economico”. Ancora una volta, dunque, come nella

fase della prima rivoluzione industriale, agli inizi del nostro secolo, l’emigrazione ha costituito un momento

interno a un processo di accumulazione capitalistica nazionale di ampia portata. Anche dall’esterno, disperso

nei vari continenti, il lavoro italiano ha partecipato con uno sforzo poderoso allo sviluppo economico del

Paese».

Piero BEVILACQUA, Uomini, lavoro, risorse, in Lezioni sull’Italia repubblicana, Donzelli Editore, Roma,

1994

«In meno di due decenni l’Italia cessò di essere un paese con forti componenti contadine, divenendo una

delle nazioni più industrializzate dell’Occidente. Il paesaggio rurale e urbano, così come le dimore dei suoi

abitanti e i loro modi di vita, cambiarono radicalmente. […] La straordinaria crescita dell’industria

elettrodomestica italiana fu una delle espressioni più caratteristiche del “miracolo”. […]

Si è calcolato che circa il 20 per cento del totale degli investimenti compiuti negli anni tra il 1958 e il 1963-

64 provenisse dalla Fiat: non solo per le fabbriche di accessori, ma anche per la produzione di gomma, la

costruzione di strade, la fornitura di acciaio, benzina, apparecchi elettrici e così via. Un’altra delle principali

aree di espansione fu quella delle macchine da scrivere.»

Paul GINSBORG, Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi - Società e politica, 1943-1988, Einaudi, Torino,

2006

TIPOLOGIA D - TEMA DI ORDINE GENERALE

«Per progresso si possono intendere almeno due diversi tipi di successione di eventi. Da una parte c’è un

progresso materiale, fatto di realizzazioni e conoscenze, di natura prevalentemente tecnico-scientifica;

dall’altra, un progresso morale e civile, che coinvolge soprattutto i comportamenti e gli atteggiamenti

mentali. Il primo corre veloce, soprattutto oggi, e raramente mostra ondeggiamenti. È il nostro vanto e il

nostro orgoglio. Il secondo stenta, e a volte sembra retrocedere, seppur temporaneamente. I problemi

nascono in gran parte dal confondere tra loro questi due tipi di progresso. Che sono molto diversi. Di natura

esterna, collettiva e culturale il primo; di natura interna, individuale e biologica il secondo. E con due

velocità molto diverse: veloce il primo, lento o lentissimo il secondo. Perché? Perché acquisire nuove

conoscenze e nuove tecniche si può fare insieme ad altri esseri umani, che si trovano intorno a noi, e a volte

anche a distanza, nello spazio e magari nel tempo: posso imparare infatti leggendo e studiando cose scritte

da persone che non ci sono più come Einstein, Kant, Platone o Talete. I comportamenti, al contrario, sono

individuali: posso leggere e ascoltare precetti meravigliosi, ma metterli in pratica è un’altra cosa.

L’imitazione e l’emulazione sono spinte potentissime, ma dall’esito non garantito, anche se a volte c’è una

costrizione. Se gli insegnamenti sono poi fuorvianti o perversi, buonanotte! Questo è in fondo il motivo per

cui le società possono essere civili o civilissime, mentre non tutti i loro membri si comportano come si deve.

Da sempre.»

Edoardo BONCINELLI, Per migliorarci serve una mutazione, «Corriere della Sera - la Lettura», 7 agosto

2016

Linee orientative. Sulla base delle tue conoscenze di studio e di quelle apprese dall’attualità, se vuoi, potrai

sviluppare il tuo elaborato riflettendo:

sono alla base della difficoltà di mettere in pratica «precetti» virtuosi;

singoli

che ne fanno parte.

I tuoi commenti personali potranno certamente conferire più originalità e maggior completezza all’elaborato.

Infine, se lo ritieni, potrai concludere lo svolgimento con l’esemplificazione di uno o più casi, appresi dalla

cronaca,

in cui il paradosso civiltà/devianza si rende particolarmente evidente e aggiungere una tua personale

riflessione critica.

Durata massima della prova: 6 ore. Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla

dettatura del tema.

È consentito l’uso del dizionario italiano e del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza)

per i candidati di madrelingua non italiana.

Simulazione II prova lingua inglese

Ministero dell’Istruzione dell’’Università e della

Ricerca

ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

Indirizzo: IT04 – TURISMO ARTICOLAZIONE

CONDUZIONE DEL MEZZO Tema di: LINGUA

INGLESE

ESEMPIO PROVA

Shuna: the overlooked jewel off the west of Scotland

“I’ll meet you at 5pm on the Arduaine Point jetty,” the island’s owner, Eddie Gully, had said in the

handwritten letter he’d sent me a few weeks earlier. A study of a map revealed our mainland

rendezvous to be a mere 100 miles north-west of Glasgow. Perversely, that’s probably the reason

Shuna has stayed under the radar for so long: most tourists in search of Hebridean enchantment

5 head further north to well-known islands of Mull and Skye. Those who do stay south make for Islay

or Jura, and fail to spot the tiny cluster that is the Slate Islands, one of which is Shuna (not to be

confused with the island of the same name in Loch Linnhe to the north).

It took just 10 minutes in Eddie’s trim vessel for the Boat House, one of five Isle of Shuna cottages,

to heave into view. Tucked behind a rudimentary harbour and dwarfed by the mass of Shuna’s

10 wooded hills, our accommodation was a dainty blue lozenge, its seaward end – almost entirely of

glass – a flash of light in the sunshine. My two companions and I bundled gleefully up its stairs to a

bright, modern living area with a swish kitchen and a balcony for breakfasting in the company of

swallows. A few minutes’ training from Rob and Kathryn James – the island’s affable managers

and its only permanent population – in operating the little ex-military assault boats, and Shuna and

15 its salty environs were all ours.

Over the week we became aware of the distinct cadences of Shuna, whose only timetable is the

rising and setting of the sun. It has no televisions or radios to disturb the peace. Its otters, buzzards,

porpoises, seals and deer are there again tomorrow if you miss them today. The only event we could

set our watches by was Rob dropping off a printed weather forecast each morning so we could

20 gauge whether it was safe to take the boats out. It was it usually fine, so we circumnavigated the

island, also acquainting ourselves with the modest hills and defiant hamlets of Luing, Shuna’s more

substantial neighbour to the west.

Exploring on foot we found that, although only three miles long by one-and-a-half wide, Shuna

does not give up its treasures easily. We moseyed happily for hours through scrub birch and oak

25 copses, but somehow overlooked the little cove that harbours the island’s shipwreck (an elderly

wooden ferry hauled up to moulder away). Later in the week, intent on seeking out some ancient

graves, we marched up sylvan hill and down marshy dale but had to content ourselves with some

iron age burial mounds and a brace of ruined mills from Shuna’s more populous past. We weren’t

too upset, for the walk had included red deer sightings, a mammoth rockpooling session and the

30 gorgeous sight of Shuna Castle burnished by an early summer sun.

Ah yes, Shuna Castle. Built in 1911 by adventurer and philanthropist George Alexander MacLean

Buckley, with no expense spared, the crenellated pile was abandoned in the 1980s and, like the

ferry and mills, is now crumbling away. That’s not to say that Shuna lives in the past: the Boat

House is lit by LEDs and most of the electricity for the island’s five holiday properties comes from

35 solar panels and a small wind turbine.

“We’ve got plans to go 100% green,” said Eddie, who was born and brought up on the island.

Eddie’s joy at Shuna’s many charms was infectious, and not the least of them is its isolation. It gave

the feel of an adventure to our midweek trip to replenish provision. We sailed north past a

sprinkling of isles encrusted with tooth-like rocks and speckled with impossibly remote houses.

40 Beyond Ardmaddy Castle, on the mainland, we cruised, our little outboard motor throbbing away,

until we landed, an hour after we had set out, at Balvicar on Seil.

And so the days passed in a timeless haze. When we weren’t exploring, we were pootling about on

sit-on kayaks, being taken out on a venerable racing catamaran, or learning archery from Rob and

Kathryn, with the castle as a picturesque backdrop.

45 Here, a kindly gust took one of my arrows right into the heart of the target. “Bull’s-eye!” I

exclaimed triumphantly, though I might just as well have been referring to our choice of holiday.

Adapted from The Guardian, 7 March 2015

Comprehension and analysis

Answer the following questions by using complete sentences and your own words.

1. What is Shuna and where is it?

2. Explain the meaning of the expression “Shuna has stayed under the radar for so long” (line

4) by referring to the text.

3. Where did the writer of the article stay?

4. How many people live in Shuna?

5. What are the main events marking the rhythm of the day in Shuna?

6. What ruins did the writer of the article see?

7. How can time be spent in Shuna?

8. Who are Rob and Kathryn?

9. Explain the expression “Bull’s eye!” (line 45) in the context of the passage.

10. What makes Shuna attractive?

Pag. 1/3 Sessione ordinaria 2015

Seconda prova scritta

Production

Choose one of the following questions.

Number your answer clearly to show which question you have attempted.

Either

1. Use the information in the article to write the text for a website advertising Shuna for holidays.

Or

2. Imagine you are the owner of a holiday cottage in Shuna. You would like to rent it out to holidaymakers.

Use the information in the article to write an appealing advertisement.

Durata massima della prova: 6 ore. E’ consentito soltanto l’uso di dizionari bilingue e monolingue.

Pag. 2/3 Sessione ordinaria 2015

Seconda prova scritta

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca SI96 – ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

Indirizzo: IT04, EA07 – TURISMO

Tema di: LINGUA INGLESE

PART 1: Reading Comprehension

Day-Lewis: the language of food helps us all travel well

As part of the Life Well Travelled series, chef and food writer Tamasin Day-Lewis talks about her thrill at

finding a common language 'inside very different worlds’

I managed to get to the age of 19 having only travelled abroad once, to Paris, to a friend of my parents’ for

a couple of weeks, with a weekend in the country where I duly fell under the spell of the older son. He took

no notice whatsoever, but the younger son fell under the spell of the gawky, silent, teenage guest. I didn’t

open my mouth. The words wouldn’t come out. Everyone spoke so fast, I barely understood a word (…).

5 I seem to have been making up for this wholly un-cosmopolitan, unsophisticated start in life ever since and

at some stage I lost the fear of arriving in an unknown city alone, with a film crew or with friends or

family, even if I didn’t speak a word of the language.

As a documentary maker, and later as a writer, I have been lucky enough to see many of the places I have

travelled to all over the world while researching, interviewing, filming, taking notes about the place, the

10 food and the country for work. This has engrained in me a love, a thrill, at stepping inside the very different

worlds I have encountered neither quite as a tourist nor as a disinterested observer.

If you have a deadline, you have to get to the heart of things quickly and you have to be open to searching

out and finding things that you wouldn’t otherwise have the time or opportunity to find as a holiday maker.

You don’t always know where to look, nor what you are looking for when you have so little time to

15 experience, find the essence. Guidebooks offer background information but not the key to the doors of the

inhabitants, their families, their ways of life.

I have found that the common language, in the absence of words, is always food. I have walked into

kitchens, cafes, restaurants, homes from Morocco to Mauritius, from Lombok, Bali and the Himalayas to

the homes of sherpas with whom I have trekked in Nepal to within two days of Everest Base Camp. From

20 the hills in Santo Stefano Belbo and the Asti vineyards where I have wandered into a cafe in the morning

and found the owner making the wine harvest supper for the villagers, wild boar and peaches fizzing in the

local wine, and been invited back to join in that evening, to the desert vegetarian food of Jaipur, where

preserving, pickling and drying is an art perfected by nomadic people who can’t carry meat or fresh foods

in the heat of the desert sun.

25 Chefs, cooks are, on the whole, a generous hearted, hospitable race and sharing knowledge, the secrets and

skills of their culinary traditions, is something we barter, exchange, as both sides are curious, always

interested in the wholly different ways each other has for putting good food on the table, however simple

and basic the ingredients.

Pag. 3/3 Sessione ordinaria 2015

Seconda prova scritta

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca SI96 – ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE

Indirizzo: IT04, EA07 – TURISMO

Tema di: LINGUA INGLESE

If I had stuck to hotel menus and restaurants on my travels I would never have had the experience of not

30 just the generosity but the insights into family life worlds away, and the common humanity of sitting

strangers down and sharing from your table what the earth, locally, has to offer.

When I was in Hong Kong I was lucky enough to experience a world of contrasts, both ends of the scale.

I always head for the markets wherever I am and Sheung Wan was filled with sights we never see: turtles,

frogs, unrecognisable fish, snakes, pig’s heads, wreaths of intestines. At a congee shop we enjoyed dried

35 oysters, salted duck, goose intestines, preserved egg and pork and snowy mounds of congee. I was a guest

at the Mandarin Oriental, so I experienced, also, the most sophisticated way of cooking all the local

ingredients (…).

But the pinnacle of the trip, culinarily speaking, was being taken to one of the last two surviving snake

shops and drinking snake wine, seeing a snake being despatched “chop chop” in front of my eyes and

40 boldly cooked and presented, and in then declining the blood which has been bled before your eyes, as

reserving the right not to participate in all rites has to remain an option.

I remembered the huge circular chopping board sunk into the work-top so that it didn’t shift, however

robust your knife skills, when I got home, and I had one made for my Somerset kitchen. It reminds me of

Hong Kong every time I cook.

Adapted from Tamasin Day-Lewis

From www.telegraph.co.uk 13 Feb 2015

Answer the following questions using your own words.

1. What was the writer’s first experience abroad like?

2. Later in life she had the chance to travel extensively for work. Why did this help her see things that a

tourist does not?

3. What’s the problem with guidebooks?

4. What happened to the writer in the area around Asti?

5. What did the writer learn in Jaipur?

6. Explain the writer’s statement “I have found that a common language, in the absence of words, is

always food”.

7. What would she have missed if the writer had only had meals in hotel restaurants during her travels?

8. What kind of contrasts does the writer mention, when describing her stay in Hong Kong?

9. What is the writer's most vivid memory from Hong Kong?

10. What reminds the writer of Hong Kong whenever she cooks? Why did she have the object made for

her own kitchen?

Ministero dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca

SI96 – ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA

SUPERIORE

Indirizzo: IT04, EA07 –

TURISMO

Tema di: LINGUA

INGLESE

Part 2:

WRITING

Choose one of the following questions.

Number your answer clearly to show which question you have attempted.

Either

1. How important is it to find a common language “inside very different worlds” while

travelling? Are there any other "common languages" inside different worlds? Express

your point of view and describe an ideal tailor-made itinerary and plan of activities based

on any other "common language" such as art, hobbies, sport, adventure, etc.

Or

2. As a tour operator you want to promote a new Italian food and wine holiday. Write a circular

letter to agencies giving a vivid description of the one-week package you are offering. Do not

forget to point out all the elements that make it a unique holiday and to add a detailed

itinerary.

Durata massima della prova: 6 ore.

È consentito l’uso dei dizionari monolingue e bilingue.

Non è consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura del tema.

Simulazione III prova

ARTE E TERRITORIO - SIMULAZIONE DI TERZA PROVA – CLASSE 5ATU

DATA ………………… ALUNNO …………………………………………………………..

1) Quali sono stati i fattori artistici e culturali che hanno determinato la nascita dell’Impressionismo?

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2) Manet e Degas talvolta caricarono le loro opere di drammaticità, basandosi sui concetti di alienazione e solitudine

del soggetto. Individua e commenta per ciascun pittore un’opera in cui si evidenzia quanto detto.

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3) Dopo l’esordio impressionista, Cezanne segue un percorso artistico che lo allontanerà da quel gruppo. Prima

commenta brevemente un dipinto appartenente alla sua fase impressionista e poi un’altra sua opera che segna il

cambiamento, in modo da delineare le principali caratteristiche della sua pittura.

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ESAME DI STATO 2017/2018

Indirizzo tecnico turistico

TERZA PROVA del 26 marzo 2018

TIPOLOGIA B : TRE DOMANDE A RIPOSTA APERTA MAX 10 RIGHE

Candidato______________________

1.Fornisci la definizione di ambiente e spiega come e quando si è formato un diritto internazionale

dell’ambiente.

2.La commissione Brundtland del 1983 ha introdotto il concetto di “Sviluppo sostenibile” recepito poi

dall’ONU. Cosa significa.

3.What is “Human foot print” and why are Galapagos Islands an example of the risks of a not sustainable

tourism?

ESAME DI STATO 2017/2018

Indirizzo tecnico turistico

TERZA PROVA del 18 gennaio 2018

TIPOLOGIA B : TRE DOMANDE A RIPOSTA APERTA MAX 10 RIGHE

Candidato______________________

1.QUALI SONO GLI ENTI PUBBLICI CHE OPERANO IN MATERIA TURISTICA E QUALI FUNZIONI SVOLGONO

2.COS’E’ IL TERZO SETTORE E QUALI SONO LE ASSOCIAZIONI PRIVATE PIU’ IMPORTANTI IN MATERIA DI

TURISMO

3.QUALI SONO STATE LE TAPPE FONDAMENTALI DELL’UNIFICAZIONE EUROPEA

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE LUIGI EINAUDI – CREMONA

ANNO SCOLASTICO 2017/2018

SIMULAZIONE TERZA PROVA DI DISCIPLINE TURISTICHE AZIENDALI DEL 27/02/2018

NOME E COGNOME …………………………………… CLASSE V ATU

1)Com’è composto un piano di marketing e quali sono i contenuti del programma di azione?

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2)Su cosa si basa il marketing mix di un viaggio e quali sono le variabili che un T.O. deve prendere in

considerazione?

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3)Spiega l’importanza dello studio del mercato nella programmazione di un viaggio da catalogo.

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE STATALE LUIGI EINAUDI – CREMONA

ANNO SCOLASTICO 2017/2018

SIMULAZIONE TERZA PROVA DI DISCIPLINE TURISTICHE AZIENDALI DEL 26/03/2018

NOME E COGNOME …………………………………… CLASSE V ATU

1)Cosa si intende per marketing turistico integrato? Sulla base della tua esperienza individua un caso

esemplificativo di successo.

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2)Spiega cos’è il portfolio prodotti di una destinazione turistica e fornisci una sintetica esemplificazione.

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3)Che differenza esiste tra comunicazione interna ed esterna? Con riferimento a quest’ultima spiega quali

sono i contenuti da definire.

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SIMULAZIONE TERZA PROVA PER L’ESAME DI STATO A. S. 2017/2018

CLASSE 5 SEZIONE ATu

INDIRIZZO TURISTICO - TIPOLOGIA B CON 3 DOMANDE A RISPOSTA BREVE

(max 10 righe)

FRANCESE

Cognome…………………………. Nome…………………………….... Cremona 27/02/2018

1.Décrivez les avantages et les inconvénients de deux moyens de transport à votre choix.

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2. La Ville Lumière : après avoir expliqué sa structure, veuillez présenter un musée et un monument

historique au choix.

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3. Un couple visite Paris : ils sont écologistes et adorent la nature et les animaux. Qu’est-ce que vous leur

conseillez de visiter et comment peuvent-ils se déplacer ?

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ESAME DI STATO 2017/2018

Indirizzo tecnico turistico

SIMULAZIONE DELLA TERZA PROVA - GEOGRAFIA TURISTICA - 26 MARZO 2018

TIPOLOGIA B : TRE DOMANDE A RIPOSTA APERTA MAX 10 RIGHE

Candidato___________________________________ Classe______________________

1.L'INDIA: CARATTERISTICHE ECONOMICHE

2.ASPETTI DI RILEVANZA TURISTICA DEL SUD-EST ASIATICO

3.L'INDONESIA: IL TERRITORIO E CENNI SULLA DEMOGRAFIA

Classe 5^ATU - Simulazione di Terza Prova - Lingua Inglese - Tipologia B - Prof. Ceriali

Name:

Date: 18th January 2018

Answer the following questions:

1 – Talk about CRUISES, say why they can be considered “easy” holidays and what facilities ships offer.

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2 – Why is South Africa an ideal tourist destination? What are the “must see” of the country?

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3 – What items make up a full English breakfast?

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SIMULAZIONE TERZA PROVA DI MATEMATICA

Nome e Cognome ……………………………. Classe 5Atu Data

1)Dare la definizione di derivata e descrivere il significato geometrico della stessa in un punto. Si calcoli poi

la derivata della funzione applicando la definizione.

2)Si classifichino le diverse di discontinuità . Si determinino e classifichino , poi, le discontinuità della

seguente funzione . [x=1 elim; x=4 seconda specie]

3)Si classifichino le funzioni e per ciascuna si descriva la condizione di esistenza. Si determini, poi, il dominio

della seguente funzione , dopo averla classificata.

Cognome e nome cl. V A Turismo 27 Febbraio 2018

Simulazione della terza prova: STORIA

1 Quali sono gli aspetti del movimento sionista?

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2 Spiega il concetto di “collettivizzazione forzata”. Quando e da chi venne decretata tale azione?

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3 I patti lateranensi e la nascita della Città del Vaticano: quando e da chi furono stipulati? Quali sono i

contenuti del TRATTATO, della CONVENZIONE FINANZIARIA, del CONCORDATO?

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IIS EINAUDI

SIMULAZIONE TERZA PROVA classe 5Atu

18 gennaio 2018

MATERIA: TEDESCO

Nome ___________________________

1) Wien ist sicherlich der richtige Ort für alle, die sich für die Architektur interessieren.

Erkläre warum.

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2) Der Beruf „Animateur(in)“ hat bestimmte Merkmale und Aufgaben. Beschreibe diesen Beruf und erkläre,

welche Ausbildung und Kompetenzen nötig sind.

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3) Während deiner Schuljahre hast du einige berufliche Erfahrungen gesammelt: Beschreibe ein Praktikum

im Detail (Aufgaben, Dauer, Vor- und Nachteile, usw.)

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E’ ammessa la consultazione di un dizionario bilingue posto alla cattedra.

IIS EINAUDI

SIMULAZIONE TERZA PROVA classe 5Atu

26 marzo 2018

MATERIA: TEDESCO

Nome ___________________________

1) Du liest in einer Zeitung eine Anzeige. Ein Feriendorf sucht Animateure und Rezeptionisten. Schreib

einen Bewerbungsbrief (für eine oder beide Stellen).

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2) Wie war das Leben in der DDR? Welche soziale-politische Prinzipien herrschten in der DDR? Beschreibe

es auch mithilfe von dem Film „Good-bye Lenin“

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3) Erkläre die Gründe, die zur Entstehung der DDR und dann zum Bau der Mauer führen.

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E’ ammessa la consultazione di un dizionario bilingue posto alla cattedra.