sistemi organizzativi e modelli di erogazione dei servizi ... · nell’ambito del nuovo sistema di...
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Leonilda Bugliari Armenio [email protected]
Sistemi organizzativi e modelli di erogazione dei
servizi nei Distretti Socio-Sanitari
Esperienze regionali a confronto
Bari, 27 ottobre 2011
Agenda
Contesto di riferimento
Principi fondanti
Aspetti organizzativi
Situazione attuale e sviluppi
Contesto di riferimento
Dinamiche demografiche dell’invecchiamento Negli ultimi dieci anni la percentuale di individui di 65 anni ed
oltre è aumentata dal 18,4% nel 2001 al 20,3% nel 2011, con un
incremento di ben 1,8 milioni di individui per questa classe di
età
Cambiamento della struttura della famiglia
Dinamiche epidemiologiche collegate alle
patologie croniche
(Rapporto sugli Indicatori Demografici Istat, 2010)
Una vera emergenza sanitaria
il 38,8% dei residenti in Italia dichiara di essere affetto da almeno una delle principali patologie croniche
(ISTAT, Indicatori demografici 2009)
il 57,2% dei residenti tra i 55 ed i 59 anni e l’86,9% degli over 75 soffre di almeno una malattia cronico degenerativa (IX rapporto sulle politiche per la cronicità, 2010)
il 20,3% ha almeno due patologie e tra gli over 75 la percentuale tocca il 68,2 % dei “grandi vecchi”
(IX rapporto sulle politiche per la cronicità, 2010)
Per la disabilità, sono 2 milioni e 600 mila le persone con disabilità di sei anni e più che vivono in famiglia, pari al 4,8% della popolazione italiana
(ISTAT, La disabilità in Italia, 2010 - Anni 2004-2005 )
Cislaghi C, Arena V. Performance.
Disomogeneità regionali del
Servizio sanitario nazionale .
Epidemiol Prev 2011; 35 (5-6)
suppl 2: 1-160.
Contesto di riferimento
1997 – 2007 diminuzione del 34% della dotazione di posti letto
spostamento di risorse dall’ospedale al territorio (valore % di riferimento per i LEA: 5
prevenzione; 44 ospedaliero e 51 distrettuale - PSN 2006-2008 e Patto per la salute 2010-2012)
crescita lenta e non uniforme, nello sviluppo dei servizi territoriali
Livello
assistenziale Cluster 1 Cluster 2 Cluster 3 Cluster 4 Cluster 5
Assistenza
distrettuale
49,11
50,15
49,53
46,45
46,49
Contesto di riferimento
Crisi dei modelli tradizionali di riferimento
Rispetto all’ospedale la cura della malattia non è più l’indicatore
unico dell’intervento sanitario
Rispetto al modello sociale la cura della malattia è parte integrante
della “capacità di vivere” della persona fragile, coinvolge la dimensione
affettiva e la relazione sociale
Necessità di ridefinire le priorità del SSN
Principi fondanti
Dichiarazione di Alma Ata – 1978
Assistenza sanitaria di base: punto focale del sistema sanitario nazionale parte integrante dello sviluppo economico e sociale della collettività il primo livello di contatto degli individui, delle famiglie e della collettività con
il sistema sanitario il primo elemento di un processo continuo di protezione sanitaria
WHO-UNICEF, Alma-Ata 1978 Primary Health Care, “Health for all” Series, No. 1, WHO, Geneva, 1978; WHO “Primary health care, now more than ever” - World Health Report, 2008
D.lgs. n. 229/1999
• garantisce l’assistenza primaria, ivi compresa la continuità assistenziale
• deve portare i servizi il più possibile vicino ai luoghi di vita delle persone, e cercare di dare risposta ad un bisogno di integrazione sociosanitaria
Alcuni fondamenti del Distretto L. n. 833/1978
• servizio di prossimità per i cittadini
• fortemente legato al territorio
• partecipazione dei cittadini
D.lgs. n. 502/1992
• articolazione organizzativa dell’AUSL insieme ai presidi ospedalieri e dipartimento di prevenzione
• centro di governo della domanda e non solo di erogazione di servizi
Principi fondanti PSN 1994-1996
Nell’ambito del nuovo sistema di aziendalizzazione il Distretto è considerato:
• “luogo naturale” dell’integrazione sanitaria e sociosanitaria
• riferimento per il cittadino rispetto alla complessità della rete dei servizi
PSN 1998-2000
PSN 1998-2000
• al LEA distrettuale sono garantite più risorse rispetto al LEA ospedaliero
• luogo di governo della domanda e di garanzia per l’erogazione dell’assistenza
primaria e per l’integrazione sociosanitaria
PSN 2006-2008
• rafforzamento e completamento del sistema delle cure primarie con servizi di cure
intermedie, come l’ospedale di comunità
• governo clinico sul territorio, con partecipazione e responsabilizzazione dei MMG
e PLS nelle scelte strategiche aziendali e distrettuali
• empowerment del cittadino, nei percorsi di cura e nella programmazione e
valutazione delle attività sanitarie
PSN 2011-2013
Priorità alla riorganizzazione delle cure primarie e allo sviluppo del sistema dei servizi territoriali
Necessità di una visione integrata ed olistica dei problemi di salute: compito affidato anche alle cure primarie, in particolare alla medicina generalista e alle altre componenti dell’assistenza convenzionata, in una logica di rete
Obiettivi:
– Promuovere il benessere e affrontare i principali problemi di salute della comunità.
– Prendere in carico i pazienti in modo globale e completo
– Favorire la continuità assistenziale
– Concorrere ai processi di governo della domanda
– Misurare il mantenimento e il miglioramento dello stato di salute di singolo e comunità
– Favorire l’empowerment dei pazienti
Le Cure primarie sono riconosciute nelle strategie aziendali
Al Distretto è affidata la governance del sistema per l’erogazione di livelli appropriati
Documento approvato dalla Conferenza Unificata il 22.09.2011 - ora in CdM
Principi fondanti
un nuovo e più ampio processo di deospedalizzazione
una maggiore attenzione al sistema territoriale
strumenti di VMD condivisi per l’accesso alle varie forme di
assistenza domiciliare e residenziale
messa a regime dei flussi informativi
organizzazione dell’assistenza domiciliare
sviluppo delle attività dei Piani di rientro: pareggio di bilancio e
garanzia dei Lea Intesa Stato-Regioni 3 dicembre 2009
Avremo un Nuovo Patto per la Salute? E’ in discussione in questa
fase in un contesto di risorse limitate
Principi fondanti
Il Patto per la Salute 2010-2012
La valutazione multidimensionale - alcuni modelli regionali
• SVAMA, con 7 gruppi isorisorse, Veneto (DGR 3979/1999), adottata con
alcune modifiche anche dalle Regioni: Puglia (DGR 107/2005), Campania
(DGR 287/2008), Molise (DGR 101/2008), Sicilia (Decr.Ass.San.
12.11.2007);
• Strumenti del gruppo InterRai (MDS-VAOR) con sperimentazione del
RUG per gli ambiti semiresidenziale e residenziale; con 7 classi di assistenza,
declinabili in 44 gruppi isorisorse – Marche, Lazio, Basilicata, Umbria, Trento
• AGED con 6 gruppi isorisorse assistenziali - Liguria (DGR 1106/06, 1287/07)
• SCHEMA POLARE modificato - Toscana
• SOSIA (Sistema Case-mix ass. residenziale), con 8 gruppi di persone con
differenti livelli di intensità assistenziale - Lombardia
• VALGRAF (stessa filosofia del MDS, semplificato) – Friuli Venezia Giulia
La valutazione multidimensionale e riconduzione a modelli condivisi
Mattone 12 - Prestazioni Residenziali e semiresidenziali e Mattone 13 – Assistenza
primaria e domiciliare
individuazione di strumenti per la VMD e misura del case-mix assistenziale
individuazione di un set di strumenti (RUG-VAOR, SVAMA, SOSIA e AGED) che le regioni dovranno sviluppare, a libera scelta, per mettere a regime i flussi informativi
MINISTERO: sviluppo dei flussi informativi di assistenza domiciliare (SIAD) e
residenziale (FAR) e Tavolo di lavoro per lo sviluppo di indicatori
AGENAS: Progetto Valutazione dell’efficacia e dell’equità dei modelli
organizzativi territoriali per la presa in carico di persone con bisogni sociosanitari
complessi
TARGET: soggetti > 65 anni con bisogno sociosanitario complesso che accedono ai servizi assistenziali e per i quali viene fatta una VMD e PAI
OBIETTIVO: definizione e validazione di modalità di misurazione del processo organizzativo di presa in carico, in termini di efficacia ed equità tramite flussi informativi SIAD e FAR, alle SDO, flusso del PS
Cure primarie (25% delle risorse totali)
1.1. Ass. h.24: riduzione accessi al PS e rete integrata;
1.2 Comunicazione per pazienti con gravi patologie neuromotorie (10 mil.)
Non autosufficienza - priorità ADI (nel 2010 con: 20 mil. per pz. con demenza e
20 mil per pz. con malattie neurologiche degenerative invalidanti)
Modelli organizzativi per persone in stato vegetativo o di minima
coscienza
Cure palliative e terapia del dolore (100 mil.)
Interventi per le biobanche di materiale umano (15 mil.)
Sanità penitenziaria
Attività fisica per pazienti cronici e persone anziane
Piano nazionale della prevenzione (240 mil.)
Tutela maternità e appropriatezza percorso nascita
Case della salute, malattie rare (20 mil – 2010), salute mentale (coord.
DSM e OPG), guadagnare salute; pazienti cerebrolesi, sicurezza sul
lavoro
Accordo Stato-Regioni 25 marzo 2009 definisce 10 obiettivi (€ 1mld e 410mila); Accordo dell’ 8 luglio 2010 conferma le scelte per il 2010
Gli obiettivi prioritari di PSN - anni 2009 e 2010
Livello ospedaliero: Ambulatori per la gestione dei codici di minor gravità (bianchi) Negli ospedali con iperflusso di utenti, oltre 25.000 accessi/anno, gestiti da MCA e/o da MMG,
con responsabilità organizzativa distrettuale
Punti di primo intervento In aree territoriali disagiate o prive di servizi sanitari, per garantire una prima risposta sanitaria di
emergenza-urgenza fino alla loro attribuzione al Pronto Soccorso dell'Ospedale di riferimento, e per fornire risposte a situazioni di minore criticità e bassa complessità
Livello territoriale: Presidi ambulatoriali distrettuali Gestiti dai medici di continuità assistenziale per effettuazione di visite e prestazioni sanitarie,
collocati strategicamente in strutture individuate dalle ASL
Assistenza territoriale integrata Collaborazione tra più professionisti, anche funzionalmente con rete telematica (es. equipe
territoriali), anche con nuovi percorsi di ammissione protetta con canali preferenziali in strutture territoriali o per acuti;
Ambulatori territoriali integrati Centri medici dove operano professionisti, in forma simile alla Medicina di gruppo, aperti
almeno 10 ore al giorno, con rete informatica, personale medico ed infermieristico; previste analisi diagnostiche di primo livello, consulenze specialistiche
Obiettivo 1 “Cure primarie”
Linee guida per progetti di sperimentazione - 11 maggio 2009
AGENAS: Progetto Monitoraggio degli obiettivi di carattere prioritario e di rilevo nazionale
Linea progettuale: Cure primarie – assistenza h. 24
Lavoro affidato all’Agenas dal Ministero della Salute e riguardante i progetti
inviati al Ministero della Salute da 16 Regioni
OBIETTIVI:
attivare, in collaborazione con le Regioni, una modalità di monitoraggio volta ad evidenziare lo stato di avanzamento dei progetti e le buone pratiche
garantire una rete di scambio e confronto tra esperti e interlocutori regionali al fine di fornire indicazioni utili per orientare le ulteriori scelte della programmazione
Regioni partecipanti 13 (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana, Veneto)
Sono attive forme associative della Medicina Generale diversificate nei modelli e nel
grado di implementazione
Aspetti organizzativi
Regioni Emilia-Romagna Toscana Veneto Umbria Piemonte
Modelli Nuclei di cure
primarie
Unità di cure
primarie UTAP Equipe professionali
Gruppi di cure
primarie/Case Salute
Tipologia Funzionale ma versus
modello strutturale
Funzionale, con
sede unica anche
con più studi
Funzionale, con
sede unica anche
con più studi
Funzionale
Modello strutturale,
con sede unica o
principale
Professioni
Coinvolte
MMG, PLS, MCA,
Infermieri, Ostetriche
(e stretta relazione con
Specialisti, Operatori
Sociali)
MMG, MCA,
Infermieri,
e legame
con 118
MMG, PLS,
MCA, infermieri
Ass. Sociali
Specialisti
MMG, PLS,
MCA (collegati con
medici e infermieri
dei Centri di salute)
MMG, PLS,
Infermieri,Operatori
sociali, Personale
Amm.( eventuali:
MCA, Specialisti,
altri)
Bacino utenza 15.000 -30.000 ab. 5.000 -50.000 ab. 10.000- 25.000 ab. 10.000- 15.000 ab. 10.000 - 15000 ab.
Sistema di
incentivi
Incentivi di adesione
(es.
1euro/anno/assistito)
e obiettivi da AIR
Incentivi di
adesione e
obiettivi da AIR
Incentivi di
adesione e obiettivi,
da Patti aziendali
Incentivi di struttura
(es. 200 euro mensili
per coordinatore di
equipe) e di risultato
legati non a volumi,
ma ai case mix della
presa in carico
Incentivi da AIR,
secondo un indice di
valorizzazione delle
attività svolte (presa
in carico, governo
clinico..)
Responsabilità
e Strumenti
informativi
Referente NCP /
controlli interni e
esterni/ Progetto Sole
Sistema
informativo reg
Sistema informativo
Az. Ulss
Coordinatore di
Nucleo; Sistema
informativo reg.
Coordinatore di
Progetto e Gestore
sistema informativo
Programma SIRSE
Rielaborazione Agenas 2009 da schema di Paolo Tedeschi, Cergas Bocconi, 2006
Aziende più grandi:
Da 659 USL del 1992 a 145 ASL nel 2011 con 452.043 ab. in
media
(min 127.065 Valle d’Aosta
– max 1.569.578 Marche)
Distretti più grandi:
Da 945 nel 1999 a 701 nel 2011 con media di 73.308 (min 24.943 P.A. Bolzano - max 120.280 Lombardia)
Bacino di utenza medio per ASL
-
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.000
1.600.000
1.800.000
Regioni
Po
po
lazio
ne
Bacino di utenza medio per Distretto
-
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
Regioni
Po
po
lazio
ne
Il cambiamento nel processo di aziendalizzazione
711distretti nel 2009; media 84.452 ab.; Deviazione standard del bacino di utenza rispetto alla media Italia: 26.536 ab.
RegioniPopolazione
residente 2011
USL
1992
ASL
2005
ASL
2008
ASL
2011
Bacino ut.
Media ASL
Distretti
1999
Distretti
2005
Distretti
2008
Distretti
2009
Distretti
2011
Bacino ut.
Media
Distretti
Piemonte 4.457.335 63 22 13 13 342.872 66 65 62 58 58 76.851
Valle
D'Aosta 128.230 1 1 1 1 128.230 14 4 4 4 4 32.058
Lombardia 9.917.714 84 15 15 15 661.181 105 85 86 81 81 122.441
P.A. di
Bolzano 507.657 4 4 1 1 507.657 20 20 20 20 20 25.383
P.A. di
Trento 529.457 11 1 1 1 529.457 13 13 13 13 4 40.727
Veneto 4.937.854 36 21 21 21 235.136 85 56 49 50 50 98.757
Friuli V.
Giulia 1.235.808 12 6 6 6 205.968 20 20 20 20 20 61.790
Liguria 1.616.788 20 5 5 5 323.358 26 20 19 19 19 85.094
Emilia
Romagna 4.432.418 41 11 11 11 402.947 46 39 38 38 38 116.643
Toscana 3.749.813 40 12 12 12 312.484 80 42 34 34 34 110.289
Umbria 906.486 12 4 4 4 226.622 13 12 12 12 12 75.541
Marche 1.565.335 24 1 1 1 1.565.335 36 24 24 23 23 68.058
Lazio 5.728.688 51 12 12 12 477.391 23 55 54 55 55 104.158
Abruzzo 1.342.366 15 6 6 4 335.592 73 73 44 25 25 46.288
Molise 319.780 7 1 1 1 319.780 13 13 7 7 7 45.683
Campania 5.834.056 61 13 7 7 833.437 113 113 97 72 72 81.029
Puglia 4.091.259 55 12 6 6 681.877 70 48 48 49 49 83.495
Basilicata 587.517 7 5 2 2 293.759 10 11 11 11 11 53.411
Calabria 2.011.395 31 11 5 5 402.279 34 35 35 35 35 57.468
Sicilia 5.051.075 62 9 9 9 561.231 62 62 62 62 62 81.469
Sardegna 1.675.411 22 8 8 8 209.426 23 25 23 23 22 72.844
Italia 60.626.442 659 180 147 145 455.048 945 835 762 711 701 73.308
Aspetti organizzativi
Nella funzione distrettuale sono comunemente rappresentati un ruolo di
produzione e un ruolo di committenza
FUNZIONE DI PRODUZIONE gestire i servizi sanitari territoriali
erogazione dei servizi gestita dal Distretto, attuazione diretta o indiretta
ruolo centrale dei MMG e PLS
FUNZIONE DI COMMITTENZA valutare quali servizi per quali
bisogni
approccio alla pianificazione e programmazione
analisi dei bisogni epidemiologici e consumi sanitari
eventuale ri-programmazione dell’offerta
ASL
DISTRETTO
DIPARTIMENTO
CURE PRIMARIE
(con Nuclei di cure primarie)
PRODUZIONE
Direttore Dip. COMMITTENZA
Direttore Distretto
H
Sistema
Sociale
LOMBARDIA EMILIA-ROMAGNA
settore pubblico
PAC settore accreditato
produzione servizi
DISTRETTO
pattanti
pattanti
pattanti
L’organizzazione distrettuale: alcune esperienze nelle Regioni
TOSCANA
ASL COMUNI Produzione
di servizi territoriali
Committenza
di servizi ospedalieri
SOCIETA’
DELLA SALUTE
DISTRETTO SOCIO SANITARIO
Tutela e presidia lo stato di salute della
popolazione, attraverso l’organizzazione e la
gestione delle cure primarie e intermedie;
Realizza la sintesi tra:
Struttura Cure
Primarie
e Intermedie
Struttura Direzione
di Distretto
FUNZIONE DI PRODUZIONE FUNZIONE DI COMMITTENZA
PORTA UNICA di
ACCESSO (PUA) Garantisce la presa in carico globale della persona;
Maggiore appropriatezza ed equità nei LEA
Regolamento di Organizzazione del Distretto Socio Sanitario – 18 aprile 2011, n. 6
Un processo che richiede il
governo forte della Direzione
del DSS.
Governo della spesa:
protesica; farmaceutica;
diagnostica
Procedure operative per lo
sviluppo dell’integrazione
Territorio-Ospedale -Territorio.
Care manager (infermiere
addestrato) per presa in carico
delle persone fragili e/o croniche
Gestione flussi informativi LEA,
compresi SIAD e FAR
PUGLIA
Situazione attuale e sviluppi
La rete dei servizi territoriali risulta diversificata e l’attenzione si sposta sulla
complessità dei processi erogativi:
rete di attori
relazioni istituzionali
formazione
governo dei network
… Le necessità: l’integrazione sanitaria e sociosanitaria
L’integrazione mira a collegare il sistema di assistenza sanitaria (per acuti, di
base e specialistica) con i più generali sistemi di assistenza alla persona
(long term care, istruzione, servizi domestici e di volontariato) al fine di
migliorare gli outcome (clinici, di soddisfazione, ed efficienza) – Leutz,1999
- Struttura di riabilitazione
- RSA
- Domicilio: 3 livelli di ADI
- Assegno servizi N.A
- Centro diurno
-Degenza Ospedaliera
- Riabilitazione ospedaliera
- Cure Intermedie
-Struttura di mantenimento
-Residenza sociale
Punto unico di accesso
Progetto personalizzato
LA RETE
Indagine nazionale Distretti 2010
Obiettivo: diretta ad evidenziare elementi comuni di miglioramento della
governance pubblica del Distretto, non elementi di forza e debolezza delle
diverse realtà regionali
Svolta con un gruppo ristretto di esperti; condivisione di tutte le Regioni e
Province Autonome
Indagine svolta con il contributo dei Direttori di Distretto - 711 Distretti
presenti nel 2009 (Tasso risposta 96%)
Effettuata tra marzo e settembre 2010, marzo 2011 risultati
Luglio 2011 - Premio di Eccellenza nei Public Affairs 2011
http://www.agenas.it/monitor_supplementi.html