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Esserci e avere Consuntivo e tendenze (positivi) di un anno di kermesse internazionali intorno a cui ruota l’intero sistema dell’arte DI S TEFANO P IROVANO L’ annata 2015 dell’arte con- temporanea si è chiusa in Florida, dove dal 3 al 6 dicembre si è tenuta Art Basel Miami Beach, e almeno due fatti sembrano evidenti. Il primo è che né gli attacchi terroristici degli scorsi mesi, né l’ennesima guerra sporca in Medio Oriente hanno in- timorito il pubblico, che al contrario è sembrato ancor più disinvolto del solito nel mostrare e mostrarsi, col- Da Maastricht a Miami Jacob Kassay, Untitled, 2012- 2015 (303 Galle- ry); Tony Cragg, Mixed feelings, 2012 (Marian Goodman Galle- ry). Tra le opere che si sono viste all’ultima edizio- ne di Art Basel Miami Beach, te- nutasi dal 3 al 6 dicembre 2015. SPECIALE MERCATO Fiere © Art Basel

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Esserci e avereConsuntivo e tendenze (positivi) di un anno di kermesse internazionali intorno a cui ruota l’intero sistema dell’arte

d i S t e f a n o P i r o v a n o

L’annata 2015 dell’arte con-temporanea si è chiusa in Florida, dove dal 3 al 6 dicembre si è tenuta Art

Basel Miami Beach, e almeno due fatti sembrano evidenti. Il primo è che né gli attacchi terroristici degli scorsi mesi, né l’ennesima guerra sporca in Medio Oriente hanno in-timorito il pubblico, che al contrario è sembrato ancor più disinvolto del solito nel mostrare e mostrarsi, col-

Da Maastricht a Miami

Jacob Kassay, Untitled, 2012-2015 (303 Galle-ry); Tony Cragg, Mixed feelings, 2012 (Marian Goodman Galle-ry). Tra le opere che si sono viste all’ultima edizio-ne di Art Basel Miami Beach, te-nutasi dal 3 al 6 dicembre 2015.

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lezionisti inclusi. Secondo: almeno per il momento, il mercato non sem-bra risentire troppo dei segnali di ri-dimensionamento dati dal circuito delle case d’asta riguardo ai valori raggiunti da certi baby artisti come Lucien Smith (classe 1989) e Parker Ito (1986) negli scorsi due anni.

TEFAF, TRA ANTICO E MODERNO. Al di là delle vendite stellari – come quelle messe a segno dal mercante newyorchese Christophe Van de Weghe, che ha piazzato Man in blue VI di Francis Bacon per 13,5 milioni di dollari e Buste au chapeau di Pablo Picasso per 10,5 – l’edizione 2015 di Art Basel Miami Beach sarà ricordata come un successo da gran parte delle

267 gallerie presenti, e da molti dei suoi quasi 80mila visitatori. Un pic-colo esercito, che cresce in maniera esponenziale se si aggiungono i fol-lower, cioè quelli che attraverso le mi-gliaia di post dei presenti – galleristi in primis – hanno seguito gli eventi in diretta sui social network, deriva-to ormai cruciale anche delle realtà fieristiche. Così l’effetto mediatico si amplifica e il pubblico aumenta di conseguenza, dentro e fuori dalla re-te. Il fenomeno si era visto già all’ini-zio dell’anno al Tefaf di Maastricht, che nei suoi consueti dieci giorni di apertura (dal 13 al 22 marzo) ha ac-colto ben 75mila visitatori, 260 musei e un numero record di 400 jet privati, transitati per il piccolo aeroporto di

Maastricht Aachen. Numeri in cre-scita rispetto al 2014 e vendite più che soddisfacenti, a suggello di un’edi-zione che sarà ricordata anche per aver strizzato l’occhio al contempo-raneo, con la mostra intitolata Night fishing. A curarla Sydney Picasso, che ha avuto l’occasione di invitare otto gallerie, tra cui Thaddaeus Ropac e Konrad Fischer, con il preciso e non facile compito di indicare nel pano-rama della scultura contemporanea un «dialogo diretto, culturale, storico o visivo con artisti e discipline artisti-che già presenti al Tefaf». La mostra poteva essere più coraggiosa, ma il dialogo tra le epoche è stato una ten-denza evidente, forse la più evidente del 2015, come numerose mostre in

giro per il mondo hanno dimostrato durante l’anno – a partire da quella curata da Danh Vo a Punta della Do-gana (Slip of the tongue) fino a Serial classic, firmata dall’archeologo Salva-tore Settis per la Fondazione Prada. Una lucida analisi del fenomeno la fa Carlo Orsi, presidente dell’Asso-ciazione antiquari italiani, che ha rac-colto dalla sua seconda volta al Tefaf risultati a suo dire eccellenti: «Mi par di capire che in questo momento sia il moderno a cercare il dialogo con l’an-tico, più che il contrario». Ma quando il moderno è di altissima qualità, al-

lora anche l’antico è costretto a dare il meglio di sé.

MIART IN PROGRESS. Il Miart edi-zione Expo – tenutosi a Milano dal 10 al 10 aprile – anche senza l’aiuto della Fondazione Prada, che ha preferito aprire al pubblico la sua nuova sede tre settimane dopo, a ridosso della Biennale di Venezia, a sua volta anti-cipata causa Expo, ha provato a dire la sua. I visitatori alla fine sono stati 41mila, e le vendite non brillanti. Ma

se qualche scontento si è in effetti re-gistrato tra i galleristi (154 in totale, la metà dall’estero), nel conto va messo un calendario particolarmente infeli-ce. Sarà il 2016, quindi, il vero banco di prova del lavoro fatto negli scorsi due anni.

SOLIDA ART BASEL. Nessun pro-blema per la 45ª edizione di Art Ba-sel, in scena dal 18 al 21 giugno, dove i collezionisti di tutto il mondo, Cina inclusa, si presentano sempre rego-larmente. Le presenze hanno sfiorato quota 100mila con molti potenziali compratori. Lo sanno bene i galleri-sti, 284 in totale, a partire da David Zwirner – che ha venduto per un imprecisato numero di milioni una

IL DIALOGO TRA LE EPOCHE È STATO UNA TENDENZA DEL 2015

TEFAF MAASTRICHT13-22 marzo 2015

MIART MILANO10-12 aprile 2015

ART BASEL BASILEA18-21 giugno 2015

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straordinaria scultura verticale di Donald Judd (Untitled, 1987) – fino ai più giovani Amadeo Kraupa-Tu-skany e Nadine Zeidler di Berlino, per i quali è stata proprio Art Basel la miglior fiera dell’anno in termini di vendite. E lo stesso potrebbe dire un’altra galleria emergente, Gregor Staiger di Zurigo, che come Kraupa-Tuskany Zeidler ha esposto nella se-zione Statement, dedicata a mostre personali di artisti emergenti. I loro stand, dedicati ad Avery Singer e Ni-colas Party, hanno registrato il tutto esaurito già durante la preview. Del resto, come ricorda Franco Noero di Torino, la vera forza di Art Basel non è tanto nella massa di opere in offerta (per un valore totale di 3 miliardi di

dollari nel 2015, secondo una stima della compagnia di assicurazioni Axa Art, partner ufficiale della fiera), ma nel suo efficientissimo comitato di selezione, di cui l’esperto galleri-sta torinese è membro.

MICIDIALE DUO FRIEZE/FIAC. L’ac-coppiata Frieze (a Londra) e Fiac (a Parigi) – che lo scorso anno è dura-ta dodici giorni di fila, cioè dal 14 al 25 ottobre, per un totale combinato di quasi 180mila visitatori – anche

nel 2014 aveva visto più galleristi sorridere nel Grand Palais che sot-to i padiglioni temporanei e non sempre impermeabili di Regent’s Park. Un gallerista particolarmente indispettito per i costi esorbitanti della City e la crescente arroganza degli organizzatori ha commenta-to a caldo: «All’inizio erano le fiere al servizio delle gallerie, oggi è il contrario: siamo noi a lavorare per loro». Il che la dice lunga, come no-ta anche il gallerista Javier Perés di Berlino, sul potere che detengono i rispettivi comitati selettivi e i loro rappresentanti. Ciò detto, a Lon-dra non a tutti è andata male. Tra le major c’era moderata soddisfa-zione, e così da parte di realtà or-

mai consolidate come la brasiliana Mendes Wood DM (San Paolo) che ha venduto molto bene Adriano Costa, e Supportico Lopez (italia-na a Berlino), con Michael Dean e Richard Billingham. Dal 2012 Frie-ze ha aperto una seconda, vicina “location” dedicata a dipinti e scul-ture dall’antichità al 2000: Frieze Masters, rapidamente passata dai 35mila visitatori dell’edizione 2014 ai quasi 50mila dello scorso anno. Qui l’ambiente è stato decisamente più positivo. Tanto che Marco Voe-na (Milano e Londra), presente co-me Fabrizio Moretti (Firenze, Lon-dra, New York) dalla prima edizio-ne, ha commentato poche ore dopo la preview: «Se questa fiera aprirà

ai mobili e alle arti applicate allora Tefaf avrà di che preoccuparsi».

ARTISSIMA IN ASCESA. Se i pesi tra la compagine contemporanea di Frie-ze e quella dedicata ai Masters do-vessero spostarsi verso quest’ultima, a trarne vantaggio sarebbe proba-bilmente Artissima di Torino, la cui edizione 2015 (dal 6 all’8 novembre) ha attirato 52mila visitatori – un po’ meglio dell’anno precedente – e 207 gallerie, il 70% delle quali straniere. Un dato importante, quest’ultimo, visto che Artissima si è tenuta appe-na due settimane dopo il “micidiale duo” Frieze/Fiac. Anche gallerie ben inserite nel sistema internazionale come Ibid. (Los Angeles e Londra),

Peres Projects o Mendes Wood DM non hanno voluto tradire la Mole. Il motivo, oltre all’ormai non più tra-scurabile effetto social network, lo spiega ancora Javier Perés: «Le fie-re sono un veicolo straordinario per entrare in contatto con chiunque sia interessato all’arte contempora-nea. Non credo sia immaginabile far funzionare una galleria senza di esse. Nemmeno a Berlino, dove pur continuiamo a fare mostre, ci sareb-bero abbastanza collezionisti. Negli scorsi dodici mesi Peres Projects ha preso parte ad altrettante fiere, inclu-se ovviamente Frieze e Fiac: non un record, ma una necessità di soprav-vivenza in uno scenario sempre più informato e competitivo».

LA FORZA DI ART BASEL È IL COMITATO DI SELEZIONE

SPECIALE MERCATO Fiere

FRIEZE LONDRA14-17 ottobre 2015

ARTISSIMA TORINO6-8 novembre 2015

FIAC PARIGI22-25 ottobre 2015

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