sud anno 2 numero 2

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FREE PRESS DI GIORNALISMO INVESTIGATIVO ANNO II - N.2 - MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011 EDIZIONE DI CATANIA www.sudpress.it SCATTANO LE MANETTE ? Politica e mafia: la resa dei conti MA L'INGARICO È PER SEMPRE? IL BACIO L'UOMO DA 12MLN DI EURO PAGINA 14 PAGINA 15 PAGINA 6-11 PAGINA 12-13 PAGINE 4, 5, 6, 11, 12, 13 FONDI ARRAFFATI

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Page 1: SUD Anno 2 Numero 2

FREE PRESS DI GIORNALISMO INVESTIGATIVO ANNO II ­ N.2 ­ MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011EDIZIONE DI CATANIA

www.sudpress.it

SCATTANO LE MANETTE?Politica e mafia: la resa dei conti

MA L'INGARICO È PER SEMPRE?IL BACIO L'UOMO DA 12MLN DI EURO

PAGINA 14 PAGINA 15PAGINA 6­11 PAGINA 12­13

PAGINE 4, 5, 6, 11, 12, 13

FONDI ARRAFFATI

Page 2: SUD Anno 2 Numero 2

Pagina 2 | MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011

Direttore ResponsabileANTONIO CONDORELLI

Hanno collaborato a questo numero:Enrico Sciuto,Fernando M. Adonia, Carlo Lo Re, Orazio DiMauro, Giovanni Tizian, Carla Incorvaia

Registrazione Tribunale di Catania n. 18/2010Edito da:Editori Indipendenti S.r.l.Viale Kennedy 10 - 95121Cataniatel. 095349015|e-mail: [email protected] - [email protected]:www.sudpress.it

Impaginazione e graficaMax GuglielminoStampaLitocon S.r.l. Catania

Per le vostre inserzioni pubblicitarie su SUD:tel. 095 349015 - [email protected] impaginato utilizzandoprogrammiOpen Source e stampatosu carta riciclata

Chiuso in redazione: 31/01/2011 - h. 16:30

GARANTE PER LA PRIVACYAntonio Condorelli

La diagnosi di aneurisma all’aorta di Raffaele Lombardo,emessa cinque giorni dopo la notizia del suo possibilearresto, ritenuta falsa dal primario che si è rifiutato di

firmarla denunciando tutto alla magistratura, poteva e dovevaessere pubblicata. Lo dice nero su bianco il Garante dellaPrivacy che, su denuncia di Raffaele Lombardo aveva avviatoun’istruttoria accurata sul caso. Una che rappresenta una pietramiliare nella libera informazione. Per rispondere ad alcuneagenzie di stampa “inventate” pubblichiamo integralmente ildocumento del Garante della Privacy, la diagnosi di aneurismaall’aorta di Lombardo, e la denuncia del primario Lomeo cherischia il licenziamento per aver fatto il proprio dovere.Il servizio giornalistico “oggetto del reclamo -scrive il

Garante della Privacy- riporta un fatto che può ragionevolmenteconsiderarsi di rilievo pubblico, in quanto riferisce di unadenuncia di presunta falsificazione della cartella clinicadell’On.Lombardo presentata dal primario presso cui ilreclamante ha effettuato gli accertamenti clinici; denuncia cheha determinato l’apertura di un’indagine da parte della Procuradella Repubblica di Catania”. La notizia, per sua natura,implicava dunque un riferimento alle informazioni sulla salutedel reclamante, riferimento che può trovare fondamento anchealla luce della vigente disciplina in materia di protezione deidati personali”.“Pertanto -continua il Garante- il testo dell’articolo del 17

settembre e i due documenti riprodotti nell’articolo medesimo,ossia la denuncia del primario e la scheda di dimissioneospedaliera (allegata alla denuncia), dalla quale si evince chequesta è priva della firma dello stesso primario e riporta la solasottoscrizione di un medico in servizio presso l’unità operativa,risultano pertinenti e non eccedenti e pertanto la lorodiffusione è lecita, anche se sarebbe stato opportuno nonpubblicare la fotografia della scheda di dimissione ospedaliera,essendo il contenuto di questa riportato, comunque, nelladenuncia del primario”.Quindi la diagnosi di aneurisma all’aorta ritenuta falsa e

oggetto di indagini della magistratura poteva essere pubblicata,come è avvenuto il 15 settembre nel numero ZERO di Sud.Il Garante della Privacy è andato oltre il reclamo di Raffaele

Lombardo che ha iniziato una persecuzione giudiziaria neiconfronti della giovane testata giornalistica d’inchiesta,verificando il contenuto anche dei numeri successivi di Sud,come il numero 1 dove, a testimonianza della tesi sostenuta dalPrimario- della falsità della diagnosi di aneurisma di Lombardo-è stato pubblicato un secondo certificato che contiene i risultatidi un esame ecodopler sull’aorta presidenziale. In quell’esameavvenuto pochi mesi prima della diagnosi di aneurisma, tutti ivalori sono nella norma e questo testimonia come il presidentenon abbia alcun aneurisma. Il Garante ha ritenuto eccedenti idati clinici delle misurazioni m-mode, l’analisi “bidimensionale”e l’analisi doppler pubblicati il primo ottobre sul numero 1 diSud. E’ stato chiesto l’offuscamento di questi dati cosa cheavverrà molto presto. E’ importante ribadire che si tratta delsecondo certificato non contestato da Lombardo perchè èquello che testimonia che lui sta benissimo. Quindi la diagnosidi aneurisma è falsa ma soprattutto può essere diffusa epubblicata.

INTERVIENE L'EDITORE DI SUDLa Società Editrice di SUD, chiamata in causa dall’on. Lombardoinnanzi al Garante per la Privacy, esprime massima soddisfazioneper l’esito dell’istruttoria che sancisce la correttezza e la “rilevanzapubblica” della pubblicazione della cartella clinica, denunciatacome falsa e sulla quale, peraltro, non sono ancora noti gli esitidell’indagine aperta dalla procura distrettuale antimafia di Catania.Il fatto che il reclamo dell’On. Lombardo sia stato integralmenterigettato viene persino confermato e aggravato dalla richiesta delGarante di oscurare parzialmente un’altra cartella con dati clinici,presente in altro numero e non oggetto di ricorso, in quantogiudicati “non essenziali” a corroborare la tesi della falsità delladiagnosi di aneurisma, falsità quindi ritenuta già abbondantementeprovata con la precedente pubblicazione.I tentativi operati dal Presidente della Regione Sicilia di mistificarela realtà si commentano da soli e si è certi che le prossime decisionidella Magistratura ordinaria possano essere talmente chiare da nonprestarsi a patetiche revisoni.La decisione del Garante rappresenta ulteriore stimolo per SUDnell’incrementare il proprio imegno nell’informare attraverso atti edocumenti veri ed originali, la cui valutazione viene rimessa ailettori affinchè possa formarsi una Pubblica Opinione libera econsapevole.Pierluigi Di Rosa, Presidente Società Editrice SUD

IL PROCURATORE D'AGATASULLA PERQUISIZIONE DI SUDQuesto devo chiederglielo per forza, anche noi abbiamo avutoqualche esperienza con Galati.Le posso solo dire che l'avvocato Galati è venuto nel mio ufficioalle 13.00 si parlava di una pubblicazione che avrebbe sconvoltola Sicilia, non posso dire altro. Si diceva che sarebbe successo lafine del mondo.Noi abbiamo parlato di psicosi di Raffaele Lombardo...C'erano anche soggetti che potevano tagliare la corda, infatti nonho voluto interferire sulla pubblicazione.Tornando indietro c'è qualcosa che lei non farebbe?Solo la perquisizione del vostro giornale.

Il direttore di Sud e laredazione ringrazianol’Avv.Renata Saitta delforo catanese per ilnotevole impegnoprofessionale al fiancodei giornalisti

IL CERTIFICATO DEL FINTO ANEURISMA NON È STATOCENSURATO DAL GARANTE DELLA PRIVACY

EDITORIALE

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| Pagina 3MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011

CRIMINALE

Oggimetodi e piani sono identici e persino gli uomini appaiono interscambiabili:non si capisce più la differenza tra un capomandamento edunassessore,

tra un capodella cupola e un presidente

Pierluigi Di Rosa

Mentre SUD va in stampa, assistiamo attoniti aquanto sta accadendo nei paesi al di la delnostro mare. Paesi vicini, Egitto, Algeria,

Tunisia, Giordania, Albania, i cui regimi stanno peressere travolti dall’incontenibile furia popolare.La miope politica estera occidentale ha per decenni

confuso l’intollerabile oppressione di regimi corrotti esanguinari come garanzia di stabilità per i propriingordi traffici commerciali. Questo è il terribilerisultato di sangue e disperazione, dagli esiti ancoranon scritti e forse ancora più drammatici.La sensazione diffusa è che il mare che ci separa da

queste tragedie possa non essere sufficiente asalvaguardare quella pace sociale che, anche da noi,appare sempre più appesa ad un filo sottilissimo.Quali sono le rivendicazioni dei popoli

maghrebini? E quanto sono diverse da quelle cheemergono sempre più tra la nostra gente?Disoccupazione e difficoltà economiche crescenti a

fronte di una corruzione oltre ogni limite fisiologico.Una popolazione diffusa che stenta a sopravvivere

e smarrisce ogni senso del futuro a fronte di unaclasse dirigente che si arricchisce in maniera smodata,rubando risorse pubbliche senza alcun ritegno.E’ così diverso dalla nostra realtà? No!Ogni giorno leggiamo di scandali milionari, persino

sulla pelle di terremotati, alluvionati, malati, poveri,bambini.Presidenti di regione già condannati per mafia e

quelli in carica indagati. Mogli e parenti confinanziamenti milionari, enti di formazione aconduzione familiare, l’emergenza sanitaria affossatadalle clientele come tutte le partecipate, immondiziaad ogni angolo con le discariche che straripano.Servizi inesistenti nonostante una spesa regionaleabnorme ed ingiustificata: 12 milioni per un software!Miliardi e miliardi sottratti.Per non dire che chi perde le elezioni si trova al

governo e chi le ha vinte va all’opposizione.Sarà pure la terra di Pirandello, ma certo ogni

limite è stato superato.Adesso, possiamo colpevolmente aspettare che gli

eventi accadano, come fossero ineluttabili, o piuttostoattivarci, ciascuno per proprio conto, ciascuno per ciòche può.Come?Cominciando col vedere e descrivere la realtà per

quello che è.La storia della Sicilia è ricchissima di paradossi, è

storia di dominazioni, oppressioni, rivolte e riscatti,ma si è sempre risolta in un equilibrio che ne haconsentito la sopravvivenza, con tutte le suecontraddizioni.In particolare, quella repubblicana si è dovuta

confrontare con il peggiore dei cancri sociali: la mafia.Mafia intesa come organizzazione Cosa Nostra,

certo, con i suoi capi assassini e la loro manovalanzapronta ad eseguire. Una mafia dalla logicaincomprensibile, con tutti i suoi uomini costretti avivere braccati e finire in galera o morti ammazzati.Una logica che sfugge e porta a pensare che in realtàessa stessa serva ad altro. E ad altri.Una mafia capace di trasformarsi in vera e propria

cultura, esportando i propri metodi violenti espregiudicati nella stessa gestione della Cosa Pubblica.Mafia che si fa Stato o meglio, Regione.Fino a qualche anno fa, mafia e politica trattavano e

si confrontavano, mantenendo però distinti i piani deireciproci interessi, con la riconosciuta supremaziadella Politica. È sempre andata così.Ma adesso la storia si è fatta più complicata e

miserevole. O forse anche più semplice e banale.Oggi metodi e piani sono identici e persino gli

uomini appaiono interscambiabili: non si capisce piùla differenza tra un capo mandamento ed unassessore, tra un capo della cupola e un presidente.Gli uni pretendono pizzo e spacciano droga come

gli altri distribuiscono incarichi ed elargisconocontributi. Ai loro clienti, per milioni, miliardi di euro.Senza ritegno, sottraendo risorse a quella stessa Genteche dovrebbero servire, continuando ad illuderne ipiù disperati con promesse di lavoro che non arrivano

mai e quando arrivano producono ulteriore danno.Gonfiando Regione ed enti collegati di decine dimigliaia di dipendenti inutili che presto nessunoriuscirà più a pagare.In un quadro così corrotto e compromesso uno dei

poteri dello Stato, la Magistratura, si è ripiegata su sestessa, pare aver accettato di farsi dilaniare in unasorta di dicotomia patologica: da un lato i “magistratimilitanti”, sempre in mezzo alle polemiche, osteggiatio osannati a seconda del’obiettivo che colpiscono,spesso debordanti nella convinzione di dover svolgereun ruolo di “purificazione civile” , con i rischi che ciòcomporta; dall’altro i “magistrati dormienti”, quelliche si distraggono troppo facilmente e per troppotempo dallo svolgere i propri compiti, magari in ciòsollecitati da lucrosi incarichi ottenuti da mogli, figli,generi e nipoti.In mezzo, quasi inutili, persino sbeffeggiati, quelli

che fanno solo il proprio dovere: i Magistrati.Il Potere Giudiziario è un potere fondamentale ed

indispensabile, nella sua indipendenza e autonomia.Ma abbiamo bisogno che i tanti Magistrati seri eonesti, resi quasi ininfluenti dall’arrogante famelicitàdi quelli collusi, comincino a fare sentire la propriavoce, che affermino l’importanza decisiva del lororuolo a tutela della sopravvivenza della nostraComunità.Così come abbiamo bisogno di un’imprenditoria

che non si arricchisca con i terreni che da agricolidiventano edificabili grazie a strane delibere oaffittando immobili al comune.Non abbiamo più spazio per centri commerciali

mostruosi, che soffocano il commercio locale esfruttano il disperato bisogno di lavoro con contratticapestro, pronti a lasciare dopo aver tratto ognibeneficio possibile, magari dopo aver persino servitointeressi mafiosi come denunciato dal Presidente dellaCorte di Appello di Catania.Abbiamo bisogno di imprenditori capaci di creare

sviluppo, in grado di realizzare sacrosanto profittocreando benessere per la Comunità e posti di lavorodignitosi.Abbiamo bisogno di una Stampa libera, capace di

informare su quanto accade affinché ci si possaformare un’opinione consapevole. Bisogna respingeree denunciare quella collusa e cointeressata col poterecostituito.Insomma, ognuno deve tornare a svolgere il

proprio ruolo senza commistioni, prendendo atto cheogni cointeressenza rappresenta un’intollerabilepericolo per la salute di un sistema civile e legale.Chi di noi avrebbe mai detto che il regime egiziano

o quello tunisino sarebbero stati spazzati via nel girodi pochi giorni?E da noi?Bisogna prendere atto, senza più ipocrisie, che si è

affermato uno “Stato Criminale” che sfrutta e spreca lenostre risorse, ipotecando ogni prospettiva e questonon è più tollerabile.Bisogna fermarne immediatamente la vergognosa

deriva prima che sia troppo tardi, prima che la furia diquanti, sempre di più, si trovano ai margini o al difuori del sistema di potere e privilegi, comincino acomprendere che la loro condizione di disagio edisperazione, ai limiti della sopravvivenza, è provocatadalla silenziosa complicità di quella classe mediaborghese che in qualche modo, a volte quasiinconsapevolmente, partecipa all’insano banchetto,anche solo accontentandosi di spartirsi le bricioleconcesse o solo promesse da chi governa al momento.Questa classe media borghese, distratta e troppo

indaffarata per fermarsi un attimo a riflettere, siamonoi!A questa classe media, che spesso non ha

responsabilità dirette ma conserva la colpa dell’apatiaquando non del favoreggiamento, a ciascuno di noi, èvenuto il momento di chiedere: vogliamo davverofinire così?Possiamo ancora permetterci di fare finta di niente?

No.Cosa fare?Noi di SUD lo chiediamo a Voi.

ANALISI

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Pagina 4 | MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011

Totò Cuffaro è finito in galera,condannato per

favoreggiamento aggravatoalla mafia e rivelazione delsegreto d'ufficio, adesso è

indagato anche per concorsoin associazione mafiosa,stessa ipotesi d'indagine a

carico di Raffaele Lombardo,suo successore alla guida

della Regione Siciliana ed excollega di partito

CUFFARO-LOMBARDO

PARALLELE

Giovanni Tizian

A settembre del 2005 Salvatore Cuffaro viene rinviato a giudizio. Con l’accusadi favoreggiamento aggravato alla mafia e rivelazione di notizie coperte dasegreto istruttorio. A Cuffaro vengono contestati i rapporti con quattro

persone. Il primo è Giuseppe Guttadauro. Al quale Cuffaro ha fatto giungere lanotizia dell’esistenza di microspie nel suo appartamento, un appartamento in cuigli inquirenti avevano registrato molte preziose conversazioni, in alcune delle qualisi faceva il nome dello stesso Totò. Il secondo è Michele Aiello, imprenditore, “Remida” nel settore della sanità a cui Cuffaro avrebbe rivelato l’esistenza diun’indagine riservata in corso sul suo conto. La terza persona che ha intrattenutorapporti con l’ex governatore è Giorgio Riolo, il maresciallo che aveva piazzato lamicrospia a casa di Guttadauro e che ha detto di avere un rapporto di grandeconfidenza col Cuffaro, al punto da raccontargli delle iniziative dei carabinieri. Laquarta persona è Francesco Campanella, amico poi diventato collaboratore digiustizia, informato dell’esistenza di un’indagine sui rapporti di un politico locale ela mafia. L’accusa in primo grado chiede otto anni di reclusione per Cuffaro,accusato di favoreggiamento alla mafia e rivelazione di segreto d’ufficio.

Il primo gradoA gennaio del 2008 Cuffaro viene condannato per favoreggiamento semplice a

cinque anni di reclusione: la corte non accoglie l’aggravante mafiosa. Per Cuffaro èuna mezza vittoria: viene immortalato mentre offre i cannoli con il vassoio in mano.Nel frattempo Cuffaro era stato eletto a un secondo mandato alla presidenza dellaSicilia, ma dopo la condanna il pressing di Lombardo lo costringe alle dimissioni.Diventerà senatore dell’UdC in occasione delle elezioni politiche del 2008.

La condanna in secondo grado22 gennaio del 2010. Arriva la condanna in secondo grado: Cuffaro è ritenuto

colpevole di favoreggiamento alla mafia e rilevazione del segreto d’ufficio. Ritornaquindi l’aggravante e la pena inflitta sale a sei anni di reclusione. Cuffaro si affida allaCassazione. Non lascia la poltrona di palazzo Madama.

Le altre indaginiNel frattempo si aprono altri due filoni di indagine nei confronti di Totò “Vasa

vasa”. Massimo Ciancimino lo accusa di aver preso delle tangenti e per questo laDirezione distrettuale antimafia di Palermo lo indaga per concorso in corruzioneaggravata dal favoreggiamento della mafia. E infine è imputato in un altro processo aPalermo. L’accusa è concorso esterno in associazione mafiosa. Il 28 giugno i pmhanno chiesto la condanna a dieci anni di reclusione.

La condanna definitivaSette anni di reclusione e condanna per favoreggiamento aggravato a cosa nostra.

Si chiude così l’iter giudiziario di Cuffaro. Il primo presidente di Regione condannatoper avere favorito cosa nostra. Salvatore Cuffaro decade da senatore –aveva lasciatogià lasciato l’UdC aderendo ai Popolari di Italia Domani – e si è costituito. Ora è alcarcere Rebibbia di Roma. «Sono stato un uomo delle istituzioni, ho avuto un granderispetto per la magistratura. Questa prova non è stata e non è facile da portare avantima ha rafforzato in me il rispetto delle istituzioni. La magistratura è una istituzionequindi la rispetto anche in questo momento di prova, ha accresciuto in me la fiducianella giustizia e soprattutto ha rafforzato la mia fede. Se ho saputo resistere in questianni difficili è soprattutto perché ho avuto tanta fede e la protezione della Madonna».

ALCUNI DISCORSI TRA UOMINI D'ONOREREGISTRATI DALLE MICROSPIE IN CUICOMPARE IL NOME DI CUFFAROIl processo in corso che vede imputato Cuffaro per concorso in associazione mafiosa si basa anche sullabase dei discorsi tra mafiosi carpiti dalle microspie.In una delle conversazione registrate tra Francesco Bonura — imprenditore già condannato per mafia,considerato il capo della «famiglia» dell'Uditore — e Rosario Marchese, anche lui imprenditore e anchelui già condannato, i due parlano di raccomandazioni finché Bonura dice: «Dipende tutto da Cuffaro!...perché con Cuffaro ci siamo incontrati, siamo stati vicini... Poi non ci ho potuto parlare più, ma lui èvenuto diverse volte a trovarmi, non è che ci fu una volta. Ci riunivamo là dentro da me, me loaccompagnava un altro, mi diceva "Non ti preoccupare"... "Minchia", gli ho detto, "io appena misistemo queste cose me ne vado". "Ma perché te ne devi andare" mi diceva lui, "ora che le cose sistanno sistemando"... E poi a lui il culo glielo hanno stretto». Interviene Marchese: «Anzi che è ancorafuori...». E Bonura: «Chissà com'è combinato il discorso». E Marchese: «E appunto, lì il discorso è... atesta i l'acqua », cioè «la testa dell'acqua»: in siciliano significa che bisogna andare alla fonte di undiscorso, al vertice di una situazione. Nell'annotazione di polizia si spiega che «Bonura incontravapersonalmente Cuffaro nei locali dell'Immobiliare Raffaello.Il boss Nino Rotolo: «Sì, c'è là al paese una possibilità... Io aspetto risposta pure da Cuffaro, ma peraltre ragioni, perché mi servivano favori». Notazione della polizia: «La sussistenza di attuali rapportinonché la fattiva collaborazione del Cuffaro viene manifestata dal Rotolo con il riferimento a favori eprestazioni delle quali quest'ultimo sarebbe destinatario; il che, dato il tenore letterale dell'inciso,farebbe propendere per un'attuale e feconda collaborazione»

POLITICA

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| Pagina 5MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011

Entro poche settimanepotrebbe chiudersi l'indagine acarico di Raffaele Lombardo.L'ipotesi è concorso inassociazione mafiosa, ilPresidente ha negato ognicoinvolgimento in fatti dimafia, ma ha confermatopubblicamente rapportipolitici di vecchia data con imafiosi Bevilacqua, Di Dio eBasilotta. Tutto è avvenutonell'indifferenza dei dirigentidel Pd siciliano e deimagistrati Massimo Russo eCaterina C. pagati comeassessori da Lombardo

POLITICA

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Pagina 6 | MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011

Il BACIOAlle elezioni europee del 2009, Lombardo si è alleato con Francesco Caruso, segretario del

Partito Nazionale Autotrasportatori.I Ros lo hanno fotografato mentre baciava e abbracciava il capo di Cosa Nostra VincenzoAiello e in compagnia di suo fratello Alfio, boss del Clan Santapaola, in diversi incontri

IL COLMO: LOMBARDONON PAGA ICAMIONISTI PER LACAMPAGNAELETTORALE

Abbiamo intervistato Francesco Carusoconcedendogli ampio spazio sul nostro portale enello scorso numero di Sud. In rappresentanza delConsorzio Caiservice ha comunicato di averdenunciato per “truffa” il presidente della RegioneRaffaele Lombardo. Non sono state saldate le fattureemesse durante la campagna elettorale, quando i Tirattraversavano l'Italia con gli slogan autonomisti.Raffaele Lombardo viene accusato dai trasportatoridi non aver rispettato gli accordi, è stato già richiestodecreto ingiuntivo nei confronti del partito MPA:“non potevamo aspettarci -ha detto Caruso a Sud-che un presidente della Regione non pagasse ilavoratori per la sua campagna elettorale, da tempoormai rifiuta di incontrarci”.

SUD RINGRAZIA ICAMIONISTISICILIANI

Non possiamo che ringraziare tutti itrasportatori catanesi e siciliani, per il durolavoro che ogni giorno e ogni notte portateavanti. Grazie a voi i prodotti sicilianiattraversano lo Stretto di Messina e arrivanosulle tavole di tutta l'Europa. Saremo semprepronti a dare ampio spazio alla vostra categoria.Grazie ancora per quello che fate.

di Antonio Condorelli

MAFIA E POLITICA

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| Pagina 7MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011

SANT’AGATA«Tu che splendi in Paradiso,coronata di vittoria,Oh Sant'Agata la gloria,per noi prega, prega di lassù»

«Non valser spine e triboli,non valsero catene;né il minacciar d'un Presidea trarla dal suo Bene,a cui dall'età eternafu sacro il vergin fior»(Mario Rapisardi, Ode, per il 5 febbraio 1859)

LA "VARA" - FOTO A.C.

SPECIALE SANT’AGATA

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Pagina 8 | MARTEDÌ 1 FEBBRAIO 2011

“STRADE SICURE E PARTECIPAZIONEDEI FEDELI”. SUD INTERVISTA IL DOTT.DOMENICO PINZELLO, QUESTORE DICATANIADopo l'inchiesta di Report su i festeggiamenti agatini, come sta operandola Polizia di Stato in favore di una maggior “pulizia” nella festa stessa?Bisogna distinguere vari aspetti. Gli aspetti che concernono le indagini sonosvolti esclusivamente dall'autorità giudiziaria. Poi ci sono gli aspetti checoncernono la sicurezza e l'ordine pubblico, che sono di competenza nostra, inraccordo con il comitato per L'ordine e la sicurezza. Una cosa a cui tengo inparticolar modo è che nessun metro di strada interessato dalle processioni deveessere aperto al traffico e alla transitabilità finché non ne sia verificata lapercorribilità. Potrò occorrere un giorno, una settimana, un mese. Ci vuole iltempo necessario. Ma questo per me è un elemento imprescindibile.Qual'è invito vuole rivolgere ai devoti?Io ritengo una cosa: che se sie è realmente devoti, e ce ne sono tanti, bisognarispettare la dignità umana in primis. Determinate manifestazioni diavvicinamento e devozione alla Santa patrona le rispetto, come rispetto ilsentimento religioso. Bisogna però che tutti imparino a rispettare anche glialtri.L'anno scorso si sono registrati dei segnali positivi nella gestionedell'ordine, soprattutto in cattedrale. Che sinergia c'è con la Curia?Finché gli stessi fedeli si rendono partecipi nel collaborare per la gestione dellasicurezza, è possibile ottenere buoni risultati. È importante che si contribuiscatutti allo sviluppo della nostra città. Di passi avanti ne sono stati fatti. Ma nonbisogna essere mai paghi di quanto è stato fatto. Ognuno di noi deve pensare acosa bisogna fare ulteriormente. FMA

LA CANDELORA DEI PANETTIERI DAVANTI AL PREFETTO SANTORO - FOTO ORAZIO DI MAURO

CATANIA AMA SANT’AGATA

Fernando M. Adonia

Nel marzo del 2009 l'inchiesta “I Vicerè” di Report ha messoin luce gli interessi della mafia dentro la festa di S.Agata.Catania si è trovata nuda. Ma l'orologio non è si è fermato a

quella data. La città, le istituzioni e la curia hanno iniziato “conorgoglio” un'arduo lavoro di risalita, spesso passato sotto silenzio.“O la festa risorge o muore definitivamente”. Questa parole,

risalenti alla vigilia della festa dello scorso anno -secondoindiscrezioni- sarebbero di Mons. Barbaro Scionti, parroco dellaCattedrale e uomo di fiducia del Vescovo Salvatore Gristina. Da piùparti Scionti è stimato quale il principale interprete della“reconquista” diocesana sui festeggiamenti. L'iniziativa più chiara ditale volontà è stata quella d'istituire e dirigere un servizio disicurezza finalizzato al mantenimento di un clima ordinato eraccolto in Cattedrale. Iniziativa importante ma non gradita a tutti,soprattutto da quei segmenti di devoti tanto affezionati ad alcuneusanze non esattamente in linea con la santità del luogo, comequella di assistere alla celebrazioni eucaristiche entro il perimetrodell'altare. Nonostante questi sforzi, lungo le celebrazione perl'ottava dello corso anno, si è verificato un fatto di gravità assoluta:nel mezzo della calca, un devoto ha divelto un fregio d'argentodalla scrigno contente le reliquie della santa. Episodio che dacomunque ragione agli sforzi di Barbaro e al suo ammonimentosulla necessità di disciplinare quanto più possibile l'entusiasmo dicerti fedeli.Con l'amministrazione Stancanelli da quest'anno entra in vigore

una nuova disciplina circa l'accensione dei tradizionali ceri, limitataa cinque aree opportunamente predisposte. Scelta coraggiosa e,per certi aspetti impopolare, ma necessaria per “la pubblicaincolumità e il rischio di incidenti, anche gravi, per pedoni edautoveicoli e partecipanti alla festa medesima”. Appunto lo scorso10 febbraio è morto il giovane Andrea Capuano, scivolato con ilproprio motorino in Via Etnea a causa proprio della cera. Da quipure l'impegno del questore Domenico Pinzelli: “nessun metro distrada interessato dalle processioni deve essere aperto al traffico ealla transitabilità finché non ne sia verificata la percorribilità”.Positivo l'impegno reso dai devoti, soprattutto dell'associazione

“Sant'agata in Cattedrale” presieduta da Claudio Baturi, quest'annoal venticinquesimo dalla fondazione. La maggior parte dei volontariche assistono Scionti nell'ordine in Cattedrale provengono appuntodall'associazione ubicata nella chiesa madre catanese. Il tagliodevozionale è netto: indossare il tradizionale “sacco” bianco con“dignità e moralità”. Appunto per questo gli aderentiparteciperanno quest'anno alle processioni con una sciarpa biancaal collo. “Siamo devoti, non siamo tifosi”. Piccola provocazione chevuole richiamare le cittadinanza e i devoti alla sobrietà di una festache in primo luogo è religiosa.È evidente però che i progressi ottenuti lo scorso anno vanno

ripetuti e intensificati. Per questo è necessaria la massima sinergiapossibile tra le istituzioni e la città. I segnali dello scorso anno sonodunque il segno che, oltre alla festa, Catania è in grado di riscattaresé stessa sotto il profilo morale e civile. La città agatina èprofondamente radicata nelle sue tradizioni, una città -nel bene onel male- conservatrice. Forse è proprio nel martirio agatino cheCatania troverà la “risurrezione”. L'augurio c'è tutto.

LA CANDELORA DL MONS. VENTIMIGLIA - FOTO MARA TROVATO

SPECIALE SANT’AGATA

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“IL CAMMINO È ARDUO, LA CHIESANON DEMORDE”. PARLA MONS.BARBARO SCIONTI, PARROCODELLA CATTEDRALE DI CATANIAQual è stata nei fatti l’azione della Curia dopo la video inchiesta di Raitresulla festa di S.Agata?L' inchiesta di RaiTre mi ha molto rattristato, a livello personale, poiché glisforzi che, in sintonia con il mandato ricevuto dall’Arcivescovo e dalla comunitàecclesiale, erano stati messi già in atto (costituzione del Consiglio per gli AffariEconomici, riorganizzazione del servizio rottamazione cera, rafforzamento dellacollaborazione con le forze dell’ordine…) non sono affatto emersi. La Chiesacatanese ha a cuore la festa di Sant’Agata e la vuole “esperienza di festacristiana” vissuta tra lode a Dio e solidarietà tra gli uomini, guardando aSant’Agata.Da più lati arrivano attestati di stima per la sua azione in Cattedrale,soprattutto per la gestione dell’ordine. Cosa ha fatto in concreto?La Cattedrale è per titolo e definizione la Chiesa del Vescovo, il luogo checustodisce la “cattedra” dalla quale il Vescovo esprime il suo essere maestro difede per la nostra comunità; perciò essa deve essere sempre “esemplare” nellesue manifestazioni.Le associazioni stanno contribuendo alla “bonifica” della festa dai variabusi e, se è si, in che modo?I devoti aggregati nelle associazioni agatine sentono bene l’attenzione delVescovo e dei sacerdoti assistenti che chiedono con insistenza maggiorecoerenza nell’impegno di vita cristiana.In occasione della visita pastorale al primo vicariato, nell’ottobre scorso,l’Arcivescovo ha sottolineato con voce ferma che l’onore di essere più vicino aSant’Agata richiede l’onere della scelta di vita cristiana coerente. Il cammino èarduo, la Chiesa non demorde.Da più lati si chiede maggior legalità durante i festeggiamenti, la Curia ele autorità civili come si stanno muovendo, c’è sinergia?La sinergia tra le istituzioni è ormai abbastanza evidente: il rapporto dicollaborazione è in crescita, alimentato dall’impegno di ciascuna a realizzare ilproprio dovere fino in fondo a servizio del bene comune.È possibile che questa città possa riscattare sé stessa proprio partendodall’esempio di Agata?Sant’Agata è la Patrona della città e dell’Arcidiocesi, è dunque per tutti noi unsegno, una guida nel nostro cammino di cristiani: la fedeltà, l’intraprendenza, ilcoraggio che Agata esprime attraverso la sua vicenda, così come gli atti delmartirio ci narrano, sono per noi cristiani un esempio luminoso da imitare. Perquesto la Chiesa desidera che si conosca di più e meglio Agata, la sua storia, lasua vicenda umana e cristiana: Agata ha tanto da insegnare, ci educa a vivereintegralmente il Vangelo. FMA

“NON OFFENDERELA PATRIA DI AGATA”“Non offendere la patria di Agata, perché ella è vendicatrice delleingiurie”. Recita così uno dei motti catanesi più antichi. Esso risale aFederico II di Svevia. A quando cioè, intento a stanare i catanesi ribelli,lo Stupor mundi ne fu dissuaso dalla misteriosa apparizione di questascritta nel suo libro di preghiere. Per la tradizione e la città l'autore diquelle parole è Agata.

TUTTI I CONCORSI OGGETTO DELLE INDAGINI DELLA MAGISTRATURA ERANO PUBBLICIZZATISUL VOLANTINO UFFICIALE DELLA CAMPAGNA ELETTORALE DEL 2005

CATANIA AMA SANT’AGATA

DEVOTI IN PREGHIERA,LA GENTE IN ATTESA DEL PASSAGGIODELLA "VARA",LA CANDELORA DEI PANETTIERI,I CERI VOTIVI

FOTO A.C.

FOTO A.C.

FOTO A.C.

FOTO ORAZIO DI MAURO

FOTO A.C.

SPECIALE SANT’AGATA

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CATANIA AMA SANT’AGATA

i colori, i profumi, la gente:Catania celebra la Patrona

giorno dopo giorno

FESTA ALLA VILLA BELLINI - FOTO MARA TROVATO

IL MAESTRO DI MAURO DECORA UN CARRO SICILIANO - FOTO MARA TROVATO

LA PESCHERIA "DEVOTA" - FOTO A.C.

L'ETNA IN ERUZIONE VISTA DAL PORTO DI OGNINA - FOTO A.C.

VENDITORE DI PALLONCINI - FOTO MARA TROVATO

SPECIALE SANT’AGATA

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IL DOVERE DICRONACA

Abbiamo il dovere di pubblicare le foto e leinformazioni di cui siamo venuti in possessopochi giorni addietro. La nostra redazione haospitato Francesco Caruso sollevando laquestione dei mancati pagamenti di RaffaeleLombardo. Le nostre porte saranno sempreaperte a tutti, ma i cittadini devono ricevereun'informazione completa. Costi quel che costi.

Nell'informativa Iblis sui rapporti tra mafia e politicache riguardano anche i fratelli Lombardo, ci sononumerosi documenti che ricostruiscono i rapporti traFrancesco Caruso, alleato di Raffaele lombardo nel2009 e Vincenzo Aiello, Capo di Cosa Nostra.Intermediario il boss Alfio Aiello.

31/05/2004 Alfio Aiello, boss del Clan Santapaola siincontra con Francesco Caruso.

7/06/2004 nel territorio di Naro - SS 115, presso ilmagazzino di Cottitto Gioacchino Francescovenivano notati Alfio Aiello e Francesco Caruso

05/03/2007 Alfio Aiello organizza una riunione“fungendo da tramite tra il fratello Enzo”, capo diCosa Nostra etnea e Francesco Caruso. Aielloriceveva la telefonata di Francesco Caruso, con ilquale concordava di incontrarsi a breve allaPrimefruit. Successivamente Alfio, contattava ilfratello Enzo al quale chiedeva di raggiungerlo allaPrimefruit. I Ros ricostruiscono che alle 20.16 entranel parcheggio della Primefruit l'autovettura Audi Q7di colore nero, dalla quale scendono FrancescoCaruso e Alfio Aiello. Caruso saluta baciando il bossEnzo Aiello e dà la mano a Bergamo. Pochi giornidopo, intercettato, Alfio Aiello contatta Caruso, loinvita a prendere un caffè. Caruso ribadisce che loavrebbe raggiunto presto e non ritenendol'argomento trattabile a mezzo telefono, risponde“non me ne parlare”, “poi ti racconto”. Al terminedella conversazione Aiello domanda al chiamato seha “ossigeno”e ricevuta risposta negativa da Caruso,spiegato che era già stato contattato in quella stessamattinata da “quello”, aggiungeva che avrebbe vistolui come risolvere la situazione.

10.07.2007 presso bar Sferro AV: AIELLO Vincenzo;CF:CARUSO Francesco; SG: SCUTO Giuseppe, dettoPino.[...]AV: ascolta a me Francesco, poi fine mese c'è chedobbiamo correre e non abbiamo risolto niente... Ame interessa che io... questa sera si firma il contrattodi quella Cooperativa, quello gli porta il contratto inBanca (inc.) la Banca gli anticipa duecentomila Euro,perché duecentomila Euro (inc.)... io diecimila (inc.).CF: si![...]AV: fra cui, in Argentina, a Milano, in Svizzera, inBelgio, chi ne aveva dodici metri, chi ne aveva settemetri, per unirli...CF: lasciti...AV: lasciti di eredi, chi aveva tanti figli, quelli a suavolta sono morti, i figli, tutta una situazione da farepaura. lavi ca ci cummattemu, da fare paura... esempre... uno cbe voleva fare il lavoro lui, non bafatto firmare a sua (inc.)... per ripicca. si è fattosponsorizzare da Angelo (Santapaola ndr.). Quelcesso che gli abbiamo fatto fare il lavoro della Bmw!

16/07/2007 Francesco Caruso si reca presso laPrimefruit dopo l'arrivo di Alfio Aiello. Vengonointercettate numerose telefonate tra Enzo Aiello, ilfratello Alfio e Caruso.

SCRIVONO I ROSNELL'INFORMATIVA IBLIS:CARUSO, soggetto che mantenevadelle significative e riservatecointeressenze economiche con ifratelli AIELLO e, più inparticolare, con Alfio, il 31 lugliodel 2006, scampava ad un attentatorimanendo ferito in modo lieve daun colpo d’arma da fuoco e, già inquel periodo, proprio in relazione adetto agguato, come noto a codestaA.G., venivano documentatinumerosi contatti tra CARUSO e ifratelli AIELLO

SOPRA E SOTTO: FRANCESCO CARUSO BACIA EABBRACCIA IL CAPO DI COSA NOSTRA VINCENZOAIELLO

SOPRA E SOTTO: I LUOGHI DEGLI INCONTRI TRACARUSO E GLI AIELLO

ALFIO AIELLO E FRANCESCO CARUSO, ALLEATO DI LOMBARDONEL 2009

MAFIA E POLITICA

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12 MILIONI DI EURO

SPAMPINATO, DAI COMIZI ALL'APPALTOMILIONARIOUn’Isola ricchissima, il cui immenso patrimonio non rende affatto quanto dovrebbe. E’ questoil problema della Sicilia, che qualcuno vorrebbe condannata a un’irrimediabile arretratezza. Ecosì sarebbe se non esistessero quelle straordinarie opportunità di sviluppo socioeconomicoche sono informatica e telecomunicazioni, grazie alle quali è possibile superare d’un balzo ungap apparentemente incolmabile.Innovare la Sicilia significa guardare al nostro immenso patrimonio culturale, ambientale esociale da un nuovo punto d’osservazione, con il distacco oggettivo degli uomini di scienza. Eoperare di conseguenza con la massima rapidità attraverso uno strumento agile ed efficace: unasocietà a capitale misto che sappia coniugare esigenze organizzative, tecnologia e capacitàindustriale.Sarà così possibile per la Sicilia guadagnarsi un ruolo da protagonista nel mondo che verrà,sempre più incentrato sui valori della Conoscenza. Un mondo in cui la cultura conta. Unmondo in cui chi più sa, più guadagna. E poiché in questa partita le tecnologie giocheranno unruolo fondamentale, bisogna attrezzarsi.Per il resto, basterà ripartire non solo dalla nostra posizione geografica di ponte tra Europa eAfrica, ma anche dalla posizione culturale di medium tra i produttori di alta tecnologia e i suoifruitori.Quanto la Regione Siciliana creda nella Società dell’Informazione lo dimostra il grande piano diinvestimenti messo a punto per sostenere un’autentica rivoluzione culturale destinata acoinvolgere tutti gli ambiti della società regionale: pubblica amministrazione, sistemadell’istruzione, mondo produttivo, singoli cittadini.Quanto ci crediamo noi di Sicilia e-servizi, che consideriamo questa sfida esaltante, sapremomostrarvelo tra breve.Emanuele Spampinato

Emanuele Spampinato, presidente della Sicilia-e-servizi, che ha ricevuto l'affidamento diretto

di 12 milioni di euro per un software,nel febbraio 2007 era stato segnalato dal GICO

per concorso in associazione mafiosa.Era segretario del Circolo Sant'Agata,

infiltrato dal clan Santapaola.La Procura di Catania ha poi decisodi non procedere nei suoi confronti

NEL 2002 EMANUELE SPAMPINATO ERA SEGRETARIO MENTRE ILCONSIGLIO DEL CIRCOLO SANT'AGATA ELEGGEVA ALL'UNANIMITÀVINCENZO MANGION, FIGLIO DI "PIPPO"

LOMBARDO RACCONTA L'APPALTO SENZA GARASi tratta di un impegno di spesa di circa 12 milioni per realizzare il protocollo informatico in tutti gli uffici dellaRegione, che sono 590 tra uffici del centro e periferici.E’ bene essere chiari: si tratta di una cifra che deriva da una serie di componenti tutte vagliate una per una aprezzi standard e di mercato. Tanto è vero che la Commissione di coordinamento dei sistemi informativiregionali ha ritenuto congrua quella cifra. Si tratta, tra l’altro, delle risorse liberate del periodo 2006 cheandavano investite entro il 31 dicembre.La spesa comprende la dotazione hardware per gli uffici, lo sviluppo del software e la formazione per circa10.000 persone che dovranno essere istruite all’impiego di teconologie e linguaggi nuovi e diversi.I vantaggi del sistema sono legati alla trasparenza, consentono di accelerare l’iter delle pratiche, semplificano iprocessi burocratici. Vantaggi fondamentali perché, se il progetto andrà in porto, e vigileremo naturalmente suogni singola spesa voce per voce, potremo essere all’avanguardia sull’impiego dell’informatica nellecomunicazioni interne tra gli uffici regionali.Sicilia e-servizi, se deve comprare computer farà una gara e acquisterà al prezzo migliore di mercato e i relativirisparmi verranno utilizzati per estendere ulteriormente l’impiego dell’informatica per gli uffici periferici ecentrali.Raffaele Lombardo

di Antonio Condorelli

INCHIESTA

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Emanuele Spampinato, presidente della dittaaffidataria dell'appalto d'oro da parte dellaRegione governata da Raffaele Lombardo, nel2008 si candidò alle regionali a sostegno dellostesso Lombardo

A SINISTRA VINCENZO MANGION, A DESTRA EMANUELE SPAMPINATO,FOTOGRAFATI ALL'INTERNO DELL'INFORMATIVA DEL GICO

NEL VERBALE DI CANDIDATURA DEL CIRCOLO, INSIEME ASPAMPINATO, CI SONO VINCENZO MANGION E ANTONINOSANTAPAOLA

UN ESTRATTO DELL'INDAGINE PER CONCORSO IN ASSOCIAZIONE MAFIOSA ACARICO, TRA I TANTI, ANCHE DI EMANUELE SPAMPINATO.LA PROCURA HA POI DECISO DI NON PROCEDERE NEI SUOI CONFRONTI

INCHIESTA

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MEZZOGIORNO:l'economia,le interviste,le inchieste.SEGUI TUTTO SUSUDPRESS.IT

Carlo Lo Re

Non accennano a placarsi le polemiche sullo scarso utilizzo dei fondidell’Unione Europea da parte della Regione Siciliana. I numeri checircolano in merito spesso sono in assoluta libertà (addirittura c’è chi

oggi “beatifica” la gestione di Totò Cuffaro, ritenuto un presidente in grado dispendere il denaro proveniente da Bruxelles, il che è francamente assaiopinabile), ma certo c’è qualcosa che non va e deve pur esservi una ragione(incapacità ontologica?) nella storica scarsa propensione degli amministratoridel Sud Italia a far tesoro delle opportunità comunitarie. Pensiamo, di contro, acome l’Irlanda abbia goduto per decenni di un fortissimo input allo sviluppograzie ad una buona gestione dei fondi europei. O a come la Polonia stiacambiando rapidamente il suo volto, cogliendo al volo tutte le chance perammodernare le vecchie infrastrutture e realizzarne di nuove.In Sicilia, invece, nulla di tutto questo. Secondo talune fonti, vi sarebbero

bloccati 1.7 miliardi di euro statali. Sui fondi Fas 2000-2006 stesso discorso. Dauna ricognizione del Cipe, risultano spesi solo al 24%, a fronte di 4 miliardi adisposizione. Inoltre, sempre secondo dati ministeriali, il 50% degli impegniassunti sarebbe inerente progetti con spese inferiori al 10% del finanziamento.Andiamo al Por 2009, di cui non sarebbero stati spesi ben 360 milioni. Peggioancora la situazione per il Por 2010, con un impegno del 7.2%, ossia appena 62milioni su 872 disponibili. Comprensibile come Palazzo Chigi preferisca ormaipuntare su altre regioni del Paese, nonostante la nota fedeltà elettorale dell’Isolaal suo corrente inquilino.Analoga situazione per quel che riguarda l’agricoltura, con la Cia

(Confederazione Italiana Agricoltori) che da mesi lancia appelli inascoltati. Incampo agricolo sono stati spesi 240.9 milioni (appena l’8.7%) su 2.7 miliardi delPsr (il Programma di Sviluppo Rurale dell’Unione Europea) 2007-2013. Questiquasi 3 miliardi di euro sono ripartiti in 5 precise linee d’intervento, osservandobene le quali il quadro si fa ancora più fosco. Per l’importantissima linea 1(riguardante interventi a favore dei lavoratori, ma anche delle infrastrutture,nonché l’ammodernamento delle aziende e dei processi produttivi), a fronte diuna disponibilità di 1.4 miliardi sono stati spesi appena 5 milioni, ossia unmisero 0.36%. Nel mentre, il settore agrario agonizza: nell’ultimo anno in Siciliasi sono persi 106 mila posti di lavoro da bracciante et similia ed il reddito deicoltivatori si è contratto del 7% circa.Soluzioni per uscire da una simile paralisi? «In Sicilia solo la stabilità politica

e la collaborazione fra tutte le forze in campo possono consentire di pianificareseriamente gli interventi ed utilizzare bene tutto il denaro europeo e stataledisponibile», predica allarmato (anche lui) Nino D’Asero, vicepresidente dellaCommissione Bilancio e Programmazione all’Ars. «Ma bisogna fare in fretta –sottolinea il deputato regionale Pdl – perché dal 2013 la Sicilia non sarà piùobiettivo 1 dell’Ue. E i soldi andranno altrove». Finalmente, vien da dire.Qualcun altro, magari, saprà come utilizzarli per il bene della propria gente.

arRAFFAti

Terna incassa il “via libera” per 2 elettrodotti fra Priolo e Melilli

Il dg per l’energia nucleare e le fonti rinnovabili del Ministero dello Sviluppo Economico, Rosaria Romano, hafirmato il decreto che autorizza la Terna a realizzare due elettrodotti interrati da 389 kV tra le stazioni elettrichedi Priolo e Melilli, in provincia di Siracusa, e il relativo adeguamento delle stazioni. Il 7 luglio 2010 Terna e laRegione siciliana avevano siglato un primo accordo sulla cosiddetta “fascia di fattibilità” del nuovo elettrodottoa 380 kV Paternò-Pantano-Priolo, tra le province di Catania e Siracusa. L’accordo prevede degli investimenti peroltre 180 milioni di euro, pari a circa il 20% del totale previsto nell’Isola, per dare maggiore sicurezza edefficienza al sistema elettrico della zona. «In Sicilia – afferma una nota ufficiale dell’azienda – Terna ha inprogramma importanti investimenti con l’obiettivo di aumentare sicurezza e affidabilità del servizio elettrico inuna regione strategica del sud Italia, tenendo sempre ben presente che sensibilità nei confronti dell’ambiente ecrescita infrastrutturale devono andare di pari passo». CLR

UniCredit, Vinciguerra responsabile Area Commerciale Sicilia Orientale

Riccardo Vinciguerra (46 anni, originario di Catania, laureato in Economia aziendale, in UniCredit dal 1990) è ilnuovo responsabile dell’Area Commerciale Sicilia Orientale del Private di UniCredit, composta dalla filiale diCatania, guidata da Salvatore Torrisi, cui fa capo la dipendenza di Siracusa, e da quella di Messina, guidata daAntonino De Stefano, cui fa capo la dipendenza di Reggio Calabria. Nell’Area Sicilia Orientale lavorano 34persone, di cui 24 sono gestori che curano direttamente il rapporto con la clientela.Il Network Private Banking di UniCredit è dedicato ai clienti con patrimoni superiori ai 500 mila euro. In Siciliaè anche attiva una Direzione Network, una delle sei in cui è organizzata la struttura in Italia. Responsabile delNetwork Sicilia è Vincenzo Tumminello. La struttura è poi composta dalle aree commerciali Sicilia Occidentalee Sicilia Orientale e da nove filiali. CLR

2010 in crescita per la SIBEGÈ stato un ottimo 2010 per la Sibeg di Catania, produttrice della Coca-Cola in Sicilia. Intanto si è festeggiato il50° anniversario della società. Inoltre, i dati dell’anno appena conclusosi, recentemente presentati a Viagrande,indicano un’ottimo stato di salute, tanto che l’ad Luca Busi, parla di un’azienda, la Sibeg appunto, «pronta adivenire la “lepre” del sistema Italia di The Coca-Cola Company».Davvero di rilievo i numeri sottoposti all’attenzione della stampa. Fatturato di 112,4 milioni di euro, a + 4,02%rispetto al 2009, significativo incremento dell’Ebit, ossia del margine operativo netto, a 9,6 milioni di euro nel2010 (+ 13,3%) ed investimenti programmati per circa 28 milioni di euro nel quadriennio 2010-2013.Quanto all’occupazione, in netta controtendenza rispetto al desolante quadro regionale, nel 2010 la Sibeg haaumentato gli occupati. 258 (+2%) sono infatti oggi i collaboratori totali, cui va ad aggiungersi l’indotto.Insomma, dati complessivi che fanno della Sibeg uno dei principali player dell’economia siciliana. CLR

LO BELLO: «IN SICILIA NESSUN DIBATTITOSU QUESTIONI STRATEGICHE»Non è molto ottimista per il 2011 dell’economia siciliana il presidenteregionale di Confindustria, Ivan Lo Bello, che a Sud ha sottolineatocome «purtroppo la domanda interna sia ancora in calo, segno di unasituazione ancora fragilissima al pari dell’anno appena concluso». Ilproblema più grave continua ad essere la disoccupazione, nell’Isola adun tasso ufficiale attorno al 13.8%, «ma nella realtà – ha spiegato LoBello - considerati pure i tanti che si sono arresi ed un lavoronemmeno più lo cercano, quasi al 20%». Le cause? Per il presidente diSicindustria «molti settori stanno purtroppo licenziando da mesi emesi, vuoi perché legati appunto ad una domanda interna in forteflessione o perché dipendenti dai lentissimi meccanismi autorizzatividella Regione o da investimenti pubblici sempre più ridotti».Purtroppo anche la Regione ha le sue difficoltà e non riesce più adiniettare liquidità come un tempo nel tentativo di risollevare le sortidel tessuto produttivo siciliano. Le lotte intestine che stannodilaniando l’Isola, poi, non fanno che aggravare la situazione.«Servirebbe discutere di riforme – ha concluso Lo Bello - di crescita, dipolitiche industriali, del federalismo e degli esiti che avrà da noi, ma ildibattito politico qui non vede al centro nessuna questione realmentestrategica». CLR

Dal 2013 non saremopiù “obiettivo 1” dell’Ue.E le chance che nonabbiamo saputomettere a frutto

le avrà qualcuno piùmeritevole

ECONOMIA

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Un doppio inGARIco è per sempre?

AL TEATRO MASSIMO BELLINI, RITA CINQUEGRANA(IN GARI) È STATA NOMINATA SOVRINTENDENTE

AL COMUNE DI CATANIA, RITA CINQUEGRANA (INGARI) È ASSESSORE AL TURISMO, SPORT EPOLITICHE SCOLASTICHE

IL MARITO DI RITA CINQUEGRANA È IL GIPEDOARDO GARI, TECNICO DI ALTISSIMOPROFILOEnrico Sciuto

Raffaele Stancanelli, sindaco di Catania indagato per abusod’ufficio nell’inchiesta sui servizi sociali -per il suo operato diassessore di Totò Cuffaro- ed anche indagato per falso e abuso

d’ufficio, insieme a Lombardo e Scapagnini, nell’inchiesta sullepromozioni facili, licenzia la nuova Giunta comunale. Entrano quattroassessori e resta Rita Cinquegrana Gari. Sarà ancora Assessore alTurismo, “per completare- ha spiegato il Sindaco- i progetti connessiall’attività del Teatro Massimo Bellini”. Le altre deleghe che deteneva sele spartiscono Vittorio Virgilio e Ottavio Vaccaro, fino a oggi assessorealla Provincia. Gli altri ‘volti nuovi’? Sebastiano Arcidiacono, messo allaporta nel primo rimpasto, e l’autonomista Massimo Pesce, impallinatoda Castiglione ai primi fuochi della guerra MPA-PDL. E’ la primavera diStancanelli.Rita Cinquegrana Gari rimane al fianco di Stancanelli. La

Sovrintendente del Teatro Massimo Bellini, moglie del presidenteaggiunto dell’ufficio GIP della Procura etnea, è stata riconfermata allacarica di Assessore al Turismo. Il Sindaco l’ha ringraziata, spiegando diaverle chiesto “di rimanere il lasso di tempo necessario a completare iprogetti strettamente connessi all’attività del Teatro”. Quanto durerà iltempo necessario nessuno può dirlo. Ad oggi è al Comune da otto mesie detiene il doppio incarico da quattro. Gli altri Assessori sono statitutti riconfermati. Su indicazione di MPA e PDL fanno ingresso ingiunta quattro nomi che ‘nuovi’ non sono: alla Sanità e all’Istruzione vaVittorio Virgilio, medico chirurgo ed ex dirigente dell’aziendaospedaliera Policlinico di Catania. E’ stato indicato dal PDL così comeOttavio Vaccaro, l’avvocato trentaseienne fino ad oggi Assessore aiLavori Pubblici della Provincia Regionale. Al Comune si occuperà diSport e Politiche Giovanili. Palazzo degli Elefanti, grand hotel dalleporte girevoli, fa il pieno anche in casa autonomista. Per l’occasione,Stancanelli rispolvera Sebastiano Arcidiacono, il dirigente delle Acli cuiaveva già dato il benservito a maggio. Allora non andava bene: c’era davarare la Giunta tecnica. Ora Arcidiacono è chiamato a far parte dellastessa “nuova compagine” per cui era stato messo alla porta. “Si trattasolo di completarla”, dice Stancanelli. Ma un vero colpo il viceRaffaeleetneo lo mette a segno reclutando Massimo Pesce, ex assessore alleAttività Produttive della Giunta Castiglione. Il PDL lealista se ne disfeceper lanciare il guanto di sfida a Lombardo. Ora Stancanelli lo haripescato, assegnandogli addirittura la delega al Mare. E non c’è nullada ridere: il povero Pesce sarà anche Assessore alla Polizia Municipale,con delega esclusiva a un comparto fra i più alle corde della città.«Sono il primo Sindaco di Catania che si priva di quest’importantedelega», ha spiegato un sogghignante Stancanelli. E, a sentirlo nelprosieguo, c’è da credergli: “Lui non voleva…”, gli scappa di boccaraccontando dell’offerta al neoassessore. Sarà la pioggia traboccanteper le strade, ma la primavera appare lontana. E il viceRaffaele diCatania lo sa.

I lettori di Sud chiedono le dimissioni della moglie del GIP da sovrintendente e assessore.Abbiamo contattato la dottoressa Cinquegrana Gari, che ha riattaccato

Sud intervistaLA MOGLIE DEL GIPProfessoressa Cinquegrana?Sì? Chi parla?Sono Sciuto di Sudpress. Ladisturbo?Prego… Mi dica.Le abbiamo recentementededicato un pezzo… Volevamosapere se le sue cariche, alComune e al Teatro MassimoBellini, non possano metterein imbarazzo suo marito, cheè presidente aggiuntodell’Ufficio dei Gip dellaProcura di Catania…... (ha riattaccato)

MALA POLITICA

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