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Tutto Brindisi - Anno 14 numero 8

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Non restate a guardareIl Coraggio, il Cambiamento e la Speranza in una strana cittàLa città dove Errico, uomo che merita rispetto, viene scaricato in fretta e furia. Senza un grazie

D i complimenti per il nuovo TB ne abbiamo ricevuti tanti, tantissimi, ed in parte li abbiamo

pubblicati. Ma questo mese ne abbiamo ricevuto uno che ci ha fatto pensare. «Avete un grande coraggio!», ci ha detto un amico. Coraggio perché? Per aver parlato di qualche potere forte. Senza peraltro fare inchieste alla Report. Abbiamo soltanto scritto cose normali su certe strane cosette che accadono in questa città e non altrove. Ma evidente-mente i brindisini si sono talmente abi-tuati a questi strani comportamenti che in città certe cose e certi atteggiamenti sono diventati normali. E dunque se c’è qualcuno che le scrive, nel silenzio generale e ossequioso rotto solo da qualche vocina (per esempio quella di Mario Scotto su Puglia Tv), allora questo qualcuno diventa un coraggioso.Ora, io non godo di questi complimenti, piuttosto mi incazzo a sentirli, perché scriviamo cose che tanti, tantissimi brindisini pensano e dicono. Ma lo dicono sottovoce, per strada, per email, su facebook. E non capiscono che così facendo continuano a non rompere quella catena che ha portato questa città al punto in cui è giunta. Sott’acqua. Altro che Città d’acqua, Waterfront e altre menate simili. Cari lettori, noi siamo sott’acqua e ci stiamo da parecchio. Tanto da aver imparato a non respirare più. Beh, cari amici, tornate, torniamo a respirare, e se davvero volete bene a questa città e a quanti la abiteranno dopo di noi, allora certe cose inziatele a dire ad alta voce, magari scrivetele. Queste pagine sono a vostra disposizione. E visto che ci avvici-niamo ad un importante appuntamento elettorale, se non vi garba il candidato scelto da questo o quel partito, o coali-

zione, o presunta tale, non votatelo per ragioni ideologiche o di schieramento. Vi suggeriamo una alternativa. Scrivete sulla scheda: «Questo votatevelo voi». Può darsi che qualcuno inizierà a capire. Può darsi. Ma non ci credo poi così tanto.

Ha scritto l’antropologo e architetto Franco La Cecla in uno degli ultimi numeri di Ventiquattro,

il magazine de “Il Sole 24Ore”: «Quanta voglia avremmo di un cambiamento radicale, non solo esterno, politico, culturale, ma interno, di motivazioni, di obiettivi!». Parole sacrosante, con-divisibili in pieno, ma non solo a senso unico. Vuol dire che se attendiamo che la politica cambi da sola, stiamo freschi. Non saranno questi “altri” a cambiare per noi la città. Se vogliamo una città diversa, dobbiamo darci da fare in prima persona. A tal proposito, vi segnalo l’articolo della rubrica Idee, che questo mese più degli altri spiega che quando una comunità decide di cambiare qual-cosa, può farlo, ed anche egregiamente. Leggete cosa è successo a Correggio e capirete (articolo a pag. 26).

Il filo conduttore del numero di aprile era stata la parola Cam-biamento. Senza alcuna indica-zione editoriale o suggerimento,

ne avevano parlato Dario Bresolin, Bar-bara Branca, don Giuseppe Satriano ed il sottoscritto. E di Cambiamento hanno parlato i primi lettori-giornalisti ai quali abbiamo dato voce. Il Cambiamento è la Speranza di questo magazine. Siamo nati per questo e daremo spazio a quanti il Cambiamento lo richiedono, ci Sperano, ma soprattutto si danno da fare perché questo avvenga, di

qui a qualche anno. Perché crediamo in quel detto che che dice che «agli eventi si può scegliere solo di assistere, oppure si può esserne protagonisti, o addirittura farli accadere». Un evento importante avvenuto nei giorni scorsi è la riapertura del museo archeologico provinciale Ribezzo, ribattezzato MAPRI, inaugurato il 18 aprile scorso dal presi-dente dell’Amministrazione provinciale

Michele Errico. Un commiato migliore per il presidente-notaio non poteva esserci. Lui che ha puntato tutto sulla cultura e sull’ambientalismo, lascia l’amministrazione con il varo di un contenitore che negli anni aveva perso lustro e smalto, ed ora si ripropone come incubatore di nuove idee, mostre e iniziative che dall’archeologia si aprono anche ad altri settori artistici e culturali (articolo a pagina 41). Rivedere Errico in quell’occasione ha fatto un certo effetto: un uomo solo. Politicamente solo. Che ci ha messo del suo per restare tale, ma che è stato scaricato con grande legge-rezza (e ineleganza) dal partito demo-cratico. Errico lo abbiamo criticato, per il suo carattere, per essere apparso come l’uomo del no agli investimenti indu-striali, per come ha gestito determinati eventi accaduti negli ultimi cinque anni. Ma Errico resta una persona che merita rispetto. Quel rispetto che in politica ormai sembra essere scomparso.

In questo numero di TB non troverete le opinioni di Dario Bresolin, Mario Lioce e Don Giu-seppe Satriano. Tranquilli, non si

sono candidati anche loro! Gli impegni di lavoro e sociali non hano loro consentito di scrivere in tempo l’editoriale per il nostro magazine. Dal prossimo numero li ritroverete ai loro posti. Anzi, alle loro pagine. Questo numero, invece, lo apriamo con un regalo speciale per i tifosi del Brindisi Football Club della famiglia Barretta, che ha riportato la città in serie C2. Un omaggio doveroso ad una tifoseria fan-tastica e ad una famiglia di imprenditori che ha deciso di dare alla città qualcosa che merita. A costo di tanti sacrifici, non solo economici. Quello che segue è il nostro piccolo grazie.

EDITORIALE

di Fabio Mollica

TuttoBrindisiNumero 8 - Maggio 2009Autorizzazione Trib. Brindisi: n. 4 del 13/10/1996Distribuzione gratuita nei principali luoghi di lavoro e di ritrovo dall’1 di ogni mese

Direttore Responsabile: FABIO MOLLICA

Grafica: SALVATORE ANTONACI

Webmaster: ANTONIO TEDESCO

Stampa: Tipografia MARTANO Lecce

Redazione/PubblicitàProlungamento Viale Arno, sn72100 BrindisiTel/Fax 0831 [email protected]@tbmagazine.it

Pubblicità elettorale: I candidati possono richiedere e visionare in redazione regolamento e listino per l’accesso agli spazi elettorali a pagamento.

Cercateci anche su facebook.Sono presenti:FABIO MOLLICA - DARIO BRESOLINMARIO LIOCE - GIOVANNI ANTELMIGRUPPO AMICI DI TBGRUPPO FAN DI DARIO BRESOLINSTEFANIA FONTANAFRANCESCA ALPARONE

Su Facebook

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BentornataC2

Brindisi, 26 Aprile 2009

Foto di Damiano Tasco e Maurizio Pesari

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La squadra che ha battuto il Matera posa davanti alla Curva Stasi. I tifosi fanno festa sulla scalinata della Colonno Romana.

Sandro De Solda festeggia con il figlio.

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Brindisi-Matera è finita da qualche istante. I fratelli Francesco e Giuseppe Barretta alzano le mani al cielo. Al Fanuzzi è festa grande. Nella foto sotto: Mister Silva con Rosy Barretta, che indossa la felpa

firmata da tutti i giocatori della squadra. Una dedica speciale per un ritorno speciale allo stadio, dopo 4 mesi di assenza forzata.

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SPECIALE PHOTO-BOOK

Dopo aver vinto il campionato, i giocatori vincono anche la forza di gravità, e riescono in un’impresa memorabile: alzare al cielo Giuseppe Barretta, sotto gli occhi increduli di sua moglie

(sotto la porta dello spogliatoio)

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Dopo il match che sancisce il ritorno in C2, i tifosi invadono il centro cittadino, ed è un tripudio di cori e bandiere biancazzurre

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SPECIALE PHOTO-BOOK

Il bus della squadra arriva in centro. Chiesa, Lenti, Galetti, Moscelli, Taurino, Corazzini sventolano bandiere sul tetto del mezzo e intonano cori con gli ultras

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Promesso a luglio. Ripromesso a febbraio. Ma i tifosi stiano tranquilli: è quasi pronto. Magari per le elezioni...

No play-off? No parcheggio

PILLOLE

Strettamente riservato voci, rumors, dicerie

Aluglio il sindaco Mennitti, alla presentazione della squadra, in un PalaPentassuglia infuocato dal sole estivo, si lasciò andare ad una promessa azzardata:

«Entro tre mesi avremo il nuovo parcheggio». E tutti a battere le mani. Il 13 novembre 2008 (quattro mesi dopo la promessa) l’Amministrazione comunale informò i cittadini «di aver avviato uno studio di verifica della fattibilità del parcheggio». A febbraio, quando più di qualche tifoso costretto a parcheg-giare a Tuturano per poter vedere la partita a Brindisi, ha ini-ziato a dare qualche timido segnale di malcontento, l’assessore ai Lavori Pubblici fu mandato in televisione a promettere: «Il nuovo parcheggio del PalaPentassuglia sarà pronto entro il 15 aprile»., ed il primo cittadino si giustificò: «Purtroppo le

CITTÁ

amministrazioni devono sottostare alle procedure di legge». L’Amministrazione ha espropriato un pezzo di terra, ha bandito l’appalto (poi vinto dalla Trio, una delle aziende sponsor della Enel Brindisi). Domenica 19 aprile, ultima partita casalinga di campionato, contro Roseto, la situazione del parcheggio era quella che la foto sopra ben descrive. Del parcheggio si intravede solo l’om-bra. E quando un giorno, finalmente, sarà pronto, comunque non servirà a contenere tutte le auto dei tifosi. La colpa del ritardo è stata della pioggia, dicono. Sarà per il prossimo anno. Ora speriamo almeno che ci risparmino l’inaugurazione eletto-rale di rito, perché quella sì che sarebbe una bella mancanza di rispetto per i tifosi.

Il curriculum per la Sfir? Mandalo alla Provincia! Sul sito internet della Provincia, nei giorni scorsi, è apparso l’annuncio che recitava: “Si comunica che per candidarsi alla selezione presso la società Sfir i curriculum vitae possono essere trasmessi per posta a…”. Il senatore del Pdl Michele Sac-comanno (candidato alla presi-denza dell’Amministrazione Pro-vinciale) ha denunciato il fatto, stigmatizzando l’accaduto: «La Sfir e la Provincia, che ne spon-sorizza purtroppo il qualunqui-smo, di che assunzioni parlano? Di quali figure professionali o tecniche, di quante persone, per quanto tempo e per quali mansioni? È contemplata la quota per i disabili? Forse sono anche inclusi, o esclusi, i posti per il riassorbimento del perso-nale della ex Evc, Dow Chemical, della Cooperativa Santa Teresa e di altri licenziati? La Provincia non dovrebbe consentire né ospitare sul proprio sito annunci di questo tipo. Sarà sfuggito al Presidente Errico, che cono-sco come persona attenta alla trasparenza. Ritengo che le opportunità del lavoro debbano essere bandite nella chiarezza e nei modi di legge». La replica dell’assessore al Lavoro, Con-cetta Somma: «La pubblicizza-zione comune della raccolta delle candidature faceva parte di un accordo preso con la società».

EMERGENZA UNIVERSITÁ

Corsi decentrati a rischio chiusuraL’università di Bari, per i noti tagli effettuati nella pubblica istruzione, non ha più le risorse per mantenere i corsi decentrati. L’Asl BR pensa di correre ai ripari facendo salire in cattedra i propri medici. Emanuele Vinci, direttore sani-tario della stessa Asl (in foto), proprone la soluzione al problema: «Trasformare alcuni posti di dirigente medico in posti di docente universitario ed in particolare di ricercatore. In queste settimane c’è un dialogo serrato, al momento verbale, su questa ipotesi. Noi ci auguriamo nelle prossime settimane di raggiungere

anche formalmente l’ipotesi di accordo con l’università di Bari e con la Regione Puglia al fine di effettuare questa trasformazione di posti in organico assicurando così un corpo docente in sede. Il vantaggio, in quest’ultimo caso, è di garantire presenza costante nelle lezioni didattiche e nel seguire gli stu-denti. Questi docenti universitari, per-tanto, dedicherebbero una parte della loro attività all’insegnamento e un’altra all’assistenza. Per l’Asl, in questo modo, significa anche dare un contributo alla riqualificazione dell’assistente sanitario

presso le nostre strutture. Le norme sull’accreditamento dei corsi universi-tari comportano la presenza di quattro docenti universitari dedicati per anno di corso. Ciò significa che nell’arco di un triennio bisogna trovare dodici docenti universitari dedicati, ad esempio, al corso di Scienze infermie-ristiche presso la sede di Brindisi».Poi del problema si sono interessati i vari candidati, e la questione per qualche giorno è diventata una passe-rella elettorale. Sulla pelle dei corsisti.

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Informazione elettorale. Committente responsabile: il candidato

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La posta in gioco è alta, altissima, ed alcuni candidati che non possono per-mettersi il lusso di perdere stanno met-tendo in campo cifre astronomiche. C’è chi parla di 700-800 mila euro. Chi addi-rittura arriva a pronosticare un milione e passa di euro. Bruciati in spot, volantini, manifesti, inserzioni...Di certo per vincere non basta avere un bel volto e qualche comparsata in tv. Non basta nemmeno essere più o meno popolari. A sentire certe voci, in alcuni quartieri e in alcuni comuni i voti sono in vendita al migliore offerente. Pacchi di voti in cambio di pacchi di soldi. Contanti e subito. Chissà se la procura brindisina arriverà mai ad occuparsi del problema, anzi, di un fenomeno che ormai sembra essere di dominio pubblico. Ma l’ac-quisto dei voti non è certo una novità da queste parti. Lo è invece il clima rovente e da lunga notte dei coltelli che si avverte ormai da qualche setti-mana, e temiamo continuerà ad essere fomentato da quanti vedono in questa competizione elettorale il “duello finale” che potrà sancire la vittoria o la sconfitta definitiva di qualcuno. «Se Ferrarese perde, a Brindisi è finito. Altro che basket, dovrà fare le valigie ed andarsene in Thailandia». La frase, ascoltata da uno che nel PDL conta parecchio, la dice lunga su come il centrodestra abbia preso il tradimento dell’imprenditore francavillese, che l’onorevole Vitali continua a chiamare con disprezzo e scarsa eleganza “il ragioniere Ferrarese”. Certo è che l’ex presidente di Confindustria si sta giocando tutto, ed in molti ancora si chiedono chi gliel’ha fatta fare: «Perché un uomo così in vista, stimato e rispet-tato, ha deciso di rischiare così tanto in queste amministrative, anziché aspet-tare il prossimo turno e puntare dritto al Parlamento?». Già, come ha potuto passare in un sol giorno dalla sponda dei sostenitori del rigassificatore a quella degli ambientalisti anti Lng e addirittura

(Studio 100 del 17 aprile) chiedere «che a Brindisi si bruci meno carbone», proprio lui che grazie all’Enel, colei che col carbone fa affari d’oro, ha potuto giocare la serie A di basket e garantirsi il miglior palcoscenico di Brindisi? Inutile attendersi risposte convincenti. Sono i miracoli della politica. Che non riguardano solo Ferrarese ed il PD. Pen-sate al sindaco Mennitti: dopo aver tuo-nato contro il “demone” Giovanni Anto-nino (pluri-indagato e condannato), ed aver messo nero su bianco (il 26 marzo) «che in caso di una candidatura dell’ex primo cittadino nella lista del PRI non avrebbe fatto apparentamenti con quel partito», il 16 aprile si è presentato all’hotel Internazionale per assistere alla presentazione della lista Alleanza per le Periferie, ideata dal consigliere comunale Massimiliano Oggiano (inda-gato e sotto processo) dal quale in Con-siglio aveva preso le distanze, dicendo in tv, all’indomani della notizia dell’in-dagine in corso su voti e politica: «Non considero più il voto di Oggiano come facente parte della maggioranza». Oggi il buon Massimiliano si fa da parte, ha deciso (e questo gli fa onore) di non ricandidarsi. Fa spazio ai suoi amici. Così Mennitti non può non accettare i voti di Alleanza per le Periferie. Anche perché da qualche parte i consensi devono pur arrivare, altrimenti si rischia il flop: Raffaele De Maria si è candidato e in caso di ballottaggio non dovrebbe appoggiare Mennitti (a meno che non ci vada lui al ballottaggio); l’amico Ferra-rese l’ha tradito; di Marcello Rollo non si è mai fidato più di tanto. Alla fine su qualcuno bisognerà pur contare, fatto salvo Di Donna che al secondo turno (chiamandosi “La Destra”) sarà costretto a sostenere un sindaco con cui ha convissuto 5 anni da separati in casa. Questa campagna elettorale è sicura-mente strana, pazza, folle. Però almeno c’è da divertirsi.

Italiani popolo di santi, poeti e navigatori? Brindisini popolo di disoccupati, tuttofare e... politici. Nemmeno la maratona

di New York! Le elezioni del 6 e 7 giugno a Brindisi, si preparano ad entrare nel Guinness dei primati, almeno per il numero di aspiranti candidati ed il numero di liste nelle quali si apprestano a correre.Ventisette i simboli tra liste civiche e partiti tradizionali che si contenderanno la guida di Palazzo di Città, ventiquattro quelli che si misureranno per la conquista dell’Amministrazione provinciale.Mai dire mai, tuttavia, fino alla chiusura dei termini, prevista per il 9 maggio, il numero potrebbe salire ancora.Alla Provincia, dove i candidati ormai certi sono Massimo Ferrarese (Pd-Udc ed altre dieci liste a sostegno) Michele Saccomanno (Pdl ed altre undici liste a sostegno), Nicola Massari (Idv e ancora da definire le altre liste collegate) e Francesco Fistetti per l’area della sinistra radicale (altri quattro o cinque simboli collegati). In tutto considerate le sole 26 liste certe, moltiplicando per 30 - il numero dei candidati per ogni lista - ci sono solo 780 pretendenti.Al Comune, invece, è già pronta la carica dei 1080, considerate le ventisette liste da quaranta persone cadauna, tutte accomunate da un unico denominatore: “fare il bene della città”. E via per la corsa del 6 e 7 giugno, in pista ci sarà di tutto e di più, dal politico di lungo corso a quello dell’ultima ora; dal libero professionista all’atleta; dalla casalinga al disoccupato; dal sindacalista alla “meteorina”, che sfumato il sogno del primato da miss, continua tuttavia, come la buonanima

di Martin Luther King, ad avere un sogno! Le amministrative del 2009 resteranno negli annali della storia del capoluogo messapico per aver infranto ogni record sul fronte della partecipazione. Brindisi, infatti, sarà, probabilmente, la città italiana con la più alta densità di politici per abitante: se si considera un corpo elettorale di circa 60 mila votanti e 1080 candidati c’è grosso modo un aspirante ogni 60 persone. Un autentico boom. Otto candidati a sindaco con ventisette liste

LA CARICA DEI 1860 CANDIDATIVentisette liste al Comune, ventisei alla Provincia. Praticamente a Brindisi c’è un aspirante consigliere comunale ogni 60 persone votanti. Battuti i precedenti record.Altro che bipolarismo, scrive Antonio Portolano, gradito ospite questo mese di TB

COLONNA INFAME di Gianpaolo Pensa

Follie e spese pazze

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SCUSATE IL DISTURBO di Oreste Pinto

SPECIALE ELEZIONI

collegate, “Brindisi c’è”, si potrebbe affermare parafrasando lo slogan più caro al sindaco uscente Domenico Mennitti. Il primo cittadino, in pista per il bis, potrà contare su cinque alleati: Pdl, Brindisi Prima di Tutto, Brindisi Finalmente, Pri. Cinque liste anche per lo sfidante Salvatore Brigante: Pd, Brindisi Democratica, Popolari per Brindisi, Impegno sociale e Sviluppo e lavoro. Sono quattro per Raffaele De Maria: Mpa, Insieme per la Città, Brindisi nel cuore e Partito dei

pensionati e invalidi; tre per Vincenzo Gallone - Udc, Terra di Brindisi uniti per rinascere e Brindisi Socialista -; tre per Nicola Di Donna - La Destra, Io Sud e Partito dei pensionati -, tre per Vincenzo Guadalupi - Guadalupi per Brindisi, Rifondazione comunista insieme con i Comunisti Italiani e Sinistra e Libertà di Vendola -; tre per Antonio Giunta - Idv, Noi Cittadini e Grillini -. Solo una, al momento per Rosangela Bovenga (Udeur). C’era una volta la “Prima Repubblica”,

Ma anche certe aziende sembrano in campagna elettorale

Mi affascina guardare la pubblicità. Trovo interessante riflettere sul messaggio, su ciò che comunica e propone. Mi è utile

per meglio comprendere la realtà e capire da dove veniamo, dove siamo arrivati e dove ci dirigiamo.Nelle campagne pubblicitarie si mischiano senza soluzione di con-tinuità due elementi portanti della nostra società: comunicazione e finanza. I guru del marketing si occupano delle tecniche più efficaci per promuovere il prodotto; i maghi della finanza pensano a come ridurre il peso delle imposte e a fare in modo che i costi diventino inve-stimenti, producendo futuri ritorni economici. Finanza e comunica-zione, comunicazione è finanza.Penso che ci sia sempre una valida ragione per decidere di spendere denari sui media. C’è anche quando la motivazione sembra sfuggire a noi comuni mortali. State sicuri però che, prima o poi, saremo in grado di fare domande e trovare le giuste risposte: ad esempio, se siamo invasi da pubblicità di macchine significa che l’industria automobilistica ha buone proposte e soldi da spendere oppure è dav-vero in difficoltà e quindi costretta a giocarsi tutto? Lo scopriremo solo vivendo. Dicono che ci sia crisi e che la gente sia alla disperata ricerca di denaro. Affermazione senz’altro vera alla luce delle recenti mutazioni del mercato pubblicitario. Basti pensare a come sia cresciuto

a dismisura il numero delle finan-ziarie impazienti di “fare offerte” alla povera gente, meglio se nul-latenente o protestata. Chi non possiede un microscopio in grado di leggere il costo reale del prestito è portato a credere che finalmente sia diventato possibile realizzare il sogno di una vita. Segni della crisi: un tempo le finanziarie si rivolge-vano a chi aveva risparmi e propo-nevano il loro variegato pacchetto di investimenti; oggi si concentrano su chi di risparmi non ne ha proprio e provano a far soldi sulle miserie degli umili.E che si faccia denaro sui sogni delle persone lo si percepisce anche da un’altra tendenza della comu-nicazione: il gigantesco battage su “gratta e vinci”, scommesse e poker. Un prodotto inessenziale come i giochi sta soppiantando nel numero di spot beni primari come acqua e cibo. Anche questo è un segno dei tempi.A ben guardare le campagne pro-mozionali delle società finanziarie e dei gestori dei giochi hanno un comune messaggio di fondo: davanti ad una realtà critica non sei più tu l’artefice delle tue fortune. Se insegui un futuro roseo devi abban-donarti ai sogni e a chi ti promette di essere in grado di realizzarli.Qualcuno sarà pure affascinato da certi messaggi ma la realtà è tutt’al-tro che entusiasmante. Queste aziende fanno affari sui punti di de-bolezza altrui, propongono miraggi, giochi e scommesse d’azzardo. Vuoi vedere che anche loro sono in campagna elettorale?

andando a ritroso, nel recente passato, nelle elezioni del 1985 - andato ormai anche il tempo del vecchio pentapartito - le liste in lizza per la conquista del Comune furono otto. Nel 1990 diventarono 9 e nel 1996 quando fu eletto sindaco Lorenzo Maggi le liste divennero 13.L’anno successivo, che portò per la prima volta Giovanni Antonino ad indossare la fascia tricolore le liste furono ben 14. Il record dei record fu raggiunto con l’Antonino bis, nel 2002 le liste in campo furono 19,

ridimensionate nel 2004 a 17.E alla faccia del bipolarismo, del bipartitismo, della seconda e della terza repubblica, quest’anno è la volta del primato tra i primati. Ai nastri di partenza ci sono 27 liste, suscettibili di variazioni al rialzo, con oltre mille volenterosi pronti per la conquista del Comune. Grosso modo lo stesso numero dei volontari che nel 1860 si imbarcarono dallo scoglio di Quarto insieme con Garibaldi, con un obiettivo lievemente differente, conquistare l’Italia.

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ANGELORIZZIELLO

SPECIALE ELEZIONI

D R&DOMANDE&RISPOSTE

Il capogruppo del PDL al Comune si ricandida a Palazzo di Città, con Mennitti sindaco. «Mi rimetto in gioco, con il cuore e la passione di sempre, perché senza questi due elementi non si può pretendere di rappresentare gli altri. E l’Amministrazione locale incide sulla vita della gente».

Angelo Rizziello, ingegnere, professore presso l’istituto tecnico per geometri di Brindisi, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale nella passata legislatura, presidente di “Bocche di Puglia” la società pubblico-privata che gestisce il porto turistico di Brindisi, ed oggi ricandidato per il PDL. Perché questo impegno? Perché un’altra campagna elettorale? Io nelle domande aggiungerei: perché sottrarre tempo alla famiglia, agli amici, alla professione? La politica locale è un mondo articolato e complesso; complesso, non complicato. Si inizia in genere casualmente, forse con un po’ di vanità o di alta considerazione di se stessi; poi ti accorgi che le materie di cui discuti e che approfondisci sono la vita della gente. Una licenza edilizia è la possibilità di creazione di una nuova casa e forse di un nuovo nucleo familiare, un servizio più efficiente di illuminazione è la sicurezza di svolgere una vita più serena per una parte di comunità, un asilo nido in più cambia la possibilità di

vita di una intera famiglia… più approfondisci il legame che c’è fra quello che fai e gli altri e più abbandoni quello spirito iniziale di auto considerazione. Almeno così è successo a me. E poi tutto diventa una passione; il desiderio di lasciare un segno positivo… di misurarsi con l’inadeguatezza dei mezzi …Quindi attraverso la politica si può cambiare la vita della gente?No, assolutamente no… purtroppo non funziona così. La politica, soprattutto la politica locale, ha in se grandi limiti di intervento. Gli enti locali sono soprattutto erogatori di servizi e una buona amministrazione locale può al massimo rimuovere con dei buoni servizi una serie di fastidi, di inceppi, di perdite di tempo che assieme possono in qualche modo migliorare la nostra quotidianità. Poi forse chissà, più liberi da intoppi avremo anche più tempo per ricercare più facilmente la nostra serenità.Quindi una amministrazione comunale che osserva e non interviene?No, non esattamente. Se redigo un buon piano di insediamento

industriale o un piano regolatore o un piano portuale questo si trasforma inevitabilmente in una attrazione per chi vuole investire, per chi vuole creare nuovi posti di lavoro. Un figlio che inizia a lavorare cambia il clima di una famiglia, l’indotto di quell’insediamento produce lavoro per artigiani locali e così via, e se assieme ad una regolamentazione dello sviluppo del territorio pongo attenzione all’ambiente tutelando con opportune regole il traffico, l’inquinamento, l’estetica dei luoghi, se insomma tratto l’intera città come una espansione della mia casa, allora sono intervenuto eccome …Per farlo bisogna conoscere i problemi. Quali qualità deve avere un buon amministratore?In questi giorni sono alle prese con le incombenze connesse ad ogni campagna elettorale e quindi con manifesti, slogan ed altro. In poche frasi, spesso in poche parole, bisognerà fornire all’elettore un quadro di se vero ed efficace. Al primo posto ci metterei appunto la parola “competenza”, una qualità che mi deriva oltre

Informazione elettorale. Committente responsabile: Angelo Rizziello

che dalla professione anche dalla precedente esperienza in consiglio comunale. Subito dopo forse ci inserirò la parola “serietà” che credo di aver dimostrato di possedere e che è la virtù che maggiormente si dovrebbe richiedere a chi si candida a rappresentare gli altri. Mi rendo conto però che con queste qualità non si può far molto se non sono supportate dal cuore e dalla passione. Vorrei trasmettere che la politica così come la intendo può esser svolta solo se si guarda sempre indietro e si sta attenti a non lasciar dietro nessuno. Se non ami la gente e la tua città la competenza e la serietà rischiano di diventare semplici categorie professionali.E quindi lo slogan quale sarà?Dovresti trovarlo tu riassumendo un po’ il succo di questa piacevole conversazione. Questo è il tuo mestiere. Il PDL ha voluto candidarmi al comune di Brindisi con Mennitti sindaco. Spero che gli amici e i brindisini tutti riconoscano le mie qualità. Ecco perché serve qualcuno come te capace di “fare arrivare il messaggio”.

“Competenza e serietà”

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ANGELORIZZIELLO

“Se trattassimo la città

come una estensione della nostra casa,

molte cose andrebbero meglio”

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SPECIALE ELEZIONI

D R&DOMANDE&RISPOSTE

“L’INDUSTRIA METANIERA NON HA MAI REGISTRATO MORTI O INCIDENTI GRAVI”

Assessore, che cosa ha significato l’esperienza dell’Area Vasta?L’Area Vasta è partita come un esperimento di amministrazione allargata: mettere assieme 19 comuni della provincia, tanti altri partner, parti sociali ed economiche è stato difficile ma ce l’abbiamo fatta! L’Area Vasta è una realtà che decide come destinare le risorse dell’Unione Europea sul territorio. Nei prossimi mesi circa 50 milioni di euro saranno destinati a Brindisi e alla sua provincia. L’Area Vasta mi ha permesso di maturare la responsabilità di coordinare un gruppo istituzionale di primo livello e per questa esperienza devo ringraziare Mimmo Mennitti che mi ha delegato, tutti i Sindaci e il Presidente della Provincia che hanno dato la massima collaborazione. Brindisi e la rigenerazione urbana. Siamo a una svolta per la città?Sì, abbiamo parlato più volte di “rivoluzione”. Il programma di rigenerazione urbana è la svolta perché non è fatto solo di interventi edilizi ma è un vero piano economico. Il “Modello Brindisi” è ormai una realtà e, con i nuovi fondi del 2007-2013, rifacciamo il look alla città. Da Tuturano alla Sciaia, dalla Cittadella dello Sport di Masseriola alla nuova Stazione Ferroviaria, da via del Mare, con i

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Informazione elettorale. Committente responsabile: il candidato

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MAUROD’ATTIS“Un voto utile”L’assessore uscente alla Programmazione economica parla della sua esperienza a Palazzo di Città, di quanto è stato fatto e vorrebbe continuare a fare. Di Area Vasta, e del suo impegno per basket e calcio. E rivolge agli elettori brindisini un invito...

parcheggi e i servizi, a via Marche, a via Cappuccini e al quartiere Paradiso con il programma casa.Ma la svolta non si decide anche con un vero ricambio generazionale?Certo, bisogna innovare. E ciò passa necessariamente dalle idee e dalla voglia di fare dei più giovani. Un recente studio ha confermato che la nostra è una “gerontocrazia”, che il potere è saldamente nelle mani di una classe di over 50 poco disposta a condividere le redini del comando. Per questo occorrono il merito e la capacità di essere nuova classe dirigente. Significa che il ricambio generazionale dipende dai trentenni, dalla volontà di trasformare in forza la conoscenza, di trarre beneficio dai favori della tecnologia e di scardinare le strettoie create da chi precede.Cosa le ha dato la politica e cosa invece le ha tolto?Ho cominciato a farla da ragazzo. Giovanissimo ero in Consiglio Comunale. Certamente mi ha costretto a trascurare qualche passione. Mi ha permesso però di maturare tanto sul piano della esperienza di vita e della conoscenza dei fatti. Oltre ad avermi messo di fronte a tanti ragazzi e tante ragazze quando sono stato il vice coordinatore nazionale del movimento giovanile di Forza Italia. Soprattutto mi ha dato la possibilità di conoscere

in maniera approfondita la mia splendida Brindisi.Lei è presente al palazzetto e allo stadio. Basket e calcio: uno dei pochi amministratori bipartisan…Semplicemente perché lo sport, almeno per un amministratore, non deve essere un terreno di competizione. Bisogna credere nello sport, anche quello minore e quello praticato dai giovanissimi, e sostenerlo in modo indifferenziato. Da assessore allo Sport nel 2004 mi sono subito imbattuto con il fallimento del calcio a Brindisi: periodo difficile superato grazie soprattutto all’impegno della famiglia Barretta.

Perché ridare fiducia a lei e a Mennitti?Perché ritengo non ancora del tutto compiuto un progetto. In cinque anni abbiamo costruito le condizioni per la svolta, non è stato facile, siamo sulla buona strada ma non ancora al culmine. Abbiamo recuperato Brindisi dalla marginalità e le abbiamo ridato una nuova e migliore reputazione regionale e nazionale, riportandola su un cammino determinato. Questo è un fatto certo e riconoscibile, poi si può discutere sulle scelte dell’amministratore come in qualsiasi forma di democrazia.Le piacerebbe restare

assessore alla Programmazione Economica?Nella politica occorre il giusto distacco dalle cose. È l’approccio migliore. Il presidente Cossiga nel 2001 a Bari corresse un mio bigliettino da visita. C’era scritto “Mauro D’Attis - Consigliere Comunale”. Lui mi disse: “Giovanotto, o cancelli consigliere comunale o ci aggiungi pro-tempore. Questo perché in politica è tutto provvisorio e non bisogna affezionarsi troppo alle cariche”. È stata una delle più belle lezioni di vita. Per questo preferisco pensare “mi piacerà sicuramente ciò a cui sarò chiamato”. Se hai passione per le cose funziona sempre. E vivi l’attesa e l’ambizione con più serenità.Cosa vuol dire agli elettori brindisini del 6 e 7 giugno prossimi?Essenzialmente di esprimere un voto utile alla città. Significa maturità di scelta. Significa non disperdere la forza del diritto di voto. Significa anche avere il coraggio di non votare un candidato solo perché è il vicino di casa o il parente. Per questo mi auguro che i brindisini scelgano chi veramente può farcela e chi è pronto a vivere l’esperienza da eletto con spirito responsabile e professionale. Mi auguro che a fronte di tanti candidati, i brindisini abbiano le idee chiare.

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IDEE

PROPOSTA N. 7LA CITTÁ

DEI BAMBINILo hanno fatto a Correggio: un quartiere a misura dei più piccoli.

Ecco una storia incredibile, che si potrebbe tranquillamente portare a Brindisi e finanziare nell’ambito dei progetti dell’Area Vasta.

Questa è una storia che sembra una fiaba. Ma è una storia vera, accaduta in una parte d’Italia che

funziona, dove i sogni si realizzano. Ed anche i progetti. E siccome i progetti possono essere “copiati” e trasferiti altrove, allora questa storia la raccon-tiamo, come tante altre storie che vi abbiamo raccontato in questa rubrica. E speriamo che qualche amministratore locale legga queste righe, si incuriosi-sca e decida di fare qualcosa.Questa storia ha inizio a Correggio, in provincia di Reggio Emilia, nel 1995, quando 12 scuole con 700 bambini, 50 maestre, 2 pedagogiste e un gruppo di 20 persone tra architetti, insegnanti e geometri iniziano a lavorare ad pro-

getto di urbanizzazione sui generis. Si chiamano “esperimenti di progettazione partecipata”. E tutto è partito dall’ascolto dei bambini: a loro è stato chiesto quali

pale di Correggio viene invasa da una moltitudine di case di cartone. La città dei bambini occupa la città degli adulti, e i bambini si assumono il compito di

“Vorrei un casa grande, per giocarci

con gli amici e girarci in bici”

erano le loro idee ed esigenze o aspetta-tive, non è stata data loro la matita per disegnare le case. Sulla base dei dati acquisiti, alcuni artigiani (muratori, fale-gnami…) costruiscono dei modelli. Tutto il materiale prodotto nella ricerca dà vita alla mostra la Casa dei sogni (1996). Nel 1998 viene realizzata l’iniziativa “Le case di cartone in piazza”: la piazza princi-

“occuparsi” della città.Nel 2000 inizia la fase di progettazione: le idee devono trovare casa. E si deve coniugare l’idealità con la fattibilità. Si passa dalle parole ai fatti. Il progetto di massima riceve il prestigioso premio Peggy Guggenheim, “per la scommessa coraggiosa e poetica di leggere il mon-do moderno quotidiano attraverso gli

Ero solito lanciare il dado. Avvertivo la paura negli occhi dei miei nemici. Ora la folla canta: “Il vecchio Re è morto!”.

occhi dei bambini e per aver valorizzato sogni e progetti d’una migliore qualità della vita”.Nel 2002 viene depositato il progetto fi-nale. Nel 2003 hanno inizio i lavori, che terminano nel 2005. Nel 2006 le abi-tazioni vengono consegnate. Il piccolo quartiere delle Coriandoline ha preso vita ed ha pian piano svelato le sue magie. I bambini hanno trovato luoghi, opportunità, scivoli, trasparenze, gio-cosità inaspettate e divertenti. Nel 2007 vengono effettuate le semine delle ulti-me piante e di varietà di fiori stagionali. Nel 2008, finalmente, l’inaugurazione. Ed ovviamente il quartiere residenziale è diventato un caso di studio che fa scuola in tutto il mondo.Le case del residence non sono in fila e

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all’essere uno. «La conoscenza non è un’attività solitaria, è capacità di stare in relazione sempre, di porre le menti in relazione», si legge nel sito del progetto urbanistico.Il quartiere Coriandoline è frutto di un intenso lavoro di ricerca e di progetta-zione sviluppato da Andria Cooperativa di Abitanti, in collaborazione con le amministrazioni comunali di Correggio e Rio Saliceto. È stato realizzato a Nord di Correggio, a diretto contatto con ampi spazi verdi e servizi. È composto da 10 appartamenti e da 10 abitazioni unifamiliari, oltre ad un piccolo centro di documentazione e di aggregazione sociale. E la cosa bella è che qui, oggi, non vivono solo famiglie con bambini, ma anche single e coppie adulte: qui, nella città voluta e ideata dai bambini,

siamo in presenza di una realtà urbana elitaria, ma di un nucleo di edifici, forse bizzarri per il loro aspetto inconsueto, però ampiamente vivibili per tutti. La parola affettiva ed emotiva che ha guidato e sorretto il team di esperti durante gli anni della ricerca teorica è stata «passione». La pedagogista Laura Malavasi ci tiene molto a sottolinearla e a ripeterla perché «il viaggio verso Coriandoline non è stato sempre fanta-stico, ma abbiamo sempre creduto che avere una buona idea sia già un inizio brillante...». Il primo atto di coraggio - e oggi sembra davvero eroico, di fronte al desiderio di bacchettare, ammaestrare e incanalare le energie infantili, piegando ogni guizzo libertario con una disciplina autoritaria - è stato quello degli adulti che hanno accettato di farsi prendere

In queste pagine alcune immagini delle Coriandoline. e qualche frase scritta dai bambini coinvolti nel progetto

Gretel, senza però streghe cattive, né ve-getazione inquietante che toglie la luce e spezza il respiro: le case sono colorate, celesti, verdi, arancioni, sfoggiano forme fantasiose e le loro facciate sono spesso trasparenti. Chi vi soggiorna, in-

“Vorrei un campanello con la scritta

del mio nome”. “Io invece vorrei una

casa tranquilla, non trafficosa”fatti, deve poter guardare fuori, scoprire la neve che cade o individuare al volo un amico che passa in bicicletta. Esiste addirittura una piazza per la comunità (che non è un centro commerciale) e la strada è esclusivamente pedonale, rispettando uno dei parametri descritti dai bambini, «noi vogliamo vivere in un quartiere non trafficoso....».Perché ha funzionato il progetto Co-riandoline? Perché la partecipazione è stata intesa come percorso organizzato, nel quale ogni soggetto è intervenuto per le proprie competenze in modo autorevole e riconosciuto. Ai bambini è stato richiesto di essere bambini e non adulti o architetti. Il lavoro in gruppo ha impedito ai singoli di perdersi in ragio-namenti solitari ed ha posto con forza tutti i soggetti coinvolti in una dinamica di confronto serrato. Il confronto obbliga ad argomentare, a dare conto e ragione del proprio fare. Lavorare in gruppo, lavorare al plurale, è molto più difficile e richiede tempi molto più dilatati rispetto

Un minuto prima tenevo la chiave. Quello dopo le mura si chiudevano su di me. Ho scoperto che i miei castelli si reggevano su pilastri di sale e colonne di sabbia

non hanno un davanti e un retro. Sono ispirate a Gaudì e Hundertwasser, ma propongono soluzioni architettoniche completamente originali. Sono tutte diverse, di tanti colori come i coriandoli. E come i coriandoli portano allegria ed

entusiasmo. Ogni passo è una scoperta: dagli uccelli lampione alla palestra caverna, dalle colline garage che nascondono le auto, agli ascensori con strani specchi magici, fino alle scale con gli scivoli. È un posto magico, dove sembra che da un momento all’altro debba spuntare un personaggio dei cartoni. Cancelli con grossi nasi si alternano a comignoli a forma di nido. Ogni casa si chiama per nome e non solo col numero civico, «perché ognuna è diversa e ovunque si poggi lo sguardo, dai campanelli alle buche delle lettere, si trova un particolare che fa scattare la fantasia verso percorsi interiori», ha scritto qualche settimana fa Giulia Stok su “I Viaggi di Repubblica”. Ecco allora la casa Trasparente, quella Fienile, quella Albero. Il garage non vive solo la notte, quando vi vengono parcheggiate le auto, ma è un luogo d’incontro anche di giorno, perché ospita i campi di palla-volo e basket. Il complesso architettoni-co si presenta come il bosco di Hansel e

“Vorrei una casa dura,

perché non si spacca mai.

E se arriva un cattivo si fa male”

vivino meglio tutti. «Coriandoline», per riprendere le parole di Giulia Stok, «è una città invisibile diventata abitabile».Nel quartiere Coriandoline , le case sono state messe in vendita normalmen-te, con prezzi però sostenibili, senza speculazioni e con l’appoggio della Regione Emilia Romagna. Alla fine, le famiglie che vi sono andate ad abitare non hanno nulla di eccentrico. Non

per mano dai più piccoli.Buone idee. Parte tutto e sempre da lì. Fin quando avremo amministratori che non ne hanno e non le “importano”, e cittadini che non le propongono, la nostra città non vedrà mai realizzati progetti come quelli di Correggio.

WEB-LINKwww.coriandoline.it

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TB SCRITTO DAI LETTORI

“Partendo dal rispetto per i beni

del prossimo, si arriva all’amore

e all’orgoglio per la cosa pubblica”

Se la speranza viene dai vasiPerfino delle piante sistemate sull’uscio di casa possono rendere migliore la città. Come accade in provincia. Se quei vasi resisteranno alle offese, allora potremmo dire di essere sulla buona strada. Perché...

Girovagavo tra i vicoli d’un paesino della provincia e, come spesso accade, mi guardavo attorno senza

vedere. Allo stesso modo che, per Gran-des Almudena, “ascoltare non significa per forza capire”. Finché la vista non fu attratta da alcuni vasi di fiori e piante ornamentali sistemati fuori dagli usci. Ecco - pensai - qui le corti e viuzze, con le loro edicole votive, le sedie impagliate, i bischetti degli artigiani e, appunto, le fioriere, sono la prosecu-zione di case e botteghe. Come dire che, nei paesi, gli spazi da privati diventano pubblici, e viceversa. Questa è la vera differenza tra la provincia e la città. Tra il vivere antico e quello moderno.La medesima scena - quella del flâneur di Baudelaire, cioè del gentiluomo che vaga per le vie della città esplorandola - si è riproposta tempo fa a Brindisi allorché, da “botanico da marciapiedi”, gironzolavo a due passi da corso Roma. L’attenzione viene attirata da due vasi che fiancheggiano il portone d’un pic-colo stabile. Anche qui, mi chiedo, gli smaliziati cittadini si fidano a lasciare delle piante fuori di casa? Possibile? Nulla ha insegnato la sistematica distru-zione delle fioriere di corso Garibaldi o delle aiuole del centro? Osservando

meglio vedo penzolare su un ciuffetto di ciclamini un avviso incellofanato. Sul foglietto, con grafia cilestrina, la scritta: “Non rubare le piante perché strappate dalla terra seccheranno. Non essere malvagio”. Una scritta dura, a prima vista, ma che, nel finale, si stempera in una supplica accorata. E l’amore con cui quei fiori vengono curati fa pensare al vecchio di Còrico, nelle Georgiche. Quello che Virgilio ha conosciuto sotto le torri d’una Taranto ancora spartana e per il quale ogni prodotto del suo fazzo-letto di terra costituiva motivo d’orgoglio ed “in cuor suo uguagliava l’opulenza

l’anonimo viandante. Il secondo, è quello della speranza. Speranza di una adeguata risposta al suo atto di fede.Non so da quanto tempo quei due vasi

dei re”.Duplice è dunque il messaggio che l’ignoto proprietario dei vasi brindisini (simbolicamente assurti alla bellezza di

stiano resistendo alle tentazioni vandali-che di cristiani ed animali. Né so quanti altri possano essercene in una città che comincia a mostrare i segni negativi di quelle che hanno svenduto la propria anima al cosiddetto “progresso”. So soltanto che non si può rinunciare alla speranza. Soprattutto a Brindisi e soprattutto in questo momento. Se quei vasi (in controtendenza con una becera moda spintasi fin dentro le mura del Cimitero) resisteranno alle offese pos-siamo dire d’essere sulla buona strada. Quella che, partendo dal rispetto per i beni del prossimo, conduce all’amore e all’orgoglio per la cosa pubblica. Questa è, dunque, la piccola, grande scom-messa.

Guido Giampietro

trozzelle messapiche!) sembra lanciare. Il primo, è quello d’una condivisione del suo amore per la natura anche con

DIRITTI & DOVERI di Emilio Graziuso

Quando la madre proibisce al figlio di vedere il padre

Anche nella nostra provin-cia si registra, in sintonia

con il dato nazionale, un sensi-bile aumento delle controversie riguardanti il diritto di famiglia.Non solo, infatti, ogni anno aumentano il numero di giu-dizi di separazione e divorzio pendenti dinnanzi ai Tribunali, ma anche l’affidamento dei figli minori è ormai un argomento ad alto tasso di criticità tra gli ex coniugi, anche a seguito della riforma posta in essere dalla legge 8 febbraio 2006 n. 54.A differenza del passato, in caso di separazione personale dei coniugi l’affidamento del minore, purché non ricorrano motivi ostativi, è attribuito ad

entrambi i genitori, anche se il collocamento dello stesso è stabilito presso uno di essi, in molti casi sorgono controversie per comportamenti “ostruzio-nistici” di un genitore nei con-fronti dell’altro, in contrasto, quindi, con la ratio della nor-mativa volta a garantire al figlio un rapporto equilibrato con i genitori, ricevendo da entrambi cura, educazione ed istruzione.Con una recente sentenza una madre collocataria del figlio minore è stata condannata al risarcimento del danno in favore dell’ex marito per aver impedito a quest’ultimo di tenere con sé il figlio nei periodi stabiliti dal giudice nella sentenza di divorzio e

di averne, anche, ostacolato la frequentazione (per chia-rezza di discorso è opportuno precisare che con la sentenza di divorzio era stato stabilito l’affido condiviso del figlio ed il suo collocamento presso la casa materna e le modalità di frequentazione padre-figlio).Inoltre, il giudice, con la sen-tenza in esame, ha stabilito anche il diritto al risarcimento del danno in favore del figlio minore per la mancata frequen-tazione del padre a causa del comportamento posto in essere dalla madre.La pronunzia in esame, la quale costituisce un precedente importante in materia di diritto di famiglia, è fondata sull’art.

709 ter, 2° comma, codice di procedura civile, il quale attri-buisce al giudice la facoltà, in caso di gravi inadempienze o di atti che arrechino pregiu-dizio al minore e/o ostacolino il corretto svolgimento delle modalità dell’affidamento, di adottare le più opportune misure volte a censurare tale comportamento, tra le quali il risarcimento danni a carico del genitore inadempiente nei confronti dell’ex coniuge e del minore. La norma, introdotta nel nostro ordinamento con la legge del 2006, ha recepito l’orientamento della giurispru-denza e della dottrina volto ad applicare le norme generali sulla responsabilità civile e,

conseguentemente, sul risar-cimento del danno anche ai rapporti familiari. È quindi evi-dente l’importanza che questo nuovo strumento giuridico riveste in un settore così deli-cato quale quello del rapporto tra genitori separati/divorziati e figli minori.

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Dietro l’aspetto da eterno ragazzo sempre pronto alla battuta, Alfredo Malcarne, neo

presidente della Camera di Commercio, subentrato all’uscente Giovanni Brigante (con il quale condivide la profonda pas-sione per il rugby), nasconde conoscenze e doti di imprenditore e di studioso di fatti economici, soprattutto di quelli locali. Ed anche il suo discorso di insediamento è stato un segnale ben chiaro indirizzato soprattutto alla classe politica: «Non chiediamo politiche da “riserva indiana”. In questi giorni ci sentiamo dire che in un momento di straordinarietà come questo c’è bisogno del “grande capo tribù” che con la sua sagacia e capacità riuscirà a risolvere i nostri problemi. Io invece parto dal presupposto che tutti gli uomini impegnati in questa legislazione camerale sono uomini impegnati nel quotidiano, nell’ordinario. Siamo un gruppo di uomini ordinari che - tutti insieme - possono e devono fare qualcosa di straordinario per il nostro territorio».Cosa volete allora?«Chiediamo di essere messi in condizioni di competere e di crescere. Imprese e lavoratori sono il tessuto produttivo, e di fronte alla crisi non pensano certo di tirare i remi in barca. Anzi, la Brindisi produt-tiva vorrebbe davvero fare della crisi una occasione. L’occasione per costruire un territorio più ambizioso e più giusto».Sembra uno slogan elettorale!«Io spero che sia il fine di tutti i prossimi amministratori. Sono per la politica del fare e del fare bene. E la Camera di com-mercio, come ente deputato allo sviluppo del territorio, dovrà sottoscrivere un Patto con tutti gli altri enti, amministrazioni, forse sociali, per uno sforzo collettivo in grado di invertire la tendenza alla deca-denza e alla marginalizzazione di questo territorio».Prenota un tavolo con i politici?«Anche con i politici. Ma non per le solite passerelle mediatiche, nè per affrontare situazioni di emergenza. Bensì per pia-nificare il futuro di questo territorio, con una programmazione seria di medio e lungo periodo. E con azioni concrete. Non abbiamo bisogno dello sciamano, dell’uomo con la bacchetta magica che

presenta totalmente rinnovata nel Con-siglio camerale, ma non solo come età dei consiglieri, bensì come contenuti e atteggiamento. Del resto la situazione disastrosa dell’economia e della finanza mondiale, seppur in presenza di timidi segnali positivi, richiede un cambio di mentalità e di strategie, specie in alcuni settori come il commercio, il terziario, i servizi ed il turismo».Lei vede segnali positivi anche a livello locale?«Beh, il Sole 24 Ore di qualche giorno fa riportava un saldo attivo tra imprese cessate e nuove imprese nella nostra provincia. Unico caso in Puglia e uno dei pochi casi nel Mezzogiorno. Questo vuol dire che ci sono una certa reattività e flessibilità del sistema imprenditoriale di fronte alle difficoltà, e che gli imprenditori mantengono una mentalità positiva: non hanno paura, mantengono la fiducia e cercano di cogliere qualche opportunità dalla crisi dei mercati».

LA CAMERA DI COMMERCIO SI RINGIOVANISCEAlfredo Malcarne subentra al presidente uscente Giovanni Brigante. È il primo ente che finisce in mano ad un quarantenne. Che avverte i politici: «Basta con slogan e parole. L’economia locale ha bisogno di fatti»

ISTITUZIONI

salvi tutti. Abbiamo bisogno del lavoro quotidiano di tuttiLei è forse il più giovane presidente

della Camera di commercio. Sarà mica un segnale?«Deve essere un segnale. La Camera di

IL BILANCIO DI GIOVANNI BRIGANTE

Protocollo Onu, Distretto Nautico e tutela del Papola: ecco i tre fiori all’occhiello del presidente uscente

La tutela dello scalo aeropor-tuale di Brindisi, la difesa dei collegamenti ferroviari messi in

pericolo dalla nuova programmazione di Trenitalia, il supporto organizzativo fornito in occasione della visita del Santo Padre, la campagna di ascolto promossa per la scelta del presidente dell’Autorità Portuale ed un costante impegno in favore del complesso sistema delle imprese della provincia di Brindisi. Sono questi gli impegni più importanti della presidenza di Giovanni Brigante, che nei giorni scorsi ha lasciato il posto ad Alfredo Malcarne. Ma ci sono due fiori all’oc-chiello del nostro operato - dice Bri-gante -. Il primo è la sottoscrizione di un protocollo di intesa con le Nazioni

Unite per facilitare l’accesso delle aziende brindisine agli appalti ed alle forniture della più grande base Onu d’Europa. Abbiamo messo in contatto i dirigenti della base con tutte le imprese interessate e l’invito è stato accolto da ben 250 aziende brindisine che adesso si candidano a pieno titolo ad offrire i propri prodotti ed i propri servizi all’Onu. Un altro risultato importante è quello legato alla costi-tuzione del Distretto della Nautica. Lo abbiamo fortemente voluto e adesso sono più di cento le aziende pugliesi di settore che ne fanno parte, oltre ai principali enti del territorio. Se sapremo sfruttare questa occasione la nautica della nostra regione ne trarrà indubbi benefici”.

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ENEL BRINDISI:LE PAGELLE

DEL CAMPIONATOA salvezza acquisita, diamo i voti ai Ferrarese Boys: chi merita di restare e chi rischia il posto.

Chi poteva dare di più, e chi ha fatto meglio di quanto ci si attendesse

8 MARCUS HATTEN: Certezza. Per un intero campionato si è messo la squadra sulle spalle. Sarà pure un po’ troppo solista, come tutti i grandi bomber, ma

ragazzi, ad avercene come lui!7

MARCO KILLINGSWORTH: Cassaforte. Quando è in vena lo fermano solo mettendogli le mani addosso. Quando non lo è, fa venire al pubblico la voglia di mettergli le mani addos-

so. Ma sotto i tabelloni era quasi sempre da solo.7

SOTIRIOS GIOULEKAS: Concretezza. Ha il tiro più brutto che sia mai stato visto nella storia del basket. Però segna, difende, fa pe-sare il fisico, e non molla fino alla fine. Senza i

due infortuni avrebbe dato molto di più alla causa.

L’Enel Brindisi è salva e l’anno prossimo rigio-cherà in Legaude. Per alcuni non è abbastanza. Per molti, la stragrande maggioranza, si poteva

fare molto meglio, però va bene così. Per altri la sal-vezza basta e avanza. Nel primo gruppo rientra sicu-ramente quel gruppo di tifosi che negli ultimi secondi di Brindisi-Roseto hanno esposto il drappo: «Via tutti». Non era certo quello il momento per chiedere la testa di qualcuno, neanche del peggior giocatore dell’anno, ed infatti tutti hanno fischiato l’iniziativa. Certo, qualche taglio e qualche tirata d’orecchie a quelli che hanno dimenticato perché sono stati pagati profumatamente dalla società per stare a Brindisi dovrà pure essere fatto, ma criticare in quel modo, in quel momento, non aveva senso. Perché comunque l’obiettivo minimo chiesto dal patròn Ferrarese e dal presidente Corlianò era la salvezza. E salvezza è stata. Dunque meglio festeggiare e pensare al prossimo anno. Anno in cui, si spera, non ci toccherà vedere al lavoro nel giro di 10 mesi due squadre completamente diverse tra loro. Anno in cui, si spera ancor più vivamente, i tifosi brindisini non saranno costretti ad assistere agli show di gioca-tori come Tutt, un americano da dimenticare, ma che purtroppo difficilmente potrà essere dimenticato, non solo per le sue performance in campo, ma anche per quell’immagine di lui seduto (in borghese, si direbbe di

un poliziotto) accanto alla panchina. Che tristezza!Fortunatamente questo campionato di Legadue ci

lascia molte cose buone: la prima è un società solida, e qui i complimenti a Ferrarese ed ai suoi collaboratori sono dovuti e sacrosanti. Si può sbagliare sempre, figu-riamoci se non può farlo una società che da 25 anni era assente dal basket che conta. Non comprendiamo neanche la tesi di chi continua a chiedere la testa di Perdichizzi. Dimenticando che fu lui a portarci in A. È vero, il coach ha commesso un grosso errore, insieme a Puglisi: ha completamente sbagliato il roster iniziale. E non è poco. Ma poi ha dovuto fare i conti con la sfortuna, gli infortuni (Hatten, Gioulekas, Mocavero, Parente), lo scippo di Varese. Noi un altro anno di fiducia glielo daremmo. Anche perché mettersi a ricostruire il giocattolo proprio ora sarebbe una follia: questa squadra, con l’innesto di un play (possibil-mente che “veda” il canestro), di un tiratore e di un pivot, diventerebbe una squadra completa e da primi cinque posti. Ferrarese ha già promesso due campioni: vedremo.Del pubblico, che dire di più: mitico, spettacolare, paziente. Anche se a volte esagerato nelle critiche (agli arbitri, ai giocatori e all’allenatore). Ma i brindisini, si sà, hanno il basket nelle vene. E allora questo pubblico meraviglioso bisogna prenderlo così, nelle cose buone ed in quelle cattive. Che fortunatamente sono molto meno di quelle buone.

8 LA SOCIETÁ: Solidità. Il ritorno in serie A dopo 25 anni non poteva essere una passeggiata. Ed infatti non lo è stata. Gli si può solo rimproverare la cam-

pagna acquisti. Ma siamo ancora in LegaDue. Basta e avanza.

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SPORT

8 MICHELE CARDINALI: Tutta sostanza. La sorpresa più bella dell’anno. E dire che in lui in A2 in pochi credevano. Eppure ci ha salvati diverse volte. Grinta, palle recupera-

te, difesa da manuale e punti. Teniamocelo stretto.6

LESTINI: Rivedibile. È arrivato tardi ed ha avuto poco tempo per inserirsi. Però ha un fisico e potenzialità atletiche mostruose. Accompagnate da un tiro

niente male. Può essere una buona pedina.5

TONY BINETTI: Enigma. Appena arrivato ha fatto sognare, poi è via via scomparso. Alterna giocate egregie a decisioni imbarazzanti. Non è da buttare, ma

non sembra neammeno il play che cercavamo

6 DANIELE PARENTE: Bandiera. Non è un play che in A2 può fare la diffe-renza, ma è un buon secondo play: difesa, spogliatoio, razionalità in campo. Anche lui

vittima di qualche acciacco. Ma da tenere.5

DAVIDE VIRGILIO: Premio simpatia. La A2 non sarà per lui, ma molto spesso, pur seduto in panchina, ha dato molto di più di quelli che erano in campo. Merita comunque

un grazie.5

EMANUELE MOCAVERO: Buona volontà. Poche volte sugli scudi, e nella sua partita migliore lo ha bloccato un infortunio. I pivot avversari lo hanno quasi sempre messo sotto.

La buona volontà purtroppo non può bastare.

6 GIOVANNI PERDICHIZZI: Fiducia. Da Dio a Demone: parte del pubblico non conosce mezze misure e dimentica in fretta. Il coach ha sbagliato il roster iniziale. E qual-

che partita. Ma doveva salvarci, e lo ha fatto.5

ROBERTO FELICIANGELI: Sottotono. Troppo spesso impaurito di fronte ai pivot avversari. Prendeva più iniziativa dalla linea dai tre punti che sotto i tabelloni. Però lui ci

ha sempre messo la faccia. Ed il cuore. Da apprezzare.9

IL PUBBLICO: Senza pari. Elogi e complimenti da tutta Italia. Nessuno in A2 ha tifosi come i nostri. Ora, per rispettarli, sarebbe bello concedere posti numerati per

tutti, ed un parcheggio vero.

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ARTI & CULTURE

Un itinerario dannunziano, ma perché non anche ecomuseale?

Immaginate per un momento di essere spettatori di un avveni-mento inconsueto quanto sbalor-

ditivo: la Nave Puglia dal Vittoriale che, solcando il mare Adriatico, approda sulla costa brindisina: “[…] sinuosi e piatti arenili intervallati da bianche case, qualche paranza solitaria e tante, tante dune in un silenzio calmo e solenne, rotto da brevi spiagge che si rivelano - in lontananza - [...]”. Queste senza dubbio le parole che avrebbe detto il nostro illu-stre ospite, Gabriele D’Annunzio, colpito dalle nostre dune all’epoca del suo viag-gio; dune che ormai sono per lo più un ricordo. Ma a questo straordinario ospite, oggi, potrebbe essere sottoposto un altro suggestivo e non meno entusiasmante percorso costiero. E si, perché le torri, quelle, ancora sono lì. O quasi. E così... ”Se gentilmente mi volesse ospi-tare sulla sua Puglia Le illustrerei i tesori della nostra costa brindisina; si comincia

L’associazione Slimmy promuove, attraverso gruppi di auto-aiuto, la cultura del vivere sano dal punto di vista psicologico, fisico, alimentare a vantaggio dei propri associati, favorendo l’incontro di persone che vo-gliono migliorare la propria qualità di vita attraverso il reciproco sostegno emotivo. Il team di Slimmy è in grado di offrire la pro-pria esperienza e le competenze specifiche maturate nel settore, a tutti coloro i quali de-siderano perdere peso, rieducarsi dal punto di vista alimentare e migliorare lo stato di salute, senza grossi sacrifici né particolari ri-nunce. Il progetto si articola in quattro piani strategici: sana alimentazione, attività fisica, sostegno di gruppo e scelte vincenti e si tra-duce in una rete di tanti piccoli cambiamenti virtuosi che puntano a migliorare la cono-

scenza e la pratica dei corretti stili di vita. Il Programma Alimentare si basa su un apporto bilanciato di frutta, verdura, carboidrati, pro-teine, latticini e grassi; è di facile applicazione ed offre la massima flessibilità per poter sce-gliere i cibi che più ci piacciono cominciando a comportarci da magri, senza cadere nel tor-tuoso labirinto di cibi leciti e illeciti, sempli-cemente mangiando di tutto, ma meno. Una alimentazione bilanciata, dunque, dal sapore molto mediterraneo. Ma i consigli alimentari da soli non bastano a sconfiggere il sovrappe-so e a controllare il peso: occorre riequilibrare il bilancio energetico tra entrate e uscite non solo riducendo gli introiti calorici, ma anche recuperando l’attività fisica. Muoversi è fondamentale! Slimmy invita ad assaporare il gusto del corpo in movimento, a

da Torre delle Penne che dopo il Castello Aragonese, annuncia l’ arrivo a Brindisi”.“Ma che struttura è divenuta mai questa, mia gentile guida?”. “Era un’antica fortificazione, eretta per la difesa, a pianta quadrangolare a differenza dell’altro tipo di torri, che erano solo di avvistamento, a pianta cilindrica”. “Questo io lo so, ma cosa ne rimane?, una struttura fatiscente ricovero di bestie, e di fugaci pellegrini abbiso-gnanti di liberarsi, e che ne è del faro?”. “Il faro io non l’ho mai visto, ne ho sentito solo parlare da chi se lo ricorda ancora. Distrutto dalla furia dei venti e da quella delle genti, così come stanno facendo con i sassi della base della torre, che potrebbe seguire la stessa fine. Altre torri sono in stato di abbandono come, Torre delle Teste e Torre Cavallo, Torre Mattarelle e Torre San Gennaro.Ma Torre Guaceto e Torre Santa Sabina

EDUCAZIONE ALIMENTARE Slimmy, per tornare in forma

rappresentano, invece, un esempio posi-tivo di come trattare questi monumenti che sono testimoni silenti della nostra storia”. “La cosa mi rallegra e naturalmente le vedrò con piacere, ma mi preme cono-scere i motivi per cui, queste altre, sono in stato di abbandono, come mai nes-suno se ne cura?”Per la verità, sono state oggetto di atten-zione, in particolare, in due momenti distinti e studiate da realtà differenti. E precisamente, alla fine degli anni ’90, su proposta del Pastis Cnrsm, in occasione della settima edizione della Settimana della Cultura Scientifica, dal Titolo “La scienza e la tecnica al servizio della conservazione e valorizzazione dei beni ambientali e culturali”. Le torri della costa salentina, furono scelte come oggetto di lavoro a cura di alcuni alunni dell’Itis Giorgi di Brindisi sotto il tutoraggio di alcuni docenti dell’isti-

tuto, in un’ottica di sensibilizzazione e denuncia. Essi diedero vita ad un lavoro interessante e all’avanguardia per i tempi, basato sulla ricognizione dei luoghi e su materiale documentale ritrovato presso la biblioteca De Leo. Lavoro che fu poi esposto alla fiera del libro di Campi Salentina, sotto forma di un CD-Rom, di una rassegna fotografica e di una cassetta video, ma di cui rimane solo memoria, in chi ci ha creduto.Dopo diversi anni, intorno al 2005-2006, una ricca pubblicazione dal titolo ”…dal mare verso il mare, coste, masserie e sistemi difensivi costieri nel territorio brindisino”, curata dall’Ordine degli Architetti di Brindisi, in collaborazione con il Comune (fotografie e progetto grafico di Alfredo Perchinenna), e defi-nita dal sindaco Domenico Mennitti una pubblicazione che segna “tracce importanti, dunque dove; le difficoltà del presente non soppiantano il passato, ma stimolano il nostro pensiero ed i nostri sentimenti e ci spingono verso la valoriz-zazione di questo patrimonio capace di coniugare cultura e ricreazione”Ma torniamo a noi, questo dialogo immaginario con un illustre letterato potrebbe essere scambiato con chiun-que e soprattutto tra noi brindisini, che la nostra realtà la conosciamo bene, tanto da non porci più certe domande sul come o sul perché avvengano certe cose. Ma allora perché non iniziare a cambiare le cose partendo da noi, seguendo l’esempio di alcune realtà molto vicine, che proprio in nome di una riappropriazione della cosa pubblica si stanno muovendo creando progetti: come quello portato avanti nel dicembre 2008 dal comune di San Vito Dei Nor-manni in collaborazione con la Regione Puglia, l’Università del Salento, l’Acri e la Fondazione Cariplo, per la creazione di un laboratorio ecomuseale per il pae-saggio di Castello D’Alceste. L’Ecomuseo è “un processo dinamico (in cui vi è un ampio coinvolgimento della Comunità), in cui la comunità (fatta da istituzioni e abitanti), si prende cura di un terri-torio (inteso non solo come superficie ma anche e soprattutto come identità locale), in funzione dello sviluppo soste-nibile. Lo strumento del laboratorio Eco-museale e quello, ad esso strettamente collegato, delle mappe di Comunità, possono essere una valida risposta al quesito posto dal nostro illustre ospite come da chiunque di noi.

Francesca Alparone

scoprire come può essere facile e piacevole diventare sempre meno sedentari senza fare acrobazie sportive e senza sconvolgere le normali attività quotidiane. Il sostegno di gruppo di Slimmy e le scelte vincenti proposte durante le riunioni fanno in modo che il “miracolo” avvenga. Il sostegno di gruppo, rinnovato di settimana in setti-mana attraverso la partecipazione ad un incontro con altre persone motivate dagli stessi obiettivi di riuscita, è l’elemento cardine del progetto Slimmy. Nel corso della riunione l’associato riceve un duplice supporto: quello di un’esperta in grado di guidare, informare e motivare, e quello di altre persone che condividono esperienze e successi.

Per informazioni: 347 847 7260WEB-LINKwww.ecomuseipuglia.it

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EVENTI

È il mese del Salone Nautico del Salento e del Turismo Sostenibile che si svolge

fino al 3 maggio all’interno del porto turistico “Marina di Brindisi”, dive-nuto “location” storica dello Snim, avendone ospitato molte edizioni. Una sede che ormai sta troppo stretta ad una manifestazione di livello nazionale che l’anno scorso ha visto la presenza di oltre 65mila visitatori. L’evento punta ormai apertamente a trasformarsi in “stella polare” del settore della nautica da diporto per tutto il bacino del Mediterraneo, lan-ciando Brindisi oltre la sua posizione geografica e trasformandola nel cuore pulsante del “Mare Nostrum”. Il Salone nautico offre ai suoi visitatori il top della produzione regionale, spinta dal nuovo “Distretto Produttivo della Nautica da Diporto”, e di quella nazio-nale. Oltre 120 imbarcazioni in acqua, grazie all’allestimento di una serie di pontili galleggianti, divise nelle cate-gorie Motor, Yachts, Gommoni e Vela; un grande spazio dedicato all’espo-sizione di imbarcazioni a terra; stand di aziende di altissimo livello come i Cantieri Damarin, Mingolla, Petrachi,

Tecnica Vetroresina, Blu & Blu, Luxury Yachts, Canieri Danese, LM Motors Yacht, Marinucci Yachts, Rimini Yachts, Admiral Yachting, C&D, Taranto Yachts,

Ondabuena, Idea Verde, cantieri Navali Arturo Stabile, Hyperyachting, Nautica Mangè, Autonautica Capone e molti altri. Spazio anche al settore

accessori e motori con le più impor-tanti realtà produttive pugliesi e non solo come Isotta Fraschini, Socoges ed i migliori marchi dei motori fuo-ribordo. Ma la nautica non è l’unica attrattiva dello Snim, un evento che si apre a 360 gradi sul territorio per cercare di metterne in mostra tutte le potenzialità. Tra queste, ovviamente, la “gastronautica”, un vero e proprio viaggio nei sapori più particolari del territorio con il top delle produzioni tipiche, shopping, presenza dei più importanti Comuni e porti della regione e, come sempre, una con-vegnistica di altissimo profilo, per la quale è stata allestita una sala con-ferenze da 300 posti, che negli anni passati ha dimostrato di essere una vera e propria fucina di idee al servi-zio del territorio. L’idea stessa della creazione di un Distretto Produttivo della Nautica da Diporto, infatti, è nata proprio durante le passate edizioni del Salone Nautico. Il tutto, come sempre, organizzato da Area Progetti s.r.l., l’azienda che fin dai suoi albori si occupa dell’allestimento e della gestione dello Snim.

TUTTI IN ACQUA!Al porto turistico Marina di Brindisi è in corso di svolgimento il Salone Nautico del Salento e del Turismo sostenibile: 120 barche in vetrina, ma anche enogastronomia, convegni e progetti per il futuro

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Ha riaperto i battenti nei gior-ni scorsi il Museo Provin-ciale Archeologico Ribezzo

(ribattezzato MAPRI), dopo due anni di lavori di ristrutturazione e musea-lizzazione voluti dall’amministrazione provinciale. «Grazie a questi interven-ti, il Museo si presenta oggi come un percorso fatto di storia, di oggetti e di uomini che abbiamo voluto comporre come un diario scritto nel tempo - ha dichiarato il presidente Michele Errico durante la presentazione alla stampa -. Un diario che serve a dare una memoria di ciò che è stato il passato della nostra città e della nostra pro-vincia per proiettarci nel futuro. Una grande opera che vuole dare alla città di Brindisi una ricerca di un’identità che serva come fondamento per gli avvenimenti futuri».I lavori, iniziati nel gennaio del 2007, sono stati finanziati dall’Accordo di Programma Quadro “Sistema dei Musei” della Regione Puglia per un importo di 1.846.714 euro (di cui 391.134 euro messi a disposizione dalla Provincia di Brindisi) più un ulte-riore milione di euro proveniente dal PIS 12 “Normanno Svevo”.A centinaia, domenica 19 aprile, hanno voluto essere presenti alla cerimonia di apertura al pubblico del MAPRI, ed anche nei giorni successivi il flusso di gente e di visitatori è stato continuo.La sistemazione museale comprende

reperti che dall’età preistorica giun-gono fino alla tarda età romana. La complessità dei contenuti da comu-nicare e dei percorsi da seguire ha suggerito la realizzazione di strumenti visivi a supporto dei materiali esposti. Lungo il percorso museale si incon-trano pannelli caratterizzati dalla pre-senza di testi e supporti grafici tali da

consentire la comprensione del con-testo storico dei reperti esposti, in un racconto continuo scenograficamente comunicativo.Il percorso di visita prende avvio nel porticato dove sono collocati scenograficamente materiali archeologici eterogenei: una serie di ceppi d’ancora in piombo, sculture,

stele onorarie municipali, sarcofagi e vari elementi architettonici dei quali è nota la provenienza, ma non il contesto. Di grande interesse sono i due capitelli figurati, testimonianze superstiti della abbazia benedettina di Sant’Andrea (sec. XI), ubicata all’ingresso del porto esterno di Brindisi, sulle cui rovine Alfonso I d’Aragona fece costruire il Castello.Al piano terra inizia l’espo-sizione con la

Sezione Antiquaria dedicata alle “Col-lezioni“. La presentazione dei reperti in questo settore procede per classi di materiali: ceramica, manufatti in bronzo, terracotte votive e architetto-niche, vetri, lucerne, monete. L’esposizione prosegue al piano sot-terraneo dove è ospitata la sezione epigrafica e statuaria che ha conser-vato inalterato l’allestimento della metà del Novecento. La collezione epigrafica comprende iscrizioni greche, latine e alcune epigrafi ebrai-che. Ricca e significativa è la docu-mentazione epigrafica in lingua latina che illustra il tessuto sociale, econo-mico, culturale, nonché politico-am-ministrativo del municipio brindisino.Al centro della sala che ospita il lapidario, sono esposte le sculture di età romana, provenienti dalla città. Sono presenti statue decorative di età repubblicana, statue iconiche e ritratti maschili e femminili di età imperiale. Si tratta per lo più di sculture funera-rie e decorative pertinenti a monu-menti pubblici e privati. Ma il Museo, accanto alla tradizione collezionistica dell’Ottocento e dei primi del Nove-cento, ha recepito anche uno straordi-nario afflusso di materiali archeologici provenienti da scavi.Il percorso museale, attraverso uno scalone, prosegue al primo piano in cui sono collocate due sezioni dedi-cate rispettivamente alla Preistoria e alla Messapia.

CULTURA

IL MUSEO RITROVATODopo due anni di lavori, riaperto il “Ribezzo”, ribattezzato “Mapri”. «Un percorso fatto di storia, oggetti e uomini», ha detto il presidente della Provincia, Michele Errico durante l’inagurazione. Un percorso tutto da ammirare

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CULTURA

La sezione dedicata alla preistoria raccoglie i risul-tati di varie campagne di scavo effettuate nella pro-vincia di Brindisi. I reperti esposti,distribuiti a proporre aspetti diversi della vita e delle attività del territorio brindisino, sono facilitati nella lettura, dal riferimento al contesto storico- topogra-fico riportato su pannelli che accolgono notizie relative ai vari ritrovamenti avvenuti in provincia di Brindisi. L’in-gresso alla sezione messapica è scandito dalla presenza di una grande trozzella di desti-nazione funeraria.L’itinerario di visita si svi-luppa lungo un articolato percorso in cui le pareti sono trasformate in un racconto continuo che accompagna il visitatore alla scoperta dei Messapi, popolazione di antiche e nobili origini che abitò la penisola salentina a partire dall’ VIII sec. a.C. Le fonti letterarie, ma soprattutto le evidenze archeologiche ed epigrafiche documentano la presenza nel brindisino di numerosi insediamenti messapici, ubicati sia nell’en-troterra, che lungo la costa: Egnazia, Carovigno, Ceglie,

Oria, Francavilla Fontana, Mesagne, Latiano, S.Vito dei Normanni, Valesio.All’interno di ampie vetrine sono esposti corredi tombali acquisiti attraverso scavi, donazioni, sequestri.Il percorso espositivo con-

capitelli di ordine corinzio figurato rinvenuti in piazza Duomo e facenti parte di un sacello dedicato a Dioniso.Nella stessa sala sono esposti i materiali rinvenuti nel corso di scavi effettuati nel 1986 a Brindisi in via Santa Chiara, in

tinua al piano superiore che ospita in quattro sale la sezione dedicata a Brindisi in età romana, suddivisa in area urbana e in area necropolare. Nelle prime tre sale sono raccolte le testimonianze della città romana: capitelli, sculture, epigrafi, mosaici, monete provenienti in gran parte da edifici pubblici e privati. L’ingresso alla sezione romana è segnato da due

prossimità del porto.Il percorso espositivo ha ter-mine con la sezione dedicata alla archeologia subacquea e ai Bronzi di Punta del Serrone.Lungo l’itinerario non man-cano “effetti sorpresa”: un grande acquario marino che ripropone uno spaccato di fondale brindisino e la rico-struzione in scala di una prua di nave onoraria con anfore in situ.

Qui sopra, la folla in fila per visitare il nuovo MAPRI.Nelle altre foto che accompagnano questo articolo, alcune

sale del rinnovato Museo archoelogico provinciale Ribezzo.

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LA DOLCE VITA vini, sapori, luoghi, eventi, persone

Non li troverete al supermercato, o al centro

commerciale, ma solo in enoteche e ristoranti selezionati. Oppure potete richiederli direttamente ai produttori, magari dopo una visita nei loro frantoio, che è sempre una bella esperienza. In ogni caso, questi quattro olii extravergini che vi proponiamo questo mese sono veramente al top. Tutti e quattro hanno già ottenuto riconoscimenti e premi nazionali ed internazionali nei principali concorsi del

DEGUSTAZIONI

QUATTRO OLII DA PROVARE

FUORI CASA

Sono gli extra vergini delle aziende Lillo (Brindisi), Caforio (Latiano), Stasi (Torre) e Sololio (Ostuni)

settore. Iniziamo dall’Olio da agricoltura biologica dell’azienda agricola Caforio di Latiano: un raro e prezioso regalo della natura. Peraltro a prezzi ottimi, per essere un biologico. L’Arciprete delle agricole Stasi di Torre Santa Susanna, invece, è un fruttato medio dal gusto corposo, destinato al consumo quotidiano, accontenta tutti i palati. È ottimo su verdure e zuppe di legumi ma si può usare anche su carne e pesce.Un altro fruttato medio è il Dop Collina di Brindisi di Sololio (Ostuni).

Ha gradevoli sensazioni gustative di amaro e piccante e chiari sentori di carciofo. Lo si può acquistare nel punto vendita dell’azienda, situato a due passi da piazza della Libertà, nella città bianca. Infine un olio del capoluogo, il Valeo dell’azienda agricola Lillo: Ottenuto da varietà Coratina e Picholine, ha acidità bassissima e colore verde acceso. È un olio importante, ottimo su bresaole, insalate, verdure cotte, carni alla brace, zuppe di legumi.

web-linkwww.caforio.itwww.sololio.itwww.agricolestasi.it

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LA DOLCE VITA vini, sapori, luoghi, eventi, persone

Me ne avevano parlato in tanti, come del locale

dove si mangia il sushi, ma siccome il cibo giapponese non mi entusiasma, ho rimandato la visita di qualche mese. Domenica 19 aprile mi sono deciso a provare questo locale dallo strano nome, Hara. È il sogno realizzato di Lucia Schina (27 anni, meglio nota come “la figlia di Mario del Penny”) e di suo marito, lo chef, Fabio Vulpitta, 26 anni. Il locale è accogliente e molto bello, con qualche tocco d’Oriente. Può essere reso ancora più “caldo”, ma già così è ospitale. Menù in italiano e, udite udite!, inglese, cosa rara in questa città “turistica”. Menù degustazione: Hara (carne, pesce e verdure), Fresco (solo pescato di giornata), Gusto (carne pugliese in “finger-food”, cioé da mangiare anche

con le mani, se volete), Verde (per i vegetariani), Leggero (per chi sta a stecchetto), e infine Sushi e Sashimi. Prezzi dei menù: da 16 a 22 euro. Nulla in confronto allo spettacolo visivo e gustativo dei piatti: millefoglie di melanzane e

RISTORANTI

HARA: PROSSIMAMENTE SULLE MIGLIORI GUIDE

BELLE NOTIZIE Storia di Poldo, di un cane ritrovato. E di gente fantastica

FUORI CASA

Non lo conoscete ancora? Si trova in via Giordano Bruno: è il sogno (realizzato) di due ragazzi brindisini che hanno saputo creare un locale originale, con una cucina fantastica. A prezzi giusti.

Alla base del vivere civile rimane un grande e pre-

zioso valore… la solidarietà e l’umanità verso gli altri, anche quando gli “altri” sono amici a quattro zampe.Questo messaggio è rivolto a tutti coloro che, per dieci lunghi giorni, si sono presi cura del nostro Poldo e lo hanno accudito, che hanno dato dimostrazione di grande solidarietà nei confronti di un povero golden smarrito ed impaurito, il cane gioche-rellone che ha animato per qualche giorno la vita del rione Paradiso. Mi rivolgo a tutti gli abitanti del Paradi-so, a chi al Paradiso si reca giornalmente per svolgere la propria attività lavorativa, a

chi lo ha incontrato, a chi lo ha accudito, a chi lo ha coc-colato, a chi gli ha comprato delle scatolette per nutrirlo ed infine, ma non per ultimi, ai ragazzi che hanno giocato con lui, soprannominandolo “il cane delle pigne”. E già, il “riporto” delle pigne è sempre stato per Poldo il gio-co preferito. È stato questo il segnale che ci ha confermato che si trattava proprio di lui, il nostro vecchio cucciolone, che eravamo vicini e che lo avremmo ritrovato. Da quando abbiamo avuto l’idea di comunicare la nostra ricerca tramite l’affissione di locandine è stato un tam tam incessante. Arrivavano telefonate, le più disparate,

comunicandoci che Poldo si aggirava per il rione Paradi-so… avvistato in piazza Piran-dello una sera, in prossimità della zona commerciale, delle scuole ed infine la telefonata delle commesse del super-

mercato “Famila”, “signora venga a prendere Poldo lo abbiamo qua noi”... È stato splendido sentire tante voci, tanto affetto, tanta umanità.Un ringraziamento da parte di Poldo il quale, ogni tanto, ha

straccetti di pentaglia (sublime), tonno alla griglia con pesto, peperone al cous cous, filetto di vitello in crosta di patate, riso venere con cuore di baccalà (unico!), costolette di agnellino da latte con crema di nocciole

e caprino, carciofo all’anice stellato, peperonata di fragole (eccezionale). Chiusura con dolci fatti in casa: consiglio il pasticciotto con crema alla nocciola. Se non si vogliono provare i menù degustazione si può optare per qualche primo: lasagne al salmone, tagliolini olive e calamari, risotto alla liquerizia con sfilacci di vitello, risotto alle fragole, zuppa di pesce. Ambiente e cucina pulitissimi. Servizio ottimo. Con 30 euro fate un pranzo (o una cena) indimenticabile. Segnatevi il nome di questo locale, perché presto lo ritroverete sulle guide nazionali che contano. Scomesso.Hara, Ristorante-Sushi Bar- Sala da the.Via Giordano Bruno (traversa di Corso Umberto I), Brindisi. Tel. 0831 520064 / 328 1694056Chiuso il lunedì.

10 POSTI SPECIALI DOVE MANGIARESegnalateci i 10 locali del capoluogo dove, a vostro avviso, vale la pena di andare a mangiare. Saranno i protagonisti di una copertina di TB.

BASKET SONDAGGIOPerdichizzi deve rimanere? Oppure sarebbe meglio cambiare il coach dell’Enel Brindisi? Dite la vostra.

ELEZIONIQueste pazze pazze pazze amministrative! Segnalateci i manifesti più stupidi, le inizia-tive più singolari, le promesse più false di questa lunga campagna elettorale.

Sul nostro sitowww.tbmagazine.it

Aggiungi ai preferitiwww.tbmagazine.it

l’espressione un po’ nostal-gica di chi, all’età di undici anni, ha vissuto attimi di libertà e di gioia, avendo avu-to l’opportunità di conoscere tanta brava gente. Un sincero e sentito ringraziamento da parte di una famiglia che ha ritrovato la serenità nel riabbracciarlo. Siete Voi la testimonianza che di belle cose la gente ne fa ogni gior-no, in silenzio, senza grandi annunci. Sono questi i gesti veri, concreti, spontanei… le belle notizie di cui dovrem-mo nutrirci ogni giorno per sentirci cittadini e soprattutto “persone” e comprendere che si è solidali nella quotidianità e civili nei semplici atti. Grazie

Poldo e la sua famiglia

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LA PIÚ BELLA DEL MESE

Staino sul Corriere della Sera del 18 aprile 2009

Voci di popolo lettere, email, fax, sms

PARLANO I LETTORI

Occhio ai clanComplimenti, egregio direttore, per l’impostazione seria ed obiettiva data al tuo giornale che rispecchia fedelmente la situazione politico-economica della città. So che è difficile mantenere detta posizione senza appiattirsi, come altri organi di stampa, sulle direttrici imposte da clan politici o organi che molto poco conoscono le funzioni amministrative/istituzionali degli Enti Locali cui sono ancorati i bisogni della comunità.Coraggio su questa difficile strada.

Franco Leoci

Ferrarese col PD?Sarà sicuramente lui il prossimo presi-dente della Provincia, ma oltre al grave problema del laboratorio della politica a cui tutta l’Italia guarda (dicono loro... per me è solo un minestrone di gente trombata dalla politica che vuole con-servare la poltrona) una cosa mi preme chiedere ai suoi sostenitori... specie quelli di centro-sinistra che da sempre criticano Berlusconi: Ma secondo voi un presidente della provincia imprenditore, che ha rappresentato gli industriali per anni anche a livello nazionale... non sarà pieno di conflitti di interessi e influenzato dalle lobbies dei grossi gruppi industriali? O ste cose vi piace imputarle solo al presidente del consi-glio?

Stefano, [email protected]

La Città d’Acqua Ho sentito spesso anch’io parlare di città d’acqua. Peccato però che Brindisi, effettivamente, è una città di terra. Lo possono confermare quelli che, come il sottoscritto sono tornati verso Brindisi col traghetto. Da poche miglia dalla costa non si nota mica che poco più in là c’è una città di 90.000 abitanti. Con questo voglio dire che tradizionalmente il mare, se pur riconosciuta all’unani-

mità come una risorsa, comunque non viene usata come tale. Vedasi il litorale Brindisino, abbandonato a se stesso. Non parliamo, perciò di Torre guaceto soltanto, ma parliamo sopratutto del nostro mare, quello della città. Facciamo (nel senso chi ne ha il potere faccia)in modo che questa città, che viene considerata erroneamente di mare, su quest’ultimo cominci ad affacciarcisi.Da quel momento chimerico al momento dell’arrivo dei turisti, il passo è breve.

Ivano, [email protected]

Sui manifestiVorrei proporre a tutti i candidati sin-daci, di esporre, in questo periodo di campagna elettorale, manifesti che mostrano parchi cittadini abbando-nati e sporchi, marciapiedi pieni di buche o completamente distrutti, strade impercorribili,magari una lista dei disoccupati dell’intera provincia e tantissimi altri piccoli e grandi problemi che rimangono irrisolti.

Gabriele. [email protected]

Bovenga e GiuntaQuest’anno con mia grande sorpresa ho assistito alla candidatura di una Donna. L’avvocatessa Rosangela Bovenga.Donna in gamba senza dubbio e soprattutto,una PERSONA lontana dai colori e dalle storie dei politicanti. L’ho conosciuta per caso,non sapendo ancora che si fosse candidata,e mi è sembrata,dopo la scoperta,davvero un’ottima via di fuga da tutto ciò che ci ha privato persino della nostra dignità di cittadini Brindisini. Ho un’opinione positiva anche del signor Giunta,che ho seguito nei vari dibattiti televisivi,e al quale delego tutta la mia stima. Con l’uno o con l’altro spero che si vada avanti.

[email protected]

Visti e sentiti

”Sull’Amministrazione Mennitti c’è tanta disinformazione e mala-informazione da parte di certa stampa che non spiega alla gente quanto è stato fatto di buono!”

Massimiliano Oggiano, 16 aprile 2009

”TuttoBrindisi, l’unico giornale locale che continua a crescere”

Nicola Ciracì, consigliere provinciale PDL

”Complimenti per la pubblicazio-ne! Bella per i contenuti ed anche per la grafica”

Francesco Palermo

Concordate? O la pensate in maniera diversa? Cosa pensate di TB e dei nostri articoli. Ditelo su www.tbmagazine.it o per email a [email protected]

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Era un pomeriggio triste e tormentato, come tutti i pomeriggi della

sinistra italiana. Lorenzo Cirasi-no aveva convocato l’ennesimo Comitato Cittadino del PD, «con la promessa che sarà quello de-cisivo». E tutti i componenti del CC del PD ebbero di che gioire: «Dopo 65 riunioni fatte a cazzo di cane per non decidere nulla, finalmente, forse, si decideva qualcosa». Come al solito si ini-ziò con la lettura di una pagina del Capitale di Marx, mitigato dall’Ave Maria voluto dai capi della Margherita. Poi tutti in piedi per l’inno del partito: «Sin-cerità», di Arisa, che suonava davvero come un augurio e una promessa. Lorenzo, non si sa perché, se la rideva da solo.Il dibattitto ebbe inizio. Carlo F. chiese di individuare un can-didato di alto profilo. Sonia R. rispose: «Bene, allora dovremmo andare su un esterno». Enzo A. se la prese un po’: «Questa è una offesa alla nostra intelli-genza». Mina P. prese le parti della compagna: «No, è solo la constatazione che, o date l’in-caricato di candidato presidente ad una di noi donne, oppure siamo perdenti in partenza». Salvatore B.: «Ci sarebbe questa ipotesi di Ferrarese». Il sorriso di Lorenzo Cirasino divenne ancora più sornione. Salvatore T. prese la palla al balzo: «Chi, quello?, ma se fino ad ora andava a braccetto con Berlusconi, Vitali, Rollo e Mennitti! Giammai». Rino P.: «Concordo: cosa diremmo ai nostri elettori. Ci prenderebbero per rincoglioniti». Franco M., dall’alto della sua saggezza, rispose: «Rino, ti posso assicu-rare che già ci prendono per

rincoglioniti». Dalla sala si levò un sospiro di sollievo, e Vito G. esclamò: «Beh, rincoglioniti va ancora bene, pensavo peggio». Raffaele I. pregò tutti i presenti di tornare ai contenuti: «Allora, questo Ferrarese, che ancora non ho capito se è ragioniere o dottore o non so che altro, era per il rigassificatore, e noi no. Era contro Errico, e noi no. Beh oddio, non proprio. Comun-que, è sempre stato contro di noi!». Enzo B.: «Ma queste sono quisquilie. Le idee cambiano. Anche noi ci chiamavamo Pci, poi Pds, poi Ulivo, poi Ds, poi PD, domani forse solo P, eppure

SIAMO TUTTI SINDACI / ESCLUSIVA TB: ECCO COME SI È ARRIVATI ALLA CANDIDATURA DEL PRESIDENTE

La satira di TB SPAM 0831

AGUZZATE LA VISTA!

Il contenuto di questi articoli è completamente inventato. Però...

la gente continua a votarci». Sonia R., da brava donna, lo interruppe: «Dici? Mi sa che se continuiamo così prenderemo una quindicina di voti, i nostri». Dalla sala si levò un’altra voce, non identificata: «Veramente io ho smesso di votare per noi già da qualche anno!». Lorenzo Cirasino per un attimo smise di ridere e iniziò a parlare in dialetto ostunese, ma in maniera così stretta che non lo capì neanche Salvatore T., che pure da qualche anno vive ad Ostuni. L’autore della frase fu individua-to in un Margheritino di cui già si sospettava la vicinanza al PDL,

LA NOTTE CHE IL CC DEL PD ACCETTÓ SUPERMAX CANDIDATOI verbali del Comitato Cittadino. Tutti contro il patròn, fin quando Lorenzo Cirasino non tirò fuori il fax di Baffino. E tutto cambiò in un istante.

Le due foto in questa pagina, differiscono per alcune piccole differenze. Riuscite a scoprirle? Ai primi tre lettori che ci invieranno le soluzioni esatte, in omaggio un pass per il nuovo parcheggio (sempre che sia pronto per il prossimo campionato) ed un abbonamento con posto a sedere (sulla scalinata della pista di atletica) per la stagione 2009/2010.

ma alla fine contro di lui fu usato il buonsenso: «Anche perché, se candidiamo Ferrarese, non vedo perché dovremmo prendere a pugni uno che vota PDL», disse Mina P. Antonio P. riaprì il dibattito: «Sentite, ma a questo punto per-ché al Comune non candidiamo Mennitti?». Salvatore B., che è basso, ma quando si incazza diventa peggio del cugino Giovanni B. e di Mimmo C. messi insieme, gli saltò addosso e prendendolo ripetutamente a schiaffi gli gridò nell’orecchio, scandendo bene le parole: «Ab-bia-mo fat-to le pri-ma-rie, co-gli-one! E mi hai pure votato, coglione due volte!!!!». In quel momento inziarono a ridere tut-ti. Lorenzo Cirasino, dissè tra se e se: «Dovete vedere tra qualche secondo come riderete tutti», ma lo profferì a bassa voce e in dialetto ostunese, quindi anche questa volta nessuno lo capì.Carmine D., invitò i presenti a non perdere tempo: «Vogliamo decidere qualcosa, o rinviamo la scelta del candidato alla Provincia a dopo le elezioni?». Antonella G., con un sorriso sornione: «Beh, non sarebbe male. Se non candidiamo nes-suno, non perderemo. Almeno stavolta». Francesco A., dopo aver guardato l’orologio, escla-mò ad alta voce: «Cazzo, sono quasi le nove, mi fate perdere La Fattoria!!!». Carmine D. fece un cenno a Sonia R., Mina P. e Bina V.: le tre donne si alzarono e inziarono a picchiare a sangue il malcapitato. Bina V. gli disse: «La Fattoria e il Grande Fratello non la vedono più neanche i più deficienti che votano PDL!!!».A quel punto Lorenzo Cirasino si

alzò, prese il calice e rese grazie alla foto di Massimo D’Alema. Tirò fuori dalla tasca un fax arrivato due ore prima da Roma, a firma di Baffino, e ne lesse il contenuto. Questa volta in italiano, per permettere a tutti (o a quasi tutti) di capirne bene il contenuto: «Il candidato del PD all Provincia è Massimo Ferrare-se. Accordo raggiunto con Casini e Poli Bortone. Evitare rotture di coglioni». Cirasino si accomodò soddisfatto e ancora sorridente.Rino P.: «Ora capisco perché se la rideva, chilestravivo!».Cirasino allora cercò di arrivare alla conclusione: «Compagni e compagne, amici e amiche, avete qualcosa da ridire?».Tutti tacquero. Poi firmarono un documento giunto per fax due ore prima, da Roma, dal solito numero. Il documento diceva: «Ferrarese è il miglior candidato del PD, per i suoi trascorsi am-bientalisti, anti rigassificatore, di profondo estimatore e convinto sostenitore di Michele Errico, del quale sarà fiero successore. Non era lui che siedeva accanto al sindaco al palazzetto, era Mennitti che di nascosto occupa-va la sedia accanto alla sua. E non era Ferrarese a voler essere amico di Vitali e Rollo, ma erano questi due elementi del PDL che dicevano di essere suoi amici, per darsi delle arie. Ferrarese è il nostro miglior candidato. E poi, almeno lui qualche partita l’ha vinta. Noi sono anni che perdia-mo. E speriamo che sia finita. Ora andate nelle strade e nelle piazze e convincete i compagni a votarlo». «Ora sono cazzi nostri», pensa-rono in coro tutti i componenti del CC del PD.Le foto sono di Damiano Tasco

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Liste Nozze

Illuminazione

Idee regalo

Arredamento

Cucina

Accessori Vino

TUTTOBRINDISI FOTOGRAFIA

Totte o non torre

di MINO DANESE

Questa rubrica (ideata da Massimo Guastella) è aperta al contributo di fotografi professionisti e appassionati di fotografia. Pubblichiamo volti, paesaggi, eventi, scene di vita cittadina. Alla fine dell’anno organizzeremo una mostra fotografica: gli scatti saranno venduti ed il ricavato sarà devoluto in beneficenza ad associazioni di volontariato brin-disine. Se volete partecipare, inviate le vostre foto all’indirizzo e-mail: [email protected].

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TUTTOBRINDISI FOTOGRAFIA

United Colors of Brindisi

di Rino Piscopiello

Le foto sono state scattate in località Giancola.

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L’intruso Se i giovani devono essere ipocriti per campare...Lo sfogo di un lettore: un appello alle nuove leve

Esiste una città sconvolta dal niente… da un po’ di anni è meccanica la vita. La fascia

d’età compresa tra i 20 ed i 30 anni sta andando a scomparire…le menti spon-tanee si recano sempre più altrove per realizzarsi. Noi stiamo facendo in modo che le galline dalle uova d’oro scappino via schifate da questa realtà in stato di decomposizione. Sono stato fuori casa per degli anni in cui ho visto crescere amici di vecchia data…tra questi non c’era un ragazzo/a over 25 che non avesse messo il suo talento nelle mani di città del nord o addirittura al servizio di paesi esteri. Eppure loro sono brindisini…sono distanti, ma rientrano qui con la mente in pochi istanti. La gente fa presto a dire che qui scarseggia il lavoro, e cul-larsi dolcemente in questo mare di limi-tata impotenza ha permesso ai forestieri di venire a imporsi con aziende micro o macro nel nostro territorio. Lasciarsi capeggiare da “altri” non ci ha reso di certo migliori, perché un imprenditore che si rispetti con lo stesso salario che può dare ad un brindisino riesce ad accontentare due extracomunitari che popolano sempre più le nostre strade. Attenzione! Loro si accontentano…noi forse stiamo imparando a farlo… anche essendo laureati ci può appa-gare servire pasticciotti in un bar alle vecchie glorie che sicuramente hanno rimosso come e da dove hanno iniziato. Impettite ragazze immagine sfilano per i nostri viali credendo che fare la commessa nei negozietti sia un posto d’elite. Sono questi giovani brindisini che rimangono a Brindisi, quelli che si accontentano di un posto scarsamente retribuito, quelli che non rischiano, gli stessi che non alzano la voce ai loro “padroni” anche nella ragione. Il mio carezzevole urlo d’ammirazione va proprio nei vostri confronti perché

nei vostri panni non avrei resistito alla mia fame di rivoluzione. Accetto la fase gavetta plurisettoriale che ci inserisca in una qualunque dimensione lavo-rativa, ma dopo il cameriere da pub o il volantinaggio per 3 centesimi a plico bisogna progredire, averne la voglia, avvalersi di un terreno fertile che a Brindisi aimè non prolifica. Qui la crescita da garzone a titolare profes-sionista non è semplice…anche se sei “figlio di”. Le vecchie querce non lasciano spazio ai giovani virgulti, il popolo anziano non medita la pensione ed i semi diventeranno alberi maestosi dove la campagna è più naturale, dove non è contaminata, fuori da questo cerchio divenuto malsano. Ci sono giovani che potrebbero sostituire la datata classe dirigenziale perché dispongono di idee innovative, una mentalità elastica, e non hanno paura di essere originali. Molti di loro però sono come fiori finti nelle buste di plastica, oramai si accon-tentano di risultare troppo artificiali e non hanno bisogno di essere annaffiati di speranze concrete, perché non cre-dono più alle favole sterili. I giovanotti qui devono essere ipocriti per campare. Le loro facce assumono le stesse espressioni, sono quasi omolo-gati, li producono in serie come pupaz-zetti forzati al silenzio.Dovremmo essere tutti fiorenti sogna-tori dai pensieri profumati, perché facciamo parte dello stesso vivaio, e se non ci nutriamo di certezze potremmo seccare. Queste affermazioni non male-dicono Brindisi, anzi la elevano a ciò che di più caro ci sia rimasto nel cuore. Allora coccoliamola rimproverandola, provochiamola per spronarla. Chi ha orecchie senta e chi soffre di ipocrisia non si giustifichi.

Emanuele Vasta [email protected]

OPINIONI

La crisi, inutile negarlo, c’è,

eccome. Il recente dato

sull’utilizzo della cassa inte-

grazione nei primi due mesi del 2009

testimonia che spirano forti i monsoni

della crisi economica e finanziaria

su tutto il Paese. Chi

più, chi meno, viene

colto da un senti-

mento di ansia sulle

aspettative non solo

del domani, ma del

presente. Chi paga

il conto più salato

sono come al solito

le fasce più deboli,

ma anche i giovani,

che dopo decenni di

benessere, assistono

inermi allo spezzarsi

dello sviluppo economico. Che dire. I

preannunciati effetti della globaliz-

zazione si son fatti sentire. Il collasso

finanziario del mondo globalizzato

forse ha segnato la fine del benessere

, almeno di quel benessere che ha

permesso a tanti giovani di rimanere

a casa fino a trenta, trentacinque

anni, di diventare i famosi “bamboc-

cioni”. Dopo il secolo delle ideologie,

quello delle non-ideologie, della

cancellazione della storia e della

esaltazione del solo presente che ha

fatto vivere - perché negarlo - piace-

volmente migliaia di giovani sull’isola

che non c’è. Questo giocattolo ha

funzionato fino a quando c’è stato

il benessere diffuso. Oggi il vento

della crisi ha spazzato via questo

finto benessere e per la prima volta,

in barba allo sviluppo economico, i

giovani hanno la prospettiva di vivere

una vita meno prospera di quella

vissuta dai loro genitori. Eppure

son convinta che

questa crisi servirà

a qualcosa. Inutile

negarlo, il benessere

ci ha resi pigri, ci ha

convinti che ogni

cosa è dovuta, che

tutto è sempre stato

lì e che non c’è mai

stato nessuno a

combattere e forse

sacrificare la propria

vita per darci tutto

questo. Ed allora

forse questa crisi servirà ad accen-

dere in ciascuno di noi e nei tanti

giovani ancora inconsapevolmente

bloccati sull’isola che non c’è, la

famosa lampadina, a ragionare, pen-

sare, creare, costruire.

Forse costituirà la spinta per ciascuno

di noi a prendere parte alla vita

sociale, economica e culturale della

città. Forse farà crescere in noi la pas-

sione del poter fare, del mettersi in

gioco, finalmente. Forse servirà a far

rinascere una città come Brindisi, che

ha bisogno proprio di tutto questo

per tornare a vivere con dignità ed

orgoglio.

Barbara Branca

Zona Branca Anche la crisi può essere utile a questa cittàSe costituirà la spinta a prendere parte alla vita sociale, economica e culturale

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