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2 FEBBRAIO t r a v e l c a r n e t . i t t r a v e l c a r n e t . i t 1 FEBBRAIO t r a v e l c a r n e t . i t t r a v e l c a r n e t . i t Te la do io l’America M an mano che il tempo scorre diventa sempre più difficile sganciarsi dal deserto, dagli sconfinati spazi, ed è difficile pensare che il viaggio, purtroppo e per fortuna, dovrà continuare alla volta di grandi città, dove la vastità della natura sarà un ricordo...ma che ricordo, scritto indelebile nella mia “anima migrante”. Arriva dunque il momento di partire per la prossima tappa, Albuquerque, la capitale del New Messico, stato con una bassissima densità abitativa, e quasi tutti concentrati in quest'enorme paesone e tutti molto giovani: l'età media è di circa 36 anni. Un po' come un Alberto Sordi del duemila, mi spingo ancora di più verso est alla volta di un altro mito, Dallas, la capitale del petrolio e di tutti i cowboy del mondo! menzione speciale per la carne: altro che filetto danese o argentino, è questa la carne più buona dopo la chianina nostrana! A differenza delle T-Bone (taglio di carne equivalente alla nostra fiorentina – n.d.a.)che sono morbidissime, l'accento qui diventa davvero duro e la conversazione un po' difficile da sostenere, soprattutto fuori dai grandi di Max D’Addezio Seconda puntata del viaggio negli States del Bar Manager del de Russie Te la do io l’America centri abitati, in quei posticini dove ti fermi a fare un piccola sosta, sperduti nelle praterie, dove ascoltare il blues elettrico dei “ZZ Top” è lo stesso che respirare l'odore di cuoio e barbecue: a proposito di barbecue, subito fuori la città di J.R. e Bobby, c'è un posticino che rasenta il gemellaggio con il porchettaro che sta sul lungo lago di Castel Gandolfo. in questo scorcio di texas, si mangiano solo costolette di maiale in salsa Barbecue (BBQ Rib Eye) o dei panini con 4 salsicce dentro! wow! per i più affamati ci sono anche i fagioli stufati in salsa bbq e per chi Sopra, grattacieli a Dallas. Sotto, Albuquerque, Metropolitan Courthouse. Sotto il titolo, in viaggio verso Ortega Road. dovesse andare alla toilette, c'è una stanzina di colore rosso fuoco uscendo dal locale a cui si accede utilizzando una chiave attaccata ad uno sgommarello di ferro di 40 cm! per non dimenticarla mai! Dallas è talmente ordinata e piena di grattacieli che sembra di essere a Dubai. Comunque dietro l'angolo c'è la Louisiana e non posso più esitare, quindi si riparte quasi subito. arriviamo quando oramai è già notte e sul CCC (Crescent City Connection, il grandissimo ponte di N.O.) apro il finestrino della “mia zattera” e l'odore che respiro è salmastro, umido, mi sento come Tom Sawyer che attraversa il Mississippi, e finalmente New Orleans, il

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2FEBBRAIOt r a v e l c a r n e t . i t t r a v e l c a r n e t . i t

1FEBBRAIOt r a v e l c a r n e t . i t t r a v e l c a r n e t . i t

Te la do io l ’Amer i ca

M an mano che iltempo scorrediventa sempre più

difficile sganciarsi dal deserto,dagli sconfinati spazi, ed èdifficile pensare che il viaggio,purtroppo e per fortuna, dovràcontinuare alla volta di grandicittà, dove la vastità dellanatura sarà un ricordo...mache ricordo, scritto indelebilenella mia “anima migrante”.Arriva dunque il momento dipartire per la prossima tappa,Albuquerque, la capitale delNew Messico, stato con unabassissima densità abitativa, equasi tutti concentrati inquest'enorme paesone e tuttimolto giovani: l'età media è di

circa 36 anni.Un po' come un Alberto Sordidel duemila, mi spingo ancoradi più verso est alla volta diun altro mito, Dallas, lacapitale del petrolio e di tutti icowboy del mondo!menzione speciale per lacarne: altro che filetto daneseo argentino, è questa la carnepiù buona dopo la chianinanostrana!A differenza delle T-Bone(taglio di carne equivalentealla nostra fiorentina –n.d.a.)che sono morbidissime,l'accento qui diventa davveroduro e la conversazione unpo' difficile da sostenere,soprattutto fuori dai grandi

di Max D’Addezio

Seconda puntata del viaggio negli States del Bar Manager del de Russie

Te la do io l’America

centri abitati, in quei posticinidove ti fermi a fare un piccolasosta, sperduti nelle praterie,dove ascoltare il blueselettrico dei “ZZ Top” è lostesso che respirare l'odore dicuoio e barbecue: a propositodi barbecue, subito fuori lacittà di J.R. e Bobby, c'è unposticino che rasenta ilgemellaggio con il porchettaroche sta sul lungo lago diCastel Gandolfo. in questoscorcio di texas, si mangianosolo costolette di maiale insalsa Barbecue (BBQ Rib Eye)o dei panini con 4 salsiccedentro! wow! per i piùaffamati ci sono anche i fagiolistufati in salsa bbq e per chi

Sopra, grattacieli a Dallas. Sotto, Albuquerque, Metropolitan Courthouse.Sotto il titolo, in viaggio verso Ortega Road.

dovesse andare alla toilette,c'è una stanzina di colorerosso fuoco uscendo dallocale a cui si accedeutilizzando una chiaveattaccata ad uno sgommarellodi ferro di 40 cm! per nondimenticarla mai!Dallas è talmente ordinata epiena di grattacieli che sembradi essere a Dubai.Comunque dietro l'angolo c'èla Louisiana e non posso piùesitare, quindi si riparte quasisubito. arriviamo quandooramai è già notte e sul CCC(Crescent City Connection, ilgrandissimo ponte di N.O.)apro il finestrino della “miazattera” e l'odore che respiro èsalmastro, umido, mi sentocome Tom Sawyer cheattraversa il Mississippi, efinalmente New Orleans, il

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Te la do io l ’Amer i ca

New Orleans, Crescent City Connection.A sinistra, un battello sul Mississippi.In basso, New Orleans, Bourbon Street.

In alto. A sinistra, New Orleans i classici balconi, a destra, il parco. Sopra. A sinistra, una villetta con la tipica architettura di NewOrleans, a destra, l'interno del bar French 75.

Ad una prima occhiata in giroper la città tra vecchie amicizie(si sa, i barmen un po'mafiosetti sono) e musei sulcocktail, le persone sembranofriendly e il whiskey buono, lepremesse ci sono tutte per unapermanenza in allegria.Dacancellare assolutamente latanto acclamata BorubonStreet, che oramai è un postoper turisti che vogliono beredei Daiquiri fosforescenti allaspina e vedere delle tette alvento in dei fetusissimigentlemen's club.

posto dove nasce il “cocktail”,la culla del mio mestiere, dovel'alchimia si fonde con lamagia, dove la cucina creolaconvive con quella cajun,dove l'Europa voleva ricreareil fasto della cultura del vecchiocontinente, dandole il nomedella ricca città francese Orleans.L'impressione che ho non èesaltante, sono circospetto, maquello che scoprirò la mattinaseguente, sarà una cittàbellissima, in grande partericostruita, “più bella e piùforte che pria”, che tenta didimenticare la devastazionedell'uragano Katrina, di 6 annifa circa: da considerare che adoggi quasi il 50% dellapopolazione non è maitornata a vivere qui, per sceltae a causa dei decessi avvenutiper il disastro stesso.

Ma è in una traversa delFrench Quarter, che ancoraesiste e resiste uno dei templidel bere miscelato, del “bonvivre”, il bar che ancora oggitrasuda storia, atmosfera difine '800, l'odore dell'assenzioe la raffinatezza europea chesi scontrava con la rozzezzadei cercatori di fortuna chevivevano la città duecentoanni fa: il “French 75”.Questo piccolo bar èconnesso con un corridoio, (aitempi del proibizionismoutilizzato per accedere ad un

ulteriore bar segreto chedoveva rimanere celato aicontrolli della polizia) ad“Arnaud's”, dove un sazerac,camerieri in frac, l'orchestrinadixieland, i sapori di unacucina mai scontata, hannotraghettato il mio spirito inun'altra epoca, a bordo di unbattello a vapore sul grandefiume, che rilasciava fumodalle caldaie e dalle stanzedove profumati sigariardevano come ardeva lapassione per la vita.

2 Continua…