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A lcune settimane fa, come tante altre famiglie di Albano, ho rice- vuto dall’Acea (insieme al conto del primo semestre 2010) una lettera in cui si diceva, in pratica, che l’acqua che esce dai miei rubinetti è inquinata perché la concentrazione di fluoro, arsenico e vana- dio in essa contenuta supera i limiti previ- sti dal Ministero della Sanità. La lettera faceva riferimento a dati del 2009, ma la situazione era grave anche all’inizio del- l’estate visto che le analisi evidenziavano che a Cecchina l’arsenico superava i 15 mg/litro e in via Trilussa la concentrazione di arsenico era di 10,3 mg/litro. Per capire la gravità del problema va ricordato che sino al 2001 il limite fissato era di 1 mg/litro, poi portato, con una serie di dero- ghe, a 5 mg/litro. La notizia positiva è che l’ACEA, su input del Comune di Albano, lo scorso luglio ha completato una bretella di raccordo tra la centrale idrica di Santa Palomba, dove c’è l’acqua di Roma, e il serbatoio di viale Spagna. In questo modo l’acqua di Roma, di ottima qualità, è stata messa in rete e, miscelando questa acqua, povera di mine- rali, con quella della falda, i valori di arse- nico e fluoro si andranno progressivamen- te abbassando. A questo punto sembrereb- be che il problema sia in via di risoluzione. Peccato però che noi per anni e anni que- st’acqua l’abbiamo bevuta e usata per uso domestico perché il problema dell’inqui- namento da metalli pesanti è vecchio di almeno vent’anni. Come è noto, infatti, il nostro è un territorio vulcanico e l’acqua di falda, in queste zone, è ricca di metalli, anche pesanti, che, se presenti in quantità troppo elevate possono anche causare pro- blemi alla salute. Naturalmente, in presen- za di grandi quantità d’acqua, questi metalli vengono diluiti in concentrazioni tollerabili. Negli ultimi decenni, però, per fornire l’acqua ad una popolazione che aumentava a ritmi vertiginosi (nei Castelli Romani siamo passati dai 200.000 abitan- ti del ’70 agli attuali 500.000), abbiamo assistito a un progressivo impoverimento della falda acquifera che alimenta il Lago Albano. Riducendosi la quantità di acqua, è aumentata la concentrazione dei metalli pesanti fino a superare le soglie di legge. Quindi, nulla di così scandaloso per una zona vulcanica come la nostra. Scandaloso, semmai, è che in tutti questi anni si è cercato di nascondere la cosa e che soltanto da pochi mesi si sia interve- nuto per risolvere un problema così dram- matico. Scandaloso è che nei Castelli Romani ancora si pensi di costruire nuovi quartieri residenziali. Nell’aprile dello scorso anno, riprendendo un servizio pubblicato sul settimanale L’Espresso, pubblicai un editoriale che riportava i risultati di uno studio effettuato dall’ASL RM H (datato 20 marzo 2008) in cui gli epidemiologi avevano rilevato per gli abitanti di Albano Laziale un eccesso di mortalità negli uomini superiore al 50 per cento sia per le malattie respiratorie che per quelle polmonari croniche, e un aumento del 60 per cento per le malattie dell’apparato genito-urinario. “Tali ecces- si”, si legge nel rapporto, “sono statistica- mente significativi “. Non solo. Nel paese ci sono troppi tumori alla vescica e al siste- ma linfatico, mentre le donne muoiono più che nel resto della regione. In quell’edito- riale mostravo la mia preoccupazione, evi- denziando la possibile correlazione tra i risultati dello studio epidemiologico e la presenza dell’arsenico nella nostra acqua. Preoccupazione dovuta al fatto che l’arse- nico è uno degli elementi più tossici che esistono perché l’assorbimento di quantità specifiche di arsenico inorganico può intensificare le probabilità di sviluppo del cancro, soprattutto la probabilità di svilup- po di cancro della pelle, della vescica, di cancro polmonare, di cancro linfatico. Insomma, c’era davvero da essere preoc- cupati, peccato che per aver pubblicato su AlbanoTeam queste valutazioni sono stato minacciato di querela dalla precedente amministrazione. Querela che chiaramen- te non ha avuto alcun seguito visto che i dati che io pubblicavo erano (ahimè) uffi- ciali e provenivano da relazioni firmate dai massimi dirigenti dell’ASL. Insomma, abbiamo perso tempo prezioso senza risolvere seriamente il problema della nostra acqua e adesso che gradualmente stiamo risolvendo il problema, rischiamo di sprofondare in un dramma vero se verrà rea- lizzato l’inceneritore dei rifiuti che consu- merà ogni giorno 28.000 litri di acqua con il risultato di impoverire ancor più la falda acquifera. Così con l’inceneritore otterremo il doppio risultato di essere avvelenati dal- l’acqua all’arsenico e dalle nano polveri ottenute nel bruciare i rifiuti. Mi sembra una situazione ottimale, no? Maurizio Bocci eam T Albano Anno VI - Numero 58 - Novembre 2010 Edizione gratuita L’acqua che beviamo Il terreno vulcanico e l’impoverimento della falda acquifera sono la causa della presenza di arsenico e fluoro nell’acqua che beviamo. Da quanti anni si conosceva questa situazione e perché soltanto adesso si stanno prendendo provvedimenti seri per risolvere il problema?

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Alcune settimane fa, come tantealtre famiglie di Albano, ho rice-vuto dall’Acea (insieme al conto

del primo semestre 2010) una lettera in cuisi diceva, in pratica, che l’acqua che escedai miei rubinetti è inquinata perché laconcentrazione di fluoro, arsenico e vana-dio in essa contenuta supera i limiti previ-sti dal Ministero della Sanità. La letterafaceva riferimento a dati del 2009, ma lasituazione era grave anche all’inizio del-l’estate visto che le analisi evidenziavanoche a Cecchina l’arsenico superava i 15mg/litro e in via Trilussa la concentrazionedi arsenico era di 10,3 mg/litro. Per capirela gravità del problema va ricordato chesino al 2001 il limite fissato era di 1mg/litro, poi portato, con una serie di dero-ghe, a 5 mg/litro.La notizia positiva è che l’ACEA, su inputdel Comune di Albano, lo scorso luglio hacompletato una bretella di raccordo tra lacentrale idrica di Santa Palomba, dove c’èl’acqua di Roma, e il serbatoio di vialeSpagna. In questo modo l’acqua di Roma,di ottima qualità, è stata messa in rete e,miscelando questa acqua, povera di mine-rali, con quella della falda, i valori di arse-nico e fluoro si andranno progressivamen-te abbassando. A questo punto sembrereb-be che il problema sia in via di risoluzione.Peccato però che noi per anni e anni que-st’acqua l’abbiamo bevuta e usata per usodomestico perché il problema dell’inqui-namento da metalli pesanti è vecchio di

almeno vent’anni. Come è noto, infatti, ilnostro è un territorio vulcanico e l’acqua difalda, in queste zone, è ricca di metalli,anche pesanti, che, se presenti in quantitàtroppo elevate possono anche causare pro-blemi alla salute. Naturalmente, in presen-za di grandi quantità d’acqua, questimetalli vengono diluiti in concentrazionitollerabili. Negli ultimi decenni, però, perfornire l’acqua ad una popolazione cheaumentava a ritmi vertiginosi (nei CastelliRomani siamo passati dai 200.000 abitan-ti del ’70 agli attuali 500.000), abbiamoassistito a un progressivo impoverimentodella falda acquifera che alimenta il LagoAlbano. Riducendosi la quantità di acqua,è aumentata la concentrazione dei metallipesanti fino a superare le soglie di legge.

Quindi, nulla di così scandaloso per unazona vulcanica come la nostra.Scandaloso, semmai, è che in tutti questianni si è cercato di nascondere la cosa eche soltanto da pochi mesi si sia interve-nuto per risolvere un problema così dram-matico. Scandaloso è che nei CastelliRomani ancora si pensi di costruire nuoviquartieri residenziali. Nell’aprile dello scorso anno, riprendendoun servizio pubblicato sul settimanaleL’Espresso, pubblicai un editoriale cheriportava i risultati di uno studio effettuatodall’ASL RM H (datato 20 marzo 2008) incui gli epidemiologi avevano rilevato pergli abitanti di Albano Laziale un eccesso dimortalità negli uomini superiore al 50 percento sia per le malattie respiratorie che

per quelle polmonari croniche, e unaumento del 60 per cento per le malattiedell’apparato genito-urinario. “Tali ecces-si”, si legge nel rapporto, “sono statistica-mente significativi “. Non solo. Nel paeseci sono troppi tumori alla vescica e al siste-ma linfatico, mentre le donne muoiono piùche nel resto della regione. In quell’edito-riale mostravo la mia preoccupazione, evi-denziando la possibile correlazione tra irisultati dello studio epidemiologico e lapresenza dell’arsenico nella nostra acqua.Preoccupazione dovuta al fatto che l’arse-nico è uno degli elementi più tossici cheesistono perché l’assorbimento di quantitàspecifiche di arsenico inorganico puòintensificare le probabilità di sviluppo delcancro, soprattutto la probabilità di svilup-po di cancro della pelle, della vescica, dicancro polmonare, di cancro linfatico. Insomma, c’era davvero da essere preoc-cupati, peccato che per aver pubblicato suAlbanoTeam queste valutazioni sono statominacciato di querela dalla precedenteamministrazione. Querela che chiaramen-te non ha avuto alcun seguito visto che idati che io pubblicavo erano (ahimè) uffi-ciali e provenivano da relazioni firmate daimassimi dirigenti dell’ASL. Insomma, abbiamo perso tempo preziososenza risolvere seriamente il problema dellanostra acqua e adesso che gradualmentestiamo risolvendo il problema, rischiamo disprofondare in un dramma vero se verrà rea-lizzato l’inceneritore dei rifiuti che consu-merà ogni giorno 28.000 litri di acqua con ilrisultato di impoverire ancor più la faldaacquifera. Così con l’inceneritore otterremoil doppio risultato di essere avvelenati dal-l’acqua all’arsenico e dalle nano polveriottenute nel bruciare i rifiuti. Mi sembra unasituazione ottimale, no?

Maurizio Bocci

eamTAlbano

Anno VI - Numero 58 - Novembre 2010

Edizione gratuita

L’acqua che beviamoIl terreno vulcanico e l’impoverimento della falda acquifera sono la causa della presenza diarsenico e fluoro nell’acqua che beviamo. Da quanti anni si conosceva questa situazione e perché soltanto adesso si stanno prendendo provvedimenti seri per risolvere il problema?

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AlbanoTeam - In Primo Piano2

Voglia di normalità e,soprattutto, di decoroLa nostra richiesta all’Amministrazione di risorse economiche per

migliorare la qualità della vita del nostro quartiere,

è mutuabile per tutte le altre zone della città

Inizia in questo periodo, se non giàa buon punto, la stesura del primoBilancio di previsione e program-

mazione della nuova Amministrazionedi Albano. Il nostro Comitato diQuartiere ha per primo, subito seguitodagli altri, lavorato su più documentiper immaginare come il corretto uti-lizzo delle risorse economiche messea disposizione dall’Amministrazionepotesse influire sul miglioramentodella qualità della vita nelle zone incui viviamo. Senza tanti preamboli,tutto si è sintetizzato in un elenco diidee che portavano ad ipotizzare unquartiere normale. Questo “normale”passa per la messa in sicurezza dellestrade, dei marciapiedi e dei parcheg-gi; dal fatto che Miramare vuole con-vivere con una zona a destinazioneartigianale ma con idonei servizi; diuna attenzione particolare alle personeattraverso il riconoscimento di miglio-ri servizi sociali e scolastici; dei tra-sporti adeguati all’epoca in cui vivia-mo. Tutte queste di richieste “norma-li” sono state tradotte da tutti iComitati nel documento L’Albanoche vorrei, pubblicato integralmentesul numero di gennaio di AlbanoTeam.Un documento che ha trovato ampieconvergenze nel programma elettoralepoi votato dai cittadini. Quindi, nel momento in cui si forma-lizzando le previsioni di Bilancio, noidel Comitato Miramare ci sentiamo di

lanciare una proposta che vede nelcambiamento dei “connotati” deldecoro urbano della nostra città ilprincipale investimento che Albanodeve fare per se stessa. Accanto aiseppur necessari progetti che riguar-dano magari l’edilizia scolastica, piut-tosto che interventi di nuove strutture,crediamo che cambiare volto allacittà, che significa salvaguardare ilpreziosissimo patrimonio ambientalee storico-monumentale, insieme allaverifica dello stato sociale, significhiricreare quell’attaccamento e quelrispetto che per Albano manca datempo. Abbiamo elaborato proposte,sentito le voci dei cittadini e deglioperatori del nostro quartiere e leabbiamo portate alla conoscenzadell’Amministrazione. Se questerichieste otterranno riscontro avremoevitato l’ennesimo distacco tra i pote-ri di “palazzo” e la voce degli abitan-ti. Al fine di concretizzare questanostra idea di “città normale”, daapplicare alla programmazione diBilancio, attiveremo insieme agli altricomitati di quartiere una serie diincontri con l’Amministrazione perproseguire nella collaborazione con-cordata con il sindaco dopo la sua ele-zione.

Paolo Zonetti

Presidente comitato

di quartiere Miramare

La precedente giunta di Albanoaveva approvato un piano rego-latore che prevedeva uno svilup-

po edilizio che avrebbe portato la popo-lazione a 60.000 abitanti. Tutti noiviviamo i disagi del sovraffollamento:traffico, carenza idrica, mancanza diparcheggi, inquinamento, infrastrutturee servizi sottodimensionati, pessimaqualità dell'acqua causata dall'eccessivosfruttamento, ecc...Immaginate il disastro derivante dall'a-dozione di un piano regolatore del gene-re, avremmo una città totalmentecementificata, più brutta e invivibile.Nel 1990 Albano aveva 30.676 abitanti,nel 2002 erano arrivati a 33.822, cioè in12 anni sono cresciuti del 10%. Nel2010 Albano ha 39.770 abitanti, il chesignifica una crescita doppia nella metàdel tempo. Con Mattei la popolazione ècresciuta del 18% in sei anni, cioè 4volte di più che in precedenza.Positiva l'uscita dai "Patti territoriali", lostrumento che ha permesso di edificare inderoga al piano regolatore vigente. Quelligià approvati negli anni passati prevedo-no centinaia di metri cubi di cemento aCecchina e Pavona, con un conseguenteaumento della popolazione di oltre milleabitanti. Ormai si tratta di diritti acquisitie rimetterli in discussione significhereb-be andare incontro a cause legali dispen-diose e dall'esito incerto.

Si può ancora intervenire sul regola-mento edilizio per far si che almeno sicostruiscano edifici di qualità e a bassoimpatto. Se si considera che il settoreresidenziale utilizza circa il 40% dell'e-nergia consumata in Italia, si capiscequanto possa influire positivamenteobbligare i costruttori a fare case cheabbiano un fabbisogno energetico infe-riore a 70 kWh/m, lasciandogli la sceltadegli strumenti: coibentazioni, pannellisolari, sonde geotermiche, ecc... A Pavona si dovrà rinegoziare la parteriguardante il mega centro commerciale,sostituendolo con qualcosa di compatibi-le con le reali esigenze della città, comeun cinema multisala o un palazzetto dellosport. Il passo successivo deve essere larevoca del piano regolatore di Mattei,come promesso dalla nuova maggioranzain campagna elettorale. Altrimenti quelloche sarebbe stato possibile in deroga,attraverso un patto che concedeva per-messi di costruzione in cambio di strade,parcheggi o servizi, diventa ancora piùredditizio, dando la possibilità di edifica-re senza contropartite. Costruire in Italia è un business quasidel tutto privo di rischi: si comprano adue soldi terreni agricoli a cui hannodedicato la vita vecchi contadini, dopopoco tempo si ottiene il cambio di desti-nazione d'uso e all'improvviso il valoredi quei terreni cresce a dismisura.Chiunque è dentro il giro vuole la suaparte, pertanto revocare questo pianoregolatore probabilmente darà fastidio aparecchi intrallazzatori, motivo in piùper non avere ripensamenti e suscitarecattivi pensieri. Il nuovo piano regolato-re deve poggiare su premesse totalmen-te diverse: crescita zero, recupero edili-zio e miglioramento dell'impronta eco-logica, cioè ridurre i consumi di acquaed energia. Si dovranno individuare glispazi per colmare le lacune nei servizi,come ad esempio impianti sportivi, casadelle associazioni, tempo libero e pervalorizzare le attività tradizionali.

Marco Alteri

Il Piano regolatoreva revocato

Revocare il Piano regolatore probabilmente darà fastidio a parecchie

persone, anche vicine a questa amministrazione, ed è quindi un motivo in

più per non avere ripensamenti e suscitare cattivi pensieri

AlbanoTeamRegistrato al Tribunale di Velletri

n. 12/05 del 14-06-2005

Edito da: Ass. TEAM COMUNICAZIONE

Direttore Responsabile: Maurizio Bocci

Hanno collaborato:Massimo Vinciguerra, Federico Bottura, MarcoAlteri, Stefano Corradi, Gianni Galleri, PaoloZonetti, Carla Possanzini, Salvatore De Fusco,Daniele Castri, Claudia Moretta, Giorgio Sirilli.

Redazione e Pubblicità Tel. [email protected]

Stampa: Tipografica Renzo Palozzi - Marino

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AlbanoTeam - In Città 3

La ricettadi Massimo

Cous cousI flussi migratori, inarrestabili, cihanno permesso di venire a contattocon culture profondamente diversedalla nostra. Quello che noi abbiamofatto da emigranti ad inizio novecen-to ci torna indietro, credo positiva-mente , e quindi siamo noi adesso adessere colonizzati. Specie nel cibo.Un proliferare di ristoranti etnici cipermettono di assaggiare piatti bendistanti dalle nostre abitudini. Io,curioso per natura, faccio prepararedai miei ragazzi extracomunitaripiatti della loro terra e li mangio congusto e passione. Uno di questi piattiè il cous cous. Piatto che si trovaanche in Sicilia, terra influenzatadagli Arabi nei secoli precedenti. Lapreparazione per ottenere dallasemola i minuscoli granelli di couscous è molto lunga e complicata; inpassato veniva effettuata dalle donneafricane che, per ottenere grandiquantità di questo prodotto doveva-no riunirsi in gruppi e lavorare perdiversi giorni. Oggi , noi lo compria-mo al supermercato e anche di unabuona qualità.

Ingredienti per 4 persone:300 gr. di cous cous; 400 gr. di pollo;300 gr. di ceci lessati; cipolla, aglio,prezzemolo, foglie di sedano, 2 caro-te, 2 zucchine, 200gr. di patate, 1peperone, 4 pomodori rossi, sale,pepe, zenzero, zafferano e olio extra-vergine

Preparazione: prepariamo delbrodo vegetale al solito modo: seda-no carote e cipolla. In un tegametagliamo a pezzi grossi la cipolla el’aglio e lasciamo andare con l’olioextravergine. Aggiungiamo il pollotagliato a pezzi. Dopo qualche minu-to uniamo le patate,il peperone, lezucchine, le carote, i pomodoritagliati a pezzi e bagniamo con ilbrodo. A fine cottura uniamo i ceci euna bustina di zafferano. Regoliamodi sale e pepe. Aggiungiamo ancoraun pò di brodo e il prezzemolo esedano tagliato finemente. Il couscous in vendita nei supermercati èmolto semplice da cuocere, infattibasta metterlo in una pentola e rico-prirlo con dell`acqua o del brodo bol-lente, i granelli di semola si gonfie-ranno e in poco tempo saranno pron-ti. Successivamente basta separare ichicchi con una forchetta o anche conle mani, e il nostro cous cous saràpronto. Mettiamolo nei piatti for-mando una fontana e con un mestoloaggiungiamo la carne e le verdure .Al posto del pollo possiamo mettereil manzo, o l’agnello o anche il pesce,a nostro piacere. Io ci bevo sù un belNero d’Avola. Buon appetito!

[email protected]

Massimo Vinciguerra

Titolare dell’Antica Abazia

Il 29 ottobre scorso si è svolta aPalazzo Savelli l’assemblea pubbli-ca convocata dai Comitati di

Quartiere per analizzare lo stato del-l’assistenza sanitaria facente carico aiConsultori di Albano e Pavona.La relazione introduttiva, a cura del“Coordinamento dei Comitati diQuartiere della città di AlbanoLaziale”, ha evidenziato da una parte ilruolo primario e fondamentale deiConsultori nell’assistenza di primolivello, quali centri di ServiziSociosanitari di Base, con competenzemultidisciplinari, operanti per promuo-vere la salute come offerta attiva, dal-l’altra la preoccupazione dei cittadiniche hanno visto nella riorganizzazionedei servizi erogati dai Consultori diAlbano e Pavona il rischio di un impo-verimento delle prestazioni offerte; ciòanche in considerazione del fatto chegià i Consultori di Albano e Pavonacoprono le esigenze di una popolazionedi circa 50.000 abitanti mentre perlegge ci dovrebbe essere un consultorioogni 20.000 abitanti. La relazioneintroduttiva ha, inoltre, posto l’accentosul ruolo dei Consultori quali LivelliEssenziali di Assistenza (LEA) ed ha,inoltre, sottolineato come l'offertaattuale di corsi di accompagnamentoalla nascita, screening per il Pap-test eincontri sull'affettività e sulla sessuali-ta per gli adolescenti non sia attuataattivamente e non copra le effettivenecessità del territorio. Tra i vari inter-venti, è da segnalare quello del consi-gliere della Regione Lazio Tonino

D’Annibale il quale, dato atto dellaprofessionalità degli operatori dei con-sultori, ritiene che bisogna incrementa-re il trasferimento di risorse alle strut-ture di base e razionalizzazionedelle stesse, rapportandolealle reali esigenze degliutenti. Il Consigliereha proposto diorganizzare, abreve, un tavoloistituzionale conla presenza diAmministrazionilocali, dirigentiASL e Consultori erappresentanze deicittadini, tra cui iComitati di Quartiere,per concordare azioni tese arinforzare il ruolo dei Consultori.Dopo una breve replica dei rappresen-tanti della ASL RMH - dr Calvano,direttore area consultori RMH2, e ladr.ssa Manciati, responsabile consulto-ri Albano e Pavona - che hanno garan-tito il proprio impegno a rafforzare laqualità e quantità delle prestazionisanitarie delle strutture rappresentate,l’assemblea ha deciso di dare mandatoai comitati organizzatori di redigere einviare alle Amministrazioni locali esanitarie (ognuna per la propria compe-tenza) le richieste emerse nel corso del-l’incontro.Queste richieste sono: trasferire il con-sultorio di Pavona in locali di proprietàpubblica (Villa Contarini); adegua-mento dell’accessibilità al consultorio

di Albano e costruzione di un parcheg-gio per gli utenti; informazione e con-sultazione di cittadini sulle proposte diriorganizzazione e, in generale, per

tutto ciò che riguarda i consul-tori; completamento

delle équipes sanitariein entrambe lestrutture; riattiva-re ad Albano icorsi di accom-pagnamento alparto e di soste-gno all’allatta-mento materno ea Pavona le visiteginecologiche e il

Pap test; presenzadelle figure di psicolo-

go, assistente sociale edostetrica in entrambe le strutture;

visite di ostetricia e ginecologia inentrambi i consultori, con ripristinodell’ambulatorio ginecologico 2 gg.alla settimana nella struttura di Pavona.Inoltre, raggiungere, attivamente, tuttala popolazione, per offrire le seguentiprestazioni e poi monitorarne i risulta-ti: screening (con lettere-invito perso-nali) per il Pap test, ogni 3 anni, a tuttele cittadine tra i 25 e i 65 anni; incontridi accompagnamento alla nascita e disostegno all’allattamento materno atutte le donne/coppie che entrano ingravidanza; incontri di educazioneaffettiva e sessuale in tutte le scuole.

Coordinamento comitati

di quartiere di Albano Laziale

Salviamo i consultori diAlbano e Pavona

Per migliorare le condizionidelle nostre periferie

L’associazione Ambiente Salute eSocietà (SA.AM.SO.), nell’in-tento di sensibilizzare ulterior-

mente cittadinanza ed istituzioni, loscorso primo ottobre, ha organizzatoun’assemblea sui problemi che affliggo-no le periferie adiacenti alla direttriceArdeatina, che comprendono un bacinodi 10.000 abitanti, dislocati su viaCancelliera, Via Montagnano, Via TorPaluzzi, Via Colle Nasone, ViaRoncigliano, Via di Valle Caia,Villaggio Ardeatino e Villaggio Valle

Gaia. Alla presenza delle autorità checon attenzione e sensibilità hanno rispo-sto all’appello, tra i quali, i sindaci deiComuni di Albano Laziale, NicolaMarini, di Ariccia, Emilio Cianfanelli,di Genzano , Sandro Ercolani, oltre alPresidente della XII Circoscrizione delComune di Roma Sig. Calsetta.Il dibattito prendeva corpo moderato daLori Tuzii ed introdotto dal presidentedell’associazione, Evaristo Giovannetti,che delineava i punti salienti delle pro-blematiche civili e sociali che affliggo-

no un territorio allimite dei centri urba-ni ed al limite dellasopportazione, per lacronica mancanza direte idrica adeguata,di fognature e depura-tori, per le esalazionidel bacino di smalti-mento dei rifiuti situa-to in Roncigliano, perla mancanza di unmonitoraggio dellaqualità ambientale

(centraline aria e acqua), per la perico-losità della strada provinciale Ardeatinae limitrofe sempre più aggredite daltraffico pesante, per la totale assenza dicentri di aggregazione sociale. Si èposto poi l'accento sull'esigenza di crea-re un osservatorio epidemiologico e dieffettuare uno screening dei residentidella zona, per accertare eventuali dannialla salute causati dagli inquinanti pre-senti sul territorio. Alle sollecitazionidell'associazione hanno risposto concompetenza e determinazione tutte leautorità presenti, che hanno delineatoquanto si è fatto e quanto si sta facendo,tra molte difficoltà, per risolvere lesituazioni più impellenti, anche se insintesi la presa d’atto delle Istituzionifinalizzerà nel breve periodo un coordi-namento, per dare seguito ad un’azionecoesa di tutti i Comuni che insistonosull’area, per adeguare le esigenze delleperiferie con quelle del resto dei territo-ri interessati, equità nel pagamento delleimposte, equità nella distribuzione deipesi e delle misure, per una giustacoesione sociale.

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AlbanoTeam - Ambiente e Territorio4

La battaglia che stiamo conducen-do, da ormai tre anni, control’eco-mostro di Roncigliano è, a

mio avviso, a buon punto. Il primo, piùevidente, è che il cantiere per la suacostruzione non è ancora iniziato e, conmolta probabilità, così sarà sino alla sen-tenza del Tar. Al momento siamo in atte-sa di sapere se il Tar Lazio accetterà lanostra richiesta di nomina di tecnicisuper partes per accertare, “oltre ogniragionevole dubbio”, le contrarietà chesosteniamo da tempo, contrarietà di ordi-ne igienico-sanitario, epidemiologico,tecnico-scientifica e tecnico-amministra-tiva. Tante, a mio avviso, le illegalità chene hanno “macchiato” il percorso ammi-nistrativo di approvazione: primo tratutti il decreto di pubblica utilità di

Marrazzo che by-passa tutti i vincolinormativi ordinari dello stato di diritto,come se, questi “vincoli” fossero inutilifarraginosi orpelli e non strumenti legis-lativi introdotti nell’ordinamento giuridi-co a garanzia di procedure corrette elegali a tutela della vita dei cittadini edell’ambiente in cui viviamo. Secondo:l’assenza d’una regolare gara d’appal-

to. Come facciamo a sapere che i – pochi- soldi pubblici di cui dispone il nostroerario, siano spesi al meglio se non attra-verso il filtro normativo dell’istitutodella gara d’appalto? Terzo punto: iquattro pareri di assoluta contrarietà

alla localizzazione, ad Albano, dell’in-

ceneritore, dell’Azienda Usl Roma H,

basati su dati epidemiologici, di mortali-tà, di morbilità già di per se al di sopra

della media regionale. Dati legati allacom-presenza, sul nostro territorio, dialtri numerosi “fattori” di inquinamentoad alto rischio per la salute umana e perambiente. Quarto: le pressioni politico-istituzionali che hanno prodotto il risul-tato di approvare, costi quel che costi, ilprogetto Co.E.Ma. e la sua localizzazio-ne ad Albano, all’interno della discaricadi proprietà del monopolista dei rifiutidella Regione Lazio, Avv. M. Cerroni,nonostante questo impianto non presentiun solo motivo, uno solo, razionale, taleda sostenere questa approvazione e que-sta localizzazione. Siamo così sicuri delle nostre ragioniche, poche settimane fa, abbiamo presen-tato al Tar Lazio una relazione tecnica, di

cui vado molto orgoglioso. Questa rela-zione è il frutto del lavoro di giovaniingegneri, fisici, chimici, epidemiologi,

geologi, che hanno firma-to un documento tecnico-scientifico a sostegnodella causa contro le gros-se aziende (Acea, Ama,Pontina Ambiente srl) chevogliono costruire adAlbano l’eco-mostro eche son anche le stesse,purtroppo, che dannolavoro al comparto scien-tifico di cui si occupano edi cui vivono. Persone che hanno scelto,come tanti altri di noi, pensare prima albene della collettività e poi al loro “tor-naconto” personale. Contro questo“sistema di ricatti” , anche professionale,tanti di noi, si confrontano da tre anni. Il

corteo del 23Settembre scor-so, certo, ha rin-francato lenostre forze e lenostre fila.Tanta, tanta,tanta gente, adingrossare il nototale all’im-pianto di incene-rimento diAlbano edall’ampliamentodella discaricaindifferenziatadi Roncigliano.

Sento di dover ringraziare, sicuramente,l’assessore all’Ambiente del Comune diAlbano, Claudio Fiorani, e con lui il sin-

daco Nicola Marini: dal momento dellaloro nomina, grazie, anche, agli sforzicondivisi, l’amministrazione ha raggiun-to quattro obbiettivi davvero insperatinell’era Mattei, che in tanti anni diamministrazione non ha fatto nulla perfermare questa iattura per la cittadinanzadi Albano. Obbiettivi che rendono piùforte, incisiva ed efficace la nostra batta-glia contro l’eco-mostro, per strada, neicortei ed alle assemblee pubbliche, maanche al Tar: la conferenza dei sindacidel due agosto scorso, presso PalazzoSavelli; l’appoggio ad adiuvandum delComune di Albano, costituitosi, pochimesi fa, al nostro fianco, al Tar, avvalen-dosi della consulenza dell’avvocata, giàdel WWF, Vanessa Ranieri; l’ordinanzaemessa dall’amministrazione di Albanocontro la Pontina Ambiente srl, che gesti-sce la discarica di Cecchina.Voglio infine ricordare che, in manieraimpropria, la Regione Lazio, sta cercan-do di compiere un ennesimo abuso con-tro il nostro territorio, ossia quello diampliare la discarica attraverso la costru-

Inceneritore: una lunga battagliaIn attesa delle decisioni del Tar, ricapitoliamo le illegalità che ne hanno “macchiato” il

percorso amministrativo di approvazione dell’inceneritore di Roncigliano

Un parco da salvareIl Parco dei Castelli Romani fra cambi di guida, bilanci controversi e decisioni che fanno riflettere

Icambi di Governo in Regione por-tano a cascata sostituzioni e avvi-cendamenti anche negli Enti che

direttamente o indirettamente dallaRegione dipendono. Il Parco deiCastelli Romani non ha ovviamentefatto eccezione. C’è voluto moltotempo per stabilire quello che sarebbe

stato il successore di Peduto, ma allafine il nome è arrivato.Non ci si inganni, la conferma dell’expresidente non era in ballottaggio, maera in corso piuttosto una dimostrazio-ne di forza fra le diverse componentidel Governo regionale, necessario suogni punto dopo che le elezioni non

hanno potuto stabilire direttamente ilpeso dei diversi candidate.A fine agosto il nome l’ha scelto l’as-sessore Mattei: il fedelissimo MatteoMauro Orciuoli. Le prime reazioni nonhanno tardato ad arrivare e sono inizia-te le polemiche con la vecchia gestionedel Parco. «Un commissario politico,un rappresentante della destra con ilpreciso compito di bloccare qualsiasiattività dell'Ente». Queste le primepesanti parole diramate con un comu-nicato firmato da Sel e dal ex vice-pre-sidente Giancarlo Trombetta.«Nel bilancio di previsione 2011,approvato dal commissario, nientevisite guidate, niente antincendio,niente comunicazione, niente educa-zione ambientale, niente controllo delterritorio. Blocco degli automezzi permancanza di carburante. Non ci sonosoldi perché la Regione Lazio, guidatadalla presidente Polverini, ha tagliatoquasi del tutto i finanziamenti».Accuse pesanti, dichiarazioni chehanno fatto tornare la voglia di parlareanche ad Orciuoli che fino ad allora si

era trincerato dietro ad un silenzio diferro: «La disinvolta condotta di gover-no attuata dalla gestione Marrazzo,Zaratti, Sel, Peduto e Trombetta haprodotto enormi disagi economici edamministrativi. Nel 2009 c'erano circa350mila euro nelle casse dell'Ente.Quando mi sono insediato ne ho trova-ti poco più di 10mila: una sommainsufficiente persino a pagare le uten-ze».Gli ex consiglieri Peduto, Trombetta,Astolfi, Capponi, Lungarini, Medicihanno subito replicato alzando la postae caricando il loro messaggio di conte-nuti politici: «Tutti i bilanci del Parcosono stati regolarmente approvati ehanno passato i controlli di legittimitàesercitati per legge dalla RegioneLazio. Gettare calunnie sulla passatagestione serve al Commissario pernascondere e camuffare il goffo tentati-vo di depotenziamento degli enti parcooperato dal centrodestra che considerala tutela ambientale un ostacolo per lo"sviluppo"».Alla fine l’accusa è uscita fuori.

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Organizzato dalLuca Nardi, coor-dinatore del grup-

po Facebook “Salviamo ilLago Albano”, lo scorso29 ottobre scorso si è tenu-to nella sala consiliare delComune di CastelGandolfo un interessantedibattito con la presenzadei sindaci di CastelGandolfo e Albano,Maurizio Colacchi eNicola Marini, insieme aln e o - n o m i n a t oCommissario del Parco dei

Castelli Romani Matteo Orciuoli. Assentiingiustificati gli Assessori all’Ambientedella Regione e della Provincia, MarcoMattei e Michele Civita.Il calo del livello delle acque del lago, ildegrado delle sponde e i costoni franosi,i temi principali della discussione.In merito al calo delle acque e all’abbas-samento della falda acquifera, il sindacodi Castel Gandolfo si è impegnato a farepressione verso la Regione affinchévenga attuata la delibera del 2009 sullamisurazione dei prelievi diretti e sullalotta ai pozzi abusivi. Diverso il discorsosul degrado delle sponde per il quale ilsindaco di Castel Gandolfo non ha presoneanche in considerazione la proposta delgruppo di costituire una cooperativa digiovani disoccupati che potesse occupar-si della raccolta dei rifiuti depositati

lungo le sponde del lago. Secondo lui l’u-nica soluzione è il ripristino delle conces-sioni private attraverso l’approvazionedel nuovo Piano di utilizzo degli arenili.Nel suo intervento, Matteo Orciuoli oltread esprimere la propria vicinanza ai pro-blemi del lago Albano, ha sottolineato ilimiti di un Parco depotenziato e privo dirisorse, che dovrà fronteggiare una ridu-zione e razionalizzazione dei costi. Il sin-daco di Albano, Nicola Marini, si è resodisponibile a contribuire ad un piano disalvataggio del lago e, riguardo allacarenza idrica, ha annunciato l’imminen-te collegamento con la rete idrica diRoma per poter ridurre il prelievo del-l’acqua dalla falda lacustre. Sul tema del-l’abbassamento del livello delle acque,Marini ha ipotizzato il riutilizzo delleacque depurate, anche se applicare questasoluzione è assolutamente necessarioavere a disposizione filtri di ultima gene-razione perché se immettessimo in falda

acqua impura sarebbe veramente undramma. Le considerazioni che emergo-no da questo incontro sono assolutamen-te negative. Anni di chiacchiere, incontri,convegni e la situazione è sempre la stes-sa. Il livello delle acque si abbassacostantemente di 30-40 centimetri l’an-no. Dal 1980 ad oggi il livello è sceso dioltre 6 metri e nei prossimi venti anni siabbasserà di altri 6 metri. Il fenomeno èormai irreversibile perché per fornirel’acqua a più di 500.000 abitanti deiCastelli Romani consumiamo più acquadi quanta viene ricaricata in falda.Insomma siamo di fronte ad un disastroambientale che va avanti da 25 annisenza che nessuna istituzione abbia fattoqualcosa. Scandalosa poi la situazionedelle sponde piene di rifiuti di ogni tipo.Questo problema, per esempio, sarebbedi facile soluzione ma, inspiegabilmente,non si risolve. È uno dei tanti misteri delLago Albano.

AlbanoTeam - Ambiente e Territorio 5

Ma è ancora possibile salvare il lago?

zione del VII invaso (l’ottava “buca”considerando la prima, denominata “bucazero”) cercando di sostenere, a livellolegale, questo ampliamento, collegando-lo al decreto di pubblica utilità diMarrazzo relativo all’inceneritore, al finedi by-passare, ancora una volta, le proce-dure ordinarie visto che, di nuovo, la AslRm H aveva negato il suo assenso alnuovo invaso, considerando i dati epide-miologici della zona di Cecchina.Auspico che la stessa linea di fermezza,avviata, con tanta fatica, dall’assessoreFiorani e dal sindaco Marini, a difesa delnostro territorio dall’eco – mostro diRoncigliano, guidi l’indirizzo politico edamministrativo contro questo nuovo ten-tativo di eco – scempio ambientale.Contro l’inceneritore di Albano. Control’ampliamento “straordinario” della dis-carica di Roncigliano. Per la Raccoltadifferenziata dei rifiuti porta a porta asso-ciata alla filiera del riciclo. Avanti Tutta.

Daniele Castri Referente Legale del Coordinamento

Contro L’Inceneritore di Albano Ci sono dei momenti nella nostravita in cui sentiamo qualcosadentro di noi che ci spinge a

dire “No, così non è giusto”, che nonpossiamo far finta di niente, non pos-siamo girare la testa da un’altra parte epensare che tutto vada bene. Ebbene,quello che sta succedendo nella nostraRegione, e soprattutto nei CastelliRomani, ci dice chiaramente che dob-biamo fare qualcosa di tangibile persalvaguardare il nostro ambiente, laqualità della nostra vita e quella dellegenerazioni future. Ricapitoliamo i principali eventi che sisono succeduti dall’elezione dellaPolverini a presidente della RegioneLazio. 1.Nel mese di luglio viene elettoassessore all’ambiente il nostro exsindaco, Marco Mattei, politicointelligente e capace, ma che non èstato mai un paladino della salva-guardia dell’ambiente, visto chedurante la sua amministrazione ladensità abitativa di Albano è aumen-tata di oltre il 17%.

2. Sempre nel mese di luglio RobertoCarlino, uno degli immobiliaristi piùnoti della Capitale, viene nominatopresidente della commissioneAmbiente del Consiglio regionaledel Lazio. Il palazzinaro famoso allaradio con lo slogan “Sono Roberto

Carlino, presidente dellaImmobildream….” dovrebbe tutela-re l’ambiente della nostra Regione.Più che una nomina istituzionalesembra una barzelletta.

3.A fine agosto la Regione, invece dinominare un presidente del Parcoche avrebbe governato con gli altrimembri del consiglio direttivo, hamandato un commissario politico agovernare il Parco, si tratta diMatteo Orciuoli, amico fidato diMattei. Nel bilancio di previsione2011 vengono azzerate tutte quelleattività che avevano ridato, dopoanni di oblio, dignità al Parco regio-nale. È ancor più grave, il bloccodegli automezzi per mancanza dicarburante e quindi non più control-lo del territorio. Un bilancio annualedi 200.000 euro in cui è prevista unaindennità di carica di circa 80milaeuro annui (pari al 40% del bilanciodel Parco), quasi il triplo di quantopercepiscono i commissari di altriparchi. L’obiettivo sembra evidente:bloccare le attività del Parco perfarlo ritornare quel carrozzone cheera sino a 5 anni fa, rimettere in dis-cussione i successi ottenuti da que-sta gestione, come il Piano di asset-to e l’intenso programma di sensibi-lizzazione e di comunicazione, fon-damenta per una nuova cultura disalvaguardia del nostro territorio.

4.Nel mese di settembre, il duoCiocchetti e Buontempo varano il

piano casa regionale che elimina unaserie di limiti, come quelli che esclu-devano possibilità di realizzareinterventi nelle fasce di rispetto deiterritori costieri e dei territori viciniai laghi. Possibilità di costruireanche nelle zone verdi dove primaera vietato, come ad esempio ilParco dei Castelli Romani. Di fattoil piano casa che sta per essereapprovato dalla Regione Lazio con-cede aumenti delle cubature sino al50% dell’attuale cubatura…..unvero e proprio sacco del territorio.

Questa è la politica che ci governa.Una politica che non vuole interferen-ze, che rifiuta il punto di vista dell’am-biente, che vuole i parchi ma solo sequesti si limitano a piantare qualchealbero nelle scuole, ma guai se fannoun lavoro di tutela e mettono bocca neipiani regolatori dei Comuni. Io ritengo che noi, che abbiamo bene-ficiato delle bellezze di un territoriomeraviglioso come quello dei CastelliRomani, abbiamo il diritto-dovere didifendere quello che rimane di questaterra. Dobbiamo dare la possibilità ainostri figli e nipoti di passeggiarelungo i sentieri, di fare il bagno nelleacque del lago, di godere di panoramimozzafiato. Ed è per questo che “Ionon ci sto” e quindi farò tutto quelloche mi è possibile per proteggere quelpoco di territorio incontaminato cheancora ci rimane.

Maurizio Bocci

Secondo molti, il nuovo commissario,infatti, è la pedina di Mattei che, comemolti possono ricordare, vedeva unaforte correlazione fra sviluppo e matto-ne.Occorre a questo punto tornare unpasso indietro, fino all’approvazionedel Piano d’Assetto voluto propriodalla vecchia gestione del Parco.Semplificando molto le cose, e andan-do sul concreto, questa misura impone-va ai Comuni una sorta di controllosuperiore, stabilendo che all’internodei confini decisi dall’Ente non sipotessero avere ulteriori cubature.Una parte della campagna elettorale sigiocò proprio su questi aspetti e moltefurono le assemblee, soprattutto aLariano e Velletri. Considerando questielementi, il mosaico complessivo si faprobabilmente più chiaro. Proprio inquesti giorni, il coordinatore veliternodel Pdl, Cellucci, si è incontrato conOrciuoli e Mattei, ottenendo dai duel’assicurazione che il confine delParco Regionale dei Castelli Romani el'area contigua rimarranno sulla crestadel monte Artemisio e quindi il pendiodel monte ritorna edificabile…..comevolevasi dimostrare!

Gianni Galleri

Io non ci sto!

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6 AlbanoTeam - Vivere la città

Anessuno fa piacere soffrire, etutti vorremmo per noi, e per inostri cari, una vita esente da

qualsiasi tipo di ombra. Ma una rego-la che si sperimenta facilmente è que-sta: più si fa finta che la sofferenza eil dolore non esistano, più essi si

sedimentano in zone sempre più

oscure della nostra anima, produ-cendo effetti dannosi, anche 'a rila-scio', cioè molto tempo dopo che essisi sono manifestati. E' solo imparandoad accettare la sofferenza che si cre-sce. Ma affrontare la sofferenza, attra-versarla e scoprire i molti frutti positi-vi che ci può portare in questa vita, èassai difficile, specie in una societàoramai completamente orientata versola cancellazione della sofferenza e l'e-saltazione del divertimento a tutti icosti. La sofferenza, specie quella psi-cologica, viene allora spinta in recessisempre più profondi, sempre più

nascosti agli altri. Quando la soffe-renza personale diventa insostenibile,proprio perché del tutto repressa, eccoallora che arrivano quei momenti chenoi chiamiamo 'crisi' (che nella eti-mologia greca significano 'scelta'),passaggi assai dolorosi dai quali peròfioriscono spesso le cose più belledella nostra vita. Ciò accade perché noi pensiamo allasofferenza esclusivamente come espe-rienza di dolore ed omettiamo del tuttol’esistenza di una sofferenza utile, checi porta a nuova consapevolezza di noistessi. Esiste, infatti, una sofferenzasana ed una malata, una che ci fa

crescere e una che ci blocca.

La sofferenza che ci fa stare male eche spesso ci annienta ha origine dauna forte difficoltà ad accettare chetutto nella vita nasca e tramonti, così,quando non si accetta di buon gradoche ogni cosa, dalla più normale aquella più straordinaria, debba primao poi avere una fine…incomincia lasofferenza! Questo tipo di malessere

che ci attanaglia è dunque legato allaparola FINE, termine che il nostro IOfatica a contemplare. Chiusi nel nostropiccolo mondo privato, convinti che lanostra esistenza sia “tutta lì”, tra lequattro mura che la testa ha erettoattorno a sé, stiamo male appenavediamo franare ciò che, a torto, rite-nevamo imperituro. Quando il mondoci “dice di no”, ecco che iniziamo asoffrire!Il grosso fraintendimento è che il piùdelle volte attribuiamo alle cose o allepersone un valore assoluto quando,viceversa, hanno un peso relativo. E’lì che la nostra testa incomincia a fareconfusione: quando invertiamo total-mente la scala dei valori e giudichia-mo senza seguire il nostro centro. Completamente diverso è vedere la

sofferenza come un passo naturale,

un evento che ci porta a incontrare

noi stessi; il più delle volte l’IO soffreperché mutano degli scenari di super-ficie, si infrangono convinzioni solidequanto “castelli di sabbia” e questo cifa sentire spiazzati, come se la nostraidentità fosse in pericolo…Quando lasofferenza mostra il suo volto natura-le, può annunciare invece che è giun-to un momento di liberazione e di rin-novamento.A fianco delle grandi sofferenze ci sonosempre profonde trasformazioni!!! La sofferenza sana, utile, quella chepermette di allargare la coscienza nondeve intendersi però come continuodolore, al contrario deve divenire ilmezzo per acquisire nuove consape-volezze ed un nuovo modo di porsi nelmondo.Quando la sofferenza bussa alla nostraporta ricordiamoci, come usava dire ilsaggio cinese Lao-Tzeche, che: < ciòche il bruco chiama sofferenza e fine,noi tutti chiamiamo farfalla!>.

Dott.ssa Laura Damante

Basta soffrire!“Vinciamo la sofferenza e torniamo a sorridere!”

PSICOLOGA – PSICOTERAPEUTA

Dott.ssa LAURA DAMANTESpecialista in PSICOTERAPIA COGNITIVA (TERAPIA BREVE)

Utilizza protocolli d’intervento specifici per:

DISTURBO DA DEFICIT D’ATTENZIONE E IPERATTIVITA’ HANDICAP E RIABILITAZIONE

DISTURBI D’ANSIA - ATTACCHI DI PANICO DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO

DISTURBI DELL’UMORE – DEPRESSIONE CRISI ESISTENZIALI - ANORESSIA – BULIMIA

DISTURBO DA DIPENDENZA AFFETTIVA E DA SOSTANZA

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Nuova Fisioterapia

ad Albamedica

Con l’arrivo della stagione invernale si ripresentano gli acciacchi e i doloritipici di questo periodo, o si riacutizzano i fastidi che il caldo lenisce. Lepartite serali di calcetto o la ripresa delle attività sportive, tralasciate in

estate, diventano un banco di prova per il “nostro fisico”. Da un anno in Albamedica, precisamente nella parte che si occupa della fisiotera-pia, c’è qualcosa di nuovo; un nuovo modo d’approcciare il paziente. Uno staff difisioterapisti che in un mix d’esperienza e voglia di lavorare usando metodi nuovi,sta mettendo il paziente al centro del programma terapeutico, lavorando nell’inte-rezza della persona e non sul singolo distretto dove si evidenzia la patologia.In poche righe non si può riassumere, perciò vi faremo compagnia ogni mese trat-tando un argomento e cercando di dare consigli e suggerimenti utili.Alla base del nostro trattamento abbiamo integrato tutte le figure che interagisco-no con il paziente: il medico di base, lo specialista ortopedico o fisiatra, il fisiote-rapista, l’osteopata, il tecnico per le ortesi.Tutti questi professionisti si trovano presso il nostro centro polispecialistico.Inoltre potrete trovare altri specialisti di medicina interna (cardiologia,gastroente-rologia,endocrinologia,dermatologia, ginecologia, urologia,pediatria,etc.), dia-gnostica per immagine e strumentale.

Salvatore De Fusco

Rimessi a nuovo i giardini di villa FerrajoliSono partiti da alcuni giorni i lavori di risistemazione del parco giochi di villa

Ferrajoli ad Albano. Poche settimane fa, infatti, i giochi presenti all’interno dei

giardini erano stati distrutti da alcuni vandali che ne avevano addirittura brucia-

ti alcuni pezzi. «Abbiamo ricevuto le segnalazioni da parte dei cittadini – dichia-

ra l’assessore ai Lavori Pubblici Maurizio Sementilli – e abbiamo deciso di inter-

venire tempestivamente per ridare ai ragazzi uno spazio da poter utilizzare in

massima tranquillità, uno spazio idoneo e sicuro dove godere ancora di qualche

spiraglio di sole invernale».

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7AlbanoTeam - Confederazione Nazionale dell’ Artigianato e della Piccola e Media Impresa

"Il Paese merita una politica chesi assuma il ruolo alto che lecompete di guida della città:

merita esempi positivi, valori forti,modelli alti a cui ispirarsi, modelli daseguire". È l'appello rivolto dalPresidente della Cna, Ivan Malavasi,nella sua relazione all'Assembleanazionale della Confederazione del 4novembre nella quale ha denunciato unsentimento generale di "spaesamento"che sta amplificando gli effetti dellacrisi. "Fornire i modelli - incalza Malavasi -è compito della classe dirigente nellasua interezza. Abbiamo alle spalle mesie mesi di scadimento del confrontopolitico, occorre alzare il livello, ritro-vare il senso della responsabilità eavere comportamenti adeguati al diffi-cile momento di passaggio del nostroPaese". Ai lavori dell'Assemblea, dopo il salutodel sindaco di Roma Gianni Alemanno,è intervenuto il ministro del LavoroMaurizio Sacconi, annunciando che laproroga degli ammortizzatori socialisarà inserita nel disegno di legge sullosviluppo. Una tavola rotonda sul federalismo, trai governatori Roberto Cota, StefanoCaldoro e Vasco Errani, ha concluso lasessione pubblica dell'Assemblea.La CNA chiede "stabilità, concertazio-ne dei protagonisti della politica suiproblemi reali, senso dello Stato, capa-

cità di dialogo perché ciascuna partepolitica, nel sollecitare una serie diinterventi a favore delle piccole emedie imprese per non perdere un'oc-casione preziosa per la ripresa."Chiediamo - ha detto Malavasi - l'im-pegno del Governo a confermare, perl'anno 2011, gli sgravi del 55% sugliinterventi finalizzati al risparmio ener-getico. E' una necessità assoluta per unsettore in forte crisi nonché uno stimo-lo significativo alla domanda e ai con-sumi, inoltre, ci auguriamo che l'Italiarecepisca in tempi rapidi, ben prima dei24 mesi previsti, la direttiva europeasui tempi di pagamento”. "Impegniamoci ancora - prosegue -perché la tutela dei prodotti fabbricati

in Italia, il nostro grande Made in Italy,torni in primo piano nell'agenda delParlamento europeo come il nostroParlamento, con la lodevole convergen-za di tutte le forze politiche, ha chiesto.Peraltro sarebbe coerente con l'appro-vazione recente del regolamento cheintroduce l'obbligo di etichettatura peralcuni prodotti realizzati in paesi terzi".

Ancora in tema di interventi edilizi, laCna è profondamente convinta che"l'introduzione di una ritenuta pari al10% sui pagamenti sia punitiva per leimprese che operano con trasparenzaincentivando, di fatto, il ritorno al lavo-ro sommerso e irregolare. Inoltre -aggiunge Malavasi - vanno sbloccateimmediatamente tutte le risorse dispo-nibili per finanziare gli investimentisoprattutto per piccole infrastrutturevelocemente cantierabili".Per Malavasi, "tra l'Italia che lavora eche produce, tra la nostra Italia e tuttociò, c'è un abisso". '"Il Paese – sottoli-nea ancora il presidente della Cna - habisogno di stabilità, di concentrazionedei protagonisti della politica sui pro-blemi reali, di senso dello Stato comepremessa di ogni sforzo comune enecessario sacrificio, di capacità' di dia-logo, perché ciascuna parte politica,nella distinzione dei ruoli che gli eletto-ri hanno assegnato, possa collaborare albene comune".

La Casa delle ImpreseLa Confederazione Nazionale dell’Artigianato e dellaPiccola e Media Impresa di Roma, attraverso le società delSistema CNA assiste ed orienta l’imprenditore nella gestionequotidiana della propria azienda.I nostri servizi:

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Informazioni per contattarci:

Via Pompeo Magno, 7– 00041 Albano Laziale Tel. 069304976 – 9305527; Fax 069304330 e-mail: [email protected]

Dalla Regione Lazio, un contribu-to a fondo perduto dell'80% per

immigrati e cittadini over 45 cheintendano creare una nuova impresaoppure avviare un'attività di lavoroautonomo. Si tratta di un finanziamento a fondoperduto dell'80% sul piano d'investi-mento, fino a un massimo di 24.000euro. Sono finanziabili i progetti riguardan-ti qualsiasi settore (produzione dibeni, commercio e servizi), anche infranchising. Sono escluse le libere

professioni che prevedono l’iscrizio-ne agli ordini professionali e quelleche non costituiscono attività diimpresa e che vengono esercitatesenza l’iscrizione al registro delleimprese. Il bando rimarrà aperto 24 mesi salvoesaurimento delle risorse. Presso le sedi di Cna di Roma è pos-sibile avere informazioni e assisten-za, contatta il Numero Verde 800 016213, sul sito cna il bando completo:www.cnapmi.org

Un bando per avviare nuove attività

Assemblea Nazionale a Roma, le richieste al governo della Cna

"Il Paese merita una politica che si assumail ruolo alto che le compete"

Firmato l'accordo per il rilanciodell'Apprendistato

Il 27 ottobre scorso la CNA, unita-mente ad altre parti sociali, aGoverno, Regioni e ProvinceAutonome ha sottoscritto, un’impor-tante Intesa per il rilanciodell’Apprendistato. L'accordo è stato stipulato alla presen-za del Ministro del Lavoro e dellePolitiche Sociali, Maurizio Sacconi. L’Intesa stabilisce: • la funzione surrogatoria dei contratticollettivi nazionali di lavoro e degliaccordi interconfederali laddove leRegioni non siano intervenute nellaregolamentazione dei profili formatividell’apprendistato professionalizzante;

• la validità, nell’ipotesi di formazioneesclusivamente aziendale e per leRegioni che non hanno già provve-duto a definire compiutamente lanormativa, delle previsioni contenu-te nei contratti collettivi e negli

accordi interconfederali che hannodisciplinato l’apprendistato profes-sionalizzante;

Nell’intesa viene puntualizzata lavolontà di confermare che, in caso diimprese multi-localizzate, per l’attiva-zione dei contratti di apprendistato eper i tirocini formativi e di orientamen-to trova applicazione su tutto il territo-rio nazionale la sola regolamentazionedella Regione dove l’impresa ha la pro-pria sede legale In considerazione dell’importanza del-l’apprendistato, che nell’artigianatorappresenta il principale canale d’in-gresso dei giovani nel mercato dellavoro e di trasmissione delle compe-tenze, assume inoltre particolare rile-vanza l’impegno di avviare un tavolotripartito per la definizione delle lineeguida condivise per la riforma dellatipologia contrattuale in oggetto.

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AlbanoTeam - Periscopio8

Alla fine dell’anno si riaprirà la“Scuola di amministrazione epolitica” organizzata dal Centro

Studi Sociali in collaborazione con iComitati di Quartiere di Albano. Molticittadini che vogliono partecipare allavita politica e sociale della città sentonol’esigenza di disporre delle necessarieconoscenze che consentano loro di entra-re nel complesso sistema della politica edella gestione del Comune. Nella societàdella conoscenza la partecipazione attivaalla vita sociale richiede una specificaformazione, pena il degrado dalla condi-zione di cittadino a quella di suddito.Quali sono le funzioni del Comune? Equelle del sindaco, degli assessori, deiconsiglieri comunali? Come viene pro-grammato lo sviluppo urbanistico dellacittà? Come vengono reperite e comevengono spese le risorse finanziarie delComune? Quali strumenti hanno i cittadi-ni per entrare nella “casa di vetro” delComune? Come si pone la gestione poli-

tica locale in relazione a quella nazionalee internazionale? Quali relazioni esistonotra religione, etica e politica? A queste ead altre domande verranno fornite rispo-ste nei seminari del Corso che cerca diriempire, almeno parzialmente, il vuotocreato dalla chiusura delle scuole di par-tito e dei sindacati.L'iniziativa mira alla formazione dei cit-tadini, specialmente giovani, che voglio-no impegnarsi attivamente nella politicalocale. L'obiettivo specifico del Corso èquello di fornire conoscenze di base sullateoria e sulla prassi dell'azione politica eamministrativa a coloro che praticano osono interessati alla politica ed all'ammi-nistrazione attiva. Il Corso si articolerà indieci seminari tematici. Anche in questaedizione le lezioni saranno tenute daesperti ed operatori di elevato livello. Per informazioni rivolgersi a:[email protected]

Giorgio Sirilli

Riapre la Scuola diamministrazione e politica

Il mistero ISFOLTra promesse e progetti la struttura è abbandonata

da oltre venti anni

Resta li sepolto dai rifiuti e dall’er-ba alta tra macerie e vetri rotti daoltre venti anni. Forse neanche

tutti gli abitanti di Albano sanno dellasua presenza inquietante dentro VillaDoria, ma prima era una struttura d’ec-cellenza per la formazione professionaledei lavoratori e oggi, rimane solo loscheletro in disfacimento che guardadall’alto il quartiere Miramare. È l’exIsfol. Probabilmente, vista l’incuria concui è stato trattato, non interessa a moltisalvaguardare una struttura all’internodella villa comunale, ma per altri potreb-be essere uno spazio ideale per realizza-re un posto per migliore i servizi dellacittà. Nascosto dietro al cancello e aduna recinzione non proprio invalicabile,lo stabile presenta pesanti danni dovutiad anni di abbandono e degrado, diven-tando terra di topi, serpenti tra siringhe,bombolette spray e detriti. Le varieamministrazioni che si sono susseguitenegli anni hanno sempre presentatopiano di recupero e progetti, ma alla finenulla si è concretizzato in qualche inter-vento. Ci sono vetri rotti, infissi arruggi-niti e muri distrutti. Ai lati del corridoiocentrale quelle che una volta erano aule,oggi sono discariche di calcinacci e mat-toni. Le scale che portano al piano supe-riore solo pericolanti. E giorno dopogiorno la struttura subisce dei danniincalcolabili. L’intera area è di circa4.000mq e comprende due stabili: uno,quello principale, con due piani e un

altro composto da un solo ambiente. Lagiunta Mattei propose una sua ristruttu-razione e la cosa sembrava “attuabile edi grande rilevanza sociale”, dicevano.Nel 2006 si era parlato del progetto ditrasformarlo in un centro di specializza-zione per “Operatori Terapia delBenessere” per il sopporto psicologicoalle donne che hanno subito un interven-to di mastectomia. Il progetto rientra nei“patti territoriali delle Colline Romane”e avevano previsto un investimento di5.5 milioni di euro. La proposta noncomportava alcuna variante al pianoregolatore perché si tratta di una ristrut-turazione edilizia. Maurizio Sannibale,Assessore all’Urbanistica della GiuntaMarini sta vagliando altre strade. “Èancora in fase di esame il progetto di tra-sformarlo in un centro di assistenza alledonne, ci sono da aspettare anche i pare-ri della Regione Lazio e di altri enti. Nelfrattempo però insieme “all’AssessoreRapisardi, responsabile delle partecipatecomunali, abbiamo vagliato la possibili-tà di prendere l’immobile in comodatod’uso in modo che sarà il Comune stessoa poter intervenire e magari farlo ritorna-re alla sua destinazione originale, realiz-zando una struttura che possa ospitareuna scuola di formazione dell’Albafor”.“È nell’interesse di questo Comunevedere l’edificio risanato per tutti i citta-dini di Albano per i suoi aspetti sociali eculturali”.

Stefano Corradi

Al via (finalmente) i lavori per il parcheggio

delle Gallerie di Sotto

A gennaio partiranno i lavori per il parcheggio delle Gallerie di Sotto e sarà un

progetto che permetterà di costruire uno spazio con circa 180 posti auto in una

zona che ne è carente e che invece è utilizzata molto dai cittadini. Con l’apertura

del cantiere si potrà finalmente dare avvio ad un iter da troppi anni fermo e di cui

Albano Team si è occupato più volte. Il progetto aveva avuto il suo primo step nel

2007, quando Albano, Castel Gandolfo e la Provincia di Roma avevano firmato

un protocollo d’intesa per l’avvio dei lavori. Lavori mai iniziati, nonostante gli

annunci che lo volevano concluso e consegnato ai cittadini nel 2009. A quella

data, però, i tre enti ancora non erano riusciti a risolvere la controversia, legata

anche alla proprietà dell’area appartenente alla Cotral. L’amministrazione

Marini, appena insediata, è intervenuta e lo scorso 20 maggio ha annunciato la

risoluzione del problema e l’apertura del cantiere, fissata per gennaio 2011.