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SCOUT Proposta educativa - Anno XXXVI - n. 4 - 22 marzo 2010 - Settimanale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 - art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA proposta educativa Gli assistenti dell’AGESCI a Convegno pag. 37 In dialogo con gli altri: parla il CAI pag. 20 ICM: chi sono costoro? pag. 41 01/2010 TI FIDI DI ME?

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SCOUT Proposta educativa - Anno XXXVI - n. 4 - 22 marzo 2010 - Settimanale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione periodico in abbonamento postale L. 46/04 - art. 1 comma 2, DCB BOLOGNA

proposta educativa

Gli assistentidell’AGESCIa Convegnopag. 37

In dialogocon gli altri:parla il CAIpag. 20

ICM: chi sonocostoro?pag. 41

01/2010

TI FIDI DI ME?

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PROPOSTA EDUCATIVARivista per gli educatori dell’Agesci (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani) con sede in piazzaPasquale Paoli, 18 - 00186 Roma - www.agesci.orgComunicazioni, articoli, foto, disegni e materiali vanno inviati a: Chiara Panizzi, via della Resistenza, 50 - 38123 Povo (Trento). Mail: [email protected] redattore: Chiara PanizziIn redazione: Fabrizio Coccetti, Claudio Critiani, Ruggero Longo, Filippo Panti, Marco Quattrone,Francesca Triani, Paolo Valente/BillFoto di: don Fabio Besostri, Alessandro Bortuzzo, Luciana Brentegani, Roberta De Grandi, DanieleIoppa, Lucio Marconi, Martino Poda, Edoardo Raffo, Francesco ValgimigliIn copertina: foto di Martino PodaGrazie a: artista Marco Arman per la concessione di riprodurre una sua opera e all’UCAI (UnioneCattolica Artisti Italiani). Disegni di Gianfranco ZavalloniImpaginazione: Giorgio MontolliI simboli delle branche sono di Giovanni Garlanda, Cossato 4

scaffale scout

sviluppo

uno sguardo fuori

jamboree

branca l/c

branca e/g

branca r/s

formazione capi

assistente

settore pace, nonviolenza,

solidarietàscautismo oggi

icm

lettere

atti ufficiali

Editoria scout 24

Investire nel futuro 25

Appuntamento a Reggio Calabria 27

Le aree si presentano 28

La sede e la tanaraccontano 30

Al cuore dello scauting in reparto. L’impresa 32

Verso il nuovoregolamento 34

NTT 2010. Qualeformazione per iformatori? 36

Assistentia Convegno 37

Un’altra cultura 39

A Nazareth. Route in Terra Santa 40

ICM. Chi sonocostoro 41

43

44

Sommario

fidati di meVincere l’insicurezza 4

Chi fa da séfa per tre 6

Questionedi fiducia 8

Paura liquida...fiducia solida 10

Il dilemmadel prigioniero 12

Genitori vs Capi.Palla al centro 14

Non preoccupatevidunque 16

La nostraformazione morale 18

Il futuro non è piùquello di una volta 19

La montagna:ambiente educativo 20

Andar per monti.Opportunità o rischio? 22

Da leggere 23

01/2010

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C’è una cosa bella nella nostra associazione:nessun ruolo dura troppo a lungo.Se sei in servizio, devi ogni tanto cambiareposto. In gruppo devi passare da Bagheera aCaporeparto, da Capoclan a Capogruppo epoi ancora tornare in Branco o in Cerchio,dove le necessità e le esigenze ti chiamano.Ogni volta rimettendoti in cammino per for-marti al nuovo ruolo. Per fortuna questo valeanche quando sei un quadro: il tuo servizioha una durata definita e poi si cambia.Sembra un po’ di giocare al gioco della sediavuota: ogni qual tratto la musica finisce e bi-sogna correre ad occupare il posto che finoa poco fa era di qualcun altro.Questo continuo mettersi in discussione ecambiare, è una nostra grande ricchezza: cifa camminare ininterrottamente. Non pos-siamo mai stare fermi a lungo. Ci si deve al-zare spesso e imparare a stare da un’altraparte. Dobbiamo ogni volta porci alla scuoladi qualcuno e imparare facendo. Così ci ri-cordiamo che siamo in continua formazio-ne, ci sarà sempre chi avrà da insegnarciqualcosa e chi cammina davanti a noi.Forse, vista dall’esterno questa può sembra-re una fatica gravosa e magari inutile, ma sel’adattabilità e la crescita permanente sonocaratteristiche della giovinezza, allora, indi-pendentemente dall’età anagrafica dei suoi

una nuova avventura

EDITORIALE

adulti in servizio, la nostra dimostra di essereun’associazione davvero molto giovane.Quando mi è stato chiesto di prendere il po-sto di Luciana nel ruolo di caporedattore diProposta Educativa, subito dopo i dubbi chesempre affollano la mia mente quando devoaffrontare un compito difficile, un pensieromi ha solleticato più di tutto: la quantità dicose che avrei dovuto apprendere, le perso-ne sconosciute da incontrare, le nuove av-venture da vivere, un nuovo volto delloscautismo da conoscere.Alla fine la voglia di provare un nuovo giocoha prevalso e così è nato il mio eccomi.Credo che sia scattato lo stesso meccanismoanche per tutti gli amici a cui ho chiesto diaffiancarmi in questa sfida: alcuni sono vec-chie conoscenze, altri il frutto di nuovi in-contri avuti in questo poco tempo di prepa-rativi all’imminente avventura.Alcuni anni fa un amico scout mi disse unacosa che mi si è impressa nella memoria e af-fiora ogni volta che devo affrontare unanuova avventura. «È importante imparare afidarsi di chi ti chiede di svolgere un servi-zio: se ti chiamano a ricoprire un ruolo, si ve-de che hanno visto in te delle capacità chetu forse nemmeno sai di avere e quindi: abbifiducia! È l’occasione buona per far fruttare italenti che il Signore ti ha affidato».

Con questo numero Proposta Educativainaugura una nuova redazione. Chi ci ha pre-ceduto, dopo aver “servito” componendocon pazienza numero dopo numero la rivi-sta, è andato a giocare l’avventura scout inaltri ambiti. Noi ci inseriamo sul sentiero giàtracciato e proseguiamo il cammino.Naturalmente troverete alcuni cambiamen-ti, primo fra tutti la parte della rivista dedica-ta agli approfondimenti. Cercheremo di af-frontare ogni volta un argomento diverso,da varie angolazioni, anche in modo ironico(vedi articolo a pagina 19), cercando perquanto ci sarà possibile di offrire spunti di ri-flessione, di maggiore conoscenza e voci dalmondo esterno all’associazione.Questo primo numero è dedicato proprio al-la “fiducia”.Fidarsi, in questo nostro mondo contempo-raneo, non sembra più considerato una cosabuona. La sicurezzaha preso posto della fidu-cia nella scala dei valori, ma le due realtà nonsono certo equivalenti né intercambiabili.Essere o “sentirsi sicuri” non è la stessa cosadi “avere fiducia”.Il meritare fiducia poi è tutt’altra cosa.Ma questa è un’altra, lunga storia: se avete lapazienza di leggerci ve la racconteremo.Buona lettura.

Chiara

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FIDATI DI ME

L’essere umano – come tutti gliesseri viventi – è esposto findagli inizi della sua vita al ri-schio. È un essere mortale e vipossono essere condizioni am-bientali o relazioni sociali chepossono menomarlo o addirit-tura farlo morire. È dunque na-turale che un essere mortalecerchi sicurezza tanto più sequesto essere – come è il casodell’essere umano – è un esse-re biologicamente piuttosto

4 Proposta educativa 01-2010

di Michele Nicolettidocente di Filosofia politica

presso la facoltà di Lettere

e Filosofia dell’Università di Trento

sperare nel futuro

Vincerel’insicurezza

fragile, le cui speranze di so-pravvivenza per un lungo pe-riodo dipendono dalle “cure” dialtri esseri a cominciare daisuoi genitori. Oggi che il perio-do di “dipendenza” dalla fami-glia di origine si sta allungan-do di un bel tratto nella nostrasocietà, non c’è da stupirsi cheanche nel mondo giovanilematuri più tardi la fiducia in sestessi, che si accompagna ne-cessariamente all’esperienza

Il futuro è il grandeassente dall’orizzonte

delle nuovegenerazioni.

Il cambiamento èpossibile e il domanipuò essere migliore sesappiamo costruirlo

insieme

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del provvedere da soli a tuttele proprie necessità.

Dal punto di vista sociale e po-litico la ricerca di sicurezza èuno dei tre pilastri dell’unitàpolitica, dal momento che lecomunità politiche si formanoper provvedere insieme ai bi-sogni economici (1), alla prote-zione comune dai pericoli (2) eal bisogno di comunicazionedelle più profonde esperienzeumane, al fine di dare a questeun significato (3). Se uno Stato,non è in grado di dare sicurez-za ai propri cittadini smette diessere uno Stato. I cittadininon si sentono protetti dallesue istituzioni e perdono la lo-ro fiducia in esse, non obbedi-scono alle leggi o comunquesono meno disponibili a sacri-ficare qualche cosa di sé per ilbene comune. Per questo lapaura ingenerata dall’insicu-rezza è il maggiore fattore diinstabilità politica, maggiorerispetto all’insoddisfazioneeconomica o alla mancatacondivisione di valori. Quandola paura di essere aggredito oaddirittura ucciso si impadro-nisce di un essere umano, ten-de a prevalere su ogni ragio-namento e su ogni inclinazio-ne positiva verso gli altri. Si fastrada la sfiducia, la diffidenza,la tendenza a ricondurre ogniproblema alla propria paura. Inuna irragionevole semplifica-zione i f attori che vengonopercepiti come “minacciosi”vengono accusati di essere lacausa di ogni problema socia-le. Si vive nell’illusione che li-berandosi da quella minaccia,ogni nostro problema sarà ri-solto.

Ma la paura paralizza le nostrecapacità di comprensione del-la realtà e le nostre capacità diuscire dalle difficoltà. L’essereumano impaurito si sentebraccato e scappa, pensando ase stesso. Non riesce a ragiona-re, a dialogare, a costruire.Questa situazione di incertez-za si accentua in determinatecondizioni di tipo ambientalee sociale come quelle attuali incui crescono le preoccupazio-ni per le sorti dell’ambiente

naturale, per le difficoltà eco-nomiche (la precarietà socialeè il volto concreto dell’incer-tezza), per la convivenza connuovi gruppi umani che cono-sciamo poco, per il venir menodelle sicurezze del passato (adesempio il tradizionale model-lo di famiglia, l’insieme dei va-lori che reggevano un tempola vita collettiva).

Ma come recuperare fiducia?Gli esseri umani acquistano fi-ducia essenzialmente attraver-so tre strategie: le relazionicon altri esseri umani caratte-rizzate da atteggiamenti di cu-ra e solidarietà (a partire dapositive relazioni familiari eamicali); il potenz iamento del-le proprie capacità fisiche e in-tellettuali (si acquisisce fiduciain sé vedendo come il nostrocorpo e la nostra mente se svi-luppati possono risolvere pro-blemi che prima non eravamoin grado di risolvere); la fami-liarità con l’ambiente circo-stante (più conosco dove mitrovo, più mi sento a “casamia”).

Nello sviluppo della personanon sono tanto le relazionicon le cose, ma le relazioni conle persone a costruire anzitut-to la fiducia. La relazione conpersone che si prendono curadi noi ci fa fare l’esperienza diun mondo esterno non ostile einsicuro, ma amico e affidabile.Nella relazione umana positivascopriamo le nostre potenzia-lità e con l’aiuto degli altri nel-la relazione educativa poten-ziamo le nostre capacità. Riu-sciamo così progressivamentea dominare un ambiente sem-pre p iù ampio e il familiariz-zarci con esso ci dà sicurezza.

Nella cultura contemporaneasi tende invece a sostituire lerelazioni con le persone conrelazioni con cose (i genitori,ad esempio, si fanno spessosostituire da oggetti); il poten-ziamento della capacità fisichee intellettuali è spesso legatoal raggiungimento di standardesterni più che di fiducia nelleproprie capacità; l’ambientecon cui ci si familiarizza è spes-

so un ambiente artificiale edomestico.

In prospettiva educativa si do-vrebbe dunque lavorare lungoqueste tre direttrici: a) scoprirele relazioni personali comefonte di fiducia, perché è l’es-sere con altri e non il semplicepossesso di cose, che mi aiutaa superare la paura e l’insicu-rezza; b) potenziare uno svi-luppo armonico delle mie po-tenzialità, del mio corpo, dellamia mente, del mio spirito, del-le mie passioni, come parti incui ritrovo me stesso. In ognu-na di queste non mi vergognodi me stesso, ho fiducia di quel-lo che sono e dunque non so-no insicuro; c) acquisire mag-giore familiarità con l’ambien-te che mi circonda, quello na-turale come quello sociale: il ri-chiamo alla “vita all’aria aper-ta” di fronte a tante ore passateal chiuso dovrebbe risuonaresempre più forte. Solo attraver-so la scoperta si conoscono iterritori – naturali e sociali – leloro ricchezze e i loro pericoli.

Aggiungerei infine un elemen-to fondamentale: recuperarefiducia nel “futuro”. Il futuro èforse il grande assente dall’o-rizzonte delle nuove genera-zioni. E quando è presente, in-combe spesso come un catti-vo pensiero. Ma se guardiamoalla storia passata, ci accorgia-mo che l’essere umano ha sa-puto, sia pure attraverso errorie difficoltà, sviluppare condi-zioni sociali di vita che giudi-chiamo migliori dei secoli pre-cedenti, ha sconfitto malattiee abolito la schiavitù, anche senuovi problemi incombono.Dunque i l cambiamento èpossibile e il futuro può esseremigliore dell’oggi se noi visappiamo collaborare. A que-sto recupero della fiducia nelfuturo un contributo fonda-mentale possono darlo le tradi-zioni religiose che hanno un in-credibile potenziale di speran-za: nel futuro non c’è la perdi-zione, ma la salvezza, ossia unfuturo eternamente miglioregrazie alla cura di Dio per noi,alla sua fiducia in noi e alla no-stra fiducia in Lui.

FIDATI DI ME

Proposta educativa 01-2010 5

sperare nel futuro

Nello sviluppo dellapersona non sonotanto le relazionicon le cose, ma i legami tra le

persone, a costruireanzitutto la fiducia

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FIDATI DI ME

di un’impresa al rover e alla scol-ta in servizio, che poi non eranovenuti, avvisando all’ultimo se-condo. Avrebbe fatto meglio afare tutto lui. Marco aveva il suo motto: «La fi-ducia è bene, il controllo è meglio»e lo mise in atto da subito. Alleprime staff si adoperò per ren-dere ben chiaro che il capounitàera lui. Arrivò con uno schemadel programma annuale di quat-tro pagine. Il titolo era “Bozza delProgramma”, ma era la bozza piùcompleta che mai si fosse vistain gruppo. Marco ci aveva lavora-to tutta la settimana, e ci avreb-be lavorato anche tutta la setti-mana successiva per includerele poche modifiche emerse astaff e le sue nuove idee. Si trat-tava di una semplice tabella maMarco l’aveva salvata in formatoXML-2015 che solo lui potevamodificare al computer. Nellostesso formato si mise a trascri-vere il canzoniere per il campoinvernale. In passato se ne occu-pavano i ragazzi, la capounitàavrebbe addirittura voluto che sicontinuasse così. «Povera illusa...i ragazzi sono inaffidabili», pen-sava Marco mentre passava igiorni e le notti a scrivere canzo-ni con gli accordi, «tra poco avròil miglior canzoniere mai fattonella storia dell’Agesci».La laurea breve in economia po-teva aspettare, si trattava diprendere il controllo completodel reparto. Marco iniziò ad esse-re presente a tutte le riunioni di

Marco era finalmente riuscito adiventare capounità. Aveva do-vuto aspettare due anni, poi, for-tunatamente, Giuseppe era par-tito Erasmus in Germania e ave-va liberato il posto da capore-parto. Che soddisfazione! So-prattutto Marco avrebbe final-mente potuto fare come crede-va fosse giusto. Non ne potevapiù delle infinite discussioni instaff, per decidere cosa fossemeglio. Giuseppe era troppo in-genuo, si fidava di tutti. In parti-colare del consiglio capi. Sem-brava non voler capire che i ra-gazzi erano pieni di idee e siprendevano tutti gli impegnipossibili, ma in pratica non face-vano nulla e l’attività non funzio-nava mai bene come avrebbepotuto. Giuseppe poi delegavatroppo. Lo scorso anno avevadato persino un ruolo nel lancio

6 Proposta educativa 01-2010

di Fabrizio Coccetti

CHI FA DA SÉFA PER TREStoria di Marco che non si fidava

dei suoi ragazzi

Marco aveva il suomotto: «La fiducia èbene, il controllo

è meglio» ...

Il colpo di graziaarrivò quando Marcosi innamorò di Luisa:d’improvviso gli

sembrò così naturalefidarsi totalmentel’uno dell’altra, senzabisogno di ragionare,un po’ come quando tituffi nel mare caldod’estate. L’esperienzadi fiducia insegna afidarsi. Marco si

sentiva una personapiù completa, e il reparto andava a gonfie vele!

dalla parte dei ragazzi

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squadriglia per controllare “condiscrezione!” cosa facessero i ra-gazzi. Puntualmente telefonavaa casa a tutti i genitori per ricor-dare le date delle prossime usci-te, o per informarli se il propriofiglio fosse indietro con la sca-denza per una specialità. «Nes-sun caporeparto l’ha mai fattoprima di me, sono proprio bravo,e pensare che Giuseppe si fidavadella catena telefonica di squa-driglia, povero illuso... funziona-va una volta su tre». E in breveMarco sentì di avere in mano lasua unità. In realtà alcuni ragazziiniziavano a venire di meno alleriunioni, ma poco importava,non si muoveva foglia che Mar-co non volesse e tanto bastava.Naturalmente non ci volle moltoperché in comunità capi comin-ciassero a serpeggiare le primecritiche sulla gestione del repar-to. I capigruppo, prontamente,regalarono a Marco una copiadel Taccuino di B.-P., la dedica re-citava “...come prima cosa biso-gna dargli fiducia... (B.-P. 1915)”.Marco non si chiese a chi fosserivolta la dedica, ma istantanea-mente gli venne in mente un’i-dea assolutamente geniale. Inun qualche esame aveva lettoqualcosa sulla fiducia e sulle re-gole del mercato economico. Infondo B.-P. aveva cento anni, dicerto esisteva qualcosa di piùmoderno e più adatto alla no-stra società.«Allora», pensò Marco sfoglian-do il libro di marketing, «dovreb-be essere abbastanza semplice...conquistare la fiducia dei consu-matori corrisponde a conquista-re la fiducia dei ragazzi, il prodot-to da vendere quindi è:... l’atti-vità!». Un bel sorriso astuto com-parve sul suo volto: «Perfetto,grazie a quest’idea avrò un sac-co di ragazzi in unità». Marco sisentiva un genio al lavoro: «Periniziare, ci vuole un buono slo-gan... ah, ecco: non mancare maipiù, il reparto è for you... ottimo,per fortuna che ho studiato l’in-glese... ora faccio dei manifestini,e poi tappezzo la sede. Il mes-saggio deve essere ripetuto, co-me tutte le pubblicità. Lo dirò adogni riunione..., ci posso anchescrivere una canzone per il cam-po...». I pensieri scorrevano velo-ci. «I-d-e-a! Posso appendere i

manifestini in Chiesa, e nellescuole, ad altezza del viso dei ra-gazzi, sono un comunicatore na-to, avrò un reparto di cento ra-gazzi!». In tutta risposta, i ragazzi conti-nuavano a diminuire. «Strano»,pensò Marco, «le attività giranoprecise come degli orologi sviz-zeri, il programma è rispettatoalla lettera, ho anche inventatouno slogan bellissimo...».Una serata in zona fu l’occasio-ne per ricevere qualche stimolointeressante. Parlava un certoFrancesco Chiullo o Chiulli. Pertutta la sera aveva ripetuto chela fiducia si costruisce attraver-so l’esperienza vissuta fianco afianco. Aveva anche detto cheuna sfida importante è dare airagazzi gli strumenti per rileg-gere l’esperienza e capirne ilSenso alla luce della Parola diDio. Aveva citato anche il pro-getto nazionale1 e un certogruppo Tracce2. «Interessantequeste riflessioni di Francescocome-si-chiama», pensò Marco,«non se parla nel mio libro dimarketing».La domenica successiva a Mes-sa il vecchio parroco citò Gio-vanni Paolo II a proposito delleguerre in corso: «La fiducia nonsi acquista per mezzo della forza.Neppure si ottiene con le sole di-chiarazioni. La fiducia bisognameritarla con gesti e fatti concre-ti3». Questa frase colpì moltoMarco: «Ok, se lo ha detto il Pa-pa, allora, devo conquistarmi lafiducia dei ragazzi sul campo».Ma come fare? Internet nondava risposte, eppure Marcoaveva cercato tutta la notte suWikipedia. «Ah! Forse lo diceB.-P.!» e riprese in mano il Tac-cuino. La lettura l’appassionò. Il libro

era pieno di suggerimenti prati-ci che Marco decise di metterein atto.In staff provò ad ascoltare e a la-sciar fare agli altri. Certo, il pro-gramma del campo estivo eraancora pieno di spazi vuoti dariempire e di cose non previste,ma ci lavoravano ad ogni incon-tro e si divertivano pure. Emanuela, Roberto, Tiziana, Sara,Riccardo e Annachiara ripreseroa venire a tutte le attività. In fon-do era semplice, aveva capitoMarco, bastava dare fiducia ai ra-gazzi e lasciarsi stupire dalla loronaturale imprevedibilità. Certo, in uscita di reparto aveva-no perso il treno, dato che il ca-posquadriglia dei Bisonti avevavisto l’orario feriale invece diquello festivo, ma quell’ora inpiù passata in stazione era statabellissima. Come aveva dettol’AE: «Un’ora in più donata dallaProvvidenza». Anche Marco sta-va iniziando davvero a leggerequello che gli capitava come unsegno della presenza di Dio.Il colpo di grazia arrivò quandoMarco si innamorò di Luisa: d’im-provviso gli sembrò così natura-le fidarsi totalmente l’uno del-l’altra, senza bisogno di ragiona-re, un po’ come quando ti tuffinel mare caldo d’estate. L’espe-rienza di fiducia insegna a fidar-si. Marco si sentiva una personapiù completa, e il reparto andavaa gonfie vele!

1 Disponibile sul sito dell’Agesci.2 Articoli del Gruppo Tracce pubbli-cati sui numeri da 3/2007 a 8/2007di SCOUT-Proposta educativa; in-serto di PE in stampa.3 Parole sull’uomo, Giovanni PaoloII, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli,2002.

FIDATI DI ME

Proposta educativa 01-2010 7

«La fiducia non siacquista per mezzo

della forza. Neppure siottiene con le sole

dichiarazioni. La fiducia bisognameritarla con gesti e fatti concreti»

dalla parte dei ragazzi

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La comunità capi è uno dei luo-ghi privilegiati in cui, comescout, siamo chiamati a dare e ameritare fiducia. E sappiamoche non sempre è facile. Chi haesperienza di vita di comunitàcapi sa bene che a volte certimalumori, certe incomprensio-ni nascono proprio da una più omeno inconfessata (inconfessa-bile?) fragilità della fiducia reci-proca. Talvolta possono giocarea sfavore le naturali diversità dicarattere, che rendono difficilile relazioni. In altri casi non èd’aiuto la differenza d’età, cheporta i capi più “anziani” a consi-

derare troppo inesperti i piùgiovani, i quali a loro volta, purse ancora con qualche incertez-za, hanno dalla loro parte il van-taggio di sapere meglio inter-cettare i bisogni e la sensibilitàdi ragazzi e adolescenti e, nondi rado, la capacità di interagirepiù efficacemente con loro. Vi-ceversa, i capi più giovani ri-schiano di vedere i più “vecchi”come un ostacolo al “nuovo cheavanza”, ingombranti residui diuno scautismo non sempreadatto ai tempi...Spesso la mancanza di fiducia simanifesta, in modo un po’ sub-dolo, quando ciascuno va avan-ti per conto proprio, compien-do scelte educative magari an-

8 Proposta educativa 01-2010

di Claudio Cristiani

Questione di fiduciaCorresponsabilità educativa

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Che cosa significa“corresponsabilità

educativa”?Semplicemente,

essere tuttiprotagonisti delle

scelte educative checiascuno compie

nella propria unità;essere tutti sollecitatia offrire il proprio

contributo dipensiero, a esprimerela propria sensibilitàeducativa anche

riguardo alle proposteche vengono fatte a ragazzi e ragazzeche appartengonoa branche diverse

FIDATI DI ME

Proposta educativa 01-2010 9

che importanti senza confron-tarsi con nessuno. Succede chesi concepisca la propria unitàcome una sorta di “feudo” per-sonale, della cui vita gli altrimembri della comunità capidevono essere, al più, soltantoinformati, messi al corrente, maniente di più; se poi qualcunoazzarda un’osservazione, o ad-dirittura una critica, questo vie-ne sentito come un delitto di le-sa maestà... Un simile compor-tamento quasi sempre nascon-de la convinzione che gli altrinon siano capaci di aiutare a fa-re meglio: non se ne ha fiducia...Proprio il terreno del servizioeducativo, invece, può esserequello più adatto a far maturarerelazioni tra adulti improntatealla fiducia reciproca. E in que-sto possiamo anche rivalutare ilnostro servizio come occasionedi autoeducazione per noi capi:può apparire scontato, però avolte rischiamo di perdere di vi-sta questa dimensione di for-mazione continua che ci vieneproprio dal nostro quotidianoservire.Dunque, se vogliamo individua-re una strategia (sicuramentenon l’unica) per far nascere ematurare un autentico clima difiducia tra noi capi, possiamorintracciarla nel cercare e attiva-re tutti gli strumenti a nostra di-sposizione per vivere in comu-nità capi una vera e concretacorresponsabilità educativa. Che cosa significa “corresponsa-bilità educativa”? Semplice-mente, essere tutti protagonistidelle scelte educative che cia-scuno compie nella propriaunità; essere tutti sollecitati aoffrire il proprio contributo dipensiero, a esprimere la propriasensibilità educativa anche ri-guardo alle proposte che ven-gono fatte a ragazzi e ragazzeche appartengono a branchediverse. Tutto questo, da un lato suppo-ne una grande capacità di ascol-to reciproco e la disponibilità amettersi in discussione in ma-niera trasparente, ponendosinella condizione di sapere rico-noscere che le idee degli altritalvolta possono essere miglioririspetto alle proprie; dall’altro, lacorresponsabilità educativa esi-

ge da parte di ciascun capo at-tenzione ai problemi di tutti, vo-lontà di mettere a disposizionedegli altri la propria esperienzaponendosi domande nuove.La corresponsabilità educativapassa anche attraverso un con-fronto sereno nel momento incui si discutono i mandati delservizio nelle diverse branche;suppone una condivisione deiprogrammi delle unità che pre-vede momenti di verifica neiquali viene dato spazio al dibat-tito e, quando serve, alla corre-zione fraterna. In un clima co-struttivo, nel quale nessuno sisenta giudicato, o imbarazzatonel chiedere aiuto, nel condivi-dere insieme ad altri un proble-ma che proprio non riesce a ri-solvere... Ugualmente, è impor-tante mettere tutti a parte delleattività ben riuscite, il modo concui le si è organizzate e lanciate,affinché altri capi possano trar-re suggerimenti validi.La comunità capi che vive lacorresponsabilità educativa inun clima di fiducia può così di-ventare il luogo della consola-zione nei momenti di difficoltàe il momento della festa per isuccessi educativi ottenuti in-

sieme, dove tutti contribuisco-no ad alimentare la pazienza el’amore per il servizio anchequando la stanchezza o le diffi-coltà sembrano prendere il so-pravvento. Una comunità così èanche un eccezionale luogo diformazione continua per i piùgiovani, i quali possono sentirsiprotagonisti in prima personadi un percorso comune, prepa-randosi a svolgere il proprioservizio in qualsiasi branca, per-ché da subito sono resi parteci-pi delle scelte educative che ri-guardano tutte le unità. Ma, so-prattutto, diventa una comu-nità nella quale si sta bene in-sieme, perché niente come la fi-ducia e la condivisione aiuta adaccrescere l’amicizia e a faresentire sereni, compresi, unitiagli altri. Dove questo avviene,non di rado succede che i capiscelgano di prolungare più alungo nel tempo il proprio ser-vizio.In certi casi tutto questo puòforse apparire difficile da con-quistare e realizzare. D’altra par-te, è vero, occorre riconoscereche ci vuole tempo, costanza,qualche volta coraggio, ma so-prattutto... fiducia.

comunità capi

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Paura liquida...

di Paolo Valente - Bill

“Abbiamo paura, ma non sap-piamo bene di cosa. Guardia-mo con incertezza al domanima non riusciamo a dare unnome a ciò che ci minaccia. So-no questo “non sapere” e que-sto “non capire” a spaventarci? Con tutta la buona volontà fac-ciamo fatica, noi e i nostri ra-gazzi, ad avere fiducia. Nel futu-ro, innanzitutto, ma anche nellealtre persone. Siamo sospettosiverso tutto e tutti. Evitiamo i le-gami troppo stretti e quelli de-finitivi, perché abbiamo questapercezione: ciò che oggi appa-re importante, domani sarà su-perato. La nostra vita è in perenne con-nessione col mondo, eppure cisentiamo soli. Siamo una picco-

Il punto di partenza per chieduca (e si educa) è pessimo.Invece, spiega Bauman, “l’insi-curezza e la paura aprono otti-me opportunità d’affari”. La vitaliquida è l’habitat naturale del-l’uomo-consumatore. Il merca-to, per lenire l’ansia, offre un’in-finità di prodotti. E diffonde l’i-dea che vale solo ciò che è nuo-vo e che effetti immediati. Se lecose di ieri, oggi sono irrime-diabilmente superate e se ciòche sarà domani non dipendein alcun modo da noi, allora esi-ste solo il mio presente. Non c’èaltra prospettiva. Ciò che contasono solo io, adesso. Non è lamorte delle relazioni, dell’edu-cazione e della politica? Di fat-to, ammettiamolo, siamo con-vinti che sia impossibile “lascia-re il mondo un po’ migliore dicome l’abbiamo trovato”.In altre parole: oggi educare inmodo progettuale a diventarecittadini responsabili significaremare controcorrente. La bat-taglia per chi voglia educare al-la libertà e alla responsabilità(cioè noi) è impari. Roba da nondormirci di notte. Ma proprio per questo la pro-posta scout acquisisce signifi-cato ed urgenza. È una rispostarara e qualificata alla necessitàdi educare e di educarsi.Lo scout è un inguaribile otti-mista (che non significa inge-nuo) e intuisce che qualcosa sipuò fare. Può agire sul piano,che gli è congeniale, dell’edu-

“La nostra vita è inperenne connessionecol mondo, eppure cisentiamo soli. Siamouna piccola isola.

Meglio: una barchettaalla deriva. Oppure unatomo che si combinadi volta in volta con

altri atomi, a secondadelle opportunità

e del caso”

la isola. Meglio: una barchettaalla deriva. Oppure un atomoche si combina di volta in voltacon altri atomi, a seconda delleopportunità e del caso. Disorientamento, assenza di ri-ferimenti solidi, solitudine. So-no alcuni aspetti di ciò che ilsociologo Zygmunt Baumanchiama “vita liquida” e “moder-nità liquida”. Come a dire: nulla,oggi, ha il tempo di farsi solidoe duraturo, i punti di riferimen-to variano in continuazione, echi si ferma è perduto. Tuttocambia senza sosta e questa si-tuazione ci isola, crea tensione,ansia, a volte disperazione.È questa la nostra realtà di per-sone e di capi scout?Nella “società liquida” in cui citroviamo immersi è vietato di-strarsi: “Un attimo di disatten-zione si trasforma in sconfittasenza appello e nell’esclusionedefinitiva”. Soffriamo tutti del-l’incubo di “restare indietro”.Siamo insicuri e sfiduciati per-ché abbiamo la sensazione cheogni obiettivo raggiunto nonpotrà mai concretizzarsi in unbene duraturo.

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FIDATI DI ME

Proposta educativa 01-2010 11

“Nella società liquidain cui ci troviamoimmersi è vietatodistrarsi: un attimo di disattenzione si trasforma in

sconfitta senz’appello e nell’esclusione

definitiva”

La sfida è educare a scoprire e ad assumersiliberamente le proprie responsabilità. Essereliberi non significa non avere legami, ma saperscegliere dando concretezza alle proprie scelte.Non vuol dire essere ovunque e da nessunaparte, ma essere presenti nel luogo e nella

comunità dove la vita ci ha posto

La sfida da giocare è questa:convertire l’individualismo im-perante in senso di responsabi-lità. Cioè passare da un “io che èper se stesso” ad un “io che èper sé e per (e con) gli altri”.La sfida è educare a scoprire ead assumersi liberamente leproprie responsabilità. Essereliberi non significa non averelegami, ma saper scegliere dan-do concretezza alle propriescelte. Non vuol dire essereovunque e da nessuna parte(come a volte capita a chi èconnesso con mezzo mondo eal tempo stesso solo come uncane), ma essere presenti nelluogo e nella comunità dove lavita ci ha posto, perché non èun caso se noi siamo proprio lìe proprio con quelle persone.Più concretamente ancora,guardando al lavoro dei capiscout, questo può voler dire:– Capire che il proprio cammino

di formazione (di capi) non èmai concluso e trasmetterequesto atteggiamento ancheai propri ragazzi.

– Offrirsi ai ragazzi come puntodi riferimento stabile nellerelazioni. Ciò comporta il ra-gionare in prospettiva (inmodo progettuale), non solodi anno in anno, sapendo didover garantire continuitàeducativa e relazionale (neilimiti del possibile).

– Puntare sulla necessità dellerelazioni e sul fatto che la vi-ta degli altri ci appartiene e,per certi versi, dipende dallenostre scelte. La dimensionedella relazione e della comu-nità può aiutarci a ridimen-sionare alcune ansie e a re-cuperare serenità.

– Se noi e i nostri ragazzi faccia-mo fatica a credere di poter

fiducia solidaLo scout è uninguaribile ottimista(che non significaingenuo) e intuisceche qualcosa si puòfare. Può agire sulpiano, che gli ècongeniale,dell’educazione e delle relazionipersonali

davvero fare qualcosa per“migliorare il mondo” e sia-mo pessimisti rispetto al fu-turo, sarà utile aiutarci a ritro-vare il legame tra la situazio-ne globale e la nostra espe-rienza particolare. Non solo acercare la nostra strada nellavita, ma anche il nostro ruolonella comunità.

– Recuperare quest’idea: containfinitamente di più ciò che ilcapo è piuttosto che ciò cheegli dice o scrive.

– La relazione con Dio infinepuò essere, dove c’è, un ele-mento chiave per superareogni paura. Essa dà l’ottimi-smo che nasce dalla consa-pevolezza di essere amati daQualcuno “che non delude”,offre un principio unificatoredi tutto ciò che facciamo (l’a-

cazione e delle relazioni perso-nali. Si tratta appunto, come capi,come educatori, soprattuttocome persone che voglionobene ad altre persone, di torna-re ad avere, meritare ed infon-dere fiducia. Fiducia (che è qua-si fede, certo) nelle potenzialitàinfinite delle persone e nellaverità (o nella Verità) sull’uomo.

more per se stessi e per gli al-tri) e dà la consapevolezza diessere chiamati, cioè presisul serio e dunque, ancorauna volta, responsabili e me-ritevoli di fiducia.

associazione

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Dubbi, quelli sulla fiducia, cheinterrogano anche i nostri ra-gazzi e che come adulti, ed amaggior ragione come educa-tori, ci richiedono una riflessio-ne ed una risposta convincente.Noi per primi infatti viviamo,così come i nostri ragazzi, inuna società che lascia pochidubbi su come inquadrare laquestione. Possiamo così rias-

“Fidarsi è bene e non fidarsi èmeglio”. Praticamente più chia-ro di così si muore. La citazione discende notoria-mente dall’ampio repertoriodella saggezza popolare, veritàincontrovertibili tramandatecinientemeno che dai nostrinonni: universalmente ricono-sciute, pressoché infallibili, co-modamente precotte. Ma non fidarsi è davvero me-glio? (stacchiamo gli occhi dalfoglio, contiamo fino a dieci edecidiamo nel nostro intimo seè così).E trattando in questa sede laquestione della fiducia dal no-stro punto di vista di capi, unavolta chiarito a noi stessi cosapensiamo dell’opportunità difidarci degli altri, dobbiamoeducare i nostr i lupetti/e,scout/guide, rover/scolte a fa-re altrettanto? Dubbi affasci-nanti.

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sumere in breve: se ti fidi diqualcuno sei un idiota.Se vogliamo quindi trovare deivalidi strumenti educativi perfar fronte alle domande dei no-stri scout, per prima cosa ci èutile essere consapevoli di ciòche loro vivono ed apprendonoper osmosi dalla loro realtàquotidiana. Pensiamo ad un certo genere dimagazine, dove sovente le sag-ge risposte (dell’esperto) inco-raggiano un atteggiamento didiffidenza, pensiamo alle fictioned ai romanzetti à la page, doveun personaggio affascinantenon può fare a meno della suaspessa coltre di cinismo ed au-tosufficienza sentimentale eovviamente si guarda bene dalfidarsi di chicchessia.Pensiamo anche a molte situa-zioni che i ragazzi hanno da-vanti agli occhi nella loro quoti-dianità. Spesso (seppure non

di Francesca Triani

Il dilemmadel prigioniero

Del come educare i ragazzialla fiducia e perché

Nell’ambito dei modelli matematico

economici conosciuticome “teorie dei

giochi”, Albert Tuckerha fornito unaspiegazionescientifica:

fidarsi è meglio

I ragazzi imparano la fiducia nella

concretezza dellepiccole cose e nel

quotidiano e per farlodevono trovarsi

davanti un capo cheponga, per primo, il proprio onore nelmeritare fiducia

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sempre) hanno di fronte adultifragili che prendono decisioniche non sempre porterannoavanti, genitori che cedono alprimo ricatto psicologico perquieto vivere, insegnanti chescelgono la via della praticità.Anche delle situazioni, del re-sto, non ci si può più fidare: inun mondo in cui nulla è persempre, quello che prevale è unsenso di insicurezza e sfiducia. Ma allora noi che ci impegna-mo (Legge Scout Articolo 1) ameritare fiducia, anzi a porre ilnostro onore nel meritare fidu-cia, perché evidentemente cre-diamo che questa sia un valoreindispensabile per un rapportotra persone, siamo proprio degliinguaribili stolti che rifiutanol’insegnamento della realtà? Eperché mai vogliamo spingere iragazzi a noi affidati a fare al-trettanto?La risposta, a dispetto dellacomplessità della domanda, èsemplice. Cinquanta anni fa Al-bert Tucker ne ha fornito addi-rittura una spiegazione mate-matica. Fidarsi è meglio. L’affascinante spiegazione rien-tra nell’ambito dei modelli ma-tematico-economici conosciuticome “teorie dei giochi” e dimo-stra come la fiducia nel compor-tamente dell’altro permette dimassimizzare i profitti di tutti. (Nella matrice presa in conside-razione per spiegare il modellodue ladri co-autori di una rapi-na, catturati dalla polizia, po-trebbero evitare il carcere rifiu-tando entrambi di confessare efidandosi del fatto che anchel’altro tacerà. Il gioco dimostramatematicamente che la man-canza di fiducia nell’omertàdell’altro porterà i due malfat-tori a confessare ed a scontareentrambi la detenzione).Dilemma del prigioniero a par-te, quello che i giornaletti, glishow e perfino il senso comunenon dicono è che se chi si fida èun ingenuo, chi non si fida è in-vece condannato ad essere persempre un insicuro.A questo punto ognuno di noipuò scegliere liberamente cosavuole essere e cosa crede cherenda più felici i propri ragazzi.Anche senza rifarci a matricimatematiche ciascuno può in-

fatti pensare, e può indurre ipropri ragazzi a pensare, a chetipo di persona può essere sen-za capacità di fiducia negli altri.Una persona incapace di pro-gettare alcunché, con alcuno.La verità è che se fidarci ci espo-ne ad un rischio, ci porta anchead un beneficio. Non fidarci por-ta solamente ad una impasse.Se dunque riteniamo che fidar-si degli altri sia segno di matu-rità, premessa di felicità, possi-bilità di progettualità e in defi-nitiva una scommessa sul futu-ro che vale la pena fare, comepossiamo aiutare i nostri ragaz-zi a sviluppare, nonostantel’ambiente circostante, la pro-pensione ad accordare fiduciaagli altri e, come scout e comeadulti, a meritarla?Quello che dobbiamo tenerepresente sopra tutto è che nonsi insegna ai ragazzi la fiducia,ma si insegna ai ragazzi la fidu-cia in qualcuno. Essendo capi Agesci è dalla no-

stra parte la consapevolezza dipoter insegnare ai nostri ragazzianche la fiducia in Qualcuno.Qualcuno che è l’Amico Fedele,Qualcuno che è la Speranza chenon delude.I ragazzi imparano la fiducia nel-la concretezza delle piccole co-se e nel quotidiano e per farlodevono trovarsi davanti un ca-po che ponga, per primo, il pro-prio onore nel meritare fiducia.La fiducia nel capo, fidarsi delfatto che il capo sarà lì quandoc’è bisogno di parlargli e lìquando serve aiuto all’improv-viso, che sarà lì per incoraggiaree lì per sgridare, che sarà lì almomento del bisogno, pone da-vanti ai ragazzi un esempio con-creto di persona su cui si può fa-re affidamento. Ma anche, e so-prattutto, occorre insegnare airagazzi che essi stessi possonoessere persone degne di fiducia.Il metodo scout ci offre semprela possibilità di provare ai nostriragazzi che le persone se vo-gliono, ed essi stessi per primi,possono meritare la fiducia de-gli altri e lo fa creando mille oc-casioni nelle quali affidare lororesponsabilità ed impegni im-portanti, eppure adatti alla loroetà. Al lupetto è affidata la curadelle proprie cose, l’impegnodella BA; all’esploratore sono af-fidati degli incarichi nella sq. enel reparto, al capo squadra so-no affidati i suoi compagni; alrover è affidata la comunità delclan e l’impegno verso i fratelli.

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E così, in progressione, lo scauti-smo ci porta a prendere impe-gni grandi e grandi decisioni eda fidarci nella nostra capacità,che abbiamo scoperto e provatonel tempo, di portarle avanti.Una persona che sa di poter me-ritare fiducia è anche una perso-na sicura, solida, che può dare fi-ducia agli altri. Dare fiducia, creafiducia e la fiducia crea relazioni. E persone capaci di relazioni,sono persone capaci di proget-ti. Capaci di futuro.

Noi che ciimpegnamo a porreil nostro onore nelmeritare fiduciasiamo proprio degliinguaribili stolti che rifiutanol’insegnamento della realtà?

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FIDATI DI ME

Su criticità ed opportunità dellarelazione capo-genitore le rispo-ste sono speculari. Da un lato i ca-pi lamentano eccessiva invaden-za ed i genitori chiedono mag-giore comprensione; dall’altroentrambi credono che il coinvol-gimento reciproco sia irrinuncia-bile. Accade spesso che davantialle richieste o alle critiche dei ge-nitori ci barrichiamo dietro la si-

Una reciproca fiducia capo-geni-tore è necessaria; facile trovarecento e più motivi perché lo sia.Dalle interviste emerge una chia-ve di lettura interessante: una re-lazione sana fra capo e genitorenasce se entrambi sanno gestireil sottile strato diffidenza che ine-vitabilmente caratterizza i rap-porti reciproci. Su questa si basa ilcapo quando difende l’intimità ela responsabilità delle scelte fattein staff. E sulla stessa si sbilancia ilgenitore che chiede (spesso pre-tende) di entrare dentro la pro-posta che i capi fanno ai ragazzi.Questa sincera diffidenza agita,ma può diventare la scintilla perdare fiducia all’altro. E’ la com-prensione delle reciproche situa-zioni che favorisce il mettersi inricerca di una relazione fidata ecomplice con unico obiettivo: lacrescita del ragazzo.

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giocarsi attorno al riconoscimen-to dei rispettivi ruoli. Un serenoconfronto può incidere sulla cre-scita del ragazzo, e quando di-ventano labili i confini dei rispet-tivi campi d’azione è fondamen-tale il confronto e la reciprocacondivisione delle azioni cheognuno mette in atto quando è acontatto con il ragazzo.

Cosa possiamo fare come capiper migliorare la relazione con igenitori dei nostri ragazzi? Trop-po diverse le realtà locali e deinostri gruppi, come le situazionifamiliari e le caratteristiche deisingoli per trovare una ricettauniversale. Ecco allora un buonesercizio: porsi frequentemente(singolarmente, in staff ed in co-munità capi) le domande che noiabbiamo posto ai genitori e capinell’intervista.

curezza (o insicurezza?) della no-stra esperienza, delle attività edel tempo che passiamo insiemeai ragazzi, della fiducia accorda-taci dalle Comunità capi, ma so-prattutto dietro la convinzioneche “una volta non era cosi, i geni-tori non pretendevano di entrarecosi tanto nelle scelte dei capi”.

La relazione capo-genitore deve

Genitori vs CapiPALLA AL CENTRO

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capi

Stefano, akela: Perché si parte dal pre-supposto che nessuno conosca il bambi-no/ragazzo come la sua famiglia, quindi ilparere di un genitore conta più di ognialtro.Giovanni: Perché ha sua volta ha ricevu-to la fiducia e la richiesta di collaborazio-ne nell’educazione del figlio. Dario: Perché insieme possono incideresull’educazione del ragazzo.Nicola: Perchè comunque i genitori de-vono essere i primi interlocutori perquanto riguarda la crescita e l’educazio-ne dei ragazzi.Stefano: Perché nessuno meglio di loroconosce i ragazzi verso i quali si svolge ilproprio servizio.

Stefano, akela: Perché vediamo e cono-sciamo il bambino/ragazzo in situazionimolto particolari figlie della vita comuni-taria scout, situazioni a volte anche di

DOMANDE

1 - Perché un capo dovreb-be fidarsi di un genitore diuno dei suoi ragazzi?Perché un genitore dovreb-be fidarsi dei capi scout deipropri figli?

genitori

Giuseppe: Meglio prescindere dal fidarsi.Valentina: Perché se un genitore mandail proprio figlio a scout, dovrebbe condi-videre profondamente la “filosofia edu-cativa” sottesa all’esperienza scout e “la-vorare” a casa con i figli, nella stessa dire-zione dei capi.Monica: Perchè il genitore – dopo l’espe-rienza dei lupetti – affida al capo il figliominorenne con poca esperienza.Luciano: Se vi affidiamo i nostri ragazzi èperché abbiamo fiducia in voi, ma la fidu-cia deve essere reciproca.Emanuela: Perché i genitori conosco ipropri figli meglio dei capi.Giuseppe: Perché sono giovani e scout,quindi tendenzialmente di poco buonsenso e di tanto entusiasmo. Valentina:Perché se un ragazzo decide di fare il ca-po scout dedicando il suo tempo e assu-mendosi la responsabilità di tanti ragazzisignifica che ha un entusiasmo e una po-sitività degni di fiducia.Monica: I capi incontrati alle riunioni ap-

Interviste a cura diMarco Quattrone

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FIDATI DI ME

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stress e disagio, con comportamenti chemagari in famiglia non traspaiono.Giovanni: Perché si dimostrano degni ditale sentimento e perché operano per ilbene dei loro figli.Nicola: I genitori conoscono poco delmetodo scout, ma se ritengono che que-sto possa essere utile per l’educazionedei propri figli devono fidarsi dei capi.Stefano: Un clima di fiducia reciprocaaiuta il capo a svolgere meglio il proprioservizio.

Stefano, akela: Sul dialogo, sulla recipro-ca fiducia. Giovanni: Dialogo e stima, reciproca sin-cerità e collaborazione.Dario: Fiducia, rispetto reciproco, comu-nicazione, collaborazione.Nicola: Su una comunicazione sincera ecostante.Stefano: Sulla comunicazione e la fiduciareciproca.

Stefano, akela: L’invadenza, l’eccessivaprotezione del bambino da parte del ge-nitore, i problemi e i dubbi sulle attivitàscout taciuti ai capi ed esposti ad altri ge-nitori.Giovanni: Poco dialogo-diversità di in-tenti-scarsa partecipazione. Dario: A volte viene meno la collabora-zione. Si usano linguaggi differenti. Nicola: Si comunica poco ed i genitori avolte sottovalutano aspetti della vita deipropri figli che per i capi sarebbe utile co-noscere.Stefano: I genitori spesso non sentonol’esigenza di comunicare con i capi,quando invece questa dovrebbe essereun aspetto fondamentale.

Stefano, akela: L’unione degli sforzi edegli intenti nell’educazione del bambi-no, il confronto tra famiglie e capi-scoutcome soggetti educativi, il sostegno deigenitori più volenterosi nelle attività.Giovanni: Supporto pratico per la bran-ca, consigli, cene a base di pesce. Dario: Scoprire aspetti della personalitàdel ragazzo che spesso non emergonodalle attività. Nicola: Incidere insieme sull’educazionedei ragazzi. Stefano: Si può venire a conoscenza diaspetti relativi all’ambito familiare e alrapporto che i genitori hanno con i pro-pri figli. Aspetti che possono aiutare il ca-po ad orientarsi meglio nella propriaazione educativa.

3 - Su cosa dovrebbe basarsi ilrapporto fra capi e genitori?

4 - Nella tua esperienza,quali sono le criticità delrapporto fra capi e genitori?

5 - Quali invece le opportu-nità?

paiono persone in gamba, alcuni eccel-lenti, probabilmente frutto della elitariaselezione che la condivisione dei principiscout comporta (a volte forse inconsape-volmente questo non saprei dire). Dun-que persone da portare ad esempio per iragazzi.

Luciano: Perché ve li affidiamo durantele attività, alle uscite e ai campi, non po-tremmo farlo se non ci fidassimo di voi. Emanuela: Perchè altrimenti non po-tremmo mandarli ai campi e alle uscite.

Giuseppe: Una sana incomprensione.Valentina: Sulla fiducia reciproca “a prio-ri”, ma anche sulla conoscenza e la colla-borazione.Monica: La comunicazione anzitutto, lamia percezione è che il genitore non è delgruppo, lo è il figlio/a, spesso accade chenon ci sia relazione con il genitore se nonper comunicazioni “standard” e “dovute”. Luciano: Sulla fiducia reciproca e sullacomprensione delle esigenze di entrambi. Emanuela: Credo su un confronto diret-to e un dialogo costante sui miei figli

Giuseppe: Che i genitori hanno media-mente il doppio degli anni.Valentina: La mia esperienza è minima(meno di un anno). Certo, mi piacerebbe-ro più occasioni di rapporto.Monica: La comunicazione da cui capireche l’organizzazione è pensata e non im-provvisata; che vi sia il dovuto controllosulle attività: noi genitori non possiamoconfidare solo sulla provvidenza.Luciano: Comunichiamo poco.Emanuela: Non sempre i capi capisconole esigenze dei genitori.

Giuseppe: Che ognuno lasci fare.Valentina: L’opportunità preziosa diavere una generazione intermedia (il ca-po) tra genitore e figlio privilegiata nell’ef-ficacia di comunicazione con entrambi.Monica: La possibilità di avere ritorni sul-l’evoluzione dei figli e le loro difficoltàfuori dall’ambito famigliare.Luciano: Si potrebbero conoscere più co-se del mondo scout così da capire megliocosa si fa per l’educazione dei nostri figli.Emanuela: I genitori possono conoscerebene coloro che comunque incidononell’educazione dei nostri figli.

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FIDATI DI ME

Ogni capo scout conosce beneil “Discorso della montagna”(Matteo 5,1-7,29), da cui que-sto brano è tratto. Guardiamo-lo più da vicino: esso è costrui-to in maniera concentrica. Alcentro troviamo la preghieradel “Padre nostro”. Intorno aquesta si sviluppa la “cateche-si” di Gesù. In un certo sensoGesù ci sta spiegando cosa si-gnificano le parole “dacci oggiil nostro pane quotidiano”(6,11). Cristo sembra volercidomandare: cos’è per te “panequotidiano”, pane che ti sostie-ne e ti dà forza di giorno ingiorno? O, in termini più mo-derni: in cosa poni la tua fidu-cia, su cosa fondi la tua vita? La prima cosa che il testo ci in-vita a fare è proprio una rifles-sione sulla nostra vita attuale,sui nostri bisogni, sulle basi pernoi essenziali. Ma anche qui,come spesso accade nel “di-scorso della montagna”, il Cristonon si limita a questo. Egli vuo-le mettere in crisi il nostro mo-do di pensare e di vivere. Quelloche caratterizza il cristiano, adifferenza dei pagani, è proprioil suo saper andare oltre: oltre la

NON PREOCCUPATEVI

DUNQUE

di don Gioele Salvaterra

Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello chemangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; lavita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gliuccelli del cielo: non seminano e non mietono, né raccolgono nei gra-nai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? Echi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la pro-pria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come cre-scono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dicoche neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di lo-ro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si get-ta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Nonpreoccupatevi dunque dicendo: «Che cosa mangeremo? Che cosa ber-remo? Che cosa indosseremo?». Di tutte queste cose vanno in cerca ipagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercateinvece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi

saranno date in aggiunta.

Dal Vangelo secondo Matteo 6,25-33

lectio

La soddisfazione dei bisogni materiali è necessaria per vivere, ma è anche sufficiente? L’invito del Cristo è dunque questo: sollevare lo sguardo da ciò che sembra essere la nostra certezza, ed aprire i nostri occhi allo stupore

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Il grande coraggio che ci è chie-sto non è quello di fare, maquello di lasciar fare: lasciareche Dio stesso agisca in noi, affi-dandoci a lui, “come bimbosvezzato in braccio a sua ma-dre” (Salmo 131,2). Alcune domande possono aiu-tarci a rendere questo brano at-tuale per noi e per i nostri ra-

gazzi. Gesù ci invita a scavare innoi stessi, partendo dal nostroconcreto modo di vivere, guar-dando a quelli che per noi sono ibisogni primari. Ci chiediamo:cosa è fondamentale ed essen-ziale nella nostra vita? Vogliamo poi lasciarci interroga-re dal Creato che ci circonda.Contemplare la bellezza è unpasso fondamentale per arrivaread accorgerci che essa è donodivino: riconosciamo nella natu-ra il dono di Dio? Con questo ritrovato stupore,siamo ora chiamati a guardareoltre al materiale: c’è qualcosa sucui stabilire delle fondamentasolide? Nella ricerca di questa solida ba-se, siamo chiamati ad incontrarcicon il Dio vivo, che cammina connoi: sappiamo vederlo comefondamento della nostra vita?Ora, è veramente possibile get-tarci tra le sue braccia e riporrein Lui la nostra fiducia?

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prescrizione letterale (cfr. 5,20-48) e oltre il bisogno materiale. Gesù non nega questi bisogniessenziali per ogni essere vi-vente (mangiare, vestirsi...), maci invita a scavare più nelprofondo: possiamo affaticarcitutta la vita per ottenere “cibo evestiti”. Alla fine potremmo ren-derci conto che la nostra faticaè stata vana, che la vita è statacomunque “troppo breve”. La soddisfazione dei bisognimateriali è dunque necessariaper la nostra vita, ma è anchesufficiente? Se la nostra vita èuna sola ricerca di questi, pos-siamo dire di aver vissuto a pie-no la nostra vita? L’invito delCristo è dunque questo: solle-vare lo sguardo da ciò che sem-bra essere la nostra certezza, edaprire i nostri occhi allo stupo-re. Lo sguardo rivolto alle mera-viglie del Creato (uccelli del cie-lo, gigli del campo) apre il no-stro cuore al Creatore, che vuoleil bene per ogni vivente. Il nostro brano sembra dirci cheproprio questi semplici ele-menti della natura diventanoper noi stimolo a ricercare unabase più solida, ma anche più“bella” per la nostra vita. Dallostupore possiamo passare allacontemplazione di Dio, e daquesta ad un nuovo modo di vi-vere. Ecco allora che ci è possibile af-fidarci a Dio, superando ognipaura ed ogni preoccupazione.A questo punto scopriamo chequello che sembrava una con-quista del tanto affannarsi, inrealtà è dono. Questa scopertaci porta all’ultimo passo che ilnostro brano ci invita a fare: tro-vare una nuova base, un nuovosenso nella vita, che ci “soddisfi”realmente. Ciò di cui abbiamo veramentebisogno, ciò che rende la nostravita solida è, dice il Cristo, il Re-gno di Dio e la sua giustizia. Mail Regno e la giustizia, altro nonsono, se non Dio stesso, la suaforza d’amore che cancella ledivisioni, che esalta il profonda-mente bello che è in ogni uo-mo. Cercare questo vuol dire af-fidarsi completamente a Lui e,così facendo, lasciare che ci tra-sformi, rendendoci in tutto si-mili a sé.

“Tacito Fior” di Marco Arman, olio su tela 2008 (particolare)

Lo sguardo rivolto allemeraviglie del Creatoapre il nostro cuore al Creatore, che vuole il bene per ogni

vivente. Contemplarela bellezza è un passofondamentale per arrivare ad

accorgerci che essa è dono divino

lectio

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cordatevi: per precarie che sianole vostre condizioni economicheo di salute, potete sempre porta-re un raggio di allegria nella vitadegli altri, e così facendo portarela più alta forma di felicità nellavostra” (Jamboree, luglio 1939).Bisogna quindi fare e far fareesperienza della fiducia affin-ché si possa davvero essere si-curi di star svolgendo appienoil proprio mestiere di capi. Sen-za questo elemento non si rie-sce a creare il presupposto perfar raggiungere al ragazzo l’au-tonomia necessaria che portaalla Partenza, che da il coraggiodi gettare il cuore oltre l’osta-colo e di rendere possibile ciòche appare impossibile: “La fi-ducia in se stessi è la madre delcoraggio. La fiducia la si ottieneper il fatto di conoscere il propriomestiere. Ed a questo si arrivacon lo studio e con la pratica”(The Scout, novembre 1930).Vi é da tenere presente chequesto rapporto fiduciario esi-ste anche fra gli adulti e che lirende corresponsabili dellaproposta educativa quale chesia il ruolo che sono chiamati asvolgere: “La nota caratteristicadel nostro successo nel Movi-mento Scout è l’esercizio dellefunzioni di direzione tramite ilrapporto fra le persone” (TheScout, novembre 1936).Anche fra adulti è indispensa-bile mantenere quel clima fra-terno che ci sforziamo di crea-re e mantenere nelle nostreunità. Il capo non è colui chevuole avere ragione, ma coluiche sa porsi con fiducia nellemani dell’altro, convinto cheentrambi si operi per uno stes-so scopo, per il bene comune.Degli educatori non posso esi-mersi dall’avere relazioni cor-rette ed autentiche, il che nonsignifica essere “amici”, ma pre-suppone una condizione che sideve essere i primi a contribui-re a creare.“In quanto scout, è nostro com-pito scoprire quale sia il punto divista del nostro interlocutore pri-ma di insistere nel sostenere ilnostro. Vogliamo una visione al-ta ed ampia, in ogni direzione”(Discorso di apertura all’8° Con-ferenza Scout Internazionale,Stoccolma, agosto 1935).

sta. Vi è quindi uno spostamen-to, dal contesto all’individuo,che educa e che a sua volta di-venta elemento positivo neiconfronti dell’altro.I l 29 di luglio sull ’ isola diBrownsea B-P rivolge questesemplici, ma incisive parole:“Da questo momento, le vostresquadriglie prendono possessodel campo. Ho piena fiducia invoi, perché conto sul vostro ono-re. Non obbedirete a me, ma alcapo che eleggerete in ognisquadriglia”. Il capo si fida dei suoi ragazzi esi affida a loro perché l’espe-rienza dello scautismo diventila dimensione nella quale co-gliere quegli elementi che ca-ratterizzano la strada verso ilsuccesso e verso la felicità: “Ri-

18 Proposta educativa 01-2010

FIDATI DI ME

La fiducia deve esserela base di tutta

la nostra formazionemorale (B.-P.)

Il concetto di fiducia nel pensie-ro di B-P, è elemento fondantedel metodo scout e della suapedagogia tanto da essere con-tenuto nel primo articolo dellalegge da cui discende tutto ilresto ed è da analizzare nel du-plice aspetto del capo e del ra-gazzo e della fiducia che si da eche si riceve. “Il primo articolo della leggescout pone il suo onore nel meri-tare fiducia, è quello su cui si ba-sano l’intera disciplina e condot-ta futura dello Scout. Da unoscout ci si aspetta che egli siaaperto e sincero. La fiducia deveessere la base di tutta la nostraformazione morale” (Suggeri-menti per l’educatore scout,66-67).Il rapporto che esiste fra capo eragazzo è una corrispondenzache, grazie ad autentico legamedi fiducia, si trasforma in una re-lazione educativa fondata sullapersona, quella alla quale ci ri-feriamo quando parliamo diprogressione personale, la di-namica del fratello maggiore ètutta incentrata su questo pre-supposto.“Un’azione educativa individua-le presuppone una stretta fidu-cia tra maestro ed allievo, sullabase di un rapporto tra fratellomaggiore e fratello minore; cia-scun caso deve essere trattatodifferentemente facendo appel-lo alla conoscenza personale deltemperamento, dell’età e del ca-rattere del ragazzo” (The Times,14 luglio 1918).Il capo da fiducia al ragazzo edil primo, che attraverso l’esem-pio ed il riferimento ad unaLegge comune, pone la massi-

La nostraformazione

morale“

ma cura nel non tradirla, per-ché attraverso questo dono,che come tale è gratuito ed in-condizionato, riesce ad inne-scare quel comportamento vir-tuoso che spinge a restituireciò che si è ricevuto: “L’atteggia-mento del Capo è della massimaimportanza, poiché i ragazzimodellano in gran parte il lorocarattere sul suo. Egli ha perciòl’obbligo di considerare la suaposizione su un piano più ampiodi quello puramente personale, edeve essere molto spesso prontoa dimenticare i propri sentimentiper il bene comune”. (Scoutismoper Ragazzi, p. 304).Se, senza apparente merito, ci sifida di me, sarà mio compito, ilmio dovere, fare di tutto perchéquesta fiducia non sia mal ripo-

di Filippo Panti

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Nell’era in cui fiducia e “nomina-tion” diventano sinonimi provia-mo a misurare il grado di fiduciache si respira attorno al mondoscout ed i suoi capi. Ricordate il mitico ideale del paf-futo ragazzo scout, fidato e pre-muroso, pronto a soccorrere levecchiette intente ad attraversa-re la strada? Ricordate comequeste ultime, con fiducia, unavolta accompagnate dall’altrolato, estraevano sorridendo ilborsellino dicendo: «Gioia mia,devo darti qualcosa per questotuo servizio» ed il giovane scoutrispondeva fiero: «No grazie, hofatto una promessa davanti Dio,ho fatto meno del mio dovere?». Oggi di scout in giro se ne vedo-no sempre meno, e quandoescono dalle sedi lo fanno perun motivo preciso. Incontrandouna vecchietta in difficoltà nel-l’attraversare la strada, lo scoutmoderno non le offre aiuto.Piuttosto cerca di venderle uncalendario, un pezzo di dolcesudicio, un manufatto orribile oun souvenir di porcellana rin-tracciato fra la polvere in gara-ge. Peggio, quando la vecchiet-ta, compassionata dalla denutri-zione del fanciullo, decide di ac-quistare il futile monile, il ragaz-zo si sbilancia: «Signora non hoil resto, facciamo che tengo tut-to, è per gli scout». C’è ancora dafidarsi?Facciamo un passo avanti. Ci fi-diamo dei genitori? Una volta, se avevi qualche im-previsto, potevi affidarti a loro.Ricordate quei prodi valorosi,

pronti a rinunciare alle proprieferie o ai propri week-end peraccompagnare i figli in uscita osacrificarsi qualche giorno alcampo come cambusieri? Scor-dateveli.Oggi i genitori si dividono indue grandi categorie. 1° categoria: parlano per slogane ti dicono “fiducia in te 100%”(non vedono l’ora di “mollarti” ifigli per il week-end). Hanno bi-sogno del calendario dell’annosubito ed a tutti i costi (devonoorganizzarsi i festini per tempo);alla riunione dei genitori ti chie-dono: «Così poche uscite?». Sipresentano a fine uscita in sta-zione in ritardo, visibilmenteconciati, e sussurrano al figlio-letto: «Sai, papà non è stato tan-to bene».2°categoria: “le vecchie glorie”.Dicono di essere stati scout “dasempre” (si, ma da sempre quan-do?). Non si fidano, ti controlla-no. Non li noti, si muovono furti-vamente fra le sedi, si mimetiz-zano fra le colonne e le piantedell’oratorio mentre fai attività.Tu stai al gioco, gli strizzi l’oc-chio e gli sussurri: «Signora, ilgrande gioco è finito», e li lasciperdere. Poi, da buon repartomilanese, decidi di fare il campoin Calabria. Tutto ok fino al 2°giorno, quando loro, “le vecchieglorie”, pur avendo dichiarato diandare in vacanza in Trentino, sipresentano al campo. Arrivano amotore spento perché pensanoche non li sentirai, poi, dopoaver controllato sopraelevate,latrine, aver avvisato la forestale

che loro “per qualsiasi cosa ci so-no”, scendono dall’auto affer-mando: «Eravamo di passag-gio». E noi come ricambiamo? Qualche mese fa un giovane ca-po arrivato con un’ora di ritardoalla riunione dei genitori consguardo perso, jeans di pezza avita bassissima, incuffiato nelsuo lettore Mp3, senza chiederscusa, ha salutato la platea con ilbraccio steso in avanti molleg-giando sulle ginocchia.Chiudiamo il cerchio e torniamoai nostri ragazzi, di loro non pos-siamo non fidarci. Eppure cosafareste se dopo una splendidaattività sull’essenzialità incon-trate i vostri novizi il giorno stes-so dell’uscita al supermercatomentre acquistano un panino,una fetta di prosciutto (quandosi dice essere essenziali!) e l’inte-ro reparto alcolici del supermer-cato?Via alle nomination: gli scoutsono ancora quelli di una vol-ta? Essenziale un certo equili-brismo fra rigurgiti di vecchiideali e slanci di consumismomoderno.

FIDATI DI ME

Proposta educativa 01-2010 19

di Marco Quattrone

“Le “vecchie glorie”

dicono di essere statiscout “da sempre” .

Non si fidano, ti controllano. Non li noti, si muovonofurtivamente fra

le sedi, si mimetizzanofra le colonne e

le piante dell’oratoriomentre fai attività

Neanche gli scout sono più quelli di una voltaStorie per niente serie di scout di ieri e di oggi

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FIDATI DI ME

frequentazione della monta-gna; all’organizzazione, tramiteil Corpo Nazionale Soccorso Al-pino, di idonee iniziative di pre-venzione degli infortuni e disoccorso degli infortunati.Da allora si è evoluta all’internodel CAI la formazione tecnicapianificata: i soci che manifesta-no migliori attitudini, interessi edisponibilità possono seguirespecifici percorsi di formazioneed acquisire le competenze ne-cessarie per operare successi-vamente come formatori, conspecializzazioni, qualifiche e li-velli diversificati (attualmentene esistono più di 20!).È certamente quella del titolatoCAI, nel panorama della societàodierna permeata dalle logichedel business, una dimensioneinusuale di volontario puro,non remunerato, animato uni-camente dalla passione per lamontagna e dalla disponibilitànel mettersi a servizio degli al-tri, gravato prima dall’obbligodi mantenere aggiornate lepersonali conoscenze e presta-zioni, poi dalla responsabilitàassunta con l’accompagna-mento e l’istruzione praticati,con metodologie differenziate,verso tutte le età e nei diversiambienti. Eppure da quasi cin-quanta anni i titolati del CAImantengono fede a questo im-pegno.Le statistiche del Soccorso Alpi-no dimostrano come una gros-sa percentuale degli incidentiche accadono in montagnacoinvolge soggetti poco esper-ti. L’approccio in parte improv-visato, non sostenuto dalla ne-cessaria esperienza e da ade-guate dotazioni, è all’origine diuna folta casistica che coinvol-ge singoli temerari o intere co-

Il ruolo del Club Alpino venneufficializzato dallo Stato italia-no nel 1963, in occasione delsuo centenario; un club basatosul libero associazionismo matrasformato in ente pubblico,deputato, tra le tante funzioni,alla manutenzione di sentieri eopere alpine, alla gestione di ri-fugi alpini e bivacchi, all’orga-nizzazione e gestione di corsid’addestramento per le attivitàalpinistiche, sci-alpinistiche,escursionistiche, speleologiche,naturalistiche per una sicura

Il 15 maggio 2009 è stato sot-toscritto un documento di in-tenti, “Insieme ai giovani percrescere in montagna”, per in-dividuare le prospettive comu-ni fra FIS (Federazione ItalianaScautismo) e CAI (Club AlpinoItaliano) con il patrocinio delGruppo Amici della Montagnadel Parlamento Italiano.

La montagna è luogodi esperienza e conoscenza, è rapporto conl’ambiente,

avventura, fascino e scoperta delmeraviglioso,

è educazione ai valoridella convivenza,della solidarietà

“mitive: a volte manca la consa-pevolezza delle difficoltà sull’i-tinerario scelto, altre volte nonvi è l’equipaggiamento idoneoper affrontare le difficoltà am-bientali o climatiche come unrepentino cambiamento dellecondizioni atmosferiche; altrevolte ancora interviene la per-dita dell’orientamento e losmarrimento. Ancor oggi scarseggia la capa-cità di percepire e soprattuttoprevedere una situazione dipericolo: i fatti dimostrano conpiena evidenza come soventela montagna, pensata come ungigantesco luna-park, venga af-frontata con leggerezza; moltiincidenti si potrebbero evitarerispettando elementari normedi sicurezza, da applicare sem-pre anche su percorsi cono-sciuti, ritenuti più sicuri. Ma èaltrettanto vero che il proble-ma della sicurezza non si risol-ve con divieti e sanzioni chetutto possono produrre fuor-ché cultura della montagna. Lastoria in primis dimostra cheogni forma di proibizionismogenera piuttosto effetti oppo-sti ma, soprattutto, non contri-buisce in alcun modo all’edu-cazione ed alla responsabiliz-zazione delle persone. Anche in merito alle recentiproposte discusse nelle auledel Parlamento è dovuto inter-venire il presidente generaledel CAI Annibale Salsa affer-mando: «La sicurezza in monta-gna non aumenta con le sanzio-ni o con il carcere per chi provocavalanghe, ma solo attraverso illavoro di formazione, prevenzio-ne, informazione... il CAI e il mon-do della montagna non possonoaccettare una norma che, forsedettata dall’emozione, costringe

montagna scuola di vita

La montagna:ambiente educativo

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a casa alpinisti, sciatori ed escur-sionisti, e che porta una milita-rizzazione delle Terre Alte».Si può scegliere la montagnaper fare sport o semplicementeper passeggiare, con la neve osenza, praticare i sentieri attrez-zati, le facili arrampicate o le vieferrate. Per cercare di diminuiregli incidenti in montagna, nonservono allarmi e minacce disevere punizioni, ma piuttostointerventi di formazione ededucazione sulla sicurezza inmontagna, con priorità assolu-ta nei confronti dei giovani. Tra-mite una adeguata fase di pre-parazione, che può diventareanche piacevole occasione diapproccio graduato, si possonofacilmente acquisire le cono-

scenze e le esperienze degliistruttori, l’autonomia nellaprogressione e la giusta cono-scenza della presenza del peri-colo. Non è con i divieti che sievitano gli incidenti, ma con laprevenzione: la montagna è, edeve rimanere, uno spazio di li-bertà e non di coercizione, dieducazione e di crescita. Com-porta un elevato senso di re-sponsabilità e ha bisogno diprocessi di maturazione per ri-conoscere le proprie potenzia-lità e i propri limiti. Si sta benein montagna quando si sente lasintonia con l’ambiente, colproprio io, coi propri compa-gni, quando si raggiunge l’e-quilibrio esistenziale che per-mette d’intrecciare i fili del pro-

FIDATI DI ME

Proposta educativa 01-2010 21

prio essere col variegato uni-verso che ci circonda. Abbiamo la convinzione, nelCAI, di coltivare ed offrire stili divita, interessi e modelli cultura-li alternativi, forse in controten-denza, ma senza volerlo. Lamontagna secondo la nostravisuale è luogo di esperienza econoscenza, è rapporto sinto-nico con l’ambiente, è avventu-ra, fascino e scoperta del mera-viglioso, è educazione ai valoridella convivenza, della solida-rietà, dello scambio paritetico edel rispetto reciproco, è acqui-sizione di abilità, è confronto,sfida e conquista. È anche occa-sione di riflessione sui falsi miticome il feticismo ipertecnolo-gico o l’ansia delle prestazioniche arriva fino al doping. Se fenomeni negativi come lacrisi esistenziale e lo smarri-mento etico, attribuiti alla man-canza di valori, caratterizzano ilpresente della nostra civiltàcerchiamo di contenerli attra-verso comportamenti esem-plari. È vero che, nel nostrotempo, difettano i buoni mae-stri, ma almeno cerchiamo disupplirli in tutta umiltà conbuone pratiche e finalità piùelevate, quali la conoscenzadelle montagne ed il rispettodell’ambiente, secondo una piùampia visione educativa e for-mativa.

Francesco Carrer

Comitato Direttivo Centrale del Club Alpino Italiano

Le statistiche delSoccorso Alpino

dimostrano come unagrossa percentualedegli incidenti che

accadono inmontagna coinvolgesoggetti poco esperti.

A volte manca la consapevolezza

delle difficoltàsull’itinerario scelto,altre volte non vi èl’equipaggiamento

idoneo per affrontarele difficoltàambientali oclimatiche

montagna scuola di vita

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FIDATI DI ME

Novecento, hanno consentito ladiffusione su larga scala delle at-tività legate alla montagna, tra-sponendo su di esse le aspettati-ve e i concetti dominanti dellavita civile.Questa mutazione, ha coinvoltospecialmente i comparti divenu-ti più popolari della montagnaturistica, quali l’escursionismo elo sci, assurto ad autentica indu-stria.Così nella pratica di questediscipline il concetto di sicurezzasi è gradualmente contrappostoa quello di pericolo, fino ad affer-mare la necessità di perseguireuna sicurezza pressoché totalequale garanzia per un correttosvolgimento delle attività turisti-co-montane.Per contro la frequentazione diogni ambiente naturale, quindianche della montagna, attraver-so lo svolgimento di uno sportdovrebbe costituire un momen-to di verifica delle proprie capa-cità di relazione con un contestocomplesso e superiore. Per i piùgiovani la montagna dovrebbeessere “scuola di vita”, dove unodegli insegnamenti maggiori èquello legato alla valutazionedelle proprie capacità e alla fidu-cia in se stessi, elementi indi-spensabili per disporre di quellasicurezza che è dote propria del-l’individuo e non frutto di prov-vedimenti astratti.Anche la trasmissione delle co-noscenze costituisce un mo-mento importante per l’appren-dimento dei principi fondamen-tali della sicurezza. Il rapportoche s’instaura con un esperto,qual è per esempio la guida alpi-na, non è mai una semplice rela-zione di affidamento, ma divienemomento di trapasso delle no-zioni maturate in numeroseesperienze precedenti.Negli ultimi tempi la grande ri-sonanza data agli incidenti in

Le montagne sono essenzial-mente un luogo fisico, ma lamontagna, in senso lato, è ancheun potente luogo simbolico, ecome tale ha attraversato le va-rie ere della nostra civiltà con si-gnificati e valori diversi.Oltre a sede divina, luogo di mi-stero e magia la montagna è dasempre la rappresentazione delpericolo naturale, questo per lasua impervia conformazione eper i fenomeni naturali che la lacaratterizzano.Nel corso dell’Ottocento, per ef-fetto delle dottrine illuministe leAlpi da luogo negletto divenne-ro la meta capace di attrarre i piùardimentosi viaggiatori dellaborghesia europea. Nacque cosìl’alpinismo: sfida, tra la ragioneda una parte e la natura con isuoi pericoli dall’altra capace diaffascinare milioni di persone. Anche in questa pratica come inogni attività nel perseguire risul-tati sempre più alti, l’uomo river-

sa tutto il suo ingegno. Riducen-do i rischi si ottengono maggiorie più numerosi successi, così nelcorso della storia dell’alpinismola tecnica, i materiali e il sapere sisono molto evoluti favorendouna crescente riduzione del ri-schio.Gli alpinisti hanno da sempreaccettato i pericoli che la prati-ca della montagna comporta-va, valutandoli di volta in voltain base alle proprie cognizioni ecercando di commisurarli agliobiettivi.Le trasformazioni della società,specie nella seconda parte del

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ANDAR PER MONTIOpportunità o rischio?

montagna, in particolare a quelliinvernali, ha determinato una ri-sposta da parte di enti ed istitu-zioni basata su concetti diame-tralmente opposti a quelli chehanno da sempre costituito pergli alpinisti il fondamento del-l’inscindibile binomio pericolo-sicurezza.L’ipotesi d’introdurre norme re-strittive alla libera frequentazio-ne della montagna, da più partievocata, appartiene ad una logi-ca da “ordine pubblico” che diffi-cilmente può trovare applicazio-ne nello svolgimento di attivitàin ambiente naturale e certa-mente non contribuisce a mi-gliorare le capacità dei singolinel valutare i pericoli.Da queste considerazioni vannochiaramente escluse le aree de-stinate alla pratica dello sci su pi-sta che oramai per l’attuale svi-luppo raggiunto, si possono rite-nere vere infrastrutture sportivedisgiunte dall’ambiente monta-no naturale. Aree per le quali esi-stono norme specifiche, che ri-guardano utenti ed operatori.Ancora una volta, di fronte alleproblematiche connesse allafrequentazione intensiva di areenaturali complesse, appare evi-dente come l’unica misura con-creta per la riduzione degli inci-denti sia costituita dalla preven-zione. Essa può realizzarsi soloattraverso una adeguata e per-manente divulgazione della cul-tura della montagna attraversoun contatto con chi la montagnala pratica quotidianamente etramite le organizzazioni profes-sionali e di volontariato che in-tendono perpetuare un’idea dimontagna diversa da quella delturismo d’assalto.

Enrico Baccanti

Vice presidente Guide Alpine Italiane

montagna scuola di vita

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SPECIALE EVENTI 2010

1/2010 I

– Area metodo: eventi per ragazzi 2010 –

Come ogni anno, viene pubblicato il calendario degli Eventi che l’Area Metodo propone ai ragazzi della nostra Associazione.In molti gruppi, la partecipazione di ragazzi a questi eventi è divenuta ormai una tradizione.Ma...perché far partecipare una guida o un esploratore ad un Campo di Competenza? perché mettere tanta energia nell’indica-re a scolte, rover, novizi i Cantieri come un’ulteriore possibilità di crescita personale?Dall’art. 2 del Regolamento MetodologicoMetodo attivo: in quanto metodo attivo, lo scautismo si realizza in attività concrete proposte alla ragazza e al ragazzo, che sonoincoraggiati ad imparare con l’esperienza, la riuscita e i propri eventuali errori. (…) ed ancora dall’Art. 27Progressione personale: definizioneSi definisce oggi in Agesci Progressione Personale (P.P.) il processo pedagogico che consente di curare lo sviluppo graduale e globa-le della persona,mediante l’impegno ad identificare e realizzare le proprie potenzialità.Il ragazzo avrà la possibilità di realizzare la sua P.P. cogliendo le occasioni offerte dall’attività scout, vissute insieme alla comunitàdi appartenenza, nello spirito di gioco, di avventura, e di servizio tipico di ognuna delle tre branche. (…)È’ quindi fondamentale proporre ai ragazzi una varietà di sollecitazioni e di spunti affinché il loro cammino possa essere riccoe stimolante, e, al tempo stesso, curare che ogni singola esperienza si inquadri in un percorso personale all’interno del quale ilragazzo è protagonista delle scelte.I Regolamenti di Branca individuano negli Eventi per Ragazzi (Piccole Orme, Campi di Competenza e Specializzazione, Campinautici, Cantieri...etc) dei momenti di crescita e di formazione in cui gli strumenti che vengono dati non si “esauriscono” nel-l’arco dell’evento stesso, ma diventano parte integrante del bagaglio dei ragazzi e futuro stimolo per la loro crescita. Essi rap-presentano per le ragazze ed i ragazzi un’opportunità per uscire dalla propria realtà e per aprirsi verso l’esterno dando inoltreloro la possibilità, una volta rientrati nelle proprie comunità, di essere punti di riferimento e testimoni per coloro che non han-no vissuto la stessa esperienza.Questi strumenti aiutano quindi i ragazzi ad essere “protagonisti della propria crescita” e cogliere, al tempo stesso, la dimensio-ne di quanto “l’impegno e la responsabilità del singolo sono indispensabili per la crescita della comunità”. Gli incaricati regionali e nazionali alle branche ed ai settori, sono a disposizione dei capi per orientarli nella proposta di talieventi ai ragazzi e per raccogliere suggerimenti ed indicazioni utili a migliorare di anno in anno queste proposte e renderle sem-pre più efficaci, avvincenti ed entusiasmanti.

Piccole Orme

I campetti di Piccole Orme sono rivolti alle Coccinelle e ai Lupetti che stanno vivendo l’ultimo momento della propria progres-sione personale in Cerchio o in Branco. La proposta si caratterizza come momento integrante del sentiero o della pista perso-nale. Per maggiori approfondimenti sono a disposizione sulle pagine di Branca del sito nazionale, http://www.agesci.org/me-todo/brancalc, il Vademecum di Piccole Orme e il nuovo Sussidio “Le Piccole Orme”.Per informazioni sui singoli campetti rivolgersi alla segreteria regionale o sul sito http://www.agesci.org/eventi/campi/picco-leorme.php.

REGIONE LOCALITÀ TITOLO TEMATICA/FILONE DATAAbruzzo da definire Francesco in Terra d’Abruzzo Spiritualità Francescana 27-29 agosto 2010Abruzzo da definire 100 passi tra i Parchi d’Abruzzo Natura 27-29 agosto 2010Abruzzo da definire Nel Bosco dei lupi lontani con settore Internazionale 3-5 settembre 2010Abruzzo da definire Verso i trabocchi attraverso i tratturi in Ambiente Marino 3-5 settembre 2010Abruzzo da definire Mestieri dal Sapore Antico Cucina e Manualità 3-5 settembre 2010Calabria da definire Bambino o Burattino Arte del Legno da definireCalabria da definire Oggi cucino io Cucina Calabrese da definireCalabria da definire Francesco giullare di Dio da definireCalabria da definire Arte del Mosaico da definireCalabria da definire Arte della Ceramica da definireCampania Napoli Giochiamo Sociale, con Settore Stampa e Web 17-20 giugno 2010Campania Benevento La Fabbrica di cioccolato di Willy Wonka Cioccolata 24-27 giugno 2010Campania Cava dei Tirreni (SA) Pronto soccorso e non… con settore EPC 24-27 giugno 2010Campania Pignataro (CE) Gli Dei dell’Argilla Argilla 24-27 giugno 2010Campania Acerra (NA) Prova a volare…con Pulcinella e i Burattini 24-27 giugno 2010

burattini verso l’isola che non c’èCampania Napoli Pasticceria napoletana Pasticceria 24-27 giugno 2010Campania Procida (NA) L’arte della pesca Pesca, con settore Nautico 24-27 giugno 2010Campania Grumo Nevano (NA) Totò… il sapore e la tradizione Pizza 24-27 giugno 2010Campania Casagiove (CE) La Filanda di Re Ferdinando Seta 24-27 giugno 2010

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II PROPOSTA EDUCATIVA

speciale eventi 2010 - ragazzi

Campania Atripalda (AV) I pasticci di Cupido Torrone 24-27 giugno 2010Campania Caserta (CE) I sapori ed i profumi del bosco Natura 24-27 giugno 2010Campania Portici (NA) Giocando con Francesco e Chiara Spiritualità francescana 1-4 luglio 2010Emilia Romagna da definire Sulle tracce di Gesù con... affiancato da un Lab. giugno

Catechesi per capiEmilia Romagna Rocca delle Caminate (FC) Giornalismo, che passione… Giochiamoci! Giornalismo, in collaborazione giugno

con GiochiamoEmilia Romagna Delta del Po’ (FE) Il grande fiume racconta Natura e tradizioni popolari 18-20 giugno 2010Emilia Romagna Imola Ed ora insieme partiamo… Intercultura, affiancato 18-20 giugno 2010

da un laboratorio per capiEmilia Romagna da definire Al Cuoco… al Cuoco! In cucina Tradizioni culinarie 3-5 settembre 2010

con le arzdore emiliano-romagnoleFriuli V. G. Andreis (PN) da definire Tradizioni friulane 25-27 giugno 2010Friuli V. G. Andreis (PN) da definire da definire 3-5 settembre 2010Lazio da definire da definire Espressione 31 mar.-3 apr. 2010Lazio da definire da definire Natura / Scienze 31 mar.-3 apr. 2010Lazio da definire da definire Giornalismo 31 mar.-3 apr. 2010Lazio da definire da definire Cucina 31 mar.-3 apr. 2010Lazio da definire da definire Sportivo 31 mar.-3 apr. 2010Lazio da definire da definire Acquatico 17-20 giugno 2010Liguria Vara Inferiore (SV) da definire Internazionale 19-24 agosto 2010Liguria Vara Inferiore (SV) da definire La fantasia 19-24 agosto 2010Liguria Vara Inferiore (SV) da definire EPC-Espressione 25-30 agosto 2010Liguria Vara Inferiore (SV) da definire Natura 25-30 agosto 2010Liguria Vara Inferiore (SV) da definire Avventura 31 ag.-6 set. 2010Liguria Vara Inferiore (SV) da definire Sport-Natura 31 ag.-6 set. 2010Lombardia Colico (LC) La foresta di Sherwood Natura 18-20 giugno 2010Lombardia Carvanno di Vobarno (BS) Terra madre nostra Natura 18-20 giugno 2010Lombardia Prato Ottesola (PC) Balla coi lupi Natura-Manualità 18-20 giugno 2010Lombardia Toscolano Maderno (BS) Lingualunga Internazionale 18-20 giugno 2010Lombardia Melegnano (MI) In cucina Cucina 18-20 giugno 2010Lombardia Castel Goffredo (MN) La fattoria di Zio Tobia Natura 18-20 giugno 2010Lombardia Cassano d’Adda (MI) Il mistero del Lago Gerundo Natura 18-20 giugno 2010Marche da definire Reporter dal Mondo Internazionale e abilità manuale giugnoMarche da definire da definire Sull’ambiente acqua giugnoMarche da definire Gli Amici del Bosco Abilità manuale, riciclo, giugno

rispetto della naturaMolise da definire da definire da definire fine ago/inizio setPiemonte da definire da definire da definire da definirePuglia Sammichele Di Bari (BA) Il carnevale Sammichelino Riscoperta antico costume 27-29 agosto 2010

carnevalesco: il “festino”sammichelino; danze e balli

Puglia Bari Esprimiamo con le mani Capacità di esprimersi 27-29 agosto 2010attraverso le parole ed i gesti,

valorizzando la comunicazionePuglia Copertino (LE) San Giuseppe da Copertino tra il sole, Conoscere vita e luoghi di S. Giu- 3-5 settembre 2010

il mare e il vento seppe Desa, con la sua testimo- nianza sviluppare i propri talenti

Puglia Pulsano (TA) Giocattolaio Riscoprire, con la manualità, 3-5 settembre 2010la meraviglia della realizzazione di giocattoli con materiale povero

Puglia Vernole (LE) Le magie del forno Manualità, riscoprendo ed 3-5 settembre 2010apprezzando l’arte di lavorazione

dei prodotti da forno a legnaPuglia Da definire Con le pinne fucile ed occhiali Scoperta del territorio marino 3-5 settembre 2010

con attività di osservazione, percezione e conoscenza

Puglia Rutigliano (BA) Fischia che ti passa Scoperta e valorizzazione di 30 ot.-1 nov. 2010un’antica tradizione artigiana:lavorazione della terra cotta

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speciale eventi 2006

Sardegna Montevecchio Alla scoperta delle Miniere Natura e Manualità, in collab. 30 apr.-2mag. 2010con EPC

Sardegna Base Scout S. Martino Su ballu e su sonu de su entu Ballo e Suono, Manualità 30 apr.-2 mag. 2010Sardegna Oristano Alla corte di Eleonora d’Arborea Natura e Manualità, giugno

con Settore NauticoSardegna Laconi Sulle orme di un umile cercatore Spiritualità con Settore PNS 18-20 giugno 2010Sicilia Palma di Montechiaro (AG) Pasticceria 25-29 agosto 2010Sicilia S. Stefano di Camastra (ME) Ceramica 25-29 agosto 2010Sicilia Vittoria (RG) Intarsio del Legno 25-29 agosto 2010Sicilia Acireale (CT) Pupi Siciliani 25-29 agosto 2010Sicilia Cefalù (PA) Mosaico 25-29 agosto 2010Sicilia Favignana (TP) Scultura della Pietra 25-29 agosto 2010Sicilia Siracusa (SR) Papiro 25-29 agosto 2010Sicilia Troina (EN) Lavorazione della Ferla 25-29 agosto 2010Toscana Sereto (AR) da definire Espressione 17-20 giugno 2010Toscana Le Valli (AR) da definire Manualità 17-20 giugno 2010Toscana Le Valli (AR) Sherlock Holmes e il mistero del Fantasma Trucchi, arti e segreti 24-27 giugno 2010

del buon investigatoreToscana Spianessa (PT) da definire Gioco 24-27 giugno 2010Toscana Sereto (AR) da definire Gioco 1-4 luglio 2010Toscana Salutio (AR) da definire Spiritualità francescana 1-4 luglio 2010Trentino A. A. da definire Dove osano le Aquile Scoperta della Montagna 17-20 giugno 2010Umbria Mascionchie - Io e Francesco, giullari di Dio Abilità manuale, giocoleria, maggio

Nocera Umbra (PG) attività motorieUmbria Norcia (PG) A tavola con Francesco. Ricette di Perfetta Letizia Attività Manuali, Cucina giugnoVeneto M.te Summano (VI) Una casa nel bosco, un ladro… Fantasy e abilità manuale 29 apr.-2 mag. 2010Veneto Bosco di Tretto (VI) I Segreti del Bosco Luoghi e tradizioni 29 apr.-2 mag. 2010Veneto Ca’ Fornelletti (VR) Le tradizioni Mestieri e Tradizioni 29 mag.-1 giu. 2010Veneto Val Malene (TN) Tradizioni di Famiglia Far conoscere i valori che 29 mag. -1 giu. 2010

animavano la vita delle comu- nità rurali dell’area veneta....

Veneto Rovigo Con le mani per riscoprire la storia Tradizioni 11-13 giugno 2010Veneto Prun di Negrar La Carovana del Far West Riscoprire l’essenzialità 11-13 giugno 2010

e il riciclo anche in cucinaVeneto Isola di Mazzorbetto (VE) Willy Wonka e l’isola dei desideri Riscoprire la natura 11-13 giugno 2010

e lavorare giocando con essa. Mettere le mani in pasta

Veneto Rubano (PD) Quattro passi a passo d’asino Esplorazione e conoscenza 11-13 giugno 2010dell’ambiente naturale

Veneto Isola di Mazzorbetto (VE) Fuggiamo dai Barbari… Alla scoperta della Laguna, usi 19-22 giugno 2010scappiamo in laguna e costumi dei primi abitanti

Veneto Bolca (VR) Quando in Lessinia c’era il mare Conoscenza storico geografica 26-28 giugno 2010di Bolca. Imparare a cucinare

alcuni piatti tipici venetiVeneto Sarmede (TV) Sarmede il Paese delle Fiabe Il mondo fantastico delle Fiabe 2-5 settembre 2010

e del pittore Stepan ZavrelVeneto S. Giorgio alle Pertiche (PD) Parole, Ombre & Fantasmi Espressione, insegnare il coro 2-5 settembre 2010

parlato, ombre cinesi, luce di Wood

Veneto Asiago Val Lastaro (VI) I cercatori d’oro Far conoscere le tradizioni perse e il vero tesoro della nostra terra 10-12 sett. 2010

speciale eventi 2010 - ragazzi

1/2010 III

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speciale eventi 2010

IV PROPOSTA EDUCATIVA

COMPETENZA TITOLO DEL CAMPO BASE N° MAX DATAPionieristica Pionieristica ed Hebertismo Spettine 30 9-13 giugno 2010Trappeur Trappeur (rivolto a guide) Spettine 20 13-17 giugno 2010Trappeur Trappeur (rivolto ad esploratori) Spettine 20 13-17 giugno 2010Sherpa SHERPA... e noi sopravviveremo - Costigiola (fuori base eccetto 28 16-20 giugno 2010

tecniche di vita all’aperto partenza e conclusione)Espressione Uno spettacolo di fuoco Bracciano 32 16-20 giugno 2010Pionieristica Pioniere Piazzole 32 17-22 giugno 2010

Sherpa - Trappeur Sherpa e Trappeur San Martino (fuori base) 18-22 giugno 2010Pionieristica Pionieristica San Martino 32 18-22 giugno 2010Hebertismo Che la forza sia con te (rivolto a guide) Melegnano 14 19-22 giugno 2010Hebertismo Che la forza sia con te (rivolto ad esploratori) Melegnano 14 19-22 giugno 2010

Trappeur - Amico della natura - Trappeur Cantalupa 30 19-23 giugno 2010Campeggiatore - Osservatore - Cuciniere

Pionieristica Tecniche di vita all’aperto (rivolto a guide) Spettine 20 19-23 giugno 2010Pionieristica - Animazione Sportiva Pionieristica - Hebertismo Andreis 30 19-23 giugno 2010

Pionieristica Tecniche di vita all’aperto (rivolto ad esploratori) Spettine 20 19-23 giugno 2010Sherpa - Guida Alpina Scouting On The Rock Piazzole (il campo si 26 21-25 giugno 2010

svolgerà fuori base)Topografia - Natura - Scouting Un salto nell’Avventura Bracciano (base e fuori) 24 22-28 giugno 2010

Alpinismo Avventura alpina Cantalupa (fuori base- 20 23-27 giugno 2010Valle Stretta)

Esplorazione Viviamo l’avventura...esplorazione e non solo Treia (fuori base) 23-27 giugno 2010Campismo - Pionieristica PIONIERISTICA ED HEBERTISMO - Costigiola 28 23-27 giugno 2010

Come superare se stessiAnimazione Espressiva Espressione e comunicazione (rivolto a guide) Spettine 20 23-27 giugno 2010Animazione Espressiva Espressione e comunicazione (rivolto ad esploratori) Spettine 20 23-27 giugno 2010

Esplorazione Esplorando in bicicletta Cassano Murge 24 23-29 giugno 2010Mani Abili - Cuciniere - Amico della Natura Occitania Cantalupa 25 24-28 giugno 2010

Esplorazione Fluviale - Timoniere Sulle lucenti vie del grande fiume - Piazzole (il campo si 24 24-28 giugno 2010Esplorazione fluviale svolgerà a Quinzano)

Pionieristica Tecniche del pioniere - Il pioniere ed Spettine 18 25-29 giugno 2010il suo coltello (rivolto ad esploratori)

Amico della Natura Natural discovery Piazzole 32 25-29 giugno 2010Espressione I colori dell’espressione San Martino 32 25-29 giugno 2010

Trappeur - Mani Abili Mani abili al campo Marineo 35 25-29 giugno 2010Pronto Soccorso ed EPC No Pericolo - No Scout. L’avventura in pericolo Piazzole 32 25-30 giugno 2010

Esplorazione Esplorazione e avventura in montagna Andreis 24 26-30 giugno 2010(Parco Dolomiti Friulane)

Esplorazione Esplorazione e natura in montagna Andreis 24 26-30 giugno 2010(Parco Dolomiti Friulane)

Topografia - Nautica - Natura Un tuffo nell’Avventura Bracciano (in parte mobile) 12 + 12 29 giu.-3 lug. 2010Pionieristica - Trappeur Pionieri e Trappeur con arte e fantasia Marineo 35 29 giu.-3 lug. 2010Pionieristica - Mani Abili Costruiamo un Trionfo Cassano Murge 40 29 giu.-4 lug. 2010Scouting - Mani Abili Nelle dita L’Avventura: arti e mestieri del trappeur Bracciano (Fuori base) 24 29 giu.-4 lugl. 2010Scouting - Mani Abili Nelle dita L’Avventura: arti e mestieri del pioniere Bracciano (Fuori base) 24 29 giu.-4 lugl. 2010

Espressione Animazione Espressiva Cantalupa 32 30 giu.-4 lug. 2010Sherpa Esplorazione ed Orientamento Colico 28 30 giu.-5 lugl. 2010

Pronto Soccorso - Pronto Intervento Missione di salvataggio per terre e per mari Bracciano 24 30 giu.-5 lugl. 2010Pronto Soccorso Radiocomunicazioni e Pronto Soccorso Spettine 35 1-5 luglio 2010

Animazione Sportiva In bici con Lino – il gusto del viaggio Piazzole 26 3-7 luglio 2010Pionieristica Pionieristica Colico 32 3-8 luglio 2010

Settore Specializzazioni - Campi di competenza Branca E/G

I Campi verso la Competenza sono eventi nazionali organizzati, in accordo con la branca E/G, sia dal settore Specializzazioniche dal settore Nautico e sono rivolti a ragazzi e ragazze in cammino verso le tappe della Competenza (che abbiano già iniziatoa lavorare al Brevetto di Competenza) e della Responsabilità. Dai non perdere un’occasione come questa per vivere avventurenuove e coinvolgenti.

Per informazioni e iscrizioni puoi rivolgerti alla Segreteria Centrale. Attenzione: le modalità di iscrizione agli eventi stanno cambiando, prima di iscriverti vai su sul sitohttp://www.agesci.org/utility/eventi oppure contatta la Segreteria alla mail: [email protected] o al tel. 06 68166219per verificare la disponibilità.”

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speciale eventi 2010 - ragazzi

1/2010 V

COMPETENZA TITOLO DEL CAMPO BASE N° MAX DATATrappeur - Amico della Natura - UOMO DEI BOSCHI - scouting Costigiola (fuori base- 24 3-8 luglio 2010

Campismo e natura: tecniche avanzate prealpi vicentine)Pionieristica - Mani Abili Pionieristica, Kajak e astronomia Andreis 30 8-12 luglio 2010

Pionieristica Campismo (rivolto a guide) Spettine 20 8-12 luglio 2010Pionieristica Campismo (rivolto ad esploratori) Spettine 20 8-12 luglio 2010Pionieristica Pionieristica Bracciano 32 8-13 luglio 2010Trappeur Into the Wild Colico 40 8-13 luglio 2010

Pronto Soccorso Radiocomunicazioni e Pronto Soccorso Costigiola 28 9-13 luglio 2010Animazione Internazionale Attraverso altri occhi(Animazione Internazionale) Spettine 30 12-16 luglio 2010Esplorazione - Trappeur ESPLORAZIONE FLUVIALE E TRAPPEUR - Costigiola (fuori base - 26 15-19 luglio 2010

In canoa/kajak sul fiume Adige base di Legnago)(è obbligatorio saper nuotare)

Pronto Soccorso EG Squadra Speciale: tutti i segreti Cassano Murge 36 15-20 luglio 2010del pronto soccorso in campo

Espressione La strada è il nostro Palcoscenico Cassano Murge (fuori base) 40 16-21 agosto 2010Nautica - Natura Tra scogliere ed orizzonti San Martino (il campo 19-23 agosto 2010

si svolgerà a Carlo Forte)Mani Abili Abilità Manuale Spettine 30 21-25 agosto 2010Informatica INFORMATICA E TECNICHE SCOUT - Alla Costigiola 26 23-27 agosto 2010

scoperta del territorio attraverso l’uso di nuove tecnologie (animaz. espress.,

animaz. grafica e multimed., informatica)Animazione Espressiva Avventura nella terra del sogno Marineo 35 23–27 agosto 2010

Tecniche di sopravvivenza Io Trappeur Cassano Murge (il campo 36 23-28 agosto 2010dal bosco al mare si svolgerà a Maruggio (BA)Abilità Manuale Anima e Azione Colico 18 23-28 agosto 2010

Attore Anima e Azione 2 Colico 18 23-28 agosto 2010Sherpa SHERPA -Esplorazione e natura Spettine (fuori base) 30 28 ag.-1 sett. 2010

Mani Abili GENIUS... il laboratorio di Leonardo - Costigiola (fuori base - 24 26-30 agosto 2010Scoprire, progettare, costruire base di Legnago)

Animazione Espressiva - Animazione AZIONE E COMUNIC’AZIONE - Quando Costigiola 28 27-31 agosto 2010Grafica e multimediale l’occhio parla con l’orecchio

Sherpa - Amico della natura Explo’ - Un bosco da esplorare Marineo 35 28 ag.-1 set. 2010Animazione Espressiva Tecniche espressive (rivolto a guide) Spettine 25 30 ag.-3 set. 2010Animazione Espressiva Tecniche espressive (rivolto ad esploratori) Spettine 25 30 ag.-3 set. 2010

Animazione Internazionale SOTTO I CIELI DEL MONDO - Costigiola 28 1-5 settembre 2010Conoscerli per condividerli

Settore Nautico - Eventi nazionali Branca E/G

NOME DEL CAMPO DATA LUOGO/BASE Rivolto Max partecipantiCampo di Competenza Nautica 10 - 13 Giugno 2010 Reggio Calabria E/G 14 anni compiuti 25Campo di Competenza Nautica 23 - 27 Giugno 2010 Lovere E/G 14 anni compiuti 30Campo di Competenza Nautica 23 - 27 Giugno 2010 Peschiera E/G 14 anni compiuti 18Campo di Competenza Nautica 26 - 30 Giugno 2010 Bracciano (RM) E/G 14 anni compiuti 25Campo di Competenza Nautica 1 - 4 Luglio 2010 Catania E/G 14 anni compiuti 25Campo di Competenza Nautica 19 - 23 Agosto 2010 Cagliari E/G 14 anni compiuti

(In collaborazione con il Settore Specializzazioni)Campo di Competenza Nautica 26 - 29 Agosto 2010 Falconara (Marche) E/G 14 anni compiutiCampo di Competenza Nautica 1 - 5 Settembre 2010 Lago D’Orta (Piemonte) E/G 14 anni compiuti

Tutti possono partecipare agli eventi del settore nautico, nautici e non.Per partecipare agli eventi nautici non bisogna essere dei grandi esperti di nautica o dei grandi navigatori.Per ogni ulteriore informazione puoi scrivere alla Segreteria Centrale all’indirizzo [email protected] o telefonare allo06/68166219.

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speciale eventi 2010 - ragazzi

VI PROPOSTA EDUCATIVA

DATA

4-11 luglio

31 luglio-8 agosto

7-13 agosto

20-28 agosto

23-29 agosto

25-29 agosto

REGIONE

Trentino AltoAdigeVilla S. Ignazio (TN)

PiemonteVicoforte Mondovì(CN)

ToscanaBarbiana Vicchio

Lourdes(Francia)

CalabriaGambaried'Aspromonte

LazioRoma – Carcereminorile di Casaldel Marmo

TITOLO E DESCRIZIONE

Sinfonia per bimbi videolesiIl campo è in stile branca r/s con una forte esperienza diservizio e occasioni di progressione personale.

Il flauto magicoÈ un’esperienza individuale e completa inserita nel percor-so di clan, a contatto con: IL MONDO => bambini, famiglie,centro psicopedagogico di Trento; GLI ALTRI => RYS di tut-ta Italia; SE STESSI => nelle riflessioni e raccolta delle emo-zioni; DIO => nella lettura giocata di un libro dell’antico te-stamento e durante le preghiere. E’ un’esperienza di servi-zio INTENSA! Un’equipe di esperti ci aiuterà ad avvicinarci,in punta di piedi, ai bimbi con sindrome Down ed alle lorofamiglie.

Icare mi sta a cuorePresa coscienza potenzialità di cambiare le cose attraversol’impegno, scoperta cultura ed educazione come metodoper affrontare con coscienza il proprio essere cittadino.

Il MolinoIl cantiere consente ai Rover ad alle Scolte di vivere l’espe-rienza di Lourdes nello stile proprio della branca e proponeloro di accostarsi al mondo della sofferenza con l’obiettivodi donare un servizio sistematico nel territorio di apparte-nenza.

Il campo del sorrisoDurante il cantiere saranno affrontate sessioni di compe-tenza e conoscenza delle problematiche inerenti alla diver-sabilità. I partecipanti sono suddivisi in pattuglie di serviziocurate da capi r/s ed fb, per la gestione logistica e pratica deidiversamente abili. Le attività tipiche della branca sonocondivise con i diversamente abili.

Oltre le sbarreDurante il cantiere si cerca di presentare, in tutte le sue sfac-cettature, una realtà come quella del disagio minorile chemolto spessa non è conosciuta. Sono perciò molte le temati-che affrontate per meglio offrire agli R/S una visione il piùpossibile completa. L’obiettivo principale è quello di far co-noscere questa realtà troppo spesso trascurata principal-mente attraverso l’incontro con i ragazzi e le ragazze detenu-ti a Casal del Marmo, perché poi ogni singolo R/S possa esse-re testimone di questa esperienza all’interno del Clan di ap-partenenza e, più in generale, nell’ambiente in cui vive.

AMBITO

SERVIZIO:DisabiliMinori

SERVIZIO:DisabiliSindrome DownMinori

SERVIZIO:Struttura

SERVIZIO:Disabili

SERVIZIO:Disabili

SERVIZIO:Minori/Carcerati

NOTE

Aperto agli stranieriAperto anche al CNGEIPartecipanti max 20Per R/S

Aperto agli stranieri(inglese, francese)Partecipanti max 15Aperto anche al CNGEI

Aperto agli stranieriPartecipanti max 15Aperto anche al CNGEI

Aperto agli stranieriAperto anche al CNGEISolo MaggiorenniPartecipanti: max 30

Aperto agli stranieri Aperto anche al CNGEIPartecipanti 8/15

Aperto al CNGEISolo Maggiorenni (natinon oltre il 31/07/1992)vicini alla partenza econ altre esperienze diservizio già svoltePartecipanti: max 24

– Eventi per Rover e Scolte –

Gli Eventi di Progressione Personale a Partecipazione Individuale sono quegli eventi promossi dall’Associazione a cui i rover ele scolte sono chiamati a partecipare individualmente:“... sono occasioni che servono a riflettere, ad acquisire competenze, a mi-gliorare il livello sia della consapevolezza delle scelte sia delle attività su cui concretamente poggia quotidianamente ogni itine-rario di progressione personale.” (Art. 34 del Regolamento metodologico di Branca R/S). L’obiettivo è la crescita di ognuno deipartecipanti. Esistono diversi tipi di eventi, che si distinguono in base ai temi proposti e alle finalità specifiche.

Cantieri

I cantieri hanno lo scopo di approfondire le motivazioni alla scelta di servizio all’uomo, di scoprire le valenze politiche di un ser-vizio nel territorio, attraverso sia un’intensa vita di fede, sia la concreta condivisione della vita nelle realtà preesistenti e qualifi-cate presso cui si svolgono. Ai partecipati al cantiere vengono proposte delle riflessioni sulle radici e sulle motivazioni di unapersonale scelta di servizio, che devono servire da stimolo per il servizio di tutti i giorni. Viene anche dato spazio al confronto.Gli staff sono coadiuvati spesso da persone esterne all’associazione motivate alla proposta (operatori di volontariato, educato-ri, ecc.). I cantieri sono gestiti a livello nazionale dalla Branca R/S in collaborazione con i Settori. Possiamo individuare due te-matiche principali: cantieri di servizio e cantieri sul sociale.

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speciale eventi 2010 - ragazzi

1/2010 VII

DATA

28 agosto-5settembre

29 agosto-4 settembre

30 agosto-4 settembre

31 agosto-5 settembre

4-8dicembre

23-29 agosto

REGIONE

VenetoBibione (VE)

ToscanaPisa

Emilia RomagnaBologna – Istitutopenale minorile

SiciliaPalermo (PA)

CalabriaCosenza (CS)

CalabriaValle del Marro(RC)

TITOLO E DESCRIZIONE

Movimento di noteI ragazzi saranno coinvolti in un servizio intenso ma intrisodi allegria e di dolcezza, con bambini di sindrome Down e leloro famiglie. All’esperienza in una realtà delicata comequella della disabilità infantile si affiancano da una parte unpercorso di fede centrato sull’individualità e il personaleapproccio di ciascuno al servizio e all’incontro, dall’altra at-tività che invitano all’espressione serena di sé e alla comu-nicazione non solo verbale.

Diamoci una mano: condividere per costruireIl cantiere fornisce un’occasione per esperienza di serviziocon i ragazzo portatori di handicap e consente: di ap-profondire con i volontari dell’associazione D.U.M. il temadel volontariato ai ragazzi portatori di handicap, di ap-profondire il tema dell’handicap con un ottica diversa daquella dell’associazione D.U.M. attraverso l’incontro conaltre associazioni, di approfondire il proprio rapporto conl’handicap.

“E... state al fresco”I ragazzi saranno accompagnati in un’esperienza di servizioall’interno del carcere minorile di Bologna, che non si limi-terà a questo ma li aiuterà a leggere le cause della devianzae dell’immigrazione minorile. Il cantiere si strutturerà dun-que come una sorta di “formazione in azione” sui temi del-la giustizia, della legalità, dell’immigrazione minorile in Ita-lia, contribuendo quindi a rinforzare le ragioni della sceltapolitica scout.

Da Aquile a Volpi randagieIl Cantiere s’innesta nel progetto di recupero di un terri-torio confiscato alla mafia: costruzione di una base AGE-SCI in un quartiere difficile, in cui lo Scautismo si ponecome alternativa all’illegalità. E’ un esperienza impegna-tiva che qualifica il servizio su temi relativi a conversionedel territorio devastato dalla mafia e legalità. Gli RS pos-sono decidere di far parte delle “Volpi Randagie”, rete discouts impegnati per la testimonianza antimafia e per lacostruzione di “Volpe Astuta” quale base simbolo in temadi legalità.

Arca di NoèIl Cantiere, nel porsi come momento di P.P., offre ai ragaz-zi l’opportunità di valorizzare le motivazioni verso unascelta di servizio responsabile e competente, attraversol’esperienza concreta di un campo di lavoro integrato al-l’incontro con persone significative e alla relazione con“ragazzi” accolti nella comunità “Arca di Noè”, tutto illumi-nato dalla luce della Parola di Dio, in un percorso di fede,vivace e dinamico.

“Uomini liberi in LIBERA terra!”Il cantiere sui terreni della Valle del Marrò sarà un “cam-po di lavoro e di cittadinanza attiva”. La finalità del can-tiere è quella di far sperimentare agli R/S come il riutiliz-zo a fini sociali di un bene confiscato sia un formidabilepercorso di libertà dalla mafia e dall’illegalità. Confisca-re un bene ai mafiosi significa restituire alla collettivitàqualcosa che le era stato sottratto illegalmente. Riutiliz-zarlo secondo i bisogni del territorio, vuol dire promuo-vere sviluppo, lavoro, cultura della legalità e giustizia so-ciale.

AMBITO

SERVIZIO:disabili minori

SERVIZIO:Disabili

SERVIZIO:Minori/CarceratiSOCIALE:Accoglienzaterritorio

SERVIZIO:conversione deibeni confiscatialla mafiaattraverso lavoromanuale per labaseSOCIALE:esperienzadiretta delquartiere diAltarello diBadia: i ragazzi arischio; il tessutosociale da cui lamafia recluta lamanovalanza

SERVIZIO:Disabili

SOCIALE: Pacenonviolenza,politica, altro.SERVIZIO: Cam-po di lavoro suibeni confiscati al-la mafia

NOTE

Aperto agli stranieriAperto anche al CNGEIPartecipanti 4/15

Aperto agli stranieriAperto anche al CNGEISolo maggiorenniPartecipanti: 15

Aperto agli stranieriAperto anche al CNGEISolo maggiorenniPartecipanti: 8/15

Aperto agli stranieriAperto al CNGEIPartecipanti 15/30

Aperto agli stranieriAperto al CNGEIPartecipanti 10/20

Prevista una parte dicampo mobile Partecipanti max 30.Aperto agli stranieri.Aperto anche al CNGEI.Solo maggiorenni (ra-gazzi/e al 2°/3° anno diClan)

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VIII PROPOSTA EDUCATIVA

speciale eventi 2010 - ragazzi

DATA

19-23 agosto

REGIONE

AbruzzoParco nazionaleGran Sasso/Laga

TITOLO E DESCRIZIONE

Parola è… stradaLa route dello spirito e’ un cantiere per r/s prossimi alla par-tenza. Nato come campo bibbia, cerca di fornire strumentisemplici e concreti per leggere e vivere la bibbia nella quotidia-nità e di aiutare a scoprire o riscoprire i tratti salienti della scel-ta di fede che il ragazzo sarà chiamato a fare. La route è vissutaattraverso l’utilizzo degli strumenti tipici della branca r/s: stra-da, comunità e servizio.

AMBITO

Route dello Spirito

NOTE

Partecipanti 10/25Aperto agli stranieriAperto anche al CNGEISolo maggiorenni

Eventi di spiritualità

Sono eventi che riguardano la sfera spirituale della persona, e propongono una riflessione sulla propria vita di fede che prendespunto da esperienze forti, che possono riguardare la Parola o il servizio concreto. L’uso degli strumenti tipici del metodo R/Sfa sì che i ragazzi siano sempre attivi e protagonisti dell’evento, e viene garantita l’interdipendenza fra pensiero e azione, pro-ponendo riflessioni che si basano sulle esperienze vissute durante l’evento. Questo tipo di eventi può anche essere l’occasioneper scoprire aspetti nuovi della vita di fede e avvicinare quei ragazzi che vivono una fase critica della loro vita di fede. La pre-senza di “esperti” o di persone che vivono una spiritualità profonda arricchisce il confronto durante l’evento. Gli eventi di spi-ritualità comprendono: Route dello Spirito e Campi ora et labora (non presenti quest’anno).

DATA

30 agosto-05 settembre

REGIONE

LazioParco Nazionaledel Circeo - MontiMusoni (LT)

TITOLO E DESCRIZIONE

“Fare strada tra briganti e sviluppo solidale”Cantiere di strada e di servizio a mezzo di lavoro manuale,verifica di aggressione all’ambiente e dello stato di conser-vazione del Parco Nazionale del Circeo, incontro con attorilocali che ogni giorno in modo semplice testimoniano l’im-pegno sul tema di uno sviluppo legale e sostenibile. Soste-gno al sogno di un diverso e possibile sviluppo reale dell’e-conomia. Sviluppo di suggestioni e stimoli per il Punto del-la Strada dei partecipanti, per la successiva disseminazionenelle Comunità RS di origine.

AMBITO

SOCIALE: Pacenonviolenza, po-litica, altro.SERVIZIO: Cam-po di lavoro suibeni confiscati al-la mafia.

NOTE

Prevista una parte dicampo mobilePartecipanti max 30.Aperto agli stranieri.Aperto anche al CNGEI.Solo maggiorenni (ra-gazzi/e al 2°/3° anno diClan)

Modalità di iscrizione agli Eventi Nazionali (Cantieri ed Eventi di spiritualità)

Ogni campo ha un numero limitato di partecipanti. Le iscrizioni, pertanto, saranno accettate sino ad esaurimento dei posti di-sponibili. Poiché il cantiere è un’esperienza individuale non saranno accettate più di tre iscrizioni provenienti dallo stesso Clan.Inviate le iscrizioni per posta e per tempo (almeno 40 giorni prima dell’inizio del campo) tramite l’apposita scheda, unitamen-te alla ricevuta del versamento effettuato, a:

“AGESCI Cantieri Nazionali – P.zza Pasquale Paoli, 18 – 00186 Roma”.La quota d’iscrizione è di 15 euro da versare sul C.C.P. n° 54849005 intestato a: “AGESCI Comitato Centrale 00186 Roma”. Nellacausale del conto corrente occorre indicare il campo richiesto.Le schede di iscrizione possono essere ritirate presso le Segreterie Regionali e di Zona o presso i Capi Gruppo o scaricate dallapagina web www.agesci.org. ATTENZIONE. Non si accettano iscrizioni via fax o posta elettronica.La quota vitto e spese di organizzazione verrà versata all’arrivo al campo e l’importo dipende dalle modalità di organizzazionedi ogni singolo campo. Il viaggio è a carico dei partecipanti.Per ogni ulteriore informazione puoi scrivere alla Segreteria Centrale all’indirizzo [email protected] o telefonare allo0668166219.

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speciale eventi 2010 - ragazzi

1/2010 IX

Settore specializzazioni - Campi di specializzazione Branca R/S

I Campi di Specializzazione per R/S hanno lo scopo di sviluppare la competenza per poterla mettere poi al servizio degli altri.Tendono a privilegiare l’attività manuale, a stimolare la capacità di produrre e non di consumare, a sollecitare l’abitudine diriflettere sul proprio agire.Per informazioni e iscrizioni puoi rivolgerti alla Segreteria Centrale: [email protected] tel. 06 68166219 e/o verificare ladisponibilità sul sito http://www.agesci.org/utility/eventi/campi/specrs.php

TITOLO DEL CAMPO RIVOLTO A BASE NAZIONALE N° MAX DATAStrada - Natura - Avventura sulla neve Clan Spettine (fuori base) 15 11 - 14 febbraio 2010Terre selvagge - Avventura sull’etna Clan Marineo (fuori base – Etna) 15 11 - 14 marzo 2010

Occitania + Trappeur R/S Cantalupa 20 13 - 14 marzo 2010Segnali di fumo R/S Cantalupa 12 13 - 14 marzo 2010Roccia e vela R/S Colico 20 11 - 16 giugno 2010

Emergenze e Protezione Civile Noviziato/clan Spettine 30 14 - 19 giugno 2010C & C - Cambusa e canoa R/S Colico 16 17 - 22 giugno 2010

7 note in 7 giorni: fare musica in route Novizi – R/S Bracciano (il campo 24 22 - 26 giugno 2010si svolgerà fuori base)

I segreti di una terra scavata dalle acque Novizi – R/S Bracciano (il campo 24 28 giu. - 3 lugl. 2010si svolgerà fuori base)

Saltimbanchi, giullari, musicanti Noviziato 1° anno di clan Cassano (Conversano BA) 36 2 - 6 luglio 2010alla corte dei miracoli

Kayak – Discesa fluviale R/S solo maggiorenni Colico 16 17 - 24 luglio 2010In bici verso il jamboree R/S Andreis 24 28 lug. - 1 ag. 2010

Costruzione canoe - Attivita’ nautiche R/S Colico 24 16 - 23 agosto 2010Oltre l’orizzonte... un campo “on the R/S (verranno superati Costigiola (fuori base - 24 17 - 22 agosto 2010

rock” sulle Piccole Dolomiti i 2200 m slm) sulle Piccole Dolomiti)Animazione espressiva Noviziato/Clan Spettine 30 25 - 30 agosto 2010

Sentieri del bosco - Sentieri della vita Noviziato/Clan Marineo 30 29 ag. - 1 sett. 2010Circo gitano - Tecniche espressive R/S Costigiola (fuori base) 20 31 ag. - 5 sett. 2010

per l’animazione di strada

Settore Nautico per la Branca R/S

NOME DEL CAMPO DATA LUOGO/BASE Rivolto Max partecipantiTecniche Nautiche 2-5 Settembre 2010 Peschiera R/S

Tutti possono partecipare agli eventi del settore nautico, nautici e non.Per partecipare agli eventi nautici non bisogna essere dei grandi esperti di nautica o dei grandi navigatori.Per informazioni ed iscrizioni puoi rivolgerti direttamente alla segreteria centrale all’indirizzo mail [email protected] o altelefono 0668166219.

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Settore internazionale - Proposte di route all’esteroEcco il calendario delle route all’estero del Settore Internazionale.Come per l’anno scorso i campi sono divisi per aree tematiche:1. religione e spiritualità; 2. avventura, competenza e scouting; 3. la persona al centro (salute, infanzia, diritti umani e identitàdi genere); 4. responsabilità e cittadinanza (pace, legalità, giustizia, cittadinanza attiva); 5. ambiente, accesso alle risorse e svi-luppo sostenibile; 6. cooperazione, accoglienza, incontro e scoperta della diversità.

Le aree tematiche sono state identificate facendo una sintesi tra gli obiettivi del Progetto Nazionale, le priorità individuate daWOSM e gli obiettivi della Campagna del Millennio inseriti nel prossimo piano triennale di WAGGGS. Scopo principale delle aree tematiche è dare la possibilità ai clan di individuare facilmente quali temi vengono trattati e gliobiettivi che si tenta di raggiungere, in modo da poter individuare il campo all’estero idoneo per approfondire il percorso in-trapreso con il Capitolo dell’anno. Il campo all’estero quindi è uno strumento per vivere un’esperienza scout, che parte dal per-corso dei clan, e si integra e arricchisce della consapevolezza di vivere la dimensione mondiale del Movimento del guidismo edello scoutismo toccando con mano la fraternità internazionale.Inoltre aiuta a dare alle esperienze all’estero una dimensione progettuale (non solo episodica) con un prima un durante e undopo. Il campo all’estero non è un obiettivo in se stesso ma una esperienza all’interno di un percorso più ampio.

X PROPOSTA EDUCATIVA

speciale eventi 2010 - estero

RELIGIONE & SPIRITUALITÀ

IsraelePalestina

Route 2009/10:● 23/12 - 3/1● 3 - 10/1/10● 1-15 Agosto

Route per clan nei luoghi dove ha vissuto Gesù, attraverso percorsi a piedi,ospitalità presso famiglie e fraternità locali, incontri con le realtà locali scoute non solo. Successiva ospitalità in Italia di scout palestinesi cristiani duran-te il periodo estivo presso i gruppi che hanno svolto la route, e realizzazionedi mostre fotografiche e dibattiti in Italia.

● Clan

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Raoul Tiraboschi: [email protected] Cremonesi: [email protected]: www.lombardia.agesci.it/inter/

Palestina Israele

Palestina Israele

Marzo

Agosto

“Un ponte per Betlemme”Un segno e una testimonianza di comunione e di solidarietà alle comunitàecclesiali presenti nella terra del Signore, abbandonate a se stesse per le no-stre paure (guerra, attentati, insicurezza). Un’occasone per conoscere sem-pre meglio la situazione e le necessità di questo popolo martoriato ed esser-gli vicino affinché non venga mai meno il coraggio della speranza e la testi-monianza del Vangelo della Pace.Perché ogni cristiano può e “deve” fare qualcosa per i suoi fratelli così spe-ciali di Terra Santa.

Una route in Terrasanta è occasione d’incontro, di condivisione, di supera-mento dei preconcetti… nella scoperta di una accoglienza in una terramartoriata dal conflitto. Ci incontreremo e scopriremo le comunità locali,la loro storia e cultura, luoghi di speranza attraverso la testimonianza uo-mini e donne di buona volontà.

● Capi singoli

Clan

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Alessandro Bartolini: [email protected]: www.scout-for-peace.it

IsraelePalestina

17-29 Agosto Un campo in Terra Santa per seguire la via di Gesù, riconoscere la verità sto-rica del Vangelo, capire le realtà di questa terra e vivere la fraternità scout in-ternazionale. Una Route per comprendere e sostenere le vere ragioni dellapace, scoprire e condividere l’impegno dei cristiani per il bene di tutti, am-mirare l’indescrivibile bellezza dell’arte e della natura.Sarà un’esperienza che segna, che fa partire con la voglia di tornare con tan-ti nuovi amici nel cuore e tante cose da fare per loro e con loro.

● Noviziati● Clan● Capi Singoli

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Leandro Tifi: [email protected] Compagnia di san Giorgio Sito: www.sangiorgiocomp.org e-mail: [email protected]

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speciale eventi 2010 - estero

1/2010 XI

Costa d’Avorio

(Centro-Ovest)

Bondoukou

Costa d’Avorio(centro)

Yamouss-oukro

Costa d’Avorio(Sud-Ovest)

San Pedro(Tabou - Liberia)

Nel periodo dal 1 luglioal 31 agosto

Nel periodo dal 1 luglioal 31 agosto

Nel periodo dal 1 luglioal 31 agosto

Lo scoutismo qui vive di semplicità e di lavoro fisico, costituendo per la granparte degli aderenti un’occasione di emancipazione sociale. Lo scoutismo èinfatti concepito come un momento di divertimento e come un occasione diformazione che, attraverso l’educazione e l’apprendimento di piccole tecni-che di “mani abili”, possano facilitare successivamente l’avvio di una qual-che attività professionale. (francese di base).

Attività nei quartieri Morofè e Kamì, a nord della città - spostamenti nei vil-laggi, attività in collaborazione con gli scout locali e servizio e formazione alservizio nei villaggi prossimi alla città e ai bordi del lago ed in foresta. Sup-porto agli scout locali di Sakassou, sito a nord della città con scout della Re-gione di Yamoussoukro (francese di base).

Incontro con realtà di strada di differenti gruppi etnici frontalieri, quartie-re“Bardot”(purgatorio), incontro con i lavoratori impiegati nel porto, con laperiferia urbana e spostamenti nei villaggi, dove molti giovani rientrano a fi-ne anno scolastico. Attività in collaborazione con scout locali a piccoli grup-pi a Tabou (francese di base)

● Noviziati● Clan● Capi Singoli

● Noviziati● Clan● Capi Singoli

● Noviziati● Clan● Capi Singoli

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Andrea Bonadiman: [email protected] - 338/2367530

Perù

(Lima e Ayacucho)

1 - 20 agosto …E se avessimo deciso di guardare il mondo a testa in giù?Il Progetto Scout in America Latina è un progetto internazionale dell’AGE-SCI che ha come temi: la Multiculturalità, il rapporto Nord-Sud, la Politicaintesa come Nonviolenza e Partecipazione sociale, la Tutela dei diritti fonda-mentali e la Teologia della Liberazione come stile di vita.Il progetto propone ad R/S di tutta Italia una route lunga un anno: prima inItalia per conoscere e approfondire un tema del progetto attraverso lo svi-luppo di un capitolo scelto dal Clan; quindi in Perù per 20 giorni circa (com-presi i viaggi).Infine in Italia in un percorso di rielaborazione e testimonianza, sostenutodalla pattuglia.

● Clan● Noviziati● R/S singoli● Capi

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Monica Scavuzzo e Corrado Bernardi: [email protected]: www.scoutinamericalatina.org

Brasile

Salvador de Bahia - Itabuna

Dal 9 al 27 Agosto “Per aiutare bisogna comprendere, ma non si comprende senza accogliere eper accogliere è necessario condividere”. Il progetto attivo dal 2005 si svilup-pa nello stato di Bahia: a Mata Escura (nord) e a Itabuna (sud) nella MataAtlantica. Vive di tre momenti: la preparazione al campo, il campo in Brasilee tornati a casa, il percorso continua attraverso la testimonianza”.

● Clan● Noviziati

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Giovanni - Marta: [email protected] Sito: www.scoutinbrasile.org

Burkina Faso Dal 6 al 27 agosto Il Campo rappresenta un percorso di avvicinamento alle tematiche dell’ac-coglienza, della multiculturalità, della dimensione internazionale delloscoutismo/guidismo, dell’approccio interreligioso, e della scoperta dellarealtà di un Paese del Sud del Mondo: il Burkina Faso.Questo Campo nasce dall’esperienza positiva dei precedenti cantieri nazio-nali, dalla lunga relazione di collaborazione con le Guides du Burkina Faso edalla richiesta di supporto nella rinascita e nello sviluppo dello scoutismoburkinabè attraverso un Progetto in collaborazione con il MASCI.

● R/S maggiorenni● Capi

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Marco Angelillo: [email protected] Noemi Ruzzi: [email protected]

LA PERSONA AL CENTRO (diritti umani, delle donne, infanzia)

AVVENTURA, COMPETENZA & SCOUTING

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XII PROPOSTA EDUCATIVA

speciale eventi 2010 - estero

Romania

Gherla

Dal 7 al 17 agosto Si svolgerà servizio di animazione di strada attraverso le tecniche del teatrosociale. Il servizio è rivolto ai bambini senza famiglia o con problemi fami-gliari, seguiti dall’assistenza sociale locale, senza tralasciare esperienze chefacciano comprendere il contesto sociale e culturale in cui ci si troverà.Campo di scoperta di se stessi negli occhi dei bambini e di scoperta della Roma-nia come parte dell’Europa e come lente attraverso cui guardare il presente.

● R/S singoli● Clan● Capi singoli

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Paolo Olivieri: 328/1748696 - [email protected]: http://gherla2009.altervista.org/

Palestina Israele

Palestina Israele

Marzo

Agosto

“Un ponte per Betlemme”Un segno e una testimonianza di comunione e di solidarietà alle comunitàecclesiali presenti nella terra del Signore, abbandonate a se stesse per le no-stre paure (guerra, attentati, insicurezza). Un’occasone per conoscere sem-pre meglio la situazione e le necessità di questo popolo martoriato ed esser-gli vicino affinché non venga mai meno il coraggio della speranza e la testi-monianza del Vangelo della Pace.Perché ogni cristiano può e “deve” fare qualcosa per i suoi fratelli così spe-ciali di Terra Santa.

Una route in Terrasanta è occasione d’incontro, di condivisione, di supera-mento dei preconcetti… nella scoperta di una accoglienza in una terra mar-toriata dal conflitto. Ci incontreremo e scopriremo le comunità locali, la lo-ro storia e cultura, luoghi di speranza attraverso la testimonianza uomini edonne di buona volontà.

● Capi singoli

● Clan

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Alessandro Bartolini: [email protected]: www.scout-for-peace.it

Romania

BucarestTargoviste

Iasi

Agosto Il Progetto offre occasioni di incontro e servizio, alla scoperta di una realtà anoi vicina geograficamente ma per lo più sconosciuta; per andare oltre glistereotipi e le semplificazioni giornalistiche. Campi a Bucarest, Targoviste eIasi, dove l’Agesci collabora con Associazioni locali solide e ben integrate,che si occupano di minori ed infanzia abbandonata. Oltre a testimonianzesul contesto sociale e politico, si vivranno anche esperienze ed attività in co-mune con gli scout dell’Organizzazione Nazionale Romena.

● Clan● Noviziato

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Alberto Mion: [email protected]

Bosnia Erzegovina

Sarajevo, Kravica e Srebrenica

Bosnia Erzegovina

Sarajevo

5-17 agosto12-24 agosto

12–24 agosto

Incontro con la realtà bosniaca a 15 anni dai trattati di Dayton: guerra, pace,dopoguerra. A Sarajevo, ma anche a Kravica e Srebrenica: passato e presen-te, nello sforzo di guardare al futuro.Incontri e testimonianze.

“Genti e sentieri”Campo di lavoro sulle montagne intorno a Vares, cittadina in Bosnia centra-le, alle prese con un difficile dopoguerra e un’impegnativa transizione eco-nomica. Marcare e ripulire sentieri, giocare coi bambini, incontrare e colla-borare con le associazioni locali per dare un piccolo contributo alla ripresa,per vedere da dentro una realtà sconosciuta e inesplorata, per conoscercicon persone così lontane e così vicine.

● Clan● Noviziati solo se insieme ai loro Clan

● Clan● Noviziati solo se insieme ai loro Clan

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Anna Scavuzzo (Milano), Francesco Violi (Roma), Silvestro Rivolta (Milano)[email protected] - www.progettosarajevo.org

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speciale eventi 2010 - estero

1/2010 XIII

Albania

Albania

Agosto

Agosto

Un campo in Albania è occasione d’incontro, di condivisione, di supera-mento dei preconcetti… nella scoperta delle meraviglie albanesi. Ospiti nel-le missioni, in varie località dell’Albania (città, campagna, montagna) ci in-contreremo e scopriremo le comunità locali, la loro storia e cultura, in stret-ta collaborazione con lo scautismo albanese.

Scambi di esperienze, attività, giochi, canti e foto (e-mail, posta, fax). Cono-scenza e collaborazione con lo scoutismo albanese.

● Clan● Noviziato

● L/C● E/G

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Luche Luigi: [email protected]: www.progettoalbania.eu

IsraelePalestina

Route 2009/10:● 23/12 – 3/1● 3 - 10/1/10● 1-15

Agosto

Route per clan nei luoghi dove ha vissuto Gesù, attraverso percorsi a piedi,ospitalità presso famiglie e fraternità locali, incontri con le realtà locali scoute non solo. Successiva ospitalità in Italia di scout palestinesi cristiani duran-te il periodo estivo presso i gruppi che hanno svolto la route, e realizzazionedi mostre fotografiche e dibattiti in Italia.

● Clan

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Raoul Tiraboschi: [email protected] Cremonesi: [email protected]: www.lombardia.agesci.it/inter/

Serbia ● 6/8 - 16/8● 13/8 - 23/8● 20/8 - 30/8

Educazione alla pace e all’incontro; conoscere e riconoscere il fratello nel-l’altro. Esperienza strutturata come campo mobile che consentirà di visitarediverse zone della Serbia.Belgrado: visita della Capitale e incontro con gli Scout serbi e la chiesa cat-tolica locale.Bezdan: incontro e attività con Puls (ONG locale) per l’animazione dei ra-gazzi in una terra di confine tra Croazia e Ungheria.Sombor: animazione rivolta a ragazzi dai 6 ai 18 anni ospiti dell’orfanotrofioo con situazioni di disagio sociale provenienti dalla zona, in collaborazionecon enti e associazioni locali.

● Noviziati● Clan

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Francesco Gamberoni: [email protected] Monica Mondini: [email protected]: www.progettosombor.org facebook: agesci progetto serbia-sombor

Perù

(Lima e Ayacucho)

1 - 20 agosto …E se avessimo deciso di guardare il mondo a testa in giù?

Il Progetto Scout in America Latina è un progetto internazionale dell’AGE-SCI che ha come temi: la Multiculturalità, il rapporto Nord-Sud, la Politicaintesa come Nonviolenza e Partecipazione sociale, la Tutela dei diritti fonda-mentali e la Teologia della Liberazione come stile di vita.Il progetto propone ad R/S di tutta Italia una route lunga un anno: prima inItalia per conoscere e approfondire un tema del progetto attraverso lo svi-luppo di un capitolo scelto dal Clan; quindi in Perù per 20 giorni circa (com-presi i viaggi).Infine in Italia in un percorso di rielaborazione e testimonianza, sostenutodalla pattuglia.

● Clan● Noviziati ● R/S singoli ● Capi

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Monica Scavuzzo e Corrado Bernardi: [email protected]: www.scoutinamericalatina.org

RESPONSABILITÀ E CITTADINANZA (pace, legalità, giustizia, cittadinanza attiva)

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speciale eventi 2010 - estero

XIV PROPOSTA EDUCATIVA

Costa d’Avorio(Sud)

Abidjan

Costa d’Avorio(Sud-Est)

Grand - Bassam

Dal 1 luglioal 31 agosto

Dal 1 luglioal 31 agosto

Recupero ed integrazione nella società dei ragazzi di strada ed internati perproblemi di giustizia nel carcere. Servizio e assistenza formativa gestito dal-l’associazione MESAD (francese di base).

Animazione e formazione dei ragazzi di strada gestito dalla ComunitàGruppo Abele, attività presso il centro giovanile cittadino in collaborazionescout e guide locali (francese di base).

● R/S maggiorenni● Capi

● Clan● Noviziati● Capi

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Andrea Bonadiman: [email protected] - 338/2367530

IsraelePalestina

17-29 agosto Un campo in Terra Santa per seguire la via di Gesù e riconoscere la verità sto-rica del Vangelo, capire le realtà di questa terra e vivere la fraternità scout in-ternazionale. Una Route per comprendere e sostenere le vere ragioni dellapace, scoprire e condividere l’impegno dei cristiani per il bene di tutti, am-mirare l’indescrivibile bellezza dell’arte e della natura.Sarà una esperienza che segna, che fa partire con la voglia di tornare contanti nuovi amici nel cuore e tante cose da fare per loro e con loro.

● Noviziati● Clan● Capi Singoli

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Leandro Tifi: [email protected] Compagnia di san Giorgio Sito: www.sangiorgiocomp.org e-mail: [email protected]

Macedonia

(Parco di Prespa)

Circa 8 giorni (viaggio escluso)

Tra Luglio e Agosto

“Va’ dove ti portano i piedi…”, le bellezze naturali della Macedonia.Route sui sentieri del parco transfrontaliero di Prespa, tra Macedonia e Albania,e incontro con una cultura diversa: osservazione della natura, servizio puliziaper il parco, lavoro per il recupero del centro visite di Gorica, ospitalità presso lefamiglie, sensibilizzazione della comunità locale al riuso e riciclo.

● R/S● Noviziati● Capi

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: In Italia Sonia Vendrame: 348/2837781, [email protected] Skype: venia1978In Macedonia Clara Cucco: 00389/76/453156, [email protected] Skype: claracucco

Bosnia Erzegovina

Vares

12–24 agosto “Genti e sentieri”Campo di lavoro sulle montagne intorno a Vares, cittadina in Bosnia centra-le, alle prese con un difficile dopoguerra e un’impegnativa transizione eco-nomica. Marcare e ripulire sentieri, giocare coi bambini, incontrare e colla-borare con le associazioni locali per dare un piccolo contributo alla ripresa,per vedere da dentro una realtà sconosciuta e inesplorata, per conoscercicon persone così lontane e così vicine.

● Clan● Noviziati solo se insieme ai loro Clan

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Anna Scavuzzo (Milano), Francesco Violi (Roma), Silvestro Rivolta (Milano):[email protected] - www.progettosarajevo.org

Bosnia Erzegovina

SarajevoVares

12–24 agosto “Genti e sentieri”Campo di lavoro sulle montagne intorno a Vares, cittadina in Bosnia centra-le, alle prese con un difficile dopoguerra e un’impegnativa transizione eco-nomica. Marcare e ripulire sentieri, giocare coi bambini, incontrare e colla-borare con le associazioni locali per dare un piccolo contributo alla ripresa,per vedere da dentro una realtà sconosciuta e inesplorata, per conoscercicon persone così lontane e così vicine.

● Clan● Noviziati solo seinsieme ai loro Clan

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Anna Scavuzzo (Milano), Francesco Violi (Roma), Silvestro Rivolta (Milano):[email protected] - www.progettosarajevo.org

AMBIENTE, ACCESSO ALLE RISORSE E SVILUPPO

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1/2006 XV

speciale eventi 2006speciale eventi 2010 - estero

1/2010 XV

Kenia

Slum di Korogocho,

Villaggi, Missioni,Sedi scout, progetti vari

Agosto “Insieme perché vinca la vita”.Un campo in Kenia, luogo in cui sono concentrate le più forti contraddizio-ni sociali, ci porterà a capire meglio le problematiche di un paese del sud delmondo e le interrelazioni tra Nord e Sud.

I percorsi di convivialità e condivisione che promuoviamo vogliono mettere in lu-ce le immense ricchezze e le irrinunciabili opportunità che può offrire una vita,attiva e interculturale che parte da un Cammino di conoscenza e di accoglienza dise , delle varie diversità etniche,religiose e scout (l’unità nella diversità).

● R/S singoli● Comunità R/S● Capi singoli

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Antonietta Pignataro: [email protected] www.huipalas.it - cell. 347/9349967Tiziano Resta: [email protected] - cell. 3355396898

Serbia ● 6/8 - 16/8● 13/8 - 23/8● 20/8 - 30/8

Educazione alla pace e all’incontro; conoscere e riconoscere il fratello nel-l’altro. Esperienza strutturata come campo mobile che consentirà di visitarediverse zone della Serbia.Belgrado: visita della Capitale e incontro con gli Scout serbi e la chiesa cat-tolica locale.Bezdan: incontro e attività con Puls (ONG locale) per l’animazione dei ra-gazzi in una terra di confine tra Croazia e Ungheria.Sombor: animazione rivolta a ragazzi dai 6 ai 18 anni ospiti dell’orfanotrofioo con situazioni di disagio sociale provenienti dalla zona, in collaborazionecon enti e associazioni locali.

● Noviziati● Clan

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Francesco Gamberoni: [email protected] Monica Mondini: [email protected]: www.progettosombor.org facebook: agesci progetto serbia-sombor

Brasile

Salvador de Bahia - Itabuna

Dal 9 Agostoal 27 Agosto

Per aiutare bisogna comprendere, ma non si comprende senza accogliere eper accogliere è necessario condividere. Il progetto attivo dal 2005 si svilup-pa nello stato di Bahia: a Mata Escura (nord) e a Itabuna (sud) nella MataAtlantica. Vive di tre momenti: la preparazione al campo, il campo in Brasilee tornati a casa, il percorso continua attraverso la testimonianza.

● Clan● Noviziati

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Giovanni - Marta: [email protected] Sito: www.scoutinbrasile.org

Romania

BucarestTargoviste

Iasi

Agosto Il Progetto offre occasioni di incontro e servizio, alla scoperta di una realtà anoi vicina geograficamente ma per lo più sconosciuta; per andare oltre glistereotipi e le semplificazioni giornalistiche. Campi a Bucarest, Targoviste eIasi, dove l’Agesci collabora con Associazioni locali solide e ben integrate,che si occupano di minori ed infanzia abbandonata. Oltre a testimonianzesul contesto sociale e politico, si vivranno anche esperienze ed attività in co-mune con gli scout dell’Organizzazione Nazionale Romena.

● Clan● Noviziato

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Alberto Mion: [email protected]

COOPERAZIONE, ACCOGLIENZA

Albania

Albania

Agosto

Agosto

Un campo in Albania è occasione d’incontro, di condivisione, di supera-mento dei preconcetti… nella scoperta delle meraviglie albanesi. Ospiti nel-le missioni, in varie località dell’Albania (città, campagna, montagna) si in-contreremo e scopriremo le comunità locali, la loro storia e cultura, in stret-ta collaborazione con lo scautismo albanese.

Scambi di esperienze, attività, giochi, canti e foto (e-mail, posta, fax). Cono-scenza e collaborazione con lo scoutismo albanese.

● Clan● Noviziati

● L/C● E/G

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Luche Luigi: [email protected]: www.progettoalbania.eu

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XVI PROPOSTA EDUCATIVA

speciale eventi 2010 - estero

Romania

Gherla

Dal 7 al 17 agosto Si svolgerà servizio di animazione di strada attraverso le tecniche del teatrosociale. Il servizio è rivolto ai bambini senza famiglia o con problemi fami-gliari, seguiti dall’assistenza sociale locale, senza tralasciare esperienze chefacciano comprendere il contesto sociale e culturale in cui ci si troverà.Campo di scoperta di se stessi negli occhi dei bambini e di scoperta della Roma-nia come parte dell’Europa e come lente attraverso cui guardare il presente.

● R/S singoli● Clan● Capi

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Paolo Olivieri: 328/1748696 - [email protected]: http://gherla2009.altervista.org/

Kenia

Slum di Korogocho,

Villaggi, Missioni,Sedi scout,progetti vari

Agosto “Insieme perché vinca la vita”.Un campo in Kenia, luogo in cui sono concentrate le più forti contraddizio-ni sociali, ci porterà a capire meglio le problematiche di un paese del sud delmondo e le interrelazioni tra Nord e Sud.

I percorsi di convivialità e condivisione che promuoviamo vogliono mettere in lu-ce le immense ricchezze e le irrinunciabili opportunità che può offrire una vita,attiva e interculturale che parte da un Cammino di conoscenza e di accoglienza dise , delle varie diversità etniche,religiose e scout (l’unità nella diversità).

● R/S singoli,● Comunità R/S,● Capi singoli

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Antonietta Pignataro: [email protected] www.huipalas.it - cell. 347/9349967Tiziano Resta: [email protected] - cell. 3355396898

Bosnia-Erzegovina

Tuzla

Bosnia-Erzegovina

Bosnia-Erzegovina

Baija Ba?ta

Luglio - agosto

Luglio - agosto

Luglio - agosto

Route di scoperta e condivisione in una piccola comunità bosniaca attraver-so attività di servizio e di animazione. Ricominciare e convivere nella realtàmultietnica della Bosnia dopo le violenze e le ingiustizie della guerra.

Campi gemellati con scout stranieri.

Route di scoperta e condivisione in una piccola comunità multietnica attra-verso attività di servizio e di animazione. Ricominciare da profughi in unostato straniero dopo le violenze e le ingiustizie della guerra e l’isolamentodell’embargo.

● Clan● Noviziato

● L/C – ● E/G

● Clan● Noviziato

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Ivan Dorigo: [email protected] Riccardo Saurini: [email protected]

Burkina Faso Dal 6 al 27 agosto Il Campo rappresenta un percorso di avvicinamento alle tematiche dell’ac-coglienza, della multiculturalità, della dimensione internazionale delloscoutismo/guidismo, dell’approccio interreligioso, e della scoperta dellarealtà di un Paese del Sud del Mondo: il Burkina Faso.Questo Campo nasce dall’esperienza positiva dei precedenti cantieri nazio-nali, dalla lunga relazione di collaborazione con le Guides du Burkina Faso edalla richiesta di supporto nella rinascita e nello sviluppo dello scoutismoburkinabè attraverso un Progetto in collaborazione con il MASCI.

● R/S maggiorenni● Capi

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: Marco Angelillo: [email protected] Noemi Ruzzi: [email protected]

Macedonia Circa 7 giorni (viaggio escluso)

Tra luglio e agosto

“Dalla Macedonia di Alessandro Magno alla Macedonia europea”. Percorsostorico- archeologico per tentare di comprendere la situazione attuale attra-verso storia, lingua, tradizioni, cultura e folklore.Incontro con macedoni e albanesi per comprendere i punti di vista, incon-tro con scout locali, partecipazione a manifestazioni folkloristiche.

● R/S● Noviziati● Capi

DOVE QUANDO COSA CHI

Referenti: In Italia Sonia Vendrame: 348/2837781, [email protected] Skype: venia1978In Macedonia Clara Cucco: 00389/76/453156, [email protected] Skype: claracucco

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1/2010 XVII

speciale eventi 2010 - capi

– Eventi Nazionali per capi –Campi di Formazione Associativa (CFA)

(a cura della Segreteria Nazionale)

Il CFA è rivolto ai soci adulti che hanno concluso da almeno 10 mesi la prima fase del percorso formativo di base. (Tirocinio,CFT, CFM -art. 48 Regolamento AGESCI). Trattandosi di un evento nazionale, ciascun campo accoglierà un massimo di:– 2 persone per gruppo; 4 persone per zona; 2 persone per regione.Attenzione: il calendario non è completo. Per le modalità di iscrizione, le nuove date e gli aggiornamenti in tempo reale con-sultare il calendario sul sito dell’Agesci: www.agesci.org

DATA CAPI CAMPO E ASSISTENTE ECCLESIASTICO AREA LOCALITÀ28/03-3/04 C.Pagnanini/P.Montagni/d.G.Cangiano Nord Est Pralungo (TN)28/03-3/04 E.Lovascio/V.Trisolini/d. JP.Lieggi Tre Mari Alberobello (BA)8-15/05 M.Dante/E.Martinelli/p.D.Brasca Nord Ovest Piazzole (BS)8-15/05 L.Beoni/P.Paganelli/d.C. Villano Centro Casentino (AR)22-29/05 C.Romei/M.Buda/p.D.Brasca Centro Casentino (AR)29/05-5/06 T.Latrofa/G.Ruggiero/d.F.D’Onofrio Tre Mari Isernia19-26/06 G.Aceto/M.Bocedi/d.E. Lonzi Nord Est Montesole (BO)26-06/3-07 E.Ciccarese/M.Costa/d.Marsiglio Nord Ovest Montisola (BS)3-10/07 C.Arcieri/S.Pescatore/d.V.Giannini Tre Mari Amalfi (SA)17-24/07 R.Vincini/C.Di Mauro/p.F.Valletti Centro Valle Santa (RI)10-17/07 L.Craviotto/M.Cecchini/p.S.Roze Centro S.Antimo (SI)10-17/07 M.Baldo/A.Di Liberto/d.F.Marconato Nord Est Cornuda (TV)24-31/07 E.Fraracci/F.Tancioni/d.L.Bavagnoli Nord Ovest Valcodera (LC)24-31/07 A.Quaini/A.Biglietti/d.L.Fantini Nord Est Mizzole (VR)1-8/08 D.Serranò/Z.Marsili/fr.S.Tropea Tre Mari Lorica (CS)7-14/08 S.Zambonin/G.Ladisa/p.S.Gorla Tre Mari Alberobello (BA)21-28/08 L.Botti/G.Ebner/p.A.Salucci Centro Valentano (VT)21-28/08 E.De Agostini/M.Padrin/d.L.Fantini Nord Est Festa’ (MO)21-28/08 A.Pesce/C.Sportato/d.M.Pernice Tre Mari Etna (CT)21-28/08 S.Mazzanti/G.Marsiglia/d.G.Lombardi Centro Capodarco di Fermo (MC)21-28/08 M. Cantoni/D.Zanotti/p.M.Vianello Centro Barbiana (FI)21-28/08 L.Lovato/F.Tarantino/d.A.Chiarello Nord Est Valeggio s.M. (VR)28-08/4-09 L.Carazza/M.Porretta/d.D.Mitolo Centro Bracciano (RM)28-08/4-09 L.Brentegani/R.Di Cuia/d.F.Besostri Nord Est Colico (LC)28-08/4-09 S.Finarelli/GV.Pula/p.M.Michielan Centro Orsogna (CH)11-18/09 S.Melli/L.Brignone/p.R.Del Riccio Tre Mari CastelVolturno (NA)18-25/09 R.Facchinetti/F.Panti/d.M. D’Alessandro Centro Firenze5/12/09 P. Lori/N. Catellani/d. C. Marasca Centro Matelica (MC)25-09/2-10 T.Italia/G.Rao/d.L.Meacci Tre Mari Brucoli (SR)25-09/2-10 F.D’Angelo/S.Loni/d.G. Ruzzi Centro Rocca Morice (PE)

NOME DEL CAMPO DATA LUOGO/BASE Rivolto Staff di cantiereIl Bosco e le emozioni 26/27 giugno Bracciano Capi L/C con almeno CFM Cinzia PagnaniniLa Giungla e le emozioni 26/27 giugno Bracciano Capi L/C con almeno CFM Massimo BertolucciLa Giungla e il protagonismo del bambino 26/27 giugno Bracciano Capi L/C con almeno CFM Zeno Marsili

Catechesi 25/26/27 giugno Bracciano Capi LC EG RS con almeno CFM Staff interbranca

Cantieri nazionali Giungla e Bosco

I Cantieri sono ormai un abituale appuntamento della Branca LC per imparare ad utilizzare l’Ambiente Fantastico provandoconcretamente a costruire insieme una Caccia Giungla o un Volo Bosco. Sarà possibile sperimentare che cosa vuol dire tradur-re gli obiettivi educativi attraverso l’Ambiente Fantastico. Ognuno potrà scegliere di giocare il tema per sé più interessante.I Cantieri, aperti ai capi di branca LC che abbiano già frequentato il cfm, avranno luogo nella base scout di Bracciano, dalla mattinadi sabato 26 giugno al primo pomeriggio di domenica 27 giugno 2010, in contemporanea con i Cantieri di Catechesi Interbranca.La scheda di iscrizione sarà presto disponibile sul sito web www.agesci.org/metodo/brancalc; le iscrizioni apriranno dal 1 aprile.

Informazioni: Segreteria Centrale AGESCI- Formazione Capi Tel. 06/68166204 (9.00-13.00/14.00-17.00). E.mail: [email protected]

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XVIII PROPOSTA EDUCATIVA

speciale eventi 2010 - capi

Eventi 2010(a cura della formazione capi nazionale)

DATA LUOGO

4-5-6 giugno 2010 Bracciano (RM)

INCONTRO NAZIONALI FORMATORI (NTT)Si tratta dell’appuntamento triennale che chiama a raccolta i formatori e gli incaricati regionali alla Formazione Capi per con-frontarsi sulle scelte formative e per individuare insieme progetti e strategie per il futuro. L’occasione dell’”NTT 2010”, risulta si-gnificativa anche in considerazione dell’approvazione nel Consiglio Generale 2008 dei “principi fondanti” e della conseguentearticolazione del Regolamento relativo alla “Formazione Capi”.

DATA LUOGO

4-5 settembre 2010 Bracciano (Roma)

EVENTO START per Capi Campo e AE neo nominatiPrima tappa di “formazione al ruolo” per formatori. E’ un momento significativo del servizio di formatore che punta attraversoil confronto con altri Capi Campo e Ae di nuova nomina e con l’aiuto di alcuni formatori più esperti, ad acquisire le informa-zioni e gli strumenti necessari per iniziare il nuovo servizio e per approfondire tutto ciò che è necessario per un servizio serenoed adeguato al mandato ricevuto.

DATA LUOGO

4-5 settembre 2010 Bracciano (Roma)

EVENTO START per Assistant neo nominatiPrima tappa del percorso di “formazione al ruolo” per “formatori.Assistant”. L’evento, sarà occasione per confrontarsi, per ac-quisire gli strumenti necessari nello svolgere al meglio il futuro servizio di formatore. Inoltre sarà il luogo per prepararsi a “da-re il proprio contributo” alla squadra (lo staff del campo) in cui si è inseriti nella collaborazione e progettazione dell’evento“campo scuola”.

Per informazioni: Formazione Capi - Tel. 06/68166206 E.mail: [email protected]

Settore specializzazioni - Stage per capiGli stages per capi sono occasioni di maturazione metodologica e tecnica offerte dal Settore Specializzazioni, unitamente allaFormazione Capi, a tutti i capi dell’Associazione ed a quanti stanno completando l’iter di formazione. Sono eventi di durata va-riabile da un fine settimana a quattro giorni, con un intenso programma e coordinati da esperti nella tecnica specifica così co-me nel metodo scout e nelle valenze pedagogiche ad esso connesse. Si svolgono per la maggior parte nelle Basi del Settore Spe-cializzazioni. Gli stage sono aperti solo a Capi. I principali scopi di questi eventi sono:

● migliorare le competenze tecniche e metodologiche dei Capi;

● proporre tecniche specifiche su cui favorire la riflessione della valenza educativa;

● rinnovare l’interesse a sviluppare le capacità manuali, la passione per il fare, talvolta sacrificata da proposte deboli nelleunità;

● promuovere l’utilizzo delle tecniche dello scouting come mezzo abituale ed originale dello proposta scout;

● valorizzare pienamente le attitudini e le competenze dei Capi aiutandoli a divenire maestri di alfabeti tecnici nei confrontidei ragazzi;

● aiutare i Capi a rendere ai ragazzi la “testimonianza del fare”;

● favorire lo scambio di idee, competenze, esperienze. Caratteristica di questi eventi è l’imparare facendo.Per informazioni e iscrizioni puoi rivolgerti alla Segreteria Centrale: [email protected] tel. 0668166219 o/e verificare la di-sponibilità sul sito (http://www.agesci.org/utility/eventi/campi/stagescapi.php)

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1/2010 XIX

speciale eventi 2010 - capi

TITOLO DEL CAMPO BASE / LUOGO RIVOLTO A N° MAX DATATracce del Wild Spettine (si terrà capi 15 5-7 febbraio 2010

nelle Foreste Casentinesi)Orizzonti d’Inverno Spettine (si terrà capi 15 5-7 febbraio 2010

nell’Appennino Piacentino)Non stancarti di andare Bracciano (fuori base) capi senza limite 5-7 febbraio 2010

Tracce del Wild Marineo (si terrà nel Pollino) capi 20 26-28 febbraio 2010Orme nella neve Spettine capi 15 5-7 marzo 2010

(si terrà sulle Alpi Orobiche)Espressione E/G Spettine capi senza limite 6-7 marzo 2010Verde Avventura Treia capi 25 6-7 marzo 2010L’arte del Pioniere Marineo capi 20 12-14 marzo 2010

La Fucina del Pioniere Spettine capi 15 13-14 marzo 2010Abilità Manuale Spettine capi senza limite 13-14 marzo 2010

Branche in musica e danze Cassano (il campo si svolgerà capi 40 19-21 marzo 2010a Conversano - BA)

Trappeur e..... Marineo capi 20 20-21 marzo 2010ORIENTARSI... astronomia e topografia Costigiola capi 20 20-21 marzo 2010

Pionieristica e scoperta della natura - 1° Livello Spettine capi senza limite 17-18 aprile 2010NAVIGAZIONE FLUVIALE, TRAPPEUR... Costigiola Fuori Base capi 20 1-2 maggio 2010

sul fiume Adige in canoa/kajak con cambio base (Legnano) è obbligatorio sull’isola a Legnano saper nuotare

Campi all’estero, come e perchè Marineo capi 20 8-9 maggio 2010Occitania... antiche tecniche di montagna Cantalupa capi 20 8-9 maggio 2010

Canoa e Natura Spettine capi senza limite 8-9 maggio 2010Canyoning e Natura Spettine capi senza limite 8-9 maggio 2010

Le erbe e le stelle della Maiella Bracciano (fuori base - Maiella) capi 12 8-9 maggio 2010Lavorare il cuoio. Passione ed arte Marineo capi 20 8-9 maggio 2010

Dal nodo piano al tibetano Spettine capi senza limite 22-23 maggio 2010Pionieristica Andreis capi 20 15-16 maggio 2010

Stelle e bussola, per non perdersi Marineo capi 20 15-16 maggio 2010Erbe, cucina e fantasia Marineo capi 20 15-16 maggio 2010

Estote Parati (Pronto Soccorso e BLS) Bracciano capi 28 21-23 maggio 2010PIONIERISTICA 2° livello - pionieristica avanzata Costigiola capi 20 22-23 maggio 2010(consigliato a chi ha già frequentato un 1° livello)GATTI SKATENATI… alla ricerca dell’hebertismo! Costigiola capi 20 22-23 maggio 2010

L’uomo dei boschi Andreis capi 26 5-6 giugno 2010Quando la strada non c’è Bracciano (fuori base) capi senza limite 5-6 giugno 2010

Breaking News: Capi, giornalismo & comunicazione Marineo capi 20 12-13 giugno 2010RITORNO IN TRINCEA 1915-1918... un’assurdità Costigiola Fuori Base capi 15 2-4 luglio 2010

da conoscere, un ambiente da riscoprire, una cultura (Pasubio) preferibilmente da sviluppare nello scenario alpino della grande guerra! dedicato a chi ha già

competenza di accantona-mento e autogestione, non

soffre di claustrofobiaTopografia ed orientamento nelle branche Bracciano capi senza limite 4-6 settembre 2010

Scouting safari Bracciano (fuori base) capi 12 24-26 settembre 2010PIONIERISTICA 1° livello - pionieristica di base Costigiola capi 20 2-3 ottobre 2010

Note di Branca Spettine capi senza limite 30 ott.-1 nov. 2010MULTISTAGE... FACCIAMOCI IN QUATTRO! Costigiola capi 20 6-7 novembre 2010

Ogni tecnica al suo posto (campismo, espressione, hebertismo, natura)La camera di Teddy Treia capi 20 27-28 novembre 2010Verde Avventura Treia capi 20 27-28 novembre 2010

Estote Parati (Pronto Soccorso e BLS) Bracciano capi 28 3-5 dicembre 2010

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speciale eventi 2010- capi

XX PROPOSTA EDUCATIVA

Settore nautico - Eventi nazionali per capi

NOME DEL CAMPO DATA LUOGO/BASE RIVOLTO MAX PARTECIPANTI

Animazione nautica per capi 26- 29 agosto 2010 Porto Empedocle capi

Animazione nautica per Capi 26- 29 agosto 2010 Lovere capi

Tutti possono partecipare agli eventi del settore nautico, nautici e non.Per partecipare agli eventi nautici non bisogna essere dei grandi esperti di nautica o dei grandi navigatori.Per informazioni ed iscrizioni puoi rivolgerti direttamente alla segreteria centrale all’indirizzo mail [email protected] o altelefono 0668166219.

– Eventi organizzati dall’equipe Campi Bibbia –

Nell’ottica della personalizzazione del percorso, per rispondere agli individuali bisogni formativi è prevista come necessaria lapartecipazione ad eventi ed incontri formativi organizzati dai diversi livelli associativi ed aventi attinenza con gli obiettivi delProgetto del Capo. (vedi art.56 Regolamento) per dare corso al percorso formativo della seconda fase dell’iter. Tra gli eventi formativi l’Associazione a livello regionale e/o nazionale propone tra gli altri : i Campi Bibbia, i Campi di Catechesibiblica, i l Laboratori biblici etc…

DATE: 29.10 al 01.11.2010LUOGO: Eremo di Sanrocchetto (VR)CAMPO: Etica e società – Equipe CB & settore PNS

“Sono io il custode di mio fratello?”: l’incontro con l’altro (solidarietà e responsabilità).

BIBLISTA: Rinaldo FabrisCAPI CAMPO: Giovanna Manzato

Massimo Bressan

CONTATTO: [email protected] NOTE: aperto anche ad extra-associativi sopra ai 21anni

19-21 marzo 2010 laboratorio biblico di Dialogo interreligioso

1-5 aprile 2010Campo di Catechesi Biblica

7-14 agosto 2010 Campo Bibbia(aperto anche a capi-genitori con figli)

21-28 agosto 2010 Campo Bibbia

29-30-31 ottobre/1 novembre 2010

“Il lavoro:cristianesimo, ebraismo e islam a con-fronto”. Si tiene in Sardegna

“Bibbia e metodo scout:Il capo scout testimone della fede in Gesù Risorto”.Si tiene vicino a Lucca

Si tiene a Ginestreto

“Chi vede me vede il Padre” (Gv 14,9)Gesù racconta Dio agli uomini:viaggio nei Vangeli.Si tiene in Sardegna

Laboratorio biblico sui temi della Pace Nonvio-lenza SolidarietàIn collaborazione con il Settore Pns. Si tiene nelnord-est d’Italia

Biblista don Valentino Cottini

Biblista don Rinaldo Fabris

Biblista don Nuccio Grasso

Biblista don Valentino Cottini

Biblista don Rinaldo Fabris

LABORATORIO BIBLICO PER CAPI

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FIDATI DI ME

Proposta educativa 01-2010 23

sone ricche vera-mente di qualitàumane, nuovi eonesti cittadini». Lo dice don Pa-scual Chávez

Villanueva, attuale erede diDon Bosco alla guida dei Sale-siani, intervistato da Magdi Cri-stiano Allam. L’intervista si tro-va nel volumetto.

Stephen R. CoveyLa sfida della fiducia. Velocitàed efficacia nelle relazioni dibusiness e nella vita privataFranco Angeli, 2008

La fiducia vistanon come unasorta di necessa-ria panacea o at-t e g g i a m e n t obuonista, ma co-

me uno strumento concretoper migliorare i propri risultatieconomici e di sviluppo. Il bino-mio Velocità e Fiducia è, infatti,il tema portante di questo ma-nuale pragmatico di indicazionie riflessioni. Un binomio che ciporta a riflettere su quanto po-tremmo ridurre i costi (le tasse,come vengono chiamate qui inmaniera molto efficace) in ogninostra transazione dì business,se decidessimo di improntare inostri comportamenti reali al-l’apertura, invece che alla chiu-sura. Rapporto capo-collabora-tore, cliente-fornitore, diparti-mento-dipartimento ognuno dinoi può trovare il proprio ambi-to da velocizzare.

Da leggereZygmunt Bauman, Vita liquida, Laterza, 2008

“Vita l iquida” e“modernità liqui-da” sono profon-damente connes-se tra loro. Una so-cietà può essere

definita “liquido moderna” se lesituazioni in cui agiscono gliuomini si modificano prima chei loro modi di agire riescano aconsolidarsi in abitudini e pro-cedure. La vita liquida, come lasocietà liquido-moderna non èin grado di conservare la pro-pria forma o di tenersi in rotta alungo. (Introduzione, pag. VII).

Zygmunt BaumanPaura liquidaLaterza, 2008

La paura più temi-bile, legata alla di-mensione dell’in-certezza, è quella“diffusa, sparsa, in-distinta, libera, di-

sancorata, fluttuante, priva diun indirizzo o di una causa chia-ri”. Essa, secondo Bauman, puòderivare essenzialmente da tretipi di pericoli: le minacce diret-te al nostro corpo e ai nostriaveri, le minacce alla stabilità eall’affidabilità del nostro ordi-namento sociale e, infine, le mi-nacce che possono colpire lanostra collocazione sociale.

Amana KrishnanandaFiducia e sfiduciaFeltrinelli2008

Imparare dalle de-lusioni della vita.La vera fiducianon viene da fuo-ri, non si fonda su-gli altri e sulla vita,

ma è una risorsa interiore. Un li-bro che indaga sulle radici della

sfiducia e sul modo di recupera-re la sicurezza perduta. “La qualità della nostra fiduciaè misurata dallo stato della no-stra vita: dall’amore che abbia-mo per noi stessi, dalla profon-dità dell’intimità delle nostrerelazioni più importanti, dallagioia con cui affrontiamo la vi-ta. Sviluppare una fiducia matu-ra è il tesoro al termine dell’ar-cobaleno del lavoro interiore.Possiamo fare terapia all’infini-to ed esplorare le ferite dellanostra infanzia, ma a che cosaserve se non ci porta a un mag-giore livello di vera fiducia?Mancherà sempre qualcosa difondamentale. Abbiamo biso-gno di alcune chiavi per usarele esperienze della vita che cimettono alla prova così che di-ventino occasioni per aprire ilnostro cuore anziché chiuder-lo... Abbiamo bisogno di unastruttura, di una comprensioneche ci aiuti a riconoscere il valo-re delle delusioni e degli ab-bandoni, così che ci possanodare forza, anziché indebolire odistruggere la nostra fiducianella gente e nella vita. Se ve-diamo il significato emozionalee spirituale dei nostri momentidifficili, allora possiamo conte-nere il dolore. Le delusioni e gliabbandoni ci sfidano a scoprireuna fiducia reale e questo pro-cesso è un lungo cammino. Al-trimenti le nostre ferite posso-no facilmente diventare terribilie insopportabili”.

Chàvez Villanueva Pascual, ConDon Bosco e i giovani, ed. Elle-dici, 2010«Si dice che i giovani sono il fu-turo. Per me sono il presente, ese nel presente non ricevonol’opportunità di sviluppare i lo-ro talenti, non avremo mai per-

a cura di Ruggero Longo

bibliografia

bib

liogra

fia

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quasi una rarità!“Berretta Rossa”

“Durante il campoinvernale già sen’erano viste dellebelle, ma quello checi capitò la dome-nica mattina aveva

un sapore del tutto speciale... “Un piccolo libro uscito alcunianni fa, la vita di un ragazzo inetà di noviziato, raccontata inprima persona. Perché non leg-gerlo con rover e scolte? Faciletrovare spunti per attività dibranca, ma anche per discussio-ni sui temi più vicini ai ragazzi“Ad ogni festa per noi maschi c’e-ra poi una regola d’onore chetutti dovevano rispettare: ciascu-no era impegnato a ballare il len-to con tutte, almeno una volta,comprese le meno belle e deside-rabili”. Ma anche i capi ballano?

ecco la ristampa!“La Giungla”

Un grande classi-co della tradizio-ne di branca L/C,che ha aiutatotanti capi a dive-nire esperti vec-

chi lupi. L’ambiente fantasticoGiungla è descritto minuziosa-mente sia nei suoi fondamentieducativi sia nelle sue millepossibilità di utilizzo (giochi,racconto, geografia...) e propo-ne al lettore un approccio com-plessivo all’universo simbolicodella Giungla.

“Poiché la forza del branco è nellupo e la forza del lupo è nelbranco. Ogni giorno bisogna la-varsi dalla punta del naso, giù fi-no alla punta della coda”.

esce la ristampa! “Le storie di Mowgli”

La storia del cuc-ciolo d’uomo chediviene “signoredella giungla”,della tigre zoppae dei saggi amici

di Mowgli: Akela, Bagheera, Ba-loo e Kaa. Il testo d’eccellenzaper raccontare e giocare laGiungla con lupetti e lupette. Inquesta nuova versione tantisuggerimenti utili per utilizzareal meglio il testo con introdu-zioni ai singoli racconti, riferi-menti al cammino di progres-sione personale dei lupetti espunti di giochi ed attività.Come Ballo disse a Baghera: “Uncucciolo d’uomo è un cucciolod’uomo e deve imparare tutte leleggi della giungla”.

Chiedete i libri alla vostra coo-perativa scout o cercateli suwww.fiordaliso.it

(Grazie a Pippo Scudero e Francesco Chiulli)

re? O mai sognato che gli uomi-ni parlassero la stessa lingua,come prima della torre di Babe-le? Facile per chi ha letto “Pren-diamoci per mano... più gioia cisarà” di Pippo Scudero: diecistorie sui temi della pace, dellagiustizia, della solidarietà e deldialogo tra i popoli e le culture.Affascinante per i lupetti, mautile anche per rover e scolte.Per imparare a costruire pontie non muri. Un vaccino contro ipericoli della violenza e dell’in-tolleranza: prescritto ai piccoli,ma necessario ai grandi checominciano ad impegnarsi piùconcretamente a “lasciare ilmondo un po’ migliore di co-me l’abbiamo trovato”. Il rac-conto ci permette di sognare ilfuturo, come dice Gianni Roda-ri “So bene che il futuro non saràquasi mai bello come una fiaba.Ma non è questo che conta. In-tanto bisogna che i bambinofaccia provvista di ottimismo edi fiducia, per sfidare la vita. Epoi non trascuriamo il valoreeducativo dell’utopia. Se nonsperassimo, a dispetto di tutto,in un mondo migliore, chi ce lofarebbe fare di andare dal denti-sta?”

...ancora in libreria!“Francesco e i suoi amici”

Un lupo, una tor-tora, un frate... glistrani amici diFrancesco com-pongono unpuzzle di storie di

santità, che ci fanno scoprire lapresenza di Dio in ogni incon-tro ed in ogni creatura. Raccontidal linguaggio semplice ed im-mediato, fanno respirare l’es-senza della spiritualità france-scana. Gli educatori possono leggere eusare il libro, per parlare di Fran-cesco, di Chiara e degli altri frati,ma anche e soprattutto per par-lare di Dio. Queste storie sonoconosciute e utilizzate da tem-po anche nel Terzo Ordine Fran-cescano dei Frati Minori. Ottimeper L/C e non solo...

Raccontare è un’emozione. Rac-contare ai bambini che ti guar-dano assorti, con gli occhi spa-lancati, seduti in un prato o sul-le panche della sede... leggerenei loro occhi che la storia di-venta di nuovo vita, modello dicomportamento, voler esserecome... è un’emozione ancorapiù grande. Così scrivono gliIINN di branca LC e parlano di“Francesco e i suoi amici”, maavete provato a raccontare unastoria in Clan? A usare momen-ti narrativi in un capitolo o unaveglia? A lanciare un grandegioco in Reparto? In “Grammatica della fantasia”Gianni Rodari paragona la pa-rola è un sasso gettato nellostagno che si propaga nel cuo-re a cerchi concentrici e sistampa nella memoria. Ricor-date meglio le favole della vo-stra infanzia o la letteratura delliceo? Meglio gli Atti degliApostoli o le parabole del Van-gelo?Il racconto si può leggere, masappiamo tutti che è molto ef-ficace farlo proprio e narrarlocome una storia conosciuta dasempre. Esercitarsi non è diffi-cile: raccontando si impara...Nello scaffale scout non posso-no mancare le storie dellaGiungla e del Bosco, ma vi sug-geriamo anche altre proposte enovità.

“Prendiamoci per mano, piùgioia ci sarà”

Mai incontratoun tonno che sal-va un bambino?O due vecchisaggi che tesso-no arcobaleni e

collezionano strette di mano?Mai sentito un semaforo parla-

SCAFFALE SCOUT

editoria scout

24 Proposta educativa 01-2010

a cura di Laura GalimbertiIncaricata Agesci

alla stampa non periodica

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– Linda, raccontaci che biso-gno c’era di un incaricato na-zionale allo sviluppo? La no-stra associazione non è giàgrande a sufficienza?«È sicuramente “grande”, perchéè una tra le più importanti asso-ciazioni con un sistema educa-tivo unico e strutturato, congrandi obiettivi. Riconosciuta,stimata e numericamente im-portante, ma il senso dell’incari-co e del mio compito va oltre lalogica dei numeri o del risultatonumerico. L’obiettivo è quellodi “aiutare” a trovare gli stru-menti che possano fare svilup-po; è necessario avere una “vi-sione” associativa, è importanteveicolare idee, esperienze, pro-getti legati al tema dello svilup-po, perché il patrimonio asso-ciativo sia davvero di tutti e pertutti».– Che idea ti sei fatta di que-sto tema? Potrebbe esserestrategico per la nostra asso-ciazione?«Da qualche anno, l’associazio-ne lavora intensamente su que-sto tema; già ai tempi dellaCommissione Sviluppo sonostati raccolti dei dati interessan-ti e fatta una fotografia cheesprime la realtà e il modo diconcepire il tema; grazie a que-sto studio e dai dati raccolti,l’associazione ha deciso di “ri-partire” con l’istituzione di unafigura il cui compito è: “Lavorareper la diffusione dello scauti-smo, per sostenere azioni e pro-getti di sviluppo, per favorirel’ingresso di nuovi educatori,per confrontare modelli diesperienze e progetti, sia nazio-nali che internazionali, legati al-lo sviluppo dello scautismo”.

Credo sia un’opportunità offer-ta a tutti per “crescere”. Il con-fronto e lo scambio stimolanonuove idee, mettono in motoun meccanismo virtuoso percui tutti siamo portati ad averepiù consapevolezza della no-stra identità e della “missione”cui siamo chiamati. Il modo cheognuno trova, nel proprio terri-torio, per dare risposte di sensoin campo educativo, finalizzatead aiutare i ragazzi a crescerecome persone solide e solidali èl’obiettivo della nostra associa-zione. Se il fine del nostro servi-zio è di “lasciare il mondo mi-

gliore di come lo abbiamo tro-vato”, il fine ultimo di ogni uomoè di “amare” gli altri come sestessi e lo scautismo è certa-mente uno strumento che por-ta ad essere come Cristo ci testi-monia ogni giorno. La strategiasta proprio nel metodo di lavo-ro, semplice e con strumentisemplici. L’idea è quella di met-tere in circolo le esperienze dieccellenza sparse per il territo-rio nazionale, mettendo in co-municazione i territori stessi, at-traverso modalità che aiutino ariflettere, a confrontarsi, ad im-parare dai successi e anche da-gli insuccessi, di chi quotidiana-mente affronta il servizio. Pro-gettare lo sviluppo è sicura-mente strategico per il futurodell’associazione ed è vitale peril futuro dei nostri ragazzi; nonsi vuole creare una sovrastrut-tura, non servirebbe a nessuno,

SVILUPPO

Proposta educativa 01-2010 25

INVESTIREnel futuro

«Se il fine del nostroservizio è di “lasciare il mondo migliore di come lo abbiamotrovato”, il fine ultimodi ogni uomo

è di “amare” gli altricome se stessi e lo scautismo è certamente unostrumento che portaad essere comeCristo ci testimoniaogni giorno»

Linda Incorvaia

“Lavorare per ladiffusione delloscautismo, persostenere azioni

e progetti di sviluppo,per favorire l’ingressodi nuovi educatori, perconfrontare modelli

di esperienze eprogetti, sia nazionaliche internazionali,legati allo sviluppodello scautismo”

Intervista con LindaIncorvaia, la nuovaIncaricata Nazionale

Settore Sviluppo

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esistono già dei “luoghi” prepo-sti a pensare e fare sviluppo,queste sono le zone. Diciamoche l’incaricato nazionale deveessere una sorta di facilitatore,con il compito di contribuire a“costruire una rete” dove i con-tatti, le informazioni, lo scam-bio di idee ed esperienze sianoforza motrice per tutti. Unospazio utile per conoscere,confrontarsi con problemati-che simili e o successi che ser-vono anche ad incoraggiareladdove esiste la paura di af-frontare l’oltre...».– Che cosa faremo in concre-to?«L’anno del centenario ha datouna spinta per un’ulteriore ri-flessione sull’identità associati-va, sulle risorse presenti e suquelle necessarie per crescere,continuando nella nostra mis-sione originale: educare buonicittadini e buoni cristiani. È unsogno che va coltivato e nutri-to attraverso l’impegno. Inquesta prima parte del percor-so l’obiettivo è quello di “farecultura”, aiutando a diffonderel’originalissima e valida propo-sta anche dopo 103 anni di vi-

26 Proposta educativa 01-2010

SVILUPPO

«L’incaricatonazionale deve essere

una sorta di facilitatore, con

il compito di contribuire

a “costruire una rete”dove i contatti, le informazioni,

lo scambio di idee ed esperienze siano

forza motrice per tutti»

grazie all’impegno di tutti so-no giunti a risultati significati-vi. O il Lazio che sta impegnan-do molte energie. In questa fa-se ci stiamo adoperando per-ché nel più breve tempo sianoa disposizione di tutti, docu-menti ed esperienze d’eccel-lenza nel campo dello sviluppofatte in alcune zone d’Italia, co-sì come le difficoltà incontrateper l’apertura di nuovi gruppi.Esperienze fatte nel recentepassato, con l’intento di aiutarea riflettere, a pensare al nostrofuturo sempre con una visioneprogettuale. Diffondere pro-getti di sviluppo esistenti, peralimentare la rete delle buonepratiche. Il nostro impegno èche ci sia uno spazio che attivila “comunicazione” per un con-fronto stimolante e utile. È stato istituito l’indirizzo diposta elettronica dell’Incarica-to Nazionale a cui si può scrive-re: [email protected] ed ab-biamo creato un logo che rap-presenti l’impegno che il setto-re vuole comunicare. I ragazziinseriti nel contesto territorialerappresentano l’obiettivo. At-traverso la scelta di servire, rap-presentata dalla Promessa. Tut-to ruota intorno ad essa. Il terri-torio, “spazio vitale” per la rea-lizzazione della vita sociale, de-ve essere sempre aperto pron-to ad accogliere, a donare. Tuttidobbiamo agire, attraverso ilservizio quotidiano, affinché lanostra associazione sia cono-sciuta e scelta da tanti ragazzi.Attraverso l’impegno continuoe rinnovato di ognuno di noi,l’associazione può e deve con-tinuare a crescere».

ta, favorendo il confronto conesperienze internazionali, oltreche con quelle di casa. Nel me-se di novembre abbiamo par-tecipato al seminario organiz-zato da Wosm e Wagggs a livel-lo europeo che si è svolto a Fi-renze, portando la nostra espe-rienza e arricchendoci del con-fronto con esperienze di altripaesi. Lo scopo del seminarioera di condividere le miglioriidee ed attività riguardanti lacrescita al fine di creare una re-te e relative strategie. È statoun momento di scambio diinformazioni e formazione sul-le modalità di lavoro riguardo

il tema e sulle idee di svilup-po. L’impegno ci vedrà pro-

tagonisti anche nel pros-simo futuro, è in calen-

dario a breve, un’altraesperienza a Budapest.Il progetto nazionale cirichiama alla responsa-bilità in questo senso.

L’associazione si impe-gna a “dare centralità alle

zone e alle regioni come luo-ghi di promozione dello svi-luppo di nuovi gruppi, conso-lidamento di realtà esistenti ediffusione del patrimonio pe-dagogico dell’associazione”. Ilnostro compito è diretto versoquesti risultati. Esistono zoneche, insieme alle regioni, ad es.la Lombardia, sono impegnatein questo percorso di crescita e

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Proposta educativa 01-2010 27

UNO SGUARDO FUORI

pubblicazione di una nota pa-storale della CEI dal titolo “Ripri-stino e rinnovamento delle Set-timane Sociali dei cattolici italia-ni” (1988) si riprende il camminodelle Settimane Sociali. Le primeedizioni rinnovate sono quelladel 1991 a Roma su “I cattolici ita-liani e la nuova giovinezza del-l’Europa”; quella del 1993 a Tori-no su “Identità nazionale, demo-crazia e bene comune” e quelladel 1999 a Napoli su “Quale so-cietà civile per l’Italia di domani?”.Nel 2004 a Bologna si è svolta la44ª edizione sul tema “Demo-crazia: nuovi scenari, nuovi pote-ri”. Le figure di fondo della “setti-mana” bolognese sono statequelle di due padri fondatoridella Repubblica: Alcide De Ga-speri, che guidò con grandeequilibrio i primi anni di vita delPaese, e Giorgio La Pira, storicosindaco di Firenze, che ha fon-dato la sua azione politica suuna profonda e matura spiritua-lità. L’ultima, la 45ª, si è apertanella Cattedrale di Pistoia nel2007 per ricordare i cento annidella prima edizione, e per af-frontare il tema “Il bene comuneoggi: un impegno che viene dalontano”.

E finalmente veniamo all’oggi.La prossima Settimana socialesi terrà a Reggio Calabria, in ot-tobre. Proporrà il tema “Cattolicinell’Italia di oggi. Un’agenda disperanza per il futuro”. Più cheun tema, possiamo dire chepropone un progetto di discer-nimento comunitario che coin-volga tutte le associazioni e imovimenti ecclesiali, le diocesi,e le realtà economiche del no-stro paese. Non si vogliono riba-dire principi e valori che già laDottrina sociale ci propone(persona e comunità solidarietà

e sussidiarietà, libertà e respon-sabilità, pace e bene comune),tra l’altro rinnovati nell’ultimabella enciclica di Papa benedet-to XVI, ma piuttosto provare adeclinare insieme, nella storia dioggi, una agenda di questionicruciali la cui soluzione può aiu-tare il nostro paese a crescere,crescere moralmente ed econo-micamente, crescere nella lega-lità e nella solidarietà.Una Agenda, ci siamo detti, bre-ve (non le liste lunghe e ridon-danti che leggiamo nelle cam-pagne elettorali), una agendache pone problemi e che nonambisce a dettare un program-ma politico, un compito chenon spetta certo alle Settimanesociali. Una Agenda realistica,praticabile, sostenibile, fondatosu dati di analisi certi. Unaagenda non rivolta solo alla po-litica, ma a tutti i soggetti chepromuovono il bene comuneche, come ci ricorda la Centesi-mus annus, sono le persone sin-gole, le famiglie, le imprese, leorganizzazioni sociali, lo stato ele sue istituzioni. Il percorso ègià avviato da più di un anno,tante le associazioni coinvolte,tante le Diocesi impegnate. Ab-biano raccolto davvero unamesse di analisi e di intuizionidavvero belle. Nei prossimi mesi al Comitatospetterà il compito gravoso maentusiasmante, e cioè provare ascrivere una lista breve con laquale avviarci al confronto aReggio Calabria. Davvero mi au-guro che l’Agesci sia protagoni-sta attiva su un punto che nonpotrà non essere presente: lesfide educative da una parte ela questione giovanile dall’altra.

Le Settimane Sociali dei Cattoli-ci Italiani nascono a Pistoia nel1907 per iniziativa di GiuseppeToniolo. Le successive si svolse-ro ogni anno, fino alla Primaguerra mondiale. I temi affron-tati furono assai concreti: il lavo-ro, la scuola, la condizione delladonna, la famiglia. Dal 1927, unruolo importante nell’organiz-zazione fu assunto dall’Univer-sità Cattolica, poi nel 1935 arrivòla sospensione a causa degli at-triti con il regime fascista. Ripre-sero nel 1945, dopo la fine dellaseconda guerra mondiale, econtinueranno fino al 1970. Poifu la volta di una seconda e lun-ga sospensione. A seguito delle sollecitazioniprovenienti dal Convegno ec-clesiale di Loreto (1985) e con la

di Edoardo Patriarca

La prossimaSettimana Sociale dei Cattolici Italiani si terrà a Reggio

Calabria, in ottobre.Proporrà il tema

“Cattolici nell’Italia di oggi. Un’agenda

di speranza per il futuro”

SETTIMANE SOCIALI CATTOLICI ITALIANIDEI

CATTOLICI NELL’ITALIA DI OGGI.UN’AGENDA DI SPERANZA PER IL FUTURO DEL PAESE

UN CAMMINO DI DISCERNIMENTOVERSO LA 46a SETTIMANA SOCIALE

CATTOLICI NELL’ITALIA DI OGGI.UN’AGENDA DI SPERANZA PER IL FUTURO DEL PAESE

REGGIO CALABRIA14-17 OTTOBRE 2010REGGIO CALABRIA14-17 OTTOBRE 2010

COMITATO SCIENTIFICO E ORGANIZZATORE DELLE SETTIMANE SOCIALICOMITATO SCIENTIFICO E ORGANIZZATORE DELLE SETTIMANE SOCIALI

APPUNTAMENTOa Reggio Calabria

Non si voglionoribadire valori che giàla Dottrina socialepropone ma piuttostoprovare a declinareinsieme una agendadi questioni cruciali la cui soluzione puòaiutare il nostro paesea crescere nellalegalità e nellasolidarietà

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È venuto il tempo di scoprire chi e comea livello federale sta lavorando affinchéla macchina Jamboree funzioni almeglio. Lo staff di contingente si è

suddiviso in aree di lavoro e ad una aduna inizieremo a presentarci. La primaè l’Area Contenuti. Al suo interno cisono ovviamente capi Agesci e capi

Cngei, eccoli!

Emanuele, Silvia, Flaminia, Alessandra, Mariano, Andrea

28 Proposta educativa 01-2010

JAMBOREE

Con poche parole cerchiamoora di raccontarvi su cosa cistiamo muovendo.Il nostro lavoro riguarda il per-corso educativo sia per i capiche per i ragazzi/e e l’idea checi piacerebbe prendesse piedeè che questo vada a coinvolge-re sia chi sarà presente al Jam-boree sia chi non lo sarà.Per questo motivo sul sito webchiunque potrà trovare mate-riale, idee, comunicazioni, etcper aiutarci a mettere in prati-ca la maggior condivisionepossibile.

di Silvia Caniglia

LE AREESI PRESENTANO

Il motto del Jamboree svedeseinvita a vivere l’avventura po-nendo lo scouting in primo pia-no. Ai reparti di formazione, findal primo incontro, sarà caldol’invito a far loro questo stile. Lopotranno sperimentare nelletecniche scout come nella ca-pacità di osservarsi attorno, nelsaper cogliere stimoli e solleci-tudini, nell’impegnarsi in im-prese grandi e piccole.I temi della Natura, della Solida-rietà e dell’Incontro saranno icardini su cui ci muoveremo.Durante il periodo di avvicina-mento saremo impegnati a ri-solvere un “giallo” in cui, attra-verso indizi, notizie e altre infor-mazioni ripercorreremo partedella storia d’Italia e saremo in-vitati a rileggere questi 150 an-ni di vita – nel 2011 cade infattiil 150° anniversario della nasci-ta del nostro Paese –. Questo cipermetterà anche di valorizzaree testimoniare lo scautismo ita-liano al Jamboree.Siamo convinti che per valoriz-zare lo scautismo italiano alJamboree sia necessario che laF.I.S., Federazione Italiana delloScautismo, si riconosca cometale. Per far ciò crediamo chenon sia necessario un grossoevento, ma un’attenzione conti-

“Andrea

Silvia

Flaminia

Mariano

Alessandra

Emanuele

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nua nel “gettare le basi” del la-vorare insieme, del conoscersi,prima a livello di capi e poi di ra-gazzi/e. In tal senso come capivivremo un incontro federale il2-3 ottobre 2010. Come propo-sta per i reparti, sia quelli di for-mazione per il Jamboree sia ireparti dei gruppi si propone divivere l’incontro con le realtàscout presenti nella propria zo-na e a testimoniare tale incon-tro sul sito web. L’incontro tra i reparti e le squa-driglie/pattuglie Agesci e Cngeipuò avvenire nei modi e neitempi che ognuno riterrà piùopportuni (tra rep. di formazio-ne jamboree Agesci/Cngei ocon rep. e sq./patt. di gruppinon partecipanti al jam o conchi un jamboree l’ha già vissutoo incontro tipo LOA), ma l’invitoè proprio quello di “giocare”questo gioco.L’attenzione per i ragazzi/equella di far vivere sia a chi sta acasa sia a chi partecipa i temidel Jamboree e, per quantopossibile in ogni realtà, provarea condividere il percorso pre epost jam in concretezza. Oltre aquesto, a far sì che sfruttino almeglio il tempo del jam percrescere come persone respon-sabili e attente. Crediamo siautile evidenziare che il Jambo-ree è un’esperienza da inserirenel contesto più ampio della vi-ta scout che è fatta di realtà lo-cale, campi, azioni per gli altri.

Tale attenzione dovrebbe riu-scire ad infondere una menta-lità per la quale il Jamboreenon è L’evento ma appunto unevento.Forti dell’esperienza del Cente-nario dello Scautismo, con ilCentenario del Guidismo appe-na iniziato, vorremmo che vera-mente tutti ci sentissimo testi-moni del nostro essere scout.Ecco perché il desiderio chequest’avventura sia vissuta co-me Ambasciatori dello scauti-smo italiano da parte di tuttinoi e la speranza che questo siasentito, valorizzato e condivisoin ogni gruppo.Il percorso spirituale ci permet-terà di vivere la dimensione del-la Natura, della Solidarietà edell’Incontro accompagnatidalla Parola di Dio sia durantel’avvicinamento al Jamboreesia al Jamboree stesso. Inoltre,l’intera traccia e i vari moduliproposti per il campo sarannoscaricabili dal sito web, cometutto il restante materiale, aduso di ogni capo e ogni esplora-tore e guida.Come proposta per la BrancaE/G vi è il tema “Coloriamo l’Ita-lia d’imprese”. Anche le squadri-glie e i reaprti di formazione vi-vranno la possibilità di colorarel’Italia d’imprese mediante lapreparazione e presentazionedi momenti da vivere la Jambo-ree.Il percorso di ricaduta dell’e-

sperienza Jamboree è il più dif-ficile da concretizzare. In que-sto, un grosso peso lo giocanogli staff e i reparti di origine.Fin dall’inizio è da considerareche non si iscrive un esplorato-re o una guida al Jamboree ebasta, ma che il loro camminosarà seguito e condiviso da tut-to il reparto. Questo non vuolecondizionare l’anno di vita delreparto stesso, ma vuole essereuno stimolo ulteriore per cre-scere, magari focalizzando l’at-tenzione su aspetti un po’ diver-si dai soliti (Internazionalità,Fratellanza scout,...). Messo inquest’ottica, il materiale scari-cabile dal sito permetterà di se-guire, o vivere anche nell’unità,passo passo l’avventura Jambo-ree e sarà quindi più facile farsicoinvolgere.L’ambasciatore sarà allora unportavoce del gruppo e delloscautismo italiano, saprà porta-re l’esperienza e la testimonian-za della propria tipicità scout edappartenenza ad una terra, edinoltre verrà inviato per riporta-re a casa un’idea, un progetto,un sogno da realizzarsi poi conla propria squadriglia o il pro-prio reparto. Inoltre, che l’esperienza acquisi-ta diventi frutto condiviso. Il no-stro ambasciatore vorremmofosse coinvolto, dalle Zone, dal-le Regioni o da altra strutturaassociativa, a raccontare e a rac-contarsi concretamente.

JAMBOREE

Proposta educativa 01-2010 29

«ll nostro lavororiguarda il percorsoeducativo sia per i capi che per

i ragazzi/e e l’ideache ci piacerebbeprendesse piede è che questo vada a coinvolgere sia chi sarà presente al Jamboree sia chi non lo sarà»

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BRANCA L/C

Ho sempre amato quell’emo-zione che corre come un fremi-to lungo la schiena quando nelbuio del teatro si apre il sipario:in un attimo ci si trova immersiin un mondo lontano nello spa-zio e nel tempo, che però ci av-volge a tal punto da farci rivive-re emozioni reali della nostra vi-ta. La stessa emozione che pro-vavo da bambino quando miinoltravo con gli amici nella ca-setta in fondo al giardino dellanonna, un luogo pieno di og-getti meravigliosi e di possibiliavventure fantastiche...Mi piace pensare che questofremito sia simile a quello checorre sulla schiena dei nostriLupetti e Coccinelle quandovarcano la soglia della tana odella sede.Quello della tana e della sedenon è uno spazio qualsiasi, è unluogo dove il gioco ha uno spes-sore diverso, non è come varca-re la porta dello spogliatoio del-la palestra, c’è un mondo fanta-stico in più che si apre grazie al-la trama narrativa di un raccon-to che accompagna, lì si acco-glie l’atmosfera della famigliafelice.È importante avere cura dellatana e della sede, non possiamoconsiderarli solo come un luogodi ritrovo, dove qualche paretedipinta tanto tempo fa e qual-che panchetto sono più che suf-ficienti per i nostri bambini per-ché, comunque, altre cose sonopiù importanti. La Giungla e ilBosco ci insegnano l’attenzionealle piccole cose, da cui nasconoe si sviluppano tante positività.B.-P. ci ricorda nel Libro dei Capiche la sede deve essere “un veroposto che il ragazzo senta come

LA SEDE E LA TANARACCONTANO

È importante avere cura della tana e della sede,non possiamo considerarli solo come un luogo

di ritrovo, dove qualche parete dipinta tanto tempo fa e qualche panchetto sono più che sufficienti per i nostri bambini perché,comunque, altre cose sono più importanti

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BRANCA L/C

di M. Bertolucci

grande, la visualizzazione dellaPista e del Sentiero daranno te-stimonianza dell’impegno diognuno nella caccia e nel volo. La cura della tana e della sede èbuon esercizio, oltre che di at-tenzione agli oggetti che ci so-no dati in custodia, di attenzio-

suo, fosse anche una cantina ouna soffitta”. Gli spazi che offria-mo ai nostri bambini devonoprima di tutto essere idonei dalpunto di vista della sicurezzaperché possano essere vissuti inlibertà, perché i bambini possa-no esserne “padroni”. A volte può non essere facile si-stemare tutto nel migliore deimodi perché gli spazi a nostradisposizione sono spesso angu-sti, ma la fantasia e il lavoro deicapi e dei bambini insieme puòtrasformare anche un vecchioprefabbricato o una soffitta inuna vera tana accogliente, puli-ta, ordinata. Abbiamo visto e sentito raccon-tare con gioia di sedi in cui lecoccinelle hanno un mobilettoin cui conservano le tazze cheloro stesse si sono costruite eche usano tutte insieme per faremerenda o del cassetto dei co-lori che i disegnatori possonousare quando vogliono; il Consi-glio degli Anziani di un Brancoche non vi dico è l’unico a sape-re di un nascondiglio dove siconserva ormai da tanti anni unlibrone rilegato in pelle dove aturno un lupetto dell’ultimo an-no scrive e disegna che cosa èsuccesso nel Branco in quellasettimana... Un posto d’onore per il totem ela lanterna ricorderanno l’unitàdel Branco e del Cerchio; la Leg-ge, la Promessa e il Motto saran-no di sicuro stati scritti ben in

A volte può nonessere facile sistemaretutto nel migliore deimodi perché gli spazia nostra disposizionesono spesso angusti,

ma la fantasiae il lavoro dei capi

e dei bambini insiemepuò trasformareanche un vecchioprefabbricato o

una soffitta in unavera tana accogliente,

pulita, ordinata

Una bella tana e una sede costruitacon gioia narrano ai bambini dellacomunità con cui

vivono, ne raccontanola storia, offrono

la libertà di prenderein mano uno spaziosempre più raro

Torna anche quest’anno l’abituale appun-tamento dei Cantieri!! Tutti i dettagli nel-l’inserto “eventi”.

• Cantiere ROSSO«Capisco che ti dispiaccia lasciarci, anche a mesai! È così divertente stare insieme a te!» disse Fi-glio Scoiattolo con uno sguardo triste, «ma nonsaresti mai felice se tu decidessi di non continua-re la tua strada».Capo Cantiere: Cinzia Pagnanini

• Cantiere VERDE«Tu sei della giungla e non sei della giungla», dis-se alla fine. «Ed io non sono che una pantera ne-ra. Ma ti voglio bene, fratellino».Capo Cantiere: Massimo Bertolucci

Due Cantieri per parlare di sentimenti e di modidi essere, di come, il Bosco nell’uno e la Giunglanell’altro, possono portare i bambini a compren-dere ciò che provano, a dargli un nome, ad espri-merlo, a riconoscere e distinguere un sentimen-to dall’altro, a far tesoro delle proprie emozioni.

•Cantiere GIALLO«Che cosa posso desiderare di più? ho la giunglae il favore della giungla! ci può esser altro inqualche posto fra l’alba e il tramonto?».Capo Cantiere: Zeno Marsili

Un Cantiere per ritrovare e valorizzare conl’aiuto della Giungla il protagonismo del bam-bino, il suo mettersi alla prova, sconfiggere lapaura, rischiare vittorie e sconfitte.A.E. dei Cantieri: don Andrea Lotterio

• cantieri giungla e bosco

ne agli altri. Quando preparia-mo la tana e la sede per acco-gliere cuccioli e cocci, per fe-steggiare le nuove promesse,quando una coccinella costrui-sce un angolo per la preghieracome impegno speciale per unaspecialità o un lupetto ridipingei panchetti, sarà fatto pensandoanche agli altri fratellini e sorelli-ne che ne potranno godere.Una bella tana, una sede co-struita con gioia costituisconoelementi utili della Parlata Nuo-va, narrano ai bambini della co-munità con cui vivono, ne rac-contano la storia, offrono aibambini la libertà di prendere inmano uno spazio per loro sem-pre più raro, che vive in quell’e-quilibrio fra il mio e il tuo, che èlo spazio condiviso, un primopasso nella scoperta e nella curadel bene comune.

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terpretazioni, per poter starein essa da protagonisti con unnostro pensiero autonomo,non omologato, che ci aiuti ascoprire quale ruolo possia-mo giocare in essa, cosa dimeglio dell’impresa per pro-vare a calibrare il sogno allaluce della realtà che abbiamoosservato e valutare la nostracapacità di realizzare quantoabbiamo sognato (il lanciodell’impresa: che è questostudio di fattibilità del sogno,purificato attraverso il crogio-lo della valutazione delle ri-

“Simply Scouting”, “Simplementdu Scoutisme”: come in molti sa-pete, è lo slogan del prossimoJamboree, il XXII, che si terrà nel-l’estate 2011 in terra di Svezia:un invito a ritornare alle origini,al cuore pulsante dell’avventurascout. Stimolati da questo even-to e sollecitati da una riflessionesugli ambienti educativi che laBranca E/G sta realizzando datempo, abbiamo posto da alcunianni lo scouting al centro dellanostra riflessione educativa, unasfida che trova nel reparto lostrumento più potente e la con-cretizzazione principe nell’im-presa.È facile, qualcuno potrà ribatte-re: non si sbaglia quasi mai a direche tutto in Reparto passa attra-verso l’impresa, è esso stesso im-presa, dato che l’impresa è losnodo nella vita delle strutturedel Reparto e dei Sentieri degliE/G. In realtà il rapporto tra scou-ting ed impresa è così stretto eprofondo perché appoggia suaspetti fondanti dell’uno e del-l’altra. Infatti: – se lo scouting è quello stile di

vita che ci fa osservare larealtà in cui stiamo, per non vi-

Al cuore dello scouting in reparto

L’IMPRESA

di Giovanni GaieraPattuglia Nazionale E/G

“verla come degli estranei chela attraversano senza cercaredi conoscerla, quale miglioreoccasione dell’impresa hannotra le mani gli E/G per sognarequalcosa di grande da fare in-sieme, partendo dall’osserva-zione di quello che li circondae dal loro modo di stare in es-so (qualcuno parla di “Mappadelle opportunità” come diuno strumento importanteche gli E/G possono costruireed utilizzare per ideare l’im-presa)?

– se lo scouting è quello stile divita che ci porta a dedurredalla realtà che abbiamo os-servato considerazioni ed in-

32 Proposta educativa 01-2010

BRANCA E/G

Lo scouting al centrodella nostra

riflessione educativa:una sfida che trova

nel reparto lostrumento piùpotente e la

concretizzazioneprincipe nell’impresa

Due coordinate profonde della pedagogia scout

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Proposta educativa 01-2010 33

facciamo e influisce profonda-mente sul modo in cui lo faccia-mo.La coordinata storica è il cam-biamento, il tempo che diamo anoi stessi per lasciarci modifica-re da quanto stiamo facendo, co-me singoli e come comunità, eper contribuire a far sì che il so-gno fatto insieme si accresca e sitrasformi in realtà ed insiemefaccia crescere in bellezza, uma-nità e occasioni di socialità il ter-ritorio in cui cerca di concretiz-zarsi. Non esiste, infatti, impresache non porti a modificare, spe-riamo più nel bene che nel male,l’assetto di partenza dei sogget-ti coinvolti e dei luoghi in cui es-sa si radica. Per questo motivo,l’impresa rappresenta lo stru-mento principale attraversocui un E/G può vivere ap-pieno la sua chiamata a“rendersi utile e aiuta-re gli altri” (art. 3 del-la Legge Scout) e a“amare e rispettarela natura” (art. 6 dellaLegge Scout): in altreparole, a vivere co-scientemente lo spiritoe la pratica della B.A. (laBuona Azione). Ecco perché “Coloriamo l’Ita-

realtà in cui viviamo, perchépossa crescere e noi con/inessa, cosa più dell’impresapuò permettere agli E/G di fa-re in prima persona qualcosadi concreto che porti a modifi-care la realtà, tanto personaleche comunitaria che del terri-torio in cui l’impresa si realiz-za, che sia nella natura piutto-sto che nella città o al chiusodi una casa?

– se lo scouting è quello stile divita che ci educa infine a con-templare la realtà per prova-re ad assaporare il mistero cheda essa si effonde costante-mente nelle nostre vite ed ilcontributo che siamo riuscitiad offrire perché questo mi-stero si arricchisca per noi eper gli altri di nuovi significati,quali migliori occasioni diquelle offerte ad ogni E/G dal-la verifica e dalla fiesta del-l’impresa, per cercare di com-piere il difficile ma necessariosforzo di rileggere quanto si èfatto per provare a capire senelle vite di ognuno/a, nellostare insieme e nel luogo incui è stato realizzato, questoha prodotto quei cambia-menti che erano stati intravistie sperati all’inizio, e di espri-mere nella gioia della festa lagratitudine per l’opportunitàche ci si è dati di fare qualcosainsieme e per i risultati rag-giunti?

Scouting ed impresa sono dun-que strettamente ingranati, co-me il “fine nel mezzo”: non si dàpossibilità di scouting in Repar-to senza l’impresa e viceversa.Entrambi fanno riferimento adue delle coordinate profon-de della pedagogia scout, ed infin dei conti di ogni pedagogiache poggi sulla concretezza del-l’esperienza: una geografica el’altra storica.La coordinata geografica è ilterritorio, lo spazio in cui gli E/Gvivono l’avventura attraverso laconcatenazione/sovrapposizio-ne delle imprese (di Reparto,Squadriglia, Alta Sq.), intervallatedalle sorprese con cui lo Staff sti-mola i sogni degli E/G. I tanti ter-ritori, quindi, in cui si dipana lavita del Reparto e vissuti non co-me “substrato inerte”, ma comespazio che determina ciò che

BRANCA E/G

lia di imprese” vuole essere la sfi-da che lanciamo a livello nazio-nale alle Squadriglie e ai Reparti,perché si sperimentino nel prati-care lo Scouting, lasciando unsegno positivo nell’ambiente incui vivono. Una sfida anche perrimettere al centro della vita deireparti quella Buona Azione cheda tempo è quasi scomparsadall’esperienza E/G, perché la-sciata spesso all’improvvisazio-ne spontaneistica quando nonaddirittura denigrata come “ro-ba da L/C”, rilanciandola attraver-so lo scouting e facendola pog-giare sui solidi pilastri dell’Im-presa e della Competenza.

Scouting ed impresasono dunquestrettamente

ingranati, come il “finenel mezzo”: non si dàpossibilità di scouting

in Reparto senzal’impresa e viceversa

sorse degli E/G e delle oppor-tunità offerte dal territorio;non certo le più o meno tristiscenette con i parrucconi!)? Edi dare quindi una forma pre-cisa al sogno attraverso laprogettazione dell’impresa,perché questo possa diventa-re una realtà realizzabile con ilcontributo di tutti coloro chel’hanno sognato?

– se lo scouting è quello stile divita che ci fa intervenire nella

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Gli incaricati regionali hannoproposto una visione sullo sta-to dell’arte circa l’applicazionedel metodo all’interno delle re-gioni, e sono stati individuatialcuni nodi critici, su cui in par-ticolare si è lavorato.Ad oggi sono state prodotte lelinee guida che sintetizzano laproposta di modifica regola-mentare e che verranno pre-sentate nel corso del prossimoConsiglio generale.Non è banale né scontato ri-prendere in mano il regola-mento metodologico. Esso è lasintesi delle riflessioni che, neltempo, si producono sui ragaz-zi e sulla branca. Il regolamentoè la rappresentazione del mo-do di intendere il metodo edu-cativo e i ragazzi cui è rivolto. Èil primo strumento nelle manidei capi che apprendono attra-verso di esso l’intenzionalitàeducativa, conoscono gli stru-menti ed imparano ad utiliz-zarli.

di Francesca LoporcaroFlavio Castagno

e don Jean Paul Lieggi

Cari capi, il percorso di revisionedel regolamento RS sta per arri-vare ad un importante momentodi verifica: il Consiglio generale2010. Il mandato affidato allabranca dal Consiglio generaledue anni fa ci ha dato la possibi-lità di avviare un percorso di ri-flessione ad ampio spettro, sulregolamento e la sua applicazio-ne, sulle esigenze dei ragazzi, sul-le difficoltà/necessità dei capi.

Proprio per questo motivo ci èsembrato necessario partire dauna riflessione più generalesulla realtà giovanile, e su comenoi capi ci pensiamo e ci muo-viamo in rapporto a loro. Ci èsembrata necessaria una rifles-sione che guidasse la rivisita-zione del regolamento, per ve-rificare se l’idea di branca chene traspare fosse ancora attua-le, se gli strumenti del metodofossero completi e sufficient-mente chiari nella loro motiva-zione pedagogica, che ci èsembrata mancante in alcunipassaggi.Il regolamento vigente è nelsuo insieme frutto dell’espe-rienza vissuta dalla branca ne-gli anni Ottanta, quando si af-facciava nel mondo quellacomplessità di cui oggi si parladiffusamente, e che è diventatala realtà con cui tutti noi dob-biamo convivere. In quellaemergenza la proposta era fo-calizzata sulla scelta valoriale.Questo si chiedeva ai ragazzi:“Scegli; schierati; puoi anchesbagliare, l’importante è che tuscelga!”. Questo è stato il modoin cui ci si è avvicinati a quellacomplessità tanto ricca quantoconfondente, e la scelta decisasembrava l’unico deterrentecontro il rischio di dispersionee di perdita di identità.Passati circa vent’anni da allo-ra, oggi pensiamo utile curare ilpercorso che guida alla scelta.Pensiamo sia necessario aiuta-re i ragazzi ad acquisire queglistrumenti che li aiutino adorientarsi e a dare senso alleesperienze che vivono, primaancora che puntare a scelte de-finitive che rischiano di esseresemplicistiche e inadeguate oal contrario impossibili da at-tuare.L’emergenza che cogliamo neiragazzi, ma anche in noi capi, èla difficoltà di orientarsi e di in-dividuare con convinzione unastrada da percorrere, con gliostacoli naturali che si possonopresentare, ma coltivando ildesiderio e la voglia di andareavanti e di crescere; costruire ipropri obiettivi strada facendo,nell’incontro con la realtà dellenostre vite, per nulla scontate,in cui è sempre più difficile de-

34 Proposta educativa 01-2010

BRANCA R/S

Il metodoall’interno delleregioni: sono statiindividuati alcuninodi critici su cuisi è lavorato

VERSOIL NUOVOREGOLAMENTO

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Proposta educativa 01-2010 35

cidere a priori e individuareun’unica strada maestra dapercorrere, più ideale che reale.Obiettivo prioritario diventa lacostruzione di senso a quellacondizione di precarietà in cuitutti noi oggi viviamo e con cuisiamo chiamati a confrontarci.Per questo pensiamo alla ne-cessità di recuperare il prota-gonismo dei ragazzi, l’autode-terminazione, che nell’educa-zione scout si apprende attra-verso l’autoeducazione.Per questo pensiamo impor-tante recuperare l’esperienza ela riflessione sul senso che essapropone: “L’esperienza comepratica di libertà”, attraverso cuicomprendere la conoscenza diuna cosa o di un evento, otte-nuta tramite il coinvolgimento,l’esposizione e l’osservazionedi quella cosa o quell’evento;l’esperienza attraverso cui i ra-gazzi possono conoscere e farepropri quei valori che il meto-do scout propone loro e sce-gliere di fare propria quell’ideadi uomo e di donna verso cui lapedagogia scout li orienta.

“L’educazione deve aprire la viaa nuove esperienze ed al po-tenziamento di tutte le oppor-tunità per uno sviluppo ulte-riore, in cui i ragazzi siano in co-stante interazione con l’am-biente, reagendo ed agendo sudi esso”.Questa chiave di lettura ci haguidato nella proposta di lineeguida sulle modifiche al rego-lamento metodologico. Non cisono infatti cambiamenti so-stanziali negli strumenti o neicontenuti, ma c’è un generaleripensamento dell’articolatoalla luce di questa idea. Ci sonoaperture verso nuove riflessio-ni della nostra associazione adesempio sulla cittadinanza, checi pare interessante raccoglierecome stimolo per accompa-gnare sempre meglio uomini edonne della partenza alla loroappartenenza al mondo. Per realizzare tutto questo, ab-biamo ritenuto utile ripartiredai ragazzi e dall’individuazio-ne delle loro esigenze di cresci-ta, dalla concretezza della lorovita, per rendere più chiaro l’u-

BRANCA R/S

Alcuni dei nodi critici:l’itinerario di fede e la difficoltà della

proposta di catechesida parte dei capi; la progressione

personale; strada,comunità e servizio,da rilanciare come

esperienze fondanti laproposta della branca

so degli strumenti e il sensoche attraverso di essi può esse-re costruito.Alcuni dei nodi più critici indi-viduati nel lavoro con gli incari-cati regionali sono stati:– l’itinerario di fede e la diffi-

coltà della proposta di cate-chesi da parte dei capi;

– la progressione personale;– strada, comunità e servizio,

da rilanciare come esperien-ze fondanti la proposta dellabranca.

Per il prossimo autunno abbia-mo pensato ad un momento incui la branca possa ritrovarsi ariflettere e a confrontarsi sullequestioni qui accennate, attra-verso un forum che prenderàcome base del proprio lavoroquanto il Consiglio generale2010 avrà deciso. A brevediffonderemo notizie più det-tagliate, augurandoci una par-tecipazione massiccia.Rimandiamo ai documenti pre-paratori del prossimo Consi-glio generale per una disaminapiù approfondita delle lineeguida.

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to del suo “percorso formativo”continuo.

Vogliamo impegnarci, pertanto,a dare risposta a un mandatomolto vecchio (1992), ma anco-ra attuale, ossia “stabilire unanuova proposta organica di for-mazione che garantisca omoge-neità e analoga qualità dei for-matori a livello nazionale e a li-vello regionale”.È un mandato che interpellatutta l’Associazione e rispetto alquale stanno lavorando la For-mazione Capi Nazionale e Re-gionale, gli Incaricati Nazionalialle Branche, e i formatori del-l’Associazione (Capi Campo, As-sistant e AE). Questo lavoro tro-verà concretezza all’NTT che sisvolgerà a Bracciano nei giorni4-5-6 giugno 2010.Vogliamo che anche in questocaso sia occasione perché l’As-sociazione possa fare scelte co-raggiose e importanti nel meri-to della formazione dei forma-tori, sapendo che il fine dellaformazione capi è quello di “ga-rantire e tutelare il diritto dei gio-vani di avere come educatoriadulti intenzionali, competenti eresponsabili”.

Il campo permette di individua-re i propri bisogni formativi, disapersi orientare con proget-tualità partendo dalla propriaesperienza e offre ad ogni capodi (ri)scoprire la responsabilitàche gli viene affidata.E qual è il ruolo dei capi campo,dell’AE e dello staff per raggiun-gere questi obiettivi?Quanto concorre la preparazio-ne del formatore a fare dell’e-vento un’occasione privilegiataper formarsi come persone, cit-tadini e cristiani, e come educa-tori, per accompagnare, per far-si prossimi, per essere fratellimaggiori dei bambini e dei ra-gazzi che ci vengono affidati?Sicuramente alla base di tuttoc’è l’incontro tra staff e allievi,tra allievi e allievi, tra capi cam-po e staff: vi convergono obiet-tivi, aspettative, motivazioni ebisogni anche molto diversi. Laproposta formativa deve ri-spondere, perciò, alle reali esi-genze dell’allievo e contribuirea migliorarne il proprio servizio.Molteplici gli ingredienti neces-sari per una proposta di qualitàe che un buon formatore samixare e utilizzare con accor-tezza: attenzione alle persone,accoglienza, ascolto, condivisio-ne, crescita reciproca, esperien-ze, verifica, autovalutazione,proposta di fede, ricerca, pa-zienza.Diversi sono i momenti chel’Associazione propone e diver-

se le competenze richieste, maogni momento dell’iter è im-portante e strategico per per-mettere ai nostri capi di diven-tare intenzionali, competenti eresponsabili. Non possiamo,perciò, pensare a un formatoretuttologo; piuttosto possiamopensare a un formatore:che mette a disposizione la suacompetenza nell’ambito a luipiù congeniale;che sa mettersi in cammino performarsi al ruolo e nel ruolo, af-finando, in tal modo, le compe-tenze necessarie per svolgere ilsuo mandato in maniera inten-zionale e sempre più compe-tente;che cresce nell’esperienza for-mativa e, pertanto, sa rigiocarsiin ambiti diversi (es. da CFM aCFA, da CFA a campo Capo-gruppo, da campo Capogruppoa CFT, ecc.), previo “aggiorna-mento” sui contenuti specificidella proposta;che sa confrontarsi con gli altriformatori per verificare e parte-cipare alle scelte strategiche inambito formativo;che sa auto-valutarsi nell’ambi-

36 Proposta educativa 01-2010

FORMAZIONE CAPI

“Dove hai fatto il CFA?», «con chihai fatto il cfm?», «chi erano i tuoicapi-campo?». Sono domandeche spesso si rivolgono i capiscout quando si incontrano einiziano a conoscersi. Il pensie-ro corre ai campi scuola: volti dipersone incontrate per caso,voci che si sovrappongono nelricordo, esperienze che posso-no avere inciso nella nostra vita,prima di tutto come persone epoi come educatori.Pur nella sua normalità, l’espe-rienza del campo scuola ci for-gia e ci fa guardare avanti conocchi diversi, con un modo piùdeterminato di affrontare la vitae il servizio educativo: stimola ainterrogarci, a confrontarci e adascoltare. È occasione di incon-tro, di crescita: è soprattutto re-lazione tra adulti, dove ognunoè chiamato a dare il meglio di séper rendere esclusiva e ricca l’e-sperienza.Questa è finalizzata a provoca-re, in chi vi partecipa, la verificadelle conoscenze (obiettivi econtenuti), degli atteggiamenti(stile e responsabilità) e delleazioni (intenzionalità educativae competenze).

NTT 2010Quale formazione per i formatori?

di Michela Peretti, Paolo Montagni e

don Giacomo Lombardi Incaricati e assistente nazionali

formazione capi

L’esperienza del campo scuola ci forgia e cifa guardare avanti con occhi diversi, conun modo più determinato di affrontare

la vita e il servizio educativo

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È il frutto del lavoro di due anni della nostra As-sociazione, elaborato dal Gruppo “Sulle Tracce”e già sperimentato da alcune Comunità Capi inItalia. È l’invito a dare spazio nel cammino per-sonale di ciascun capo e delle Comunità Capialla formazione in ordine alla capacità di an-nunciare l’esperienza di fede, confrontandosicon i ragazzi e le situazioni di vita del giornod’oggi. È strutturato in 6 schede, che possonoessere utilizzate anche in modo indipendentee non necessariamente consequenziale e cheaiutano a prendere coscienza del contesto cul-turale odierno (1), delle modalità proprie del-l’annuncio di fede attuato con il metodo scout

(2), dell’importanza che l’annuncio parta da unvissuto concreto (3). Successivamente il sussi-dio invita a prendere confidenza con le moda-lità proprie della catechesi narrativa (schede 4e 5) e a riflettere sugli atteggiamenti fonda-mentali dei capi come educatori alla fede. Laveste grafica, sobria ed essenziale, ci ha con-sentito di offrire questo testo a tutti i capi del-l’Associazione in allegato a Proposta Educati-va, perché possano riflettere e confrontarsi,con il desiderio che esso possa diventare, insie-me al materiale elaborato in questi anni daiConvegni degli AE, uno strumento da utilizzareconcretamente nell’azione educativa.

“Non ci ardeva forse il cuorementre conversava con noilungo il cammino?” (Lc. 24, 32)Riflessioni dal 3° Convegno Nazio-nale degli Assistenti EcclesiasticiÈ un cammino associativo ormaiconsolidato quello che ha porta-to al 3° Convegno Nazionale de-gli Assistenti Ecclesiastici dell’A-GESCI, svoltosi ad Assisi martedì9 e mercoledì 10 febbraio 2010.Già da alcuni anni, infatti, i mo-menti formativi che vedonocoinvolti gli Assistenti Ecclesia-stici in linea con il progetto na-zionale dell’Associazione, si rive-lano sempre occasioni preziosedi crescita e di condivisione. Ipartecipanti erano oltre 250 eanche questo livello di presenzaè il segno di un itinerario ap-prezzato e accolto sempre congrande partecipazione e favore.

I TEMI AFFRONTATI

Nel corso del Convegno sonostate affrontate alcune temati-che che da tempo impegnanol’Associazione. Con l’aiuto delGruppo “Sulle tracce”, si è intesosviluppare dal punto di vista deifondamenti teologici la temati-ca della “catechesi narrativa”,come modalità di annuncio delVangelo correlata con il metodoeducativo dello scautismo. Nar-rare la fede, essere capaci di rac-

contare i fatti del Vangelo, maanche la propria esperienza diincontro con Dio, sapendo co-gliere il senso profondo degli av-venimenti e le modalità concre-te con cui il Signore agisce nellastoria e nella vita di ciascuno, so-no attitudini che dovrebbero es-

sere presenti in ogni capo che sidedichi con piena consapevo-lezza del proprio servizio all’e-ducazione dei ragazzi.Con l’aiuto del gesuita p. PierreSonnet, professore di teologiabiblica alla Pontificia UniversitàGregoriana e coinvolto nello

AssistentiA CONVEgNO

ASSISTENTE

Proposta educativa 01-2010 37

di don Francesco MarconatoAssistente Ecclesiastico Generale

• narrare l’esperienza di fede

scautismo fin dall’infanzia, è sta-to possibile approfondire que-sta tematica, cogliendo la strut-tura fondamentale dell’espe-rienza narrativa nel testo biblico.A partire dal brano di Gen. 18, 1-15, in cui viene raccontato l’in-contro tra Abramo e i tre vian-

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“L’esegesi narrativa propone un metodo dicomprensione e di comunicazione del mes-saggio biblico che corrisponde alla forma delracconto e della testimonianza, modalitàfondamentale della comunicazione tra per-sone umane, caratteristica anche della SacraScrittura. L’Antico Testamento, infatti, presenta unastoria della salvezza il cui racconto efficacediventa sostanza della professione di fede,della liturgia e della catechesi (cfr. Sal. 78, 3-4;Es. 12, 24-27; Dt. 6, 20-25; 26, 5-10). Da partesua, la proclamazione del kerigma cristianocomprende la sequenza narrativa della vita,

della morte della risurrezione di Gesù Cristo,eventi di cui i vangeli ci offrono il raccontodettagliato. La catechesi si presenta, anch’es-sa, sotto forma narrativa (cfr. 1Cor. 11, 23-25). Particolarmente attenta agli elementi del te-sto che riguardano l’intreccio, i personaggi eil punto di vista del narratore, l’analisi narrati-va studia il modo in cui la storia viene rac-contata così da coinvolgere il lettore nel“mondo del racconto” e nel suo sistema di va-lori”.Tratto da: “L’interpretazione della Bibbianella Chiesa” (Pontificia Commissione bibli-ca, 1993).

• la catechesi narrativa

danti alle Querce di Mamre, p.Sonnet ci ha aiutato a cogliere lecaratteristiche del narratore, letecniche di sviluppo della narra-zione, le modalità con cui impa-rare a decodificare il racconto e asaper raccontare a nostra volta.Ampio spazio è stato dato allapresentazione del sussidio“Narrare l’esperienza di fede”,allegato allo scorso numero diProposta Educativa, che il Grup-po “Sulle Tracce” propone a tuttal’Associazione come occasionedi formazione e di crescita e chealcune Comunità Capi hannogià provato a sperimentare, rife-rendone l’esperienza agli Assi-stenti presenti ad Assisi. Questosussidio vuole essere un aiutoper i singoli capi e le ComunitàCapi, per verificare e far crescerela propria capacità di annunciodella fede. I convegnisti hannopotuto poi confrontarsi concre-tamente con il sussidio nei lavoridi gruppo, guidati da alcuni capiesperti, che hanno consentito dimettersi alla prova in riferimen-to ad alcune situazioni formativeche venivano proposte, per lequali si era invitati a costruire unpercorso educativo che preve-desse l’annuncio di fede attra-verso la modalità della catechesinarrativa.La serata è stata dedicata al rac-conto dell’esperienza del terre-moto in Abruzzo e dell’operazio-ne “Ju Zirè” che ne è seguita, daparte di alcuni protagonisti, tracui S. Ecc.za Mons. Michele Sec-cia, vescovo di Teramo – Atri e iresponsabili regionali dell’A-bruzzo.

Nella giornata di mercoledì SuaEccellenza Mons. Agostino Su-perbo, vescovo di Potenza e vi-cepresidente della ConferenzaEpiscopale Italiana ha illustratole linee di riferimento del gran-de progetto che vedrà impe-gnata la Chiesa italiana per iprossimi dieci anni: la scelta dimettere al centro della propriariflessione e della propria azio-ne la realtà dell’educazione deigiovani. È naturalmente unascelta che ci vede profonda-mente coinvolti e partecipi eche ha suscitato l’interesse deipresenti e ha stimolato un inte-ressante dibattito.

UNA “RETE DI RELAZIONI”CHE VA AMPLIANDOSI

Tra gli aspetti positivi del Con-vegno, oltre alla possibilità diapprofondimento e di incon-

38 Proposta educativa 01-2010

ASSISTENTE

È un piccolo gruppo di capi che da alcuni an-ni sta riflettendo e accompagnando il cammi-no dell’Associazione sulle tematiche che ri-guardano l’esperienza di fede, l’evangelizza-zione e la catechesi, l’annuncio cristiano cor-relato con l’educazione vissuta secondo ilmetodo scout. Si incontra periodicamente,coordinato da Francesco Chiulli, con la pre-senza dei Presidenti e dell’Assistente Ecclesia-stico Generale. Negli ultimi anni ha seguito da vicino le espe-rienze formative proposte agli Assistenti Ec-clesiastici, quali i Convegni di Assisi e gli Even-ti Emmaus. Ha elaborato alcuni documenti

sulle tematiche di fede, provando concreta-mente a sperimentare itinerari e modalità for-mative con l’aiuto di alcune Comunità Capiche si sono rese disponibili. Membri del Grup-po “Sulle Tracce” sono presenti a nome dell’A-gesci nei principali organismi di partecipazio-ne della Chiesa italiana che si occupano digiovani, educazione e fede quali la ConsultaNazionale per le Aggregazioni Laicali, la Con-sulta Nazionale di Pastorale Giovanile, la Con-sulta per la Catechesi. Componenti del Grup-po hanno partecipato, a nome dell’Agesci, an-che al Convegno Ecclesiale di Verona e al Si-nodo mondiale dei Vescovi sulla Parola di Dio.

• il gruppo “sulle tracce”

tro offerta a tanti assistenti, c’èda sottolineare anche la gran-de collaborazione che si vastrutturando intorno a questetematiche, dentro e fuori lanostra Associazione. Sempre più si è diffusa la con-

sapevolezza che l’esperienzadi fede non è un aspetto a sénell’elaborazione degli itinera-ri educativi, ma è una dimen-sione centrale, profondamen-te correlata con la propostaeducativa e con il metodoscout. E crescente è stata an-che l’attenzione da parte dellaChiesa italiana e di altre Asso-ciazioni scout in ambito euro-peo. È un segno di come l’attenzio-ne all’uomo, alla crescita ditutte le sue dimensioni sia unasfida per tutti, a cui dobbiamocercare di rispondere insieme,individuando percorsi e meto-di che siano rispettosi delleesigenze dei ragazzi di oggi,ma soprattutto esperienze chepossono aprire il cuore e la vi-ta all’incontro con il SignoreGesù, che ci invita a fondare sudi lui le nostre scelte e la no-stra speranza.

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Abbiamo bisogno di un’altracultura... con queste parole, conl’esempio e la concretezza delnostro agire ci prepariamo a vi-vere la prossima Marcia per laPace Perugia-Assisi insieme acentinaia di migliaia di persone.Un appuntamento vissuto dal-l’Agesci con riflessione, impe-gno, partecipazione, ed azione.Si parte da parole calate in con-testo negativo come Mafia, pau-ra, egoismo, o guerra... e seguen-do un approccio tipico delloscoutismo si giunge alla propo-sta concreta di una nuova cultu-ra che comprenda Giustizia, li-bertà, responsabilità, pace. Come ci suggerisce l’appellodella marcia: “Dobbiamo riscopri-re il significato autentico dei valo-ri, approfondirne la conoscenza,rigenerarli in un grande progettoeducativo, permettergli di sprigio-nare tutta l’energia positiva checontengono”. Già Paolo Borselli-no ci ricordava come “il veroamore consiste nell’amare ciò chenon piace, per poterlo cambiare”.Per fare questo vi sono vi propo-niamo alcune iniziative:Marcia per la Pace Perugia-As-sisi: Si svolgerà domenica 16maggio e sarà preceduta da treeventi che si terranno in con-temporanea il 14-15 maggio:Meeting delle scuole per la Pace,Meeting dei Giovani e il Forumdella Pace.Meeting dei giovani: É unevento di grande importanza,

dedicato ai ragazzi e alle ragaz-ze, adatto alle comunità RS. Duegiorni di confronto libero, a pic-coli gruppi, che permetterà aigiovani di condividere le diverseesperienze, confrontarsi edesprimersi direttamente.Veglia: L’Agesci, dal 1995, in col-laborazione con la ConferenzaEpiscopale Umbra, propone ilsabato sera prima della marcia,una veglia di preghiera vissutacon stile scout, aperta anche adaltre associazioni.Adotta un chilometro: Per arri-vare preparati alla Marcia, è op-portuno approfondire nei nostrigruppi, nei mesi che precedonol’evento, tematiche affini al temadella marcia, “Abbiamo bisognodi un’altra cultura”. Lungo la mar-cia, ogni chilometro ospiteràuno stand con un argomentodifferente in cui sarà possibile ri-portare azioni, realizzazioni, ideesviluppate nel corso di capitoli,imprese, attività a tema.Essere costruttori di pace richie-de un impegno quotidiano chenon si esaurisce il 16 maggio, mache è conseguenza di un lungocammino. Produrre cambiamen-to culturale nella società, come ci

Un’altra culturaSETTORE PNS

Proposta educativa 01-2010 39

di Gabriele Biccini PNS Umbria

«La pace non si riducea un’assenza di guerra»

«Essa si costruiscegiorno per giorno, nel perseguimento di un ordine voluto

da Dio, che comportauna giustizia

più perfetta tra gliuomini»

Populorum Progressio

“«È al prezzo dellenostre sofferenze edelle nostre preghiereche noi realizzeremola lotta della libertà e condurremo anche i nostri oppressori allaragione e alla lorolibertà interiore».

Emmanuel Kataliko,arcivescovo di Bukavu

richiede il Patto Associativo, èimpegno irrinunciabile del no-stro percorso educativo, da pro-porre ai ragazzi delle nostreunità. Non resta che iscriversi,usufruendo della scheda chetroverete nel sito Agesci, e parte-cipare!r informazioni: www.age-sci.org; www.perlapace.it.

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SCAUTISMO OGGI

A NAZARETHRoute in Terra Santa

Un grande evento caratterizzeràla prossima Route di Terra Santadell’agosto 2010: l’inaugurazio-ne della Effige di “Maria Reginadelle Guide e degli Scout” che sisvolgerà sabato 21 agosto a Na-zareth. Vi sono coinvolte Agesci,Fse, Masci, Compagnia di SanGiorgio, che ne è stata l’ispiratri-ce, le Associazioni guide e scoutcattolici dell’Autorità Palestine-se, Israele e Giordania.

GLI OBIETTIVI DELL’INIZIATIVA

Gli obiettivi dell’iniziativa sonoquattro Il primo è dare evidenzauniversale all’amore dello scau-tismo cattolico verso la BeataVergine Maria, che Pio XII nel1954 proclamò Regina degliScout affidandole lo scautismocattolico. L’evento sarà l’occasio-ne per rinnovare solennementel’Atto di affidamento di Pio XII. Ilsecondo è testimoniare l’affettoverso la Terra Santa, nel luogodove il “Verbo si fece Carne”, siaperché questa terra custodisce laverità storica del Vangelo sia per-ché il destino dei popoli che viabitano riguarda l’umanità inte-ra. Il terzo è esprimere con forzasimbolica la fraternità esistentetra gli scout italiani e quelli di ter-ra santa, uniti da un comune im-pegno per la costruzione dellapace nella sicurezza e nella li-bertà. Da ultimo, fare di Nazarethuna meta privilegiata per loscautismo cattolico mondiale, af-finché guardi alla terra santa concrescente interesse ed impegno.

LA ROUTE DI TERRA SANTA 2010

La Route 2010 si svolgerà dal 17al 21 agosto; sarà la quarta edi-

zione: sino ad oggi vi hannopartecipato 167 persone dell’A-gesci e della Fse provenientida18 diverse città italiane. LaRoute è organizzata dalla Com-pagnia di San Giorgio d’intesacon Agesci Lazio ed il SettoreInternazionale e si rivolge a ro-ver, scolte, capi ed assistentiscout che vogliano vivere unaesperienza indimenticabile dipellegrinaggio in stile scout. Es-sa prevede la visita dei luoghisanti, incontri con rappresen-tanti delle comunità ebraiche ecristiane, esperienze di frater-nità e di spiritualità scout, mo-menti di strada e vita all’ariaaperta. Tappe fondamentali sa-ranno Betlemme, Gerico, il de-serto ed il Mar Morto, Nazareth,le sorgenti del Giordano, ilMonte Tabor, Gerusalemme,Lydda (Basilica di San Giorgio),Emmaus e Neveh Shalom. Il co-sto a persona è di 950 euro perdodici giorni tutto compreso.Per informazioni ed iscrizioniscrivere al più presto a segre-

40 Proposta educativa 01-2010

[email protected] visionare www.san-giorgiocomp.org.

INIZIATIVE ED EVENTI DI FRATERNITÀ

La Route fa parte di un pro-gramma di formazione cristia-na e di solidarietà che la Com-pagnia sviluppa con i viaggi ela raccolta di offerte destinatealla terra santa. (Concerti, Lot-terie – quest’anno si sono coin-volti 53 Gruppi scout –, la ven-dita di presepi di Betlemme).Di questo programma fa parteTerra Santa Overseas Scout Fel-lowship, una rete di gruppiscout cattolici d’Italia, dell’Au-torità Palestinese e di Israeleuniti simbolicamente da unastessa bandiera e da un pattofinalizzato alla promozionedello scautismo cattolico inTerra Santa, allo sviluppo dipellegrinaggi scout ed all’im-pegno per la pace secondo leintenzioni del Papa.

L’inaugurazione della Effige di “MariaRegina delle Guide

e degli Scout”

di Leandro Tifi

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ICM

Proposta educativa 01-2010 41

Si direbbe che sia trascorso tantotanto tempo, ma era soltanto il2005. Molti erano capi da lungotempo, altri lo erano appena di-ventati, ma i più non lo erano an-cora. Insomma: vale la pena rac-contare......Si discuteva di PartecipazioneAssociativa e, dunque, del Siste-ma dei Progetti, del Ruolo dellaZona e, con particolare preoccu-pazione e passione, dell’urgenzadi “tornare a parlare di educazio-ne” e consentire ai capi la “riap-propriazione dell’elaborazionedei problemi educativi” (dai do-cumenti dell’epoca). Per questi ed altri fini, il Consi-glio Generale 2005 modificòl’organizzazione delle struttureinterne della nostra Associazio-ne. Tanti piccoli o grandi cambia-menti (può dipendere dalla di-stanza da cui li si osserva), di cuimolti capi o intere Comunità

Capi non si saranno accorte, mache hanno impresso un diversoritmo ai passi dell’Agesci. Fu questo Consiglio Generale,infatti, a concepire la figura de-gli Incaricati al CoordinamentoMetodologico, che fu tenuta abattesimo nel Consiglio Gene-rale dell’anno successivo, quan-do fu sancita la centralità dell’e-ducazione nei processi decisio-nali e progettuali con l’elezione(in luogo della nomina) degliIncaricati Nazionale e Regionali

Marilina Laforgia Giuseppe Finocchietti

Incaricati Nazionali

al Coordinamento Metodologico

delle Bran-che ed una

serie di com-piti e funzioni

attribuiti agliICM: armonizzare,

coordinare, istrui-re.. . tutto ciò che

emerge e matura inmateria di metodo e in-

terventi educativi.Noi, primi eletti a questo ruolo,conoscevamo il passato e, dun-que, capivamo bene ciò chel’Associazione non voleva più,ma quanto al presente e al futu-ro disponevamo, sostanzial-mente, di articoli di regolamen-to, eleganti ed altisonanti, manulla a che fare con gli effetti diun buon trapasso nozioni... noile nozioni dovevamo crearle!Con l’articolato alla mano cisiamo chiesti: che facciamo?La risposta a questa domandal’abbiamo costruita nella for-ma di un documento, nel qualeabbiamo provato a definireche cosa ci sia da armonizzare,cosa da coordinare e cosa daistruire e poi come, in quali luo-ghi ed in quali tempi della vitaAssociativa vadano esercitate

ICMCHI SONOCOSTORO

Sono gli Incaricati al Coordinamento Metodologico; i primi che l’Agesci ha conosciuto stanno concludendo il loro mandato

Molto importante è la funzione di cerniera

tra le branche e la Formazione Capi,perché il patrimoniopedagogico venga

correttamentetrasferito negli eventi

di formazione

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coincidenti e conseguentipercorsi comuni,

– sollecitino le azioni di suppor-to da parte dei settori,

– promuovano e gestiscano ilconfronto, lo scambio, il dia-logo fra le parti.

In altre parole: dove c’è un pro-getto importante, importante èil compito di attuarlo, cruciale èla fase di stesura del program-ma, utile che ci sia chi coordini. Allora: chi sono costoro?Sono quadri prevalentementeimpegnati nelle relazioni; svol-gono un paziente e delicatocompito di attivazione dellepossibili sinergie tra le branche,vero motore dell’elaborazione edella riflessione metodologica epedagogica, i settori e la Forma-zione Capi; facilitatori della co-municazione, delle relazioni, del-l’incontro; esercitano il loro ruo-lo non tanto “per” quanto “con”;sono dei custodi, custodi dellaqualità dell’agire associativo,dell’unitarietà del metodo e del-la proposta (PPU, Progetto, Coe-ducazione, i vari Educare a...);possono essere, nel livello regio-nale soprattutto, animatori dellavoro del Comitato allargato,ove l’organizzazione lo richieda.A chi afferrerà il testimone chepassiamo, farsi interpreti dell’o-rientamento che il prossimoConsiglio Generale vorrà assu-mere. Buona strada!

tali funzioni e quali siano i sog-getti con cui occorre interagireed anche con quale stile, senzamai dimenticare le ragioni perle quali la nostra Associazioneha deciso di cambiare la sua or-ganizzazione. Ne è derivato che gli ICM nonsono impegnati nel generareattività, bensì nel coordinarle,siano esse: gli approfondimentidi tematiche pedagogiche tra-sversali alle tre branche, la diffu-sione della riflessione pedago-gica e metodologica, l’istrutto-ria delle modifiche al Regola-mento Metodologico, i pro-grammi di branche e settori, ipercorsi di sperimentazione. Molto importante è la funzionedi cerniera tra le branche e laFormazione Capi, perché il patri-monio pedagogico/metodolo-gico venga correttamente tra-sferito negli eventi di formazio-ne; per questo gli ICM offrono illoro contributo alla definizionedi obiettivi, modalità di monito-raggio e verifica della qualitàdella formazione al metodo.Così, passo dopo passo, abbia-mo cominciato a “sentire” l’i-dentità della figura che stava-mo incarnando e ad entusia-smarci nell’impegno a dareconcretezza, senso e utilità acompiti genericamente definiti.Abbiamo compreso, insomma,che potevamo servire all’Asso-ciazione.

Ci preoccupava, tuttavia, chenelle diverse regioni il profilodell’ICM stentasse un po’ più adefinirsi, a trovare spazi di uti-lità. Ancor più debolmente co-dificato, nel livello regionalequesto ruolo, spesso incarnatodalle stesse persone che aveva-no svolto le funzioni di IMIE, hasofferto molto di assenza dicompiti concreti. Noi pensava-mo di poter costituire con gliICM regionali una rete di tra-smissione e diffusione della ri-flessione pedagogico-metodo-logica, ed anche di promozionee gestione dell’innovazione edell’aggiornamento del meto-do. Perciò era indispensabileche anche nelle regioni questafigura trovasse spazi di azione. Come spesso accade in ognidove associativo, fermarsi unpo’ a confrontare le esperienzevissute e a farne pazienti lettureporta a comprendere il sensonascosto di molte cose. È cosìche abbiamo compreso che ilruolo degli ICM comincia adaver senso quando si rende ne-cessario coordinare tempi, luo-ghi e modi di una programma-zione condivisa. Prima che altro,dunque, gli ICM vanno conside-rati come una sorta di “incarica-ti al programma” che: – valutino attentamente le azio-

ni individuate dalle branche, – rilevino le possibili conver-

genze, collaborazioni, istanze

42 Proposta educativa 01-2010

ICM

Gli ICM offrono il lorocontributo alladefinizione

di obiettivi, modalitàdi monitoraggio

e verifica della qualitàdella formazione

al metodo

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scritto che “le età più critiche”,per l’uscita dall’associazione,“sono quelle che vanno dai 23ai 29 anni, con una punta di cri-ticità per i 24 ed i 25 anni”. Inpratica, nella maggior parte, icapi scout “durano” circa treanni: ciò genera un turnover al-tissimo, con tutto ciò che neconsegue...

Giacomo Santini

Capi (veri) per buona parte sinasce. Ci sono molte brave per-sone che tuttavia non hanno lecaratteristiche del “capo”. Ve-diamone le più importanti. Churchill affermando che “laresponsabilità è il prezzo dellagrandezza” è con B.P.: un capoche non sa assumersi e conce-dere le giuste responsabilitànon va lontano... Altra qualitàessenziale è il coraggio. “Il co-raggio è la prima delle qualitàumane perché è quella che ga-rantisce le altre”. Esso è accom-pagnato da un’altra: “l’ottimistavede opportunità in ogni perico-lo, il pessimista vede pericolo inogni opportunità”. Dal che sideduce che il capo sa convive-re con il rischio, senza tuttaviaignorarlo...

Guido Palombi

In Redazione arrivano in grannumero lettere di cui gli stralcipubblicati sono solo un esempio.Esse con diversi accenti pongonola questione dell’essere capi. Lesottolineature sono diverse espesso contrapposte, quasi sistesse su due fronti l’uno control’altro. Provo ad azzardare una ri-flessione semplificando estrema-mente la questione, e sono con-sapevole che facendolo non ren-do sicuramente merito a chi scri-ve e dimostra così di avere a cuo-re l’Associazione.C’è chi ha una visione strutturatadelle caratteristiche e qualità chedeve avere un buon capo e ne fauna questione di conoscenza efedeltà al metodo e alle tradizio-ni scout, e chi invece punta il ditosulle questioni attinenti alle qua-lità della persona e perciò la ca-

Proposta educativa 01-2010 43

In questa rubrica troveranno spazio alcune lettere che giungono inredazione. La loro selezione e pubblicazione altro non pretende diessere che un piccolo contributo alla circolazione delle idee. Talepubblicazione, per problemi di spazio, è ben lungi dall’essere esausti-va degli argomenti. È chiaro infatti che il dibattito associativo trova ilsuo spazio nei luoghi propri della democrazia associativa. Le letteredevono essere contenute entro il numero massimo di mille battute(spazi compresi) e potranno essere ridotte ove necessario. Verrannopubblicate solo le lettere firmate. Potete inviarle all’indirizzo [email protected], oppure spedirle a Proposta Educativa c/o Chiara Paniz-zi, via della Resistenza, 50 - 38123 Povo-TN

I CAPI

Essere capo non è facile: non loè vivere in una comunità... die-tro all’essere capo non c’è unapersona che si sente tale, mauna che lo testimonia. Bruttoaffare la testimonianza, perchédovrebbe guidare il nostro agi-re... e invece spesso diventauna parola inflazionata. Ho vi-sto capi branco molto più at-taccati alla visione ossessivadel metodo, piuttosto che get-tarsi in mezzo alla mischia congioia...

Valentina Alessi

Carissima Redazione,a volte rientrano in Co.Ca. adul-ti che hanno vissuto l’esperien-za scout in tenera età e sonoconvinti di ritrovare tutto cosìcome l’hanno lasciato anche adistanza di anni. Purtroppo,dopo un po’ restano delusi e vi-vono il loro servizio in manieradiscontinua e con l’amaro inbocca per non aver ritrovatoquello che cercavano... Ci hopensato su e credo che qual-che stralcio potrebbe esserepubblicato e servire così da sti-molo e riflessione per altri nel-la medesima situazione deigiovani capi...

Raffaele Natale

Gentile Redazione,vorrei condividere con tutti ilettori una mia preoccupazio-ne. Nel report “Analisi e Ap-profondimenti Associati Age-sci” distribuito per il consigliogenerale 2009 via web, vi è

Il nuovo percorso di Formazione capi, al di là dei dettagli

pratici e dellascansione temporale

in cui si articola,traduce la seguente

filosofia: si educa solamente

continuando a crescere

LETTERE

pacità di essere testimoni esem-plari dei valori proclamati nellalegge e nella promessa.

Senza entrare nel merito delle sin-gole questioni poste, che richiede-rebbero tutte un lungo approfon-dimento,visto che toccano cordemolto sensibili del nostro essereeducatori e portatori dei valoriscout, voglio cogliere l’occasioneper esprimere alcune linee di ri-flessione globale sul tema che cre-do possano essere utili per tutti:Nelle scelte educative che quoti-dianamente operiamo durantel’attività con i ragazzi il nostropunto di riferimento deve essereil metodo. Per questo è nostro ob-bligo imprescindibile conoscerlobene e continuare ad approfon-dirne le sfumature e i dettagliAl contempo è nostro dovereorientare al Bene e far crescere lanostra personalità armonizzandole varie componenti al fine rederevisibili con le nostre azioni gli idea-li nei quali diciamo di credere.Il nuovo percorso di Formazionecapi, al di là dei dettagli pratici edella scansione temporale in cuisi articola, traduce la seguente fi-losofia: si educa solamente conti-nuando a crescere. Il nostro pri-mo dovere, per tutta la durata delnostro servizio di capi, è impiega-re tempo e energie nella forma-zione personale e scout. È questoche fa del bene ai nostri ragazziognuno di noi incarna l’esserecapo in modo originale con lasua personalità e storia tutte in-tere, compresi i pregi e i difetti. Ci saranno dunque sempre visio-ni diverse e anche contrappostedell’essere un buon capo. È pro-prio nella dialettica fra le diverseposizioni che la nostra Associa-zione trova il nutrimento per cre-scere e incarnare nell’oggi lo spi-rito dello scautismo di B.-P. Dob-biamo imparare non solo a farconoscere le nostre idee in meri-to, ma ad alimentare il dibattitoassociativo nei luoghi a questoscopo previsti: le Comunità capi,le assemblee dei vari livelli, i Con-sigli e Comitati, che troppo spes-so trasformiamo in luoghi di pu-ra gestione abdicando al doveredi contribuire con l’apporto per-sonale alla crescita del pensieroassociativo.

C.P.

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ATTI UFFICIALI

nomine a Capo

La Capo Guida e iL Capo SCout

hanno nominato Capi

neLLa riunione deL 24.10.2009

975 ALBONETTI FRANCESCA RIOLO 1

1045 ALESSANDRINI ROBERTO ROMA 91

995 ALESSI VALENTINA MANTOVA 10

1004 ARCANGELI MARCO MORCIANO R.

1033 ARCANGELI MICHELE MORCIANO ROM.

1014 BECATTINI SARA SCANDICCI 1

964 BENDINI CHIARA IMOLA 2

978 BERINI SILVIA CORMONS 1

967 BERTOLINI FEDERICA ROMA 26

1048 BIELLI DANIELE CAVE GENAZZANO 1

1009 BOLOGNESE SARA PORTO POT. 1

1053 BONACCORSO CARMELA RAVENN. 3

1011 BONOMI SIMONE PORTO MANTOVANO 1

987 BORELLO ALESSANDRO MELEGN. 1

1023 BRIGANTI VALENTINA LATINA 3

1018 BRISON BENEDETTA MILANO 20

1016 CALANCA EMANUELA ROMA 100

1041 CALCERANO FILIPPO ROMA 104

1012 CALIANNO ADRIANA BORGOLOMBARDO 1

962 CARDELLI FRANCESCO FRATTOCCHIE

973 CARRARO CARMEN COLOMBA ROMA 70

994 CARRERO AGNESE MANTOVA 4

966 CAVALAZZI MARCO MASSA LOMB. 1

976 CEPPARO MARCO CASARSA 1

1060 CIAVATTELLA MATTEO PESCARA 7

1015 CINALLI MARCO ROMA 98

1001 CLEMENTEL NICOLA S. AGATA BOLOGN. 1

983 COLESANTI SILVIA ROMA 8

1013 CONSALES DANIELE VILLALBA 1

1025 CONSOLI FABRIZIO ROMA 150

1051 CUTTONE ANTONIO CINISELLO BALS. 3

1040 DE GENNARO PIETRO CASTELFR. EMILIA 1

1037 DEGLI SCHIAVI PAOLO CAMPOVERDE 1

974 DELLA PENNA LISA ROMA 76

1019 DEMINO WILLIAM MAGENTA 1

1058 DI IORIO ANNA IMOLA 2

1027 DI PLACIDO BARBARA CASTELMAGG. 1

1007 DI VELLA DIEGO ROMA 8

991 DIEGOLI MARCO PIOLTELLO 1

986 FASSINA ANGELA VALDAGNO 1

992 FERRARA MARIA ORTENSIA AVELLINO 1

977 FIANNACCA MARCO GENOVA 61

1042 FINA MARTINA FIUMICINO 1

1039 FIORENTINI VALERIA FAENZA 3

1021 FIORILLO MATTEO SEGRATE-S.BOVIO 1

1034 FISCHETTI CARMINE ROMA 29

1026 FORLANI FEDERICA SPILAMBERTO 1

988 GADDA LAURA VARESE 1

1003 GALLO FRANCESCA BRESCIA 1

1029 GALMACCI LAURA CASENTINO 1

1006 GAROFALO VALERIO ROMA 8

982 GERACIOTI GIACOMO SPILIMBERGO 2

1002 GIAMPIETRO BEATRICE VITERBO 5

1056 GIOIA ILARIA ROMA 15

970 GIRARDI RICCARDO ROMA 35

980 GIULIANI LORENZO IMOLA 4

969 GUIDETTI PAOLO MODENA 8

1046 IARLORI TIZIANA CIVITAVECCHIA 4

965 LAMBERTUCCI EDOARDO IMOLA 2

1050 LONGHI ANDREA CERVETERI 1

998 LOSIO ALBERTO DORNO 1

1043 LUTEROTTI MARCO BRESCIA 8

1059 MADONNA PAOLA ROMA 10

958 MANENTI GIOVANNI REZZATO 1

989 MARINELLI DAVIDE SAREZZO 1

985 MATTIELLO ENRICA VALDAGNO 1

979 MELOTTI MATTEO MELEGNANO 1

968 MICHIELETTO CARLO SCORZE 1

1044 MIGLIORINI MARIA GRAZIA ROMA 100

981 MILANI ALESSANDRO LATINA 3

972 MOLIN GIACOMO SAN DONA DI PIAVE 4

1035 MONTORI GIORGIO VIGNOLA 2

1054 MONTORI MARIA S. BOLOGNESE 1

1055 MOSCHINI MARCO PERUGIA 4

1036 ODOARDI SIMONE MONTEROTONDO 1

1031 PAGLIA PAOLO ROCCASECCA 1

971 PAVANELLO LUCA ABANO 1

1005 PELLICCIOTTA CHIARA ROMA 138

1017 PETTINI MOIRA VILLALBA 1

959 PIERGIOVANNI FABIO PESARO 4

1032 PINI SERENA FORLI 10

961 PLACUZZI MARILENA RAVENNA 3

1022 QUERZE ENRICO CASSINA DE PECCHI 1

1057 RAPONE WANNA CAVE GENAZZANO 1

963 REALI CHIARA CESENA 2

1030 RONDINARA DANIELA FIUMICINO 1

1047 ROSSI CINZIA ROMA 35

990 ROSSI LAURA FORMIGINE 1

960 SAGUATTI PAOLO MASSA LOMBARDA 1

1008 SALIERI ALESSANDRA FORLI 10

997 SANNINO GIUSEPPE SOLIERA 1

1049 SIGNOROTTI CHIARA MORCIANO ROM.

1024 SINIBALDI ANNAPAOLA ROMA 11

1020 STORACI ELIANA LUINO 1

993 TESTONI MATTEO MELARA 1

1038 TRAMONTANA SIMONA ROMA 67

999 TRAVAGLIONE CARMEN BENEVENTO 2

1010 UGOLINI GIULIA MODENA 5

1000 VAROTTI VALENTINA S. AGATA BOLOGN. 1

984 ZANI FRANCESCO PORTO M.NO 1

996 ZIGGIOTTO NICOLA MANTOVA 2

1028 ZIVIERI GIULIA MODENA 6

1052 ZOLLO ANTONELLA BENEVENTO 3

La Capo Guida e iL Capo SCout

hanno nominato Capi

neLLa riunione deL 12.12.2009

1200 ARCIERI PIERLUIGI POTENZA 3

1189 BARBIERI ALICE GENOVA 55

1181 BISCOTTI CATERINA ABBADIA 1

1196 BLASI FEDERICO GUASTICCE 1

1191 CATTI FRANCESCO GENOVA LEVANTE

1190 COLONNA MARCO RENDE 1

1204 CORIGLIANO D. MARIA TREBISACCE 2

1192 CORTONESI TOMMASO SIENA 2

1195 D ABBONDIO FRANCISCO S.BENEDETTO 2

1201 DANISI MARIA CRISTINA POTENZA 3

1178 DAPRETTO CORRADO DUINO 1

1211 DEBOLE STEFANO TRENTO 12

1187 FEDERICO GIUSEPPE RENDE 2

1207 IACONIANNI MARIA LUISA TREBISACCE 2

1209 LA PORTA ELISABETTA VAL DI MUGNONE 1

1197 LE PIANE MARIACONCETTA COSENZA 6

1206 LEANDRI LAURA MANCIANO 1

1188 MALASPINA BRUNELLA BERT. MANCIANO 1

1199 MINOIA ENZA CONVERSANO 1

1210 NOCE GIUSEPPE FALCONARA 3

1202 NUCCI ANNA MARIA FASANO 1

1203 PANICHI SARA SIENA 2

1179 PAOLINI SILVIA FOLIGNANO 1

1194 PAPA PIETRO TIGULLIO

1182 ROSI ANGELA M ANITA REGGIO CALAB. 12

1208 ROSSANI EUGENIO VIAREGGIO 3

1193 RUFFOLO AGOSTINO RENDE 3

1186 SALASCO MARCO SAN DAMIANO 1

1184 TASSELLI BEATRICE PRATO 2

1205 TEMPESTINI LUCIANO PRATO 1

1198 TOMALINO ALBERTO CONDOVE 1

1185 TOSINI ANDREA MILANO 81

1183 VITELLARO BARBARA BORGOLOMBARD. 1

1180 ZULATO TOMMASO CONSELVE 1

SCOUT - Anno XXXVI - Numero 4 -22 marzo 2010 -Settimanale - Poste Italiane s.p.a. - Spedizioneperiodico in abbonamento postale L. 46/04 - art. 1comma 2, DCB BOLOGNA - euro 0,51 - Editodall’Agesci - Direzione e pubblicità PiazzaPasquale Paoli, 18 - 00186 Roma - Direttoreresponsabile Sergio Gatti - registrato il 27febbraio 1975 con il numero 15811 presso ilTribunale di Roma - Stampa Mediagraf spa, vialedella NAvigazione Interna, 89 - Noventa Padovana(PD) - Tiratura di questo numero copie 32.000 -Finito di stampare nel marzo 2010.

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