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UFFICIALIZZARE LA MISURAZIONE DEL VOLONTARIATO: intuizioni dal Progetto Europeo per la Misurazione del Volontariato Daniela Bosioc European Volunteer Centre (CEV) Ksenija Fonović SPES ‐ Associazione Promozione e Solidarietà Lester M. Salamon Johns Hopkins Centre for Civil Society Studies (JHU/CCSS) presentato alla Società Internazionale per la Terza Conferenza ricerca nel settore Sienna, Italy | luglio 2012

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UFFICIALIZZARE LA MISURAZIONE DEL VOLONTARIATO: intuizioni dal Progetto Europeo per la Misurazione del Volontariato Daniela Bosioc European Volunteer Centre (CEV) Ksenija Fonović SPES ‐ Associazione Promozione e Solidarietà Lester M. Salamon Johns Hopkins Centre for Civil Society Studies (JHU/CCSS)

presentato alla Società Internazionale per la Terza Conferenza ricerca nel settore Sienna, Italy | luglio 2012

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Ufficializzare la misurazione del volontariato: Intuizioni dal Progetto Europeo per la Misurazione del Volontariato  Daniela Bosioc, Centro europeo del volontariato (CEV) Ksenija Fonović, SPES ‐ Associazione Promozione e Solidarietà  Lester M. Salamon, Johns Hopkins Centre for Civil Society Studies (JHU/CCSS)*  

Introduzione Circa un miliardo di persone nel mondo ogni anno svolgono attività di volontariato in organizzazioni statali, non profit, o profit, o in maniera informale, facendo del “Paese del Volontariato” se fosse una nazione, quella  con  la  seconda popolazione più  grande  al mondo, dietro  solo  alla Cina  (Salamon, Sokolowski, e Haddock, 2011). Questa è  la conclusione che scaturisce dal primo calcolo  in assoluto della scala globale del volontariato basato su dati empirici anche se ancora in forma preliminare.   Tale  impegno  volontario  produce  una  vasta  gamma  di  conseguenze  –  sui  volontari  stessi,  sui beneficiari  delle  loro  attività,  sulle  organizzazioni  attraverso  le  quali  è  svolta  almeno  una  parte dell’attività, e più in generale sulla qualità della vita nelle società in cui i volontari operano.   Purtroppo, però,  solo poche di queste  conseguenze  sono attualmente  colte  in  forma  sistematica. Con  l’eccezione di pochi paesi  industrializzati,  il  volontariato non è  stato  coperto nelle  statistiche ufficiali.1 Anzi, quel poco  che  si  conosce  sul volontariato è disorganico, parziale, e non è neanche confrontabile tra un posto e l’altro o tra un periodo e l’altro (Howlett 2011; Rochester, Colin, Angela Ellis  Paine, e  Steven  Howlett,  2009;  e  Lyons,  Wijkstrom,  e  Clary  1998).  Di  conseguenza,  anche questioni  di  base,  come  la  percentuale  della  popolazione  che  s’impegna  nel  volontariato,  sono sconosciute in certi luoghi, o, peggio ancora, differiscono enormemente nei vari studi condotti nello stesso paese, a cause di differenze nelle definizioni o nelle metodologie di ricerca.   Fortunatamente, da poco  sono  state prese delle  importanti misure che promettono di correggere questa situazione.  Il presente articolo descrive  lo sfondo di queste misure,  il passo avanti da poco compiuto per sviluppare un approccio che generi dati sistematici perlomeno sull’ampiezza e la scala del  volontariato  nei  paesi  del  mondo,  e  il  progresso  importante  intrapreso  per  portare all’implementazione di quest’approccio almeno in una regione del mondo – l’Europa.   Per  fare  ciò,  la  presente  discussione  procede  in  quattro  passi.  In  primo  luogo,  esaminiamo  le particolari  sfide metodologiche,  culturali  e  politiche  che  lo  sviluppo  di  un  approccio  comune  alla misurazione  del  lavoro  volontario  si  trova  ad  affrontare  in  Europa  ed  altrove.  In  secondo  luogo, descriviamo a grandi linee l’approccio scelto per la misurazione della quantità e del valore del lavoro volontario nello sviluppo del Manuale  sulla misurazione del  lavoro volontario che  l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) ha da poco pubblicato in paesi di tutto il mondo e spieghiamo come affronta e supera molte di queste sfide (Organizzazione Internazionale del Lavoro, 2011).      In terzo luogo, descriviamo lo sforzo collaborativo che stanno facendo il Centro Europeo del Volontariato, il Johns  Hopkins  Center  for  Civil  Society  Studies, e SPES  ‐  Associazione  Promozione  e  Solidarietà attraverso  il  Progetto  Europeo  per  la  Misurazione  del  Volontariato  (EVMP)  per  promuovere l’adozione  del  Manuale  ILO  in  Europa.  Infine,  identifichiamo  i  prossimi  passi  necessari  per 

                                                            *Gli autori desiderano riconoscere l’enorme assistenza fornita da Megan Haddock del Johns Hopkins Center for Civil Society Studies nel  mettere insieme le varie componenti di questo documento.  1 Rilevazioni regolari sul volontariato sono state recentemente condotte dagli uffici di statistica di Australia, Canada, Germania, Svizzera, Paesi Bassi, Norvegia, e Stati Uniti.  

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mantenere  le promesse che questo Manuale  ILO presenta agli studiosi e alle organizzazioni per  la promozione del volontariato in Europa ed altrove.   Ciò che emerge molto chiaramente da questa discussione sono tre conclusioni centrali:   

• In  primo  luogo,  nonostante  le  sfide  metodologiche  e  politiche,  è  possibile  fare  delle ragionevoli  stime  quantitative  sulla  scala  e  la  natura  del  lavoro  volontario  e  delle caratteristiche dei volontari in una regione così diversa come l’Europa, in una maniera che è sia  confrontabile  a  livello  internazionale  sia  rispettosa  delle  diverse  concezioni  e modelli nazionali;  

• In secondo  luogo,  il Manuale dell’OIL ha raggiunto un equilibrio ragionevole tra  le opposte concezioni  di  come  e  cosa misurare  inizialmente  del  volontariato  e  si  è  di  conseguenza guadagnato un importante sostegno tra i ricercatori, la comunità dei volontari e gli statistici in Europa; 

• In  terzo  luogo,  c’è  ancora  bisogno  di  un  lavoro  importante  per  ottenere  l’approvazione ufficiale di Eurostat e dei governi di tutta Europa a garantire la piena implementazione della capacità di generare dati transnazionali affidabili sul volontariato in Europa oltre che in altre parti del mondo.  

 I.  Sfide alla misurazione del lavoro volontario  Mentre si reputa che la scala dell’attività di volontariato nei paesi europei sia abbastanza estesa, esistono pochi dati affidabili su di essa. E quei dati che esistono usano definizioni molto disparate e fanno affidamento su metodologie molto variabili che rendono i risultati quasi impossibili da interpretare con sicurezza. Questa mancanza di dati sistematici comparativi sul volontariato ha numerose conseguenze pratiche:    

• Limita  la visibilità, e quindi  la credibilità del  lavoro volontario. Il detto “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore” descrive bene  il disinteresse che  la mancanza di visibilità può creare verso un fenomeno sociale, e sembra che questo generalmente sia successo al volontariato.  • Rende  difficile  generare  sostegno  alle  politiche  che  potrebbero  rinforzare  l’impegno volontario. • Complica la gestione dell’impegno volontario e quindi depriva le società dell’abilità di usare nella maniera più efficace questa preziosa risorsa umana. “Ciò che non si può misurare non si può gestire” è un assioma diffuso nelle cerchie direttive, e questo sicuramente si applica al campo della gestione dei volontari.  • Nega  ai  volontari  un  pieno  apprezzamento  dei  loro  contributi,  limitando  così  l’impatto positivo che il volontariato può avere sulla presa di coscienza dei propri diritti e l’inclusione; • Disincentiva  il  volontariato  non  riuscendo  a  riconoscerne  la  scala  e  i  contributi  e sottovalutandone l’impatto.  

 Il bisogno di dati solidi, sistematici e confrontabili sul volontariato è stato largamente riconosciuto da qualche  tempo  ed  è  stata  una  conclusione  importante  dell’Anno  Internazionale  dei  Volontari proclamato dalle Nazioni Unite nel 2001.  Tuttavia,  alcuni  ostacoli  hanno  prevenuto  lo  sviluppo  di  tali  dati  prima  della  pubblicazione  del Manuale dell’OIL.   A. Sfide nella definizione In  Europa  e  altrove  nel mondo  è  in  uso  una molteplicità  di  definizioni  di  volontariato  (vedere Riquadro 1 a seguire), e molte di queste sono riflesse nelle rilevazioni. Di conseguenza, si misurano 

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delle  realtà  largamente  divergenti.  Anche  se  tutte  queste  definizioni  enfatizzano  la  natura volontaria, non retribuita del lavoro, ci sono importanti differenze da notare. Per esempio:   

• Un numero di definizioni usa  la parola “volontariato” nella definizione e nelle rilevazioni,  il che  causa  enormi  problemi  a  causa  dei  significati  abbastanza  differenti  e  spesso  delle connotazioni negative associate a questo termine in posti diversi.  

  

Riquadro 1: Definizioni di volontariato in Europa secondo la legislazione nazionale  

“Il volontariato è un’attività che è:  a) svolta senza compenso o obbligo;  b) implementata a beneficio di una o più persone, gruppo o organizzazione o la comunità intera; c)  portata  avanti  attraverso  un’organizzazione  al  di  fuori  della  famiglia  o  il  contesto  privato immediato della persona che s’impegna nell’attività;  d) non  svolta dalla  stessa persona e per  la  stessa organizzazione  come parte di un  contratto di lavoro, un contratto di servizio o una nomina ufficiale.” (Belgio, 2005)   “Il volontariato è un investimento di tempo, lavoro, conoscenze e abilità personali svolto di libera scelta per  svolgere  servizi  e  attività per  il benessere di un’altra persona o  il  vasto pubblico,  ed eseguite dalle persone senza l’esistenza di qualsivoglia condizione di ricompensa finanziaria o ogni altro beneficio materiale per il lavoro svolto, se non stabilito per legge.” (Croazia, 2007)  Il  volontariato  è  “un’attività  prestata  in  modo  spontaneo,  tramite  un’organizzazione  di  cui  il volontario  fa parte,  senza  fini di  lucro diretto o  indiretto, esclusivamente per  fini di  solidarietà.” (Italia, 1991)  Il volontariato rappresenta “ogni attività svolta per il bene pubblico, basata su movimento civico e azione volontaria e che non è retribuita.” (Finlandia, 1987/2008)  Il volontariato deve”essere basato sulla libera scelta, essere svolto al di fuori della propria famiglia o  cerchia  di  amici  prossimi,  senza  remunerazione  o  profitto  finanziario  e  servire  gli  interessi pubblici, essere svolto per una causa della comunità e non per  interesse  individuale.”  (Ungheria, 2005)   Il volontariato è l’impegno di tempo ed energia, a beneficio della società e la comunità, l’ambiente, o  le  persone  all’  infuori  di  (o  in  aggiunta  a)  la  propria  famiglia  immediata.  È  non  retribuito  e intrapreso liberamente e per scelta”. (Irlanda del Nord, 2012.)  “Le attività di volontariato sono: caratterizzate da altruismo e solidarietà; svolte per  libera scelta, senza  alcun  obbligo  personale  o  legale;  svolte  senza  pagamento,  senza  pregiudizio  al  diritto  al rimborso  delle  spese  in  cui  s’incorre  nello  svolgimento  dell’attività  di  volontariato;  sviluppate tramite organizzazioni private o pubbliche e sotto programmi o progetti.” La legge esclude tutte le forme  di  azione  volontaria  isolate,  sporadiche  o  svolta  dalle  persone  per  ragioni  familiari,  di amicizia o di buon vicinato, e fa riferimento specifico al fatto che il ruolo dell’attività volontaria non deve in alcun caso sostituire il lavoro retribuito. (Spagna, 1996)  

 • Alcune definizioni associano le attività di volontariato a quelle di beneficienza, il che offusca la 

distinzione tra donazioni di tempo e donazioni di denaro.  

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• Alcune  definizioni  includono  le  attività  di  volontariato  informali,  o  dirette, mentre  altre  si limitano al volontariato tramite organizzazioni, e in alcuni casi alle organizzazioni non profit, o persino alle organizzazioni delle quali il volontario deve essere membro. 

• Alcune  definizioni  specificano  le motivazioni  necessarie  per  essere  considerato  volontariato (per  es.  ricercare  “scopi  pubblici”  o  “esclusivamente  per  ragioni  di  solidarietà  ”),  ma  le motivazioni  sono  difficili  da  individuare  e  concetti  come  “scopo  pubblico”  e  “ragioni  di solidarietà” si prestano a significati molto diversi in tempi e luoghi diversi.  

• Alcune definizioni non permettono alcun beneficio  finanziario per  il volontario, mentre altre sono  meno  restrittive  e  dicono  solamente  che  questo  non  dovrebbe  essere  il  fattore motivante o che il reddito del volontario non dovrebbe dipenderne. 

• Alcune  definizioni  restringono  il  volontariato  ad  attività  svolte  per  persone  che  non  fanno parte della famiglia, ma le definizioni di cerchia familiare variano tra paese e paese.  

 

 A. Metodologie imperfette o incompatibili  Nel corso degli anni sono stati svolti molti studi sul volontariato nei paesi europei. Tuttavia, come dimostra  lo  studio  del  2010  “Il  volontariato  nell’Unione  europea”  commissionato  dalla Commissione  europea,  una  combinazione  di  diversi  campioni,  diversi  periodi  di  riferimento, l’omissione  della  raccolta  d’informazioni  sulle  ore  di  volontariato,  l’inclusione/esclusione  del volontariato  informale o diretto,  le differenze nel numero e nel tipo di stimoli usati,  le variazioni nel periodo di riferimento e l’affidarsi a diverse piattaforme di rilevazione hanno reso virtualmente impossibile  il  confronto  dei  risultati  tra  i  vari  paesi  (GHK  2010).  Addirittura  è  difficile  rilevare risultati attendibili persino in un singolo paese.  Così, come mostra il Riquadro 2, studi recenti sul tasso di volontariato in Ungheria stimano questo dato  al  5,5  per  cento  e  al  40  per  cento,  nello  spazio  di  solo  quattro  o  cinque  anni.  Queste differenze sembrano avere avuto a che  fare non  tanto con  la variazione nella reale attività degli ungheresi,  quanto  con  le  variazioni  nelle  definizioni  e  nei  metodi  di  misurazione  usati  dai ricercatori. Così per esempio il Centro Nazionale per il Volontariato ungherese ha ottenuto il dato del  40  per  cento  includendo  tutti  i  tipi  di  attività  volontaria,  formale  e  informale,  oltre  che  le attività di servizio volontario a lungo termine, mentre l’Istituto di Statistica ungherese è arrivato al dato del 5,5 percento perché si è concentrato esclusivamente sulle ONG che utilizzano volontari.    

Riquadro 2: Qual è il tasso di volontariato in Ungheria? Fonte  % della 

popolazione adulta che svolge 

attività di volontariato 

Note 

Czike, Klára and Kuti, Éva, Hungarian National Volunteer Centre, 2005 – Nonprofit kutatócsoport 

40%  Include il volontariato informale/diretto in diversi contesti  

GESIS – Leibniz Institute for the Social Sciences, 2010 – “European Values Study 2008: Hungary (EVS 2008)” 

10,8%  Include solo il volontariato formale 

Istituto Centrale di Statistica dell’Ungheria  

5,5%  Include solo il volontariato formale  

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 I dati  citati più  frequentemente  sulla quantità di  volontari  in Europa provengono dallo  Speciale Euro barometro 273 del febbraio 2007 sulla “Realtà sociale europea”, che produceva una stima di “circa 100 milioni di volontari europei.” I dati erano stati raccolti solo in base a delle risposte a una domanda  inclusa  in  una  parte  della  rilevazione  relativa  a  “Attività  nel  tempo  libero  e  lavoro volontario” che era “Attualmente partecipa attivamente a o svolge lavoro volontario per una o più delle seguenti organizzazioni?” L’inclusione della locuzione “partecipa attivamente a” in aggiunta a “svolge  lavoro  volontario”  rende  questa  domanda  nebulosa  e  imprecisa.  Inoltre,  il  periodo  di riferimento è vago e non c’è alcuna  informazione sulla quantità di tempo passato a svolgere del lavoro  volontario  o  sulla  frequenza  dell’attività,  dati minimi  necessari  per mostrare  la  scala  e l’impatto del volontariato.   B. Resistenza alla misurazione In aggiunta alle sfide poste alla misurazione del volontariato in termini di definizioni e metodologie c’è  anche,  in  alcuni  settori,  una  resistenza  attiva  ad  essa.    Per  cominciare,  gli  statistici  hanno facilmente  definito  il  volontariato  come  al  di  fuori  delle  statistiche  economiche  di  base, classificando  la maggior parte di esso come al di fuori della “definizione di attività di produzione dell’economia”. Ciò fa sì che sia facile per i politici ignorare il volontariato e rifiutarsi di assegnare delle risorse per misurarne la scala perché si ritiene che abbia un valore economico pari a zero.   Abbastanza sorprendentemente,  la resistenza alla misurazione del volontariato e certamente alla misurazione  del  possibile  valore  economico  del  volontariato,  è  anche  diffusa  tra  i  leader  del volontariato, che adducono la preoccupazione che porre un valore economico al lavoro volontario in  realtà  lo  svaluterebbe,  ignorandone  le  più  profonde  e  vaste  conseguenze  in  termini  di autostima, solidarietà, senso di utilità personale, sentimenti più profondi di altruismo, contributo al capitale sociale e promozione della democrazia. Ci si preoccupa anche che l’apporre un “prezzo” al  volontariato  possa  umiliarlo  e  derubarlo  delle  sue  qualità  umane  come  espressione  di  pura empatia  e  solidarietà.  Inoltre,  c’è  anche  il  timore  che  i  politici  vedano  le  stime  del  valore  del volontariato  come  un  invito  a  tagliare  il  sostegno  del  settore  pubblico  ai  servizi  necessari  e  a ritenere che  i volontari possano occuparsi di questi compiti. Ciò può essere particolarmente vero in quei paesi dove i volontari sono visti come fornitori di servizi. Inoltre, si nota un diverso tipo di resistenza in quei paesi dove la comunità dei volontari è abbastanza recente, per esempio i paesi che  avevano,  prima  del  1989,  un  regime  comunista,  dove  il  concetto  di  volontariato  era  stato confuso con forme “patriottiche”o obbligatorie di partecipazione al lavoro della comunità e dove, di conseguenza, gli atteggiamenti diffusi verso il volontariato rimangono un po’ scettici, rendendo potenzialmente  prematuro  lo  svolgimento  di  ricerche  fino  a  che  le  persone  possano  arrivare  a comprendere che cosa sia il “vero” volontariato.   I gruppi  sindacali  sono anche preoccupati  riguardo al  fatto che  l’attività volontaria appaia come troppo visibile, specialmente quando quell’attività è  identificata con  il “lavoro” e quando ad essa venga  assegnata  una  “paga”  almeno  implicita.  Anche  qui  la  preoccupazione  è  che  i  politici  si sentano giustificati a tagliare la forza lavoro nel settore pubblico o il supporto a coprire i costi del personale  retribuito  delle  organizzazioni  non  profit.  Tali  preoccupazioni  sono  particolarmente intense a causa del presente alto tasso di disoccupazione in Europa.  C. Mancanza di una chiara guida sulla politica del volontariato nell’Unione Europea (UE)  Mentre  la  Commissione  europea  riconosce  che  “I  dati  insufficienti”  sono  un  ostacolo  al volontariato e afferma che “migliori dati confrontabili sul volontariato negli Stati membri possono essere di aiuto nell’identificare  le migliori prassi e migliorare  le politiche”  (Comunicazione della Commissione  europea,  2011,  pag.  3)  e  raccomanda  che  “La  ricerca  e  la  raccolta  dati  sul volontariato dovrebbero venire  incoraggiate a  livello nazionale” negli Stati membri dell’UE  (Ibid. 

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pag.11), tali raccomandazioni agli Stati membri non sono vincolanti. Inoltre, le competenze dell’UE sul volontariato sono limitate al volontariato transfrontaliero e alla mobilità dei volontari, mentre la responsabilità per il volontariato interno spetta agli Stati membri.   L’Unione europea non ha uno specifico settore politico dedicato al volontariato. Data la sua natura trasversale, il volontariato è legato a Cittadinanza, tradizionalmente ce se ne occupava nell’ambito di Istruzione, Cultura, Giovani e Sport, è coinvolto in gran parte in Occupazione e Politiche Sociali, e interagisce con molte Direzioni Generali. Anche se ha i piedi in tante staffe, però, il volontariato non ne ha nessuna che può dirsi sua. In maniera analoga, la competenza del volontariato a livello nazionale è posta sotto diversi ministeri e settori politici. Di conseguenza, al volontariato manca un evidente paladino istituzionale nelle discussioni sulle politiche e viene regolarmente trascurato.   D. Limiti legali Il quadro giuridico per il volontariato varia tra gli Stati membri dell’UE. Ciò crea due tipi di problemi che  si  escludono  a  vicenda.  In  primo  luogo,  in  alcuni  paesi  le  definizioni  di  volontariato  o  di organizzazioni  di  volontariato  sono  codificate  per  legge,  come  spiegato  prima.  Questo  rende difficile arrivare ad una definizione  comune a  scopi di misurazione dato  che  le definizioni  legali sono molto divergenti (vedi Riquadro 1). In secondo luogo, altri paesi non hanno leggi in auge sul volontariato. Ciò causa problemi dato che molti di loro sono paesi di diritto consuetudinario dove lo stato non ha il potere di “interferire” o fornire supporto, anche sotto forma di una rilevazione, in assenza di una chiara disposizione giuridica che renda legale tale azione.2 

  II. Una soluzione: Il Manuale sulla misurazione del lavoro volontario dell’OIL  Un  importante passo avanti per superare  le barriere descritte nella sezione I è stato recentemente raggiunto  attraverso  la pubblicazione da parte dell’Organizzazione  internazionale del  Lavoro  (OIL) nel 2011 di un  importante nuovo Manuale sulla misurazione del  lavoro volontario (Manuale OIL) che  stabilisce  una  definizione  internazionalmente  approvata  di  lavoro  volontario  e  un  metodo uniforme per generare dati  regolari ed affidabili  sulla quantità,  il  carattere e  la  composizione del lavoro volontario. Preparato dal Johns Hopkins Center for Civil Society Studies  in cooperazione con l’OIL e un Gruppo internazionale di esperti tecnici, con il supporto dei Volontari delle Nazioni Unite, questo  nuovo  Manuale  rappresenta  il  primo  metodo  che  sia  stato  mai  approvato  a  livello internazionale ad uso degli enti statistici ufficiali nella raccolta di dati di base sul volontariato che sia confrontabile  tra paesi. Questa  sezione  tratta del metodo del Manuale OIL nella  raccolta dati,  la metodologia  che  raccomanda, e  spiega  come affronta e  supera molte delle preoccupazioni  citate nella sezione precedente.  

                                                            2  Il panorama è ulteriormente  complicato dall’esistenza di  leggi  specifiche  che  governano diverse  aree  che possono  sovrapporsi,  intersecarsi o essere erroneamente  interpretate  come  volontariato. Tali  sono  le  leggi sull’istruzione, la protezione civile, l’occupazione, l’assistenza sociale, la sospensione condizionale delle pene, ecc. che possono offuscare il concetto di volontariato, estendendolo ad aree grigie o, al contrario, trascurando parte dell’impegno volontario. Per esempio, in Romania, la Legge sull’Educazione Nazionale offre la possibilità alle università di  garantire  agli  studenti  che partecipano  in  attività di  volontariato dei  crediti  trasferibili.  La Legge lettone sulla Libertà Vigilata introduce, in riferimento al volontariato, lo status di “dipendente volontario addetto  alla  libertà  vigilata”  per  definire  una  persona  che  è  autorizzata  a  svolgere  un  compito  specifico inerente  alla  libertà  vigilata.  In  Ungheria,  le  normative  sulla  disoccupazione  richiedono  alle  persone disoccupate di lunga durata di svolgere lavori per la comunità e la non ottemperanza causa la cancellazione o riduzione  dei  sussidi  sociali. Anche  se  questo  è  un  esempio  di  lavoro  non  retribuito  di  pubblico  beneficio, l’aspetto  coercitivo  lo  rende  al  di  fuori  della  definizione  di  volontariato;  tuttavia,  continua  ad  essere erroneamente definito come volontariato in mancanza di un altro termine.   

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 A. Criteri per il  Manuale OIL  Un obiettivo  centrale  nello  sviluppo di quello  che  è diventato  il Manuale  sulla misurazione  del lavoro  volontario  dell’OIL  è  stato  quello  di  integrare  la misurazione  del  lavoro  volontario  nei sistemi  statistici  nazionali  ufficiali.  Tale  approccio  è  stato  preso  per  rendere  la misurazione  del lavoro volontario ufficiale piuttosto che continuare a dipendere da raccolte di fondi  intermittenti da parte di enti di ricerca privati.   Date  le barriere allo sviluppo di un approccio comune alla raccolta dati già citate nella sezione 1, cinque  criteri  hanno  guidato  il  disegno  e  lo  sviluppo  del  Manuale  OIL  (Organizzazione internazionale del Lavoro, 2011):   

 1) Comparabilità.  In primo  luogo  il Manuale è stato concepito per permettere  la produzione di 

dati  davvero  confrontabili  sul  volontariato  tra  paesi  e  nel  tempo.  Questo  ha  richiesto  un ingente lavoro per formulare una definizione abbastanza ampia da comprendere i molti diversi usi nazionali, ma abbastanza precisa e comprensibile da diversificare  l’attività di volontariato sia dal lavoro retribuito sia dal tempo libero.  

2) Fattibilità.  La  comparabilità ha  solo un  valore  limitato  se  vi partecipano  troppi pochi paesi. L’approccio scelto, quindi, doveva essere  implementabile nella più vasta gamma possibile di paesi.  Questo  implicava  un  approccio  sensibile  alle  tradizioni  regionali  e  culturali  e  alle differenze di lingua, oltre che non al di fuori delle capacità tecniche o finanziarie del più vasto assortimento possibile di enti statistici.  

3) Rapporto costo/efficacia. Una potenziale barriera all’uso delle rilevazioni è il costo. Il rapporto costo/efficacia  doveva  essere,  quindi,  una  considerazione  primaria  nel  concepimento  di  un approccio  raccomandato  alla  misurazione  del  lavoro  volontario.  Dato  che  le  rilevazioni autonome sono costose e richiedono maggior tempo, ciò è apparso come un valido argomento per l’uso di un supplemento a una piattaforma d’indagine già esistente.  

4) Efficienza. Utilizzare  una  piattaforma  d’indagine  già  esistente  è  solo  fattibile  se  si  fa molta attenzione ad evitare di sovraccaricare tale piattaforma. Questo ha richiesto una strategia per massimizzare  le  informazioni  raccolte  con  il  minor  numero  di  domande,  e  per  esercitare controllo sulla gamma di argomenti da coprire.  

5) Affidabilità  e  obiettività.  Infine,  il metodo  scelto  per  la misurazione  del  lavoro  volontario doveva essere in grado di produrre risultati affidabili. Ciò ha voluto dire che la definizione e gli indicatori  usati  dovevano  essere  obiettivi  e  in  grado  di  essere  resi  operativi  e  che  la piattaforma  d’indagine  doveva  avere  una  copertura  sufficiente  della  popolazione,  un campione  consistentemente  ampio  di  rispondenti  e  una  prospettiva  dal  contenuto  tecnico affidabile. Dato che  il volontariato ha  luogo  in molti contesti diversi,  inclusi contesti  informali tra  persone,  le  rilevazioni  sui  singoli  invece  che  sulle  organizzazioni  sembravano  offrire  la migliore speranza di captare in maniera affidabile la piena estensione del fenomeno.  

 B. Il metodo del Manuale OIL: la piattaforma di rilevazione  

Dopo aver esaminato le varie piattaforme d’indagine ufficiali alternative alle quali allegare uno speciale modulo sul volontariato alla luce di questi criteri, l’opzione ottimale è sembrata quella di includere un “modulo sul volontariato” attentamente concepito alle esistenti rilevazioni nazionali sulle forze di lavoro su base periodica. Le rilevazioni sulle forze di lavoro sono state individuate come la piattaforma preferita per vari motivi: 

• Le rilevazioni sulle forze di lavoro sono tra i programmi più frequenti e regolari di tutte le raccolte dati ufficiali, e sono quasi immuni da tagli della spesa nazionali.  

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• Le rilevazioni sulle forze di lavoro coprono l’intera popolazione di un paese, usano campioni estremamente vasti, e raccolgono importanti dati demografici sui rispondenti, rendendole una maniera molto efficace dal punto di vista dei costi di captare quantomeno un corpo delimitato di informazioni chiave sui contorni del lavoro volontario in un paese. 

• Le rilevazioni sulle forze di lavoro sono svolte da personale esperto nella codifica delle occupazioni con l’uso di sistemi standard di classificazione delle occupazioni che sono adattabili anche alla codifica delle attività di volontariato, il che facilita di molto la valutazione del lavoro volontario (come descritto più innanzi in dettaglio).3 

• Un punto molto importante è che le rilevazioni sulle forze di lavoro sono obbligatorie in molti paesi, il che è vitale per ridurre il potenziale di distorsione da rispondenza. 

• Le rilevazioni sulle forze di lavoro sono svolte ed analizzate da personale altamente professionista in tutto il mondo, il che aumenta la fiducia e l’affidabilità dei risultati.  

 Basarsi  sulle  rilevazioni  sulle  forze di  lavoro  effettivamente  limita  la  gamma di questioni  che  si possono esplorare, dato che  le rilevazioni sulle forze di  lavoro possono solo accordare del tempo limitato  all’approfondimento  di  questioni  non  relative  all’occupazione. Nonostante  ciò,  offrono una  piattaforma  molto  utile  per  cogliere  delle  informazioni  cruciali  sul  volontariato.  Altre piattaforme  quali  le  rilevazioni  sociali  generali,  sull’uso  del  tempo  o  le  rilevazioni  autonome offrono anche dei vantaggi, quali  la  loro abilità di  investigare aspetti più ampi del volontariato.  I loro potenziali  svantaggi, però,  sono molto maggiori dei  vantaggi,  incluso  il  loro  costo  relativo, campioni  più  piccoli,  vulnerabilità  all’essere  cancellati  o  ritardati  in  tempi  di  ristrettezze economiche,  eventuale  deviazione  dal  linguaggio  concordato  del modulo  del Manuale OIL  e  il risultante tasso di comparabilità, e nel caso delle rilevazioni sull’uso del tempo  in particolare, un periodo di riferimento troppo ristretto per intercettare accuratamente il lavoro volontario.   

 C. La definizione di volontariato del Manuale OIL: il volontariato come forma di lavoro   Nonostante le differenze nelle definizioni di volontariato in uso in Europa e altrove nel mondo, è stato possibile identificare una serie di elementi comuni che forniscono la base per sviluppare una definizione comune (vedere Riquadro 1 per esempi di definizioni europee). Tra questi elementi comuni c’erano i seguenti:4  1) Libera  scelta:  Le  attività  devono  essere  svolte  spontaneamente  e  non  dovrebbero  essere 

forzate (“altruisticamente” ‐ Portogallo, “di propria iniziativa” ‐ Moldova); 

2) Non per  retribuzione: Le attività dovrebbero essere solitamente  svolte senza alcun beneficio finanziario  per  il  volontario  (“alcun  beneficio  materiale  o  finanziario”  (Croazia),  “non dipendente  da  esso  per  la  sua  sopravvivenza”  (Paesi  Bassi),  “senza  preoccuparsi  di  un guadagno economico” (Galles), “non per interesse individuale” (Ungheria);  

3) Natura  dell’attività:  Le  attività  dovrebbero  generalmente  costituire  il  dono  di  “tempo  ed energia”;  

                                                            3 Le rilevazioni sulle forze di lavoro sono state usate con successo per raccogliere dati sul volontariato in molti paesi, incluso il Canada e gli Stati Uniti, senza un impatto negative sulle rilevazioni delle forze di lavoro e con un alto tasso di risposta tra i volontari.   4 Per una panoramica generale sui quadri giuridici per il volontariato nei paesi europei, vedere: Centro europeo del Volontariato (2012). Volunteering Infrastructure in Europe  e il Riquadro 1. 

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4) Non diretta alla propria famiglia: Generalmente s’intende che  il volontariato benefici gli altri, al di  fuori della propria casa,  famiglia, o cerchia di amici ristretti  (comunque  la si  interpreti). Tuttavia,  le  leggi  e  le  strategie  nazionali  del  volontariato  in  Europa  variano  in  termini  di contesti  istituzionali,  alcuni  integrando  il  volontariato  informale  altri  contando  solo  attività svolte  “attraverso  organizzazioni  private  o  pubbliche  e  sotto  programmi  o  progetti”  o “attraverso un’organizzazione di cui il volontario fa parte” (Italia).  

Coerentemente con  i criteri di cui sopra,  il Manuale ha  ricercato una definizione di volontariato che fosse: • Operativa, ossia possibile da  identificare empiricamente per gli  intervistatori con un numero 

limitato di domande sul settore;  

• Sufficientemente  ampia  da  comprendere  le  molte  diverse  forme  che  il  volontariato  può prendere in diverse società; e  

• Precisa  abbastanza  da  differenziare  il  volontariato  dal  lavoro  retribuito  o  dal  totale  tempo libero.  

 Il Manuale OIL non sostituisce o modifica  in alcun modo  la  legge nazionale sul volontariato, o  le politiche, ma  fornisce  invece  una  definizione  che  può  essere  usata  per  sviluppare  dati  di  base confrontabili  tra  paesi  attraverso  un modulo  per  la  rilevazione  abbastanza  breve  rivolto  a  una popolazione molto ampia di rispondenti. Tenendo a mente i criteri di cui sopra, il nuovo Manuale OIL definisce il volontariato per gli scopi della misurazione come:  

 Lavoro non retribuito e non obbligatorio; ossia, tempo donato da individui in assenza di retribuzione per svolgere attività tramite un’organizzazione o direttamente per altri al di fuori della propria famiglia. 

Diverse caratteristiche chiave del volontariato come inteso da questa definizione meritano particolare attenzione:  

1) Riguarda il lavoro. Ciò significa che coinvolge attività che producono beni e/o servizi che  contribuiscono  con  qualcosa  di  potenziale  valore  per  i  destinatari.5  Come  tale,  questa caratteristica rappresenta un utile passo avanti verso l’ufficializzazione della valutazione degli impatti del volontariato sulla società.   

2) E’  non  retribuito.    Il  lavoro  volontario  per  definizione  è  lavoro  senza  retribuzione  o compensazione,  in  contanti o  in natura.  Tuttavia,  alcune  forme di  rimborso monetario o  in natura possono ancora essere possibili senza violare questa caratteristica della definizione.  

                                                            5 La descrizione di volontariato come una forma di lavoro non retribuito, distinto dal tempo libero e dal lavoro retribuito,  ha  importanti  implicazioni  per  la  comunità  statistica  che  si  occupa  della  misurazione.  Il riconoscimento del volontariato come una forma di  lavoro non retribuito è stato ciò che ha fatto sì che  l’OIL (responsabile per lo sviluppo di standard sulla misurazione internazionale del lavoro) considerasse lo sviluppo di uno standard di misurazione per il volontariato. Inoltre, ha anche messo in connessione la misurazione del volontariato con  il sistema della Contabilità nazionale,  lo standard direttivo  internazionale per  la contabilità economica  nazionale  (e  la  produzione  di  dati  quali  il  Prodotto  Interno  Lordo  nazionale),  fornendo  il collegamento concreto che in teoria era sempre esistito, ma che in precedenza  non poteva mai venire usato praticamente, tra la produzione di beni e servizi nell’economia nazionale e il volontariato. Questo per dire che quali siano i motivi altruistici dietro le attività di volontariato, il risultato finale è la produzione di beni e servizi per  l’economia  nazionale  che  al momento  non  vengono  accuratamente  attribuiti  al  volontariato.  Per  una spiegazione  tecnica  dettagliata  del  collegamento  tra  la  definizione  di  lavoro  dell’OIL  e  il  Sistema  della Contabilità Nazionale, vedere l’Allegato IV del Manuale dell’OIL (International Labour Organization (2011).     

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3) Non è obbligatorio. L’attività di volontariato deve comprendere un significativo elemento di scelta. Ci si impegna in queste attività di propria volontà, senza essere legalmente obbligati o altrimenti  forzati a  farlo.  Il  lavoro non  retribuito  imposto dal  tribunale,  lavori  imposti  come parte di una sentenza di pena, e  il servizio alternativo alla  leva militare ne sarebbero quindi esclusi. Obblighi sociali quali  le pressioni del gruppo di pari o dei genitori o  le aspettative dei gruppi sociali, tuttavia, non rendono l’attività obbligatoria. 

4) Abbraccia sia  il volontariato “informale”, ossia  le attività di volontariato svolte direttamente per altre famiglie che il volontariato “organizzato” ossia il volontariato svolto per o attraverso enti non profit o altri tipi di organizzazioni.  

5) Non comprende il lavoro svolto senza retribuzione per membri della famiglia del volontario. L’uso  del  termine  famiglia  come  limite  di  definizione  dell’unità  familiare  aggira  le  enormi difficoltà poste dal definire “l’unità familiare” con l’utilizzo del termine comune alle rilevazioni sulle  forze  di  lavoro  e  ad  altre  rilevazioni  statistiche  che  usano  la  parola  “famiglia”  cioè persone che vivono insieme nella stessa unità abitativa, come unità di osservazione.   

   

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 D. Altre caratteristiche chiave del modulo raccomandato sul volontariato dell’OIL   Il modulo finale sul volontariato dell’OIL consiste solo di una pagina e mezza di domande che si concentrano su cinque elementi chiave6:  1) Chi fa volontariato; 

2) Che attività svolge; 

3) La quantità di tempo trascorsa su ogni attività durante uno specifico periodo di riferimento;  

4) Se  l’attività  sia  svolta  direttamente  per  una  persona  o  attraverso  un’organizzazione,  e  in questo caso di che tipo di organizzazione si tratta (non profit, profit, pubblica, cooperativa); e  

5) Che  campo  o  settore  questo  volontariato  supporta  (per  esempio,  salute,  istruzione,  servizi sociali, ambiente, cultura, sport, ecc.)  

 L’insieme di domande ideate per ottenere questi elementi di dati è stato sviluppato attentamente, e perciò si raccomanda di non cambiare la struttura, le parole o l’ordine delle domande.7    Con queste  variabili, oltre  alla  grande  quantità di dati demografici  già ottenuti nelle  rilevazioni sulle forze di lavoro, dovremmo essere in grado di calcolare quanto segue:  

• Il tasso di volontariato; 

• Il  profilo  demografico  dei  volontari  (età,  fascia  di  reddito,  istruzione,  residenza  urbana  o rurale, eventuale occupazione retribuita, sesso); 

• Il  valore  economico  del  loro  lavoro  volontario,  calcolato  al  “costo  di  rimpiazzo”  –  ossia quanto costerebbe in quella economia rimpiazzare il volontario con un lavoratore retribuito che svolga la stessa attività;  

• La forza lavoro equivalente a tempo pieno rappresentata dai volontari;  

• La distribuzione della forza lavoro volontaria ed il valore economico del lavoro volontario tra i settori economici (salute, educazione, servizi sociali, ecc.);  

• La proporzione che rappresentano i volontari sulla forza lavoro equivalente a tempo pieno in particolari campi;  

 Questi non  sono, naturalmente,  i  soli  aspetti del  lavoro  volontario  che  interessano  i  leader del volontariato, gli studiosi e i politici. Tuttavia, forniranno la base sulla quale le ricerche successive si potranno  costruire  attraverso  altre  rilevazioni  mirate  a  questioni  quali:  l’impatto  sociale  e 

                                                            6  Si  forniscono  domande  opzionali  aggiuntive  in maniera  volontaria  per  confrontarsi  con  le  questioni  del servizio obbligatorio,  le  relazioni  familiari,  la  compensazione e  il volontariato  interno per  rapporto a quello internazionale, qualora fossero rilevanti nel contesto  locale. Parimenti, si offre una  lista di possibili  indicatori aggiuntivi di attività volontaria che possono essere di interesse,  quali le motivazioni per parteciparvi, o perché si cessa di fare volontariato. Tuttavia, per quanto i ricercatori possono essere interessati a sapere le  risposte a queste domande aggiuntive, esse rimangono come opzionali da  implementare per gli  istituti di statistica per evitare di sovraccaricare il modulo per la rilevazione.   7 Il Manuale fornisce una guida importante per tradurre la rilevazione in modo da assicurarsi che le domande siano rilevanti al contesto locale, e per evitare rischi insiti nella misurazione, come condurre la rilevazione in periodi in cui l’attività di volontariato può essere particolarmente alta o bassa (come durante le vacanze o dopo un disastro naturale).   

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psicologico  del  volontariato  sui  volontari,  sui  beneficiari  delle  loro  azioni,  e  sulla  società  in generale; l’efficacia relativa dei vari approcci alla gestione dei volontari; e i fattori che incoraggiano o scoraggiano l’attività di volontariato.   E’ importante sottolineare altri elementi chiave del modulo raccomandato per la rilevazione: 

  

• Nessun uso dei termini “volontariato” o “lavoro volontario”  in nessuna parte del modulo raccomandato, perché l’esperienza ha dimostrato che vengono intesi in maniera diversa nei diversi contesti e non sono di aiuto per ottenere risposte accurate. 

• Le domande sono incentrate sull’attività, non incentrate sul destinatario, perché il Gruppo internazionale di esperti  tecnici ha determinato  che  i  rispondenti avrebbero  ricordato più facilmente che tipo di attività avevano svolto piuttosto che per chi avessero svolto l’attività. La  concentrazione  sull’attività permette  anche una  traduzione  facile del  lavoro  volontario nella  sua  corrispondente  occupazione,  alla  quale  si  può  quindi  assegnare  una  paga  di sostituzione.  

• Usa un periodo di  riferimento di 4 settimane.    Il  lavoro volontario si svolge  spesso meno frequentemente e meno  regolarmente di altre attività,  il che significa che una dimensione significativa del fenomeno può venire trascurata se il periodo di riferimento è troppo breve. D’altro  canto,  se  il  periodo  di  riferimento  è  troppo  lungo,  diminuisce  l’accuratezza  del ricordo. Il modulo per  la rilevazione raccomandato nel Manuale dell’OIL propone quindi un periodo  di  riferimento  di  quattro  settimane,  che  i  test  hanno  dimostrato  intercettare efficacemente il fenomeno a livello nazionale. Il modulo offre anche uno stimolo aggiuntivo per  captare  le  attività nelle quali  ci  si  impegna  solo una o due  volte  l’anno  (per esempio intorno a una festività religiosa, un disastro nazionale, o un evento sportivo nazionale). 

• Uso moderato degli  stimoli. Per  ridurre  la difficoltà  che  i  rispondenti dimostrano  talvolta quando  si  rammentano  delle  attività  di  volontariato,  le  rilevazioni  sul  volontario  spesso impiegano degli stimoli8 per fissare la definizione di volontariato in maniera più stabile nella mente del rispondente e assistere il rispondente nel ricordo. L’impiego di troppi stimoli può aumentare di molto il costo della rilevazione, può distrarre o confondere alcuni rispondenti e spesso sovrastima la vera quantità di volontariato perché fa sì che i rispondenti dichiarino di  svolgere determinate  attività  solo per  far  cessare  il bombardamento di  stimoli. D’altro canto,  l’uso di pochi o di nessuno  stimolo può  seriamente  far  sottostimare  la quantità di volontariato  perché  non  fissa  in  maniera  sufficientemente  chiara  nella  mente  del rispondente la gamma completa di attività che rientrano nello scopo della rilevazione.  

 Il modulo per il sondaggio raccomandato propone un compromesso tra questi due approcci. I rispondenti che rispondono positivamente alla domanda che chiede  loro se hanno svolto del lavoro volontario non retribuito nelle quattro settimane precedenti passano direttamente alle domande  sul  tipo,  le  ore,  e  il  contesto  istituzionale  di  questo  lavoro.  Ai  rispondenti  che inizialmente dicono di non svolgere questo tipo di lavoro vengono offerti cinque esempi di tipi di attività che rientrano nella definizione, ma che potrebbero non aver considerato.  

 III. L’implementazione del Manuale dell’OIL: Il Progetto Europeo per la Misurazione del 

Volontariato (EVMP) 

                                                            8 L’uso degli stimoli (o prompting  ‐ NdT) è una procedura che consiste nel fornire ai rispondenti  delle domande di proseguimento o degli esempi sul tipo di attività in questione allo scopo di aumentare la probabilità che il rispondente si ricordi accuratamente dell’attività e risponda di conseguenza.  

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Mentre  il  Manuale  dell’OIL  affronta  le  sfide  metodologiche  e  di  definizione  alla  misurazione delineate nella sezione I, c’era bisogno di un impegno aggiuntivo per informare gli istituti nazionali di statistica,  sensibilizzare  gli  Stati membri,  fare  andare  avanti ulteriormente  le politiche dell’UE, ed occuparsi  delle  preoccupazioni  della  comunità  del  volontariato  sulla misurazione.  Per  divulgare  il Manuale OIL e promuoverne la sua implementazione in Europa, il Centro Europeo del Volontariato9, il Johns Hopkins Center for Civil Society Studies10 e SPES  ‐ Associazione Promozione e Solidarietà,11 quindi, hanno collaborato per dare forma al Progetto Europeo per  la Misurazione del Volontariato (EVMP).12 Insieme,  i  partner  dell’EVMP  hanno  sviluppato  un  approccio  alla  promozione  dell’adozione  del Manuale  dell’OIL  in  Europa  che  impiega  un  quadro  collaborativo  comprendente  le  istituzioni statistiche,  i politici, gli accademici e  le organizzazioni di volontariato,  le reti e  i centri di supporto, per fornire l’orientamento, la formazione, l’assistenza all’implementazione e la disseminazione delle risultanti informazioni necessari. Il finanziamento iniziale è stato fornito dallo speciale fondo13 delle reti del volontariato italiane. Questa sezione descrive l’approccio dell’EVMP e fornisce un’analisi dei risultati raggiunti ad oggi.   A. Il metodo del progetto EVMP: Interconnessione Il Progetto Europeo per la Misurazione del Volontariato (EVMP) è meglio descritto come una rete che unisce verso degli obiettivi comuni stakeholder diversi per natura e status, ma aperti a discutere, pianificare e agire insieme, in riconoscimento del campo di abilità specifiche e del ruolo che il volontariato e la società civile, gli statistici, gli accademici e i politici portano alla causa. Tutte le iniziative, cominciando dalla gestione operativa del progetto, condividono queste caratteristiche, che contribuiscono un valore specifico ed ulteriore ai risultati della fase preparatoria. Più specificatamente, la struttura e l’approccio concettuale per lo sviluppo del progetto EVMP è come segue:  

 1) Partner principali: Passare dalla visione all’azione. Essendogli stato assegnato  il compito da 

parte dell’OIL di  incoraggiare e sostenere  l’implementazione del Manuale OIL,  il JHU/CCSS ha cercato  di  formare  un  forte  partenariato  con  il  settore  del  volontariato  in  Europa  per promuovere un sistema sostenibile confrontabile di misurazione del volontariato. Il CEV aveva portato la questione all’attenzione dei suoi membri rendendo la misurazione del volontariato un tema centrale della sua conferenza del 2008 (Centro Europeo del Volontariato (2008)); JHU, CEV e SPES hanno sviluppato un approccio per coinvolgere  i gruppi regionali e nazionali che enfatizzava  la rilevanza delle  informazioni per  il settore del volontariato stesso;  incentrava  la campagna sugli uffici statistici e i politici; e faceva leva sulla visibilità offerta dall’Anno europeo del Volontariato 2011, che ha fornito molteplici occasioni per un lavoro di rete transnazionale e per integrare il metodo della misurazione comparativa nell’agenda generale del supporto al volontariato.   

2) Livelli di coinvolgimento: Pensare localmente, agire globalmente. Un elemento distintivo del modello  EVMP  è  che  fornisce  un  quadro  locale  che  permette  agli  stakeholder  di  agire  su diversi  livelli e collega questi sforzi sostenendo  l’uso della metodologia del Manuale OIL per 

                                                            9 www.cev.be  10 www.jhu.ccss.edu  11 Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio, ente coordinatore della ricerca “Il volontariato in Europa. Organizzazioni, promozione, participazione” http://www.spes.lazio.it/volontariatoeuropa/default.asp#testo 12 Tutte le risorse sono disponibili su www.evmp.eu. 13 La fase progettuale e preparatoria del EVMP (Gennaio 2011 – Aprile 2012) è stata sostenuta da ACRI, Forum del Terzo Settore, Convol, Consulta dei Comitati di Gestione and CSVnet. 

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promuovere  l’utilizzo  della  misurazione  del  volontariato  come  base  ed  argomento  per  la valorizzazione, la comprensione e il supporto all’azione volontaria.  

 A livello globale, l’EVMP è una sperimentazione avanzata del lavoro del JHU per promuovere la produzione di dati confrontabili  tra paesi e origini culturali sulle organizzazioni non profit. A livello regionale europeo, è un esempio notevole di iniziativa transnazionale della società civile per potenziare le misure politiche istituzionali. Lo strato centrale del coinvolgimento è a livello dello stato nazionale, perché il potere di implementazione del modulo sul volontariato spetta agli istituti nazionali di statistica.   A livello locale e tematico, gli sforzi di implementazione su piccola scala del Manuale a livello locale  ed organizzativi  rappresentano una opportunità  ancora  sottostimata di  costruire una massa di dati che può, nel tempo, fornire un campo utile per analisi comparative e sviluppo di politiche e di prassi.14  Per  quanto  riguarda  ciò,  l’inversione  del  paradigma moderno  ha  come  obiettivo  di  trovare soluzioni  ai bisogni  locali  attraverso un  rimando  a uno  standard  globale  di misurazione  del volontariato.   

3) Unire  le forze: Collegare  la comunità del volontariato agli Istituti nazionali di statistica.   Un elemento chiave del modello EVMP è la creazione di una piattaforma per collaborazione tra il settore del  volontariato  e  le  istituzioni  statistiche.  I partner dell’EVMP  hanno  compreso  fin dall’inizio  che  gli  sforzi  per  convincere  gli  istituti  nazionali  di  statistica  in  Europa  a implementare  il  Manuale  dell’OIL  richiedevano  che  i  gruppi  di  volontariato  nazionali prendessero il ruolo guida nel presentarlo agli enti statistici dei propri paesi. Per far ciò, però, era dapprima necessario che queste organizzazioni venissero coinvolte, messe al corrente del Manuale  dell’OIL  e  dei  suoi  potenziali  benefici,  e  venisse  fornita  loro  della  formazione  per lanciare  una  campagna  di  implementazione  a  livello  nazionale.  Le  organizzazioni  di volontariato  e  le  loro  reti  così  hanno  rappresentato  un  obiettivo  primario  dell’azione dell’EVMP.   

4) Politica: Prima le basi. I documenti di indirizzo politico europei che raccomandano la raccolta dei  dati  e  l’uso  della  metodologia  proposta  dal  Manuale  dell’OIL  sono  stati  degli  stimoli importanti  alle  campagne  nazionali  di  successo  per  l’implementazione,  quindi  l’opera  di promozione presso le istituzioni UE rappresenta un filone importante del lavoro dell’EVMP. Un contributo  positivo  alle  politiche UE  testimonia  dell’urgenza  di  uno  strumento  comune  che permetta  la  comparabilità,  giustifica  la  definizione  operativa  e  fornisce  un  quadro  per riconoscere degli interessi convergenti tra i diversi stakeholder e in tutti i paesi. (Vedere anche più innanzi, Riquadro 3: Riconoscimento politico dell’UE per il Manuale dell’OIL)  

B. Progresso e risultati del progetto EVMP: Le tre dimensioni di una valutazione iniziale  1) Diffusione  delle  informazioni.  La  diffusione  delle  informazioni  –  sul  Manuale,  le  sue 

potenzialità e la sua implementazione, e sugli obiettivi, i risultati e prodotti finali del progetto EVMP – è la missione centrale dell’EVMP sia per promuovere l’adozione del Manuale dell’OIL e 

                                                            14 I primi esperimenti a questo livello sono ora in corso, e includono le ricerche e i bilanci sociali e di mandato da  parte  di  federazioni  associative  come  la  Croce  Rossa  Internazionale,  gli  Scout  cattolici  portoghesi,  e l’inserimento delle ore di volontariato  come contributo di co‐finanziamento per i progetti finanziati dal settore pubblico delle organizzazioni di volontariato locali nella sovvenzione annuale del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali italiano.  

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per aiutare  i volontari e  le  loro organizzazioni a guadagnare una valutazione e una visibilità adeguata ed obiettiva.   Come punto di partenza, il Progetto ha organizzato la circolazione di informazioni, iniziative di sensibilizzazione  e  seminari di  sviluppo delle  competenze15 per determinare  il  supporto dei leader del volontariato e della comunità a livello nazionale. All’inizio è stato lanciato un invito16 a sostenere  il progetto e basandosi sull’interesse generato, un centro di volontariato è stato identificato dall’EVMP per fungere da punto focale nazionale (PFN) per ogni paese interessato. Questi  PFN hanno  fornito  riferimenti  esperti per  il  lavoro di definizione delle politiche  e di promozione e hanno servito come canale di contatto per l’ente di statistica nazionale. Si sono incoraggiati i PFN a organizzare eventi pubblici a livello locale e nazionale per tenere informati i  loro membri dell’iniziativa, e fare rete con altri gruppi nazionali per far ottenere visibilità al bisogno  di  dati  confrontabili  sul  volontariato.  Questo  accordo  ha  permesso  ai  partner dell’EVMP  di  allargare  la  campagna  e  sostenere  un’ampia  azione  di  promozione  per l’implementazione del modulo  sul  volontariato del Manuale dell’OIL nei  sistemi nazionali di statistica  in Europa. Vale  la pena  citare  che  c’erano  fondi a disposizione per  coprire questo lavoro di promozione a livello nazionale.   Con  l’aiuto  dei  PFN,  10  iniziative  di  sensibilizzazione  e  di  formazione  tecnica17  sono  state organizzate  in  Europa  durante  la  fase  preparatoria,  e  i  partner  principali  hanno  tenuto presentazioni ad oltre 10 ulteriori eventi a  livello nazionale ed europeo. Almeno 500 persone da organizzazioni e reti della società civile sono state infine coinvolte in questi eventi. Un sito web18 è stato appositamente allestito, con sezioni specificatamente dedicate anche ad utenti tecnici (istituti di statistica) 19 e ad utenti non tecnici, della società civile.   Inoltre i PFN hanno intrapreso le traduzioni del Manuale dell’OIL e dei documenti dell’EVMP in varie  lingue  europee,  il  che  ha  avuto  il  positivo  effetto  collaterale  di  coinvolgere  di  più  la comunità  del  volontariato  nelle  discussioni,  per  valutare  e  concordare  che  uno  standard globale può catturare e contenere le specificità del paese. Molte delle preoccupazioni e delle barriere  all’accettazione  tra  la  comunità  del  volontariato  già  descritte  nella  prima  parte  di questo  documento  sono  state  affrontate  e  risolte  in  questo  processo:  le  questioni  di definizione,  di  specificità  culturale,  contesto  istituzionale  e  valore  sociale  sono  rimaste importanti nel dibattito.   Gli  istituti nazionali di statistica, che non sono obbligati a  implementare  il Manuale dell’OIL, hanno  rappresentato  il  secondo  gruppo  target  dell’azione  dell’EVMP.  Per  sensibilizzare  sul Manuale dell’OIL,  i partner dell’EVMP hanno  invitato  tutti  gli  istituti di  statistica  europei  al primo  di  vari  successivi  seminari  tecnici  di  formazione  (a  Varsavia20  nel  settembre  2011). Complessivamente, è stato aperto un confronto con i funzionari statistici di 22 paesi europei. Sono  state  fornite  informazioni,  opportunità  per  fare  rete  e  discutere,  formazione  e competenze tecniche per la preparazione all’implementazione.  

                                                            15 Per dettagli delle iniziative e risultati si prega di vedere la Relazione finale sulla Fase Preparatoria   http://evmp.eu/wp‐content/uploads/Progress_ENGLISH_4.2012.pdf%20TARGET=. 16 Sito web dell’EVMP Meet the supporters: http://evmp.eu/about/partners‐supporters/meet‐the‐supporters/ 17 Per una lista completa degli eventi, si prega di vedere http://evmp.eu/about/progress/  18 www.evmp.eu  19 http://evmp.eu/for‐statisticians/overview/ 20 Per ulteriori informazioni sulla formazione tecnica dell’EVMP in Varsavia, si prega di vedere: http://evmp.eu/2011/10/05/a‐community‐of‐statistical‐officials‐is‐formed‐warsaw‐training‐event‐28‐29‐september‐2011/ 

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 2) Costruire  la  cultura  della  misurazione  del  volontariato.    L’attività  di  diffusione  di  base 

dell’EVMP  non  è  un  semplice  trasferimento  di  pezzi  di  informazione  prima  sconosciuti  ai gruppi  target.  È  un’azione  di  comunicazione  sociale  dato  che  ha  come  obiettivo  quello  di produrre  un  cambio  sociale,  promuovere  uno  sguardo  positivo  sulla  misurazione  del volontariato e sulla costruzione di politiche basate sui fatti, creare piattaforme per lo scambio di  informazioni e competenze tra settori, e stimolare  la produzione di  idee e standard per  la misurazione e la valorizzazione degli impatti economici e sociali del volontariato.   Questa  missione  educativa  ha  piantato  semi  importanti  in  molti  leader  del  volontariato, decisori  di  politiche  pubbliche  e  statistici  che  nel  passato  qualche  volta  erano  stati  scettici riguardo all’opera di misurazione. Questo  tipo di attenzione e comprensione garantisce uno sviluppo della cultura nel campo della ricerca sul volontariato.   

3) Assistere  la  società  civile  –  Collaborazioni  con  gli  istituti  di  statistica.  Il  tratto  distintivo dell’EVMP è l’investimento in una piattaforma di collaborazione tra le reti della società civile e le  istituzioni  statistiche.  Tutte  le  iniziative  dell’EVMP  hanno  fornito  occasioni  ai  due protagonisti  di  incontrarsi  e  capirsi,  di  comprendere  pienamente  le  proprie  potenzialità complementari e di pianificare azioni comuni per l’implementazione del Manuale, e i passi che portano ad essa. La collaborazione tra i partner dell’EVMP e i PFN si è dimostrata preziosa nel coinvolgere gli istituti di statistica e nel destreggiarsi in queste complicate istituzioni con i loro esclusivi processi decisionali per ottenerne la disponibilità iniziale a collaborare.21   

Nella  maggior  parte  dei  casi  queste  collaborazioni  hanno  rappresentato  un  accordo completamente nuovo tra i due gruppi. In generale, con grande sorpresa e apprezzamento dei loro  colleghi nel volontariato,  i  funzionari di  statistica  si  sono dimostrati molto entusiasti di lavorare con i gruppi di volontariato una volta che si sono aperte le porte degli istituti nazionali di  statistica.  Più  nello  specifico,  il  contributo  dei  gruppi  di  volontariato  al  processo  è  stato specialmente  gradito  per  quel  che  riguarda:  la  traduzione  del Manuale,  il  confronto  della definizione  nel  Manuale  dell’OIL  con  i  concetti  locali  e  la  spiegazione  della  necessità  di comparabilità, l’organizzazione di eventi e discussioni in preparazione dell’implementazione, la fornitura di esempi di attività di volontariato tipiche, promozione, raccolta fondi, formazione dei rilevatori, e diffusione e uso dei dati risultanti.     

4) Lavoro politico. Riconoscendo l’importanza delle politiche per sostenere degli standard stabili, obbligatori  e  riconosciuti  a  livello  istituzionale  a  cui  sia  il  settore  del  volontariato  sia  la comunità dei ricercatori possa  fare riferimento,  l’EVMP ha  investito  intensamente nel  lavoro politico  e  nel  coinvolgimento  degli  stakeholder.  Tali  sforzi  sono  stati  molto  aiutati  dalla fortunata  coincidenza  della  pubblicazione  del  Manuale  dell’OIL  con  l’Anno  europeo  del volontariato  2011.  Questo  è  seguito  all’impegno  del  Parlamento  europeo,  e  in  particolare dell’Intergruppo sul Volontariato guidato dall’europarlamentare Marian Harkin, che nella sua 

                                                            21 Tale compito si è dimostrato particolarmente difficoltoso dato che l’EVMP è sceso in campo proprio nei mesi in cui la crisi economica ha colpito duramente i budget di tutti i governi europei. Gli enti statistici, che sono di norma carenti di personale e sovraccarichi, si sono essi stessi trovati nella posizione di dover tagliare  le  loro attività svolgendo solo le rilevazioni obbligatorie per legge. Ciò nonostante, si è arrivati a soluzioni creative in molti paesi. Le descrizioni dei progressi nei diversi paesi mostrano come l’EVMP ha affrontato queste ed altre sfide importanti, e quali strategie si sono dimostrate vincenti.   

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precedente  Relazione  e  Risoluzione22  del  2008  (Parlamento  europeo  (2008))  aveva  già premuto per dei migliori dati e misurazione del volontariato.   Grazie all’opportuno e convinto supporto della Task Force sull’AEV2011, il Manuale e il tema della misurazione  sono  stati  inclusi  in  importanti  conferenze UE.  È  stato  anche  un  tema molto  presente  nei  verbali  del  gruppo  di  lavoro  dell’Alleanza  AEV2011  “Il  valore  del volontariato” e continua attualmente come elemento delle richieste della società civile per lo  sviluppo  futuro  del  supporto  al  volontariato.23  Tuttavia,  il maggior  successo  della  fase preparatoria  dell’EVMP  sono  i  documenti  istituzionali  a  livello  europeo  che  richiedono esplicitamente  che  il  volontariato  sia  misurato,  con  una  metodologia  confrontabile  e standard,  della  quale  il  Manuale  offre  il  solo  esempio  sperimentato  esistente.  Tutti  i principali  organismi  a  livello  UE  che  si  sono  espressi  sul  volontariato  e  sul  suo  futuro includono tale preoccupazione e proposta (vedere Riquadro 3) 24. Altri iniziative di supporto degne  di  nota  da  parte  di  importanti  leader  politici  europei25  testimoniano  che l’implementazione del Manuale è attivamente  ricercata come uno  strumento per  i politici non  solo per basare  il  loro  lavoro  sui  fatti, ma anche per  rendersi  conto attraverso  i dati sull’azione volontaria di una dimensione davvero europea – condivisa, e non una somma di contributi nazionali – della cittadinanza e coesione sociale.  

   

Riquadro 3: Riconoscimento politico UE per il Manuale dell’OIL   

La Comunicazione della Commissione  europea promuove  “Le  ricerche  e  le  raccolte  dati  sul volontariato…  a  livello  nazionale”  e  raccomanda  specificatamente  “l’uso  del Manuale  sulla misurazione  del  lavoro  volontario  dell’Organizzazione  Internazionale  del  Lavoro  (OIL)  e  l’ Handbook on Non‐Profit Organizations delle Nazioni unite” in questo contesto (Comunicazione della Commissione europea, 2011).    In risposta, il Comitato economico e sociale europeo afferma che “è necessario raggiungere il consenso ed implementare l’uso dell’ Manuale sulla misurazione del lavoro volontario dell’OIL come un modo per armonizzare la metodologia per la raccolta dati sul volontariato negli Stati membri. (Comitato economico e sociale europeo, 2012)  Le Conclusioni del Consiglio dell'Unione europea  invitano gli  stati membri a  “considerare di incoraggiare la produzione, pubblicazione e condivisione di strumenti / metodologie e risultati di  ricerche  concernenti  le attività di  volontariato e  la  cittadinanza attiva, unitamente a dati statistici …” e  rivolge ancora  l’attenzione al Manuale  sulla misurazione del  lavoro volontario 

                                                            22 Parlamento europeo (2008). Relazione sul contributo del volontariato alla coesione economica e sociale http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=‐//EP//NONSGML+REPORT+A6‐2008‐0070+0+DOC+PDF+V0//EN  23 P.A.V.E. – Policy Agenda for Volunteering in Europe by EYV2011 Alliance http://www.eyv2011.eu/images/stories/pdf/EYV2011Alliance_PAVE_copyfriendly.pdf 24 Oltre agli esempi inclusi nel Riquadro 3, vale la pena  evidenziare che, anche se ad oggi, il Comitato delle Regioni non ha formulato una risposta alla Comunicazione della Commissione europea, questa istituzione UE ha inclusio la misurazione del volontariato nelle sue dichiazioni politiche, per es. “In partenariato con le istituzioni europee, il Comitato delle Regioni vuole sottolineare che l’Anno europeo deve far avanzare il raggiungimento delle seguenti azioni politiche: […] raccolta dati più sistematica sui volontari e i servizi che offrono per valutare accuratamente il valore economico del settore” (Comitato delle Regioni, Enti locali e regionali in azione durante l’Anno europeo del volontariato 2011, Discorso di Mercedes Bresso, Presidente del Comitato delle Regioni, Bruxelles, 26 gennaio 2011).   25 Vedere Luca Jahier (2011) e Gianni Pittella (2012), ecc. 

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dell’OIL come un  importante esempio di dove “cercare gli strumenti statistici….per garantire dati confrontabili”. (Consiglio dell’Unione europea, 2011).  La Relazione  su Riconoscere e promuovere  le attività di  volontariato  transfrontaliero nell’UE del  Parlamento  europeo  del  2012  avente  come  relatore  l’europarlamentare Marco  Scurria “incoraggia  gli  Stati  membri  a  ricorrere  al  manuale  sulla  misurazione  del  volontariato dell'Organizzazione  Internazionale  del  Lavoro  (OIL)  e  al manuale  sulle  organizzazioni  senza scopo  di  lucro  delle  Nazioni  Unite,  al  fine  di  mettere  a  disposizione  statistiche  e  dati comparabili che  forniscano un quadro chiaro sul rilevante contributo del volontariato e sulle esigenze  dei  volontari  e  degli  operatori  in  tutta  l’Unione  europea”.  (Parlamento  europeo, 2012).   

  C. L’implementazione del Manuale dell’OIL: Progressi a livello nazionale 

 1) Primi paesi realizzatori: Polonia e Ungheria. I primi paesi dell’UE a implementare pienamente 

il Manuale  sono  stati  la  Polonia  e  l’Ungheria,  entrambi  i  quali  hanno  incluso  il modulo  sul volontariato nella Rilevazione sulle Forze di Lavoro, la Polonia nel 2010 e l’Ungheria nel 2011. La decisione di implementarlo è stata in gran parte aiutata dalla consuetudine del lavoro con il JHU/CCSS nei tentativi precedenti di misurazione del settore non profit. Il fatto che questi due paesi abbiano avuto  la Presidenza del Consiglio dell’Unione europea nel 2011, ha fornito una buona occasione per dare  l’esempio nel  creare un’eredità duratura per  l’Anno europeo del volontariato e un terreno solido per aprire la strada nelle decisioni politiche a livello europeo (Consiglio dell’Unione europea, 2011) e presentare l’EVMP ad importanti eventi pubblici.26  I  risultati  preliminari  polacchi  sono  stati  presentati  alla  fine  del  201127;  e  se  ne  aspetta l’elaborazione finale nel 2012. La prima  implementazione ha offerto all’EVMP  la possibilità di utilizzare  le  conoscenze  europee  di  prima  mano  e  condividere  le  lezioni  imparate  dalla Polonia28 nelle fasi iniziali del processo.   I  risultati  ungheresi,  come  anticipato  ai  colleghi  dell’EVMP  durante  il  Seminario  tecnico  a Roma,29 saranno pubblicati nell’autunno del 2012. Ciò darà l’avvio ad alcune nuove, anche se limitate, potenzialità di  confronto,  che  l’EVMP è molto  interessato  ad esplorare,  compresi  i tassi di volontariato, e la natura delle attività tipiche del volontariato informale in contrasto al volontariato organizzato nei due paesi. Sarà anche  interessante mettere in correlazione  i dati 

                                                            26 Conferenza “Europe of active citizens: Volunteering” organizzata dal CESE, la Presidenza polacca e CE, Varsavia, Lester M. Salamon (settembre 2011).  http://www.eesc.europa.eu/resources/docs/programme‐‐poster‐en.pdf –http://www.eesc.europa.eu/resources/docs/salamon‐‐‐eesc_volunteering_‐9‐30‐2011.pdf; Conferenza conclusiva AEV 2011 http://europa.eu/volunteering/en/conference/warsaw‐final‐conference – Discorso del Presidente del CEV Eva Hambach http://europa.eu/volunteering/sites/default/files/speech_‐_eva_hambach.pdf  e “Recognising the contribution to economy, society and the individual – Where are we now, and where do we want to go?” 8 gennaio 2011, Budapest (Ungheria). http://europa.eu/volunteering/en/sites/default/files/eyv2011_budapest_conference_final_programme.pdf 27 Conferenza finale istituzionale CE dell’AEV2011– Presentazione di Slawomir Nalecz http://europa.eu/volunteering/sites/default/files/economic_weight_of_unpaid_voluntary_work_outside_own_household_in_poland_3_‐_nalecz.pdf 28 http://evmp.eu/wp‐content/uploads/Lessons‐Podgorica‐GUSISP.pdf 29 Seminario tecnico dell’EVMP, Roma (Italia) 19 Aprile 2012, Rita Vàradi e Elizabeth Lindner “Primi risultati del modulo ad hoc sul volontariato nelle rilevazioni delle forze di lavoro ungheresi”  http://evmp.eu/wp‐content/uploads/Hungary_EVMP‐Conference_Rome_4.19.2012.pdf   

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del  modulo  sul  volontariato  polacco  e  ungherese  con  le  tradizionali,  anche  se  diverse, rilevazioni dell’Europa occidentale degli ultimi anni, e  compiere una  valutazione  iniziale per vedere se i dati confermano le differenze tradizionalmente accettate tra le tradizioni culturali del volontariato dell’Europa “dell’Est” e “dell’Ovest”.   

2) L’implementazione  dell’Italia:  Il modello  di  cooperazione  dell’EVMP.  La  via  italiana  verso l’implementazione del Manuale OIL offre un  esempio  ricco  e positivo di partenariato  tra  la comunità  del  volontariato  e  l’istituto  di  statistica.  La  decisione  italiana  di  implementare  il Manuale dell’OIL nel 2012 deriva dalla consolidata  tradizione dell’Istat  (Istituto Nazionale di Statistica)  nella misurazione  sociale, mentre  il  lavoro  dell’EVMP  ha  offerto  il  catalizzatore necessario perché  l’Istat accettasse  la sfida30. L’implementazione è prevista per  la primavera del 2013, con i risultati preliminari attesi per la fine dell’anno.   Il  periodo  è  davvero  una  sfida,  perché  l’impegno  dell’Istat  è  arrivato  nel  bel mezzo  di  una drammatica crisi economica che ha prodotto tagli severi negli investimenti pubblici. Il modello cooperativo dell’EVMP, che ha coinvolto la rete dei centri di servizio per il volontariato italiani e l’Istat in stretta collaborazione, ha offerto, però, delle soluzioni pratiche. Secondo il progetto sviluppato,  l’Istat  ha  incluso  il  modulo  sul  volontariato  nel  piano  statistico  nazionale,  ha assegnato  un  esperto  all’interno  dell’Istat,  e  ha  contribuito  alle  iniziative  dell’EVMP  e  alla formazione tra pari31. Si  impegna nel confronto con  il mondo del volontariato per assicurare che  la  traduzione  del modulo  per  la  rilevazione  rifletta  l’uso  italiano ma  allo  stesso  tempo conservi  l’enfasi  del  Manuale  nell’ottenere  comparabilità  tra  diversi  paesi.  L’esempio  di cooperazione  italiana  tra  la  società  civile  e  le  autorità  statistiche  è  stato  anche  seguito  da Portogallo, Spagna, Montenegro e Irlanda.   Per quel che riguarda  la società civile, SPES ha dapprima prodotto una traduzione  in  Italiano approvata ufficialmente dall’OIL del Manuale32  e ha anche tradotto e diffuso tutte le schede e le  informazioni  di  base  sull’EVMP33.  La  rete  dei  centri  di  servizio  per  il  volontariato34,  in seguito, hanno concordato di assumersi  il compito di  formare  i  rilevatori e di organizzare  la guida e il supporto, in particolare per quel che riguarda la classificazione delle attività tipiche al contesto. Una fondazione di ricerca sul terzo settore35 ha organizzato un test36  su scala ridotta del questionario e ha stanziato delle risorse per sostenerne l’implementazione.  

 L’Italia presenta un’innovazione  anche  su  lato  tecnico. A  causa  di  considerazioni  temporali, l’opzione di inserire il modulo standard sul volontariato del Manuale dell’OIL nella rilevazione sulle  forze di  lavoro non è disponibile  in  tempo utile allo sviluppo di un conto satellite delle istituzioni non‐profit italiane. Invece, tale modulo sarà inserito dentro l’indagine standard sulle famiglie “Aspetti della vita quotidiana”. L’identificazione di un’altra piattaforma di rilevazione sociale  standard  da  parte  dell’Istat  offre  una  possibile  opzione  secondaria  che  altri  paesi 

                                                            30 Discorso di Linda Laura Sabbadini al Seminario tecnico, Roma (Italia), 19 Aprile 2012, http://evmp.eu/blog  31 Tania Cappadozzi, Istat”Condividere l’esperienza italiana sul progetto di misurazione del lavoro volontario non retribuito” http://evmp.eu/wp‐content/uploads/Cappadozzi_Presentation_EVMP‐Conference_Madrid_3.28.2012.pdf  32 “Manuale OIL per la misurazione del lavoro volontario” scaricabile da http://evmp.eu/about/manual/  33 Scaricare pacchetti informativi in Italiano da www.evmp.eu  34 CSVnet – Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato www.csvnet.it 35 Fondazione Volontariato e Partecipazione www.volontariatoepartecipazone.it  36 I test CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) e CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) del modulo standard sul volontariato del Manuale OIL inseriti nella ricerca “Caratteri e tendenze del organizzazioni di volontariato in Italia”, Fondazione Volontariato e Partecipazione, 2011‐2012. 

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possono prendere  in considerazione, dato che  le  rilevazioni sulle  forze di  lavoro sono molto cariche  di  moduli  obbligatori  specifici  e  sotto  una  pressione  enorme  per  le  statistiche sull’occupazione.  Laddove  questo  offre  la  possibilità  di  esplorare  altri  argomenti  che  non rientrerebbero  in  una  rilevazione  sulle  forze  di  lavoro,  bisogna  però  fare  attenzione  a preservare  il  modulo  centrale  del  Manuale  dell'OIL  se  si  deve  mantenere  il  principio fondamentale di creare dei dati confrontabili tra paesi.    

3) La  ricerca  della  comparabilità.  L’EVMP  ha  coinvolto  anche  paesi  che  hanno  una  tradizione nazionale  ben  stabilità  di  misurazione  del  volontariato  per  identificare  opportunità  per modificare  gli  approcci  esistenti  e  garantire  l’osservanza  del metodo  del   Manuale  OIL.  In alcuni di questi paesi, compresi la Francia e la Germania, l’EVMP ha compiuto dei progressi.   Più nello  specifico,  in Francia,  la Relazione37 del gruppo di  lavoro del Consiglio Nazionale di Statistica,  ha  formalmente  raccomandato  l’adozione  del Manuale. Gli  sforzi  di  promozione sono là guidati dal membro francese del Gruppo di esperti tecnici del Manuale dell'OIL38 e da France Bénévolat39 , organizzazione francese aderente al CEV.   La tradizionale rilevazione tedesca sul volontariato è prevista per  il 2013. L’istituto che se ne occupa40 ha preso nota del Manuale dell'OIL  e  del  potenziale per  la  comparabilità  a  livello europeo, e ha partecipato al Seminario  tecnico dell’EVMP a Roma41. Entrambe  le parti sono molto interessate a cercare delle soluzioni per rendere la rilevazione tedesca compatibile con lo standard del Manuale, salvaguardando al contempo la serie storica dei dati.   

IV. Passi futuri  Questa  sezione  traccia  brevemente  i  prossimi  passi  necessari  per  ottenere  una  soluzione  più completa alla sfida di ufficializzare la misurazione delle attività di volontariato in Europa come base per un maggior  riconoscimento del volontariato e un maggior  supporto per  il  contributo  che può offrire.  Più  nello  specifico,  tracciamo  cinque  passi  fondamentali  che  sono  necessari  per  costruire sulle fondamenta che l’EVMP ha creato.   A. Implementare 

Un  enorme  palla  di  neve  si  è  ora  formata  intorno  al  lavoro  dell’EVMP;  per  produrre  effetti durevoli,  ha  bisogno  di  continuare  a  rotolare  e  raccogliere  peso  in molti  paesi.  Il mondo  del volontariato deve continuare a fare pressione sugli uffici di statistica sia con la promozione e le offerte di supporto tecnico per garantire l’implementazione del Manuale OIL e creare una massa critica  sufficiente  per  le  analisi  comparative  e  l’ufficializzazione  a  livello  UE.  Al momento  la mancanza di fondi per il lavoro di promozione mette a rischio la continuità della pianificazione e l’organizzazione a  livello UE, ma gli  sforzi a  livello nazionale devono  continuare e aumentare. 

                                                            37 CNIS – Conseil national de l’information statistique: E. Archambault, J. Accardo, B. Laouisset, Rapport N°122 “Connaisance des associations”, dicembre 2010. http://www.cnis.fr/files/content/sites/Cnis/files/Fichiers/publications/rapports/2010/RAP_2010_122_connaissance_associations.PDF  38 Edith Archambault, Professore Emerito di economia alla Università La Sorbonne, Parigi e membro del Gruppo di esperti tecnici per la preparazione del Manuale sulla misurazione del lavoro volontario dell’OIL.. 39 France Bénévolat, centro nazionale per il volontariato francese www.francebenevolat.org  40 Deutsches Zentrum fuer Altersfragen (Centro tedesco di gerontologia) www.dza.de  41 “Il valore e il ruolo del volontariato” Seminario tecnico, Roma (Italia), 19 Aprile 2012 http://evmp.eu/2012/06/26/phase‐1‐wrap‐up‐conference‐2/   

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L’opportunità creata dalla pubblicazione del Manuale sulla misurazione del lavoro volontario dell’OIL non deve essere sprecata.    

B. Ufficializzare 

L’Eurostat  rimane  la  chiave  per  una  piena  implementazione  del Manuale  OIL  in  Europa.  Le direttive dell’Eurostat  sono  legge nei circoli  statistici europei. È quindi essenziale che Eurostat venga persuaso a sostenere sia  il Manuale OIL sia  il suo compagno,  l’ Handbook on Non‐profit Institutions in the System of National Accounts delle Nazioni unite. Si dà il caso che l’Eurostat si sia  unito  al  coro  delle  voci  che  a  livello  mondiale  richiedono  un’attenzione  incentrata  più ampiamente sul “benessere” che vada oltre l’attenzione ristretta solo al PIL. L’implementazione del Manuale OIL e del Handbook dell’ONU è il passo logico seguente, dato che il volontariato e la società civile in generale sono dei fattori contribuenti importanti al benessere della società, oltre ad  essere  delle  fondamentali  forze  economiche.  Al momento,  sono  imminenti  due  punti  di svolta,  per  i  quali  è  necessario  un  ampio  sostegno  per  far  avanzare  il  nostro messaggio  ai decisori politici.   Il primo è  il  lavoro preparatorio del Gruppo di  lavoro sulle statistiche di mercato di Eurostat, al quale chiediamo di considerare di  inserire  il modulo sul volontariato standard dell’OIL come un modulo specifico della  rilevazione sulle  forze di  lavoro ogni  tre – cinque anni cominciando dal 2016.   Il secondo è la proposta per la revisione del Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (SEC 2010),  che  al  momento  si  trova  al  Parlamento  europeo,  ma  che  sembra  trascurare  alcuni importanti passi avanti nel trattamento raccomandato delle istituzioni non profit (INP) che sono state  incluse nella revisione recente del Sistema dei Conti Nazionali globale  (SNA 2008). Tra  le altre cose, la proposta SEC 2010 trascura di includere il proposto “conto satellite” delle INP nella lista dei conti satellite di cui parla esplicitamente e di cui quindi  se ne concorda specialmente l’implementazione  da  parte  dei  paesi.  Sono  necessari  degli  sforzi  per  assicurare  l’accordo dell’Eurostat ad aggiungere questo e i passi avanti correlati per quel che riguarda il trattamento delle  istituzioni non profit compreso nel SNA 2008 nel corrispondente SEC 2010,  in  linea con  le recenti  raccomandazioni della Commissione europea, del Consiglio dell’Unione europea, e del Parlamento europeo, di cui si è parlato in precedenza.    

C.  Sviluppare 

Il Manuale  sulla misurazione  del  lavoro  volontario  dell’OIL  è  stato  sempre  concepito  come  il primo passo verso l’istituzione di un sistema trans‐nazionale per la misurazione del volontariato. Stabilirà chi sono i volontari, che fanno, quanto ne fanno, per chi lo fanno, e quanto ne è il valore economico di base. L’impatto del volontariato, però, è più ampio di questo e  le misure  socio‐demografiche  ed  economiche  ne  captano  solo  in  parte  l’impatto. Gli  impatti  sociali  più  vasti dell’azione volontaria – specialmente sul capitale sociale, sui beneficiari, sulle organizzazioni che coinvolgono  i  volontari,  e  sui  volontari  stessi,  incluse  le  loro  motivazioni  e  gli  ostacoli  che affrontano – devono essere studiati e valorizzati.   Il metodo dell’EVMP è di cercare nuovi strumenti statistici anche per queste dimensioni, costruiti attraverso meccanismi di consenso tra molteplici stakeholder seguendo  l’esempio del processo ben  riuscito  che ha prodotto  il Manuale dell’OIL.  Crediamo  che questa  rappresenti una delle priorità dell’agenda della ricerca UE, cominciando dal Settimo programma quadro (FP7) che può essere utile in maniera significativa al nuovo programma di ricerca per le scienze sociali e umane Orizzonte  2020.  L’OIL  ha  già  indicato  la  volontà  di  postare  le metodologie  di  consenso  per captare queste dimensioni del volontariato sul suo sito web in modo che i paesi di tutto il mondo 

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possano adottarle, aprendo la possibilità di un nutrito corpo di dati comparativi anche su queste altre dimensioni del volontariato.   

D.  Cogliere e Confrontare  

I dati  risultanti dall’implementazione del Manuale OIL avranno  il massimo  impatto  se usati  in maniera comparativa. Perché questo sia possibile, tuttavia, sono necessarie due cose:  in primo luogo,  i paesi dovranno essere osservanti nell’adesione alla struttura e al contenuto concordati ufficialmente del modulo centrale sul volontariato del Manuale; e in secondo luogo, si dovranno fare degli sforzi speciali per cogliere  i risultati dell’implementazione. L’obiettivo dell’EVMP è di produrre  delle  Relazioni  sullo  Stato  del  Volontariato  europeo  con  regolarità,  che  potrebbero essere  un  punto  di  riferimento  per  il  progresso  nello  sviluppo  del  volontariato  in  Europa  e crescere progressivamente  in un punto di  riferimento  standard  sullo  stato della  società  civile della regione.    

E.  Usare 

I dati non valgono nulla se non vengono usati attivamente. Oltre a questo, date le pressioni sotto le quali si trovano gli enti statistici, è improbabile che continuino a produrre dei dati sui quali le entità coperte da quei dati non facciano affidamento in maniera attiva. Saranno quindi necessari degli  sforzi  continui  sia  a  livello  europeo  che  nazionale  per  promuovere  la  cultura  della misurazione  del  volontariato  dimostrando  gli  usi  possibili  di  dati  solidi  sul  volontariato  nella promozione, nella valutazione delle  tecniche per  la promozione e  la ritenzione dei volontari, e nella definizione delle politiche.   Ciò può  includere delle  implementazioni su scala  ridotta, che usino  lo  standard  del Manuale  per  la  valutazione  economica  del  volontariato  all’interno  di un’organizzazione,  progetto,  o  comunità  e  usino  i  dati  risultanti  come  prova  per  un  esteso supporto alla promozione del volontariato e per politiche che offrano una base quantitativa per trattare  i contributi di  tempo dei volontari come co‐finanziamento valido  sia per gli  schemi di finanziamento UE che nazionali.     Grazie al Manuale  sulla misurazione del  lavoro volontario dell’OIL questa potrebbe essere l’alba di una nuova era nel riconoscimento del valore del lavoro volontario. Rimangono, però, da svolgere dei compiti importanti per realizzare in maniera piena questa nuova era.   

  

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Informazioni di contatto:  

Daniela Bosioc, Policy and Project Officer, European Volunteer Centre, Rue de la Science 10, 1000 Brussels, Belgium, Telephone: +3225117501, E‐mail: [email protected]   Ksenija Fonović, Vicedirector, SPES ‐ Associazione Promozione e Solidarietà, Via Liberiana 17, 00185 Roma, Italy, Telephone: +390644702178 email: [email protected]   Lester M. Salamon, Director, Center for Civil Society Studies, The Johns Hopkins University, 3400 North Charles St., Baltimore, MD 21218, Telephone: +1‐410‐516‐5463, Email: [email protected], copy to [email protected]   Bibliografia:  

Abraham, Katharine G. and Christopher Mackie (2005). Beyond the market: Designing nonmarket accounts for the United States. Washington, DC: The National Academies Press.   Committee of the Regions (2011). Regional and local authorities in action during the European Year of Volunteering  2011, Speech by Mercedes Bresso, President of the Committee of the Regions, Brussels, 26 January 2011 http://cor.europa.eu/en/about/president/speeches/Documents/Speech‐by‐Mercedes‐Bresso‐European‐Year‐of‐Volunteering‐Voluntary‐Work‐2011/EN.pdf   Committee of the Regions (2009). Opinion on the ‘Proposal for a Council Recommendation on Mobility of Young Volunteers across Europe’ (2009/C 76/05) http://eur‐lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:C:2009:076:0023:0029:EN:PDF   Council of the European Union (2009). Council decision of 27 November 2009 on the European Year of Voluntary Activities Promoting Active Citizenship (2011). Official Journal of the European Union, (2010/37/EC).  http://ec.europa.eu/citizenship/focus/focus840_en.htm  

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