un club e la sua valdichiana - cinquant'anni di lionismo fra internazionalità e territorio

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UN CLUB E LA SUA VALDICHIANA - Cinquant'anni di Lionismo fra internazionalità e territorio 1964 - 2014 Lions Club Cortona Valdichiana Host

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The International Association of Lions Clubs

Lions Club Cortona Valdichiana Host

1964 - 2014

Mezzo secolo di attivo interesseal benessere civico, culturale,

morale e sociale della Comunità

Page 4: UN CLUB E LA SUA VALDICHIANA - Cinquant'anni di Lionismo fra internazionalità e territorio

© Copyright 2014

Next Duepuntozero Edizioni

ISBN 978-88-906817-2-1

Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere fotocopiata, riprodotta, archiviata, memorizzata o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo – elettronico, meccanico, digitale – se non con previa autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore.

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Lions Club Cortona Valdichiana Host

Annata 2013 - 2014Presidente Torquato Tenani

Il Guidoncino del 50°

“Un Club e la sua Valdichiana”Cinquant’anni di Lionismo

fra internazionalità e territorio

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Dedicato a tutti i Soci Lions,perché la memoria del passato

sia di stimolo a non perdere la loro identità.Dedicato ai Lions scomparsi,

che prima di noi ed anche per noitracciarono il solco del nostro operare.

Dedicato a quanti non conoscono il Lionismo,perché in esso possono trovare una nuova opportunità.

Un particolare ringraziamento,unito a grande stima, per gli AmiciMario Bernardini, Paolo Bruschetti e Mario Parigi,che hanno condiviso con me l’impegnoper realizzare questa pubblicazione

Torquato Tenani

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9PREFAZIONE

Pino Grimaldi

Con piacere mi accingo a far da prefatore di questo interes-sante ed originale volume che viene edito a celebrazione del mezzo secolo di attività nel servizio ai bisognosi del Cortona Valdichiana Host, Lions Club che il 3 Aprile del 1964 ricevette dal Governatore del 108L Lelio Landi la “Charter” firmata da Aubrey D. Green , Presidente di Lions Clubs International.

Una delle contrade d’Italia tra le più belle, attiva, produttiva di cultu-ra e tradizioni, che con il suo primo Club è stata punto di riferimento delle comunità nelle quali si insedia, dando contributi che in questo volume trovano la storicizzazione attraverso articoli sui vari temi che il Club ha affrontato e trattato.

Ho vivo il ricordo di due cari amici, l’uno proprio cortonese, Eutimio Gallinella, e l’altro innamorato dei luoghi, Giuseppe Taranto, che tan-to diede al lionismo italiano e che rappresentavano per versi diversi l’entusiasmo nel donare l’ esperienza lions al club, e non solo, e la certezza che attraverso il Club, l’interland potesse migliorare lo stile e le condizioni di vita.

Ed a leggere quanto appare in questo volume ciò è accaduto, dal patrimonio artistico all’impegno sociale, dall’analisi del territorio e dell’ambiente alla sanità, alla scuola, alla sicurezza dei cittadini, al tempo libero ed alla giustizia, il Club nulla ha tralasciato per testimo-niare il suo voler essere “coscienza morale operativa” della propria comunità, e locale e nazionale.

Non mancano i capitoli dedicati alla nostra grande Associazione oggi presente in 209 Paesi o aree geografiche con circa 45.000

PREFAZIONE

Pino GrimaldiPast Presidente Internazionale

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clubs; si racconta di come essa si è potuta espandere nel mondo ed in Italia, iniziando nel 1917 un cammino ricco di successi nell’azione. Ed ormai alla vigilia del centenario, si trova in buona salute mentre nel frattempo si è assistito al crollo di modelli ideologici, politici, di sistema, dimostrando che le basi create dai nostri fondatori erano giuste e capaci di marciare con il divenire del tempo e delle cose.

Complimenti dunque al Club ed a tutti i suoi soci che in 50 anni han-no servito i bisognosi ed al suo presidente Torquato Tenani che ha avuto la splendida idea di celebrare in maniera atipica ma efficace, accadimenti, fatti e uomini.

Lunga vita al Cortona Valdichiana Host e grazie a nome di Lions Clubs International per quanto donato e testimoniato con entusia-smo e consapevolezza e con l’orgoglio di essere Lions.

Pino GrimaldiFormer International President

Lions Clubs International

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I SALUTI E L’AUGURIO DEL PAST DIRETTORE INTERNAZIONALE ............................. p. 11Massimo Fabio

I SALUTI E L’AUGURIO DEL GOVERNATORE DISTRETTUALE 2013 - 2014 ................. p. 13Fiorenzo Smalzi

I SALUTI DEL SINDACO DI CORTONA .......................................................................p. 15Andrea Vignini

I SALUTI DEL VICESINDACO DI CASTIGLION FIORENTINO ........................................p. 17Sergio Fabianelli

I SALUTI DEL SINDACO DI FOIANO DELLA CHIANA ..................................................p. 19Franco Parigi

PREMESSA E RINGRAZIAMENTI DEL PRESIDENTE ......................................................p. 21Torquato Tenani

STORIE DI UOMINI E DI LIONS .............................................................................p. 41Torquato Tenani

La nascita ..............................................................................................................p. 41L’espansione .........................................................................................................p. 47Europa, Europa! ....................................................................................................p.53Vision, Mission, Scopi ed Etica del Lionismo .................................................p. 62Uomini e Leoni ......................................................................................................p. 69

AMBIENTE, TERRITORIO E INFRASTRUTTURE .......................................................p. 76Mario Bernardini

L’INTERESSE PER LA CULTURA E PER L’ARTE ......................................................p. 86Paolo Bruschetti

L’ IMPEGNO SOCIALE ..........................................................................................p. 127Torquato Tenani

SANITA’ E DISAGIO GIOVANILE ..........................................................................p. 153Torquato Tenani

CONCLUSIONI ......................................................................................................p. 166Mario Parigi

INDICE

INDICE

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Cinquanta anni di intensa attività umanitaria, sociale e civile sono una tappa importante nella storia del lionismo cortonese che sem-pre ha rappresentato una testimonianza, con una presenza consa-pevole e positiva nella comunità, degli ideali e degli scopi del Lions Clubs International.

La magnifica pubblicazione che celebra in modo non formale ma fortemente sentito questa ricorrenza traccia un bilancio di straor-dinaria eccellenza che, sia pure ricordando solo una parte della miriade di iniziative che sono state realizzate, ne sottolinea con sor-prendente efficacia lo spirito con il quale le persone che si sono succedute da protagonista nella conduzione del Club hanno sapu-to coltivare e promuovere, non soltanto all’interno del sodalizio ma soprattutto nella comunità, i principi fondamentali del lionismo.

Senza restare prigionieri del proprio club i lions cortonesi hanno sapu-to conciliare mirabilmente la loro presenza operante nel territorio con la partecipazione ai programmi ed ai progetti della Associazione Internazionale, distinguendosi sempre per la positività degli intenti e la generosa disponibilità. Il Lions Club Cortona Valdichina Host ha sempre recato nel Distretto il proprio contributo spassionato ed intelligente, signorile nel tratto, ma fermamente deciso nel sostenere la causa dell’amicizia lionistica e della perseveranza nel seguire il cammino tracciato dalla Associazione.

Aver raggiunto i cinquanta anni di attività non è un traguardo come dimostra ampiamente la pubblicazione tesa a far conoscere meglio alle Istituzioni ed alla opinione pubblica che cosa il Lionismo rappre-senta nella società e come il Lions Club Cortona Valdichiana Host

I SALUTI E L’AUGURIODEL PAST DIRETTORE

INTERNAZIONALE

Massimo Fabio

I SALUTI E L’AUGURIO DEL PAST DIRETTORE INTERNAZIONALE

Massimo Fabio

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ha interpretato, interpreta e continuerà ad interpretare la sua missio-ne per onorare degnamente il motto “We serve”, in piena sintonia con l’evoluzione delle esigenze emergenti dalla parte più debole dell’umanità.

Nello stesso tempo l’attenzione alla cultura, alla storia, alle tradizioni ed ai costumi contemporanei ha costituito l’altro versante della atti-vità del Club, sempre attento nel cogliere le opportunità di intervento a salvaguardia del patrimonio artistico del territorio, sollecitando le autorità competenti ed operando direttamente quando possibile.

Una ricchezza di occasioni di incontro culturale che dimostra una sensibilità da tutti riconosciuta ed una maturazione umanitaria del-le persone che trovano nel lionismo un completamento della pro-pria identità morale ed umana.

Una reputazione esemplare che ciascuno e tutti insieme sanno meri-tarsi nella comunità e nel contesto della Associazione, una eccellen-za stimata ed amata da tutti quelli che sanno vedere nell’essere lions non il raggiungimento di un obiettivo ma il requisito essenziale per operare fattivamente per il bene comune.

Il Lions Club Cortona è dunque un esempio luminoso di cui siamo grati sperando di poterlo imitare nel segno dei sentimenti più auten-tici ed intimi che illuminano il nostro cammino.

Massimo FabioPast Direttore Internazionale

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15I SALUTI E L’AUGURIO DEL GOVERNATORE DISTRETTUALE

Fiorenzo Smalzi

…….. era il 3 aprile 1964

Celebrare i 50 anni di vita di un Lions Club non è solo una festa per tutti i Lions ma rappresenta sempre un momento di riflessione sul come si sia potuto raggiungere un traguardo così importante.

In un momento storico che vede una forte crisi delle organizzazioni di servizio, in cui si disquisisce sulle motivazioni che spingono i club a ridurre le dimensioni o – addirittura – a chiudere, vedere un club che raggiunge i cinquant’anni di attività, ci può indicare la giusta via del lionismo: un passato così forte ed un presente così attivo dimostrano che esiste ancora un futuro.

La storia di una Associazione come la nostra è fatta in parte di momenti e di eventi che si sono succeduti nel tempo, ma è fatta soprattutto di uomini, amici fra loro, che hanno messo a disposizio-ne degli altri e della comunità in cui hanno vissuto e vivono, il loro impegno per realizzare qualcosa di utile e concreto per le persone bisognose.

La storia del Lions Club Cortona Valdichiana Host è costellata di uomini forti che hanno sempre saputo interagire con il tessuto socia-le del proprio territorio, innanzitutto amici coraggiosi ed efficaci che

I SALUTI E L’AUGURIO DEL GOVERNATORE DISTRETTUALE

2013 - 2014

Fiorenzo Smalzi

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hanno fatto emergere i valori puri del vero lionismo e li hanno realiz-zati con semplicità.

Cari amici del Lions Club Cortona Valdichiana Host, tenere alta la bandiera dei Lions per ancora tanti anni non è il vostro onere princi-pale; dovrete continuare ad essere d’esempio per gli altri Lions della nostra regione; portabandiera dell’arte del servire con efficacia; non dimenticatelo mai.

Con i migliori auguri dal profondo del cuore,

Fiorenzo SmalziGovernatore Distretto 108 La 2013-2014

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17I SALUTI DEL SINDACO DI CORTONA

Andrea Vignini

I SALUTI DEL SINDACO DI CORTONA

Andrea Vignini

Cinquanta anni di storia, cinquanta anni di attività e soprattutto cinquanta anni di presenza attiva nella società civile di Cortona e della Valdichiana.

Quando penso al Lions Club Cortona Valdichiana Host vedo un gruppo di persone protagoniste di tanti progetti, di tante iniziative che hanno segnato in maniera indelebile la nostra comunità.

Nello scrivere questo breve saluto il primo sentimento che mi rag-giunge è quello della gratitudine.

Gratitudine per ciò che è stato fatto ma soprattutto per le modali-tà con le quali tutta l’organizzazione del Lions Club è stata vicina alla comunità cortonese.

Un impegno che si è espresso negli ambiti del sociale, della cul-tura, della musica, dei beni culturali, concretizzando il sogno del fondatore Melvin Jones che quasi cento anni fa si pose una sem-plice domanda che rivoluzionò il mondo: cosa accadrebbe se le persone mettessero il loro talento al servizio delle loro comunità per migliorarne le condizioni?

Bene! A questa domanda i membri del Lions Club Cortona Valdichiana Host hanno risposto sul campo con cinquanta anni di impegno attivo ed infiniti progetti che hanno realmente miglio-rato la vita di noi tutti.

Vorrei concludere questo mio intervento con un profondo ringra-ziamento a tutti coloro che nel Lions Club Cortona Valdichiana

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Host in questi anni si sono adoperati ed impegnati per il bene di Cortona ma vorrei, soprattutto, esprimere un auspicio che questo entusiasmo non si esaurisca ma anzi, considerati i tempi difficili che stiamo attraversando, si rafforzi e sostenga la crescita e lo sviluppo della nostra comunità.

Andrea Vignini Sindaco di Cortona

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19Sergio Fabianelli

I SALUTI DEL VICESINDACO DI CASTIGLION FIORENTINO

L’Amministrazione Comunale di Castiglion Fiorentino saluta con piacere la Celebrazione del Cinquantennale della fondazione del Lions Club Cortona Valdichiana Host nel nostro territorio. Tale inse-diamento, non dimentichiamo il primo di caratura internazionale nella Valdichiana, seppur nato e operante inizialmente a Cortona, ha ben presto cooptato al suo interno nuovi soci del nostro Comune, dimostrando fin dall’inizio la sua caratteristica di apertura a tutte le istanze di un territorio e la messa in relazione con contesti nazionali e internazionali.

Nel corso degli anni sono state molte e su vari fronti le iniziative messe in campo dal Lions Club per la nostra Città. Permettetemi di ricordare almeno le più significative, data l’importanza che hanno avuto per l’intera comunità: il restauro di opere d’arte conservate nella Pinacoteca Comunale, nel Municipio ed in alcune Chiese; interventi su problematiche connesse alla viabilità; il sostegno ad iniziative culturali dell’Amministrazione e delle Associazioni loca-li come, ad esempio, le borse di studio per il Concorso Pianistico “Città di Castiglion Fiorentino”; l’organizzazione di conferenze, con-certi di musica classica, iniziative di prevenzione in collaborazione con la Misericordia, l’ASL 8, le Scuole; l’illuminazione del Castello di Montecchio e non per ultimo la donazione di un defibrillatore posto all’ingresso del Centro Storico.

Con queste iniziative, contraddistinte da un forte senso di appar-tenenza alle Comunità che ne beneficiano, il Lions Club Cortona Valdichiana Host si è posto senza dubbio come uno degli interlo-cutori per tutte le Istituzioni operanti in ambito culturale, sanitario e sociale del nostro territorio.

I SALUTI DEL VICESINDACO DI CASTIGLION FIORENTINO

Sergio Fabianelli

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Anche con l’ultima conferenza su “Impresa, Famiglia, Giovani gene-razioni” il Lions si dimostra ancora una volta attento ai temi socia-li ed attuali, verso i quali va l’attenzione quotidiana anche della nostra Amministrazione.

Con i più cordiali saluti ed auguri,

Sergio FabianelliVicesindaco di Castiglion Fiorentino

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I SALUTI DEL SINDACODI FOIANO DELLA CHIANA

Franco Parigi

I SALUTI DEL SINDACO DI FOIANO DELLA CHIANA

Franco Parigi

Il volume “Un Club e la sua Valdichiana: cinquant’anni di Lionismo fra internazionalità e territorio” che il Lions Club Cortona Valdichiana Host ha realizzato per festeggiare i cinquanta anni dalla fondazione è una miniera di storia e documentazione foto-grafica di attività, protagonisti, notizie della comunità Lions loca-le e nazionale ma anche della Valdichiana e non solo. Nel volu-me c’è mezzo secolo di vita delle comunità di Cortona, Foiano e Castiglion Fiorentino, nelle varie declinazioni delle aree temati-che dell’istruzione, della cultura, del sociale, dei giovani.

L’attività del Club come documentata nel volume, rappresentan-do per tipologia e durata un periodo altamente rappresentativo è il motivo della collaborazione con gli enti locali e con la comu-nità.

La volontà del club di affrontare, attraverso la propria attività, alcuni dei problemi delle comunità del territorio di pertinenza e di partecipare alla vita pubblica offrendo una valutazione dei problemi collettivi libera da pregiudizi di parte e guidata certo dai principi del codice lionista, incontra l’identità e la missione dell’Amministrazione che in molte occasioni ha ritenuto per que-sto di appoggiare, patrocinare e collaborare alle iniziative pro-poste.

L’intenzione di rispondere alle necessità ed ai bisogni della società con le sue complesse dinamiche e di contribuire allo sviluppo sociale ed economico della comunità ha trovato ade-sione presso le Amministrazioni ed in particolare presso quella che rappresento pro tempore.

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Gli approfondimenti in materia di giovani, scuola, cultura del ter-ritorio, le attività di restauro di beni storico-artistici locali, le edi-zioni di volumi di approfondimento scientifico con storie e tradi-zioni del territorio, infine le esperienze di valorizzazione turistica, rientrano negli obiettivi civili, culturali dell’Amministrazione ed è il fondamento e la ragione della proficua collaborazione.

Un volume di questo tipo, giustamente anche celebrativo del lavoro svolto in ben cinquanta anni di attività, è senz’altro storia, memoria e documentazione, ma ha anche un valore di cono-scenza, di sviluppo, e un importante risvolto di motivazione per il futuro. In particolare le giovani generazioni potranno trovarvi i risultati dell’impegno del club e della proficua collaborazione con le amministrazioni pubbliche e con i privati, rappresentando anche quel concetto di sussidiarietà sociale che è e sarà anco-ra di più nel prossimo futuro uno degli elementi qualificanti della società civile.

Franco ParigiSindaco di Foiano della Chiana

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PREMESSA E RINGRAZIAMENTI DEL PRESIDENTE

Torquato Tenani

PREMESSA E RINGRAZIAMENTI DEL PRESIDENTE

Torquato Tenani

Tre pubblicazioni sulla vita del Club si sono fino ad ora succedute, a ricordo di momenti salienti che hanno contraddistinto la vita del nostro sodalizio.

La prima risalente al 1984, anno di presidenza del compianto Eutimio Gallinella, socio fondatore e affezionatissimo frequentatore, che molta della sua esperienza mi ha trasmesso.

La seconda reca la data del 1994; ancora ulteriori 10 anni di attività e la presidenza di Marco Gallinella, nelle cui iniziative si riversava la esuberanza e la vitalità propria del carattere.

E poi ancora un’ulteriore pubblicazione in coincidenza del qua-rantennale di Club, era il 2004, presidente il compianto Domenico Petracca, promotore di manifestazioni pervase al contempo di prag-matismo e dolce poesia. Pubblicazioni, le precedenti, che sempre hanno visto la mano e si sono avvalse dei preziosi ricordi di Walter Fabiani.

Arrivati al mezzo secolo di vita, non potevamo mancare all’appun-tamento e produrne una quarta che facesse comunque riferimento anche alle altre, in una sorta di continuità ideale con il passato.

Cambia la veste grafica per renderla più attuale e agevole nella let-tura e cambia l’impianto tradizionale; alla cronologica enumerazio-ne delle attività svolte nelle singole annate dai vari presidenti che si sono succeduti, corredate all’epoca da articoli giornalistici e varia-mente commentate, abbiamo preferito aggregare tali attività per aree di intervento, nella speranza di riuscire a sottolineare in qual-

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che modo che l’alternarsi delle varie presidenze ha trovato il suo “fil rouge” nella costante attenzione per il territorio in cui il club insiste, i Comuni di Cortona, Foiano della Chiana e Castiglion Fiorentino.

Non manca anche un po’ di storia della nostra Associazione, per sua stessa essenza e diffusione a carattere di vera internazionalità; cose conosciute da molti lions ma non da tutti, e la pretesa, anche se modesta, di sollecitare la curiosità di chi non conosce il lionismo o ne ha una visione comunque distorta. Tanti articoli scrivono i Lions nelle loro riviste, molti di grande interesse e con profondità di con-tenuti, ma essi nella stragrande maggioranza dei casi rimangono miseramente confinati nella stretta cerchia associativa: un rigagnolo in mezzo al fiume di notizie che ci bombardano quotidianamente.

Per carità, nessuna pretesa, nessun proclama; solo il modesto con-tributo di un Lions Club sorto dalla passione di uomini liberi nati in un piccolo lembo di Toscana, in quella terra bellissima che è la Valdichiana, terra di gente forte e generosa. Una premessa necessa-ria per non farsi troppe illusioni, cui fa da eco solo il desiderio di far conoscere un po’ di più questo club ed i suoi valori ispiratori anche a chi è estraneo a questa associazione internazionale.

Per facilitare dunque la diffusione e la lettura della presente pubbli-cazione, specie fra le più giovani generazioni, che al libro scritto pre-feriscono il libro virtuale da sfogliare sui tablets elettronici, ci siamo avvalsi di quanto le avanzate tecnologie informatiche mettono a disposizione, rendendone scaricabile da Internet la versione digitale.

Contestualmente a questo libro, escono, sempre in formato cartaceo e digitale, gli atti del convegno su “Stalking e Cyber-bullismo: Reati da cui difendersi”, promosso e organizzato dal Lions Club Cortona Valdichiana Host e Rotary Club Cortona Valdichiana.

Tale ulteriore iniziativa scaturisce dalla estrema fruibilità e chiarez-za per le giovani generazioni, gli insegnanti, i genitori, dei contenuti espressi, ricchi di consigli pratici e metodologie difensive, nonchè dalla constatazione che il “format” del convegno stesso ha fatto scuola e viene adottato in altre e ben più ampie sedi d’incontro.

Non sarà ricordato tutto di tutti, ma lo spazio e in molti casi la scarsa o assente documentazione non hanno permesso di più.

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Un grazie particolare a Mario Bernardini, Paolo Bruschetti e Mario Parigi che hanno condiviso con me la stesura di queste pagine; ad Alessandro Venturi che ha svolto un ottimo lavoro di ricerca negli archivi del periodico Etruria.

Una particolare menzione ed un affettuoso abbraccio agli uomini dello staff, Daniele Leonardi come Segretario, Pietro Petruccioli come Cerimoniere, Mario Tanganelli come Tesoriere e Fausto Lucani come Censore, per il loro sincero attaccamento al Club e alla carica rico-perta; con loro ho condiviso in serenità ed anche un pizzico di alle-gria questa speciale annata lionistica, particolarmente impegnativa sotto il profilo organizzativo.

Come non ricordare Fabiano di Banella, altro socio sensibile e colto, cui dobbiamo la realizzazione dei nostri amati guidoncini, compreso quello del Cinquantennale, rappresentato anche in questa pubbli-cazione, guidoncini che nel corso degli anni si sono diffusi in tante sedi, italiane e non. Un grazie convinto all’Amico Marco Marcellini, purtroppo rotariano di adozione, che con entusiasmo e competen-za mi ha fornito preziosi consigli tecnici di impaginatura e stampa e che insieme alla sua equipe di Next 2.0 ha permesso la diffusio-ne “in rete” di questa pubblicazione. Un affettuoso ringraziamento al Consiglio Direttivo, ai Membri delle varie Commissioni e a tutti i Soci che mi hanno sempre sostenuto e incoraggiato durante tutta l’annata.

Un particolare pensiero a quattro Clubs Lions cui ci legano specia-li legami di affetto e di storia: il Club Arezzo Host che nel lontano 1964 ha sponsorizzato la nostra nascita con l’assidua opera profu-sa dall’Amico Umberto d’Angelo, ormai scomparso. Ai Lions Clubs Casentino, Cortona Corito Clanis e Lucignano Val d’Esse che noi stessi abbiamo sponsorizzato; uno speciale ringraziamento al Lions Club Cortona Corito Clanis, con cui abbiamo dato vita nel corso di tanti anni a molteplici manifestazioni, molte delle quali vengono rammentate in queste pagine.

Un grazie sentito alle Amministrazioni Comunali di Cortona, Castiglion Fiorentino e Foiano della Chiana, perché mai si sono dimostrate insensibili alle nostre iniziative, sia attraverso la partecipazione dei loro rappresentanti istituzionali, sia, laddove necessario, per mezzo di una concreta disponibilità e collaborazione operativa.

PREMESSA E RINGRAZIAMENTI DEL PRESIDENTE

Torquato Tenani

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Un grazie ancora a tutti gli altri Enti pubblici e privati con cui, nel corso di questi cinquant’anni, abbiamo alternativamente collabo-rato, un grazie all’Accademia Etrusca di Cortona, al MAEC, all’As-sociazione Amici della Musica, alla Compagnia Laicale di San Niccolò, ad AION Cultura, all’Accademia degli Arditi, all’Associazio-ne per il Recupero e la Valorizzazione degli Organi Storici di Cortona, alla Soprintendenza per i Beni Artistici Storici e Culturali di Arezzo, a Cortona Sviluppo, alla Diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro, alle varie Confraternite della Misericordia, all’AVIS, alle tante Associazioni di Volontariato con cui ci siamo trovati di volta in volta ad operare.

Ultimo ma non ultimo un ringraziamento ed un altrettanto caloroso pensiero al Presidente ed al Consiglio Direttivo della Banca Popolare di Cortona che, fin dalla nostra nascita, è stata con continuità Sponsor e Partner, credendo nei nostri progetti e sostenendo nume-rose nostre iniziative tese al restauro e alla conservazione dello splen-dido patrimonio artistico di cui l’intera Valdichiana può vantarsi.

L’augurio di buon lavoro a quanti dopo di me si alterneranno nella conduzione di un club che ormai può fregiarsi a buon diritto di avere antiche e nobili origini.

Torquato TenaniPresidente L.C. Cortona Valdichiana Host, 2013/2014

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I 15 SOCI FONDATORI(Charter Members)

Paolo BATTISTIAdelfo BIAGIOTTI

Edo BIANCHICelestino BRUSCHETTI

Giovanni CARLONIPier Luigi CENSINI

Eutimio GALLINELLAEnzo MARIANI

Corrado PAVOLINIAdolfo PIEGAI

Emilio POCCETTIEros POCCETTI

Guido TOMMASI ALIOTTIVincenzo TURINI

Brunetto VALGIMIGLI

I 15 SOCI FONDATORI

Charter Members

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LA CARTA COSTITUTIVAApprovata e firmata

dal Board in data 3 Aprile 1964

La Carta Costitutiva del Club

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Come si legge chiaramente nella fotografia che riproduce la Carta Costitutiva del Club (Charter), esso in origine fu omologato presso la Sede Centrale dei Lions ad Oak Brook, in Illinois, con il solo nome di Lions Club “Cortona” e solo successivamente fu acquisita la denominazione di “Cortona Valdichiana”, a motivo del suo estendersi anche alle altre città della vallata, per poi assumere giustamente la dignità di “Host” su iniziativa nel 1997 del Presidente Pietro Becattini Amoretti, in quanto primo Lions Club ad essere stato creato nel nostro territorio.

1964/65 Pier Luigi CENSINI ( poi Celestino BRUSCHETTI)1965/66 Corrado PAVOLINI1966/67 Emilio POCCETTI1967/68 Emilio POCCETTI 1968/69 Eutimio GALLINELLA1969/70 Paolo BATTISTI1970/71 Giovanni CARLONI1971/72 Carlo RAFFAELLI1972/73 Walter FABIANI1973/74 Celestino BRUSCHETTI1974/75 Giuseppe FAVILLI1975/76 Giulio GRIFONI1976/77 Paolo BATTISTI1977/78 Vincenzo TURINI1978/79 Icaro BONINSEGNI

Il primo guidoncinodel Club (1964)

I 50 PRESIDENTI ALLA GUIDA DEL CLUB

I 50 PRESIDENTI ALLA GUIDA DEL CLUB

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1979/80 Pier Vincenzo BARTELLI1980/81 Antonio GALLETTI1981/82 Mario BERTI 1982/83 Guido MATERAZZI1983/84 Eutimio GALLINELLA1984/85 Walter BERTOCCI1985/86 Romano SEBASTIANI1986/87 Lino CAPECCHI1987/88 Alfeo TANGANELLI1988/89 Giuliano MARCHETTI1989/90 Torquato TENANI1990/91 Torquato TENANI1991/92 Lisimaco VEGNI1992/93 Fabiano DI BANELLA1993/94 Marco GALLINELLA1994/95 Armando BONELLI1995/96 Fausto LUCANI1996/97 Pietro BECATTINI AMORETTI1997/98 Pietro BECATTINI AMORETTI1998/99 Armando BONELLI1999/00 Mario BERNARDINI2000/01 Fausto LUCANI2001/02 Corrado CATANI2002/03 Gaetano PAPPONI2003/04 Domenico PETRACCA2004/05 Armando BONELLI2005/06 Giuliano MONALDI2006/07 Gaetano PAPPONI2007/08 Gaetano PAPPONI2008/09 Paolo BRUSCHETTI2009/10 Mario AIMI2010/11 Gabriele FALCO2011/12 Roberto CALZINI2012/13 Mario PARIGI2013/14 Torquato TENANI

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ORGANIGRAMMA DI CLUBper l’Annata Lionistica 2013-2014

ORGANIGRAMMA DI CLUB

Annata Lionistica 2013-2014

PresidenteTorquato Tenani

OfficersDaniele Leonardi (Segretario)

Pietro Petruccioli (Cerimoniere)Mario Tanganelli (Tesoriere)

Fausto Lucani (Censore)

Consiglio DirettivoMario Aimi

Mario BernardiniArmando Bonelli (2° Vice Presidente)

Paolo BruschettiRoberto Calzini

Daniele Fabiani (1° Vice Presidente)Gabriele Falco

Daniele LeonardiFausto Lucani

Giuliano MarchettiMario Parigi (Past Presidente)

Plinio PastorelliPietro PetruccioliRiccardo RiguttoMario Tanganelli

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Comitato d’OnoreFausto Lucani

Mario BernardiniPaolo Bruschetti

Commissione SociGabriele Falco (Presidente)

Roberto Calzini (Vice Presidente)Mario Parigi (Membro)

Officer DistrettualeMario Parigi (Commissione GLT)

Commissione Statuto e RegolamentoMario BernardiniPaolo BruschettiFausto Lucani

Mario Tanganelli

Addetti Stampa e ComunicazioneAlessandro VenturiRiccardo RiguttoPlinio PastorelliLorenzo Lucani

Commissione Pubblicazione del 50°Torquato TenaniPaolo BruschettiMario Bernardini

Fabiano di BanellaMario Parigi

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Comitato festeggiamenti del 50° (formato da tutti i Past Presidenti)

Mario AimiMario BernardiniArmando BonelliPaolo BruschettiRoberto Calzini

Fabiano Di BanellaGabriele Falco

Marco GallinellaFausto Lucani

Giuliano MarchettiGiuliano Monaldi

Mario ParigiAlfeo TanganelliTorquato TenaniVincenzo Turini

ORGANIGRAMMA DI CLUB

Annata Lionistica 2013-2014

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SOCI EFFETTIVI ED ONORARInell’Annata Lionistica 2013-2014

Antonio ACCORDINazzareno ADREANI

Mario AIMILamberto ANTONIELLI ROMANINI

Nadio BARBAGLIFiorenzo BELELLI

Mario BERNARDINIArmando BONELLIPaolo BRUSCHETTIRoberto CALZINIRino CALZOLARIDanilo CAMORRI

Alessandro CATTELINOPaolo CECCARELLI

Giampiero CHIAVINIRoberto CROCINI

Fabiano DI BANELLARoberto EGIDI

Andrea FABIANELLIDaniele FABIANIGabriele FALCO

Marco GALLINELLAErnesto GNERUCCIDaniele LEONARDI

Fausto LUCANI

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35SOCI EFFETTIVI ED ONORARI

Annata Lionistica 2013-2014

Lorenzo LUCANIGiuliano MARCHETTI

Maurizio MELONIGiuseppe MIGLIORINI BALDESI

(scomparso gennaio 2014)

Giuliano MONALDIAndrea PAGLICCI REATTELLI

Ferdinando PAGLICCI REATTELLIMario PARIGI

Plinio PASTORELLIPietro PETRUCCIOLI

Luciano PRATESIGianluca QUINTI

Riccardo RIGUTTOGiancarlo ROSSI

Gabriele SORIENTEAlfeo TANGANELLIMario TANGANELLI

Elisabetta TARANTO CARTA, onorarioTorquato TENANI

Vincenzo TURINI, onorario (scomparso febbraio 2014)

Alessandro VENTURIMario ZAPPATERRENO, onorario

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I SOCI DEFUNTI

FondatoriPaolo BATTISTI

Adelfo BIAGIOTTIEdo BIANCHI

Celestino BRUSCHETTIGiovanni CARLONIPier Luigi CENSINI

Eutimio GALLINELLAEnzo MARIANI

Corrado PAVOLINIAdolfo PIEGAI

Emilio POCCETTIEros POCCETTI

Guido TOMMASI ALIOTTIBrunetto VALGIMIGLI

OrdinariIvan ACCORDI

Gian Mario ANGORIFabio BERTIMario BERTI

Walter BERTOCCIIcaro BONINSEGNI Massimo CANNETI

Lini CAPECCHI

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37SOCI DEFUNTI

Aldo CASAGNIGiovanni CHERUBINIGiovanni CHIAVINI Giovanni DAVERICorrado CATANI

Ugo DEL SOLDATO Giuseppe FAVILLI

Giancarlo FRULLINI Antonio GALLETTI David GIANNELLIDuilio ILLUMINATI

Giuliano ILLUMINATI Francesco JANNARONE

Giuseppe LUCANIBruno LUCARINI Andrea MARCHI

Alberto MIGLIACCIEdoardo MORI

Libero PANTELLA Domenico PETRACCARomano SEBASTIANI

Gino SEVERINI Giorgio STOLZOLI

Giuseppe TARANTO, onorario Eugenio TESTINI Fernando TURINI

Arnaldo VALDARNINIFranco VENEZIANI

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CARICHE RIVESTITE DAI NOSTRI LIONS NEL DISTRETTO

Vice Governatore (oggi Presidenti di Circoscrizione)

Eutimio Gallinella Pier Vincenzo Bartelli Pietro Becattini Amoretti Torquato Tenani

Delegato di Zona

Emilio Poccetti Eutimio Gallinella Paolo Battisti Walter Fabiani Pier Vincenzo Bartelli Pietro Becattini Amoretti Fausto Lucani Paolo Bruschetti Mario Aimi

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Eutimio GallinellaPaolo BattistiEmilio PoccettiPietro Becattini AmorettiArmando BonelliTorquato Tenani

Paolo BruschettiMario Parigi

Lotta TossicodipendenzeAttività artisticheAssistenza handicapsLeadershipComitati DistrettualiComitato Sight FirstComitati DistrettualiPresidente Comitato FormazioneScambi GiovaniliRapporti Lions-LeoFormazione DistrettualeService NazionaliLeo ChairmanCentro StudiComitato GLT

CARICHE RIVESTITE

dai nostri Lions nel Distretto

Incarichi di Presidenza/Officers di Commissioni Distrettuali

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La copertina della prima pubblicazionein occasione del Ventennale

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La copertina della pubblicazionedel Trentennale

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La copertina della pubblicazione del Quarantennale

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STORIE DI UOMINI E DI LIONSTorquato Tenani

La NascitaL’occasione del cinquantenario che con questa pubblicazione andiamo celebrando, unitamente ad altre iniziative che abbiamo già portato a compimento ed altre in divenire, mi invoglia a scrivere qualcosa in tema di lionismo, sia per rinfrescarlo primariamente a me stesso, sia per farne partecipi altri soci, magari più giovani.

L’intento è anche quello, a dire il vero estremamente modesto, di for-nire all’ignaro lettore che nulla sa di lionismo, qualche informazione in merito a questo tipo di associazione.

Mi pare dunque corretto iniziare a stendere questi appunti partendo dalle origini dell’associazione lionistica e farne un po’ di storia, dopo aver attinto alcune cose di quanto verrà detto nelle non numerose pubblicazioni che autorevoli soci hanno scritto ben prima di me.

E’ noto che fin dai primi dell’Ottocento cominciano a nascere negli Stati Uniti delle “aggregazioni” di persone che potremmo già definire dei clubs a carattere locale, generalmente basati sul semplice prin-cipio dell’aiuto scambievole, del tipo “una mano lava l’altra e tutte e due lavano il viso” oppure “io facilito i tuoi affari e tu faciliti i miei”.

Il principio non era aprioristicamente sinonimo di malaffare, anche se in alcuni casi, ed oggi ne abbiamo copiosi esempi, le buone intenzioni iniziali potevano andare incontro a fenomeni di progressi-va corruzione; anzi, quei piccoli clubs, di cui facevano parte i mag-giorenti del luogo, sopperivano spesso e positivamente alle carenze del potere centrale che nelle sperdute periferie di quell’immenso

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paese non era ancora del tutto presente o stabilizzato. Non ci dimen-tichiamo che nelle sterminate praterie del West, del vecchio West, quelle dei films che tanto abbiamo amato da ragazzi, erano un tem-po lo sceriffo con la sua “colt” e pochi altri notabili ad amministrare la giustizia e dettare la vita delle piccole comunità, nonché difender-le dagli indiani o dai banditi.

Melvin Jones, padre fondatore del Lionismo, figlio di un ufficiale dell’esercito, nasce in questo ambiente, a Fort Thomas in Arizona; si narra che il ragazzo avesse un carattere forte e determinato e la cosa doveva essere vera, tanto da diventare, ancor giovanissimo, un rampante assicuratore in carriera.

La cosa lo portò in breve tempo a far parte di uno di questi Clubs, ma non certo di periferia, bensì importante perché nato in una gran-de città, il “Club of Business Men” di Chicago.

Club d’affari dunque, di persone che contano, che sono “arrivate” diremmo noi, ben inserite nel tessuto socio-economico e vicine sen-za dubbio alle leve del potere di Chicago e anche oltre. Non scor-diamoci di essere negli Stati Uniti e, anche se i primi del Novecento, il business era già allora la madre di ogni attività.

Melvin Jones (1879 - 1961)

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In Europa purtroppo è ormai vicino lo scoppio della Grande Guerra e un abisso ci separa dall’America, abisso ben più grande dell’oce-ano che separa i due continenti.

Ma quell’uomo d’affari ben presto intuisce che un club chiuso in se stesso e rivolto solo alla cura di interessi particolari è destinato a morire nel momento stesso in cui quegli interessi si esauriscono o si contrappongono ed inoltre, cosa di ben più alto valore morale, non produce nulla di etico sotto l’aspetto sociale.

Se ci pensiamo bene sta già prendendo forma l’idea di club “di servizio”, in cui agli interessi personali vanno progressivamente sosti-tuendosi, per poi prevalere, interessi di carattere più generale e rivolti a migliorare, nell’ambito del possibile, la comunità.

Il nostro fondatore non si ferma qui e punta molto più in alto; com-prende che non può essere sufficiente la trasformazione in Club Service di un solo club per ottenere risultati tangibili e importanti, ma è necessaria la partecipazione di più forze, unitamente ad una adeguata organizzazione.

Eccolo allora ispirarsi a due grandi associazioni già costituite e rami-ficate: il Rotary Club, nato nel 1905 e il Kiwanis, nato pochi anni dopo, nel 1915.

Melvin Jones riesce così a coagulare attorno alla sua idea il Royal Order of Lions (1911), l’allora Associazione Internazionale dei Lions Clubs (1916), nonché vari altri clubs minori, per lo più non collegati fra loro o scarsamente organizzati. Ma attenzione, Lions stava allora per Leoni.

Arriva il 7 giugno del 1917. A Chicago si riuniscono i rappresentanti di tutti questi piccoli clubs, facendo eccezione solo gli “Optimist and Exchange Clubs” che seppur invitati, unici fra tanti, negano la loro adesione.

All’Hotel “La Salle”, sede dell’incontro, sono presenti, e cito i più impor-tanti del tempo, il Business and Professional Men’s Association of San Paul, il Vortex Club di Saint Louis, l’International Association of Lions Clubs di Evansville nell’Indiana: il suo presidente, il ginecologo W.P. Wood rappresenta tutti i clubs aderenti a questa associazione da lui

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fondata nel 1916 e già diffusa negli Stati Uniti e si giunge allo storico accordo.

Poi i tempi prendono a scorrere più rapidi: la prima Convention avviene a Dallas nell’ottobre dello stesso anno, Wood viene accla-mato Presidente e Melvin Jones Segretario Generale. L’anno seguen-te, alla seconda Convention di Saint Louis viene approvato il Codice dell’Etica Lionistica e nel 1919, ancora a Chicago, trovano luce gli Scopi del Lionismo.

Sotto la guida e l’auspicio di Melvin Jones nasce dunque l’attuale “International Association of Lions Clubs”, dove Lions non vuol dire più leoni ma diventa l’acronimo di Liberty, Intelligence, Our Nation Safety (Libertà, Intelligenza, Sicurezza della Nostra Nazione). Due leo-ni contrapposti caratterizzano l’emblema che tutti i lions conosco-no (Convention del 1921 ad Oakland in California), l’uno rivolto a guardare il passato e l’altro, in una sorta di ideale continuità e spinta propositiva, rivolto al futuro.

Un anno veramente importante per l’associazione è stato il 1925. Alla Convention di Ceddar Point nell’Ohio si presenta una donna di

I soci fondatori posano davanti alle statue di leoneposte all’ingresso del Museo dell’Arte di Chicago.

Al centro, seconda fila in piedi, Melvin Jones.

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eccezionale forza morale, Helen Keller, menomata nella parola, nel-la vista e nell’udito, ma che invita, anzi sembra sfidare i Lions a farsi “Cavalieri dei non vedenti”.

La sfida viene accettata, pur ardua nella sua grandezza, forse sen-za averne un’ampia coscienza della portata: ma da allora, e pro-segue anche oggi, l’impegno preso si è trasformato in un “Service Permanente”, il più diffuso negli Stati Uniti e nella stragrande maggio-ranza dei Paesi, sempre sollecitato dalla Sede Centrale come impe-gno prioritario, tanto da trasformarsi nel programma “Sight First” (la vista prima di tutto).

Tale programma trova realizzazione e si incrementa tramite iniziative che hanno la massima espressione nella costruzione di piccoli ospe-dali specializzati nella cura delle malattie oculari che hanno portato al recupero della visione circa 40 milioni di persone, per la maggior parte nei paesi del Terzo Mondo. Numerose inoltre le “Scuole Cani Guida” per non vedenti, tutte sostenute con finanziamenti provenien-ti dai soci lions, di cui ricordo quella funzionante a Milano con ottimi risultati. Inoltre le Banche degli occhi, i programmi di raccolta degli occhiali usati, il libro parlato ed altro ancora.

Nel 1954, a New York, tra circa 6.000 proposte pervenute da ogni parte del mondo, viene scelto il motto “we serve” (noi serviamo), a testimonianza di una corale e significativa partecipazione agli ideali

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Helen Keller

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lionistici e a completamento della Carta Fondamentale dell’Asso-ciazione.

Nel 1973 prende vita il “Programma Lioness”, che apre la possibilità di formazione a clubs femminili che tuttavia non godono di diritti elettorali, non possono partecipare agli annuali congressi e devono operare sotto la supervisione di un Lions Club Guida.

Dopo un primo voto negativo espresso a New Orleans, la Convention di Taipei del 1987 apre completamente al mondo femminile, poten-dosi da allora costituire Lions Clubs femminili o misti con pari diritti e dignità.

Nel 1989, contestualmente alla caduta del Muro di Berlino, si costi-tuisce a Budapest, in Ungheria, il primo Lions Club che potremmo definire “oltre cortina”.

Maurizio GalimbertiAviatore

Fondatore del Servizio Cani Guida dei Lions Italiani

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L’EspansioneSiamo ancora nel 1917. Già in quello stesso anno numerosi club Lions si formano in tutti gli Stati Uniti d’America, mentre l’Europa, poverina, è presa in ben altre e terribili beghe.

L’espansione americana procede con speditezza ma la vera “inter-nazionalità” passa dalle buone intenzioni ai fatti solo tre anni dopo, nel 1920, anno in cui viene fondato il primo Club Lions oltre confine, per l’esattezza a Windsor nello Stato dell’Ontario (Canada). Passano pochissimi anni e nel 1926 sorge un club addirittura in Cina (a Tientsin), azzerato poi dal potere centrale nel 1958. In questa Nazione il lionismo risorge pochi anni addietro, nel 2002, riconoscendo quel governo che l’azione dei Lions è massimamente rivolta a favore dei meno abbienti ed indipendente dai sistemi politici.

La neutralità di comportamento nei confronti delle ideologie politi-che e dei credi religiosi, così come recitano le nostre carte statutarie, è ed è stata uno dei punti di forza che senza dubbio ha contribui-to all’espansione dell’associazione in ogni continente. Nel 1945, a San Francisco, sotto la presidenza Truman, i vincitori della Seconda Guerra Mondiale, proprio per la già riconosciuta attività umanitaria dei Lions, invitano il Lions Club International ed altre poche organiz-zazioni a carattere umanitario non governative (ONG) a portare il loro contributo alla stesura della Carta delle Nazioni: i capitoli IX e X di questa carta, inerenti le linee umanitarie di intervento dell’O-NU, vengono affidate a due rappresentanti Lions (Jones e Skeen, quest’ultimo all’epoca Direttore Internazionale). Un riconoscimento di cui possiamo andare fieri. Questa credibilità a livello internaziona-le, giustificata dal crescente impegno profuso, è andata progressiva-mente aumentando ed oggi il Lions Club International è rappresen-tato in permanenza non solo all’ONU, ma anche alla FAO, UNICEF, UNESCO, WHO.

Nel 1957, sotto la spinta di un socio allenatore di baseball (appar-tenente al Lions Club di Gienside in Pennsylvania), nasce un club di servizio formato solo da studenti della scuola secondaria, ma solo nel 1967 acquista una propria dignità ed autonomia il “Programma LEO” (acronimo di Liberty, Experience, Opportunity) rivolto ai giovani fino a 28 anni (oggi portati a 32) e teso a diffondere i valori della solidarietà e dello spirito di servizio anche nelle giovanissime gene-

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razioni. Oggi i Clubs Leo sono presenti, alla pari dei Clubs Lions, in quasi tutti i Paesi del mondo; in Italia, per amor di cronaca, il primo a nascere fu il Leo Club di Civitavecchia nel 1969.

C’è comunque da sottolineare il fatto che la diffusione dei Clubs Lions avviene all’inizio con una certa lentezza, almeno nei primi decenni, e si limita, oltre agli Stati Uniti ed al Canada, come già menzionato, ai Paesi del Centro America e poi del Sud. Rammento Messico e Cuba (1927), Panama e Costa Rica (1935), Columbia (1936) e poi ancora Guatemala, El Salvador, Honduras, Nicaragua, Venezuela, Perù ed Equador.

Nel 1948 giunge finalmente in Europa dove prende a progredire speditamente. Nel 1952 raggiunge l’Estremo Oriente e dopo poco l’Africa del Nord. Attualmente i Lions Clubs sono presenti in 209 Paesi in ogni continente e contano circa un milione e mezzo di soci con 46.000 Clubs.

Una ulteriore tappa di fondamentale importanza segna la data del 13 giugno 1968, anno in cui la Sede Centrale da origine alla LCIF (Lions Clubs International Foundation).

Questa operazione permise inizialmente di acquisire un cospicuo patrimonio ricevuto in donazione ed oltre a dare una decisiva svol-ta a livello gestionale creò la premessa per una nuova dimensione operativa a livello internazionale. L’ingente patrimonio iniziale e la sua crescita ad opera di continue donazioni provenienti da tutto il

Logo della LCIF

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mondo permettono a LCIF di intervenire in ogni parte per emergen-ze e calamità naturali. LCIF assegna in media ogni anno sussidi per un valore di 30 milioni di USD e le donazioni provenienti da privati e da 1,5 milioni di Lions in 209 Paesi, costituiscono la maggior parte delle entrate della fondazione e le consentono di essere leader glo-bale nell’ambito dell’assistenza umanitaria.

Anche in Italia sono arrivati fondi devoluti da LCIF, come nel terremo-to dell’Irpinia, del Friuli, della Sicilia; e ancora in Umbria, in Toscana, in Sardegna.

Sede CentraleOak Brook, Illinois

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LCIF sta cooperando con l’OMS al progetto per l’eliminazione della cecità prevenibile nei bambini. A tal proposito sono stati erogati oltre 7 milioni di USD per creare 34 Centri Oculistici Lions in diversi Paesi del Mondo, destinati in particolare all’erogazione di servizi di preven-zione, terapia e riabilitazione oculistica. Esiste una fase 2 di questo progetto, iniziata nel 2011, che sosterrà la creazione di altri 16 Centri. In collaborazione con Merk & Co.In. sono state distribuite tramite LCIF quasi 148 milioni di dosi di Mectizan per prevenire la cecità fluviale in America Latina ed Africa.

Altro impegno a livello internazionale è costituito dalla partecipa-zione dei Lions e di LCIF ad un programma mondiale di vaccinazio-ne contro il morbillo nei Paesi in via di sviluppo unitamente a GAVI Alliance, fornitrice del vaccino, alla Fondazione Bill e Melinda Gates, a DFID (Dipartimento Britannico per lo sviluppo internazionale) con l’obiettivo di giungere alla raccolta, per la sola LCIF, di oltre 30 milio-ni di USD. Quanto detto non deve far intendere che l’Associazio-

Centro oculistico Lions in Africa

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ne Internazionale o la Fondazione si limitino ad una se pur enco-miabile raccolta di fondi, lasciando che altri si sporchino le mani. L’Associazione contribuisce con propri Lions volontari, alla pari di altre Organizzazioni coinvolte in questo programma di vaccinazione, con un obiettivo stimato di circa 700 milioni di vaccinazioni per la fine del 2020.

Credo risulti evidente, se pur descritto a grandi linee o solo accen-nato, quella “internazionalità” di cui tutti i Lions si sentono partecipi.

Il piccolo club, quello come il nostro per intenderci, agisce certo nel proprio territorio, guarda ai bisogni locali, materiali o meno che sia-no, ma si sente partecipe di un corpo più grande cui appartiene fin dalla nascita e a cui è legato come spirito, come tempo, come denaro: la goccia che crea il mare.

Molti Lions inoltre, provenienti da clubs di tutto il mondo, compresa l’I-talia, passano periodi di ferie e anche oltre in Paesi del Terzo Mondo, coordinandosi con la Sede Centrale e con altre Organizzazioni uma-nitarie; sono presenti laddove avvengano calamità naturali di ogni

Vaccinazione anti-morbillo ad opera di un volontario Lion

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tipo, prestando la loro opera e la loro professionalità. Lions a 360°, che curano il restauro del vecchio dipinto, fanno corsi di alfabetizza-zione, si affiancano ad altre associazioni di servizio, fanno progetti e li realizzano, mettono a disposizione competenze, raccolgono fondi, vestiario: lions che, come suol dirsi, si sporcano le mani.

Sicuramente la nascita in Italia ma anche in Europa dei primi Clubs, e per molti decenni, è stata pervasa da una certa mondanità, in parte derivante dal fatto che molti soci appartenevano ad un mon-do professionale ed economico elitario, in parte proveniente dalla voglia di bruciare i tempi e sentirsi fin da subito appartenenti ad un mondo più grande, di respiro europeo ed internazionale, desi-derio per tanto tempo represso. Oggi molto è cambiato sotto que-sto aspetto, ma resta comunque immutato il cerimoniale che viene seguito in occasione delle manifestazioni ufficiali importanti, come l’esposizione delle bandiere, l’esecuzione degli Inni nazionali, il toc-co della campana, la declamazione dell’Etica o degli Scopi. Tale cerimoniale non è solo sterile formalità ma contraddistingue il senso di appartenenza ed è uguale in ogni parte del mondo; è il momento in cui, come a me stesso è capitato, pur parlando lingue diverse o avendo abitudini di vita delle più disparate, ognuno si sente intima-mente parte di questa grande associazione internazionale e in essa si riconosce.

Sono comunque dell’opinione, anche se molti non condivideranno il mio pensiero, che del cerimoniale non va fatto abuso, ricorrendo ad esso in ogni luogo e in ogni circostanza. Va riservato invece solo in contesti di particolare solennità e significato, snellendolo se oppor-tuno, proprio per non sminuirne, banalmente, la sostanza e la forma.

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Europa! Europa!La devastante Prima Guerra Mondiale e, come se non fosse basta-ta, la Seconda, ancor più terribile e crudele. Una battuta d’arresto anche per gli ideali più nobili e disinteressati. Questi eventi bellici influenzano in modo assolutamente negativo il diffondersi dell’asso-ciazione lionistica. Il rapido proliferare di nuovi Lions Clubs continua per molti anni solo all’interno degli “States”, senza trovare sbocchi fecondi nella vecchia e belligerante Europa.

Ma come è da sempre nell’ordine delle cose, dopo ogni guerra pre-vale la voglia di dimenticare, la voglia di rinascere a nuova vita, di ricostruire e spazzare via le macerie.

Così anche il Lionismo, al termine di ciascun conflitto mondiale, vie-ne beneficiato da questa forza positiva. Con la fine della Grande Guerra si espande a macchia d’olio in tutte le Americhe.

Alla piccola Convention di Chicago si vanno sostituendo Convention più importanti e articolate, dove all’emozionante sfilare di un sempre maggior numero di bandiere nazionali si coniuga un ben virtuoso confronto di opinioni, di esperienze, di popoli.

Termina finalmente anche l’ultimo conflitto mondiale e analogamen-te a quanto era accaduto dopo il primo, l’espansione del lionismo a livello internazionale prende nuovo vigore, arrivando finalmente, se pur con atroce ritardo, a sbarcare in Europa.

Convention di Amburgo, si osservano le delegazioni di USA e Croazia

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E’ l’anno 1948 che vede sbocciare il primo Lions Club nel vecchio continente e precisamente a Stoccolma, in Svezia; pochi mesi dopo nasce un secondo club a Ginevra e a seguire altri se ne formano a Parigi, Londra, Copenaghen. Le grandi capitali europee si lasciano rapidamente investire e pervadere da questo vento che ha sapore di nuovo, che viene “dall’America”.

In Italia il Lionismo sembra ancora rimanere un illustre sconosciuto: ma lo sappiamo bene, ci sono le Alpi che ci dividono dal resto del mondo, anche se tale argomentazione mi sembra poggiare su basi un po’ deboli.

Diciamo piuttosto che la guerra ci aveva rotto le gambe in vari punti e c’era altro a cui pensare: un Paese intero da ricostruire. Che ne sapevamo noi di questi nuovi clubs “americani” e che ce ne impor-tava? Eravamo tutti gente di provincia, con le pezze ai pantaloni e pochi soldi in tasca.

A dire il vero la Sede Centrale, in America, auspicava il diffondersi dell’Associazione anche in Europa, ma nei fatti anche lei non anda-va oltre i buoni propositi.

Ecco allora intervenire il fato!

Nei suoi giri d’affari, il Signor O.K. Hausmann, svizzero trapiantato a Milano, si incontrò un bel giorno, casualmente ed in treno, con uno svedese di nome Herbert Harshagen e durante quella banale “chiacchierata” vide sulla giacca del suo interlocutore quel piccolo distintivo giallo-oro con impressa una “L” in bella evidenza.

La curiosità fu più forte della riservatezza e alle domande che Hausmann poneva il Signor Herbert dette risposte che stimolarono un crescente interesse per quella strana associazione di cui nessu-no sapeva nulla, nemmeno a Milano. Volendo farla breve, il Signor Harshagen informò la Sede Centrale di questo contatto, la macchi-na internazionale cominciò a girare e il 28 marzo 1951, in gran fret-ta, giusto il tempo per la venuta dell’allora Presidente Internazionale H.O.Petry, nonché alla presenza del Governatore del Distretto svizze-ro, nacque il Lionismo Italiano (per la precisione al Ristorante Savini, Galleria Vittorio Emanuele, Milano), assumendo l’Italia il nome di Distretto 108.

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Gli stessi Soci fondatori del Lions Club Milano aderirono inizialmente con perplessità, non sapendo ancora nessuno con precisione cosa fosse questo lionismo e che scopi avesse, ma l’assicurazione che esso già da numerosi decenni era presente e diffuso negli Stati Uniti contribuì a dirimere i legittimi iniziali dubbi. Il signor Hausmann, nato il primo Club, passò poi un buon quarto di secolo a girare senza sosta in tutta Italia per diffondere il messaggio lionistico.

Charter Members del Lions Club di Milano (1951)

Oscar Kaspar HausmannPadre del Lionismo Italiano, 1951

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Nel 1952 sorsero i Clubs di Napoli e di Torino, anch’essi comunque, badate bene, frutto di incontri fortuiti di uomini giusti al posto giusto. Firenze si aprì al lionismo nel 1953 e Roma nel 1954, con un crescen-do esponenziale di nuovi nati che portò i Clubs, già nel 1957 ad oltre duecento. Si respirava con euforia un vento di libertà e internaziona-lità di cui l’Italia era stata a lungo digiuna.

Visto la materia che si va trattando, mi sembra interessante, se non altro per lasciarne traccia al Lions che verranno, riportare il testo di un articolo scritto da Bartolomeo Lingua, Lion e Giornalista, allora Presidente del Lions Club di Torino, facente seguito ad una sua inter-vista fatta al Signor Hausmann in occasione del Forum Europeo tenutosi a Lugano.

L’intervista risale al 22 ottobre 1982.

“Era il più vecchio Lion d’Italia. Non di età – come teneva a precisare – ma di anzianità di iscrizione. Non poteva essere altrimenti, visto che Oscar Kaspar Hausmann, 77 anni, è stato il padre del primo Club sorto in Italia nel 1951, il Milano Host, e degli altri che seguirono subito dopo, da quello di Napoli, nel gennaio 1952 a quello di Torino, che il

Charter Members Lions Club di Firenze (1953)

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mese scorso ha celebrato il trentennale, oltre a tutti gli altri che via via si sono moltiplicati per germinazione spontanea.

Di Hausmann si può ben dire, fuori da ogni retorica, che si sia dedicato al lionismo fino all’ultimo respiro. Lo avevo conosciuto dopo aver tanto sentito parlare di lui al Forum di Lugano, il pomeriggio del 22 ottobre 1982 e avevo chiesto di incontrarlo per un’intervista. Nulla, né nel suo aspetto né nel suo atteggiamento tradiva il male che lo avrebbe stroncato appena sei giorni dopo.

Aveva promesso di essere presente alla “Charter” del Lions Club “Torino” ed il 26 ottobre aveva ancora scritto due lettere in Italia: la prima al Governatore e la seconda a me, per precisare alcuni particolari sui com-piti che era stato chiamato a svolgere nei primi anni di lionismo in Italia, promettendomi di scrivere ancora.

Mi era parso particolarmente felice di quell’incontro e mi aveva concesso molto del suo tempo, conversando a lungo con me nella grande hall del Palazzo dei Congressi. Alto, dritto come un fuso, indossava il “blazer” blu con eleganza e portava i baffetti alla Manjou con la stessa disinvol-tura di quell’attore hollywoodiano degli anni Trenta.

Chi lo aveva conosciuto nel periodo in cui aveva retto la Segreteria Lion per l’Italia, dal 1951 al ’70, non doveva stentare a riconoscerlo, e lui si divertiva a snocciolare nomi, date, circostanze, fra una battuta e l’altra.

Era indubbiamente un uomo che sapeva ispirare grande simpatia fin dal primo contatto e la sua popolarità era ancora grande se il Presidente Internazionale Grindstaff a un certo punto aveva voluto che gli fosse presentato, intrattenendosi con lui per ricordare comuni amici. Non ave-vano avuto difficoltà ad intendersi: Hausmann parlava correttamente cinque lingue, una dote che gli aveva permesso di continuare a girare il mondo lavorando, senza problemi, in un’epoca in cui i viaggi non erano né frequenti né agevoli per la maggior parte dell’umanità.

“Viaggiare per me non è stato un hobby, ma un destino” mi aveva confi-dato. “Sono nato vicino a Zurigo, nella cittadina di Horgen, nel 1905, ma ho trascorso i primi cinque anni della mia vita a Bruxelles, fino a quando mio padre non fu trasferito a Milano. In Italia avevo frequentato una scuola svizzera e per completare gli studi ero tornato nel Cantone di Thurgau.

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Poi ancora viaggi: appena diplomato mi sono impiegato in una banca di Zurigo che mi ha trasferito in breve tempo a Ginevra. Avevo appena compiuto vent’anni che la compagnia di assicurazioni dalla quale nel frattempo ero stato assunto, mi propose di trasferirmi negli Stati Uniti e fu così che trascorsi due anni fra New York e Philadelphia prima di riapprodare a Milano”.

A Milano Hausmann trovò il più solido ancoraggio. Sposò Antonietta Manara, lontana parente del generale dell’epoca risorgimentale ed ebbe un figlio. A Milano è rimasto dalla fine degli anni Venti, momento in cui si ritirò dal lavoro.

Ricordava ancora l’incubo dei bombardamenti aerei, la lunga angoscio-sa attesa che la guerra finisse, la febbre della ricostruzione.

Ma non fu in America bensì nella metropoli lombarda che incontrò il Lionismo.

I continui viaggi in tutta Europa e la sua attività di importatore di articoli tecnici gli imponevano continui contatti con stranieri, finchè un giorno si imbattè in uno svedese, a quel tempo segretario del Lions Club di Upsala e che successivamente avrebbe ricoperto le cariche di Governatore e Direttore Internazionale.

Continua Hausmann. “Nel 1950 nessuno portava distintivi per una fobia derivata dal Ventennio e quindi fui colpito da quello che osten-tava orgogliosamente all’occhiello il mio cliente svedese” e poi aveva aggiunto sorridendo: “Naturalmente non sapevo di cosa si trattasse e lo chiesi.” Il distintivo era quello del Lions International, lo svedese si chiamava Harbert Harshagen. Nessuno dei due poteva immaginare qua-li conseguenze avrebbe avuto quell’incontro occasionale che si era subito trasformato in amicizia nata con un uomo che credeva profondamente nella bontà e nella universalità dell’ideale lionistico.

Lo svedese aveva chiesto subito se a Milano esistessero dei Lions Clubs. Nessuno ne aveva mai sentito parlare. Hausmann fece rapidamente una indagine: c’erano alcuni clubs rotariani, ma dei lions nessuna traccia. Harshagen intuì allora di avere a portata di mano una grande oppor-tunità e convinse l’amico a tentare i primi passi per creare, proprio a Milano, un club, informandone allo stesso tempo il Board che aveva sede a Chicago.

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E ancora Hausmann: “In America erano scettici sulla possibilità di introdurre in Italia il Lionismo, convinti che gli Italiani fossero troppo individualisti per accettare un’idea che richiedeva l’armonica coopera-zione di tante persone.

In effetti i primi sondaggi furono totalmente scoraggianti. Tuttavia mi piacciono le cose difficili e continuai ad insistere.

Ero ormai convinto che gli americani avessero ragione, quando incon-trai un avvocato milanese che aveva vagamente sentito parlare dei Lions durante un viaggio negli Stati Uniti. Quell’appiglio mi bastò per con-vincerlo. E fu così che Sigismondo Gobbi, con altri 22 amici, fondò a Milano il primo Lion Club italiano, padrino il Club di Lugano”.

Parlandomi di quei lontani avvenimenti Hausmann tendeva a minimiz-zare la portata dei suoi interventi, continuando a ripetere che di lioni-smo, allora, ne sapeva poco o nulla e che lui in realtà non faceva che innescare un processo che dava ad altri l’opportunità di fondare clubs.

Tuttavia aveva ammesso che essere riuscito a dare i natali al Club di Milano era stata una grande soddisfazione per lui e che gli sarebbe pia-ciuto tentare l’impresa altrove.

I Guidoncini dei Lions Clubs di Lugano e Milano

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Ma l’esperienza gli aveva insegnato che per farlo gli erano indispen-sabili delle valide credenziali per presentarsi. E fu così che gli venne l’idea di rivolgersi al Board, ottenendo prima l’investitura a Delegato Internazionale per l’Italia e, con mutata denominazione, successiva-mente a Segretario per l’Italia e, dal 1960, a Segretario per l’Europa Meridionale.

Già a titolo di Delegato prese i primi contatti per fondare il Club di Napoli con l’avvocato Paglieri e poi per quello di Torino con l’industriale Giuseppe Emanuel. “Li avevo incontrati entrambi in treno, una circo-stanza che oggi sembrerebbe perlomeno strana, ma che allora non aveva nulla di straordinario.

Chi ha vissuto quell’epoca sa che proprio in treno si poteva stringere nuo-ve conoscenze”. Un metodo che poteva lasciare ampio spazio all’errore, ma Hausmann non sbagliò né in quelle circostanze né in altre. Ormai “Ambasciatore del Lionismo” continuò quella che lui stesso definiva “funzione promozionale” in vista di un traguardo che chiamava “del sorpasso”. Infatti quando aveva fondato il Lions Club di Milano, i Clubs Rotary in Italia erano 65. Nel 1962 i Clubs Lions erano diventati 205 mentre i Rotary si erano fermati a quota 191: un traguardo che sarebbe stato impensabile solo qualche anno prima e che Hausmann stesso rite-neva difficile da raggiungere, anche per la resistenza che i Lions allora opponevano alla proliferazione.

“Forse sbaglio” mi diceva Hausmann usando una diplomatica cautela “ma ho sempre avuto l’impressione che gli italiani abbiano paura di cambiare. Quanto è accaduto per i Clubs è accaduto per i Distretti, tanto che adesso in Italia, rispetto al resto d’Europa e del mondo, c’è il minor numero di Clubs e di Distretti rispetto al numero dei Soci”.

Nel 1970, lasciata la Segreteria nazionale nelle mani della Signora Loredana Mandelli, sua collaboratrice dal 1960, si ritirò a Lugano, pur continuando a far parte del Lions Club di Milano.

E proprio il Forum di Lugano, quello che lui definiva come il quindice-simo appuntamento con i Lions Europei, fu per lui l’ultimo.

Mi sembra a questo punto opportuno riportare anche uno scritto, risalente al 1953, di Mario Boneschi, primo governatore del neona-to Distretto 108 ITALY, che offre una coerente spiegazione di come il

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Lionismo avesse trovato in Italia una certa difficoltà ad affermarsi e, aggiungerei, ad essere compreso:

“L’Italia usciva da un periodo di isolamento morale e mentale del qua-le ancor oggi non sono del tutto eliminate le conseguenze nefaste. La scarsa esperienza di vita associativa propria di una società contadina e provinciale, era aggravata da un ventennio, quello del fascismo, nel quale esistevano solo associazioni dirette dall’alto del partito fascista e dalla chiesa cattolica. Alla atavica scarsa propensione degli italiani alla vita associativa si era aggiunta l’assoluta mancanza di esperienza. Per riparare a questa situazione di arretratezza ci parve necessario acco-gliere con slancio l’offerta di amici svizzeri e costituire anche in Italia i Lions Clubs. Tessere la rete delle amicizie disinteressate con i nostri pari degli altri Paesi del mondo, inserirci nella mentalità internazionale, liberarci dal provincialismo e dalla ristrettezza di vedute che avevano prodotto conseguenze tanto funeste, ci apparve come una delle necessità immediate, uno dei principali doveri del momento. Le difficoltà incon-trate e provenienti dalla diffidenza dei nostri ambienti verso ogni forma disinteressata di associazione non furono poche. Averle superate prova che si trattò, da parte nostra, di un’opera utile e feconda”.

Ad oggi il Distretto 108 ITALY è suddiviso in 17 Sub-Distretti e conta circa 45.000 Soci.

Mario BoneschiCharter Member del Lions Club di Milano

Primo Governatore del neonato Distretto 108 ITALY

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Vision, Mission, Scopi ed Etica del Lionismo

“Cosa accadrebbe se persone che godono di successo per il loro impegno, la loro intelligenza e ambizione, mettessero il loro talento al servizio del-le loro comunità per migliorarne le condizioni? Sono completamente convinto che non possiamo arrivare lontano se non facciamo qualcosa per gli altri”.

Parole sicuramente nate da intime riflessioni che Melvin Jones anda-va facendo da tempo dentro di sé, ma che la notte del 7 giugno 1917, nella lontana città di Chicago, animarono a tal punto i nume-rosi delegati provenienti da club tra loro così diversi per origini e storia, che divenne realtà il sogno cullato da tempo: dar vita ad una associazione di ampio respiro che si diffondesse in ogni dove, con lo scopo di migliorare la condizione sociale dei popoli ed elevarne lo spirito di comprensione reciproca.

In quelle poche parole sono già insiti i concetti di “vision” e “mis-sion”, espressi in modo semplice e comprensibile, ma che ad un’a-nalisi solo poco più attenta mostrano tutta la loro complessità. Termini in questione estremamente sofisticati che, oggi più che mai, aziende e associazioni, in sempre maggior numero, pongono alla base del

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loro lavoro, limano, perfezionano, gestiscono al millimetro per avere successo e guadagni. Anche l’Associazione Internazionale dei Lions, riconosciuta come la più grande associazione di servizio al mondo, non poteva non avere la sua “Visione” e “Missione”, binomio insepa-rabile e necessario per crescere in forza e in presenza.

La “Vision” non è altro che il “sogno”, è il chiedersi chi siamo e dove vogliamo arrivare, è ciò che desideriamo nel nostro futuro, è la linea dell’orizzonte cui vogliamo arrivare, è il grande progetto da realizzare.

La “Mission” è il come, con quali mezzi vogliamo arrivare alla meta, quali strategie vogliamo applicare per concretizzare il nostro sogno.

Le parole di Melvin Jones, quando parla di “persone che mettono al servizio delle loro comunità talento e ambizioni”, delineano anche un altro importante sottinteso, quello riferito alla necessità per i Clubs di operare in sinergia, mettendo insieme forze che vogliono tende-re allo stesso obiettivo. La condivisione favorisce il raggiungimento della meta, moltiplica le capacità e l’efficacia di qualunque nostro intervento.

In quest’ottica Vision e Mission non affermano e non possono affer-mare l’ovvio, ma lo straordinario. Guardano ad un orizzonte di cui ancora non vediamo la linea.

Mi vien da pensare all’isola di Itaca, la famosa isola greca che Ulisse, dopo infinite peripezie, riesce finalmente a raggiungere, sua meta agognata. Itaca, ma anche Etica, in un curioso gioco di parole che sembrano prestarsi ad una quanto mai suggestiva, almeno per me, considerazione. Qual è la meta dei Lions, qual è la nostra Itaca? Provo a rileggere allora gli Scopi e l’Etica dei Lions per cercare di diradare le nebbie del nostro navigare e mi accorgo che anche una lettura di quelle poche proposizioni, non dico attentissima ma quanto meno interessata, prospetta un’infinità di domande cui non è facile in quattro e quattr’otto dare risposte esaurienti. Etica e Scopi sono il nostro mare, quel mare che Ulisse attraversava, spesso senza vedere terra all’orizzonte, altrettanto spesso deviato nel suo intento da oscuri richiami.

E’ lo stesso mare, enigmatico e tempestoso, che anche noi Lions attraversiamo per raggiungere la nostra Itaca. Ma dove trovarla?

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Quale direzione prendere? Forse che l’Itaca dei Lions esiste solo nei nostri sogni?

Ma torniamo all’Etica. Un insieme di regole cui clubs e singoli soci dovrebbero attenersi. Ma già qui cominciano i guai: quanti bisogni, quante culture, quante religioni, quante razze, quanti costumi, quan-te diversità fra una comunità ed un’altra! E altrettanto numerose sono le regole di comportamento proprie di ogni popolo, oserei dire di ogni se pur piccola comunità, in un coacervo di regole e di etiche diverse; certo, per lo più tese a realizzare il bene comune, ma non sempre. Anche la mafia ha un’etica (sig!), o almeno l’aveva, stando agli ultimi fatti di sangue accaduti, un’etica il cui significato ci sfug-ge e che certo non si pone come il progresso civile e morale della comunità. Il codice etico dei Lions cerca forse di superare barriere, spesso impalpabili ma reali, alla ricerca di un’etica universale che comprenda e raccordi tutte le altre? Vedete terra all’orizzonte?

Ma il mare dei Lions si fa ancora più profondo quando ci soffermia-mo a rileggere gli Scopi del Lionismo. Se potessimo realizzarli tutti e in un istante, avremmo un mondo perfetto, senza guerre e carestie, in cui al benessere dell’intera comunità farebbe da contrappunto la giusta valorizzazione di ogni singolo individuo. Gli scopi che ci proponiamo sembrano non avere confini, in perfetto accordo con quella “Vision” e quella “Mission” di cui dicevo prima e che guarda al raggiungimento di risultati straordinari.

Da qui discende quell’operare a 360° che ci contraddistingue; pur essendo la nostra un’associazione “di servizio” basata sul volonta-riato, non ha nessuna “specializzazione” particolare, non ha cam-pi predeterminati di intervento né la cosa è prevista da Statuto e Regolamento Internazionale. Molti forse lo ritengono un punto di debolezza, un modo come un altro per disperdere le forze senza concentrarsi su un unico obiettivo. Non credo sia così. Vi sono altri modi, altre associazioni di volontariato o meno che perseguono fina-lità particolari ed il singolo, socio o meno che sia di un Club Lions, può aderirvi e partecipare. Il nostro operare non ha paletti, non vi sono cartelli indicatori che segnalano la strada, ma solo entusiasmo, competenze delle più disparate, amicizia, una rete internazionale di contatti ed una struttura organizzativa di raccordo: questo forse il motivo per cui non vediamo la nostra Itaca ed a mare si aggiunge altro mare.

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Ecco allora che le nostre iniziative, le nostre proposte, i nostri inter-venti, da modulare certamente secondo il contesto in cui ciascun Clubs opera, i nostri “services” in generale, devono sempre essere ben proposti e ben condotti, per diventare una sorta di volano in grado di muovere in circolo virtuoso altre idee e altri uomini, per il raggiungimento del bene comune.

In questo caso Scopi ed Etica assumono essi stessi l’aspetto dei due leoni che contraddistinguono il nostro logo. Gli Scopi li vedo come il Leone che guarda al Club nel suo insieme, unità funzionale e par-tecipativa in mezzo al variopinto contesto dell’umanità, il leone che simboleggia Vision e Mission. L’Etica è invece il leone che più sottil-mente si rivolge al singolo socio, che ne delinea le caratteristiche e la sensibilità, che lo rende degno e disponibile alla partecipazione e al servizio. I Lions come Ulisse, alla ricerca della loro Itaca , sempre a scrutare con attenzione l’orizzonte per vedere, avvicinare almeno, quella terra tanto bramata. La nostra Itaca è ancora lontana.

Vision

Essere leader globale nella comunità e nel servizio volontario

MissionPermettere a volontari di servire la loro comunità,

soddisfare i bisogni umanitari, favorire la pace e promuovere la comprensione internazionale per mezzo dei Lions Clubs

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Scopi del Lionismo

Creare e stimolare uno spirito di comprensione fra i popoli del mondo.

Promuovere i principi di buon governo e di buona cittadinanza.

Prendere attivo interesse al bene civico, culturale, morale e sociale della comunità. Unire i Clubs del mondo con vincoli di amicizia e reciproca compren-sione.

Stabilire una sede per la libera e aperta discussione degli argomenti di interesse pubblico, con la sola eccezione della politica di parte e del settarismo religioso. Incoraggiare le persone disponibili al servizio a migliorare la loro comunità senza scopo di lucro.

Promuovere un costante elevamento del livello di efficienza e di serietà morale nel commercio, nell’industria, nelle professioni, nei lavori pub-blici ed anche nel comportamento in privato.

Codice dell’Etica lionistica

Dimostrare con l’eccellenza delle opere e la solerzia al lavoro la serietà della vocazione al servizio.

Perseguire il successo, domandare le giuste retribuzioni e conseguire i giusti profitti senza pregiudicare la dignità e l’onore con atti sleali ed azioni meno che corrette.

Ricordare che nello svolgere la propria attività non si deve danneggiare quella degli altri; essere leali con tutti, sinceri con se stessi. Affrontare con spirito di altruismo ogni dubbio o pretesa nei confronti di altri e, se necessario, risolverlo anche contro il proprio interesse.

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Considerare l’amicizia come fine e non come mezzo, nella convinzione che la vera amicizia non esiste per i vantaggi che può offrire, ma per accettare i benefici dello spirito che la anima. Avere sempre presenti i doveri di cittadino verso la patria, lo stato, la comunità nella quale ciascuno vive; prestare loro con lealtà sentimenti, opere, lavoro, tempo e denaro.

Essere solidale con il prossimo mediante l’aiuto ai deboli, il soccorso ai bisognosi, la solidarietà ai sofferenti. Essere cauto nella critica, generoso nella lode, sempre mirando a costruire e non a distruggere.

Scopi ed Etica in buona sostanza, e volendo condensare al massi-mo, implicano l’impegno a predisporre virtù e doti personali al rag-giungimento del bene comune, mettendole a disposizione del club per potenziarne le forze, ciascuno secondo le proprie capacità e inclinazioni e nelle forme più svariate, sia sotto il profilo morale che economico.

E’ stato osservato che fra Scopi ed Etica esistono come delle disso-nanze o almeno dei passaggi propositivi che inducono a delle per-plessità, quasi fossero, in taluni casi, in contrasto fra loro. Mi ricordo di uno scritto dell’Amico Giuseppe Taranto, Past Direttore Internazionale, in cui si evidenziava che il testo del Codice dell’Etica presenta alcu-ne banalità e luoghi comuni. E a questo proposito furono elabora-ti, e proprio nel nostro Distretto toscano, dei testi aggiornati sia per gli Scopi che per l’Etica, da portare all’attenzione dei Clubs in vista degli annuali congressi. Certo non sarebbe stata sufficiente una deli-bera dell’Italia a cambiare qualcosa, essendo necessario approva-re siffatte modifiche a livello di Board e Convention Internazionale; ma queste cose, si sa, vanno per le lunghe.

Ritornando per un attimo a quelle banalità di cui si è detto prima, dobbiamo considerare il contesto socio-economico in cui quel-le proposizioni sono state scritte; scritte da uomini di spessore e di

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alto livello sociale che, pur pervasi da sentimenti ed ideali nobilissi-mi, ancora oggi pienamente validi, risentivano di quel mondo degli affari proprio dei Business Men americani. Ecco perché le prime pro-posizioni dell’Etica Lionistica sembrano quasi pervase da un certo tono affaristico, anche se prende vigore il concetto di professionalità non disgiunta dalla dignità e moralità dei comportamenti, venendo superato il concetto di affari e guadagni ad ogni costo. Nelle ultime proposizioni vengono ben valorizzati quei nobili ideali di amicizia, di solidarietà, di apertura verso i bisogni degli altri, costituenti il vero nocciolo del cambiamento impresso da Melvin Jones. Senza con-tare le imperfezioni di traduzione nelle varie lingue o la non perfetta traducibilità del significato di alcune espressioni.

A parte i sofismi e le disquisizioni semantiche, Scopi ed Etica , nel-la loro assoluta laicità, appaiono ancora attuali e pertinenti, non vivono all’ombra di discutibili o inopportune protezioni, a nessuno sono asserviti. Tendono, direi molto semplicemente, alla formazione di buoni cittadini e altrettanto buoni governanti, perseguono la com-prensione internazionale fra tutti i popoli del mondo, il rispetto e il riconoscimento reciproco.

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Uomini e LeoniMi ricordo il tempo, ormai sufficientemente lontano, in cui, ancor fre-sco medico alle prime esperienze, fui presentato come nuovo socio ed entrai a far parte, senza rendermene conto, di quella che era ed è la più grande associazione di servizio al mondo. Ero il più giovane membro del Lions Club Cortona Valdichiana - la dizione “Host” verrà concessa dalla Sede Centrale molto più tardi - una specie di mosca bianca fra tanti soci navigati ed autorevoli; se vogliamo una “rarità”, perché in quegli anni non avveniva di frequente che i nuovi arrivati avessero solo capelli neri; potremmo parlare di un atto di coraggio da entrambe le parti. Ma fin da subito, nonostante il divario anagrafi-co, e della cosa rimasi piacevolmente colpito, tutti mi accolsero con grande senso di amicizia e favorirono il mio inserimento nella vita di club. Oggi mi ritrovo dall’altra parte della barricata, fra gli anziani, e non so se la cosa mi procura lo stesso piacere. Certo è che l’entu-siasmo e il desiderio di “partecipare” sono rimasti forti come allora, ragione forse questa ed unica che mi ha convinto ad accettare la carica di Presidente del Cinquantenario. Un onore per me che sono stato uno dei sei firmatari dell’Atto Costitutivo del Distretto 108 LA Toscana, del quale dunque mi sento un po’ padrino; ma un onore certo immeritato e non disgiunto dalla consapevolezza di avere una grande responsabilità nei confronti dei Soci per la incondizionata fiducia che quest’anno hanno voluto accordarmi e dal rispetto ver-so un club che sempre è stato presente nel territorio con iniziative autorevoli e partecipate.

Ma torniamo brevemente al leone: nel nostro immaginario rappre-senta la forza, la fierezza, la regalità. Se da una parte è considerato il Re degli animali, dall’altra è senza dubbio l’animale dei Re, addirittu-ra degli dei. Il leone lo troviamo rappresentato in complesse simbolo-gie, religiose o meno che siano, dagli inizi della civiltà ai giorni nostri: in Europa, in Africa, in Medio ed Estremo Oriente. Alcune sue carat-teristiche le ritroviamo rappresentate in animali mitologici come la chimera, la sfinge o il grifone. Ancora il leone come simbolo di virtù e prudenza ma anche incarnazione delle forze del male.

I due leoni che eternamente si contrappongono e che caratteriz-zano l’emblema della Associazione Internazionale dei Lions Clubs, ricordano, secondo Mosè Pietro Colajanni, fondatore del Lions Club “Milano – Leonardo da Vinci”, le due figure feline che si stagliano

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nella porta d’ingresso della Madrasa Sher Dor di Samarcanda, la quasi mitica città posta nella “Via della seta”. Due leoni contrapposti che hanno ispirato Melvin Jones, nostro Padre Fondatore, quasi che l’uno non esistesse se non con l’altro, come non potrebbero esistere disgiunti il Bene se non contrapposto al Male o il Giorno contrappo-sto alla Notte.

Forse non sono stati i leoni di Samarcanda a ispirare Melvin Jones, ma anche agli occhi di noi, moderni Lions, quei leoni contrapposti sembrano trasmettere un sentimento di perfetto equilibrio, memori di antica saggezza quasi dimenticata.

I Lions amano dire che l’uno guarda al passato, forte dell’esperienza accumulata, attaccato alle proprie tradizioni e ai propri riti; l’altro che si protende nel futuro, futuro sconosciuto ma non per questo meno accattivante, teso a spronarci verso nuove esperienze ed orizzonti.

Del resto, l’attaccamento alle proprie tradizioni è una prerogativa comune della società nelle sue poliedriche manifestazioni, per non confondersi nel nulla, per non disperdere nel vento le proprie origini e le proprie originalità.

Sarebbe comunque grave difetto fossilizzarsi come sterile monolite in quelle stesse tradizioni che amiamo tramandare, perdendo alla fine ogni spinta innovativa, la fecondità della mente, la capacità di plasmarsi ad un mondo che si trasforma a velocità sempre più verti-ginosa, con l’inevitabile risultato di venirne travolti e scomparire.

Oggi più che mai occorre che l’Associazione Internazionale e il sin-golo Club pongano vera attenzione al mondo esterno, relazionan-dosi con esso in modo efficace. La natura stessa ci insegna che chi non percepisce il cambiamento o, peggio ancora, pur percepen-dolo, non riesce a modificare il proprio in una sorta di adattamento vitale, presto o tardi soccombe. Se la regola è valida per il singolo, che per sopravvivere o ampliare la propria attività deve adattarsi a nuove realtà emergenti, è altrettanto vero che anche i Clubs di servi-zio come il nostro, parimenti ad altre forme associative, sono soggetti alla stessa legge. E non si tratta di tradire ideali o principi, ma modi-ficare sensibilità, comportamenti, organizzazione, strategie, metodo-logie operative, plasmandole a sempre nuovi obiettivi e necessità emergenti.

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Mi piace al proposito riportare uno scritto del compianto PDI (Past Direttore Internazionale) Giuseppe Taranto, già socio onorario di questo Club e buon Amico personale, che amava frequentare e soggiornare con assiduità in Cortona, che considerava sua secon-da patria.

“Noi Lions non siamo e non possiamo essere avulsi dal mondo che ci cir-conda. Ad esso ci siamo ispirati e ci ispiriamo per renderlo migliore; per tutelare, come è nostro dovere fondamentale, l’interesse generale, violato e sacrificato da troppi interessi di parte; per trarre motivi di approfon-dimento di problemi o di contestazioni. Non possiamo nasconderci che stiamo passando un momento di crisi tutto particolare, per effetto, strano a dirsi, dell’accettazione esterna di molti dei nostri obiettivi e delle nostre proposte.

Per anni ci siamo battuti contro i favoritismi clientelari ed affaristici.

Abbiamo suggerito in più occasioni sistemi elettorali radicalmente diver-si che, anche attraverso la diversificazione del voto di lista da quello del-la preferenza del candidato, allentassero il legame tra l’eletto e il partito rafforzando invece quello con il corpo elettorale; proposte che all’epoca erano state ampiamente criticate anche da illustri costituzionalisti.

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Giuseppe Taranto, Past Direttore Internazionale

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Abbiamo a lungo sostenuto che lo Stato non poteva seguitare ad imporre balzelli su balzelli, percentuali di imposte che si assommavano le une alle altre sino a rendere irrisorio il reddito residuo del cittadino, cui doveva essere riconosciuto come obiettivo prioritario il mantenimento suo e della propria famiglia.

Abbiamo a lungo sostenuto che il concetto di tassazione in base alla rispet-tiva capacità contributiva, espresso dall’articolo 53 della Costituzione, andava logicamente inteso non in termini meramente aritmetici ma di sopportabilità oggettiva dell’onere contributivo.

Vi è quindi l’esigenza di affrontare nuove esperienze e nuove problema-tiche, che non siano quelle della questua incessante che, quali che siano le degnissime finalità che le promuovono, non possono che avere carat-tere marginale e non ripetitivo della nostra attività associativa; anche per evitare che si faccia il vuoto attorno a noi non appena ci facciamo avanti.

Oltre a ciò, con una sorta di giustificata o illusoria speranza, v’è dunque in questo momento nel mondo che ci circonda una domanda di nuovo, che non può non coinvolgere anche noi stessi, la nostra vita associati-va, la nostra organizzazione, il nostro rapporto con i clubs ed i soci che li compongono. Dobbiamo allora chiederci se certi rituali tradizionali, certe liturgie che si ripetono ogni anno, certe consuetudini senza dubbio valide nel ricordo ma scarsamente producenti nel presente, hanno anco-ra presa o sono accettate stancamente quando non sono boicottate nella presenza individuale.

Confesso che io stesso, che pur sono uno scrupoloso tradizionalista ma al tempo stesso uomo di opposizione più che di governo, dopo circa 34 anni di appartenenza all’Associazione ed un bagaglio di migliaia di meetings in ogni parte del mondo, sono portato a volte a chiedermi se è davvero così importante sacrificare molti dei nostri incontri ai vari passaggi della campana, alla festa degli auguri, alla celebrazione della Charter e, per-ché no, alla visita del Governatore, quando lo stesso non è portavoce di un verbo nuovo o di nuove indicazioni delle nostre possibilità operative.

Se vogliamo, come è ovvio, la collaborazione corale di tutti i nostri ade-renti, più che imporla autoritariamente con effetti che, data la qualità degli stessi, non possono che essere frammentari e deludenti, dobbia-mo conquistarla ponendoci innanzi tutto nel loro angolo di visuale per

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comprendere ciò che può essere condiviso, seducente o, meglio ancora, trainante.

Non si tratta, ovviamente, di trasformare il programma annuale del Club in una sorta di repertorio che il Presidente, alla maniera di un impresario teatrale, offre ai suoi abbonati. Si tratta di cercare di com-prendere sino a che punto il socio, specie se avulso da incarichi, è recet-tivo e in qualche modo può essere fattivamente impegnato in attività di servizio a lui congeniali, in maniera tale da soddisfare le sue legittime aspirazioni partecipative alla vita del club e dell’Associazione e che non possono esaurirsi nella mera presenza alle riunioni conviviali.

V’è poi un problema che sta lievitando e che sembra minare la nostra tradizionale apartiticità, ma in maniera più apparente che sostanziale.

In talune località, specie di non grandi dimensioni, di fronte all’esigen-za di trovare nuovi elementi per le cariche amministrative e di fronte al cattivo ricordo che hanno lasciato molti dei precedenti amministratori politici, sono state fatte pressioni a taluni nostri amici che come lions o presidenti di club o past governatori hanno dato prova di correttezza, onestà, buona volontà e spiccato senso di impegno sociale, affinchè si rendessero disponibili ad affrontare la candidatura a sindaco in una lista civica. Non so quanti e se accetteranno l’invito e quanti invece lo declineranno, per motivi di responsabilità o forse per il timore di venir meno alla loro imparzialità associativa. Penso che dare un suggerimen-to sia oltremodo arduo. Ma penso anche che, dopo essere usciti come associazione da un periodo ultra quarantennale di segregazione da ogni ramo della vita pubblica, noi lions, senza venir meno a quella impar-zialità e quando le condizioni oggettive lo consentano, non dovremmo correre il rischio di una nuova segregazione proprio nel momento in cui la scelta dell’elettore si indirizza, anche nelle competizioni politiche, più sull’individuo che sulla lista o sul partito; e ciò anche e soprattutto per non rimanere avulsi da quella richiesta di nuovo, da quella legittima aspirazione di contribuire concretamente a quelle riforme che sono e sono state nel nostro bagaglio intellettuale e alle quali, come si diceva all’ini-zio, abbiamo più volte dato il nostro apporto concettuale e propositivo”.

A Giuseppe Taranto, già socio onorario di questo Club, è stato intitolato il Centro Studi del Lionismo, nato nel Distretto 108 L nel 1971 proprio per sua iniziativa, ma con la sola denominazione di Centro Studi.

STORIE DI UOMINI E LIONS

Torquato Tenani

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L’esigenza di un tale organismo - come riportato nel sito ufficiale - aveva un preciso referente storico: era il tempo in cui il lionismo ita-liano aveva cominciato ad assumersi il compito di servire gli interessi generali mediante una decisa partecipazione alla vita pubblica.

Fin dal primo convegno di Perugia, organizzato dal Centro Studi del Lionismo (1972), fu evidente il cambio di passo e la volontà di affron-tare problematiche di grosso impatto, come evidenzia il tema allora trattato: “Regolamentazione del diritto di sciopero e superamento della conflittualità fra le forze di produzione e del lavoro”. Seguirono nel corso degli anni altre tavole rotonde su svariati argomenti: “ La Costituzione trent’anni dopo”, “La riforma sanitaria: alba e tramonto dell’assistenza”, “Il sindacalismo in Italia oggi”, “La scuola e il futu-ro del paese”, “Democrazia e governabilità”, “Le riforme istituzionali” e moltissime altre ancora. Ne rimane progressiva documentazione nei ”Quaderni del Lionismo”, rivista edita periodicamente dal Centro Studi stesso.

Tutte le attività a favore del Centro Studi sono svolte a titolo gratuito.

Logo del Centro Studi “Giuseppe Taranto”

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Il Presidente Roberto Calzini consegnaalla Signora Taranto Carta Elisabetta, Nostro Socio Onorario,

una targa offerta dal Lions Club Cortona Valdichiana Host a ricordo del marito Giuseppe Taranto, Past Direttore Internazionale

e Padre Nobile del Lionismo Italiano

STORIE DI UOMINI E LIONS

Torquato Tenani

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AMBIENTE, TERRITORIO E INFRASTRUTTURE

Mario Bernardini

L’interesse che il Club ha manifestato per la tutela e la salvaguardia dell’ ambiente, per la valorizzazione del territorio e per lo sviluppo del-le infrastrutture è testimoniato dalle numerose e qualificate iniziative di analisi, approfondimento e dibattito che sono state organizzate nel corso di questi 50 anni di vita della nostra compagine lionistica e che hanno coinvolto, a vario titolo, il mondo professionale, quello universitario, le Autorità locali, le Istituzioni e i cittadini.

La Valdichiana vista da Leonardo da Vinci (1502)Biblioteca Reale del Castello di Windsor

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Rientra infatti in una linea di coerenza con gli scopi della nostra associazione quello di prendere attivo interesse al bene civico, cul-turale sociale e morale della comunità e di promuovere una libera e aperta discussione di tutti gli argomenti di interesse pubblico.

E per luoghi come quelli di appartenenza del nostro Club, a forte vocazione turistica, caratterizzati da una molteplicità di attrattive paesaggistiche, siti archeologici di interesse universale, monumenti e tesori d’arte, le azioni a difesa dell’ambiente e del territorio rappre-sentano un valore etico, culturale e sociale oltreché un fattore di sviluppo economico, di fondamentale importanza.

Tanto più che la nostra bella e fertile Valdichiana, contraddistinta da una agricoltura intensiva e dalla presenza di numerosi allevamenti zootecnici, è considerata un’area ad elevata criticità ambientale sul versante della vulnerabilità all’inquinamento delle falde acquifere.

Già nel 1975 sotto la Presidenza di Giuseppe Favilli, il Club affrontava le peculiarità del tema promuovendo, in un significativo confronto di idee, la discussione sui problemi ecologici di quel tempo.

Il Presidente Giuseppe Favillied il PDI Giuseppe Taranto (1974)

AMBIENTE, TERRITORIO E INFRASTRUTTURE

Mario Bernardini

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Altrettanto interessante sul piano culturale le risultanze del meeting organizzato nel 1984 dal Presidente Walter Bertocci, in interclub con i Lions del Trasimeno, dal titolo “Difendendo l’ambiente difendiamo noi stessi”. Fornirono il loro qualificato e competente contributo il Prof. Franco Raffi, Presidente del Consiglio Regionale Umbro di Italia Nostra e il Dott. Federico Fazzuoli, conduttore televisivo di Linea Verde.

Nel richiamo storico alle manifestazioni più significative merita senza dubbio una segnalazione particolare la conferenza-dibattito orga-nizzata nel 1994 al Teatro Signorelli di Cortona durante la Presidenza di Marco Gallinella sul tema “Ambiente e sviluppo sostenibile” con la partecipazione degli Ing.ri F. Belluomini e G. Monaldi e dei Prof.ri E. Tiezzi e N. Marchettini.

Realizzato con il coinvolgimento del mondo della scuola partecipa-rono con vivo interesse circa 400 studenti degli Istituti Superiori di Cortona e Castiglion Fiorentino.

Una menzione la conseguono anche le iniziative a difesa della natu-ra e dell’ambiente dedicate alla Festa degli Alberi che il club orga-

Il Presidente Walter Bertocci

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nizzò per tre annate sociali consecutive dal 1987 al 1990. Approntate sotto la presidenza di. Alfeo Tanganelli, di Giuliano Marchetti e di Torquato Tenani, parteciparono alle manifestazioni i rappresentan-ti dei Comuni della Valdichiana, gli alunni delle scuole, le Autorità locali e provinciali, il Corpo Forestale dello Stato. Furono poste a dimora piante di pino e cipresso in luoghi in precedenza individuati nei Comuni di Cortona (Monsigliolo), Foiano (Campo sportivo) e Castiglion Fiorentino (Brolio).

Non meno significative sono state le iniziative di approfondimento di temi ambientali specifici come quello organizzato nel 2000 sotto la Presidenza di Fausto Lucani dal titolo : “Sorella acqua: conoscerla per salvarla”. Al successo del forum fornì il proprio contributo anche il socio Giuliano Monaldi che intervenne nella tavola rotonda con una relazione sulla scienza dell’acqua tra spirito e materia, metten-do in rilievo la indispensabilità della risorsa idrica per la vita umana, animale e vegetale.

Celebrazione della Festa degli Alberi a Brolio,al centro il Presidente Alfeo Tanganelli

AMBIENTE, TERRITORIO E INFRASTRUTTURE

Mario Bernardini

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Altri passaggi importanti nel corso del forum furono quelli del Prof. Monnanni sulla tutela delle acque in Valdichiana, di cui il relatore espresse le caratteristiche e le modalità necessarie per preservarle dall’inquinamento.

Infine l’Ing. Giovannelli illustrò la gestione della risorsa idrica integra-ta con le fasi della acquisizione, della distribuzione, e della depura-zione, fino allo smaltimento dei reflui.

Rientra in questo contesto anche la conferenza – dibattito orga-nizzata nel 1995 durante la Presidenza di Armando Bonelli su un argomento di grande interesse e attualità come lo sviluppo delle Energie alternative e il Nucleare quali fonti per la produzione di ener-gia elettrica. Fornirono il loro autorevole e qualificato contributo alla discussione, alla presenza degli studenti delle Scuole Secondarie Superiori locali, il Prof. Dino Dini, Docente Universitario dell’Ateneo di Pisa, Giuliano Monaldi, socio del Club, e l’Ing. Moneti della Sezione di Arezzo del WWF.

La valorizzazione di alcune parti del cospicuo patrimonio storico e artistico del territorio ha contribuito positivamente anche alla riqua-

Il Presidente Fausto Lucani

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lificazione dell’ambiente e ha costituito per il Lions Club Cortona Valdichiana Host un obiettivo rilevante cui sono stati dedicati impegno personale e risorse. Tra le iniziative più significative devo-no essere annoverate quelle relative alla dotazione di un impianto di illuminazione del Castello di Montecchio Vesponi realizzato nel 1988 con la Presidenza di Alfeo Tanganelli, grazie al quale l’impo-nente maniero è visibile di notte da buona parte della Valdichiana.

Il Presidente Armando Bonelli

Il Castello di Montecchio Vesponi, veduta aerea

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Mario Bernardini

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Un’opera altrettanto rilevante di cui si è fatto promotore il nostro Club è stata quella della illuminazione dell’Antica Torre del Cassero a Castiglion Fiorentino realizzata in partenariato con il Comune di Castiglion Fiorentino e della Banca Popolare di Cortona nel 2003 con la Presidenza di Gaetano Papponi.

Anche il tema delle infrastrutture ha costituito motivo di attenzione e interesse del Club soprattutto con particolare riferimento al proble-ma della viabilità in provincia e in Valdichiana e gli aspetti connessi alla sicurezza del cittadino. L’occasione di una ripetuta riflessione era fornita dai gravi incidenti stradali e dalle numerose vittime, in particolare sull’asse stradale 71, e dalle ipotesi di progetti alternativi all’attuale percorso che sono stati oggetto di valutazione ma mai realizzati.

All’argomento il Club ha dedicato con la Presidenza di Pietro Becattini due importanti momenti di approfondimento nel 1997 e 1998 con il contributo del Dott. Romeo Segoni, Assessore all’Urbani-

Veduta notturna della Torre del Cassero

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stica della Provincia di Arezzo, dell’Arch. Franco Lani, Assessore all’Ur-banistica del Comune di Arezzo, dell’Arch. Danilo Grifoni, Assessore all’Urbanistica del Comune di Castiglion F.no e del Sig. Ilio Pasqui, Sindaco di Cortona.

Il tema della mobilità, dell’uso dell’auto e della compatibilità ambien-tale ha formato altresì oggetto nel 2001, durante la Presidenza di Fausto Lucani, di un bando di concorso per studenti delle Scuole Medie Superiori del territorio, in memoria del compianto socio Icaro Boninsegni, scomparso nell’anno 2000.

Un’attenzione tutta particolare all’ambiente fu manifestata nel 1992 dal Presidente Fabiano di Banella che, con il coinvolgimento e l’aiuto degli studenti e insegnanti della Scuola Media Statale “G. Rigutini” di Lucignano, eseguì, con grande competenza, un com-plesso censimento di tutte le fonti, tabernacoli e Maestà presenti nell’intero Comune di Lucignano, risultandone una classificazione e schedatura completa, già oggetto di studio per tesi universitarie. Molte di queste opere, che altrimenti sarebbero andate in gran par-te distrutte, sono state nel corso degli anni restaurate da vari enti e soggetti benefattori, altre sono in via di recupero e restauro. Anche

AMBIENTE, TERRITORIO E INFRASTRUTTURE

Mario Bernardini

Il Presidente Pietro Becattini

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in questo caso il Lions Club Cortona Valdichiana Host si è fatto pro-motore di un’idea, non solo sensibilizzando la pubblica opinione e le Amministrazioni, ma anche fornendo un valida documentazione su cui lavorare.

La copertina di un volume della raccolta

Il Presidente Fabiano di Banella

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Nel complesso, l’attenzione per il territorio nei suoi aspetti più salien-ti è stata ed è una costante nell’attività di questo club, toccando tematiche che rivestono un’importanza fondamentale nel migliora-mento dell’assetto territoriale della Valdichiana e nella preservazio-ne e valorizzazione dell’ambiente.

Antico pozzo in via della Castellaccia, Lucignano

Antica fonte in Località “La Concia”, Lucignano, da restaurare

AMBIENTE, TERRITORIO E INFRASTRUTTURE

Mario Bernardini

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L’INTERESSE PER LA CULTURA E PER L’ARTE

Paolo Bruschetti

Presentando il volume edito in occasione del quarantesimo anniver-sario del Lions Club Cortona Valdichiana Host, l’allora Presidente, il compianto Domenico Petracca, uomo di scuola e fervido sostenito-re dell’impegno culturale verso le generazioni più giovani, dedicava la pubblicazione a tutti coloro che hanno e avrebbero fatto parte del Club e che credono nella validità dell’azione del sodalizio.

Tenendo presenti quelle parole vorrei rammentare quello che, a mio parere, è il più suggestivo e difficile fra gli Scopi del Lions International, quello che obbliga i Soci ad un “Attivo interessamento al benesse-re civico, sociale e morale della comunità”: se analizziamo nel det-

Domenico Petracca riceve la spilla di Presidenteda Gaetano Papponi

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taglio le singole parole, non possiamo non condividere l’impegno che in ogni momento dovrebbe guidarci per raggiungere quel com-plicatissimo obiettivo: cosa è il benessere, non solo quello materia-le, ma soprattutto quello spirituale; quali sono i valori, sempre più dimenticati, che consentono al nostro essere uomini di riconoscere che “fatti non fummo a viver come bruti, ma per seguir virtute e cono-scenza”; come si raggiunge la più stimolante condivisione del bene con il nostro prossimo; come si può partecipare nel modo più attivo e concreto all’evoluzione positiva della comunità, ed in particolare di quella in cui viviamo ed operiamo. Su tutto ritengo che debba dominare un concetto ed un principio fondamentale, che tutti gli altri assorbe e guida: l’uomo è un essere pensante, che deve la sua prevalenza a tutto ciò che è riuscito ad elaborare e sviluppare fino dal momento in cui – per ragioni biologiche o per intervento sopran-naturale – prese avvio la sua distinzione dai primati: in sostanza da allora si formò quella cultura che ha guidato l’umanità ai traguardi odierni. Questo è uno dei più cogenti argomenti che anche il nostro Club ha cercato di sviluppare sotto varie articolazioni e con diverse tematiche.

Il concetto di cultura è vastissimo: cultura umanistica, cultura scien-tifica, cultura economica: ognuna autonoma se pure intimamen-te legata alle altre dal principio fondamentale dell’evoluzione del pensiero umano; nessuna è prevalente sulle altre, nonostante sia necessaria una memoria storica che indichi i percorsi migliori che possano arrecare i maggiori vantaggi all’umanità. Ed allora i Lions di Cortona soprattutto in questo si sono sforzati di condurre la loro ope-ra: da occasioni particolari di ricerca, il discorso si è spesso sviluppa-to verso i concetti generali di base: parlando di storia e cultura anti-ca, non si è fatto a meno di operare confronti e individuare spunti di attualità; parlando di scuola, non si è potuto non riconoscere l’evo-luzione negativa che una sciagurata legislazione recente – in nome della demagogia – ha determinato lo scivolamento verso livelli da terzo mondo della preparazione dei nostri giovani; parlando di arte, si è riconosciuto da un lato l’eccezionale ricchezza del nostro Paese, ma dall’altro l’impossibilità di una sua corretta gestione, e non solo per carenze di ordine politico-amministrativo.

Vorrei ripercorrere in modo sintetico alcune delle maggiori realizza-zioni che il Lions Club Cortona Valdichiana Host ha saputo ottenere in questo mezzo secolo di storia, ricordando in modo particolare che

L’INTERESSE PER LA CULTURA E PER L’ARTE

Paolo Bruschetti

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questo non è stato fatto solo per informare un gruppo ristretto di soci, ma per renderne partecipe la popolazione, che sempre ha risposto in modo positivo usufruendo di risorse e di persone che altrimenti sarebbero state marginalmente comprese attraverso altri strumenti di conoscenza: e ciò in quello spirito di servizio proprio del nostro sodalizio.

Intanto alcuni grandi personaggi della cultura e dell’arte italiana hanno fatto parte del nostro Club e dopo la loro scomparsa hanno ricevuto il doveroso e necessario ricordo con varie iniziative: mi riferi-sco a Corrado Pavolini, poeta e grande regista teatrale, approdato nella nostra città, in cui ha eletto la propria residenza e alla quale ha donato preziose testimonianze della sua attività; e a Gino Severini, cortonese di nascita e fondatore del movimento artistico futurista, assieme a Marinetti, Balla, Boccioni e altri Maestri dell’arte europea; aveva la sua residenza e il suo studio a Parigi, ma non faceva a meno di tornare nella sua città natale, alla quale ha lasciato tante opere, raccolte nella sezione a lui dedicata del nostro Museo.

Corrado Pavolini

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Entrambi sono stati più volte ricordati, con manifestazioni che sono diventate omaggio della città – che ne è stata ampiamente coinvol-ta - e non solo del Club: Pavolini fu celebrato nel 1978, sotto la pre-sidenza di Icaro Boninsegni, e nel 1998, sotto la presidenza di Pietro Becattini Amoretti.

Di Gino Severini fu ricordata la figura nel 1984 dal presidente Eutimio Gallinella; Più recente è stata, nell’attuale ricorrenza cinquantenaria, la ricollocazione, con la presidenza di Torquato Tenani, di un bron-zo a lui dedicato e realizzato nel 1986 – con la presidenza di Lino Capecchi - dallo scultore Enzo Scatragli e dapprima posto nella piazza della Repubblica.

La presenza, in occasione della prima sistemazione, dell’allora Presidente del Senato Amintore Fanfani, ed in occasione dell’ulti-ma, della figlia dell’artista, Romana Severini, hanno conferito un alto significato al nostro ricordo.

Gino Severini

L’INTERESSE PER LA CULTURA E PER L’ARTE

Paolo Bruschetti

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Il Presidente Lino Capecchi e l’On. Amintore Fanfani

Il Presidente Torquato Tenani con il Sindaco di Cortona An-drea Vignini e Romana Severini, figlia dell’Artista, firmano

l’atto ufficiale di donazione

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Le occasioni di incontro e di analisi della situazione della scuola e dell’istruzione sono state ricche di significati, anche per la presenza, nelle file dei soci, di qualificati rappresentanti delle istituzioni scola-stiche: con la presidenza di Celestino Bruschetti, Preside dell’Istituto Professionale di Stato per l’Agricoltura di Cortona, si tenne nel marzo 1974 un incontro su “Il distretto scolastico e i nuovi organi collegiali della Scuola”, con gli autorevoli interventi di Walter Fabiani e di Paolo Battisti, soci del Club e rispettivamente Direttore Didattico a Camucia e Preside della Scuola Media di Lucignano e con la partecipazione dei Presidi di tutte le scuole cittadine.

Legati al mondo dell’istruzione e dei giovani sono stati altri incontri su “I giovani oggi” (presidente Eutimio Gallinella) e su “La funzione educativa dell’esercito” (presidente Icaro Boninsegni), dei quali si parlerà più diffusamente in altra sezione. Di grande rilievo fu il mee-ting del 1986, sotto la presidenza di Lino Capecchi, su “Lo sviluppo della scienza e il progresso dell’umanità”, in cui una funzione pre-valente fu assegnata ai temi dell’educazione e della preparazione culturale nel nostro Paese.

Il bronzo in ricordo di Gino Severini nella sua attuale collocazione, al Largo Beato Angelico in Cortona

L’INTERESSE PER LA CULTURA E PER L’ARTE

Paolo Bruschetti

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Nel febbraio 2005, con la presidenza di Armando Bonelli, si discus-se su “Il polo universitario aretino”, con relazioni di Vetulio Acquisti e Maria Pia Gamurrini.

L’argomento scolastico fu ripreso nell’ottobre 2010, con la presiden-za di Gabriele Falco, con un incontro con il prof. Edoardo Mirri e il prof. Sergio Angori della Università di Perugia sul tema “C’è un futuro per l’educazione e per la scuola?”.

Il Presidente Celestino Bruschetti

Il Presidente Gabriele Falco

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Fu di grande rilievo, anche sotto l’aspetto materiale, la proposta fatta con la presidenza di Giuliano Monaldi della istituzione di un “Premio Valdichiana”, promosso dal nostro Club e aperto alla partecipazio-ne di altri soggetti – Università di Perugia, Siena e Firenze e Lions Club di Chiusi, Chianciano e Lucignano - destinato ad una tesi di laurea su argomenti inerenti il nostro territorio.

Quella dell’educazione civica è sempre stata una delle funzioni pri-marie della scuola: prima ancora che dare nozioni, ai giovani essa deve infondere i principi e i valori della cittadinanza, nonostante oggi purtroppo una mentalità solo materiale e priva di quelli che un tempo si chiamavano “sani principi” determini un’accentuata crisi morale. Legata a ciò è stata la celebrazione del Tricolore, ricordata nel 2002 sotto la presidenza di Gaetano Papponi, alla quale parteci-parono l’On. Grazia Sestini, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le Politiche Sociali e il dr. Mino Faralli che dopo aver ricordato la storia del Tricolore, offrì a ciascuno dei presenti una Bandiera Italiana di dimensioni regolamentari.

Altrettanto degna di nota la conferenza su “Funzione dei giornali alle soglie del XXI secolo”, tenuta nel 1996 con la presidenza di Pietro Becattini, dal dr. Riccardo Berti, direttore de “LA NAZIONE”.

Quando si parla di cultura, non va dimenticato che ogni aspetto di essa deve essere analizzato certamente sotto il profilo generale, per

Celebrazione del Tricolore (da sin.) l’On. Grazia Sestini, il Presidente Gaetano Papponi e il Dr. Mino Faralli

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Paolo Bruschetti

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l’influsso che da essa viene alla società; ma non può non essere approfondito il ruolo svolto dalla cultura locale, minuta, a cui vengo-no assegnati ruoli di rilievo soprattutto nella definizione dei dettagli: in tale ambito va segnalato un incontro nel febbraio 1978 con l’Aba-te di Farneta, don Sante Felici, attento studioso della celebre chiesa millenaria, al centro in passato di un ampio patrimonio fondiario, e sagace interprete della cosiddetta cultura popolare: con la presi-denza di Vincenzo Turini e l’introduzione di Nicola Caldarone, don Sante ha illustrato la sua “Sapienza popolare in Valdichiana. Parole e cose che scompaiono”, frutto di un lungo lavoro di raccolta e di sin-tesi di una tradizione destinata all’oblio, tipica di un territorio limitato, ma con articolati collegamenti e passaggi verso la grande storia culturale.

Sullo stesso filone, nel maggio 1980, con la presidenza di Pier Vincenzo Bartelli, fu organizzata una piacevole serata incentrata su una relazione di Nicola Caldarone in merito al fenomeno letterario dialettale in Italia, seguita dalla lettura di alcuni brani nel dialetto della nostra vallata, da parte di Paolo Battisti, interprete gradevole e attento, titolare di una seguitissima rubrica nella stampa locale,

Il Presidente Vincenzo Turini

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“I sonetti de Pavelone”. Non mancò, molti anni più tardi, nel 1999, con la presidenza di Armando Bonelli, un viaggio nel territorio più vicino a Cortona, grazie ad una relazione di Arnaldo Valdarnini su “Gli aneddoti di Castiglion Fiorentino”.

Negli anni successivi, nel febbraio 2009, con la presidenza di Paolo Bruschetti, si tenne a Castiglion Fiorentino un incontro Su “Storia e tradizioni locali nella cultura contemporanea (trasformazioni ed evo-luzione concettuale)”, tenuto dal prof. Giuseppe Alpini, fine conosci-tore delle istanze della microstoria sulla cultura contemporanea.

A tale scopo fu diretto l’incontro, promosso con la presidenza di Giuliano Monaldi, nel 2005, su “L’informazione locale”, con la parte-cipazione di giornalisti televisivi e della carta stampata, incentrato sulle tematiche della comunicazione e sulle forme di essa, come risorsa della storia locale. Nel corso del mese di marzo 2013, con la presidenza di Mario Parigi, è stato presentato a Foiano uno studio di Olimpia Bruni, storica dell’arte, su “Le Fedi chianine. Un dono come tradizione”, che ricorda un aspetto particolare, ma molto suggestivo della vita contadina del passato, anche molto recente, ampiamen-

Il Presidente Pier Vincenzo Bartelli

Arnaldo Valdarnini

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Paolo Bruschetti

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Presentazione del volume sulle Fedi ChianineDa sinistra: Franco Parigi, Sindaco di Foiano della Chiana, il Past Governatore Vinicio Serino, il Presidente Mario Parigi

e Olimpia Bruni, autrice

Il Presidente Paolo Bruschetti e il prof. Giuseppe Alpini in piedi, Paolo brandi, Sindaco di Castiglion Fiorentino

e Maria Luisa Bartolini, Presidente di Circoscrizione

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te diffuso nella nostra Valdichiana; il volume è stato promosso dal nostro Club, unitamente all’Amministrazione Comunale di Foiano della Chiana.

Legato alla cultura locale, ma incentrato maggiormente sulla gran-de letteratura, fu l’incontro promosso nel novembre 2002, con la pre-sidenza di Gaetano Papponi e in collaborazione con l’Accademia Etrusca di Cortona, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Pietro Pancrazi, uno dei maggiori critici letterari e scrit-tori del XX secolo, nato e vissuto nella nostra città: fra i vari interventi, fu centrale la lettura di alcuni brani della “Piccola Patria” che l’ultimo Vescovo di Cortona, mons. Giuseppe Franciolini, affidò allo scrittore per ricordare il passaggio della guerra nel nostro territorio, lasciando così una testimonianza viva e di prima mano, in quanto ricavata dal-le cronache dei parroci. Particolarmente apprezzato l’intervento di Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, giornale con cui Pancrazi aveva lungamente collaborato. Gli “Atti” di quell’incontro, pubblicati nel XXX Annuario dell’Accademia Etrusca, sono diventati fondamentali per lo studio della personalità e dell’opera dello scrit-tore.

Accanto alla storia narrata, è di straordinaria efficacia il ricorso alle immagini ed ai suoni per conoscere i territori e le persone: così nel dicembre 1978, con la presidenza di Vincenzo Turini e il coordina-mento di Nicola Caldarone e Paolo Battisti, fu organizzata una rasse-gna fotografica su “Cortona ieri e oggi”, incentrata su bellissime foto storiche della fine dell’Ottocento, alle quali sono state affiancate foto contemporanee, a illustrare modificazioni e tanti “inquinamenti”.

Evoluzione tanto più accentuata e radicale, se messa in rapporto con l’aspetto delle nostre città che potevano vedere i viaggiatori stranieri, soprattutto inglesi, che nel XVIII e XIX secolo percorrevano le nostre strade e si soffermavano dalle nostre parti, magari con un piz-zico di supponenza e senza badare a critiche anche feroci: è quan-to illustrò Attilio Brilli, presentando una sua opera, “Grandi viaggiatori in terra di Arezzo”, nel 1984 con la presidenza di Walter Bertocci.

La musica è stata un altro dei filoni di interesse del nostro Club: molti presidenti si sono impegnati nell’organizzare concerti e attività che hanno dato anche risultati tangibili: sarebbe sufficiente ricordare il rapporto di collaborazione con l’Associazione degli Amici del-

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Paolo Bruschetti

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la Musica o con l’Associazione per il Recupero e la Valorizzazione degli organi storici, o con i Teatri di Cortona e Castiglion Fiorentino, che hanno permesso l’organizzazione di incontri di altissimo livello e di grande suggestione. Fra tutti si può ricordare l’incisione di un CD, promossa con la presidenza di Armando Bonelli, in cui furono raccolti vari brani eseguiti nel corso di concerti organizzati proprio dal Club: tra l’altro fa piacere ricordare che i proventi della messa in commercio di tale disco, sponsorizzato dalla Banca Popolare di Cortona, andò a coprire, in parte, le spese sostenute per i restauri nella chiesa di San Niccolò, di cui si parlerà nelle pagine successive. Ancora con la presidenza di Armando Bonelli, ma nel giugno 2005, fu messa in palio una borsa di studio per giovani musicisti, in ricordo del compianto Domenico Petracca.

Non sono stati affatto dimenticati i grandi personaggi che hanno percorso la nostra terra o da essa si sono allontanati verso mete prestigiose. Nel marzo 1977, in occasione del 750° anniversario della morte di San Francesco di Assisi, con la presidenza di Paolo Battisti fu celebrato un suggestivo e sentito pellegrinaggio alle Celle di Cortona, accompagnati da Vescovo Franciolini e seguiti dalla viva-ce presenza degli scout cortonesi; l’anno successivo, con la presi-

La copertina del CD

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denza di Icaro Boninsegni, il nostro Club ha partecipato ad un pelle-grinaggio lionistico alla Verna.

La ricorrenza dell’Anno 2000, Presidente Mario Bernardini, ha offerto anche al mondo Lions un’occasione propizia per riflettere sulla pro-pria condizione, sul proprio vivere quotidiano e sui principi dei quali i Lions stessi si fanno portatori e che costituiscono l’essenza della loro azione.

L’iniziativa si è resa possibile grazie alla collaborazione con la Comunità Francescana insediata nel convento delle “Celle” ed ha avuto lo scopo di fornire un’analisi sul significato religioso, storico e culturale del Grande Giubileo del 2000.

La scelta di organizzarlo al Convento delle Celle ha consentito al Club di ritornare, dopo 23 anni, a rendere omaggio a uno dei luoghi più suggestivi del nostro territorio, per la sua posizione, il silenzio che lo circonda, il misticismo che ispira ai suoi visitatori.

Una bella immagine di Paolo Battisti

L’INTERESSE PER LA CULTURA E PER L’ARTE

Paolo Bruschetti

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Il Presidente Mario Bernardini

Padre Teobaldo Ricci

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Hanno fornito il loro autorevole e qualificato contributo di cono-scenza storica e letteraria sul Giubileo Padre Teobaldo Ricci, Padre Superiore della Comunità, docente di filosofia, autore di numero-se opere letterarie a soggetto francescano e S.E. Mons. Francesco Rosso, Alto Prelato della Curia Vaticana che è stato, fra i suoi molte-plici incarichi, anche Cappellano del Papa.

Nel 2006, con la presidenza di Giuliano Monaldi, e in collabora-zione con il Santuario cortonese di S.Margherita, fu presentata la “Ricostruzione del vero volto di Santa Margherita”, un’iniziativa rea-lizzata dalla Università di Pisa con la direzione del prof. Francesco Mallegni, con la quale si è inteso proporre un’immagine nuova e scientificamente verosimile della nostra Santa Patrona.

La ricostruzione della fisionomia umana è resa possibile da una metodologia messa a punto da due studiosi inglesi (Prag e Neave) che si basa sullo studio delle ossa della faccia e del cranio. Anche per Santa Margherita da Cortona si è partiti dal calco del suo cranio e attraverso una complicata sequenza di passaggi è stato possibile modellare un volto che è subito apparso di sorprendente bellezza.

Ricostruzione tridimensionale del volto di Santa Margherita

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Nel 1999, con la presidenza di Armando Bonelli, si è ricordata l’opera di un celebre architetto cortonese, Francesco Laparelli, venendone illustrati i grandi progetti militari del Rinascimento, fra cui la cittadella della Valletta a Malta.

Nello stesso anno, ancora con la presidenza Bonelli, è stato ricorda-to nella sua città natale il grande predicatore fra Benedetto Tiezzi da Foiano, che sullo scorcio del XV secolo svolse a Firenze un’intensa opera di predicatore, sulla linea dura di Girolamo Savonarola, dive-nendo celebre fustigatore di costumi anche nei confronti di principi e signori che visitavano la città.

Per concludere con la più stringente attualità: fra le manifestazioni del cinquantenario del nostro Club, con la presidenza di Torquato Tenani, nel novembre 2013 è stato ricordato Pietro Berrettini, il “Cortona”, che tanto ha dato nella pittura e nell’architettura barocca in Italia e soprattutto a Roma. La relazione, tenuta dal prof. Rainaldo Perugini, docente di Architettura ed Estetica dell’Architettura presso l’Univer-sità Roma Tre, è stata di grande suggestione e vivacità, ponendo all’attenzione risvolti della vita di Pietro inediti e interessanti.

Per quanto riguarda la storia contemporanea, alcuni aspetti discussi e fortemente controversi furono ricordati in occasione della presen-tazione, avvenuta nel settembre 2010, con la presidenza di Gabriele Falco e la presenza dell’autore, dell’opera “Gladio: storia di finti com-plotti e di veri patrioti” scritta da Andrea Pannocchia.

Non si può poi dimenticare che il 2014 rappresenta la ricorrenza centenaria dell’inizio di quella immane tragedia, che tuttavia dette all’Italia la definitiva indipendenza dal dominio straniero.

La Grande Guerra verrà ricordata anche dal nostro Club con una cerimonia ufficiale nella Sala del Consiglio Comunale di Cortona, che aprirà tutta la serie delle altre manifestazioni intese a ricordare quegli eventi bellici.

Prima fra tutte, dunque, la conferenza da noi organizzata e tenuta dal socio e storico Mario Parigi, con la partecipazione di una dele-gazione del Comune di Cividale del Friuli e del Presidente dell’As-sociazione Nazionale Alpini, grazie ai buoni uffici di Vincenzo Rossi, stimato cortonese trapiantato in Friuli.

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Alcune particolari vicende, hanno poi trovato spazio con la descri-zione di un singolare accadimento, quello dei navigli tedeschi auto-affondatisi nel 1919 per non passare in mani nemiche, ispezionati nel corso di una missione italiana: ne riferì Alessandro Fatai in una conferenza tenuta a Foiano della Chiana nel 1995 con la presidenza di Armando Bonelli.

Non è stato inoltre dimenticato uno dei massimi protagonisti del nostro Risorgimento, Giuseppe Garibaldi, nonostante non sia mai venuto a Cortona e non abbia avuto alcun legame con la nostra terra, ad eccezione del monumento a lui dedicato, qui come in ogni città italiana.

Ne ha parlato, nel dicembre 2012, con la presidenza di Mario Parigi, la bisnipote dell’eroe, Anita Garibaldi, nel corso di un incontro a cui ha partecipato un grande pubblico, assieme alle autorità civili e lio-nistiche.

Lungamente applaudita, ha come affascinato l’intera platea ed i palchi gremiti oltre ogni aspettativa, esprimendosi in un linguaggio chiaro e diretto che ha suscitato applausi ripetuti.

Il Presidente Torquato Tenani con il prof. Rainaldo Perugini

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All’intervento di Donna Anita, come suole essere chiamata, percorso da lucidi riferimenti alla situazione socio-politica attuale, ha fatto da corollario la messa in scena di un inedito lavoro teatrale dal titolo “Unitalia”, a cura dell’Associazione Amici della Musica di Cortona, in collaborazione con la Compagnia del Bucchero di Sinalunga e accompagnato dall’orchestra al gran completo della Scuola di Musica di Cortona diretta dal M° Stefano Rondoni, che ha eseguito musiche originali composte dal M° Michele Lanari.

Così come non fu dimenticata la ricorrenza del 150° anniversario dell’Unità nazionale con un ricordo dell’evento, nel maggio 2011, da parte del Presidente Gabriele Falco, evento coordinato dal prof. Chierici.

Ancora a ricordo dell’anniversario dell’Unità, il 26 novembre 2011, con la presidenza di Roberto Calzini, fu presentato a Foiano della Chiana il volume curato da Franco Del Santo “Al bel Fante: sorto per sola volontà di popolo”, con la presenza del curatore Franco Del Santo e del socio Mario Parigi , libro pubblicato con il contributo del nostro Club e dell’Amministrazione comunale foianese a ricordo della tremenda carneficina che coinvolse centinaia di migliaia di giovani italiani e della memoria di essa, rappresentata da un monu-mento di Guglielmo Gemignani, scultore poco noto eppure di gran-de capacità tecnica ed espressiva, eretto proprio in quella città.

Il Presidente Mario Parigi, Anita Garibaldi e il Sindaco di Cortona Dr. Andrea Vignini

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L’Orchestra della Scuola di musica di Cortonadiretta dal M° Stefano Rondoni

La locandina dell’evento

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Anche la storia antica e l’arte hanno trovato grandi spazi nell’at-tività del Club. Molti presidenti si sono impegnati in modo assiduo per cercare spazi idonei nella programmazione degli eventi, con risultati di straordinario valore, tali da rendere sempre più vivo quel-lo spirito di sussidiarietà che è nella vita stessa del nostro sodalizio; così verrà sempre più stimolata quella cittadinanza attiva che un grande Governatore ci spingeva a raggiungere. Fino dai primi anni

di vita del Club, le iniziative hanno riscosso ammirazione e plauso da parte degli organi direttivi distrettuali: si rammenti a tale propo-sito che Paolo Battisti, fra i molteplici incarichi rivestiti, è stato anche Presidente della Commissione Distrettuale per le Attività artistiche, offrendo un motivo in più di vanto per il nostro sodalizio.

Fra le iniziative di maggiore rilievo su tale fondamentale argomento, va indicata quella presa nel settembre 1992, nel corso della presi-denza di Fabiano Di Banella, che ad una mostra sugli interventi con-servativi verso il patrimonio artistico e ambientale dei Clubs Lions

Il Presidente Roberto Calzini con alla destra in piedi il Sindaco di Foiano Franco Parigi e il conferenziere Mario Parigi

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di Toscana, Umbria, Lazio e Sardegna, patrocinata e coordinata dall’allora Vice Governatore Torquato Tenani, fece seguire un incon-tro con il Soprintendente per i Beni Artistici e Storici della provincia di Arezzo, dott. Anna Maria Maetzke, sul tema “Attività di tutela e conser-vazione del patrimonio culturale e ambientale. Analisi e prospettive nel rapporto di collaborazione tra pubblico e privato”.

Più di tante altre iniziative, questa aveva un valore sostanziale, in quanto si cominciava a parlare di un aspetto nuovo, per allora, di partecipazione dell’iniziativa privata ad operazioni fino a quel momento considerate esclusive della mano pubblica, che però, per la crescita esponenziale delle necessità, non riusciva a rispettare tutte le richieste. Si potrebbe dire che l’iniziativa del nostro Club è stata prioritaria anche in un settore che ha avuto sviluppi straordina-riamente fecondi. Di ciò va dato atto ai due principali protagonisti, gli amici e soci Fabiano Di Banella e Torquato Tenani.

Pochi mesi dopo, sempre su iniziativa del presidente Fabiano Di Banella, nel corso di un incontro pubblico, alla presenza di ammini-stratori e di un folto pubblico, il Comandante del Nucleo per la tutela del patrimonio artistico dei Carabinieri, colonnello Roberto Conforti,

Il Presidente Fabiano di Banellae la Sovrintendente Anna Maria Maetzke

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ha illustrato le attività del proprio reparto, sottolineando la necessità di un sempre più stretto rapporto con la società.

Se ne poteva concludere che la tutela del patrimonio non deve essere solo un obbligo di legge a cui si è costretti per evitare sanzio-ni, ma un’azione consapevole e determinata di tutti i cittadini, che hanno a cuore un bene anche di loro proprietà.

In precedenza, con la presidenza di Celestino Bruschetti, si tenne nel 1974 un incontro con il Soprintendente per i beni Archeologici della Toscana, dott. Guglielmo Maetzke (che negli anni successivi sareb-be divenuto Lucumone della nostra Accademia Etrusca), sul tema delle risorse archeologiche di Cortona: alla presenza delle autorità politiche e amministrative della città e ai responsabili delle organiz-zazioni turistiche, il Soprintendente si era impegnato a studiare tutte quelle forme di collaborazione che potevano permettere la massi-ma valorizzazione possibile di queste risorse per la crescita turistica, e di conseguenza anche economica e occupazionale della città; anche in questo caso si è trattato di un evento profetico, consideran-do tutto ciò che a partire dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso si è realizzato in città.

In linea con le conclusioni emerse nella giornata di studi cortonese del 1992, il nostro Club ha promosso, accanto ad una lunga serie di eventi conoscitivi (conferenze, incontri, visite, ecc.), anche iniziative dirette alla conservazione e tutela di beni storici e artistici del territo-rio, operando sia con risorse proprie, sia stimolando sponsorizzazioni che forme varie di collaborazione.

Nel primo caso, sono state organizzate manifestazioni, generalmente aperte al pubblico, ma anche solo riservate ai soci, su vari aspet-ti delle discipline storico-artistiche. Uno degli argomenti ricorrenti ha riguardato la storia antica, in particolare quella degli Etruschi, una popolazione che ha vissuto nel nostro territorio a partire dal IX secolo .a.C. fino al momento della conquista e dell’assorbimento definitivo da parte di Roma. Di essi si è parlato nel 1985, con la pre-sidenza di Walter Bertocci, sul tema della lingua e della scrittura, a cura del prof. Massimo Pallottino, riconosciuto Maestro e padre del-la moderna scienza etruscologica. Nel 1992 il Presidente Fabiano di Banella organizzò una conferenza altrettanto interessante tenu-ta dal prof. Armando Cherici, noto etruscologo, in tema di arredi e

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monumenti funerari etruschi, repertati in Toscana. Nel 1994, con la presidenza di Marco Gallinella, fu organizzato addirittura “Un mese con gli Etruschi”, ciclo di incontri che ha visto la partecipazione di vari archeologi: il prof. Francesco Roncalli della Università di Perugia parlò di “Immagini e strumenti del culto fra Etruria ed Umbria; il dott. Francesco Nicosia, Soprintendente per i beni Archeologici della Toscana illustrò la “Architettura funeraria etrusca: i tumuli cortone-si”; il prof. Alessandro Morandi, della Università di Roma La Sapienza, riferì sulla “Lingua etrusca, da Cortona a Tarquinia”; infine il dott. Paolo Bruschetti, che oltre a socio del Club cortonese, è archeolo-go presso la Soprintendenza per i beni Archeologici dell’Umbria e Conservatore del Museo dell’Accademia Etrusca di Cortona parlò de “L’Accademia Etrusca e l’origine della scienza etruscologica”.

Nel 1996, con la presidenza di Fausto Lucani, si è voluto celebra-re l’anno olimpico prendendo spunto dal rapporto fra Etruschi e Olimpiadi dell’antichità: ne riferì la prof. Simonetta Stopponi della Università di Perugia, mostrando opere che a vario livello sono lega-te ai giochi.

La storia degli Etruschi e la loro produzione artigianale e artistica sono state ripercorse nel 1998, con la presidenza di Pietro Becattini Amoretti, da Paolo Bruschetti, socio del Club e archeologo.

Il Presidente Fausto Lucani

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Ancora, prendendo spunto da una serie di iniziative espositive pro-mosse in varie parti d’Italia, nel 2001, con la Presidenza di Fausto Lucani, fu ancora Paolo Bruschetti a parlare di “Cultura etrusca nelle mostre del 2001. Presenze cortonesi”.

Come può ben vedersi, gli Etruschi hanno dominato la scena: for-se per la loro diffusa presenza nel nostro territorio, lasciando tracce importanti del loro passaggio; forse, ancora di più, per il fascino che una lunga serie di tradizioni ormai consolidate, anche se vetuste e spesso anacronistiche, ne hanno fatto un popolo misterioso e pieno di incertezze: cosa che ormai non ha più senso, in considerazione del progresso negli studi e del livello ormai elevato delle conoscenze sulla loro storia e i loro costumi. Tali considerazioni sono state peraltro chiarite nel corso di vari incontri e visite, che il Club ha organizzato in occasione di mostre e di sopralluoghi a Musei e aree archeologiche, con la guida di archeologi e di esperti. Fra queste manifestazioni, particolarmente suggestiva è stata la visita organizzata – nel novem-bre 2008, con la presidenza di Paolo Bruschetti - alla mostra che il MAEC ha promosso sui “Capolavori etruschi dall’Ermitage”: essa fu accompagnata da una conferenza del principe Nicola Romanov, diretto discendente della famiglia imperiale russa, che fu protagoni-sta della creazione del grande museo di San Pietroburgo.

Al centro il Principe Nicola Romanov e alla sua sinistraIl Presidente Paolo Bruschetti e il Sindaco di Cortona Andrea Vignini

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Oltre agli Etruschi, anche altri aspetti della cultura e dell’arte sono stati presi in considerazione: nel 2009, con la presidenza di Mario Aimi, in occasione del centenario della redazione del “Manifesto” di Filippo Tommaso Marinetti, che dette avvio al Futurismo, la nostra città organizzò un ciclo di incontri, coordinato dal prof. Nicola Caldarone, al quale anche il nostro Club partecipò, proponendo un dibattito su “L’avanguardia futurista: una sfida alle misteriose porte dell’impossi-bile’”, condotto dalla prof. Stefania Petrillo della Università di Perugia.

Sarebbe auspicabile, dato l’ampio orizzonte storico nel quale il nostro territorio ha vissuto, un maggiore interessamento nei confronti di altre forme di cultura e di civiltà che hanno lasciato ricchissime testimonianze sia nei musei che nelle città.

Nel novembre 2010, con la presidenza di Gabriele Falco, il prof. Carlo Vanoni, critico d’arte e gallerista, ha parlato, nella Sala Medicea del MAEC su “Tutta l’arte è contemporanea – da Leonardo a Duchamp e oltre…”.

Molto più tradizionale una conferenza sull’Arte Barocca di Salvi Castellucci, scolaro e imitatore di Pietro da Cortona, organizzata nel 1997 dal Presidente Pietro Becattini resa comunque quanto mai viva-ce dal relatore e critico d’Arte Vittorio Sgarbi.

Di simile tono la conferenza su “Fra Benedetto da Foiano e il suo tem-po” curata nel 1999 dal Presidente Armando Bonelli, in cui presero la

Il Presidente Mario Aimi, Paolo Bruschetti e la prof. Stefania Petrillo

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parola Padre Centi Sante, domenicano membro dell’Accademia di S. Tommaso d’Aquino e il prof. Orazio Scandurra, funzionario dirigen-te presso il Provveditorato agli Studi di Arezzo.

La locandina “molto particolare” dell’evento “Tutta l’arte è contemporanea – da Leonardo a Duchamp e oltre…”

Il Presidente Gabriele Falco con il critico d’Arte Carlo Vanoni

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È stato però soprattutto l’impegno nei confronti dei nostri beni a con-trassegnare l’azione del Club, secondo quello spirito di collabora-zione e di sussidiarietà nei confronti degli organi istituzionalmente preposti.

Una sorta di sintesi della volontà della nostra Associazione di parte-cipare alla tutela del nostro patrimonio, fu quella realizzata nel mag-gio 2010, con la presidenza di Mario Aimi, grazie ad un seminario di studi su “La violenza nei confronti dei beni culturali” coordinato da Paolo Bruschetti, al quale parteciparono la dott. Maddalena Ragni, Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, il Cap. Cristian Costantini, Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale di Firenze, l’arch. Mina Tamborrino e l’ing. Marica Bruni, dirigenti dei settori Lavori Pubblici e Urbanistica dei Comuni di Reggello e Cortona, il dott. Giulio Paolucci, archeo-logo e direttore del Museo di Chianciano Terme, ed infine la dott. Carla Bonanni, attiva personalità del Lions Club di Firenze e già Sottosegretario di Stato per i Beni Culturali nel governo Dini.

Più strettamente legato alla tutela e alla conservazione del nostro patrimonio ambientale fu il seminario “Per una cultura dell’Ambien-te”, organizzato nell’aprile 2009 con la presidenza di Paolo Bruschetti in occasione della XI Settimana della Cultura del Ministero per i Beni

Il Presidente Mario Aimi

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e le Attività Culturali: in quella occasione intervennero il prof. Silvano Focardi, Rettore della Università di Siena (“Il rapporto uomo-am-biente”), il dott. Aldo Cicinelli, Soprintendente per i beni Artistici e Ambientali di Arezzo (“L’approccio con l’ambiente e le normative di tutela”), il prof. Sergio Faggiani della Università di Pisa (“Fonti alterna-tive e impatto con la natura”), il prof. Paolo Vaccaro della Università di Firenze e socio del nostro Club (“Esigenze di vita e sviluppo e necessità di tutela dell’ambiente: il caso della Valdichiana”), l’ar-ch. Paolo Ceccarelli, socio del nostro Club, e l’ing. Gianluca Riscaio, professionisti (“Esperienze di architettura eco-compatibile: una casa passiva nel territorio cortonese”), l’ing. Giuliano Monaldi, anch’esso professionista e socio del nostro Club (“Evoluzione di una proposta di studio”).

L’argomento della tutela e conservazione dell’ambiente nel nostro territorio fu poi esaminato con la presentazione, a Foiano, nel marzo 2009, con la presidenza di Paolo Bruschetti – in un interclub con la partecipazione dei clubs di Cortona, Lucignano, Chiusi e Chianciano, tutti Comuni gravitanti sulla valle - , di un recente volume di sinte-si “Atlante della Valdichiana. Cronologia della Bonifica”, curato da Gianfranco Di Pietro: l’occasione della presentazione, svolta dai proff. Leonardo Rombai e Anna Guarducci della Università di Firenze, dette spunto ad un’ampia discussione sui temi della tutela del territorio e del rapporto fra esso e le attività economiche, commerciali e di svi-luppo della popolazione residente.

Un momento del seminario sull’ambiente

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Oltre alle tematiche di carattere generale e alle illustrazioni, le attività dirette verso il nostro patrimonio sono state molte e di notevole inte-resse anche per la comunità.

Così un progetto che ha visto l’opera pluriennale di più presiden-ti ha riguardato l’altare sul quale è conservato il gruppo scultoreo delle “Pie Donne”, capolavoro di scuola robbiana conservato nel-la chiesa di San Francesco a Foiano, avviato nel 1991 con la pre-sidenza di Lisimaco Vegni e concluso nel 1994 con la presidenza di Armando Bonelli; dopo il restauro del gruppo in terracotta, con-

Una caratteristica espressione del Presidente Lisimaco Vegni

Il gruppo delle “Pie Donne” restaurato

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dotto dalla Soprintendenza di Arezzo, appariva necessario comple-tare l’intervento con la sistemazione del contesto architettonico, di cui si è fatto promotore il nostro Club, sia direttamente che attra-verso la individuazione di sensibili Sponsors. Interpellato dallo stesso Lisimaco Vegni, allora presidente del Club, fu il nostro socio e archi-tetto Fabiano di Banella a seguire le varie operazioni di tipo burocra-tico, nonchè quelle necessarie al decoroso ripristino della mensa e di alcune cornici in gesso (ricostruite dal restauratore Pietro Ringressi di Firenze) che erano andate distrutte per una certa imperizia nel primo ricollocamento del gruppo scultoreo appena restaurato.

Particolarmente apprezzato, nella nostra città, è stato l’intervento di restauro e protezione dei mosaici della Via Crucis, che il Vescovo Giuseppe Franciolini commissionò a Gino Severini come omaggio a Santa Margherita, che protesse Cortona dall’offesa dei bombar-damenti dell’ultima guerra. La serie di edicole erette a protezione dei quadri musivi subito dopo la fine delle ostilità mostrava ormai i segni del tempo, e soprattutto i mosaici presentavano preoccupan-ti distacchi di tessere e una generale sporcizia: con la presidenza di Torquato Tenani, nel 1989, e con l’indispensabile contributo della Banca Popolare di Cortona - che mai ha fatto mancare il suo appog-gio per ogni iniziativa che tendesse alla salvaguardia delle ricchezze del nostro territorio - l’intervento di restauro, curato nella fase pro-gettuale dall’arch. Paolo Vaccaro e seguito operativamente dalla Soprintendenza di Arezzo, ha rappresentato una degna celebrazio-ne del venticinquesimo anniversario della scomparsa del grande artista cortonese, alla quale ha dato il suo indispensabile patrocinio

Un’ edicola restaurata e il mosaico protetto da vetro anti-sfondamento

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l’Amministrazione Comunale di Cortona, guidata dal Sindaco Ilio Pasqui e dall’Assessore alla Cultura Emanuele Rachini.

L’anno in corso, con la presidenza di Torquato Tenani, si sta provve-dendo a restaurare anche il grande mosaico raffigurante San Marco, posto nella facciata della Chiesa Inferiore di San Marco in Città ed opera anch’esso di Gino Severini. La grande opera, realizzata dall’Ar-tista nella seconda metà del secolo scorso, presenta evidenti lacune causate dal distacco di numerose tessere vitree. Anche in questo caso l’operazione di restauro, già autorizzata dalla Sovrintendenza, vede economicamente impegnati il Lions Club Cortona Valdichiana Host e la Banca Popolare di Cortona. L’intervento si rende quanto mai necessario per fermare un degrado altrimenti inarrestabile e riporta alla piena integrità un’opera d’arte di grande fascino e indiscussa bellezza, particolarmente significativa per tutta la cittadinanza.

Un altro degli angoli più caratteristici di Cortona, dominato dal-la deliziosa chiesa di San Niccolò, ha goduto dell’interessamento del nostro Club, che in un certo senso ha adottato il monumento, promuovendone la sistemazione e il restauro di alcune sue parti. L’impegno si è anche in questo caso protratto per molti anni, con una sostanziosa disponibilità di fondi, uniti a quelli impegnati dal-la Compagnia Laicale di San Niccolò, proprietaria della chiesa e a quelli messi a disposizione dallo Stato per le opere di maggiore

Il Presidente Torquato Tenani in piedi, il Sindaco di Cortona Ilio Pasqui, il prof. Edoardo Mirri, l’arch. Paolo Vaccaro e la restauratrice

dell’Opificio delle Pietre dure di Firenze

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consistenza, soprattutto di tipo architettonico. A partire dal 1994, con la presidenza di Marco Gallinella, sono stati programmati vari inter-venti per il restauro delle tavole lignee che compongono il soffitto a cassettoni della chiesa, fortemente deteriorate dal tempo e dalle fre-

La Chiesa Monumentale di San Niccolò, scorcio notturno

Sopraluogo ispettivo della superficie del grande mosaico di S.Marcoad opera dei restauratori dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze,

dr Giancarlo Delle Ruote e dr Sara Guarducci

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Interno della Chiesa, sempre frequentatissima sede di concerti, con visibile il soffitto ligneo restaurato

Soffitto ligneo (particolare)

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quenti infiltrazioni meteoriche. Nel 2000, con la presidenza di Mario Bernardini, sono state ricollocate alcune delle tavole restaurate, e nel 2001, con la presidenza di Fausto Lucani, si è conclusa la sistemazio-ne; in tutti i casi sono state organizzate simpatiche e apprezzate ceri-monie per la riconsegna alla Compagnia, rappresentata da alcuni dei soci del nostro Club, Paolo Bruschetti, quale Governatore, Mario Aimi, quale Vicegovernatore e Torquato Tenani, quale Tesoriere, delle opere restaurate.

Cosa non ultima, indipendentemente dai Presidenti di Club succe-dutisi nel corso degli anni che interessarono il consolidamento strut-turale e architettonico dell’edificio, fu indispensabile e determinante il continuo impegno del nostro socio Fabiano di Banella, cui si deve l’intero progetto di restauro del complesso architettonico, le opere di carotaggio necessarie a verificare la consistenza del terreno sotto-

Progetto di restauro della Chiesa Monumentale di San Niccolò in Cortona realizzato dal socio Fabiano di Banella

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stante la cappella laterale, i lavori di consolidamento, il contatto con la Soprintendenza, con i restauratori delle lacune lignee, con la Ditta Carlini di Cortona, con tutti coloro che parteciparono a vario titolo nel completare l’opera, fin dall’inizio rivelatasi di notevole comples-sità nelle tempistiche degli interventi e nella delicatezza di alcune operazioni. La pagina di copertina del progetto di restauro è ripor-tata nella foto seguente e vede la firma dell’arch. Fabiano di Banella come progettista, dell’ing. Luigi del Gobbo per il calcolo delle struttu-re e delle dr.sse Rossella Cavigli e Alessandra Gorgoni per il restauro pittorico.

Si rammenti poi che l’intera opera di ripristino della struttura archi-tettonica fu completata nel 2005, allorchè con una cerimonia alla quale parteciparono il vescovo Gualtiero Bassetti e il Sindaco Andrea Vignini, fu riconsegnato al culto e alla città il prezioso monumento ormai definitivamente sistemato: va in ogni caso ricordato che il tut-to si deve all’opera instancabile di promozione di alcuni dei nostri soci e di vari presidenti che si sono succeduti nel Club.

Nel 2003, con la presidenza di Gaetano Papponi, il Club promosse la realizzazione dell’impianto di illuminazione della torre del Cassero di Castiglion Fiorentino, monumento simbolo della città, noto anche per aver restituito alla sua base tracce importanti della presenza etrusca di un santuario e di un insediamento. Anche in questo caso appare il caso di testimoniare la vicinanza del nostro sodalizio alle istituzioni locali e la collaborazione data per il miglioramento della nostra vita sociale. Qualche anno prima, con la presidenza di Alfeo Tanganelli, nel 1988, fu promossa un’analoga iniziativa con l’installa-zione di un impianto di illuminazione del noto castello di Montecchio, uno dei monumenti piú interessanti del nostro Medioevo; in occasio-ne dell’inaugurazione, si tenne un apprezzato concerto del pianista Luigi Tanganelli, che più volte si è reso interprete di esibizioni musicali per il Club, in particolare con la presidenza di Gaetano Papponi e con quella di Gabriele Falco.

Nel 2004, con la presidenza di Domenico Petracca, fu completato il restauro della grande pala della “Santissima Trinità con angeli e santi”, commissionata nel 1614 dai Confratelli della Trinità di Foiano per la loro chiesa al pittore Antonio Cercignani detto Il Pomarancio (1562-1630), e portato a termine solo dopo quindici anni da un suo allievo.

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Il Presidente Domenico Petracca con Lisimaco Vegni

San Michele Arcangelo, Pinacoteca

di Castiglion Fiorentino

La Pala restaurata

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Il restauro, seguito dalla Soprintendenza di Arezzo e condotto da un laboratorio locale, fu presentato con una cerimonia alla quale han-no partecipato tutte le Istituzioni e un folto pubblico.

Nel maggio 2007, con la presidenza di Gaetano Papponi, fu conclu-so e presentato, a cura della dott. Fornasari, storica dell’arte, il restau-ro di una tela seicentesca raffigurante S.Michele Arcangelo, patrono di Castiglion Fiorentino, già conservata presso la locale Pinacoteca e destinata all’atrio del Palazzo Municipale.

Nel giugno 2006, con la presidenza di Giuliano Monaldi, fu realizza-ta una grande iniziativa nei confronti del nostro territorio, che in un certo senso portava a compimento la costruzione di una delle mag-giori opere pubbliche degli ultimi anni, l’Ospedale della Valdichiana, costruito alla Fratta di Cortona e sostituivo delle piccole realtà sanita-rie di Cortona, Castiglion Fiorentino e Foiano: il Club propose e attuò l’erezione di una statua a Santa Margherita, patrona di Cortona, alla quale il nosocomio era stato intitolato, opera del noto scultore casti-glionese Andrea Roggi: l’opera fu presentata nel corso di un incon-tro al quale parteciparono le autorità civili e sanitarie oltre ad un grandissimo numero di cittadini, che non poterono non ammirare la grande scultura. Collocata all’ingresso del nuovo ospedale di Fratta di Cortona, non cessa di destare ammirazione da parte dei visitatori e degli stessi pazienti. L’operazione fu resa possibile grazie ad una

Il Presidente Giuliano Monaldi ed il prof. Roberto Domini, Presidente della Banca Popolare di Cortona

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corale partecipazione finanziaria dei Lions, della Banca Popolare di Cortona e di numerose ditte che misero a disposizione mezzi e com-petenze.

Più recente è stato il restauro di un’opera in terracotta ottocentesca, non elegante, ma di grande significato per la popolazione, conser-vata in una nicchia a fianco della chiesa cortonese di S.Antonio, nella parte alta della città; il restauro, condotto con la presidenza di Paolo Bruschetti nel 2009, e con il contributo della Banca Popolare di Cortona, fu inaugurato alla presenza dell’allora Vescovo Gualtiero Bassetti, da poco nominato Cardinale da Papa Francesco e del Sindaco Vignini: in quella circostanza, il prof. Edoardo Mirri, della Università di Perugia e Vicelucumone dell’Accademia Etrusca di Cortona, tenne una brillante conferenza su “I Cisterciensi a Cortona: la chiesa e il convento di S.Antonio”: essa costituì una sorta di richie-sta di impegno da parte della città e della diocesi alla riapertura della chiesa, da troppo tempo impraticabile; impegno che purtrop-po ancora attende di essere onorato.

Il Presidente Giuliano Monaldi e Giuliano Marchetti “posano” accanto alla bellissima statua di Andrea Roggi, appena collocata nella sua sede

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La statua in terracotta di S. Antonio restaurata, al centro S.E. il Vescovo Gualtiero Bassetti e, alla destra, il Presidente Paolo Bruschetti

Un’affollata Chiesa di Sant’Antoniodurante la manifestazione

L’INTERESSE PER LA CULTURA E PER L’ARTE

Paolo Bruschetti

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Come può vedersi, l’attività del Club per la cultura e l’arte è stata continua e ha impegnato la quasi totalità dei Presidenti che si sono succeduti alla guida del nostro sodalizio: una forma concreta di ser-vizio, un modo per mostrare con i fatti la nostra presenza, uno stimolo a proseguire nella collaborazione con gli organi istituzionalmente preposti alle varie attività, ai quali non vogliamo sovrapporci, ma che è indispensabile affiancare prima ancora come cittadini che come membri di club.

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129L’IMPEGNO SOCIALE

Torquato Tenani

L’IMPEGNO SOCIALETorquato Tenani

Rileggendo le pagine della prima pubblicazione, realizzata in occa-sione del ventennale, mi è subito balzato all’occhio uno scritto dell’allora segretario Paolo Battisti e del Presidente Pier Luigi Censini che già nel 1964, a Club appena nato, si rivolgevano all’Ammini-strazione Comunale dell’epoca per evidenziare, senza mezzi termini, quello che appariva come un “vulnus” alla viabilità cittadina. Cito testualmente il testo della missiva, recante la data del 12 giugno 1964, giusto due mesi dopo la costituzione del Club:

“Ill.mo Signor Sindaco, consci della necessità di tutelare le bellezze di Cortona e pensierosi dell’avvenire turistico della città, i Soci del Lions Club di Cortona si permettono di deplorare la messa in opera dei nuo-vi pali per l’illuminazione pubblica in Largo Beato Angelico. Tali pali deturpano la visuale della facciata della Chiesa di San Domenico e dei giardini, mentre si potrebbe ovviare a tale inconveniente senza nuocere all’illuminazione di tale zona, mediante la scelta di lampioni che meglio si adattino all’ambiente. Fiduciosi che la S.V. farà quanto in suo potere per rimediare all’errore commesso, si ringrazia e si ossequia”.

Copia della stessa lettera fu inviata anche al presidente dell’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo e alla Sovrintendenza. L’iniziativa, pur rivolta al miglioramento dell’arredo urbano e quindi collocabile nella sezione dedicata a questo tipo di interventi, mi sembra per-tinente citarla in questo capitolo perché evidenzia quanto il Club, seppure ancora “in fasce”, avesse già nel suo stesso spirito costitu-tivo la volontà di non rimanere estraneo al contesto, partecipando attivamente alle vicissitudini della città.

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Tale attenzione, non solo all’arredo ma alla vita economica di Cortona (allora non ci estendevamo agli altri comuni limitrofi), la ritro-viamo con la presidenza di Walter Fabiani che organizzò, nel 1972, un incontro su “Antiquariato e Antiquari nel mondo moderno”, rico-noscendo quanto questa attività potesse essere volano economico duraturo ben al di là della Mostra Mercato del Mobile Antico, anch’es-sa in piena espansione.

Un impegno sociale rivolto dunque fin dall’inizio non solo alle cose ma anche alle persone, intese sia come singolo che comunità nel suo insieme.

Ad esempio, durante la presidenza di Mario Berti, correva l’anno 1982, fu trattato un tema che ancora oggi si dimostra di stringente attualità, inerente il complesso rapporto fra cittadini e istituzioni e avente per tema: “Necessaria ed intima correlazione fra il dovere contributivo dei cittadini e il dovere dello Stato, dei suoi Organi e dei suoi Amministratori per un oculato e funzionale impiego del denaro pubblico”. Il Club, quasi con profetica lungimiranza, anticipava quanto stava emergen-do nella società civile, la consapevolezza che il buon uso o meno del-le risorse derivanti dalla contribuzione di ognuno incideva, e avrebbe inciso sempre più, nella trasparenza e nell’efficacia di ogni intervento pubblico.

Il Presidente Walter Fabiani

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Più volte, nel corso degli anni, sono stati trattati argomenti inerenti l’E-conomia, sia sotto l’aspetto locale che nazionale ed europeo. Se da un lato la ricchezza del patrimonio artistico, di cui tutta la Valdichiana può giustamente vantarsi, rappresenta, se adeguatamente valoriz-zata e mantenuta, una fonte importante nell’economia del territorio, dall’altro non potevano essere sottovalutate altre realtà che contribu-iscono al benessere della comunità.

Nel 1979, con la presidenza di Pier Vincenzo Bartelli, fu organizzato un interessante dibattito su: “Contributo dell’Associazionismo nella valo-rizzazione delle vocazioni agricole, turistiche e artigianali italiane per il rilancio economico del Paese nel contesto comunitario europeo” e nel 1984 l’allora Presidente Eutimio Gallinella coagulò il generale interesse attorno al tema “Europa Oggi”, svolto dal Sen. Prof. Giuseppe Petrilli alla presenza di numerose Autorità, fra cui il Prefetto di Arezzo, dr. Benedetto Negri. Il Sen. Petrilli era allora Presidente Internazionale del Movimento Europeo; la sua relazione ripercorse a grandi linee il cam-mino della Comunità Europea, sottolineando già allora che l’Europa, nonostante i numerosi “summit”, prediligeva temi di carattere econo-mico e tecnico e annullava ogni spinta di tipo ideale, prevalendo le posizioni intransigenti e le spinte nazionaliste.

“Il trattato di Roma – e cito un passo di Petrilli – prevedeva una unifica-zione politica come vertice dell’unificazione economica, invece l’approc-

Il Presidente Mario Berti Con il Sindaco di Cortona Dr. Ferruccio Fabilli

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cio che è stato seguito nella integrazione è sbagliato, in quanto ci siamo preoccupati solo della realizzazione di fattori produttivi nell’ambito del Mercato Comune Europeo. Ma non avendo prestato attenzione all’altro aspetto, cioè quello del coordinamento delle politiche, non abbiamo realiz-zato nemmeno l’Europa politica, tale cioè da renderla autonoma nel con-testo mondiale. Di questo non si devono rivolgere critiche né all’Europa né al Trattato, ma al modo con cui i Governi hanno attuato l’integrazione”.

Alla domanda se in un futuro più o meno lontano si realizzerà la com-pleta unità dei Paesi europei Petrilli rispose: “Lo spero e mi batto da trent’anni per questo. Non sono sicuro, anche se me lo auguro, se si realiz-zerà in tempi brevi, perché gli egoismi nazionali si oppongono all’esigenza di unificazione e integrazione fra i popoli. Credo nell’unità dell’Europa come la sola speranza che abbiamo per sopravvivere come Stati”.

Altri presidenti si sono avvicendati nel promuovere e portare all’atten-zione ulteriori aspetti della vita economica italiana e locale.

Non era possibile trascurare, ad esempio, il mondo dell’abbigliamen-to e della moda, uno dei cardini principali dell’economia nazionale ed anche aretina. Nonostante la perdurante crisi economica abbia

Il Presidente Eutimio Gallinella con il Sen. Giuseppe Petrilli

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eliminato dal comparto importanti realtà produttive e determinato significative riduzioni e ristrutturazioni aziendali, nella nostra provincia sono tutt’ora presenti alcune realtà industriali d’eccellenza. Partendo da questa considerazione, nel 2010, con la presidenza di Mario Aimi, fu organizzato un interessante convegno su: “Il settore della Moda di fronte alle sfide del cambiamento: la moda siamo noi”, favorito dall’allora presidente dell’Associazione Industriali di Arezzo Giovanni Inghirami. Collaborarono al successo dell’iniziativa Marco Sanarelli, titolare di una primaria azienda del settore Maglieria del nostro ter-ritorio, la ditta Mely’s di Olmo e Andrea Fabianelli, Vice-Presidente di Confindustria di Arezzo, il tutto reso possibile dai buoni uffici di Mario Bernardini.

Walter Bertocci, durante la sua presidenza, nel 1984, fece il punto della situazione economica nazionale coinvolgendo in una altrettanto inte-ressante relazione l’allora Presidente della Banca Popolare dell’Etruria, dr. Elio Faralli.

Il Presidente Mario Aimi prende la parola durante il convegno sulla moda

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In due circostanze furono trattati anche argomenti di pertinenza mili-tare.

La prima nel 1979, Presidente Icaro Boninsegni, quando il Col. Camillo Brialdi, Comandante del 225° Battaglione Fanteria di Arezzo trattò “La funzione educativa dell’Esercito”, sottolineando come la vita militare dei soldati di leva, pur essendo andata incontro nel corso degli anni a progressive modificazioni che ne avevano addolcito gli aspetti forma-listici e autoritari, ancora consentiva in molti casi di elevare le capaci-tà professionali ed il livello di istruzione di molte reclute, fornendo loro competenze in grado di avviarli più agevolmente al mondo lavorativo.

Il dr. Elio Faralli con accanto il Presidente Walter Bertocci

Il dr. Elio Faralli con accanto il Presidente Walter Bertocci

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La seconda sotto la presidenza di Antonio Galletti, quando fu ospite il Generale di Brigata Giorgio Malorgio che espose ai convenuti, anche con l’aiuto di audiovisivi, aspetti più generali delle tematiche milita-ri inerenti la complessa situazione politico-militare dello scacchiere europeo. Il tema andava sotto il titolo “Attualità delle Forze Armate”.

Di particolare interesse fu nel 1988, con la presidenza di Giuliano Marchetti, l’incontro con l’On. Giorgio La Malfa, allora Segretario Nazionale del P.R.I., che trattò il tema “1992: Mercato Unico Europeo, speranze e timori”. La sua illustrazione era tesa ad un costante ottimi-smo e fu di grande attrazione per tutti i numerosi convenuti. Ancora un argomento dai contenuti economici fu trattato nel 1992 dal Presidente Lisimaco Vegni, avente per oggetto: “Spazio europeo ed economie regionali”, imperniato sulle relazioni tenute dal prof. Giuseppe Calzoni, Ordinario di Economia Politica e Preside della Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Perugia e dal prof. Alfio Crispolto Rossi, Ordinario di Economia e Politica Agraria della stessa Università. Sempre dal Presidente Vegni furono organizzati, tra il 1991 e ’92, altri due eventi. Il primo, in tema di Unione Europea, era costituito da un concorso fotografico riservato ai ragazzi fra i 14 e i 19 anni residenti nei Comuni di Cortona, Castiglion Fiorentino e Foiano, arrivando a selezionare il lavoro di un giovane lucignanese, lavoro che fu inviato alla finale del concorso in Olanda; l’altro avente come tema “Le caratteristiche tec-nico-politiche dei differenti quadri istituzionali proposti dai vari partiti: utopie, inganni e cose possibili”. L’argomento fu brillantemente tratta-to dall’avv. Osvaldo de Tullio, Presidente della Corte dei Conti.

Il Presidente Antonio Galletti

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Da quanto sopra esposto si deduce che il Club non ha eluso di pre-sentare alla comunità anche personaggi di forte valenza politica ed economica, fornendo comunque e sempre una sede non di parte per trattare argomenti di pubblico interesse, di stringente attualità e

Il Presidente Vincenzo Turini e l’On. Giovanni Malagodi

Da sin l’On. Giorgio La Malfa, il Presidente Giuliano Marchettie il dr Mario Federici

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di forti contenuti. Come avvenne nel lontano 1978, con la presidenza di Vincenzo Turini, in cui fu ospite del Club e della Città l’On. Giovanni Malagodi, raffinato oratore e politico navigato, che tenne una lucida relazione sulla sempre complicata vita politica dell’Italia.

Con instancabile impegno, sempre il Presidente Lino Capecchi, siamo nel 1987, riuscì ad ospitare ancora una volta l’On. Amintore Fanfani, lieto di tornare nella sua amata provincia; il noto personaggio politico tenne, più che una conferenza, una lezione magistrale su un argo-mento certo inusuale per un uomo politico, comunque da lui trattato con la proverbiale soavità che gli era congeniale: “Lo sviluppo delle Scienze ed il progresso dell’Umanità”.

Recentissima, sotto la presidenza di Torquato Tenani, appena nell’a-prile 2014, la conferenza in tema di: “Impresa, Famiglia, Giovani Generazioni: dubbi, aspettative e opportunità alla luce dell’attuale evoluzione economico-legislativa”. Un folto e attento pubblico che riempiva al gran completo la Sala del Consiglio Comunale di Cortona ha seguito con vivo interesse i molteplici interventi che si sono succe-duti; hanno preso la parola il Sindaco di Cortona, dr. Andrea Vignini, il Presidente dell’Associazione Industriali di Arezzo, dr. Andrea Fabianelli, il Presidente della Camera di Commercio di Arezzo, dr. Andrea Sereni e, attesissima, Antonella Mansi, imprenditrice di successo, Presidente

Il Presidente Lino Capecchi e l’On. Amintore Fanfani

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della Fondazione MPS e Vice-Presidente Nazionale di Confindustria. Il suo intervento, di grande lucidità e pertinenza, ha toccato gli aspetti più importanti del complesso mondo economico, sottolineando che al di là dei bilanci vi sono uomini e famiglie e che la finanza non può sostituirsi all’industria manifatturiera. C’è bisogno non solo di speranza ma anche di rabbia e coraggio e non bastano i timidi segnali di ripre-sa che vedono un altissima percentuale di disoccupazione giovanile.

Da sin: Andrea Sereni, Presidente Camera di Commercio di Arezzo, Anto-nella Mansi, Presidente Fondazione MPS e Vicepresidente Nazionale di

Confindustria, il dr Andrea Vignini, Sindaco di Cortona

Da sin: Andrea Vignini, Sindaco di Cortona, Andrea Fabianelli, Presidente Confindustria di Arezzo e Torquato Tenani, Presidente del

Lions Club Cortona Valdichiana Host

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Altrettanto degna di interesse ed imperniata sull’economia del nostro territorio l’iniziativa del Presidente Armando Bonelli che nel 1995 organizzò un’interessante tavola rotonda avente per tema: “La Cassa Rurale in Toscana: passato e presente” in cui furono ascoltati protagonisti il prof. Ivo Biagianti, Docente di Storia Moderna dell’Uni-versità di Siena, e il dr. Alfredo Todisco, giornalista e scrittore.

Sempre nello stesso anno, ma con la presidenza di Fausto Lucani, la conferenza tenuta dall’avv. Paolo Fanfani, Docente di Diritto del Lavoro presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Firenze, avente per tema: “ Principio unitario e forme di Stato” e a seguire, nel 1998 con la presidenza di Pietro Becattini, un’ulteriore tavola roton-da che quasi raccordandosi a precedenti manifestazioni inerenti l’Unione Europea, andava a riportare l’attenzione del folto pubblico sul problema non ancora risolto: “Dall’Unione Monetaria all’Europa dei Cittadini”. L’argomento fu sviluppato dal dr. Giovanni Palladino, Direttore Area Finanza e Diritto d’Impresa di Confindustria e dal dr. Rizieri Padelli dell’Associazione Industriali di Arezzo.

Particolarmente rilevante, sia sotto il profilo dell’immagine, ma mol-to più sotto quello dei contenuti, l’incontro-dibattito organizzato nel 1999 dal Presidente Mario Bernardini su: “La Donna nell’Italia e nell’Europa del 2000”, dove intervenne come straordinaria relatrice l’On. Silvia Costa, Presidente della Commissione Pari Opportunità

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L’On. Silvia Costa con il Presidente Mario Bernardini

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insediata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. All’incontro parteciparono con una qualificata testimonianza la dr.ssa Maria Teresa Neri, Presidente del Comitato Impresa Donna dell’Associa-zione Industriali di Arezzo e l’avv. Rossella Angiolini, Assessore alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune di Arezzo. Una manifesta-zione questa di grande successo, con la presenza e l’intervento del Sindaco di Cortona dr. Emanuele Rachini, del Sindaco di Castiglion Fiorentino prof. Giuseppe Alpini, di numerose autorità e cittadini. Nel suo intervento l’On. Costa tenne a sottolineare con rammarico che la presenza femminile nei posti decisionali era decisamente scarsa, sia in Valdichiana che nell’intera Provincia, in un momento in cui il mondo femminile era teso a recuperare il ritardo storicamente accu-mulato.

Parimenti interessante un altro convegno promosso nel 2000, sempre con la presidenza di Mario Bernardini, con il quale si è voluto affrontare un argomento spinoso allora e spinoso oggi, quello della famiglia. Tema dibattuto: “Dal diritto di famiglia al diritto alla famiglia: una prospettiva relazionale”. Relatrice di autorevoli contenuti espressi in modo grandemente attrattivo per il pubblico presente, la dr.ssa Marcella De Nichilo, Psicoterapeuta Relazionale della Columbia University. Convegno quanto mai pertinente perché già allora erano quasi 200 le coppie separate nel solo Comune di Cortona e numerose le convivenze, con crescenti disagi per i figli coinvolti.

Il Sindaco di Cortona Emanuele Rachini e l’On. Silvia Costa

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“Una volta tutto era maggiormente controllabile – sottolineava la rela-trice - ed i traumi erano di minore entità, in quanto la famiglia di ori-gine offriva delle garanzie di appartenenza e di sostegno, sia per l’adulto che per il minore”.

Non sono mancati convegni, conferenze, incontri su argomenti ben più leggeri, ma comunque tutti riconducibili a valorizzare ulteriori realtà presenti nella nostra Valdichiana.

Già nel 1984 il Presidente Walter Bertocci promuoveva un incontro su “Possibilità di espansione del mercato del Bianco Vergine della Valdichiana”; l’argomento veniva ripreso l’anno seguente (1985) con la presidenza di Romano Sebastiani, storico Dirigente Scolastico dell’Istituto Vegni di Capezzine, che approfondì ulteriormente le possibilità che offriva il Bianco Vergine della Valdichiana, per le sue peculiari caratteristiche organolettiche, di affermarsi nel panorama dell’offerta vitivinicola e nel mercato italiano e non.

Lisimaco Vegni, nel 1992, portava ad una più ampia attenzione le “Tecniche di costruzione dei Carri Allegorici di Foiano”, facendo

Walter Bertocci consegna Campana e Martelloal nuovo Presidente Romano Sebastiani

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visitare ai numerosi convenuti i grandi capannoni dove i carri stessi vengono ideati e allestiti, con metodologie che uniscono antiche tradizioni a moderne soluzioni tecniche.

Nel 2000 il Presidente Mario Bernardini riprendeva il tema carneva-lesco con una serata dedicata alla “Storia del Carnevale di Foiano” illustrato da Sabrina Beligni Vannuccini e Giancarlo Sbardellati attra-verso il racconto di vicende burlesche e curiose che avevano pro-fonde radici nel tessuto sociale e culturale di Foiano, divenendone quasi lo specchio della vita cittadina.

Di particolare rilievo fu nel 1993, Presidente Fabiano di Banella, un incontro con il prof. Gastone Venturelli, studioso e cultore di tradizioni e storia locale, autore di numerosi volumi sul folclore toscano nel-le sue molteplici realtà. In quella occasione la “Compagnia della Vecchia” di Lucignano, nata nel 1978 per opera di alcuni volente-rosi, ripropose storie e canti del teatro popolare, fra cui il famoso “Trescone”, danza tipicamente chianina nota in tutta l’Italia. Lo stes-so Fabiano in quell’occasione, tolto il vestito da presidente e messo l’abito tipico della festa contadina, suonò egregiamente il mandoli-no durante tutta l’esibizione. Piace ricordare che in passato giovani cantori riproponevano con frequenza, durante il periodo di carneva-le e di Quaresima, canti e balli popolari, portandoli di casa in casa; i compensi ricevuti venivano poi donati alle Chiese del paese. Le famiglie erano ben felici di accogliere questi “artisti” di strada che

Il Presidente Fabiano di Banella è il primo da sinistra, con il mandolino

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parlavano per lo più di amori contrastati, accompagnandosi con fisarmonica e mandolino e terminando ogni recita con il classico “Sega la Vecchia”, a rappresentare la fine dell’inverno.

Il Presidente Armando Bonelli, nel 1994, con il sostegno didattico di validi micologi, organizzava una simpatica lezione aperta in tema di “Funghi tossici della nostra zona” e nel 1999, ancora una volta presidente, riportava all’attenzione “Antichi aneddoti di Castiglion Fiorentino”, storie e miti sempre più lontani nel tempo, ricordati con spigliatezza e vivacità da Arnaldo Valdarnini.

Inoltre fin dalla sua nascita, il Club Cortona Valdichiana Host non ha fatto mancare il proprio solidale contributo alle molteplici realtà operanti nel territorio, diluendolo necessariamente nel corso di que-sti lunghi anni e forse in qualche caso già dimenticato.

Ricordo brevemente le elargizioni a favore dei terremotati in Toscana, Umbria, Marche, Friuli, Campania e Basilicata, il sostegno, anche se modesto al “Tennis Club di Cortona” e alla Società sportiva di “Pallavolo”, alla Misericordia di Cortona e di Castiglion Fiorentino, a singole persone affette da gravi patologie; le numerose Borse di Studio a favore di studenti meritevoli, alcune delle quali già citate, la donazione di alcune poltrone attrezzate per il Centro Alzheimer e la Casa di Riposo di Camucia.

Non sono mancate poi collaborazioni di più ampio respiro, come la partecipazione, attraverso i classici “gazebo” alle campagne raccol-ta fondi di “Theleton”: nel 1991 con la presidenza di Torquato Tenani, nel 1992 con quella di Lisimaco Vegni e nel 1993, quando la presi-denza fu affidata a Fabiano di Banella. Da ricordare, in collabora-zione con i LEO di Arezzo, la distribuzione di pacchi dono agli ospiti delle case di riposo, anno 2009, presidenza di Mario Aimi; la colla-borazione con la Caritas Diocesana, alla quale, nel 2013, presidente Torquato Tenani, sono stati regalati numerosi pacchi, soprattutto ali-menti per neonati e pannoloni.

La scomparsa di Corrado Catani, proprio al termine del suo anno di presidenza, indusse poi il successivo presidente Gaetano Papponi a conferire nel 2003 e a suo ricordo, una borsa di Studio assegna-ta ad uno studente meritevole di aver svolto il miglior componi-mento in tema di “Volontariato Sociale”; iniziativa molto pertinente

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essendo stato il suo predecessore uomo di grande iniziativa e sen-sibilità in questa particolare area di soccorso ai bisognosi, nonchè Governatore della Misericordia di Camucia.

Nel 1978 il Presidente Vincenzo Turini ideò un concorso riserva-to agli studenti delle Scuole Superiori e imperniato in tema di “Incomunicabilità nel nostro tempo”. I due premi assegnati agli stu-denti vincitori furono preceduti da una interessante tavola rotonda moderata dal socio Paolo Battisti, cui presero parte il prof. Edoardo Mirri, Docente di Filosofia all’Università di Perugia, il dr. Arrigo Borri, Presidente del Tribunale di Orvieto e il prof. Vittorio Vettori, scrittore e giornalista all’epoca molto noto.

Gaetano Papponi nel 2002 diede vita ad una pregevole conferenza su: “Combattere la fame nel mondo: un impegno morale per tutti”, durante la quale fu giustamente portato all’attenzione dell’uditorio anche l’impegno dei Lions a livello internazionale su questo versan-te. La presenza e l’attività dei Lions nel territorio in particolare e nel mondo in generale fu portata all’attenzione del pubblico anche dal Presidente Mario Parigi nel 2012, attraverso una tavola rotonda incentrata sulla storia dell’Associazione Lionistica, in cui furono rela-tori il Past Governatore Vinicio Serino, il Direttore del Centro Studi del nostro Distretto e il socio Torquato Tenani.

Particolarmente interessante, a proposito di quell’impegno di club a livello internazionale, la partecipazione, anche se non continua-tiva, caldeggiata da numerosi presidenti, ai programmi di “Scambi

Una bella immagine di Corrado Catani

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Giovanili Internazionali” promossi dalla Sede Centrale e dal Nostro Distretto.

Molti soci e le loro Famiglie hanno ospitato per periodi fino a 15 giorni ragazze e ragazze di età fra i 18 e i 24 anni provenienti da Giappone, Finlandia, Francia, Svezia, Perù ed altre nazionalità, facendo cono-scere loro luoghi e abitudini di vita; con molti sono stati intrattenu-ti cordiali contatti epistolari o si sono realizzate nuove condizioni di incontro. Allo stesso modo numerosi ragazzi del nostro territorio han-no partecipato a questi programmi di scambio, ospitati da Famiglie di Lions in Germania, Francia, Inghilterra, Australia, Stati Uniti.

Al di sopra delle altre, vale ricordare l’iniziativa di Roberto Calzini, anno 2012, che ha dedicato gran parte della sua annata di presi-denza alla raccolta fondi per “Dynamo Camp”, struttura attrezzata, nata nel 2007 a Limestre in provincia di Pistoia, unica in Italia, in grado di offrire gratuitamente a ragazzi fra i 6 e 17 anni affetti da patologie

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Il Presidente Roberto Calzini e il Governatore Distrettuale con l’assegno destinato a Dynamo Camp

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prevalentemente oncologiche una terapia ludica e ricreativa non competitiva di grande sostegno psicologico e validità terapeutica. La somma raccolta è stata la più alta fra quelle messe a disposizione dai Lions Clubs di tutta la Toscana.

Altrettanto meritevoli altre due iniziative di carattere umanitario pro-mosse da Gabriele Falco nel 2011, suo anno di Presidenza; l’una di carattere nazionale, rivolta alla raccolta fondi a favore dell’AILD

Che fatica fare il Presidente………….

Il Presidente Mario Parigi consegna a Mons. Don Ottorino Capannini, a riconoscimento della sua instancabile opera, il “Melvin Jones Fellow”,

alta onorificenza concessa da LCIF

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(Associazione Italiana Lions contro il Diabete) e l’altra strettamente territoriale e consistita nella fornitura di una serie di arredi per la Casa della Salute di Castiglion Fiorentino. Quest’anno, con la presidenza di Torquato Tenani, è stato deliberato un contributo a favore del Liceo Scientifico di Castiglion Fiorentino per sostituire la vecchia e inservibile “stazione meteorologica” con una più moderna, capace di parteci-pare a rilevazioni integrate di monitoraggio meteo del nostro territorio.

Sicuramente degna di nota la raccolta fondi promossa dal Club per partecipare al programma internazionale dei Lions contro la cecità nei Paesi del Terzo Mondo e l’acquisto di una tenda oftalmica desti-nato ad un piccolo villaggio africano. Nel 1993, con la presidenza di Marco Gallinella, fu devoluto alla Curia Vescovile un contributo a favo-re dell’edificazione di un Istituto Professionale nella città di Formosa (Argentina), di cui era Vescovo il Cortonese Mons. Dante Sandrelli. Nel 1999, con la presidenza di Mario Bernardini, in occasione della breve visita a Cortona dello stesso prelato, fu consegnata direttamente nelle sue mani una ulteriore somma in denaro a favore della sua costan-te opera missionaria, questa volta nell’isola di Cuba. Ed ancora nel 2000, sempre Mario Bernardini Presidente, il Club collaborò economi-camente ad un progetto di aiuti umanitari promosso dal Distretto 108 La verso i Ninos de Rua di San Paolo del Brasile , organizzando una mostra-mercato di quadri.

S.E. Mons. Dante Sandrelli con il Presidente Mario Bernardini

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Volendo ritornare a quell’impegno sociale di più stretta territorialità e di cui andiamo ripercorrendo le tappe, esso trova continuità anche a motivo del rapporto di collaborazione che abbiamo nel tempo consolidato con le più importanti Istituzioni della Valdichiana. Ciò ha permesso durante la presidenza di Torquato Tenani (2013) di portare a termine un progetto di promozione turistica del territorio, concor-dando con i Sindaci dei tre Comuni in cui il Club gravita, con l’Acca-demia Etrusca, il MAEC, l’Agenzia di Viaggi Colosseum Tour condotta dal nostro socio Nazzareno Adreani, una serie di pacchetti turistici di uno o più giorni da promuovere presso tutti i Lions Club d’Italia e far conoscere ad un più ampio numero di potenziali turisti le bellez-ze culturali e artistiche che possediamo. Proprio recentemente ci sia-mo recati ad Ascoli Piceno, chiamati da un Lions Club di quella città, per illustrare ai numerosi convenuti luoghi, percorsi e manifestazioni. Si è ritenuto, in buona sostanza, considerando la mancanza di una Azienda di Promozione Turistica, il momento di diffusa difficoltà eco-nomica, la consapevolezza che arte e cultura rappresentano il nostro “Eldorado”, di dare come Club un’ulteriore opportunità, se pur mode-sta, alla vocazione turistica di questa vallata bellissima.

Già nel 1990, sempre con la presidenza di Torquato Tenani, il nome di Cortona si era legato ad un’iniziativa dell’UNICEF nota come “LET’S HELP UNICEF” attraverso la stampa di 15.000 cartoline che riportavano

Il dr. Mario Monaco, Presidente di UNICEF ITALIA, consegna il riconoscimento al Presidente Torquato Tenani

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il nome di Cortona in bella evidenza assieme al Logo dei Lions. L’invio e la diffusione di tali cartoline promozionali, molto ambite in ambi-to radiantistico perché prova della connessione radio, era mediato attraverso una fittissima attività radiantistica operata in prima istanza dai radioamatori di Arezzo, Perugia e Viterbo, ben coordinati dal prof. Omero Vezzani, radioamatore anche lui di lungo corso, e progrediva a macchia d’olio in ogni continente.

Per questa attività promozionale dell’UNICEF (e indirettamente della Città di Cortona), sia il Presidente che il Club ottennero un ufficiale rico-noscimento dall’ONU, consegnato dal Dr. Mario Monaco, Presidente di UNICEF ITALIA, durante un meeting dedicato.

Rimanendo in campo promozionale-turistico, di grande succes-so la “Mostra di Fermodellismo d’Epoca e Amatoriale”, che con la Presidenza di Torquato Tenani si è svolta nei locali espositivi del MAEC durante tutto il periodo delle Festività Natalizie 2013-14 e resa possibi-le dalla felice collaborazione con il Gruppo Fermodellistico di Arezzo, l’Associazione Fermodellisti di Perugia e numerosi privati, fra i quali pia-ce ricordare il Sig. Mauro Turenci e il Sig. Bruno Zei che hanno messo a disposizione pezzi di eccezionale rarità e pregio. Un pubblico per oltre 3000 presenze fra appassionati, intenditori e visitatori incuriositi.

Altrettanto degna di nota la collaborazione, assieme ad altri Clubs ed Associazioni operanti nello stesso ambito territoriale, con l’Ente organizzatore del concorso pianistico per giovani musicisti “Città di

I numerosi visitatori alla mostra di Fermodellismo

L’IMPEGNO SOCIALE

Torquato Tenani

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Castiglion Fiorentino”, tesa a promuovere la città stessa e il suo piccolo ma splendido Teatro ed essere al contempo un nuovo polo attrattivo nel campo delle arti musicali. La manifestazione, a carattere annuale e richiamo per molti ragazzi provenienti dai Conservatori Musicali di tutt’Italia e dall’estero è stata sostenuta con le presidenze di Gabriele Falco (2011), Mario Parigi (2012) e Torquato Tenani (2013), attraverso una serie di Borse di Studio conferite a giovanissimi musicisti classifica-tisi vincitori nelle loro categorie.

Anche se con un impegno marginale e teso essenzialmente a dare la più ampia diffusione all’evento, abbiamo condiviso come Club una simpatica iniziativa del nostro socio Plinio Pastorelli, appassionato cavaliere, già membro della Commissione Nazionale FISE, Presidente dell’Associazione Cavalieri delle Foreste Casentinesi e della neonata associazione “Cavalieri per caso in Valdichiana”, che già da due anni organizza una “Benedizione degli Animali” nel grande piazzale anti-stante la Basilica di Santa Margherita. Fin dall’inizio grande partecipa-zione di pubblico e di animali di tutte le razze, fra i quali, numerosissimi, cavalli (e cavalieri), sfilate e interviste. Potrebbe essere l’inizio di altre

Uno dei giovanissimi musicisti premiato dal nostro Lions Club

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e più articolate manifestazioni legate al mondo equestre, in grado anch’esse di esercitare ulteriore attrazione turistica verso il territorio.

L’impegno sociale del Club si è manifestato anche attraverso l’atten-zione rivolta ai problemi legati alla Giustizia, problemi delicati e ancor oggi più che mai scottanti, fonte di accese contrapposizioni non solo fra i Cittadini ma anche fra Poteri e Organi dello Stato.

Già nel 1996, con la presidenza di Marco Gallinella si trattò il tema: “ La Giustizia oggi in Italia” con una trattazione dell’avv. Paolo Fanfani (già citato in altra parte del volume) che ne sottolineò gli aspetti più salienti, anticipando con lucidità i nodi che probabilmente si sarebbero anda-ti a formare nel corso degli anni a venire e soffermandosi su quel bub-bone, non ancora estirpato, noto come “mani pulite”. Sempre in tema di Giustizia l’interessante convegno promosso dall’allora Presidente Torquato Tenani nel 1990 e dal titolo “Diritti e Doveri sociali del singo-lo per l’equilibrato sviluppo di una società civile”, in cui fu amabile e fine intrattenitore il prof. Bruno Ferraro, Magistrato di Cassazione e Docente di Procedura Civile alla LUISS di Roma. Temi inerenti l’ambito giudiziario furono portati in evidenza nel 1966 dal Presidente Fausto Lucani e ancora nel 1997 dal Presidente Pietro Becattini nella confe-renza “Esigenze di Giustizia e Diritti del Cittadino”, cui non mancarono i contributi dell’avv. Paolo Fanfani, dell’avv. Giuseppe Taranto e dell’avv. Sergio Raparo, Presidente del Sindacato Avvocati del Foro di Firenze.

Nel 2006, con la presidenza di Gaetano Papponi si parlò di “Sicurezza Sociale e Legalità”, tema che intrecciava tutte quelle problematiche relative alla sicurezza del singolo, alla libertà di movimento, al diritto alla privacy, al rispetto delle regole per il mantenimento di un adegua-to e necessario livello di legalità nei comportamenti sociali.

Di altissimo spessore culturale e di cogente attualità la conferenza promossa nel 2012 dal Presidente Mario Parigi che ha portato all’at-tenzione di una affollatissima Sala Medicea del MAEC, la quasi onni-presente attività corruttiva e delinquenziale delle mafie.

Relatore d’eccezione e personaggio di spicco il dr. Raffaele Cantone, magistrato in prima linea in questo tipo di contrasto alla illegalità.

La sua relazione, semplice e al contempo appassionata nella for-ma, estremamente coerente ad una realtà quasi inimmaginabile

L’IMPEGNO SOCIALE

Torquato Tenani

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dal comune cittadino, è stata ascoltata con fervida attenzione da un uditorio qualificato e anche ravvivato, come nelle intenzioni del Presidente, da una folta partecipazione di studenti delle Scuole Superiori, che hanno acceso il dibattito dimostrando che esiste anco-ra la buona gioventù.

Sicuramente da riportare nell’ambito dell’impegno sociale sono altre due coinvolgenti iniziative inerenti il volontariato e l’emergenza sanita-ria, entrambe caratterizzate da prove ed esercitazioni di pronto inter-vento e soccorso medico.

Il dr. Raffaele Cantone (seduto) e il Presidente Mario Parigi

Un attento uditorio segue la relazione del magistrato

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La prima, realizzata nel 2000 dal Presidente Mario Bernardini, vedeva come relatori il prof. Giuseppe Alpini, Sindaco di Castiglion Fiorentino, il dr. Vincenzo Capria, Direttore del Dipartimento dell’Emergenza-Urgen-za della ASL 8 e il dr. Giuseppe Ricci, Direttore Generale della stes-sa Azienda Sanitaria ed era tesa ad approfondire maggiormente gli aspetti logistici, organizzativi ed economici del problema.

La seconda, nel 2007, con il Presidente Gaetano Papponi, era rivolta principalmente a sensibilizzare le giovanissime generazioni e si carat-terizzava piuttosto per la spettacolarità: incidente, auto in fiamme, intervento di Carabinieri, Polizia, Ambulanze, Vigili del Fuoco, elicottero compreso.

In entrambi i casi pieno successo e folto pubblico.

Termino questo capitolo riportando un divertente episodio che nulla sembra avere in comune con l’impegno del club in ambito socia-le, perchè piuttosto riguarda la sua vita interna: mi riferisco ad una riunione dei soci al gran completo per decidere quale guidoncino adottare in occasione della nuova denominazione di Lions Club “Cortona Valdichiana “ deliberata dalla Sede Centrale, in sostituzio-ne della vecchia “Cortona”. Tutti si aspettavano grosse gratificazioni, soprattutto i soci di Foiano immaginavano che nel guidoncino, com-

L’esercitazione è in pieno svolgimento

L’IMPEGNO SOCIALE

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missionato con fervore a Fabiano di Banella, unico e incontrastato disegnatore ufficiale, apparisse, quasi per magia, una bella rappre-sentazione di Foiano, ubicato al centro della Valdichiana e quindi pretendente di diritto ad un posto d’onore. Ma Fabiano, che sotto quell’aspetto compassato e schivo nasconde la sua verve di fine buontempone, presenta uno scherzoso bozzetto (riportato in figu-ra) in cui all’elegante sfondo di Cortona nel suo profilo collinare e Castiglion Fiorentino con il suo Castello Medioevale, fa da contrap-punto, e in primissimo piano, un bel paio di ranocchi in mezzo alla palude. Per di più, il classico “Leone” appare soddisfatto e si lecca i baffi, quasi fosse sazio di averne mangiato qualcuno. I soci di Foiano si rendono subito conto che i ranocchi sono loro! In un battibaleno Lino Capecchi, pirotecnico e sanguigno, prende la difesa dei propri compaesani e con fervore fa le giuste rimostranze, non mancan-do di sollevare l’ilarità di chi aveva già capito tutto. Bene! Questa è stata l’unica “diatriba di campanile” che rammento. In nessuna occasione, qualunque sia stato il presidente e qualunque sia stato il programma, i soci hanno preso il bilancino per soppesare quanto era stato fatto in un Comune piuttosto che in un altro. Un esempio di armonia da imitare.

Il “bozzetto della discordia”

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SANITA’ E DISAGIO GIOVANILETorquato Tenani

Anche per quanto riguarda questi ambiti di intervento, estremamente importanti nella comunità, si è voluto dare da parte del Lions Club Cortona Valdichiana Host, un contributo di partecipazione, se pur modesta e incompleta.

Del resto le attività a valenza più strettamente umanitaria occupano un posto preponderante nella scala delle priorità lionistiche e trovano la loro massima espressione presso i popoli più disagiati e meno pro-tetti da una efficiente rete sanitaria, ma nella nostra realtà si plasma-no verso bisogni non più da considerare elementari.

Per molti anni le problematiche inerenti la legislazione sanitaria e la sua radicale trasformazione sono state occasione di accesi dibattiti in tutto il Paese. Nel 1981, con la presidenza di Antonio Galletti, fu orga-

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Da sin il dr. Umberto d’Angelo, la Signora Ebe Galletti, il prof. Bellucci ed il Presidente Antonio Galletti

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nizzato un incontro-dibattito su: “La Riforma sanitaria: a che punto sia-mo?”. Portarono le loro interessanti relazioni il prof. Gualtiero Bellucci, Direttore dell’Istituto di Anestesiologia e Rianimazione dell’Università di Siena, il dr. Umberto d’Angelo, Presidente dell’Ordine dei Medici di Arezzo e il prof. Guido Testa, Presidente della Federazione Regionale dell’Ordine dei Medici.

Un evento di particolare interesse fu la presenza a Cortona nel 1978, chiamato dal Presidente Icaro Boninsegni, del prof. Gaetano Azzolina, già allora cardiochirurgo di fama, che parlò in un affollatissimo incon-tro dal tema “La Cardiologia e i suoi problemi”. Nella sua ascoltata relazione tracciò la storia di questa complessa branca medico-chi-rurgica, soffermandosi naturalmente sul “trapianto” di cuore, realizza-bile solo in quei Paesi dove l’organizzazione tecnico-scientifica era ad altissimo livello e stigmatizzando le difficoltà che tale disciplina incon-trava in Italia ad affermarsi.

Il tema dei trapianti d’organo fu ripreso anche dal Presidente Pietro Becattini in un convegno del 1997 dal titolo: “Donazione e Trapianti d’Organo: Un cammino fra speranza ed etica”, dove presero la parola due illustri cattedratici dell’Università di Firenze, il prof. Pier Luigi Rossi Ferrini, titolare della Cattedra di Ematologia e il prof. Giovanni Marello, Docente di Medicina Legale.

Icaro Boninsegni ed il suo imperturbabile sorriso

Il Presidente Boninsegni e alla sua destra Gaetano Azzolina

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Altrettanto interessante, nel 1995, con la presidenza di Fausto Lucani, un convegno su “Andropausa e Menopausa. Ed ancora, nel 1999, Presidente Armando Bonelli, un ulteriore apprezzato incontro con il prof. Paolo Brunetti, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna dell’Università di Perugia e studioso di fama mondiale, che tenne una lezione magistrale in tema di: “ Diabete, nuove frontiere e nuove cer-tezze”.

Anche nel 2001, con la presidenza di Fausto Lucani, furono affrontati con successo due ulteriori temi di carattere sanitario.

Il primo avente per titolo “Il morbo di Alzheimer”, patologia particolar-mente impegnativa ed in via di crescente diffusione, trattato con gran-de delicatezza e competenza dal dr. Alessandro Tiezzi, responsabile del Centro Alzheimer della Provincia di Arezzo, dalla Sig.ra Gabriella Salvini Porro, Presidente della Federazione Nazionale Associazioni Alzheimer Italia e dall’avv. Marina Presti, Consulente Legale di Alzheimer Italia.

Il secondo in tema di “Cibi transgenici”, con una brillante relazione del dr. Pier Luigi Rossi, Specialista in Scienze dell’Alimentazione e ormai anche uomo di successo in televisione.

Nel 2012 il Presidente Roberto Calzini organizzò un convegno di particolare interesse su: “Stili di vita, Alimentazione e Prevenzione Oncologica”, temi che colpiscono l’attenzione dei cittadini, sempre più sensibili alla tutela della salute attraverso una sana alimentazione ed un corretto stile di vita. Animatori della tavola rotonda il Direttore Generale della USL 8 di Arezzo dr. Enrico Desideri, la Sig.ra Francesca Buffoni Presidente della LILT di Arezzo, il dr. Paolo Ghezzi oncologo, il dr. Angiolo Agnolucci, Direttore della sezione di Endoscopia Digestiva, la

Il dr. Pier Luigi Rossi e il Presidente Fausto Lucani

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dr.ssa Barbara Lapini, dietista, tutti appartenenti alla Unità Sanitaria Locale di Arezzo.

Nel 1989, con la presidenza di Torquato Tenani, si tenne un interes-sante tavola rotonda in tema di Ippoterapia, una tecnica riabilitativa per soggetti disabili, in particolar modo affetti da autismo e da alte-razioni della postura; questa tecnica nelle nostre zone non era né dif-fusa né particolarmente conosciuta. L’argomento venne svolto dal prof. Antonello Ruju, Docente di Terapia Fisica e della Riabilitazione presso l’Università di Pavia e dall’avv. Andrea Corrado, Presidente dell’ANIRE (Associazione Nazionale Italiana Rieducazione Equestre). La manifestazione fu particolarmente seguita, tanto da coinvolgere in tempi successivi alcuni maneggi operanti nella nostra zona che misero a disposizione alcuni cavalli di provata docilità per eseguire ripetute sedute di trattamento.

Mario Parigi e il Presidente Roberto Calzini si intrattengono scherzosamente con i distintivi del Club

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Oggi la “pet-terapy” è riconosciuta pienamente anche dal Servizio Sanitario per sua validità terapeutica ed eseguita da personale spe-cializzato.

L’attenzione verso la persona con problemi di disabilità si era manife-stata anche agli inizi dell’attuale sodalizio; già nel lontano 1970 l’al-lora Presidente Giovanni Carloni organizzò una conferenza in tema di “Disabilità nei Minori” e nel 1972 il Presidente Walter Fabiani portò all’attenzione del pubblico un filmato sulle diversità.

Ancora nel 1972, con la presidenza di Carlo Raffaelli fu donato alla Scuola Elementare di Cortona una, per allora, moderna tastiera che consentiva l’apprendimento e l’esercizio della scrittura in soggetti con gravi problemi di spasticità muscolare.

Nel corso di alcuni anni riferibili al primo decennio di vita del Club, i vari presidenti succedutisi si impegnarono anche in una raccolta

Seduti al tavolo da sin: il Sig. Remo Rossi, Presidente della USL 24, il prof. Antonello Ruju, il Presidente Torquato Tenani

e l’avv. Andrea Corrado

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fondi che portò all’acquisto di un crio-congelatore donato al centro Raccolta Derivati del Sangue della Regione Toscana. Altre donazioni sono state effettuate anche negli anni a seguire. Ricordo l’acqui-sto di un Velocimetro Doppler per la Divisione di Medicina dell’allora Ospedale di Cortona, condotto a buon fine dal Presidente Eutimio Gallinella nel 1984, strumento che per lunghi anni ha permesso ai sanitari di quell’ospedale di porre innumerevoli diagnosi altrimenti difficoltose.

Recentissima, nel 2013, con la presidenza di Mario Parigi, la dona-zione di tre Defibrillatori Automatici alle Amministrazioni dei Comuni di Cortona, Castiglion Fiorentino e Foiano della Chiana, in grado di salvare la vita in caso di arresto cardiaco se usate nei primissimi minuti dopo l’evento.

La donazione è stata accompagnata da un corso sui volontari indi-viduati dai rispettivi Comuni e tenuto da personale specializzato del-la USL, che ha messo in grado un folto numero di normali cittadini ad usare l’apparecchio, collocato in punti strategici della viabilità cittadina.

Il Presidente Mario Parigi consegna ufficialmente i defibrillatori ai Sindaci dei tre Comuni

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Pochi anni prima, nel 2009, Presidente Mario Aimi, fu dato un con-tributo alla “Associazione Daniele Chianelli” costituitasi nel 1990 ad opera di un gruppo di genitori che avevano vissuto la sconvolgente esperienza dei propri figli affetti da patologie ematologiche gravis-

Il Presidente Mario Aimi e il dr. Franco Cosmiascoltano con interesse la relazione del dr. Antonio Pierini

Il defibrillatore installato a Castiglion Fiorentino,visibile alle spalle del Vice Sindaco Sergio Fabianelli

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sime. Nell’occasione fu dibattuto il tema “Attualità in Medicina” da parte di numerosi medici intervenuti, fra cui il dr. Marcello Caremani, il dr. Antonio Pierini e la dr.ssa Cecilia Corbacelli, risultandone quanto mai interessante l’approfondimento del complesso rapporto che si instaura fra medico e paziente.

Per quanto concerne il “disagio giovanile”, tema di inesauribile por-tata e dalle mille sfaccettature, personali, familiari e sociali, numerosi eventi sono stati organizzati da questo Lions Club nel corso degli anni.

Ricordo che già nel lontano 1968 l’allora Presidente Eutimio Gallinella dette vita ad un’inchiesta effettuata interpellando tramite questio-nario circa 2000 studenti sull’utilizzo del tempo libero: le molteplici domande andavano a sondare gli ideali di vita, l’atteggiamento di fronte al lavoro, i rapporti con la famiglia, l’interesse per la vita politi-ca ed altro ancora.

La successiva elaborazione statistica ed un Simposio dedicato furo-no curati dal dr. Marcello Conti, Direttore dell’Ufficio Personale della Lebole che trattò il tema “I giovani e il mondo del lavoro”; dal prof. Stelvio Dal Piaz, Ordinario di Educazione Fisica e membro del Centro

Emilio Poccetti consegna la Campana di Presidente ad un giovane Eutimio Gallinella

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Nazionale per l’Educazione Fisica e Sportiva con il tema “ I giovani e lo sport; dal prof. Spartaco Lucarini, Presidente dell’Associazione Genitori che trattò “I giovani e la Famiglia”; dal prof. Alfredo Moneti, Ordinario di Storia e Filosofia al Liceo Petrarca con il tema “I giovani e la Scuola”; il prof. Remo Ricci, Ordinario di Filosofia presso l’Univer-sità di Firenze con “I giovani e le Associazioni giovanili”; il dr. Renato Zaccaria, Docente presso la Cattedra di Psicologia dell’età evolutiva della Università di Perugia con la trattazione degli “Aspetti psicologici del problema”.

Moderatore d’eccezione Corrado Pavolini, scrittore e regista di fama, nonché socio del Club.

Anche nel 1973, con la presidenza di Celestino Bruschetti, fu affron-tato un altro aspetto del disagio giovanile con un convegno intitola-to: “Il fenomeno della violenza: responsabilità dei genitori? Educatori e Governanti nel conflitto fra Autorità e Libertà”. Argomenti tosti e premonitori, trattati in largo anticipo ma con grande lungimiranza dall’avv. Giuseppe Taranto.

Nel 1976 il tema della droga fu ripreso dal Presidente Giulio Grifoni, coadiuvato dall’intuito e intraprendenza di Eutimio Gallinella e Walter Fabiani, con un convegno dal titolo “ La diffusione della droga fra i giovani”, cui parteciparono il dr. Francesco Padoin, Procuratore della Repubblica di Firenze, il prof. Francesco Mari, Docente di Chimica e Tossicologia dell’Università di Firenze, l’avv. Paolo Luciani del Foro di Arezzo, la dr.ssa Elisabetta Bertoli, Responsabile del Laboratorio

Il Presidente Giulio Grifoni in un momento del convegno sulla droga

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Antidoping del SMSI di Firenze, il dr. Mario Picchi, Direttore del Centro Prevenzione Droga di Roma e la dr.ssa Luciana Gasbarre, Provveditore agli Studi di Arezzo.

Anche questo fu un evento corposo e denso di contenuti, partecipato da un folto pubblico e anticipatore di drammi che in un futuro prossi-mo si sarebbero manifestati in tutta la loro tragicità anche nel nostro territorio.

Proprio per l’abnegazione che molti presidenti avevano profuso trat-tando ripetutamente i fattori di disagio giovanile, primo fra tutti Eutimio Gallinella, fu istituito nel 1997 ad opera del Presidente Pietro Becattini il “Premio Eutimio Gallinella” consistente in una borsa di studio di Lire 2.500.000 da devolvere allo studente che avesse svolto il miglior ela-borato in tema di droga e mondo giovanile e riservato a tutti i giovani LEO d’Italia.

La questione giovanile fu anche trattata dal Presidente Lisimaco Vegni nel 1991 attraverso un convegno-dibattito avente per tema “Lo sport e i giovani”. Sotto gli auspici di Roberto Menchetti, Assessore allo Sport del Comune di Foiano, tennero due ampie relazioni il dr. Fino Fini, Direttore del Centro Tecnico di Coverciano e il dr. Fausto Cerini, Vice Presidente dell’Associazione Medici Sportivi della Provincia di Arezzo, che approfondirono i ruoli rivestiti da Figc, Coni, Scuola ed Enti Locali nell’avviamento alle attività sportive e al ruolo positivo che le stesse potrebbero e dovrebbero essere in grado di svolgere.

Molto più recente, anno 2012, con la presidenza Mario Parigi, il pro-getto “Icaro Boninsegni” teso a sensibilizzare i giovani su un problema davvero attuale, quello delle “stragi del sabato sera”, causato da abu-so di alcool e droghe e rivolto ai giovani delle Scuole Superiori. Sono intervenuti la Dirigente Scolastica dr. Laura Giannini, il nostro socio Mario Aimi in qualità di Delegato di Zona, il Vice Questore Aggiunto dr. Alessandro Rossi, Comandante della Polizia Stradale di Arezzo che, coadiuvato dal Sostituto Commissario Sandro Pericoli e dall’Ispetto-re Capo Enzo Nocerino, ha trattato tematiche relative alle norme più importanti del Codice Stradale oltre a prevenzione e comportamenti corretti in caso di sinistri. Numerosi e attenti gli studenti intervenuti.

Sempre rivolto al mondo giovanile un convegno, anch’esso premo-nitore di futuri e tragici disagi, organizzato nel 2002 dal Presidente

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Corrado Catani, in cui si parlò di: “I giovani e il lavoro che cambia. Quale futuro?”. Il convegno, animato dalla partecipazione di impor-tanti esponenti del mondo dell’Industria, delle Istituzioni, dell’Università faceva emergere già allora le problematiche prospettive occupa-zionali nonché l’esigenza di elevare il livello professionale, adattan-dolo sempre più ai mutamenti del mondo lavorativo. Moderatore e fine tessitore Mario Bernardini, Responsabile dell’Area Formazione di Confindustria di Arezzo; hanno portato il loro contributo la prof. Grazia Sestini, allora Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il prof. Paolo Fanfani, Docente di Diritto del Lavoro presso l’ Università di Firenze, il prof. Angelo Riccaboni, Pro-Rettore dell’Universi-tà di Siena, il dr. Pietro Faralli, Presidente della Camera di Commercio di Arezzo e il Sig. Giovanni Basagni, Vice Presidente dell’Associazione Industriali di Arezzo, recentemente nominato Cavaliere del Lavoro.

Con la presidenza di Gaetano Papponi, nel 2003, si tenne nelle sale della Misericordia di Castiglion Fiorentino un affollato convegno in tema di “Reati Informatici” che già da alcuni anni si erano manifesta-ti nella loro pericolosità verso il mondo giovanile e quello dei minori in particolare. L’intervento di qualificati rappresentanti del Corpo dei

Da sin: il Presidente Corrado Catani, il dr. Pietro Faralli e l’On. Grazia Sestini in un momento dell’affollato convegno

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Carabinieri, specializzati in questo tipo di contrasto e di una sociolo-ga dell’Università “La Sapienza” di Roma portarono alla conoscenza degli intervenuti, autorità, genitori e giovani, le reali dimensioni del problema e i possibili comportamenti che ciascuno doveva adotta-re per difendersi.

Lo stesso problema si è fatto oggi ancora più grave e pressante, tanto da stimolare il Presidente Torquato Tenani ad affrontarlo nuovamente nel 2013 coinvolgendovi anche il Rotary Club Cortona Valdichiana, ma questa volta con un taglio esclusivamente rivolto alle giovani e giovanissime generazioni che affollavano in numero di diverse centi-naia il già capiente Auditorium di S. Agostino in Cortona.

Ad ognuno dei giovani partecipanti, in accordo con i Dirigenti Scolastici, è stato consegnato un attestato di partecipazione valido ai fini dei curricula formativi degli studenti.

La tavola rotonda, dal titolo “Stalking e Cyber-bullismo: Reati da cui difendersi”, grazie ai mezzi tecnologici presenti e alla disponibilità dei ragazzi, è stata costantemente contrassegnata sia da una grande interattività fra relatori e intervenuti, che da un’ approfondita discus-sione del complesso problema, tanto che a cura di questo Lions Club e del Rotary Club Cortona Valdichiana sono pubblicati gli Atti in formato cartaceo e digitale, che saranno messi gratuitamente a disposizione di studenti e docenti interessati.

La dr.ssa Francesca Lauria mentre risponde alle numerose domande dei ragazzi

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Protagonisti del convegno-tavola rotonda: il dr. Andrea Vignini, Sindaco di Cortona, il dr. Sebastiano Maieli, Comandante della Compagnia Carabinieri di Cortona, il dr. Paolo Terracciano, Vice Questore della Polizia di Stato, il dr. Marco Marcellini, Consulente del Tribunale di Arezzo per i reati informatici, il dr. Giovanni Salerno, Responsabile Nazionale Educazione di “Telefono Azzurro”, la dr.ssa Francesca Lauria, Responsabile Raggruppamento Analisi Criminologiche dell’Arma dei Carabinieri (RACIS) di Roma.

L’Auditorium di S.Agostino al gran completo

Da sin: il dr. Marco Marcellini, il Presidente del Lions Club Torquato Tenani, il dr. Paolo Terracciano, il Presidente del Rotary Giacinto Zito

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CONCLUSIONIMario Parigi

Sono davvero orgoglioso di vedere stampato in questa pregevole pubblicazione il mio nome vicino a quello di soci che hanno fatto la storia del lionismo cortonese e, soprattutto, che hanno scelto come bussola della propria esistenza il Lions Club International.

Non può sfuggire al lettore, anche distratto, l’enorme numero di attivi-tà e iniziative portate avanti dai nostri predecessori in questi cinquant’ anni, progetti ed eventi che hanno spaziato in tutti i campi, con una particolare attenzione all’impegno sociale, senza però tralasciare economia, cultura, medicina, ambiente, territorio, musica, ecc.

Tutto ciò, dunque, dimostra lo spessore della personalità dei tanti soci della Valdichiana, che non sono rimasti chiusi in ambiti locali, ma che hanno affrontato con coraggio e laicità temi scottanti che potevano trascinare il nostro Club in pericolose dispute politiche o addirittura partitiche. Niente di tutto questo, il Lions Club International è sopra le parti e questa connotazione, che va salvaguardata ogni giorno, ci accomuna ai soci di tutto il mondo, dandoci quella dimensione inter-nazionale e, più in generale, quella visione globale che spesso a noi italiani è mancata, limitando e impedendo l’affermazione della nostra leadership fra i grandi.

Non mancano punti di criticità, sarebbe da ipocriti fare finta che tutto vada bene e non è sufficiente criticare (sport in cui noi italiani domi-niamo incontrastati), ma è necessario valutare con attenzione e con educazione esporre le proprie idee, cercando di portare avanti quel cambiamento necessario per adeguarsi ai tempi che corrono a velo-cità vertiginosa.

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Quindi, non me ne vogliano i soci più ossequiosi della forma, ma sarebbe un atto di coraggio cominciare a ripensare le varie liturgie asfittiche che fanno da incipit ad ogni nostra iniziativa, sia pubblica che espressamente lionistica, proprio perché ormai sono diventate liturgie e in quanto tali svuotate in parte degli originali significati. Il cerimoniale è importante perché dà forma alla sostanza, ma insistere non giova a nessuno.

Ma torniamo alla nostra importante ricorrenza; sono davvero tanti cin-quanta anni: quanti volti, quante emozioni. Questo libro è un fedele specchio dell’evoluzione della nostra società a cavallo fra due secoli. Come un caleidoscopio vedo meetings, ospiti, personaggi illustri e altri dimenticati, soci con i propri familiari e amici che ci hanno lascia-to. Un viaggio affascinante, che il Presidente ha saputo rendere inte-ressante grazie all’aiuto di Mario Bernardini, Paolo Bruschetti, Fabiano di Banella e Alessandro Venturi, una corsa lunga cinquant’anni in cui Torquato ha messo tutto sé stesso, con grazia, educazione, acutezza e, soprattutto, con la grande passione che profonde in tutto quello che fa e dice.

Essere Lions è anche una scelta di vita, è condivisione, amicizia, rispet-to e tolleranza, doti non comuni che i soci del Lions Club Cortona Valdichiana Host hanno portato avanti per mezzo secolo e che noi siamo chiamati a confermare negli anni che verranno.

CONCLUSIONI

Mario Parigi

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Finito di stampare: aprile 2014

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