un progetto di partecipazione attiva per il futuro dell’ateneo · volto a favorire la...

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1 “UNICAL BENE COMUNE” Un Progetto di partecipazione attiva per il futuro dell’Ateneo PROGRAMMA DEL PROF. MARCELLO MAGGIOLINI CANDIDATO A RETTORE DELL’UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA PER IL SESSENNIO 2013-2019 I - LE RAGIONI DI UNA SCELTA II - LA STRATEGIA PER LO SVILUPPO DELL’ATENEO: 1. Gli Studenti 2. La Didattica 3. La Ricerca ed il Trasferimento di Conoscenze 4. Il Campus 5. Il Rapporto con il Territorio e le Istituzioni III - GOVERNANCE, ORGANIZZAZIONE E RISORSE 1. Un nuovo metodo di governo 2. La governance e l’organizzazione 3. Le risorse umane: a) i professori ed i ricercatori b) il personale tecnico-amministrativo 4. Le risorse infrastrutturali 5. Priorità nelle politiche di Bilancio IV - NOTE CONCLUSIVE V - CURRICULUM VITAE SINTETICO

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“UNICAL BENE COMUNE”

Un Progetto di partecipazione attiva per il futuro dell’Ateneo

PROGRAMMA DEL PROF. MARCELLO MAGGIOLINI

CANDIDATO A RETTORE

DELL’UNIVERSITA’ DELLA CALABRIA

PER IL SESSENNIO 2013-2019

I - LE RAGIONI DI UNA SCELTA

II - LA STRATEGIA PER LO SVILUPPO DELL’ATENEO:

1. Gli Studenti

2. La Didattica

3. La Ricerca ed il Trasferimento di Conoscenze

4. Il Campus

5. Il Rapporto con il Territorio e le Istituzioni

III - GOVERNANCE, ORGANIZZAZIONE E RISORSE

1. Un nuovo metodo di governo

2. La governance e l’organizzazione

3. Le risorse umane:

a) i professori ed i ricercatori

b) il personale tecnico-amministrativo

4. Le risorse infrastrutturali

5. Priorità nelle politiche di Bilancio

IV - NOTE CONCLUSIVE

V - CURRICULUM VITAE SINTETICO

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I-LE RAGIONI DI UNA SCELTA

Care colleghe e cari colleghi, amiche e amici del PTA, cari studenti,

mi candido a Rettore del nostro Ateneo proponendo a tutti voi un progetto di

rinnovamento, che consenta di costruire una nuova Università basata sulla partecipazione

attiva e sul merito, sulla trasparenza e la condivisione, per realizzare compiutamente la

grande funzione sociale affidataci e percepire da parte di tutti l’orgoglio di essere membri

della nostra comunità universitaria.

L’Università della Calabria, come gli altri Atenei italiani, sta attraversando un delicato

momento di transizione dettato dalla necessità di adeguare la governance interna ai sensi della

legge 240/2010. A ciò si aggiunge la drastica riduzione dei finanziamenti ministeriali che

condiziona la tenuta del sistema universitario, limitandone fortemente le possibilità di sviluppo

anche attraverso il blocco quasi completo del turn-over del personale docente e tecnico-

amministrativo. Al conseguente rischio di marginalizzazione bisogna contrapporre il coraggio

di rilanciare il ruolo culturale e sociale di un grande Ateneo del sud, quale l’Università della

Calabria. Occorre riscoprire il senso di appartenenza a tale grande istituzione con una forte

mobilitazione di energie intellettuali e un rinnovato impegno collettivo, plurale, unitario. La nostra

Regione è aggredita da problemi sociali drammatici non più eludibili che devono spingere la classe

accademica verso scelte e comportamenti coraggiosi in grado di contribuire allo sviluppo civile ed

economico della Calabria. L’Università deve diventare soggetto sociale di dinamiche virtuose per il

territorio calabrese su cui preme fortemente l’emergenza mafiosa, che contribuisce a lacerare il già

fragile tessuto produttivo della Regione e a compromettere la qualità della nostra democrazia.

E’ dunque prioritario avviarsi verso una nuova fase caratterizzata da uno sforzo

straordinario teso a creare un modello innovativo che garantisca alle nuove generazioni la

possibilità di inserimento nei ruoli universitari e il giusto riconoscimento di progressione di

carriera a coloro i quali hanno concorso in tutti questi anni all’affermazione dell’UniCal nel

panorama nazionale ed internazionale. Ciò potrà consentire ai giovani calabresi di continuare ad

usufruire sul territorio regionale di una Università di prestigio che sia in grado di condurre una

ricerca di ottimo livello ed erogare una didattica che consenta il conseguimento di un’alta

formazione adeguata alle sfide competitive del mondo del lavoro.

Propongo dunque la mia candidatura a Rettore dell'Università della Calabria,

coerentemente all’impegno di servizio profuso in tutti questi anni per il Bene Comune

dell’Ateneo e sulla base della credibilità acquisita con un metodo di lavoro costantemente

volto a favorire la partecipazione, il confronto e la condivisione delle scelte effettuate. I positivi

riscontri ottenuti e le sollecitazioni di tanti colleghi, mi hanno indotto a credere che una nuova

generazione di docenti, in schietto dialogo con le generazioni che precedono e che hanno reso

grande il nostro Ateneo, abituate al confronto paritario con tutte le componenti dell'Università,

possa assumere una responsabilità diretta e plurale per garantire l’ulteriore sviluppo dell'Ateneo e

dell’intero territorio regionale. Per l' Università della Calabria, a oltre 40 anni dalla sua istituzione,

può considerarsi conclusa una prima positiva fase caratterizzata da una crescita culturale e di

formazione di una classe dirigente che si è ormai affermata non solo a livello regionale ma anche

nazionale. Oggi è forte l'esigenza di aprire una nuova fase che veda rafforzare il ruolo istituzionale

dell'Università della Calabria nel contesto del sistema universitario calabrese, a vantaggio delle

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nuove generazioni che oggi più che mai necessitano di risposte adeguate alle problematiche che la

crisi nazionale ed internazionale hanno reso drammatiche. In tale contesto, fondamentale è il ruolo

che dovrà sempre di più esercitare il nostro Ateneo nell’ambito della propria mission: garantire

una didattica di qualità e una ricerca competitiva associate a nuovi modelli di trasferimento

delle conoscenze, quale doveroso contributo alle esigenze di sviluppo del territorio calabrese e

dell’intero Paese. Ritengo che per il raggiungimento di tali obiettivi sarà necessario mettere in atto

un grande sforzo comune nel considerare gli interessi generali dell’Ateneo come fondamentali

rispetto alle posizioni, ancorché legittime e motivate, ma di parte. Inoltre, sarà essenziale sostituire

al modello centralista-burocratico dettato dall’applicazione della legge 240/2010 il massimo

decentramento di compiti e funzioni ai dipartimenti compatibilmente con le normative

vigenti.

Sebbene la situazione attuale sia caratterizzata da una grave crisi di sottofinanziamento del

sistema universitario e, in particolare, dell’Università della Calabria, la nostra capacità di fare

sistema può invertire la prospettiva riservandoci al contrario un’ulteriore fase di sostanziale crescita,

poiché un nuovo regionalismo europeo qualificherà il prossimo ciclo di programmazione

comunitaria (2014/2020) che quasi coincide con il mandato rettorale (2013-2019). Ritengo che

questa grande opportunità richieda politiche e scelte adeguate che curerò in maniera particolare per

assicurare al nostro Ateneo le risorse necessarie ad un ulteriore fase di crescita in grado di

rispondere alle tante attese interne e del territorio.

Se mi darete la vostra fiducia, il mio impegno sarà esclusivamente di servizio, come lo è

stato fino ad oggi negli organi istituzionali dell’Ateneo, di cui ho avuto l’onore di far parte.

Sono fermamente convinto che non esistono grandi progetti che possano essere affidati alle

motivazioni e alle energie di una sola persona. Tantomeno ritengo che il rinnovamento di cui

abbiamo estremo bisogno sia conciliabile con forme ormai desuete di esercizio del potere. Penso

invece che sia necessario il massimo rigore non solo nel rappresentare e difendere le ragioni

della missione fondamentale di una grande istituzione pubblica come l’Università della

Calabria, ma anche nella tutela della sua indipendenza ed autonomia rispetto a qualsiasi

forma di potere ed interesse esterno.

Il programma che intendo presentare, aperto ad ogni ulteriore forma di riflessione e indirizzo

strategico che ne consenta una migliore applicazione, intende affrontare le questioni rilevanti ed

ampiamente conosciute della vita della nostra comunità. Su tale programma, chiedo la vostra

fiducia a Rettore dell’Università della Calabria.

II - LA STRATEGIA PER LO SVILUPPO DELL’ATENEO

Punto di forza della strategia di sviluppo dell’Ateneo dovrà essere il rafforzamento della

pluralità dei saperi che oggi lo caratterizza. Obiettivo prioritario sarà dunque quello di

realizzare ogni scelta tesa ad innalzare ulteriormente la qualità di tutte le tipologie di attività

didattiche e di ricerca, oggi verificabile anche attraverso i processi di valutazione e

accreditamento. Ciò consentirà di migliorare la posizione del nostro Ateneo nel sistema

universitario nazionale, garantendo da una parte un maggior peso nell’attribuzione del Fondo di

Finanziamento Ordinario da parte del MIUR e scongiurando dall’altra il grave rischio di una

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progressiva marginalizzazione. Tale obiettivo dovrà essere perseguito tenendo al centro di ogni

programmazione il miglioramento della qualità del servizio offerto agli studenti, rendendoli

sempre più partecipi della vita e del governo dell’Università, ed offrendo loro una

un’esperienza complessiva di socializzazione e di formazione civile oltre che culturale.

Sarà altresì fondamentale realizzare adeguate politiche volte ad incentivare ulteriormente

il processo di internazionalizzazione sia nell’ambito delle attività formative che di ricerca, anche

ottimizzando le grandi possibilità offerte dal Campus, che dovrà essere destinatario di una

attenzione particolare per garantire la sua centralità nell’ambito delle attività complessive

dell’Ateneo e per garantire la fruizione dei servizi disponibili al più elevato standard di qualità

possibile. In particolare, il ruolo del Campus dovrà essere fondamentale per contribuire, insieme a

varie iniziative formative e scientifiche, a creare un network culturale con i Paesi emergenti e in

crescita del Mediterraneo e dell’Est europeo, al fine di utilizzare al meglio il posizionamento

geo-politico della nostra Regione e dell’Ateneo.

L’impegno per lo sviluppo della nostra Università sarà caratterizzato da una strategia tesa a

creare un’azione di sistema per essere in grado di intercettare quante più risorse possibili dalla

nuova programmazione comunitaria “Horizon 2020” che, attraverso una nuova forma di

regionalismo europeo, potrà consentire l’acceso ad una enorme quantità di risorse, infatti solo per

l’Italia saranno disponibili 3,5 miliardi di euro/anno dal 2014 al 2020. Poiché l’accesso a tali risorse

avverrà esclusivamente su base competitiva, è necessario mettere in campo una task-force che

crei le condizioni affinché tutte le Aree e tutti i gruppi di lavoro dell’Ateneo abbiano la

possibilità di proporre progettualità vincenti ed in grado dunque di assicurare ingenti risorse da

utilizzare nell’ambito delle attività di ricerca e per l’investimento sulle risorse umane coinvolte

nella realizzazione di tali progetti.

In tale contesto, ritengo che tra le politiche prioritarie particolare attenzione deve essere

rivolta alle strategie inerenti la possibilità di poter continuare a garantire un numero congruo di

borse di dottorato di ricerca e risorse adeguate a finanziare gli assegni ricerca e i ricercatori a

tempo determinato. Ciò è reso particolarmente urgente per scongiurare il rischio che a più

generazioni di giovani ricercatori sia impedito una adeguata formazione ed il successivo accesso ai

ruoli della ricerca, evento che potrebbe costituire un grave ostacolo nella trasmissione dei saperi con

il risultato di condizionare fortemente le attività dell’Ateneo nei prossimi anni.

Risorse adeguate dovranno essere anche assicurate al sistema bibliotecario di Ateneo per

consentire l’accesso al bene primario che è il sapere universale. Le strategie di sviluppo dell’Ateneo

non potranno prescindere nell’azione di sistema dal coinvolgimento del personale tecnico-

amministrativo che sarà chiamato a contribuire a pieno titolo alla crescita dell’Ateneo, con

importanti ricadute sui livelli di professionalità raggiunti sia nell’ambito amministrativo che

tecnico. Ritengo che tutto ciò possa consentire alla comunità universitaria, ed in particolar

modo agli studenti che si rivolgono all’Università della Calabria con l’attesa di attraversare la

porta del proprio futuro, di guardare avanti con la fiducia di chi ha messo in atto senza

riserve ed in modo intelligente ogni possibile azione volta al successo dell’Ateneo.

Indico di seguito le azioni che ritengo prioritarie nelle varie aree di interesse dell’Ateneo per la

realizzazione di una strategia complessiva di sviluppo.

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1. Gli Studenti

Le attività delle Università devono essere programmate e realizzate tenendo conto della

centralità degli studenti nell’ambito dei progetti formativi. La crisi economica e una miope

politica di definanziamento delle istituzioni universitarie stanno drammaticamente riducendo

l’accesso di tanti giovani all’Università e condizionando fortemente il percorso didattico degli

studenti attualmente iscritti. Chi si candida a guidare un Ateneo deve necessariamente sentirsi

impegnato a costruire un percorso condiviso per un cambiamento radicale delle politiche per

l’Università e la ricerca.

L’Università della Calabria ha registrato nei suoi pochi decenni di vita una crescente domanda

di formazione diventando un importante punto di riferimento per la crescita culturale della società

calabrese. Negli ultimi anni i forti cambiamenti intervenuti nel contesto nazionale ed internazionale

hanno fortemente trasformato le competenze richieste dal mondo del lavoro e dalla società in

generale. Rispetto a tali importanti problematiche, l’Ateneo ha registrato un ritardo nel

contestualizzare l’offerta formativa con conseguenti riflessi sulla sua attrattività, sugli

abbandoni dei corsi di studio e sui ritardi nel conseguimento della laurea, come risulta dalle

classifiche dei Paesi Ocse sul numero dei laureati. Indicherò più avanti alcuni interventi prioritari

che riguardano la didattica, il diritto allo studio, i servizi e la residenzialità. In tale contesto,

sottolineo la necessità di rendere gli studenti sempre più partecipi della vita e del governo

dell’Università, per far sì che l’Ateneo consenta un’esperienza di socializzazione e di

formazione civile oltre che culturale.

In questo quadro dovrà rivestire un ruolo importante il rilancio e la qualificazione del Campus

secondo gli obiettivi indicati nello specifico punto del programma. Di seguito sono indicate alcune

azioni prioritarie:

Rispetto e tutela dell’autonomia delle rappresentanze studentesche, relazioni basate sul

confronto, sull’informazione e sulla preventiva consultazione.

Forte sinergia con le altre Università Calabresi, per verificare quali azioni è possibile

intraprendere con la Regione per migliorare in termini quantitativi e qualitativi i servizi per

il diritto allo studio.

Dematerializzazione dei processi amministrativi per i servizi agli studenti.

Sostegno alle associazioni studentesche nella realizzazione di attività culturali, di servizio

e ricreative, che possano contribuire ad una maggiore socializzazione e qualità della vita nel

Campus.

Sostegno ai servizi garantiti agli studenti diversamente abili, quale elemento

caratterizzante l’UniCal anche nel riconoscimento della dignità umana a prescindere dalle

caratteristiche fisiche e quale momento di incontro e sinergia con le attività del volontariato.

2. La Didattica

Il processo di accreditamento e valutazione (AVA) appena avviato dovrà essere un’opportunità

per realizzare una effettiva valutazione dell’attuale offerta formativa dell’Ateneo, non soltanto per

garantire una corrispondenza ai requisiti previsti dalla normativa ministeriale ma, soprattutto, per

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assicurare una qualità sostanziale della didattica. I Dipartimenti dovranno rivedere e programmare

l’offerta formativa in relazione ad un progetto complessivo di Ateneo, articolato in diversi livelli, al

fine di garantire una maggiore capacità di attrazione degli studenti e un posizionamento

competitivo nell’offerta formativa nazionale che sia sostenibile con le risorse umane e finanziarie

disponibili. A questo riguardo, sarà assicurato un forte impegno affinché nel più breve tempo

possibile sia definita una revisione dei percorsi formativi che tenga anche conto della

programmazione pluriennale del reclutamento del personale docente. Tale processo di

revisione dovrà essere basato non solo su criteri quantitativi ma anche su criteri qualitativi

condivisi. Di seguito sono indicate alcune azioni prioritarie:

Preliminare elaborazione di una analisi di contesto, sulla base dei risultati emersi

dall’indagine effettuata dalla commissione EUA, che fornisca un quadro chiaro dello stato

della didattica erogata dall’ Ateneo in relazione alle richieste del mondo del lavoro e della

società, nonché in relazione all’offerta formativa di altri Atenei. Tale analisi fornirà

importanti informazioni che dovranno costituire la base di ogni scelta programmata dai

Dipartimenti e dagli Organi di Governo sulla revisione dei corsi di studio.

Potenziamento delle attività di Orientamento in ingresso con un progetto complessivo

di iniziative che possa migliorare il raccordo con gli istituti di istruzione secondaria, al

fine di intervenire più efficacemente sia sulle scelte dei corsi di studio che sulle competenze

acquisite negli studi pre-universitari.

Potenziamento delle attività di Orientamento in itinere e in uscita dal percorso di studi

ai fini della riduzione della dispersione studentesca e ai fini del collocamento nel mercato

del lavoro;

Verifica delle cause degli abbandoni e realizzazione in tempi rapidi di attività mirate a

ridurne sostanzialmente la percentuale, con particolare riguardo agli studenti che si

immatricolano in Corsi di Laurea differenti rispetto a quelli indicati in via prioritaria.

Potenziamento delle iniziative di internazionalizzazione come di seguito indicato:

a) incremento di Corsi di Studio con insegnamenti in lingua inglese al fine di attrarre

un maggior numero di studenti stranieri;

b) forme di raccordo con istituzioni scolastiche operanti in Paesi Stranieri (in

particolare dell’area del Mediterraneo e dell’est Europeo), al fine di rendere visibile

ed attrattiva l’offerta formativa dell’Ateneo;

c) ottimizzazione delle attività amministrative al fine di incrementare lo scambio di

studenti ed il coinvolgimento di studiosi stranieri nello svolgimento di attività

didattiche curriculari, compatibilmente con le risorse disponibili;

d) realizzazione di iniziative (es. Summer School) di alta specializzazione in grado di

attrarre studenti e studiosi stranieri.

Il processo di Internazionalizzazione potrà essere utilmente supportato dalla peculiare risorsa

dell’Ateneo costituita dal Centro Residenziale, che conseguentemente beneficerà di una

maggiore richiesta di servizi in particolar modo da utenti stranieri.

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Potenziamento delle iniziative di alta formazione a carattere professionalizzante (es.

scuole di specializzazione, tirocini formativi) e che rispondano a specifiche richieste del

territorio (es. Scuole Superiori e di Alta Formazione).

3. La Ricerca ed il Trasferimento di Conoscenze

Nel nostro Ateneo operano tanti professori e ricercatori di fama nazionale e internazionale. E’

un enorme patrimonio che testimonia la vivacità culturale dell’Ateneo nello scenario globale,

occorre tuttavia raggiungere elevati livelli di performance complessivi attraverso un sostanziale

miglioramento dell’assetto organizzativo, al fine di ottimizzare i risultati e garantire il

raggiungimento dei massimi obiettivi possibili con le risorse umane disponibili. È necessario,

pertanto, realizzare un piano strategico che consenta l’individuazione di linee di intervento

contrassegnate da alcuni obiettivi fondamentali: sviluppare la pluralità dei saperi e delle

conoscenze, promuoverne il loro trasferimento, incentivare la partecipazione a reti nazionali ed

internazionali di ricerca, garantire standard elevati nella formazione alla ricerca per garantire meglio

l’Ateneo nelle competizioni di varia natura sempre di più basate sulla valutazione e sul merito. Di

seguito sono indicate alcune azioni prioritarie:

incentivare la formazione e/o la collaborazione tra gruppi di ricerca anche

multidisciplinari, al fine di creare una massa critica di risorse umane che possa accedere in

maggior misura, attraverso una maggiore competitività a livello nazionale ed internazionale,

all’acquisizione di progetti in grado di intercettare importanti risorse finanziarie, in

particolar modo nell’ambito del nuovo programma europeo “Horizon 2020”, a cui l’Ateneo

dovrà dedicare grande attenzione con la messa a punto di una specifica strategia a cui tutti

dovranno contribuire e da cui tutti dovranno beneficiarne;

creare, anche sulla base delle migliori esperienze internazionali, laboratori di Ateneo al

servizio di tutta la comunità accademica, al fine di rendere condivise attrezzature

particolarmente complesse e costose il cui ampio utilizzo potrà garantire valore aggiunto alla

ricerca e alla collaborazione tra più gruppi di lavoro;

incentivare accordi strategici con altri attori particolarmente attivi nel panorama della

ricerca, in primo luogo con enti di ricerca di prestigio nazionale ed internazionale, ma

anche con aziende coinvolte in processi di ricerca e sviluppo, al fine di aumentare la massa

critica delle risorse umane e strumentali nei vari settori di interesse ed il trasferimento delle

conoscenze. A tal proposito, si sottolinea che la recente normativa sui dottorati apre nuove

prospettive nei rapporti tra Università, Enti di ricerca e aziende, la cui collaborazione potrà

contribuire a raggiungere maggiori traguardi non solo nella formazione dei dottorandi ma

anche nei processi di innovazione, sviluppo del territorio e occupazione di risorse umane

altamente qualificate;

realizzare una periodica (biennale) valutazione interna della ricerca secondo parametri

condivisi e basati su standard internazionali di riferimento, nel rispetto del principio della

pari dignità di tutti i saperi, al fine di poter attribuire le risorse in termini meritocratici e

migliorare la performance della ricerca a livello di Ateneo, di Dipartimento e di singolo

ricercatore. A tal riguardo, entro il 2014 dovrà essere predisposto un sistema di

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monitoraggio ed un archivio pubblico delle pubblicazioni e dei prodotti scientifici che

garantisca all’Ateneo una adeguata visibilità a livello nazionale ed internazionale in

relazione alle attività svolte. Su tale base dovrà essere prodotto un rapporto biennale sullo

stato della ricerca da presentare e discutere in una apposita conferenza di Ateneo sullo stato

e le prospettive della ricerca;

definire in tempi quanto più rapidi criteri condivisi per l’attribuzione di risorse

provenienti da fonti interne e/o esterne da destinare alla creazione di posti di Ricercatore a

tempo determinato. E’ imperativo per il futuro dell’Università garantire su base

meritocratica l’ingresso di giovani al fine di non interrompere ulteriormente la filiera nella

trasmissione dei saperi;

garantire l’impegno finanziario per un numero congruo di borse di dottorato di ricerca

(almeno 30), qualificandone l’attività in riferimento ai requisiti di accreditamento e

valutazione (DM 94/2013), incentivandone l’internazionalizzazione attraverso la

condivisione di attività e studenti a cui poter anche garantire il conseguimento di titoli

congiunti, consentire ai docenti inseriti nei collegi di svolgere attività didattica riconosciuta

nel monte ore complessivo degli obblighi didattici;

definire in tempi quanto più rapidi criteri per l’erogazione di incentivi a progetti

approvati ma non finanziati da fonti esterne su base competitiva e che hanno una ricaduta

positiva sul Fondo di Finanziamento Ordinario, in particolar modo a progetti presentati da

ricercatori;

garantire servizi tecnico-amministrativi a supporto della progettazione e gestione dei

progetti nazionali ed internazionali anche attraverso la formazione di elevate competenze

professionali ed una adeguata organizzazione degli uffici preposti (sia a livello centrale che

di dipartimento), al fine di contribuire efficacemente al successo della complessiva

progettualità dell’Ateneo;

sostenere efficacemente con risorse umane altamente professionalizzate e con adeguate

risorse finanziarie l’attività del Liaison Office di Ateneo, quale centro propulsore del

trasferimento di conoscenze, quale struttura di riferimento per la formazione di una cultura

di impresa e lavoro autonomo da parte dei laureati, quale luogo privilegiato di incontro tra

Università e territorio in tema di innovazione e sviluppo;

incentivare e sostenere lo sviluppo delle attività di poli tecnologici in vari settori di

interesse (materiali, ambiente, salute dell’uomo, agroalimentare) che possano contribuire a

soddisfare particolari esigenze e richieste provenienti dal territorio e garantire alto valore

aggiunto ad attività condotte anche in sinergia con enti ed istituzioni operanti nel contesto

locale, regionale, nazionale ed internazionale;

mettere a punto entro il 2013 una preliminare strategia di Ateneo da aggiornare con

cadenza semestrale sul nuovo programma europeo Horizon 2020, che potrà garantire per

l’Italia circa 3,5 miliardi di euro all’anno dal 2014 al 2020 (1/3 delle risorse sono destinate al

settore “Social Sciences and Humanities”).

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4. Il Campus

Il campus costituisce, insieme alla Didattica, alla Ricerca e al Trasferimento delle Conoscenze,

una delle mission dell’Università della Calabria. L’atto istitutivo dell’Ateneo prevedeva infatti

questa precipua prerogativa: rendere possibile una residenzialità che permettesse di guardare

alle migliori tradizioni internazionali nel supporto e nel completamento dell’esperienza

formativa. Il campus rappresenta dunque non solo un luogo, una infrastruttura, ma piuttosto

un’occasione di interazione positiva tra le varie attività dell’Ateneo. Occorre dunque

considerare che ogni intervento relativo al Campus va condotto insieme a coloro i quali vivono nel

Campus usufruendo dei servizi e delle opportunità da esso offerte. Il Campus deve essere anche

considerato come una esperienza di condivisione che educhi il cittadino-studente alla vita sociale

in un ambito multiculturale scevro di pregiudizi e come occasione di convivenza delle differenze.

Anche sulla base di tali ragioni ritengo opportuno che l’Ateneo continui a ricoprire una

responsabilità diretta nella gestione del Centro Residenziale. Di seguito sono indicati i principali

obiettivi che caratterizzano il progetto di una nuova fase per il Campus:

promuovere iniziative volte a rendere il Campus una città universitaria interamente

vissuta (24 h al giorno e 12 mesi all’anno);

promuovere iniziative volte a rendere il Campus una città “ecosostenibile” che utilizza

energia da fonti rinnovabili e ricicla i suoi rifiuti;

promuovere iniziative volte a rendere il Campus una città sicura;

promuovere iniziative volte a rendere il Campus una città internazionale con la presenza di

almeno 1000 studenti stranieri;

promuovere iniziative volte a creare nel Campus una convivenza che non discrimini l’

identità sessuale, la religione o la razza;

offrire la possibilità agli studenti che vivono nel Centro Residenziale di lavorare per il

Campus nei servizi, come giardinaggio, raccolta differenziata, piccola manutenzione,

accoglienza, mensa, bar, ecc. A tal fine si dovrà ricorrere ad un uso esteso della forma di

collaborazione part-time e la possibilità di formare delle cooperative di lavoro.

promuovere iniziative volte a integrare il Campus con il territorio;

Per perseguire tali obiettivi occorre:

attuare quanto previsto nello Statuto: suddivisione in Quartieri, con la nomina di un

rappresentante di Quartiere; istituire il Comitato Unico di Garanzia, con funzioni di Nucleo

di Valutazione del Centro Residenziale; istituire il Nucleo di Valutazione delle attività del

Campus;

formulare le proposte operative insieme agli stakeholder del Campus, con l’istituzione di

un Tavolo Tecnico (o Consulta di Campus) costituito da: rappresentanti dei residenti nel

Centro Residenziale, degli operatori commerciali, di soggetti impegnati nella realizzazione

di attività culturali, rappresentanti degli Enti Locali, Rappresentanti delle associazioni

studentesche;

dare immediatamente seguito ad alcune azioni:

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a) avviare contatti in particolar modo con i Paesi del Bacino del Mediterraneo e con i Paesi

dell’Est Europeo per realizzare accordi finalizzati all’accoglimento di studenti stranieri

nel Campus (per la posizione geografica della nostra Regione e per la presenza sul nostro

territorio di lavoratori provenienti dai Paesi dell’Est Europeo);

b) inserire le attività delle strutture sportive come parte integrante dell’offerta di servizi

complessivi ai residenti del Campus;

c) valorizzare il polo culturale rappresentato dalle strutture teatrali ed i cinema in via di

completamento per realizzare una vivace vita sociale del Campus;

d) attuare un Piano Commerciale, anche in raccordo con le esigenze del territorio;

e) creazione dell’Housing Office, per l’assegnazione delle residenze agli ospiti e per

l’assistenza nelle fasi successive;

f) produzione di energia elettrica attraverso fonti alternative;

g) istituire un ufficio che canalizzi l’offerta di lavoro proveniente dai residenti in relazione

alla domanda di lavoro del Campus per l’espletamento di alcuni servizi;

h) prevedere nei contratti con le attività commerciali presenti nel Campus delle clausole che

garantiscano un orario di apertura adeguato alle esigenze della comunità residente e che

obblighino i titolari delle stesse attività a richiedere la collaborazione di personale residente

nel Campus;

i) ottimizzare la gestione e fruizione della Foresteria;

j) potenziare il Centro Congressi affinché svolga un ruolo proattivo come centro

organizzatore di congressi durante tutto l’anno (anche nei periodi estivi, per esempio

Summer Schools).

5. Il Rapporto con il territorio e con le Istituzioni

Le Azioni che caratterizzano l’Ateneo devono essere contestualizzate nel Territorio di

riferimento e nella difficile situazione economica del Paese da cui deriva una drastica riduzione

dei trasferimenti dei fondi statali. Ulteriore fattore negativo è rappresentato dalla diminuzione delle

richieste di immatricolazione per effetto del calo demografico, la crescente competitività nazionale

nonché gli elevati costi connessi agli studi universitari. In questo difficile contesto, il nostro

Ateneo non può rinunciare ad essere protagonista di un progetto culturale e politico

finalizzato al cambiamento e alla crescita sociale ed economica del territorio regionale,

confrontandosi con le migliori tradizioni scientifico-didattiche presenti sia a livello nazionale che

internazionale.

Per affrontare e vincere questa sfida occorre realizzare una forte programmazione per offrire

l’accesso agli ambiti formativi che registrano maggiori richieste legate alle opportunità del mondo

del lavoro. Ciò è reso particolarmente stringente per il calo progressivo delle immatricolazioni che

nei prossimi anni condizionerà ancor di più le politiche degli atenei italiani. In tale contesto è

necessario avviare una progettualità condivisa con le Istituzioni Scolastiche del Territorio, che

preveda attività di formazione degli insegnanti e di orientamento degli studenti.

La ricerca di base costituisce il punto di riferimento essenziale e una delle mission fondamentali

dell’università. Tuttavia, il contesto territoriale regionale richiede un forte contributo ai processi di

innovazione connessi al trasferimento dei risultati della ricerca anche attraverso la costituzione

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di partenariati con le imprese e/o la costituzione di spin-off. Esperienze recenti sottolineano come

questo ambito di intervento può valorizzare i nostri laureati facilitandone l’inserimento nel mondo

del lavoro.

A oltre 40 anni dalla sua istituzione, l’Università della Calabria può meritoriamente considerare

conclusa una prima positiva fase caratterizzata da un generoso contributo alla crescita culturale e

sociale del territorio regionale. Oggi è forte l'esigenza di aprire una nuova fase che veda

l’Università della Calabria caratterizzarsi, nel contesto del sistema universitario calabrese, per un

forte impegno volto a contribuire alla soluzione dei problemi del territorio calabrese, in particolar

modo connessi al ritardo nella crescita rispetto alle altre aree del Paese, alla competizione globale,

ai temi occupazionali specialmente dei giovani in possesso di un’alta formazione. A riguardo,

occorrerà dar luogo, in forte sinergia con le Università statali calabresi, a una nuova fase nei

rapporti con la Regione Calabria, allo scopo di realizzare una strategia volta a conseguire

importanti risultati nell’ambito di varie tematiche di comune interesse, alcune indicate di seguito:

sostegno adeguato al diritto allo studio anche attraverso azioni congiunte di

sensibilizzazione e coinvolgimento di soggetti finanziatori privati a integrazione delle

risorse a disposizione della Regione;

realizzazione con il contributo della Regione Calabria di una efficace azione congiunta del

sistema universitario calabrese tendente, nel rispetto delle proprie autonomie istituzionali,

a varie forme di fattiva collaborazione e di integrazione federativa nella programmazione e

razionalizzazione delle offerte didattico-scientifiche rispetto alle esigenze del territorio e

nella elaborazione di progettualità di interesse comune nei servizi agli studenti, al fine di

garantire una formazione plurale ed adeguata alle sfide sia del mercato interno che globale,

con evidenti ricadute sia sulla riduzione dell’emigrazione intellettuale che sullo sviluppo

culturale, sociale ed economico della Calabria.

sviluppo del capitale umano, in particolare per il sostegno al Dottorato di ricerca, alla

formazione post-dottorale (assegni di ricerca e ricercatori a tempo determinato),

all’internazionalizzazione, al placement e all’alto apprendistato, al trasferimento di

conoscenze e all’interconnessione con il sistema produttivo;

Horizon 2020 e nuovo regionalismo europeo, in particolare per quanto concerne la

possibilità di intercettare importanti risorse attraverso la partecipazione congiunta delle

Università calabresi a programmi che prevedano politiche attive nel trasferimento

tecnologico e nella valorizzazione dei risultati della ricerca, con conseguente ricadute

positive sull’innovazione, sullo sviluppo e sull’occupazione.

definizione di un processo volto a realizzare una Biblioteca Unica Regionale con indubbi

vantaggi per le comunità accademiche delle Università calabresi e dello stesso territorio

regionale. A tal riguardo, si sottolinea la grande valenza sociale che la partecipazione attiva

della Regione Calabria potrebbe garantire a questo progetto, rendendo possibile l’accesso

non solo ad Enti ed Istituzioni locali ma anche a tutti i cittadini interessati.

Per quanto riguarda il rapporto con Istituzioni a carattere nazionale ed in particolare con il

MIUR, si sottolinea la necessità inderogabile di operare in sinergia con altri Atenei al fine di

raggiungere alcuni obiettivi fondamentali per poter continuare a svolgere le attività formative e

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scientifiche. Appare evidente, ad esempio, come il sottofinanziamento del sistema universitario

nazionale abbia prodotto un forte ridimensionamento delle risorse umane con gravi ripercussioni

sulla realizzazione dei programmi dei prossimi anni. A ciò si aggiunge il sostanziale blocco del

turn-over anche a causa della programmazione degli accessi in riferimento ai punti organico.

L’impegno che anticipo è quello di realizzare una forte pressione sul MIUR in collaborazione con

altri Atenei, al fine di rimuovere il condizionamento legato ai punti organico che limita fortemente

l’autonomia universitaria laddove opportune economie di bilancio potrebbero consentire

l’immissione in ruoli superiori di professori e ricercatori in possesso di idoneità nazionale nonché la

progressione di carriera del PTA e la stabilizzazione di giovani precari. Su questa e altre questioni

importanti occorrerà avviare un confronto con la CRUI quale organo interlocutorio del Ministero

che negli ultimi anni non è riuscito ad impedire scelte particolarmente negative per gli Atenei del

Meridione. Sarà altresì importante stabilire un confronto con il CUN, organo istituzionalmente

deputato a rappresentare le esigenze delle Università e che recentemente ha condotto una serie di

iniziative a tutela degli Atenei Italiani.

III - GOVERNANCE, ORGANIZZAZIONE E RISORSE UMANE

Una strategia di sviluppo dell’Ateneo non può essere realizzata senza il coinvolgimento

e la partecipazione attiva dei Professori e dei ricercatori, del personale tecnico-amministrativo

e degli studenti, attraverso la concertazione come metodo di lavoro nella ricerca di soluzioni

adeguate e condivise ai complessi problemi dell’Ateneo. Ritengo inoltre prioritario che l’assetto

istituzionale dell’Ateneo deve assicurare la centralità dei Dipartimenti e il necessario equilibrio

nei rapporti tra gli Organi di Governo, in particolar modo tra Senato Accademico e Consiglio

di Amministrazione. E’ assolutamente necessario disporre di una organizzazione amministrativa

competente, efficace ed efficiente, a supporto delle attività di didattica e ricerca. Il nostro Ateneo

vive sulla base della centralità del lavoro realizzato da tutte le persone che operano al suo interno, è

doveroso rivolgere loro la massima attenzione in particolar modo in riferimento alla valorizzazione

e alla crescita professionale di ciascuno nel rispetto della dignità di ogni singola persona e del

lavoro svolto. Di seguito sono indicate alcune proposte operative per la realizzazione dei suddetti

obiettivi:

1. Un Nuovo Metodo di Governo

Ritengo che l’Università della Calabria debba caratterizzarsi per la qualità del proprio processo

decisionale e per un metodo di governo basato sul primato delle regole, esplicite e chiare e sulla

condivisione delle scelte strategiche. Il mio sarà un nuovo metodo di governo ancorato ai

seguenti cardini fondamentali: trasparenza e legalità, condivisione, programmazione,

valutazione ed autovalutazione.

Trasparenza e Legalità

È necessario garantire il diritto alla piena informazione sulle decisioni che gli organi di

governo dell’Ateneo (sia quelli centrali che quelli periferici) sono chiamati ad assumere con un

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preventivo confronto con i soggetti interessati alle singole problematiche. Dovrà dunque essere

assicurata la più ampia comunicazione all’interno e all’esterno dell’Ateneo. Tra le proposte

concrete per attuare questo punto propongo la redazione di un Bilancio Partecipato con occasioni

pubbliche di confronto con il Corpo Accademico prima dell’approvazione del Bilancio Preventivo

da parte del CdA, e nell’occasione della redazione del bilancio consuntivo in modo da rendere

partecipato anche tale importante atto amministrativo. La trasparenza sarà la garanzia per tutti, al

fine di creare un ambiente che favorisca la piena legalità degli atti amministrativi nei confronti degli

studenti, del personale e delle ditte che forniscono servizi all’Ateneo. Attenzione particolare dovrà,

infine, essere riservata alla piena attuazione dei princìpi chiave del codice etico dell’Ateneo per

evitare nella gestione dei processi amministrativi condotte distorsive e lesive dell’immagine

dell’Università.

Condivisione

Un governo democratico dell’Ateneo richiede il rispetto dei ruoli e dell’autonomia dei diversi

livelli istituzionali, senza prevaricazione di competenze. Questo deve particolarmente valere nei

rapporti tra il Rettore, gli organi di governo centrali ed i Dipartimenti. Il rispetto dell’autonomia dei

ruoli deve contrassegnare inoltre i rapporti tra il Rettore e le rappresentanze e le istanze associative

del personale e degli studenti. La Partecipazione, la concertazione e le pari dignità tra le varie

componenti sarà uno dei tratti distintivi del modello di governance proposto.

Programmazione

Le scelte dell’Ateneo, in particolare quelle di valenza strategica, di competenza sia degli organi

di governo centrali sia dei Dipartimenti, dovranno essere basate su una logica di

programmazione che coniughi una adeguata base conoscitiva e informativa, la determinazione di

obiettivi e priorità chiari, l’individuazione, su base pluriennale, delle azioni da realizzare per

raggiungere gli obiettivi e la verifica dei risultati. Nell’ambito di una logica di programmazione,

spetterà, inoltre, agli organi di governo centrali indicare gli obiettivi strategici e attribuire le risorse

ai Dipartimenti, che, nella loro autonomia, dovranno poter sviluppare una propria programmazione,

coerente con gli obiettivi indicati dall’Ateneo.

Valutazione ed Autovalutazione

Sulla base di criteri coerenti con gli obiettivi strategici, la valutazione esterna e

l’autovalutazione dovranno guidare le scelte prioritarie dell’Ateneo (allocazione di risorse,

reclutamento e progressioni di carriera, offerta formativa, ecc.). È necessario, pertanto, realizzare

un sistema di autovalutazione ampiamente condiviso che sappia cogliere la multidimensionalità e le

differenze che esistono nelle attività che si realizzano al nostro interno. Dunque un sistema di

autovalutazione delle attività Dipartimentali e dei professori e ricercatori, affiancata alla valutazione

periodica dei Dirigenti e delle attività delle strutture di loro riferimento. Anche il Rettore ed i suoi

delegati dovranno presentare le attività svolte attraverso un report annuale.

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2. La Governance e l’organizzazione

Un metodo di governo basato su trasparenza e legalità, condivisione, programmazione,

valutazione ed autovalutazione richiede una equilibrata distribuzione dei poteri di governo

dell’Ateneo, attenta, in particolare, a garantire la massima autonomia dei Dipartimenti

compatibile con le normative vigenti, al fine di promuovere una reale strategia di sviluppo e

responsabilità. Il mio impegno sarà volto a realizzare un sistema di governo dell’Ateneo

caratterizzato dai seguenti elementi:

revisione dello statuto e dei regolamenti al fine di individuare soluzioni quanto più

condivise alle problematiche sorte sia in fase di approvazione che in fase di prima

applicazione di tali importanti strumenti per la vita dell’Ateneo;

possibilità di partecipazione delle varie componenti della comunità accademica ai

diversi organi di governo e ad assumere deleghe del rettore nell’ambito di settori specifici;

autonomia dei dipartimenti nella programmazione della loro attività didattica e

scientifica, nonché del reclutamento, esercitata nel rispetto di linee strategiche pluriennali

e criteri definiti dal consiglio di amministrazione e dal Senato Accademico. Le scelte dei

dipartimenti saranno valutate ex-ante in riferimento alla loro compatibilità con gli indirizzi

strategici di Ateneo, mentre saranno verificati ex-post i risultati ottenuti, con la

determinazione di conseguenze sulle ulteriori risorse da attribuire;

autonomia dei Dipartimenti nella gestione di alcuni servizi (es. pulizie, manutenzione

ordinaria, ecc.) con il trasferimento di adeguate risorse;

processo di valutazione ispirato ai principi dell’indipendenza e della trasparenza e

della diffusione dei suoi risultati. Tale processo dovrà tener conto anche dei giudizi degli

studenti.

Con riferimento all’organizzazione amministrativa centrale e periferica, è mia intenzione

promuovere quei cambiamenti che possano garantire un’effettiva autonomia gestionale dei

Dipartimenti e migliorarne significativamente l’efficienza complessiva:

revisione dell’attuale struttura dell’Amministrazione centrale e della sua articolazione

nelle varie aree;

valutazione dei dirigenti delle varie aree basata su criteri trasparenti di produttività;

verifica delle assegnazioni del personale tecnico-amministrativo ai Dipartimenti e alle

altre strutture dell’Ateneo;

costruzione di un sistema di controllo di gestione che consenta un monitoraggio

permanente dell’efficacia e dell’efficienza dell’azione amministrativa.

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3. Le risorse Umane

a) I professori ed i ricercatori

Le persone sono la risorsa fondamentale dell’Università, occorre valorizzarle ed esaltarne

il talento e la capacità di innovazione. Principio fondamentale sarà quello di fornire

opportunità a chi merita. Per quanto riguarda la docenza, ritengo di prioritaria importanza la

situazione dei ricercatori, che rischiano di entrare in una sorta di “binario morto legislativo”

alla luce della legge 240/2010. Esistono infatti legittime preoccupazioni che, in un contesto

aggravato da una sostanziale “inamovibilità” tra i ruoli, le differenze nello stato giuridico si

traducano, impropriamente ma decisamente, in una marginalizzazione del ruolo dei ricercatori,

non coerente con le competenze e i meriti professionali acquisiti in tanti anni di attività. Di

seguito indico alcune proposte operative:

Progressioni di Carriera: L’ateneo dovrà attivarsi per utilizzare in modo appropriato

tutte le risorse reperibili e destinabili alla chiamata degli abilitati (per la prima e la

seconda fascia). Inoltre, occorre riconoscere ai ricercatori la giusta aspirazione ad una

progressione di carriera, senza svilire il ruolo del ricercatore ad un mero parcheggio in attesa

di una promozione. Le chiamate a livello Dipartimentale dovranno avvenire secondo criteri

trasparenti stabiliti dall’Ateneo che tengano conto del merito scientifico, dell’impegno

didattico e del coinvolgimento in attività di servizio degli abilitati.

Attività didattica dei ricercatori: La didattica è compito primario di ogni membro della

comunità accademica. Tuttavia occorre riconoscere a ciascun ruolo la sua vocazione

primaria. Perciò la responsabilità didattica deve seguire una priorità secondo l’ordine:

professori, RTI, RTD. Fermo restando che l’impegno didattico deve prevedere il consenso

dei ricercatori interessati, ritengo che sia interesse dell’Ateneo valorizzare il loro patrimonio

di esperienza e di conoscenza nell’ambito dell’offerta formativa (sia nei corsi di laurea, sia

in quelli di dottorato di ricerca e nelle scuole di specializzazione), garantendo opportunità di

insegnamento che prescindano dalla fascia di appartenenza. L’attribuzione degli

insegnamenti deve quindi avvenire in considerazione delle competenze di ciascuno, al

fine di poter fornire ai nostri studenti una didattica di qualità. L’attività didattica prestata

dai ricercatori dovrà essere retribuita sin dal primo CFU erogato, in misura da

determinarsi compatibilmente con le disponibilità di bilancio e attraverso una consultazione

aperta della categoria.

Supporto all’attività scientifica dei ricercatori: Nell’ambito di un più generale impegno a

sostenere la progettazione scientifica, ritengo fondamentale garantire un principio di pari

opportunità tra le fasce della docenza nell’accesso a ruoli di responsabilità nella

conduzione dei progetti di ricerca, stimolando, in particolare, le iniziative dei giovani

ricercatori, senza dimenticare i RTD, e il loro impegno nella creazione di reti di ricerca

internazionali. Nell’ambito delle opportunità finanziarie che si renderanno disponibili a

livello di Ateneo, si dovranno individuare modalità di finanziamento per la mobilità

internazionale e per garantire ai ricercatori una reale competizione a livello

internazionale nell’intercettazione di fondi. I fondi europei della ricerca, ad esempio,

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privilegiano i ricercatori con alto grado di indipendenza scientifica e la loro capacità di

creare gruppi transnazionali.

Reclutamento straordinario ricercatori. Ritengo che i rettori delle Università italiane

devono chiedere al governo un impegno per attivare le procedure di progressione di carriera

dei ricercatori, superando la logica del turn-over e del blocco di assunzioni.

Rappresentanza negli organi La rappresentanza dei ricercatori negli organi di governo e di

garanzia dell’Ateneo deve essere un impegno costante del Rettore. Una attenta valutazione

ed un serrato confronto della comunità accademica devono essere riservati alla metodologia

da seguire per l’individuazione dei componenti del CdA. Occorre in ogni caso esplicitare in

modo chiaro i criteri che saranno utilizzati per la scelta dei membri del CdA, che tengano

conto effettivo del merito e della professionalità dei candidati rispetto agli obiettivi a cui

devono mirare le determinazioni del CdA.

b) il personale tecnico-amministrativo

La sfida che dobbiamo affrontare, nei prossimi sei anni, è quella di realizzare

un’amministrazione che sia in grado di offrire servizi di qualità per la ricerca e per la

didattica. Occorre dunque promuovere una nuova fase caratterizzata dalla pari dignità dei ruoli e

dalla realizzazione di processi di formazione e qualificazione professionale, nonché di

incentivazione e riconoscimento delle competenze professionali acquisite. In particolare si dovrà

tenere conto dei seguenti aspetti:

Ruolo ed organizzazione del lavoro

Relazioni sindacali basate sul confronto, sul dialogo e sulla collaborazione, nel rispetto

reciproco dell’autonomia dei rispettivi ruoli;

Riconoscimento paritario dei ruoli e delle prerogative del PTA;

Analisi ed eventuale riorganizzazione del P.T.A. all’interno dei Dipartimenti, delle altre

Strutture dell’Ateneo e del Centro Residenziale. Particolare attenzione sarà dedicata alla

valorizzazione delle professionalità acquisite e alla distribuzione dei carichi di lavoro.

Contrattazione, incentivazione e sviluppo

Censimento delle competenze presenti in Ateneo, anche al fine di predisporre un piano di

formazione che, oltre a prevedere lo sviluppo di competenze comuni tra le diverse aree e le

strutture dell’amministrazione, consenta di poter intervenire puntualmente sulle necessità di

sviluppo delle competenze individuali;

Regolarità e tempestività della contrattazione integrativa;

Programmazione pluriennale delle progressioni orizzontali e verticali, coerente con i

processi di crescita professionale del personale.

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Formazione

Promozione di un Piano di Formazione permanente del PTA che consenta al personale di

gestire le nuove procedure didattiche e finanziarie potenziando le singole professionalità. Il

nuovo piano formativo dovrà prevedere corsi che consentano l’acquisizione di crediti

formativi previo esito positivo e una programmazione della distribuzione delle risorse che

consenta la partecipazione al personale di tutte le Strutture.

Stabilizzazione del personale a tempo determinato

Proseguire e completare il processo di stabilizzazione dei precari nei ruoli a tempo

indeterminato dell’Ateneo.

Personale area tecnico-scientifica a supporto dei grandi laboratori

Individuazione delle esigenze di personale dell’area tecnico-scientifica a supporto dei grandi

laboratori di dipartimento e di Ateneo, considerato che la quasi totalità di tali unità di

personale precedentemente afferente ai suddetti laboratori è in quiescenza.

4. Le Risorse Infrastrutturali

L’Unical dispone oggi di un rilevante patrimonio di infrastrutture dedicate alla didattica ed

alla ricerca (aule, biblioteche, laboratori) ed ai Servizi Residenziali. Nei prossimi anni occorrerà

destinare una adeguata quota annua di spese correnti per la manutenzione di queste infrastrutture. Il

completamento complessivo del Progetto del Campus che avverrà con la consegna delle nuove

strutture residenziali, determinerà l’acquisizione di tutti gli elementi per approntare una analisi

prospettica che tenga conto dei costi di gestione, delle richieste di utilizzo da parte degli studenti

calabresi e stranieri, della possibile valorizzazione di tutte le strutture edilizie anche attraverso un

piano commerciale dell’area universitaria. Sono convinto che saremo in grado di approntare un

progetto che non solo consentirà la piena fruizione delle strutture ma che trasformerà le strutture

disponibili in risorse strategiche per l’Ateneo.

5.Priorità nelle politiche di Bilancio

La riduzione dei trasferimenti correnti da parte dello Stato costringe l’Ateneo a realizzare

una programmazione di bilancio finalizzata ad un incremento delle entrate e all’ottimizzazione delle

spese. Sul versante delle entrate, l’Ateneo negli ultimi due anni ha acquisito nuove risorse,

attraverso una percentuale applicata sulle spese di carattere generale relative a progetti, master,

corsi di perfezionamento, conto terzi e progetti di ricerca finanziati dall’esterno. Anche nei prossimi

anni il bilancio potrà beneficiare dell’acquisizione di ulteriori risorse provenienti dalle stesse fonti,

che potranno addirittura incrementare laddove l’Ateneo si attrezzerà adeguatamente per intercettare

i copiosi fondi messi a disposizione dal programma europeo Horizon 2020.

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Sul versante delle entrate relative alle tasse degli studenti, ritengo che il livello di contribuzione

raggiunto non possa essere ulteriormente incrementato sulla base delle difficile congiuntura

economica che ha particolarmente colpito le famiglie calabresi.

Per quanto riguarda le Uscite ritengo che si debba tendere all’ottimizzazione di alcune voci di spesa

come, ad esempio, quella relativa all’Energia. Occorre attuare un piano energetico che consenta di

ridurre fortemente i costi, anche prevedendo investimenti su energie alternative che determineranno

un risparmio da poter utilizzare in altri voci del bilancio.

Un’attenzione particolare delle politiche di bilancio deve essere riservata al supporto di quelle

infrastrutture che sono fondamentali per lo svolgimento delle attività di ricerca e didattica, ad

esempio alle biblioteche e alla rete informatica. Queste ambiti sono strategici per l’Ateneo,

dovranno essere supportati adeguatamente anche attraverso quote provenienti dai grandi progetti

finanziati da fonti esterne.

Alla luce della nuova strutturazione delle principali attività dell’Ateneo nei Dipartimenti, occorrerà

a breve realizzare una puntuale ricognizione da cui emerga con trasparenza le reali necessità

finanziarie connesse al supporto della didattica, della ricerca e del funzionamento, al fine di

verificare il rapporto tra esigenze e disponibilità ed integrare, laddove necessario, le assegnazioni

precedentemente riconosciute.

Alcuni interventi mirati da realizzare con il prossimo bilancio preventivo:

Individuazione di fondi da destinare alle progressioni di carriera dei professori e

ricercatori, del PTA e per la stabilizzazione dei precari.

Verifica dei Costi/benefici dei Centri comuni di Servizio al fine di valutarne una loro

valorizzazione oppure un loro accorpamento/dismissione;

prevedere solo le spese per consulenze strettamente necessarie oppure che derivano da

obblighi di legge;

Prevedere un ulteriore taglio delle indennità degli Organi di Governo;

Ricontrattazione delle tariffe praticate dagli enti locali per alcuni servizi (per esempio le

spese per lo smaltimento dei rifiuti).

IV- NOTE CONCLUSIVE

Il periodo corrispondente al mandato del nuovo Rettore sarà caratterizzato da una fase di

transizione molto delicata per il nostro Ateneo. Nel contesto della governance di Ateneo da definire

sulla base delle esperienze maturate dalla prima applicazione della legge 240/2010, si assisterà ad

una notevole riduzione, per raggiunti limiti di età, di Docenti e PTA che hanno contribuito con

impegno ammirevole al processo di costruzione e consolidamento del nostro Ateneo, in una fase

nella quale le politiche del Ministero impediscono di fatto un turn-over efficace.

E’ dunque prioritario concentrare ogni sforzo possibile in un progetto che garantisca alle

nuove generazioni la possibilità di inserimento nei ruoli universitari e il giusto riconoscimento

di progressione di carriera a coloro i quali hanno concorso in tutti questi anni all’affermazione

dell’UniCal nel panorama nazionale ed internazionale. Una Didattica e una Ricerca di Qualità si

garantiscono valorizzando le risorse umane, in particolar modo i giovani, che devono continuare a

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guardare al nostro Ateneo come porta del loro futuro, evitando dunque che l’estero possa

rappresentare l’unica risposta alle loro giuste aspettative. La nostra Comunità deve farsi carico di

preservare questo grande patrimonio di risorse umane con una attenta programmazione che

valorizzi l’apporto di tutti a tutti i livelli.

Il perseguimento di questo obiettivo prioritario potrà continuare a consentire la presenza

di un’Università della Calabria viva e attenta alle attese delle nuove generazioni. Potrà consentire

agli studenti calabresi di continuare ad usufruire sul territorio regionale di una Università di

prestigio da cui ottenere un’alta formazione adeguata alle sfide competitive del mondo del lavoro.

Potrà consentire di costruire una nuova Università con un Campus popolato da tantissimi studenti

stranieri, vissuto come esperienza di vita comune in un ambito multiculturale scevro da pregiudizi.

E’ questa la nuova Università che voglio contribuire a costruire come Rettore, coerentemente

all’impegno di servizio profuso in tutti questi anni a favore dell’Ateneo e sulla base della

credibilità acquisita con un metodo di lavoro costantemente volto a favorire la partecipazione,

il confronto e la condivisione delle scelte effettuate.

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V- CURRICULUM VITAE SINTETICO

Formazione

1981 Laurea in Medicina e Chirurgia - Università di Padova -110/110 e lode

1985 Specializzazione in Endocrinologia con il massimo dei voti Università Cattolica di

Roma, Policlinico A. Gemelli

1989 Specializzazione in Genetica Medica con il massimo dei voti Università di Catania

Carriera Universitaria e Incarichi Accademici

1989 Funzionario Tecnico, Università della Calabria

1993/97 Componente Consiglio di Amministrazione Università della Calabria

1993/98 Professore a Contratto, Facoltà di Farmacia, Università della Calabria

1998/99 Visiting Professor, Dip. Biologia Cellulare e Molecolare, Università di Ginevra

1999 Ricercatore Confermato, Facoltà di Farmacia, Università della Calabria

2001 Professore Associato, Facoltà di Farmacia, Università della Calabria

2005 Professore Ordinario, Facoltà di Farmacia, Università della Calabria

2005-2012 Direttore Dipartimento Farmaco-Biologico, Università della Calabria

2006-2012 Componente del Senato Accademico, Università della Calabria

2008-2012 Presidente del Comitato di Coordinamento e Programmazione, Unical

Dal 2011 Componente del Comitato Tecnico Scientifico Nazionale dell’Associazione Italiana

Ricerca sul Cancro (AIRC).

2013-2016 Componente del Consiglio di Amministrazione, Università della Calabria

Pubblicazioni, Dati bibliometrici e Posizionamento rispetto alle Mediane del Settore di

appartenenza:

Mediane settore concorsuale (06/A2, Patologia Generale):

Articoli peer reviewed riviste internazionali: 32,5; Citazioni: 2108,5; H-Index: 24

Mediane di M. Maggiolini:

Articoli peer reviewed riviste internazionali: 121; Citazioni: 3381 H-Index: 31

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http://scholar.google.it/citations?user=keqGjVQAAAAJ&hl=it&oi=ao

Inserimento nei “Top Italian Scientists” sulla base degli indici bibliometrici.

Coordinamento e partecipazione a progetti di ricerca:

2012: Responsabile delle attività di ricerca e sviluppo del laboratorio “Genomica e Proteomica”

nell’ambito del progetto S.I.L.A. (PON-Infrastrutture).

2012: Coordinatore progetto di ricerca triennale finanziato dall’Associazione Italiana Ricerca sul

Cancro (AIRC): “Transduction mechanisms involved in the estrogenic GPER signaling in hormone-

sensitive tumors”.

2012: Responsabile in qualità di soggetto terzo del progetto PON Ricerca e Competitività (2007-

2013) “Identificazione di biomarcatori e sviluppo di metodi diagnostici e terapeutici nel campo

dell’Oncologia e della Biologia vascolare”.

2011: Coordinatore progetto di ricerca triennale finanziato dall’Associazione Italiana Ricerca sul

Cancro (AIRC): “Novel mechanisms of resistance to anti-hormone treatments in cancer patients and

strategies of intervention”.

2010: Coordinatore del progetto di ricerca finanziato dall’INAIL Regione Calabria: “Il

mesotelioma: meccanismi molecolari coinvolti e valutazione di parametri clinico-epidemiologici”.

2009: Coordinatore progetto di ricerca triennale finanziato dall’Associazione Italiana Ricerca sul

Cancro (AIRC): “Functional role exerted by the novel membrane estrogen receptor GPR30 in

hormone responsive tumors”.

2008: Coordinatore nazionale del progetto PRIN “Interazioni funzionali tra recettori di membrana e

nucleari nella trasduzione di segnali estrogenici e di fattori di crescita nei tumori

ormono-responsivi”.

2005: Coordinatore nazionale del progetto PRIN “Ruolo di recettori di membrana e nucleari

nell’interazione funzionale tra segnali estrogenici e di fattori di crescita nei tumori ormono-

responsivi”.

2005: Coordinatore progetto di ricerca triennale finanziato dall’ Associazione Italiana Ricerca sul

Cancro (AIRC): “Genetic and functional analysis of tumor markers of breast cancer cells”.

2004: Coordinatore progetto di ricerca “Basi biomolecolari dell’attività esercitata dai fitoestrogeni

nel tumore mammario” finanziato dalla Regione Calabria ai sensi della L.R. 10/1998.

2003: Componente dell’Unità di ricerca del progetto PRIN: “Meccanismi molecolari attraverso cui

JunD modula la proliferazione e la morte cellulare”.

22

2003: Componente dell’Unità di ricerca del progetto finanziato dall’Associazione Italiana Ricerca

sul Cancro (AIRC): “Molecular mechanisms underlying the tumor suppressor activity of the

multiple endocrine neoplasia I gene”.

2001: Componente dell’Unità di ricerca del progetto finanziato dall’Associazione Italiana Ricerca

-I signalling on cell adhesion and

invasiveness in breast cancer”.

2000: Componente dell’Unità di ricerca del progetto PRIN: “ trasduzione del segnale e regolazione

di geni che controllano la proliferazione e la sopravvivenza cellulare”.

1999:Componente dell’Unità di ricerca del progetto CNR-UE: Eradicazione del gozzo endemico

nell’Italia meridionale.

1996: Componente dell’Unità di ricerca del progetto POP-UE: “Basi biomolecolari dell’ormono-

dipendenza del tumore mammario umano ed effetti di nuove molecole antiestrogeniche

sull’interazione funzionale tra recettori nucleari e recettori di membrana”.

1993: Componente dell’Unità di ricerca del progetto POP-UE: “Tipizzazione endocrina dei tumori

ormono-dipendenti”.

1993: Componente dell’Unità di ricerca del progetto “Concerted Action UE”: “Calcium intake and

peake bone mass intake del calcio in young female in 5 European Countries.

1992: Componente dell’Unità di ricerca che ha condotto il I screening epidemiologico sull’endemia

gozzigena nella provincia di Cosenza.

1987: Componente dell’Unità di ricerca che ha condotto uno studio sui disordini endocrino-

metabolici nella Thalassemia major in collaborazione con l’Istituto di Medicina sperimentale del

CNR di Cosenza.