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Uno sguardo al Biologico Muggia, 8 aprile 2011

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Uno sguardo al Biologico

Muggia, 8 aprile 2011

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I simboli del Biologico

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Cos’è l’agricoltura biologica (dal sito AIAB)

• Il termine "agricoltura biologica" indica un metodo di coltivazione e di allevamento che ammette solo l'impiego di sostanze naturali, presenti cioè in natura, escludendo l'utilizzo di sostanze di sintesi chimica (concimi, diserbanti, insetticidi).

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Cos’è l’agricoltura biologica (dal sito AIAB)

• Agricoltura biologica significa sviluppare un modello di produzione che eviti lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare del suolo, dell'acqua e dell'aria, utilizzando invece tali risorse all’interno di un modello di sviluppo che possa durare nel tempo.

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Cos’è l’agricoltura biologica (dal sito AIAB)

• Per salvaguardare la fertilità naturale di un terreno gli agricoltori biologici utilizzano materiale organico e, ricorrendo ad appropriate tecniche agricole, non lo sfruttano in modo intensivo.

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Cos’è l’agricoltura biologica (dal sito AIAB)

• Per quanto riguarda i sistemi di allevamento, si pone la massima attenzione al benessere degli animali, che si nutrono di erba e foraggio biologico e non assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita e la produzione di latte. Inoltre, nelle aziende agricole devono esserci ampi spazi perché gli animali possano muoversi e pascolare liberamente.

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Basi normative

REGOLAMENTO (CEE) N. 2092/91 DEL CONSIGLIO

del 24 giugno 1991

relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli ed alla indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate

alimentari

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REGOLAMENTO (CE) n. 1804/1999 DEL CONSIGLIO

del 19 luglio 1999

che completa, per le produzioni animali, il regolamento (CEE) n. 2092/91 relativo al

metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e alla indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari

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REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007 DEL CONSIGLIO

del 28 giugno 2007

relativo alla produzione biologica e all’etichettatura dei prodotti biologici e che

abroga il regolamento (CEE) n. 2092/91

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REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007

• La produzione biologica è un sistema globale di gestione dell’azienda agricola e di produzione agroalimentare basato sull’interazione tra le migliori pratiche ambientali, un alto livello di biodiversità, la salvaguardia delle risorse naturali, l’applicazione di criteri rigorosi in materia di benessere degli animali e una produzione confacente alle preferenze di taluni consumatori per prodotti ottenuti con sostanze e procedimenti naturali.

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REGOLAMENTO (CE) N. 834/2007

• Il metodo di produzione biologico esplica pertanto una duplice funzione sociale, provvedendo da un lato a un mercato specifico che risponde alla domanda di prodotti biologici dei consumatori e, dall’altro, fornendo beni pubblici che contribuiscono alla tutela dell’ambiente, al benessere degli animali e allo sviluppo rurale.

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Biologico certificato

• Il biologico vero non è il «fai da te», ma un metodo di produzione:

– con regole chiare,

– notificato ad un organismo superiore quando si inizia a produrre (ERSA)

– certificato da un ente di controllo

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Enti Certificatori

• ICEA - Istituto per la Certificazione Etica e Ambientale, codice IT ICA (ex AIAB)

• BIOAGRICERT - Bioagricoop, codice IT BAC • BIOS, codice IT BIO • C.C.P.B. Consorzio Controllo Prodotti Biologici, codice IT CPB • CODEX, codice IT CDX • ECOCERT Italia, codice IT ECO • I.M.C. Istituto Mediterraneo di Certificazione, codice IT IMC • QC&I International services, codice IT QCI • SUOLO E SALUTE, codice IT ASS • BIOZERT, codice IT BZ BZT

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L'agricoltura biologica in FVG

• Nella regione Friuli Venezia Giulia sono presenti circa 450 aziende di produzione con metodo biologico, 452 per la precisione, che rappresentano circa il 2% del totale delle aziende.

• Concentrate prevalentemente nell’area collinare e dell’alta pianura friulana, tali aziende producono su circa 3.000 ettari e le colture prevalenti sono le cerealicole (35%), le foraggere zootecniche (21%), le viticole (11%) e le frutticole (11%).

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L’ERSA

• L’ERSA Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale è il riferimento per il biologico nel Friuli Venezia Giulia. I suoi compiti:

– Tenere l’elenco ufficiale dei produttori e preparatori biologici;

– Eseguire controlli sui produttori

– Eseguire controlli sugli Enti di Certificazione

• www.ersa.fvg.it

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Tipi di agricoltura

• 1) agricoltura intensiva tradizionale ad elevato input di elementi esterni (concimi, fitofarmaci, sementi ibride ed OGM,…)

• 2) agricoltura integrata

• 3) agricoltura biologica

• 4) agricoltura biodinamica

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Biologico e biodinamico

• L'agricoltura biodinamica è un metodo di coltivazione basato sulla visione elaborata dal filosofo Rudolf Steiner e che comprende sistemi sostenibili per la produzione agricola, in particolare di cibo, che rispettino l'ecosistema terrestre includendo l'idea di agricoltura biologica e invitando a considerare come un unico sistema il suolo e la vita che si sviluppa su di esso

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biodinamico

• Il metodo di coltivazione biodinamico non è un qualcosa di ufficialmente e scientificamente riconosciuto e dimostrato, anche se conta numerosi seguaci.

• L’agricoltura biodinamica è oggi considerata una pseudoscienza

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Biologico: obiettivi

• Due obiettivi principali.

– 1) ridurre gli impatti negativi sull’ambiente (uso di concimi e fitofarmaci)

– 2) produrre cibi più sani

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Aspetti della coltivazione

• Scelta di ambienti adatti e varietà resistenti e/o tradizionali

• Pratiche agronomiche lavorazione suolo

• Rotazioni delle colture

• Fertilizzanti organici e/o naturali

• Antiparassitari naturali

• Lotta biologica

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Scelta di ambienti adatti e varietà resistenti e/o tradizionali

• È il presupposto per poter fare biologico (e quindi per ridurre gli interventi)

• Non tutti gli ambienti sono adatti per tutte le colture (p.es. vite e olivo in pianura, alcuni frutti in zone troppo fredde, coltivazioni in zone con poca/troppa piovosità, ecc.)

• Dipende anche dall’andamento climatico stagionale ma alla base ci sta un’interazione generale fra coltura e ambiente

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Scelta di ambienti adatti e varietà resistenti e/o tradizionali

• Uso di varietà «naturalmente» resistenti a malattie fungine o attacchi da insetti: – melo e ticchiolatura (varietà Florina) – olivo e mosca (varietà a frutto piccolo)

• Uso di varietà locali già ambientate e generalmente provenienti da popolazioni (pensare con la natura) – locali varietà di olivi – Vecchie varietà di fruttiferi – Varietà tradizionali di ortaggi (zucchini, cetrioli,

pomodoro)

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Pratiche agronomiche lavorazione suolo

• Lavorazioni profonde (aratura) per interrare residui colturali, erbe infestanti, forme svernanti di insetti

• Lavorazioni superficiali per preparare il terreno alle semine e trapianti, senza rovinare la struttura del terreno

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Rotazioni colturali

• Alternanza delle colture sullo stesso appezzamento per: – Interrompere l’asportazione degli stessi nutrienti

da parte della stessa tipologia di piante

– Evitare il diffondersi di malattie

– Controllare meglio le infestanti

• Colture da rinnovo (molto letame), colture depauperatrici (cereali) e miglioratrici (leguminose)

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Fertilizzanti organici

• Scopo:

– mantenere inalterata la fertilità chimica, fisica e biologica del terreno

– Prodotti minerali naturali per apportare determinati elementi necessari alla crescita delel piante

– Sottoprodotti organici dell’industria

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Fertilizzanti ed ammendanti

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Fertilizzanti ed ammendanti

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Fertilizzanti ed ammendanti

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Fertilizzanti ed ammendanti

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Fertilizzanti ed ammendanti

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Gli antiparassitari «naturali»

• I fungicidi e gli insetticidi utilizzati in agricoltura biologica provengono da sostanze naturali e non sono un prodotto dell’industria chimica di sintesi

• Questo non significa che non sono pericolosi e tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente

• A volte la loro tossicità risulta maggiore dei corrispettivi prodotti di sintesi chimica

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• Il suo spettro d'azione è molto ampio: è efficace su un elevato numero di fitofagi, appartenenti a tutte le categorie sistematiche, ad apparato boccale sia pungente-succhiatore sia masticatore, e agisce inoltre su Acari e Nematodi galligeni

• L'impatto ambientale è anch'esso molto basso: manifesta una notevole selettività nei confronti dell'entomofauna utile, comprese le api, pertanto è compatibile anche con la lotta biologica. Nel terreno viene degradato in pochi giorni

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• Ridotta persistenza nell’ambiente

• Bassa tossicità per l’uomo e i mammiferi

• Tossico per pesci e api (non in fioritura)

• Agisce per contatto sugli insetti (senza scheletro)

• Si decompone rapidamente alla luce e a temperature elevate (tempo di carenza 2-3 giorni)

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Piretro

• Agisce bene contro afidi, cimici, mosca bianca, mosca delle olive, larve di lepidotteri

• Non agisce contro acari, insetti e larve all’interno dei fusti e dei frutti, insetti nascosti in foglie accartocciate

• Spesso aggiunto con PPBO (piperonil butossido) un prodotto che ne aumenta l’efficacia ma non è tossico

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• Il rotenone ha un forte impatto ambientale.

• Essendo privo di selettività è dannoso all'entomofauna utile ed è fortemente tossico per i pesci, mentre è moderatamente tossico per i mammiferi. Esposto ai raggi solari si degrada in circa due settimane, ma nell'acqua persiste fino a 6 mesi.

• Fuori commercio, veniva utilizzati anche contro la mosca dell’olivo

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Spinosad - Insetticida

• Spinosad è una sostanza attiva ad azione insetticida. E’ una miscela di due metaboliti (la tossina Spinosina A e Spinosina B) ottenuti durante il processo di fermentazione innescato da un batterio naturalmente presente in alcuni terreni, la Saccharopolyspora spinosa

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Spinosad - Insetticida

• Presenta un’azione neurotossica ed agisce per contatto ed ingestione; ha uno spettro di azione paragonabile a quello di un tradizionale prodotto fosforganico (Rogor) ed include Lepidotteri, Ditteri, Imenotteri, Sifonatteri, Tisanotteri ed alcuni Coleotteri. Molto usato in orticoltura

• Ha bassissima tossicità nei confronti dei mammiferi

• Tossico per le api

• Nel complesso poco tossico per l’ambiente

• Viene degradato dalla luce

• Tempo di carenza dai 3 ai 7 giorni

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Bacillus thuringiensis

• Il Bacillus thuringiensis è un batterio sporigeno che vive nel terreno. Quando viene ingerito mediante vegetali contaminati, il batterio sporula nell'ospite liberando le tossine (innocue per gli esseri umani) che danneggiano il tratto digerente delle larve di Ditteri come le zanzare o causando nei bruchi di molti Lepidotteri una malattia paralitica.

• Due ceppi: Kurstaki e Aizawai

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Bacillus thuringiensis

• Le tossine sono contenute all'interno di cristalli che si dissolvono in particolari condizioni presenti a livello intestinale di alcuni insetti. Al fine di favorire la solubilizzazione del cristallo il pH deve essere alcalino (pH >9). Le tossine Bt sono estremamente specifiche ed interagiscono con l'intestino di determinate specie d'insetti.

• Tempo di carenza di 3 giorni

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VIRUS

• Si tratta di virus specifici come il Virus della Granulosi della Carpocapsa del Melo

• Attacca solo la larva della Carpocapsa del melo, si propaga dentro di lei e la porta a morte.

• È altamente specifico, tempo di carenza di 3 giorni.

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• Si tratta di ormoni sessuali che liberati nell’ambiente alterano il comportamento sessuale degli insetti. Si utilizzano per:

• - il controllo delle popolazioni

• - la cattura massale

• - La confusione sessuale

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Il rame (Cu)

• Il rame entra nei formulati fungicidi sotto forma di ossicloruro (3CuO·CuCl2·3H2O), solfato (CuSO4·5H2O), idrossido (Cu(OH)2). L'uso continuativo del rame ha determinato un notevole incremento dei suoi livelli nel terreno, per cui ha creato problemi ambientali di tipo ecotossicologico.

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• solfato rameico pentaidrato: è il sale puro. Data la sua fitotossicità deve essere preventivamente neutralizzato con idrossido di calcio.

• La poltiglia bordolese: è un preparato ottenuto dalla neutralizzazione del solfato rameico con idrossido di calcio. A differenza del solfato di rame, la poltiglia bordolese si usa direttamente come sospensione senza aggiunta di calce.

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• Gli ossicloruri di rame. Sono combinazioni idrate di ossido rameico e un cloruro. Rispetto al solfato di rame hanno il vantaggio di possedere una minore fitotossicità. In distribuzione esistono due prodotti:

• Ossicloruro tetrarameico: è un complesso tra l'ossido rameico e il cloruro rameico, con formula 3 CuO · CuCl2 · 3 H2O.

• Ossicloruro di rame e calcio: è un complesso tra l'ossido rameico e il cloruro di calcio, con formula 3 CuO · CaCl2 · 3 H2O.

• L'idrossido di rame.

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Proprietà fitosanitarie

• A prescindere dalla formulazione, il rame interferisce con la respirazione cellulare dei funghi interferendo con la formazione dell'acetil coenzima A e quindi con il Ciclo di Krebs. Inoltre interferisce con la dinamica di alcuni cationi nella parete cellulare e con lo stato strutturale della membrana cellulare.

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Ambiti d'impiego

• Il rame è un anticrittogamico a largo spettro d'azione attivo per contatto fogliare contro numerose micosi (in genere quelle provocate dalle Peronosporales) e contro le batteriosi in generale.

• Si impiega ad esempio per la difesa dell'olivo (contro l'Occhio di pavone e la Rogna), della Vite (contro la Peronospora), delle pomacee (contro la Ticchiolatura), delle drupacee (contro la Bolla e il Corineo), degli agrumi (contro il Mal secco e la Gommosi del colletto), della barbabietola (contro la Cercospora), in orticoltura e floricoltura (contro le "peronospore", le "antracnosi", le "septoriosi", le "alternariosi" delle ortive e delle floricole).

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Fitotossicità

• Il rame è un microelemento perciò le piante tendono ad assorbirlo anche per via fogliare.

• Le dosi impiegate a scopo fitoiatrico sono però eccessive rispetto ai fabbisogni delle piante perciò può esserci un effetto fitotossico, talvolta letale, su diverse specie agrarie.

• In generale si consiglia il trattamento invernale sui fruttiferi contro le forme svernanti mentre i trattamenti al verde vanno eseguiti a dosi più moderate.

• Alcune piante come ad esempio il pesco e il susino non tollerano assolutamente i trattamenti primaverili, mentre altre, come la vite, l'olivo, il melo sono più tolleranti.

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Lo Zolfo

• Lo zolfo è il fungicida utilizzato sin dai tempi antichi. Gli zolfi reperibili sul mercato sono estremamente puri (99.5-100%) in quanto devono essere esenti da selenio, elemento che risulta dannoso per l'uomo e gli animali.

• Il potere fungicida dello zolfo è in funzione della temperatura, della finezza delle particelle e dell'umidità relativa. L'azione fungicida inizia sui 10-12 °C con gli zolfi più fini e sui 18-20 °C con quelli più grossolani ed aumenta progressivamente sino ai 40 °C.

• L'azione diminuisce con l'aumentare dell'umidità. È da tenere presente che gli zolfi ad alte temperature diventano fitotossici, per cui in piena estate i trattamenti devono essere effettuati nelle prime ore del mattino.

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• L'antioidico per eccellenza è lo zolfo. Questo elemento agisce allo stato di vapore, dopo sublimazione, sulle spore, interferendo con la funzionalità delle membrane e della catena respiratoria. L'azione si svolge perciò come protezione preventiva (prodotto di copertura) impedendo alle spore di germinare e avviare l'infezione. Scarsi sono gli effetti sulle infezioni in atto.

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• Per la sua tossicità virtualmente nulla nei confronti dei mammiferi si presenta come un prodotto indicato per interventi fitosanitari a basso impatto;

• Tempo di carenza 5 giorni

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• Utilizzati nella lotta principalmente contro afidi e cocciniglie, ma anche contro alcuni parassiti fungini sulla vite;

• A riposo invernale o nel periodo estivo (olii speciali e a concentrazioni minori)

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• Si tratta della calce che nel periodo invernale ed anche in quello primaverile estivo viene data alle piante per combattere insetti e funghi che si annidano nelle fessure del tronco

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Lotta biologica

• La lotta biologica è basata sulla conoscenza dei cicli biologici degli insetti e sull’utilizzo di specie entomofaghe di insetti fitofagi (insetti che mangiano insetti che si nutrono di piante)

• Il sistema risulta abbastanza complesso in quanto prevede l’arricchimento artificiale di insetti entomofagi nell’ambiente naturale

• Funziona ma non sempre e non con tutte le tipologie di insetto

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• Molto spesso si tratta di trovare il «punto di equilibrio» fra presenza dell’insetto fitofago e percentuale di danno arrecato alla coltura.

• Utilizzato invece nelle serre (ambiente confinato) nel quale vengono introdotti insetti utili predatori di insetti (di solito afidi) dannosi alle colture

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Alcuni aspetti problematici

• 1) non applicabilità dell’agricoltura biologica su larga scala:

– A causa di colture inserite in ambienti non adatti (vigneti in alcune zone di pianura)

– Sulle colture cerealicole a larga scala (p.es. frumento con abbassamenti di rese e perdita di prodotto in alcune annate – settore strategico delle commodities)

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Alcuni aspetti problematici

• 2) non è vero che tutto ciò che è «naturale» è anche buono:

– I prodotti biologici contengono meno residui di antiparassitari e non ne sono esenti completamente

– Un olio (biologico) può avere difetti di verme (ci vuole un bravo assaggiatore!!) che innesca rancidità (il rancido è dannoso per l’organismo)

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Alcuni aspetti problematici

• 3) rese del 25-45% più basse, quindi prezzi ai consumatori più alti:

– Rese più basse significa che per avere la stessa quantità di produzione bisogna mettere a coltura più ettari di superficie

– Rese più basse significa prezzi più elevati, ma non sempre ed in tutti i casi qualità più elevata

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In conclusione

• In conclusione, la miglior agricoltura è quella fatta in modo integrato, con tecniche agronomiche ottimali (lavorazioni, rotazioni, cura del terreno) scelta delle specie adatte, scelta degli ambienti adatti, trattamenti solo se necessari con prodotti selettivi e a basso impatto ambientale.

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Nelle diverse lingue dell’UE

IT: biologico

EN: organic

FR: biologique

ES: ecológico, biológico

EL: βιολογικό

SL: ekološki

FI: luonnonmukainen

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Grazie per l’attenzione