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SIMONETTA STOPPONI ETRUSCHI*> N ELLE TOMBE DIPINTE di Tarquinia un ele- mento decorativo pressoché costante è offerto dalle fasce policrome che corrono lungo le pareti, quasi a sottolineare, su quelle laterali, il loro incontro con gli spioventi del soffitto, mentre sulle pareti di fondo e d'ingresso determinano con gli spioventi stessi due spazi trapezoidali r) che costi- tuiscono i frontoni interni della tomba. Già da qualcuno tale elemento fu interpre- tato come rappresentazione di bande di stoffa. Il Becatti ed il Magi, 2 > parlando appunto delle strisce multicolori poste a coronamento delle pareti, ipo- ti zzarono che si trattasse della traduzione, in termini pittorici, di festoni o di larghe tenie di stoffa co- lorata, tese su pali, forse a delimitare l'area, dinanzi alla tomba, dove si svolgevano i giuochi. S'inten- de che in tale decorazione gioca molto il fattore cromatico dell'accostamento dei vari e vivaci colori che servono a formare fasce di riquadratura delle scene. Pur tuttavia l'ipotesi sopra menzionata resta pienamente valida. Stimolata da questi accenni, ho per mio conto sviluppata l'indagine, estendendo l'esame anche alla decorazione dei soffitti. Prescindendo dagli esempi, e sono senza dub- bio i più frequenti, in cui i soffitti delle camere funerarie sono privi di una qualsiasi ornamenta- zione pittorica, eccezion fatta per il columen, 3) ve - diamo che la decorazione degli spioventi si articola secondo alcune varianti. Una di queste è offerta da quel gruppo di tombe che presenta il soffitto deco- rato da una scacchiera poli croma; in alcuni casi, come in quello della tomba della Capanna, 4l la decorazione non venne completata e rimangono solo tracce di una quadrettatura preparatoria dei due spioventi. In altre tombe, di numero inferiore alle precedenti, sono dipinti dei fiorellini, a tre o quattro petali, disposti più o meno regolarmente nel campo offerto dagli spioventi. Infine si hanno alcuni esempi in cui, sul soffitto, sono state ripro- dotte pittoricamente travi !ignee, poste sugli spio- venti in senso normale al columen e, a volte, anche su quest'ultimo, secondo l'asse maggiore. Tali bande di colore rosso possono richiamare la tessi- tura architettonica di coperture a doppio spio- vente. È noto, d'altro canto, che le tombe etrusche sostanzialmente ripetono l'interno della casa, ovvia- mente con quelle varianti indispensabili nella tra- sposizione dall'architettonico al pittorico. Sempre secondo questa diffusa tendenza alla riproduzione di elementi architettonici, vanno anche interpretati, ad esempio, i mensoloni che troviamo al centro dei 6o due frontoni della tomba: essi altro non sono che il ricordo del trave pendulo, che, nell'intelaiatura, pendeva appunto dalle testate della trave maestra sulla trave tirante sottostante. Non sorge dunque dubbio di sorta nell'interpretazione di tale tipo di decorazione dei soffitti; ciò che invece può mag- giormente stimolare alla ricerca di un tentativo interpretativo è offerto dalle altre due varianti, se- condo cui ci si mostrano ornati i soffitti delle camere ipogee. Parlo appunto dei soffitti a scacchi e con fiorellini. Passando all'esame del primo tipo vediamo che la tomba più significativa è quella del Cacciatore (fig . 17). sl Essa presenta un singolare, o per lo meno non comune, tipo di decorazione : viene riprodotto l'interno della tenda di un padiglione di caccia. Su una intelaiatura !ignea, costituita da pali verti- cali infissi nel terreno e da travetti che formano la copertura, si appoggia una tenda, chiaramente composta da due diversi tipi di stoffa: l'una, più pesante, forma il soffitto e scende in parte sulle pa- reti, fino ad una fascia decorata con vivaci scene di caccia e a vivi colori, che dà l'impressione d'essere una tenia ricamata. Da questa banda scende un velario più sottile, ondulato verso il basso, quasi che il vento lo sollevi, e tanto leggero da lasciar vedere in trasparenza un cerbiatto pascente al- l' esterno. La stoffa del soffitto e di parte delle pareti è a scacchi policromi. Perché non sup- porre che anche nelle altre tombe, sui soffitti delle quali compaiono gli scacchi, siano riprodotti dei tendaggi. di copertura'? Tale ipotesi è accennata anche da Nicole Dacos 6 > quando, trattando delle volte della Domus Aurea, tocca per inciso il pro- blema di alcune tombe etrusche e parla di ripro- duzioni pittoriche di tende, citando appunto l'esem- pio della tomba del Cacciatore. Certo è che i banchetti, le danze, i giuochi e le gare atletiche dipinte sulle pareti delle camere si svolgono in luoghi aperti: lo dimostrano i vari alberelli posti tra i diversi personaggi quasi a scandire il ritmo della composizione, lo dimostrano i numerosi animali, molto spesso volatili, che ani- mano le scene rappresentate. In alcuni casi, inol- tre, quasi in una sorta di prospettiva su due registri, è dipinto il mare sullo zoccolo delle pareti. Si po- trebbe dunque pensare che, scelto il luogo all'aper- to dinanzi o vicino alla tomba, questo venisse re- cintato, come già detto, con larghe tenie di stoffa colorata tesa su pali; aggiungo io, sempre ipoteti- camente, che agli stessi pali e alle fasce di recin- zione poteva esser fissato un ampio drappo che ©Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo -Bollettino d'Arte

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SIMONETTA STOPPONI

ITAPATIETA~MATA ETRUSCHI*>

N ELLE TOMBE DIPINTE di Tarquinia un ele­mento decorativo pressoché costante è offerto dalle fasce policrome che corrono lungo le

pareti, quasi a sottolineare, su quelle laterali, il loro incontro con gli spioventi del soffitto, mentre sulle pareti di fondo e d'ingresso determinano con gli spioventi stessi due spazi trapezoidali r ) che costi­tuiscono i frontoni interni della tomba.

Già da qualcuno tale elemento fu interpre­tato come rappresentazione di bande di stoffa. Il Becatti ed il Magi, 2> parlando appunto delle strisce multicolori poste a coronamento delle pareti, ipo­tizzarono che si trattasse della traduzione, in termini pittorici, di festoni o di larghe tenie di stoffa co­lorata, tese su pali, forse a delimitare l'area, dinanzi alla tomba, dove si svolgevano i giuochi. S'inten­de che in tale decorazione gioca molto il fattore cromatico dell'accostamento dei vari e vivaci colori che servono a formare fasce di riquadratura delle scene. Pur tuttavia l'ipotesi sopra menzionata resta pienamente valida.

Stimolata da questi accenni, ho per mio conto sviluppata l'indagine, estendendo l'esame anche alla decorazione dei soffitti.

Prescindendo dagli esempi, e sono senza dub­bio i più frequenti, in cui i soffitti delle camere funerarie sono privi di una qualsiasi ornamenta­zione pittorica, eccezion fatta per il columen, 3) ve­diamo che la decorazione degli spioventi si articola secondo alcune varianti. Una di queste è offerta da quel gruppo di tombe che presenta il soffitto deco­rato da una scacchiera poli croma; in alcuni casi, come in quello della tomba della Capanna, 4l la decorazione non venne completata e rimangono solo tracce di una quadrettatura preparatoria dei due spioventi. In altre tombe, di numero inferiore alle precedenti, sono dipinti dei fiorellini, a tre o quattro petali, disposti più o meno regolarmente nel campo offerto dagli spioventi. Infine si hanno alcuni esempi in cui, sul soffitto, sono state ripro­dotte pittoricamente travi !ignee, poste sugli spio­venti in senso normale al columen e, a volte, anche su quest'ultimo, secondo l'asse maggiore. Tali bande di colore rosso possono richiamare la tessi­tura architettonica di coperture a doppio spio­vente. È noto, d'altro canto, che le tombe etrusche sostanzialmente ripetono l'interno della casa, ovvia­mente con quelle varianti indispensabili nella tra­sposizione dall'architettonico al pittorico. Sempre secondo questa diffusa tendenza alla riproduzione di elementi architettonici, vanno anche interpretati, ad esempio, i mensoloni che troviamo al centro dei

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due frontoni della tomba: essi altro non sono che il ricordo del trave pendulo, che, nell'intelaiatura, pendeva appunto dalle testate della trave maestra sulla trave tirante sottostante. Non sorge dunque dubbio di sorta nell'interpretazione di tale tipo di decorazione dei soffitti; ciò che invece può mag­giormente stimolare alla ricerca di un tentativo interpretativo è offerto dalle altre due varianti, se­condo cui ci si mostrano ornati i soffitti delle camere ipogee. Parlo appunto dei soffitti a scacchi e con fiorellini.

Passando all'esame del primo tipo vediamo che la tomba più significativa è quella del Cacciatore (fig. 17). sl Essa presenta un singolare, o per lo meno non comune, tipo di decorazione : viene riprodotto l'interno della tenda di un padiglione di caccia. Su una intelaiatura !ignea, costituita da pali verti­cali infissi nel terreno e da travetti che formano la copertura, si appoggia una tenda, chiaramente composta da due diversi tipi di stoffa: l'una, più pesante, forma il soffitto e scende in parte sulle pa­reti, fino ad una fascia decorata con vivaci scene di caccia e a vivi colori, che dà l'impressione d'essere una tenia ricamata. Da questa banda scende un velario più sottile, ondulato verso il basso, quasi che il vento lo sollevi, e tanto leggero da lasciar vedere in trasparenza un cerbiatto pascente al­l' esterno. La stoffa del soffitto e di parte delle pareti è a scacchi policromi. Perché non sup­porre che anche nelle altre tombe, sui soffitti delle quali compaiono gli scacchi, siano riprodotti dei tendaggi . di copertura'? Tale ipotesi è accennata anche da Nicole Dacos 6> quando, trattando delle volte della Domus Aurea, tocca per inciso il pro­blema di alcune tombe etrusche e parla di ripro­duzioni pittoriche di tende, citando appunto l'esem­pio della tomba del Cacciatore.

Certo è che i banchetti, le danze, i giuochi e le gare atletiche dipinte sulle pareti delle camere si svolgono in luoghi aperti : lo dimostrano i vari alberelli posti tra i diversi personaggi quasi a scandire il ritmo della composizione, lo dimostrano i numerosi animali, molto spesso volatili, che ani­mano le scene rappresentate. In alcuni casi, inol­tre, quasi in una sorta di prospettiva su due registri, è dipinto il mare sullo zoccolo delle pareti. Si po­trebbe dunque pensare che, scelto il luogo all'aper­to dinanzi o vicino alla tomba, questo venisse re­cintato, come già detto, con larghe tenie di stoffa colorata tesa su pali; aggiungo io, sempre ipoteti­camente, che agli stessi pali e alle fasce di recin­zione poteva esser fissato un ampio drappo che

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fungesse. da c~pertura ai banchettanti, ?l ai danza­tori agh atlet1 ecc.

L'ipotesi sembra essere confermata da un'altra tomba, sul soffitto della quale appare nuovamente una scacchiera: quella del Letto Funebre (figg. 18, I g). s> Sulla parete di fondo e su parte ~elle laterali è chiaramente rappresentato un velano che serve da copertura all'impo~ente catafalco, collocato al centro, e ai ba~chettantl che lo affiancano. La tenda, in tessuto ch1a~~ con l:ugo bordo , rosso, s~ende drappeggiandosi 1~ .ampte c~;ve, ed e ~ppoggtata a sostegni rastrematl m alt_o e squama~1 , , . che P.os­sono essere interpretati come alben: c1press1 o palme. g) I due spioventi sono dipinti a scac­chiera mentre il columen è decorato da cerchi con­centri~i posti tra grappoli. e tralci, motiv<;> eh~ ritroviamo lungo le paret1 fin dal punto m cu1 termina la tenda; per cui si può supporre che il tralcio d'edera, in questo caso, e le fasce policrome, nelle altre tombe, siano la rappresentazione o delle tenie di cui si è parlato sopra, oppure degli orli del velario che ho supposto coprisse talvolta i partecipanti alle cerimonie in onore del defunto.

Il tralcio notato nella tomba del Letto Funebre lo si ritrova in quella del Triclinio (fig. 20), ro) sia lungo le pareti sia sul columen e, qui, anche a riem­pire il mensolone del frontone di fondo. Simil­mente troviamo gli scacchi sui due spioventi. Sembrerebbe che gli artisti abbiano voluto imma­ginare una stoffa dipinta fissata sul soffitto, quasi a nasconderne l'intelaiatura, ferma restando la ri­produzione a rilievo o soltanto pittorica del columen. Questo, nella maggior parte degli esempi, ad ecce­zione delle tombe del Cacciatore e del Letto Fune­bre, dove sono raffigurati anche i sostegni del ten­daggio: nel primo caso l'intelaiatura completa della tenda, nel secondo gli stilizzati alberi su cui si appoggia il velario.

Ma anche in un'altra tomba, quella delle Leo: nesse (fig. 21), rr) troviamo degli elementi di soste­gno. Sei colonne sono infatti dipinte sulle pareti e agli angoli: chiaramente esse sono un motivo deco­rativo, che si richiama a strutture architettoniche, ma si potrebbe pensare che esse siano anche il ric~rdo, nobilitato nelle forme, dei sostegni su cui yemva appoggiato il velario di copertura. Anche m questa t<;>mba è infatti presente sui due spioventi una scacc~tera (fig. 22), con la variante, rispetto alle prec~dent1, che qui i riquadri hanno maggiore amptezza e alternano solo due colori.

A tre tinte, ~ più pic~oli, sono invece quelli del~a tomba de1 Leopard1 (fig. 23); r2) anche qui ess1 occupano gli spioventi e terminano all'inizio delle pareti, come peraltro accade in tutte le tombe con l? stesso motivo decorativo, fatta eccezione per le pnme due esaminate.

Alle precedenti si aggiungono poi la tomba del­li Nave, 13> quella delle Bighe, '4> della Caccia a. Cervo rs> e la Bartoccini (fig. 24). r6) Una par­ticolare attenzione richiede quest'ultima tomba per

il fatto che gli scacchi non compaiono solo sugli spioventi della camera centrale, ma anche sugli stipiti e sugli architravi delle porte che immettono alle due stanze laterali e a quella di fondo. Tale particolare potrebbe costituire una smentita della ipotesi espressa, e ricondurre la scacchiera alla funzione di un mero motivo ornamentale, ma può avere una sua validità anche il ragionamento in­verso, e cioè che la decorazione degli ingressi è stata influenzata da quella del soffitto, la quale a sua volta si richiama alle ampie cortine che proba­bilmente venivano utilizzate pef coprire il luogo scelto per il banchetto funebre. Sempre nella tomba Bartoccini va poi menzionato un altro particolare: i riquadri, agli angoli delle pareti, formati dagli architravi e dalle due serie, sopra e sottto, di bande policrome, sono decorati da piccoli fiorellini a quat­tro petali. Questo motivo decorativo è presente sugli spioventi del secondo gruppo di tombe che intendo esaminare.

Come si è visto, nella tomba del Cacciatore certi tessuti sono decorati a quadri dai vivaci colori; che altrove le stoffe ci appaiono decorate invece con piccoli fiori, viene esemplarmente testimoniato nella tomba delle Leonesse, dove la veste della danzatrice della parete di fondo, le stoffe che coprono i cuscini su cui poggiano i gomiti dei banchettanti (fig. 21), nonché la sciarpa annodata e appesa a due ganci all'angolo di fondo della pa­rete di destra, sono tutte decorate da fiorellini, di dimensioni diverse, ma tutti a quattro petali e disposti in forma di croce.

Lo stesso tipo di fiori, per quanto più grandi, lo ri­troviamo dipinto sugli spioventi della tomba n. 3698 (fig. 25), '7> disposti abbastanza regolarmente, an­che se non perfettamente identici gli uni agli altri; tuttavia, mentre ip alcuni i petali sono resi con piccoli punti, nella maggioranza dei casi tali petali hanno forma allungata. Ritengo opportuno sotto­lineare questo particolare in quanto intendo richia­marmi ad un'affermazione fatta in nota dalla Banti in un articolo di Studi Etruschi. r8) In tale articolo vengono esaminati dei disegni fatti dall'architetto Labrouste di una tomba oggi perduta. Sulla parete di fondo erano dipinti dei fiorellini a quattro petali di forma allungata e disposti a crocetta, e cioè del tutto simili a quelli sugli spioventi della tomba n. 3698. A proposito della tomba Labrouste, la Banti dice che si ha l'illusione di una stoffa rica­mata appesa alle pareti con chiodi e si richiama, in tal senso, alla tomba della Tappezzeria. rg) Se dunque il motivo dei fiorellini appare usato per stoffe, siamo di fronte ad un caso simile a quello degli scacchi che abbiamo visto chiaramente impie­gati nella decorazione di tessuti. Quindi anche per i soffitti decorati con dei fiorellini penso che si possa parlare, a ragione, di riproduzioni di tende e velari.

Nella tomba dei Fiorellini (fig. 26), 20> i petàli non sono più quattro, ma tre e sempre di forma

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allungata. I fiori in rosso bruno si alternano a piccoli dischi in rosso e l'effetto che ne risulta è piacevole e vivace. Anche in questa tomba, come nella precedente, è messo in evidenza dalla deco­razione il columen, che qui è alleggerito da una serie di cerchi concentrici resi in rosso e a risparmio.

Procedendo nell'esame dei soffitti decorati con fiorellini vediamo che nella tomba del Maestro delle Olimpiadi 2 '> questi non hanno più i petali allungati, ma piuttosto puntiformi. 22> Tuttavia non credo che ciò sia un elemento che possa infir­mare la validità della mia ipotesi, in quanto si tratta sempre di un motivo decorativo, che, pur nelle sue varianti, può sempre richiamarsi ad ele­menti reali: in questo caso alla decorazione dei tessuti, che, sorretti da assi !ignei, servivano a co­prire e, nello stesso tempo, a delimitare la zona scelta per le cerimonie.

Fiori di questo secondo tipo compaiono anche nelle tombe del Morente 23l e dei Vasi Dipinti. 2 4> I due tipi si alternano invece, forse più casualmente che intenzionalmente, sugli spioventi della tomba degli Auguri (fig. 27), 2 5> e se la porta dipinta sulla parete . di fondo va intesa come quella d'ingresso della tomba, si avrebbe qui un'ulteriore conferma del fatto che le gare disputate in onore del defunto

*l Ringrazio vivamente il Soprintendente dott. M. Moretti per avermi cortesemente data la possibilità di studiare e fotografare le tombe di Tarquinia da me prese in esame. In modo particolare desidero esprimere la mia gratitudine al prof. F. Magi per i suoi preziosi consigli e per la cura con cui ha seguito questo lavoro. Il mio grazie anche al si­gnor Ferruccio Schippa che ha con molta cura eseguito le fotografie.

1 l Uso il termine trapezoidale, in quanto il vertice centrale del triangolo frontonale è tagliato dal columen.

:a) G. BECATTI-F. MAGI, Le pitture delle tombe degli Auguri e del Pulcinella, in Mon. Pitt. Ant., 1955, p. 36.

3) Generalmente re.>o in rosso scuro come i due men­soloni, quando vi siano, posti l'uno al centro del frontone di fondo e l'altro in quello d'ingresso.

4) M. MORETTI, Nupvi monumenti della pittura etrusca, Milano 1966, p. 4 ss.

5) ID., op. cit., p. 143 ss. 6) N. DAcos, Fabullus et l'autre peintre de la Domus

Aurea, in Dialoghi di Archeologia, 2, 1968, p. 215. 7) A testimonianza dell'uso di tendere un drappo tra

gli alberi al di sopra del luogo scelto per il banchetto, è da ricordare il caso simile, molto t:iù tardo, offerto dal particolare del banchetto nella piccola caccia di Piazza Armerina (G. V. GENTILI, La villa Erculia di Piazza Armerina, Mosaici figurati, Roma 1959, tav. 20): anche qui vediamo, tesa a coprire i convitati, una tenda.

B) M. PALLOTTINO, La peinture Etrusque, Genève 1952, p. 81 ss.

9) BECATTI-MAGI, op. cit., p. 37· Io) P. DUELL, The Tomba del Triclinio at Tarquinia, in

Mem. American. Acad., VI, 1927. n) P. DuCATI, Le pitture delle tombe delle Leonesse e dei

Vasi Dipinti, in Mon. Pitt. Ant., 1937· 12) PALLOTTINO, op. cit., p. 67 ss. 13l M. MoRETTI, La tomba della Nave, Milano 1961. 14) PALLOTTINO, op. cit., p. 8 ss. '5) M. MORETTI, Nuovi monumenti della pittura etrusca,

1966, p. 185 ss.

si svolgevano all'aperto sotto padiglioni eretti prov­visoriamente dinanzi alla tomba.

Infine i fiorellini ritornano nella tomba della Caccia e della Pesca (fig. 28), 26> dove sono uniti a piccoli quadratini divisi da una crocetta, ed è inte­ressante notare che tali semplici motivi geometrici formavano la decorazione della tenda, di tessuto leggero, che abbiamo visto dipinta sulle pareti della tomba del Cacciatore (fig. r7).

In conclusione, questo che ho presentato non vuo­le essere che un tentativo di interpretazione di un tipo di decorazione dei soffitti di alcune tombe tar­quiniesi; il nome greco di 7t1Xp1X7te:-r&crflcx:riX, 27> che ho scelto per quei velari e tendaggi, mi è sembrato il più idoneo, nel senso più letterale che esso ha di copertura realizzata con tende. Nessun rapporto quindi con il velario dei sarcofagi romani col loro pe­culiare significato. :aB) Mi pare invece, a conclusione di queste mie ricerche, che si possa piuttosto sot­tolineare il fatto che questi 7t1Xp1X7te:-r&crfLIX'!IX etruschi, non dovettero essere limitati a giuochi o incontri a carattere funerario, ma furono, assai probabil­mente, di uso comune; a conferma si può osser­vare che essi ci sono testimoniati in luogo (Tarqui­nia), dove le condizioni climatiche meridionali le potevano permettere per più lungo corso di mesi.

16) ID., op. cit., p. 8 ss. 17) ID., op. cit., p. 42 ss. 1 Bl L. BANTI, Disegni di tombe e monumenti etruschi fra

il 1825 e il 1830: l'architetto Henri Labrouste, in St. Etr., 35, 1967, p. sss.

19l J. BYRES, Hypogaei or sepulchral Caverns of Tarqui­nia, IV, Londra 1872, tav. III. Infatti in base ai disegni che rimangono di questa tomba, vediamo che sulle sue pa­reti era raffigurato un drappo fermato in alto con dei chiodi molto veristicamente riprodotti. Nel caso della tomba Labrouste, secondo la Banti, si avrebbe invece una raffi­gurazione più stilizzata sia della stoffa, che non presenta il naturalistico chiaroscuro di quella della Tappezzeria, sia dei chiodi che sarebbero stati resi con dischetti pieni distanziati in modo regolare e legati gli uni agli altri da semicerchi allungati.

:ao) MoRETTI, op. cit., p. 265 ss. 21) ID., op. cit., p. 121 ss. 22) E cioè come sostiene la Banti. 23) P. RoMANELLI, Tarquinia, 1954, p. 25· 24) DucATI, op. cit., p. 9 ss. 25) BECATTI-MAGI, op. cit., p. I ss. • 26) P. RoMANELLI, Le pitture della· tomba della Caccia e

della Pesca, in Mon. Pitt. Ant., 1939· 27) Tale termine, come velum in latino, oltre ad indicare

drappi verticali liberi o fermati alle pareti, può essere usato (DAR.-SAGL., V, s. v. "velum ,) anche per tende poste orizzontalmente a coprire molto spesso una tavola di banchetto. Quest'uso è testimoniato anche da un cratere a campana del IV secolo a. C., dove, in una scena di sim­posio, sopra i convitati, è raffigurata una tenda: cfr. K. SCHEFOLD, Untersuchungen zu den Kertscher Vasen, Berlin 1934, p. 13, n. 72, tav. 27, 4i J. D. BEAZLEY, Attic Red-figure Vase-Painters, II, 2• ed., Oxford 1963, P• 1433, V. 33•

:aB) F. CuMONT, Recherches sur le symbolisme funéraire des Romains, Paris 1942, p. 476; una sintesi delle varie ipotesi formulate è in G. BoviNI, l sarcofagi paleocristiani, Città del Vaticano 1949, p. 57 s.

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