vicenzapiù n. 264

24
Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 264 - 21 dicembre 2013 - euro 1,20 www.vicenzapiu.com V icenza Più Periodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici Quest’anno erano in ballo anche Giorgio Langella, Maria Rita Dal Molin e Massimo D’Angelo, solo alcuni tra i molti altri che meriterebbero pagine e copertine. Quando si sceglie si può anche sbagliare, ma di certo lo “schivo” Luc Thibault, la prima “Persona dell’anno” per VicenzaPiù, sarà il primo a “scusarsi” per la nostra scelta. Un motivo in più per nominarlo. La “Persona dell’anno” 2013 Luc Thibault, il conflittuale Lavora con i media del network VicenzaPiù Per un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano maturare esperienza nel mondo della comunicazione. Analoga ricerca è rivolta ad agenti che, vendendo pubblicità per i media del gruppo VicenzaPiù, trovino un’adeguata fonte di guadagno in un ambiente professionale e contribuiscano al rafforzamento dell’informazione indipendente. Inviare i curricula a info@ mediachoice.it Pay what you want Paga quello che vuoi per supportare l’informazione indipendente e sfoglia co- modamente in digitale i pe- riodici VicenzaPiù, la vetrina senza diaframmi su “Fatti, personaggi e vita vicentina”. Clicca su ww.vicenzapiu.com

Upload: giovanni-coviello

Post on 10-Mar-2016

227 views

Category:

Documents


2 download

DESCRIPTION

VicenzaPiù n. 264, settimanale indipendente di vita vicentina

TRANSCRIPT

Page 1: VicenzaPiù n. 264

Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 264 - 21 dicembre 2013 - euro 1,20

www.vicenzapiu.com

VicenzaPiùPeriodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici

Quest’anno erano in ballo anche Giorgio Langella, Maria Rita Dal Moline Massimo D’Angelo, solo alcuni tra i molti altri che meriterebbero pagine

e copertine. Quando si sceglie si può anche sbagliare, ma di certo lo “schivo” Luc Thibault, la prima “Persona dell’anno” per VicenzaPiù, sarà il

primo a “scusarsi” per la nostra scelta. Un motivo in più per nominarlo.

La “Persona dell’anno” 2013Luc Thibault, il conflittuale

Lavora con i media del network VicenzaPiùPer un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre

testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano

maturare esperienza nel mondo della comunicazione.

Analoga ricerca è rivolta ad agenti che, vendendo pubblicità per i media del gruppo VicenzaPiù, trovino un’adeguata fonte di guadagno in un ambiente professionale e contribuiscano al rafforzamento dell’informazione indipendente. Inviare i curricula a [email protected]

Pay what you want Paga quello che vuoi per supportare l’informazione indipendente e sfoglia co-modamente in digitale i pe-riodici VicenzaPiù, la vetrina senza diaframmi su “Fatti, personaggi e vita vicentina”.

Clicca suww.vicenzapiu.com

Page 2: VicenzaPiù n. 264
Page 3: VicenzaPiù n. 264

21 dicembre 2013 pag3

Qu

oti

dia

ni

on

-lin

e: w

ww

.vic

en

zap

iu.c

om

- w

ww

.bass

an

op

iu.c

om

- w

ww

.mo

nte

cch

ioarz

ign

an

op

iu.c

om

- w

ww

.sch

ioth

ien

ep

iu.c

om

- w

ww

.ven

eto

piu

.co

m

Giovedì 12 Dicembre, pressol’Hotel Palladio di Vicenza, il

giornalista dell’Agi Luca Marianiha presentato il suo ultimo libro, Ilsilenzio sugli innocenti, dedicatoalle stragi di Oslo e Utoya avve-nute il 22 luglio del 2011, inNorvegia “per far luce sui silenziche hanno accompagnato l’ucci-sione di tanti socialisti-laburisti”.L’autore ha dialogato con LucaFantò, segretario provinciale PsiVicenza; il moderatore è statoGiovanni Coviello, direttore diVicenzaPiù e VicenzaPiù.Tv, cheha trasmesso in esclusiva l’interaserata il cui video è disponibilegratuitamente on demand suVicenzaPiu.com. La presentazione è stata accompa-gnata dalla lettura di brani sceltidel libro, ad opera di MarioPodeschi. Quel maledetto 22luglio di due anni fa, AndersBehring Breivik, trentenne norve-gese sostenitore di ideologie diestrema destra, ha prima fattoesplodere un ordigno presso ilquartier generale del governo,fuori dall’ufficio del PrimoMinistro, uccidendo otto persone,e, due ore più tardi, ha attaccato ilcampeggio dei giovani laburisti,che si teneva sull’isolotto di Utoya.La serata si è aperta con la lettura diun passaggio del libro che ha per-messo ai presenti di calarsiimmediatamente nell’atmosfera daincubo dell’isolotto di Utoya attra-

verso le drammatiche testimo-nianze dei sopravvissuti: le paroledi una ragazza dipingono unBreivik lucido e spietato, un attoresenza scrupoli che, travestito dapoliziotto, ha avvicinato un gruppodi ragazzi con la scusa di informarlicirca l’attentato di Oslo, avvenutopoche ore prima, e ha poi aperto ilfuoco su di loro, ingaggiandoquindi una caccia all’uomo - anzi,al ragazzino, dato che i campeggia-tori avevano dai 14 ai 19 anni -durata 77 interminabili minuti. “Icellulari suonavano, ma nessunorispondeva: i proprietari, infatti,erano tutti morti”. Uccisi dallalucida follia di Breivik. Ma davverodi follia si trattava, o, piuttosto, diinfame lucidità? L’autore propende chiaramente perquesta seconda possibilità: nelcorso della serata, dalle sue paroleemerge chiaramente come lamatrice ideologica anti socialistache ha armato la mano dell’assas-sino non solo sia stata messa indubbio, ma sia stata deliberata-mente occultata dalla stampa e daimedia. Ecco, quindi, il perchédell’apparentemente enigmaticotitolo scelto da Luca Mariani: si ètaciuto il fatto che Breivik abbiascelto proprio quelle vittime, iragazzi che partecipavano ad uncampeggio dei giovani laburisti, inossequio alle proprie deliranti ideeantieuropeiste e anti immigra-zione. Le prime notizie relative allastrage hanno, infatti, parlato diattentati di matrice islamica; suc-cessivamente, quando è emersa laverità ed è stato individuato ilresponsabile, lo si è fatto passareinizialmente per un pazzo; nessun

Il silenzio sugli innocenti: la strage antisocialista di Utoya raccontata da Luca Mariani

risalto è stato dato alla sua inten-zione deliberata di designare comevittime proprio dei laburisti inquanto tali; nessun peso è statoattribuito all’ideologia che eglisosteneva e al suo passato di ideo-logo. Breivik, infatti, ha scritto uncompendio di millecinquecentopagine, nel quale espone conperizia e con certosina precisione ipunti cardine del suo pensiero,delirante finché si vuole, ma lucidoquanto basta a consentirgli di por-tare a termine una carneficina cheè costata la vita a 77 persone,senza che sia stato possibile inter-cettarlo in tempo e prevenire ilmassacro - aveva infatti progettatotutto con precisione svizzera, uti-lizzando anche precauzioni tali daconsentirgli di procurarsi il neces-sario per costruire un ordignosenza farsi scoprire. Ha agito inmodo premeditato, elaborando unpreciso piano d’azione. Non èandato direttamente a colpire gliimmigrati, come forse si sarebbepotuto pronosticare date le suedeliranti teorizzazioni. Ha ucciso,invece, dice e scrive Luca Mariani,i giovani che sostenevano la neces-sità di lavorare per una societàdiversa, più giusta, accoglienze,rispettosa. Colpire direttamente gliimmigrati, ha argomentato Breivik,avrebbe significato dare ossigenoalla creazione di un movimentod’opinione in loro favore. Bisogna,invece, agire a monte, pensò l’omi-cida ideologo, esattamente come sifa per riparare una perdita d’acquain un bagno: prima si ripara la per-dita, i giovani socialisti, e poi si“tira lo sciacquone” per far sparirel’acqua. Breivik ha anche fondato,

nel 2002, il Movimento deiCavalieri Templari, il cui compito,secondo le sue farneticanti inten-zioni, sarebbe quello di spazzarevia gli immigrati entro il 2083,attraverso quella che Breivik stessodefinisce una vera e propria“deportazione dei musulmani e deirom”. Il suo progetto era quello di“costruire aree produttive, situatemagari in Anatolia o in Albania,dove gli immigrati dovrebbero lavo-rare per 12 ore al giorno, con unsalario”, bontà sua, “pari al triplo diquanto riceverebbero in patria”; mala permanenza sarebbe stata loroconsentita solo per un anno, alloscadere del quale avrebbero dovutotornarsene a casa loro. Un’ideologiaorganizzativa, insomma, ad uso econsumo di coloro i quali vorreb-bero spremere dagli immigrati laforza lavoro, senza dare in cambioniente, nemmeno il rispetto dovutoad ogni persona. Com’è emerso daivari commenti suscitati dall’ani-mato confronto che ha seguito lapresentazione dell’autore, c’èinfatti qualcuno a cui l’appellarsi alrazzismo, in fondo, fa comodo, permeglio sfruttare la manodoperaimmigrata. Perché, infatti, ci sichiede, un idraulico, un muratoreo un piastrellista dovrebbero votarepartiti che fanno della lotta all’im-

migrazione il loro cavallo di batta-glia? Facile: perché temono - e nona torto - la concorrenza dei lavora-tori immigrati, che prestano la loroopera ad un prezzo più basso. Illavoro irregolare, sostiene LucaMariani, esiste perché conviene.Conviene all’imprenditore edilizioappoggiarsi al muratore clande-stino che fa un prezzo più bassoper la muratura; conviene allegriffe comprare da aziende tessilicinesi. E poi succede come a Prato,nessuno sapeva niente, nessunovedeva niente. E ci scappa il morto.La soluzione, rileva qualcuno, cisarebbe, eccome: controlli piùseveri, o semplicemente seri, e nor-mativa comune europea perchéparità di lavoro significhi parità disalario: il prezzo del muro èquello, e tale deve rimanere, che atirarlo su sia un italiano, unrumeno o un cinese. La dignità dellavoro non conosce razza e nonconosce confini. E non per buo-nismo, ma per giustizia. Come hascritto un ragazzo a Breivik: “Ionon ho paura di te. Non ci puoicolpire, noi siamo più grandi di te.Noi non risponderemo al male conil Male, come vorresti tu. Noi com-battiamo il Male con il bene. E noivinceremo”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giulia Turra

/ Da sinistra: Giovanni Coviello, Luca Fanto, Luca Mariani, Mario Todeschiall'Hotel Palladio

Direttore ResponsabileGIOVANNI COVIELLO

[email protected]

EditoreMEDIA CHOICE s.r.l.

Viale Trento, 197 - Vicenza0444 1834040

[email protected]

StampaCentro Servizi Editoriali

36040 Grisignano Di Zocco (VI)V. Del Lavoro, 18Tel. 0444 414303

Autorizzazione VicenzaPiùTribunale di Vicenza n. 1181

del 22 agosto 2008

ProviderGoldnet s.r.l.

Collaboratori esterniITALO FRANCESCO BALDOANNA BARBARA GROTTO

GIULIA TESSARIGIULIA TURRA

CopyrightLe condizioni di utilizzo dei testi e delle fotosono concordate con i detentori. Se ciò nonè stato possibile, l’editore si dichiara dispo-

sto a riconoscere il giusto compenso.

VicenzaPiù si avvale di opere d’ingegno (testi e

fotografie) distribuiti gratuitamente con le li-

cenze Creative Commons “Attribuzione”e

“Attribuzione - Non opere derivate”. Ringra-

ziamo tutti gli autori che ci permettono di uti-

lizzare i loro lavori segnalando il nome o il link

ad un loro spazio web personale. Per maggiori

informazioni: www.creativecommons.it

Giornale chiuso in redazione alleore 21.00 di giovedì 19 dicembre 2013

Tiratura: 12.000 copie

TVRedazione e PubblicitàViale Trento, 197 - Vicenza

0444 [email protected]@vicenzapiu.com

MARCO MILIONI

[email protected]

Segretaria di redazioneANGELA MIGNANO

[email protected]

Collaboratori di Redazione

EDOARDO ANDREIN

MARTINA LUCCHIN

GIORGIO LANGELLA

MARCO POLO

Ospiti fissi Chiaramente CalcioRENATO ELLEROANDREA LIBONDI

VicenzaPiù.comVicenzaPiù

Page 4: VicenzaPiù n. 264

(m.m.) Il Pd non se ne accorgema ormai sul piano della traspa-renza e della correttezza la suapresunta superiorità morale è de-finitivamente morta. Basti guar-dare la pantomima del giorno 17quando con una scusa men chebanale la maggioranza di centro-sinistra ha fatto quadrato attornoalla giunta impedendo una chiaradiscussione sul caso Aim, che sisarebbe dovuta coronare conl’audizione di Gianni Giglioli, exassessore alle partecipate, finitonel vortice del caso Aim e uscitopoi a testa alta dopo l’assoluzioneal processo.Il niet opposto dalla maggioranzavariatiana, ha lo stesso profumo,o meglio la stessa puzza, dei di-nieghi opposti dai capataz del Pdlquando lo scandalo Marghera de-flagrò in una sala Bernarda a tra-zione destrorsa. È normale che inun contesto del genere BeppeGrillo ed i suoi emuli abbianogioco facile nel parlare di Pdl e

Pdmenoelle. A parti invertite in-fatti il gioco è sempre lo stesso, ocome diceva il compianto Bom-bolo, invertendo le chiappe il pro-dotto non cambia.In questa storia di silenzi e di ti-mori chi comunque perde più diogni altro la faccia è il presidentedel consiglio comunale FedericoFormisano. Dopo le rivelazionishock di Giglioli, in tribunale enelle sue interviste a Vicenza-PiùTv, ma soprattutto dopo la sen-tenza, un presidente con gliattributi se ne sarebbe infischiatodi bilance e bilancini e buttandolagiù dura avrebbe usato i potericoncessi per dare egli stesso la pa-rola a Giglioli. Invece, come alsolito a Vicenza ha vinto la pa-lude, unitamente alla modestiadei Possamai, dei Pupillo e deiGuarda che si sono limitati a pap-pagallare gli ordini di scuderia cu-cinati da Variati e predigeriti daBulgarini.Ma in una città che continua a

non volere fare i conti con séstessa le miserie non arrivano maida sole. In queste ore sui medialocali è tutto un florilegio di indi-screzioni sulla possibile nominadi Matteo Marzotto quale nuovonumero uno di Fiera di Vicenzaspa. Basterebbe un sussurro delsindaco democratico Achille Va-riati per far capire al rampollinoche sarebbe meglio continuare aoccuparsi di beneficenza e lustrinigiacché sul figlio di Marta Mar-zotto nata Vacondio pesa comeun macigno una inchiesta per eva-sione fiscale che lo ha portato allasbarra. Vicenza e la sua Fiera simeritano uno così? Variati duranteil suo primo mandato a metà anni‘90 subissò di intemerate ilGruppo Maltauro. Urlò urbi etorbi che mai sarebbe stato etica-mente accettabile affidare i lavoriper i tunnel tra Vicenza Est e Vi-cenza Ovest a un gruppo finitonel gorgo di Tangentopoli. A di-stanza di qualche anno Maltauro

21 dicembre 2013 pag4

Federico Formisano passerà allastoria del comune di Vicenza

come il presidente di pongo. Siadatta perfettamenre alle formineideate dal sindaco Variati e passa-tegli sotto banco dal vice Bulgarini.Poi alla bisogna basta un po' di ca-lore dal termosifone, si squaglia esi riutilizza per il prossimo diktatche viene dal dolce forno Harbertinstallatosi da anni a palazzo Tris-sino. La figura barbina di Formisano du-rante l'ultimo consiglio comunaleè già stata raccontata da Vicenza-piu.com. Ma in queste ore emergeun nuovo dettaglio. Formisano nonsolo è stato costretto a re-ingurgi-tarsi l'invito in aula a Gianni Gi-glioli, che egli stesso aveva inviato,ma neanche si è "degnato" di salu-tare l'invitato rimasto poi inascol-tato sulle sue accuse a Variati e adAim sul caso Marghera Ecoveneta.A sostenerlo è proprio Giglioli inuna lettera* intrisa al curaro inviataal presidente del consiglio comu-nale e per conoscenza a tutti i ca-pigruppo in Sala Bernarda. L'exassessore non lesina stilettate chi-rurgiche: «Con il Suo atteggia-mento ha sottolineato la distanzaancora una volta tra istituzione ele persone... Se fossi stato invitatodal Papa Francesco I, sono certoche sarebbe sceso dal suo seggio.Probabilmente Lei si ritiene supe-

riore a queste umane attenzioni».E il professionista è amaro anche,e soprattutto, quando ricorda a For-misano e alla maggioranza di oracome allora, in cui l'attuale presi-dente del Consiglio comunale eracapogruppo del Pd, di essersi di-messo da assessore allo scoppiaredel caso, per cui ora è stato assoltocon formula piena, e questo pernon creare imbarazzi a Variati & c.Come sottolinea in un post scrip-tum: «Lei quale capogruppo dellamaggioranza dovrebbe ricordareche diedi le dimissioni da assessoreper un’imputazione ingiusta pernon disturbare la serena attivitàdella giunta. Non mi sorprende-rebbe se ci fosse un Suo ed altruiformale ringraziamento per il mionobile sacrificio. Ma anche questeforse sono cose che non si usanopiù.»Giglioli ha ragione e quindi torto.Perché alla barbarie si risponde conla barbarie. In tempo di forconi uncomportamento del genere merite-rebbe ben altra risposta. Giglioli sisarebbe dovuto recare in sala Ber-narda a prendere a calci nel sedere,politicamente parlando, sputta-nando in diretta il presidentissimocon favor di telecamere. È l'era deiforconi. E forca sia. Il tempo delformale mugugno o del civile re-clamo è scaduto. Altrimenti dai for-coni si ritorna ai porconi,

* Ecco la copia della lettera checircola in Sala Bernarda e che ren-diamo nota a tutti i cittadini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Giglioli ospite insalutato e assessoredimenticato: forche, forconi e porconi

Maltauro, Marzotto e i silenzi in sala Bernarda

di Marco Milioni

/ Achille Variati con Gianfranco Simonetto, presidente della Maltauro, inauguralavori in Fiera

sul suo medagliere vanta l’amplia-mento della Fiera, la maxi lottiz-zazione del Cotorossi, chiacchie-ratissima, e altri lavoretti in giroper il Vicentino (nella foto Variaticon Gianfranco Simonetto, presi-dente della Maltauro, inaugura la-

vori in Fiera, ndr), Per caso lacappa di silenzio calata sulla salaBernarda serve a sopire celesti im-barazzi per qualche imprenditorein procinto di canonizzazione sul-l’altare del dio mercato?

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 5: VicenzaPiù n. 264

Se il nostro Marco Milioni ha in-vitato Gianni Giglioli a prenderea calci nel sedere chi neanche loha salutato in Consiglio Comu-nale dopo averlo inviato a parte-ciparvi, dopo la pubblicazionedella sua nota suVicenzaPiu.com, e riprodotta ac-canto insieme alla lettera che hasvelato il Galateo di sala Ber-narda ai capigruppo, lo stesso exassessore ci ha girato la lettera ri-cevuta da Federico Formisao pre-sidente del Consiglio Comunale,e il commento che lui ne ha fattopregandoci di pubblicare il tuttocon questa considerazione: «se ilpresidente che mi ha inviato enon mi ha salutato mi avessescritto su un foglio bianco daamico, quale si professa di esserestato e di essere, cosa a me finoraignota, mai avrete diffuso le sueparole. Ma viosto che per scri-vermi ha usato la carta intestata

del Comune penso che il suo siaun atto pubblico e che quindivada reso pubblico. Che traspa-renza sarebbe sennò?»La nota di Gianni Giglioli comecommento alla lettera e all’arti-colo dei “calci”.

Egregio Direttore,mi un po’ difficile prendere acalci sul sedere chi dallo scrannonon si vuole alzare, e poi come sifa a sparare sulla croce rossa?Legga la risposta. No commentGianni Giglioli

La lettera di Formisano a Giglioli

Caro Gianniho ricevuto la tua lettera del 17dicembre in cui mi manifesti al-cune lamentazioni circa il miocomportamento tenuto in occa-sione dell'incontro del 28 novem-bre.

Caro amministratore unico diAim, Paolo Colla, carissimo

sindaco “unico” di Vicenza,Achille Variati, a Natale una voltai bambini scrivevano una letterinacon i loro desideri per i regali datrovare sotto l’albero. Se per bam-

Caffè amichevoli e calci nel sedere:Formisano e Giglioli fiction

Putroppo sono dispiaciuto diquanto accaduto ma ti garantiscoche non c'era veramente nessunavolontà da parte mia di non salu-tarti. Purtroppo il ruolo del Presidentedel Consiglio è abbastanza deli-cato e prevede la presenza co-stante su quello che tu haidefinito il seggio. Ogni volta chemi alzo dallo scranno devo predi-sporre la mia sostituzione checomporta anche una verbalizza-zione, ecc. Comunque al di là di questo avreivoluto veramente salutarti con lamassima cordialità anche perchènon ho motivi particolari per nonfarlo. Mi auguro che presto possiamoavere l'occasione per incontrarcie per risolvere con una stretta dimano e magari perchè no con uncaffè o un aperitivo, le incom-prensioni che dovessero essere in-

tervenute fra di noi. Ti auguro di trascorrere serena-mente il prossimo Natale e leprossime festività

Federico Formisano, Presidenzadel Consiglio comunale

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La letterina di Natale a Paolo Collae Achille Variati

bini si intendono tutti i nostri figliche non sono ancora capaci diproseguire da soli il camminodella vita che noi gli abbiamodato oggi la letterina la scrivereb-bero anche tanti, tantissimi, troppigiovani senza lavoro o costretti a

farsi non sfruttare, ma schiaviz-zare pur di averne uno, magarionesto. L’incipit di una che di fattoci ha consegnato per voi un under30 ve lo giriamo subito, per poicompletarla entro fine anno per-ché la possa leggere non soloBabbo Natale, che magari è stra-niero e non capisce tutto, ma an-che la nostra vecchia, cara Be-fana.La lettera che vi chiede di poteravere oneste possibilità di cercareun lavoro, misero magari maumano, inizia così: “cari babbi,Paolo e Achille, lo so che comin-ciando così avrò più ascolto per-ché babbo sa di fiorentino e la po-litica oggi, quella nuova erottamatrice, parla rigorosamentetoscano. Cari babbi, allora, voiche cambiando l’accento da vi-centino a gigliato siete ancora in

sella, su scranni o in cda, se ioparlerò toscano potrò lavorare perun’azienda che oggi ha vinto, eda tempo vi serve, appalti conAim e altre controllate municipali,vicentine e non solo? E soprattuttopotrò lavorare con un regolarecontratto non a cottimo, magariper le consegna di lettere, che poinon arrivano, e le lettura di con-tatori, magari poi contestate? Iovorrei lavorare, ma con quel cot-timo devo anche pagarmi un pa-nino con la soppressa, sottile percarità, e la benzina per il miscelaper il motorino, che i miei geni-tori, bravi e buoni loro, mi hannogià regalato anche se ho sentitoda dietro la porta che facevano fa-tica a mettere insieme i soldi perpagarmelo ma che dovevano far-melo perché altrimenti non potreiavere quel lavoro. Allora, cari

babbi Paolo e Achille, so che nonentrambi avete figli, ma promet-tetemi solo un piccolo regalo: setra i vostri fornitori c’è chi co-stringe un babbo e una mamma aspendere soldi che non hanno perun motorino da regalare al figlio,che poi lo usa per lavorare manon “tira su” neanche i soldi perpagarsi il panino con o senza sop-pressa, risparmiate di meno to-gliendo quell’appalto, che maleavete fatto ad assegnare così, ainuovi schiavisti, rottamate la spe-culazione sulla pelle della gentee magari investite qualche cente-simo in più a busta da conse-gnare, sul serio però non comequelle della Tares, e date l’appaltoad aziende vere, che danno lavorovero e vi fanno un lavoro vero.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ Achille Variati e Paolo Colla

21 dicembre 2013 pag5

Page 6: VicenzaPiù n. 264

pag621 dicembre 2013

Leggiamo e riportiamo un com-mento al nostro articolo su Vi-

cenzaPiu.com di giovedì “Aim e laposta ammucchiata ma “certifi-cata”: chi sceglie e controlla a S.Biagio i partner?” (riportato di se-guito in questa pagina), che fa se-guito a un altro simile del 20agosto “Acque Vicentine e le bol-lette bagnate: intervenga Guzzo”(http://www.vicenzapiu.com/leggi/acque-vicentine-e-le-bol-lette-bagnate-intervenga-guzzo). La firma del post è di tal LisattiMichele che scrive, sembra, anome del Consorzio Hibripost,che si vanta di una pluriennalecollaborazione con Aim, che perònel sito Hibripost non compare trale referenze ..., e a lui rispondiamoa seguire. Così come a parte risponderemoalla mail di richiesta di dettagli daparte di Aim, che ha fatto onesta-mente meglio del “sempre silen-zioso” Angelo Guzzo di AcqueVicentine, altra azienda pubblicache ha appaltato il servizio postalenon a Poste Italiane (e, guardacaso, alla stessa Hibripost comedocumenta la foto bagnata).Ci auguriamo, anzi siamo sicuriche nel frattempo Aim, oltre chechiederci di sapere dove sono state“ammucchiate” le 5 lettere, cosache può sapere anche da Lisattiche dice di saper già individuaredove siano state recapitate, pro-ceda ad autonomi e numerosi con-trolli indipendenti.Il direttore

Il “post” di Lisatti Michele

Spettabile Redazione,abbiamo letto l’articolo a firma diGiovanni Coviello apparso ieri suVicenzapiù.com che commenta lemodalità di recapito delle bolletteTares di Aim.Non intendiamo giustificare apriori eventuali inadempienze che

dovessero emergere una volta cheavremo compiuto le dovute verifi-che su questo caso isolato, (sem-pre ammesso che i destinataridelle missive rispettino il codicepostale vigente), quanto piuttostoricordare l’operato dei molti di-pendenti che quotidianamente la-vorano con professionalità,applicando le nostre precise regoleaziendali.Ci sembra infatti fuori luogo e inu-tilmente sensazionalistico, ricor-rere ai toni e alle immaginidispregiative usate dal signor Co-viello che si scaglia contro chi “sifa pagare per certificare consegneammucchiate e incertificabili”.Proprio perché la posta da noi re-capitata è certificata, saremosenz’altro in grado di risalire al-l’operatore che ha consegnato lemissive nella maniera in cui sonostate fotografate, e solo dopo unconfronto diretto, atto a stabilire leresponsabilità dei vari soggetticoinvolti, prenderemo i giustiprovvedimenti previsti da con-tratto, senza per questo dover su-bire gogne mediatiche di alcuno,lesive della consolidata professio-nalità che i nostri collaboratori te-stimoniano quotidianamente.Restiamo a disposizione del si-

gnor Coviello qualora fosse vera-mente interessato a conoscerecome è strutturato il servizio di re-capito certificato, anche se proba-bilmente non sapremo interpretareil destino “cinico e baro”, come lochiama il signor Coviello, che si èabbattuto sulle 5 lettere da lui se-gnalate, a fronte dei milioni di bol-lette correttamente epuntualmente consegnate nelcorso dell’ormai pluriennale colla-borazione con Aim.Cordiali saluti.Lisatti Michele

La nostra risposta

Gentile sig. Lisatti Michele , chescrive (a quale titolo?) a nome diHibripost, se ci invia via mail lesue motivazioni non esiteremocerto a pubblicarle. Ma lei, chepensiamo esperto di posta, sa che

Posta ammucchiata ma "certificata": indaga Aim,Hibripost si inalbera, VicenzaPiù pone altre domande

Giovanni Coviello, come è indi-cato nella firma dell’articolo, è ildirettore responsabile di questoquotidiano web e che il suo indi-rizzo mail è chiaramente indicatonei dati della redazione?Ma se è solo esperto di posta car-tacea, invece che di quella elettro-nica, sa che c’è anche l’indirizzopostale a cui scrivere per contra-stare, documentando le motiva-zioni senza frasi fatte, la notizia, enon è la prima, sulla presuntagogna mediatica di 5 su 5 letteremal(re)capitate, come da foto, inun condominio. Invece che sup-porre, controgogna mediatica?,che “ i destinatari delle missive”magari non “rispettino il codice

postale vigente” (ma se hanno unacassetta accanto alla grata in cuisono state ammucchiate le letterecosa devono fare per farle inserirelì invece che nel modo fotogra-fato?), perché non controllano ma-gari se il caso non sia tanto isolatoe se magari la consegna a cam-pione anomala non sia dovuta,che so, a poveri operatori, magaristranieri con scarsa padronanzadell’italiano per leggere i nomisulle cassette e magari con ancorapiù scarsa retribuzione? Caro sig.Lisatti Michele, che scrive (ripeto“a quale titolo?”) a nome di Hibri-post, faccia lei le sue dovute veri-fiche, ci faccia conoscere,motivandole non genericamente,

le sue obiezioni e, magari, anchea quali condizioni Hibripost ha ot-tenuto la “pluriennale collabora-zione” da Aim, azienda pubblicache vi preferisce, magari con giu-sta convenienza, all’azienda pub-blica nazionale Poste Italiane. E cidica anche come è composta lasua forza lavoro, in quali contrattidi lavoro è inquadrata e con qualiretribuzioni è pagata per il suo la-voro. Che mai abbiamo messo indiscussione. Sul fronte dei lavora-tori...Giovann CovielloDirettore di VicenzaPiu.com

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giovanni Coviello

Aim e la posta ammucchiata ma "certificata":chi sceglie e controlla a S. Biagio i partner?

(g.c) Anche in passato abbiamosegnalato sistemi, diciamo, alle-gri di consegna di lettere e avvisispediti dal gruppo Aim. Come sifa a giustificare la consegna diavvisi per la Tares lasciati non incassetta ma ammucchiati tra legrate del portoncino in metallodi ingresso di un condominio, inbarba alla privacy di chi riceve

la posta insieme alla posta altruie deve cercare la sua immagi-nando che ci sia nel mucchioanche se la prima busta delblocco potrebbe far pensare chetutte le buste siano del destina-tario indicato nella prima? Ecome si può pensare che la con-segna di quella posta sia dichia-rata, e pubblicizzata, come

«certificata» dal gestore incari-cato, che accanto al proclama dicertificazione si firma Hibriposte che ci aspettiamo giustifichiquesto sistema magari giurandoche quel mucchio di 5 lettere,per giunta lasciate lì a pochicentimetri dalle regolari cassettepostali, è un puro caso, pergiunta eccezionale, del destino? Magari cinico e baro.Cinico, viene da pensare, comechi assegna certi incarichi fre-gandosene di verificare se sianoassolvibili, prima, o assolti dopoBaro, viene da temere, come chisi fa pagare per certificare con-segne ammucchiate e «incertifi-cabili».E, comunque, destino, viene daconstatare, per una Aim che«certifica» anche con la suaposta consegnata a caso la ge-stione storicamente approssima-tiva dei suoi partner.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 7: VicenzaPiù n. 264

21 dicembre 2013 pag7

Da VicenzaPiù.com

Tares da pagare subito, lunedì16 dicembre, e allora, ecco le

decisone "responsabile" di Aim:la municipalizzata gestita aipiani alti da Colla e Vianello hatenuto aperti gli uffici sabato edomenica per consentire a tantivicentini di farsi stampare a S.Biagio il modello F24, che nonhanno ricevuto per adempiere al-l'obbligo e che non hanno dime-stichezza col web perstamparselo in proprio. «Ma il problema non nasce daAim, ma dal ministero dell'Eco-nomia che ha imposto ai Co-muni di non posticipare lescadenze. Con questa aperturastraordinaria cerchiamo di ve-nire incontro a chi vuol pagarenei termini», spiegano dalla so-cietà di contrà San Biagio, comesi legge sul GdV del 15 dicem-bre su cui la municipalizzataaveva comprato i suoi soliti

spazi promo-informativi. In questi giorni il consigliereClaudio Cicero, anche dopo lanostra segnalazione di anomalienelle "consegne" della posta Aimtramite il consorzio Hibripost,con una nota aveva però avan-zato dei dubbi ulteriori anche sul"mittente" Aim: «Lunedì la sca-denza ma più di mezza cittàdeve ancora ricevere le bollettee il modello F24. È un sistemasbagliato, inventato da qualcheburocrate ministeriale. Forse,qualche spiegazione in tuttoquesto caos la deve anche Aim»,che oggi, come detto, scarica tra-mite il GdV la responsabilità suRoma e addirittura lamenta icosti che ha dovuto sostenerecon questa dichiarazione: «Perpermettere di pagare regolar-mente ai vicentini quanto im-pone lo Stato, la Tares, stafacendo i salti mortali. Compresoil pagamento dello straordinarioai dipendenti degli sportelli».Ora, dopo la nostra denunciadelle missive con gli F24 conse-gnate in "ammucchiata" rapidada Hibripost, che nel passatoaveva abbandonato lettere diAcque vicentine sotto la pioggia,

Sui ritardi delle missive Tares c'è chi baratra Hibripost e Aim: intanto pagano i cittadini

senza che l'altra municipaliz-zata, presieduta da AngeloGuzzo, si degnasse di risponderealla nostra segnalazione a diffe-renza di Aim, che, bisogna dirlo,si è fatta viva, e dopo la risentitareazione del consorzio, che peròsi è ben guardato dal risponderealle nostre domande su perso-nale, contratti di lavoro e appalti,delle due l'una. O nasconde la verità Hibripostquando, vantandosi di «milionidi bollette correttamente e pun-tualmente consegnate nel corsodell'ormai pluriennale collabora-zione con Aim», non segnala il12 dicembre, quando ci scrive,che molte delle missive "Tares"spedite da Aim non erano stateconsegnate. O Aim gioca con frasi e soldipubblici se scarica su Roma i ri-tardi nelle consegne non di-cendo quando ha spedito lecomunicazioni e i moduli nonarrivati. Con pessima (e poco lecita?)scelta di trasparenza e di tutelaanche per i cittadini che voles-sero documentare ritardi nei pa-gamenti dovuti a ritardi dei fogliarrivati nessuna data di spedi-

di Giovanni Coviello

/ La fila negli uffici Aim per la Tares (foto Il Corriere del Veneto)

Tares, Hibripost e Aim: ucci ucci sento odore diproblemucci. La denuncia di un lavoratore (g.c.) Da VicenzaPiù.com

«Ho ricevuto la busta AIM sabato14 alle ore 13. La gente onesta èstanca di questi giochetti inganne-voli da parte delle istituzioni. Ricer-cate i responsabili di questi ritardi echiedete loro le motivazioni»: ècosì che un lettore commental'interrogazione di Daniele Ferra-rin, battagliero consigliere comu-nale del M5S, che prende, quasi,di petto i ritardi da parte di Aim odi chi per essa (il consorzio Hibri-post da noi interrogato invanosulle sue consegne poco accurateper Aim e Acque Vicentine?) nelfar arrivare ai cittadini le notifichedi pagamento dell'addizionaleTares oggi (16 dicembre, ndr) inscadenza. Aim ancora non ha risposto allenostre domande postele su que-sto mezzo e su VicenzaPiù n.263, tramite il quale avevano ri-sposto pubblicamente alle suedopo la nostra denuncia di possi-bile "mala-posta", e neanche harisposto alla nostra richiesta uffi-ciale di intervista inviata per e-mail alle 12.17 al suoresponsabile della comunica-zione e così ... posta: «chiediamo

cortesemente un incontro col vs.dr Colla e col vs. dr. Vianello peravere risposte ai quesiti postinelle precedenti note».Ad Hibripost e a un certo LisattiMichele, che scriveva in suonome, avevamo anche chiesto «aquali condizioni Hibripost ha ot-tenuto la "pluriennale collabora-zione" da Aim, azienda pubblicache vi preferisce, magari con giu-sta convenienza, all'azienda pub-blica nazionale Poste Italiane. Eci dica anche come è compostala sua forza lavoro, in quali con-tratti di lavoro è inquadrata e conquali retribuzioni è pagata per ilsuo lavoro. Che mai abbiamomesso in discussione. Sul frontedei lavoratori...».Da Hibripost, che aveva reagitoin maniera scomposta alla nostrasegnalazione, silenzio totale,mentre nel frattempo le polemi-che montavano anche per operadi Claudio Cicero.Ma oggi (16 dicembre, ndr) siscoperchia una prima pentolagrazie a una mail firmata da unlavoratore che ci arriva all'indi-rizzo di servizio riservato ai citta-dini [email protected] :

«Buongiorno, volevo inviarvi lamia esperienza di lavoro in Hibri-post e denunciare le condizionipessime alle quali i lavoratori sonosottoposti. Unico problema chemi sorge è che devo ancora pren-dere lo stipendio e non vorrei checon il mio nome e cognome poinon rispettassero il pagamento amio favore. Come posso fare?».Tutto da verificare, ovviamente,anche col denunciante (a cui ab-biamo risposto ovviamente: «In-contriamoci e le assicuro totaleanonimato»), ma una parola daAim e una voce dai sindacati vor-remmo ascoltarla visto che un po'di puzza di bruciato sui sente. Ec-come...Anche perchè le prime domandesenza risposta sulle stranezze oramontanti del connubio HibripostAim, e pi Acque Vicentine, le ab-biamo poste fin dal 1° maggio2010 ... Ce ne siamo accorti nonper nostra memoria ma tramite iltag Hibripost ...

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ Referenze Hibripsot senza Aim e AcqueVicentine

zione appare sulle buste. E nellesei pagine spedite solo su quellacon l'intestazione "Avviso di pa-gamento Tares" c'è la data del 27novembre 2013. Di compilazione e non di spedi-zione? Se così ci si dica quandola posta "ibrida" è realmente par-tita e quanti giorni sono passatidalla compilazione alla spedi-zione. Il 27 novembre 2013 è, invece,la data di compilazione e spedi-zione? Allora qualcuno ci dica eci "certifichi" perché le missive

dal 27 novembre o giù di lì nonsono arrivate a molti cittadinidopo oltre due settimane con unservizio privato che, pure, do-vrebbe essere più veloce dellevituperate Poste Italiane pubbli-che. O è la solita storia italiana insalsa vicentina per cui i costivanno al pubblico (Aim nel caso)e i profitti al privato (Hibripost)? Con l'aggravante, altrettanto so-lita, dei danni ai cittadini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 8: VicenzaPiù n. 264

pag821 dicembre 2013

Sono ancora scese, sia pure dipoco, ad ottobre le copie medie

vendute al giorno de Il Giornale diVicenza secondo i dati ufficialimensili di Prima Comunicazionegeneralmente noti come ADS, Ac-certamento Diffusione Stampa, edelaborati utilizzando non rilevazioniindipendenti ma le cifre fornite daglieditori, non certo “negativi” con sestessi. Se a settembre le copie medie ven-dute al giorno de Il Giornale di Vi-cenza erano 34.119, in cadutaverticale rispetto alle 36.998 di ago-sto (con una diminuzione di 2879copie e un preoccupante -7,8% ri-spetto a un mese estivo che non do-vrebbe di certo essere il migliore perl’assenza dalla città di molti lettori),ad ottobre il quotidiano confindu-striale non dà cenni di recuperoanzi scende, sia pure di poco grazieanche a numerose promozioni com-merciali, e arriva a vendere solo34.005 copie (tra edizione cartaceapiù digitale) di cui quelle pagatesono 33.125 composte da 27.148quotidiani venduti in edicola, da1.795 generiche “altre vendite”, da4.182 abbonamenti e solo 880copie “digitali”, che confermanouno skill poco “aggiornato” dei let-tori del GdV.Per completezza di informazione, afronte delle 34.005 copie vendute,ad ottobre sono 34.942 le copiemedie diffuse (dati che alle venditesommano gli omaggi nelle lorovarie forme) queste erano 34.990 asettembre e 37.858 ad agosto. In-somma a Viale Fermi il termometrodi un quotidiano, a cui il senso co-mune, poco confortato dai dati resipoco noti ai più, associa ancorachissà quali numeri, continua ascendere. Colpa della crisi dei quo-tidiani stampati o della linea delgiornale o di entrambe in varia-mente ipotizzabili proporzioni? E’ ladomanda che si staranno ponendoin Athesis, che per ora annuncia ul-teriori sacrifici nelle redazioni pertenere in piedi bilanci ancora inutile grazie sempre meno alle ven-dite di copie e sempre di più ad unancora sostanziale monopolio pub-

blicitario. Se lo motivano ancora inumeri complessivi del GdV, leader,sia pure con numeri molto ridotti ri-spetto a pochi anni fa, tra i quoti-diani cartacei per copie vendute eper lettori medi nei vari locali pub-blici, ad alimentare gli incassi pub-blicitari c’è anche una certa qualpigrizia degli inserzionisti nel cam-biare le proprie abitudini. Non si sa,però, questo è il punto, per quantoancora questi lettori saranno dispostia spendere per costi per contattosempre più elevati stante la ridu-zione di copie prima di sceglierestrade nuove e più vicine ai nuovi emeno tradizionalisti lettori “compra-tori” di oggi.Se sono oggi 872.109 gli abitantidella provincia e 642.342 sono imaggiorenni è con questi ultimi, so-prattutto, che si confronta il dato di34.005 copie vendute al giorno pervalutarne un primo peso.L’altro, ancora più significativo, ar-riva dall’Audipress 2013/II , “Inda-gine sulla lettura dei quotidiani e deiperiodici in Italia”, i cui dati di let-tori medi giornalieri (ogni giornale èletto da più persone e questo nu-mero allarga la base raggiunta daogni giornae) comprendono il cu-mulo di 2 cicli per quotidiani e sup-plementi di quotidiani (Quotidiani eSupplementi di Quotidiani: -1° ciclo2013 (7 gennaio - 24 marzo 2013) -2° ciclo 2013 (2 aprile - 7 luglio2013)I 305.000 lettori medi di Audipress2012/I (primo trimestre 2012) sonodiventati i 227.000 circa di Audi-press 2013/I e, ultima rilevazione di-sponibile, i 217.000 di Audipress2013/II: che decreta che il 29 deilettori (uno su quattro) ha abbando-nato in un anno e mezzo anno ilGdv. E da marzo in poi gli ulterioricrolli di vendite preannuncianoun’Audipress catastrofica, visto chele sue cifre non nascono dagli edi-tori perché gli Istituti esecutori delfield sono Doxa ed Ipsos; il disegnodel campione e l’elaborazione deidati sono stati effettuati da Doxa; icontrolli sono a cura di Reply. Se il numero di lettori giornalierimedi è sceso di circa il 30% questoè il valore di cui sarebbe dovutoscendere il costo della pubblicità. Sea pagare, eventualmente, un costomaggiore sono i privati, peggio perloro, si direbbe al di là degli ipotetici

Il Giornale di Vicenza crolla a 27.148 copiein edicola e a - 29% lettori medi. Ma calaanche il costo della pubblicità pubblica?

danni gestionalia carco anche deidipendenti . Se a non essere even-tualmente attenti al trend reale dimercato fossero stati, siuano e sa-ranno enti pubblici e para pubblici,beh, a quel punto il problema nonsarebbe solo solo commerciale. Edè forse per questo motivo che, adevitare dubbi sul loro uso magari peratteggiamenti mediatici amichevoli,le spese del Comune di Vicenza edelle sue partecipate, quali teatro eFiera, di aziende comunali qualiAim, provinciali quali Ftv, regionaliquali le Ulss dovrebbero essere resetrasparenti. A vantaggio, in primis,della credibilità del GdV stesso

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giovanni Coviello

VicenzaPiù ora anche in tv e in streamingcon sport, spettacolo, cultura e informazione.VicenzaPiùTv, sul canale streaming 24 ore su 24 vicenzapiu.tv e sul canale 193 deldigitale terrestre regionale di Sportelevision che trasmette anche in streaming su

www.sportelevision.it, completa il network di informazione indipendentevicentina e veneta di VicenzaPiù, presente sulla carta stampata con un periodico,

sul web con 5 quotidiani web e nelle librerie con la sua collana.

VicenzaPiùTv, la nostra divisione televisiva, propone con Sportelevision unadoppia piattaforma televisiva in onda 24 ore su 24 sul digitale terrestre e in

streaming e ricca di sport, spettacoli ed eventi vicentini e veneti, molti inesclusiva, tra cui il Vicenza calcio, il Real Vicenza, il Bassano Virtus, la Reyer

Venezia, il Famila Basket, l’Obiettivo Risarcimento Vicenza di volley femminile,il Padova per il maschile e poi rugby, ginnastica ….

VicenzaPiùTv è pronta a lanciare ora il contenitore VicenzaPiùTv Oggi per offriresul suo secondo canale full streaming anche informazione, inchieste e commentisulla vita locale di Vicenza, Bassano, Schio, Thiene e provincia, nel pieno rispetto

della linea editoriale fissata il 25 febbraio 2006 nel n. 1 di VicenzaPiù, ilperiodico capostipite del network mediatico alternativo di Vicenza e delVicentino, a cui hanno dato fiducia e spinta decine di migliaia di lettori e

centinaia di migliaia di utenti, continuamente in crescita. Loro e altri nuovi amici sono e saranno i nostri telespettatori, in tv sul canale

193 e in streaming su www.vicenzapiu.tv.

VicenzaPiùTv, l’informazione indipendente paga. Sempre di più

Page 9: VicenzaPiù n. 264

pag921 dicembre 2013

Da Vicenzapiu.com.

Irifiuti pericolosi prodotti dalle basimilitari statunitensi presenti nel ter-

ritorio vicentino dove vanno a finire?In questi giorni di indignazione ge-nerale per il caos scoppiato in se-guito alla divulgazione delle dichia-razioni di Carmine Schiavone suirifiuti tossici sotterrati dalla Camorranelle “Terre dei fuochi” della Cam-pania, spunta ora un documentodella Defence Logistics Agency ri-guardante le sostanze nocive pro-dotte nelle installazioni Usa in Italia. È un documento risalente al 6 otto-bre del 2010 scovato dal quotidiano“il manifesto” nel quale è riportatoil capitolato d’appalto per la “ge-

stione, il caricamento, lo scarico, larimozione, il trasporto, lo stoccaggioe lo smaltimento” delle sostanze pe-ricolose in cinque città sedi delleprincipali basi americane: Aviano,Livorno, Napoli, Sigonella e Vicenza. Una lunga lista di sostanze che com-prende resti di idrocarburi, solventi,vernici di ogni tipo, sostanze chimi-che residuali nella gestione del mu-nizionamento, più di dieci tonnel-late di batterie esauste di ogni tipo,centinaia di chili di acidi inorganici,ammoniaca, agenti decontaminanti,solventi, idrocarburi aromatici (i te-mibili benzene e xilene), metalli pe-santi come il cromo esavalente, ilcromo, il mercurio e il piombo, ilPcb, pesticidi ed erbicidi, lubrifi-canti, oli esausti ed altri veleni.Nel documento viene specificatonei dettagli il processo di smalti-mento di queste sostanze (tratta-mento, incenerimento e discariche),ma soprattutto il fatto che è vietato

I rifiuti tossici delle basi americane,parte I: Usa e getta

smaltire i rifiuti nelle stesse basiamericane.Il reportage di Andrea Palladino su“il manifesto” racconta come la ge-stione delle scorie pericolose dellebasi Usa è stata affidata ad esempioalla bresciana Ecoservizi che si av-valeva di una discarica per rifiutipericolosi a Brescia che, dopo es-sere stato chiusa nel 2000, oggi èconsiderata ad alto rischio e attendeuna bonifica. Chi pagherà questabonifica?Inoltre la base Usa di Camp Darby,secondo il Rapporto sullo statodell’ambiente del Comune di Pisadel 2006, appare diverse volte nel-l’elenco dei siti da bonificare, consegnalazioni di perdite di idrocar-buri e problemi alla piattaforma perlo stoccaggio dei rifiuti pericolosi.E a Vicenza il monitoraggio ambien-tale sui rifiuti pericolosi delle duecaserme militari è tutto in ordine?Di certo nell’impatto ambientale

dalle due basi c’è anche da consi-derare la massiccia filiera di smalti-mento delle scorie made in Usa,perché gli americani di smaltirli al-

l'interno delle basi non ci pensanonemmeno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Edoardo Andrein

Da Vicenzapiu.com.

(e.a.) Giocava in casa l’Alessandranazionale nella caciara de “l’Arena”,il programma dai grandi ascolti delladomenica pomeriggio di Raiuno con-dotto dall’amico estivo Massimo Gi-letti, il quale nella puntata dedicataalla disastrosa alluvione che ha col-pito la Sardegna una settimana fa nonpuò non invitare la front woman vi-centina del Partito Democratico Ales-sandra Moretti, oltretutto sua com-pagna di vacanze, ritagliandoleanche un piccolo spazio sull’allu-vione di tre anni fa a Vicenza. Certoche no; e allora, dopo i sermoni diGiletti e le opinioni degli ospiti Mau-rizio Gasparri e Bruno Vespa, eccoche in conclusione di trasmissione,prima dell’intervistona al ribelle An-gelino Alfano, per ora sulla cresta del-l’onda prima di finire inghiottito an-che lui dal caimano in stileGianfranco Fini, ecco che arriva ilmomento di Vicenza, a costo di ta-gliare anche lo spazio ad altri ospitiinvitati con relative scuse d’ordinanzadi Giletti. E via, si parte con la mar-chetta alla storica pasticceria del cen-tro di Vicenza chiamata da Giletti“Bolzoni” facendo storcere il naso aCinzia della pasticceria Bolzani, ilcui intervento in studio si scaglia con-tro i tre anni di tempo necessari amettere la prima pietra del bacino diCaldogno e i due previsti per il com-pletamento dell’opera. Poi inizia ilMoretti show con l’ormai classico

mantra “i volontari che si sono datida fare” che si potrebbe anche evi-tare per non fare la figura dei solitialtezzosi polentoni davanti agli occhidei tanti volontari delle passate cata-strofi in giro per l’Italia anch’essi conle maniche rimboccate, ma senzasbandierarlo ogni volta ai quattroventi. Ma sono altre le perle moret-tiane del tipo “per troppo tempo nonsi è fatto nulla” oppure “il papà dellasignora Bolzani ha subito l’alluvionenel ’67 a Vicenza e l’ha risubita nel2010” che fanno più riflettere. Perchése anche la maggior parte dei bam-bini ha imparato che la precedentealluvione del Bacchiglione è stata nel1966, come ricordano anche i diversi

L'alluvione dellaMoretti da Giletti

edifici della città sui quali ci sono an-cora i segni e le date incise sui muri,almeno l’Alessandra nazionale do-vrebbe ricordarsi che dal ’66 al 2010tra i vari sindaci che si sono succedutici sono anche otto anni di ammini-strazione di Achille Variati, tra i qualitre con lei vicesindaco; e gli interventiantialluvione realizzati in città sonotutti avvenuti dopo la sciagura del2010. Perlomeno, appena terminatol’intervento della Moretti, ci ha pen-sato il geologo Mario Tozzi, un altrodegli invitati ne l’Arena gilettiana, apiazzare una stilettata ricordandoche: “Abbiamo costruito troppo edove non si poteva; e questo l’ha per-messo la classe politica”. Ma quandol’Alessandra nazionale diventerà sin-daco di Vicenza, tutto sarà diverso; el’alluvione della Moretti sarà solo unricordo lontano. Molto lontano.

© PRODUZIONE RISERVATA

Da Vicenzapiu.com.

(e.a.) L’articolo sui rifiuti tossicidelle basi americane che ab-biamo pubblicato qualchegiorno fa sul web ha creato unnotevole interesse tra i vicentini,visto il cospicuo numero di per-sone che l’ha visualizzato. L’ecoè arrivato sino al contingentestatunitense di stanza a Vicenza,tanto che un dipendente (che ciha chiesto di non citare il suonome) ha voluto contattarci perpuntualizzare alcune questioni.“Ovviamente, i miei capi nonsi sognano neppure di rispon-dere, ma a titolo personale, vor-rei un suggerimento su comepensate che potremmo smaltirei nostri rifiuti pericolosi all'in-terno delle basi come auspicatonel vostro articolo?”.L'intervento è incentrato sull’ul-tima frase del nostro pezzo checosì recitava: “Di certo nell’im-patto ambientale delle due basic’è anche da considerare lamassiccia filiera di smaltimentodelle scorie made in Usa, per-ché gli americani di smaltirli al-l'interno delle basi non ci pen-sano nemmeno”. In effetti la frase da noi utiliz-zata è un po' esagerata, inquanto lo smaltimento di quellatipologia di rifiuti crea un in-dotto economico per le aziendeitaliane del settore che operanoin modo corretto. Il nostro rife-

rimento era legato alla vicenda,raccontata dal quotidiano “ilmanifesto” e che abbiamo ripor-tato nell'articolo, dell'aziendabresciana Ecoservizi, la qualeper smaltire le scorie pericolosedelle basi Usa si avvaleva di unadiscarica chiusa nell'anno 2000e che oggi è considerata ad altorischio e in attesa di bonifica. A creare i toni talvolta maliziosidel nostro articolo probabil-mente ha contribuito anche larecente vicenda della “Terra deifuochi”, una storiaccia esplosadopo le parole del pentito di ca-morra Carmine Schiavone, risa-lenti al 1997 ma rese pubblichesolo poche settimane fa, attra-verso le quali vengono spiegatii luoghi dove un ingente nu-mero di camion avrebbe scari-cato i rifiuti industriali tossicisotterrandoli nel suolo. Un metodo che il dipendentedella base Usa respinge conforza per quanto riguarda le ca-serme statunitensi di Vicenza,vista la domanda conclusivache ci pone nel suo intervento:“Avremmo dovuto fare un bucoe seppellirli in piena città, comeha fatto per anni l'Aeronauticaitaliana al Dal Molin lasciandoa noi gli oneri della bonificaambientale, per poi tra qualcheanno sentirci accusare di averinquinato l'area?”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rifiuti tossici basi Usa, parte II. Un dipendente: noi non li sotterriamo,gli italiani al Dal Molin sì

/ Manifestazione alla base Usa all'ex dal Molin

/ Moretti e Giletti on the beach

Page 10: VicenzaPiù n. 264

«Primarie Pd, Renzi domina anchea Vicenza. Civati secondo stacca

Cuperlo», così poco fa ha titolato ilnostro Edoardo Andrein la notiziache Renzi ha ribaltato il risultato disolo un anno fa «a Vicenza città intutti e sette i seggi, anche quelli piùtradizionalmente “rossi” come il cir-colo 6». Quando a vincere fu Pier-

luigi Bersani, che per quel risultatopremiò la telegenica Alessandra Mo-retti, già scelta come portavoce, do-nandole un posto bloccato in Parla-mento. Se l'ex vicesindaco diVicenza, a seggio guadagnato, ripagòl'ingenuo ex leader con un voltafac-cia clamoroso e fulmineo, non c'èda meravigliarsi che Civati e Cuperlo,a cui la bionda avvocatessa ha pro-vato a donare i suoi favori extra tele-visivi, a Vicenza abbiano perso an-che loro in credibiltà e ... voti.Matteo Renzi ringrazia, mentre Ales-sandra Moretti, c'è da scommet-

Renzi vince e a Vicenza dice grazieai colpi di fulmine della Moretti

terlo, chiederà ancora più aiuto al-l'ex "nemico" cittadino Variati, a cuinel 2008 sfilò il posto in direzionenazionale del Pd nel 2008 e nellecui grazie ha cercato di rientrare datempo, non certo scalfendone lescelte affettive, ma affidandosi alsuo "Alias" (leggasi l'agenzia Aliasdel, più, fido Bulgarini) per la curadelle P.R. Pubbliche Relazioni, prima, ProRenzi, ora che tutti provano a saliresul carro del vincitore. «Moretti, viva la sincerità» era loslogan del mastro birraio friulano,

omonimo ma difficlmente parentedella nostra bella e bionda politicaindigena che a quello preferisce il"peroniano", in senso birraiolo, noncerto politico, «chiamami Moretti,sarò la tua birra».Ammesso che qualcuno ancora lecreda.P.s. Il discorso di Matteo Renzi, dopola certezza della sua vittoria, è statotrasmesso in diretta integrale da Rai

3, da Sky News e da La7, mentre lealtre reti nazionali ci trastullavanocon film, reality, calcio e spot. L'evento, che, si sia "amici e nemici"di Matteo, cambierà il corso almenodel Pd, non ha trovato spazio, in-vece, nel palinsesto del biscione:un segno che potrebbe cambiareanche il futuro dell'Italia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giovanni Coviello

Forse cerca di fare da contraltarealla novità delle luci rosse natali-

zie scelte dall’amministrazione co-munale. Oppure è solo un modo peressere solidali con il corteo “nero”di Forza Nuova che tante polemicheha creato in città. O magari, chissà,tenta di allontanare la malasorte peril giorno in cui verrà disinnescata lamaxi bomba da 1800 chilogrammidi esplosivo trovata al Parco dellaPace.“I dise che i gati neri i porta sfiga…”ci esclama sorridendo un anziano si-gnore fermatosi a curiosare mentrescattiamo una delle due foto a cor-redo di quest’articolo.In effetti la diceria tramandata per

tradizione e diffusa tra le persone so-stiene che incrociare un gatto neromentre attraversa la strada è presagiodi sventure. Il fatto curioso, però, èche gli inglesi, ad esempio, riten-gono sia l’esatto opposto: un gattonero quando “taglia” la strada o lo siincrocia di primo mattino per loro èforiero di una splendida giornata. Epensare che proprio in quelle zonedell’Europa del nord ha iniziato adavere origini profonde la credenzache i gatti neri portino sfortuna, tantoche i libri della memoria raccontanole persecuzioni che i gatti neri subi-rono per diversi secoli (dal 1000 al1700), comprese torture e sevizie diogni tipo. In quelle zone pochissimigatti completamente neri sopravvis-sero al massacro e oggigiorno è piut-tosto difficile trovarne uno che siacompletamente nero.Purtroppo la diceria, seppur in tonominore, si è diffusa anche qui dalle

nostre parti e recentemente a causadi Halloween è riaffiorata prepoten-temente con la pratica di uccidere etorturare i gatti neri per qualchestrampalato rito di stregoneria. “Però è vero che dopo la comparsadiverse settimane fa di questo gattonero hanno scoperto quell’enormebomba al Parco della Pace” ci dicel’anziano con un espressione enig-matica sul volto, tra il serio e faceto.Suvvia, facciamo presente, magari èsolo qualche artista che cerca di ral-legrare le pareti degli edifici citta-dini:“In effetti sicuramente sono megliodelle orripilanti e inutili scritte politi-che, rabbiose o d’amore che riem-piono i muri della città” ci confida ilsignore, il quale incamminandosiverso il supermercato poco distanteesclama:“Almeno sto gato no se poe ma-gnare!”.Che sia una provocazione di qual-che “indigeno” per rinvigorire lanomea di “vicentini magnagati”?Un’etichetta che a distanza di de-cenni dura ancora e che non è poicosì vergognosa dato che all’epocain cui è stata coniata la fame eratanta, in giro non si trovava nulla damangiare, e perciò non c’era nulla dimale a mangiarsi qualche gatto,visto che sotto ai denti ci finiva già ilconiglio.Una situazione, però, che fece inter-venire nel 1943 Neonis Dinale, ilprefetto di Vicenza dell’epoca, conun decreto specifico:

di Edoardo Andrein

“Il prefetto di Vicenza vista la notadel Ministero dell’Interno, Direzionegenerale della Pubblica Sicurezza,del 15 febbraio u.s. n. 15320/10089,con cui si segnala una crescente di-struzione di gatti per la utilizzazionedelle carni, dei grassi e delle pelli; ri-tenuto necessario e urgente elimi-nare il grave inconveniente prodottodalla rarefazione dei gatti, a cui con-segue un aumento dei topi, oltre cheapportare gravi malattie, recanodanno alle derrate alimentari, speciequelle depositate negli ammassi;visto l’art. 19 del T.U. della Legge Co-munale e Provinciale approvato conil R.D. 3 marzo 1934 n. 383; de-creta: E’ vietata la uccisione dei gattiper la utilizzazione delle carni, deigrassi e delle pelli. I contravventori incorreranno nellepenalità comminate dall’art. 650 delCodice Penale.

O podestà e Commissari Prefettizidella Provincia, gli agenti della ForzaPubblica, l’Arma dei CC. e gli agentidella Polizia Giudiziaria sono incari-cati della esecuzione del presentedecreto e di vigilarne l’osservanza.”A meno che la crisi economica degliultimi anni non peggiori repentina-mente, i tempi dei “mangnagati” perfortuna sembrano definitivamentepassati.Perciò, oltre che vedere sgambettarei simpatici felini lungo le strade, spe-riamo di notare altri gatti, neri, rossio verdi che siano, disegnati sui muridella città.Magari gli abitanti conosciuti in Ita-lia come “magnagati” forse ungiorno potranno lasciare da parte lavetusta reputazione e diventare “vi-centini disegnagati”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ I “colpi di fulmine” della Moretti

/ L'onorevole del Pd in vacanza con Giletti

Un gatto nero si aggira per Vicenza

/ Alessandra Moretti ai tempi del suo idillio con Bersani

pag1021 dicembre 2013

Page 11: VicenzaPiù n. 264

nella compilazione del modello di ri-chiesta DIA-Piano Casa, sulla com-proprietà (e pertanto non in formaesclusiva) dell’area valevole per ilcomputo della superficie utile atta al-l’ampliamento, sulla omessa men-zione dei singoli subalterni interessatidall’ampliamento, sulla mancanzadella Regolarità Catastale (cioè lacorrispondenza tra lo stato di fatto edi dati catastali, ndr) ed Urbanistica(corrispondenza tra il progetto a suotempo autorizzato e depositato inComune e l’attuale stato di fatto,ndr), sulla erronea indicazione delleSuperfici Utili, nonché sulle diffor-mità del progetto autorizzato e delleprescrizioni ambientali a suo tempoimposte». Una sfilza comunque diinformazioni e dati tecnici che per inon addetti ai lavori possono consi-derarsi un noioso e prolisso elencoda scorrere con gli occhi e nulla più.Quello che però balza agli occhi elascia perplessi, a fronte della sempreconclamata attenzione all’ambienteanche del “Variati 2”, è la carenza diinformazioni nella relazione circa lacompatibilità paesaggistica del pro-getto, che secondo il denunciantenon contiene alcuno degli elementinecessari alla verifica della compati-bilità paesaggistica dell'intervento,con riferimento ai contenuti e alle in-dicazioni del piano paesaggistico,bensì una frettolosa descrizione circal’ubicazione dell’area e delle stradecircostanti. «Nesun elemento è presente – in-calza l’architetto - in relazione allarappresentazione nel modo piùchiaro ed esaustivo possibile dello

stato dei luoghi prima e dopo l’inter-vento, se non la mera rappresenta-zione fotografica dell’intervento el’attuale trascuratezza. Nessuna do-cumentazione viene presentata circail contesto paesaggistico, ripreso daluoghi di normale accessibilità e dapunti e percorsi panoramici, daiquali sia possibile cogliere con com-pletezza le fisionomie fondamentalidel territorio». In fase di redazione del progetto sisarebbe, quindi, «accuratamenteevitato di rappresentare fotografica-mente tutta quella violenza ed ac-canimento verso l’areapertinenziale e limitrofa all’abita-zione della richiedente, posta im-mediatamente a fiancodell’ampliamento richiesto. Tali in-giustificati ed insensati interventisono stati nel corso degli anni e re-centemente, perpetrati dai coniugiMagrin Marco e Mantoan Gio-vanna, senza alcun intervento daparte dell’Ufficio regolarmente al-lertato più volte, sia in occasione dicolloqui diretti, che mediante espo-sti. Il progressivo accanimento versol’area in questione è il frutto delcontinuo disinteresse da partedell’Ufficio; azioni per nulla condi-visibili dal denunciante e dalla mo-glie in qualità di comproprietaria, edi cui non intendono assoluta-mente farne parte».E dulcis in fundo, a pagina 9, quelloche non ti aspetti di leggere circa pa-ventate (e denunciate) «omissioninella relazione del professionista“all’analisi dei livelli di tutela” fa ca-pire come alle volte certi disastri na-

turali, di recente sotto l’occhio di tutti,possano accadere anche da noi. Re-lativamente alla carta delle Fragilitàscrive testualmente il tecnico: “glielaborati non riportano alcun aspettodi criticità in termini di fragilità. Lazona non presenta rischi di naturaidrogeologica e nel tempo, in taleambito, non si è manifestato alcundissesto”. Ciò non corrisponde inalcun modo a verità. Poco meno diun anno fa il Sindaco del Comune diVicenza emetteva ordinanza disgombero nei confronti di un’abita-zione limitrofa a quella in discussionea causa del dissesto provocato dal di-stacco e scivolamento di un fronte dismottamento verso l’abitazione».Dopo aver provato a riassumere la“denuncia” dell’architetto Magrin,che la “completa” con l’affermazioneche «con riferimento a quanto previ-sto dall’ art 14 del PAT del Comune

di Vicenza, circa la compatibilità deiterreni ai fini edificatori, la CartografiaScheda 55 elaborato 3 è molto elo-quente in proposito, tanto da consi-derare l’area oggetto di interventoquale area non idonea...», e dopoaver tristemente annotato che in que-sti tempi di crisi, anche e soprattutto,di valori, le dispute familiari semprepiù spesso approdano in Procura,pubblichiamo il documento atten-dendoci anche chiarimenti dagli uf-fici comunali preposti non tanto sulmerito procedurale ma sull’atten-zione da loro dimostrata nella curadel paesaggio. Encomiabile nel casoValletta del Silenzio, da spiegare inquesto, sia pure ad oggi più piccolo,caso in cui sembrerebbero autorizzaticentinaia di metri cubi in più in unazona che va preservata.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il giorno 4 dicembre è stato forma-lizzato da parte dell’ arch. Maurizio

Magrin, presso la Procura della Re-pubblica del Tribunale di Vicenza,un atto di denuncia querela controalcuni funzionari dell’Ufficio Tecnicodel Comune di Vicenza e il professio-nista incaricato dalla ditta MantoanGiovanna e Magrin Marco della re-dazione del progetto edilizio n.1638/2013 U.T., attinente l’amplia-mento di un’abitazione per ricavarealcuni vani, avvalendosi con ciò delPiano Casa.Occasione del contendere il rilascioai richiedenti dell’efficacia della DIAdi ampliamento, che il denuncianteritiene essere viziata in fatti, atti ecomportamenti. Perplessità questeriportate nero su bianco in 10 cartelledattiloscritte e 26 allegati che spie-gano in modo preciso ed esaustivo lemagagne secondo l’architetto penal-mente rilevanti «invitando la Procuradella Repubblica a procedere, incaso affermativo, nei confronti deisoggetti che saranno ritenuti respon-sabili».«L’area oggetto dell’intervento – so-stiene Maurizio Magrin - è posta allependici di Monte Berico e ricadesotto il vincolo dei Beni Ambientali ePaesaggistici ai sensi del D.Lgs.42/2004 e ovviamente tale esposto èstato inviato per doverosa ed oppor-tuna conoscenza anche alla Soprin-tendenza per i Beni Architettonici ePaesaggistici di Verona» e ciò “al finedi essere edotta circa le carenze e idifetti istruttori da parte del Comunedi Vicenza nello svolgimento dellapratica in questione. Ente quest’ul-timo, il quale avrebbe dovuto invece,per proprio preciso e imprescindibilecompito istituzionale, assicurare unadeguato livello di competenza tec-nico-scientifica nonché garantire lanecessaria separazione tra attività ditutela paesaggistica ed esercizio dellefunzioni amministrative in materiaurbanistico-edilizia.”L’esposto si sofferma sulla «man-canza di legittimazione alla richiestada parte di soggetto non proprietario,sulla carenza di informazioni obbli-gatorie da parte del professionista

Fratelli coltelli alle pendici di Monte Berico:denunciato l’ufficio tecnico comunale

di Giovanni Coviello

pag1121 dicembre 2013StranIeri, italiani oggi

Page 12: VicenzaPiù n. 264

pag1221 dicembre 2013

Ogni dicembre il settimanale americano Time conferisce il riconoscimento di “Uomo dell’anno” a chi nel mondoha avuto la maggiore influenza, nel bene o nel male, nei dodici mesi dell’anno appena concluso. Quest’anno ètoccato a Bergoglio, definito “Papa della gente”. VicenzaPiù non è certo Time e la nostra vetrina è sul Vicentino noncerto sul mondo, ma da questo ultimo numero del 2013, dopo 8 anni in cui i vicentini ci leggono anche adicembre, vogliamo anche noi iniziare a dedicare la copertina e qualche pagina a chi secondo il nostro modestoparere ha messo anima e corpo per cambiare lo status quo e offrire una prospettiva di vita diversa alla gente... diVicenza. Senza pensare solo a se stesso. Non sono certo l’Uomo dell’anno o la Donna dell’anno il vicentino o lavicentina che vi proponiamo per la prima volta nel 2013 ma per noi degna d’attenzione è la “Persona dell’anno”.Quest’anno erano in ballo anche Giorgio Langella, Maria Rita Dal Molin e Massimo D’Angelo, solo alcuni tra imolti altri che meriterebbero pagine e copertine. Quando si sceglie si può anche sbagliare, ma di certo lo “schivo”Luc Thibault, la prima “Persona dell’anno” per VicenzaPiù, sarà il primo a “scusarsi” per la nostra scelta. Unmotivo in più per nominarlo.

Il direttore

Il francese Luc Thibault èla “Persona dell’anno” di Vicenza

Luc Thibault, sindacalista di basee conflittuale, si è battuto per la

sicurezza dei lavoratori e il loro di-ritto di esprimere liberamente i pro-pri rappresentanti nella Rsudell’azienda per cui lavora; ha de-nunciato senza timore i passi falsidei sindacati confederali e gli in-ciuci delle cooperative “rosse”; haalzato la voce e manifestato perfare chiarezza sul project financingdell’ospedale di Santorso e sul pro-cesso Marlane Marzotto. Luc Thi-bault è un sindacalista di lotta chefa dell’onestà personale la bandieradelle sue azioni. Ma oltre al sinda-calista targato Usb, sigla espostaanche sul cancello della sua casa aSchio, c’è l’uomo: un padre e uncompagno, allergico ai gatti, ex fu-matore incallito, che parla in dia-letto veneto con accento francese.Proviamo a conoscerlo meglio, luiscledense da anni ma nato ad An-gers l’11 giugno 1958. Luc Thibault sei nato e cresciuto inFrancia ma vivi in Italia ormai datanti anni. Cosa facevi in Franciaprima di venire qui?Combinavo casini come qua.

Prima guidavo la metropolitana epoi i pullman, inizialmente a Parigie poi mi hanno messo in punizionee spostato nelle banlieue perchéavevamo scioperato per avere con-dizioni di lavoro e stipendi mi-gliori. Iniziavo ad essere stufo peròperché guidare a Parigi è davverostressante, all’epoca un pullman fa-ceva una media di 10 km all’ora. Èsuccesso che in Italia mi sono inna-morato e quando mia moglie mi hadetto “o me o te”, a ventinove anni,mi sono trasferito a Schio. Ho ini-ziato facendo molti lavori, l’autistadi pullman, il metalmeccanico allaPolidoro, il falegname e nel 2005sono entrato alla Greta Alto Vicen-tino Ambiente (società di Schio chegestisce il ciclo integrato di rifiutidove Usb è il primo sindacato nellaRsu, ndr). E qui ho costruito unafamiglia. Mia moglie è morta quat-tro anni fa e adesso vivo con la miacompagna. Mio figlio ha 22 anni estudia psicologia del lavoro a Pa-dova, ma mi ha già detto che, finitigli studi, se ne andrà dall’Italia. Miafiglia di 21 anni studia alla Ca’ Fo-scari di Venezia, adesso è in Era-smus a Parigi con un contributodello stato di appena 150 euro! Equesto dimostra che purtroppol’università è un lusso. Come vedono i tuoi figli il tuo im-

La persona dell’anno

pegno da sindacalista?A volte non troppo bene perché iltelefono continua a suonare e sonospesso via per le manifestazioni.Ma sanno che il mio impegno èanche per loro. I miei figli hannoviaggiato, hanno visto che ilmondo è come una pentola a pres-sione e che quello che è successoin Grecia presto potrebbe succe-dere anche qua. Capiscono che lofaccio anche e soprattutto per i gio-vani perché, a differenza della miagenerazione, quella che ha vissutoil 68, adesso i ragazzi non hannoun futuro e quindi nemmeno delleragioni di vita. Mi batto perché pre-sto questo finisca. Quando hai scoperto di avereun’anima da sindacalista?Fin da quando ero bambino. Sononato nel 1958, nel periodo dellaguerra di Algeri e della guerra delVietnam. Tutti i giorni vedevo le im-magini dei bombardamenti e ri-cordo ancora una bambina cheaveva la schiena che prendevafuoco. Penso che vedendo quellascena sia nata in me la repulsione,che sento ancora oggi, verso questasocietà. Poi un giorno, forsequando avevo dodici anni, c’è statauna manifestazione nella città doveabitavo. Ho assistito alla caricadella polizia contro gli operai equando uno di loro si è nascostosotto la macchina, l’hanno preso epicchiato. Questa cosa mi ha ac-ceso la ribellione nel sangue.Avevo una famiglia per bene ericca, ma vedendo questo nonsono più stato in grado di accettarequella realtà.Quando hai deciso di aderire al-l’Usb e perché?Quando lavoravo alla cooperativaPolidoro ho perso le dita dentro aduna pressa e lì è iniziata la miaguerra contro i sindacati. Eroiscritto alla Cgil e quando ho chie-sto di difendermi loro mi hannodetto: “noi ti difendiamo ma nonvogliamo comparire nel processo”.E volevano anche che facessi pas-

sare l’infortunio come un incidentedomestico. A quel punto ho decisodi prendere un avvocato in privatoe non ho voluto l’aiuto della Cgilper principio. Il giorno in cui hovinto la causa ho strappato la tes-sera della Cgil. A quel punto ho ini-ziato a conoscere i Cub, i sindacatidi base, e tre anni fa ci siamo uniticon altri sindacati ed è nata l’Usb.Qual è la causa per cui ti sei impe-gnato e che ti ha reso più fiero?Quello che siamo riusciti a farealla Greta Alto Vicentino Am-biente. Noi dell’Usb abbiamomesso in sicurezza i lavoratori dasoli dall’inizio alla fine e di questovado molto fiero. E abbiamo fattodi tutto perché ci fosse un sinda-cato, perché crediamo che qual-siasi lavoratore con qualsiasi ideapolitica abbia il diritto di essererappresentato. Abbiamo lottatotanto, prima alla C.i.a.s nel 2005(cooperativa di nettezza urbana,ndr), poi alla Greta e dal 2007anche in Ava (Alto Vicentino Am-biente srl, ndr), ottenendo la mo-difica delle buche dove i camionscaricavano i rifiuti. Non erano anorma e camion ed autisti sonocaduti dentro più volte a quellebuche di sei metri. Alla Greta in-vece, anche grazie a noi, in treanni tutti i mezzi sono stati messia norma. Per avere questo risul-tato, purtroppo, abbiamo dovuto

aspettare la morte nel 2011 di uncollega, Raffaele Sorgato, in un ca-mion che non era in sicurezza.Non potrò mai dimenticarlo per-ché era proprio un bravo ragazzo. Non sempre però le vostre battaglievanno a buon fine. Cosa ti spingead andare avanti?In Italia c’è una disinformazione dimassa. La gente non sa per esem-pio che il costo dell’ospedale diSantorso sarà di un milione dieuro, non si parla del fiscal com-pact che costringe gli italiani a pa-gare per un debito contratto dapolitici e banchieri né si sa a fondodei bombardieri che il governocontinua a comprare. Noi conti-nuiamo a fare una controinforma-zione, a dire quello che i sindacatinon dicono. A comportarci comedovrebbe fare un vero sindacato,perché non si può essere sia dallaparte dei padroni che degli operai:o stai con gli sfruttati o con chisfrutta. Noi stiamo e combattiamocon i lavoratori. Una cosa su cuinon transigo è l’onestà personale epolitica, perché non si può predi-care una cosa e fare il contrario.Anche nei momenti di sconforto,quando ti accorgi che la gente nonreagisce, si va avanti. Perché sepensi che un altro tipo di società emodo di vivere siano possibili, nonpuoi altro che combattere e conti-nuare.

di Martina Lucchin

/ Luc con la sua compagna di oggi

/ Alla Greta per Raffaele Sorgato

Page 13: VicenzaPiù n. 264

pag1321 dicembre 2013

Cosa ti aspetti dal 2014 per gli ita-liani, per te e per tuoi figli?Il 2014 sarà l’anno del big bang perl‘Italia. Tutti gli indicatori econo-mici dicono che la ripresa non c’è,

la produttività cala e l’exportanche. E in più questo governo e glialtri non fanno niente, anzi peggio-rano la situazione, alzando l’etàpensionabile e non considerando il

crescente tasso di disoccupazione.È una società condannata a mortee che condanna migliaia di per-sone a morire, in cui si distruggequello che si produce perché si

produce troppo. L’anno prossimopotrebbe essere quello buono. Perquesto noi continuiamo a dire chedobbiamo cambiare: serve una so-cietà che sia a misura dell’uomo enon il contrario. Per me, invece,desidero un po’ più di pace e tran-quillità, anche se so che è impossi-bile, perché quando fai la guerra ilnemico è dappertutto. E per i mieifigli spero che abbiano un futuromigliore, che conoscano un’altra

società e che abbiano dei figli aloro volta. Si dice che i figli sono latua immortalità. Ecco, vedere i figlidei miei figli è quello che desiderodi più, sperando anche che sianodei piccoli lottatori. Se il desiderio di Luc sarà esauditoci sarà di sicuro un altro candidatoalla Persona dell’anno made in Thi-bault

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ Luc Thibault manfesta

/ Thibault per la sanita

Ugo De Grandis racconta Antonio Trenti, l'antifascista dimenticato

Il magrediense Antonio Trentivide forse il suo nome sul gior-

nale un’ultima volta nell’annodella morte, quando già era rico-verato all’ospedale di via Baratto,Schio: era il 1979. Ironia dellasorte, il libro in cui si annunciavail racconto delle sue gesta e diquelle di altri brigatisti nellaguerra di Spagna non fu poi mairealizzato e così il suo nome ri-tornò, dopo un breve ultimo ful-mineo lampo di notorietà, a esseredimenticato. Quando anni dopo lo storico suocompaesano Ugo De Grandis – dicui esce in questi giorni Da Magrèalla Spagna, passando per Francia,Belgio e URSS. La straordinariabiografia di Antonio Trenti, mili-tante internazionale - cercò di ri-costruire le linee delle sue vi-cende, constatò che erano inmolti a non sapere nulla di lui:solo un vecchio dirigente del PCIlocale, Carlo Piva, riuscì a fornirequalche vago ricordo dei suoi ul-timi tempi dopo il ritorno a Schio.Eppure ci furono giorni lontani incui l’attenzione della stampa, enon solo di quella, su Trenti erastata fortissima e gli aveva causatonon pochi problemi.Antonio Trenti nasce nel 1902 daGiuseppe Trenti e Luigia Gren-dene. Sin da giovane avvicina leidee socialiste e nel 1921 parte-ciperà coi locali Arditi del Popoloagli scontri con le nascenti forma-zioni fasciste. Tra il gennaio 1922e l’aprile 1923 è militare nel 2°Reggimento alpini di Gorizia e an-che qui potrebbe aver partecipato

ad alcuni scontri: l’ipotesi – avan-zata da De Grandis – è data daun allontanamento ingiustificatodalla caserma che gli fruttò unadenuncia e che coincide con iprimi scontri conosciuti nellazona.Conclusa la leva, Trenti decide diespatriare con alcuni familiariprima in Francia, poi per un breveperiodo in Belgio – dove vieneespulso per resistenza a pubblicoufficiale - e poi di nuovo in Fran-cia. In questo secondo soggiornofrancese si trasferisce a Parigi, inRue de Crimèe 229, nel quartieredi La Villette.La sera del 14 aprile 1930 due fa-scisti italiani, Giovanni AlbertoVerrecchia e Pietro Forcari, muo-iono in uno scontro a fuoco nellestrade della capitale francese. Ver-ranno subito accusati due italianitrovati nelle vicinanze del luogoteatro dei fatti: uno è appunto An-tonio Trenti. Il processo, iniziatonel gennaio del 1931, è seguitocon attenzione non solo dallastampa francese, ma anche da

quella vicentina e quindi dalle au-torità italiane. In difesa di Trenti edell’altro accusato presente inaula, Antonio Ongaro, interven-gono importanti esponenti dellasinistra nazionale e italiana, tracui il dirigente comunista RuggeroGrieco (1893-1955). L’esito finaleè una condanna per i due accusatiin aula; un terzo, Gino Scara-mucci, si è rifugiato in Unione So-vietica, altri due nomi verrannorivelati solo da successive inda-gini. Ma gli anni di prigione – idue ritorneranno liberi il 30 aprile1933 – non accontentano nes-suno: né gli antifascisti, che spe-ravano nell’assoluzione, ne i fa-scisti, che invece speravano in unapena maggiore. Il nome di Anto-nio Trenti è comunque da quelmomento nei registri della poliziapolitica italiana, gli stessi che per-mettono oggi a Ugo De Grandisdi ricostruirne i movimenti. Dopoun breve secondo periodo belga– questa volta l’espulsione è do-vuta alla partecipazione a una riu-nione tra comunisti – nel 1935

Trenti parte anche lui per l’UnioneSovietica, dove si sposa con unadonna russa, rivoluzionaria bol-scevica d’ottobre, di nome Frosja:dei due ci rimane una fotografiacolor seppia datata 1937: sono inposa, aria seria, seduti l’uno ac-canto all’altro guardano entrambialla loro sinistra. Anni dopo, inpiena guerra fredda, si sarebberoscritti in un vano tentativo di su-perare, almeno così, la cortina diferro che divideva in due ilmondo. Ma la cortina sarebbestata più forte anche di loro edopo un po’ l’inchiostro sbiadì. Non si sa bene perché alla fineTrenti facesse domanda di lasciarel’Unione Sovietica. Lo fece in unmodo anomalo, quasi sfacciato,come a complicarsi la vita: nonsolo rivelò la sua presenza all’am-basciata italiana permettendoquindi alla polizia fascista di tor-nare, dopo qualche tempo dismarrimento, sulle sue tracce, mamotivò pure la sua volontà di-cendo di avere un lavoro troppopesante e un reddito insufficiente:c’era il rischio che le autorità so-vietiche non gradissero. De Gran-dis ipotizza che Trenti avesseavuto sentore del periodo che lecomunità straniere avrebbero pas-sato da lì a poco con la repres-sione staliniana, e con queste an-che quella dei comunisti italiani.Trenti riuscì comunque a fuggireevitando il peggio, Antonio On-garo, suo compagno di prigioniain Francia e anche lui emigrato inUnione Sovietica, invece no: ar-restato nel febbraio del 1938, fufucilato a Butovo, sud di Mosca,il successivo 20 agosto.Fallito un primo tentativo di farsimandare in Francia, dove si sa-rebbe ricongiunto coi suoi, Trentiriuscì a farsi inviare in Spagna,dove nel frattempo era scoppiata

la guerra tra i lealisti repubblicanie i ribelli franchisti sorretti dallaGermania di Hitler e dall’Italia diMussolini. Approdato nel porto diAlicante nell’ottobre del 1937,raggiunge il campo di addestra-mento di Quintanar de la Repu-blica e si unisce poi alla XII Bri-gata internazionale, alloraimpiegata a Fuentes de Ebro a suddi Saragozza. Solo nel settembre1938 la polizia politica italianariuscirà a recuperare le tracce delricercato, proprio mentre la guerraper gli antifranchisti era quasipersa. Smobilitate le brigate, an-che Trenti, come molti altri, co-nosce le dure condizioni deicampi francesi, ma a differenza dialtri per lui la strada è più difficile:non può ritornare in Italia per viadella polizia, è indesiderato inFrancia.Il 21 agosto 1943, un’ultima trac-cia burocratica: una richiesta diinformazioni. L’8 settembre e glieventi successivi storneranno poiper sempre dall’antifascista l’at-tenzione delle autorità.Chiuso il fascicolo Trenti, quantoseguì lo dicono a De Grandis isuoi familiari. Si sa che l’uomovisse per un periodo a Besançoncon la sorella Emma, fino a cheuna banale infrazione stradalenon rispolverò il suo passato dicittadino indesiderato. Fece alloraritorno in Italia nel 1957, prima aMagrè e poi a Schio, con un breveintervallo di lavoro in Svizzera: lìfece lo stradino, a casa custodì bi-ciclette. Le custodì al parcheggiodell’ospedale in cui poi conclusela sua vita e nel quale seppe,forse, di quel volume che avrebbedovuto raccogliere, promessavana, anche le sue vicende spa-gnole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Alessandro Pagano Dritto

/ Un'immagine della resistenza in Val Leogra (foto Luca Valente)

Page 14: VicenzaPiù n. 264

Ènell’incontro, nel fare insieme, nel costruire alleanze e nel cercare le differenze che riusciamo arendere grande il nostro agire permettendo così al nostro cuore di aprirsi all’altro con amore. Eccoche allora tutto diviene più semplice, più grande, anche con le nostre Famiglie, con gli Amici e con

quanti con noi scelgono di assicurare la loro pre-senza per il bene comune. L’amore ci permettedi abitare luoghi e ci fa vivere la gioia di stareinsieme. In questo clima desidero trasmettervi imiei più cari auguri di Buon Natale, uniti a quellidel Consiglio Direttivo del CSV di Vicenza edell’Ente Gestore “Volontariato in Rete” assiemea tutti i nostri Collaboratori.Ringraziamo quanti ci mettono a disposizionespazi per poterci incontrare e confrontare: così,ricchi della presenza di tante persone impegnate,riusciamo ad assicurare una migliore qualità divita a tutti, nessuno escluso. Solo così la vita ac-quista quel valore che ci fa vivere la gioia delNatale in ogni giorno.

La Presidente del CSVMaria Rita Dal Molin

Il 5 dicembre, GiornataInternazionale del Volontario, leassociazioni vicentine si sono

date appuntamento al TeatroComunale di Thiene per un eventoche il Centro di Servizio per ilVolontariato di Vicenza ha volutodedicare a loro e all’anno che staper finire. Sul palco, adaccompagnare la serata, la BassanoBluespiritual Band: 15 strumenti,60 voci e 11 anni di storia per unodei gruppi più affermati dellaregione. Hanno coronato l’incontrole voci bianche della Scuola SantaDorotea di Thiene, con il coro delleclassi quinte della scuola primaria,dirette da Silvia Turra e Andrea DalBianco. “Ringrazio tutti coloro che hannocollaborato e partecipato – affermala Presidente del CVS vicentino,Maria Rita Dal Molin - grazieperché la serata ha premiato lasobrietà, i valori che caratterizzanogli stili di vita delle nuovegenerazioni. Con il loro semplicemessaggio, i bambini ci hannocomunicato a gran voce che«imparano ciò che vivono»: noiabbiamo la grande responsabilità divivere con loro dimostrando che alprimo posto, nel nostro cuore, cisono solidarietà, appartenenza,

fratellanza... Ancora una volta unevento di incontro è divenuto ilvolano dei valori che sostengono ivolontari, il loro impegno, i lorosogni”. Fra le tante emozioni, è stato datospazio alle storie, perché ètradizione premiare, nel corso diquesta serata, i vincitori di treimportanti concorsi:

ConcorsoRacconta le Azioni Solidali.

Tra mille incombenze quotidiane, ivolontari hanno poco tempo perraccontarsi. Per questo è natoquesto concorso, giunto alla suaquarta edizione, perché è giusto farconoscere almeno una piccolaparte di quanto viene fatto, quasisempre in silenzio; perché è belloche un osservatore esterno colga lamagia dell’incontro, di una manotesa verso l’altro; perché ènell’incontro e nella condivisioneche si può crescere insieme.Ringraziamo tutti coloro che hannodedicato del tempo a raccontare leazioni solidali di cui sono statitestimoni... o quelle che avrebberovoluto condividere con i volontarivicentini.Primo Classificato poesia Fioredella passione di Gianni Faccin di

Schio – Nella relazione d’aiuto èl’ascolto profondo a favorire ilcambiamento, sia di chi vuolecondividere le proprie emozioni,sia di chi ascolta e accoglie conrispetto le emozioni espresse. Èquesta la sensazione che haregalato la poesia di Gianni Faccin:un invito ad accogliere lasofferenza degli altri e trasformarla,con amore. Forse è l’unico modoche abbiamo per cambiare un po’questo mondo. Proprio perchéinsieme all’emozione incarnaquesta speranza è stato assegnatoquesta poesia il primo premio.

Secondo Classificato racconto Isogni e la speranza del domani diLaura Carnevali di Thiene,Associazione ANPA. Un vecchiospiega a un bambino l’essenzadella vita, gli passa il testimone,avendo per capisaldi valori senzatempo: onestà, rispetto, solidarietà,amicizia. Il vecchio è saggio e nonfa sconti al bambino. Gli dice cheincontrerà anche molte prove lungoil cammino, che potrà superarlesolo «con la forza del cuore el’intelligenza della volontà». Ma loinvita soprattutto a lasciarsiemozionare dagli eventi «così saraisempre giovane nel cuore enell’anima… avrai conosciuto lavera essenza della vita». C’è tantaforza, ma anche tanta umanità nelracconto di Laura Carnevali.Terzo Classificato poesia La collanadel Gruppo Sociale e MissionarioSan Giorgio di Poleo presentato daAnna Maria Sudiero. L’uomo,anche il migliore al mondo, senzagli altri non è nessuno. Ma quandoun uomo decide di andare incontroagli altri uomini, si crea una catenadi altruismo che diventa il bene piùprezioso. Il Gruppo Sociale eMissionario San Giorgio di Poleonella sua poesia paragona questacatena proprio a una collana, tantoumile quanto preziosa, e suggerisceche «sarà bello posarla sul cuore diquell’umanità che con un po’ dicoraggio la cercherà».La commissione ha inoltre decisodi segnalare i racconti:Solidarietà in piazza e nel cuore diSilvana Valente di Schio: “Oraandrò a riposare sotto un cielopunteggiato di stelle, ma stanottevorrei sognare di essere con tuttivoi in un’immensa piazza, grandequanto il mondo intero, gremita digente, di vita, di valori. Cosìpotremo percepire insieme laserenità che portiamo dentrospargersi nel cielo; sentirel’armonia di colori, sapori e suoni,vedere finalmente il voltosorridente e sincero dellasolidarietà. Chissà che domani nonsia proprio questo il mio prossimo

sogno che si avvera”.Gesti d’accoglienza e di speranzadell’Associazione ACAT BassanoAsiago: “Credo che la solidarietàsia come le parole crociate. Untrovare le definizioni negli spazibianchi del nostro stupore. L’unoorizzontale è sempre il medesimonome, solidarietà, due verticale,sollievo, come il nome della nostradignitosa abitazione. E, negliincroci tra le parole, ci sono gliabbracci, i gesti ricchi di affetto esperanza. Fino a che, parola dopoparola, il cruciverba, lo riempi apoco a poco, giorno dopo giorno.E l’ultimo lemma, il più intenso ecommosso, quello che voglioscrivere, sarà sempre riconoscenza,verso chi con tanta benevolenza edevozione, mi ha datoprobabilmente, l’ultimaopportunità di svegliarmi almattino, ed apprezzare e rispettaretutto ciò che mi circonda, inarmonia con me stesso, con laconsapevolezza che da qui possoricominciare, in modo nuovo, lamia esistenza.”

Concorso SMS solidaleVincitrice: Paola Carollo diChiuppano – Gruppo di protezioneCivile Clipeus - Quello deivolontari è un mondo che di solitonon fa rumore, eppure hadimostrato nel tempo quanto la suaopera sia importante,indispensabile. Il volontario nonchiede mai, ma ha fatto del dono lasua vocazione. Non ha aspettativese non quella di trovare l’ideavincente per risolvere i problemi eportare un po’ di conforto.Quest’anno abbiamo deciso dipremiare l’sms solidale di PaolaCarollo «Tutto il mondo è nel miocuore» scrive Paola. E noi diamovoce a questo suo sentire perestenderlo a tutti i volontari.Concorso Volontari…Facciamo la

differenzaAssociazione più segnalata Gruppodell’Amicizia Onlus: “Dare bricioledi tempo per scintille di gioia” è ilsuo motto. Dal 1981 opera adArzignano il Gruppo dell’Amicizia,con una missione ben precisa:trascorrere momenti di felicità e disvago con le persone con disabilità.Gite, feste, recite sono alcuni deglieventi che favoriscono l’incontroper incentivare il recuperopersonale e l’inserimento sociale.Piccoli segni come un sorriso, unacarezza o un abbraccio, che nonhanno prezzo, sono la forzaesplosiva e contagiosa di questogruppo che da ben 25 annicontinua a tessere una rete semprepiù vasta e forte di solidarietà e chequest’anno è risultato il piùsegnalato, fra le associazioni, tantoda meritare di essere inserito fra i“volontari che fanno la differenza”.

pag1421 dicembre 2013

Solo la testimonianza di una presenza costante e solidalepuò permetterci di fare ancora la differenza e di vivere

la gioia del Natale in ogni giorno

Incontriamoci con un sorriso e una volta che avremo cominciato l'un l'altro ad amarci diverrà naturale fare qualcosa per gli altri.

Madre Teresa di Calcutta

5 DICEMBRE 2013GIORNATA INTERNAZIONALE DEL VOLONTARIO

Page 15: VicenzaPiù n. 264

Nicola Bernardi, giovane e affermatoimprenditore vicentino nel settore im-mobiliare, ci ha inviato una nota chenulla ha a che fare con la sua attivitàma è uno scritto di un suo compagnodi scuola delle elementari, ora Missio-nario in Africa, che pubblichiamo conpiacere e testimoniando la nostra vi-cinanza a quanto da lui scritto.

Carissimi amici, qualcuno di voi è aconoscenza di quanto sta accadendonella regione del nord del Camerun.Non certo perché i giornali italiani neabbiano parlato (ci mancherebbe!),ma semplicemente perché domani (lelettera è del 28 novembre, ndr) unasquadra di muratori da Molina diMalo doveva venire a darci una manonella costruzione della chiesa dellamissione e invece, a 3 giorni dallapartenza, il viaggio è stato annullato.Ma ricostruiamo le vicende. Poi daròspazio a qualche considerazione.La notte tra mercoledì e giovedì scorso(13/14 novembre), un gruppo di “ban-diti” hanno assalito la missione diNghecewé - 100 km a nord di Maruà- e, dopo un tentativo di furto finitomale (il rumore aveva destato la gentedelle vicinanze), sono ripartiti seque-strando il parroco, padre Georges, unmissionario francese di 42 anni. Qual-che kilometro a piedi in mezzo allasavana e poi una fuga in moto fino apassare il confine con la Nigeria. Il governatore della regione del-l'Estremo Nord del Camerun e il suostaff, intervenuti immediatamente,hanno passato i successivi due giornia organizzare le ricerche e a studiareun piano di messa in sicurezza delterritorio. Infine, ieri, è arrivata la ri-vendicazione dell'atto da parte daparte degli estremisti di Boko Haram,la setta islamica che dal 2009 sta met-tendo in ginocchio il nord-est dellaNigeria.Lo scorso febbraio la stessa setta avevafatto un’altra incursione in Camerun

settentrionale e aveva sequestratoun’intera famiglia francese (compresii 4 bambini). La liberazione era avve-nuta dopo 2 mesi e – ma solo secondofonti non ufficiali – dietro lauto ri-scatto. Poi c’è stata l’uccisione deigiornalisti in Mali. Ed ora il rapimentodi questo prete. Padre Georges era arrivato in Cameruncome Fidei Donum da soli due anni,unico missionario della sua diocesi interra d’Africa. Ci si incontrava frequen-temente alle riunioni a Maruà e, pro-prio perché lo si sapeva solo, era statonaturale dimostragli amicizia e farlosentire ancor più “tra fratelli”. Propriopochi giorni prima, gli avevo dato unpassaggio in macchina e gli chiedevocome stesse. Era sereno, diceva di sen-tirsi ben voluto dalla gente e “protetto”proprio dai suoi parrocchiani che dicontinuo gli dicevano di stare tran-quillo, che ci avrebbero pensato loroa tener lontano ogni malintenzionato(cosa che, in effetti, hanno provato afare la notte dell’assalto: ma cosa pos-sono dei bastoni di fronte a fucili emunizioni?). Il passo successivo intrapreso dal go-vernatore è stato quello di provare amettersi in contatto con le tre provincefrontaliere della Nigeria, per ottenereun coordinamento tra le forze dell’or-dine dei 2 Paesi. Ma quello che èemerso è stato a dir poco inquietante:dall’altra parte della frontiera came-runese non c’è più la Nigeria, ma treprovince completamente nelle manidi Boko Haram. Tutte le forze dell’or-dine se ne sono andate, la gente fuggedove può. Non più un funzionario adare una parvenza di normalità. L’eser-cito nigeriano sta tentando di ripren-dere il “suo” nord-est attraverso i bom-bardamenti. Per ora, senza riuscirci.I primi a pagare per questa situazionesono – come sempre! – i civili. Lasetta, che ha come scopo di distrug-gere le scuole e la cultura (diabolicamanifestazione dell’oppressione oc-cidentale, a loro avviso), assalta scuolee villaggi. La gente, dicevo, fugge dovepuò. Molti sono coloro che si stannorifugiando in Camerun, dopo averperso case, terre e raccolti. E i poveriche abitano le zone di confine stanno

Nord del Camerun sottosopra: Il documento appello di Don Maurizio

mostrando una solidarietà inimmagi-nabile, accogliendo nelle loro case enutrendo “fratelli” che hanno bisognodi tutto.Purtroppo, però, la tragedia non si li-mita a questo. L’esercito cameruneseha fatto sapere che, ben mimetizzatiin mezzo a questi rifugiati, stanno en-trando in Camerun anche vari membridella setta di Boko Haram. Fino a qui i fatti.Passiamo a ciò che in questi momentisi sta dicendo e pensando qui, sul po-sto.Quando, in aprile, la famiglia francesesequestrata era stata liberata, si era ti-rato un sospiro, illudendosi che loStato avesse ripreso in mano il con-trollo della situazione e che quindi sistesse ritornando “alla normalità”. Manon era così. Nella tranquillità appa-rente, la setta stava invece comin-ciando a tessere la sua tela organiz-zativa. Le voci che circolano parlanodi cellule in formazione. E di una con-nivenza da parte di qualcuno chequando va bene è solo passiva, mache talora diventa decisamente attiva(senza complici “locali”, per esempio,l’assalto alla missione di padre Geor-ges è difficile da spiegare).Già all’indomani del sequestro, il go-vernatore aveva disposto che tutti ibianchi che abitano nelle vicinanzedella frontiera nigeriana ripiegasserosu Maruà e, meglio ancora, rientras-sero in Patria.I missionari, però, si erano opposti,dicendo che non si abbandona lagente quando il bisogno si fa piùgrande. Ma l’autorità civile non avevaceduto, facendo sentire il peso del suocomando. Ieri, invece, è arrivato l’insperato con-trordine: sembra che il papa stesso siaintervenuto a chiedere che sia per-messo ai missionari di restare al loroposto. La missione della Chiesa è ac-canto a chi ha bisogno.Prospettive. La “crisi” attuale (e, per una volta nonmi riferisco a quella economica mon-diale, ma allo stato di destabilizza-zione in atto nel nord del Camerun)non è di quelle destinate a passare ve-locemente. Se, con l’aiuto di Dio, po-tremo riabbracciare il nostro amicoGeorges, questo non significherà lafine di un bel niente. L’Islam estremistaè sempre più armato e sempre più in-tenzionato ad allargare il suo territorio.Purtroppo qui la maggior parte dellagente è troppo “semplice” per rendersiconto che aprire la porte a questoIslam non porterà a nulla di buono.Qui non c'è la possibilità di informarsicome da noi, di fare la differenza traIslam e Islam.Il vescovo di Maruà è da sempre unindefesso propugnatore della pace trale religioni, del dialogo, della convi-venza fraterna. Ma, si sa, con gli estre-misti le vie del dialogo raramente por-tano da qualche parte.Per ora, da quanto si capisce, BokoHaram vuole colpire il Camerun pro-prio nel suo “punto di vanto”: Paese

in pace da oltre 50 anni, Paese d’inte-grazione religiosa, Paese aperto almondo. E così fa di tutto per crearedestabilizzazione.Dobbiamo poi aspettarci una secondafase? Chiese bruciate, scuole assaltatea colpi di mitragliatrice, villaggi interidati alle fiamme: è questo ciò che staaccadendo dall'altra parte della fron-tiera. E tutto questo nella volontà diimporre il VERO Islam.E la Chiesa, cosa fa? E cosa deve fare?In queste ore, io sono colpito e toccatodal coraggio di tanti confratelli e con-sorelle missionari, che non voglionofare un solo passo indietro. Nessunoè incosciente. Nessuno ha voglia dilasciarci le penne. Ma nessuno in-tende neanche abbandonare ilcampo. Ieri sera un padre francese mi raccon-tava che sta ricevendo molte chia-mate da giornalisti del suo Paese peravere dettagli sul sequestro. In molticasi ha dovuto “difendersi” da accusedel tipo: Perché rimanete lì? Voleteproprio andarvela a cercare? E se poivi sequestrano, chi paga? Il Vaticano?Saranno i contribuenti francesi chedovranno pagare la vostra cocciutag-gine? Qualcuno si spingeva ancora più inlà: Con i soldi del vostro riscatto, voiarmate i Boko Haram! E via di questopasso.Sì, lo si sa che la Francia è un Paeseampiamente scristianizzato. Ma nonci stiamo allargando un po’ troppo?Preti, suore, laici che la Chiesa mandain missione non partono per il gustodell’avventura. E neanche perché sonodei disadattati nel loro Paese d’origine.Si parte perché Gesù ha detto : “Voisarete miei testimoni fino agli estremiconfini della terra”. Testimoni di Gesùattraverso l’annuncio della sua Parola,e, molto più, attraverso una vita spesaal servizio degli ultimi. Sul Suo esem-pio. Questo è tutto.Come si fa a parlare di “Uno” che hadato la vita per il mondo, se, al so-praggiungere del pericolo, si dice:“Beh, adesso io ho finito: cavatevelada soli”?!? Il Vangelo, amici miei, nonè una bella storia. Bella da raccontare,bella da ascoltare. Il Vangelo è pro-gramma di vita. Che credibilità

avrebbe, se coloro che sono venuti adannunciarlo (e vi ricordo che qui laChiesa ha solo 50 anni!) se ne andas-sero non appena il prezzo cominciaad alzarsi?Francamente i missionari non lo vo-gliono il martirio (di sicuro, non io!),ma quando parli di Gesù in mezzo agente che la vita ha tenuto sempreschiacciata a terra, senti tutto il pesodella Parola che stai portando. E capi-sci che non puoi scaricarlo.Detto questo, bisogna anche che vitranquillizzi un po’. Onestamente nonmi sembra che qui a Loulou siamoesposti più di tanto. La frontiera nige-riana in linea d’aria è a 70 km. In più,l’esercito camerunese sta davvero mo-bilitandosi per proteggere le missioni.Quindi, vi invito a non avere partico-lari preoccupazioni per noi.Ma questa lettera andava scritta per-ché non può accadere che non si sap-pia! Il mondo deve sapere quello cheaccade. E la Chiesa di Vicenza ancoradi più, visto che nel nord del Camerunha 2 missioni diocesane (Loulou eTchéré).Vi dico fin da subito che qualora qual-cuno di voi volesse scrivere in propo-sito a quanto vi ho raccontato, non soquanto in grado sarò di rispondere. Ilperiodo è pieno e, alla facciaccia diBoko Haram, la vita continua! Unapreghiera intensa per padre Georges,quella, invece, ve la chiedo con tuttoil cuore. Vi abbraccio. E a me si asso-ciano don Leopoldo, suor Emanuelae suor Anna. Ciao!

don Maurizio

P.S.: Devo aggiungere una riga. Que-sto scritto non è un pezzo giornali-stico. Non sono stato lì a pesare parolaper parola così come fanno "quelli delmestiere". Vi ho raccontato quello chesta accadendo, seguito da quello chein questo momento si dice e si pensa.Se volete farvi anche altre idee, vi in-vito a navigare in rete (digitate "Geor-ges Vandenbeusch", magari in motoridi ricerca francofoni).Buon viaggio nell'informazione! An-cora ciao!

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di don Maurizio

Il missionario vicentino: noi da qui possiamo sensibilizzare l'opinione della gente.... e sarebbe già tanto

pag1521 dicembre 2013

Page 16: VicenzaPiù n. 264

pag1621 dicembre 2013

La Repubblica di Venezia eil suo territorio furono

molto legati all’oriente. La suamillenaria storia attesta comele relazioni furono varie, daquelle commerciali, a quellepolitiche e anche belliche.Tutta l’Europa deve a Veneziala conoscenza del mondoorientale e in particolare a Ilmilione di Marco Polo MarcoPolo (Venezia, 15 settembre1254 – Venezia, 8 gennaio1324) che ebbe certo mag-giore diffusione rispetto allaHistoria Mongolorum dell’um-bro frate Giovanni da Piandel Carpine o da Piano deiCarpini (Pian del Carpine,1182 circa – Antivari, 1º ago-sto 1252). Se il testo di Polo èil più famoso, non mancaronocerto nei secoli successivimolte altre relazioni su varitemi e aspetti relativi al Vicinoe all’Estremo Oriente. Fareluce e comprendere tutta lòamole di studi è il compito in-trapreso da un gruppo di stu-diosi che fa capo in primoluogo all’Università Ca’Fo-scari di Venezia. Da diversi

anni Giovanni Pedrini diSchio (VI), docente all’Univer-sità Cà Foscari di Venezia co-ordina una serie di ricerchenella direzione sopra accen-nata. Frutto di questo intensolavoro al cui coordinamentopartecipa attivamente NicoVeladiano sono stati tre vo-lumi, il primo Ad Orientes :viaggiatori veneti lungo le vied’Oriente, edito nel 2006 dalComune di Montecchio Pre-calcino, mentre gli altri duesono il frutto di due Convegni.Il primo nel 2009 presso la Bi-blioteca “La Vigna” di Vi-cenza” cui ha fatto seguito ilvolume Itinera Orientalia. Iti-nerari veneti tra Oriente e Oc-cidente. Relazioni di viaggiotra identiità e alterità, pubbli-cati dall’Editrice Veneta, Vi-cenza, nel 2010. Il secondosvoltosi sempre nella stessasede, si è tenuto nel 2013,scopo di questo è stato il met-tere il luce l’importanza dellerelazioni culturali che Veneziaci ha lasciato nei suoi rapporticon l’oriente, evidenzianocome questi investissero molticampi, tra cui quello dellamusica.Il volume del secondo Conve-gno Studia Orientis. Veneziae l’Oriente: un’eredità cultu-

Venezia e l’Oriente: una serie di ricerchecoordinate dal territorio vicentino

rale (Editrice Veneta, 2013) èstato presentato sabato 23 no-vembre 2013 a Villa NievoBonin Longare ( MontecchioPrecalcino) e riporta le rela-zioni di Giampiero Bellingeridell’Università Ca’ Foscari Ve-nezia (Intorno alle fonti venetesull’Azerbaigian); BoghosLevon Zekiyan docente al-l’Università Ca’ Foscari Vene-zia e al Pontificio IstitutoOrientale Roma (Venezia, Illuogo delle ‘rivelazioni’ dellaProvvidenza per gli Armeni);Giovanni Pedrini, dell’Univer-sità Ca’ Foscari Venezia (Caro-vane d’Oriente. Mercanti,viaggiatori, missionari sulle viecarovaniere tra Siria, Mesopo-tamia e Persia); Giovanni DeZorzi dell’Università Ca’ Fo-scari Venezia (Vivere a Costan-tinopoli con le orecchie beneaperte. Giambattista Toderini(1728-1799) e la “musica tur-chesca”). Questi temi, opportunamenteapprofonditi e sviluppati co-stituiscono la nuova prospet-tiva di studi delle relazioniVenezia-Oriente, perché ana-lizzano e pubblicano scrittiinediti e ci aprono ad una vi-sione non stereotipata di Ve-nezia, come solo interessataagli aspetti mercantili e un

oriente che ha da farci cono-scere le meraviglie della suacultura. Il progetto di Giovanni Pedriniha potuto contare sull’inte-resse per questo genere diapprofondimenti non solo del-l’Università Cà Foscari, fon-data nel 1868 come “Scuolasuperiore di commercio” dalveneziano Luigi Luzzatti(1841-1927), allievo del vi-centino Giacomo Zanella ePresidente del Consiglio ealtri , ma anche del Consorziodi Pro Loco Astico-Brentacomprendente le Pro Loco diBolzano Vicentino, Bressan-vido, Dueville, MontecchioPrecalcino, Monticello ConteOtto, Quinto Vicentino, San-drigo, Schiavon, Torri di Quar-tesolo, Nove, Pianezze,Mason Vicentino, CamisanoVicentino. Accanto e semprein primo piano anche la Re-gione del Veneto, la Biblio-teca Internazionale “La Vigna”di Vicenza, la FondazioneMasi e la Masi Agricola di Ve-rona, la Banca di CreditoCooperativo San Giorgio

Quinto e Valle Agno e i Co-muni di Montecchio Precal-cino e Monticello Conte Otto.

Questo progetto di studisulle relazioni tra Venezia el’Oriente ci mostra comepossa essere significativa la si-nergia tra istituzioni pubbli-che e private che vedeassieme istituzioni culturali digrande prestigio e altre, comePro Loco e Comuni, presenticapillarmente sul territorio.Un modo quanto mai efficaceper portare a conoscenza delgrande pubblico temi altri-menti destinati a rimanere nelristretto ambito degli studiosi. E’ questo un esempio cheaiuta a comprendere non solola storia che non si riduce allesole questioni “politiche” o“militari”, ma è uno sguardoanalitico sul passato che ciaiuta anche nel presente,quando sappiamo cogliernel’insegnamento, perché avevaragione Cicerone, la storia èmaestra di vita, se la sap-piamo ascoltare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Italo Francesco Baldo

Page 17: VicenzaPiù n. 264

Il neonato circolo Arcigay vi-centino ha avuto il merito (e

forse anche la tenacia, datoche non è mai facile essere in-clusi nell'agenda dei vip) diportare in città un personaggiofamoso, e la capacità poi dicreare l'atmosfera adatta perfarcene scoprire il lato più in-timo. Mattia Stella, presidentedell'associazione, ha condottola serata come fosse un incon-tro tra amici, una vera e pro-pria chiacchierata, e ciò hareso l'atmosfera gradevolmenteconfidenziale.Luxuria, val la pena ricordarlo,nel 2006 è stata la prima par-lamentare transgender dellastoria italiana. Nata a Foggia,attrice, scrittrice, conduttrice eanimatrice, fu la regina delleserate del noto locale gay ro-mano "Muccassassina", da cuila sua autobiografia -datata2007- "Chi ha paura dellaMuccassassina?".A seguito della sua popolarità,che fra politica e tv ha vissutouna clamorosa escalation(vinse anche il reality "L'Isoladei Famosi", altro evento uniconella bigotta Italia), sempre piùforte di pari passo è divenutoanche il suo impegno per la di-fesa dei diritti di omosessualie transessuali. Essendo transgender lei stessa,

non mancò di denunciare lepiccole grandi discriminazionia cui una persona trans vienesottoposta quotidianamente,con azioni che la vedevano ela vedono coinvolta in primapersona, sempre astutamentein bilico fra gossip ed impegnocivile: ricordiamo l’aspro scon-tro con Elisabetta Gardini (al-l'epoca di Forza Italia), la qualenon voleva permetterle diusare in Parlamento il bagnodelle donne. L'incontro al Bar Borsa conVladimir Luxuria è iniziato conun'introduzione di MattiaStella, che ne ha tracciato agrandi linee biografia e pubbli-cazioni, soffermandosi sull'ul-timo romanzo "L'Italia Mi-gliore".Luxuria ha preso, quindi, la pa-rola, raccontandosi fin da su-bito in modo molto schietto,scanzonato e divertente, alter-nando narrazione di avveni-menti drammatici della suavita, come il primo pestaggioche subì ancora adolescente,preso di mira in quanto "di-verso" (ed uso il maschile per-ché la piena consapevolezzadella propria identità di generearrivò successivamente), adaneddoti della sua vita politica,fino a proclami da vera attivi-sta. Qual è.Si sono toccati molti argo-menti, grazie ad una scalettadi domande armoniosa, varie-gata e mai noiosa preparata daStella; ed anche alla partecipa-

zione attiva del nutrito ed at-tento pubblico del Borsa.Non sono mancati riferimentiall'attuale crisi che sta vivendoil nostro Paese, alle proteste dipiazza, all'elezione del nuovosegretario del PD Renzi (cheLuxuria ha più volte punzec-chiato circa la sua "timidezza"sui temi riguardanti i dirittiLGBT), fino alle immancabilibattute sull'onnipresente Ber-lusconi.Si è parlato del Vicenza Pride2013 a cui a malincuore, hadetto, ha dovuto rinunciareperché madrina di un altroPride nel medesimo giorno:grandi complimenti agli orga-nizzatori e alla città tutta, sot-tolineando l'importanza dellavisibilità che i Pride portano,soprattutto ora che da est arrivaun nefasto vento omofobo.A tal proposito, ha ricordato lamanifestazione del 26 novem-bre a Trieste contro Putin, incui anche Arcigay Vicenza erapresente: tenuta volutamentein sordina dalla politica e daimedia, è stata invece moltosentita e partecipata.È stato anche mandato un mes-saggio di solidarietà a CamillaSeibezzi, consigliera comunalea Venezia, colei che ha propo-sto un adeguamento della mo-dulistica alle nuove forme difamiglia, come già succede inaltri Paesi europei, sostituendoi termini "padre e madre" sem-plicemente con "genitori". LaSeibezzi continua ad essere

Arcigay Vicenza ospita Vladimir Luxuria

di Anna Barbara Grotto

pag1721 dicembre 2013

Vita Gay Vicentina

Lunedì 16 dicembre nella suggestiva cornice del Bar Borsa, l'Associazione “15 GIUGNO" Arcigay Vicenza ha vissutoe fatto vivere alla città un piacevole incontro con una delle icone dell'attivismo LGBT italiano: Vladimir Luxuria

/ Vladimir Luxuria al Bar Borsa

vittima di vessazioni, minaccedi morte fino addirittura a ma-nifestazioni di piazza, a cui leistituzioni pubbliche nonstanno ponendo un decisofreno né vi si stanno formal-mente dissociando.Forte è stata, infine, la presa diposizione di Vladimir Luxuriaa favore del matrimonio egua-litario: "Se fino a qualche annofa potevo essere favorevole aqualsiasi forma di tutela, sep-pur minima, purché arrivasse,oggi non voglio accontentarmipiù. Nessuno di noi dovrebbeaccontentarsi più. Sapete per-ché? Perché sarebbe come ri-vivere i tempi della segrega-zione razziale negli Stati Uniti:quando permisero ai neri di sa-lire sull'autobus, la legge pre-vedeva che dovessero però ce-dere sempre il posto ai bianchi.E sapete quando si iniziò a de-bellare questa pratica abomi-nevole? Quando Rosa Parks,una donna afroamericana, si ri-fiutò di cedere il posto ad unbianco. Io non voglio accon-tentarmi di salire sull'autobus

dei diritti, se poi devo cedereil posto agli eterosessuali, seloro avranno sempre e comun-que privilegi rispetto a me. Iosono come loro e voglio averelo stesso loro diritto di avere ilmio posto."Una Vladimir Luxuria combat-tiva e vera, che non dissimulale difficoltà e le sofferenzedella vita ma che è pronta adaffrontarle a testa alta, facendodelle scelte e mettendoci sem-pre la faccia: un personaggioscoperto persona, in cui cia-scuno di noi può rivedere unaparte di sé. Che c'è ed è paleseo che vorrebbe venir fuori."Per noi è stato simbolicamenteimportante portare VladimirLuxuria nel cuore culturaledella città" afferma MattiaStella, presidente di Arcigay Vi-cenza."L'accoglienza ricevuta l'hapiacevolmente sorpresa. Ilgiorno dopo si è dedicata alleVille Palladiane e alle tradi-zioni vicentine".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 18: VicenzaPiù n. 264

Carlo Pelagatti sei arrivato aBassano a stagione iniziata

insieme a Fondi, sei stato presen-tato come difensore centralequindi in alternativa a Bizzotto eZanella in realtà in passato haigiocato come centrale comeesterno ma il calcio tecnico ci in-teressa meno della tua storia. Tuofratello Saverio è arbitro in LegaPro Prima Divisione, l’Italia sap-piamo è piena di conflitti di inte-resse, non dovrebbe succederema se mai succedesse che fossetuo fratello ad arbitrare una tuapartita che cosa sentiresti, cometi comporteresti?Prima cosa non è possibile chemio fratello possa arbitrare unamia partita perché lui deve dire leparentele che ha nel campionatoin cui arbitra quindi non lo man-deranno mai né in una mia partitané difficilmente nel girone in cuisiamo noi. Però se dovesse succe-dere una cosa del genere, checome ti ripeto non possibile chesucceda, sicuramente ci litigo incampo perchè ci litigo già fuori alcampo quando siamo a casa cheguardiamo qualche episodio dellaserie A, la pensiamo sempre inmaniera diversa quindi sicura-mente anche in campo sarebbeuna battaglia. Cosa ne pensi invece dei conflittidi interesse?Purtroppo siamo in Italia, è cosìfuori dal mondo del calcio e pur-troppo si risente anche nel mondodel calcio. Abbiamo questa figuraanche all’estero, questa immaginedell’italiano che cerca sempreuna via di fuga più facile,è nor-male dai.Sei nato l’8 gennaio 1989 adArezzo, lo sai che con il Valenzail vicentino quindi anche Bassanoè concorrente della tua Arezzo,un altro conflitto ma questa voltadi bandiere. Cosa ci dici?Lo so perché sia Vicenza cheArezzo sono città dell’oro le cittàpiù importanti a livello nazionalee non solo, è un altro conflitto diinteressi di cui faccio parte perchésono di Arezzo però non è unacosa che mi interessa questa,sono due città importanti e mi fapiacere diciamo non è una cosa

che mi preoccupa.Dopo aver esordito proprio adArezzo tra i professionisti a 20anni nel 2008/09 nel 2009 ti seitrasferito a San Giovanni Val-darno e poi per tre anni sei an-dato all’estero cioè a San Marino,poi sei venuto qui a Bassano.Cosa ti manca della Toscana,della tua città Arezzo, di San Ma-rino e cosa hai trovato qui a Bas-sano?Arezzo è la mia città natale quindicome penso per tutti è la città incui sto meglio è la città in cuitorno appena posso e che se-condo e è la città più bella comeper tutti lo è la città natale. Sicu-ramente mi manca molto San Ma-rino perché ho passato tre annifantastici conditi da una promo-zione, play off, dei gruppi straor-dinari, soprattutto l’ambientevicino Rimini, Riccione è un am-biente molto bello molto cordiale,ho conosciuto persone fantastichequindi terrò sempre un bellissimoricordo di quel posto. Però sonocontento di essere arrivato a Bas-sano che come ho detto ai mieifamiliari e ai miei amici è unposto molto carino in cui si sta ve-ramente bene, anche le personeche ho conosciuto sono personefantastiche. Si sta veramentebene, dai! e quindi sono contentoperché potevo finire in molte altrecittà e sicuramente sarebbe statoal 90% delle città in cui potevo fi-

nire peggio quindi sono contento.E oltre il calcio che pratichi daprofessionista altri sport che hainel cuore?Non li seguo tutti ma i piaccionotanti sport, mi piace il tennis, mipiace il golf, mi piace tantissimol’NBA che seguo molto è lo sportche seguo di più. Il calcio facen-dolo tutti i giorni, vedo le partitapiù importanti ma non lo seguopiù di tanto invece il basket mipiace tanto mi appassiona vera-mente.Quindi calcio, basket, sport in ge-nerale e nel tempo libero?Nel tempo libero mi piace uscirecon gli amici andare a cena fuori,stare in compagnia magari anchegirare per i negozi, guardare,comprare, spendere soldi di-ciamo, i riesce facile spenderesoldi.Domande adesso un po’ più per-sonali. La tua ragazza idealecome dovrebbe essere come te laimmagini?Come Belen! No scherzo, sicura-mente mi deve piacere l’aspettofisico ma non ho e parametri pre-cisi, sicuramente una ragazza chenon sia troppo appariscente tran-quilla, di paese diciamo dai.Adesso la domanda è scontata,sei fidanzato?No, in cerca.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I calciatori vicentini scovati in Fuori gioco

Pelagatti: Belen è un sognodi Giulia Tessari

S.rGRANDIMPIANTIPOLAZZO

- Vicenza.l.S.rGRANDIMPIANTIPOLAZZO

GRANDIMPIANTI

OGNI VOSTRO PROGETTO.PER REALIZZARE INSIEME

UN GRUPPO AL VOSTRO SERVIZIO,

OGNI VOSTRO PROGETTO.PER REALIZZARE INSIEME

UN GRUPPO AL VOSTRO SERVIZIO,

OGNI VOSTRO PROGETTO.PER REALIZZARE INSIEME

UN GRUPPO AL VOSTRO SERVIZIO,

[email protected] - www 0444.569273 - 569871 - Fel.T

VICENZA - Polazzo Gr

[email protected] - wwwax 0444.562353 0444.569273 - 569871 - F 87/91Viale Crispi,VICENZA -

andimpianti SPolazzo Gr

.polazzo.itax 0444.562353 87/91

. l ..r

IL PRIMO OUTLET A VICENZA DI STOVIGLIE E ACCESSORI

PER LA CUCINA

Nella rubrica Chiaramente Calcio, in onda settimanalmente sul canale 193 di Sportelevision VicenzaPiùTv e sul nostro canale streaming VicenzaPiu.Tv, uno spazio diversodalle solite interviste ed analisi tecniche è riservato ai ritratti fuori dal campo dei protagonisti delle pedate domenicali vicentine di Lega Pro. Pubblichiamo in questo numerodi VicenzaPiù la trascrizione fedele dei primi ritratti che la rubrica “Fuori gioco” ha proposto ai telespettatori tv e web: scoviamo per voi chi sono nella loro vita quotidianaJadid e Castiglia del Vicenza calcio, Pelagatti del Bassano Virtus e Tomei e Mei del Real Vicenza.

/ Pelagatti sul ponte di Bassano

pag1821 dicembre 2013

Page 19: VicenzaPiù n. 264

(g.t.) Matteo Tomei, portiere del RealVicenza ,sei arrivato che il calcio mer-cato era praticamente quasi finito, sap-piamo che sei stato il punto di riferi-mento per la serie D, eri consideratoil numero 1 della serie D, sappiamoinoltre che la società ti ha accolto abraccia aperte, soprattutto il tecnicoVittadello con cui avevi già avutoun’esperienza quando avevi vinto iplay off con il San Bonifacio. Sappiamoche tuo papà inoltre allena una squa-dra di calcio. Lui come è nei tuoi con-fronti visto che sei un giocatore del

Real Vicenza, ti da dei consigli?Io ho avuto la fortuna di avere miopadre come allenatore a Quinto equindi in questo momento qui ab-biamo un rapporto abbastanza tra gio-catore e allenatore poi dopo lui mi datanti consigli, riesce comunque afarmi vedere il pelo nell’uovo quindidi conseguenza per me è una grossafortuna averlo a casa come diciamoprimo tifoso. Adesso purtroppo nonpuò più venire a vedere le partite delReal Vicenza, veniva ogni domenica,perché sta allenando una squadra dieccellenza e di conseguenza benvenga per lui e speriamo possa fare

Matteo Tomei: mamma e tatuaggianche lui un buonissimo campionato.Sei nato a Motta di Livenza un pae-sino in provincia di Treviso però seianche uscito dall’Italia hai girato, haianche fatto un’esperienza in Scozia,al Ross County, sicuramente un am-biente molto diversoSicuramente l’ambiente è diversoanche perché comunque in Italia cisono un po’ più di pressioni, parlo dicategorie più elevate come la serie Be la serie A. La Scozia è bella perchéc’è tanta natura, la gente è tanto ospi-tale il calcio è più bello secondo merispetto a quello italiano anche perchéle strutture gli allenamenti sono di-

Abderrazzak Jadid, regista di cen-tro campo del Vicenza, sei nato

il 1° giugno del 1983 in Marocco, poituo padre si è trasferito in Italia incerca di lavoro e tu all’età di cinqueanni ti sei trasferito anche tu con latua famiglia per raggiungerlo. Vorreipartire da questo, Marocco e Italiadue culture sicuramente diverse dueambienti diversi ci vuoi parlare unpo’ delle tue impressioni, se tornimai nella tua terra d’origine, se timanca, se ti trovi bene qui.Come hai detto a cinque anni sonovenuto qua in Italia con mio papà,mia madre, tutti i miei fratelli e da lì èiniziata una nuova vita, abbiamo tuttiiniziato gli studi qui in Italia chiara-mente mio papà lavorava quindi siaspettava l’estate per tornare a casa inMarocco dove abbiamo ancora inonni quindi approfittiamo semprevacanze d’estate per tornare a casa inMarocco però siamo da tanti anni

che siamo in Italia e ci definiamo ita-lianissimi anche se comunque nonrinneghiamo le nostre origini e ci fasempre piacere l’estate tornare a casa.Prima di giocare nel Vicenza hai gio-cato nel Brescia e in quell’anno haigiocato anche con un famosissimocalciatore vicentino che è RobertoBaggio. Raccontaci qualcosa, le tueimpressioni su di lui, se lo senti an-cora, se hai mantenuto qualche con-tatto.No, contatti non ci sono più stati, c’èstato solo il piacere di rivederlo unavolta che è venuto a salutarci a Bre-scia con Guardiola, sentirci non cisiamo più sentiti e chiaramente èstato un onore per me giocare conlui, non è da tutti, e quindi è stato mo-tivo di orgoglio, assolutamente unpiacere aver giocato insieme a lui. Poisai Baggio lo si conosce per quelloche ha fatto in campo la fortuna di vi-verlo il quotidiano per me è stato as-solutamente un piacere.Ecco visto che tu lo hai conosciuto civuoi dire che ricordo hai di lui, comeera proprio come persona fuori fuoridal campo?

Jadid ricorda Baggio ma gli piace essereun marito e un padre semplicissimo

Lui era uno a cui piaceva semprescherzare, aveva tante barzellette eaneddoti da raccontarti e quindi erasempre un piacere ascoltarlo ma allostesso tempo era una persona moltoseria con dei valori eccezionali equindi ricordo con piacere l’anno chepoi io mi sono operato al ginocchiolui mi disse che quella cicatrice sa-rebbe stata la mia fortuna nel sensoche mi avrebbe rinforzato e quellafrase mi ha aiutato molto. Ricordoquesto di lui che era sempre prontoad aiutare qualsiasi giovane.Sappiamo anche che hai firmato uncontratto di un anno con il Vicenza,dopo cosa ti piacerebbe fare haiqualche idea, qualche desiderio?Il desiderio adesso comune è quellodi fare bene da qui a fine stagionesperando di toglierci qualche soddi-sfazione e poi le somme si tiranosempre a fine anno.Un’ultima cosa: ci interessano anchele passioni dei giocatori, in questa ru-brica ci soffermiamo soprattutto sullato più umano che tecnico. Ci vuoiraccontare qualcosa di te, come oc-cupi il tempo libero, se pratichi altri

sport, quali sono i tuoi interessi percapire te come sei come persona.Fuori dal campo sono un marito e unpadre semplicissimo, vivo il quoti-diano come lo vivono tutte le personee ho l’hobby dei cavalli mi piaccionoda morire i cavalli e poi guardo tantosport che siano corse di cavalli, chesia calcio, che sia soprattutto il foot-ball americano che mi piacciono pa-recchio i quarterback la loroprontezza la loro facilità di mandarea segno un compagno è uno sportche mi affascina. Sono come tutte le

persone che vivono il quotidiano,quando c’è la spesa da fare bisognaandare a farla. E poi tanto allena-mento, comunque ci alleniamo settegiorni su sette insomma e quindi sonosempre al campo.I tuoi figli hanno preso da te la pas-sione per il calcio, vengono a vederti,ti guardano da casa, fanno il tifo in-somma per il papà?Sì, si assolutamente.Anche a loro piace il calcio?Sì tantissimo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Giulia Tessari

/ Abderrazzak Jadid in piazza dei Signori

versi, ti fanno un po’ più amare questogioco anche le persone al di fuori diquello che può essere il calcio. Non larifarei, vi premetto non la rifarei per-ché è stata un’esperienza abbastanzadura, mi ha formato molto e traggosolo gli aspetti positivi poi dopo di-ciamo è stato il mio passato adesso ilmio presente è qui e speriamo di con-tinuare.Parliamo un po’ delle tue passioni deituoi hobbyNon ho hobby agonistici, ho hobbyabbastanza colorati che sono … i ta-tuaggi e di conseguenza spendo il miotempo ad andare su internet oppure avedere foto per mettermi qualcosa ad-dosso perché amo questi disegni.Possiamo chiederti quanti ne hai ecosa rappresentano per te se non èuna cosa troppo personale?Non sono cose personali, adesso neho sei e sono in procinto di farne altritre. Sul braccio ho un samurai fattodopo aver visto il film di Tom Cruise“L’ultimo samurai” che mi è piaciutomolto perché anche comunque di-ciamo sonno un amante dei film, poiho sulla pancia i miei due nonni chenon ci sono più e un disegno dellamia famiglia sul polpaccio, una crocesulla coscia e dietro la coscia una datache è molto importante per me.Sicuramente devi farne altri perchésappiamo che i tatuaggi devono sem-pre essere dispariNon ci credo molto a questa cosa , tidicevo che ero un po’ anticonformista. Parlavi di film, hai qualche registapreferito qualche film in particolare

che ti piace, vai al cinema o li guardia casa?Mi piace andare al cinema, ma nonvado spesso perché sono single. Mipiace vederli a casa. Ripeto L’ultimosamurai è stato uno dei film che mi hasegnato molto e quando ero in Scoziaho visto dalle dieci alle venti volte Bra-veheart. Sono due colossal, sono que-sti i film che mi piacciono.Mi hai rubato una domanda. Mi haigià detto che sei single, volevo chie-derti se c’è una donna che fa il tifoper te dagli spalti o da casa peròanche se mi hai già risposto possochiederti magari la donna giusta perte come deve essere, se hai un’idea.La donna giusta per me…, diciamoche secondo me le donne giuste, fac-cio una premessa, le donne giuste peril calciatore sono quelle donne sem-plici che ti danno serenità che tidanno una mano, ti aiutano e ti so-stengono anche nei momenti menorosei. In questo momento non ho nes-suna donna che tifa per me, ne hosolo una in tribuna ogni volta che èmia mamma e quindi di conseguenzasono contento così in questo mo-mento sono single e mi dedico aquello che è il mio lavoro che è il RealVicenza.Speriamo allora che le donne che ciseguono abbiano preso appunti.Guarda io non sono uno che va incerca molto, di conseguenza se vienefuori la donna della mia vita benvenga sennò andiamo avanti così.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

21 dicembre 2013 pag19

/ Tomei con Giulia Tessari

Page 20: VicenzaPiù n. 264

pag2021 dicembre 2013

Massimiliano Mei, il difensore vintage del Real Vicenza

Massimiliano Mei, difensorecentrale del Real Vicenza, in

passato hai giocato anche in Sar-degna a Cagliari, poi, dopo un annocon la Fermana, a Sassari con laTorres, quindi a Venezia e per cin-que anni a Reggio Emilia. A Vicenzahai ritrovato un tuo amico, MirkoStefani, che ora è fermo per squali-fica. Vuoi raccontarci di questa ami-cizia, lo stai aiutando in questo pe-riodo in questo momento un po’difficile per lui?Sì, è una amicizia che risale a qual-che anno fa, proprio ai tempi della

Penso che sia un mito negativo per-ché ci sono anche tantissimi mieicompagni di squadra che hanno leproprie passioni, se le coltivanoquando possono. È chiaro cheavendo un impegno lavorativo a360° come il calcio si ha non moltotempo libero a disposizione per po-terle curare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Reggiana. Ci siamo trovati in squa-dra insieme e soprattutto i primi dueanni, che poi sono stati i due anniin cui abbiamo giocato insieme per-ché poi lui è andato a Cremona poia Frosinone, si è instaurato un le-game soprattutto extra calcisticoche poi nel tempo si è prolungatoe consolidato. Lui ora ha avutoquello spiacevole episodio dellasqualifica e io ho cercato nel miopiccolo di potergli stare vicino.In questa rubrica ci occupiamo dipiù dell’aspetto umano dei giocatorici interessa di più conoscervi afondo rispetto al vostro lato, di-ciamo, più tecnico. Vuoi raccon-tarci qualcosa di te Massimilianofuori dal campo, le tue passioniquello che ti piace fare quando non

pratichi lo sport del calcio quindianche altri sport in generale.Va detto che da piccolo mi sonosempre detto che mi sarebbe pia-ciuto fare questo mestiere ed hoavuto fortuna anche se è chiaro chequando uno si pone un obiettivo sipone sempre il massimo, quindinon rinnego chiaramente la carrierache ho fatto e che sto continuandoa fare però è normale che mi sa-rebbe piaciuto fare una carriera aimassimi livelli. Però le cose sonoandate così, si può dire che forsedoveva andare così e mi meritavodi fare questo. Ovviamente intornoa quello che è diventato il mio la-voro ci sono anche delle rinunce,sono andato via da casa a sedicianni, sono andato a Bergamo treanni, poi ripercorrendo tutto il per-corso sono stato a Cagliari in unoratorio di frati salesiani in unacella che era veramente una cellae quindi ci sono stati un po’ di sa-crifici da fare. Sono un appassio-nato di sport, di tutti gli sport, mipiace tanto lo sci anche se per mo-tivi legati a questo lavoro ho potutopraticarlo poco quasi niente ancheperché essendo uno sport abba-stanza rischioso va a mettere un po’a repentaglio la carriera professio-nale e quindi si cerca di evitare. Houn fratello che gioca a basket. Que-

st’anno ha avuto la fortuna di an-dare in serie A1 e quindi spesso se-guo anche le vicende di basket. Du-rante il periodo estivo, quello delriposo, spesso gioco a tennis chemi piace un sacco. Per quanto poiriguarda le passioni sono un’amantedel vintage inteso a 360 gradi, siacome abbigliamento sia per quantoriguarda le macchine e tante altrecose come gadget, oggetti. Sono af-fascinato dagli anni 60 forse perchédove vivo io è stato girato tanti annifa il film ‘Sapore di mare’ al locale‘La Capannina’: sono ambienti incui sono cresciuto e quindi un po-chino ci rivedo la mia infanzia. Epoi mio padre ha una concessiona-ria di macchine e quindi anche lapassione per i motori è dovuta an-che a questo anche se non ci tro-viamo mai d’accordo come gusti.Questo per adesso sono io, perquanto riguarda l’aspetto caratte-riale penso di essere una personaforse all’inizio abbastanza timidaperò poi se riesco a rompere ilghiaccio riesco ad aprirmi ed a tirarfuori quell’umorismo detto alla Pie-raccioni di noi toscani.Sfati il mito del calciatore che al dilà del calcio ha poche passioni epochi interessi. Da quello che cidici tu sei un ragazzo con le tuepassioni

Nella rubrica ChiaramenteCalcio, in onda settima-

nalmente sul canale 193 diSportelevision VicenzaPiùTv esul nostro canale streaming Vi-cenzaPiu.Tv, uno spazio di-verso dalle solite interviste edanalisi tecniche è riservato airitratti fuori dal campo dei pro-tagonisti delle pedate domeni-cali vicentine di Lega Pro.Pubblichiamo in questo nu-mero di VicenzaPiù la trascri-zione fedele del ritratto diMassimilano Mei, che la ru-brica “Fuori gioco” ha propo-sto ai telespettatori tv e web.

di Giulia Tessari

Castiglia, il sub per amore

Siamo alla Quinta Luna conIvan Castiglia centrocampista

del Vicenza Calcio. Sei cresciutonella Reggina poi hai giocato conil Cittadella adesso a Vicenza. Tudove ti senti veramente a casa?Un po’ dappertutto perché since-ramente sono stato sette anni faqui e sono stato benissimo, l’am-biente mi ha accolto alla grandecome sette anni fa quindi esseretornato qui è come essere ritornatoa casa.Cosa ti piace in particolare di Vi-cenza?A Vicenza si sta bene, la città èmolto bella e poi il tifo, una tifose-ria così veramente ce l’hanno inpochi, la squadra, la società, l’am-biente, tutto.E che rapporto hai con il tifo?Con i tifosi ho un rapporto nor-male, tranquillo. È una tifoseriaesigente anche perché purtroppol’anno scorso sono retrocessi inLega Pro e questa è una piazza cheda più di vent’anni non aveva vistoquesta categoria quindi cerchiamodi impegnarci e di riportarla subitodove merita, dove le spetta.Nel tempo libero cosa ti piace

magari forse non conosci … masecondo me è più forte di tutti.Come mai ti piace particolar-mente?Mi piace la sua tecnica, come af-fronta l’avversario, le sue giocate,mi piace guardarlo.Prendi qualche spunto da lui chepoi porti nel calcio?Quello che mi piace di lui è lamentalità essendo uno sport indi-viduale devi essere forte mental-mente. Soprattutto nel tennisperché va avanti tante ore e luimentalmente riesce ad ammazzarel’avversario. E questo è quello checerco di prendere da lui: il fattorementale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

fare?Nel tempo libero, io sono sposato,dopo allenamento mi piace stare acasa con mia moglie magari ognitanto andare al cinema, spesso acena fuori, le cose che fanno lepersone normali.Vedo che sei venuto qui con il tuocagnolino, ti piacciono anche icani allora.Ti dico la verità prima non mi pia-ceva molto anche perché questo èun chihuahua. Non mi piacevamolto la razza però siccome miamoglie ne aveva già uno prima didoverlo lasciare a casa ne ha vo-luto prendere un altro e sincera-mente mi sono affezionato perchésono come dei figli. Con tutto l’af-fetto e l’amore che ti danno puoisolo amarli dopo.E poi per amore questo ed altrogiusto?Infatti, per amore questo ed altrosì.Qualche pazzia fatta in passatoper amore?Ho chiesto a mia moglie di spo-sarmi 10 metri sott’acqua, pensosia una bella pazzia.Tecnicamente come hai fatto?Eravamo con le bombole di ossi-geno abbiamo fatto un’immer-sione normale, sono statofortunato perché nel villaggio doveeravamo ho trovato dei ragazzi

molto disponibili, che mi avevanopreparato uno striscione che avevomesso in tasca per mostrarglielosott’acqua. È stata un’emozionebellissima.Non poteva che rispondere sì!Ho fatto anche due striscioni pic-colini con il sì e con il no. Per for-tuna ha preso il sì, sennòl’affogavo in acqua.Il sogno nel cassetto di Ivan Casti-glia qual è?Il sogno che abbiamo tutti è quellodi raggiungere la massima serie, digiocare in serie A. Spero di poterlocoronare anche perché sono gio-vane, ho 25anni, ho ancora moltianni per giocare ed arrivare a quellivello lì.Ed al di fuori del cacio cosa invecevorresti costruire nella tua vita?Al di fuori del calcio già ho ini-ziato tre anni fa con mia moglie:voglio costruirmi una famiglia contanti bimbi anche, speriamo diaverne presto qualcuno. Poi pro-getti con mia moglie ne abbiamotanti, vedremo, comunque devoaspettare di smettere perché possogiocare altri dieci anni. Poiquando smetterò cercheremo difare qualcos’altro.Trasmetterai loro la passione delcalcio immagino una volta avutidei bambini.Ti dico la verità: io preferirei la

femminuccia, poi se arriva il ma-schietto sicuramente sì sarei moltofelice, orgoglioso di trasmetterequesta passione a mio figlio.E che sport ti piacerebbe facesseallora una femminuccia al di làdel calcio? Mah, quello che vuole. Poi allafine saranno loro a decidere, puòfare danza, può fare pallavolo,quello che vuole.Non c’è uno sport in particolareoltre al calcio che ti appassiona?Sì, mi piace molto il tennis. Infattiogni tanto lo pratichiamo, d’estatemolto spesso. Infatti quandosmetto penso che mi dedicherò altennis.Preferisci Nadal o Federer?Sono due grandissimi tennisti peròil mio preferito è Djokovic, che

di Martina Lucchin

/ Massimilano Mei con Giulia Tessari

/ Ivan Castiglia intervistato da Martina Lucchil alla Quinta Luna

Page 21: VicenzaPiù n. 264

La vicenda dell'errato conteggioelettorale con conseguente ri-

conteggio, che VicenzaPiu.com hafatto conoscere per primo tramitel’intervista ad Angelo Tonello chedenunciava le incongruenze nel-l’attribuzione delle preferenze deglieletti in consiglio comunale, si statrasformando in un dibattito al li-mite del surreale, a causa forse eanche della narrazione" di NicolaNegrin su “Il Giornale di Vicenza”quando ha ripreso la vicenda. Pro-viamo a fare un po’ di chiarezza,partendo dagli ultimi avvenimenti. Pochi giorni fa è stato effettuato ilriconteggio delle schede elettoraliordinato dal Tribunale amministra-tivo regionale e, come era preven-tivabile, è stato ristabilito il risultatooriginario, quello messo nero subianco nei verbali dell’Ufficio Elet-torale Centrale che aveva comePresidente un magistrato nominatodal Tribunale di Vicenza.Pochi, infatti, ricordano come tuttoquesto caos sia partito dal ricorsoproprio della candidata della listacivica Variati Monica De Bortoli(nella foto ripresa dal suo profiloFB) sulla base dei risultati differentiraccolti dall’Ufficio dati del Co-mune. Un ricorso accolto in modofrettoloso e senza convocare i de-legati di lista dei vari partiti dal ma-

gistrato assegnato all’Ufficio Elet-torale Centrale. In seguito a quella richiesta risultòesclusa, oltre che Fioravante Rossidella lista civica Variati, anche Lo-renza Rizzini del Partito Democra-tico, candidata del quartiere deiFerrovieri: per questo motivo To-nello si è attivato, forte dei dati rac-colti dal rappresentante di lista delPd al seggio 62 dove è stata rilevatala difformità nei dati.A questo punto della nostra rico-struzione ripetiamo il punto fonda-mentale della vicenda emersodopo il riconteggio delle schede di-sposto dal Tar: il verbale dell’Uffi-cio Elettorale Centrale depositatoin Prefettura è giusto, mentre i datidiffusi dai dipendenti del Comuneno. Lo sottolineiamo per le dichiara-zioni "fuori contesto" dei mesi scorsirilasciate dalle forze d’opposizionecittadine e soprattutto per quelle dialcune personalità che, basandosievidentemente e solamente sulla ri-costruzione confusa fatta dal GdV,hanno lanciato proprio dalle paginedel principale quotidiano cittadino,sia pure in calo di ... copie vendutee lette, accuse pesanti e sgradevolial Presidente e agli scrutatori delseggio 62.Ora, però torniamo a monte dellaquestione. Come è stato possibileche Monica De Bortoli abbia fattoun ricorso basandosi solo sui datidel Comune e che questo sia statoaccolto?

E con nell’aria un verdetto giudi-ziario che in molti prevedevano sa-rebbe stato sfavorevole com’è pos-sibile che sia stata affidata proprioalla De Bortoli la delega delle po-litiche giovanili? C'entrano qualcosa i suoi trascorsisotto l’ala protettrice di AlessandraMoretti che durante il suo mandatodi assessore le aveva già affidatoun incarico al laboratorio giovanileVi.Lab?Oppure dietro alla De Bortoli c’èqualcuno che ha tentato di mano-vrare questa giovane donna, magariper gli equilibri interni di nuove as-sociazioni civiche avvolte intornoall’antico vessillo variatiano? Altro fatto rilevante è che De Bor-toli, a differenza della collega coin-volta nella vicenda Silvia DalleRive, si è avvalsa di un avvocatoper difendere il proprio posto inconsiglio provando a impedire alTar di procedere con il riconteggiodelle schede. Il perché forse si può spiegare an-dando a controllare la posizionenella lista Variati di De Bortoli e sco-prire che, secondo i dati originaridella Prefettura, scenderebbe in po-sizioni non ripescabili; mentre DalleRive sarebbe la prima dei non eletti,con buone possibilità di reintegroin consiglio. Anche per questo mo-tivo, probabilmente, Dalle Rive nonci pensa nemmeno a dimettersicome ha fatto invece De Bortoli po-chi giorni fa. E anche perchè DalleRive non si è candidata, come ha

La vera storia della "paladina" De Bortolie della nebbia mediatica sul riconteggio

di Edoardo Andrein

fatto recentemente De Bortoli, peril posto di “Garante per i diritti dellepersone private della libertà perso-nale” per il quale secondo regola-mento è incompatibile il ruolo diconsigliere comunale… a cui ora hastoicamente rinunciato.Insomma, se ci sono complimentida fare in questa vicenda non sonocerto quelli arrivati negli ultimigiorni dal vicesindaco (nemmenocandidato alle elezioni) Jacopo Bul-garini e dal consigliere d’opposi-zione (esperto di mobilità e “zone

rosse”) Claudio Cicero per il gestodella “paladina” De Bortoli di di-mettersi. Andrebbero fatti, invece, a chicome Tonello, insieme ad altri rap-presentanti cittadini del Pd, si è bat-tuto affinché emergesse la vera vo-lontà espressa dagli elettoridiventando lui sì, e con merito,“Garante per i diritti delle personeprivate della libertà personale”. Discegliere i propri eletti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

/ Monica De Bortoli

Povero Matteo. Dopo la le-gnata del rinvio a giudizio

per la colossale evasione fi-scale legata al caso Icg, l'uomosembra che sia alla ricerca diun posto di lavoro che gli doniun po' della tranquillità persanel 2013. Oltre alle voci suuna sua cooptazione presso ilCda di Fiera di Vicenza il ram-pollo della Valle Agno, che èpure presidente di Cuoa è sem-pre più in ballo.I settimanali nazionali, a par-tire da L'Espresso, sfoggiano lareclame a tutta pagina con ilvolto dell'onnipresente M. chepresta il suo volto alla PhilipWhatch. L'azienda svizzera,che però vanta un design ita-liano, deve avere ben sfogliatola stampa del Belpaese, soprat-

tutto nelle pagine della giudi-ziaria, per capire che eviden-temente il volto di un vipchiamato alla sbarra tira. Siachiaro. L'iniziativa è per bene-ficenza. Ma se tanto mi dàtanto allora perché non pen-sare a Totò Riina o a Vallanza-sca? Pure loro usano l'orologiono? Ma i tempi cambiano, lemode pure. E il «fassion», pro-prio questa è la pronuncia diMatteo in una memorabile in-tervista a pagamento che Tvapubblica sul suo sito, tira sem-pre. Intanto la fantasmagoricapièce videogiornalistica volanello share di Youtube e rag-giunge quota 24 contatti. Micapizza e fichi.Se solo la mamma contessaMarta, stilista eccentrica,avesse invitato metà degli ospitidelle sue cene eleganti a clic-care sull'intervista di junior,l'audience di Matteo sarebbeschizzata sicuramente non solooltreagno, ma ben più lontano.

E invece del ricordo dei contiMarzotto ci si deve acconten-tare di quello della contessaSerbelloni Mazzanti Vien DalMare. Magari la prossima voltaTva potrebbe tentare una dop-pia intervista sotto le stelle. Ilpiccolo conte Marzottino più ilprincipino Emanuele Filibertoche pattinano nei corridoi diConfindustria Vicenza assiemea Milly Carlucci e Giuseppe Zi-gliotto. Così, per beneficenza,potrebbero sponsorizzare ilbraccialetto elettronico per ilcontrollo dei detenuti affidatodal governo a Telecom. Se poihanno problemi basterà telefo-nare a sora Lella Cancellieri.Attenzione però a non incon-trare il Duca-conte Piercarlo In-gegner Semenzara. Che aqualcuno dei presenti potrebbeintimare l'indimenticato: «E lasmetta di toccarmi il culo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il conte alla sbarra, la padella al polso

di Marco Milioni

/ Marzotto, la decadenza

21 dicembre 2013 pag21

Page 22: VicenzaPiù n. 264

Tra Vicenza e Bassano nel M5S proseguono i dissapori in seno agliattivisti: è la gestione interna a destare i maggiori attriti. Le frizionisi registrano nel capoluogo e nel comprensorio bassanese

pag2221 dicembre 2013

Nel M5S l'aria dentro la casa ri-mane frizzante. Dopo la frizioni

fra attivisti, sia nel Vicentino che nelBassanese, tra la fine di novembre ei primi di dicembre, nel capoluogo ametà mese si è consumata l'enne-sima frattura tra il gruppo storico equello dei dissenzienti, i quali conun documento unitario hanno cen-surato l'operato di Giordano Lain,volto storico del M5S nella città delPalladio. Lain per il momento si li-mita a definire priva di fondamentol'iniziativa che lo ha escluso dallapiattaforma elettronica del M5S nelcapoluogo. Nel Bassanese invece ilmeetup (o gruppo d'incontro) delGrappa, censurato dai cugini dellacittà del ponte, e al quale fanno rife-rimento i comprensori di Romano,Cassola e Mussolente e Possagno inambito Trevigiano, preferisce metteresubito i puntini «sulle i» e in attesa diun documento ufficiale fa comunquesentire la sua voce . «Abbiamo sa-puto - sottolinea il possagnese EnnioCunial (in foto), uno degli esponentidel meetup del Grappa - che il nostrogruppo, unitamente ad alcuni suoi

membri è stato fatto oggetto di adde-biti specifici».Addebiti che sarebbero stati riassuntiappunto alla fine di novembre scorsodal consigliere comunale di SandrigoSimone Contro che è anche unodegli organizzatori del gruppo di co-ordinamento della provincia di Vi-cenza.Allora Cunial a che cosa vi riferite?«Ad essere sinceri sappiamo che cisono state mossi diversi rilievi sia inmateria di comportamento sia relati-vamente al metodo di lavoro del no-stro gruppo, sia per ilcomportamento di singoli attivisti.Ma le informazioni in nostro pos-sesso non sono così dettagliate».Ad ogni modo al di là del fuori pro-gramma di venerdì, immaginate checi siano di mezzo i dissidi, anche dinatura personale, che da mesi ve-dono protagonisti da una parte Si-mone Contro e Flavio Ferrazzi edall'altra Francesco Celotto, che conaltri è tra i volti più noti della vostrasquadra?«Certamente sì. Ma la questione èun'altra. Premesso che il M5S non èun partito e che quindi procedureformali di censura assimilabili aquelle degli altri movimenti non pos-sono nemmeno essere pensate, ri-mane una considerazione più

(m.m.) Dal movimento a Cinquestelle alla trasparenza a targhe al-terne la strada seppur comica, omeglio ridicola può essere breve.È quanto è capitato il 29 novem-bre a me quando verso le nove disera sono andato al centro civicodella zona 2 dove era in corso una«riunione dei gruppi e meetupdella provincia di Vicenza». Pre-messo che di incontri del generene ho frequentati a iosa, per ovvimotivi professionali, in tutto il Ve-neto. E mai c'erano stati problemi.Ma c'è sempre una prima volta.Infatti ieri mi è capitato di essere

Dissidi a cinque stelle

generica da fare».Quale?«Ci può stare tranquillamente cheuno abbia delle rimostranze. Bene,allora lo si contatta gli si inviano gliaddebiti circostanziati e per iscritto.E poi durante un momento assem-bleare pubblico va in scena il con-traddittorio. Cosa che a quanto cirisulta non è avvenuta con questemodalità. Ci sono però alcune valu-tazioni oggettive da fare».Sarebbe a dire?«Ammettiamo per un istante la rile-vanza delle questioni sospese conCelotto. Mi si deve spiegare che cosac'entrino gli altri attivisti».Ci sono episodi specifici da conside-rare?«Sì, il mio. Faccio una premessa.Anni e anni fa, non sono più un ra-gazzino purtroppo, ho fatto anche iopolitica. Ho frequentato un po' la Dcun po' Fi. Il mio approccio è semprestato quello di fare l'antenna. Andarein giro per il territorio, sentire lagente, annotare criticità e spunti rife-rendo poi alle istituzioni o ai referentipolitici. È un lavoro silenzioso, chenon dà grande visibilità; ma è essen-ziale perché se uno vuol risolvere deiproblemi li deve rintracciare sul ter-ritorio. Ed è lo stesso approccio cheho seguito con M5S, anche perché le

battaglie in campo aperto erano giàaltri a seguirle».Ma tornando al punto?«Tornando al punto per oltre unmese e mezzo Contro, che è ancheil referente vicentino del gruppo dicoordinamento veneto, noto comemeetup veneto, mi ha tenuto fuoridalla piattaforma elettronica dedicataalla discussione. Peraltro dopo le mieinsistenze sono stato ugualmente in-serito».E perché?«Sono state accampate motivazionidi spessore nullo. Ora questo è unpiccolo esempio di come le cose nondevono andare in un movimento chefa della trasparenza il suo cavallo dibattaglia. Se si procede così ri-schiamo di sclerotizzarci. Per di piùContro ha fatto illazioni sul mioconto e non si capisce bene perché.

E parlo con cognizione di causa giac-ché sono in possesso di tutta la se-quenza della documentazione edelle mail spedite ai meetup. Di più,diverse persone possono testimoniarele difficoltà che mi sono state createfino a poco tempo fa prima di essereiscritto. Ovviamente mai nulla è per-duto. Ogni cosa si può appianare.Ma sarebbe bello potere avere con ilconsigliere Contro un confronto pub-blico in modo da capire come stianole cose. A brevissimo gli proporrò lacosa. Siccome è un ragazzo di buonsenso mi sento di dire che accetterà».E se non dovesse accettare?«Mi vedrò costretto a domandar-glielo ancora. Se il no perdura, alloradovrò rendere pubbliche tutte le co-municazioni intercorse».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di Marco Milioni

Vicenza, nella nursery a cinque stelle da Grillo a Fantozzi

/ Ennio Cunial

invitato a lasciare la riunione. La-tori di questa richiesta si sono fattiil consigliere comunale di VicenzaLiliana Zaltron e il consigliere co-munale di Sandrigo Simone Con-tro; il quale mi ha spiegato davantia un centinaio di convenuti che anon volere la presenza di un gior-nalista era una non ben precisatamaggioranza. Per non passare daprovocatore, cosa che mi gustanon poco, ho preso e ho lasciatol'aula magna del centro civico si-stemandomi fuori in antisala.Dalla quale molto si sentiva deldibattito però. Poco appresso una

persona, suppongo un attivista miinvitava, adducendo poche maconfuse motivazioni, a lasciareanche l'antisala. Scocciato gli ri-spondevo che non avevo inten-zione e che avrei continuato alavorare scrivendo il mio pezzo dicronaca. Il gendarme facente fun-zione insistendo mi obbligava achiamare chi materialmente avevaprenotato la sala e che quindi neera il responsabile pro-temporedella gestione (Giordano Lain, unmilitante storico del M5S vicen-tino) il quale sconfessando e unpo' sbertucciando il pretorianoestemporaneo gli spiegava cheavrei potuto rimanere lì quantopotevo.Questi i fatti. Il fuoriprogrammaha diviso i presenti. In diversi nonsono stati d'accordo. Più di qual-cuno nella concitazione, a mo' dibisbiglio, ha indirizzato a Zaltrone Contro epiteti irripetibili coiquali, in modo colorito, si stigma-tizzava il comportamento nei mieiconfronti. Caterina Galiotto, assi-

stente parlamentare del senatoreEnrico Cappelletti, sbigottita haesclamato «poi fanno bene i gior-nali a massacrarci». In serata si sa-rebbero dovuti discutere i dissiditutt'ora in essere in seno ai mee-tup del Vicentino. Naturalmente ladomanda nasce spontanea. I cin-que stelle (o alcuni di loro), chehanno fatto del lavaggio dei pannisporchi in piazza una disciplinaosannata (giustamente dico io)quando si trovano a dover repli-care con gli argomenti hanno o noil fiato corto?Ieri in quella sala ho sentito par-lare di regolamenti con una pa-dronanza della logica e del dirittoprossimi allo zero. In tante occa-sioni i militanti mi hanno chiestoun parere sugli stessi attivisti. E larisposta è sempre stata la stessa.Da tecnico dell'informazione “vidico che siete troppo poco gril-lini”. Molti però faticano a capire.E tentando di emulare Grillo fini-scono per assomigliare a Fantozzi.E non a quello geniale dei primi

due film diretti da Luciano Salce.Ma a quello sbiadito e bolso deifilm di Neri Parenti. Ovviamentequalche rimprovero debbo farloanche a me stesso. Poiché avevotutte le carte in regola per stare lì(spazio pubblico, mia iscrizioneal meetup dal 2007 perché da cro-nista la realtà era interessante, nes-sun servizio di guardianìa) sareidovuto rimanere. Il cronista nonabbandona il fronte, anche se èuna nursery a cinque stelle popo-lata da parecchi mocciosi capric-ciosi e un po' stentati nell'appren-dimento. Sarebbero bastati dueminuti a stendere le argomenta-zioni dei contrari. Ma non me lasono sentita di sparare sulla crocerossa. Chi mi legge su VicenzaPiùsa che non sono uso a trattare delmio personale. Ma per dare contodi quanto accaduto, in questocaso, era necessario un interventodel genere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 23: VicenzaPiù n. 264

ti fa viaggiare gratisdal 21 al 24 dicembre 2013

Su tutti i pullman del trasporto pubblico extraurbano.Quattro giorni di relax, senza lunghe code in auto nè attese per un parcheggio.

Il modo più comodo ed economico per raggiungere il centro città,le nostre splendide montagne e i tanti mercatini natalizi allestiti nei Comuni vicentini.

Per vivere a pieno la suggestiva atmosfera del Natale, per divertirsi agli spettacoli in piazza e,perchè no, per fare shopping nella nostra provincia.

Mezzi Ftv a riposo nelle giornate di mercoledì 25 e giovedì 26 dicembree di mercoledì 1 gennaio 2014, quando tutte le corse saranno sospese

Provincia di Vicenza

Page 24: VicenzaPiù n. 264