vivere lavagno marzo 2011
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Vivere Lavagno marzo 2011TRANSCRIPT
Periodico trimestrale - Anno 2 - Numero 1 - Aprile 2011 - Direttore responsabile Alberto Menini - Editore Università Popolare di Lavagno
Reg. Trib.VR n° 1871 - Redazione e progetto grafico Federico Zenari - Stampa Arti Grafiche Studio 83 Srl, Vago di Lavagno (VR)
L’editoriale
Cari lettori,
da poco c’è
stato l’equi-
nozio di pri-
mavera, il
ventuno di marzo. Il giorno
pieno di luce e profumi ha la
stessa durata della notte miste-
riosa. Fra poco vivremo la Santa
Pasqua. Auguriamo momenti se-
reni a tutta la nostra comunità.
Sboccia la bella stagione e invita
ad uscire di casa. La nostra Uni-
versità organizza diversi eventi
per conoscere il nostro territorio:
dalla visita guidata alla basilica di
San Zeno, gioiello dell’arte roma-
nica a Verona, alla giornata dedi-
cata alla passeggiata tra le
bellezze architettoniche e paesag-
gistiche di San Pietro di Lavagno,
la storia della sua chiesa parroc-
chiale e le sue pertinenze, ricche
di tradizione, che si concluderà al
suono del suo nuovo organo con
un evento musicale. Andremo alle
storiche Fortificazioni veneziane
di Verona e infine a Zevio, per
analizzare il “territorio del fiume”.
Le uscite culturali sono da anni
denominatore comune che ci fa
crescere come centro di aggrega-
zione; è la forza del volontariato,
che molto dà al sociale in termini
di crescita e di benessere, usando
minime risorse economiche.
Gli altri temi evidenziati in questo
numero sono la presenza e lo svi-
luppo di una società multietnica
anche a Lavagno, caratterizzata da
una forte religiosità. Quindi al-
cune proposte per continuare ad
evolvere spiritualmente, cultural-
mente e moralmente per tutta la
vita senza temere l’avanzare del-
l’età, assicurandosi così il benes-
sere psicofisico, ingrediente
fondamentale di un’esistenza fe-
lice.
Maria Grazia Belli
Vivere Lavagno
«Aspetàr che vegna a casa unfradel par metarse le sò scarpepar ndar fora parchè no ghen’era de scarpe!» o «con lesgalmare con le brocche sottoperchè non le se consumasse».
Nei ricordi di molte donne e uo-
mini della nostra zona, che
hanno vissuto la loro infanzia
nella prima metà del secolo
scorso, si sentono spesso frasi
simili, sintomo di una povertà
vissuta in prima persona, una
povertà fatta di privazioni, di
stenti e di freddo. Preoccupa-
zioni comuni per la...
(continua a pag. 10 e 11)
I ricordi dei giochi de na oltaI racconti, le emozioni e le risate di tre generazioni di Lavagnesi
compagnato da due fedeli - Il
cammino per una piena integra-
zione della nostra religione è an-
cora lungo: io non ho uno
stipendio e non avrò mai una
pensione come prete». Qualcosa
si muove, comunque: il 4 aprile
2007, infatti, la Presidenza del
Consiglio ha firmato il concor-
dato per l’8 per mille anche con
l’Arcidiocesi ortodossa d’Italia.
L’altro sogno degli ortodossi di
A Vago di Lavagno nel giro di
pochi anni sono nate numerose
comunità religiose. La posizione
strategica della frazione, situata
tra la statale SR 11 Verona-Vi-
cenza e l’autostrada A4, la re-
cente esplosione urbanistica e il
conseguente aumento della po-
polazione ne sono le cause prin-
cipali. Nella vecchia chiesa
sconsacrata di Via Vago ora ha
sede una delle tre parrocchie ro-
mene ortodosse di Vecchio Stile
di tutta Italia. Una piccola par-
rocchia, circa quattrocento fe-
deli, che giungono però da tutto
il Triveneto ogni domenica mat-
tina per una cerimonia della du-
rata di quattro ore.
Chi sono i romeni ortodossi di
Lavagno?
Si tratta del movimento dei Vec-
chi Calendaristi, che nasce in
Grecia come reazione all’intro-
duzione del calendario giuliano
riformato nel 1924, che utilizza
il calendario gregoriano per le
feste a data fissa e quello giu-
liano per le feste a data mobile.
Per molti ortodossi, infatti, la
modifica del calendario turbava
tutto l’edificio della tradizione
ecclesiastica (cicli liturgici,
feste, digiuni). Dalla Grecia in
seguito il movimento si è esteso
a Cipro, in Romania, in Bulga-
ria, nonché tra alcune delle
Chiese ortodosse africane di-
pendenti dal Patriarcato di Ales-
sandria.
Numerose divisioni interne
hanno tuttavia lacerato il mondo
dei Vecchi Calendaristi, che si
sono divisi in vari sinodi rivali;
in Italia la Chiesa Ortodossa
Greca del Vecchio Calendario
ha ottenuto il riconoscimento
dello Stato con DPR 14/01/1998
e successivamente ha accolto
nell’Ente esponenziale e patri-
2 Attualità Aprile 2011 Vivere Lavagno
Lavagno è aprire una scuola di
religione, perchè «la vera reli-
gione si apprende bene solo
quando si è ancora bambini».
«Qui a Vago - continua il prete -
paghiamo un regolare contratto
di affitto per la vecchia chiesa,
che appartiene all’impresa Bee
Briccio». Ci tiene, il sacerdote, a
parlare del contratto d’affitto e a
sottolineare che la sua comunità
opera nella completa legalità.
Ma il rapporto con le istituzioni
non deve essere dei più facili,
visto che il 18 settembre 2009
un’ordinanza dell’Ufficio tec-
nico vietava loro l’utilizzo del-
l’immobile “... senza porre in
essere spazi opportuni per il par-
cheggio”. Seguì un ricorso al
TAR del Veneto da parte del-
l’Associazione, che lo vinse.
Il problema del parcheggio
mancante, purtroppo, non è
stato ancora risolto. Il rappre-
sentante della parrocchia ro-
mena auspica tolleranza e
pazienza da parte degli abitanti
di Vago (l’unica cerimonia della
domenica termina intorno a
mezzogiorno) e invita al dialogo
per risolvere i contrasti.
Forse basta poco per vivere tutti
serenamente, senza far interve-
nire le forze dell’ordine per
qualche parcheggio.
Federico Zenari
Aprile 20
Non solo
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Affitto regolare La vecchia chiesa di Vago accoglie i fedeli ortodossi
moniale (Associazione dei Cri-
stiani Ortodossi in Italia - Giu-
risdizioni Tradizionali) la Chie-
sa Romena di Vecchio Stile, con
essa in comunione.
Dal punto di vista dottrinale,
oltre al rifiuto del nuovo calen-
dario, c’è un certo timore di per-
dere la visione tradizionale
ortodossa, unica soluzione alla
crisi culturale che affligge la no-
stra società; crisi a cui non rie-
scono più a rispondere il
Cattolicesimo romano e il Pro-
testantesimo.
«La parrocchia di Vago dipende
canonicamente dalla Metropolia
Romena di Vecchio Stile con
sede in Slatioara. Ma dal punto
di vista civile-amministrativo
siamo federati nell'Associazione
dei Cristiani Ortodossi in Italia,
Ente Morale di Culto con uno
statuto approvato con D.P.R del
2004 - afferma il sacerdote, ac-
Residenti italiani: 7350
Residenti stranieri 647
Totale: 7997
Popolazione straniera più presente:
1 - Romania (245)
2 - Marocco (85)
3 - Serbia (53)
4 - India (35)
5 - Sri Lanka (32)
6 - Albania (28)
7 - Brasile (23)
8 - Ghana (17)
Abitanti di Lavagno (al 10/08/2010)
Gli ortodossi cercano l’integrazione
La comunità romena che si trova nella chiesa sconsacrata di Vago conta circa quattrocento fedeli
Ritrovo L’
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Zenari
Attualità 3Aprile 2011 Vivere Lavagno
vagno è composta soprattutto da
un centinaio di africani (lo
stesso Pastore Biuambula è ori-
ginario della Repubblica Demo-
cratica del Congo) e di italiani; i
credenti sono per la maggior
parte residenti nel comune di
Lavagno, ma alcuni vengono da
altre città come Brescia, Vi-
cenza, Mestre e Modena.
Gli evangelici si riuniscono due
volte alla settimana, il mercoledì
dalle 19.00 alle 21.30 e la do-
menica dalle 9.30 alle 12.30 e
dalle 14.30 alle 17.30. Il merco-
ledì è il giorno dedicato alla pre-
ghiera, mentre la domenica si
svolge il rito religioso che pre-
vede, come dice il pastore,
tesimo in quanto il credente di-
venta fedele evengelico dopo
aver vissuto una personale con-
versione a Cristo, non perchè di-
ventato membro di una Chiesa
di popolo. Branham (1909-
1965) è stato un ministro cri-
stiano americano, il quale
riteneva che i Cristiani doves-
sero ritornare alla originaria
apostolica fede della Bibbia,
l’infallibile Parola di Dio. Egli
non condivideva la dottrina
della Trinità; le tre persone della
Trinità, infatti, non sarebbero
altro che tre manifestazioni di
Gesù Cristo. Branham è stato
uno dei primi pastori guaritori
americani. La comunità di La-
Non solo cattolici, non solo or-
todossi e musulmani. Vago di
Lavagno la domenica si riempie
di fedeli di numerose e varie
professioni religiose.
In Via Ponte delle Asse, proprio
sotto un locale di lap dance,
hanno sede le congregazioni dei
brasiliani e degli evangelici. Il
pastore di quest’ultimi, il signor
Biuambula Jean afferma: «In
particolare seguiamo il messag-
gio di fratello William Branham,
un profeta mandato da Dio».
L’Evangelicesimo si distingue
dal Cattolicesimo perchè rico-
nosce come unica autorità
quella della Bibbia; allo stesso
tempo si discosta dal Protestan-
«una prima mezz’ora di medita-
zione silenziosa, seguita da can-
tici, dalla predica e dall’adora-
zione finale».
Se la domenica è facile incon-
trare i credenti africani che cir-
colano per Vago, durante gli
altri giorni della settimana ciò
diventa quasi impossibile, come
ci conferma la dottoressa Vic-
toria Ajibola dell’Associazione
Semi di Culture: «Gli africani
presenti sul nostro territorio
sono per lo più invisibili; non
solo non si riuniscono in luoghi
di culto particolari, ma spesso
non si conoscono nemmeno tra
di loro».
Alice Turri, Federico Zenari
www.lavagnounipop.it
La crescita demografica di San Pietro di Lavagno, in questi ultimi cinque
anni, è stata “violenta”. Sono arrivate all’incirca 700 nuove famiglie,
quasi tutte dalla zona est di Verona. Il fenomeno è stato facilitato dalla
posizione geografica, dalla vicinanza alle vie di comunicazione, dal
costo delle abitazioni. I bimbi battezzati nel 2010 sono stati 42, i matri-
moni 15, i defunti 13.
Qui tutto sta scoppiando, specialmente le scuole. Il risvolto pastorale è
solo da intuire, specialmente per fare comunità. Non riesco più a visitare,
come facevo qualche anno fa, le famiglie e conoscere la gente.
Il lavoro, che in buona parte c’è, impegna le famiglie, gravate dal mutuo,
fino a tarda sera. La domenica molti sono impegnati ad accudire la casa.
Si prendono un po’ di svago, visitano i genitori e, quindi, non parteci-
pano molto alla Santa Messa. I tempi e i luoghi più significativi di ag-
gregazione sono le scuole, lo sport, il catechismo, con i forti momenti dei
Sacramenti. Ritengo che per alcuni decenni l’impegno pastorale, spe-
cialmente per le famiglie ed i giovani, qui a San Pietro sarà molto im-
pegnativo. Molto brevemente ho accennato ad alcuni aspetti della vita
della comunità, condivisi anche dai gruppi impegnati in parrocchia.
Siamo convinti che i valori cristiani che danno senso alla vita ci sosten-
gano a lavorare per il futuro.
Martinelli don Agostino, Parroco di San Pietro di Lavagno
Lettera del parroco di San Pietro
Parrocchia di Vago
Brevi pellegrinaggi:
04/05 Madonna della Corona;
11/05 Abbazia di Santa Maria di Carceri-Este;
18/05 (tutto il giorno) Santa Caterina del Sasso Ballaro;
25/05 Abbazia San Benedetto PO.
Celebrazioni:
15/05 messa di Prima Comunione ore 10.30;
22/05 Cresime ore 17.00 amministrate da Sua Eccellenza
Mons. Giuseppe Zenti;
29/05 Festa degli Anziani con santa Messa alle ore 11.00 e
pranzo a seguire;
31/05 alle 20.30 processione e chiusura del mese di Maggio;
Comunicazioni dalle parrocchie di Lavagno
fedeli
Ritrovo L’edificio che accoglie gli evangelici in via Ponte delle Asse
A Vago la comunità degli evangelici
Sono soprattutto africani, ma al rito religioso della domenica partecipano anche alcuni italiani
4 Istituzioni
I disagi delle Poste hanno col-
pito anche gli abitanti di Lava-
gno. Nelle scorse settimane
molti cittadini si sono lamentati
dei ritardi con cui viene recapi-
tata la corrispondenza. Il sinda-
Aprile 2011 Vivere Lavagno
co Simone Albi spiega che
«l’emergenza sembra essere
passata. Abbiamo avuto dei con-
tatti con l’ufficio postale di
Vago e nelle ultime settimane le
segnalazioni dei cittadini sono
Vago L’ufficio postale al centro delle polemiche
Aprile 20
Si può co
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diminuite». In molti hanno sol-
levato il problema, che è co-
mune a molti paesi: la posta
arriva anche dopo alcune setti-
mane, con il rischio, sempre die-
tro l’angolo, di dover pagare in
alcuni casi la mora delle fatture.
I quotidiani arrivano la sera e in
alcuni casi anche il giorno dopo,
ma chi ci rimette di più sono i
commercianti: le ricevute ban-
carie infatti arrivano in ritardo e
loro non possono pagare i forni-
tori. «Da qualche settimana
siamo in allerta e stiamo osser-
vando come si evolve la situa-
zione – continua Albi -. Se il
problema dovesse persistere non
esiteremo a chiedere un incon-
tro con il direttore della sede
centrale di Verona di Poste Ita-
liane».
www.lavagnounipop.it
Cos
RealizzPoste, Albi rassicura sui disagi
«Stiamo monitorando la situazione, ma l’emergenza sembra essere passata»
Dal 15 marzo la Delegazione
territoriale della polizia locale
dell’Unionvalli, l’ente pubblico
formato dai comuni di Lavagno
e San Martino Buon Albergo
che si occupa di polizia locale,
politiche giovanili e cammercio,
ha traslocato nel “Residence
Copernico” in via Copernico a
Vago.
Tre agenti e il vice commissario
Alberto Li Vigni aprono al pub-
blico dal lunedì al venerdì dalle
9.30 alle 12.30.
Tra le mansioni principali ci
sono la sorveglianza scolastica
del mattino alle scuole elemen-
tari di Vago e alle scuole medie
di San Pietro; è prevista, inoltre,
l’installazione di altre teleca-
mere per controllare il territorio.
F.Z.
Pubblica sicurezza
Nuova sede per la
polizia locale a Vago
Lavagno Cultura 5Aprile 2011 Vivere Lavagno
Si può costruire la propria casa
risparmiando denaro, raggiun-
gendo alti standard qualitativi e
rispettando l’ambiente?
A San Pietro di Lavagno ne ab-
biamo un esempio. È la casa di
Luca, Michele e Paola Zenari,
che hanno elaborato un progetto
architettonico centrato sul com-
fort, sul benessere e sulle esi-
genze di chi ci abiterà.
«L'edificio in questione - dice
Luca Zenari, ingegnere edile - è
stato progettato con un isola-
mento termico spinto (classe A
energetica) sia per l'estate che
per l'inverno, è dotato di un im-
pianto solare termico per acqua
calda sanitaria integrato con il
riscaldamento a pavimento.
Abbiamo controllato l'irraggia-
mento solare estivo (schermi so-
lari, geometria dell’edificio),
costruito un impianto di recu-
pero delle acque meteoriche con
riutilizzo nei servizi igienici;
abbiamo scelto materiali natu-
rali per l'interno (calce, argilla,
legno) e previsto la possibilità di
utilizzo di altre fonti di energia
(predisposizione stufe a legna).
Infine l’ottimo isolamento acu-
stico e l’illuminazione naturale
degli ambienti oltre le richieste
minime di legge, il sovradimen-
sionamento rispetto agli spazi
interni minimi imposti per
legge, completano l’opera».
Purtroppo è sempre più difficile
acquistare un terreno sul quale
che attribuisce un punteggio ad
ogni voce che compone la so-
stenibilità in senso ampio defi-
nita prima».
La sostenibilità è un argomento
ampio e complesso. Ogni edifi-
cio è, in realtà, un prototipo rea-
lizzato grazie alle ricerche e alle
conoscenze del momento. Ogni
casa, inoltre, ci ospita per tutta
la vita e dobbiamo conservarla
il più possibile in ottime condi-
zioni. Per questi motivi la scelta
più importante da fare è quella
riguardante il progettista del-
l’opera, con il quale instaurare
un rapporto di collaborazione e
confronto aperto. L’obiettivo è
comune: vivere bene nel nostro
territorio.
Federico Zenari
www.lavagnounipop.it
costruirsi una casa. La tendenza
delle amministrazioni comunali
è quella di concedere grandi lot-
tizzazioni a imprese che ven-
dono il prodotto già finito, senza
dare la possibilità al futuro in-
quilino di interagire col pro-
getto. Casa Zenari ha partecipa-
to e vinto nel 2007 un bando re-
gionale finanziato dalla Legge
Regionale n.4 del 2007 “Inizia-
tive ed interventi regionali a fa-
vore dell’edilizia sostenibile”.
«Siamo riusciti ad aggiudicarci
il finanziamento a fondo per-
duto per la realizzazione degli
interventi finalizzati alla soste-
nibilità - continua Luca Zenari -
La valutazione avveniva ed av-
viene mediante un protocollo di
calcolo denominato “ITACA” ,
Una lettrice mi scrive: «…in uf-ficio il capo mi tratta a pesci infaccia ed io non posso ribel-larmi. Quando mi alzo la mat-tina per andarci, quando stoarrivando al mio posto di lavoroprovo nausea e sudo freddo.Non riesco a trovare una solu-zione... Che posso fare?»..
L’educazione ci impone di com-
portarci in modi convenzionali,
di manifestare sempre gioia, di
non mostrare paura, di non es-
sere tristi o arrabbiati e così via.
In questo modo, però, repri-
miamo le emozioni più autenti-
che e mettiamo delle maschere.
La realtà è che, nonostante la
maschera, il corpo prova delle
emozioni che, se non vengono
correttamente riconosciute ed
espresse, si trasformano in disa-
gio ed anche malessere fisico.
Le emozioni provate non spari-
scono. Essere almeno consape-
voli di questo ci permette di
spiegarci tanti comportamenti
che da esse derivano. Questa
conoscenza di se stessi è il
primo passo da fare; poi è ne-
cessario compierne altri.
Alice Turri
Scacciapensieri
Costruire case rispettando l’ambiente
Realizzata a San Pietro una struttura con tutti i crismi dell’edilizia sostenibile
Edificio La casa della famiglia Zenari si trova a San Pietro
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Dal 10 gennaio per i rientri po-
meridiani del lunedì, mercoledì
e giovedì e nell’uscita dal do-
poscuola del martedì e venerdì,
l’Amministrazione Comunale
ha affidato la sorveglianza sco-
stica ai soci volontari dell’asso-
ciazione di promozione sociale
Università Popolare di Lavagno.
Con gentilezza, rigore e atten-
zione tutelano la sicurezza degli
golano il traffico legato all’en-
trata e all’uscita da scuola nel
pomeriggio. Sofia, che svolge il
suo servizio sull’attraversa-
mento pedonale vicino alla fi-
liale di Vago di Unicredit,
afferma «Sono piacevolmente
stupita», mentre aiuta una
mamma con due bambine per
mano ad attraversare la strada,
fermando il traffico, «molte per-
sone, attraversando la strada, mi
ringraziano per il mio operato».
Davanti alla scuola elementare
svolge il servizio Sara, che, co-
audiuvandosi con due transenne
mobili con il divieto d’accesso,
posizionate sulla corsia di mar-
cia di entrambe i sensi di via
Gaspare Bertone, si prodiga af-
finchè non transitino mezzi nel-
l’orario in cui i nostri bambini
escono da scuola. Sara è ferma
e decisa con gli automobilisti
che cercano di passare lo stesso
e magari a velocità sostenute.
«Cerco di applicare con genti-
lezza, ma anche con rigore i
suggerimenti che ci ha impartito
la Polizia Locale nei primi
giorni di gennaio, quando il vice
comandante Li Vigni con i suoi
collaboratori ci ha fatto un
breve, ma utilissimo corso di ad-
destramento».
alunni, dei loro accompagnatori
e dei passanti, sulla strada re-
gionale 11, nel centro di Vago e
in via Gaspare Bertone, dove si
trova la scuola elementare della
frazione. Ogni pomeriggio, av-
volte nelle loro allegre e lumi-
nose divise gialle, con
cappellino e paletta d’ordinanza,
Sofia Nawrocka e Sara Rosada,
ambedue residenti a Vago, re-
La nostra scuola da settembre ha
scritto nel suo DNA una sigla
misteriosa: PQM. Viviamo in un
mondo di sigle che hanno creato
un nuovo linguaggio, per tutto i
TVTB, che riempiono gli SMS,
appunto, dei cellulari dei nostri
ragazzi.
Dunque? Progetto Qualità e Me-
rito, parole quasi desuete, al-
meno per quel che riguarda la
scuola, dove il merito non sem-
pre ha trovato premio, e dove la
qualità non sempre è stata la
scelta prioritaria.
Parlare di scuola non vuol dire
parlare solo di un modo per
creare posti di lavoro, a scapito,
e ce ne rendiamo conto adesso
purtroppo, della conoscenza,
non diciamo della cultura, pa-
rola troppo grossa, almeno per
la scuola media. Oggi si parla di
ragazzi, il nostro futuro, e per
farlo bisogna rimboccarsi le ma-
niche.
Il PQM è un progetto sperimen-
tale triennale che prevede per
Italiano e Matematica, Ceneren-
tola in Italia, un controllo di
competenze e conoscenze, ra-
gazzo per ragazzo, ambito per
ambito. Una I media di Lavagno
e una di Illasi sono entrate nella
sperimentazione per Italiano:
non uno scherzo, né per i ragaz-
zi, né per i docenti implicati.
Un test all’inizio della scuola ha
evidenziato, anche nel Network
Veneto 2, dove lavoriamo con
altre scuole, il problema princi-
pale: carente comprensione e
decodifica, di qualsiasi testo.
L’analisi ci fa propendere per
una superficialità dell’approccio
a un testo scritto per disinte-
resse, per inesperienza, per
mancanza di esercizio.
Da qui il lavoro per recuperare
questa capacità per approfittare
delle conoscenze apprese. A fine
anno test di controllo, così per
Con l’an
Sportello
logica de
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Lo sport
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problema
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corso più
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cialisti e
nitari p
territorio
tre anni. Una volta testato, il si-
stema entrerà a regime per tutti,
un controllo oggettivo di com-
petenze e di conoscenze acqui-
site.
Unico vero appunto, ad oggi, il
non tener conto che nelle nostre
classi è alto il numero di ragaz-
zini non di madrelingua italiana.
Un occhio di riguardo, un inte-
resse speciale per loro, e forse la
strada imboccata è quella giusta,
alla fine!
Giuliana Borghesani
Fermo immagine
Atto vandalico sul dipinto all’ingresso dell’Istituto Compren-
sivo di Lavagno. L’autore è ancora sconosciuto.
Sorveglianza scolastica al femminile
Le volontarie dell’Università Popolare garantiscono la sicurezza degli alunni fuori da scuola
Alle medie un nuovo progetto sperimentale
Matematica e italiano le materie coinvolte. L’obiettivo è premiare il merito degli alunni
A S
I volon
Spo
La con
Scuole elementari Sara, una delle volontarie dell’Università Popolare
Pedoni Percorso sicuro con Sofia
Beccherle, una delle volontarie
del neonato Gruppo di.Acquisto
Solidale di San Briccio, che fa
riferimento all’esperienza del
gruppo di Lavagno e di altri pre-
senti in provincia. «Il G.A.S.
permette di fare, come consu-
matori, una scelta più consape-
vole» afferma Federico Zavari-
se, presidente dello SBIF, l’as-
sociazione che ha portato il
gruppo anche a San Briccio e
che ha individuato i volontari
responsabili che se ne occupano.
Le persone e le famiglie riunite
nel G.A.S. si organizzano per
comprare prodotti alimentari di
stagione locali, di preferenza
biologici, direttamente da pic-
coli produttori conosciuti, non
solo per poter migliorare il rap-
porto qualità - prezzo, ma anche
per applicare agli acquisti prin-
cipi di solidarietà e di ecososte-
nibilità. «Il 25 febbraio c’è stata
la prima consegna in piazza a
San Briccio» aggiunge Madda-
lena Bonetti «Stiamo già pen-
sando a farine biologiche, pasta,
riso, carni e formaggi». Le co-
municazioni con i responsabili,
la conoscenza dei tempi e del
luogo della consegna hanno
luogo attraverso mail e telefono.
Fausta Croce
Aprile 2011 Vivere Lavagno Società 7www.lavagnounipop.itLavagno
Si può aspirare a cambiare lo
stile di vita iniziando col fare ac-
quisti in modo diverso?
«L’economia di tipo consumi-
stico ci sta impoverendo come
esseri umani, ci spinge verso
produzioni poco rispettose della
nostra salute; pensiamo alle ma-
nipolazioni dei prodotti e al de-
grado ambientale» dice Cristina
4 maggio 2011
Le Fortificazioni Veneziane a
Verona. Guida il signor Mario
Patuzzo.
Maggio 2011
In bici o in automobile da
Vago a Zevio, città della Cal-
las: la campagna, l’ Adige e i
“pomari”, il territorio del
fiume. Guida il signor Dario
Sartori.
Maggio 2011
Visita notturna presso il Forte
di San Briccio per osservare le
stelle. Guida il professor Se-
rafino Zanderigo.
Per informazioni sulle date,
sugli orari e sulle prenotazioni
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pop.it oppure telefonare al nu-
mero 345 9147814
ostenute.
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rigore i
impartito
ei primi
do il vice
on i suoi
fatto un
rso di ad-
Con l’anno nuovo è nato lo
Sportello di Consulenza psico-
logica dell’Università Popolare
di Lavagno a cura della dotto-
ressa Alice Turri, psicologa cli-
nica e psicoterapeuta cogniti vo
- comportamentale in forma-
zione.
Lo sportello é una possibilità
concreta per prevenire un disa-
gio o per scoprire come affron-
tare un problema psicologico.
Gli obiettivi della consulenza
sono due: definire, chiarire e ri-
dimensionare una difficoltà at-
tuale, che potrebbe trasformarsi
in un problema di maggiore por-
tata nel futuro; riconoscere un
problema e valutarlo negli
aspetti specifici per decidere di
suggerire, se necessario, il per-
corso più opportuno da seguire,
tenendo conto anche degli spe-
cialisti e dei servizi pubblici sa-
nitari presenti sul nostro
territorio.
Lo sportello sarà a disposizione
di tutti coloro che vorranno ri-
volgersi al servizio per miglio-
rare la qualità della propria vita
con l’aiuto di un esperto. Ci si
può rivolgere allo sportello per
disagi legati all’ansia e a fobie
specifiche, difficoltà relazionali
e comunicative, rallentamenti o
difficoltà di apprendimento di
bambini e adolescenti, disagi o
difficoltà legati all’assistenza di
persone anziane.
La prima consulenza sarà gra-
tuita, mentre per le altre verrà
praticata una tariffa agevolata,
visto che il servizio nasce in col-
laborazione con l’Università Po-
polare.
Per informazioni e per fissare un
appuntamento chiamare la dot-
toressa Turri al numero 340
4535377 oppure scrivere a
Ricevimento in Via Miglio 7 a
San Pietro.
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Sportello psicologia
La consulenza è offerta dal’Università Popolare
on Sofia
8 Università Popolare Aprile 2011 Vivere Lavagno Aprile 20www.lavagnounipop.it
Nell’ambito dei giovedì cultu-
rali promossi dall’Università
Popolare di Lavagno, giovedì
10 marzo in sala civica a Vago
la dottoressa Fiorenza Masotto,
psicologa, ha affrontato un tema
locemente, siamo sempre meno
disponibili a parlare con le per-
sone e scegliamo di comunicare
con sms o con il computer.
Siamo tutti impegnati febbril-
mente ad essere vincenti sul la-
voro, in palestra, nel mondo
degli affari. Risultato: non dedi-
chiamo più tempo a coltivare i
rapporti interpersonali, gli unici
che ci assicurano un benessere
di lunga durata. È sempre più
difficile relazionarsi positiva-
mente con il compagno o la
compagna di vita, con gli amici
e con i colleghi di lavoro, con i
figli. Spesso le coppie si divi-
dono perché nel rapporto viene
meno il dialogo, che dà modo
alla coppia di parlarsi, di espri-
mersi e di dividere equamente
l’impegno della famiglia.
La dottoressa Masotto, dirigente
scolastica dell’Istituto Com-
prensivo Don Milani di Lava-
gno, propone alcune semplici
regole che ci permettono ad
ogni età della vita di farci degli
amici facilmente e rapidamente,
aumentando la nostra popola-
rità, il prestigio personale, la ca-
pacità di renderci simpatici e la
qualità della nostra vita.
Cosa fare? È sufficiente che
ognuno di noi si impegni da-
vanti alle situazioni della vita,
che al giorno d’oggi cambiano
velocemente, a rinnovare i pro-
pri schemi mentali, cambiando
il modo di vedere la realtà,
aprendosi a nuovi orizzonti
senza preconcetti e pregiudizi.
Si dovrebbe imparare ad acco-
gliere il parere di chi disapprova
i nostri comportamenti o le no-
stre idee, evitare le discussioni,
rendendo così gradevoli i nostri
rapporti sociali e costruttive le
critiche che diamo e riceviamo.
Alice Turri
di grande attualità: “Vivere bene
ad ogni età della vita, facendosi
amici e relazionandosi in modo
gradevole con gli altri”. Quoti-
dianamente tutti noi, calati nella
routine della vita che scorre ve-
Pasqua d
mavera s
religiose
mente le
fioriti, di
nalmente
di una fes
Resurrez
l’Incarna
quella è
muove,
scienze e
Asilo
Interesse
Benessere: La dottoressa Masotto spiega come vivere pù sereni
Svelati i segreti per vivere bene ad ogni età
Nell’ambito dei giovedì culturali la psicologa Fiorenza Masotto ha trattato il tema delle relazioniTra
La pri
Folklore 9Lavagno Aprile 2011 Vivere Lavagnowww.lavagnounipop.it
che Cuore. Eppure, o forse inol-
tre, non so, durante la veglia pa-
squale possiamo assistere a riti
che ci portano indietro nel
tempo: il fuoco, l’acqua, simboli
eterni e non solo nostri. Per que-
sto mi piace ricordare alcuni
esempi che possono indurre alla
riflessione. Cominciamo con il
Ver Sacruum, termine latino che
significa Primavera Sacra, ci ri-
porta a un’abitudine complessa.
semplici
ttono ad
arci degli
damente,
popola-
ale, la ca-
patici e la
a.
ente che
pegni da-
ella vita,
ambiano
are i pro-
ambiando
a realtà,
orizzonti
egiudizi.
ad acco-
sapprova
i o le no-
cussioni,
li i nostri
ruttive le
ceviamo.
ce Turri
Nella frazione di Vago, in Via A. Dall’Oca Bianca, da pochi
mesi è attivo il nido in famiglia “Piccoli Passi”, che accoglie
bambini dai 3 mesi ai 3 anni. La titolare, la dottoressa Elisa Bor-
din, desidera informare che la capienza massima è di sei bam-
bini e che il servizio è garantito dal lunedì al venerdì (sabato e
domenica su richiesta), dalle ore 6 alle ore 20. Si effettua anche
servizio di pre-nido dalle ore 4 e servizio di post-nido se-
rale/notturno dalle ore 20. Sono compresi nel servizio: l’assi-
curazione, il corredino personale e la somministrazione dei
pasti. L’alimentazione è biologica, naturale e calibrata in base
all’età e ad eventuali intolleranze.
Per informazioni contattare il numero 331/3439582 oppure
Pasqua di Resurrezione, a pri-
mavera si celebra una delle feste
religiose cui sono particolar-
mente legata: ricordi di peschi
fioriti, di cieli chiari, di sole fi-
nalmente tiepido. Certo, si tratta
di una festa importante, senza la
Resurrezione non avrebbe senso
l’Incarnazione, il Natale, se
quella è una festa che com-
muove, questa scuote le co-
scienze e richiede Ragione, oltre
Asilo Piccoli Passi
Quando un territorio diveniva
troppo piccolo per la comunità, i
giovani, ovviamente loro, parti-
vano a cercare altre terre dove
fondare una colonia.
Di questa abitudine la Storia ri-
corda la nascita delle colonie
greche in Italia, l’arrivo degli
Etruschi sulle coste tirreniche,
Roma stessa, emanazione di
Alba Longa….
Dunque la Primavera sentita
come momento di rinnova-
mento, di rinascita, esattamente
quello cui dovrebbe ricondurre
la Pasqua. Parlando degli Etru-
schi forse non tutti sanno che
nelle loro tombe, a Tarquinia, ad
esempio, dove le pitture tombali
sono a dir poco strepitose, tra le
mani dei personaggi raffigurati
oltre al melograno, simbolo di
fecondità, troviamo l’uovo, sim-
bolo di eternità, e guarda caso a
Pasqua la tradizione, inconsape-
volmente memore del passato,
regala uova dolci di cioccolata,
o semplicemente sode, di gal-
lina, magari colorate o addirit-
tura dipinte, inno anche questo
al continuo rinnovarsi del tem-
po.
E poi la Pesach, il passaggio
degli Ebrei, la salvezza del po-
polo eletto, Dio che si china
verso l’Uomo, e lo segna con il
segno della salvezza. Quindi
Buona Pasqua, da sempre sim-
bolo di vita per il mondo.
Giuliana Borghesani
Nella sala musica dell’Associa-
zione musicale Officina Foto-
nica, in via Brolo Vecchio,
dietro alla Scuola Media, si sono
concluse sia le lezioni dei corsi
di batteria e percussioni sia di
chitarra elettrica, tenuti con pro-
fessionalità rispettivamente da
Enrico Favalezza e Federico
Gennari. La loro capacità di
saper interessare e coinvolgere
gli aspiranti musicisti, ha assi-
curato ai corsisti ore di lezione
coinvolgenti e divertenti. Le le-
zioni si sono svolte in piccoli
gruppi, così da dar modo all’in-
segnante di seguire gli alunni
personalmente. Pensati soprat-
tutto per studenti giovani, in re-
altà i due corsi hanno visto la
partecipazione di persone di
tutte le età. Un caloroso ringra-
ziamento ai due docenti.
Interesse: Populonia, Necropoli Etrusca di san Cerbone
Tradizioni e ricordi legati alla Pasqua
La primavera sentita come momento di rinnovamento al pari della Resurrezione
Dany Chiocchetta
Segretaria ed organizzatrice
dei corsi (tel. 3296040157)
Conclusi i corsi di
batteria e chitarra
bimbi e i grandi prendevano
parte insieme al grande gioco
della musica. Con l’arrivo del-
l’inverno ogni bambino aspet-
tava Santa Lucia, che portava in
dono dei giochi; pochi giorni
dopo, giungeva San Tomè, che
se li portava via (affinchè la
Santa li potesse ancora regalare
l’anno successivo!). Con l’ar-
rivo della bella stagione, si po-
teva giocare in strada. Un altro
gioco consisteva nel mettere un
uovo sodo vicino a un muro e i
bambini, con la palanca (soldo
in rame) o con la moneta da 20
centesimi, cercavano di colpirlo.
Chi lo centrava lo prendeva al
prezzo della moneta che aveva
usato. E poi c’erano gli scherzi
ai danni degli adulti! Si pren-
deva una bella borsa (o un por-
tafoglio), la si legava ad uno
spago e si lasciava in mezzo alla
strada. I bambini si nasconde-
vano dietro ad una siepe e ap-
pena qualche passante in
bicicletta si fermava incuriosito
e scendeva per prenderla i bam-
bini tiravano lo spago per poi
scappare veloci nei campi prima
di buscarle. La Pasqua e le
prime giornate di sole davano
inizio all’attesa primavera. Era
il momento delle pulizie: si im-
biancava, si ripulivano stalle e
pollai, si faceva la lissia e si pu-
livano il camino e la e la sua ca-
tena annerita dalla fuliggine,
tipico lavoretto che facevano i
bambini per la propria famiglia,
ma anche per le altre (se il la-
voro era ben fatto, si guada-
gnava qualcosa, spesso uova). I
bambini si legavano una corda
in vita e ci agganciavano la ca-
tena e poi giù a correre, e più le
strade erano ghiaiose e piene di
sassi e sabbia, più la catena ri-
sultava lucida ed il lavoro me-
glio retribuito. Difficile immagi-
nare oggi, per le strade del
paese, questo carosello rumo-
roso di bimbi che faceva risuo-
nare con le catene l’arrivo della
primavera.
Paolo Marocchio
(continua dalla prima pag.)... maggioranza delle persone,
che per questo erano più unite,
perché «l’uniòn la fa la forsa».
Negli anni ’30, in queste fami-
glie numerose, i bambini erano
obbligati ad aiutare in casa e i ri-
cordi del gioco sono spesso in-
dissolubilmente legati e quasi
indistinti dalle attività di tutti i
giorni. Per questi bambini di-
ventava gioco l’andare al seòn(la fonte con la pompa a mano)
a prendere l’acqua; ma era sem-
pre un problema quando il
pozzo restava fermo per più di
un’ora, perché bisognava poi
chiedere dell’acqua a qualcuno
per rimetterlo in funzione. Dopo
la scuola si poteva giocare,, ma
prima di cena i più piccoli anda-
vano nei campi a raccogliere i
rametti lasciati dai contadini e
tornavano con le fascine indi-
spensabili per cuocere la po-
lenta. Le bambine dovevano
aiutare le donne nelle faccende
domestiche e qualche padre
all’antica diceva che «gli uo-
mini devono studiare! Non le
donne!».
Gli inverni erano freddi e lunghi
e tante volte bisognava «cavarsedescalsi e andar su la neve dalmàl che te gavèi dalle buganse(geloni)» per riattivare, con lo
sfregamento sulla neve, la cir-
colazione del sangue. come
quello che portava i quarei a
Belfiore. «Andàvemo con lafiondra a tirarghe agli useleti»,
si giocava a pallone e al ciànco
(s-ciànco) e le bambine alla peta
o con le bambole. Si giocava
anche con el mosco, l’antico
gioco della trottola con la frusta:
si metteva la trottola in mezzo
alla strada, si avvolgeva il
mosco con lo spago della frusta
(con la scuria el se n’dasea in-torno), e poi con uno strattone
dosato lo si lasciava andare per
portarlo, con sapienti frustate,
verso il traguardo prescelto. In
inverno, dopo il rosario, nelle
case si cantava. Piccoli cori ca-
salinghi e qualche filò dove i
Aprile 20Aprile 2011 Vivere Lavagno10 Racconti e tradizioni www.lavagnounipop.it
compress
insetti fa
l’accendi
combatte
setto. Og
interrotti
bulanti c
dei perso
del pesce
goncino c
i bimbi e
poter oss
ancora vi
Girotond
giocavano
scalmanate sfide a pallone con i
mitici ed economici “Super-
tele”, che davano immediate
soddisfazioni con improbabili
traiettorie, o con il prestigioso
“Tango”, che andava bene anche
da sgonfio. Stavano poco in casa
e, finiti i compiti, erano sempre
fuori in strada. Si costruivano i
fucili per sparare elastici o
chiodi ricurvi, scoprirono la
fionda e poi arrivò la mitica
Condor, l’ambita pistola ad aria
A San Pietro negli anni ’80
c’erano piccole tribù di bambini
sempre occupate a giocare. Una
di queste era in Via Mazzini.
La strada principale era traffi-
cata e pericolosa ed i bambini
restavano nella loro isola sicura
correndo su biciclette piene di
catarinfrangenti e scotch colo-
rati. Era il periodo delle gra-
zielle, delle bici da cross e delle
prime bici a molleggi e per qual-
siasi problema tecnico c’era
sempre il vecchio Felisi che per
i bambini le riparava gratuita-
mente, nel proprio garage.
Una volta un bambino provò a
superare il rio Prognella con la
bici, ma cadde e finì tra le orti-
che. La “giungla” sull’argine del
torrente era rifugio e luogo di in-
finite avventure tra passaggi se-
greti e piccole capanne. Dicendo
«vò sulla prognella» i bambini
potevano andare liberi e senza
controlli fino all’ora di cena
quando, sporchi luridi, venivano
richiamati dalle urla delle
mamme. In strada giocavano
Lo s-ciànco, el mosco e gli altri giochi de na oltaI passatempi dei più piccoli, quando ancora la tecnologia non sostituiva l’inventiva
La Prognella, luogo di ritro
Negli anni ‘80 le giornate trascorrevano tra l’Anspi, le escurs
Tutti insieme Il carnevale negli anni ‘80 era mom
dare a rubacchiare dei frutti.
Erano sempre descàlsi, con
piedi abituati al contatto con la
terra e con gli alberi e «se impa-rava dalle bestie e ad una certaora se tornava come le galline».
dove andare a rubacchiare dei
frutti. Giocavano a pallone, alle
picce, a quercioleti con i tappi a
corona e si scambiavano le figu-
rine che c’erano nei gianduiotti.
Tra i maschietti era una continua
lotta, si lanciavano sassi, si
prendevano a bastonate, si co-
struivano archi e frecce con lemarelle de le ombrele (gli ar-
chetti degli ombrelli).
Era normale tornare a casa mal-
conci ed era meglio nasconderlo
ai genitori per non subire ulte-
riori danni. «Me mama non l’hama mai dito va a sugar» e quan-
Il rio Dugal è nascosto dalle
case quando passa da San Pie-
tro. Negli anni ‘50, dietro alla
macelleria Dal Dosso, venivano
buttati nel rio gli scarti della la-
vorazione delle carni. C’erano le
teste di bue e di capra, c’era
fango, acqua stagnante e a
squazzarci dentro c’era un grup-
pettino di bambini. Erano nel
loro rifugio, con le teste degli
animali facevano dei totem, cac-
ciavano rane, costruivano zat-
tere, e ci facevano il bagno. Il
torrente era costeggiato da pla-
tani ed i bambini creavano ponti
con i rami, «eravamo paroni delmondo», il gioco era anche pe-
ricoloso e una volta uno di loro
finì nelle melma di testa. Cono-
scevano il proprio territorio e in
ogni stagione sapevano dove an-
Aprile 2011 Vivere LavagnoLavagno Racconti e tradizioni 11www.lavagnounipop.it
do lo diceva era per per dedi-
carsi, con le altre donne, alle
chiacchiere di paese senza l’im-
piccio dei figliuoli. A scuola e in
chiesa i bambini iniziavano a
sentire l’appartenenza al paese.
Alla fine degli anni ’50 alle fun-
zioni della domenica in chiesa
c’erano tutti, anche se uomini e
donne erano seduti separati.
Dopo la messa gli uomini anda-
vano in osteria a giocare a carte
(«e sò goti…i fumava a tutospiano») ed i bambini elemosi-
navano ai papà caramelle o la
mancia da spendere nella bot-
tega sopra la salita o “Dal
Pippa” che aveva i gelati, i stra-cadenti e i buonissimi limoni
con la liquirizia. I più grandi re-
stavano nel vecchio campetto da
calcio a pesatàr el balòn e come
spettatrici c’erano bambine se-
dute nel cortile dell’asilo.
In Maggio c’era tutte le sere il
rosario ed i bambini restavano
fuori fin oltre il tramonto e «sesugava a ciupa scondi par scon-derse con la buteleta che te in-teresava» e tempo del gioco
nascevano i primi amori. Con
pochi giocattoli quei bambini un
po’ selvaggi sono cresciuti a
stretto contatto con la natura,
con i suoi ritmi e le sue regole e,
pensando ai nostri giorni, è ine-
vitabile provare un certo rim-
pianto per quel mondo così
semplice dove crescere era pro-
prio naturale.
P. M.
quello delle sedie di plastica ed
infine il temuto venditore di for-
maggi. Era un omone enorme
che arrivava con una sganghe-
rata Fiat 131 blu e qualcuno di
loro, al sentire il proverbio:
”prima o dopo te catarè quel del
formaio”, immaginavano con
terrore proprio il suo arrivo.
Prima della campanella si gio-
cava anche a scuola, sul para-
petto della scalinata, con le
macchinine, a darsela e a rialto.
Durante le lunghe ricreazioni
era consentito giocare a calcio
all’interno delle classi con i ba-
rattolini quadrati dello yogurt o
del latte, tra i banchi avevano
luogo partite violente e poi su-
dati tornavano sui libri. Prima e
dopo il catechismo era consen-
tito giocare nel parco della
scuola e con il pallone nel piaz-
zale davanti alla chiesa. Era
l’unico momento per stare con i
compagni di classe, senza la
pressione della scuola.
All’Alimentari della Carla i
bambini ogni tanto rubacchia-
compressa. Giocavano con gli
insetti facendoli esplodere con
l’accendino o rinchiudendoli a
combattere tra loro in un va-
setto. Ogni tanto i giochi erano
interrotti dall’arrivo degli am-
bulanti che erano per i bambini
dei personaggi da fiaba. Quello
del pesce arrivava col suo fur-
goncino con gli autoparlati e per
i bimbi era una magia quella di
poter osservare i pesci talvolta
ancora vivi. Poi c’era l’arrotino,
Girotondo I bimbi di San Pietro
giocavano con quello che c’era
one con i
“Super-
mmediate
probabili
estigioso
ene anche
co in casa
o sempre
ruivano i
lastici o
irono la
a mitica
la ad aria
vano le caramelle e le ciunghe
che erano nei barattoli sul banco
e le figurine erano la merce più
preziosa, era il periodo del mit
co Hellas Verona ed il sogno
proibito era la figurina dello
scudetto della squadra del cuore.
Molto spesso chi ripensa al pro-
prio passato lega i ricordi a
grandi eventi: era il periodo dei
Mondiali del 1986 con Mara-
dona, della tragedia di Cherno-
bil (’86) e delle Olimpiadi di
Seoul (’88).
Con l’adolescenza i ragazzi
esplorarono il paese e c’erano
due luoghi di ritrovo: il bar
Conca Verde e l’Anspi. Il primo
era sempre pieno di gente, gli
uomini al banco che sbraita-
vano, bevevano e fumavano ed i
ragazzi al videogame. L’Anspi
era visto come l’unica opportu-
nità di svago e c’era il calcio ba-
lilla, il ping pong, il tennistavolo
e dei videogiochi. E dopo tanto
giocare il complicato mondo dei
grandi era ormai vicino.
Paolo Marocchio
olta
o di ritrovo dei giovani in biciletta
a l’Anspi, le escursioni a San Pietro e l’attesa dei venditori ambulanti
Gli svaghi dei bimbi sul rio Dugal
Dietro alla macelleria Dal Dosso si giocava anche con gli scarti delle carni
le negli anni ‘80 era momento di aggregazione
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