vivere lavagno marzo 2011

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Periodico trimestrale - Anno 2 - Numero 1 - Aprile 2011 - Direttore responsabile Alberto Menini - Editore Università Popolare di Lavagno Reg. Trib.VR n° 1871 - Redazione e progetto grafico Federico Zenari - Stampa Arti Grafiche Studio 83 Srl, Vago di Lavagno (VR) L’editoriale Cari lettori, da poco c’è stato l’equi- nozio di pri- mavera, il ventuno di marzo. Il giorno pieno di luce e profumi ha la stessa durata della notte miste- riosa. Fra poco vivremo la Santa Pasqua. Auguriamo momenti se- reni a tutta la nostra comunità. Sboccia la bella stagione e invita ad uscire di casa. La nostra Uni- versità organizza diversi eventi per conoscere il nostro territorio: dalla visita guidata alla basilica di San Zeno, gioiello dell’arte roma- nica a Verona, alla giornata dedi- cata alla passeggiata tra le bellezze architettoniche e paesag- gistiche di San Pietro di Lavagno, la storia della sua chiesa parroc- chiale e le sue pertinenze, ricche di tradizione, che si concluderà al suono del suo nuovo organo con un evento musicale. Andremo alle storiche Fortificazioni veneziane di Verona e infine a Zevio, per analizzare il “territorio del fiume”. Le uscite culturali sono da anni denominatore comune che ci fa crescere come centro di aggrega- zione; è la forza del volontariato, che molto dà al sociale in termini di crescita e di benessere, usando minime risorse economiche. Gli altri temi evidenziati in questo numero sono la presenza e lo svi- luppo di una società multietnica anche a Lavagno, caratterizzata da una forte religiosità. Quindi al- cune proposte per continuare ad evolvere spiritualmente, cultural- mente e moralmente per tutta la vita senza temere l’avanzare del- l’età, assicurandosi così il benes- sere psicofisico, ingrediente fondamentale di un’esistenza fe- lice. Maria Grazia Belli [email protected] Vivere Lavagno «Aspetàr che vegna a casa un fradel par metarse le sò scarpe par ndar fora parchè no ghe n’era de scarpe!» o «con le sgalmare con le brocche sotto perchè non le se consumasse». Nei ricordi di molte donne e uo- mini della nostra zona, che hanno vissuto la loro infanzia nella prima metà del secolo scorso, si sentono spesso frasi simili, sintomo di una povertà vissuta in prima persona, una povertà fatta di privazioni, di stenti e di freddo. Preoccupa- zioni comuni per la... (continua a pag. 10 e 11) I ricordi dei giochi de na olta I racconti, le emozioni e le risate di tre generazioni di Lavagnesi

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Vivere Lavagno marzo 2011

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Page 1: Vivere Lavagno marzo 2011

Periodico trimestrale - Anno 2 - Numero 1 - Aprile 2011 - Direttore responsabile Alberto Menini - Editore Università Popolare di Lavagno

Reg. Trib.VR n° 1871 - Redazione e progetto grafico Federico Zenari - Stampa Arti Grafiche Studio 83 Srl, Vago di Lavagno (VR)

L’editoriale

Cari lettori,

da poco c’è

stato l’equi-

nozio di pri-

mavera, il

ventuno di marzo. Il giorno

pieno di luce e profumi ha la

stessa durata della notte miste-

riosa. Fra poco vivremo la Santa

Pasqua. Auguriamo momenti se-

reni a tutta la nostra comunità.

Sboccia la bella stagione e invita

ad uscire di casa. La nostra Uni-

versità organizza diversi eventi

per conoscere il nostro territorio:

dalla visita guidata alla basilica di

San Zeno, gioiello dell’arte roma-

nica a Verona, alla giornata dedi-

cata alla passeggiata tra le

bellezze architettoniche e paesag-

gistiche di San Pietro di Lavagno,

la storia della sua chiesa parroc-

chiale e le sue pertinenze, ricche

di tradizione, che si concluderà al

suono del suo nuovo organo con

un evento musicale. Andremo alle

storiche Fortificazioni veneziane

di Verona e infine a Zevio, per

analizzare il “territorio del fiume”.

Le uscite culturali sono da anni

denominatore comune che ci fa

crescere come centro di aggrega-

zione; è la forza del volontariato,

che molto dà al sociale in termini

di crescita e di benessere, usando

minime risorse economiche.

Gli altri temi evidenziati in questo

numero sono la presenza e lo svi-

luppo di una società multietnica

anche a Lavagno, caratterizzata da

una forte religiosità. Quindi al-

cune proposte per continuare ad

evolvere spiritualmente, cultural-

mente e moralmente per tutta la

vita senza temere l’avanzare del-

l’età, assicurandosi così il benes-

sere psicofisico, ingrediente

fondamentale di un’esistenza fe-

lice.

Maria Grazia Belli

[email protected]

Vivere Lavagno

«Aspetàr che vegna a casa unfradel par metarse le sò scarpepar ndar fora parchè no ghen’era de scarpe!» o «con lesgalmare con le brocche sottoperchè non le se consumasse».

Nei ricordi di molte donne e uo-

mini della nostra zona, che

hanno vissuto la loro infanzia

nella prima metà del secolo

scorso, si sentono spesso frasi

simili, sintomo di una povertà

vissuta in prima persona, una

povertà fatta di privazioni, di

stenti e di freddo. Preoccupa-

zioni comuni per la...

(continua a pag. 10 e 11)

I ricordi dei giochi de na oltaI racconti, le emozioni e le risate di tre generazioni di Lavagnesi

Page 2: Vivere Lavagno marzo 2011

compagnato da due fedeli - Il

cammino per una piena integra-

zione della nostra religione è an-

cora lungo: io non ho uno

stipendio e non avrò mai una

pensione come prete». Qualcosa

si muove, comunque: il 4 aprile

2007, infatti, la Presidenza del

Consiglio ha firmato il concor-

dato per l’8 per mille anche con

l’Arcidiocesi ortodossa d’Italia.

L’altro sogno degli ortodossi di

A Vago di Lavagno nel giro di

pochi anni sono nate numerose

comunità religiose. La posizione

strategica della frazione, situata

tra la statale SR 11 Verona-Vi-

cenza e l’autostrada A4, la re-

cente esplosione urbanistica e il

conseguente aumento della po-

polazione ne sono le cause prin-

cipali. Nella vecchia chiesa

sconsacrata di Via Vago ora ha

sede una delle tre parrocchie ro-

mene ortodosse di Vecchio Stile

di tutta Italia. Una piccola par-

rocchia, circa quattrocento fe-

deli, che giungono però da tutto

il Triveneto ogni domenica mat-

tina per una cerimonia della du-

rata di quattro ore.

Chi sono i romeni ortodossi di

Lavagno?

Si tratta del movimento dei Vec-

chi Calendaristi, che nasce in

Grecia come reazione all’intro-

duzione del calendario giuliano

riformato nel 1924, che utilizza

il calendario gregoriano per le

feste a data fissa e quello giu-

liano per le feste a data mobile.

Per molti ortodossi, infatti, la

modifica del calendario turbava

tutto l’edificio della tradizione

ecclesiastica (cicli liturgici,

feste, digiuni). Dalla Grecia in

seguito il movimento si è esteso

a Cipro, in Romania, in Bulga-

ria, nonché tra alcune delle

Chiese ortodosse africane di-

pendenti dal Patriarcato di Ales-

sandria.

Numerose divisioni interne

hanno tuttavia lacerato il mondo

dei Vecchi Calendaristi, che si

sono divisi in vari sinodi rivali;

in Italia la Chiesa Ortodossa

Greca del Vecchio Calendario

ha ottenuto il riconoscimento

dello Stato con DPR 14/01/1998

e successivamente ha accolto

nell’Ente esponenziale e patri-

2 Attualità Aprile 2011 Vivere Lavagno

Lavagno è aprire una scuola di

religione, perchè «la vera reli-

gione si apprende bene solo

quando si è ancora bambini».

«Qui a Vago - continua il prete -

paghiamo un regolare contratto

di affitto per la vecchia chiesa,

che appartiene all’impresa Bee

Briccio». Ci tiene, il sacerdote, a

parlare del contratto d’affitto e a

sottolineare che la sua comunità

opera nella completa legalità.

Ma il rapporto con le istituzioni

non deve essere dei più facili,

visto che il 18 settembre 2009

un’ordinanza dell’Ufficio tec-

nico vietava loro l’utilizzo del-

l’immobile “... senza porre in

essere spazi opportuni per il par-

cheggio”. Seguì un ricorso al

TAR del Veneto da parte del-

l’Associazione, che lo vinse.

Il problema del parcheggio

mancante, purtroppo, non è

stato ancora risolto. Il rappre-

sentante della parrocchia ro-

mena auspica tolleranza e

pazienza da parte degli abitanti

di Vago (l’unica cerimonia della

domenica termina intorno a

mezzogiorno) e invita al dialogo

per risolvere i contrasti.

Forse basta poco per vivere tutti

serenamente, senza far interve-

nire le forze dell’ordine per

qualche parcheggio.

Federico Zenari

Aprile 20

Non solo

todossi e

Lavagno

di fedeli

professio

In Via Po

sotto un

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brasilian

pastore d

Biuambu

particolar

gio di fra

un profet

L’Evang

dal Catto

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quella de

tempo si

www.lavagnounipop.it

Affitto regolare La vecchia chiesa di Vago accoglie i fedeli ortodossi

moniale (Associazione dei Cri-

stiani Ortodossi in Italia - Giu-

risdizioni Tradizionali) la Chie-

sa Romena di Vecchio Stile, con

essa in comunione.

Dal punto di vista dottrinale,

oltre al rifiuto del nuovo calen-

dario, c’è un certo timore di per-

dere la visione tradizionale

ortodossa, unica soluzione alla

crisi culturale che affligge la no-

stra società; crisi a cui non rie-

scono più a rispondere il

Cattolicesimo romano e il Pro-

testantesimo.

«La parrocchia di Vago dipende

canonicamente dalla Metropolia

Romena di Vecchio Stile con

sede in Slatioara. Ma dal punto

di vista civile-amministrativo

siamo federati nell'Associazione

dei Cristiani Ortodossi in Italia,

Ente Morale di Culto con uno

statuto approvato con D.P.R del

2004 - afferma il sacerdote, ac-

Residenti italiani: 7350

Residenti stranieri 647

Totale: 7997

Popolazione straniera più presente:

1 - Romania (245)

2 - Marocco (85)

3 - Serbia (53)

4 - India (35)

5 - Sri Lanka (32)

6 - Albania (28)

7 - Brasile (23)

8 - Ghana (17)

Abitanti di Lavagno (al 10/08/2010)

Gli ortodossi cercano l’integrazione

La comunità romena che si trova nella chiesa sconsacrata di Vago conta circa quattrocento fedeli

Ritrovo L’

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Page 3: Vivere Lavagno marzo 2011

Lavagno

scuola di

vera reli-

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Zenari

Attualità 3Aprile 2011 Vivere Lavagno

vagno è composta soprattutto da

un centinaio di africani (lo

stesso Pastore Biuambula è ori-

ginario della Repubblica Demo-

cratica del Congo) e di italiani; i

credenti sono per la maggior

parte residenti nel comune di

Lavagno, ma alcuni vengono da

altre città come Brescia, Vi-

cenza, Mestre e Modena.

Gli evangelici si riuniscono due

volte alla settimana, il mercoledì

dalle 19.00 alle 21.30 e la do-

menica dalle 9.30 alle 12.30 e

dalle 14.30 alle 17.30. Il merco-

ledì è il giorno dedicato alla pre-

ghiera, mentre la domenica si

svolge il rito religioso che pre-

vede, come dice il pastore,

tesimo in quanto il credente di-

venta fedele evengelico dopo

aver vissuto una personale con-

versione a Cristo, non perchè di-

ventato membro di una Chiesa

di popolo. Branham (1909-

1965) è stato un ministro cri-

stiano americano, il quale

riteneva che i Cristiani doves-

sero ritornare alla originaria

apostolica fede della Bibbia,

l’infallibile Parola di Dio. Egli

non condivideva la dottrina

della Trinità; le tre persone della

Trinità, infatti, non sarebbero

altro che tre manifestazioni di

Gesù Cristo. Branham è stato

uno dei primi pastori guaritori

americani. La comunità di La-

Non solo cattolici, non solo or-

todossi e musulmani. Vago di

Lavagno la domenica si riempie

di fedeli di numerose e varie

professioni religiose.

In Via Ponte delle Asse, proprio

sotto un locale di lap dance,

hanno sede le congregazioni dei

brasiliani e degli evangelici. Il

pastore di quest’ultimi, il signor

Biuambula Jean afferma: «In

particolare seguiamo il messag-

gio di fratello William Branham,

un profeta mandato da Dio».

L’Evangelicesimo si distingue

dal Cattolicesimo perchè rico-

nosce come unica autorità

quella della Bibbia; allo stesso

tempo si discosta dal Protestan-

«una prima mezz’ora di medita-

zione silenziosa, seguita da can-

tici, dalla predica e dall’adora-

zione finale».

Se la domenica è facile incon-

trare i credenti africani che cir-

colano per Vago, durante gli

altri giorni della settimana ciò

diventa quasi impossibile, come

ci conferma la dottoressa Vic-

toria Ajibola dell’Associazione

Semi di Culture: «Gli africani

presenti sul nostro territorio

sono per lo più invisibili; non

solo non si riuniscono in luoghi

di culto particolari, ma spesso

non si conoscono nemmeno tra

di loro».

Alice Turri, Federico Zenari

www.lavagnounipop.it

La crescita demografica di San Pietro di Lavagno, in questi ultimi cinque

anni, è stata “violenta”. Sono arrivate all’incirca 700 nuove famiglie,

quasi tutte dalla zona est di Verona. Il fenomeno è stato facilitato dalla

posizione geografica, dalla vicinanza alle vie di comunicazione, dal

costo delle abitazioni. I bimbi battezzati nel 2010 sono stati 42, i matri-

moni 15, i defunti 13.

Qui tutto sta scoppiando, specialmente le scuole. Il risvolto pastorale è

solo da intuire, specialmente per fare comunità. Non riesco più a visitare,

come facevo qualche anno fa, le famiglie e conoscere la gente.

Il lavoro, che in buona parte c’è, impegna le famiglie, gravate dal mutuo,

fino a tarda sera. La domenica molti sono impegnati ad accudire la casa.

Si prendono un po’ di svago, visitano i genitori e, quindi, non parteci-

pano molto alla Santa Messa. I tempi e i luoghi più significativi di ag-

gregazione sono le scuole, lo sport, il catechismo, con i forti momenti dei

Sacramenti. Ritengo che per alcuni decenni l’impegno pastorale, spe-

cialmente per le famiglie ed i giovani, qui a San Pietro sarà molto im-

pegnativo. Molto brevemente ho accennato ad alcuni aspetti della vita

della comunità, condivisi anche dai gruppi impegnati in parrocchia.

Siamo convinti che i valori cristiani che danno senso alla vita ci sosten-

gano a lavorare per il futuro.

Martinelli don Agostino, Parroco di San Pietro di Lavagno

Lettera del parroco di San Pietro

Parrocchia di Vago

Brevi pellegrinaggi:

04/05 Madonna della Corona;

11/05 Abbazia di Santa Maria di Carceri-Este;

18/05 (tutto il giorno) Santa Caterina del Sasso Ballaro;

25/05 Abbazia San Benedetto PO.

Celebrazioni:

15/05 messa di Prima Comunione ore 10.30;

22/05 Cresime ore 17.00 amministrate da Sua Eccellenza

Mons. Giuseppe Zenti;

29/05 Festa degli Anziani con santa Messa alle ore 11.00 e

pranzo a seguire;

31/05 alle 20.30 processione e chiusura del mese di Maggio;

Comunicazioni dalle parrocchie di Lavagno

fedeli

Ritrovo L’edificio che accoglie gli evangelici in via Ponte delle Asse

A Vago la comunità degli evangelici

Sono soprattutto africani, ma al rito religioso della domenica partecipano anche alcuni italiani

Page 4: Vivere Lavagno marzo 2011

4 Istituzioni

I disagi delle Poste hanno col-

pito anche gli abitanti di Lava-

gno. Nelle scorse settimane

molti cittadini si sono lamentati

dei ritardi con cui viene recapi-

tata la corrispondenza. Il sinda-

Aprile 2011 Vivere Lavagno

co Simone Albi spiega che

«l’emergenza sembra essere

passata. Abbiamo avuto dei con-

tatti con l’ufficio postale di

Vago e nelle ultime settimane le

segnalazioni dei cittadini sono

Vago L’ufficio postale al centro delle polemiche

Aprile 20

Si può co

risparmia

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A San Pi

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interni

legge, co

Purtropp

acquistar

diminuite». In molti hanno sol-

levato il problema, che è co-

mune a molti paesi: la posta

arriva anche dopo alcune setti-

mane, con il rischio, sempre die-

tro l’angolo, di dover pagare in

alcuni casi la mora delle fatture.

I quotidiani arrivano la sera e in

alcuni casi anche il giorno dopo,

ma chi ci rimette di più sono i

commercianti: le ricevute ban-

carie infatti arrivano in ritardo e

loro non possono pagare i forni-

tori. «Da qualche settimana

siamo in allerta e stiamo osser-

vando come si evolve la situa-

zione – continua Albi -. Se il

problema dovesse persistere non

esiteremo a chiedere un incon-

tro con il direttore della sede

centrale di Verona di Poste Ita-

liane».

www.lavagnounipop.it

Cos

RealizzPoste, Albi rassicura sui disagi

«Stiamo monitorando la situazione, ma l’emergenza sembra essere passata»

Dal 15 marzo la Delegazione

territoriale della polizia locale

dell’Unionvalli, l’ente pubblico

formato dai comuni di Lavagno

e San Martino Buon Albergo

che si occupa di polizia locale,

politiche giovanili e cammercio,

ha traslocato nel “Residence

Copernico” in via Copernico a

Vago.

Tre agenti e il vice commissario

Alberto Li Vigni aprono al pub-

blico dal lunedì al venerdì dalle

9.30 alle 12.30.

Tra le mansioni principali ci

sono la sorveglianza scolastica

del mattino alle scuole elemen-

tari di Vago e alle scuole medie

di San Pietro; è prevista, inoltre,

l’installazione di altre teleca-

mere per controllare il territorio.

F.Z.

Pubblica sicurezza

Nuova sede per la

polizia locale a Vago

Page 5: Vivere Lavagno marzo 2011

Lavagno Cultura 5Aprile 2011 Vivere Lavagno

Si può costruire la propria casa

risparmiando denaro, raggiun-

gendo alti standard qualitativi e

rispettando l’ambiente?

A San Pietro di Lavagno ne ab-

biamo un esempio. È la casa di

Luca, Michele e Paola Zenari,

che hanno elaborato un progetto

architettonico centrato sul com-

fort, sul benessere e sulle esi-

genze di chi ci abiterà.

«L'edificio in questione - dice

Luca Zenari, ingegnere edile - è

stato progettato con un isola-

mento termico spinto (classe A

energetica) sia per l'estate che

per l'inverno, è dotato di un im-

pianto solare termico per acqua

calda sanitaria integrato con il

riscaldamento a pavimento.

Abbiamo controllato l'irraggia-

mento solare estivo (schermi so-

lari, geometria dell’edificio),

costruito un impianto di recu-

pero delle acque meteoriche con

riutilizzo nei servizi igienici;

abbiamo scelto materiali natu-

rali per l'interno (calce, argilla,

legno) e previsto la possibilità di

utilizzo di altre fonti di energia

(predisposizione stufe a legna).

Infine l’ottimo isolamento acu-

stico e l’illuminazione naturale

degli ambienti oltre le richieste

minime di legge, il sovradimen-

sionamento rispetto agli spazi

interni minimi imposti per

legge, completano l’opera».

Purtroppo è sempre più difficile

acquistare un terreno sul quale

che attribuisce un punteggio ad

ogni voce che compone la so-

stenibilità in senso ampio defi-

nita prima».

La sostenibilità è un argomento

ampio e complesso. Ogni edifi-

cio è, in realtà, un prototipo rea-

lizzato grazie alle ricerche e alle

conoscenze del momento. Ogni

casa, inoltre, ci ospita per tutta

la vita e dobbiamo conservarla

il più possibile in ottime condi-

zioni. Per questi motivi la scelta

più importante da fare è quella

riguardante il progettista del-

l’opera, con il quale instaurare

un rapporto di collaborazione e

confronto aperto. L’obiettivo è

comune: vivere bene nel nostro

territorio.

Federico Zenari

www.lavagnounipop.it

costruirsi una casa. La tendenza

delle amministrazioni comunali

è quella di concedere grandi lot-

tizzazioni a imprese che ven-

dono il prodotto già finito, senza

dare la possibilità al futuro in-

quilino di interagire col pro-

getto. Casa Zenari ha partecipa-

to e vinto nel 2007 un bando re-

gionale finanziato dalla Legge

Regionale n.4 del 2007 “Inizia-

tive ed interventi regionali a fa-

vore dell’edilizia sostenibile”.

«Siamo riusciti ad aggiudicarci

il finanziamento a fondo per-

duto per la realizzazione degli

interventi finalizzati alla soste-

nibilità - continua Luca Zenari -

La valutazione avveniva ed av-

viene mediante un protocollo di

calcolo denominato “ITACA” ,

Una lettrice mi scrive: «…in uf-ficio il capo mi tratta a pesci infaccia ed io non posso ribel-larmi. Quando mi alzo la mat-tina per andarci, quando stoarrivando al mio posto di lavoroprovo nausea e sudo freddo.Non riesco a trovare una solu-zione... Che posso fare?»..

L’educazione ci impone di com-

portarci in modi convenzionali,

di manifestare sempre gioia, di

non mostrare paura, di non es-

sere tristi o arrabbiati e così via.

In questo modo, però, repri-

miamo le emozioni più autenti-

che e mettiamo delle maschere.

La realtà è che, nonostante la

maschera, il corpo prova delle

emozioni che, se non vengono

correttamente riconosciute ed

espresse, si trasformano in disa-

gio ed anche malessere fisico.

Le emozioni provate non spari-

scono. Essere almeno consape-

voli di questo ci permette di

spiegarci tanti comportamenti

che da esse derivano. Questa

conoscenza di se stessi è il

primo passo da fare; poi è ne-

cessario compierne altri.

Alice Turri

[email protected]

Scacciapensieri

Costruire case rispettando l’ambiente

Realizzata a San Pietro una struttura con tutti i crismi dell’edilizia sostenibile

Edificio La casa della famiglia Zenari si trova a San Pietro

egazione

ia locale

pubblico

Lavagno

Albergo

ia locale,

mmercio,

esidence

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erdì dalle

cipali ci

colastica

elemen-

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e teleca-

territorio.

F.Z.

a

r la

Vago

Page 6: Vivere Lavagno marzo 2011

Aprile 206 Società Aprile 2011 Vivere Lavagnowww.lavagnounipop.it

Si può a

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quisti in m

«L’econo

stico ci s

esseri um

produzio

nostra sal

nipolazio

grado am

Dal 10 gennaio per i rientri po-

meridiani del lunedì, mercoledì

e giovedì e nell’uscita dal do-

poscuola del martedì e venerdì,

l’Amministrazione Comunale

ha affidato la sorveglianza sco-

stica ai soci volontari dell’asso-

ciazione di promozione sociale

Università Popolare di Lavagno.

Con gentilezza, rigore e atten-

zione tutelano la sicurezza degli

golano il traffico legato all’en-

trata e all’uscita da scuola nel

pomeriggio. Sofia, che svolge il

suo servizio sull’attraversa-

mento pedonale vicino alla fi-

liale di Vago di Unicredit,

afferma «Sono piacevolmente

stupita», mentre aiuta una

mamma con due bambine per

mano ad attraversare la strada,

fermando il traffico, «molte per-

sone, attraversando la strada, mi

ringraziano per il mio operato».

Davanti alla scuola elementare

svolge il servizio Sara, che, co-

audiuvandosi con due transenne

mobili con il divieto d’accesso,

posizionate sulla corsia di mar-

cia di entrambe i sensi di via

Gaspare Bertone, si prodiga af-

finchè non transitino mezzi nel-

l’orario in cui i nostri bambini

escono da scuola. Sara è ferma

e decisa con gli automobilisti

che cercano di passare lo stesso

e magari a velocità sostenute.

«Cerco di applicare con genti-

lezza, ma anche con rigore i

suggerimenti che ci ha impartito

la Polizia Locale nei primi

giorni di gennaio, quando il vice

comandante Li Vigni con i suoi

collaboratori ci ha fatto un

breve, ma utilissimo corso di ad-

destramento».

alunni, dei loro accompagnatori

e dei passanti, sulla strada re-

gionale 11, nel centro di Vago e

in via Gaspare Bertone, dove si

trova la scuola elementare della

frazione. Ogni pomeriggio, av-

volte nelle loro allegre e lumi-

nose divise gialle, con

cappellino e paletta d’ordinanza,

Sofia Nawrocka e Sara Rosada,

ambedue residenti a Vago, re-

La nostra scuola da settembre ha

scritto nel suo DNA una sigla

misteriosa: PQM. Viviamo in un

mondo di sigle che hanno creato

un nuovo linguaggio, per tutto i

TVTB, che riempiono gli SMS,

appunto, dei cellulari dei nostri

ragazzi.

Dunque? Progetto Qualità e Me-

rito, parole quasi desuete, al-

meno per quel che riguarda la

scuola, dove il merito non sem-

pre ha trovato premio, e dove la

qualità non sempre è stata la

scelta prioritaria.

Parlare di scuola non vuol dire

parlare solo di un modo per

creare posti di lavoro, a scapito,

e ce ne rendiamo conto adesso

purtroppo, della conoscenza,

non diciamo della cultura, pa-

rola troppo grossa, almeno per

la scuola media. Oggi si parla di

ragazzi, il nostro futuro, e per

farlo bisogna rimboccarsi le ma-

niche.

Il PQM è un progetto sperimen-

tale triennale che prevede per

Italiano e Matematica, Ceneren-

tola in Italia, un controllo di

competenze e conoscenze, ra-

gazzo per ragazzo, ambito per

ambito. Una I media di Lavagno

e una di Illasi sono entrate nella

sperimentazione per Italiano:

non uno scherzo, né per i ragaz-

zi, né per i docenti implicati.

Un test all’inizio della scuola ha

evidenziato, anche nel Network

Veneto 2, dove lavoriamo con

altre scuole, il problema princi-

pale: carente comprensione e

decodifica, di qualsiasi testo.

L’analisi ci fa propendere per

una superficialità dell’approccio

a un testo scritto per disinte-

resse, per inesperienza, per

mancanza di esercizio.

Da qui il lavoro per recuperare

questa capacità per approfittare

delle conoscenze apprese. A fine

anno test di controllo, così per

Con l’an

Sportello

logica de

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territorio

tre anni. Una volta testato, il si-

stema entrerà a regime per tutti,

un controllo oggettivo di com-

petenze e di conoscenze acqui-

site.

Unico vero appunto, ad oggi, il

non tener conto che nelle nostre

classi è alto il numero di ragaz-

zini non di madrelingua italiana.

Un occhio di riguardo, un inte-

resse speciale per loro, e forse la

strada imboccata è quella giusta,

alla fine!

Giuliana Borghesani

Fermo immagine

Atto vandalico sul dipinto all’ingresso dell’Istituto Compren-

sivo di Lavagno. L’autore è ancora sconosciuto.

Sorveglianza scolastica al femminile

Le volontarie dell’Università Popolare garantiscono la sicurezza degli alunni fuori da scuola

Alle medie un nuovo progetto sperimentale

Matematica e italiano le materie coinvolte. L’obiettivo è premiare il merito degli alunni

A S

I volon

Spo

La con

Scuole elementari Sara, una delle volontarie dell’Università Popolare

Pedoni Percorso sicuro con Sofia

Page 7: Vivere Lavagno marzo 2011

Beccherle, una delle volontarie

del neonato Gruppo di.Acquisto

Solidale di San Briccio, che fa

riferimento all’esperienza del

gruppo di Lavagno e di altri pre-

senti in provincia. «Il G.A.S.

permette di fare, come consu-

matori, una scelta più consape-

vole» afferma Federico Zavari-

se, presidente dello SBIF, l’as-

sociazione che ha portato il

gruppo anche a San Briccio e

che ha individuato i volontari

responsabili che se ne occupano.

Le persone e le famiglie riunite

nel G.A.S. si organizzano per

comprare prodotti alimentari di

stagione locali, di preferenza

biologici, direttamente da pic-

coli produttori conosciuti, non

solo per poter migliorare il rap-

porto qualità - prezzo, ma anche

per applicare agli acquisti prin-

cipi di solidarietà e di ecososte-

nibilità. «Il 25 febbraio c’è stata

la prima consegna in piazza a

San Briccio» aggiunge Madda-

lena Bonetti «Stiamo già pen-

sando a farine biologiche, pasta,

riso, carni e formaggi». Le co-

municazioni con i responsabili,

la conoscenza dei tempi e del

luogo della consegna hanno

luogo attraverso mail e telefono.

Fausta Croce

Aprile 2011 Vivere Lavagno Società 7www.lavagnounipop.itLavagno

Si può aspirare a cambiare lo

stile di vita iniziando col fare ac-

quisti in modo diverso?

«L’economia di tipo consumi-

stico ci sta impoverendo come

esseri umani, ci spinge verso

produzioni poco rispettose della

nostra salute; pensiamo alle ma-

nipolazioni dei prodotti e al de-

grado ambientale» dice Cristina

4 maggio 2011

Le Fortificazioni Veneziane a

Verona. Guida il signor Mario

Patuzzo.

Maggio 2011

In bici o in automobile da

Vago a Zevio, città della Cal-

las: la campagna, l’ Adige e i

“pomari”, il territorio del

fiume. Guida il signor Dario

Sartori.

Maggio 2011

Visita notturna presso il Forte

di San Briccio per osservare le

stelle. Guida il professor Se-

rafino Zanderigo.

Per informazioni sulle date,

sugli orari e sulle prenotazioni

cercare su www.lavagnouni-

pop.it oppure telefonare al nu-

mero 345 9147814

ostenute.

on genti-

rigore i

impartito

ei primi

do il vice

on i suoi

fatto un

rso di ad-

Con l’anno nuovo è nato lo

Sportello di Consulenza psico-

logica dell’Università Popolare

di Lavagno a cura della dotto-

ressa Alice Turri, psicologa cli-

nica e psicoterapeuta cogniti vo

- comportamentale in forma-

zione.

Lo sportello é una possibilità

concreta per prevenire un disa-

gio o per scoprire come affron-

tare un problema psicologico.

Gli obiettivi della consulenza

sono due: definire, chiarire e ri-

dimensionare una difficoltà at-

tuale, che potrebbe trasformarsi

in un problema di maggiore por-

tata nel futuro; riconoscere un

problema e valutarlo negli

aspetti specifici per decidere di

suggerire, se necessario, il per-

corso più opportuno da seguire,

tenendo conto anche degli spe-

cialisti e dei servizi pubblici sa-

nitari presenti sul nostro

territorio.

Lo sportello sarà a disposizione

di tutti coloro che vorranno ri-

volgersi al servizio per miglio-

rare la qualità della propria vita

con l’aiuto di un esperto. Ci si

può rivolgere allo sportello per

disagi legati all’ansia e a fobie

specifiche, difficoltà relazionali

e comunicative, rallentamenti o

difficoltà di apprendimento di

bambini e adolescenti, disagi o

difficoltà legati all’assistenza di

persone anziane.

La prima consulenza sarà gra-

tuita, mentre per le altre verrà

praticata una tariffa agevolata,

visto che il servizio nasce in col-

laborazione con l’Università Po-

polare.

Per informazioni e per fissare un

appuntamento chiamare la dot-

toressa Turri al numero 340

4535377 oppure scrivere a

[email protected].

Ricevimento in Via Miglio 7 a

San Pietro.

Escursioni e gite

di ragaz-

a italiana.

, un inte-

e forse la

la giusta,

ghesani

L’angolo di Boldrin

Rondò

Incisione acquatinta, in collaborazione

con lo stampatore Albicocco di Udine.

Misure: 100 cm x 140 cm

Tiratura: 1/50

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I volontari del G.A.S. comprano prodotti alimentari ecosostenibili

Sportello psicologia

La consulenza è offerta dal’Università Popolare

on Sofia

Page 8: Vivere Lavagno marzo 2011

8 Università Popolare Aprile 2011 Vivere Lavagno Aprile 20www.lavagnounipop.it

Nell’ambito dei giovedì cultu-

rali promossi dall’Università

Popolare di Lavagno, giovedì

10 marzo in sala civica a Vago

la dottoressa Fiorenza Masotto,

psicologa, ha affrontato un tema

locemente, siamo sempre meno

disponibili a parlare con le per-

sone e scegliamo di comunicare

con sms o con il computer.

Siamo tutti impegnati febbril-

mente ad essere vincenti sul la-

voro, in palestra, nel mondo

degli affari. Risultato: non dedi-

chiamo più tempo a coltivare i

rapporti interpersonali, gli unici

che ci assicurano un benessere

di lunga durata. È sempre più

difficile relazionarsi positiva-

mente con il compagno o la

compagna di vita, con gli amici

e con i colleghi di lavoro, con i

figli. Spesso le coppie si divi-

dono perché nel rapporto viene

meno il dialogo, che dà modo

alla coppia di parlarsi, di espri-

mersi e di dividere equamente

l’impegno della famiglia.

La dottoressa Masotto, dirigente

scolastica dell’Istituto Com-

prensivo Don Milani di Lava-

gno, propone alcune semplici

regole che ci permettono ad

ogni età della vita di farci degli

amici facilmente e rapidamente,

aumentando la nostra popola-

rità, il prestigio personale, la ca-

pacità di renderci simpatici e la

qualità della nostra vita.

Cosa fare? È sufficiente che

ognuno di noi si impegni da-

vanti alle situazioni della vita,

che al giorno d’oggi cambiano

velocemente, a rinnovare i pro-

pri schemi mentali, cambiando

il modo di vedere la realtà,

aprendosi a nuovi orizzonti

senza preconcetti e pregiudizi.

Si dovrebbe imparare ad acco-

gliere il parere di chi disapprova

i nostri comportamenti o le no-

stre idee, evitare le discussioni,

rendendo così gradevoli i nostri

rapporti sociali e costruttive le

critiche che diamo e riceviamo.

Alice Turri

di grande attualità: “Vivere bene

ad ogni età della vita, facendosi

amici e relazionandosi in modo

gradevole con gli altri”. Quoti-

dianamente tutti noi, calati nella

routine della vita che scorre ve-

Pasqua d

mavera s

religiose

mente le

fioriti, di

nalmente

di una fes

Resurrez

l’Incarna

quella è

muove,

scienze e

Asilo

Interesse

Benessere: La dottoressa Masotto spiega come vivere pù sereni

Svelati i segreti per vivere bene ad ogni età

Nell’ambito dei giovedì culturali la psicologa Fiorenza Masotto ha trattato il tema delle relazioniTra

La pri

Page 9: Vivere Lavagno marzo 2011

Folklore 9Lavagno Aprile 2011 Vivere Lavagnowww.lavagnounipop.it

che Cuore. Eppure, o forse inol-

tre, non so, durante la veglia pa-

squale possiamo assistere a riti

che ci portano indietro nel

tempo: il fuoco, l’acqua, simboli

eterni e non solo nostri. Per que-

sto mi piace ricordare alcuni

esempi che possono indurre alla

riflessione. Cominciamo con il

Ver Sacruum, termine latino che

significa Primavera Sacra, ci ri-

porta a un’abitudine complessa.

semplici

ttono ad

arci degli

damente,

popola-

ale, la ca-

patici e la

a.

ente che

pegni da-

ella vita,

ambiano

are i pro-

ambiando

a realtà,

orizzonti

egiudizi.

ad acco-

sapprova

i o le no-

cussioni,

li i nostri

ruttive le

ceviamo.

ce Turri

Nella frazione di Vago, in Via A. Dall’Oca Bianca, da pochi

mesi è attivo il nido in famiglia “Piccoli Passi”, che accoglie

bambini dai 3 mesi ai 3 anni. La titolare, la dottoressa Elisa Bor-

din, desidera informare che la capienza massima è di sei bam-

bini e che il servizio è garantito dal lunedì al venerdì (sabato e

domenica su richiesta), dalle ore 6 alle ore 20. Si effettua anche

servizio di pre-nido dalle ore 4 e servizio di post-nido se-

rale/notturno dalle ore 20. Sono compresi nel servizio: l’assi-

curazione, il corredino personale e la somministrazione dei

pasti. L’alimentazione è biologica, naturale e calibrata in base

all’età e ad eventuali intolleranze.

Per informazioni contattare il numero 331/3439582 oppure

[email protected].

Pasqua di Resurrezione, a pri-

mavera si celebra una delle feste

religiose cui sono particolar-

mente legata: ricordi di peschi

fioriti, di cieli chiari, di sole fi-

nalmente tiepido. Certo, si tratta

di una festa importante, senza la

Resurrezione non avrebbe senso

l’Incarnazione, il Natale, se

quella è una festa che com-

muove, questa scuote le co-

scienze e richiede Ragione, oltre

Asilo Piccoli Passi

Quando un territorio diveniva

troppo piccolo per la comunità, i

giovani, ovviamente loro, parti-

vano a cercare altre terre dove

fondare una colonia.

Di questa abitudine la Storia ri-

corda la nascita delle colonie

greche in Italia, l’arrivo degli

Etruschi sulle coste tirreniche,

Roma stessa, emanazione di

Alba Longa….

Dunque la Primavera sentita

come momento di rinnova-

mento, di rinascita, esattamente

quello cui dovrebbe ricondurre

la Pasqua. Parlando degli Etru-

schi forse non tutti sanno che

nelle loro tombe, a Tarquinia, ad

esempio, dove le pitture tombali

sono a dir poco strepitose, tra le

mani dei personaggi raffigurati

oltre al melograno, simbolo di

fecondità, troviamo l’uovo, sim-

bolo di eternità, e guarda caso a

Pasqua la tradizione, inconsape-

volmente memore del passato,

regala uova dolci di cioccolata,

o semplicemente sode, di gal-

lina, magari colorate o addirit-

tura dipinte, inno anche questo

al continuo rinnovarsi del tem-

po.

E poi la Pesach, il passaggio

degli Ebrei, la salvezza del po-

polo eletto, Dio che si china

verso l’Uomo, e lo segna con il

segno della salvezza. Quindi

Buona Pasqua, da sempre sim-

bolo di vita per il mondo.

Giuliana Borghesani

Nella sala musica dell’Associa-

zione musicale Officina Foto-

nica, in via Brolo Vecchio,

dietro alla Scuola Media, si sono

concluse sia le lezioni dei corsi

di batteria e percussioni sia di

chitarra elettrica, tenuti con pro-

fessionalità rispettivamente da

Enrico Favalezza e Federico

Gennari. La loro capacità di

saper interessare e coinvolgere

gli aspiranti musicisti, ha assi-

curato ai corsisti ore di lezione

coinvolgenti e divertenti. Le le-

zioni si sono svolte in piccoli

gruppi, così da dar modo all’in-

segnante di seguire gli alunni

personalmente. Pensati soprat-

tutto per studenti giovani, in re-

altà i due corsi hanno visto la

partecipazione di persone di

tutte le età. Un caloroso ringra-

ziamento ai due docenti.

Interesse: Populonia, Necropoli Etrusca di san Cerbone

Tradizioni e ricordi legati alla Pasqua

La primavera sentita come momento di rinnovamento al pari della Resurrezione

Dany Chiocchetta

Segretaria ed organizzatrice

dei corsi (tel. 3296040157)

Conclusi i corsi di

batteria e chitarra

Page 10: Vivere Lavagno marzo 2011

bimbi e i grandi prendevano

parte insieme al grande gioco

della musica. Con l’arrivo del-

l’inverno ogni bambino aspet-

tava Santa Lucia, che portava in

dono dei giochi; pochi giorni

dopo, giungeva San Tomè, che

se li portava via (affinchè la

Santa li potesse ancora regalare

l’anno successivo!). Con l’ar-

rivo della bella stagione, si po-

teva giocare in strada. Un altro

gioco consisteva nel mettere un

uovo sodo vicino a un muro e i

bambini, con la palanca (soldo

in rame) o con la moneta da 20

centesimi, cercavano di colpirlo.

Chi lo centrava lo prendeva al

prezzo della moneta che aveva

usato. E poi c’erano gli scherzi

ai danni degli adulti! Si pren-

deva una bella borsa (o un por-

tafoglio), la si legava ad uno

spago e si lasciava in mezzo alla

strada. I bambini si nasconde-

vano dietro ad una siepe e ap-

pena qualche passante in

bicicletta si fermava incuriosito

e scendeva per prenderla i bam-

bini tiravano lo spago per poi

scappare veloci nei campi prima

di buscarle. La Pasqua e le

prime giornate di sole davano

inizio all’attesa primavera. Era

il momento delle pulizie: si im-

biancava, si ripulivano stalle e

pollai, si faceva la lissia e si pu-

livano il camino e la e la sua ca-

tena annerita dalla fuliggine,

tipico lavoretto che facevano i

bambini per la propria famiglia,

ma anche per le altre (se il la-

voro era ben fatto, si guada-

gnava qualcosa, spesso uova). I

bambini si legavano una corda

in vita e ci agganciavano la ca-

tena e poi giù a correre, e più le

strade erano ghiaiose e piene di

sassi e sabbia, più la catena ri-

sultava lucida ed il lavoro me-

glio retribuito. Difficile immagi-

nare oggi, per le strade del

paese, questo carosello rumo-

roso di bimbi che faceva risuo-

nare con le catene l’arrivo della

primavera.

Paolo Marocchio

(continua dalla prima pag.)... maggioranza delle persone,

che per questo erano più unite,

perché «l’uniòn la fa la forsa».

Negli anni ’30, in queste fami-

glie numerose, i bambini erano

obbligati ad aiutare in casa e i ri-

cordi del gioco sono spesso in-

dissolubilmente legati e quasi

indistinti dalle attività di tutti i

giorni. Per questi bambini di-

ventava gioco l’andare al seòn(la fonte con la pompa a mano)

a prendere l’acqua; ma era sem-

pre un problema quando il

pozzo restava fermo per più di

un’ora, perché bisognava poi

chiedere dell’acqua a qualcuno

per rimetterlo in funzione. Dopo

la scuola si poteva giocare,, ma

prima di cena i più piccoli anda-

vano nei campi a raccogliere i

rametti lasciati dai contadini e

tornavano con le fascine indi-

spensabili per cuocere la po-

lenta. Le bambine dovevano

aiutare le donne nelle faccende

domestiche e qualche padre

all’antica diceva che «gli uo-

mini devono studiare! Non le

donne!».

Gli inverni erano freddi e lunghi

e tante volte bisognava «cavarsedescalsi e andar su la neve dalmàl che te gavèi dalle buganse(geloni)» per riattivare, con lo

sfregamento sulla neve, la cir-

colazione del sangue. come

quello che portava i quarei a

Belfiore. «Andàvemo con lafiondra a tirarghe agli useleti»,

si giocava a pallone e al ciànco

(s-ciànco) e le bambine alla peta

o con le bambole. Si giocava

anche con el mosco, l’antico

gioco della trottola con la frusta:

si metteva la trottola in mezzo

alla strada, si avvolgeva il

mosco con lo spago della frusta

(con la scuria el se n’dasea in-torno), e poi con uno strattone

dosato lo si lasciava andare per

portarlo, con sapienti frustate,

verso il traguardo prescelto. In

inverno, dopo il rosario, nelle

case si cantava. Piccoli cori ca-

salinghi e qualche filò dove i

Aprile 20Aprile 2011 Vivere Lavagno10 Racconti e tradizioni www.lavagnounipop.it

compress

insetti fa

l’accendi

combatte

setto. Og

interrotti

bulanti c

dei perso

del pesce

goncino c

i bimbi e

poter oss

ancora vi

Girotond

giocavano

scalmanate sfide a pallone con i

mitici ed economici “Super-

tele”, che davano immediate

soddisfazioni con improbabili

traiettorie, o con il prestigioso

“Tango”, che andava bene anche

da sgonfio. Stavano poco in casa

e, finiti i compiti, erano sempre

fuori in strada. Si costruivano i

fucili per sparare elastici o

chiodi ricurvi, scoprirono la

fionda e poi arrivò la mitica

Condor, l’ambita pistola ad aria

A San Pietro negli anni ’80

c’erano piccole tribù di bambini

sempre occupate a giocare. Una

di queste era in Via Mazzini.

La strada principale era traffi-

cata e pericolosa ed i bambini

restavano nella loro isola sicura

correndo su biciclette piene di

catarinfrangenti e scotch colo-

rati. Era il periodo delle gra-

zielle, delle bici da cross e delle

prime bici a molleggi e per qual-

siasi problema tecnico c’era

sempre il vecchio Felisi che per

i bambini le riparava gratuita-

mente, nel proprio garage.

Una volta un bambino provò a

superare il rio Prognella con la

bici, ma cadde e finì tra le orti-

che. La “giungla” sull’argine del

torrente era rifugio e luogo di in-

finite avventure tra passaggi se-

greti e piccole capanne. Dicendo

«vò sulla prognella» i bambini

potevano andare liberi e senza

controlli fino all’ora di cena

quando, sporchi luridi, venivano

richiamati dalle urla delle

mamme. In strada giocavano

Lo s-ciànco, el mosco e gli altri giochi de na oltaI passatempi dei più piccoli, quando ancora la tecnologia non sostituiva l’inventiva

La Prognella, luogo di ritro

Negli anni ‘80 le giornate trascorrevano tra l’Anspi, le escurs

Tutti insieme Il carnevale negli anni ‘80 era mom

Page 11: Vivere Lavagno marzo 2011

dare a rubacchiare dei frutti.

Erano sempre descàlsi, con

piedi abituati al contatto con la

terra e con gli alberi e «se impa-rava dalle bestie e ad una certaora se tornava come le galline».

dove andare a rubacchiare dei

frutti. Giocavano a pallone, alle

picce, a quercioleti con i tappi a

corona e si scambiavano le figu-

rine che c’erano nei gianduiotti.

Tra i maschietti era una continua

lotta, si lanciavano sassi, si

prendevano a bastonate, si co-

struivano archi e frecce con lemarelle de le ombrele (gli ar-

chetti degli ombrelli).

Era normale tornare a casa mal-

conci ed era meglio nasconderlo

ai genitori per non subire ulte-

riori danni. «Me mama non l’hama mai dito va a sugar» e quan-

Il rio Dugal è nascosto dalle

case quando passa da San Pie-

tro. Negli anni ‘50, dietro alla

macelleria Dal Dosso, venivano

buttati nel rio gli scarti della la-

vorazione delle carni. C’erano le

teste di bue e di capra, c’era

fango, acqua stagnante e a

squazzarci dentro c’era un grup-

pettino di bambini. Erano nel

loro rifugio, con le teste degli

animali facevano dei totem, cac-

ciavano rane, costruivano zat-

tere, e ci facevano il bagno. Il

torrente era costeggiato da pla-

tani ed i bambini creavano ponti

con i rami, «eravamo paroni delmondo», il gioco era anche pe-

ricoloso e una volta uno di loro

finì nelle melma di testa. Cono-

scevano il proprio territorio e in

ogni stagione sapevano dove an-

Aprile 2011 Vivere LavagnoLavagno Racconti e tradizioni 11www.lavagnounipop.it

do lo diceva era per per dedi-

carsi, con le altre donne, alle

chiacchiere di paese senza l’im-

piccio dei figliuoli. A scuola e in

chiesa i bambini iniziavano a

sentire l’appartenenza al paese.

Alla fine degli anni ’50 alle fun-

zioni della domenica in chiesa

c’erano tutti, anche se uomini e

donne erano seduti separati.

Dopo la messa gli uomini anda-

vano in osteria a giocare a carte

(«e sò goti…i fumava a tutospiano») ed i bambini elemosi-

navano ai papà caramelle o la

mancia da spendere nella bot-

tega sopra la salita o “Dal

Pippa” che aveva i gelati, i stra-cadenti e i buonissimi limoni

con la liquirizia. I più grandi re-

stavano nel vecchio campetto da

calcio a pesatàr el balòn e come

spettatrici c’erano bambine se-

dute nel cortile dell’asilo.

In Maggio c’era tutte le sere il

rosario ed i bambini restavano

fuori fin oltre il tramonto e «sesugava a ciupa scondi par scon-derse con la buteleta che te in-teresava» e tempo del gioco

nascevano i primi amori. Con

pochi giocattoli quei bambini un

po’ selvaggi sono cresciuti a

stretto contatto con la natura,

con i suoi ritmi e le sue regole e,

pensando ai nostri giorni, è ine-

vitabile provare un certo rim-

pianto per quel mondo così

semplice dove crescere era pro-

prio naturale.

P. M.

quello delle sedie di plastica ed

infine il temuto venditore di for-

maggi. Era un omone enorme

che arrivava con una sganghe-

rata Fiat 131 blu e qualcuno di

loro, al sentire il proverbio:

”prima o dopo te catarè quel del

formaio”, immaginavano con

terrore proprio il suo arrivo.

Prima della campanella si gio-

cava anche a scuola, sul para-

petto della scalinata, con le

macchinine, a darsela e a rialto.

Durante le lunghe ricreazioni

era consentito giocare a calcio

all’interno delle classi con i ba-

rattolini quadrati dello yogurt o

del latte, tra i banchi avevano

luogo partite violente e poi su-

dati tornavano sui libri. Prima e

dopo il catechismo era consen-

tito giocare nel parco della

scuola e con il pallone nel piaz-

zale davanti alla chiesa. Era

l’unico momento per stare con i

compagni di classe, senza la

pressione della scuola.

All’Alimentari della Carla i

bambini ogni tanto rubacchia-

compressa. Giocavano con gli

insetti facendoli esplodere con

l’accendino o rinchiudendoli a

combattere tra loro in un va-

setto. Ogni tanto i giochi erano

interrotti dall’arrivo degli am-

bulanti che erano per i bambini

dei personaggi da fiaba. Quello

del pesce arrivava col suo fur-

goncino con gli autoparlati e per

i bimbi era una magia quella di

poter osservare i pesci talvolta

ancora vivi. Poi c’era l’arrotino,

Girotondo I bimbi di San Pietro

giocavano con quello che c’era

one con i

“Super-

mmediate

probabili

estigioso

ene anche

co in casa

o sempre

ruivano i

lastici o

irono la

a mitica

la ad aria

vano le caramelle e le ciunghe

che erano nei barattoli sul banco

e le figurine erano la merce più

preziosa, era il periodo del mit

co Hellas Verona ed il sogno

proibito era la figurina dello

scudetto della squadra del cuore.

Molto spesso chi ripensa al pro-

prio passato lega i ricordi a

grandi eventi: era il periodo dei

Mondiali del 1986 con Mara-

dona, della tragedia di Cherno-

bil (’86) e delle Olimpiadi di

Seoul (’88).

Con l’adolescenza i ragazzi

esplorarono il paese e c’erano

due luoghi di ritrovo: il bar

Conca Verde e l’Anspi. Il primo

era sempre pieno di gente, gli

uomini al banco che sbraita-

vano, bevevano e fumavano ed i

ragazzi al videogame. L’Anspi

era visto come l’unica opportu-

nità di svago e c’era il calcio ba-

lilla, il ping pong, il tennistavolo

e dei videogiochi. E dopo tanto

giocare il complicato mondo dei

grandi era ormai vicino.

Paolo Marocchio

olta

o di ritrovo dei giovani in biciletta

a l’Anspi, le escursioni a San Pietro e l’attesa dei venditori ambulanti

Gli svaghi dei bimbi sul rio Dugal

Dietro alla macelleria Dal Dosso si giocava anche con gli scarti delle carni

le negli anni ‘80 era momento di aggregazione

Serenità La famiglia in gita

Page 12: Vivere Lavagno marzo 2011

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