compartirencristo.files.wordpress.com · web viewla chiesa primitiva vive la missione come compito...

78
1 (IIª Parte) DISPONIBILITA’ MISSIONARIA (4)Vocazioni missionarie, responsabilità ecclesiale e formazione (5).Distribuzione degli Apostoli (articolo Distribuzione) (6)Il risveglio missionario di America Latina (4) VOCAZIONI MISSIONARIE, RESPONSABILITÀ ECCLESIALE E FORMAZIONE Presentazione: E' una realtà di grazia il fatto attuale di una presa di coscienza da parte di tutta la Chiesa riguardo alla responsabilità missionaria di ogni vocazione, carisma e ministero. "La Chiesa è missionaria per sua natura, poiché il mandato di Cristo non è qualcosa di contingente e di esteriore, ma raggiunge il cuore stesso della Chiesa" (RMi 62). E' questa l'affermazione basilare che impregna tutti i documenti conciliari e postconciliari: la Chiesa è per sua natura missionaria. 1 La responsabilità missionaria di ogni membro della Chiesa scaturisce dal battesimo (RMi 77), ma è differenziata poiché dipende dal "servizio" affidato a ciascuno secondo le vocazioni, ministeri e carismi, però l'impegno responsabile di ognuno prende tutta la persona nella linea del commando dell'amore: "amerai con tutto il cuore" (Mc 12,30; 1 ? La natura missionaria della Chiesa viene collegata alla sua realtà di "pellegrina", come "sacramento universale di salvezza" (LG 48): "La Chiesa durante il suo pellegrinaggio sulla terra è per sua natura missionaria" (AG 2). "Evangelizzare, infatti, è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare" (EN 14).

Upload: others

Post on 12-Mar-2020

6 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

1

(IIª Parte) DISPONIBILITA’ MISSIONARIA

(4)Vocazioni missionarie, responsabilità ecclesiale e formazione(5).Distribuzione degli Apostoli (articolo Distribuzione)(6)Il risveglio missionario di America Latina

(4)VOCAZIONI MISSIONARIE, RESPONSABILITÀ ECCLESIALE E FORMAZIONE

Presentazione:

E' una realtà di grazia il fatto attuale di una presa di coscienza da parte di tutta la Chiesa riguardo alla responsabilità missionaria di ogni vocazione, carisma e ministero. "La Chiesa è missionaria per sua natura, poiché il mandato di Cristo non è qualcosa di contingente e di esteriore, ma raggiunge il cuore stesso della Chiesa" (RMi 62). E' questa l'affermazione basilare che impregna tutti i documenti conciliari e postconciliari: la Chiesa è per sua natura missionaria.1

La responsabilità missionaria di ogni membro della Chiesa scaturisce dal battesimo (RMi 77), ma è differenziata poiché dipende dal "servizio" affidato a ciascuno secondo le vocazioni, ministeri e carismi, però l'impegno responsabile di ognuno prende tutta la persona nella linea del commando dell'amore: "amerai con tutto il cuore" (Mc 12,30; Deut 6,5). Ogni cristiano appartiene pienamente al "cuore missionario" della Chiesa (cf RMi 62).2

I responsabili della missione diventano operatori. Sono i Dodici Apostoli a ricevere per primi questo incarico, poiché "i Dodici sono i primi operatori della missione universale: essi costituiscono un 'soggetto collegiale' della missione, essendo stati scelti da Gesù per restare con lui ed essere inviati 'alle pecore perdute della casa d'Israele' (Mt 10,6)" (RMi 61). Ma è tutta la comunità cristiana che partecipa sia alla responsabilità missionaria che alla missione stessa. "Nell'espansione missionaria delle origini, accanto agli Apostoli troviamo altri umili operatori che non si debbono dimenticare:

1    ? La natura missionaria della Chiesa viene collegata alla sua realtà di "pellegrina", come "sacramento universale di salvezza" (LG 48): "La Chiesa durante il suo pellegrinaggio sulla terra è per sua natura missionaria" (AG 2). "Evangelizzare, infatti, è la grazia e la vocazione propria della Chiesa, la sua identità più profonda. Essa esiste per evangelizzare" (EN 14).

2    ? Nel capitolo VII della “Redemptoris Missio” (sulla cooperazione) si accenna a questa responsabilità di tutti a partire del battesimo: "Membri della Chiesa, in forza del battesimo tutti i cristiani sono corresponsabili dell'attività missionaria" (RMi 77). In questo modo la missione si mette in rapporto sia al mandato missionario di Cristo che alla partecipazione della vita e della missione di Cristo. Il concilio presenta la responsabilità missionaria di "tutti i fedeli, quali membra del Cristo vivente, a cui sono stati incorporati ed assimilati mediante il battesimo, la cresima e l'eucaristia" (AG 36).

Page 2: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

2

sono persone, gruppi, comunità... La Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati alle genti', come Paolo e Barnaba" (RMi 61).

L'enciclica "Redemptoris Missio" dedica il capitolo VI ai "responsabili e operatori della pastorale missionaria", cominciando dagli Apostoli e da tutta la comunità ecclesiale, per poter individuare la responsabilità di ognuno. E' importante osservare il punto di partenza di questa responsabilità affidata da Gesù alla Chiesa: i Dodici Apostoli come capi della comunità ecclesiale. Questa linea "apostolica" farà scoprire meglio che è tutta la Chiesa a essere missionaria. La comunione della Collegialità Apostolica si concretizza nella comunione della Collegialità Episcopale e quindi nella comunione di tutte le Chiesa particolari. La missione scaturisce dalla comunione: "Ne deriva che tutta la Chiesa e ciascuna Chiesa è inviata alle genti... In questo vincolo essenziale di comunione tra la Chiesa universale e le Chiese particolari si esercita l'autentica e piena missionarietà" (RMi 62).3

Questa realtà missionaria non risparmia la responsabilità delle Chiese giovani, anzi saranno queste Chiese, col loro fervore caratteristico, a spingere le altre Chiese di antica fondazione. E` questa una novità dell'enciclica "Redemptoris Missio": "Mi rivolgo, perciò, ai battezzati delle giovani comunità e delle giovani Chiese. Siete voi, oggi, la speranza di questa nostra Chiesa, che ha duemila anni: essendo giovani nella fede, dovete essere come i primi cristiani, ed irradiare entusiasmo e coraggio..., dovete mettervi sulla via della santità... E sarete anche fermento di spirito missionario per la Chiese più antiche" (RMi 91).4

1.I primi responsabili dell'attività missionaria: le Chiese particolari tutte missionarie

3    ? Il "mistero" della Chiesa, come segno portatore della presenza di Cristo Risorto, diventa "missione" nel grado in cui si viva la comunione. Cf. SYNODUS EPISCOPORUM, Ecclesia sub Verbo Dei mysteria Christi celebrans pro salute mundi, Relatio finalis, Lib. Edit. Vaticana 1985.

4    ? L'enciclica cita al riguardo il decreto "Ad Gentes": "Le stesse Chiese più giovani, proprio 'perché questo zelo missionario fiorisca nei membri della loro patria', debbono 'partecipare quanto prima e di fatto alla missione universale della Chiesa, inviando anch'esse dei missionari a predicare dappertutto nel mondo il Vangelo, anche se soffrono di scarsezza di clero'. Molte già fanno così, ed io le incoraggio vivamente a continuare" (RMi 62; cf AG 20). Il concilio indica questa strada come segno di maturità nella crescita delle Chiese giovani (AG 6).

Page 3: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

3

L'enciclica missionaria di Giovanni Paolo II, dopo aver spiegato la responsabilità missionaria di tutta la Chiesa, invita i singoli operatori missionari a prenderne coscienza e cura di questa responsabilità secondo il proprio compito e la propria vocazione: Collegialità Episcopale con Pietro, Vescovi e Conferenze Episcopali, Chiese particolari, missionari e Istituti "ad gentes", sacerdoti diocesani, persone consacrate, laici, catechisti... Alla fine del capitolo presenta il compito di direzione e coordinamento che appartiene alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e alle Conferenze Episcopali. Tutti sono soltanto cooperatori nella missione affidata loro da Cristo risorto nello Spirito Santo secondo i disegni salvifici del Padre.5

La missione affidata da Cristo alla Chiesa rientra finalmente nella vera scia tracciata dal Signore: è tutta la comunità la responsabile della missione, sempre sotto la guida dei Pastori, i quali sono i primi responsabili della missione e dell'azione missionaria. Il Primato di Pietro e dei suoi successori appare nella sua dimensione ecclesiale più viva e profonda come capo di un Collegio Episcopale che è tale nel grado in cui sia e diventi missionario: "Come il Signore risorto conferì al Collegio Apostolico con a capo Pietro il mandato della missione universale, così questa responsabilità incombe innanzitutto sul Collegio dei Vescovi con a capo il successore di Pietro" (RMi 63; cf AG 38).6

La responsabilità missionaria della Collegialità Episcopale e dei singoli Vescovi non si può ridurre a dare qualsiasi aiuto e "lasciar" partire alcune vocazioni, ma deve orientare tutto il modo di concepire e di agire da parte della Collegialità e da parte dei singoli Vescovi7. Il decreto conciliare, citato

5    ? Il decreto "Ad Gentes" e l'esortazione "Evangelii nuntiandi" presentano il tema in prospettiva e terminologia un po diversa. "Ad Gentes" distribuisce il tema in quattro capitoli: III Chiese particolari (19-22); IV I missionari (23-27); V L'organizzazione dell'attività missionaria (28-34); VI La cooperazione (35-41). "Evangelii nuntiandi" lo riassume in uno: VI Gli operai dell'evangelizzazione (59-73): Papa, vescovi, preti, religiosi, laici, famiglia, giovani. La peculiarità di "Redemptoris Missio" appare nella distinzione tra azione missionaria da parte degli operatori (cap. VI) e "cooperazione" o "animazione" missionaria della comunità (cap. VII). E' anche importante il punto di riferimento presentato dall'enciclica: I Dodici Apostoli e i loro successori nella Collegialità (episcopale) come capi delle Chiese particolari (cf can 782).

6    ? Non soltanto i documenti magisteriali del Papa, ma anche i suoi viaggi sono strettamente missionari "ad gentes"come esigenza del carisma petrino. Così lo afferma esplicitamente Giovanni Paolo II: "Consapevole di questa responsabilità, negli incontri con i Vescovi sento il dovere di condivederla in ordine sia alla nuova evangelizzazione che alla missione universale. Mi sono messo in cammino sulle vie del mondo, 'per annunciare il Vangelo, per confermare i fratelli nella fede, per consolare la Chiesa, per incontrare l'uomo. sono viaggi di fede... di annuncio evangelico a tutte le latitudini" (RMi 63). Cf. Discorso ai membri del Sacro Collegio, 28 giugno 1980: Insegnamenti III/1 (1980) 1887.

7    ? Il Papa chiama a prendere coscienza di questa responsabilità: "I fratelli vescovi sono con me direttamente responsabili dell'evangelizzazione del mondo, sia come membri del

Page 4: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

4

nell'enciclica, indicava sia il mandato di Cristo che la realtà della consacrazione sacramentale: "La cura di annunziare in ogni parte della terra il Vangelo appartiene al corpo dei pastori, ai quali in comune Cristo diede il mandato" (LG 23). "Tutti i Vescovi, in quanto membri del corpo episcopale che succede al Collegio Apostolico, sono stati consacrati non soltanto per una diocesi, ma per la salvezza di tutto il mondo" (AG 38).8

Questa realtà missionaria deve apparire chiaramente in tutte le applicazioni e derivazioni della "Collegialità", come nel caso delle Conferenze Episcopali: "La stessa responsabilità si riflette, in varia misura, nelle Conferenze Episcopali e nei loro organismi a livello continentale, che perciò debbono offrire un proprio contributo all'impegno missionario" (RMi 63).9

Per il fatto che ogni Vescovo è pastore di una Chiesa particolare, la responsabilità missionaria viene assunta anche da tutta la comunità ecclesiale (RMi 63; AG 30). La natura missionaria della Chiesa si concretizza in ogni Chiesa particolare presieduta dal Vescovo con la collaborazione del Presbiterio. "Ogni Chiesa particolare deve aprirsi generosamente alle necessità delle altre" (RMi 64).

La natura missionaria di una comunità e di una Chiesa particolare deriva dal fatto di essere una concretizzazione della Chiesa universale, la quale è missionaria per la sua stessa ragion d'essere. Perché una comunità cristiana sia vera Chiesa (e non un'astrazione o una setta) è necessario che si rifletta in essa l'immagine della Chiesa universale (EN 62). La realtà della Chiesa universale, essenzialmente missionaria, deve analogicamente trovarsi nella Chiesa particolare.

E' soprattutto nella Chiesa particolare o diocesi che ha luogo la concretizzazione, la presenzializzazione, l'"incarnazione" e l'immagine della Chiesa universale: "La diocesi è una porzione del popolo di Dio affidata alle cure pastorali del vescovo, coadiuvato dal suo Presbiterio, in modo che, aderendo al suo pastore, e da questi radunata nello Spirito Santo per mezzo del Vangelo e della Eucaristia, costituisca una Chiesa particolare nella quale è

Collegio Episcopale, sia come pastori delle Chiese particolari" (RMi 63).

8    ? J. SARAIVA, Il dovere missionario dei Pastori, in: Chiesa e missione, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1990, 141-157.

9    ? La realtà delle Conferenze Episcopali scaturisce in qualche modo sia dalla comunione ecclesiale che dalla consacrazione episcopale e quindi deriva necessariamente verso la missione. Le norme del Diritto dovranno precisare meglio il modo pratico di agire, però non potranno dimenticare le esigenze missionarie che derivano dalla missione e dalla consacrazione. Cf CIC, cann. 447ss; LG 26-27; AG 38).

Page 5: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

5

presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica" (CD 11; can. 369).

Il mandato missionario di Cristo arriva a tutte le persone, vocazioni, stati di vita, istituzioni e servizi della comunità ecclesiale. Ciascuno partecipa "in solidum" (sebbene in modo diverso) a questa responsabilità missionaria. "La Chiesa particolare, dovendo riprodurre il più perfettamente possibile la Chiesa universale, abbia la piena coscienza di essere inviata anche a coloro che non credono in Cristo e vivono nel suo stesso territorio, al fine di costituire, con la testimonianza di vita dei singoli fedeli e della comunità tutta, il segno che addita loro il Cristo" (AG 20; can. 781; RMi 64).10

E' proprio attraverso l'attuazione del carisma episcopale, che la diocesi e comunità ecclesiale si farà missionaria: "Il vescovo, suscitando, promuovendo e dirigendo l'opera missionaria nella sua diocesi, con la quale forma un tutto uno, rende presente e, per così dire, visibile lo spirito e l'ardore missionario del popolo di Dio, sicché la diocesi tutta si fa missionaria" (AG 38).

La povertà di mezzi e di vocazioni non è un'ostacolo perché la diocesi diventi missionaria "ad gentes", anzi sarà questo il mezzo più evangelico, "dando dalla nostra povertà" e quindi più efficace per arrivare alla maturità.11

L'aiuto vicendevole tra le Chiese non è sufficiente per adempiere il dovere missionario, poiché si tratta della collaborazione missionaria "ad gentes", cioè "nel senso della missionarietà specifica" (RMi 64). La Chiesa particolare diventa missionaria, come esigenza della sua stessa natura, solo quando veramente si impegna in questo processo dell'annuncio del Vangelo

10    ? AA.VV, Chiesa locale e cooperazione tra le Chiese, Bologna, EMI 1973; AA.VV., Promoción misionera de las Iglesias locales, Burgos 1976; M. DA MEMBRO, Inserimento dell'attività missionaria della Chiesa universale nelle Chiese particolari, "Euntes Docete" 24 (1971) 291-328; H. DE LUBAC, Les Eglises particulières dans l'Eglise universelle, Paris, Aubier-Montange 1971; J.ESQUERDA BIFET, Dimensión misionera de la Iglesia local, Madrid, Com. Episcopal Misiones 1975; H.M. LEGRAND, Nature de l'Eglise particulière et rôle de l'Evêque dans l'Eglise, in: La Charge pastorale des Evêques, Paris 1969; J. LOSADA, A responsabilidade missionaria das Igrejas locais, "Igreja e Missâo" 34 (1982) 241-262; X. SEUMOIS, Les Eglises particulières, in: L'activité missionnaire de l'Eglise, Paris 1967, 281-299; J.M.R. TILLARD, Eglise d'Eglises, écclésiologie de communion, Paris, Cerf 1987; I. TING PONG LEE, Dioecesum incepta pro missionibus, "Comentarium pro Religiosis" 59 (1978) 125-137; 238-247: 345-347; 60 (1979) 36-45; S.J. UKPONG, The local Church and missionary consciousness, in: Portare Cristo all'uomo, II, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1985, 559-578; J. VODOPIVEC, La Chiesa locale e la missione, in: Chiesa e missione, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1990, 97-139.

11    ? L'enciclica cita il documento della III Conferenza Generale dell'Episcopato Latino-americano ("Puebla" n. 368) come esempio di questo atteggiamento evangelico.

Page 6: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

6

dove ancora non è sufficientemente annunciato e dove la Chiesa non è ancora sufficientemente "impiantata".

2.Missionari e Istituti missionari "ad gentes": vocazioni missionarie specifiche

L'enciclica "Redemptoris Missio" privilegia, come è logico, "il posto di fondamentale importanza" che occupano i missionari e le loro istituzioni missionarie. Il concilio, nel decreto "Ad Gentes", aveva messo in evidenza la realtà della "vocazione speciale" missionaria (AG 23). Adesso si vuol togliere ogni tipo di dubbi su questa vocazione: "I missionari e le missionarie, che hanno consacrato tutta la vita per testimoniare fra le genti il Risorto, non si lascino, dunque, intimorire da dubbi, incomprensioni, rifiuti, persecuzioni. Risveglino la grazia del loro carisma specifico e riprendano con coraggio il loro cammino, preferendo - in spirito di fede, obbedienza e comunione con i propri Pastori - i posti più umili e ardui" (RMi 66).12

La specificità della vocazione missionaria viene descritta nell'enciclica in modo chiaro: "Essa si manifesta nella totalità dell'impegno per il servizio dell'evangelizzazione: è impegno che coinvolge tutta la persona e la vita del missionario, esigendo da lui una donazione senza limiti di forze e di tempo" (RMi 65). "La vocazione speciale dei missionari ad vitam conserva tutta la sua validità: essa rappresenta il paradigma dell'impegno missionario della Chiesa, che ha sempre bisogno di donazioni radicali e totali, di impulsi nuovi e arditi" (RMi 66).

La specificità della vocazione missionaria strettamente detta no diminuisce la responsabilità missionaria di ogni credente e la dimensione missionaria di ogni vocazione. Piuttosto ne è un segno forte e uno stimolante. Però il fatto che questa vocazione missionaria speciale si presenti come "modellata su quella degli Apostoli" (RMi 65), lascia intravedere che i

12    ? La stessa enciclica ne indica il motivo di questo incoraggiamento: "S'impone un'approfondita riflessione, anzitutto, per i missionari stessi, che dai cambiamenti della missione possono essere indotti a non capir più il senso della loro vocazione, a non saper più che cosa precisamente la Chiesa si attenda oggi da loro... Si tratta, dunque, di una 'vocazione speciale', modellata su quella degli Apostoli" (RMi 65). Il tema della vocazione missionaria specifica è stato approfondito in modo particolare dopo il concilio Vaticano II: AA.VV., Vocazione comune e vocazioni specifiche, Roma, LAS 1981; L.A. CASTRO, Vocazione e missione, Bologna, EMI 1985; J. ESQUERDA BIFET, La vocazione missionaria, in: Vocazione comune e vocazioni specifiche, o.c., 248-266; R. JOU, La vocation missionnaire aujourd'hui, "Vocation" (1980) 450-462; L.J. LECUONA, La vocazione missionaria, in: Le missioni nel decreto "Ad Gentes" del concilio Vaticano II, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1966, 209-225; P. LONGO, La vocazione missionaria, "Seminarium" (1973) 1130-1145; R. MOYA, La vocación misionera, in: Espiritualidad y misión, Roma, CIAM 1980, 53-85.

Page 7: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

7

successori degli Apostoli e i suoi immediati collaboratori (i sacerdoti) sono esponenti privilegiati di questa responsabilità missionaria, nel senso di essere pienamente impegnati nel far diventare missionaria la Chiesa particolare coinvolgendo tutto il Presbiterio. La questione rimane aperta allo studio e specialmente è un richiamo al rinnovamento del Presbiterio per farlo diventare una vera istituzione missionaria "ad gentes" come espressione della missionarietà del Vescovo successore degli Apostoli.13

La cura delle vocazioni missionarie include il campo della formazione a livello iniziale e permanente. La preparazione alla missione suppone una crescita nelle qualità, che sono espressione della retta intenzione, della volontà libera e dell'identità14. La formazione iniziale e permanente deve essere in tutti i suoi aspetti: umano e cristiano, intellettuale e culturale, pastorale e spirituale (AG 24-26). "I missionari devono sempre meditare sulla corrispondenza che il dono da loro ricevuto richiede e aggiornare la loro formazione dottrinale e apostolica" (RMi 65).15

Nell'ambito della vocazione missionaria speciale e della formazione dei missionari, l'enciclica sottolinea l'importanze degli "Istituti" missionari, come mezzo privilegiato per la perseveranza dei missionari "a vita", "non solo per l'attività missionaria ad gentes, come è nella loro tradizione, ma anche per l'animazione missionaria sia nelle Chiese di antica cristianità, sia in quelle più giovani" (RMi 66). L'enciclica incoraggia gli Istituti a favorire le vocazioni missionarie nelle Chiese giovani.

13    ? "La vocazione sacerdotale è anche missionaria" (Giovanni Paolo II, Lettera del Giovedì Santo di 1979).

14    ? "Ad Gentes" indica un'elenco di virtù a scopo di manifestare "autenticamente il Vangelo" e "rendere testimonianza" a Cristo risorto, "fino a spargere, se necessario, il suo sangue per lui" (AG 24).

15    ? Riguardo la formazione missiologica, anche specializzata l'enciclica nel capitolo VII: "A tale formazione sono chiamati i sacerdoti ed i loro collaboratori, gli educatori ed insegnati, i teologi, specie i docenti dei Seminari e dei centri per i laici. L'insegnamento teologico non può né deve prescindere dalla missione universale della Chiesa, dall'ecumenismo. Raccomandiamo che sopratutto nei Seminari e nelle case di formazione per religiosi e religiose si faccia un tale studio, curando anche che alcuni Sacerdoti, o alunni ed alunne si specializzino nei diversi campi delle scienze missiologiche" (RMi 83). AA.VV., La formazione del missionario oggi, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1978; AA.VV., De aspectu missionali in sacerdotibus formando, "Seminarium" (1973) n.4; P. CHIOCCHETTA, La formazione allo spirito missionario, "Seminarium" (1979) 573-595; R. DEVILLE, La formation des seminaristes à l'esprit missionnaire, "Seminarium" (1990) 177-187; J. ESQUERDA BIFET, Spiritualità, vocazione e formazione missionaria, in: Chiesa e Missione, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1990, 199-225; A. NICOLAS, Formation and spirituality for mission, "Est Asian Pastoral Review" 17 (1980) 104-116.142; F. PAVANELLO, L'orientamento missionario nella formazione sacerdotale, "Seminarium" (1970) 781-797.

Page 8: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

8

L'"Ad Gentes" aveva ribadito la necessità degli Istituti missionari (AG 27) mentre, al tempo stesso aveva precisato il significato di "Istituzioni missionarie: "Con la parola "Istituzioni" si intendono gli ordini, le congregazioni, gli istituti e le associazioni che lavorano nelle Missioni" (AG 23, nota 2). Non si possono dimenticare i grandi Ordini missionari che hanno portato il peso principale della missione durante secoli (benedettini, francescani, domenicani, agostiniani, gesuiti...). Gli Istituti dipendenti da "Propaganda Fide" sono stati un grande contributo.16

3.Sacerdoti diocesani

Tutti i fedeli sono responsabili della missionarietà della Chiesa universale e particolare, secondo la propria vocazione, ministero e carisma (n. 1-2). Tutti possono essere chiamati alla vocazione missionaria specifica "ad gentes" (n. 4) e a diventare membri degli Istituti missionari, siano laici, religiosi o sacerdoti ministri.

I sacerdoti diocesani, oltre all'esigenza missionaria che deriva dal sacramento dell'Ordine, appartengono in modo permanente alla Chiesa particolare, collaborano come membri permanenti del Presbiterio e dipendono più strettamente del carisma episcopale. Queste realtà di grazia li fa diventare in modo speciale collaboratori e corresponsabili della missionarietà del proprio Vescovo e della propria Chiesa particolare.

L'enciclica missionaria ricorda prima di tutto, rivolgendosi al concilio, il dovere missionario che deriva dal sacramento dell'Ordine e dal fatto di partecipare alla stessa missione universale affidata da Cristo agli Apostoli (PO 10; AG 39) e, quindi, la necessità di una formazione missionaria adeguata (OT 20). La conclusione è evidente: "Tutti i sacerdoti debbono avere cuore e mentalità missionaria, essere aperti ai bisogni della Chiesa e del mondo, attenti ai più lontani e, soprattutto, ai gruppi non cristiani del proprio ambiente... Essi non mancheranno di rendersi concretamente disponibili allo

16    ? Dopo la Costituzione "Pastor Bonus" e il nuovo Codice, oggi dipendono dal Dicastero missionario gli "Istituti" o "Società" di "vita apostolica". La restrizione riguardo a questa dipendenza non pregiudica (adesso e nel passato storico) il fatto di essere o meno una Istituzione missionaria. Alla luce di "Redemptoris Missio", le Istituzioni missionarie strettamente dette (e quindi anche le vocazioni missionarie speciali) trovano un campo "ad gentes" più ampio di prima: ambito geografico, ambito sociologico (megalopoli, migrazioni), ambiti culturali (RMi 37-38). E' anche da considerare che alcune Conferenze Episcopali hanno stabilito delle Istituzioni (e Istituti) specificamente missionarie sia per laici che per sacerdoti. Rimane non ostante, come "paradigma dell'impegno missionario" (RMi 66), il fatto di grazia che molte istituzioni e istituti sono nate o posteriormente si sono indirizzati esclusivamente e direttamente per attuare la missione "ad gentes". L'invito di "Ad Gentes" a tutti gli Istituti di vita consacrata è stato determinante (AG 40).

Page 9: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

9

spirito Santo e al Vescovo, per essere mandati a predicare il Vangelo oltre i confini del loro paese" (RMi 67).

Una modalità per attuare la disponibilità missionaria del sacerdote è quella chiamata sacerdoti "Fidei donum", cioè nel senso di offrirsi per un "servizio temporaneo" alla missione "ad gentes". Questo servizio porterà con sé il vantaggio di costruire la Chiesa locale (particolare) in stretto rapporto con l'"unico Presbiterio" sotto la guida del Vescovo, mentre, al tempo stesso, sarà uno stimolante per il rinnovamento spirituale e missionario della Chiesa particolare che invia.17

Una effettiva distribuzione del clero (e degli apostoli) nel mondo sarà possibile soltanto quando le persone siano disposte a questo servizio missionario e ci siano strutture adeguate di preparazione e sostegno. L'enciclica accenna a questo tema quando presenta la responsabilità missionaria dei Vescovi e delle Chiese particolari: "Con questo spirito invito i Vescovi e le Conferenze episcopali ad attuare generosamente quanto è previsto nella Note Direttive che la Congregazione per il Clero ha emanato per la collaborazione tra le Chiese particolari e, specialmente, per la migliore distribuzione del clero nel mondo" (RMi 64).18

Il dono ricevuto nell'ordinazione sacerdotale ha come obiettivo la missione universale di Cristo (PO 10; cfr AG 38-39; LG 28). I documenti postconciliari hanno sottolineato questo impegno missionario del sacerdote (EN 68; RMi 67-68; can. 529). "La vocazione sacerdotale è anche missionaria" (Giovanni Paolo II, Lettera del Giovedì Santo 1979).

17    ? Nell'enciclica "Fidei donum" (1957), Pio XII invitava propriamente ad andare verso l'Africa, dovuto all'emergenza del momento, quando tutte le nazioni diventavano indipendenti. Dopo questo invito, il titolo di "sacerdoti Fidei donum" è stato applicato a tutti i sacerdoti diocesani che volevano far questo servizio in altre Chiese giovani e bisognose. Questo servizio temporaneo non può far dimenticare la disponibilità permanente di ogni sacerdote diocesano a far diventare missionaria la propria diocesi e il proprio Presbiterio. In questo contesto di disponibilità missionaria "a vita" si può parlare di vocazione sacerdotale missionaria "speciale" o "specifica". Ciò sarà una realtà quando ci siano delle vie e istituzioni concrete per mettere in pratica questo impegno e quando le diocesi prenderanno degli impegni permanenti. A livello di Conferenze Episcopali ci sono alcune istituzioni: COPAL (Belgio), CEPAL (Francia), CEIAL e CEIAS (Italia), OCSHA (Spagna), CECAL (Canada), NCCB-LAB (Stati Uniti). Cf. R. ZECCHIN, I sacerdoti fidei donum, una maturazione storica ed ecclesiale della misionarietà della chiesa, Roma, Pont. Opere Missionarie 1990.

18    ? Vedi: Postquam Apostoli (25 marzo 1980): AAS 72 (1980) 343-364. Commento: A. DE SILVA, Intercomunhâo das Igrejas locais e distribuçâo dos agentes de evangelizaçâo, "Igreja e Missâo" 34 (1982) 263-295; J. ESQUERDA BIFET, Cooperación entre Iglesias particulares y distribución de efectivos apostólicos, "Euntes Docete" 34 (1981) 427-454. Altri studi: AA.VV., Il mondo è la mia parrocchia, The world is my parish, Roma 1971; J. ESQUERDA BIFET, La distribución del clero, Burgos, Facultad de Teología, 1972 (pub. Tesi).

Page 10: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

10

La vita sacerdotale è partecipazione alla missione di totalità e di universalismo del Buon Pastore: "dare la vita", servire tutti senza dimenticare le "altre pecorelle" (Gv 10,1-18; 15,1-7). I documenti conciliari del Vaticano II, che raccolgono la tradizione biblica ed ecclesiale, presentano il sacerdozio come partecipazione all'essere, alla missione e allo stile di vita del Buon Pastore. La configurazione ontologica con Cristo, come "partecipazione alla sua consacrazione e missione" (PO 2), ha come finalità l'essere suo "strumento vivo" (PO 12).

Questa configurazione sacerdotale a Cristo ha l'obiettivo di "far crescere e edificare tutto il suo Corpo, che è la Chiesa" (PO 12). Solo alla luce di questa dimensione missionaria si può comprendere pienamente la realtà di "operare in nome e nella persona" di Cristo Capo e Buon Pastore (cfr PO 2-6).

Il sacerdote è animatore qualificato della comunità ecclesiale missionaria, specialmente a partire dalla Chiesa particolare o diocesi, sempre nella prospettiva della Chiesa universale. Il servizio ministeriale nella Chiesa particolare ha l'obiettivo di renderlo un'eco e una concretizzazione di tutta la Chiesa poiché "la Chiesa particolare è obbligata a riprodurre il più perfettamente possibile la Chiesa universale" (AG 20). E' in essa che "è presente e opera la Chiesa di Cristo, una, santa, cattolica e apostolica" (CD 11). Il sacerdote aiuta la comunità ecclesiale a raggiungere la maturità di essere Chiesa "piantata" e per ciò stesso responsabile della missionarietà universale (cfr AG 6).

La missione sacerdotale si esercita come cooperazione con l'ordine episcopale (cfr LG 28; AG 39), nella Chiesa particolare e nella fraternità del Presbiterio. Il Vescovo, la diocesi e il Presbiterio, per loro natura, tendono all'azione missionaria locale e universale.

Tutta la Chiesa particolare (diocesi) deve prendere "coscienza di essere inviata" a tutte le genti (AG 20; cfr AG 37; can. 782 e 791). Il ministero sacerdotale è uno strumento privilegiato per animare missionariamente tutta la comunità ecclesiale.

Per il fatto di essere necessari cooperatori del Vescovo e dell'ordine episcopale (LG 28; CD 28; AG 39), i sacerdoti sono chiamati a realizzare la responsabilità missionaria del Vescovo e della Chiesa particolare.19

19    ? J. ESQUERDA BIFET, Presenza e animazione missionaria del sacerdote nella comunità ecclesiale, "Rivista Vita Spirituale" 40 (1986) 437-460; J. LOPEZ GAY, La dimensione missionaria nel ministero sacerdotale, in: La dimensione missionaria..., Roma, PUM 1978, 15-38; J. SARAIVA, Il dovere missionario dei Pastori, in: Chiesa e Missione, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1990, 141-157; I. TRUJILLO, En torno a la identidad misionera del clero diocesano, "Misiones Extranjeras" 88-89 (1985) 311-322. Vedi indirizzi

Page 11: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

11

4.Vita consacrata e missione universale

Gli Istituti di "vita consacrata" hanno una responsabilità specifica riguardo alla missione universale "ad gentes". La storia dell' evangelizzazione "ad gentes" presenta testimoni indimenticabili di questa responsabilità. Sono tre i principali dati e stimolanti della missione: la grazia del battesimo portata fino all'espressione della vita consacrata, la grazia della consacrazione per mezzo della prassi permanente dei consigli evangelici, il carisma specifico del proprio Istituto. L'enciclica ripete la dottrina del nuovo Codice: "Dal momento che si dedicano al servizio della Chiesa in forza della loro stessa consacrazione, sono tenuti all'obbligo di prestare l'opera loro in modo speciale nell'azione missionaria, con lo stile del proprio Istituto" (can. 783; RMi 69).20

La missione scaturisce della stessa consacrazione, come partecipazione alla consacrazione e missione di Gesù (Lc 4,18; cf. can. 758). Sarebbe impensabile la "sequela Christi" senza la responsabilità di testimoniare il Vangelo oltre i propri limiti di geografia, di razza e di cultura e anche oltre i limiti della propria Chiesa locale. "La Chiesa deve far conoscere i grandi valori evangelici di cui è portatrice, e nessuno li testimonia più efficacemente di chi fa la professione di vita consacrata nella castità, povertà e obbedienza, in totale donazione a Dio ed in piena disponibilità a servire l'uomo e la società sull'esempio di Cristo" (RMi 69).

L'enciclica distingue tra Istituti di vita contemplativa e Istituti di vita attiva, accennando alla specificità missionaria di ognuno. Riguardo alla vita contemplativa ne indica la necessità di presenza, specialmente tra i non cristiani, come "magnifica testimonianza della maestà e della carità di Dio e dell'unione che si stabilisce nel Cristo" (RMi 69). La vita attiva viene presentata nell'ambito degli "immensi spazi della carità, dell'annunzio

fondamentali di formazione sacerdotale missionaria, in: Guida pastorale per i sacerdoti diocesani che dipendono dalla Congregazione per l'Evangelizzazione di popoli, Roma 1989 (in italiano, francese, inglese, spagnolo).

20    ? AA.VV., Evangelizzazione e vita religiosa, Milano, Ancora 1974; AA.VV., L'azione apostolica dei religiosi, Milano, Ancora 1980; E. ANCILLI, Il servizio ecclesiale e missionario della vita religiosa, in: L'annuncio del Vangelo oggi, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1977, 429-462; DAO DINH DUC, Dimensione missionaria della vita cristiana e religiosa, in: Chiesa e missione, Pont. Univ. Urbaniana 1990, 159-176; G. GRECO, I religiosi e le missioni nel Concilio Vaticano II, "Euntes Docete" 19 (1966) 226-245; B. SECONDIN, Sequela e profezia, Roma, Paoline 1983.

Page 12: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

12

evangelico, dell'educazione cristiana, della cultura e della solidarietà verso i poveri, i discriminati, gli emarginati ed oppressi" (RMi 69).21

Tra i valori apostolici della vita consacrata emerge il tema della "verginità per il Regno", che "si traduce in molteplici frutti di maternità secondo lo spirito: proprio la missione ad gentes offre loro un campo vastissimo per donarsi con amore in modo totale e indiviso" (RMi 70). L'enciclica sottolinea l'importanza di questa testimonianza da parte della "donna vergine, consacrata alla carità verso Dio e verso il prossimo, specie al più povero" (ibidem). Giovanni Paolo II augura, a partire da questa testimonianza, un buon successo nella pastorale delle vocazioni: "Auguro che molte giovani donne cristiane sentano l'attrattiva di donarsi a Cristo con generosità, attingendo dalla loro consacrazione la forza e la gioia per testimoniarlo tra i popoli che lo ignorano" (RMi 70).22

La vita consacrata presenta "una linea escatologica" o di annuncio di un'incontro finale di tutta la creazione e di tutta l'umanità con Cristo risorto. Precisamente per questo, la vita consacrata fa parte, in modo particolare, della Chiesa sposa e pellegrina (cfr LG 48). Così, infatti, "meglio preannuncia la futura resurrezione e la gloria del regno celeste... e in modo speciale manifesta l'elevazione del Regno di Dio sopra tutte le cose terrestri e le sue esigenze supreme" (LG 44).

Da questa linea di trascendenza ed escatologia si trae la forza per l'inserimento o "incarnazione" nella vita terrena, per trasformarla alla luce delle Beatitudini. La forza evangelizzatrice della vita consacrata proviene dalla sua relazione con Cristo sposo risorto e presente. Offrendo la sua vita in olocausto, come il Buon Pastore, la persona consacrata si trasforma in

21    ? "Ad Gentes" e "Evangelii nuntiandi" offrono una sintesi della dimensione missionaria della vita consacrata (contemplativa e attiva). "Hanno avuto fin qui ed hanno tutt'ora una parte importantissima nell'evangelizzazione del mondo" (AG 40). "I religiosi trovano nella vita consacrata un mezzo privilegiato per una evangelizzazione efficace. Con la stessa intima natura del loro essere si collocano nel dinamismo della Chiesa, assetata dell'Assoluto di Dio... incarnano la Chiesa desiderosa di abbandonarsi al radicalismo delle beatitudini. Con la loro vita sono il segno della totale disponibilità verso Dio, verso la Chiesa, verso il fratelli. In questo essi rivestono un'importanza speciale nel contesto di una testimonianza che, come abbiamo affermato, è primordiale nell'evangelizzazione. Questa silenziosa testimonianza di povertà e di distacco, di purezza e di trasparenza e di abbandono nell'obbedienza, può divenire, oltre che una provocazione al mondo, e alla Chiesa stessa, anche una predicazione eloquente" (EN 69). La "segreta fecondità apostolica" della vita contemplativa (PC 7) viene spiegata da "Ad Gentes": "Gli Istituti di vita contemplativa, con le loro preghiere, penitenze e tribolazioni hanno la più grande importanza ai fini della conversione delle anime; perché è Dio che, in risposta alla preghiera, invia operai nella sua messe, apre lo spirito dei non cristiani perché ascoltino il Vangelo e rende feconda nei loro cuori la parola della salvezza" (AG 40).

22    ? L'enciclica cita "Mulieris dignitatem” (15 agosto 1988). Il n. 70 dell'enciclica missionaria privilegia la missione della donna consacrata all'evangelizzazione.

Page 13: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

13

annuncio, presenza, trasparenza e comunicazione della vita cristiana, che è vita di resurrezione in Cristo.

5.Laici e catechisti per la missione "ad gentes"

I documenti magisteriali sulla missione "ad gentes", specialmente dopo il Concilio Vaticano II, ha sottolineato l'importanza del laicato nell'ambito del primo annunzio del Vangelo23. Non soltanto in quanto cristiani (battezzati), ma anche specialmente come membri del laicato, i fedeli "laici" hanno un compito specifico: "I laici cooperano all'opera evangelizzatrice della Chiesa partecipando insieme come testimoni e come vivi strumenti alla sua missione salvifica" (AG 41). La storia ne ha confermato l'importanza: "La partecipazione dei laici all'espansione della fede risulta chiara, fin dai primi tempi del cristianesimo, ad opera sia di singoli fedeli e famiglie, sia dell'intera comunità" (RMi 71).

La specificità della collaborazione laicale nel primo annunzio (missione "ad gentes") scaturisce dalla stessa vocazione laicale: essere fermento evangelico, nelle strutture umane, dal di dentro, nella comunione e responsabilità di Chiesa. L'enciclica accenna a questo "contributo specifico", a livello profetico, sacerdotale e regale, secondo "l'indole secolare loro propria" e "la particolare vocazione a cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e orientandole secondo Dio"(RMi 71). Lo stato laicale è, infatti, una partecipazione particolare all'azione evangelizzatrice della Chiesa tanto nel campo dell'annuncio (profetismo) come in quello della celebrazione liturgica (culto, sacerdozio), come anche nell'estensione del Regno e nei servizi sociali di carità (regalità o pastoralità). La responsabilità evangelizzatrice è sempre di annuncio, celebrazione e comunicazione del mistero pasquale di Cristo.

Il laicato è imprescindibile per l'evangelizzazione "ad gentes" e per la "plantatio Ecclesiae": "La Chiesa non si può considerare realmente fondata, non vive in maniera piena, non è segno perfetto della presenza di Cristo tra gli uomini, se alla gerarchia non si affianca e collabora un laicato autentico" (AG 21). Per ciò, il contributo del laicato alla missione "ad gentes" sarà

23    ? L'enciclica cita testi di "Evangelii praecones" (Pio XII, 1951), "Princeps pastorum" (Giovanni XXIII, 1959), "Evangelii nuntiandi" (Paolo VI, 1975), "Christifideles laici" (Giovanni Paolo II, 1988). I documenti del Vaticano II, specialmente "Lumen Gentium" (cap. IV), "Ad Gentes" (n. 41) e "Apostolicam actuositatem" (n. 10) hanno continuato questo insegnamento.

Page 14: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

14

"nelle giovani Chiese, elemento essenziale e irrinunciabile della plantatio Ecclesiae" (RMi 72).24

I campi di presenza e di azione, anche nell'ambito della prima evangelizzazione, si possono individuare sia all'interno della Chiesa ("servizi, funzioni, ministeri e forme di animazione della vita cristiana"), che nella società (famiglia, servizi di carità, gioventù, politica, economia, lavoro civile, cultura, educazione, mezzi di comunicazione sociale...). Si tratta sempre di impregnare di "spirito evangelico" le realtà umane (cf. RMi 72; EN 70).

Questa specificità dell'apostolato e dell'identità dei laici, per sua natura, comporta l'inserimento dei valori evangelici (verità, giustizia, pace, libertà, carità...) in tutta la società. "Nel compimento universale di questo ufficio, i laici hanno un posto di primo piano" (LG 36). Il motivo è principalmente il mandato missionario di Cristo. Ma bisogna anche considerare che, senza la prospettiva universalista non sarebbe possibile questo lavoro laicale di "incarnazione" dei valori cristiani nelle realtà umane. In effetti, la pace, la giustizia e la libertà non hanno frontiere; con limiti e riduzioni, questi valori non sarebbero mai raggiungibili.

Per arrivare a tutti questi campi di azione missionaria, i laici possono usufruire dei "Movimenti ecclesiali, dotati di dinamismo missionario", i quali "rappresentano un vero dono di Dio per la nuova evangelizzazione e per l'attività missionaria propriamente detta" (RMi 72). Non soltanto i "Movimenti" attuali, ma anche le "associazioni del laicato missionario" sono da favorire, "rispettando la loro indole e finalità", in modo che "siano impegnati nella missione ad gentes e nella collaborazione con le Chiese locali" (RMi 72).25

I catechisti possono essere laici, sacerdoti, religiosi. Però quando si parla di "catechisti missionari" si vuol accennare ai catechisti laici: "Degna di

24    ? Cf. LG 31; GS 38; AA 2, 6, 13; EN 70-73; CFL, passim; can. 225. Y.M. CONGAR, Sacerdoce et laïcat, devant leur tâches d'évangélisation et de civilisation, Paris, Cerf 1965; J. ESQUERDA BIFET, Dimensión misionera de la vocación laical, "Seminarium" 23 (1983) 206-214; R. ESPINOSA, Promoción misionera de los laicos, Quebec, Univ. Laval 1974; J. GARCIA MARTIN, Los laicos en las misiones, "Monitor Ecclesiasticus" 108 (1983) 95-123; F. OCARIZ, La partecipazione dei laici alla missione della Chiesa, "Annales Theologici" 1 (1987) 7-26; P. GIGLIONI, Ministerialità missionaria laicale, in: Chiesa e missione, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1990, 227-268; J. SARAIVA, Ruolo missionario e formazione apostolica dei laici, "Euntes Docete" 40 (1987) 643-663; A. SEUMOIS, Laicato e missioni, in: Le missioni nel Decreto "Ad Gentes" del Concilio Vaticano II, Roma, Eidz. Urbaniana 1966, 246-257.

25    ? L'enciclica distingue parecchie possibilità di organismi laicali: "Associazioni del laicato missionario, organismi cristiani di volontariato internazionale, movimenti ecclesiali, gruppi e sodalizi di vario genere" (RMi 72). AA.VV., Movimenti ecclesiali contemporanei, Roma, LAS 1980.

Page 15: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

15

lode è quella schiera, tanto benemerita dell'opera missionaria tra i pagani, che è costituita dai catechisti, sia uomini che donne. Essi, animati da spirito apostolico e facendo grandi sacrifici, dando un contributo singolare ed insostituibile alla propagazione della fede e della Chiesa" (AG 17).

L'enciclica ne fa menzione nel contesto del laicato: "Tra i laici che diventano evangelizzatori si trovano in prima fila i catechisti" (RMi 73). E' vero che sono i catechisti delle Chiese di antica data che aiuteranno alle comunità a rinnovarle e farle diventare missionarie nel contesto della "nuova evangelizzazione". Però "sono i catechisti in terra di missione coloro che meritano, in modo tutto speciale, questo titolo di 'catechisti'... Chiese ora fiorenti non sarebbero state edificate senza di loro" (RMi 73; cf. CT 66).

I catechisti, per diventare veramente "forza basilare delle comunità cristiane", hanno bisogno di "una più accurata preparazione dottrinale e pedagogica, il costante rinnovamento spirituale e apostolico", "garantire (loro) un decoroso tenore di vita e di sicurezza sociale... favorire il potenziamento delle scuole per catechisti" e "i titoli ufficialmente riconosciuti dalle Conferenze Episcopali" (RMi 73).26

L'enciclica accenna ad "altri operatori" laici (ministri) al servizio della Chiesa missionaria: "capi di comunità ecclesiali di base e di gruppi biblici, incaricati delle opere caritative, amministratori dei beni della Chiesa, dirigenti dei vari sodalizi apostolici, insegnanti di religione nelle scuole. Tutti i fedeli laici debbono dedicar alla Chiesa parte del loro tempo, vivendo con coerenza la propria fede" (RMi 74).27

6.Organismi di direzione e coordinamento missionario: Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Conferenze Episcopali

La missione si svolge sempre a partire dalla comunione ecclesiale. La varietà di responsabili e operatori dell'evangelizzazione trova la sua forza

26    ? Cf. AG 17; can. 785. I documenti della Plenaria della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (1969, sui catechisti) e l'Istruzione su questo tema (1970), in: Bibliografia missionaria 34 (1970) 197-212. Anche in: Memoria Rerum (Propaganda Fide), III/2 (1976) 821-831. AA.VV., Commento alla Catechesi Tradendae di Giovanni Paolo II, Andate e insegnate, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1980; AA.VV., Catechisti per una Chiesa missionaria, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1982. Il catechista non è soltanto un insegnante o uno specialista, ma sopratutto un testimone, poichè deve "far passare, attraverso il proprio insegnamento ed il proprio comportamento, la dottrina e la vita di Gesù" (CT 6). "Solo in una profonda comunione con Cristo i catechisti troveranno la luce e la forza per l'autentico ed auspicato rinnovamento della catechesi" (CT 9).

27    ? "Evangelii nuntiandi" aveva sottolineato, nel contesto del laicato, l'importanza dei "ministeri" anche per l'evangelizzazione "ad gentes" (EN 75). P. GIGLIONI, Ministerialità missionaria laicale, in: Chiesa e missione, Roma, Pont. Univ. Urbaniana 1990, 227-268.

Page 16: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

16

nell'unità voluta da Cristo, come riflesso dell'unità e comunione della Trinità (cf Gv 17,21; LG 4). "I responsabili e gli operatori della pastorale missionaria devono sentirsi uniti nella comunione che caratterizza il corpo mistico... E' in questa comunione il fondamento della fecondità della missione" (RMi 75). Segno visibile di questa comunione, a livello universale, è il Dicastero missionario, come servizio del carisma del successore di Pietro che "presiede la carità".28

Nel campo missionario "ad gentes", il coordinamento e la suprema direzione corrisponde alla Congregazione per la Evangelizzazione dei Popoli (già di "Propaganda Fide"): "Per tutte le missioni e per tutta l'attività missionaria uno soltanto deve essere il dicastero competente, ossia quello di "Propaganda Fide", cui spetta di regolare e di coordinare in tutto quanto il mondo, sia l'opera missionaria in se stessa. sia la cooperazione missionaria" (AG 29). "Per rilanciare la missione ad gentes occorre un centro di propulsione, di direzione e di coordinamento che è la Congregazione per l'Evangelizzazione" (RMi 75).

Il Dicastero missionario ha il compito di "dirigere e coordinare in tutto il mondo l'opera stessa dell'evangelizzazione dei popoli e la cooperazione missionaria" (Pastor bonus 85; AG 29). L'enciclica "Redemptoris Missio" riassume i compiti del Dicastero: "suscitare e distribuire, secondo i bisogni più urgenti delle regioni, i missionari..., elaborare un piano organico di azione, emanare norme direttive e principi adeguati in ordine all'evangelizzazione, dare l'impulso iniziale... Avendo alle spalle una lunga e gloriosa esperienza, è chiamata a svolgere un ruolo di primaria importanza sul piano della riflessione e dei programmi operativi, di cui la Chiesa ha bisogno per orientarsi più decisamente verso la missione nelle sue varie forme" (RMi 75; cf. Pastor Bonus 86). 29

Le Conferenze Episcopali (con i loro organismi) e i Superiori maggiori (degli Ordini, congregazioni e Istituti), nella piena collaborazione con il Dicastero missionario, hanno il proprio campo di azione. Le Conferenze

28    ? S. Ignazio di Antioquia, Ad Romanos: PG 5, 685. L'enciclica accenna chiaramente a questa ecclesiologia di comunione: "In un'ecclesiologia di comunione, in cui la Chiesa è tutta missionaria, ma al tempo stesso si confermano sempre indispensabili vocazioni e istituzioni specifiche per il lavoro ad gentes, rimane molto importante il ruolo di guida e di coordinamento del Dicastero missionario per affrontare insieme le grandi questioni di comune interesse, salve le competenze proprie di ciascuna autorità e struttura" (RMi 75).

29    ? La Cost. Apost. "Pastor Bonus", art. 86-88 puntualizza anche "gli studi di ricerca sulla teologia, la spiritualità e la pastorale missionaria" (art. 86), "lo spirito missionario" (art. 87), le "vocazioni missionarie" (art. 88). Per la storia della Congregazione: J. METZLER, Sacrae Congregationis di Propaganda Fide Memoria Rerum, 5 vol. 1622-1972, Roma, Herder 1971-1976.

Page 17: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

17

Episcopali coordinano l'attività missionaria a livello nazionale e regionale, specialmente riguardo le "questioni più gravi e urgenti, senza trascurare però le differenze tra luogo e luogo, nonché il problema dell'inculturazione" (RMi 76; cf. AG 31 e 38).30

I responsabili degli organismi missionari, ma in modo speciale le Conferenze dei Superiori maggiori coordinano "sforzi e iniziative... in contatto con le conferenze Episcopali, secondo le indicazioni e norme stabilite" (RMi 76; cf. AG 32-33)31.

___________

Estratto da: I responsabili e gli operatori della pastorale missionaria, in: Cristo, Chiesa, Missione ( Roma, Pontificia Università Urbaniana, 1992), 343-364.

Vedere ulteriori pubblicazioni e bibliografia aggiornata: Teologia della evangelizzazione, Spiritualità missionaria (Pontificia Università Urbaniana 1992), cap.IV (Vocazioni e formazione, sintesi sistematica).

Pastorale per una Chiesa Missionaria (Pontificia Università Urbaniana, 1991), cap.XI.

La misión al estilo de los Apóstoles (Madrid, BAC, 2004) cap.VI (itinerario formativo).

Compendio de Misionología. La vida es misión (Valencia, EDICEP, 2007) cap.III.

Misionología. Evangelizar en un mundo global (Madrid, BAC, 2008) cap.IX, III.

30    ? Sopra, nel n. 2, abbiamo studiato la responsabilità missionaria dei Vescovi, come capi delle Chiese particolari e come membri del Collegio Episcopale.

31    ? Vedi "Ecclesiae sanctae", II, 43: AAS 58 (1966) 782. L'enciclica auspica "incontri e forme di collaborazione tra le varie istituzioni missionarie per quanto riguarda sia la formazione e lo studio, sia l'azione apostolica da svolgere" (RMi 76; cf. "Ecclesiae sanctae"", III, 22: AAS 58 (1986) 787.

Page 18: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

18

Dizionario dell'Evangelizzazione (Napoli, Editrice Domenicana Italiana, 2005). Voci: Formazione missionaria, Laicato, Sacerdozio Ministeriale, Vita consacrata, Vocazione.

Spiritualità sacerdotale per una Chiesa missionaria (Roma, Urbaniana University Press, 1998) cap.IV.

Vedere articoli dell’autore (nell’elenco bibliografico) sul laicato, vita consacrata, sacerdozio ministeriale.

Page 19: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

19

(5)DISTRIBUZIONE DEGLI APOSTOLI

Presentazione: La situazione attuale

Per rendersi conto della realtà di una inadeguata distribuzione degli apostoli (alla fine del secondo millennio), bastarebbe considerare, per esempio, che per tutta l'America Latina (che comprende quasi la metà della popolazione cattolica mondiale), si dispone di meno sacerdoti che per qualche nazione europea in particolare (ad esempio, la sola Italia o la sola Spagna, Francia, ecc.). Il dodici per cento dei sacerdoti lavora per la metà dei cattolici (che si trovano in America Latina), mentre il settanta per cento di trova in Europa e nell'America del Nord. La statistica è simile quando si tratta di religiosi, di religiose e di apostoli laici. Ad ogni modo questa situazione può variare nei prossimi decenni.32

E' un fatto che, in questi ultimi anni, le nazioni più ricche di sacerdoti e di apostoli impegnati, che tradizionalmente davano missionari alle Chiese più bisognose, hanno diminuito il contributo di personale alle missioni. Ciò è stato dovuto, tra altre cause, alla diminuzione del Clero, così come alla crisi della vita consacrata. Non bisogna dimenticare, tuttavia, che in alcuni altri paesi, che hanno sofferto persecuzioni, il contributo missionario è aumentato.

La distribuzione degli apostoli nel concilio e postconcilio Vaticano II

Il concilio Vaticano II indicò la necessità di una maggiore distribuzione degli effettivi apostolici. In questo problema sono implicati tutti i membri della comunità ecclesiale: Vescovi, sacerdoti, religiosi, laici (cfr CD 6,22-23; PO 10; AA 2,10; PC 20; AG 35-41).

Immediatamente dopo la celebrazione del concilio Vaticano II, il Motu Proprio Ecclesiae Sanctae (6.8.66) dispose che si istituisse nella Santa Sede "un Consiglio speciale con la missione di stabilire i principi generali che devono reggere una più opportuna distribuzione del Clero, tenendo conto delle necessità delle diverse Chiese" (Ecclesiae Sanctae 1,1).

Le "note direttive" della Congregazione del Clero (Postquam apostoli, 25.3.80), danno degli indirizzi dottrinali e pratici per quell'aiuto apostolico alle Chiese giovani o più bisognose. Il titolo di questo documento è un vero

32 Vedi edizione periodica (annuale) di Annuarium Statisticum Ecclesiae (Lib. Ediz. Vaticana)

Page 20: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

20

programma: "Note direttive per fomentare una mutua collaborazione tra le Chiese particolari e specialmente per una migliore distribuzione del Clero".33

Principi generali

Davanti a questo problema missionario, bisogna considerare due fattori: la realtà di una distribuzione degli apostoli (che è chiaramente inadeguata) e la dimensione universale di ogni vocazione apostolica. Occorre porre in evidenza la dimensione missionaria della Chiesa particolare e, di conseguenza, di ogni cristiano e di ogni istituzione in quanto membri della stessa comunità ecclesiale.

Non basta indicare alcuni principi teologici della responsabilità missionaria di ogni vocazione, ma occorre anche indicare piste e impegni concreti. Il documento sulla distribuzione degli apostoli insiste su studi della realtà, sulla revisione di vita e sulla pianificazione concreta della pastorale missionaria.

Sebbene il "fine specifico di questa attività missionaria è la evangelizzazione e la fondazione della Chiesa in seno a quei popoli e gruppi umani in cui ancora non è radicata" (AG 6), occorre considerare anche la situazione in cui si trovano alcune comunità cristiane e persino alcune Chiese particolari, a causa della mancanza di apostoli. "In questo caso la Chiesa deve valutare se esse sono tali da richiedere di nuovo la sua azione missionaria" (ibidem).

Ogni Chiesa particolare, per povera che sia, può e deve proporsi l'aiuto alla Chiesa universale: "Tutte le Chiese particolari dovrebbero meditare la profezia messianica 'i poveri sono evangelizzati', affinché la prudenza eccessivamente umana o terrena non soffochi i sentimenti di generosità che spingono ad offrire il dono della fede a tutti coloro che potrebbero chiamarsi in qualche modo 'poveri'. Per tanto dobbiamo convincerci che non si potrà mai compiere il mandato di Cristo se una Chiesa particolare desiderasse offrire alle Chiese più povere solamente il superfluo delle sue forze" (Notae Directivae, 10). Ogni comunità cristiana e in particolare ogni Chiesa

33 Vedi "Note direttive" della Congregazione per il Clero, Postquam apostoli (25 marzo 1980): AAS 72 (1980) 343-364. A.VV., Il mondo è la mia parrocchia, The world is my parish, Roma, Congregazione per il Clero 1971 (Conferenze sul documento in preparazione, Malta).

Page 21: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

21

particolare, già dall'inizio del suo cammino ecclesiale, deve andare crescendo nella mentalità di saper ricevere e di saper dare (RMi 85).

Urgenza attuale dell'evangelizzazione

C'è un'altro fattore importante di cui bisogna tener conto: le urgenze dell'evangelizzazione. Effettivamente le priorità di questa e l'invio del personale missionario non dipendono solo dalle statistiche, dato che ci sono situazioni speciali che reclamano un aiuto immediato, perfino al margine dei numeri ("segni dei tempi") che richiedono una attuazione immediata e perfino, a volte, massiccia. Ad esempio, nel momento in cui diversi paesi africani si avviavano all'indipendenza, Pio XII segnalò l'urgenza di evangelizzare in Africa (cfr Fidei donum, 1957; cfr RMi 68).

Quanto alle comunità ecclesiali che hanno bisogno di un maggior numero di apostoli, l'atteggiamento migliore, nella preghiera e nell'azione pastorale, è quella di rendersi disponibile per dare ad altre Chiese più bisognose, "dando dalla propria povertà" (Puebla 368). Il più grande favore che si può fare ad una Chiesa giovane e bisognosa, sebbene stia ancora nel periodo detto di prima evangelizzazione, è quello di orientarla verso la responsabilità missionaria universale. Ciò dimostrerà che la "plantatio Ecclesiae" si stà realizzando autenticamente (cfr AG 20).

La diocesi o Chiesa particolare è, per sua stessa natura, missionaria, in quanto è una porzione ed una concretizzazione viva della Chiesa universale (cfr sopra, n.1). Per questo "la Chiesa particolare non può chiudersi in se stessa, bensì, come parte viva della Chiesa universale, aprirsi alle necessità delle altre Chiese" (Notae Directivae 14). Conseguenza di questa prospettiva sarà che gli apostoli che partono per altre comunità più bisognose si considerino inviati (e assistiti) dalla loro Chiesa particolare.34

La collaborazione da parte delle Chiese particolari

Tra le iniziative degli ultimi tempi, occorre segnalare l'aiuto di diocesi a diocesi, a modo di fraternità ecclesiale permanente (Chiese "sorelle", "gemellaggio"). Questa esperienza risulterà utile e stimolante, a condizione

34 J. ESQUERDA BIFET, La distribución del clero, Teología, pastoral, derecho (Burgos, Facultad Teológica, 1972) (Tesi Dottorale).

Page 22: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

22

che non si dimentichi l'aiuto a tutta la Chiesa (cfr Istruzione Quo aptius, 1969).

Sono molte le Chiese particolari che dovrebbero sentirsi implicate responsabilmente in settori bisognosi che "appartengono" ad altre diocesi. Effettivamente, mentre alcune comunità diocesane si sono andate spopolando e altre sono cresciute rapidamente e smisuratamente, gli effettivi apostolici sono rimasti nel loro luogo di origine. Non sarebbe un atteggiamento evangelico disinteressarsi di quelle necessità di "altre" diocesi, originate dalla migrazione. Questa irresponsabilità si ripercuoterebbe negativamente sulle diocesi con più effettivi apostolici (apatia, mancanza di zelo apostolico...). Tutto ciò suppone un rinnovamento di strutture pastorali e alcune impostazioni nuove di pastorale d'insieme, sia a livello diocesano che interdiocesano. Il turismo e la mobilità umana esigono una pastorale universalista (cfr CD 18).

Non basta la buona volontà quando si tratta di un problema così complesso; si ha bisogno anche di alcuni "canali" e di alcuni servizi concreti di "distribuzione" di apostoli, proprio per evitare che questo aiuto si dia in una maniera troppo burocratica e teorica, o che sia affidato solo all'entusiasmo del momento. La creazione di questi canali o servizi non può lasciarsi a iniziative private, ma, dato che si tratta di cooperazione tra le Chiese particolari, tocca alle Conferenze Episcopali la parte più importante: "Il ruolo principale e indispensabile per una collaborazione più efficace tra le Chiese particolari compete alle Conferenze Episcopali, il cui fine specifico consiste nel coordinare la pastorale d'insieme" (Notae Directivae, 18).

Sono due gli obiettivi che bisogna curare fuori della propria diocesi: l'aiuto ai paesi chiamati di "missione" e l'aiuto alle Chiese più bisognose di apostoli. Per conseguire questi obiettivi, la cui principale responsabilità ricade su ognuna delle Chiese particolari (Vescovo e comunità), "si richiede la collaborazione di tutti i Vescovi della stessa nazione o dello stesso territorio" (ibidem).

Come negli altri problemi pastorali di somma importanza, un mezzo per far fronte al problema della distribuzione degli apostoli è la creazione di una Commissione Episcopale. Dava questa indicazione già il Motu Proprio Ecclesiae Sanctae: "In tutte le Conferenze Episcopali si costituisca una Commissione la cui missione sarà di studiare le necessità delle diverse diocesi del territorio come pure le sue possibilità di cedere il proprio clero ad altre Chiese, portare alla pratica le conclusioni che si riferiscono alla distribuzione del Clero, definite ed approvate dalle Conferenze, e

Page 23: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

23

comunicarle ai Vescovi del territorio" (ES I,2). Lo stesso documento sollecita la creazione di un'altra Commissione Episcopale per le missioni, che deve programmare la collaborazione e l'aiuto missionario della diocesi, mettersi in relazione con altre Conferenze Episcopali per una più equa distribuzione dei sussidi (cfr ES III,9). Data la somiglianza degli obiettivi delle due Commissioni, le "norme" della Congregazione per il Clero sottolineano la necessità di una stretta collaborazione tra di esse e perfino di una eventuale fusione delle stesse in un sola (cfr Notae Directivae 18-19).

Quando si tratta dell'aiuto ai paesi o alla Chiese di missione, la competenza principale fa capo alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (AG 29; RMi 75). Il campo proprio della Commissione Episcopale per le missioni è il seguente: "Promuovere la partecipazione attiva del clero diocesano nell'apostolato missionario; stabilire un determinato contributo economico a favore delle opere missionarie; intensificare sempre più le relazioni con gli Istituti missionari e collaborare in favore della creazione o aiuto ai Seminari che servono le missioni" (Notae Directivae 19).

La Commissione Episcopale per la distribuzione del Clero (o del personale apostolico) deve puntare a due obiettivi strettamente uniti: la miglior distribuzione degli apostoli all'interno del proprio territorio e l'aiuto a Chiese che appartengono ad altre conferenze Episcopali. Senza il conseguimento, almeno parziale, del primo obiettivo, il secondo resterebbe molte volte a livello di aiuti sporadici e insufficienti. La comunione autenticamente ecclesiale esige questa ristrutturazione locale, in vista di una cooperazione effettiva tra le Chiese.

Il lavoro delle conferenze Episcopali avrebbe poco effetto se non si tenesse conto della necessaria collaborazione degli istituti religiosi e missionari, così come dei movimenti apostolici laicali. Il Popolo di Dio in generale e il laicato in particolare, non può far da spettatore dinanzi a questo grave e urgente problema della distribuzione degli apostoli.35

Aspetti pratici

Per conseguire questi obiettivi occorre partire da una conoscenza della realtà e da una pianificazione o programmazione che resista agli impatti del

35 Cfr. A.. DE SILVA, Intercomunhâo das Igrejas locais e distribuçâo dos agentes de evangelizaçâo, "Igreja e Missâo" 34 (1982) 263-295; J. ESQUERDA BIFET, Cooperación entre Iglesias particulares y distribución de efectivos apostólicos, "Euntes Docete" 34 (1981) 427-454.

Page 24: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

24

tempo e alle velleità personali del momento. "Questo lavoro si deve sviluppare soprattutto indagando sulla realtà delle diocesi, tenendo conto della proporzione tra il numero dei fedeli e quello dei pastori; dopodiché si presenterà alla Conferenza Episcopale una relazione sulle necessità più urgenti e sulle possibilità di aiutare le Chiese più bisognose" (ibidem, 20).

C'è bisogno di una selezione e idoneità nelle persone che devono essere mandate. Tra le qualità spirituali e pastorali dei candidati devono risaltare: "Una fede ferma, una speranza infrangibile e lo zelo per le anime, affinché, per quanto dipende da loro, possano trasmettere veramente la fede agli altri" (ibidem, 24). Gli inviati ad altre Chiese hanno bisogno di una preparazione e di una formazione speciale, così come di far parte di una organizzazione di servizio. Questo diventerà più perentorio quando si tratti della evangelizzazione in altre culture (cfr ibidem, 25).

A livello pratico, molte volte sarà utile una "convenzione" o contratto tra le due comunità (o i due Vescovi) interessate alla missione. Bisognerà specificare: "a) la durata del servizio; b) i ruoli concreti del sacerdote e i luoghi del ministero e dell'abitazione; c) la sicurezza sociale in caso di malattia, invalidità e vecchiaia. Se si può, sarà utile trattare, inoltre, della possibilità di tornare a visitare la patria di origine dopo un certo periodo di tempo" (ibidem, 27).

In questo tipo di contratti (espliciti o taciti) bisogna curare il bene dell'apostolo e la realtà della Chiesa aiutata. Esigere, per esempio, dalle Chiese povere, alcune sicurezze molto grandi o alcuni vantaggi che ancora non esistono per i suoi propri apostoli, sarebbe un abuso. La stessa Chiesa che aiuta con personale, può quasi sempre aiutare con mezzi economici. Né la lettera né lo spirito dei documenti ecclesiali lasciano intravvedere l'eventualità di introdurre in questi contratti alcuni condizionamenti pastorali che assoggettino l'autorità del Vescovo o delle sue istituzioni diocesane ad una autorità esterna.

Gli apostoli che vanno ad aiutare diocesi lontane, specialmente se si tratta di diverse culture, lingua o condizioni sociali, conviene che vivano in gruppo o in piccole comunità. con ciò si garantiscono sia la perseveranza che l'efficacia apostolica, nonostante le necessità immediate. Tale è la dottrina conciliare riguardo ai sacerdoti (PO 10).

Il rapporto dei sacerdoti inviati con il Vescovo e il Presbiterio che li ricevono, deve essere fondamentalmente lo stesso di quello dei sacerdoti della diocesi in cui si inseriscono. E lo stesso deve dirsi per il comportamento da tenere con gli altri sacerdoti della Chiesa aiutata: "Dovranno adattarsi alle

Page 25: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

25

condizioni dei sacerdoti autoctoni e sforzarsi nel coltivare la loro amicizia, poiché tutti formano un solo Presbiterio, sotto l'autorità del Vescovo... Devono inserirsi nella comunità locale come se fossero membri nativi di quella Chiesa particolare" (Notae Directivae 29; cfr RMi 68). Più difficile sarà inserirsi in situazioni di conflitto. In questi casi il Clero venuto da fuori deve spingere all'estremo la prudenza ed il tatto, specialmente quando i problemi hanno riferimento alla politica di opzioni (ibidem; cfr Puebla 267-268, 377).

Dopo un certo periodo di tempo, in cui si è prestato un servizio alla Chiesa bisognosa, alcuni apostoli ritornano alla loro comunità o Chiesa di origine. Questa eventualità occorre prevederla e prepararla. Per questo, specialmente quando si tratta di sacerdoti diocesani, devono essere accolti con tutta normalità, come se avessero prestato servizio nella stessa diocesi dato che, in realtà, hanno messo in pratica la responsabilità missionaria della stessa. Difatti, questi apostoli portano con sé un bagaglio di esperienza pastorale che favorirà la Chiesa che li mandò. Il ritorno si deve preparare anche nel senso di favorire un adattamento a nuove circostanze, che, con frequenza, sono cambiate profondamente dalla prima partenza. Così come si organizzano corsi di preparazione per il primo invio, allo stesso modo servono corsi speciali per un riadattamento. Bisogna soprattutto curare le situazioni spirituali e personali, per evitare il sentimento di insuccesso, di frustrazione o di vuoto.

La soluzione del problema della ridistribuzione degli apostoli, a livello nazionale ed internazionale, dipenderà, in gran parte dall'efficienza delle rispettive Commissioni Episcopali, così come dal Consiglio Internazionale che ha la sua sede nella Congregazione del Clero. Però questi organismi hanno bisogno della collaborazione responsabile ed effettiva di tutti.36

_________________________

Estratto da: Dizionario di Missiologia (Pontificia Università Urbaniana, 1993), pp. 189-193 (Distribuzione degli Apostoli).

36 Cfr. R. ZECCHIN, I sacerdoti fidei donum, una maturazione storica ed ecclesiale della misionarietà della chiesa, Roma, Pont. Opere Missionarie 1990.

Page 26: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

26

(6)IL RISVEGLIO MISSIONARIO "AD GENTES" DELL'AMERICA

LATINA

Presentazione

Riflettere su una Chiesa o un'insieme di Chiese particolari significa entrare in sintonia con una storia di grazia della Chiesa, che è sempre mistero (come segno della presenza di Cristo), comunione e missione. E' sempre il cammino di una Chiesa pellegrina come famiglia che avanza, tra luci e ombre, appoggiata in Cristo verso l'incontro definitivo di tutta l'umanità con Lui. Quando il concilio Vaticano II presenta questo cammino escatologico, chiama la Chiesa "sacramento universale di salvezza" (LG 48). L'atteggiamento ecclesiale di speranza, che significa fiducia e dinamismo, è atteggiamento essenzialmente missionario.37

L'America Latina e' stata chiamata "continente della speranza". Questa qualifica la imposta necessariamente nel quadro della missione universale, poiché la speranza cristiana si appoggia in Cristo risorto, che è il punto di riferimento e di incontro di tutta l'umanità. Per ciò l'America Latina è stata anche chiamata il "continente della speranza missionaria".38

Il mio studio vuol presentare un fatto di grazia, che accade specialmente in questi ultimi anni in tutta l'America Latina: il suo risveglio missionario "ad gentes". Non tento di affermare che fino adesso non ci siano stati missionari latinoamericani, ma piuttosto che il suo numero e il suo significato è aumentato considerabilmente e si intuisce un'aumento ancora più forte, fino al punto che si possa parlare di un risveglio missionario delle Chiese particolari.39

Non intendo fare un semplice elogio, come se fosse un dato in più nella celebrazione del Vº Centenario, ma piuttosto voglio offrire una

37    ? "La speranza cristiana ci sostiene nell'impegnarsi a fondo per la nuova evangelizzazione e per la missione universale" (RMi 86). "Renovar el espíritu de la misión es también recuperar su mística de itinerancia y provisoriedad" (S. GALILEA, La responsabilidad misionera de America Latina, México, Misiones Culturales de B.C., 1981, p.30).

38    ? Messaggio Giovanni Paolo II nel COMLA 3. Cfr. América, llegó tu hora de ser evangelizadora, Bogotá 1983, n.5.

39    ? Alcuni missionari messicani andarono in Estremo Oriente sin dal secolo XVI. Tra i martiri del Giappone, si trova il messicano San Felipe de Jesús, francescano martirizzto a Nagasaki, il 5 di febbrai di 1597. Altre figure missionarie storiche latinoamericane: R. BALLAN, Misioneros de la primera hora, grandes evangelizadores del Nuevo Mundo, Madrid, Edit. Mundo Negro 1991; AA.VV., Testigos de la fe en América Latina, Buenos Aires y Estella, Verbo Divino 1986.

Page 27: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

27

riflessione per valutare i dati positivi nelle loro dimensioni, senza dimenticare i limiti, invitando, al tempo stesso ad accelerare il processo di "nuova evangelizzazione" proprio a scopo di una collaborazione più responsabile riguardo la missione "ad gentes".

La situazione attuale della Chiesa in America Latina, riguardo la sua capacità evangelizzatrice e la sua vitalità cristiana, è privilegiata. Il passaggio e risveglio da una comunità evangelizzata che diventa comunità eminentemente evangelizzatrice è provvidenziale nel momento di arrivare al terzo millennio del cristianesimo. Le tappe di questo passaggio indicano un processo ancora in corso, specialmente riguardo al risveglio missionario delle Chiese particolari in quanto tali. Questo processo ha una linea fortemente mariana che trova un appoggio privilegiato nei santuari come centri di rinnovamento e di missione. In questo risveglio missionario, America Latina offre delle motivazioni nuove per la missione "ad gentes", che possono servire di aiuto per altre Chiese particolari. La formazione missionaria e gli studi missiologici lasciano intuire che l'America Latina cammina decisamente verso una "nuova evangelizzazione" come fondamento per una disponibilità ecclesiale senza frontiere.40

Se è vero che "la fede si rafforza donandola!" (RMi 2), è anche vero che il modo migliore di ringraziarla e celebrarla consiste nella collaborazione responsabile affinché sia comunicata a tutta l'umanità. La gioia di condividere il dono gratuito della fede è segno di una speranza autentica. Senza un impegno coerente nella missione "ad gentes", il Vº Centenario perderebbe il suo significato più autentico di "celebrare Cristo Salvatore"41. Una celebrazione di fede considerare il passato come storia di grazia in un cammino di Chiesa pellegrina, però intende in modo speciale rispondere alle sfide attuali presentando il modo di pensare, sentire e amare di Cristo alla luce delle beatitudini e del comando dell'amore.

1. Le prospettive missionarie dell'America Latina, Continente della speranza

40    ? Ho osservato questo risveglio missionario di A.L. sin dal Congresso Eucaristico Internazionale di Bogotà e la II Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano a Medellín (1968). Da allora,i miei servizi frequenti al clero, ai Seminari e ad altre Istituzioni del Continente, mi hanno aiutato ad osservare questo risveglio che si è accentuato nei primi Congressi Missionari Latioamericani (da 1977, a Torreón). Durante il Congresso di Tlaxcala (1983) ho lasciato testimonianza scritta di questo risveglio missionario: Segundo Congreso Misionero latinoamericano, II COMLA, México, Com.Ep. Mis. y OMPE 1983, pp. 245-252.

41    ? GIOVANNI PAOLO II, Disc. al COGECAL, 28 aprile 1986: Insegnamenti X/1, 1987, 1447.

Page 28: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

28

La situazione storica, culturale e religiosa dell' America Latina è eccezionale. Il numero di cattolici latinoameracani si avvicina alla metà del numero totale nel mondo. La popolazione "giovane nella sua maggioranza" (Puebla 71), circa 500 milioni di abitanti (88,50% cattolici), sarebbe circ 8,50% di tutta l'umanità. Nell'Asia si trova circa il 60% della popolazione mondiale, dei quali soltanto sono cattolici il 2,60%. Nell'Africa ci sarebbe il 12,20% della popolazione mondiale, con il 13,60% cattolici. I cristiani sono il 20% della popolazione mondiale.

Le statistiche, anche se importanti, non sempre lasciano vedere tutta la realtà né la vitalità religiosa né la trascendenza del continente latinoamericano. Ci sono segni di rinnovamento che oltrepassano i numero astratti. Al tempo stesso, ci sono segni che interpellano il continente della speranza: la nascita di nuove comunità cristiane in Asia e Africa e la necessità urgente di nuovi missionari, la crisi vocazionale in alcuni paesi dell'occidente, lo spostamento dal "nord" al "sud" (e il peso del cristianesimo in questa realtà) mentre l'America Latina diventa un ponte tra occidente e il terzo mondo.42

Giovanni Paolo II riassume la sua esperienza personale dopo i viaggi pastorali: "Ho potuto osservare personalmente e direttamente, la vitalità di quelle Chiese... La Chiesa in America Latina vive una tensione spirituale e apostolica propria ed è entrata in un'avvento speciale, per disporsi a celebrare Cristo Salvatore il cui messaggio è arrivato alle terre americane da 500 anni fa".43

L'avvicinarsi del terzo millennio del cristianissimo fa dell' America Latina il continente della speranza missionaria per tutta la Chiesa. Il suo risveglio missionario interessa tutti i cristiani nel compito comune dell'evangelizzazione "ad gentes". Il suo destino è provvidenziale. La sua importanza può diventare decisiva come stimolante per altre Chiese locali. "Il terzo millennio della storia della Chiesa spera molto dall'America Latina, a cui la divina Provvidenza, nei suoi arcani giudizi, potrebbe chiamare ad attuare un compito rilevante nel mondo e in tutta l'opera dell'evangelizzazione 'ad gentes'. Per ciò, in quest'ora importante, vi esorto a prendere un impegno d'insieme di Pastori e di fedeli".44

42    ? Cfr. Ha llegado tu hora, el deber misionero de América Latina, DEMIS-CELAM, Bogotá 1984; R. AUBRY. Signos indicadores (La misión "ad gentes" desde América Latina), DEMIS-CELAM, Bogotá 1984.

43    ? GIOVANNI PAOLO II, Disc. al COGECAL, 28 aprile 1986: Insegnamenti X/1, 1987, 1447.

44    ? GIOVANNI PAOLO II, Disc. a Cartagena, Col., 6 luglio 1986: Insegnamenti, IX/2, 1986, 190.

Page 29: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

29

L'invito fatto da Giovanni Paolo II nell'enciclica "Redemptoris Missio" a tutte le Chiese particolari, anche alle giovani e poveri, presenta come modello l'orientamento dato dal documento di Puebla per tutta l'America Latina.45

Al tempo stesso, la situazione nell'America Latina continua a essere, in molti settori, di prima evangelizzazione. Prescindendo dai territori che ancora dipendono dalla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, si deve riconoscere l'insufficienza del personale apostolico, sacerdotale, religioso e laicale46. Non dobbiamo dimenticare che probabilmente ci sono circa 40 milioni di indigeni e 50 milioni di afroamericani (dei quali circa 37 milioni nel Brasile), oltre i numerosi asioamericani ed emigranti di altre religioni, che hanno bisogno di una azione missionaria che giunga alle loro radici culturali e alla loro situazione concreta.47

Nel momento storico attuale si apprezza ogni volta di più la ricchezza della testimonianza e dell'eredità cristiana latinoamericana. Ci troviamo di fronte ad una occasione storica unica e forse irrepetibile. "La Chiesa in Latinoamerica... è chiamata a dare un'anima cristiana a questa situazione di cambiamenti audaci e accelerati"48. "La Chiesa di tutta l'America Latina, se mantiene la sua fedeltà a Cristo, potrà essere luce che illumini il mondo perché progredisca nella via della solidarietà".49 Di fronte a questa situazione, bisogna domandarsi sulla dimensione missionaria "ad gentes" del quinto centenario. Senza questa dimensione, non si potrebbe celebrare la fede ricevuta. L'invito del Papa per una "nuova evangelizzazione", punta ad

45    ? "Ogni Chiesa particolare deve aprirsi generosamente alle necessità delle altre... A questo riguardo, resta esemplare la dichiarazione dei Vescovi a Puebla: 'Finalmente è giunta l'ora per l'America Latina... di proiettarsi oltre le sue frontiere, ad gentes. E' certo che noi stessi abbiamo ancora bisogno di missionari, ma dobbiamo dare della nostra povertà" (RMi 64; cfr. Puebla 368).

46    ? Secondo le ultime statistiche, ci sono in America Latina il 42,42% dei cattolici del mondo, mentre dispongono solo del 13,05% dei sacerdoti. Il numero dei cattolici per ogni sacerdote sarebbe di 7.500 (o di 10.000 abitanti) (però a Cuba sarebbe di 20.000). In Italia ci sono circa 950 cattolici per ogni sacerdote. Statistiche più precise in: Annuarium statisticum Ecclesiae 1989 (edizione di 1992).

47    ? Nel messaggio della quaresima di 1992, Giovanni Paolo II denuncia una situazione di ingiustizia che deriva dal fatto di non aver messo in pratica il Vangelo, ed invita ad un impegno di evangelizzazione: "Cinque secoli della presenza del Vangelo in quel continente non hanno portato ancora ad un'equa distribuzione dei beni della terra; ciò addolora soprattutto quando si pensa ai più poveri tra i poveri: i gruppi indigeni e, uniti ad esse, molti 'campesinos', feriti nella loro dignità, perché privati anche dei più elementari diritti, che pure fanno parte dei beni destinati a tutti" (Messaggio di Quaresima, "Osserv. Romano" sabato 29.2.92, p.5). Secondo l'enciclica "Centesimus annus", "La dottrina sociale ha di sé il valore di uno strumento di evangelizzazione: in quanto tale, annuncia Dio ed il mistero di salvezza in Cristo ad ogni uomo e, per la medesima ragione, rivela l'uomo a se stesso" (CA 54; cfr. RMi 37).

48    ? GIOVANNI PAOLO II, Disc. a Cartagena, Col., 6 luglio 1986: Insegnamenti, IX/2, 1986, 192.

49    ? GIOVANNI PAOLO II, Buenos Aires, 10 aprile 1987: Insegnamenti X/1, 1987, 1210-1211.

Page 30: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

30

un rinnovamento evangelico che diventi "una grande spinta missionaria": "Il prossimo centenario... della prima evangelizzazione, c'invita ad una nuova evangelizzazione dell'America Latina, che faccia sorgere, con più forza - come quella delle origini - una sorgente di santità, un grande impulso missionario, un'ampia creatività catechetica, una manifestazione feconda di collegialità e comunione, una lotta evangelica per la dignità dell'uomo, per poter generare, sin dal seno dell'America Latina, un grande futuro di speranza".50

L'eredità ricevuta soltanto si potrà ringraziare in un modo coerente nella stessa linea di gratuità con cui è stata data da Dio: "La Chiesa di Dio... erede di una così ricca tradizione evangelizzatrice, deve essere sempre missionaria"51. "Sarebbe una nuova grazia del Signore che, dopo aver ricevuto tanto, noi potessimo dare di più ad altri continenti che ci chiamano: 'Vieni ad aiutarci' (At 16,9)".52

I Sommi Pontefici hanno manifestato frequentemente la speranza nella missionarietà "ad gentes" dell'America Latina. In occasione della 1ª Conferenza dell'Episcopato Latinoamericano a Rio de Janeiro (1955), diceva Pio XII: "Abbiamo la gioiosa speranza che l'America Latina si offrirà in breve, con forte decisione, ad adempiere la missione che la Divina Provvidenza sembra aver affidato a questo immenso continente, che si vanta della sua fede cattolica, di prendere parte preferente nel nobilissimo compito di comunicare anche agli altri popoli, i preziosi doni della pace e della salvezza".53

L'aiuto missionario che ha ricevuto e ancora riceve l'America Latina, è stato ed è ancora fermento e stimolo per svegliare la responsabilità missionaria di quelle Chiese locali. Diceva Giovanni Paolo II, citando Pio XII: "Siamo certi che i benefici ricevuti adesso saranno ridati posteriormente raddoppiati. Arriverà un giorno in cui l'America Latina potrà restituire a tutta la Chiesa di Cristo quello che ha ricevuto".54

50    ? GIOVANNI PAOLO II, Aloc. 12 ottobre 1984, ai Vescovi del CELAM: Insegnamenti, VII/2, 1984, 896.

51    ? GIOVANNI PAOLO II, Viedma, 7 aprile 1987: Insegnamenti, X/1, 1987, 1136.

52    ? Questa è stata la conclusione del documento pubblicato da un gruppo di esperti missionari dell'America Latina, raggruppati dal "Departamento de Misiones" del CELAM (25 luglio 1984). Vedi in: Ha llegado la hora. El deber misionero universal de América Latina, Bogotá, DEMIS-CELAM 1984, p.16.

53    ? PIO XII, Ad Ecclesiam Christi, 29 luglio 1955: AAS 47, 1955, 541.

54    ? GIOVANNI PAOLO II, Disc. al CELAM, Rio de Janeiro, 2 de luglio 1980, nel 25º di questa istituzione: Insegnamenti III/2, 1980, 32. Cita a Pio XII: Ad Ecclesiam Christi, 29 luglio 1955: AAS 47, 1955, 539-544.

Page 31: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

31

Le chiamate di Giovanni Paolo II sono state frequenti, in occasione dei suoi viaggi pastorali e dei messaggi nei congressi di ogni sorte. Alle volte si fondamentano sul mandato missionario di Cristo che deve essere ascoltato oggi poiché è sempre attuale: "Chiesa di America Latina! Cristo ti parla con le stesse parole con cui parlò allora (cita Mc 16,15 e At 1,8) e t'invia a predicare la Buona Novella ad ogni creatura, come inviò gli Apostoli il giorni dell' Ascensione"55. Altre volte, come nel COMLA 3 di Bogotà, il Papa spinge a ringraziare la fede ricevuta: "America Latina... deve saper comunicare agli altri la fede ricevuta, per mezzo della condivisione delle grazie particolari che hanno accompagnato il dono della fede".56

Nella prossimità del terzo millennio del cristianesimo, con i cambiamenti accelerati che si intuiscono e la potenzialità virtuale dell'America Latina riguardo l'evangelizzazione universale, fanno vedere la chiamata del Papa ancora più urgente: "Quando si avvicina l'inizio del terzo millennio del cristianesimo, l'America deve sentirsi chiamata a farsi presente nella Chiesa universale e nel mondo con una rinnovata azione evangelizzatrice. che manifesti la potenza dell'amore di Cristo a tutti gli uomini e semini la speranza cristiana in tanti cuori assetati del Dio vivo"57. Si tratta dell "ora missionaria" dell'America Latina, del suo "kairos": "E' arrivata per tutta l'America Latina l'ora di intraprendere una evangelizzazione senza frontiere"58. "La vostra ora missionaria... e' l'impegno che proviene da una eredità ricevuta".59

Tutti questi inviti e chiamate si possono riassumere nel discorso del Cardinale Prefetto Josef Tomko nell'inaugurazione del COMLA 3 a Bogotà: "Oggi, alla luce dei segni dei tempi, lo spirito chiama la Chiesa nell'America Latina, tutte e ognuna delle Chiese particolari, le comunità, i presbiteri, i religiosi, gli istituti, tutti e ognuno dei battezzati, a rispondere in maniera decisa e senza condizionamenti all'impegno assunto in Puebla... Nel nome di Cristo, della Chiesa universale, del Santo Padre, in nome della moltitudine di

55    ? GIOVANNI PAOLO II, Clausura Vº Congresso Eucaristico e Mariano dei paesi bolivariani, Lima, 15 maggio 1988: Insegnamenti XI/2, 1988, 1426.

56    ? GIOVANNI PAOLO II, Messaggio al COMLA 3, 6 luglio 1987: Insegnamenti X/3, 1987, 35-39.

57    ? GIOVANNI PAOLO II, Salta, Argentina, 8 aprile 1987: Insegnamenti X/1, 1987, 1179.

58    ? JUAN PABLO II, Discorso nella cattedrale di Bogotà, 1 luglio 1986: Insegnamenti, IX/2, 1986, 23.

59    ? GIOVANNI PAOLO II, Disc. in Tumaco, 4 luglio 1986, Insegnamenti IX/2, 1986, 105.

Page 32: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

32

uomini poveri di Cristo, vi esorto, vi convoco, fratelli, ad assumere questa responsabilità".60

La risposta a queste chiamate deve venire da una logica evangelica. Se l'America Latina non da dalla sua povertà, rimarrà definitivamente impoverita.. "Dobbiamo entrare in un'ottica nuova, superare le paure e reticenze, ed afferrarci alla logica del Vangelo. Invece di impoverirci, questa generosa apertura missionaria è grazia di rinnovamento e stimolo per le nostre comunità cristiane".61

La risposta generosa dell'America Latina alla chiamata del Papa sulla vicinanza ai poveri, è un segno che anche saprà rispondere alla stessa chiamata sulla solidarietà con i più poveri, cioè, con coloro che non hanno ancora ricevuto l'annuncio evangelico. Si tratta di andare ai doppiamente poveri, cioè ad altre Chiese e comunità non sufficentemente impiantate e che, come conseguenza, non hanno i segni permanenti della presenza di Cristo risorto.

2. Il passaggio da una comunità evangelizzata a una comunità evangelizzatrice

E' facile percepire che l'America Latina ha fatto dei grandi passi riguardo la collaborazione apostolica per l'evangelizzazione "ad gentes". Il processo sembra sorprendente e anche promettente per il futuro. Sembra che si esca da un circolo vizioso, che consisteva nel pensare che non si può dare personale apostolico mentre non si abbia un numero sufficiente di apostoli (il che diventerebbe un impoverimento sistematico).

Tutti sanno che il continente della speranza è stato durante secoli il punto di arrivo di migliaia di missionari. Questo aiuto generoso di altre Chiese è aumentato in modo considerevole come risposta agli inviti di Pio XII, Giovanni XXIII e Paolo VI, e continua ad essere una realtà lodevole.62

Esiste una impressione, abbastanza generalizzata,sulla deficiente collaborazione dell'America Latina riguardo la missione "ad gentes"63. Ma in questi ultimi anni si può apprezzare un grande cambiamento. Nel 1990, una

60    ? Cfr América, llegó tu hora de ser evangelizadora, Bogotá, COMLA 3, 1988, p. 33.

61    ? Card. Juan Landázuri Ricketts, in: Convocatoria del COMLA 4, Lima OMP 1989. Negli Atti del Congresso: Memorias del COMLA 4, Lima, Obras Misionales Pontificias 1991, pp. 20-24.

62    ? Giovanni XXIII inviò una lettera autografa ai vescovi spagnoli (17 di novembre 1962), in cui rivolgeva una chiamata urgente allo scopo di inviare sacerdoti in America Latina. L'episcopato spagnolo decise di inviare 1.500 sacerdoti durante gli anni 1963-1965 (mille sacerdoti e 500 seminaristi teologi). Cfr. Hispanoamérica -87, 25 años de una llamada, "Mensaje Iberoamericano" n. 255 (feb. 1987).

Page 33: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

33

voce importante, l'arcivescovo di Lima, in occasione del COMLA 4, affermava che esiste una "apertura universalista", che "e' parte della dinamica propria di una Chiesa che, superando secoli di dipendenza missionaria, acquista maturità e importanza".64

I vescovi colombiani, nella pastorale sulla celebrazione dei 500 anni dell'evangelizzazione, costatano "una Chiesa la cui vita si manifesta... nell'inizio pieno di speranza di collaborazione alla missione 'ad gentes'".65

Il documento "Instrumento preparatorio" della IVª Conferenza Generale dell'Episcopato Latinoamericano (Santo Domingo 1992), costata un risveglio missionario "ad gentes".66

In America Latina c'è un'aumento considerevole di vocazioni sacerdotali, che incide positivamente nelle vocazioni religiose e dei laici impegnati. Questo aumento è dovuto specialmente al fatto di aver sottolineato la dimensione evangelizzatrice del sacerdozio e della vita consacrata e laicale. Se non ci fosse continuità in questa linea "ad gentes" della pastorale vocazionale o non ci fosse generosità nel dare queste vocazioni ad altre Chiese più povere, certamente il numero verrebbe diminuito nei prossimo anni.67

63    ? S. GALILEA, La responsabilidad misionera de América Latina, o.c., p. 25: "La situación misionera 'al exterior', fuera de las fronteras de las Iglesia locales (misión 'ad gentes') deja en América Latina dudas inquietantes sobre su madurez misionera y por tanto católica".

64    ? A. VARGAS ALZAMORA, Arc. di Lima, 30 agosto 1990, prologo a: El valor de salir (di R. Ballán, Lima, OMP 1990).

65    ? Exhot. Pastoral de los Obispos de Colombia, sobre los 500 años de evangelización de América, 12 ott. 1991, "Osserv. Rom." (sp.), 10 gennaio 1992 , pp. 11-12. Nella conclusione aggiungono un impegno concreto: "Trabajaremos con renovado interés porque la Iglesia colombiana, como muesra de agradecimiento por la fe recibida, la lleve a otras tierras, a otros hombres y mujeres que no conocen a Cristo".

66    ? CELAM (IV Conferencia), Instrumento preparatorio, Elementos para una reflexión pastoral en preparación de la IV Conferencia General del Episcopado Latinoamericano, Santo Domingo 1992, nn. 776-783: "Puebla optó porque la Iglesia latinoamericana fuera una Iglesia misionera... tanto al interior de nuestro continente como "ad gentes". Se puede hablar de un crecimiento del espíritu misionero en América Latina actualmente... A la base de este esfuerzo está la solidaridad nacida de la conciencia de Iglesia universal... Se está multiplicando en América Latina el envío de presbíteros, religiosos, religiosas y laicos como misioneros a otros continentes. Para ello se han fundado congregaciones religiosas y hay diócesis que lo hacen de una manera sistemática y organizada. Otros hechos positivos en este campo son la creación de asociaciones de laicos misioneros y la realización de cursos especializados para preparar misioneros ad gentes".

67    ? Secondo l'Annuarium Statisticum Ecclesiae di 1989 (pubblicato nel 1992), in America Latina il numero totale di sacerdoti diocesani e religiosi è di 53.177. Fratelli: 8.882. Religiose: 128.051. Candidati di Filosofia e Teologia (diocesani e religiosi): 24.406. C'è un'aumento riguardo agli anni precedenti. Però si costata una diminuzione delle vocazioni in alcuni Istituti religiosi, probabilmente dovuto ad una problematica interna di critica non costruttiva riguardo alla Chiesa o anche alla mancanza di esigenze evangeliche. Il rapporto tra l'aumento delle vocazioni e l'indirizzo universalista è stato messo in evidenza

Page 34: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

34

Nell'incontro organizzato dal DEMIS-CELAM, nei giorni 5-8 febbraio 1992, con la partecipazione dei rappresentati delle Conferenze Episcopali ("Departamentos de Misiones") e dei Direttori delle Pontificie Opere Missionarie, si pubblicò un documento che riassume così il livello missionario del continente: "La Chiesa in America Latina vive un tempo di grazia, che si manifesta nell'aumento delle vocazioni e nei recenti invii di gruppi missionari ad gentes".68

Nell'America Latina il personale inviato "ad gentes" è aumentato continuamente durante gli ultimi anni, però è difficile dare delle statistiche esatte. Non si deve dimenticare il numero molto elevato di missionari latinoamericani che lavorano in altre Chiese particolari e povere del continente. Nel 1987, in occasione del COMLA 3 a Bogotà, si parlava di 2.000; oggi saranno circa 3.000 missionari "ad gentes" fuori di America Latina (tra i 200.000 di tutta la Chiesa).69

Il personale latinoamericano inviato "ad gentes" procede da diverse Istituzioni: Ordini Religiosi che si trovano in America Latina quasi sin dall'inizio dell'evangelizzazione (francescani, domenicani, gesuiti, mercedari, agostiniani, carmelitani, ecc.)70, Istituti missionari fondati nel continente71, Istituti Missionari venuti da fuori e che hanno vocazioni latinoamericane nella missione "ad gentes"72, diocesi che hanno iniziato

dal documento: Sviluppi della pastorale delle vocazioni nelle Chiese particolari (Congregazioni per l'Educazione Cattolica e per gli Istituti di Vita consacrata, 6 gennaio 1992), n. 46.

68    ? Documento: Aporte misionero de las Comisiones Episcopales de Misiones y de las Obras Misionales Pontificias de A.L. para la IVª Conferencia General del Episcopado Latinoamericano en Santo Domingo 1992, Santa Fe de Bogotá, DEMIS-CELAM, 5-8 febrero 1992.

69    ? Vedere alcuni dati più precisi in: R. BALLAN, El valor de salir, la apertura de América Latina a la misión universal, Lima, Edic. Paulinas 1990, pp.146-150. I dati che presento nel mio studio li ho ricevuto (nel 1992) specialmente da alcuni Direttori delle Pontificie Opere Misionarie di A.L. o anche direttamente dalle Istituzioni interessate.

70    ? C'è stato sempre personale apostolico di queste istituzioni evangelizzando in altri continenti.

71    ? Messico: Missionari di Guadalupe (123, dei quali 63 nei paesi di missione), Clarisse Missionarie del Santissimo Sacramento (36 latinoamericane nei paesi di missione che lavorano con 113 missionarie native di questi paesi), Missionari di Cristo, Istituto Missionari Laici (IMIS), Missionarie del Sacro Cuore di Gesù "Ad Gentes". Colombia: Instituto de Misiones Extranjeras de Yarumal (179, dei quali 36 in Africa), Misioneras de Santa Teresita (circa 600, con 17 in Africa), Hermanas Hijas de Nuestra Señora de las Misericordias, Misioneras de María Inmaculada (de la Madre Laura) (circa 980, con 15 in Africa). Brasile: Misioneras de Jesús Crucificado (circa 1.200).

72    ? Francescane Missionarie di Maria (circa 20 latinoamericane in Africa), Serve dello Spirito Santo (circa 22 latinoamericane fuori del continente nei paesi di missione), Missionari del Verbo Divino (circa 30 latinoamericani nei paesi di missione), Missionari de la Consolata (40 latinoamericani in Africa), Missionarie della Consolata (39 latinoamericane in Africa), Missionari Comboniani (61 latinoamericani in Africa), Missionarie Comboniane (116 latinoamericane con 38 in Africa), Missionari Saveriani (da 133

Page 35: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

35

sistematicamente l'aiuto alle Chiese sorelle (sacerdoti "fidei donum" e anche laici)73, altre istituzioni religiose che hanno missionari latinoamericani "ad gentes"74.

Questo fatto di aver dato missionari "ad gentes" e anche aver inviato personale apostolico ad altre Chiese più bisognose del continente, ha migliorato la distribuzione degli apostoli nelle proprie Chiese locali.75

E' da ricordare che altre Chiese più giovani e più povere di altri continenti hanno dimostrato una grande generosità missionaria, non soltanto inviando personale ma anche fondando Istituti missionari autoctoni (Filippine, India, Corea, Nigeria, Kenya...). Alcuni di questi missionari (asiatici principalmente) svolgono il servizio apostolico in America Latina. Di loro è stato detto: "malgrado la loro maggiore povertà... hanno capito che la Chiesa, per il fatto di essere Chiesa, dal momento della sua nascita deve essere missionaria".76

Non si può tralasciare il fatto che sono stati inviati molti missionari (anche all'America Latina) dalle nazioni dell'est europeo durante il tempo di persecuzione, specialmente procedenti da Polonio e Croazia.77

latinoamericani, 22 sono nei paesi di missione), Missionarie Saveriane, Società delle Missioni Africane, Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME) etc.

73    ? Ci sono diocesi  di Messico, Colombia, Brasile, Argentina, etc., che hanno inviato sacerdoti diocesani e laici da Chiesa a Chiesa.

74    ? Figlie di Maria Aussiliatrice (35 latinoamericane in Africa e Asia), Domenicane della Presentazione (21 latinoamericane in Africa), Terziari e Terziarie Capucine della Sacra Famiglia (30 misionerie latinoamericane tra Africa e Asia), Salesiani (54 latinoamericani tra Africa e Asia), Fratelli Maristi (43 latinoamericani tra Africa e Corea), Istituto Apostolico "Verbum Dei" (8 membri in paesi di missione), Carmelitane Missionarie e Carmelitane Missionarie Teresiane, Compagnia di Santa Teresa, Domenicane dell'Annunciata, Religiose ICAS (8 in Angola), Missionarie della Madonna della Luce, Missionarie eucaristiche della Santissima Trinità, Scolopie, ecc. E' da lodare il contributo speciale di alcuni paesi: Brasile con 900 missionari fuori del paese dei quali 411 tra Africa, Asia e Oceania; Messico con 922 missionari e missionarie fuori del continente; Colombia con 175 (278 fuori di Colombia). Il Seminario Intermisionale di Bogotà ha nel 1992, 94 seminaristi provenienti da 13 giurisdizioni missionarie di Colombia.

75    ? A. DE SILVA, Intercomunhâo das Igrejas locais e distribuçâo dos agentes de evangelizaçâo, "Igreja e Missâo" 34 (1982) 263-295; J. ESQUERDA BIFET, La distribución del clero, Burgos 1972. Idem, Cooperación entre Iglesias particulares y distribución de efectivos apostólicos, "Euntes Docete" 34 (1981) 427-454 (commento a "Postquam Apostoli").

76    ? Card. J. TOMKO, Discorso nell'inaugurazione del COMLA 3: América llegó tu hora, o.c., Bogotá 1988, pp. 15-39. Il Prefetto del Dicastero Missionario offre delle statistiche dei missionari "ad gentes" procedenti dalle Filippine (1.100), dall'India (più di 2.00), dal Giappone (350), Corea, Thailandia, Vietnam, Taiwan e alcuni paesi africani (Nigeria, Maurizio, Tanzania, Kenya, ecc.).

77    ? Due Tesi di Laurea, che vengono presentate nell'Urbaniana quest'anno 1992, hanno dimostrato questo contributo prezioso da parte delle Chiese perseguitate, specialmente inviando clero diocesano in un modo sistematico e organizzato: "La missionarietà del sacerdote diocesano dall'enciclica 'Fidei donum' all'enciclica 'Redemptoris Missio', applicata alla Chiesa in Polonia" (Andrzej Bakalarz); "Il movimento missionario del clero diocesano nella Chiesa: croati nel contesto storico-teologico" (Ivancic Stipe).

Page 36: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

36

3. Le tappe di un processo missionario

La crescita dello spirito e della collaborazione missionaria in America Latina ha avuto una preparazione e ha ancora, degli stimoli e degli aiuti peculiari, senza dei quali sarebbe inspiegabile.

Le Conferenze Generali dell'Episcopato Latinoamericano sono state un fattore determinante: Rio de Janeiro (1955), Medellín (1968), Puebla (1979), Santo Domingo (1992). Nella prima Conferenza di Rio de Janeiro, il Papa Pio XII stimolò questa apertura con un'annuncio profetico: "Arriverà un giorno in cui l'America Latina sarà in grado di restituire alla Chiesa di Cristo quello ha ricevuto"78. Medellín, senza parlare direttamente della missione "ad gentes", aprì la strada ad una collaborazione più consapevole tra le Chiese di América Latina, fondata sulla comunione della Chiesa universale.79

Il documento di Puebla (1979) ha espresso chiaramente la decisione di aprire l'America Latina alla missione "ad gentes", nel marco di tutte le opzioni pastorali. Il testo è già universalmente conosciuto come testo programmatico ed è stato citato frequentemente dai documenti del magistero locale e universale, e nei Congressi ed incontri missionari. Il Papa Giovanni Paolo II lo ha citato molte volte e in modo speciale nell'enciclica "Redemptoris Missio": "Ogni Chiesa particolare deve aprirsi generosamente alle necessità delle altre... A questo riguardo, resta esemplare la dichiarazione dei Vescovi a Puebla: 'Finalmente è giunta l'ora per l'America Latina... di proiettarsi oltre le sue frontiere, ad gentes. E' certo che noi stessi abbiamo ancora bisogno di missionari, ma dobbiamo dare della nostra povertà" (RMi 64; cfr. Puebla 368).80

78    ? PIO XII: "Ad Ecclesiam Christi", 29 luglio 1955: AAS 47, 1955, 539-544. Citato da GIOVANNI PAOLO II, Disc. al CELAM, Rio de Janeiro, 2 luglio 1980, nel 25º di questa istituzione: Insegnamenti III/2, 1980, 32.

79    ? J.F. GORSKI, El desarrollo histórico de la misionología en América Latina, La Paz 1985. Idem, Aporte misionero de Medellín, en: Medellín, reflexiones en el CELAM, Madrid, BAC 1977, 225-243.

80    ? "Redemptoris Missio" n. 64. Documento de la Conferencia General del Episcopado Latinoamericano en Puebla, México, 2941 (368). L'enciclica missionaria cita anche Puebla nel tema della vicinanza ai poveri (RMi 60, Puebla 1142). Vedere il contesto missionario del testo di Puebla e l'influsso posteriore, in: R. BALLAN, o.c., pp. 103-106. Lo studio di F. GORSKI (El desarrollo histórico de la misionología en A.L.) conclude: "Estas palabras de Puebla constituyen la declaración más clara de la historia del Episcopado latinoamericano sobre su responsabilidad misionera universal. Son la respuesta, después de casi una generación, a la esperanza formulada por el Papa Pío XII antes de la Conferencia de Rio en 1955" (o.c., 299).

Page 37: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

37

La IVª Conferenza Generale in Santo Domingo (ottobre di 1992) punta ad un obiettivo evangelizzatore segnalato da Giovanni Paolo II: "Nuova evangelizzazione, promozione umana, cultura cristiana". Il tema viene inquadrato nella prospettiva della fede: "Gesù Cristo ieri, oggi e sempre" (cfr. Eb. 13,8). La "nuova evangelizzazione", descritta dal Papa in "Redemptoris Missio", significa un rinnovamento della comunità cristiana (che abbraccia i campi (ambiti) geografici, sociologici e culturali a scopo di una disponibilità impegnativa per la missione universale. I documenti preparatori e di consulta non tralasciano l'indirizzo dell'evangelizzazione "ad gentes"81. L'adunanza organizzata dal DEMIS-CELAM nel febbraio 1992 ha presentato un contributo per fare il testo più esplicitamente missionario.82

I Congressi Missionari sono stati decisivi per il risveglio e l'impegno missionario dell'America Latina. Alcuni si sono celebrati periodicamente a livello nazionale (Messico, Peru, Colombia, Argentina, Ecuador, Brasile, Bolivia...), organizzati dalle Pontificie Opere Missionarie. Però i Congressi che hanno avuto un influsso determinante a livello continentale e anche mondiale, sono i Congressi Missionari Latinoamericani (COMLA): Torreón e Tlaxcala (Messico) negli anni 1977 e 1983; Bogotà nel 1987; Lima nel 1991. Il prossimo si terrà in Brasile (nel 1995). La loro finalità è ben precisa: "La finalità dei COMLA consiste nel coordinamento degli sforzi a livello continentale, allo scopo di animare le Chiese locali in America Latina ad assumere la loro propria responsabilità missionaria nel campo della evangelizzazione di tutti i popoli".83

Il COMLA 1 (Torreon, Messico, 1977) aveva iniziato la preparazione come nazionale numero sette di Messico, promosso dalle Pontificie Opere Missionarie (il Direttore era Mons. Enrique Mejía) e dalla Commissione Episcopale per le Missioni (il Presidente era Mons. Luís Munive). Ho voluto accennare a questi particolari di un evento provvidenziale per il risveglio missionario a livello continentale con delle conseguenze che non si potevano

81    ? Vedere: Instrumento preparatorio, seconda edizione, nn. 776-785 (Iglesia misionera). AA.VV., Hacia la cuarta conferencia, Santa Fe de Bogotá, CELAM 1992. Vedere altri documenti: CELAM (IV Conferencia General), Nueva evangelización, promoción humana, cultura cristiana, Glosas y comentarios (Texto auxiliar del Documento de Consulta) Bogotá 1991; Memoria indígena (Texto auxiliar del Documento de Consulta), Bogotá 1991; Documento de consulta, nueva evangelización, promoción humana, cultura cristiana, Santo Domingo 1992; Instrumento preparatorio, Elementos para una reflexión pastoral en preparación de la IV Conferencia General del Episcopado Latinoamericano, Santo Domingo 1992.

82    ? Alla fine del capitolo presento questo incontro come una tappa importante nel processo missionario, poiché si tratta di uno studio fatto insieme da parte delle Commissioni Episcopali (DEMIS-CELAM) y delle Pontificie Opere Missionarie.

83    ? COMLA 4, Lima, OMP 1989, p. 7.

Page 38: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

38

prevedere in quel momento. L'idea che prevalse durante il congresso è stata l'affermazione conciliare del Vaticano II: Chiesa "sacramento universale di salvezza" (AG 1). Il messaggio di Paolo VI evidenziò l'ambito continentale della responsabilità missionaria"ad gentes": "Cercate diligentemente l'integrazione delle vostre iniziative in un quadro più largo che faccia di tutta la Chiesa latinoamericana una Chiesa missionaria".84

Il COMLA 2 (Tlaxcala, Messico, 1983), alla luce del moto "Con Maria, missionari di Cristo" (citato nel messaggio di Giovanni Paolo II), tentava di arrivare a questo obiettivo: Incrementare l'animazione missionaria nelle Chiese particolari di America Latina, per arrivare con Maria, Madre e Modello, ad una più stretta cooperazione al servizio della Chiesa, nella sua esigenza salvifica di far presente Cristo in tutto il mondo. L'organizzatore principale, Mons. Luís Munive (Presidente DEMIS-CELAM), fece questa concretizzazione: "L'impegno missionario ad extra sarà una prova dell'autenticità e validità dell'evangelizzazione dell'America Latina ad intra"85. Il messaggio radiofonico di Giovanni Paolo II (17 maggio 1983) invitò ad aprire gli orizzonti nella linea di Puebla, accennando alla luce di Maria, il rapporto tra la missione "ad gentes" e la vitalità di una Chiesa locale.86

Il COMLA 3 (Bogotà, 1987) aveva un motto esigente che fu spiegata dal Papa nel suo messaggio: "America, è arrivata la tua ora di diventare evangelizzatrice", "America, vuole condividere la sua fede". L'obiettivo puntava al Vº Centenario: Suscitare nelle Chiese particolari dell'America Latina il senso missionario, perché in occasione del Vº Centenario della sua

84    ? Insegnamenti XV 1977, 1084-1085. Vedere: V. TURRI, En Torreón nace un compromiso, "Esquila Misional" (Messico), gennaio 1978, 24-31.

85    ? Citato da BALLAN, o.c., p. 126-127. Vedere cronaca e conferenze del Congresso in: COMLA II, Segundo Congreso Misionero Latinoamericano, México, CEM y OMPE 1983.

86    ? "Quieren ofrecer con este encuentro eclesial una válida respuesta de la Iglesia en América Latina a la misión evangelizadora de la Iglesia universal. Y quieren hacerlo comprometiéndose, junto con María, modelo y primera evangelizadora de América, en una más eficaz cooperación en la maravillosa tarea de hacer presente a Cristo en todo el mundo... Esta apertura hacia el mundo misionero será sin duda en beneficio del crecimiento de la vitalidad cristiana y del aumento, también para vuestras diócesis, de nuevas y dinámicas vocaciones que os enriquecerán a vosotros y a toda la Iglesia... Llevad el afán misionero de Cristo siempre y a todas partes, para que el hombre de nuestro tiempo encuentre en El la respuesta a sus angustias, esperanzas y aspiraciones. Para que encuentre a Cristo y lo reconozca como su único y pleno Salvador": Insegnamenti, VI/1, 1983, 1258-1260. Vedere in COMLA II, o.c., p. 7-8. Durante l'inaugurazione del Centro Latinoamericano di Spiritualità e Animazione Missionaria (CLAEM), ho fatto un riassunto del Congresso: "Ha habido doctrina clara, entusiasta y honda. Ha habido también participación responsable, preparada adecuadamente y representativa de toda Latinoamérica, además de otros Continentes. El fruto de los trabajos de años anteriores se ha dejado sentir, sobre todo con el eco o la presencia de misioneros que ya partieron" (ibidem, p. 245).

Page 39: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

39

evangelizzazione, attuino l'impegno voluta da Puebla, di andare oltre le proprie frontiere87.

Tra i contributi dottrinali, del Congresso, oltre il messaggio del Santo Padre, c'è da sottolineare la pressante chiamata del Card. Tomko, che abbiamo citato all'inizio del nostro studio: "lo Spirito chiama la Chiesa in America Latina... a rispondere in maniera decisa e senza condizionamenti all'impegno assunto in Puebla"88. La conferenza di Mons. Aubry sviluppò un tema simile alla nostra riflessione: "L'impegno missionario dell'America Latina nei 500 anni della sua prima evangelizzazione ".89

Il messaggio di Giovanni Paolo II al COMLA 3 di Bogotà è una sintesi di tutte le speranze sulla missione "ad gentes" a partire dell'America Latina. Il Papa fece il commento del motto del Congresso ("America, è arrivata la tua ora di diventare evangelizzatrice") sottolineando con insistenza la necessità di svegliare la coscienza missionaria della Chiesa particolare. Si tratta di "suscitare nelle Chiese particolari di America Latina il senso missionario", perché possano "attuare il loro impegno di andare oltre le proprie frontiere". Gli indirizzi di Giovanni Paolo II fanno riferimento al significato missionario "ad gentes" del Vº Centenario e dell'arrivo del terzo millennio.90

87    ? "El Congreso de Bogotá vio el mismo problema (de la misión) como una necesidad vital para la existencia misma de la Iglesia en América Latina"(R. BALLAN, El valor de salir, o.c., p. 96. Cronaca, conferenze e altri documenti in: América, llegó tu hora de ser evangelizadora, COMLA 3, Bogotá 1988. Il Congresso, dovuto al numero dei partecipanti, aveva due sedi con temario simile (il tema mariano si sviluppò solo nella sede B). Le Pontificie Opere Missionarie di Colombia (Direttore Manuel Agudelo e collaboratori), dimostraron una grande capacità di organizzazione e di accoglienza.

88    ? La chiamata a dare dalla propria povertà significa darsi "ai fratelli che sono doppiamente poveri" (América, llegó tu hora..., COMLA 3, n.5).

89    ? América, llegó tu hora, o.c., cap. II, pp. 75-98. Dopo aver riassunto l'invito del Papa sulla nuova evangelizzazione e aver presentato le situazioni interne di A.L., indica le linee della missione "ad gentes" da parte del continente latinoamericano: è la sua vocazione storica, missione che nasce dalla Pasqua, da vita alle Chiese locali; la missione "ad gentes" nasce dalla stessa povertà e ha delle caratteristiche peculiari che sono eminentemente evangeliche.

90    ? "Al final del segundo milenio cristiano, la Iglesia, que es 'misionera por naturaleza', no puede cerrar los ojos a semejante panorama y a tales exigencias. Para que América Latina pueda responder a este permanente llamado que hace la Iglesia universal, ha de saber comunicar a los demás la fe recibida, compartiendo las gracias particulares que han acompañado el don de la fe. Durante este medio milenio de vida cristiana en América Latina, el Espíritu Santo ha enriquecido con sus dones a las diversas comunidades de creyentes concediéndoles grandes santos y numerosos misioneros. De este modo se han ido preparando los caminos para poder llevar ahora el Evangelio al mundo de hoy, en todos sus espacios y ambientes. No se puede olvidar que vuestra hora misionera es el compromiso de una herencia recibida". En el marco de la Iglesia particular, el Papa señala la responsabilidad peculiar de obispos, sacerdotes, religiosos y laicos". Cfr. America, llegó tu hora de ser evangelizadora, COMLA 3, Bogotá 1988, pp. 9-14. Insegnamenti, X/3, (1987) 35-39.

Page 40: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

40

Il COMLA 4 (Lima, Perù, 1991) tentò di approfondire l'impegno missionario prendendo la fede come punto di partenza: "America Latina, dalla tua fede invia missionari". La preparazione del Congresso è durata tre anni, e riuscì a far prendere coscienza missionaria da parte di molti settori dell'America Latina guardando al Vº Centenario, alla IV Conferenza Generale dell'Episcopato in Santo Domingo (1992) e al terzo millennio del cristianesimo. Nel Congresso di Lima furono assunti e approfonditi gli impegni missionari dei Congressi precedenti. La nota peculiare del COMLA 4 fu il tono di animazione missionaria di tutta la comunità cristiana, per poter arrivare a tutti i settori del Popolo di Dio, puntando a quattro campi: azione, animazione, formazione e organizzazione. Il Cardinale Josef Tomko, Prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e inviato speciale de Santo Padre, fece il rapporto tra gli obiettivi del COMLA 4 con il COMLA 3: : "dare dalla propria povertà... dare dalla ricchezza della propria fede".91

Il Messaggio del Papa, citando brani della recente enciclica missionaria "Redemptoris Missio", presentò degli indirizzi concreti e stimolanti. Accennò al contributo missionario come frutto dei Congressi precedenti: "Oggi sono molti i missionari latinoamericani che evangelizzano nei cinque continenti, e a questo frutto hanno collaborato certamente i Congressi, così come la preghiera, i sacrifici e la donazione generosa di tante persone. Però, come sapete bene, questo numero non è ancora sufficiente". Ricorda nuovamente il mandato missionario, facendo riferimento ai numerosi santi e missionari della storia latinoamericana e invita a prendere i santuari mariani come fermento di rinnovamento e di evangelizzazione senza frontiere.92

I discorsi di Giovanni Paolo II nei suoi viaggi pastorali (oltre i messaggio che abbiamo citato in occasione dei COMLA) sono un arsenale di dottrina missionaria "ad gentes", una catechesi costante e progressiva per formare la coscienza delle Chiese particolari e di tutte le persone e settori del

91    ? "Si en el tercer COMLA, celebrado en Bogotá, se fijó como objetivo el dinamizar una respuesta eficaz al compromiso misionero de la Iglesia universal que está en el Continente, para dar 'desde su pobreza', este Congreso tiene ahora la responsabilidad de motivar a todas las fuerzas eclesiales de América Latina, para que 'dé desde su riqueza'... desde la riqueza de su fe". Cfr. Memorias del COMLA 4, Lima, Obras Misionales Pontificias 1991. La publicazione citata raccoglie: preparazione, conferenze, omelie, testimonianze, cronaca e altri documenti. La Direzione (P. Mario Mazzoni) e i collaboratori delle POM puntarono a tutte le vocazioni e settori. E' stato straordinario l'ecco dei congressi nei seminaristi.

92    ? "Os invito a cumplir este deber misionero universal para poder afrontar más evangélicamente vuestra realidad... ¿Qué mejor modo de conservar la herencia cristiana recibida de vuestros santos, que comprometerse a compartir estos dones de Dios con otros pueblos?". Vedere il messaggio del Papa in: Memorias del COMLA 4, o.c., pp. 82-84.

Page 41: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

41

Popolo di Dio. E' una chiamata continua ad una apertura "ad gentes", in occasione della preparazione del Vº Centenario. Abbiamo citato nel nostro studio dei brani che raccolgono questa chiamata fatta in località che sono la memoria missionaria del nostro tempo: Haiti, Santo Domingo, Brasilia, Piura, Iquitos, Chiquinquirà, Cartagena, Tumaco, Maipù, Puerto Montt, Viedma, Salta, Salto, Sucre, Trinidad, Encarnación, Veracruz...93

Giovanni Paolo II, durante i suoi viaggi in America Latina sin dal 1979, ha invitato ad una apertura responsabile verso l'evangelizzazione universale. sarebbe facile seguire, da paese a paese, queste chiamate missionarie. In questo catechismo missionario si possono distinguere vocazioni e settori. I messaggi rivolti ai COMLA li abbiamo visti in questi studio. Il Papa sottolinea il dovere missionario specialmente delle Chiese particolari, richiamando l'attenzione delle Conferenze Episcopali e dei singoli Vescovi 94. La vocazione e il ministero sacerdotale hanno un'esigenza missionaria "ad gentes", per il fatto di partecipare alla stessa missione di Cristo, di appartenere alla Chiesa particolare e di collaborare in modo particolare con i propri Vescovi95. La vita consacrata e contemplativa equivale ad una disponibilità permanente (preghiere, sacrifici, collaborazione) riguardo alla Chiesa universale96. La vocazione laicale è anche un impegno missionario senza frontiere attuato specialmente come fermento evangelico nelle strutture umane.97

93    ? Vedere i discorsi del Papa, oltre che negli "Insegnamenti", nelle pubblicazioni fatte nei singoli paesi per ogni viaggio. R. BALLAN ne fa una sintesi molto completa dopo uno studio su circa 500 documenti: El valor de salir, o.c., prima parte, prima sezione.

94    ? Vedere in modo speciale il Messaggio del COMLA 3 (1987) che abbiamo riassunto sopra. Anche i discorsi nella cattedrale di Bogotà (1 luglio 1986), ai Vescovi di Colombia (2 luglio 1986), ai Vescovi di Argentina (12 giugno 1982), ai rappresentanti delle diocesi di Bolivia (12 maggio 1988), al CELAM in Rio de Janeiro (2 luglio 1980), durante le visite "ad Limina" degli anni precedenti il 1992, etc.

95    ? Vedere i discorsi del Papa negli incontri con sacerdoti e nelle ordinazioni sacerdotali: ordinazione sacerdotale in Lima (3 febbraio 1985), in Florida di Uruguay (8 maggio 1988), incontro a Cochabamba di Bolivia (11 maggio 1988), ecc.

96    ? Discorsi in Sâo Paolo (3 luglio 1980), Quito (30 gennaio 1985), alla CLAR in Bogotà (2 luglio 1986), in Maipú di Cile (3 aprile 1987), in Montevideo (31 marzo 1987), in Lima (15 maggio 1988), ecc. Vedere la lettera apostolica alle religiose di clausura di America Latina (12 dicembre 1989) e anche la lettera apostolica "Los caminos del Evangelio", rivolta a tutti i religiosi e a tutte le religiose di America Latina (29 giugno 1990).

97    ? Vedere l'omelia durante la beatificazione di Juan Diego, dei tre bambini martiri di Tlaxcala e del sacerdote José Mª de Yermo y Parres nella Basilica della Madonna di Guadalupe (6 maggio 1990). Cfr. La participación de los laicos en la vida y misión de la Iglesia en América Latina (textos de la reunión de los Obispos Presidentes de Comisiones o Departamentos de Apostolado Seglar de las Conferencias Episcopales de América Latina), Città del Vaticano, Consiglio Pontificio per i Laici 1980.

Page 42: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

42

Oltre la responsabilità missionaria secondo le vocazioni e stati di vita, il Papa domanda il contributo missionario "ad gentes" dei diversi gruppi di persone. Gli indigeni saranno sensibili al fatto di aver ricevuto la fede in mezzo a tante difficoltà (oggi ancora esistenti), diventando responsabili della missione universale come segno di maturità cristiana 98. I giovani saranno sensibili al fatto che molte persone ancora non conoscono Gesù Cristo, e sapranno assumere la responsabilità missionaria senza frontiere con la loro disponibilità e generosità99. Il Papa domanda anche il contributo missionario specifico "ad gentes" da parte dell'infanzia missionaria e di tutti i bambini100, degli ammalati come "sorgente di forza per la Chiesa e per l'umanità"101, de tutti gli agenti di pastorale102, dei movimenti apostolici103.

Durante questi viaggi missionari, il Papa approfondisce temi concreti della dimensione missionaria che ne deriva: Croce, Eucaristia, Spirito Santo, il mondo del lavoro e della cultura, la famiglia, ecc. In questo modo si potrà svegliare la vocazione missionaria specifica104. Il tema mariano è il punto di riferimento di tutti gli altri temi e, al tempo stesso, il luogo dove le Chiese particolari, le vocazioni e i diversi settori della comunità ritrovano la prospettiva universalista della missione.105

In questo processo di semina per passare da una Chiesa evangelizzata a una Chiesa eminentemente evangelizzatrice "ad gentes" (di cui abbiamo

98    ? Discorso in Iquitos, Ecuador (5 febbraio 1985), in Tumaco e Popayán (4 luglio 1986), nella beatificazione di Juan Diego (6 maggio 1990). Il contributo missionario degli indigeni sarà un grande bene per tutta la Chiesa e tutta l'umanità. Vedere: Memoria indígena, texto auxiliar del Documento de Consulta, IV Conferencia General del Episcopado Latinoamericano, Bogotá, CELAM 1991.

99    ? Discorso in Lima a un milione di giovani (2 febbraio 1985) e in Buenos Aires a circa mezzo milione (11 aprile 1987). Vedere uno studio approfondito sul tema gioventù e missione nella dottrina di Giovanni Paolo II, in: E. APARICIO, La educación de la juventud a la misión Ad Gentes en Juan Pablo II (1978-1988), Roma, Pont. Univ. Urbaniana, Dissert., 1990 ("Burgense" 32/1, 1991, 231-278).

100    ? Discorso in Cali, Colombia (4 luglio 1986).

101    ? Discorso in Santiago de Chile (3 aprile 1987). Il Pontefice cita l'esortazione apostolica "Salvifici doloris" n. 31.

102    ? Discorso in Buenos Aires (10 aprile 1987).

103    ? Discorso in Salto di Uruguay (9 maggio 1988).

104    ? Discorso in Tumaco (4 luglio 1986).

105    ? Il Papa dedica alcuni "Angelus" domenicali dell'anno 1992, in occasione del Vº Centenario, per ricordare il valore apostolico dei santuari di America Latina. Vedere anche: Aloc. nel santuario di Chinquinquirá (3 luglio 1986), nel santuario nazionale di Maipú del Chile (3 aprile 1987) e il messaggio al COMLA 3 di Bogotà (6 luglio 1987). I santuari mariani incanalano la forza evangelizzatrice della pietà popolare mariana verso la sua derivazione logica: la maternità universale della Chiesa, che trova in Maria il suo modello e Madre (cfr. LG 65, RMi 92).

Page 43: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

43

presentato le tappe: adunanze del CELAM, COMLA, viaggi e discorsi del Papa), hanno avuto una parte decisiva le Pontificie Opere Missionarie, in collaborazione con i "departamentos de misiones" di ogni Conferenza Episcopale (DEMIS-CELAM). Lo abbiamo ricordato nel presentare i Congressi Missionari Latinoamericani (COMLA), che furono preceduti e seguiti da altri Congressi Nazionali e da incontri a livello continentale. Le Pontificie Opere Missionarie hanno istituito in alcuni paesi centri di studio missiologici, di cui il primo, a livello latinoamericano, è stato quello del Messico (CLAEM). Altri centri simili sono stati istituiti in Brasile, Argentina e Colombia106. Le pubblicazioni (riviste, libri...) delle POM e del DEMIS-CELAM hanno un buon contenuto missiologico e raggiungono molti settori della comunità ecclesiale latinoamericana.107

Durante i giorni 5-8 febbraio 1992 si è avuta a Bogotà una adunanza trascendentale, sia per il significato che per il documento elaborato: i Presidenti (14) delle Commissioni Episcopali per le Missioni (DEMIS del CELAM) e i Direttori Nazionali (16) delle Pontificie Opere Missionarie. Era presente anche il Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (S.E. Mons. Giuseppe Uhac) oltre alcuni rappresentanti degli Istituti Missionari. E' stato elaborato un documento che riassume il contenuto dottrinale e pastorale del processo di risveglio missionario che noi abbiamo

106    ? Alcuni di questi centri, come quelli del Messico (1977), Argentina (1982) e Colombia (1989), si svolgono con la collaborazione docente dell'Università Urbaniana e anche con la partecipazione di docenti dell'Università Gregoriana. Le direzioni nazionali delle POM pubblicano dei testi manuali missiologici per i corsi. In occasione del COMLA 3 (Bogotà, 1987), si è istituito il "Centro de Estudios Latinoamericanos Ad Gentes" (CELAD). La Conferenza Episcopale Colombiana ha istituito nel 1991 il "Centro Nacional Misionero", all scopo di dare una formazione adeguata al personale apostolico, specialmente ai missionari che sono inviati o che ritornano per un "aggiornamento". Il CIAM di Roma (Centro Internazionale di Animazione Missionaria) ha collaborato con le POM e con i Vescovi latinoamericani, non soltanto per mezzo dei corsi generali che si svolgono per tutte le Istituzioni, ma in modo speciale con i corsi per animatori della spiritualità sacerdotale e missionaria. Sono corsi di due mesi (ottobre-dicembre), che si svolgono sin dal 1987 con una iscrizione di circa 30 sacerdoti ogni corso, inviati dai Vescovi o dai Direttori delle POM.

107    ? Tra le pubblicazioni più recenti (oltre quelle citate in questo studio) vedere: Documento de Lima: La Iglesia latinoamericana y la misión 'ad gentes', Lima, feb, 4-7, 1981, in: S. GALILEA, La responsabilidad misionera de A.L., México 1981, pp. 77-81; J.F. GORSKI, El desarrollo histórico de la misionología en América Latina, La Paz 1985; R. AUBRY, Signos indicadores (la misión "ad gentes" desde América Latina), Bogotá, DMIS-CELAM 1984. Altre pubblicazioni del DEMIS-CELAM: Dar desde nuestra pobreza, vocación misionera de América Latina, Bogotá 1987; Panorama misionero de América Latina, en: Visión pastoral de América Latina, Bogotá, CELAM 1978, 273-316; Animación misionera, Bogotá 1980; Ha llegado tu hora, deber misionero universal de América Latina, Bogotá 1984; Iglesias hermanas, un proyecto misionero para América Latina, Bogotá 1984; La misión "desde la pobreza" (una audacia de Puebla), Bogotá 1985; Equipos misioneros, el cómo de la misión hoy, Bogotá 1985; La evangelización de los indígenas en vísperas del medio milenio del descubrimiento de América. Opciones pastorales, Bogotá 1985.

Page 44: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

44

tentato di esporre. Il documento servirà per arricchire il contenuto missionario "ad gentes" della Conferenza del CELAM in Santo Domingo.108

4. Contributi specifici per la missione "ad gentes" da parte di America Latina

Abbiamo descritto il risveglio missionario di America Latina accennando anche alle tappe di un processo fino arrivare a questa realtà attuale e promettente. Nel nostro studio abbiamo anche segnalato alcune motivazioni peculiari che hanno reso possibile questo risveglio: ringraziare la fede, fedeltà all'eredità ricevuta, sensibilità missionaria a partire dalla propria povertà, abbondanza di vocazioni ricevute grazie allo spirito missionario, sensibilità riguardo le necessità delle altre Chiese sorelle, ecc. Se adesso, in questo capitolo, parliamo di contributi specifici lo facciamo a scopo di affermare che alcune di queste stesse motivazioni diventano accenti e possibilità peculiari della missione "ad gentes", quando questa missione verrà attuata da evangelizzatori provenienti dalle Chiese particolari di America Latina.

Puebla aveva riassunto questi contributi in questo modo: "Le nostre Chiese possono offrire qualche cosa di originale e importante: il loro senso di salvezza e liberazione, la ricchezza della religiosità popolare, l'esperienza delle Comunità di Base, la fioritura di ministeri, la loro speranza e la gioia della loro fede" (Puebla 368).

Alcuni studi recenti hanno accennato brevemente a questi contributi peculiari. Ma si possono trovare anche nel documento di Puebla, nei discorsi e messaggi del Papa, negli studi presentati durante la celebrazione dei COMLA, ecc.109

108    ? Aporte misionero de las Comisiones Episcopales de Misiones y de las Obras Misionales Pontificias de América Latina para la IV Conferencia General del Episcopado Latinoamericano de Santo Domingo 1992, San Fe de Bogotá, DEMIS-CELAM 1992. Raccoglie delle motivazioni, contenuti, caratteristiche della missione "ad gentes" da parte di America Latina. Si afferma nuovamente l'impegno missionario di Puebla, incoraggiato da Giovannni Paolo II e da tutto l'Episcopato di A.L. Si sottolinea la responsabilità missionaria della Chiesa particolare. Il rapporto tra missione "ad intra" ed "ad extra" si presenta così: "Ambas son necesarias, no opcionales; éstas deben ser simultáneas y complementarias, se enriquecen mutuamente en un dar y recibir... La proyección misionera universal debe ser el punto de referencia y el criterio de discernimiento para la validez de las iniciativas eclesiales" (nn. 8-9). Se apunta a la aportación de los indígenas y de los afroamericanos, la colaboración responsable de la mujer y del laicado. Se recuerdan los compromisos asumidos en los COMLA y especialmente en el de Lima. Dar de la propria pobreza significa también "dar desde la riqueza de nuestra fe" (n.11).

109    ? Vedere le pubblicazioni citate nelle note 71 y 72, specialmente: R. AUBRY, Signos indicadores (la misión "ad gentes" desde América Latina), Bogotá, DEMIS-CELAM 1984; R. BALLAN, El valor de salir, la apertura de América Latina a la misión universal, Lima, Edic. Paulinas 1990, terza parte ("misionología desde América Latina").

Page 45: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

45

Tentiamo di fare un elenco di questi contributi peculiari, accennando anche al significato, ai possibili limiti e lasciando spazio aperto per aggiungere altri suggerimenti:

1º) Evangelizzazione "ad gentes" che viene attuata a partire della propria povertà, senza complessi di superiorità (economica, culturale, razziale, ecc.), nella linea e nella logica evangelica di porre la fiducia nella grazia (senza dimenticare i mezzi umani), coscienti della ricchezza della propria fede, disposti a dare se stessi e a condividere i beni senza aspettare di essere ricchi, disposti a ricevere e ad imparare, senza trapiantare ad altri i propri problemi, sensibili a coloro che sono "doppiamente poveri" (per carenza della fede), dando da povero a povero senza condizionamenti mutui,...110

2º) Evangelizzazione a partire da una esperienza della propria liberazione e salvezza integrale, che arriva fino alla radice del peccato per poter ricuperare tutte le persone e tutta la persona senza esclusivismi né riduzionismi... La sensibilità nel campo della giustizia e nelle situazioni sociali fa risaltare il rapporto tra la prima evangelizzazione "ad gentes" e la predicazione e prassi della dottrina sociale della Chiesa. Se l'America Latina riuscirà a rispondere alla sua situazione con la luce e gli impegni della dottrina evangelica dell'amore, questo atteggiamento diventerà un fatto di grande valore per l'evangelizzazione "ad gentes". Qui appare il rapporto tra l'enciclica "Centesimus Annus" e l'enciclica "Redemptoris Missio"...111

3º) Evangelizzazione a partire da una esperienza di inculturazione che rispetti il processo di inserimento del Vangelo nelle culture, salvando tutti i valori, purificandoli e portandoli verso la pienezza evangelica, senza condizionamenti da parte della cultura dell'evangelizzatore. Il contributo del

110    ? "Dar de nuestra pobreza significa, pues, partir de los últimos, partir de nuestra pequeñez y nuestra pobreza, para que la misión sea más sencilla, en una palabra: más evangélica... Partir de nuestra pobreza significa ver la realidad con ojos distintos, anunciar el Reino con otro tono de voz..., que se apoye sencillamente sobre la fuerza del Evangelio" (La misión "desde la pobreza", Bogotá, DEMIS-CELAM 1985, 26-27). L'enciclica "Redemptoris Missio" (n. 64) proppone come modello per tutte le Chiese particolari la dottrina di Puebla (n. 368): "dare sin dalla nostra povertà".

111    ? Si può paragonare RMi 58-60 con CA: "La 'nuova evangelizzazione', di cui il mondo moderno ha urgente necessità e su cui ho più volte insistito, deve annoverare tra le sue componenti essenziali l'annuncio della dottrina sociale della Chiesa" (CA 5). "A coloro che oggi sono alla ricerca di una nuova ed autentica teoria e prassi di liberazione, la Chiesa offre non solo la sua dottrina sociale e, in generale, il suo insegnamento circa la persona redenta in Cristo, ma anche il concreto suo impegno ed aiuto per combattere l'emarginazione e la sofferenza" (CA 26). "La dottrina sociale ha di sé il valore di uno strumento di evangelizzazione: in quanto tale, annuncia Dio ed il mistero di salvezza in Cristo ad ogni uomo e, per la medesima ragione, rivela l'uomo a se stesso" (CA 54).

Page 46: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

46

Vangelo inserito nelle culture indigene sarà di grande valore per l'evangelizzazione delle altre culture...112

4º) Evangelizzazione che riconosce il valore della dignità dell'uomo più per quello che è, che per quello che ha, senza distinzione né privilegi di casta, livello sociale, cultura, razza, religione...113

5º) Evangelizzazione che offre la testimonianza di unità tra Chiese sorelle e di unità entro la propria Chiesa locale e la Chiesa universale. Latinoamerica ha mostrato sempre un forte e sincero amore al Papa e il senso di comunione universale. "Solo diventando missionaria la comunità cristiana potrà superare divisioni e tensioni interne e ritrovare la sua unità e il suo vigore di fede" (RMi 49). "La missione è il grande dinamismo della Chiesa"...114

6º) Evangelizzazione con il segno della speranza che poggia in Cristo (fiducia) e che tende verso la ricapitolazione di tutta l'umanità in lui (Ef 1,10), passando attraverso il mistero della croce accettata con amore per poter arrivare alla gioia di Cristo risorto...

7º) Evangelizzazione a partir dalla Chiesa particolare (o locale) come concretizzazione della Chiesa universale e come diocesi missionaria, che invita tutte le vocazioni, carismi e ministeri, a vivere nella comunione allo scopo di condividere la fede con altre Chiese sorelle e di costruire la Chiesa universale."Quanto più vitale sarà la Chiesa particolare, tanto più farà presente e visibile la Chiesa universale e più forte sarà il suo movimento missionario verso gli altri popoli" (Puebla 363)...115

112    ? Vedere: Memoria indígena, texto auxiliar del Documento de Consulta, IV Conferencia General del Episcopado Latinoamericano, Bogotá, CELAM 1991. Soltanto quando ci sarà la propria esperienza della missione "ad gentes", si potrà valutare giustamente i successi e i diffetti dell'azione missionaria del passato.

113    ? Vedere il messaggio del Papa per la quaresima di 1992: "Vi esorto in modo speciale a fissare la vostra attenzione su questo anno commemorativo del Vº centenario della evangelizzazione del continente Americano, che in nessun modo deve limitarsi a un mero ricordo storico. La nostra visione del passato deve essere completata con l'esame della situazione attuale e con uno sguardo proiettato verso il futuro, avendo cura di discernere la misteriosa presenza di Dio nella storia, dalla quale ci interpella e ci chiama a dare risposte concrete" (Osser. Rom., sabato 29.2.92, p.5). Vedere sopra nella nota 11.

114    ? Ha llegado tu hora, Bogotá, DEMIS-CELAM 1984, n. 13.

115    ? "Es por todo esto que el Concilio (Ad Gentes) impulsa todas las Iglesias locales, sin excepción, y especialmente a los obispos que las presiden, a tomar conciencia de su vocación misionera y a actuar en consecuencia... La vocación a la misión no es propia, en primer lugar de las Congregaciones, sino sobre todo de los obispos y su presbiterio" (Documento de Lima: "La Iglesia latinoamericana y la misión 'ad gentes', Lima, feb, 4-7, 1981, n. 10, in: S. GALILEA, La responsabilidad misionera de A.L., México 1981, pp. 77-81). Il messaggio del Papa al CLAEM 3 in Bogotá (6 luglio 1987) è una chiamata a far diventare missionaria tutta la Chiesa particolare: "Veo llegar la hora misionera de vuestras Iglesias particulares... Os habéis reunido para estudiar la manera de ayudar a las Iglesias particulares de América Latina, a concretar su compromiso de proyectarse más allá de sus fronteras". El "aporte" del encuentro organizado por el DEMIS-CELAM (febrero 5-8 de 1992) afirma: "Siguiendo la doctrina conciliar, es preciso afirmar que toda Iglesia

Page 47: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

47

In questi contributi peculiari della missione "ad gentes" da parte dell'America Latina, mi sembra di vedere alcune linee di forza come sorgente di luce e di dinamismo missionario.

La linea di forza più evidente di questi contributi specifici si potrebbe chiamare, in senso analogico, linea di "incarnazione", cioè di "inserzione" alla luce del Verbo incarnato e della parola di Dio che ci illumina per interpretare gli eventi e per trasformarli dal di dentro. La sensibilità dell'America Latina riguardo il fratello nella sua circostanza (cultura, sofferenza, povertà...), è un fattore di prima evangelizzazione che traspare le beatitudini e i comando dell'amore.

Il contributo dell'America Latina alla missione "ad gentes" è di testimonianza, comunione e partecipazione, a livello di Chiese che non sono ricche o povere, ma semplicemente Chiese sorelle per poter condividere tutti i doni ricevuti. La prassi della comunione nelle piccole comunità ("di base") è una scuola di missione. "Se la Chiesa di tutta l'America Latina mantiene la sua fedeltà a Cristo, potrà diventare luce che illumina il mondo perché cammini per la strada della solidarietà".116

La linea di martirio, che è stata sottolineata nella tradizione ecclesiale in rapporto col primo annunzio del vangelo, si trova nella radice dei contributi peculiari di America Latina, poiché in tutta la sua storia e anche nel tempo presente ci sono stati tanti martiri. E' la linea del perdono, della speranza e della riconciliazione, che è nota caratteristica del martirio cristiano, come annunzio del mistero pasquale di morte e risurrezione.

I valori della religiosità o pietà popolare appaiono principalmente nella linea della pietà mariana, vissuta in rapporto ai santuari. La Madonna di Guadalupe, come "stella della prima evangelizzazione" e "prima evangelizzatrice di America", sarebbe il paradigma di una presenza mariana che è in grado di trasmettere il mistero di Cristo senza distruggere la preparazione evangelica. I due mila nomi di luoghi mariani sono un catechismo e una "memoria" della Chiesa, come storia di grazia che

particular, sea antigua o joven, posee una encarnación histórica de la Iglesia universal, está llamada a ser sujeto activo de los tres frentes de labor eclesial: tanto de la actividad misionera ad gentes como de la nueva evangelización y de la atención pastoral (cfr. RMi 33). Eludir una corresponsabilidad en cualquiera de estos frentes de actividades, significaría para una Iglesia particular un recorte para su misma catolicidad". Il Cardinale Josef Tomko, Prefetto del Dicastero Missionario (lettera di 1 ottobree 1988) alle Conferenze Episcopali di America Latina, domanda :"perché non prendere cura di una missione "ad gentes" in Africa, Asia o Oceania?" (Cong. Evang. Popoli, prot. 4631/88). Vedere: "Pastores dabo vobis", n. 32.

116    ? GIOVANNI PAOLO II, Buenos Aires, 10 aprile 1987: Insegnamenti X/1, 1987, 1210-1211. "La misión pasa a ser, no sólo ayuda generosa de Iglesias 'ricas' a Iglesias 'pobres', sino gracia para cada Iglesia, condición de renovación, ley fundamental de vida" (GIOVANNI PAOLO II, Giornata mondiale missionaria 1982: Insegnamenti V/2, 1982, p. 1882).

Page 48: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

48

simbolizza l'anima di un popolo e che riassume l'eredità ricevuta da essere trasmessa a tutti i fratelli anche figli di Maria.117

La linea del senso di Dio, della sua vicinanza e del suo mistero, fa dell'America Latina un continente privilegiato per rispondere alle sfide attuali sulla "dimensione spirituale della vita", quale "areopago da evangelizzare" (RMi 38; cfr. EN 76).118

La linea di rinnovamento sacerdotale che avviene specialmente nei Presbiteri e nei Seminari di America Latina, grazie ai servizi di formazione permanente organizzati dal CELAM (DEVYM e OSLAM), è alla radice del risveglio missionario ed è, al tempo tesso, un contributo peculiare che l'America Latina può dare alla missione "ad gentes". In effetti, il risveglio missionario del continente dipende dalla coscienza e responsabilità missionaria delle Chiesa particolari trasformate in diocesi missionarie; però ciò sarà una realtà pratica solo se il Presbiterio diocesano col proprio Vescovo diventa disponibile alla missione universale come compito normale della propria responsabilità evangelizzatrice. La disponibilità missionaria è sempre frutto di una vita di fraternità sacerdotale e di sequela evangelica. Il servizio più prezioso che può offrire il clero latinoamericano alle Chiese di altri continenti è quello di collaborare alla maturità della vita sacerdotale nei Presbiteri di quelle Chiese più giovani.119

117    ? "Que María, Estrella de la Evangelización, la primera evangelizadora de América, os acompañe... Los santuarios, dedicados a María en cada uno de vuestros pueblos, se van a convertir en un Magnificat misionero que... va a señalar la hora misionera de toda América Latina": GIOVAANI PAOLO II, Messaggio al COMLA 3, 6 luglio 1987: Insegnamenti, X/3, 1987, 35-39. Vedere il discorso del Papa in Santo Domingo (11 ottobre 1984): Insegnamenti VII/2 (1984) p. 880. Altri discorsi nei Santuari mariani: Chiquinquirá (3 luglio 1986), Maipú (3 aprile 1987), ecc. Il Papa, durante l'anno 1992, ha parlato dei santuari nella preghiera domenicale dell'"Angelus" per ricordarne il significato evangelizzatore. Sui santuari mariani in A.L.: CELAM, Nuestra Señora de América Latina, Bogotá 1988.

118    ? Durante il Congresso di Tlaxcala (1977) ho presentato specialmente questa linea di senso ed esperienza di Dio: "En el campo de la misionariedad, el despertar misionero del Continente católico puede aportar un servicio peculiar proveniente de un pueblo que sufre, que gracias al Evangelio se libera integralmente... En cuanto al campo de la contemplación o mística cristiana, tan estrechamente ligada a la auténtica evangelización, América Latina puede presentar un sentido de Dios, con quien se tiene una relación familiar en todos los detalles de la vida humana" (Segundo Congreso Misionero Latinoamericano, México 1983, pp. 247-248). Sull'importanza della spiritualità missionaria dell'apostolo: "La evangelización cristiana debe estar animada por una mística, una espiritualidad, que constituye su motivación más radical y su inspiración y estilo evangélico" (S. GALILEA, La responsabilidad misionera de América Latina, o.c. p. 15) (cfr RMi VIII).

119    ? Vedere: "Pastores dabo vobis", nn. 31-32, 74. La dottrina di Puebla sulla vita fraterna nel Presbiterio è incoraggiante come quella sulla missione: "En virtud de la fraternidad sacramental, la plena unidad entre los ministros de la comunidad es ya un hecho evangelizador" (Puebla 663; cfr. PO 8 e 10). Giovanni Paolo II segnalò questa linea di unità vitale ed evangelica del Presbiterio in rapporto all'evangelizzazione "ad gentes" "Es en esta realidad de Iglesia particular y diocesana donde descubriréis también vuestra responsabilidad evangelizadora respecto a la Iglesia universal (cfr. PO 10), buscando cauces concretos para llevar a la práctica la necesaria y urgente ayuda misionera. Ha llegado para toda América

Page 49: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

49

A mio avviso, in America Latina si trova un campo privilegiato di esperimentazione per evangelizzare i diversi ambiti "ad gentes" segnalati dall'enciclica "Redemptoris Missio" (n.37-38; cfr. Puebla 71ss)). Per diventare disponibile all' ambito geografico (missione ad altri popoli), bisogna saper rispondere agli altri ambiti (ambito sociologico e culturale), quali sono le megalopoli, le migrazioni, i mezzi di comunicazione sociale, le culture, i settori emarginati, ecc. Nel grado in cui la Chiesa saprà rispondere evangelicamente a queste realtà interne del continente, sarà in grado di dare qualche contributo peculiare alla missione "ad gentes" negli altri ambiti e ad altri popoli. Ma è anche vero che nella misura in cui l'America Latina si impegna nella missione "ad gentes" (ad altri popoli) nei tre ambiti sopra elencati, sarà anche in grado di fronteggiare gli stessi ambiti nella propria terra. Mi sembra che l'enciclica "Redemptoris Missio" è una sfida e anche una nuova opportunità per continuare e approfondire il risveglio missionario in America Latina. "La Chiesa in America Latina viene chiamata a dar un'anima in questa situazione di cambiamenti audaci ed accelerati".120

Linee conclusive: Dalla nuova evangelizzazione, all'evangelizzazione "ad gentes"

Il contributo dell'America Latina alla missione "ad gentes" è una realtà che va in crescendo nei campi della diocesi missionaria, nel contributo vocazionale agli Istituti missionari e che lavorano nella missione "ad gentes", nell'istituzione di centri di studio e di formazione missionaria, nella collaborazione pastorale di comunione) con il DEMIS-CELAM e con le Pontificie Opere Missionarie, ecc. La nuova evangelizzazione, a livello pratico, può diventare un'atteggiamento pastorale permanente per il contributo responsabile alla missione "ad gentes".

Dove si è approfondito di più il tema della "nuova evangelizzazione", è stato probabilmente in America Latina, come risposta all'invito fatto da Giovanni Paolo II ai Vescovi del CELAM nell'anno 1983, e che il Pontefice ha ripetuto frequentemente nei suoi viaggi pastorali.121

Latina la hora de emprender una evangelización sin fronteras. La dimensión necesariamente diocesana y misionera del presbítero hace que con el obispo y los demás clérigos -sean ellos diocesanos o religiosos - forme un solo cuerpo: el Presbiterio" (Aloc. nella catedrale di Bogotà, 1 luglio 1986: Insegnamenti, IX/2, 1986, 23). La dimensione missionaria del Presbitero viene messa in risalto nel manuale di spiritualità sacerdotale per i Seminari di A.L.: Signos del Buen Pastor, Bogotá, DEVYM-CELAM 1989, cap, VI (trad. ital.: Spiritualità e missione dei presbiteri, segni del Buon Pastore, PIEMME 1990).

120    ? GIOVANNI PAOLO II, Aloc. in Cartagena (6 luglio 1986): Insegnamenti IX/2 (1986) 192.

Page 50: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

50

Mentre si svolgeva questa riflessione sulla nuova evangelizzazione in America Latina, simultaneamente si è accelerato il risveglio missionario "ad gentes" che noi abbiamo visto nella sua realtà obiettiva, nel suo processo e nelle sue caratteristiche.

L'enciclica "Redemptoris Missio" presenta la nuova evangelizzazione in stretto rapporto all'evangelizzazione "ad gentes": "La fede si rafforza donandola! La nuova evangelizzazione dei popoli cristiani troverà ispirazione e sostegno nell'impegno per la missione universale" (RMi 2). La nuova evangelizzazione, tale come viene descritta nell'enciclica missionaria, significa anche il rinnovamento della comunità ecclesiale per farla diventare missionaria: "Dio apre alla Chiesa gli orizzonti di un'umanità più preparata alla semina evangelica. Sento venuto il momento di impegnare tutte le forze ecclesiali per la nuova evangelizzazione e per la missione ad gentes. Nessun credente in Cristo, nessuna istituzione della Chiesa può sottrarsi a questo dovere supremo: annunziare Cristo a tutti i popoli" (RMi 3).122

Il continente della speranza sarà coerente con il suo nome nell'impegno responsabile per una nuova evangelizzazione all scopo di suscitare una disponibilità missionaria senza frontiere: "La speranza cristiana ci sostiene nell'impegnarsi a fondo per la nuova evangelizzazione e per la missione universale, facendoci pregare come Gesù ci ha insegnato: 'Venga il tuo regno'" (RMi 86). Allora apparirà con chiarezza che "la missione ad intra è segno credibile e stimolante per la missione ad extra, e viceversa" (RMi 34).

121    ? Allocuzione in Puerto Príncipe, Haití, 9 marzo 1983, (Insegnamenti VI/1, 1983, 698): "La conmemoración del medio milenio de evangelización tendrá su significación plena si es un compromiso vuestro como obispos, junto con vuestro Presbiterio y fieles; compromiso, no de re-evangelización, pero sí de una evangelización nueva. Nueva en su ardor, en sus métodos, en su expresión". L'invito è stato ripetuto in Santo Domingo, nell'inaugurazione della "novena di anni" per preparare il Vº Centenario (12 ottobre 1984). Alcuni studi su questo tema in: Hacia la cuarta Conferencia, Bogotá, CELAM 1992 : J.Mª ARNAIZ, Líneas de reflexión teológico-pastorales que orienten la nueva evangelización, pp. 405-429; Idem, La espiritualidad de la nueva evangelización, pp. 449-473; G. MELGUIZO, La nueva evangelización en el magisterio de Juan Pablo II, el CELAM y la preparación de la IV Conferencia, pp. 163-180; J. VELEZ, La nueva evangelización para una nueva cultura, pp. 207-221. Otros estudios: CELAM, Nueva evangelizción, génesis y líneas de un proyecto misionero, Bogotá 1990; CONF. EP. ARGENTINA, Documento de trabajo. Líneas para una evangelización nueva en su ardor,ensus métodos y ensu expresión, San Miguel, Oficina del Libro 1989; S. GALILEA, Algunas cuestiones difíciles en torno a la nueva evangelización, "Medellín" n.65 (1991) 89-100; A. GONZALEZ DORADO, Una nueva Iglesia para una nueva evangelización, "Medellín" n. 67 (1991) 377-395; A. SALVATIERRA, Retos y factores de la Nueva Evangelización, "Lumen" 40 (1991) 234-295; Idem, Características eclesiales de la nueva evangelización, "Surge" 47 (1989) 422-445. Sintesi del tema in: La nueva evangelización: génesis y líneas de un proyecto misionero (CELAM, Instrumento preparatorio..., Santo Doningo 1992, Anexo final).

122    ? Sul rapporto tra nuova evangelizzazione e l'evangelizzazione "ad gentes": J. ESQUERDA BIFET, Renovación eclesial y espiritualidad misionera para una nueva evangelización, "Seminarium" 31 (1991) n.1, 135-147.

Page 51: compartirencristo.files.wordpress.com · Web viewLa Chiesa primitiva vive la missione come compito comunitario, pur riconoscendo nel suo seno degli 'inviati' o 'missionari consacrati

51

Il Papa invita ad "una nuova evangelizzazione di America Latina, che faccia sviluppare con più forza un potenziale di santità, un grande impulso missionario".123

"Costruire la 'civiltà dell'amore' e fronteggiare una 'nuova evangelizzazione', presuppone una risposta a questa chiamata: 'Andate in tutto il mondo'".124

La nuova evangelizzazione arriverà alla radice della promozione umana e trasformerà la cultura in cultura cristiana (come inserimento salvifico del Vangelo nella cultura), se non perde il dinamismo verso la missione "ad gentes".

__________________

Estratto da: El despertar misionero "Ad Gentes" en América Latina, Euntes Docete 45 (1992) 159-190. Idem nel "libro": Il continente della speranza, 500 anni dell'Evangelizzazione dell'America Latina, Roma, Urbaniana University Press, 1992, 23-53.

Il tema è stato sviluppato in ulteriori pubblicazioni dell’autore, con bibliografia aggiornata:

Despertar misionero en América Latina (México, OMPE 1984).

La misionariedad de la Iglesia en América Latina a la luz del discipulado evangélico: Medellín 32 (marzo, 2006) 99-120.

Misionología. Evangelizar en un mundo global (Madrid, BAC, 2008), cap.VII, apart. II, 3-4.

123    ? GIOVANNI PAOLO II, Aloc. 11, ottobre 1984, in Santo Domingo, ai Vescovi del CELAM: Insegnamenti VII/2, 1984, 896.

124    ? GIOVANNI PAOLO II, Messaggio al COMLA 4 di Lima: Memorias del COMLA 4, o.c., pp. 82-84.