12 erbe spontanee in cucina

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Primavera 2014 12 erbe spontanee in cucina Venerdì 21 marzo ore 20.00 crostini di pane fatto in casa e crema all'aglio orsino zuppa di silene alba petto di pollo con foglie di tarassaco semifreddo al limone Venerdì 28 marzo ore 20.00 insalata di rucola e uova sode frico all'erba cipollina polpettine di manzo agli urticions (cime di luppolo) sfogliatine di mela con crema pasticcera Venerdì 4 aprile ore 20.00 lardo friulano con salsa di ortiche canederli allo sclopit (silene vulgaris) trota di San Daniele con le primule crema di yogurt bianco e fragole Venerdì 11 aprile ore 20.00 uova pasticciate alla menta selvatica strudel alle foglie di papavero scaglie di Montasio e valerianella torta margherita

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Schede descrittive delle erbe e delle preparazioni di cucina usate in occasione della rassegna "12 erbe spontanee in cucina" primavera 2014 organizzata dalla trattoria km 0 Al Posto di Conversazione di Remanzacco UD tel. 0432 667366 www.alpostodiconversazione.org

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Page 1: 12 erbe spontanee in cucina

Primavera 201412 erbe spontanee in cucina

Venerdì 21 marzo ore 20.00crostini di pane fatto in casa e crema all'aglio orsinozuppa di silene albapetto di pollo con foglie di tarassacosemifreddo al limone

Venerdì 28 marzo ore 20.00insalata di rucola e uova sodefrico all'erba cipollinapolpettine di manzo agli urticions (cime di luppolo)sfogliatine di mela con crema pasticcera

Venerdì 4 aprile ore 20.00lardo friulano con salsa di ortichecanederli allo sclopit (silene vulgaris)trota di San Daniele con le primulecrema di yogurt bianco e fragole

Venerdì 11 aprile ore 20.00uova pasticciate alla menta selvaticastrudel alle foglie di papaveroscaglie di Montasio e valerianellatorta margherita

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AGLIO ORSINO

L'aglio Orsino (Allium Ursinum) della famiglia delle Liliaceae è una piantina officinale commestibile, dalle molteplici proprietà. Il suo nome (orsino) sembra derivare proprio dal fatto che gli orsi, dopo il lungo letargo invernale, se ne cibano in grandi quantità per riprendere la carica di energia. È’ facile trovarlo nei fossi, nei boschi o nei prati, in luoghi umidi, nelle zone vicine a fiumi, torrenti, canali e depressioni dove l'acqua piovana stagna più a lungo. L´aglio orsino è il "fratello selvatico" del piú comune aglio, in marzo passeggiando per il bosco si incomincia ad odorare il suo profumo intenso ed aromatico. Per molti è divenuta un´autentica tradizione culinaria, dato che l´aglio orsino, oltre ad un gusto estremamente prelibato (piú debole rispetto a quello dell´aglio comune, si avvicina a quello dell´erba cipollina) si adatta come condimento per ogni tipo di pietanza e si distingue per le sue innumerevoli proprietá terapeutiche. Medici ed esperti di alimentazione ne riconoscono infatti la capacitá di abbassare il tasso del colesterolo, di purificare il sangue, di agire da antibiotico ed anti micotico disintossicando l´organismo da parassiti (funghi e batteri nocivi) ma anche dai metalli pesanti, inoltre contiene vitamine e minerali in quantitá . Le foglie hanno un aroma più delicato del bulbo dell'aglio coltivato, mentre i fiori sono più forti. Nel periodo in cui i fiori maturano i semi, il sapore si accentua ulteriormente. Il bulbo ha un aroma molto simile all'aglio, anche se forse un po' più rustico. Il bulbo si può essiccare, basterà esporlo al sole dopo averlo tagliato in due parti. Le foglie invece possono essere essiccate ponendole all'ombra e conservandole in seguito in sacchi di carta. I bulbi si utilizzano come l'aglio comune, mentre le foglie vengono tagliuzzate per insaporire insalate o piatti con patate. Le foglie si conservano bene, ricavandone una salsa tipo pesto e surgelandola poi per conservarla.L'aglio orsino ha proprietà disinfettanti, ipotensive, diuretiche e depurative, corrispondenti più o meno a quelle dell'aglio comunemente usato. Il bulbo oblungo è bianco e le foglie, di solito due o raramente una, sono piane e acute, La pianta può raggiungere i 10-20 centimetri in altezza e fiorisce a maggio-giugno con dei piccoli fiori bianchi, di solito in numero di 6/20, di un verde lucente e consistenza carnosa. E' facilmente riconoscibile per il forte odore di aglio che emettono le foglie. Le foglie si raccolgono preferibilmente prima della fioritura, ed il bulbo a fine estate. Prima dell'utilizzazione del bulbo, occorre toglierne le radici e la pellicola che lo riveste. Cresce molto bene vicino ad altre piante e sembra essere di giovamento per i vicini che resistono meglio alle varie malattie, mentre sembra non andare d'accordo con le piante delle leguminose.

CREMA ALL'AGLIO ORSINOIngredienti per 4 persone: gr 250 di mascarpone fresco, un rosso d'uovo, 6 foglie di aglio orsino, salePreparazione: amalgamare con un cucchiaio di legno il mascarpone al rosso d'uovo, aggiungere le foglie di aglio orsino finemente tritate e un pizzico di sale, lasciar riposare la crema per qualche ora in un luogo fresco e servirla spalmata su crostini di pane (meglio se fatto in casa).

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SILENE ALBA

La Silene alba è una pianta erbacea perenne.Il fusto è ramificato e può raggiungere e superare il metro di altezza. Le foglie hanno forma lanceolata, la radice è a fittone e i fiori sono di colore bianco e hanno cinque petali. Nel calice i sepali sono saldati tra di loro, il calice è peloso e ha forma tubulosa di colore bruno rossastro. I fiori di questa pianta si aprono alla sera e vengono impollinati da insetti notturni. I fiori maschili e femminili sono su piante separate. I frutti sono capsule di forma ovale con molti semi. La pianta è originaria dell'Europa, nord Africa e Asia. La Silene alba appartiene alla famiglia delle Caryophyllaceae. Il suo habitat ideale sono i terreni incolti,margini di torrenti e fossati ai bordi delle strade. La Silene alba non viene utilizzata in erboristeria. Il suo uso è prettamente culinario.Le foglie giovani si possono consumare per preparare minestroni, si mangia sia cruda sia cotta, in risotti, minestre, ripieni. La Silene alba è una delle 27 erbe utili per preparare la famosa Minestrella, l'antica zuppa dei poveri.

ZUPPA DI SILENE ALBA

Ingredienti per 4 persone: una cipolla, uno spicchio d'aglio, 4 grosse patate, gr 250 di silene alba in foglie, sale, pepe, due cucchiai di olio extra vergine d'oliva.Preparazione: preparare un soffritto con l'olio extra vergine d'oliva, la cipolla e l'aglio, aggiungere le patate sbucciate le foglie di silene e portare a bollitura, aggiungere il sale e un pizzico di pepe. Cuocere per circa 40 minuti, passare la zuppa al setaccio e servirla calda con crostini o ricotta affumicata grattugiata.

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TARASSACO

Il tarassaco o dente di leone (Taraxacum officinale) è una delle più comuni erbe spontanee in Italia. Presente con numerose sottospecie, tutte molto simili per proprietà e tutte commestibili, è inconfondibile con le sue foglie lanceolate e i suoi grandi fiori gialli. Il tarassaco cresce spontaneo in Italia ed è di facile coltivazione; benché reperibili in commercio, i semi si possono facilmente recuperare anche da una pianta selvatica. Il tarassaco è molto prolifico e quasi impossibile da eradicare una volta naturalizzato. Si propaga non solo attraverso i semi dotati di piccoli “paracadute” e quindi trasportabili a grande distanza dalla pianta madre, ma anche attraverso la potente radice a fittone: se si decide di estirparlo (meglio se a inizio primavera), occorre fare grande attenzione a estrarre l’intera radice, o la pianta tornerà a germinare anche da un minuscolo frammento Del tarassaco si possono raccogliere selettivamente le sole foglie tenere, i boccioli o i fiori nonché, per usi officinali, la radice. Volendo raccogliere l’intera pianta (fuori della stagione della fioritura), occorre praticare un taglio orizzontale al colletto, in modo tale che la radice produca una nuova pianta. Molte e ben note fin dall’antichità sono le proprietà medicinali del tarassaco (il suo nome deriva dal greco “rimedio,” “guarigione”): come la maggior parte delle composite, ha proprietà digestive, antinfiammatorie e depurative, soprattutto del fegato, ed è tradizionalmente utilizzato come diuretico. Le foglie sono ricche di vitamine A, gruppo B, C e D, nonché di sali minerali come ferro, potassio e zinco; erano un tradizionale rimedio per lo scorbuto e altre carenze alimentari, ma è soprattutto la radice a essere usata per scopi depurativi; è anche in grado di abbassare il tasso glicemico nel sangue. Sebbene manchino studi medici approfonditi, non vi sono controindicazioni per l’utilizzo di decotti e infusi tradizionali di tarassaco come coadiuvante nella digestione e nei piccoli disturbi del fegato e dei reni. Il suo consumo alimentare è indicato per tutti, anche per i bambini; tuttavia è consigliabile assumere sotto controllo medico i suoi decotti o infusi in presenza di calcoli renali o epatici (perché potrebbe smuoverli) o di terapie per il diabete (poiché potrebbe abbassare troppo la glicemia). Il suo lattice bianco è un rimedio tradizionale per eczemi e verruche. Le foglie giovani del tarassaco si possono aggiungere a insalate e panini, utilizzandole come la comune cicoria, mentre tutte le foglie sono adatte alla preparazione di minestre e frittate. Il suo gusto amarognolo può essere temperato mescolandolo con altre erbe spontanee o verdure a foglia dal sapore più delicato (come spinaci, bietole, ortiche o malva). I fiori, che si possono aggiungere a insalate e frittate, sono tradizionalmente usati per farne una sorta di vino, e i boccioli sott’aceto vengono consumati come i capperi. Dalle foglie, in Europa settentrionale, si ricavava una sorta di “birra” molto scura, mentre la radice tostata e macinata è un noto surrogato del caffè (il famoso “caffè di cicoria” del tempo di guerra).

PETTO DI POLLO CON FOGLIE DI TARASSACOIngredienti per 4 persone: un petto di pollo, 2 cucchiai di farina 00, sale, pepe in grani, olio extra vergine d'oliva, gr 100 di foglie fresche di tarassaco.Preparazione: tagliare il petto di pollo a striscioline, passarle nella farina 00, cuocerle nell'olio extra vergine d'oliva, salare e adagiarle su un letto di foglie di tarassaco spolverando il tutto con una grattugiata di pepe.

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RUCOLA

La Rucola Selvatica (Eruca Sativa Mill.) fa parte della famiglia delle Cruciferae. E’ una pianta erbacea perenne originaria dell'Europa centrale, meridionale e mediterranea. Molto diffusa in tutte le regioni d'Italia; comune nei luoghi ruderali ed incolti; predilige i terreni calcarei. Gli esemplari adulti sono di taglia media e raggiungono i 50 cm di altezza. Le foglie di questa erba sono disposte alternativamente lungo lo stelo e hanno forma oblunga di lancia; le superiori sono più strette delle inferiori. Esse hanno un odore caratteristico e un sapore decisamente acidulo che, più lieve a primavera, si intensifica poi con l'avanzare delle stagioni. Contengono vitamine, in particolare vitamina C, e sali minerali e hanno colore verde pallido e si dipartono da fusti glabri e molto ramificati; quelle poste alla base del cespo sono profondamente incise. I minuscoli fiori di quest'erba sono formati da quattro petali solitamente gialli e si innalzano su steli sottili. L’adattabilità climatica e la rusticità della rucola selvatica sono notevoli, tanto che sopporta sia inverni piuttosto rigidi che estati calde. Quando sopraggiunge la stagione fredda la rucola selvatica entra in riposo per poi riprendere la vegetazione appena la temperatura si innalza e vegetare in continuazione fino all’autunno inoltrato. La rucola selvatica si adatta ai più diversi tipi di terreno, compresi i suoli difficili come sono quelli sassosi. Per chi la coltivasse, in ogni caso bisogna evitare che vi siano ristagni d’acqua perché è una pianta che si dimostra particolarmente sensibile sotto questo aspetto. La rucola selvatica viene consumata come la rucola coltivata, ma il suo sapore è decisamente più marcato, quasi piccante.

INSALATA DI RUCOLA E UOVA SODEIngredienti per 4 persone: gr 200 di rucola, 4 uova, sale, pepe, olio extra vergine d'oliva, aceto balsamicoPreparazione: mettere le uova in un tegame e coprirle d’acqua. A questo punto aspettare che l’acqua raggiunga il bollore. Non appena sarà a temperatura, contare 8 – 10 minuti, ovviamente il tempo dipende dalla grandezza delle uova. Una volta cotte, passarle un attimo sotto l’acqua fredda, sgusciarle, tagliarle a fettine sottili e adagiarle su un letto di rucola. Aggiungere l'olio extravergine, sale, pepe e un po' di aceto balsamico.

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ERBA CIPOLLINA

Appartiene alla famiglia delle Liliacee ed è originaria delle zone temperate, fredde e umide dell’Europa, dell’Asia e dell’America. Rustica e poco esigente, cresce bene in terreno ricco, calcareo e sempre leggermente umido. Predilige un’esposizione soleggiata o in ombra parziale e chiede regolari innaffiature. È facilissima da ottenere da seme, a inizio primavera, e si moltiplica per divisione dei cespi, in autunno. Le piante in vaso possono anche svernare in casa, su un davanzale luminoso, per avere le fragranti foglioline sempre a portata di mano. Dell’erba cipollina si utilizzano le foglie, che si possono raccogliere in qualsiasi periodo dell’anno recidendole alla base: ricresceranno rapidamente. È consigliabile consumarle fresche, oppure congelarle negli appositi sacchetti da freezer, mentre è sconsigliata l’essiccazione, che comporta la perdita di sapore e di proprietà nutritive. Molto profumate, le foglie dell’erba cipollina hanno un aroma pungente che ricorda quello della cipolla, ma più lieve e delicato. Anche i fiori sono commestibili, hanno un sapore simile alla cipolla e decorano con grazia le insalate. Utilizzata come condimento già nell’antichità da Greci e Romani, l’erba cipollina è oggi molto amata dagli chef per il suo gusto frizzante e gradevole, che può insaporire molti piatti assai diversi tra loro, dai formaggi alle uova, dalle carni al pesce , dalle salse ai sughi, dalle zuppe e minestre alle insalate e patate. Si consuma dopo averla sminuzzata o tagliata ad anellini ed è un ottimo sostituto della cipolla, per esempio nel soffritto, rispetto alla quale risulta molto più digeribile. Stimola l'appetito, favorendo la produzione di succhi gastrici, ma ha anche proprietà digestive. Il principio attivo principale è un olio essenziale che svolge anche funzioni depurative, antisettiche e cardiotoniche. La facoltà di agire come cardiotonico e di stimolare l’irrorazione sanguigna è valsa anticamente all’erba cipollina la fama di essenza afrodisiaca. Utilizzata ampiamente dai Romani, che ne fecero uno dei principali condimenti, compariva in molti trattati di medicina per gli usi più svariati, una volta veniva consigliata anche per far ricrescere i capelli. Contiene sali minerali, come potassio e fosforo, oligoelementi e vitamine, soprattutto vitamina C. Inoltre, gli oli essenziali in essa contenuti hanno effetto espettorante e contribuiscono a combattere i raffreddori e le malattie respiratorie. Lassativa e depurativa, questa pianta è l’ingrediente chiave di un infuso eccellente per combattere la stitichezza: basta sminuzzare 15 foglie in 1/2 l di acqua bollente, filtrare dopo dieci minuti e addolcire con miele. Per digerire un pasto pesante, invece, è utile il decotto ottenuto facendo bollire in una tazza d’acqua 15 g di foglie.

FRICO CON L'ERBA CIPOLLINAIngredienti per 4 persone: gr 300 di formaggio di media stagionatura, 4 patate di media grandezza, un mazzetto di erba cipollina, un cucchiaio di olio extravergine, sale.Preparazione: sminuzzare l'erba cipollina con una mezzaluna, soffriggerla in un cucchiaio d'olio extravergine, grattugiare il formaggio, lessare le patate con un po' di sale e passarle al setaccio, amalgamare tutti gli ingredienti e disporre il composto in uno stampo adeguato mettendolo in forno a 180 gr per circa 20 m. Servire il frico caldo tagliato a fettine usando l'erba cipollina fresca per decorare il piatto.

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CIME DI LUPPOLO

Il luppolo è una pianta presente in molti paesi europei e in tutta l’ Italia, ma è molto comune soprattutto nelle regioni settentrionali dove è presente ovunque, dalla pianura fino alla bassa montagna, poi dirada ed è raro nelle isole. Cresce soprattutto lungo le siepi, negli incolti e ai margini dei boschi, preferibilmente in ambienti freschi e terreni fertili, anche se non ama gli eccessi di umido e di vento. Il luppolo è una pianta perenne, dioica, lianosa e rampicante nel portamento. Dotata di ampio apparato radicale, sviluppa dalla primavera lunghi fusti angolosi e poco ramosi, cavi all’interno e lunghi  anche i 5 metri, che hanno necessità di avvinghiarsi a sostegni vicini.Le foglie ruvide, palmato-lobate con apice acuto e dentate al margine, sono per lo più opposte ai nodi, e man mano che si avvicinano all’apice dei fusti divengono più semplici e cuoriformi. I fiori femminili sono minuscoli e raccolti in una tipica pigna costituita da brattee giallo-verdastre; quelli maschili, anch’essi piccoli e verdastri, sono riuniti in infiorescenze ramificate all’apice. I frutti sono acheni grigiastri ricchi di ghiandole resinifere in forma di granellini gialli, dall’odore intenso e dal sapore amaro dovuti alla presenza di diverse sostanze fra le quali la principale è detta luppolina. 

POLPETTINE DI MANZO AGLI URTICIONSIngredienti per 4 persone: gr 200 di tritata magra di manzo, un uovo intero, gr 200 di pan grattato finissimo, sale, 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, un mazzetto di urticions (cime di luppolo), uno spicchio d'aglio.Preparazione: tagliare a pezzettini le cime di luppolo che devono essere fresche e tenere e soffriggerle in poco olio extravergine, aggiungendo uno spicchio d'aglio spremuto. Amalgamare tutti gli ingredienti su citati, aggiungendo un po' d'acqua per ammorbidire l'impasto. Formare delle polpettine della grandezza desiderata che potranno essere cotte al forno o fritte. Servirle tiepide decorando il piatto con le cime di luppolo fresche.

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ORTICA

Le ortiche si possono usare in molti modi in cucina, con qualche piccolo accorgimento, e si otterranno piatti rustici e sani. Il primo accorgimento è di utilizzare solo le "cimette" di piantine giovani: sono le più tenere e saporite. Un altro accorgimento importante è fare attenzione a dove si raccolgono le ortiche: lontano dalle strade e da altri luoghi potenzialmente inquinati. In ogni caso lavatele sempre molto bene e a lungo.  Se le comprate, scegliete ortiche provenienti da agricoltura biologica. Per poterle mangiare i metodi sono due: il primo, ed anche il più semplice, è passarle per 1 minuto in acqua bollente: in questo modo si perde il potere urticante.  Purtroppo però si perdono anche alcune delle qualità nutritive delle ortiche. Questo metodo è quindi consigliabile per pasta, zuppe e risotti, a condizione di riutilizzare l'acqua di bollitura. Il secondo metodo consiste nel tritare finemente le ortiche. Questo metodo andrà usato  per le frittate o per i ripieni, anche se costringe ad utilizzare più a lungo i guanti protettivi. L'ortica, oltre che essere buona, ha anche numerose proprietà curative: Ippocrate (460-377 a.C), il padre di tutti i medici, cita svariate volte i semi di ortica nei suoi scritti e la medicina popolare ne riconosce il valore tonificante e digestivo. Ricca di vitamine, ferro, flavonoidi e carotenoidi l’ortica è efficace in caso di stati anemici, disturbi dei reni e della vescica, ipertrofia prostatica, malattie reumatiche, artrite e artrosi, dermatiti,glicemia alta, ed altro ancora. E, pregio non piccolo, raccoglierla non costa nulla. L'ortica è anche ricca di proteina vegetale: 6 grammi ogni 100 grammi di prodotto fresco e 35 g per ogni 100 di prodotto secco. L'ortica, oltre che in cucina trova molti impieghi in erboristeria: come decotto, infuso e tintura. Il decotto di ortica è depurativo e tonificante: per dermatiti, pelle grassa, e per migliorare la crescita dei capelli è invece utile il potere revulsivo delle ortiche.

SALSA D'ORTICAIngredienti per 4 persone: gr 400 di foglie fresche d'ortica, mezza cipolla, olio extravergine d'oliva, sale, due cucchiai di panna da cucina.Preparazione: dopo averla tagliuzzata soffriggere mezza cipolla in un po' d'olio, aggiungere l'ortica precedentemente lessata e scolata, salare, passare il tutto al setaccio ottenendo una crema aromatica che con due cucchiai di panna da cucina risulterà densa e morbida. Questa salsa si sposa bene con il lardo a fette.

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SILENE VULGARIS

È la nostra pianta preferita in cucina. In tutta Italia è considerata molto comune, anche se negli ultimi anni qualcuno parla di presenza ridotta. È conosciuta in ogni area con un nome diverso proprio per la sua grande diffusione e per l’ampio utilizzo che se ne fa. Spesso i nomi dialettali fanno riferimento al gioco infantile di un tempo consistente nel provocare un piccolo scoppiettio con i fiori, o sul dorso della mano o comprimendoli tra pollice e indice. La pianta cresce ovunque, per lo più a colonie, ma soprattutto nei luoghi erbosi e nei campi, non disdegnando di farsi trovare a ridosso dei muri, lungo le strade e anche in ambienti un po’ aridi e prediligendo terreni ghiaiosi. La silene è fra le erbe più ricercate ed usate in cucina, ed è senz’altro fra quelle più apprezzate dagli amanti della buona tavola. In tutta Italia si utilizzano i giovani germogli e i nuovi getti oltre alle le foglie più tenere. Si tratta di una verdura tenera e dal sapore delicato e particolare, utilizzata sia fresca che, più frequentemente, previa cottura, anche se alcune zone mostrano un utilizzo più vario e altre limitato solo ad alcune preparazioni.

CANEDERLI ALLO SCLOPITIngredienti per 4 persone: gr 200 di pane del giorno prima, ml 200 di latte, mezza cipolla, gr 50 di speck, gr 100 di sclopit già lessato, due cucchiai di parmigiano, 2 uova, sale, 3 cucchiai di farina, burro, ricotta affumicataPreparazione: spezzettare il pane e irrorarlo con il latte, lasciandolo ammorbidire. Intanto porre 1 noce di burro in una padella antiaderente, rosolare la cipolla tagliata fine e ripassare lo sclopit precedentemente lessato e strizzato dall’acqua in eccesso.In una ciotola mettere lo sclopit e la cipolla così cucinati, lo speck tritato finemente e il parmigiano. Prelevare il pane ammollato e tritarlo finemente al coltello, prima di porlo nella ciotola e mescolare bene il tutto. A parte rompere le uova, salarle e peparle, versarle nella ciotola e amalgamare bene il tutto. Aggiungere infine un cucchiaio di farina. Il composto si staccherà dalle pareti quando è pronto. Con l’impasto formare delle palline di media grandezza. Ripassarle in un piatto fondo con la restante farina. Cuocere in acqua bollente salata finché non vengono a galla ( 5 minuti circa).Servire i canederli irrorati con burro fuso e abbondante ricotta affumicata.

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PRIMULA

La primula è il simbolo per eccellenza della primavera e del rinnovamento. Ma dietro il suo aspetto innocente e tenero nasconde magici segreti officinali che ne fanno una vera e propria pianta elisir, capace in men che non si dica di trasformarsi in infuso, impiastro o colorato alimento da mettere in tavola. Già il nome dice tutto: deriva dal latino primis (primo) e indica la comparsa precoce dei fiori appena finito l’inverno. E una cosa è certa: nel momento in cui la si vede spuntare il grande freddo è già passato e se non è ancora così lo sarà presto. Pianta sia spontanea che coltivata, con piccolo rizoma e numerose radichette. Le foglie sono radicali disposte a rosetta, ovate, rugose a margine ondulato. I fiori sono gialli su alto scapo. Primula però è un termine vago, perché la famiglia di questi fiori è sterminata. Basti pensare che questa pianta erbacea perenne appartiene alle Primulacee, un ceppo che comprende la bellezza di 500 specie a foglie caduche o sempreverdi. In Italia, per esempio, sono presenti almeno 10 varietà. Quella che si vede nei campi, sulle rive dei fossi e sui pendii delle colline, con i tipici fiori gialli, è la primula vulgaris. Quella che tradizionalmente colora le nostre case nei mesi invernali è invece la primula Veris, dall’aroma mielato. La sua origine è asiatica e europea, in pratica arriva dalle zone temperate e fredde dell’emisfero settentrionale, ma si adatta bene anche negli appartamenti. La primula non teme il freddo e se la interrerete in autunno siate certi che all’inizio della primavera avrete una stupenda fioritura. Questa pianta dimostra grande capacità di resistenza agli agenti atmosferici e buona adattabilità alla natura del terreno, che però non deve essere mai troppo asciutto, né calcareo. La Primula fiorisce a marzo-aprile con fiori di color giallo o rosa ed è diffusa un po´ in tutta Italia. La raccolta dei fiori in marzo e le radici autunno-inverno. Le foglioline tenere si possono unire ad altre verdure in insalate o minestre, oppure si possono preparare gustosi piatti a base di fiori di Primula, come ottime frittate.

PRIMULE IN INSALATAI fiori di primula vulgaris sono ottimi, nonché coreografici nelle insalate e l'abbinamento con la trota di San Daniele, tipico prodotto friulano, risulta quanto mai riuscito. Basta aggiungere un olio extravergine d'oliva di qualità e un po' di aceto balsamico e si otterrà un buon equilibrio di sapori.

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MENTA

La menta può essere utilizzata in cucina sia fresca che essiccata. E' ottima come condimento per le insalate, per le verdure, i legumi e i cereali. Le foglie di menta essiccate possono essere utilizzate insieme a del succo di limone, per creare una bevanda aromatica estiva, s e m p l i c e m e n t e preparando una tisana che verrà poi lasciata raffreddare. Strofinare sulle dita delle foglioline di menta fresca può aiutare ad eliminare i cattivi odori. La menta è un erba aromatica perenne e resistente, che cresce e si sviluppa facilmente se coltivata nel proprio giardino o in vaso, in modo da poter avere sempre a portata di mano le sue foglie fresche e profumate. Tollera suoli sabbiosi e l'esposizione in pieno sole, che deve essere controbilanciata da annaffiature frequenti. Per via dei principi attivi contenuti nella menta, ad essa vengono attribuite proprietà cicatrizzanti e disinfettanti. E' utile in caso di disturbi gastro-intestinali, aiuta il funzionamento del fegato e favorisce la digestione. La menta, sotto forma di tisana o dei relativi preparati erboristici, può essere d'aiuto in caso di diarrea e disturbi gastrici. Può coadiuvare il trattamento di disturbi come tosse e raffreddore, per via delle sue proprietà sedative e spasmodiche. Il mentolo che essa contiene è considerato un vasodilatatore per la mucosa nasale.

UOVA PASTICCIATE ALLA MENTA SELVATICAIngredienti per 4 persone: 4 uova, burro, sale, pepe, un bicchiere di latte, formaggio Montasio stagionato, un mazzetto di menta selvatica.Preparazione: sbattere le uova con il formaggio, il sale ed il pepe. A questo punto unire il latte e sbattere bene con una frusta fino a rendere il composto spumoso. Trasferire il composto in un tegame dal fondo antiaderente e cuocere usando un cucchiaio di legno, quando le uova di sono rapprese cospargerle con la menta selvatica tritata finemente. Servire caldo con scaglie di Montasio e foglie di menta per decorare il piatto.

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PAPAVERO

Il papavero (Papaver rhoeas), noto anche come papavero selvatico, rosolaccio o serchione, è una pianta erbacea annuale appartenente alla famiglia delle Papaveracee; ha fusto eretto e ramificato ricoperto di lunghi peli; può raggiungere un'altezza di circa 80 cm; ha foglie picciolate mono- o bipennate; i fiori, che fanno la loro comparsa nei mesi di giugno e luglio, sono di colore rosso acceso. I frutti del papavero sono piccole capsule di forma ovale che contengono molti piccoli semi neri. Il papavero è originario dell'Europa, dell'Africa del Nord e delle zone asiatiche a clima temperato. Nel nostro Paese è una pianta molto comune ed è praticamente presente in tutte le regioni.Il papavero cresce nei campi (è una pianta infestante le coltivazioni di cereali e altre colture), nei terreni incolti e secchi, tra le macerie e lungo strade e fossati. Il papavero è una pianta commestibile; i germogli più giovani infatti possono essere serviti sia crudi come insalata oppure essere utilizzati come ingredienti di frittate, minestre e risotti.

STRUDEL ALLE FOGLIE DI PAPAVEROIngredienti per 6 persone: 1 pasta sfoglia rettangolare, gr 250 di ricotta fresca, 1 rosso d'uovo, gr 200 di foglie di papavero, sale, pepe, burro.Preparazione: tritare finemente le foglie di papavero e scottarle con un po' di burro, sale e pepe. Aggiungere la ricotta e il rosso d'uovo già amalgamati. Disporre il ripieno sul rettangolo di pasta sfoglia, arrotolare e cuocere a forno per circa 40 m a 180 gradi. Servire lo strudel tagliato a fettine, cosparso di burro fuso, ricotta affumicata grattugiata e semi di papavero.

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VALERIANELLA

Chiamata comunemente anche dolcetta o soncino, la valerianella (Valerianella locusta, la più diffusa) è simile nel nome e nella forma alla più nota ed utilizzata valeriana, è della famiglia delle Valerianacee e se ne conoscono diverse varietà, sedici delle quali sono diffuse in Italia. Questa piantina che non trova riscontri nei testi di orticoltura prima del XVIII sec., è invece molto presente come erbacea spontanea dopo la fine della seconda Guerra Mondiale e lo è tutt'ora anche se non la troviamo più in pianura, ma solo su terreni collinari. La sua coltivazione, dopo un periodo di stasi, gode ora di un nuovo sviluppo. E' ricca di calcio, fosforo, potassio, ferro e magnesio, contiene inoltre diverse vitamine (fra le altre: A, B1, B2, PP e C), nonché una grande quantità di clorofilla. Ha qualità depurative, ipotensive, rinfrescanti, emollienti per la pelle; in forma leggera la possiamo ritenere anche cardiotonica e stimolante la diuresi.

SCAGLIE DI MONTASIO E VALERIANELLAPreparazione: disporre le foglie di valerianella su un piatto e cospargerle di scaglie di Montasio di media stagionatura con un pizzico di sale, pepe, olio extravergine d'oliva e aceto balsamico. Volendo, si può aggiungere a questo piatto della carne affumicata tagliata sottile, ad esempio dell’arista di maiale.