60 - 14-18 novembre 2012 brochure il vino e la poesia raccontano

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il vino e la poesia raccontano

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Progetto Poieoideazione – progettazione – direzione artisticadi Angela gatto

l vino è poesia imbottigliata

r.l. stevenson

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testi Poetici selezionAti A curA di AngelA gAtto

Il termine poesia deriva dal greco “poieo” che significa ‘io creo’, ‘io compongo’, ‘io faccio’, ‘io agisco’

...dunque …‘io libero lo spirito’ … dunque ... “io vivo’.

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E perché meno ammiri la parola,guarda il calor del sole che si fa vino,giunto a l’amor che de la vite cola.

dante Alighieri - la divina commedia Purgatorio (canto XXV)

Il vino raggiunge la boccaè l’amore raggiunge gli occhi,

Questa è la sola verità che ci è dato conoscereprima di invecchiare e morire.sollevo il bicchiere alle labbra,

Ti guardo e sospiro

William Butler Yeats - canzone al Vino

le liriche sul vino

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POIEO 2012E’ davvero bella cosa che l’Amministrazione Comunale di Castrolibero abbia deciso di avviare un progetto sulla Poesia, che abbia raccolto, l’invito dei cittadini per la creazione di un micro-fono che dia voce ai poeti e faccia valere una concezione della poesia vista non come spazio selettivo e discriminante ma come luogo dal quale liberare, per un percorso di rinascita, senti-menti ed emozioni. Da questa esigenza nasce una Rassegna di espressione poetica, e artistica più in generale, a cui ho voluto dare il nome di “POIEO” nel significato della prima persona del presente indicativo del verbo greco CREARE/FARE.In questa prima edizione, atteso anche i profumi di vendemmia, POIEO declinerà, con diverse sfumature e differenti linguaggi, poe-sia e vino. Un binomio di sana liberazione dello spirito che mi è sembrato non solo opportuno quanto necessario. L’impegno è, comunque, quello di interpretare il nuovo che avanza anche con il linguaggio dei poeti, di comunicare coi versi valori e cultura, quale risposta alla domanda che l’Uomo, nella continua ricerca di se stesso si pone - anche come quasimodiano ‘operaio di sogni’. “Cerco l’Uomo” - afferma Diogene - l’uomo smarrito nelle convenzioni e negli artifici della vita sociale che ne hanno risucchiato essenza ed autenticità. Ma l’esigenza di interpreta-re il nuovo che avanza significa anche ricordare. Ricordare per creare per fornire un’implicita spiegazione del valore assoluto della memoria rispetto ad eventi importanti della vita culturale della nostraComunità. Lo dice Montale: “Il filo tenace della memoria è una preziosa quanto improbabile occasione di vita”. E’ per questo che vogliamo proiettare la Rassegna POIEO nel fu-turo, edificandola su basi nuove, convinti come siamo che: “……Gli artisti hanno sempre avuto bisogno di momenti d’ozio…… per riavvicinarsi, ogni volta con disinteressato fervore, al mondo naturale, diventando nuovamente bambini, sentendosi di nuovo amici e fratelli della terra, della pianta, della roccia e della nube……. (Hermann Hesse) La 1^ Edizione di POIEO attende lo start. La Poesia è pronta per rinascere.I poeti accenderanno candele per richiamare Euterpe, musa ispiratrice della poesia lirica che (guarda caso!) è figlia di Mnemosine, dea della memoria.

Angela Gatto

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L’aria è splendente, oggi: che meraviglia!

senza morsi né speroni né brigliace ne partiamo a cavallo del vinoverso un cielo incantevole, divino

charles Baudelaire - il vino degli amanti

Mi siano i tuoi senicome grappoli della viteil tuo palato come ottimo vino che scende dritto alla mia bocca

san Francesco d’Assisi -il cantico dei cantici

le liriche sul vino

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PrOgEttO POIEO

E’ possibile realizzare cose di qualità senza troppe spese: per esempio una rassegna poetica low cost, tenendo alto lo spirito degli attraversamenti tra forme di comunicazione diverse.E’ possibile, per esempio, organizzare una festa della Comunità con spettatori attivi, in cui a vincere sia la creatività. Viviamo in un sistema in cui è necessario partire da noi, in cui è neces-sario inventare strumenti in grado di rendere protagonisti i Cittadini, con la consapevolezza che la cultura rappresenti il ‘sale’ della crescita della Comunità.Con questa convinzione, abbiamo voluto legare il valore della creatività a quello della Poesia re-stituendole il suo valore intrinseco di chiave di lettura della realtà, riscoprendone il significato simbolico, mitologico, magico.Con questa convinzione, abbiamo pensato ad una rassegna poetica che raccontasse atmosfe-re contagiose in un carosello di presentazioni, proiezioni, conversazioni, reading e frammenti di teatro. Abbiamo pensato ad una kermesse non urlata, dolce come il luogo che la ospita, il nostro Centro Storico; una rassegna capace di rievocare tempi meno cupi di quelli attuali, tem-pi in cui la poesia rappresentava un piacere supremo, tempi in cui si trovava con gioia il tempo di abbandonarsi ai racconti, alla seduzione delle parole.La musica darà il tempo alla narrazione, per scandire i ritmi della recitazione. Musica e Poesia hanno lo stesso peso. E, poi ...abbiamo pensato di affidarci ai profumi e alla dolcezza del buon vino per coniugare versi e strofe. Tra poesia e vino c’è un legame forte come la storia dell’uomo. Il vino racconta di sé e di chi lo produce, racconta la terra da cui nasce. Racconta storie a volte mitiche, a volte reali. Racconta lavoro, sudore, racconta un mondo che non si esaurisce nel momento del sapore.Il vino è simbolo, è testimone, è codice, è protagonista, è linguaggio. Un’esperienza emotiva, dunque, che va al di là del momento del palato !

Orlandino Greco

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L’aspro vino mi ha riconfortatoe dal baluardo un azzurrosconfittoposa sulle betulle

dino campana

Ma poichè ormai tuttisediamo qui riuniti,

che il calice risuoni, direi,coi versi del poeta!

Johann Wolfgang goethe

le liriche sul vino

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Programma

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Mercoledì 14 novembre• ore 18,00 Parrocchia Santa Famiglia

Presentazione del volume di Francesco Plastina

una finestra nel tempo “dalle castagne dell’orzatella alle rotative del Quotidiano’’ Curatore del volume e packaging Angela Gatto

introduce

d.ssa Angela gattorelaziona l’autore dell’opera

dott. Francesco Plastina conclude

ing. orlandino grecocoordina

prof.ssa giovanna Baglione

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giovedì 15 novembre • ore 10,30 Parco del Palazzotto“l’albero di davide”“Siamo fatti della stessa sostanza degli alberi” (W.shakespeare)

“ciascun poeta ha il suo albero. Montale dichiara di amare il limone, Dante nomina il melo, Pound il pero, ma, in alcuni casi, l‘albero ha un proprio nome…”

• ore 12,00 Chiesa di San GiovannniMemorial davide Borensztajnvoci recitanti davide imbrogno e Pasquale coscarelliaccompagnamento musicale del maestro rosario cristiano

• ore 17,00 chiesa di San Giovanni“di-vin tenzoni”di roberto Pititto - medico e storico

con Maria Assunta salineto - addetta alla parola

e con la partecipazione di

Francesco zappone e domenico tarsitanochitarra e voce dei “COnTRORITMO”

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• ore 18,00 Chiesa di San Giovanni “eroiche ebbrezze e divini furori”di giorgio de leonardis - storico dell’arte“è garantita la presenza di Fabrizio De Andrè”

il vino o meglio l’alcol e la guerra, è questo il filo conduttore di un racconto. non la violenza, la semplice violenza, alla quale è facile, scontato ed anche giusto, accostare l’uso e soprattutto l’abuso dell’alcol, ma la guerra, forse il più antico mestiere dell’uomo. per questo è un racconto assai lungo, che inizia in un mondo antico come la storia, fatto di guerrieri coperti di bronzo, che combattono dei e ciclopi e che finisce lungo fangose trincee, anzi, a ben guardare, non cesserà mai. un racconto fatto di poesia e di soldati, soprattutto soldati, piegati sotto il peso di armature lucenti, su poderosi destrieri, o semplicemente chini sotto il tiro delle mitragliatrici nemiche. uomini che brindano alla vittoria o che, con il vino, si consolano nella sconfitta; o ancora soldati a cui l’alcol dà il coraggio per correre incontro alla morte. che poi essa possa arrivare con una freccia scagliata da un arco di tasso o una pallottola da una trincea, non importa, l’importante è andare avanti, correre senza paura o scon-figgendo la paura, magari avendo avuto un alleato nella borraccia ormai vuota. vogliamo raccontarle alcune di queste storie, senza pensare, nemmeno per un istante di raccontarle tutte, e viaggeremo nel tempo e lungo le mille strade percorse dagli uomini, dai soldati che sono uno dei protagonisti del racconto. anche la musica ci accompagnerà, perché essa assai bene sa narrare, soprattutto i sentimenti, le emozioni che si provano davanti alla grande tragedia collettiva, la guerra,

l’altro inquietante, terribile protagonista della nostra storia. (roberto Pititto)

• ore 21,00 sagrato Chiesa di San Giovanni

“Vers...ando vino” Bicchierata “poetica”

A cura di: Azienda agricola serracavallo di demetrio stancati - tenuta terre nobili di lidia Matera

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Venerdì 16 novembre

• ore 10,00 Liceo Scientifico “Scipione Valentini”PresentAzione “cittAdini” ‘Il gusto della legalità... tra saperi e sapori

Intervengono:

s.e. dott. raffaele cannizzaroPrefetto di Cosenza

dott.ssa Maria Francesca corigliano Assessore alla Cultura della Provincia

di Cosenza

dott. Francesco FuscaProvveditore

dott. giuseppe gagliotiPresidente della C.C.I.A.A. di Cosenza

dott. dario granieriProcuratore della Repubblica

Prof.ssa Maria gabriella greco

Dirigente I. C. S. Castrolibero

ing. orlandino grecoSindaco Comune di Castrolibero

Prof.ssa iolanda MalettaDirigente Istituto di Istruzione Superiore

Castrolibero

dott.ssa Anna Maria odoardi Presidente Comitato Etico Cooperativa

“Dignità del Lavoro”

on. gerardo Mario oliverio

Presidente della Provincia dott.ssa sabrina PacenzaAssessore alla P.I. del Comune di Castrolibero

dott. renato PastorePresidente dell’Associazione degli Industriali

Presentazione gioco “Cittadini”

dott.ssa Alessandra luberto Consigliere di Amministrazione Cooperativa

“Dignità del Lavoro”

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• ore 13,00 Liceo Scientifico “Scipione Valentini”“e da bere cosa vi dò?” aperitivo “poetico”

A cura di: Azienda agricola serracavallo di demetrio stancati - tenuta terre nobili di lidia Matera

• ore 17,30 Chiesa di San GiovanniPresentazione del volume di Gabriele Montera - edito da prodinnova

“il calice svelato” “et però credo che molta felicità sia agli homini che nascono dove si trovano i vini buoni”

Leonardo da Vinci

presentazione

d.ssa Angela gatto relazione

dott. gabriele Monteraconclusioni

ing. orlandino greco Proiezione di immagini relative alla rivoluzionaria scoperta fatta da Montera all’interno del

famoso dipinto ‘l’ultima cena’ di leonardo da vinci. lettura di brani del libro.

Voci recitanti: davide imbrogno - giovanna Baglione - Pasquale coscarelli

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sabato 17 novembre

• ore 10,00 Liceo Scientifico “Scipione Valentini”“eroi della cultura e ambasciatori della fantasia”

a cura del prof. elio ValentinoOspite d’onore il Poeta

Medico gaspare caputo (Prolusione)

In ricordo di Michele Pane

“PAneide”…Michele Pane e i Bambini Poesia in Musica

Musiche di A. Bauleo e Fr. MuracaAdattamento testi: elio ValentinoMusicisti: A. Bauleo - Pianoforte, M. Mazzulla - Clarinetto, V. Brogno - Vibrafono -

Fisarmonica, M. Bruno - Marakas, A. digregorio - Violoncello, Lettori: Teresa sacco -

Paola Bonacci - ilaria imbrogno Ballerini: giuseppe cairo - noemi ruffolo canta: lilla! “…e quel bimbo son io …”Voce narrante: M. Montuoro, Musicisti: M° giovannino Borrelli - Chitarra battente

(Conservatorio di Bari) domenico caruso - Mandolino

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• Ore 17,00 Chiesa di San GiovanniPoieo - Aedi e rapsodi

terra di vite Staffetta di poesia in lingua e in vernacolo calabrese,

Voci recitanti: davide imbrogno - Pasquale coscarelli Musicisti: Marialuisa Pagnotta Flauto, Fiorella terranova - Arpa

Collaborazione operativa: Francesco Plastina - Fabrizio giardino

domenica 18 novembre• Ore 10,00 Chiesa di SS. Salvatore

Tributo al poeta castroliberese avv.leopoldo costabileintermezzi musicali del maestro rosario cristiano

• Ore 11,00 Chiesa di SS. Salvatoresanta Messa Celebrata da Mons. Mario Merendaomelia “Il vino nella Eucarestia”Il memoriale di Christus Passus

la parola ‘vino’ viene citata nella Bibbia ben 278 volte in 258 versetti, mentre la parola vite

ricorre 141 volte in 135 versetti !!!

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Inno della Benedizione Eucaristica

…. verbum caro, panem verumverbo carnem efficit:

fitque sanguis christi merum,et si sensus deficit,

ad firmandum cor sincerumsola fides sufficit.

tantum ergo sacramentumveneremur cernui,

et antiquum documentumnovo cedat ritui;

præstet fides supplementumsensuum defectui…

... il verbo fatto carnecambia con la sua parola

il pane vero nella sua carnee il vino nel suo sangue,

e se i sensi vengono meno,la fede basta per rassicurare

un cuore sincero.adoriamo, dunque, prostrati

un sì gran sacramento;l'antica legge

ceda alla nuova,e la fede supplisca

al difetto dei nostri sensi…

Dal Vangelo Secondo Giovanni, “le Nozze di Cana”, che rappresentano il primo “segno” pubblico di Gesù come figlio di Dio. in quel tempo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c’era la Madre di Gesù. fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepo-li. nel frattempo, venuto a mancare il vino, la Madre di Gesù gli disse: “non hanno più vino”. e Gesù rispose: “che ho da fare con te, o donna? non è ancora giunta la mia ora”. la Madre dice ai servi: “fate quello che vi dirà”.vi erano là sei giare di pietra per la purifica-zione dei giudei, contenenti ciascuna due o tre barili. e Gesù disse loro: “riempite d’ac-qua la giare”; e riempirono fino all’orlo, disse loro di nuovo: “ora attingete e portatele al maestro di tavola”.ed essi gliene portarono. e come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino,il maestro di tavola, che non sapeva da dove venisse (ma lo sapevano i servi che ave-vano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: “tutti servono da principio il vino buo-no e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”. così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui da ‘tantum ergo sacramentum’

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Neri erano i grappoli dappertutto,la vigna si reggeva da un capo all’altrosu pali d’argento

iliade XViii. 561-572

Non c’è fiume che eguagli il rosso fiume dell’uomo

Il buon vino

gilbert Keith chesterton

le liriche sul vino

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“Noi beviamo il tuo vino in tuo ricordosilfidi alle vostre caraffe,amici, alle vostre coppe”

Jack Vance

E credo di bere come ha promesso,al calice eterno e nel cielo pio la luna scivola

Paul Verlaine

le liriche sul vino

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Bevilo: così che l’anima tua possa diventare tanto incuranteda sorridere al destino avverso se mai giunga

lambros Porfiras

Si colmi il calicedi vino eletto

nasca il diletto muoia il dolor

giuseppe Verdi (Macbeth)

le liriche sul vino

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Un vino dolce, purissimo…un odore soave si diffondeva su dal cratereun odore veramente portentoso

odissea iX 209-212

“Una coppa colma risplendentesimile a lampada per le bocche

dei bevitori”

Abu nuwas

le liriche sul vino

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Ora libiate a Giove con le coppeInvocate pregando il padre Anchise,e ancora ponete sulla mensa il vino

Virgilio

Il vinomuore la primavera

cresce come una pianta di allegria

Pablo neruda

le liriche sul vino

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Le poesie del reading

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M’abbeverai dei più gagliardi vini,quali bevono i prodi del sapere

costantino Kavafis

Dell’uva il fulgido vinoa notte nelle coppe lucenti

vorremmo bere

Wang Han

le liriche sul vino

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Certi juorni facimu caccia grossa.ccu Lorenzu, nipùtima, ‘i quattr’anni.“Nonno - mi dicia - àmu ‘i scavà na fossadintr’u soggiornu, e l’amu ‘i fari grannica’haju vistu na pantera ca s’è mossa,arriet’a tenda e m’ha mustratu i zanni.

N’ammucciamu ‘ntr’a fossa ccu i fucilie quann’éscia l’inchìmu ‘i pallettunich’è na pantera armenu ‘i cientu chiliferoce e forte cumu a nu liuni,e ruggiscia arrizzannu tutt’i pili.Mò jamu, Nonno…e vàti avanti tuni”.

Sistemati darrieti a nu divanuni stamu cummegliati ‘i na cuperta,pronti ccu ri fucili dintr’i manu.Lorenzu dicia :” Ccà na cosa è certa,ca cumu nua ’a vidimu di luntanucapiscìmu si si vò fari ‘a sperta

e s’a chissa li gira ca si junna,nua, senza ni spagnari, chi facimu?tiràmu na pallottola c’a sbunna,ma s’unn’a colpiscimu, pù fujìmu,zumpannu fora di sa fossa funnae s’àmu fuja, Nonno, fuju ‘u primu!

Caccia grossaFranco

Calomino

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Anche il versoè preghiera, se sbocciada rare cascatedi stellee dagli echidi un’arpa lontana.O dai grandi desertidel tediodove il sole è faticaallo sguardo.

Frammento 1Pino

Caminiti

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Tant’anni ci su scrittia ssa faccia surchijèata,anni bìalli e madadittia ssa varba gnanghijèata.

T’azèava assìami u suduppe jjiri a ffatighèari,u mmastu sup’u mudu,a zappa ppe zappèari.

A cchilli arsi terrippe bidari a migliorìa,

e senza guardèari i sperrifina c’ù sudu punìa.

Mo, i forzi t’ho ddassèatu,u jùarnu mo è d’amèarue tu ti sta assettèatua nna rèasa e focudèaru.

Ti resta llu ricùardue chillu c’ha dunèatu,e no! ca nu n’tu scùardichillu tìampu passèatu.

U viacchiuAngelo Canino

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Vorrei dirtiche se fossi dioabiterei le coscienze degli uominie l’animo della gentee ogni vitala scriverei a matitaper cancellarne gli errori.Ma io che non sono dioresto spesso con le braccia consertedavanti ad un muroattingendo poesia per leniregli inverni del cuore.Così resto in silenzioad inseguire con gli occhi una nuvola e con le dita quello di una goccia di pioggia

venuta a bussare sui vetri del cuore.E ti vedo come se fossi quiabbracciata al tuo Diomentre gli chiediperché i fiori più bellimuoiono così in frettadopo aver consegnatoalla vitacolore.Ma dal punto di vista di DioTu sei quel filo d’inchiostro indelebile davanti ad un foglio divinoche continua a scriverebaciata dai mille pensierida chi amore ti ha dato e da chi amore hai donato.

A Federica…Anna Laura Cittadino

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Altro incaglio mi fu quell’  “ermo colle”e quella siepe guarnita di magiaove spuntò la voce del Poeta.E riparai  oltre l’ orizzonte…ancoraa secondar l’eterno corsoed il silenzio,  nel punto in cuisi volge quella rotache sfinisce il suo presagioe lo novella Fui da sempre la tela del pittoreE pietra informe fuid’ ogni invenzione.Custode del rigor di mille note,mi diedi al passo

e a sinfonie celesti.E diedi sapor vago ad ogni formatratta ad istantenello stormir di fronde E come si stringe il nodo di una tramasento il tempo che s’inverain mio soccorsoe l’infinito reso in una tracciasì come fiume che  si piega nella sponda. Così da questa  immensitàdi profuse ombre e di silenzi,al presto balenare di un ingegnooffro i sapori incolti del mio mare.

L’in-finitoLeopoldo Costabile

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Diu Patreternu, ma tu cc’hai penzatuquannu de nente lu munnu hai creatue l’uomu hai fattu ‘mpastannu la critaccu lla creazione appena finita?L’hai fattu libberu e ppè scartatretra bene e male l’hai fattu raggionare.“Cccu lla raggiune l’uomu – hai penzatu-sarà patrone de tuttu ù creatu.”“Però nu sbagliu l’hai fattu, Patre Diu,quannu hai creatu l’uomu” dicu iu.“Cc’è nu collegamentu tra la lingua e la mentechi a certuni manca quasi completamente!E ppuru ccu lle ricchie è scasciatu ù canale

vistu cà se tu parri un te puannu asuliare.Si aperanu a vucca, quannu cchiù quannu menu,sannu dunare sulu scuppettate e velenu.Si te fannu nù regalu nun ti lu puoi scordareca illi sunnu sempre pronti a ttù ricordare.E ccu chillu regalu, cridanu, t’hau cumpratue tuttu e male fattu è statu scancellatu.Ma la lingua è ‘na spata è assai ppiù murta-le:a ferita guariscia, ma resta llu signale.Perciò Patre perduname, ma si t’era abben-tatu,l’uomu nun era ciertu venutu difettatu.

Mannaja lla santa pressaCarla

Curcio

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Te lo dirò con stil fraleche pur se ruvido t’arrivi al core,uno e solo vive male:anima bella se ne more!

E per far banditismo,di chi cor svotando sprezza,m’abbevero a idealismoirrorando tal secchezza.

Due agenti seppur distantia chimica strana danno mossa,corpi schiavi in pochi istantiprima ‘l fremito, poi la scossa.

Legge dell’uno in sé bastantema che scordando tal condizio,veste i panni dell’amante:del miracol è sol l’inizio!

Amor ciò che separa sdegna,liberazione dall’opposto,

cosa buona e più che degna,siano uniti ad ogni costo.

Due corpi in una vita:qual destino, autonomia?Sol la fin della partita,di morir ciascuno sia!

Architetto ha creato,non materia, “uno” vivente,grande soffio mal celatoor abbraccia l’immanente.

Fascinosa nel desìo,è ragion d’arricchimento,per taluni è pagar fìoper amanti è nutrimento.

Più ti do, tanto più io ho,mi realizzo in te metà,ciò ch’è due uno sarò,anzi saremo, ma dualità!

FenomenologhiaMatteo Dalena

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Sono nata con te Matteoun giorno di mercoledì al tramonto di un giorno fatato,otto maggio.Troppo pregiata E orantecome data. In una cascata che rompeva le dighe.Un ventre che si muoveva veloce,

nel caldo fiume che sgorgava dai fianchi, In un forte odore acre. Misto di passione E purezza dell’ospite. E poi …il buon profumo di capelli impastati con leggera pioggerellina …a primavera

MatteoLucia

De Cicco

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Nessuno …Ti sentivaL’urlo di aiutoTi soffocafaChiedevi, gridavi…Nessuno ascoltavaNessuno sentivaSolitudine bastardaIn ogni piega della tua animaSi è insinuata…L’ha resa invisibile…inguaribile

Il tuo cuorePietrificatoNessuno lo ha capitoNessuno lo ha sentitoIl tuo sguardoPerso nel vuotoContemplava lontanoImmaginavi già il traguardoEd infattiEra a portata di manoNessuno lo ha capito….

NessunoMaria

De Luca

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Dua e dua quattruQuattru e quattru ottuOttu e ottu fannu sìdiciRèpricati ! dicìa ‘u maestruDua e dua quattruQuattru e quattru ottuOttu e ottu fannu sìdiciMa ‘ncielu vùla ‘n’agiellu‘U pittirillu ‘u vìda‘U pittirillu ‘u sènta‘U pittirillu ‘u chiama :Sàrvami agelluzzuJoca cu ‘mmiaE l’agelluzzu scinnaE joca ccu ru piccirilluDua e dua quattruRèpricati ! dicìa ‘u maestruE ‘u pittirullu jocaE l’agiellu joca ccu illuQuattru e quattru ottuOttu e ottu fannu sìdiciE sìdici e sìdici quantu fannu ?Sìdici e sidici nun fannu nentiE mancu trentadua

Ponnu fàri tuttuMa nun fannu trentaduaSutt’u bancu ‘u piccirilluÀ ammucciatu l’aggielluE l’atri piccirilli sèntanu ‘u cantuSèntanu ‘u fisc-cuE ottu ‘a vòta sinni vannuA quattru a quattru a dua a duaÈscianu d’a scòlaE unu e unu nun fannu cchiu duaE a unu a unu sinn’ èscianuE joca l’agelluzzuCanta ‘u pittirilluE ‘u maestru allucca :Nun fàri cchiu ‘u ciotagliuni !Ma l’àtri pittirilliSèntanu l’agielluE ‘a scòlaQuèta grulluljaE ‘u vitru addìventa rìna‘U ‘nchiostru addìventa acqua‘U bancu addiventa àrvulu‘U gessu addìventa scuogliu‘A pinna addiventa agiellu

Juornu ‘i scritturaCiccio

De Rose

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S’ingravida lo scirocco dall’inattesa venutadi sovrastarmi e m’inserro nel silenziopoco placo l’irridente promessa di solitudine e come l’ombra sul muro cinto di chiarore è rotto il giorno: estirpo rantoli di cicalenegli occhi innumeri di pietre-sassicompongono sentieri aliti di geco, intrecciano obliqui cardini di sguardiai polverosi calli i ragionanti stormi di insetti nudi ai rivoli degli incrocid’acque sbavanti ai liminari boschi:e vagine mucche riposanoavanti al parto che sovrasterà la sera.

E la presenza delle colpe germina gioie sapienti: ché un bivio-sepolcrale, d’impatto, edifica la casa che m’attendesempre rivolgendo all’irsuto busto di terreno gli appartati cantisgrano un rosario d’ossa e le mani al ven-tre allineo e mi compongo il benvenuto al prodigo ritornocosì anche in questo giorno cui l’Eterno s’aggira.E tra le mura retto da due pini incrostati di faggio una tenerezza lunare adombra la divinaoscenità di re-sistere.

Canto silvanoAntonio

D’Elia

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Scorre l’acqua,corre via,canta nei ruscelli,sprizza giu dai tetti.E nel mentre,il silenzioso passa.Osserva il passero,

che sotto un paterno olivotrova riparo.L’acqua scorre,corre via,ma resta sempre basso e fisso,perso e tormentato,lo sguardo dell’innamorato.

Senza titoloGabriele Fabiani

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Meriggi afosidell’estate,cielo velatosu terra rovente.Tra pietre e crepefiori di capperi,

tra torri e archicorvi assiepati,intenti a scrutarel’orizzonte marino:antiche visionidi immobili attese.

Meriggi estiviManuela Fragale

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Non conosci altro modoChe scriverePer liberartiDai tuoi pensieri.

Ma confessaNon sai perché liberartene !

Le parole danzano sul foglioE si addormentanoCome un getto d’acquaChe muore.

Scrivi per tentazioneE non per vocazione.

Non ti basta puntare il ditoSul mappamondoO conservare ciuffi d’uccelli.

Non serve esortare la primavera

A non svanirePer assicurarti l’ispirazione.

E non serve invocare PanSignore delle messiPer indorare coi versiIl biondo del grano.

Neanche Igeria può stirareLe pagine sgualciteDalla pigrizia.

Ma potrai farcela !Sì che potrai farcela !

Ti serve un sollievoverginale e immacolato….

….….Come il sorriso morbidoDi un bimbo……..

La noia del poetaAngela Gatto

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Mi ritorna in mente la mia casami ritorna in mente il canto del gallo,le spighe di grano che al soffio del ventosi piegavano per salutarmi!

Mi ritornano in mente le dolci mani di mia mamma,profumavano di farina e di amore!Stava lievitando il pane,lì fuori....... il vento fischiava!

S’ode ancora il suo lamento,il mugghio tra le imposte faceva sognare,

sembrava essere nella primavera del mare!

Ora le spighe di grano sono morte, sono lìa terra, attendono colui che li profani, li raccolga,li porti lontano per crescere e servire!

Io nelle notti senza luna aspetto coleiche con tutto l’amore del mondo mi prenda per manoe vestita di bianco mi conduca verso il sentie-ro dei Santi!

La casa nel pratoSergio

La Ghezza

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…E la sera mi chiedodel senso dei miei giorni,dell’amore non dato,dei sorrisi negati ,delle ore trascorse a fissare il vuoto

nell’attesa di una catarsi .La sera mi chiedose sia stato amorequello che sento come una nostalgia lontanadel vuoto lasciato dall’assenza di te.

AssenzeRita

Mantuano

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Un nido di freschi fuscellicementati da cinguettiidi assordanti fringuellivagiti di vitaassonanze di alba nascentemattutina avvolgente.

Prato verdatolembo marino sfumato di cielo.

Estasi solitaria rinfresca la mentedisorientata, affollatapensieri ingombranticome anime in sosta nel limbo.

Gioia suprema

istanti trascorsi remotisapori ormai noti la sera stellatapropone la calmariposto l’ardoredi fuochi roventi.

La luna apparente sorride sornionanel telo azzurratodipinto di stelleaccede nel cuorela voglia d’abbracci.

Ti spezza il respiro.

Dio! Che dolce serata!

Estasi solitariaArcangela

Olivieri

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O goccioline che cadete lente,lente sul pianto e sul lavoro umano,perché la giovinezza va fuggente?Si stagna l’acqua vostra sul pantanoe nel nulla s’arena il mio rimpianto,che mi sembra dolore e grande arcano.M’aduna ogni pensiero e in mesto cantotraduce al cuore il palpitare lento:

ma mentre scrivo navigo nel pianto.Passò la speme, questo è il duro accento;passarono i bei giorni e, nella stanza doel’invoco sempre e penso, attendoche un di si spezzi questa lontanza:che torni il sogno, che fu breve tanto,a rifiorire insieme alla speranza.

gocciolineAntonio Pagliuso

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E capita a volte di svegliarmi di notte,quelle notti  piene di buio, in cui il vento sof-fia e da voce alle ante cigolanti delle finestre,da dove si intravedono quegli alberi spogli che, apparentemente privi di vita,disegnano ombre inquietanti sulle pareti di casa,

E capita di girarmi e cercarti,fredda è la mia mano che, figlia di un inverno gelido, scivola sulle lenzuolae accarezza, con forza crescente,quel cuscino che non conosce più viso,da quando tunon sei più ospite delle mie notti insonni,

E capita di venire giù insieme al mondo,che privo di luce mostra abissi ancora più spaventosi,e da quei profondi fondali si bea del mio non

essere,con quella barbarie che solo i sentimenti riescono ad immaginare,

E capita di sentire la tua voce chiamarmi,quasi fosse emanazione di uno spettro,un lamento a singhiozzi, a tempo con i batti-ti del mio cuore,una spada fendente, con colpi mirati a ferire là, nei miei punti peggiori,

E capita, ogni tanto, di svegliarmi di matti-na,con la notte alle spalle e la fioca luce dell’al-ba a riscaldare la mia fredda mano,tu eri lì, accanto a me, dolce il tuo viso su quel cuscino e calde le lenzuola,tu eri lì mio mattino,tu sei qui, proiezione certa del mio presente, ombra felice del mio futuro.

Capita...Francesco

Plastina

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La pioggia cadecon dolcezza,il vento fa muoverele piante, i fioricon armonia,mi sembra quasidi vederli danzare.Apro la finestra,il profumodella pioggiainvade la mia stanza.Sono sola e penso,in silenzio, ascoltola loro melodia,piano, pianola pioggia cadesulle foglie,

piano, pianoio resto lì,immobiledavanti a tanta bellezza,ed a tanta purezza.Il profumodi terra bagnatami porta lontano,una goccia, e dopo un’altra,io resto lì,piove, piove.Le gocce sono tante,assomigliano alle mie illusioni,vorrei andare con loro,ma all’improvvisola pioggia si ferma,ed io non posso più fuggire …

Pioggia d’estateTeresa Scotti

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Dintra na ruga se parra:ca oie e’ spusatu Micuzzu,cchiu granne de illa,a figlia e Tumasi de galla,durmia dintra a ‘ stallacu porci e galline.Ma mo’ e’ sistemata ,va a stare alla casa e Peppina,a mamma e Tumasi,.E’ vecchia e l’assista.Chi bellu futuru de sposa l’aspetta…Vatrova stasera si a porta allu lettu TumasiO cigna de prima iurnataa fare e servizie d ‘a casa.Cresciuta intra a stalla,e mo assista a Peppina,

era meglio na palla,armenu moria e te fichi.Va’ cigna a lavare na vecchia…Peppina e nivecchia ,facia la nivara alla ruga e sciawetta,de vernu e d’astate difriscava le vecchie,scirubette , cafe’ e vinu cottu,e si ca ere mortu.Ma mo e’ ncazzunita,ulle dura la vita,e intanto Mariachi oie e ‘ nzurata,e’ nesciuta d’a’ stalla.Na fimmina sperta …E mo’ , assista na vecchia.

A’ chiazzaAntonio Simarco

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Agustu chijnuCchì cavudu! U sà cchì facimu!?!Ijamu a ra Sila!Cu ra machina và sà cchì fila!?!Chijanu chijanu arrivamu a Monte Scuru,acqua frisca e ‘ncunu fungiju puru.Chini a supporta ssà calura!?!Ni portamu u tripidu e ‘na frissura,facimu quattru patate fritte,‘na suprissata e ‘nu paru i pitte,‘na gassosa e ‘nu litru i vinue pua ni ijettamu sutta a ‘nu pinu.Ha ragiuni, ijamu, partimu!Cchì trafficu ppé ra via!Simu arrivati ‘nsarvamientu, sciuoddru mia!Spannimu su misale e pua mìntati a frija.

Da fame nun ci viju i l’uocchicoglija puru dua finuocchica i ‘mmisc-camu dintr’a frissura.Facimu ccù premura!A ‘na vota si chiuda u cielu e si fa scuru,‘nu truonu ccussì forte ni ‘nsurda cu ru rumuru,si minta a chijova e grandinare,a malappena ni riparamu cu ru compare.‘Nu lampu coglija a frissura ca s’abbritta,u vinu s’è abbuccatu e sé ‘mbusa puru a pittae quannu è scampatu,‘nu cane passannu a suprissata s’è arrubatu.E’ durata mancu n’ura,doppu è turnatu u sule e ra calura.Chissa a ra Sila si chiama trupia.E l’ha fatta giustu oij ppé fricà a mija!?!

A trupiaLuigi

Speciale

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Al dirupo degli annidopo il ritornorimanesti abbarbicato;ad un trattopoi la presa abbandonasti.La tromba delle scalenell’ospitale tua casa di Torinoin verticale inghiottiper sempre la tua memoriapacificandoti di un colpo l’anima

dagli spettrali fantasmi del passato popola-ta.Era un giorno di primavera tiepidoma il tuo cuor da tempo strettoera in un gelo a schiudersi duroalle finte lusinghe della vita.Il consenso da te dato alla mortebruciante sconfitta suona a noi della vita e della storia.

In memoria di Primo Levi, ebreoFranco

Tarsitano

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Volgiamoci, in alto, nel Cielo Terìno;Incontro, guardate, ci viene una Luce:Nascondesi, a volte, un po’ birichina.Chiamare gradisce e flebile e piana,Ed anche evocare, pur Ella sottile,Nomignoli cari d’amici e parenti.Zittisce, ancor lieve, lamenti e rimpianti,Intenta soltanto ad esser vicina.Non sente sofferte le ore del tempo...Amore la guida nel tutto avvenireE agli altri rivolge Suoi guardi affettuosi. Neppure gli affanni La toccano alquanto:

Zolletta fiorita Le fa da corona, Amore e Dol-cezza son cari compagni.Gioisce nel cuore e vedesi bella,Radiosa sorride al par d’una stella.Arrestasi un poco, vedendoci in tanti;Zanzare a Nocera non vuol ricordare!Infondeci stille di Amore sincero:Abbraccio ci dona d’intenso calore,Nessun trascurando, segnandoci tutti.Osserva, Beata, dal Cielo Terìno.Vive Eterna Giovinezza

Vincenzina Enza grazianoElio

Valentino

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Immergemmo le nostre anime assetate nel vino ristoratore del passato

Mark twain

Versami vino via via più puroRagazzo del Falerno...

...E voi sparitedove volete, lontano da qui

pesti del vino, acque. Tra gli astemiesiliatevi...

.catullo da “Poesie XXVii”

le liriche sul vino

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ideazione – progettazione – direzione artisticadi Angela gatto

Poeti

Franco calomino, Pino caminiti, Angelo canino, Anna laura cittadino,leopoldo costabile, carla curcio, Matteo dalena, lucia de cicco,Maria de luca, ciccio de rose, Antonio d’elia, gabriele Fabiani,

Manuela Fragale, Angela gatto, sergio la ghezza, rita Mantuano, Arcangela olivieri, Antonio Pagliuso, Francesco Plastina, teresa scotti,

Antonio simarco, luigi speciale, Franco tarsitano, elio Valentino

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ideazione grafica e impaginazione l’officina delle idee - www.lofficinadelleidee.it

Progetto Poieoideazione – progettazione – direzione artistica

di Angela gatto

Poeti

Franco calomino, Pino caminiti, Angelo canino, Anna laura cittadino,leopoldo costabile, carla curcio, Matteo dalena, lucia de cicco,Maria de luca, ciccio de rose, Antonio d’elia, gabriele Fabiani,

Manuela Fragale, Angela gatto, sergio la ghezza, rita Mantuano, Arcangela olivieri, Antonio Pagliuso, Francesco Plastina, teresa scotti,

Antonio simarco, luigi speciale, Franco tarsitano, elio Valentino

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52Comune di Castrolibero