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2017 A cura di: Organizzazione Sindacale della Polizia di Stato ITALIA CELERE Sede Legale: via delle Vigne 171 – 00148 Roma – Cod. Fisc. 97871520587 www.italiacelere.it [email protected] [email protected] – Pec: [email protected]

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2017

A cura di:

Organizzazione Sindacale della Polizia di Stato ITALIA CELERE Sede Legale: via delle Vigne 171 – 00148 Roma – Cod. Fisc. 97871520587

www.italiacelere.it – [email protected][email protected] – Pec: [email protected]

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uando i colleghi ed amici Federico Meini ed Andrea Magrelli del Reparto Mobile di Padova mi hanno chiesto di presentare il loro progetto al Dipartimento ho ritenuto opportuno e doveroso condividerlo con i Dirigenti Sindacali del Comitato Analisi OP Studi & Ricerca, Francesco Muscuso e Pietro Corvaia (Reparto Mobile Milano), Paolo Lo Coco (Reparto Mobile Senigallia) e Massimiliano Vita (Centro Formazione Tutela

Ordine Pubblico). Un progetto che esce dalle logiche sindacali e che, lontano dalla ribalta, cerca di segnare il passo dei Celerini Italiani; un progetto in perfetto stile Italia Celere che cerca solo il Bene Comune.

ai come oggi c’è bisogno di pianificare e programmare la preparazione dei poliziotti dei Reparti Mobili per affrontare al meglio non soltanto le esigenze dell’Ordine Pubblico ma soprattutto la realtà del Terrorismo Internazionale che ha colpito finora con esiti devastanti i Paesi vicini all’Italia. Il modus

operandi dei terroristi ha lasciato non poche preoccupazioni tra i Poliziotti che effettivamente ad oggi non si sentono pronti; gli Specialisti dell’Anti-Terrorismo non hanno la stessa prossimità dei poliziotti che tutti i giorni vivono la strada.

el resto oggi gli Uomini dei Reparti Mobili sono impiegati tutti i giorni in servizi di pronto impiego nelle grandi Metropoli con finalità di Anti-Terrorismo pur non avendone mezzi e strumenti idonei né tantomeno la preparazione. È pur vero che poi diventa necessario l’intervento dei Reparti specializzati a

controbattere l’offensiva terroristica ma sicuramente non possiamo ipotizzare che il primo intervento debba essere affidato a Uomini incompetenti ed impreparati seppur impiegati! Scongiuriamo certamente l’ipotesi che questi Uomini vengano comandati di servizio soltanto per rappresentare uno specchietto per le allodole e per dare la classica risposta “politica” da parte di Governi che ultimamente hanno dimostrato incompetenza ed approssimazione.

talia Celere, scevra dalle solite logiche sindacali, avanza un progetto di innovazione e di reale utilità al Paese, al Bene Comune, che permetta ai Poliziotti Italiani di essere sempre più punto di riferimento e centralità della Sicurezza per i cittadini Italiani. Fare sindacato non può esser legato unicamente alla proliferazione di tessere;

sebbene in una società legata immancabilmente ai numeri, la storia ci insegna che i grandi cambiamenti sono avvenuti soltanto mettendo al centro della società l’Uomo e non le tessere né le matricole. L’Uomo al centro dell’universo di Italia Celere è l’Uomo-Poliziotto, preparato, addestrato e tutelato, che solo così può spingersi oltre i propri limiti per difendere l’Uomo-Cittadino, ancien motif della Sicurezza Nazionale. Il progetto UTM che presento a nome degli Assistenti Capo Federico Meini ed Andrea Magrelli è ambizioso sì, ma realizzabile e spinge il Dipartimento a sporgersi “oltre” se veramente c’è l’intenzione di rendere la Polizia di Stato il fiore all’occhiello delle Polizie Europee. La Sicurezza degli Italiani, del resto, non è da meno rispetto alla Sicurezza degli altri cittadini Europei.

Lei, sig. Capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, l’ultima e più importante parola sulle Unità Tattiche Mobili…a Lei che sempre ha mostrato una peculiare attenzione e propensione per l’operatività e per la Sicurezza.

Andrea Cecchini Segr. Gen. Naz. Italia Celere

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I recenti fatti di cronaca Europea hanno evidenziato un crescente pericolo di attentati

terroristici in particolare di matrice islamica, da Charlie Hebdo alla strage del Bataclan fino alla

più recente strage avvenuta la notte di Capodanno ad Istanbul, proseguite tutte con caccia

all’uomo per assicurare alla giustizia gli autori superstiti e ripristinare lo stato di sicurezza. In

tutti i casi quello che è emerso è sicuramente una quasi impotenza da parte degli Stati, incapaci

di utilizzare adeguatamente su larga scala le Forze di Polizia; oltretutto bisogno far sì che

queste ultime siano ben equipaggiate e addestrate per congelare la situazione mettendo in

sicurezza le zone e contrastare il terrorismo.

La Francia ha dato sfoggio di apparati altamente specializzati, la sola Police Nacional

dispone di ben tre tipi di unità di intervento tattico, il RAID (l’equivalente dei nostri NOCS) una

unità dall’alto profilo professionale e specializzato con una unica sede di dispiegamento, il BRI,

che ha competenza nella sola zona di Parigi, e il GIPN (Group d’Intervencion Police Nacional)

che è invece dislocato in più aree del territorio francese (10) ed è pronto ad intervenire nelle

zone laddove fosse necessario; per non parlare poi degli equivalenti della Gendarmerie

Nacional. Inoltre la Police Nacional si avvale del CRS (Compagnie Nacional de Securitè),

l’equivalente dei nostri Reparti Mobili, che è composta da circa 13.000 uomini e dislocata anche

essa sul territorio. Analoghe situazioni più o meno possiamo trovare in altri stati dell’Unione, in

Spagna per esempio oltre ai reparti di intervento tattico di Polizia e Guardia Civil, la UIP

(Unidad d’Intevencion Policial di cui si parlerà più dettagliatamente) è una unità antisommossa

dislocata come i nostri Reparti Mobili su più aeree geografiche della Spagna. Qual è la

situazione in Italia invece in caso di attacco terroristico, che risposta potremmo offrire?

Attualmente i due Reparti preposti in territorio italiano a contrastare i fenomeni

terroristici sono il NOCS della Polizia di Stato dislocati a Roma e i GIS dei Carabinieri, dislocati

a Livorno con l’utilizzo eventuale dei Carabinieri Paracadutisti del Tuscania (anch’essi a

Livorno) con conseguenti difficoltà, in caso di attacco, di intervenire in tempi rapidi, vista la

necessità di spostarsi dalle rispettive sedi, approntando un volo o altro per raggiungere la

destinazione. Dopo gli ultimi avvenimenti il Ministero dell’Interno ha creato delle unità

all’interno delle Questure, denominate UOPI (Unità Operative di Primo Intervento) formate da un

numero di circa 10 operatori, preparate per un corso di un mese presso i NOCS; a tali Unità è

stata affidata la risposta in prima battuta ad un eventuale attacco terroristico. Più recentemente

i Carabinieri hanno creato un alter ego di dette unità, le API (Aliquote di Primo Intervento)

incardinate, al pari delle UOPI, nelle territoriali come le radiomobili; e poi hanno creato

un’altra unità incardinata nei Battaglioni Mobili, le S.O.S. (Squadre Operative Speciali).

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Le UOPI si sono formate con selezione avvenuta presso le varie Province coinvolgendo

chiunque fosse interessato a parteciparvi; successivamente è seguita l’assegnazione alla locale

Questura. La formazione di questa unità ha evidenziato, a nostro avviso, una serie di criticità:

Questi punti sono strettamente concatenati.

- NUMERO OPERATORI E ORARI DI LAVORO. L’esiguo numero degli operatori difficilmente

colmerà il gap col numero di attentatori con soli 10 uomini, per lo più non tutti in servizio

allo stesso momento visto che l’equipaggio è composto da 4 operatori su una auto blindata;

inoltre essendo esiguo il numero di operatori, l’Unità non consente una turnazione oraria

adeguata a coprire l’intero quadrante giornaliero e settimanale e per questo svolge orari

8/14 e 14/20. Non essendo neanche prevista la reperibilità per gli operatori UOPI, si lascia

così scoperta la notte, fascia oraria in cui sono avvenuti, per esempio, l’attentato al Bataclan

e quello di Istanbul di Capodanno.

- ADDESTRAMENTO. Sorge il problema proprio per le unità tattiche: deve essere

assolutamente costante per mantenere le abilità acquisite ed invece risulta spesso messo in

secondo piano o impossibilitato ed inoltre laddove svolto non può essere espletato da un

numero corretto di operatori. Unità tattiche per offrire adeguate coperture, anche in

irruzioni o interventi, devono essere composte da almeno 6/10 membri; ovviamente

essendo impiegati 8 operatori al giorno nei due quadranti appare impossibile consentire

un addestramento congiunto degli stessi, che invece è necessario.

- EQUIPAGGIAMENTO. Sicuramente si è fatto qualche passo a vanti, ma sempre poco. Allo stato

attuale le UOPI sono dotate dell’arma lunga HK UMP in calibro 9 con ottica olografica,

pistola di ordinanza beretta 92fs, un GAP di livello 2, un elmetto balistico oltre che di spray

capsicum (peraltro reperito da residui del poliziotto di quartiere). Nessuna uniforme per

l’unità è stata creata, facendo sorgere la solita improvvisazione all’italiana. Alcune unità

UOPI operano con divisa bicolore delle volanti e relativo stemma omerale sul braccio, altre

di iniziativa adottano una loro uniforme con uno stemma da essi creato, come dire che

neanche le uniformi sono uguali all’interno della stessa Unità, oltre che le possibilità di

addestramento variano da dove si trovano. A Roma per esempio le UOPI hanno possibilità

di collaborare con i NOCS, mentre a Venezia è nata una collaborazione coi Lagunari

dell’Esercito mentre nelle altre realtà nessun tipo di collaborazione, creando problemi di

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standardizzazione addestrativo ed operativo.

Dai recenti attentati si è visto che spesso i terroristi impiegano armi militari,

precisamente fucili d’assalto AK 47 Kalashnikov, e sono dotati anche essi di giubbotti

antiproiettile; è evidente che il contrasto all’avversario deve essere fatto sulle basi delle sue

dotazioni per essere efficace.

Allo stato attuale nessuna delle armi in dotazione, stante il suo calibro, è in grado di

perforare un giubbotto antiproiettile, contrariamente al fucile d’assalto kalashinkov; l’UMP,

benché ottima arma, è pur sempre un’arma dal calibro di una pistola, il calibro 9, con scarso

potere di arresto. L’unico modo per avere una qualche possibilità di perforare un giubbotto

antiproiettile è l’adozione di fucili in calibro 5.56 NATO, come già adottati da tutti i reparti di

Polizia Europei e dagli stessi operatori del NOCS.

L’idea che si intende proporre è:

1 Rivedere le dotazioni degli operatori.

2 Implementare le squadre UOPI con operatori formati, previa selezione e mediante costante

addestramento, in seno ai Reparti Mobili (cosi come analogamente fatto anche dai Battaglioni

dei CC con le SOS), a nostro avviso bacino sottovalutato ma sede naturale per tali unità, con

personale che potrebbe essere validamente utilizzato, per molti motivi che qui di seguito

vengono riportati.

Attualmente i Reparti Mobili presenti in Italia sono 15 e dislocati in maniera uniforme su

tutto il territorio con possibilità di raggiungere in tempi più rapidi luoghi ad essi più vicini

piuttosto di unità centrali.

I Reparti Mobili, eredi dei Reparti Celeri, sono organizzati ancora oggi in Nuclei

operativi sulla stregua delle vecchie compagnie e su un totale corrispondente ad un

battaglione che consente una efficace rotazione e impiego del personale nei servizi e negli

addestramenti.

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Il numero degli appartenenti ai Reparti Mobili parte da un minimo di 2 Nuclei per i

Reparti più piccoli fino ad arrivare a 6 Nuclei per i Reparti più grandi, cosa che consente di

impiegare validamente gli uomini sia per operazioni di Ordine Pubblico sia per una Unità da

destinare a Pronto Intervento Antiterrorismo.

Nonostante l’elevarsi generale dell’età media degli operatori di Polizia, il bacino dei

Reparti Mobili mantiene ancora la presenza di personale giovane che, se fosse attuata la

selezione e il mantenimento, consentirebbe di avere Reparti con presenza maggiore di

giovani o comunque di personale motivato e preparato fisicamente.

Per la natura del lavoro e dell’impiego in unità operative organiche, il personale dei

Reparti Mobili si presterebbe maggiormente all’impiego in Unità antiterrorismo.

Da esperienze di addestramento congiunto con altre forze antisommossa di Polizia

europea (EUPFT, European Union Police Force Training) svoltesi negli anni passati in Francia,

Germania, Vicenza presso la struttura EUROGENDFOR si è evidenziato che l’unica Forza di

Polizia con compiti esclusivi di Ordine Pubblico è risultata essere la Polizia di Stato Italiana,

creando disparità di interventi e addestrativi con altre Polizie Europee, le quali prevedevano

tra i compiti istituzionali l’impiego in caso di interventi tattici sia terroristici sia di criminalità

cittadina in ausilio o in assenza di unità più specializzate (es. NOCS o GIS).

Essi sono, come già detto, eredi dei Reparti Celere, istituiti dal ministro Giuseppe Romita

nel 1946 a ridosso del referendum per la scelta fra Monarchia e Repubblica, in pratica

utilizzando i battaglioni, dei quali era cessato l'impiego bellico. Per cui storicamente sono

sempre stati inquadrati come unità organiche preparate e addestrate ad esigenze più

spiccatamente operative, non solo di Ordine Pubblico; non sarebbe per cui peregrino pensare

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di incardinare, proprio per la peculiare struttura organizzativa, gerarchica e di impiego, delle

aliquote di uomini, almeno inizialmente, pronte ad essere impiegate come Unità di Intervento

Tattico di prima risposta, analogamente a tutte le altre unità europee antisommossa che

prevedono l’impiego di questi reparti come risposta ad eventuali esigenze di terrorismo

ovvero sommosse di massa. In fondo i Reparti Mobili, dato il numero e la capacità di

mobilitazione, non possono che essere considerati una sorta di “fanteria” della Polizia, da

poter schierare in gran numero laddove vi fosse esigenza non solo di Ordine Pubblico.

Cosi come prevede il Decreto del Ministro dell’Interno 11/2/86 REGOLAMENTO DEI

REPARTI MOBILI DELLA POLIZIA DI STATO:

I Reparti Mobili della Polizia di Stato sono forze destinate all'impiego su tutto il territorio

nazionale ai fini della tutela dell'Ordine Pubblico e dell'intervento nelle zone colpite da eventi

calamitosi. I predetti reparti o unità organiche degli stessi possono essere chiamati a

concorrere ad altre operazioni di pubblica sicurezza e agli altri servizi d'istituto svolti

dagli organi territoriali di polizia.

I Reparti Mobili dipendono dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione

Centrale per gli Affari Generali, che in attuazione delle direttive impartite dal Capo della

Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza:

- ne dispone l'impiego e ne segue lo stato di efficienza;

- tiene i rapporti interni ed esterni all' Amministrazione della Pubblica Sicurezza ai fini

dell'impiego;

- si esprime in ordine ai criteri per la scelta e l'addestramento del personale;

- interessa la Direzione Centrale per i Servizi Tecnico-Logistici e della Gestione Patrimoniale

per le esigenze di infrastrutture, mezzi e materiali occorrenti, indicandone le caratteristiche.

Questi primi due articoli evidenziano la possibilità di impiego non solo per finalità di

Ordine Pubblico, le quali potrebbero essere non meramente eventuali ma istituzionalizzate, e

altresì la rapidità di disponibilità dipendendo direttamente dal Capo della Polizia.

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Pre-selezioni fisiche

Età massima di accesso 48 anni compiuti (indicativamente)

Prove annuali di mantenimento dei requisiti

1. 2 settimane di adattamento fisico e teoria generale comprendente:

1.1. Normativa

1.2. Nozioni primo intervento medico

1.3. Equipaggiamento e materiali

1.4. Nozioni armi ed esplosivi

1.5. Radio collegamenti, comunicazione non verbale (codificazione NATO )

2. 2 settimane movimentazione corde

3. 2 settimane tecniche di immobilizzazione, ammanettamento, perquisizione e combattimento

4. 5 settimane di

4.1. CQB (Close Quarter Battle) teorico e pratico

4.2. Movimento per squadre: formazioni (linea, fila, freccia, lancia, rombo), movimenti

squadra contro squadra

4.3. Tiro (arma corta pistola 9mm, arma lunga pistola mitragliatrice 9mm, arma lunga 5.56)

5. 1 settimana guida

6. Test Finale Teorico/Pratico

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• Corsa piana 3000mt tempo massimo 16 minuti

• Trazioni alla sbarra min 3 partendo da braccia completamente distese con superamento

sbarra altezza mento. Tempo massimo 1 minuto

• Addominali, minimo 30 ripetizioni

• Piegamenti sulle braccia minimo 30

• Salita fune 4 mt.

• Salto in alto mt. 1.40

Prove su base annuale successivamente calibrato in fasce di età. Potrebbe essere adottato

come parametro riferimento di valutazione le tabelle, in allegato, contenute all’interno del

programma del brevetto sportivo militare tedesco DSA, già noto presso Amministrazione

dell’Interno e Forze Armate.

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In questa fase partendo da una sessione iniziale di reazione fisica mattutina per portare il

livello generale ad uno standard fisico ottimale, si alternano sessioni teoriche/pratiche in aula

sulle materie di interesse.

Approfondimento tematiche di settore (Diritto Penale, Procedura Penale, Criminologia,

Nozioni sul terrorismo, Atti di PG)

Si affronteranno lezioni di primo intervento medico di base e con uso di defibrillatore

automatico BLS/BLSD (a cura di Personale Sanitario dell’Amministrazione) per poi

approfondire con lezioni di medicina tattica,(a cura del Corpo Militare della Croce Rossa

Italiana) dove si interverrà su eventuali ferite da esplosivi ed armi da fuoco (utilizzo presidi

medici quali C-A-T, Combat Applicate Tourniquet, benda israeliana, polvere antiemorragica)

per poter intervenire su collega ferito con primo intervento grazie a kit individuali di primo

soccorso I.F.A.K. - Individual First Aid Kit in dotazione a ciascun operatore.

In questa fase si approfondisce lo studio dei materiali in dotazione individuale e di Reparto,

in particolare:

• Arma corta pistola 9mm di ordinanza Beretta 92 FS con 1+1 caricatori

• Pistola mitragliatrice 9mm con 4+1 caricatori e ottica a punto rosso e torcia tattica, HK UMP

(già in dotazione alle squadre UOPI)

• Arma lunga 5.56 con 4+1 caricatori e ottica a punto rosso e torcia tattica (Bushmaster M4, già

in dotazione NOCS)

• Fucile cal. 12 vari tipi di munizionamento (Benelli M3, già in dotazione all’amministrazione)

• Lanciatore cal. 40, Franchi GL 40/90 o HK in dotazione ai Reparti Mobili (lacrimogeni,

illuminanti)

• Scudo balistico

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• Borsa tattica 1 per squadra (kit sfondamento, nastro americano)

• Plate carrier (Gap tattico con sistema M.O.L.L.E. sistema che consente di agganciare vari tipi

di buffetteria, dai porta caricatori a porta radio o fondina in modo da evitare di

dover indossare un jacket sopra il gap che risulterebbe particolarmente ingombrante) con

maniglia posteriore per recupero ferito e imbrago

• Fondina cosciale modello Amadini Ghost 3 (fondina istintiva e veloce dotata di sistema di

ritenzione e sicure contro perdita accidentale o estrazione da parte di terzi)

• Elmetto balistico tipo FAST (Elmetto dotato di aperture laterali per utilizzare le cuffie

protettive Peltor Comtac xp)

• Cuffie modello Peltor Comtac xp (modello di cuffie di tipo attivo nella riduzione del rumore,

con amplificatore di voce, annullano i rumori superiori a tot decibel ma lasciano passare

amplificando la voce e rumori di bassa intensità per poter comunicare, alle quali è

collegabile direttamente radio con sistema vox aperto, di modo che l’operatore ha sia una

alta protezione all’udito e al contempo non necessita di utilizzare le mani per le

comunicazioni)

• Occhiali balistici (meglio se mascherina)

• Maschera antigas

• Fascette per ammanettamento (plastiche doppie riutilizzabili)

• Coltello tipo RESCUE

• Pinza Multiuso (tipo Leatherman)

• Guanti tattici (Protezioni nocche)

• Protezioni tibia, ginocchio, gomiti

• Set corde con discensore (come da Corso Esperti Manovratori di Corde, già previsto per

personale dei Reparti Mobili per accesso a luoghi impervi, sia per interventi di PG, che per

ispezioni)

• Torcia Led tattica in alluminio

• Luci chimiche

• Kit medico di primo intervento (I.F.A.K.)

• Uniforme conforme al servizio svolto (urbana e non, qualora si necessita di interventi in

ambiente extraurbano, come ricerca persone o edifici in ambiente rurale)

• Mezzo blindato tipo Discovery

• Funzionamento e manutenzione armamento in dotazione

• Calibrazione sistemi di puntamento

• Riconoscimento e nozioni di base armi ed esplosivi eod/ied

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• Nozioni balistica interna, intermedia e terminale (Per comprendere gli effetti del tiro, in

particolare la terminale, che approfondisce gli effetti terminali sugli oggetti utile per

comprendere l'ambiente in cui si va ad operare gli effetti su tale ambiente e conseguenze sia

per la sicurezza individuale sia per quella di terzi)

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Per meglio comprendere l’idea di unità che si vorrebbe proporre si porta ad esempio le

unità spagnole della UIP, unità antisommossa della polizia nazionale.

Le UIP create nel 1989 hanno come principale obiettivo l’intervento in caso di gravi

episodi per la sicurezza cittadina su tutto il territorio spagnolo, in particolare il decreto

istitutivo gli attribuisce le seguenti funzioni:

collaborazione nella protezione di Sua Maestà il Re e alte personalità nazionali e straniere

prevenzione, mantenimento e ristabilimento della sicurezza cittadina

intervento in grandi concentrazioni di masse, riunioni in luogo pubblico, manifestazioni e

spettacoli pubblici

intervento in ausilio in caso di calamità o catastrofi pubbliche

interventi in allerta di polizia dichiarata in caso di commissione di delitti di tipo terroristico

o di delinquenza comune e attuazione di ogni dispositivo di controllo di polizia

protezioni di luoghi e installazioni sensibili

interventi in disordini e situazioni di analoga pericolosità

Allo stesso modo degli ex reparti celere, le UIP sono la continuazione delle Unità Mobili

specializzate di natura militare create in epoca Franchista.

Le UIP hanno dei protocolli di attuazione per gli interventi abituali. In caso di manifestazioni

che derivano da atti violenti o che alterano l’Ordine Pubblico, i protocolli si basano sul

principio di “intervento minimo della forza e di minor lesività e di uso progressivo della forza”.

Le UIP sono distribuite su tutto il territorio spagnolo (11 Reparti + 1) nelle città di

maggiore dimensione e a Madrid è ubicata la Unidad Central de Intervecion (UCI) che può

dispiegarsi e operare in tutta la Spagna, se richiesto, e che dipende direttamente dal Comando

UIP.

L’armamento e l’equipaggiamento, tralasciando quello da Ordine Pubblico

approssimativamente analogo a quello Italiano, prevede materia da impiego antiterroristico tra

cui fucili mitragliatori H&K G36CV cal. 5,56 NATO, Franchi SPAS12 cal.12, fucili per tiro di

precisione e materiale di protezione balistica tra cui elmetti, giubbotti e scudi.

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Figura 1. Configurazione Antiterrorismo con fucile d’assalto HK G36 e in gomma scudo balistico.

Figura 2. Varie configurazioni da Ordine Pubblico con fucile con proiettili.

Figure 3 e 4. Mezzi Speciali.

Figura 5. Squadre con fucili d’assalto e scudi balistici.

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L’esempio mostrato riporta la comparazione di una Unità di un Paese a noi affine come

logiche e strutture ma potremmo rilevare che anche le CRS francese o altre Unità analoghe di

altri paesi europei, tra i compiti istituzionali, oltre all’Ordine e Soccorso Pubblico annoverano

anche attività di tipo tecnico/tattico in funzione di Anti-Terrorismo.

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