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Autostrada A14 RAVENNA FORLì IMOLA CESENA FAENZA LUGO ALFONSINE ARGENTA MEDICINA BAGNACAVALLO Fusignano Castel Guelfo Brisighella Castrocaro Terme Lavezzola Modigliana Riolo Terme Bagnara di Romagna Casola Valsenio Castel Bolognese Valsenio Zattaglia Villa Vezzano Dovadola Fognano Mazzolano Celle Solarolo Villa S. Martino S. Agata sul Santerno Russi Cotignola Ghibullo Boncellino Gambellara S. Pietro in Vincoli S. Pancrazio Prada Reda Savarna Villa Prati S.Alberto S. Biagio S. Lucia Oriolo S. Giorgio in Ceparano 1 Anna Tazzari 2 La Rondine 3 Scuola Dell’Infanzia “Lo Scoiattolo” 17 Agriturismo Mariano 16 Bartolini Alvaro 22 Serata finale dei fuochi magici a Villa Corte Castellina di Brisighella 4 La Pignattina 4 La Pignattina 6 Il contadino Telamone 6 Il contadino Telamone 12 Ruggero Zinzani 13 Oriolo dei Fichi 14 Villa Rotonda 6 Il contadino Telamone 5 Rio Monte 15 Il Pratello 15 Il Pratello 19 Borghetto di Brola 18 Cà Ridolfi Gambellara 20 Il Museo della Civiltà Contadina Savarna 18 Cà Ridolfi Gambellara 7 Nasano 7 Nasano 7 Nasano 21 Dalmonte 7 Nasano 8 Da Luciano 23 Vincenzo Bettini 1 Anna Tazzari 10 Casa Conti Guidi 11 Celti Centurioni 2 La Rondine 9 Val Campotto 9 Val Campotto 1 Anna Tazzari 2 La Rondine 17 Agriturismo Mariano 9 Val Campotto 1 Anna Tazzari 2 La Rondine 10 Casa Conti Guidi 11 Celti Centurioni Ruggero Zinzani 12 Oriolo dei Fichi 13 14 Villa Rotonda Rio Monte 5 15 Il Pratello 16 Bartolini Alvaro 22 Villa Corte 3 Scuola Dell’Infanzia “Lo Scoiattolo” Agriturismo Mariano 17 4 La Pignattina Il contadino Telamone 6 Borghetto di Brola 19 18 Cà Ridolfi 20 Il Museo della Civiltà Contadina 7 Nasano 21 Dalmonte 8 Da Luciano 23 Vincenzo Bettini • Gelso di Boncellino Specie: Gelso (Morus Alba) Circonferenza: 435 cm Altezza: 12 mt Età stimata: circa 150 anni Comune: Bagnacavallo (Ra) • Quercia di San Pancrazio Specie: Farnia (Quercus robur L.) Circonferenza: 350 cm Altezza: 5 mt Età stimata: oltre 100 anni Comune: Russi (Ra) • Pini di Oriolo Specie: Pino domestico (Pinus Pinea L.) Circonferenza: da 270 a 305 cm Altezza: oltre 20 mt Età stimata: secolare Comune: Faenza (Ra) • Quercia di Fognano Specie: Roverella (Quercus pubescens Willd.) Circonferenza: 545 cm Altezza: 26 mt Età stimata: oltre 150 anni Comune: Brisighella (Ra) • Quercia di Miano Specie: Roverella (Quercus pubescens Willd.) Circonferenza: 360 cm Altezza: 18 mt Età stimata: oltre 200 anni Comune: Modigliana (Fc) • Pioppo di Fusignano Specie: Pioppo Bianco (Populus Alba L.) Circonferenza: 430 cm Altezza: 27 mt Età stimata: circa 100 anni Comune: Fusignano (Ra) • Pioppo di Villa San Martino Specie: Pioppo Bianco (Populus Alba L.) Circonferenza: 430 cm Altezza: 28 mt Età stimata: circa 100 anni Comune: Lugo di Romagna (Ra) • Roccolo di Villa Sangiorgi Specie: Farnia (Quercus robur L.) Circonferenza: 380 cm Altezza: circa 25 mt Età stimata: circa 100 anni Comune: Cotignola (Ra) • Platani di Castelbolognese Specie: Platano (Platanus hybrida brot.) Circonferenza: 455 cm e 392 cm Altezza: circa 25 mt Età stimata: circa 200 anni Comune: Castelbolognese (Ra) • Querce di Settefonti Specie: Roverella (Quercus pubescens Willd.) Circonferenza: 400 cm Altezza: 20 mt Età stimata: plurisecolari Comune: Casola Valsenio (Ra) Da Guidi, Gulminelli, Battaglia, I Patriarchi, itinerari turistici per scoprire gli alberi secolari della Romagna, Forlimpopoli, 2006 I Patriarchi

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Page 1: A I Patriarchi - Eventi e Sagre...La poesia dialettale e la Romagna La poesia dialettale e la Romagna: un binomio indissolubile. Lo si deve alla vitalità di questa terra, alla sua

Autostrada A14

RAVENNA

FORLì

IMOLA

CESENA

FAENZA

LUGO

ALFONSINE

ARGENTA

MEDICINA

BAGNACAVALLO

Fusignano

Castel Guelfo

Brisighella

Castrocaro Terme

Lavezzola

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Riolo Terme

Bagnara di Romagna

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Castel Bolognese

ValsenioZattaglia

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Fognano

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Villa S. Martino

S. Agata sul Santerno

RussiCotignola

Ghibullo

Boncellino

Gambellara

S. Pietro in Vincoli

S. Pancrazio

Prada

Reda

Savarna

Villa Prati

S.Alberto

S. BiagioS. Lucia

Oriolo

S. Giorgio in Ceparano

1 Anna Tazzari 2 La Rondine

3 Scuola Dell’Infanzia “Lo Scoiattolo”

17 Agriturismo Mariano

16 Bartolini Alvaro

22 Serata finale dei fuochi magici a Villa Corte Castellina di Brisighella

4 La Pignattina

4 La Pignattina

6 Il contadino Telamone

6 Il contadino Telamone

12 Ruggero Zinzani

13 Oriolo dei Fichi

14 Villa Rotonda

6 Il contadino Telamone

5 Rio Monte

15 Il Pratello

15 Il Pratello19 Borghetto

di Brola

18 Cà RidolfiGambellara

20 Il Museo della CiviltàContadinaSavarna

18 Cà RidolfiGambellara

7 Nasano

7 Nasano

7 Nasano21 Dalmonte

7 Nasano

8 Da Luciano

23 Vincenzo Bettini

1 Anna Tazzari 10 Casa

Conti Guidi11 Celti

Centurioni2 La Rondine

9 Val Campotto

9 Val Campotto1 Anna Tazzari 2 La Rondine

17 Agriturismo Mariano

9 Val Campotto

1 Anna Tazzari

2 La Rondine

10 Casa Conti Guidi

11 Celti Centurioni

Ruggero Zinzani 12

Oriolo dei Fichi 13

14 Villa Rotonda

Rio Monte 5

15 Il Pratello

16 Bartolini Alvaro22 Villa Corte

3 Scuola Dell’Infanzia “Lo Scoiattolo”

Agriturismo Mariano 17

4

La Pignattina

Il contadinoTelamone 6

Borghetto di Brola 19

18 Cà Ridolfi

20 Il Museo della Civiltà Contadina

7 Nasano

21 Dalmonte

8 Da Luciano

23 Vincenzo Bettini

• Gelso di BoncellinoSpecie: Gelso (Morus Alba)Circonferenza: 435 cmAltezza: 12 mtEtà stimata: circa 150 anniComune: Bagnacavallo (Ra)

• Quercia di San PancrazioSpecie: Farnia (Quercus robur L.)Circonferenza: 350 cmAltezza: 5 mtEtà stimata: oltre 100 anniComune: Russi (Ra)

• Pini di OrioloSpecie: Pino domestico (Pinus Pinea L.)Circonferenza: da 270 a 305 cmAltezza: oltre 20 mtEtà stimata: secolareComune: Faenza (Ra)

• Quercia di FognanoSpecie: Roverella (Quercus pubescens Willd.)Circonferenza: 545 cmAltezza: 26 mtEtà stimata: oltre 150 anniComune: Brisighella (Ra)

• Quercia di MianoSpecie: Roverella (Quercus pubescens Willd.)Circonferenza: 360 cmAltezza: 18 mtEtà stimata: oltre 200 anniComune: Modigliana (Fc)

• Pioppo di FusignanoSpecie: Pioppo Bianco (Populus Alba L.)Circonferenza: 430 cmAltezza: 27 mtEtà stimata: circa 100 anniComune: Fusignano (Ra)

• Pioppo di Villa San MartinoSpecie: Pioppo Bianco (Populus Alba L.)Circonferenza: 430 cmAltezza: 28 mtEtà stimata: circa 100 anniComune: Lugo di Romagna (Ra)

• Roccolo di Villa SangiorgiSpecie: Farnia (Quercus robur L.)Circonferenza: 380 cmAltezza: circa 25 mtEtà stimata: circa 100 anniComune: Cotignola (Ra)

• Platani di CastelbologneseSpecie: Platano (Platanus hybrida brot.)Circonferenza: 455 cm e 392 cmAltezza: circa 25 mtEtà stimata: circa 200 anniComune: Castelbolognese (Ra)

• Querce di SettefontiSpecie: Roverella (Quercus pubescens Willd.)Circonferenza: 400 cmAltezza: 20 mtEtà stimata: plurisecolariComune: Casola Valsenio (Ra)

Da Guidi, Gulminelli, Battaglia, I Patriarchi, itinerari turistici per scoprire gli alberi secolari della Romagna, Forlimpopoli, 2006

I Patriarchi

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E potrebbero non esserci più se…Se non fosse che i burattini hanno sette vite come i gatti. Dati per spacciati molte volte, altrettante volte hanno risollevato il capo dietro il paravento di velluto. C’è sempre qualcuno che dei burat-tini si innamora e prova di impossessarsi di loro, delle loro espres-sioni, dei loro movimenti tipici.Mi sono iscritto nel ’73 al DAMS appena aperto all’Università di Bologna, i miei primi professori sono stati Umberto Eco, Luigi Squarzina, Giuliano Scabia, Maria Signorelli, tutti professionisti emeriti nei loro campi. Più che il “grande” teatro, mi ha subito attirato il teatro povero del legno e della cartapesta: forse mi tornò nelle narici l’odore della colla di pesce e dei giornali messi a ma-cerare, di quando alle elementari un magnifico maestro ci faceva costruire personaggi da animare dietro una vecchia coperta – an-che negli occhi ho la memoria delle mattinate passate in quella e in altre attività artistiche, ricordo l’angolo della classe destinato a conservare le nostre opere. E Maria Signorelli che al DAMS, da Roma, veniva in treno con sporte piene di palle di cartapesta già preparata, fatte apposta per le lezioni da tenere a Bologna. Al termine del primo anno di lezioni venne proposto un labora-torio di teatro di animazione (si chiamava così in quel tempo) e producemmo uno spettacolo finale, un adattamento dalle fiabe di Carlo Gozzi. In quell’occasione incontrai Piero Fenati ed El-vira Mascalzoni, che venivano dal mio stesso paese in provincia di Ravenna; quando tornammo a casa decidemmo di riunirci e fondammo quella che poi è diventata Compagnia Drammatico Vegetale, che esiste ancora e ha festeggiato quest’anno, proprio al Festival, 35 anni di lavoro. Che storia lunga vi sto raccontando…Poi è arrivato l’incontro con i vecchi burattinai, l’occasione è sta-ta una mostra che è stata proposta nel ’75 da Stefano Giunchi, in quel tempo all’Ufficio Cultura del Comune di Cervia (e ora direttore artistico di “Arrivano dal Mare!”, il Centro Teatro di Fi-gura nato proprio in quegli anni). Per avere i materiali necessari all’allestimento di quella mostra, la prima a mia memoria di bu-rattini e marionette tradizionali dell’Emilia Romagna, abbiamo dovuto contattare e incontrare i vecchi burattinai, i maestri di questo mestiere.Sono entrato nelle case, nei laboratori, nei salotti di artisti-arti-giani come Demetrio “Nino” Presini, Romano Danielli, Febo Vignoli, Otello Sarzi, i Ferrari di Parma. Aprivano i loro bauli, scostavano una tenda, aprivano una porta e io scoprivo dei teso-ri, dei burattini veramente stupendi. Ma spesso immobili in un angolo, addormentati come in un sogno. Perché in quel tempo il teatro dei burattini era giunto a una specie di punto fermo, forse il punto più basso della loro parabola nel mondo dello spettaco-lo: poche recite, pochi copioni, poche occasioni di far sorridere o commuovere.Ma ormai era fatta, io e tanti altri miei colleghi eravamo stati con-tagiati e una vecchi arte tornava pian piano a rivivere.

Più o meno quindici anni dopo, di ritorno in Romagna da una serie di tournée e lavori lontano da casa, mi fermo ad ascoltare meglio le voci della mia terra, le ritrovo in una raccolta di fiabe, il corto-circuito è immediato: non ho mai messo in scena, in tutto quel tempo, una storia proprio mia, proprio nostra. Italo Calvino, Gianni Rodari, Andersen, Peter Pani, Mario Lodi: tanti spettaco-li, tante ricerche per trovare un ‘ispirazione adeguata, ma mai una storia tradizionale della nostra terra. E’ l’inizio del mio lavoro di “Fulèsta”, cioè di contastorie, di rin-novatore di questa grande epopea della narrazione orale, itineran-te, tipica della nostra regione e dell’intera Valle Padana. E qui tornano fuori altri grandi maestri: il Gianni Celati dei “Nar-ratori delle pianure” e dell’Ariosto, l’etnomusicologo Roberto Leydi, l’Andrea Emiliani dei Beni Culturali: mi sto accingendo a scoprire parole dimenticate che sono tesori, a ricreare quel cerchio della narrazione e dell’ascolto che sembrava scomparso. Come i burattini. Di nuovo alzo il coperchio di una pentola magica.Anche qui sono alcuni “vecchi” che mi regalano emozioni, sug-gestioni, tecniche: buone scarpe per camminare in questa nuova strada. Come i burattinai erano stati soprattutto uomini, figure maschili, qui l’incontro è con figure femminili, portatrici di una grande memoria, di modesta ma sapiente conoscenza di tecniche narrative. Queste donne: è grazie a loro se interi repertori si sono trasmessi e valorizzati nel tempo.Ora faccio “Teatro di Figura”. Il Teatro di Figura nasce nel 1980, tra Cervia e Firenze, con Fiorenza Bendini, è lei la prima ad usare per la sua compagnia la dicitura Teatro Laboratorio delle Figure. Definiamo il Teatro di Figura: viene dal latino, “fictio”, da fingere, cioè modellare, produrre delle figure tridimensionali, dei pupazzi per esprimersi e mettere così in secondo piano l’essere umano, che è invece il motore nascosto. A fianco delle figure mettiamo delle pa-role, delle storie, quelle che loro ci suggeriscono; oppure sopra le pa-role, tra le righe, proviamo di inserire oggetti, musiche, immagini.Il repertorio si è allargato, dalla tradizione siamo passati al con-temporaneo. Ce lo possiamo permettere: ora c’è un grande pub-blico ad attenderci, le occasioni per esibirci durante l’anno sono molteplici. Abbiamo un mestiere, ci sono i contributi da versare, un giorno forse andremo in pensione, e intanto i rapporti con i comuni, le pro-loco, le scuole e le associazioni, i corsi e i laborato-ri. E poi si può girare l’Italia e il mondo: i burattini tutto somma-to, anche quelli di legno, sono leggeri, pochi ne bastano per fare una “muta” sufficiente, e mangiano poco, come diceva il buon Kleist nel suo “Elogio della Marionetta”. Le parole sono ancora più leggere, basta tenerle in testa e dargli aria quando qualcuno le vuole ascoltare.Il mondo, la gente hanno ancora bisogno di storie, questa è la paradossale nuova grande verità!

Sergio DiottiAttore e“fulesta”

Tradizioni: lumi a marzo C’erano una volta… i burattini e le favole

La poesia dialettale e la RomagnaLa poesia dialettale e la Romagna: un binomio indissolubile. Lo si deve alla vitalità di questa terra, alla sua antichissima storia, alle sue tradizioni, a una cultura dell’oralità e della lingua madre che negli anni non è andata perduta. Alcune città di questa sub-regione si distinguono particolarmente per la fecondità produttiva e qualitativa di una letteratura che pe-sca a piene mani nella tradizione pur distaccandosene e si esprime in dialetto. La grandezza dei letterati che vanno a comporre la schiera di artisti romagnoli e in primo luogo quelli della Scuola santarcangiolese, sta nel fatto che con essi si sono superate le categorizzazioni e i confini della tradizione. Con la scommessa vernacolare di Tonino Guerra e a seguire degli altri romagnoli, si è permesso che la categoria di poesia dialettale venisse negata e non possedesse più alcun fondamento distintivo. Nessuna appartenenza a un genere, nessuna categorizzazione, ogni lingua è lingua della poesia e tutti i codici possono essere utilizzati. Con Guerra si è avuta la consapevolezza che la nuova dialettalità è lingua, è poesia. Forse non ve ne fu subito consapevolezza ma le basi di partenza erano già un punto fermo. Eccolo: il dialetto è una lingua che, così come qualsiasi altra lingua, ha una sua dignità, una lingua sudata, come la definisce Guerra, piena del nostro modo di respirare. A partire da Guerra si è giunti a quella che è stata definita la gene-razione dei neodialettali e al plurilinguismo di cui fu artefice anche Pier Paolo Pasolini. Gianfranco Contini, ha inizialmente colto, insieme a Pasolini, questa prerogativa dei romagnoli, primo fra tutti di Tonino Guer-ra, capostipite della nuova generazione di poeti di questa terra. Grazie a Guerra, sottolineano, i versi nella lingua dei padri sono stati proiettati nell’ampio orizzonte della letteratura, lasciando alle spalle l’etichetta di dialettali. A proposito del dialetto nella nostra poesia serve usare la parola paradosso che piace a Tonino Guerra, che piaceva molto a Raffa-ello Baldini. O meglio che Baldini utilizzava spesso nei contesti di analisi della nostra poesia.

Paradosso in quanto un tempo tutti parlavano dialetto e nessuno lo scriveva, ora quasi nessuno, salvo rarissime eccezioni, lo parla e in dialetto scrive soltanto una elite, anzi il dialetto è divenuto lingua della poesia. Dirò di più: è divenuto lingua necessaria per la poesia. E non sono io che arrivo a teorizzare il dialetto come necessità per la poesia. Non sono io a sostenerlo ma coloro che l’hanno scelto, i tanti poeti della nostra terra ma non solo. Coloro che come Guer-ra, il protagonista per eccellenza di questo sperimentalismo e di quella felice intuizione, hanno fatto propria questa necessità.Su Guerra cadono le responsabilità più grandi, poiché lui è stato il capostipite di una vera e propria scuola, è stato il primo a spingersi in questo sentiero della poesia neodialettale che supera i confini regionali e quelli definitori: la sua non è poesia in dialetto è poesia e basta. Ruolo che gli riconoscono ampiamente Contini e ancor prima Pier Paolo Pasolini che aveva tentato questa stessa strada scrivendo in friulano, e siamo nel 1942 Poesie a Casarsa.Il suo sentiero, percorso in un tempo come il dopoguerra in cui i dialetti perdevano sempre più la loro centralità, poi è diventato strada, una strada percorsa da altri poeti. Ed è nata la scuola santarcangiolse, di cui fanno parte accanto a Tonino Guerra, Raffaello Baldini, Nino Pedretti, Gianni Fucci, Giuliana Rocchi. E oggi c’è anche una generazione di giovani che mantiene viva questa scuola e alto il suo livello qualitativo.Come in tutta la Romagna è in atto una rigenerazione letteraria che conta una moltitudine di artisti e autori dalla potenza espressi-va di lingua e di contenuto e dalla ampia varietà stilistica.Tornando a Guerra che qui raccontiamo poiché apripista non po-tendo citare tutti i nostri autori, ricordiamo i suoi esordi.La necessità compositiva in dialetto nacque per Guerra nel campo di prigionia di Troisdorf in Germiana dove fu rinchiuso dal ‘44 al ‘45. L’unico modo per comunicare con i compagni, per farsi capire dai tanti romagnoli era parlare in dialetto, e poiché non aveva di che scrivere, compose versi in rima per poter meglio ricordare.

Nacquero le poesie che appariranno nella sua prima Raccolta I sca-rabocc pubblicata a sua spese dall’editore Lega di Faenza, nel 1946, con prefazione di Carlo Bo che aveva letto e apprezzato quei versi al punto da spronarlo a pubblicarli.Un dialetto che gli era arrivato addosso dalla bocca del padre e della madre, semianalfabeti quindi lontani da un rapporto con una lingua che non fosse quella formata da parole dialettali. Così affon-dò dentro quel modo di parlare vicino alle cose, ai rumori, come ama ripetere.E dal dopoguerra le sue parole poetiche nella lingua dei genitori si sono proiettate nel mondo, per lui anche grazie al cinema.Lo stesso è accaduto e accade per quelle dei suoi concittadini san-tarcangiolesi e dei suoi conterranei romagnoli.

Rita GianniniGiornalista e scrittrice

Uno dei più antichi e diffusi riti agresti delle campagne romagnole di un tempo era lóm a mêrz, che ancora qualcuno pratica accen-dendo un falò nei campi l’ultima sera di febbraio. Fino a mezzo secolo fa invece il rito, che segnava il passaggio dalla cattiva alla buona stagione, si svolgeva nelle ultime tre sere di febbraio e nelle prime tre di marzo. Dopo l’imbrunire, in ogni podere, i contadini accendevano grandi fuochi nei campi così che la pianura roma-gnola, tutta punteggiata di luci, appariva come un cielo rivoltato. Attorno ai fuochi saltellavano i bambini cantando strofette propi-ziatorie che variavano da località a località. Tra le più diffuse si ricor-da: “Lóm a mêrz, lóm a mêrz / ogni spiga fèza un bêrch, / un bêrch, un barcaröl / ogni spiga un quartaröl, / un bêrch, ôna barchetta,/ ogni spi-ga ôna maletta” (Lume a marzo, lume a marzo, / ogni spiga produca una bica, / una bica, una bichetta / ogni spiga un piccolo sacco). Il falò, il girotondo dei bambini e il canto erano volti a propiziare un buon raccolto in virtù del potere del fuoco capace, da una parte, di purificare eliminando tutte le negatività della passata stagione e, dall’altra parte, favorire la ripresa vegetativa ed un buon raccol-to grazie al suo potere fertilizzante. Per questo, una volta spento il fuoco, i bambini ne disperdevano simbolicamente i resti nei campi.I fuochi avevano anche il potere, per il principio della magia imi-tativa, di favorire il ritorno della luce e del calore del sole che però, già vigoroso, poteva provocare danni. Per evitarli il primo giorno di marzo i contadini romagnoli esponevano al sole il sedere nudo recitando: “Sol d’mêrz, cusum e’ cul e non cusme ètar” (Sole di marzo, cuocimi il sedere e non cuocermi altro). Tanto quella era “carne matta” cioè di poco conto. Che col primo marzo si entrasse nella buona stagione lo testimoniava anche la cessazione di scal-dare il letto con il “prete” e dell’uso delle scarpe, come sentenziava la saggezza popolare: Mêrz da e’ pè schêlz (Marzo dal piede scalzo).Come tutti i periodi di passaggio del tempo anche gli ultimi tre giorni di febbraio e i primi tre di marzo vedevano contrapporsi in lotta il passato e il futuro, il male e il bene, con il primo che prima di lasciare il campo voleva farsi sentire per un’ultima volta con un influsso misterioso e malefico, detto la canuciéra, che richiama la rocca da filare, simbolo del passare del tempo. L’influsso negativo si verificava in modo non prevedibile nè avvertibile in qualsiasi momento dei sei giorni – detti per questo i dè dla canuciéra – e aveva il potere di far seccare le viti potate o vangate in tale mo-mento. E, in ogni caso, avrebbe provocato una cattiva riuscita di ogni altro lavoro intrapreso talché i contadini nei sei giorni a ca-vallo tra febbraio e marzo si astenevano da ogni opera nei campi. E ancor oggi in Romagna, se qualcuno commette un errore nel lavoro, si sente apostrofare con: “Te fat ôna canòcia”.

Beppe SangiorgiGiornalista e storico della tradizione

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Venerdì 26 febbraio 2010San Nestore di Magydos

1 Anna TazzariVia Baccano Inferiore 5 – Tel. 0545.52870Abbadesse – Bagnacavallo (Ra)EventoMostra di Ceramiche Fischianti di Gianfranco Budini e Anna Tazzari (dal 26 febbraio al 2 marzo)

2 La Rondine Az. Agr. BiologicaFattoria Didattica Agriturismo di Sauro e Rita RossiniVia Boncellino, 178 – Bagnacavallo (Ra)Cell 347.4230464 SauroCell 348.5641071 DeboraEventoDalle ore 15 e durante tutta la giornata sarà possibile visitare e accarezzare tutti gli animali della fattoria: le capre, le pecore, gli asini, la cavalla, la vacca romagnola, i conigli, i porcellini d’india, i polli del pollaio sugli alberi e i colombi.Menu• Vin brulè della casa• Per tutta la serata sarà disponibile la cena con menu della casa a € 24 inclusa la fiorentina• Oppure menu da passeggio con piadina farcita di: affettati, formaggi, salsiccia, bistecca di suino e pancetta alla griglia • All’imbrunire accensione del fuocoore 20:30 • Intrattenimento con le musiche di Denis• Tiro alla fune• Per il menu completo è gradita la prenotazione cell. 347.4230464 oppure 348.5641071

3 Scuola Dell’Infanzia “Lo Scoiattolo” Piazza Sasdelli – Casola Valsenio (Ra)Evento ore 20• I bambini e le bambine del Centro per l’infanzia “Lo Scoiattolo” di Casola Valsenio presentano: Il lume a marzo... dei bambini Bruceranno in piazza le loro paure e sarà divertimento per tutti i bambini intervenuti. • Attrazioni: partenza della grande Mongolfiera che porterà via tutte le nostre paure! • Animazione: giochi di coinvolgimento attorno al Fuoco, con lo spettacolo di Mangiafuoco! • Scenografie: “La vecchia soffitta delle paure” e grandi spaventapasseri. • Ristorazione: cena dalle ore 19.00 e per tutta la serata, preparata da “Rintocchi e Sapori”, polenta, stuzzicherai, piadine farcite, bevande, vin brulè e tanto altro. • A tutti sarà offerta la cioccolata in tazza!

4 La Pignattina Azienda Agricola di Mengozzi Via Pignattina, 793 – Castel Bolognese (Ra)Circolo M.C.L. Ass. La tana del bevitore secondo le antiche tradizioni l’azienda è produttrice di vini sfusi e confetture Evento:• All’imbrunire accensione del fuoco• Musica con i Basta Mò (più uno se ce la fa)• Menu da passeggio:

Piadina con salsiccia Salame alla griglia o prosciuttoPolenta frittaPatate fritteCiambella

Aziende Ospitate• Apicoltura Balbi Via Lunga 20 Solarolo RA, Tel. 0546.51677• Eco Fiamma Mostra di stufe e caminetti a pellet

5 Agriturismo Rio Monte di Raffellini EsterVia Prov. le Faentina.37 – Modigliana (Fc)Tel. 0546.942124www.riomonte.it E-mail: [email protected] ore 19.30• Accensione del falò• Incontro con Franco Pollini, presentazione del libro:“Buoi alla torre (1900-1950)” con un’antologia pascoliana e testimonianze sulla vocazione didattica di Giordano Pollini; a cura di Franco Pollini; disegni di Ilario Fioravanti. – Società editrice Il Ponte vecchio, 2007 • Cena a base di cappelletti romagnoli e misto di salumi e formaggi di produzione propria (14 €)Prenotazione ai n. 392.4467293 – 338.3359415

6 Agriturismo “Il contadino Telamone”dell’Az. Agr. Manuela PalombiVia Sacramora 12, 48018 – Reda di Faenza (Ra)Cell. 338.4689855 o [email protected]• ore 18.30 accensione fuoco• dalle ore 19 assaggi di cibi coltivati e prodotti esclusivamente nell’azienda• ore 21 i Maestri Michele Carnevali e Primo Montanari, accompagnati da ocarine e fisarmonica, eseguiranno brani della tradizione popolare romagnola• Durante la serata è possibile acquistare i prodotti dell’Azienda.

7 Azienda agrituristica “Nasano” di Gardi, Bertoni e PoggialiVia Mazzolano 9/a, – Riolo Terme (Ra)Tel. 0546-70715 – Cell. 339-4939961 E-mail: [email protected] Dalle ore 18.30:• All’imbrunire verrà acceso il fuoco con gli sterpi della potatura• Dipinti e ceramiche di Liliana Santandreaore 19.00:• Il giornalista Antonio Graziani presenta “Lo sfondamento della linea gotica” video - documentario sulla seconda guerra mondiale. Immagini originali degli eserciti inglese e americano conservati negli archivi dell’Istituto Luce di Roma e dell’Imperial War Museum di Londraore 20.00:Cena in agriturismo su prenotazione. Polenta con capriolo e altri piatti della nostra tradizione. € 18,00 bevande incluse.ore 22.00:Seconda proiezione del documentario “Lo sfondamento della linea gotica”

8 Trattoria “Da Luciano” Via Montone, 1 – Ponte Vico, Russi (Ra)Tel. 0544.581314• Falò dietro il ristorante alle ore 19:30• Cena ore 20

Crostone con insalatina di baccalà patate bollite olio e prezzemoloZuppetta con quadrucci e poveracceBaccalà in umido con fagioli Baccalà grigliato e cipolla al fornoSorbetto della casaCaffè e vini locali sfusi € 26 esclusi liquori

• Alcuni flash musicali allieteranno la serata“I falò augurano un buon auspicio per l’entrata del mese di marzo con abbondanza di raccolto e armonia fra gli esseri viventi e la natura”È gradita la prenotazione allo 0544.581314

Ci sarà un futuro per il dialetto romagnolo?Probabilmente pochi sanno che esiste una legge della Regione Emilia-Romagna relativa alla “Tutela e valorizzazione dei dialetti”, che inserisce finalmente tra i beni culturali da salvaguardare le par-late locali e fa implicitamente riferimento ai principi della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie, la quale afferma che la difesa ed il rafforzamento di queste lingue rappresentano un con-tributo rilevante alla costruzione di un’Europa basata sui principi della democrazia e della diversità culturale.Però difficilmente una legge può arrestare o rallentare la regressione delle parlate romagnole; può tuttavia essere di stimolo a far com-prendere che il dialetto non è uno strumento inutile o, come molti pensano, dannoso, ma una risorsa espressiva insostituibile, accanto all’italiano e alle lingue straniere.In Romagna ci sono amministrazioni pubbliche e associazioni culturali (come l’Associazione “Friedrich Schürr” e il Gruppo “Il lavoro dei contadini”) che valorizzano, con proprie iniziative, il dialetto e la cultura ad esso legata. Recentemente è stato costituito un Centro per il dialetto romagnolo, promosso dalla Provincia di Ravenna e dalla Fondazione Casa di Oriani, un centro che intende raccogliere e mettere e a disposizione dei romagnoli non solo tutto quello che è stato stampato relativamente al nostro dialetto e alle nostre tradizioni popolari, ma anche e soprattutto le registrazioni di interviste eseguite soprattuto negli anni Settanta e Ottanta e che hanno portato a salvare un patrimonio costituito di memorie, di canti, proverbi, favole ecc. È urgente inoltre continuare il lavoro di documentazione prima che l’uso vivo o la memoria delle parlate locali si perdano per sempre: già gran parte di esse è rimasta “spléi-da te cór di vécc / tal chèsi zighi” (“seppellita nel cuore dei vecchi / nelle case cieche”), come ha scritto Nino Pedretti.Ci sarà un futuro per il dialetto? Alla metà degli anni Sessanta

anche le classi popolari hanno deciso di non trasmettere più la lingua madre ai figli, come già aveva fatto una parte della borghe-sia. È difficile invertire un processo di sostituzione linguistica in atto già da alcuni decenni, e in ogni caso un rilancio del dialetto come lingua parlata non può avere successo se imposto dall’alto. Tuttavia può essere stimolata anche nelle nuove generazioni non più dialettofone l’attenzione verso il dialetto, un dialetto rivolto non a un passato non più proponibile, ma che si evolve e fa i conti con la modernità.Purtroppo all’immagine sociale e al prestigio del dialetto hanno spesso nuociuto iniziative di basso profilo, tendenti a enfatizzare pretesi aspetti pittoreschi e superficialmente ridanciani delle cultu-re dialettali. È importante che il dialetto riacquisti prestigio sociale. Un contributo fondamentale in questo senso è venuto negli ultimi decenni dalla letteratura in dialetto, in particolare dalla poesia, che nella nostra regione possiede autori di indiscusso valore, che costi-tuiscono un caso veramente unico nel panorama nazionale: Tonino Guerra, Nino Pedretti, Walter Galli, Raffaello Baldini, Tolmino Baldassari, Mario Bolognesi, Gianni Fucci, Leo Maltoni, Nevio Spadoni, Giovanni Nadiani, Miro Gori, Francesco Gabellini, An-nalisa Teodorani. Ha giovato moltissimo al prestigio del dialetto l’attività di un gran-de attore come Ivano Marescotti, che con i suoi recital ha fatto conoscere a un pubblico vastissimo la qualità della poesia roma-gnola di Baldini e di altri autori. Penso anche al Teatro delle Albe di Ravenna, che nei suoi lavori (in collaborazione con Nevio Spa-doni) dà largo spazio al dialetto e che ha un pubblico costituito soprattutto da giovani e giovanissimi. Penso a Sergio Diotti, che fa rivivere le favole della tradizione popolare. E c’è inoltre chi usa il dialetto per produzioni musicali di grande originalità e quali-

tà, come Daniela Piccari, che canta poesie di Pedretti e Baldini, o come Luisa Cottifogli, che ha realizzato uno spettacolo (e un cd) tutto dialettale dal titolo Rumì, o come Pietro Bandini (Quinzân), che al lavoro nella sua azienda agricola (e fattoria didattica) unisce i concerti di canzoni in dialetto.Ci auguriamo che questi nostri poeti, cantanti, attori riescano a far ritrovare ai romagnoli l’orgoglio di dare nuova vitalità alla propria lingua madre, a cominciare da quelle famiglie contadine che più a lungo ne hanno mantenuto l’uso, perché, come ha detto Federico Fellini, “dei tanti segni in cui la vita e la storia si coagulano, il dia-letto è il riverbero più vivido, una sonora, incessante metafora da proteggere e conservare”.

Giuseppe BellosiGiornalista, studioso delle tradizioni e del dialetto

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Sabato 27 febbraio 2010 San Leandro di Siviglia

9 Azienda Agricola Agriturismo Val CampottoCampotto di Argenta (Fe) Strada M. Margotti 2 Tel. 0532.800516 Fax 0532.319413www.valcampotto.it [email protected] • Dalle ore 17.00 sarà possibile visitare e accarezzare gli animali della fattoria: le pecore, gli agnellini, i maiali, il somarello, i conigli, i polli, le anatre e le faraone, Jerri il cane di casa ed i mici della fattoria. • All’imbrunire accensione del fuoco• Cisalpipers in concerto• Vin brulè della casa • Menu da passeggio: piadina, crescentine, formaggi, salumi dell’azienda ed altre golosità. • Nel ristorante: cena con menu della casa a 25,00 € bevande comprese.

Ravioli di ricotta stagionata e radicchio con pomodoro fresco e basilico oppure pasta e fagioli.Stinco di maiale al forno con patate oppure polenta condita con salsicciaCrostata di confettura e ciambella.

Mercatino dei Lòm a MêrzSilvia Tampieri (Pittrice e decoratrice)Arianna Benini (Stampi da richiamo)Livio Tarroni (Lavorazione erbe palustri)Mauro Lavezzi (Lavorazione cesti in vimini)Sergio Stignani (Fotografia naturalistica) Francesco Tebaldi (Dipinti su Ceramica)Michela Fiorini (Ceramica graffita Argentana)Benito Ronchetti (Sculture in ferro)Saulo Tassoni (Frutta Argentana)Boschetto Vecchio (Caseificio)

1 Anna TazzariVia Baccano Inferiore 5 – Tel. 0545.52870Abbadesse – Bagnacavallo (Ra)Evento:Mostra di Ceramiche Fischianti di Gianfranco Budini e Anna TazzariOr 19.00• Proiezione di diapositive di Ceramiche fischianti da autori di tutto il mondo a cura dell’artista Gianfranco Budini, • Degustazione: pizza al forno a legna di Massimo• All’imbrunire accensione del fuoco

10 Casa Conti Guidi Centro Cultura Rurale ed EnogastronomicaVia Boncellino 113 Bagnacavallo (Ra) Cell. 327.5427570www.casacontiguidi.it ore 20.45• Al prevision de temp d’una vôlta, relatore Mario Gurioli. Presentazione dell’agronomo Flavio Ricci• Al termine della serata bicchierata con i vini del Consorzio Il BagnacavalloIngresso libero

11 Celti CenturioniAzienda Biologica AgrituristicaVia Crocetta, 10 – Bagnacavallo (Ra)Tel. 0545.937382 Cell 338.3328996 www.celticenturioni.it Dalle ore 19:• Accensione falò• Balli attorno al fuoco con la compagnia Banda de Grél • Trebbo contadino davanti al camino con la partecipazione della poetessa Lucia Baldini • Intermezzo musicale per il piacere dell’ascolto:

Alarc’h suoni e atmosfere di terre celtiche.Folinfulina: arpa, voceBonny swan: voce, bodhran, flauto

• Animazione per bambini con Maria Rosa Baldini • Mostra fotografica di Giampaolo Ossani • Per la delizia del palato assaggi dei prodotti tipici biologici dell’azienda

2 La Rondine Az. Agr. BiologicaFattoria Didattica Agriturismo di Sauro e Rita RossiniVia Boncellino, 178 – Bagnacavallo (Ra)Cell 347.4230464 Sauro, 348.5641071 Debora Evento dalle ore 15Durante tutta la giornata sarà possibile visitare e accarezzare tutti gli animali della fattoria: le capre, le pecore, gli asini, la cavalla, la vacca romagnola, i conigli, i porcellini d’india, i polli del pollaio sugli alberi e i colombi.• Al tramonto accensione del fuocoore 20.30 • Intrattenimento con le musiche di Denis• All’imbrunire fiaccolata a cavallo Menu• Vin brulè della casa• Per tutta la serata sarà disponibile la cena con menu della casa a € 24 inclusa la fiorentina• Oppure menu da passeggio con piadina farcita di: affettati, formaggi, salsiccia, bistecca di suino e pancetta alla grigliaPer il menu completo è gradita la prenotazione cell. 347.4230464 oppure 348.5641071Aziende ospitate• Apicoltura Faentina di Morigi BrunoVia Cassanigo, 6 Faenza (Ra) Tel. 0546.46300Miele e derivati• Az. Agr. Ballardini Gabriele, Giancarlo, Oddo e NelloVia Sottofiume n.40 Boncellino di Bagnacavallo (Ra) Tel. 0545.69362Vino

4 La Pignattina Azienda Agricola di Mengozzi Via Pignattina, 793 – Castel Bolognese (Ra) Evento:• All’imbrunire accensione del fuoco• Musica con i Basta Mò (più uno se ce la fa)• Menu da passeggio:

Piadina con salsiccia Salame alla griglia o prosciuttoPolenta frittaPatate fritteCiambella

Aziende ospitate• Apicoltura Cimatti Via Giovannina 40502, Castel Bolognese (Ra) Tel. 0546.651007 miele e prodotti dell’alveare

• Eco Fiamma Mostra di stufe e caminetti a pellet

6 Agriturismo “Il contadino Telamone”dell’Az. Agr. Manuela PalombiVia Sacramora 12, Reda di Faenza (Ra)Cell. 338.4689855 o [email protected]• ore 19.30 accensione fuoco• Luigi Franzoni realizza sfere con tralci di albana• dalle ore 19 assaggi di cibi coltivati e prodotti esclusivamente nell’azienda• ore 21.30 Giovanni Nadiani presenta “Invel / Ningun sitio” con accompagnamento di musiche latino-americane interpretate da Linde Nadiani (violino) e Ingeborg Riebesehl (chitarra)• Durante la serata è possibile acquistare i prodotti dell’Azienda.Aziende ospitate• Az. Biologica di Antonella MinardiVia Rio Cestina 14- Casola Valsenio (Ra) Cell. 347.5216893Confetture del bosco e dei frutti dimenticati

13 Associazione per la Torre di Oriolo dei FichiVia di Oriolo – Faenza (Ra)www.torredioriolo.it E-mail: [email protected]. 333.3814000Area parco TorreEvento ore 18.30:• Accensione falò, apertura della Torre, del chiosco gastronomico e del banco d’ assaggio dei vini dell’ Associazione.• La serata sarà accompagnata dal gruppo I Radis Folk rock romagnolo• All’ interno della Torre sarà allestita una mostra di Marilena Benini

12 Az. Agr. Ruggero ZinzaniVia Casale, 23 – Faenza (Ra) Tel. 0546.47015Cell. 333.7040543 Ruggero, 347.9458249 [email protected] Un’azienda vitivinicola, sui colli faentini, produttrice di vini sfusi ed imbottigliati ed una cantina per degustarli.Evento inizio ore 18• Tiziano Gatta ed i suoi suonatori: barzellette e musica• Gruppo Astrofili Antares di Romagna:osservazioni astronomiche con telescopio• Assaggi di prodotti aziendali.ore 21 • Accensione falò Lòm a Merz Aziende ospiti:• Apicoltura Daniele LombardiVia Mercanta, 11/b Faenza (Ra) Tel. 0546.47155/663196Miele e prodotti dell’alveare.• Az.Agr.CanovinaVia Paganini, 8 Bagnacavallo (Ra) Cell. 349.4103149Salumi di mora di Romagna.• Az. Zootecnica Scania di Settefonti di Stefania MalavoltiVia Settefonti.3 Casola Valsenio (Ra) Cell. 339 2172282Formaggi di mucca, pecora, capra.• Giardino Aromatico di Antonietta TirroVia Dei Raggi, 17 - Modigliana (Fc) Cell. 347.9613654Erbe aromatiche, elisir, confetture.• Az. Agr. Pompignoli Romano e Conti CarlaVia Tebano, 22 -Brisighella (Ra) Tel. 0546.89163 Cell. 333.9890053Agriturismo, olio.• Associazione Nazionale Partigiani d’Italia ANPI (sezione di Brisighella)Vendita libri per beneficenza.

14 Villa Rotonda in collaborazione con la fattoria Quinzàn Villa Rotonda ristorante pizzeria Via Castel Raniero 1 – Faenza (Ra) Tel. 0546.681223 Evento ore 18.30 • Accensione del fuoco • Apertura ristorante con menu romagnolo Specialità della serata: trippa e fagioli con le cotiche ore 19• Inizio visite guidate alle stanze della villa neoclassica e agli affreschi del Giani ore 21.30• Presentazione ufficiale e degustazione di “Lom a merz” 2008, Sangiovese superiore biologico Quinzan a cura del somelier Antonella RambaldiOspiti:• Agribio-associazione produttori biologici e biodinamici Emilia Romagna • L’antico Pomario frutti dimenticati di Dalmonte • Az. Agricola Fratelli Lecca produzione formaggi• Quinzan vino biologico- fattoria didattica • La musica nelle Aie Castel Raniero folk festival.• Tutta la sera la musica, i balli tradizionali romagnoli dell’epoca pre liscio del Duo trabadel

23 Az. Agr di Vincenzo Bettini Via Chiesuola 58 – Russi (Ra) Tel. 0544.583289Evento ore 19: • Il giornalista Antonio Graziani presenta “Lo sfondamento della linea gotica” Video - documentario sulla seconda guerra mondiale. Immagini originali degli eserciti inglese e americano conservati negli archivi dell’Istituto Luce di Roma e dell’ Imperial War Museum di Londraore 21:• Accensione dei fuochi • Seguirà degustazione di bel’ e cot e squacquerone e dei prodottidelle aziende ospitateAziende ospitate:• Tenuta Uccellina di Alberto Rusticali Via Garibaldi 51 Russi (Ra) Tel. 0544.580144Vini del territorio burson, sangiovese, albana e canena • Macelleria Fiorentini Piazza Farini 14 Russi (Ra) Tel. 0544.580739Assaggi di bel e cot, salumi e ciccioli• Randi Ezio e Elio & C. s.n.c. Via Faentina Nord 125/2 Russi (Ra) Tel. 0544.582279Piadina romagnola• La Delizia di Paola Severino Corso Farini 2 Russi (Ra) Tel. 0544.580457 Specialità alimentari • Panificio Bandini Via Cavour 26/28 Russi (Ra) Tel. 0544.583268Ciambella e dolciumi vari

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7 Azienda agrituristica “Nasano” di Gardi, Bertoni e PoggialiVia Mazzolano 9/a, 48025 – Riolo Terme (Ra)Tel. 0546.70715 – Cell. 339.4939961 E-mail: [email protected] dalle ore 19:• Accensione del fuoco propiziatorioDalle ore 19.30:• Conversazione con la dottoressa Liliana Vivoli che ci parlerà delle tradizioni della “vecchia” Romagna• Cena in agriturismo su prenotazione con piatti locali.€ 20 bevande incluse.

15 Il Pratello di Placci EmilioAgriturismo e CantinaVia Morana, 14 – Modigliana (Fc) Tel. 0546.942038, Cell. 335.1358728www.ilpratello.net, E-mail: [email protected] quest’anno accendiamo fuochi alla primavera che arriva.• Appuntamento al tramonto di sabato sera per l’accensione dei falò, l’incontro con gli amici di alcune aziende del territorio:• Antonietta Tirro e i meravigliosi prodotti del suo “Giardino Aromatico”, confetture, elisir, erbe aromatiche• Franco Lecca con i suoi mitici formaggi di pecora o capra e salumi di cinta senese• con la musica, e le immagini di Fabio Liverani fotografo, inviato di Oasis e docente photofarm, che ci porteranno a Matera e nel Carso alla scoperta delle sue grotte e altre meravigliose immagini.• La proposta gastronomica di quest’anno sceglie la cucina povera

Tortino di patate e cipollaZuppe di legumi, di cipolla, di paneRavioli di zuccaTortelli di castagne Gallettino con patateSpezzatino di maialeCrostata alle prugne, biscotti, gialletti, crema

Prenotazione necessaria per la cena, a €. 30 compresi i vini Mantignano e Casetto

“Un mare” di contadini

La Romagna, la vite e il vino Tonino Guerra e le donne

Marino Donati di Viserbella aveva fatto il commerciante di pesce e conosceva come pochi la storia apparentemente minore dei pesca-tori della Romagna. Era un omone alto coi baffi da pirata orientale stampati sopra le labbra di un viso antico, con gli occhi dallo sguar-do penetrante e severo. Era dolce come sanno essere dolci quelli che amano la propria vita. Orgoglioso di essere un comunista del dopoguerra. Era altresì orgoglioso del suo prezioso Museo, messo su nella scuola elementare dietro casa sua, dedicato ai pescatori del suo Adriatico e lo aveva battezzato “E Scaion”. Gli uomini del mare romagnolo pescavano le vongole con lo scaion, anzi pescavano “al poarazi” come si dice da queste parti. “Poveracce come tipo di vongo-le, poveraccio chi le pescava e poveraccio chi le mangiava”; tratteggiava così un’epoca Marino Donati che, con venti suoi concittadini figli di quella gente di mare, aveva organizzato, a Viserbella, il museo della piccola pesca locale. Marino sapeva di essere stato condanna-to, quasi a tradimento, a morire in breve tempo. Con pudore volle raccontarmi le piccole storie di vita quotidiana di umili pescatori in quel tratto di costa romagnola terribilmente profanato dai miti della balneazione estiva. Erano anche le storie dei contadini roma-gnoli che andavano sulla battigia con il cappello a tesa larga e si distinguevano dai pescatori che portavano in testa la papalina di lana fatta dalle donne di casa con i ferri da calza durante le lunghe sere d’inverno. I destini dei contadini e dei pescatori si incrocia-vano all’inizio della primavera lungo la spiaggia romagnola, fra le dune di sabbia portate dalla bora, quando i coloni delle terre di colmata lasciavano le loro umide case per trasferirsi con tutta la famiglia a pescare le seppie con i “canestroni”. Caricavano su un carro trainato da buoi le pareti smontabili dei capanni in giunco e li ricomponevano vicino alla spiaggia. Il capanno diventava, per qualche settimana, il luogo di una nuova e precaria civiltà conta-dina. Il nomadismo primaverile dei contadini romagnoli era rias-sunto da Marino Donati con questa frase che ho ritrovato nei miei appunti: “Si faceva gruppo”. Stiamo raccontando forse un periodo di fine ottocento e della prima metà del Novecento, quando era molto improbabile vedere contadini salire a bordo di una barca che si muoveva in mare con il remo o con un primo motore. Sono segni della vita di mare come a colorare un affresco di un paesaggio marinaro di questa Romagna cosi distante dallo sfarzo di Rimini o di Marina di Ravenna. È il mare dei ricordi di Marino Donati che ha voluto erigere a simbolo di questa storia negata dai potenti, il ferro per la raccolta delle vongole: e scaion. Un attrezzo da pesca ormai in disuso che separava i molluschi dall’acqua, dalla sabbia

e dal fango e veniva tirato a mano da prua di una barca ancorata, mossa con l’argano oppure a remi, verso l’ancora stessa. I contadini invece raccoglievano le vongole -“al poarazi” – fra la sabbia della bassa marea arrotolandosi i pantaloni sopra il ginocchio, oppure prestavano le loro braccia, dalle maniche della camicia rimboccate, per tirare a riva la rete per la pesca alla tratta; quella pesca fatta dalla spiaggia con una rete di circuizione calata in mare da una barca rigorosamente a remi. Erano gruppi di diciotto, venti per-sone, non di più perché il pescato andava diviso. Era comunque poco per accontentare e sfamare tutti: poi doveva essere venduto. I contadini potevano essere utili ai trattaroli; avevano buone braccia e buone gambe, stavano bene con i piedi piantati per terra anche sulla spiaggia. Ideali per agguantare la rete. Ma il pesce andava ven-duto assieme alle seppie dei contadini e non mangiato. Restavano soltanto al poarazi, qualche uovo di gallina e la farina che le donne dei contadini portavano sempre con se. Tirare col mattarello due uova di sfoglia era semplice per l’arzdora, come era semplice ri-empire la pignatta con l’acqua salmastra dopo avere fatto aprire a fuoco lento al paorazi in un leggero e scarso battutino di cipolla, assieme qualche erba aromatica e un pomodorino “per dare colore”. Poi la celebrazione di un rito pagano in un gioco di bimbi che se ne stavano attorno la fuoco in attesa di aprire le vongole, leccarne il guscio appena liberato dalla valva, per ributtare immediatamente la ciccia nel brodo di cottura. La sfoglia intanto era stata trasformata dalle donne in tantissimi quadrucci che venivano cotti in questo saporitissimo liquido fatto con acqua dolce e di mare bollita assie-me alle valve dell’ordinario mollusco. “Te lo voglio fare assaggiare anche se sei di destra” sentenziò Marino e impose il menù politico a sua moglie. “La Lotti”, come la chiamava lui, era nata in Svizzera e aveva conosciuto “il Donati”, come lo chiamava lei, durante una sua vacanza estiva nella Riviera Romagnola. Da allora non lo ave-va più abbandonato e si era trasformata, con una pignoleria tutta elvetica, in una perfetta “arzdora” come si costuma in Romagna. I quadrucci in brodo ed paorazi preparati da “la Lotti” furono su-blimi; anzi i quadrucci in brodo di vongole poveracce sono subli-mi! Sono la dimostrazione dell’esistenza di Dio raccontata a me da Marino Donati, comunista romagnolo, ex commerciante di pesci che se ne è andato in Cielo senza fare tanto casino. Come si usa fra gente per bene.

Enrico GurioliGiornalista e scrittore

Nonostante Alteo Dolcini, e il folto gruppo di tecnici ed estimatori che riuscì a coalizzare, la “Romagna dei vini” ancora oggi fatica a farsi ri-spettare. Purtroppo l’aver fatto da sempre pro-dotti “popolari”, “cheap and easy” si potrebbe dire oggi, ha relegato la Romagna ad un ruolo di figurante e non di protagonista nel patinato mondo dei “grandi vini”. Dal “vino dei legionari” al Tavernello sono passa-ti secoli di esperienza e una miriade di vitigni che hanno contribuito a creare anche in Romagna una tradizione enoica che ha la stessa dignità di quella di regioni più blasonate, ma la qualità per-cepita dei suoi vini, purtroppo, non è la stessa. Una tara veramente pesante, che non rende giu-stizia a quella moltitudine di produttori di uve e di vini che, negli ultimi anni, ha bruscamente svoltato verso una qualità tanto alta quanto poco riconosciuta. E pensare che la Romagna è così ricca e variegata dal punto di vista vitivinicolo da poter accontentare tutti: estimatori di vini com-plessi e strutturati, persone che amano curiosare tra i vini recuperati da un passato decisamente più ricco di varietà e di sapori e coloro che il vino lo intendono come bevanda per accompagnare i pasti quotidianamente. Poi, troppo spesso, ci si dimentica di come la coltivazione delle vite in Romagna abbia svolto anche un ruolo importante nella costruzione del paesaggio rurale, che Emilio Sereni definiva come quella “forma che l’uomo, nel corso ed ai fini delle sue attività produttive agricole, coscientemen-te e sistematicamente imprime al paesaggio natura-le”. In questa accezione il paesaggio rurale è un bene culturale, ma nel conto economico delle produzioni agricole il paesaggio non viene mai computato e spesso viene sacrificato alla logica della meccanizzazione a tutti i costi. Così sono scomparsi i terrazzi con le viti ad alberello im-palcate con le canne, i ciglioni con le alberate di mandorli e ciliegi a vigilare sugli smottamenti e,

in pianura, le scoline con le “Piantate” accanto, vera dispensa di biodiversità (frutta, legno, foglia e tante uve diverse). Oggi le Politiche agricole parlano di difesa del-la biodiversità e salvaguardia degli spazi rurali, ma in una logica di agricoltura industriale che deve competere con il resto del mondo c’è spa-zio e tempo anche per occuparsi della tutela del paesaggio? Molti sono consapevoli del ruolo so-ciale dell’agricoltura, ma quanti sono disposti a riconoscerne il valore economico? I contributi comunitari non sono certo in grado di coprire il gap tra i costi di una agricoltura industriale e quelli di una agricoltura “multifunzionale” che riesce a preservare e valorizzare il territorio. E allora cosa possono fare i viticoltori e i can-tinieri di Romagna? Continuare come sempre a lavorare a testa bassa e provare a “vendere” me-glio il risultato della loro professionalità. La nuo-va OCM vino è molto improntata al marketing, quindi vale la pena provare a cimentarsi anche in quest’arte con cui i romagnoli non hanno mai avuto famigliarità, ma forse quello che anco-ra manca è una identità enologica da proporre all’esterno. Romagna e Toscana si contendono da sempre l’origine del Sangiovese, ma una cosa è certa: la Romagna è stata la prima regione a vini-ficare il vitigno in purezza. Però non si è riusciti a godere dei vantaggi del pionierismo, tanto che ormai il Sangiovese è diventato un vitigno inter-nazionale che è arrivato nelle più remote plaghe del mondo a partire dalla Toscana. Comunque non tutto è perduto e qualcuno sta cercando di ripartire da quella ricchezza di varietà di vite che i nostri “vecchi” ci hanno lasciato, in barba all’uniformazione del modello produttivi-stico degli anni ’60 e ’70 del XX secolo. Chissà che non si possa scrivere a breve “La Romagna dei vini, volume II”: anche Alteo ne sarebbe felice!

Marisa FontanaAgronomo ed enologo

Diciamoci la verità.Qual è la donna nella letteratura antica più cono-sciuta? Penelope.Omero ci dice che Ulisse, protetto da Atena, vuole tornare alla sua isola perché: “...Odisseo, che brama vedere almeno il fumo levarsi dalla sua terra, vorrebbe morire.”Cioè desidera che il suo destino si compia.Io credo però che il richiamo dell’eroe sia stata la tela di Penelope. Mentre lui è lontano, e a volte si dimentica di una moglie e di un figlio, c’è qual-cuno che lo ama tanto da dedicare il suo tempo e la sua fatica a tessere un’inutile tela che però la fa restare legata al suo uomo. Tela che lega anche Ulisse e sono sicuro che men-tre scorrazzava per i mari ogni tanto gli fischiava-no le orecchie. Certo, le donne fanno fischiare le orecchie a noi uomini.Quando io mi sono trovato lontano da mia mo-glie, vagabondando per il mondo, immerso in co-stumi e luoghi lontani da Pennabilli, mentre par-lavo con gente straniera a migliaia di chilometri, eccolo. Un sottile fischio nelle orecchie mi ricor-dava che c’era qualcuno che mi stava pensando.È dolce sapere che un’anima femminile ti pensa perché ti vuole bene e pensando ti chiama, ti ri-corda che ti ama e desidera che tu torni.È un legame fortissimo quello tra un uomo e una donna, non è una pataccata, è una cosa che gene-ra la vita, ed è la donna che crea questo abbraccio come la trama di un tessuto, con il suo uomo e con i figli, è lei che tesse l’amore e circonda tutta la famiglia di grazia e tenerezza.È grande l’animo delle donne.Quando ero piccolo, i campi erano arati dagli uomini, a volte aiutati dalle mogli, che alla fine

del campo, piantavano fiori, come a ricordare che la tavola è bella imbandita, con il pane fra-grante ma al centro deve esserci anche un vaso con un mazzo di fiori rossi.Durante le sedute di sceneggiatura di Fellini, ogni tanto, anche se non c’era un riferimento preciso al lavoro in quel momento, ci mettevamo a parlare della donna, questo universo che ci teneva avvolti e pieni di ammirazione confusa e ignorante.Quando poi tornavo a casa e appuntavo quello che risultava di più magico di quei discorsi sgangherati.Ne è venuto fuori una somma di brevi riflessioni.Eccole:1) In Romagna, durante la civiltà contadina, che ci ha lasciato da poco, ha sempre comandato la donna: la azdora, che guidava i movimenti della famiglia e del denaro 2) L’ignoranza della donna è sorridente, quella dell’uomo è pesante3) Noi siamo l’albero e loro le radici.4) La donna è un universo misterioso che ti riempie di domande senza risposta5) La donna è sempre madre e noi sempre ragazzi disubbidienti6) La donna si nutre di sacrifici e noi di desideri7) Davanti ad una donna è come trovarsi davanti ad una montagna lontana che sembra trasparente8) Noi siamo pensieri e loro la nostra immaginazione Non posso dire se queste frasi sono mie o di Fellini. Nascevano, in quei tanti anni di lavoro, come uova che si cuociono in padella.

Un ringraziamento particolare a Tonino Guerra

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Domenica 28 febbraio 2010San Romano di Condat Luna piena (lona bona) sorge alle 17.58

9 Azienda Agricola Agriturismo Val CampottoCampotto di Argenta (Fe) Strada M. Margotti, 2 Tel. 0532.800516 Fax 0532.319413www.valcampotto.it [email protected] • Dalle ore 11 sarà possibile visitare e accarezzare gli animali della fattoria: le pecore, gli agnellini, i maiali, il somarello, i conigli, i polli, le anatre e le faraone, Jerri il cane di casa ed i mici della fattoria.• Alle ore 15,30 Conversazione del giornalista Enrico Gurioli e dello scrittore Alessandro Molinari Pradellisulla “Cucina della Romandiola”.• Vin brulè della casa • Menu da passeggio: piadina, crescentine, formaggi, salumi dell’azienda ed altre golosità. • Nel ristorante: cena con menu della casa a 25,00 € bevande comprese.

Ravioli di ricotta stagionata e radicchio con pomodoro fresco e basilico oppure pasta e fagioli.Stinco di maiale al forno con patate oppure polenta condita con salsicciaCrostata di confettura e ciambella.

• All’imbrunire accensione del fuoco • Vince Forlani Band in concertoMercatino dei Lòm a MêrzSilvia Tampieri (Pittrice e decoratrice)Arianna Benini (Stampi da richiamo)Livio Tarroni (Lavorazione erbe palustri)Mauro Lavezzi (Lavorazione cesti in vimini)Sergio Stignani (Fotografia naturalistica) Francesco Tebaldi (Dipinti su Ceramica)Michela Fiorini (Ceramica graffita Argentana)Benito Ronchetti (Sculture in ferro)Saulo Tassoni (Frutta Argentana)Boschetto Vecchio (Caseificio)

1 Anna TazzariVia Baccano Inferiore 5 – Tel. 0545.52870Abbadesse – Bagnacavallo (Ra)Evento:Mostra di Ceramiche Fischianti di Gianfranco Budini e Anna TazzariOr 15.00• Laboratorio di Ceramiche Fischianti tenuto da Gianfranco Budini • Degustazione: pizza al forno a legna di Massimo• All’imbrunire accensione del fuoco

2 La Rondine Az. Agr. BiologicaFattoria Didattica Agriturismo di Sauro e Rita RossiniVia Boncellino, 178 – Bagnacavallo (Ra)Cell 347.4230464 Sauro 348.5641071 DeboraEvento• Dalle ore 15 e durante tutta la giornata sarà possibile visitare e accarezzare tutti gli animali della fattoria: le capre, le pecore, gli asini, la cavalla, la vacca romagnola, i conigli, i porcellini d’india, i polli del pollaio sugli alberi e i colombi.• All’imbrunire accensione del fuocoore 20.30 • Antonio Graziani presenta: “Immagini del ‘900 fra gli anni ‘20 e gli anni ‘70 La Romagna della via Emilia” Menu• Vin brulè della casa• Per tutta la serata sarà disponibile la cena con menu della casa a € 24 inclusa la fiorentina• Oppure menu da passeggio con piadina farcita di: affettati, formaggi, salsiccia, bistecca di suino e pancetta alla grigliaPer il menu completo è gradita la prenotazione cell. 347.4230464 oppure 348.5641071

16 Az. Agr. Bartolini Alvaro Via Roncona, 4 – Brisighella Tel. 0546.642294 Cell. 333.5303686Produttore di peperoncini e florovivaista “Habanero in salsa”Eventi ore 15.00 • Poesia di Nino Tini • Musica Le Cime Tempestose• Degustazione: polenta con ragù, piadina con prosciutto, vin Brulè• All’imbrunire accensione del fuocoAziende ospiti• Az. Agricola Collina Ruben podere “Pioletto” via Rio Quinto 56 Brisighella (Ra) Tel. 0546.81694 produttore di vini e confetture• Apicoltura BalbiVia Lunga 20 Solarolo (Ra) Cell. 333.7975236• Azienda Agrituristica f.lli Lecca via Casale 28 Modigliana (Fc) Tel. 0546.942122formaggio pecorino

17 Fattoria Agriturismo Mariano Via Senio, 13 – Casola Valsenio (Ra) Cell. 339.7990462 Fax 0546.73867info@agriturismomariano.itwww.agriturismomariano.itPresenta:• A cena con la mora romagnola su prenotazione• Ore 16 merenda con piadine, affettati, formaggi• Visita della fattoria• Donatini Marco laboratorio didattico realizzazione cesti in vimini• Stefano Quarneti realizzazione a mano di scope di saggina• Ore 16.30 incontro con Saverio Simeone, presentazione del libro “La caccia in Romagna” Valfrido Edizioni Faenza• Ore 18 accensione del fuoco• Ore 19 – 19.30 evento in attesa di conferma• Ore 19.30 – 20 inizio cena prezzo a persona 25 € bevande incluse, durante la cena ogni azienda proporrà un suo prodottoPer info e prenotazione Tel. 339.7990462Aziende ospitate• Azienda Agricola Rontini MauroVia Zattaglia 4, Casola Valsenio 48010 (Ra) Tel. 339.7463770Allevamento suini di mora romagnola, vendita salumi e vini• Azienda Agricola Gualdo di sotto di Pelliconi e GrementieriVia Gualdo 2 48025 Riolo Terme (Ra) Tel. 0546.74103Bed&breakfast, vendita vino e prodotti agricoli• Floriana ZaccheroniVia Neri 19, 48010 Casola Valsenio (Ra) Cell. 333.6800443Hobbistica• Azienda Agricola e biologica “Spicco Ortali” di Fabbri CarloVia Rio Nave 4, Casola Valsenio 48010 (Ra) cell. 349.3647834Vendita di frutti dimenticati e biologici

6 Agriturismo “Il contadino Telamone”dell’Az. Agr. Manuela PalombiVia Sacramora 12, 48018 – Reda di Faenza (Ra)Cell. 338.4689855 o [email protected]• ore 16.30 Sergio Guidi, durante la conferenza dal titolo “I Patriarchi da frutto dell’Emilia Romagna”, a cura dell’Associazione Patriarchi della Natura in Italia (www.patriarchi natura.it), presenta il secondo volume dedicato ai Patriarchi da frutto dell’Emilia Romagna• ore 17.30 accensione fuoco• dalle ore 18 assaggi di cibi coltivati e prodotti esclusivamente nell’aziendaDurante il pomeriggio è possibile acquistare i prodotti dell’Azienda.

21 Azienda Agricola Dalmonte Via Bologna 76 – Riolo Terme (Ra)Tel. 0546.71390Viticoltori e allevatori di bovini Evento ore 19• L’azienda Dalmonte in collaborazione con l’Associazione Sportiva “Ippoverde” e Biblioteca Comunale vi aspetterà domenica 28 febbraio 2010 presso la Cantina Dadè per una serata in allegria attorno al falò con giochi nell’aia per i più piccoli, allegra salsicciata e degustazione dei vini dell’azienda • Proiezione filmati: “Agririolo” e “Amazzoni”• Per informazioni: Francesco 347.3317242 o Claudio 349.4654535

19 Borghetto di Brola Agriturismo Relais de Charme Via dei Frati, 6 – 47015 Modigliana (Fc)Tel. 0546 940628 Fax 0546 949140E-mail: [email protected] 15 Inaugurazione generale della struttura agrituristica Attraverso le sale del ristorante “Le Barchesse”: il porticato della sala conferenze-convegni, la corte che ospita le camere e la sala colazioni dove sarà allestito un piccolo buffetore 16.30Musica nella corte del Borghettoore 18.30Verso l’imbrunire accensione dei Lòm a Mêrz’ore 19.30Degustazione di tre vini del territorio modiglianese in abbinamento con assaggi di tradizioni locali a cura dell’enologo Francesco Bordini

Frawines FracieloVilla Papiano Le PapesseTenimenti San Martino Vigna D’oro

Il prezzo per la partecipazione è di 8 € a persona. È gradita la prenotazioneA cornice saranno esposti i vini delle aziende vitivinicole locali

15 Il Pratello di Placci EmilioAgriturismo e CantinaVia Morana, 14 Modigliana (Fc) Tel. 0546.942038, Cell. 335.1358728www.ilpratello.net, E-mail: [email protected]• Anche quest’anno accendiamo fuochi alla primavera che arriva.Appuntamento al tramonto di domenica sera per l’accensione dei falò, l’incontro con gli amici di alcune aziende del territorio:• Antonietta Tirro e i meravigliosi prodotti del suo “Giardino Aromatico”, confetture, elisir, erbe aromatiche• Franco Lecca con i suoi mitici formaggi di pecora o capra e salumi di cinta senese• con la musica, e le immagini di Fabio Liverani fotografo, inviato di Oasis e docente photofarm, che ci porteranno a Matera e nel Carso alla scoperta delle sue grotte e altre meravigliose immagini.• La proposta gastronomica di quest’anno sceglie la cucina povera

Tortino di patate e cipollaZuppe di legumi, di cipolla, di paneRavioli di zuccaTortelli di castagne Gallettino con patateSpezzatino di maialeCrostata alle prugne, biscotti, gialletti, crema

Prenotazione necessaria per la cena, a €. 30 compresi i vini Mantignano e Casetto• Nella giornata di domenica 28 febbraio sia pranzo che cena, sempre su prenotazione: sono disponibili circa 45 posti.ore 16.30: • presentazione del Vocabolario etimologico Romagnolo di Gilberto Casadio e conversazione con l’autore: il dialetto romagnolo, storie di parole.• Fuochi al tramonto e convivialità e musica con gli Zampanò.

18 Az.Agr. “Cà Ridolfi”di Ridolfi Bruno e Gianna GianiVia del dottore, 33 Gambellara, RavennaTel.0544.551051 Cell.338.9779804www.caridolfi.it E-mail: [email protected] ore 15• L’arte del ferro battuto con Aurelio Brunelli, lavorazione e piccola mostra.• Intrecci di vimini con Gianni Balella• La tessitura su antichi telai con Graziella Bonanzaore 16• Le favole per grandi e piccini raccontate dal fulesta Sergio Diotti • Mostra del pittore Franco Donati • Mostra di stampa artistica e romagnola dell’artigiano Egidio Miserocchiore 18 • Accensione del fuoco propiziatorio • Canti della tradizione del maestro Stefano Zuffi & Pneumatica emiliano romagnola • Degustazioni di prodotti del territorio: piadina, salumi, vin brulè e… brustinghena cotta nel forno a legnaaziende ospitate • Az.Agr.”Les collettes “di Roberta Pasi via Cella –San Bartolo Tel. 0544.497115• Associazione Istituto Freidrich Schurr per la valorizzazione del dialetto romagnolo Tel. 0544.562066• Alberto Succi Apicoltore Via del sale, 123 S.Pietro in Campiano Tel. 0544.566356 Cell. 349.2691280

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Mercoledì 3 marzoSanta Caterina Drexel; San Tiziano

lunedì 1 MarzoSan Rosendal; Sant’Albino

17 Fattoria Agriturismo Mariano Via Senio, 13 - Casola Valsenio (Ra) Cell. 339.7990462 Fax 0546.73867info@agriturismomariano.itwww.agriturismomariano.itPresenta• A cena con la mora romagnola su prenotazioneore 18 • Accensione del fuoco• Donatini Marco laboratorio didattico realizzazione• cesti in vimini• Stefano Quarneti realizzazione a mano di scope di saggina• Lo scrittore Cristiano Cavina con il giornalista Beppe Sangiorgi daranno vita ad una piacevole serata dal titolo “pizza e racconti” ore 19.15 -19.30 inizio cena, prezzo a persona 25,00 € bevande incluse, durante la cena ogni azienda proporrà un proprio prodotto Per info e prenotazione Tel. 339.7990462Aziende ospitate• Azienda Agricola Rontini MauroVia Zattaglia 4, Casola Valsenio 48010 (Ra) Tel. 339.7463770Allevamento suini di mora romagnola, vendita salumi e vini• Azienda Agricola Gualdo di Sotto di Pelliconi e GrementieriVia Gualdo 2 48025 Riolo Terme (Ra) Tel. 0546.74103Bed&Breakfast, Vendita Vino E Prodotti Agricoli• Floriana ZaccheroniVia Neri 19, 48010 Casola Valsenio (Ra) Cell. 333.6800443 Hobbistica• Azienda Agricola E Biologica “Spicco Ortali” Di Fabbri CarloVia Rio Nave 4, Casola Valsenio 48010 (Ra) Cell. 349.3647834Vendita di frutti dimenticati e biologici

18 Az.Agr. “Cà Ridolfi”di Ridolfi Bruno e Gianna GianiVia del dottore, 33 Gambellara, Ravenna Tel. 0544.551051 Cell. 338.9779804www.caridolfi.it E-mail: [email protected] Evento ore 20.45Accensione del fuoco ore 21• “Ciàcar” recital di Giuseppe Bellosi poeta, scrittore e profondo conoscitore della letteratura dialettale e delle tradizioni popolari della Romagna • Vin brulè, ciambella e dolci per concludere la serata.

22 Serata finale dei fuochi magici a Villa Corte Castellina di Brisighella (Ra) Via Corte, 9 Tel. 0546.85789 – [email protected] ore 19:• Saluto di Libero Asioli, Assessore Politiche Agro-alimentari e Turismo della Provincia di Ravenna • Accensione del fuoco • Il prof. Stefano Piazza terrà una conversazione sul tema “Il tuono della balza” un fenomeno naturale tra scienza e folklore• Parole e canzoni in dialetto con la straordinaria partecipazione di Luisa Cottifogli • Esposizione dei prodotti del territorio a cura delle aziende agricole dell’ Associazione “Il Lavoro dei Contadini” • Allestimento sala: dipinti di Maria Gordini, tende di Egidio Miserocchi e ceramiche di Carla Lega• Degustazione di vini e ciambella cotta nel forno a legna da Tonino• Seguirà la “Cena Contadina”,€ 25, con prenotazione obbligatoria • La cena sarà pensata e realizzata dalle Azdore de “Il Lavoro dei Contadini” • Per info e prenotazioni: Italo Graziani 331.4428484, Lea Gardi 339.4939961

20 Il Museo della Civiltà Contadina “Sgurì”di Romano Segurini – Via degli Orsini Savarna – Ravenna Tel. 0544.533609 • Il museo della Civiltà Contadina, arti e mestieri. Romano Seguri-ni, ha raccolto oltre duemila vecchi attrezzi ed utensili di uso contadi-no e artigianale tipici delle nostre campagne e dei nostri borghi. Il ma-teriale è collocato in un casolare rurale di epoca ottocentesca, composto da abitazione, stalla, fienile, casone, silos, servizi e da due capanni in canna palustre (capàn, capàna)ricostruiti dal Maestro d’ascia Alvaro Agostini, ora oltre ottantenne.La casa colonica, che faceva parte dei vasti possedimenti dei conti Rasponi, poi dei conti Guidi, dei Brocchi, è oggi di proprietà della famiglia Segurini (i Sgurèn).Si trova a Savarna dietro Palazzo Brocchiapertura ore 13Visita al museo etnograficoore 14• Gara di Zachègn, iscrizione dalle ore 13.30 sul posto;per informazioni sig.Martino Lacchini tel.0544.568416• Canti, musica e balli di una volta La Banda de Grél di Faenza• Interverranno Eliseo dalla Vecchia fine dicitore di dialetto Romagnolo e Aurelio Angelucci direttore Cinecircolo del Gallo di Forlì, con le sue zirudeleore 15• presentazione di Angelamaria Golfarelli della mostra del pittore caricaturista xilografo Ettore Nadiani di Forlì, sarà presente Mirka, la figlia.ore 17• presentazione del libro “La Bella Romagna” di Roberto Marchini interverranno Giovanni Zaccherini, Eliseo della Vecchia e l’autore• Esposizioni di:

Luciano Ghinassi con riproduzioni di paesaggi della Bassa Romagna.Carrozze in miniatura di Bruno VitaliAttrezzi in miniatura di Mario CapucciMostra mercato del libro romagnolo di Maurizio Martini

• Degustazioni: Pizza al forno e salumi in graticola• All’imbrunire accensione del fuoco Aziende Ospitate• Apicoltura di Segurini Rocco Via Barboni n°10 S. Alberto Ravenna Tel. 0544.528813Miele e Prodotti dell’alveare;

7 Azienda Agrituristica “Nasano” di Gardi, Bertoni e PoggialiVia Mazzolano 9/a, Riolo Terme (Ra)Tel. 0546.70715 – Cell. 339.4939961 E-mail: [email protected] dalle ore 15:• il fuoco verrà acceso all’imbrunire• la ciambella di Tonino cotta nel forno a legna• produzione di salsiccia in diretta. Fatta, cotta e mangiata• nonno Idelmo e i suoi fischietti• I cantastorie, cantori romagnoli d’osteria• il croccante realizzato da Antonella Minardi• l’agricoltore Luigi Franzoni, pensatore e creatore di sfere realizzate con tralci di albana• Giuseppe Neri, lavorazione vimini• Gigliola Minganti, dipinti su tela• giochi per bambiniAziende ospitate:• Apicoltura faentina di Morigi Bruno, via Cassanigo 6 - Faenza (Ra) Tel. 0546.46300Miele e derivati• Società agricola antichi saporiVia Becara 10 San Martino in Pedriolo (Bo) Cell. 334.1614988 Formaggi e ricotta di alta qualità • Azienda agricola Scala Angelo Via Padella 2/a San Martino in Pedriolo (Bo) Tel. 051.949631Latte fresco crudo di alta qualità• Ceramiche arte idea di Giardini Meris, via A.Piazza 6/b Forlì (Fc)• Az. Agr. Celotti Battista Via Caibane 5 Brisighella (Ra)Tel. 0546.81434 prodotti sottoli, creme e confetture Menu da gustare al caldoPolenta con ragù di caprioloSalsiccia ai ferri, affettati e formaggi con piadina romagnolaDolci della tradizioneVin brulè gratis per tutti

7 Azienda Agrituristica “Nasano” di Gardi, Bertoni e PoggialiVia Mazzolano 9/a, – 48025 Riolo Terme (Ra)Tel. 0546-70715 – Cell. 339-4939961 E-mail: [email protected] dalle ore 19:• Accensione del fuoco propiziatorio• Lo scrittore Cristiano Cavina con il giornalista Beppe Sangiorgi daranno vita a una piacevole serata dal titolo “Pizza e racconti” • Menu della serata: Pizza, dolce e bevande € 15È gradita la prenotazione.

Martedì 2 marzoSan Peter di Zúñiga; San Simplicio

Conoscere le erbe spontaneeIn un passato anche recente, la gente andava per fiori nei prati e nei boschi attratta più dalla loro utilità che dalla loro bellezza. Dal-le piante, infatti, si ricavano quasi tutte le medicine e bisognava, quindi, saperle riconoscere bene; anzi si riteneva, addirittura, che l’efficacia di molte di queste piante fosse legata al momento, al luo-go e persino al modo in cui venivano raccolte. Inoltre, le foglie e le radici dei fiori spontanei erano fonte di nutrimento; i petali e i frutti venivano schiacciati per ottenere tinture e cosmetici; e, sulla base di antiche superstizioni, a molte piante venivano attribuiti poteri ma-gici, come se fossero dei veri e propri potenti talismani. Anche oggi i fiori conservano tutta la loro magia, ma adesso sono essi ad aver bisogno di protezione. La visione primaverile di un bo-sco punteggiato di primule o l’improvvisa scoperta di una macchia di viole in un prato o lungo una siepe sono certo altrettanti tocca-sana per lo spirito dell’uomo e gli restituiscono per un attimo la capacità di guardare la natura con occhi incantati. Ma le moderne tecnologie agricole hanno reso molti fiori selvatici assai più rari di quanto non fossero una volta, tanto che, in primavera, i bambini non possono più correre nei prati e tornare con le mani piene di fio-ri. Se l’uomo vuole continuare a godere della presenza dei fiori, deve salvaguardarli; e per far ciò è necessario che li conosca per nome e che capisca le loro necessità di vita. In Italia esistono circa 6000 specie di piante spontanee con fiori.I nomi comuni con cui molte piante vengono chiamate sembrano echeggiare, con lirica stravaganza, la bellezza stessa dei fiori: “bot-ton d’oro”, “fiordaliso”, “campanellino”, “amor nascosto”. Persino le erbe meno appariscenti hanno spesso nomi che echeggiano antichi incantamenti. A volte l’origine di questi nomi si è persa nei tempi. Altre volte essi descrivono una qualità della pianta o l’uso che in passato ne faceva l’uomo. La “vulneraria” per esempio, era adoperata per curare le ferite, mentre la “pulicaria” scacciava le pulci e della “saponaria” si ricavava il sapone.Il sistema scientifico per l’attribuzione di nomi alle piante fu esco-gitato nel secolo XVIII dal naturista svedese Carlo Linneo, il quale volle per l’appunto metter ordine nella grande confusione allora esi-stente, al fine di semplificare lo studio della natura in tutte le sue forme. La prima parte del nome scientifico di una pianta definisce

il genere cui essa appartiene, cioè il gruppo di piante simili, quali Viola (le viole) o Primula (le primule). La seconda parte del nome definisce la specie, cioè un gruppo di piante virtualmente identiche per caratteri fiorali e vegetativi,di solito in grado di incrociarsi tra loro. Nel genere Viola, per esempio, due specie molto diffuse sono: Viola odorata e Viola canina.La gran parte dei nomi scientifici si basa sul greco o sul latino e spes-so, come nel caso di Viola odorata, il nome specifico descrive una qualche particolare caratteristica della pianta. Per esempio la pianta potrà essere eretta (erecta), strisciante (repens o pendula); il colore dei suoi petali potrà essere bianco (alba), giallo (lutea), rosso (rubra), viola (purpurea), o azzurro (aterulea). Il nome, inoltre, può descrive-re talora il luogo di crescita di una pianta: il prato (pratensis), il bosco (sylvatica), la riva del mare (maritima), la sabbia (arenaria), la mon-tagna (montana), un muro (muralis), un acquitrino (palustris), l’ac-qua (acquatilis), oppure l’acqua e la terra insieme (amphibia). Molti altri nomi, infine, segnalano l’utilità pratica delle piante: possono essere commestibili (edulis), coltivabili (sativa), usate in farmacia (officinalis), per curare le ferite (vulneraria), per curare la dissenteria (dysenterica), per liberarsi dei calcoli (saxifraga) o per curare le ossa rotte (ossifraga). I contadini più esperti riuscivano a determinare con molta sicurezza la struttura, la fertilità con questa flora che possiamo definire ERBE INDICATRICI:• Terreno sabbioso: centaurea, margherita e amarella• Terreno argilloso: stoppione, ranuncolo, attaccaveste, salvia e radicchio• Terreno-creta: ranuncolo rampicante, sperone di cavaliere e argentina• Terreno-terriccio: erba morella-stellaria e lamio-stellaria GRADO DI FERTILITA’:• Terreno fertile: lamio, farinaccio, centonodi, erba cornetta• Terreno poco fertile: camomilla, coda di cavallo e ramolaccio selvatico• Terreno molto fertile: ortica, euforbia, tiercorella e stellaria media• Terreno alcalino: salvia-lupinella, senape e sperone di cavaliere• Terreno acido: acetosa, ramolaccio, veronica e coda di cavallo

Italo Graziani

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