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Si comincia

Una musica assordante mi raggiunge dall�autoradio di un�auto parcheggiata accanto all�ingressodell�Aims Community College. Non credo di aver mai visto tante macchine in quei cento metriquadri di parcheggio riservato a noi studenti. Avevo dovuto abbandonare la mia Renault scassata, etemo ormai quasi in fin di vita, nel parcheggio sotterraneo della CBM, l�azienda più importante e invista di tutta Loverland. Eppure avrei dovuto aspettarmi un simile ingorgo, dal momento che oggi èl�ultima data fissata per gli esami orali di fine semestre. Per me, l�ultima speranza di recuperare inextremis almeno un corso.Mi fisso con pignoleria al grande specchio appeso sopra i lavandini dei bagni delle ragazze.Il livido che affiora alla mia spalla è diventato bluastro ed è circondato da un sottile alonegiallognolo. Lo nascondo meglio che posso sotto la spallina larga e soffice del vestito, ma ostinatospicca visibilmente sulla mia pelle color avorio. I miei occhi scintillano riflettendosi nello specchio.Li guardo come se non li conoscessi affatto�sembrano fuoco, e ardono come un raggio di solecapace di incenerire l�ombra. Stonano con la carnagione pallida del mio viso, reso infantile dalineamenti sottili ed esageratamente innocenti.Ho sempre vissuto a Loverland, la cittadina più tetra, mediocre e afosa di tutto il Colorado. Conta lastrabiliante cifra di sessantacinquemila abitanti� sessantacinquemila e uno, da quando mia nonnasi è trasferita fin qui da New York�e ciò nonostante, a differenza di molti miei vecchi compagnidella Thompson Valley High School scappati nelle grandi metropoli accanto, la amo tanto da volerciinvecchiare. Credo d�essere l�unica persona al mondo al disotto dei venti anni che sogna di restareper sempre, magari sposata, in un posto come questo, dove l�unica attrattiva è la festa di SanValentino. Una buona parte della popolazione americana si lascia ancora suggestionare dall�anticaleggenda che questa sia la città natale dell�angelo Valentino. L�unica singolarità di questoagglomerato di case è che la criminalità sembra averci trovato un posto sicuro dove mettere radici.Volendo fare una proporzione, vi sono più crimini qui in un anno che in città come Los Angeles.Ma è anche questo uno dei tanti motivi per il quale ho scelto volontariamente di non frequentare uncollege a Denver. La polizia comunque, e almeno per il momento, non ritiene necessario istituire il coprifuoco. Con me ci hanno pensato i miei genitori. E d�altra parte come biasimarli? Da quando due anni fa mio fratello gemello era stato ucciso da dueladri penetrati in casa nostra, mio padre mi aveva messa sotto una campana di vetro.In ogni modo il coprifuoco rappresenta l�ultimo dei miei pensieri. Non è un problema�assolutamente! In fondo é solo questione di sapersi organizzare.Con Andy e Kristin ho il classico rapporto che ogni figlio in età post-adolescenziale ha con i proprigenitori. Giorni di continui mugugni, seguiti da giorni d�insistenti litigi, alternati da giornate diassoluta distensione. L�ultima furibonda discussione risale ad ieri notte, quando mio padre ha avutola pessima idea di aspettare sveglio che rincasassi tre ore più tardi di quanto mi fosse stato concesso.Per me il coprifuoco non è un problema�per Andy lo è, eccome� Con lui non sono mai stata un libro aperto�anche se in diverse occasioni ha dimostrato di avereuna capacità eccellente di smascherare qualunque mia bugia. Non so come faccia�a volte michiedo come riesca a capirmi guardandomi semplicemente negli occhi per meno di cinque secondi. Ma è più che naturale avere qualche segreto con i propri genitori. Chi non ne ha? Ecco, forse i mieisegreti sono solo più scomodi ed eccessivi rispetto a quelli degli altri. Ma ormai, anche questorientra nella mia normalità. E ci sono così abituata che non faccio più alcuna fatica a mostrarmi agliocchi degli altri per la ragazza che in realtà non sono. E pare che nessuno sospetti neanchelontanamente la mia natura ostile e vendicativa.Il che significa due cose: o io sono molto brava a fingere; o gli altri sono completamente deficienti.Per quanto ritengo sciocco stare a perdere tempo a fantasticare su come sarebbe stata la mia vita se

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avessi scelto di essere esattamente come tutti gli altri si aspettavano che fossi, ultimamente nonriesco a pensare ad altro.Due cheerleaders mi passano accanto bisbigliandosi consigli e stratagemmi su come superarequest�ultimo esame orale del semestre accademico.Tento disperatamente di non pensare alla mia vita, concentrandomi sulla prova di istologia che miaspetta tra meno di dieci minuti, e mi sforzo di sorridere alla mia immagine snella, fin troppo esile,riflessa alla specchiera. Ma il mio sorriso distorto e incerto non convince neppure me. Mi sciacquo la faccia con l�acqua gelata, sperando di riuscire a cancellare la stanchezza dal mioviso e ripasso mentalmente parte di ciò che, in linea di massima, dovrei ripetere tra poco ai mieiprofessori.La prospettiva di una mattinata nera mi deprime più di quanto dia a vedere.Se solo ieri sera avessi avuto il tempo di ripassare l�ultima lezione, ora non sarei tanto agitata. MaAndrew era stato categorico: la ronda prima d�ogni altra cosa. E onestamente, fino ad ieri sera, eropienamente d�accordo con lui.Invece ora, il fatto di aver dormito sì o no tre ore, non mi aiuta certo a mantenere la giustaconcentrazione. Sembra che gli ultimi quattro capitoli del mio libro d�istologia si siano volatilizzatidalla mia memoria. Chi diavolo avrà stabilito che per diventare degli psichiatri bisogna studiarequesta materia? Con gesti automatici mi passo del mascara sulle ciglia, sbirciando di tanto in tanto verso la piccolafinestra che dà sul cortile del campus. L�autoradio ha smesso di gracchiare. La foschia mattutina sista completamente dissolvendo ed il sole illumina le vette più alte delle montagne che circondano lacittadina. Sono solo le prime ore della giornata e il caldo si fa già sentire.�Sembri stanca�, Irene fa il suo ingresso nei bagni quasi sfilando.La bacio sulla guancia sbadigliando. �Ho dormito pochissimo.�.Metto via il mascara ed esco di malavoglia dal bagno, seguendo imbronciata la mia migliore amicalungo i corridoi affollati di studenti. Le pareti sono interamente ricoperte da tabelloni che riportano ipiani didattici e gli orari delle lezioni, ma nessuno come al solito vi presta troppa attenzione.Accanto all�ampia biblioteca al secondo piano �dove tra pochissimo dovrò affrontare il mio quartoesame- è stata allestita una specie di saletta d�attesa�come se in un college ci fosse davvero daattendere qualcosa. Mi siedo sulle sedie poste in fila lungo la parete e apro il libro sugli ultimicapitoli. Nessuno come al solito bada a me e la cosa comincia a seccarmi. Cerco di concentrarmimentre Irene non fa altro che ciarlare di come la sera prima si fosse divertita all�inaugurazione delTwenty One, il terzo locale della città. Erano mesi che tutti i ragazzi di Loverland aspettavanoquesto evento. Evento, poiché in questa cittadina l�apertura di un nuovo locale è la cosa piùeccitante che possa accadere. E ieri sera erano praticamente tutti lì, compresa Irene con tutto il restodella nostra compagnia di amici. Tutti meno una persona�cioè io. Il mio allenatore negli ultimimesi ha affinato una capacità straordinaria nel mandarmi di ronda ogni volta che qualcosa di nuovoaccade in città.Ovunque guardo, trovo gli occhi eccitati degli studenti che si scambiano opinioni esageratamentepositive sul Twenty One�e la cosa sta cominciando a snervarmi più di quanto non lo sia già.�Ammettilo�, Irene mi osserva per un istante, studiando le mie occhiaie bluastre. �Hai passato lanotte a studiare.�.�Proprio così.�, mento prontamente, evitando di incrociare il suo sguardo. Abbasso gli occhi sulla prima riga del ventesimo capitolo del libro che tengo aperto sulle ginocchia.Irene mi conosce fin troppo bene. E il fatto che studi psicologia mi obbliga a restare sempre sul chiva là quando le sue domande si fanno troppo impertinenti.D�altra parte non posso certo dirle cosa ho fatto ieri notte. �Come te lo sei fatto questo?�, preme un dito sopra il livido sulla mia spalla. �Ahi!�, sobbalzo appena sulla sedia, contorcendo le labbra in una smorfia.�Fa male?�, mi chiede indifferente, mordendo una ciambella.�No, Irene.�, la fulmino con lo sguardo. �In genere i lividi sono un ottimo rimedio per migliorare ilproprio stato emotivo.�.

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Mi guarda poco convinta. Non le è sfuggito il mio ironico riferimento alla sua stupida frase. Forsecome psicologa non è poi così brava come ho sempre temuto.�E� grosso!�, commenta osservandolo a lungo. �Come te lo sei fatto?�.�Mi sono imbattuta contro un tizio che voleva aggredirmi.�, le confido con fare cospiratorio,abbassando il tono di voce.�Stai scherzando?�, mi stringe un polso. Un pezzo di ciambella le va di traverso e inizia a tossire e sputacchiare attirando l�attenzione dialcuni studenti seduti accanto a noi. Come me, stanno aspettando l�inizio dell�esame. �E come ti senti ora?�, riesce a dire dopo essersi liberata la gola deglutendo rumorosamente.�Irene��, spazientita sfilo la mia mano dalla sua. �La mia era pura e semplice ironia.�.�Ah�, commenta rilassandosi parecchio. �Per un momento ho temuto��.�Ma piantala!�. Rido, ma lei resta tesa.�Anche se la polizia non ha stabilito un coprifuoco non è prudente uscire da soli la sera. Lo sai! C�èil rischio di essere molestati o picchiati da qualcuno.�, ribatte usando un tono vagamente scontroso.�Tu, Còrin, sei piccolina� è normale che mi preoccupi per te.�.�Io so difendermi.�, ribatto con un filo di voce, atteggiando le labbra al broncio di una bambinasgridata.�Come no!�, alza gli occhi al cielo, dandomi una leggera pacca sulla spalla. Sobbalzo nuovamente quando il palmo della sua mano finisce ancora una volta sopra il livido.Quando il professor Terz arriva, chiudo rassegnata il libro e m�incolonno lungo la fila di studentidavanti all�aula. Nessuno pare abbia più voglia di parlare del Twenty One. Sono talmente agitatache fatico a tenere il mio libro saldo tra le mani. Considerando che il professore chiama noi studentiper ordine alfabetico, io sarò la seconda a dover entrare. Osservo angosciata un ragazzo alto ebiondo, che mi pare faccia parte della squadra di pallacanestro, entrare con aria sicura dentro lagrande stanza. Quando si chiude la porta alle spalle, l�ansia s�impadronisce completamente di me.Sono la prossima. E sono l�unica temo a non aver la più pallida idea di cosa rispondere alledomande del professor Terz. Quando arriva il mio turno, incoraggiata dal sorriso di Irene, passo accanto alla lunga fila di studentie mi fermo davanti alla porta prendendo tempo. Devo tirare un profondo respiro prima di aprirla. La stanza è meno luminosa di quanto mi ricordavo. Ammassati ai muri ci sono alti scaffalitraboccanti di libri vecchi e ingialliti. In fondo, una scrivania si allunga da una parete all�altra ealcune sedie gli sono state sistemate davanti. Attraverso la biblioteca, sforzandomi di sorridere allafaccia seria e annoiata del mio professore. Non sembra ricordarsi di me, per quanto questa sia laquarta volta che mi siedo su una sedia di fronte a lui, nel tentativo di superare lo stesso identicoesame. Rassegnata riposo il libro nella mia tracolla e nascondo le mani sotto la scrivania per nonfargli notare che stanno tremando. L�incubo ha inizio con una sequela di domande di cui ignoro completamente la risposta e terminacon un�altra sequela di rimproveri�Quando lascio la stanza, ho seriamente paura che mi si possa leggere in faccia il mio quarto totalefallimento. Per fortuna Irene è a lezione, almeno la prima dose di compassione me la sonorisparmiata.Afflitta, attraverso il prato a testa bassa stringendomi il libro al petto. Raggiungo in pochi attimi ilcancello dell�entrata principale dove Nick mi sta aspettando. Quando mi vede, si alza dai gradini dipietra e mi viene incontro con un ampio sorriso stampato in faccia. Non credo di averlo mai vistoarrabbiato o irritato in questi ultimi diciannove anni.�Ciao Còrin�, mi bacia in fronte. �E� andato bene l�esame?�.�No, non direi.�, rispondo seccata, lasciandolo stringermi teneramente al suo petto.�Sei andata completamente fuori corso!�, mi ricorda con una punta d�ansia nella voce. Come se non lo sapessi già da me!Annuisco pensierosa, osservando Irene raggiungerci mano nella mano col suo fidanzato Matt. �Ciao Còrin.�, mi saluta alzando velocemente la mano avvinghiata a quella della mia migliore

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amica. �Hai fame?�.Lo osservo mirare bene un punto alle mie spalle prima di lanciare la sua lattina vuota di birra,cercando di centrare un minuscolo bidone dell�immondizia. Il barattolo si schianta rumorosamentesul metallo del bidoncino e rotola sull�erba fino a fermarsi sulle mie scarpe.Per il momento, il discorso esame sembra essere passato in secondo piano ed io non mi lasciosfuggire l�occasione per cambiare discorso. Parlare dei miei fallimenti con degli amiciperennemente al passo con le lezioni è ancor più deprimente che dover ascoltare i rimproveri daparte del nostro professore.Sono talmente infuriata con me stessa che lo stomaco mi si è chiuso. Ma, dal momento chel�alternativa sarebbe di tornarmene a casa ed affrontare i miei genitori, fingo prontamente di avereuna fame incredibile. �Vi va di fare un salto da Mac Donald?�, ci chiede Matt mentre con gesti calcolati, prova di nuovo acentrare il cestino. Per la seconda volta la lattina finisce sopra le mie scarpe. Spazientita mi piego per raccoglierla e,senza esitazioni, la lancio alle mie spalle dimenticandomi totalmente di mirare. Faccio centro alprimo colpo sotto lo sguardo meravigliato di tutti.�Come diavolo hai fatto?�, Nick sposta lentamente lo sguardo dal cestino a me.Faccio spallucce sorridendo timidamente e cercando di non dare troppo peso e importanza al miocanestro.�Ehm�fortuna.�, ridacchio, cercando di sviare il suo sguardo stupito.A volte mi scordo di mostrarmi per quella che dovrei essere.�Perché non pranziamo da me?�, propone Irene, salvandomi dalla situazione. Non sembranemmeno essersi accorta di ciò che ho appena fatto.�Perfetto�, mi affretto a risponderle. �Hamburger e patatine sono un ottimo rimedio per sollevarmiil morale dopo un ennesimo fallimento.�, mi sforzo di mostrarmi entusiasta.�Venite in macchina con noi?�, chiede a me e a Nick.�D�accordo.�, annuisco pensierosa. Tutto pur di non dover tornare a casa.Mentre c�incamminiamo verso il parcheggio fingo di ascoltare distratta i loro commenti sul TwentyOne. In realtà non mi sto perdendo una parola. Sono davvero l�unica in tutta Loverland a non esserestata presente all�inaugurazione. Con un sospiro mi aggrappo saldamente al braccio di Nick. �Avresti dovuto esserci, Còrin.�, mi dice Nick, accorgendosi della mia aria afflitta. �C�eranopraticamente tutti i ragazzi del college. Anche quel ragazzo che mi avevi presentato l�anno scorso�Andrew, mi pare si chiami.�, mi sorride incerto.Digrigno i denti per la frustrazione. Ecco perché aveva insistito tanto per mandarmi di ronda. Mi sforzo di ricambiare il suo sorriso ma la mia bocca si piega in una smorfia quando il trillo delmio cellulare stona col silenzio del parcheggio. Mi scosto da Nick e aspetto nervosa che proseguacon gli altri, prima di leggere il messaggio che mi è arrivato. Per quanto il mio numero lopossiedono in molti, so già chi mi ha cercata. Solo una persona al mondo ha la capacità di rovinareirrimediabilmente e instancabilmente i pomeriggi con la mia compagnia di amici. Scorro svelta gliocchi sullo schermo illuminato limitandomi a leggere il mittente, per quanto i miei sospetti nonnecessitano di una conferma. Con un lungo sospiro ripongo il cellulare nella tasca della giacca e agrandi passi raggiungo i miei amici che nel frattempo hanno già preso posto nell�auto di Matt.�Ehm ragazzi.�, attacco impacciata, sentendomi profondamente in colpa. �Purtroppo non possovenire con voi�.�Ma come?�, Irene si sporge dal finestrino con aria offesa.Senza saperlo Andrew ha rovinato anche a loro il programma per il pomeriggio. A volte sembra chelo faccia a posta. �Mi dispiace.�, mormoro piegando la testa di lato.�Ma se fino a due minuti fa eri entusiasta di venire con noi?�, la voce di Matt mi raggiunge sopra lamusica alta dello stereo della sua auto.�Staremo insieme stasera e��, cerco di giustificarmi.

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Irene si volta verso i sedili posteriori. �Nick, dimmelo tu dove deve andare. Tu lo sai di sicuro.�. Nick, senza degnarla di un�occhiata fa spallucce. �Non lo so invece. La mia stella è muta come unatomba.�. Poi si volta di scatto verso di me aggrottando la fronte. �Non è che hai un ragazzo?�, evidenzia ogniparola in modo aggressivo. Sento le guance infuocarsi per la vergogna. Solitamente riesco ad arrossire, a piangere e a ridere acomando. Non è mia abitudine lasciarmi andare così. E� solo che certi discorsi m�intimidiscono.Non ce la faccio proprio a parlare della mia vita privata.�Pensi che se così fosse te lo avrei tenuto nascosto?�, mormoro, cercando di sviare il suo sguardoaccigliato.�Giurami che non esci con nessuno.�, insiste scuro in volto.�Te lo giuro.�, mi ritrovo a bisbigliare dando una sbirciata veloce all�orologio.�Lo sai che, prima di uscire con qualcuno che non è nel nostro giro, voglio vederlo e parlarci unpo�.�, mi ricorda dolcemente.Annuisco convinta. Me l�ha ripetuto cosi tante volte, che dimenticarlo sarebbe praticamenteimpossibile. Devo dar ragione ad Irene quando mi fa notare che i nostri amici hanno un particolare occhio diriguardo per me. Non che questi loro atteggiamenti mi diano fastidio� se non altro per pochimomenti mi spingono a credere di essere normale. Il fatto è che vivere recitando non è sempre unpiacere.�Ci vediamo questa sera alla festa.�, taglio corto, rendendomi conto che sto perdendo troppo tempo.Nick annuisce seccato e con un gesto della mano incita Matt a mettere in moto. Osservo avvilita laloro macchina imboccare Thompson Street, l�unica provinciale che porta verso il centro, stringendotra le mani il mio telefonino. Sola nel parcheggio, rileggo un�altra volta il messaggio.

<Sei di ronda questo pomeriggio. Un bacio Andrew. PS: vediamoci al

solito posto prima.>

Con un colpo secco chiudo lo sportellino e mi guardo attorno. In mezzo a studenti che mi passanoaccanto senza degnarmi di un minimo d�attenzione, mi sento normalissima. Per quanto mi siasforzata di legare con loro non ho mai avuto il tempo per integrarmi. Non pretendevo molto maalmeno essere riconosciuta all�interno del campus. L�unica volta che il mio nome è stato sulla boccadi qualcuno di loro, è stato quando non ero riuscita a passare le audizioni delle cheerleaders. Perquanto me la cavassi molto bene nel ballo, mi avevano scartata a causa della mia faccia troppoinnocente, ingenua, e a sentir le ragazze, troppo da �liceale.�.Nascondo il cellulare nella tasca interna della giacca e mi avvio lentamente verso il parcheggiodella CBM.�Si comincia.�, sospiro mormorando tra me e me.

Per raggiungere la palestra devo attraversare praticamente tutta la città e salire per Mountain Road,lasciandomi alle spalle i quartieri residenziali della periferia.Una pioggerella fine e insistente macchia l�asfalto e rende la temperatura leggermente piùsopportabile. Apro la grande porta a vetri tirandola verso di me e mi avvio verso la sala centrale doveprobabilmente Andrew mi sta aspettando. Questa palestra è frequentata solo da me e da altri due allievi: Derryl ed Anne. Non è aperta alpubblico e per dirla tutta non è nemmeno una vera palestra anche se io, per ovvie ragioni, mi ostinoa chiamarla così. E� semplicemente un�ampia sala spoglia, arredata da una mediocre panca in legnoe da una scrivania pericolante sulla quale Andrew, il nostro allenatore, ha sistemato un computerpaleolitico sul quale si diverte ad annotare ogni lavoro che portiamo a termine. Ho cercato di trattenermi ma non posso rinnegare i miei pensieri. Il fatto è che per me èassolutamente una cosa stupida mettersi davanti ad un pc per fare un promemoria di ogni nostro

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spostamento. Onestamente ritengo che un foglio e una penna possano bastare. Solo che quando,alcuni giorni fa, avevo dato voce a questa mia considerazione, Andrew mi aveva guardata come sefossi un raro animale da baraccone e aveva commentato usando la parola �bizzarra� la miatestardaggine a non volermi tenere al passo coi tempi. Aveva concluso il discorso dicendo che ungiorno la tecnologia avanzata avrebbe avuto la meglio anche su di me. Andrew lo avevo conosciutoper puro caso un pomeriggio, mentre ero intenta a fare jogging lungo le rive del fiume. Stavocorrendo da due ore, sfidando la fatica che appesantiva le mie gambe. Correvo e piangevo. E adAndrew questo non era sfuggito. A volte mi sembra di sentire ancora la sua voce tuonarmi nelleorecchie. Mi aveva chiesto come mai stessi piangendo ed io gli avevo risposto con naturalezza. Gliavevo raccontato senza preamboli della morte di mio fratello, ucciso da dei ladri che tentavano dipenetrare in casa mia. Martin aveva tentato semplicemente di difendere me e nostra madre, e perquesto era morto. Così Andrew mi aveva aperto la mente verso la vendetta e aveva dato inizio aduna mia seconda vita, fatta di violenza e di menzogne. E devo ringraziare solo lui, se ora sono ingrado di potermi difendere e di proteggere gli altri. Il punto è che sto fingendo da così tanto tempo ecosì magistralmente, che sto cominciando a far fatica a distinguere la realtà dalla finzione. E devostare sempre più attenta per non lasciarmi scoprire.�Ciao.�, Andrew solleva per un attimo lo sguardo dallo schermo del computer. �Tutto bene conl�esame?�.�Come al solito��, gli rispondo amareggiata, andandogli incontro.�Ah�mi dispiace.�, riposa gli occhi sul pc, digitando qualcosa sulla tastiera.�Che stai cercando?�, gli chiedo curiosa, sedendomi su un angolo della scrivania.Osservo le varie scritte sullo schermo senza capirci niente. Che cosa mai significherà la parolaGOOGLE?�Sono appena entrato nel sito ufficiale della polizia�vorrei capirne di più riguardo al caso di tuofratello.�.�E� stato archiviato, lo sai.�, sospiro frustrata.�Questo è vero��, continua, senza lasciarsi condizionare dal mio abbattimento. �Ma ci sono alcunefoto segnaletiche che magari potrebbero tornarci utili. Quella sera tu, nascondendoti nell�armadio,hai potuto vedere in faccia gli assassini e sapresti riconoscerli. Come posso aiutarti a ritrovarli senon ho idea di chi possano essere?�, mi spiega mentre digita un�altra strana parola che non miprendo nemmeno la briga di comprendere.Cerco di respirare normalmente mentre passo in rassegna ogni volto che appare sullo schermo. Nonriconosco nessuno ma seleziono lo stesso una decina di volti i cui tratti mi appaiono in qualchemodo familiari. �Che state cercando?�, irrompe Anne.�Stiamo provando a vedere se la polizia ha trovato gli assassini di Martin prima di noi�, le spiegascettico Andrew. �Dovresti guardare queste foto anche tu�.Osservo Anne e Derryl avvicinarsi a piedi scalzi e, quando sono a pochi passi da noi, sferro asorpresa un pugno sulla mandibola del mio allenatore.�Adesso che ci siamo tutti possiamo cominciare!�, rido vedendolo cadere all�indietro.In un attimo, nonostante l�abbia preso alla sprovvista, scatta in piedi e mi punta con lo sguardo. �Derryl�Anne.�, li richiama all�ordine con tono fermo. Sono ancora sorpresi dalla mia improvvisareazione. �Oggi combatterete uno contro l�altro.�.Impartisce loro qualche rapido consiglio, senza mai perdermi di vista. Finito di parlare accenna unacorsa verso di me. A meno di un metro di distanza balza in alto e cerca di colpirmi al costato con undoppio calcio. Afferro a fatica le sue caviglie, bloccandogli le gambe a mezzo centimetro dalla miafaccia, e con un rapido movimento le roteo su se stesse. L�allenamento è cominciato��Per caso sei arrabbiata oggi?�, mi chiede cercando di colpirmi allo stomaco con un pugno.Faccio un balzo indietro evitando il colpo prima di rispondergli: �Non sopporto che i miei amici mivedono come una bambina indifesa. Odio dover fingere con i miei genitori, odio i lividi che mirestano sul corpo�, urlo mentre tento di divincolarmi dalla sua stretta. Una volta libera lo stendo sul

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tappeto e riprendo a parlare ansimando. �E in questo momento odio anche te!�.Lo aiuto a rialzarsi per riprendere l�allenamento. �Odio a parte.�, mi dice spostandosi di qualche passo indietro per evitare una mia ginocchiata. �Cheintendi fare col college? Andrai avanti?�.Prima che riesca anche solo a pensare ad una risposta mi colpisce al mento col palmo della mano.Un dolore intenso ai nervi del collo mi fa stringere i denti. Sento la sua mano afferrarmi i polsi etrascinarmi verso il basso. Infilo rapidamente una gamba tra le sue caviglie e con uno strattone milibero i polsi. Mi basta poi colpirlo lievemente al costato per fargli perdere l�equilibrio. �Non lo so Andrew.�, gli rispondo. Quando siamo nuovamente faccia a faccia, lo colpisco al nasocol gomito.�Lavorare non mi dispiacerebbe ma abbandonare gli stu��, un suo pugno allo stomaco mi soffocale parole in bocca, ��gli studi mi spaventa.�, continuo nonostante mi abbia colpito con un altrodestro in pieno volto. Ricambio il colpo subìto con tanta violenza da farlo volare all�indietro. Siscontra con la parete. Aggrotto le sopracciglia. Secondo i miei piani sarebbe dovuto cadere.Si scaglia contro di me usando la stessa furia di prima e fatico non poco per evitare che la maggiorparte dei suoi attacchi vada a buon fine.Con un braccio blocco le sue dietro la schiena mentre con l�altro gli stringo la gola. E� una mossache lui stesso mi aveva insegnato.�Tu cosa credi sia meglio che faccia?�, chiedo pensierosa.Si libera dalla mia presa colpendomi al naso con uno scatto all�indietro della nuca.�Sei libera di fare ciò che vuoi. Ma ricorda che un lavoro ti ruberà del tempo prezioso. E tu hai dadedicarne molto a me e ai nostri allenamenti.�.�Come se non lo sapessi già.�, mugugno.Andrew mi fa cenno di fermarmi alzando una mano in segno di resa. Si volta per qualche istante acontrollare ciò che stanno facendo i nostri due compagni e dalla sua espressione intuisco che non èper niente soddisfatto.�Guarda Còrin. Vedi come Anne alza il gomito quando vuole tirare un pugno?�, commenta stizzito.�Un po� troppo alto.�, concordo, studiando attentamente i movimenti di lei.�Già. Così facendo toglie quasi il cinquanta per cento di forza al suo colpo.�, mi spiegaguardandomi di sbieco.Annuisco sospirando rumorosamente.�Sei stanca?�, mi chiede.�Ieri notte non è stata una ronda semplice�, gli sorrido soddisfatta, ripensando a come avevo stesoquel tizio spregevole che aveva tentato di aggredirmi.�Te la sarai cavata benissimo come sempre.�. �Ciò non toglie che non sia stata affatto semplice. A proposito, è bello il Twenty one?�, ribattoscontrosa, afferrando una salvietta per asciugarmi la fronte sudata.Andrew si lascia scappare un ghigno. �Molto bello.�.�Senti, ora è proprio meglio che vada.�.�Mi dispiace di dover mandare ancora te di ronda.�. Sembra davvero dispiaciuto mentre guardadistratto il livido sulla mia spalla. �Ma Anne deve allenarsi.�. �Certo, non mi dispiacerebbe avere anche una vita sociale�e qualche ora per studiare.�, ammettovoltandomi verso gli altri due. �Ehm�ciao ragazzi.�. Appena li vedo mi blocco. Come diavolo sono riusciti a ridursi in un simile stato in solo due ored�allenamento?Mi soffermo qualche secondo a squadrare sconvolta Derryl che, seduto sopra la schiena di Anne, lesta tirando i capelli. Ma cosa diavolo sta�?No, meglio non cercare una risposta. Non sono poi così sicura di voler scoprire che razza di mossaidiota ed inefficiente sia quella che si sta sforzando di mettere in atto. Senza il minimo entusiasmolascio la palestra. Il cielo è nuovamente terso e azzurro. L�acquazzone non è durato più di quindici minuti.

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E� un autunno torrido, che sembra non dover finire mai. Il secondo che passo senza mio fratello, incompagnia unicamente del desiderio di rivendicarne la morte e di quel �fastidioso� senso diprotezione che ho verso i miei concittadini.E il solo pensiero che ora dovrò percorrere Loverland in lungo e in largo, m�invoglia solamente atornarmene a casa e infilarmi nel letto per almeno dodici ore di fila. Per quanto consideri una�vocazione, lo stile di vita che ho scelto di intraprendere, non riesco più a fare a meno di desiderareuna serata spensierata al Twenty One. Imbronciata, m�incammino lungo Thompson Street senzaprestare la dovuta attenzione a ciò che accade attorno a me o a ciò che potrebbe accadere. La miaronda è iniziata�mentre tutti si stanno godendo questo caldo e soleggiato giorno d�autunno.

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Complice

Appena apro la porta della cucina un forte profumo di pollo stuzzica il mio appetito.�Dimmi che hai passato l�esame.�, mia madre mi corre incontro asciugandosi le mani nelgrembiule. �Dimmelo!�.Piego le labbra di lato non sapendo se mentirle o meno. Do una veloce sbirciata all�interno del fornoper prendere tempo. Dov�è il pollo?Come un segugio spalanco le narici e seguo la scia. Mi fermo davanti alla credenza e finalmenteadocchio il vassoio di alluminio colmo di ali di pollo e patatine fritte. E� molto meglio del MacDonald e della cucina di Irene.�Stasera farò un po� tardi perché abbiamo organizzato una festa a casa di Nick.�, eludovolontariamente la domanda, pregando che non se ne accorga.�Sono tanto cari i tuoi amici.�, precisa con una strana espressione sul volto. Non so perché, ma questa sua espressione non mi piace per niente. Somiglia troppo a quella cheadotta quando vuole affrontare certi discorsi imbarazzanti. �Forse sono solo un po� troppo apprensivi. Soprattutto Nick�, si blocca un secondo quando Andy,mio padre, fa il suo ingresso in cucina. Attende che lo saluti prima di continuare. �Gli piaci sai?!�.Una patatina dalla mia bocca scivola direttamente nel piatto. Lo sguardo di Andy si faimprovvisamente attento.No ti prego� davanti a lui no!�A Nick?�, riesco a dire recuperando un minimo di contegno nella voce. �Non scherziamo. Maperché nessuno crede più all�amicizia tra un uomo e una donna?!�.�Tu crederesti a qualcosa che non esiste?�, s�intromette mio padre. Lo sguardo si fa ancora piùserio.Davanti alla sua supposizione non posso fare a meno che sprofondare il viso nel piatto. Riuscissialmeno a non arrossire così tanto.Effettivamente non ci credo più nemmeno io all�amicizia tra un uomo e una donna. Ma su Nick nonho dubbi!�Mamma�cambiamo discorso. Non vorrai rovinarmi la cena?!�.Addento con fatica un�altra patatina fumante. Certe insinuazioni hanno il potere di irritarmi nonpoco. E poi, devo stare sempre molto attenta a parlare con i miei genitori. Soprattutto quando i lorodiscorsi cominciano con �secondo noi piaci a quello�, oppure con �hai visto che carino il nuovomacellaio��perché è scontato che poi dovrò propinarmi almeno per una buona mezz�ora i lorocomizi. Fossero almeno le classiche prediche che fanno i genitori comuni�che ne so���stai attenta hai ragazzi che vogliono una cosa sola��,��.non accettare passaggi da qualche sconosciuto��,��.prendi sempre le dovute precauzioni��.Già, sono abbastanza imbarazzanti questi tipi di predicozzi� figuriamoci quando ti devi sorbirefrasi come queste: �Ti devi trovare l�uomo giusto��,�è ora di pensare a qualcosa di più serio che a un�avventura��,�ti senti pronta per il matrimonio?...�.Oh mio Dio!Soprattutto Andy. Anche se non ne abbiamo mai parlato, sono certa che in cuor suo spera ancora divedermi felicemente sposata con Manuel. D�altronde è un ispettore della polizia�quale migliorpartito per la sua unica figlia. Ma proprio per questo motivo avevo dovuto allontanarmi da lui. Ovviamente Manuel aveva pensatobene di informarmi di essere un poliziotto solo dopo ben cinque mesi che ci frequentavamo, così nelfrattempo mi ero affezionata.

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�Ok. Parliamo d�altro allora.�, la voce squillante di mia madre interrompe i miei pensieri.Si siede accanto a me e comincia a sbucciare una mela. Ogni tanto mi lancia un�occhiata.Non mi piace quando mi lancia questo genere di occhiate. �Ma�dimmi una cosa��, si sporge verso di me appoggiando i gomiti al tavolo e abbassando di unbel po� il tono della voce.Presumo l�abbia fatto per non far sentire quello che ci diciamo a mio padre che nel frattempo, vistala piega che la nostra conversazione stava prendendo, si è spostato in salotto a leggere il giornalesportivo.�Tu e Nick�.�.�Mamma��, roteo gli occhi.�No no, davvero, sono incuriosita�mi chiedevo�ecco�voi due�avete mai fatto sesso?�.�MAMMA!�. �Ma perché ti scaldi tanto? Dopotutto la mia era solo una domanda.�, si difende imbronciata.Mi alzo di scatto e nel farlo urto violentemente la caviglia sulla gamba del tavolo. Maledizione! Eramolto meglio il Mac Donald!Sciacquo il mio piatto nel lavello e mi sposto in camera mia prima che mio padre possa essere coltodalla curiosità di indagare sul mio ultimo esame. Scorro velocemente lo sguardo dentro all�armadio. Scelgo un abito nero che mi lascia scoperte dimolto le gambe. Estraggo dall�armadietto del bagno una serie infinita di trucchi e creme.Mi sento particolarmente su di giri al pensiero di partecipare a questa festa. Anche perché è forsel�ultima occasione che mi resta per entrare in sintonia con i miei compagni di college prima didover arrendermi all�evidenza e abbandonare definitivamente gli studi.Quando mi ero iscritta all�Aims Community College ancora non potevo sapere che gli allenamenticon Andrew mi avrebbero sottratto così tanto tempo.Raccolgo i capelli in un nastro rosa e torno a grandi passi in camera mia urtando maldestramente lospigolo della porta col dito mignolo del piede. Sono così emozionata che non riesco a coordinare imovimenti. E come al solito sono in ritardo di ben venti minuti. Irene mi ha già inviato diversimessaggi intimidatori del tipo: �se non scendi immediatamente dico a tuo padre che hai lasciatoManuel�. Mi infilo un sandalo color crema. Altro messaggio di Irene�ho paura a leggerlo.Scesa al piano di sotto trovo Andy piazzato davanti alla porta, tipo sentinella. Mi fissa severo,tenendo le braccia incrociate al petto. �Eri in castigo, ricordi?�.�Il castigo era finito.�, sottolineo.�Ma è ricominciato quando l�altra sera sei rientrata alle due del mattino.�.�Dai And� papà.�, allargo le braccia. �Ero uscita con dei compagni di corso. Sai come vanno certecose. Non è colpa mia.�. La colpa è di quel tale che ha avuto la pessima idea di aggredirmi proprio

dieci minuti prima che scadesse il mio coprifuoco. �aggiungo sottovoce-

Il suo sguardo resta sul chi va là. �Avete avuto un incidente?�.��No��, rispondo dopo qualche attimo, mentre cerco di raggiungere la porta d�ingresso. �Perchéme lo chiedi?�.Indica la mia spalla. �E� solo una botta, papà. Può capitare.�, taglio corto.�Ma avevi anche i pantaloni macchiati di sangue.�, si ostina.Apro la porta, dando volontariamente le spalle a mio padre. �Ho il ciclo.�, mento svelta.Quando sbircio verso di lui mi accorgo che le sue guance hanno cambiato colore. �D�accordo. Vai.�,balbetta imbarazzato.

Quando parcheggiamo lungo il marciapiede di fronte casa di Nick, tutti i ragazzi del college,cheerleaders comprese, sono già arrivati. Mentre mi faccio largo tra la folla di invitati, i miei occhicadono inevitabilmente su un ragazzo che sta ridendo insieme a Matt. Non lo ho mai visto primad�ora. Ho ancora gli occhi fissi su di lui quando Nick compare al mio fianco, dandomi uno

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schioccante bacio sulla guancia. �Ciao piccolina mia!�.Gli sorrido aggrappandomi al suo braccio e proseguiamo verso la cucina per stare, come al solito,un po� da soli a parlare. Mi siedo sul tavolo accavallando le gambe, prestando attenzione a nonsporcarmi il vestito con la birra che qualcuno ha rovesciato. Nick mi guarda con i suoi soliti occhitrasognanti, celati dietro alle lenti dei suoi minuscoli occhiali da vista. �Come te lo sei fatto quellivido sulla spalla?�, mi chiede porgendomi una bottiglia di vino bianco.Aaaah�ci risiamo. �Ho urtato la portiera della mia auto.�, gli rispondo distratta.�Ancora!?�, commenta stranito. �E� la terza volta questo mese.�.Porto il collo della bottiglia alla mia bocca e ne bevo un generoso sorso, ignorando la sua illazione.�Hai più visto Manuel?�, mi chiede poi, cingendomi le spalle con un braccio.�Non ci tengo. Non è il tipo di ragazzo con cui posso star bene. Insomma, mi ci vuole un genere deltutto diverso.�.�Che genere di ragazzo ti serve?�, indaga facendosi attento.-Un fattorino magari- penso �chiunque, purché non sia un poliziotto.-Prima che possa formulare una risposta abbastanza convincente, irrompe in cucina il ragazzo cheavevo intravisto appena entrata in casa.�Oh, scusate. Non volevo disturbare.�, dice imbarazzato, distogliendo subito lo sguardo da noi. Senza dare nell�occhio cerco disperatamente di allontanarmi da Nick. Mi sorride cordialepassandomi accanto per prendere una birra dal frigorifero.Nick gli fa cenno di fermarsi. �Ma quale disturbo. Vieni, ti presento la mia ragazza.�.Guardo sgomenta il mio amico arrossendo fino alla radice dei capelli. Magari ho solo capito male�condizionata come sono dalle insinuazioni di mia madre. Mi rilasso un poco e sfoggio un sorrisoaffascinante.�Io sono Micheal, un vecchio compagno di liceo di Nick.�, si presenta stringendomi la mano. I suoi occhi si fermano per un istante sulla mia spalla.Oh mio dio!�Còrin.�, cerco di sedurlo sfoderando il mio sorriso migliore.�La donna di Nick.�, conclude ammiccando.Non riesco neppure a rispondergli. Nick deve essere impazzito oppure deve avere ha unavalidissima ragione. Ormai comunque Micheal è già nella sala grande insieme agli altri. �Perché hai mentito?�, mi ritrovo ad aggredire il mio amico.�Perché sei una bella ragazza e Micheal è molto sensibile a certe cose. Ma dove eravamo rimasti?Ah, sì! Dicevi che è un altro, il genere di fidanzato che vuoi, giusto?�.�Esattamente. Ed ora ho capito chi voglio�.voglio LUI!�, sbraito furiosa saltando giù dal tavolo.Nick scuote la testa risoluto. �Te lo puoi scordare! Micheal non è il ragazzo giusto. Còrin, tu haibisogno di qualcuno che ti protegga. Non hai bisogno di un marpione che corre dietro a tutte quante.Lascialo perdere, fidati di me.�.�Perché stai cercando in tutti i modi possibili di descrivere Micheal come un orco assatanato chevuole uccidere tutte le indifese fanciulle qua presenti?�, gli chiedo sospettosa. �Perché lo conosco.�, mi risponde serio.�Oh andiamo, Nick. Se do retta a te mi ritroverò quarantenne, zitella, senza figli, e con lo sguardoperso nel nulla, mentre la mia mente correrà pericolosamente indietro nel tempo ricordando tuttociò che mi sono persa.�.�Non essere drammatica. C�è sempre un pro a tutte le situazioni.�, ride, immaginandomiprobabilmente vecchia e rugosa mentre accarezzo un gatto.�Non a quella di avere un migliore amico protettivo come te.�, lo accuso infastidita.Sulle sue labbra appare un ghigno. �Potresti sempre sposartelo questo tuo amico�.almeno noncorreresti il rischio di imbatterti in qualche depravato.�. Ride ancora più forte.�Non scherziamo�se dovessi finirti in moglie non sarei nemmeno libera di fare la lista dellaspesa.�.�Beh, effettivamente hai dimostrato più volte di non capirci un�acca su certe cose.�, si aggiusta gliocchiali sul naso.

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�Ma che dici?�, nego infastidita.�Vogliamo parlare di quando hai scambiato le rape per la lattuga?�, mi stuzzica divertito.�Ma stiamo parlando di tanto tempo fa. Nel frattempo sono migliorata.�, mi difendo alzando gliocchi verso il soffitto.�Allora vogliamo parlare di quando la scorsa settimana ho dovuto farti cercare da quella mia amicache lavora alle casse perché ti eri persa nel supermercato?�.�E va bene, d�accordo.�, mi arrendo con uno sbuffo. �Ma questo è un altro discorso. Ho diritto afarmi delle esperienze e tu non me lo permetti.�.�Facciamo così.�, mi afferra i fianchi. �Ti prometto che da oggi in poi sarai libera di fare ciò cheriterrai più opportuno.�.�Davvero?�, chiedo dubbiosa.�Certo.�, ammicca. �Tranne che con Micheal, ovviamente.�.Sto cominciando seriamente a odiarlo. Nick, s'intende.Non mi lascerò influenzare dalle sue parole. Cerca di scoraggiarmi solo perché�un�altra volta leparole di mia madre mi ritornano alla mente�sto cominciando veramente a credergli. Perché vabene interessarsi ad un�amica, lo fanno tutti con me, ma gli altri miei amici non si permettono divietarmi di uscire con un ragazzo. E non sarà di certo Nick a riuscirci.Me ne torno indignata nel salotto dove Irene è intenta a sgranocchiare dei salatini.�Che aria scura hai. Ti stai annoiando?�, mi urla per sovrastare la musica assordante.Un po� delusa, con un veloce movimento della testa le indico Micheal, poco lontano da noi.�Oh beh�.quel ragazzo è decisamente poco noioso.�, commenta drizzandosi sulle punte dei piediper riuscire a vederlo meglio tra il gruppetto di ragazze che lo circonda.Sempre più delusa mi lascio cadere su una sedia. �Lui pensa che sto con Nick.�.�Oh�ma è quello che pensa chiunque appena vi vede.�, resta ottimista come al solito. �Basteràspiegargli che��Glielo ha detto Nick.�, sospiro.Un salatino a forma di farfalla gli scivola dalla bocca. Mi guarda senza capire aggrottando appena lafronte. �Cioè insomma�spiegati meglio Còrin. Ti sei fidanzata con Nick e non mi hai dettoniente?�.�NO!�, urlo sconvolta.Irene segue la traiettoria del mio sguardo e rimane delusa quanto me nel vedere Micheal salutare eandarsene.�Ma�ma��, guarda l�orologio. �E� mezzanotte. Perché se ne va adesso?�.Mi stringo nelle spalle ancor più demoralizzata di prima.Perfetto! Non solo se n'è andato senza degnarmi di un�occhiata -al ché è palese che ho totalmentefrainteso lo sguardo languido che mi ha lanciato mentre stavo in cucina- ma non mi ha lasciatonemmeno il tempo di spiegargli che in realtà io sono single. Quando la maggior parte degli invitati lascia la festa, Nick abbassa la musica e viene a sedersiaccanto a me sul divano macchiato di birra. Mi passa un braccio attorno alle spalle, e resta afissarmi per qualche secondo con aria colpevole.�Ti rendi conto che la tua idea di protezione sta diventando piuttosto�eccessiva?�, sibilo senzaricambiare il timido sorriso che mi rivolge.�Còrin, ascoltami. Viviamo in una città dove è molto meglio tenere gli occhi sempre aperti.Succedono cose strane ultimamente��.�Ultimamente?�, ribatto critica.�Beh�da sempre.�, si corregge con una smorfia. �E da sempre mi sono preso la responsabilità diproteggerti. Perché ti voglio bene e perché tu sei��, si blocca imbarazzato voltando di lato la testa.�Sono�cosa?�, gli chiedo dubbiosa sollevando un sopracciglio. Mi guarda per poco più di due secondi, poi si alza dal divano per infilarsi la giacca. �Tiaccompagno a casa.�. Mi afferra la mano e mi conduce verso la sua auto parcheggiata sul retro. Svolta per ThompsonStreet e a tutta velocità si lancia verso casa mia. Quando dico che lui ha un�eccessiva idea di

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protezione nei miei confronti, intendo dire che non mi è permesso nemmeno passeggiare da sola perpoco più di un chilometro dopo le nove di sera.�Sono cosa, Nick?�, senza preamboli riprendo il discorso interrotto.Le sue dita si irrigidiscono sul cambio. Si morde il labbro inferiore e fissa la strada di fronte a lui.Finge di non aver sentito la mia domanda perciò mi ritrovo costretta a scuoterlo per una spalla.�Vuoi dirmelo?�, insisto petulante.�Maledizione Còrin, guardati.�, si volta per un momento dalla mia parte. �Sei�sei piccola, indifesae soprattutto�attraente. Sei troppo di tutte queste cose per sopravvivere ad una città come lanostra.�, sembra davvero convinto di quello che sta dicendo ed io non posso fare a meno disorridere soddisfatta. Le sue parole sono la dimostrazione che riesco a fingere molto bene.Osservo per qualche minuto il suo profilo rischiarato dalla luce dei lampioni che sfrecciano accantoa noi. Poi un�ombra, al limite del mio campo visivo, mi fa voltare di scatto verso una stradinalaterale immersa, quasi completamente, nel buio della notte. Affino lo sguardo nello specchiettoretrovisore e l�aria smette per qualche attimo di raggiungere i miei polmoni. �Fermati!�, urlo a Nick.Il suo piede non accenna a sollevarsi dall�acceleratore.�Perché?�, mi chiede distratto.�Ferma la macchina, Nick!�, urlo più forte, quando dallo specchietto non riesco a vedere altro chebuio e oscurità.�Non è una bella zona per fermarsi.�, commenta accelerando.Senza ragionare, in preda alla frenesia, afferro il freno a mano sollevandolo con forza. Le ruotestridono sull�asfalto e l�auto fa un�inversione completa, ingombrando parte della corsia opposta.Con un sussulto il motore perde vita e sia io che Nick rimbalziamo contro il parabrezza.�Stai bene?�, gli chiedo.Nick mi guarda sgomento, tastandosi la fronte. �Sei impazzita!?�.�Torna indietro.�, gli ordino girando la chiave.�Indietro dove?�.�Nick, non c�è tempo. Fa quello che ti ho detto e basta.�, strillo.Con movimenti lenti ed incerti inserisce la prima e ripercorre il centinaio di metri che ci separanodalla stradina laterale.�Còrin�che ti prende?�.�Ok�fermati qui.�.Prima ancora che le ruote si fermino del tutto, slaccio la cintura con movimenti frenetici e balzofuori dall�abitacolo cadendo rotoloni sull�asfalto. Mi alzo giusto in tempo per non essere investitada un furgoncino che ci supera ad alta velocità e, dimenticandomi completamente di Nick, corro nelpunto esatto dove, pochi minuti prima, avevo intravisto quell�ombra.�Còrin?�, mi chiama raggiungendomi. �Dove stai andando?�.Mi blocca afferrandomi per un braccio, mentre i suoi occhi fissano il punto dove sono rimastiparalizzati i miei.�Oh mio Dio.�, mormora spalancando la bocca. �Torna alla macchina, Còrin. Chiama la polizia.�.�Non c�è tempo, Nick.�, cerco di liberare il braccio dalla sua stretta, ma le sue dita si fanno ancorapiù salde.L�urlo di una ragazza rimbomba tra gli alti muri delle case diroccate che si ergono, desolate e cupe,in entrambi i lati della stradina. Terrorizzata, osservo la figura sproporzionata dell�uomo che staimprigionando quella ragazza tra due cassonetti della spazzatura.�Non essere idiota, Còrin. Ragiona. Se ti avvicini quello se la prenderà anche con te.�, misuggerisce spaventato. Retrocede di qualche passo cercando di trascinarmi con lui.La voce mi esce in un fischio. �E� quello che vedremo.�, piego le labbra di lato. �Ora per favore,Nick, lasciami il braccio.�.Stravolto, mi guarda con la bocca e gli occhi spalancati. Quando la ragazza lancia un altro urlo, ilsussulto dovuto allo spavento lo costringe finalmente ad allentare le dita attorno al mio braccio. �Cosa vuoi fare?�, bisbiglia furioso, camminandomi accanto. �Pensi davvero che avvicinandoci,

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quell�uomo si spaventerà a tal punto da scappare?�.Guardo poco convinta le sue dita tremanti che si stringono nuovamente al mio polso, mentre cerca,disperato e ansioso, di farmi cambiare idea. Provo a pensare alla svelta un modo per fermarequell�uomo, senza che Nick scopra chi sono e cosa faccio, ma quando siamo a pochi passi daibidoni della spazzatura non sono ancora riuscita a trovarlo. Davanti a noi vedo la ragazza giacere traqualche borsa dell�immondizia, immobilizzata sotto il peso di un ragazzo. Con una mano le statappando la bocca mentre con l�altra è intento a strapparle una manica della maglietta.�Ehi!�, ringhio.Con uno scatto l�uomo volta sorpreso il viso verso me e Nick. Senza lasciargli il tempo di reagire locolpisco con un calcio alla mandibola. Gemendo, rotola all�indietro sbattendo la fronte contro ilmuro. �Prendiamo la ragazza.�, ordino a Nick. Ammutolito mi ubbidisce senza obiettare. Lo aiuto a sollevarla da terra passandole un braccioattorno alla vita, e insieme corriamo verso la macchina il più velocemente possibile. Svoltatol�angolo, approfitto di una distrazione da parte del mio amico e mi blocco, lasciandolo proseguiresenza di me lungo la strada vuota. Non mi occorre voltarmi per intuire che quell�uomo è a pochipassi dalle mie spalle.�Così finalmente ci incontriamo!�, lo sento ridere.�Ti era stato detto di lasciare la città.�, gli ricordo parlando piano, continuando a dargli le spalle.�Non sono abituato a prendere ordini da dei mocciosi.�, sghignazza.Sento i suoi passi farsi sempre più vicini. Quando percepisco che mi è praticamente addosso, roteosu me stessa e lo colpisco al costato con la punta della scarpa. Il colpo lo fa indietreggiare.�Dovresti.�, sorrido scagliandomi ancora contro di lui.Con un pugno alla mandibola mi stordisce. Sento le sue braccia sollevarmi da terra e scagliarmicontro un cassonetto. Allungo le mie in avanti per proteggermi il viso, mentre rotolo inermenell�aria, cadendo poi pesantemente di spalle a terra. Quando la lama del suo coltello lampeggia nelbuio contro il mio volto, roteo lateralmente sollevandomi con un balzo.�Ehi�impressionan��.Prima ancora che finisca la frase lo colpisco con un calcio alle ginocchia, facendolo scivolare aimiei piedi. Continuo a colpirlo allo stomaco, e ad ogni mio colpo sobbalza. Gli ci vuole un bel po�prima di reagire. Allunga la mano sull�asfalto verso un pezzo di vetro di una bottiglia rotta, e me loconficca nel polpaccio. Irrigidisco la gamba sentendola cedere sotto il mio peso e,irrimediabilmente, precipito a terra rovesciandomi sopra di lui. Istintivamente mi spinge lontano. Lafoga del mio avversario mi fa barcollare, ma riesco lo stesso a rendermi conto che con un balzocerca di saltarmi contro. Mi immobilizza faccia al muro. Velocemente riesco a sollevare all�indietrola gamba e a colpirlo alle costole con tale violenza da farlo capitolare direttamente sopra ilcoperchio di un cassonetto dell�immondizia. I bidoni si rovesciano con un colpo sordo e resti diimmondizia marcia si sparpagliano lungo la strada. Adocchio un bastone alla mia sinistra, maquando mi piego per afferrarlo un suo pugno alla testa mi lascia distesa e stordita.�Avevo sentito parlare di te.�, ansimante, mi si accuccia di fronte sfoderando un sorriso beffardo. Iltono di voce è palesemente sarcastico. �La terribile e misteriosa ragazzina della notte che ferma noicriminali. Onestamente ti credevo diversa�più muscolosa.�, mi stringe un bicipite per misurare lamia forza. �Più alta e con qualche chiletto in più. E anche meno bella.�, avvicina le sue labbra allamia gola senza smettere mai di sorridere. E� divertito nel vedermi inerme, sdraiata sul terreno. Con un colpo in avanti della testa lo colpisco al naso. Immediatamente alcune gocce del suo sanguemi cadono sulle guance. Il ragazzo piega le ginocchia coprendosi il viso con entrambe le mani. Neapprofitto per afferrare il bastone. �Non sopporto chi sostiene che io sia bassa.�, piego le labbra inun ghigno prima di colpirlo alla nuca.Lascio cadere il bastone accanto al suo corpo privo di sensi e zoppicando mi allontano lungo lastradina buia. �Còrin?�.Nick da dietro l�angolo fissa paralizzato la mia gamba sanguinante.

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Sollevo la testa verso di lui e dal suo sguardo intuisco che è lì da tempo.�Che diavolo�?�, non riesce a terminare la frase. Mi fissa deglutendo rumorosamente mentre miavvicino a lui.�Dov�è la ragazza?�, gli chiedo osservando la macchina da sopra la sua spalla.�E��è scappata. Credeva che io volessi�Còrin? Quell�uomo ti ha ferita.�, mi fa notare.Sospiro facendo spallucce, osservando distratta il taglio sulla mia gamba. �Non è niente.�, e neldirlo mi tolgo pezzi di vetro ancora conficcati nella mia pelle.�E tu�hai�picchiato quel tale.�, sembra incredulo mentre lo dice. Abbasso istintivamente la testa verso terra per non sostenere il suo sguardo perplesso e indagatore. �Come ci sei riuscita?�, la domanda sottintende un qualcosa che non mi riesce difficile intuire, mache tento disperatamente di ignorare.�Sai�qualche corso di auto difesa.�, invento rapidamente, distogliendo poi lo sguardo da lui ognivolta che fa per interrompermi. �E poi ho�ho una buona guid�istruttore.�, mi correggoprontamente, sorridendogli.Da come mi guarda non sembra affatto convinto.�Còrin�ti ho appena vista stendere un uomo di novanta chili.�, farfuglia confuso, alzando losguardo verso il corpo che avevo lasciato inerme sull�asfalto. Improvvisamente le sue palpebre sispalancano terrorizzate e mi afferra frettolosamente una mano. �Un uomo che si sta alzando proprio in questo momento.�, grida stritolandomi le dita.�Stai tranquillo.�, lo rassicuro calma, voltandomi di lato.Senza dire una parola, alzo molto, molto lentamente, gli occhi verso quell�uomo, incenerendolo conlo sguardo. Lo vedo fare qualche passo indietro e cadere subito a terra, fissandomi con ansia. Conmovimenti goffi e impacciati si trascina nel punto più lontano da noi, fino a scomparire dietrol�angolo di una casa.�Beh�per stasera direi che hai subìto abbastanza traumi.�, infilo il mio braccio attorno ai suoifianchi, mentre ci incamminiamo verso la macchina.Mi rendo conto dello shock che Nick ha subìto nel vedermi annientare una minaccia di novantachili. Chiudo la portiera e attendo impaziente che il mio amico si riprenda. Non fa altro chestudiarmi da dietro le lenti dei suoi occhiali. Dopo qualche minuto, alzo gli occhi sul suo voltosconcertato e guido la sua mano verso il volante.�Non dovevi accompagnarmi a casa?�, gli ricordo sorridendo.So che da lì a poco comincerà a parlare. Nick mette in moto, inverte il senso di marcia e lentamenteprocede lungo Thompson Street.�Dimmi una cosa, Còrin. Le tue serate sono sempre così�movimentate?�, mi chiede ad un certopunto, usando un tono stranamente calmo.Lo guardo di sbieco, studiando per qualche attimo la sua espressione. Sembra essersi veramentetranquillizzato.�Non tutte.�, gli rispondo restando sul vago, sfoderando un sorriso imbarazzato. �Questa sera peresempio ero alla tua festa.�.Mi lancia un�occhiataccia eloquente. �Quindi tu te ne vai in giro per Loverland quasi tutte le sere,fermando delinquenti, aggressori e ladri di borsette?�. Dal tono che ha usato ho l�impressione che non riesca a credere ancora del tutto a ciò che mi havisto fare. �Faccio quello che posso.�, ridacchio al culmine dell�imbarazzo. Messa così, mi fa sentire come unastupida pazza alla costante ricerca del suicidio. Teniamo gli occhi puntati sulla strada, senza più dire nulla, fino a quando l�auto si arresta davanti alvialetto di casa mia. Con orrore lo vedo girare la chiave e spegnere il motore prima di voltarsi dallamia parte. Segno che è smanioso di ricavare, dalla nostra discussione, altri dettagli sull�altra� me.�Còrin�normalmente una donna quando viene colpita o aggredita da un uomo�piange.�, mi dicegesticolando con le mani. Aggrotto la fronte, cercando di fare chiarezza nelle sue parole sconnesse.�E��è statisticamente provato� quindi�ritengo non normale, il fatto che tu abbia steso quellamontagna d�uomo. Nel senso che se tu lo volessi potresti picchiare anche me e io non��.

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�Nick!�, gli blocco le mani tra le mie senza smettere di sorridergli. �Calmati ora.�.�Ero l�unico a non saperlo?�, mi squadra indignato.�Oltre al mio gruppo sei l�UNICO a saperlo.�, gli spiego, alzando gli occhi al cielo.�Gruppo?�.E� incredibile come, davanti ad una simile notizia, lui pensi semplicemente ad una mia eventualedecisione di escluderlo dalla mia vita.Piega le labbra in un ampio sorriso e i lineamenti del suo volto iniziano a distendersi.�Ed è inutile che ora ti dica che non dovrai farne parola con nessuno. Giusto Nick?�, la domanda èassolutamente retorica.Soprapensiero, giocherella con le chiavi dell�auto.�Perché non vuoi che tutti lo sappiano? Infondo tu salvi molte persone.�. Il suo commento mi spiazza completamente. Lo guardo perplessa e mi ci vuole qualche secondo perrecuperare tutta la lucidità.�Ti dice niente polizia�prigione��, gli spiego sarcastica.�Ah��, mi lancia uno sguardo apprensivo. �Beh��, sospiro allegra, aprendo la portiera. �Adesso suppongo tu non abbia più obiezioni a farmiuscire con Micheal.�, commento divertita.La sua reazione mi prende completamente in contropiede.�Te lo puoi scordare!�, sbraita allarmato. �Tu hai bisogno di un ragazzo serio, che si prenda cura dite.�.Resto imbambolata, una gamba penzoloni fuori dal veicolo, lo sguardo stupito fisso sul visopaonazzo del mio amico.�Credo di averti appena dimostrato di saper badare a me stessa.�, azzardo dubbiosa.Nick schiocca la lingua in segno di disapprovazione. �No�mi hai solo dimostrato di saper tirare unpugno. Ma io resto fermo nell�idea che tu sia sostanzialmente una persona fragile.�.Alzo un sopracciglio trattenendo a stento le risate, mentre cerca, impacciato, di descrivermi perquella che gli ho dimostrato di non essere.�Hai tutta la mia stima per quello che fai e se cerchi dei sensi di colpa non li troverai da me. Ma noncredere che ti permetterò una seconda volta di affrontare un pericolo e��, gli muoiono le parole inbocca. Si lascia andare in una risata divertita, gettando la testa all�indietro.�Com�è che ti ha chiamato quel tale? Ah sì�la terribile e misteriosa ragazzina della notte.�,continua a ridere mentre inserisce la prima.�Che c�è di così divertente?�, gli chiedo indignata, saltando fuori dell�auto.�Tu? Terribile e misteriosa?�, prende a ridere ancora più forte.Profondamente offesa, sbatto violentemente la portiera e resto a fissare la sua macchina allontanarsie svoltare lungo la provinciale. Il mattino dopo mi sveglio con un forte mal di testa, segno che la sera prima alla festa devo averesagerato con gli alcolici. Fisso le lancette della sveglia. La lezione di psicologia inizia alle nove, troppo tardi ormai pensaredi poter arrivare in tempo. Troppo tardi ormai pensare che mi sia rimasta anche una sola possibilitàper recuperare il mio primo semestre di college.Salto completamente la colazione, accendo lo stereo a tutto volume, controllo la posta nellasperanza che qualche mio curriculum abbia avuto un buon esito, e comincio con gesti meccanici aprepararmi. Scendo al piano di sotto e trovo Andy seduto sul divano, completamente assorto nellalettura di un giornale. Quando il telefono di casa prende a squillare non si muove di un millimetro.Non alza la testa nemmeno quando rispondo, ma da come si irrigidisce sospetto abbia tuttal�intenzione di spiare la mia conversazione.�Sono Irene�, la voce della mia amica squilla eccitata dall�altra parte del ricevitore.�Non crederai mai a chi mi ha chiamato? Ti dice niente questo nome: Micheal?�.�Micheal?�, boccheggio.�Ha detto che gli farebbe piacere uscire con te.�, mi spiega tutto d�un fiato.

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�Grandioso!�, esplodo.�Sarà meglio passare dall�estetista questo pomeriggio�se ti chiama per stasera non vorraipresentarti ridotta così?�.Allontano indignata il cordless dall�orecchio ed osservo per qualche attimo la mia immagine allospecchio. Cos�ho che non va? �Questo pomeriggio non ci sono.�, riporto il telefono all�orecchio.�Oh andiamo.�, piagnucola per convincermi. �Hai davvero bisogno di una pulizia completa delviso.�.Non posso impedire ai miei occhi di scorrere nuovamente sulla mia immagine riflessa. �Ho un appuntamento, te l�ho detto.�, divago.�Tu e i tuoi misteri. A volte mi domando se hai una seconda vita.�, sbotta irritata.Cerco di mantenere il mio autocontrollo. Irene è troppo brava a capire ciò che passa nella testa dellepersone. Evito di darle spago. �Non ti sto nascondendo nulla�è che devo accompagnare mia nonna dal medico.�, bisbiglioallontanandomi da mio padre.�Sarà�ci vediamo più tardi in mensa. Ah�senti! Com�è andato l�esame l�altra mattina?�.Il mio stomaco si contrae. �Non l�ho passato.�, dichiaro secca.�Accidenti, Còrin. Sei completamente andata fuori corso. Non recupererai mai entro l�inizio delprossimo semestre.�, mi ricorda con una vena preoccupata nella voce.�Temo che dovrò lasciare il college.�, ammetto sfiduciata.�Beh�questa è una decisione un po� drastica. Perdere un po� di materie non significa che tu nonpossa laurearti mai.�, cerca di sollevarmi il morale.�E� che�mi piacerebbe lavorare�Senti, devo proprio andare ora. Ciao Irene.�.�Ciao Còrin�pensaci su bene, prima di decidere.�.Abbasso istintivamente gli occhi sulla pagina di giornale aperta sugli annunci di lavoro.�Ehm�d�accordo. Un bacio.�.Con un colpo secco chiudo la chiamata e mi precipito fuori verso la mia auto parcheggiata.L�idea di un pomeriggio con Irene mi entusiasmava. Avrei senz�altro preferito uscire con leipiuttosto che con Andrew.Ormai, mi alleno con lui quasi tutti i pomeriggi�e sto cominciando ad essere a corto di idee persviare i numerosi inviti da parte dei miei amici. Anche perché, la scusa della nonna malata nonregge più. Mi accorgo di un�auto parcheggiata all�ingresso del mio vialetto solo quando sto perinfilarmi dentro la mia Renault. Di colpo Nick mi appare accanto, facendo incespicare i battiti delmio cuore.�Buongiorno.�, mi bacia in fronte.�Che ci fai qua? Sto andando al college e sono come al solito in ritardo.�, accendo il motoredell�auto.�Posso venire con te?�.Prima ancora di aver il tempo di rispondergli, si è già seduto nel sedile accanto al mio e allacciato lacintura. Con un grugno inserisco la retro ed esco dal mio vialetto.Restiamo in silenzio fino a quando imbocco la strada che porta dritta ai parcheggi del college. Nickper tutto il tempo mi ha studiata di sottecchi, fingendo di cercare una stazione radio decente sul miostereo scassato.�Che cosa vuoi, Nick?�, sbotto quando arresto la Renault.�Ci ho pensato tutta la notte.�, ammette con una certa ansia nella voce. Da come evita di guardarminegli occhi, sembra non essere poi così convinto di voler affrontare questo discorso con me.Mi sporgo verso di lui per aprirgli la portiera ma nel farlo, sbatto inavvertitamente la mia gambasulla leva del cambio, esattamente nel punto dove l�uomo di ieri sera mi aveva ferita. Stringo i dentiper un attimo, pregando che lui non se ne accorga. Ma la sua espressione, da ansiosa diventaimmediatamente terrorizzata.�Ti fa molto male?�, mi chiede, osservando attentamente il taglio profondo.�Guarda che non sono fatta di ferro.�, alzo gli occhi al cielo mentre apro lo sportello.

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Ci avviamo fianco a fianco attraverso il campus, evitando di proposito di passare accanto ai gruppidi ragazzi che si godono, sdraiati sull�erba, i caldi raggi di sole che la giornata ha voluto regalare. �Allora, cosa vuoi sapere?�, attacco disgustata, abbassando lo sguardo.Non riesco ad immaginare cosa trovi di così interessante in me e in quello che faccio. Dopotutto erostata chiara ieri sera. �Voglio sapere cos�è che fai esattamente.�, avanza dopo qualche secondo di indecisione. �Nonposso credere che tu non abbia bisogno della mia protezione�è sempre stato così. Tu l�indifesa edio la tua personale guardia del corpo.�.�Te l�ho già detto cosa faccio.�, alzo le spalle, tranquilla. �Sì ma�da sola?�.�Sono stata scelta da Andrew, quel ragazzo che ti avevo presentato qualche tempo fa. Quello che haiincontrato al Twenty One. Lui aveva creduto in me e col tempo mi ha portata ad essere capace diaiutare tutti voi.�.�Tutti noi?�, mi fissa corrucciato. �Nick�ma guardati attorno.�, allargo le braccia come a voler abbracciare l�intero campus. �Non tichiedi del perché in questo college non succede mai niente di strano? Perché nella zona doveabitiamo noi non c�è mai una rissa, mai una rapina? Viviamo in una città dove è già molto sperare diarrivare tutti interi ai venti anni��.Lancia un�occhiata veloce tutto attorno, per poi rivoltarsi immediatamente verso di me. Mi guardaancora più stupito e pensieroso di prima.�Perciò è grazie a te e non alla polizia, se a noi non capita niente?�.�La polizia?�, rido disgustata. �In tutta la città ci saranno si e no venti poliziotti e la metà sonocorrotti. L�altra� sta seriamente cominciando a pensare di chiedere il trasferimento a Denver.�.�Perciò, tutti i lividi, tua nonna perennemente malata, la tua storia con Manuel�erano tutte bugieper nasconderci quella che sei veramente?�, fa una smorfia.�La mia storia con Manuel era vera.�, sorrido timida.�Ed è finita perché è un poliziotto!�, evita prudente di ricambiare il mio sorriso.Nel suo sguardo vi leggo un�improvvisa comprensione. Qualcosa nella sua testa sta cominciando aconvincerlo che sto parlando sul serio.�Quindi, fammi capire. Tu sei una specie di Dottor Jekyll e Mister Hyde?�.�Non ci avevo mai pensato.�, gli rispondo soprapensiero.Dottor Jekyll e Mister Hyde?�No! Non penso che quei due centrino qualcosa con me.�.Nick sbuffa infastidito. �Dottor Jekyll e Mister Hyde erano la stessa persona.�, mi spiega.�Ah�Beh, allora forse sì.�, mi correggo.�Ma perché lo fai? Non ti è stato imposto. Potresti morire o�ferirti gravemente.�, punta il ditoverso la mia ferita, nel tentativo di dare più peso alle sue parole.�Sono stata io a scegliere di farlo. E comunque, se non mi fossi unita al gruppo di Andrew rischiereisenz�altro di più.�.�E questo Andrew, ti paga?�.Indignata, alzo lo sguardo su di lui. �No. Ma abbiamo stretto un accordo. Lui mi aiuta a trovare gliassassini di mio fratello mentre io lo aiuto a dimezzare la delinquenza in questa città.�Apro la porta a vetri dell�ingresso principale e mi avvio su per le scale. Nick mi ronza attorno comeuna mosca, lanciandomi un�infinita sequela di domande alla maggior parte delle quali non mi lascianemmeno il tempo di rispondere. Continua così mentre mi accompagna alla lezione di matematica,durante la pausa caffè e perfino dopo l�esame scritto di fisica. Mi fa domande apparentemente senzasenso su tutti i dettagli della mia seconda vita. E ad ogni mia frase mi risponde con un�altra serieinterminabile di interrogatori. Col risultato che a metà mattina, la testa mi gira come una trottola.Non ricordo un�altra occasione in cui abbia parlato tanto a lungo di me. Ha voluto sapere dove mialleno, come mi alleno, come funzionano le ronde, se Anne è bella, se ho una storia con il mioallenatore. Ha preteso perfino di sfidarmi cinque volte a braccio di ferro ed ha conclusochiedendomi se potevo dare una lezione a quel suo compagno di corso che tormenta Irene da mesi.

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�Ora basta, Nick!�, mi lamento mentre stiamo raggiungendo Irene e Matt alla sala mensa.�Solo un�altra domanda.�, mi blocca davanti alla porta per impedirmi di avvicinarmi ai nostri dueamici.Sbircio verso di loro e spero con tutta me stessa che non intuiscano la natura del nostro discorso.Sono seduti attorno al tavolo più isolato della mensa e ci fissano curiosi. Prima che Nick possaformulare la sua domanda ad alta voce, lo squillo del mio cellulare mi salva. Leggo velocemente ilnumero sul display prima di rispondere.�Ciao Còrin.�.�Ciao Andrew.�, pronuncio il suo nome senza problemi.�E� LUI?�, Nick avvicina l�orecchio al ricevitore, facendosi curioso.Mi sposto di lato, lanciandogli un�occhiataccia. �Dimmi.�, bisbiglio lanciando uno sguardo aglistudenti seduti appena fuori del raggio della mia voce.�C�è un problema�.devi venire da me stasera.�, dal tono di voce intuisco che il problema deveessere serio.Cerco di sviare lo sguardo di Nick, ma per quanto mi sforzo di stargli lontana me lo ritrovo sempreappiccicato alle spalle.�Andrew, forse ti stupirai nel sentirmelo dire.�, lo aggredisco secca. �Ma il pensiero di avere unavita privata non so come, sta cominciando ad attirarmi.�.�Ma�Còrin...La tua vita privata sono io.�, mi ricorda stranito.�Anche lo shopping al centro commerciale se è per questo.�, sbuffo contrariata. �Hai letto il giornale?�, cambia discorso, ignorando completamente la mia lamentela.�Negli unici momenti in cui non sono impegnata con te preferisco rifarmi lo smalto alle unghie.�,ribatto sarcastica mentre do una gomitata al fianco di Nick.Andrew insiste con l�ignorarmi. �Sono stati trovati parti di corpi seppelliti al cimitero.�. �Che strana cosa. Pensavo che nei cimiteri ci si andasse per ballare.�, sottovaluto le sue parolepregando con tutta me stessa che le sue intenzioni non siano quelle di mandarmi nuovamente dironda. Attendo per un momento che controbatta ma quando lo fa, sono troppo intenta a seminare ilmio amico per prestargli la giusta attenzione. �Pensi che siano più importanti smalti e shopping oposso contare su di te?�.�Ci serve un piano, prima di��, prendo tempo.�Il piano siamo noi due.� mi blocca seccato. �Si passa in azione?�, Nick bisbiglia al mio orecchio.�Chi c�è lì con te?�, la voce di Andrew si fa all�erta.�Nessuno.�, rispondo frettolosa, incenerendo Nick con lo sguardo.�Còrin, è una cosa molto seria. C�è un gruppo di pazzi che brucia parti del corpo delle proprievittime e ne seppellisce i resti al cimitero.�.Rabbrividisco alle sue parole. �Ti aspetto da me questa sera. Il mio informatore mi ha confermato che colpiranno nuovamentequesta notte. A dopo Còrin.�.�Ciao Andrew.�, farfuglio sconvolta.Quando chiudo la comunicazione noto che Nick mi osserva paonazzo.�Che c�è?�, gli chiedo innocente, mentre proseguo verso Irene e Matt.�Stasera dovevamo andare al cinema.�, mi ricorda mordendosi il labbro.�Stasera non posso. Mia nonna è��. Mi blocco sotto la sua occhiataccia. Cerco di correggermiprima di arrivare a portata di orecchio dei nostri amici. �Cioè�devo�devo lavorare. Ci sono deiproblemi.�.�Potevi rifiutare.�, mi accusa.�No che non potevo farlo, Nick!�, mi volto come una furia. Mi domando come possa non capire dopo un�intera giornata passata a confidargli anche i particolaripiù insignificanti di ciò che faccio, quando dico di dover assistere mia nonna. �C�è gente chemuore�che rischia di morire. Ogni momento. Non posso andarmene al cinema come se nientefosse, fingendo che in questa maledetta città non ci sia un gruppo di assassini che bruciano��.

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�Chi è che brucia?�, Irene solleva la testa dal suo piatto. Resto a fissarla boccheggiando, cercando disperatamente di trovare una risposta adeguata.�La frizione.�, Nick risponde al posto mio con una prontezza inaspettata. �Se schiacci incontinuazione la frizione va a finire che si brucia.�, mi spinge verso una sedia libera e mentre mi stosedendo si sporge verso il mio orecchio. �Ne riparliamo dopo.�. Mi si siede accanto sbirciando di traverso la mia espressione accigliata. Con una lieve gomitataattira la mia attenzione. �Non dimenticarti che sei una ragazzina gentile e indifesa ai loro occhi.�,mi ricorda ironico.Come un�attrice da premio oscar, allargo le labbra in un sorriso luminoso e mi stringo, come alsolito, al braccio del mio migliore amico.Per tutta la durata della pausa-pranzo non riesco a prestare attenzione ai loro discorsi. Sono come intrance, mentre penso e ripenso a ciò che Andrew ha letto sul giornale. Per la prima volta mi sentoinutile e fuori luogo, seduta attorno a questo tavolo. Quando a fatica termino la mia porzione di arrosto, afferro il vassoio e mi alzo senza degnarenessuno di uno sguardo. Mi allontano dal tavolo soprapensiero. La mia mente si risveglia soloquando sento Irene rivolgersi ad Nick. �Ma cosa diavolo le è preso?�.�Ha bruciato la frizione della sua Renault.�, risponde svelto.Lascio il campus in fretta e furia e ritorno a casa, con l�ansia e il terrore per ciò che mi aspetterà nonappena caleranno le ombre della sera.

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Tutta la verità

�Andrew, ma sei proprio sicuro che colpiranno questa sera?�. Dondolo lentamente le gambe, mentrevolgo il naso all�insù per perdermi nel cielo stellato. Qualche nuvola scura nasconde l�orsamaggiore e getta ombre sul parco. Sono più di due ore che ce ne stiamo seduti sul muretto in pietrache delimita la parte est del parco più grande della periferia.�Così mi hanno detto.�, borbotta, cercando di capire cosa sto osservando con tanto interesse.Distolgo gli occhi dal cielo nero e lo guardo poco convinta mentre mi porge un enorme sacchetto dicarta pieno di popcorn. Ne afferro un paio automaticamente.�Forse chi ti ha informato si è sbagliato.�, avanzo un�ipotesi.Non sarebbe la prima volta. E qualcosa, forse la noia, mi spinge a credere che non siamo affatto nelposto giusto. Avrei preferito fare la ronda camminando lungo le vie del centro, se non fosse statoche il giornale riportasse questo parco come méta preferita di questi assassini.Il fatto che non ci siano poliziotti non mi stupisce per niente. Mi guardo attorno, cercando dimettere a fuoco i punti meno illuminati. Ma a parte me, Andrew e un barbone sdraiato su unapanchina non sembra esserci nessun altro.Annoiata controllo l�ora. Non riesco ad evitarmi un enorme sbadiglio.�Tra poco scade il mio coprifuoco.�, gli ricordo sbuffando.Non ho più voglia di starmene ferma su un muretto, considerando poi che ho da recuperare unintero semestre accademico e il rapporto con i miei genitori, che si deteriora ogni volta che rientro anotte fonda.�Aspettiamo ancora un po�.�, mi suggerisce calmo, con la bocca piena di popcorn. �Derryl ed Annesono andati a perlustrare ogni cimitero della città. Anche quello sconsacrato. Se tra mezz�ora ancheloro non avran��.Prima di riuscire a terminare la frase cade in avanti rotolando sull�asfalto. Resta disteso,apparentemente privo di sensi. Mi volto di scatto e alzo il braccio bloccando un bastone indirizzatoalla mia nuca. Tre uomini, coperti da un mantello, mi fissano sghignazzando dall�altra parte delmuretto.Con una piroetta all�indietro evito in tempo un'altra bastonata mirata alla mia faccia. Uno dei tre,quello più in disparte, tiene tra le mani una fiaccola ardente.�Ma bene! A quanto pare siete degli stregoni o��, alzo un sopracciglio studiando il loroabbigliamento alquanto macabro. ��o degli idioti.�.Mi circondano, fissandomi attraverso i cappucci neri dei loro mantelli. Quando sono a pochi passida me, pronti a colpirmi, afferro al collo quello alla mia sinistra e lo getto a terra con una spinta.Miro alla sua mascella che, con uno scatto all�indietro, sbatte brutalmente contro l�asfalto. Gli altridue si voltano istintivamente verso di me, fissandomi con occhi fanatici. Il cuore mi parte a mille eun tremolio si impadronisce delle mie ginocchia. Tiro un profondo respiro e colpisco agli stinchiuno dei due mentre l�altro, afferrandomi per le spalle, cerca di immobilizzarmi. Richiamo a forza imuscoli della schiena e, piegandomi in avanti, lo sollevo da terra lasciandolo capovolgere di frontea me. Non fatica a rialzarsi, e in meno di un secondo mi stanno puntando di nuovo. Mi arrivanopugni e calci su ogni parte del corpo, agli stinchi, ai reni, sulle braccia. In breve comincio a sentiremale a tutti i muscoli, anche a quelli che non sapevo di avere. Con un balzo evito una gomitata sulnaso, ma vado a sprofondare proprio nelle braccia dell�uomo che regge la fiaccola. Mi trascina aterra e, dopo avermi immobilizzata sotto il peso delle sue gambe, cerca di bruciarmi il volto. Perquanto l�ansia mi blocchi il respiro tento disperatamente di ignorarla. Con una mano stringo conforza quella armata dell�uomo, lottando affinché le fiamme non raggiungano la mia giugulare.D�istinto appoggio l�altra tra la gola e la fiaccola. La cenere ardente si posa sul mio polso e alcunirigagnoli di sangue colano dal dorso della mia mano fino a adagiarsi sul collo.Intravedo due braccia forti posarsi sulle sue spalle e a poco a poco sento diminuire il peso da sopra

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di me. Mi gira la testa per la paura e la nausea mi rallenta i movimenti. Sposto lo sguardo sulla miamano insanguinata, mentre con l�altra mi tasto la gola per accertarmi di non essere stata ustionata.Andrew intanto tiene testa ai due uomini.Mi affianco a lui per aiutarlo. In due mi sento molto più forte e sicura. Faccio una piroetta tendendola gamba sopra il busto. La mia scarpa va a sbattere violentemente sui denti del mio avversario che,cadendo a terra, lancia un grido soffocato.Mi accovaccio su di lui e, afferrandogli una ciocca dei capelli, gli sollevo la testa fino a portarlavicino alla mia. Accosto le labbra al suo orecchio e quando riesco ad immobilizzarlo gli stringo lagola.�Ascoltami bene. Ho avuto una pessima giornata e non ho né voglia né intenzione di discutere.�.Fa per muoversi, ma con un colpo secco faccio scontrare la sua fronte con l�asfalto. �Tu e i tuoi compagni lascerete la città. Obiezioni?�.�Altrimenti?�, cerca di provocarmi. La voce gli esce roca sotto la pressione delle mie dita.�Cercherò di essere più chiara. Se muore un�altra persona� muori anche tu.�, scandisco lentamentele parole. Per quanto la mia voce è calma, la minaccia aleggia pesante nell�aria.Lascio la presa nello stesso istante in cui Andrew sbatte a terra uno degli altri due.Le nostre labbra si piegano in un ghigno quando li vediamo scappare attraverso i pini del parco.�Sarà meglio che ci allontaniamo, prima che arrivi la polizia.�, Andrew mi afferra la manoconducendomi velocemente verso l�uscita del parco.�Abbiamo fatto presto.�, commento allegra, osservando l�orologio. �Se mi sbrigo non arriverò acasa dopo il coprifuoco.�.Mi sorride di sbieco.�Secondo te erano proprio i tali che seppellivano i corpi delle loro vittime al cimitero?�, gli chiedoprecedendolo di qualche passo.�Vestiti così? Erano senz�altro loro.�, obietta critico.Annuisco convinta. �Che fai ora? Prosegui il giro?�, gli chiedo, sfilandogli un ramo conficcato tra icapelli.Mi schiocca un bacio sulla guancia prima di rispondermi. �Raggiungo Derryl ed Anne. Vorrei unloro parere sul perché quei tre hanno avuto la macabra idea di bruciare le persone.�.Increspo le labbra, disgustata al pensiero dei corpi carbonizzati. �Pensi che facciano parte diqualche setta?�.�Probabile.�, sospira poco convinto. �Comunque mi documenterò su internet.�.Segue un breve silenzio. Poi Andrew mi rivolge uno sguardo preoccupato e fugace. �Còrin! Va tuttobene?�.�Sì. Perché me lo chiedi?�.�Ho avuto l�impressione che tu volessi in qualche modo sfogare la tua rabbia su quei tre. Il ché nonè un male. Ma solitamente��.Alzo una mano per zittirlo. �Non sono arrabbiata.�, taglio corto.�Sì, che lo sei. Ti conosco meglio di chiunque altro. E mentre stavi picchiando quei tali, ho avutoseriamente paura per loro.�.Alzo le spalle, indifferente. �Li odio quei tali esaltati. E� per colpa loro se questa sera non sonopotuta andare al cinema con Nick.�.Andrew si schiarisce forte la voce. �Fammi capire. Tu odi quei tre, non perché hanno ucciso degliinnocenti, ma perché per colpa loro hai perso uno stupido film?�.Gli lancio un�occhiata di sbieco. �Anche. Ma tu non puoi capire.�.�Perché no?�.�Beh, non so la tua età. Ma suppongo tu non abbia diciannove anni.�.�No, non li ho.�, mi conferma stranito.�Appunto. Quindi non puoi capire.�, dico imbronciata.�Non posso capire cosa?�.�Non puoi capire che le priorità di una ragazza di diciannove anni sono gli smalti, lo shopping, lefeste, bla bla bla��. Piego le labbra verso il basso quando dalla sua espressione intuisco che non ha

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compreso la mia lamentela. Tuttavia, si sforza di essere comprensivo. �Cercherò di venirti incontro. Promesso.�. Faccio per proseguire lungo il parco, ma mi ferma con uno strillo. �Ehi�esiste comunque lapossibilità che quei tre non fossero affatto chi stavamo cercando. Dovessero esserci altre�vittime�,si rabbuia nel pronunciare l�ultima parola. �Domani sera, torneremo tutti insieme di ronda.�.Mi blocco di colpo col cuore a mille. �Non posso assolutamente, Andrew.�.�Perché?�, mi urla dietro, affrettandosi a raggiungermi. �Non sarà perché devi farti la manicure?�.Sospiro infastidita. �Dopo domani inizio il periodo di prova alla CBM.�, gli rispondo irritata.�Ma è un�azienda d�informatica e tu non sai nemmeno accendere un computer.�, mi ricorda con untono beffardo.�Appunto!�, confermo indispettita, sostenendo il suo sguardo. �Domani sera volevo provare acapirci qualcosa.�.Un�ombra di preoccupazione nei suoi occhi mi trattiene. Mi fissa esitante per qualche attimo poi,come a leggermi nel pensiero, si chiarisce. �E perché un�azienda così importante avrebbe bisogno diuna come te?�.Borbotto offesa qualche parola che non riesco a distinguere nemmeno io, poi alzo il braccio insegno di saluto, evitando di prestargli altro tempo.�Ti aspetto domani pomeriggio per un allenamento veloce, allora�, mi urla dietro.�Va bene, ciao�.Prima di rientrare in casa ispeziono il mio volto nello specchietto dell�auto. Ho un livido sullafronte celato da un ciuffo di capelli, ed una macchia enorme di sangue sul colletto della giacca.Cerco di grattarla via con l�unghia ma non faccio altro che peggiorare le cose. Sistemo le cioccheche sfuggono all�elastico e mi passo del lucidalabbra. Mentre abbasso la maniglia della porta ispiroa pieni polmoni e nascondo la mano ustionata all�interno della tasca della giacca. Entro in punta dipiedi, pregando silenziosamente che Andy stia già dormendo e che, per un�altra volta ancora, riescaa tenerlo all�oscuro di ciò che ho scelto di essere.

Una coltre di nubi grigie copre interamente il cielo e l�umidità mi appiccica i capelli sulla fronte. Micopro la testa col cappuccio della giacca mentre corro lungo le rive del fiume.Improvvisamente, un groppo alla gola mi impedisce di deglutire normalmente. Fisso l�erbascivolare veloce sotto le mie scarpe e asciugo una lacrima rimasta impigliata nelle mie ciglia. Avreiuna dannata voglia di sedermi di fronte a mio padre e parlare, parlare, parlare. Parlare come non homai fatto in questi ultimi due anni della mia vita. Raccontare che non mi sento affatto imbattibile,che ho una paura pazzesca ogni volta che esco di ronda in piena notte, che affrontare un esamescritto con la mano sanguinante è troppo anche per una come me. Tutti mi hanno detto che a volte il lieto fine esiste� anche nella vita reale. Ma io non ho tempo pertrovare un lieto fine a tutto questo.Mi siedo su una panchina per riprendere fiato.Ho semplicemente il disperato bisogno di confidarmi con un interlocutore che non sia imparzialecome Nick.Ho un bisogno impellente di dire a qualcuno che l�occasione offertami dalla CBM, è il modomigliore per non sentirmi in colpa di voler lasciare l�università. Anche se non ho la più pallida ideadi come far funzionare una semplice calcolatrice, figuriamoci un computer. Ho bisogno di smetteredi vergognarmi perché sono l�unica ragazza che a diciannove anni non ha ancora fatto l�amore conqualcuno. Vorrei parlare di mio fratello Martin e di come la sua morte mi abbia spinta a credere dipoter fare qualcosa per salvare molti altri ragazzi come lui. Dire che se la spalla mi fa un maletremendo, non è perché ho sbattuto contro la porta del bagno, ma perché un ragazzo ieri sera mi hacolpita con una fiaccola accesa�.�Interessante�.Balzo come una molla per lo spavento e quasi cado dalla panchina. Chi diavolo è questo sedutoaccanto a me? Quando si è seduto qui?

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�Vuol lasciare l�università?�, mi interroga divertito.�Come fa a saperlo?�, balbetto diffidente.�Lo ha detto circa dieci minuti fa. Forse non se ne è resa conto ma ha parlato a voce alta.�, misorride cordiale.�Ma come si è permesso?�, urlo sconvolta.�Permesso a fare cosa?�, mi chiede spiazzato, ritraendosi di poco.�A�ad ascoltare quello che stavo dicendo. Lo sa che è violazione della�della�insomma èantimorale lo sanno tutti.�, mi accorgo che le mie parole suonano stupide perfino a me.L�uomo seduto sulla panchina mi guarda divertito, alzando di poco un sopracciglio. �Veramente ionon volevo ascoltare. Ma come le ho già detto, lei parlava a voce molto alta.�, si giustifica.Mi fissa con uno strano sguardo e mi ritrovo ad arrossire come una qualunque adolescente colta infragrante mentre fa �buca� a scuola. Si comporta come se mi conoscesse, come se non aspettassealtro che io mi decida a raccontargli tutto di me.�Non mi ero resa conto che lei avesse scelto tra tante panchine proprio quella che stavo occupandoio.�, borbotto infastidita.Trattiene un ghigno, coprendosi parzialmente la bocca col palmo della mano. L�esperienza mi hainsegnato che le cose non avvengono per caso, perciò mi sento molto sospettosa nei confronti diquesto signore.�Vuole lasciare l�università?�, mi chiede.�Sì.�, incrocio le braccia sul petto.�Bene. Come mai questa decisione?�, torna a farsi serio.Comincio ad elencare le mie motivazioni, contando con le dita: �Non ho mai contribuito per lespese domestiche�.non so cosa sia veramente avere un proprio guadagno personale�.non conoscoil mondo adulto�frequento l�università più per crearmi un alibi che per passione��.Oddio, ho usato le stesse parole di mia madre.Mi fermo per riprendere fiato. Guardo lo sconosciuto che stupito mi fissa con tranquillità. �Beh, ma�qualcosa del mondo lo avrà capito.�, m�incoraggia con un tono di voce dolce e paterno.�Le assicuro che io conosco solo la feccia del mondo.�, mi accascio sulla panchina. �Addirittura�.�, sospira, prendendo alla leggera le mie parole.Alzo lo sguardo su di lui. Lo osservo sempre più irritata e solo ora mi accorgo esattamente di lui.Un uomo sulla cinquantina, vestito distintamente. Ma c�è qualcosa nel suo viso che mi blocca ilrespiro.Tiene le sopracciglia lievemente inarcate, ma non sembra infastidito da questa nostraconversazione. Anzi, sembra piuttosto interessato. Più di quanto potrei mai esserlo io verso unqualunque sconosciuto.�Non deve preoccuparsi. Lei aveva bisogno di sfogarsi ed io ero nel posto giusto al momentogiusto.�, uno strano sorriso affiora sulle sue labbra. Lo ignoro.�Già ma�deve dimenticare quello che le ho detto�non corrisponde alla realtà��.Un lampo di divertimento gli passa negli occhi. �Non è vero che ha mandato un falso curriculumalla mi�alla CBM?�.�Effettivamente qualcosa di vero c�è.�, faccio marcia indietro. �Posso sapere come si chiama?�, cambia radicalmente discorso, facendosi attento. Il buon umoresembra essergli passato.�Còrin Annabel Alley�, gli rispondo automaticamente, senza pensarci su. �Lei invece chi è?�.�Le sta suonando il cellulare.�, mi fa un cenno garbato con la mano, senza comunque togliermi losguardo di dosso.Estraggo il telefonino dalla tasca della tuta e senza nemmeno guardare il display, rispondo. Glistrilli di Andrew mi rimbombano nell�orecchio.�MA DOVE DIAVOLO SEI? SONO VENTI MINUTI CHE TI STO ASPETTANDO!!!�,�Andrew!�, ridacchio nervosa, allontanando il ricevitore dall�orecchio. �Scusa, mi erodimenticata��.�SE ENTRO DIECI SECONDI NON SEI QUI��.

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�Arrivo! Sto arrivando�.�.Balzo in piedi e comincio a correre verso la mia auto posteggiata. Mi arriva alle spalle la voce diquel signore.�Signorina! SIGNORINA!�.�Mi scusi ma devo proprio scappare.�, gli rispondo senza neanche voltarmi.�Stia tranquilla signorina Alley� sono più che sicuro che il male alla spalla le passerà presto.�.Al suono di queste parole ho un sussulto e per poco non inciampo nel marciapiede. Raggiungo lamacchina senza voltarmi e mi precipito verso la palestra. Per tutto il tragitto non faccio altro chepensare ad una scusa valida da dire ad Andrew. Come ho potuto dimenticare il nostro allenamento?Non posso dirgli che le donne quando hanno il ciclo si dimenticano degli appuntamenti� ormainon ci crede più nemmeno lui.Arrivo davanti al portone e per poco non entro direttamente con la macchina all�interno dellapalestra.�Andrew!�, lo chiamo trafelata mentre cerco di slacciare la giacca della mia tuta da ginnastica.�Ce ne hai messo ad arrivare. Hai già inventato una scusa non banale da raccontarmi per giustificarela tua dimenticanza?�.�Molto spiritoso.�, rido sarcastica. �E comunque ora sono qui. Vogliamo cominciare?�.�Calmati e siediti sulla panca.�, mi ordina con un�espressione enigmatica sul volto.�Non vorrai farmi la predica?�, inarco le sopracciglia, mentre mi siedo su un angolo della panca.�No. Non ne hai bisogno. O almeno� quasi.�.Viene a sedersi accanto a me e mette tra noi una piccola scatola nera.�Che cos�è?�, cerco di sbirciare all�interno.�Tu, Còrin, sei la mia allieva più forte e faccio molto affidamento su di te. TUTTI NOI, facciamoaffidamento su di te. Perciò ho pensato che se dovesse succederti qualcosa��.�Molte grazie!�, lo interrompo irritata.�Sai bene cosa intendo�se dovesse�ecco mi sentirei responsabile. Per questo ho pensato siameglio tutelarti in qualche modo.�.�Che intendi dire?�, mi faccio sospettosa.Mi lancia un sorriso incerto mentre mi porge la scatola. �Aprila.�.Quando tolgo il coperchio nero resto senza fiato.All�interno, avvolto in un panno beige, c�è un coltello lungo almeno trenta centimetri col manico inlegno scuro. Lo sollevo con mani tremanti, restando a studiarlo a bocca aperta per qualche secondo.�E��davvero per me questo coltello?�, mi dimeno sulla panca.�Ti potrà servire in qualche occasione.�.�Andrew��, la voce mi muore in gola.�Lasciami finire. Tu sei in gamba, sei sempre riuscita a cavartela senza aver bisogno di un�arma, maponi il caso�.�.�Argomento chiuso, Andrew.�, ripongo il coltello nella scatola con decisione. �Io non sonoun�assassina, questo lo sai! Non me ne andrò in giro armata, col rischio di ferire mortalmentequalche persona. So cavarmela unicamente con le mie forze��.�Còrin sforzati di ragionare�.�, mi interrompe cauto, senza trovare la forza di sostenere il miosguardo furente.Istintivamente gli tendo un pugno sulla mascella, facendolo scivolare giù dalla panca. Totalmentestordito tenta di rialzarsi senza riuscirci.�Questa è solo una piccola dimostrazione di come posso riuscire nelle mie imprese senza armarmifino ai denti. Spero ti basti!�, gli volto le spalle e faccio per andarmene.�Sai perché ho quel coltello?�, cerca di catturare la mia curiosità.Affondo le mani sui fianchi e scocciata appoggio la schiena alla parete. Seppur controvoglia, decidodi lasciargli la possibilità di spiegarsi e giustificarsi.Con la coda dell�occhio, noto quanto sia seria la sua espressione.�Dov�è il problema?�, mi chiede sorpreso.�Te l�ho detto�non sono un�assassina.�, gli spiego sprezzante. �E poi ho paura.�, aggiungo con un

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filo di voce, abbassando lo sguardo.�Paura? Proprio tu? Tu che affronti ogni criminale senza mai��.�Andrew.�, lo interrompo acida. �Non è questo a spaventarmi�ho paura che qualcuno possascoprire ciò che faccio.�.�Soprattutto ora che un tale di cui ignoro il nome sa tutto su di me�, aggiungo con un tono talmentebasso da non permettere alla mia voce di giungere alle orecchie di Andrew.Mi metto seduta a terra, nascondendo la testa tra le ginocchia.�All�inizio di questa nostra avventura sapevi benissimo dei rischi cui saresti andata incontro.�, miricorda, accucciandosi di fronte a me.�Ora però vedo tutto in modo diverso.�, tengo il volto nascosto per non incrociare i suoi occhi.�Non puoi tirarti indietro proprio adesso, Còrin. Ho puntato tutto su di te.�.�Non mi sto tirando indietro. Ma non userò quell�arma.�, sospiro, rialzandomi e stiracchiandomi imuscoli delle gambe. Lo studio per un attimo, prima di parlare. �Andrew�cosa ti ha spinto acredere che sia giusto farci giustizia da soli? Quanti anni hai?...Non so assolutamente niente di te.�.Si sfrega il volto, spirando e sbuffando contemporaneamente.�Ho trentun anni��, si blocca e resta a guardarmi fisso negli occhi. �Còrin, giuramelo! Giura chenon farai parola con nessuno di quello che ti racconterò.�.Annuisco, sentendomi improvvisamente e per la prima volta, veramente sua complice.�Ho trentun anni e�e da cinque sono vedovo.�.�Tu sei stato sposato?�, nella mia voce traspare un�esagerata sorpresa.�Già�per un solo meraviglioso anno. Tania, mia moglie, era incinta di sette mesi quando morì ecosì anche Mark se ne andò, ed io��.�No, no. Aspetta un momento. Chi è Mark?�.�E� il figlio che non ho mai avuto.�, singhiozza, nascondendo il volto tra le mani.Sposto lo sguardo altrove per non metterlo ulteriormente in imbarazzo. Ho sempre consideratoAndrew un pazzo furioso con la smania di ripulire dalla feccia le strade di Loverland, e mai comeuna persona con i suoi sentimenti, con i suoi scheletri nell�armadio��Còrin, so che alle volte tutto questo è molto duro e rischioso. Abbiamo entrambi le nostremotivazioni.�.�Io, ho delle motivazioni. Sto cercando l�assassino di mio fratello.�, lo correggo testardamente.�Ed io quello di molte altre famiglie.�, ringhia.Lo guardo corrucciata.�Tania e Mark erano la mia famiglia�non avevo nessun altro al mondo. E un folle me li ha portativia in un colpo solo.�, mi spiega stravolto.�Oh mio Dio��, mormoro, coprendomi la bocca col palmo della mano. Resto paralizzata adosservare le lacrime che gli scivolano veloci lungo le guance.�Lo hanno già arrestato�si chiama David Klay��.Stringe la mano in un pugno e comincia a batterlo sul pavimento, come per sfogarsi.�La polizia ha fallito anche nel mio caso.�, sospira.�Ma se lo hanno arrestato?�, chiedo confusa.Alza gli occhi di scatto su di me. Sono ancora colmi di lacrime. �Dovevano ucciderlo.�.�Andrew�questo è assolutamente contro ogni legge costituzionale��.�Ma è a favore della mia legge��.Mi guarda speranzoso, allungando una mano verso di me. Vorrei correre via, il più lontanopossibile. Invece intreccio le mie dita alle sue e rimango imbambolata a fissare un punto sopra lasua spalla. �Còrin, non abbandonarmi anche tu. Sei l�unica persona che mi resta.�, sospira rumorosamente,sentendo le mie dita tremare. �So bene cosa stai provando. Perché l�ho provato prima di te. Questenostre scelte non ci hanno portato ad essere migliori degli altri e, per quanto ci sforziamo di renderela città più vivibile, nessuno ci ringrazierà mai. Viene da chiedersi, perché continuare?�.�Infatti me lo sto chiedendo.�, mormoro amareggiata. Libero la mia mano dalla sua e mi volto versola finestra, dandogli così le spalle. �E mi sto chiedendo se quello che facciamo porti realmente a dei

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miglioramenti. Noi combattiamo la violenza con�la violenza.�, sospiro, perdendomi per qualchesecondo dietro a dei pensieri insensati. �Non credo sia giusto.�.�Còrin! Perché ti abbatti tanto? Perché hai questi dubbi? Ci pensi mai a quante vite abbiamosalvato? La domanda esatta che dovresti porti è: sarebbe giusto non fare ciò che facciamo?�.Mi afferra i fianchi, facendomi voltare verso di lui. Affondo il mio volto nel suo petto.�Mi chiedo solo se finirà.�, la voce mi esce in un bisbiglio.�Non finirà mai, Còrin. Possiamo accontentarci di salvare delle vite, ma il mondo sarà sempre pienodi folli e di assassini. E noi non saremo mai dei vincitori.�.Mi bacia in fronte, prima di allontanarsi di qualche passo. Ammutolita lo seguo dietro la suascrivania e mi accomodo sulle sue ginocchia. Mi accarezza la schiena, tenendo la testa posata sullamia spalla e gli occhi fissi sullo schermo acceso del computer.�Allora�vediamo se sei ignorante come dici.�, mi strizza l�occhio.Mi rizzo sulla schiena guardandolo meravigliata. �Mi aiuterai?�.�Visto che sostieni che per colpa mia hai dovuto lasciare l�università, ho pensato di rimediareinsegnandoti qualcosa sul computer. Così forse domani non farai una figuraccia alla CBM.�.Riconoscente gli getto le braccia attorno al collo. Lascio la presa solo quando mi fa notare che stostringendo un po� troppo. Trascorriamo il resto del pomeriggio e della serata seduti dietro la scrivania. Andrew, disperato, hacercato in queste ultime ore di insegnarmi la base dell�informatica. A sera tarda, al momento disalutarmi, si è dichiarato sinceramente colpito per il fatto che non abbia scambiato il mouse per untopo vero. E quando torno a casa, sono ancora più confusa di quando ho iniziato l�estenuantelezione di tecnologia di base.

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Sta arrivando

L�edificio della CBM è enorme, interamente grigio e con delle grandi vetrate sulla facciataprincipale.Spingo la pesante porta girevole a specchi e mi guardo attorno con occhi sgranati. Nell�atrioimmenso, con i pavimenti che luccicano, c�è un via vai di uomini e donne eleganti che portano conse fascicoli e valigette scure. Alcuni corridoi luminosi si diramano alla mia destra. Una piccolainsegna blu a scritte bianche indica, proprio davanti a me, una scalinata a chiocciola adornata condiversi tipi di piante esotiche che conduce alla segreteria. Mi dirigo con passo incerto su al primopiano e mi presento all�impiegata. Mi osserva curiosa attraverso le spesse lenti dei suoi occhiali.Impiega qualche secondo a capire chi sono.�Ah, sei quella nuova. Ti chiamo subito la signorina Stefany Bradley. E� lei che si occupa deineoassunti.�, cinguetta.Aspetto per qualche minuto nella saletta d�attesa, seduta su una comoda poltroncina di tessutorosso. Fingo di leggere un giornale di finanza per darmi importanza, ma i miei occhi non riescono astaccarsi dal pavimento di marmo. Da un�immensa vetrata si può ammirare il centro della città.Probabilmente, se salissi ancora di qualche piano riuscirei a vedere la mia palestra.�Lei deve essere Còrin Annabel Alley!�.Una ragazza bionda, vestita interamente di bianco e con le unghie laccate di rosso, se ne staimpalata davanti a me. Mi alzo e le stringo la mano educatamente.�Mi segua. Il suo ufficio è al terzo piano�reparto contabilità. Le presenterò i suoi nuovi colleghi.� .La seguo silenziosamente su per la rampa di scale. Di tanto in tanto, qualche uomo in giacca ecravatta si volta a guardarmi curioso. Quando entriamo in una lussuosa stanza tutti i presenti, come colti da improvviso raptus, inizianovelocemente a scrivere al computer o a telefonare. Ho la netta sensazione che nessuno di loro, primadel nostro arrivo, stesse facendo qualcosa di costruttivo.�Un attimo d�attenzione.�, attacca Stefany, dando un lieve colpetto con le mani. �Voglio presentarea tutti voi la vostra nuova collega��.Mentre decanta le mie numerose doti ed esperienze, lette sul falso curriculum che avevo inviato, douna rapida occhiata a tutto ciò che mi circonda. L�ufficio è enorme, ben areato e luminoso, ma ilcaos regna ovunque. Fogli gettati con noncuranza sulle scrivanie, cestini traboccanti di cartacce,smalti, profumi, riviste di moda, biscotti, una svariata quantità di merendine varie, spazzole e unrasoio sul pavimento per fortuna non ancora utilizzato. Scorgo perfino delle riviste hard enell�angolo una preistorica fotocopiatrice. Tutto in una stanza. Per quanto l�ansia non se ne vogliaandare, comincio a convincermi che mi troverò bene e che nessuno scoprirà che ho inviato ilcurriculum di Irene, anziché il mio.�Durante il tuo periodo di prova sarai affiancata da Luke Murray, responsabile ufficio contabilità.�,continua la segretaria del gran capo, gesticolando con le mani per darsi importanza. Poi, di colpo, isuoi occhi si spostano severi verso i miei nuovi colleghi. �Al lavoro ragazzi.�Abbandona con passo deciso la stanza, lasciandomi sola nelle mani di un ragazzo alto e biondo.�Quanti anni hai Còrin?�, mi chiede Luke mentre prende tra le mani un fascicolo.�Diciannove.�.�Oh��, mi guarda perplesso. �Capisco! Hai molta esperienza data la tua giovane età.�.�Senti Luke��, lo guardo intimidita mentre mi fa accomodare su una poltrona accanto alla sua.�Ecco, forse dovrei dare una veloce ripassata al pc�è da un po� che non lavoro e temo di averdimenticato qualcosa.�.Mi guarda pensieroso, sfilandosi con gesti nervosi una matita dalle labbra. �Beh, allora sarà meglioche ti aiuti a ripassare tutto molto in fretta��, mi stringe l�occhio amichevolmente. Poi torna a farsiserio. �Ma non farne parola con nessuno�.

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�Cosa non devo dire?�, chiedo avvampando.�Che non hai idea di come si usi un computer. L�ho capito appena ti ho vista entrare�Ma almeno losai accendere?�.Si lascia sfuggire una risata, mentre fisso confusa le varie icone a lato dello schermo del suocomputer.�Più o meno.�, bisbiglio confusa.Non posso dirgli che ho difficoltà a far funzionare perfino lo stereo della mia auto.Alza gli occhi al cielo dandosi contemporaneamente una pacca sulla fronte. �Ho capito��.Con aria vagamente indifferente e circospetta appoggia sulle mie ginocchia una rivista. Abbasso gliocchi per leggerne l�intestazione.�IL MANUALE DEL COMPUTER � NOZIONI BASE PER I PRINCIPIANTI�.Con gesti impacciati la nascondo a mia volta nella borsetta prima di riportare lo sguardo verso loschermo.Cerco di capire cosa stia facendo Luke, ripercorrendo mentalmente ciò che ieri Andrew ha provatoad insegnarmi. Ma le sue dita si muovono troppo rapidamente sulla tastiera. Piccole finestreappaiono e scompaiono sullo schermo a velocità che a me pare sorprendente. Quando si accorgedella mia aria turbata si lascia sfuggire un sorriso. Mi fa cenno con un dito di avvicinarmi ed ioubbidisco subito, posando il mio orecchio sulle sue labbra. Parla così piano che persino io facciofatica a sentirlo.�Stai tranquilla. Il Signor Rylen non viene spesso in questa sede. Si occupa piuttosto d�incontri,conferenze. Si sposta di città in città per controllare la rendita delle altre filiali. Ha contatti con granparte dell�Europa�Parigi, Londra�perfino il Tibet e altre zone dell�India del nord.�, cerca ditranquillizzarmi. �Chi è il signor Rylen?�, chiedo ingenua.�E� il proprietario.�, mi risponde con un�espressione perplessa. �Non l�hai incontrato durante ilcolloquio?�.�Non ho avuto un colloquio. Stefany mi ha detto telefonicamente che ero stata assunta e dipresentarmi oggi.�.Mi fissa per un secondo, soprapensiero. Qualcosa nella mia risposta deve averlo sorpreso. �Strano.�, commenta aggrottando la fronte. �Generalmente il signor Rylen vuole conoscerepersonalmente tutti i suoi dipendenti. Probabilmente ti convocherà nel suo ufficio uno di questigiorni, prima di ripartire.�.Trattengo il respiro finché non riprende a parlare. �Potresti scrivermi questa lettera?�.�Che lettera è?�, m�informo, osservando attentamente il foglio che mi sta porgendo.�E� una lettera di ringraziamento per la Hasley Corporation.�.�Oh�.�.Cos�è la Hasley Corporation? Devo fingere di saperlo? Spingo indietro la sedia e mi avvicino allasua stampante per prendere alcuni fogli. Mi sento gli occhi di tutti addosso, come se i miei colleghinon attendessero altro che un mio errore. Assumo un�aria professionale e guardo di striscio la letterache devo stampare. �Fai pure con calma.�, mi bisbiglia Luke bonariamente. Non deve essergli sfuggita la mia ariaturbata. �Non è poi così urgente.�.Alle cinque in punto termino il mio lavoro. Sento un fastidioso formicolio alle spalle e mi duoletutta la schiena. Decido che se mai un giorno dovrò porgere a qualcuno i miei ringraziamenti, opteròper farlo a voce che, a mio modesto avviso, è anche più educato. Arrivata a casa mi lascio cadere stravolta sulla sedia della cucina. Mia madre mi porge velocementesotto il naso un piatto stracolmo di peperoni. Infilzo la forchetta in uno giallo dall�aspetto invitante,ma non ho fame. Mi rendo conto che lavorare toglie tutte le forze. Sogno solo una doccia calda e ilmio letto.�Non mangi?�, mi chiede preoccupata.Scosto di poco il piatto: �Sono sfinita. Non riesco neanche a masticare.�.�Hanno già scoperto che non sai assolutamente nulla di computer?�, s�intromette mio padre con

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tono divertito.Sto per perdere la pazienza. �Tu mi sottovaluti. Dammi un po� di tempo e vedrai che diventerò unavera manager.�.�Come si chiama il tuo capo?�, s�informa. �Luke.�, rispondo istintivamente, dimenticandomi di nominare il signor Rylen.�Spero solo che non dovrai mai pentirti di aver abbandonato gli studi.�, commenta preoccupato,infilandosi con gesti meccanici la forchetta in bocca.Ignoro la sua frase. Senza terminare la cena svuoto i peperoni nella pattumiera e getto il piatto nellavandino. Mi avvio verso camera mia, stringendo tra le mani il famoso manuale del computer. Dalmomento che questa sera tocca ad Andrew uscire di ronda, voglio approfittarne per trovare un sensoa parole come WORD, HARDWARE e MODEM. Considerando, soprattutto, che Luke sembrapossedere una capacità straordinaria nel capire al volo quanto sia ignorante in materia. Poso larivista sulla scrivania e un bigliettino spiegazzato sfugge dalle prime pagine, finendo in terra. Loapro incuriosita. Ci sono solo due parole, scritte in rosso, eppure i miei occhi impiegano più deldovuto a metterle a fuoco. Come volessero rifiutarsi di leggere ciò che c�è scritto.

STA ARRIVANDO!

La mattina dopo, appena sveglia, la mia mente è già concentrata su quello strano biglietto. Trovoancora molta difficoltà a persuadere la parte della mia testa che crede ancora che non sia realmenteintestato a me. Potrebbe in effetti, trattarsi semplicemente di un appunto lasciato lì dal precedenteproprietario. Mi infilo sotto la doccia fredda per cercare di cancellare la stanchezza che una notteagitata ha soltanto aumentato. Quando passo il palmo della mano sopra lo specchio appannatorimango allarmata ad osservare le profonde occhiaie sotto i miei occhi. Un giorno in ufficio eguarda qui. Sembro invecchiata di dieci anni. Indosso un tailleur blu che mi ha regalato l�altrogiorno mio padre. Quando mi aveva allungato il grosso pacchetto regalo mi aveva detto: �te lomeriti�.non pensavo saresti resistita per ben tre ore in quella fossa di leoni�. Era stato gentile, mapoi aveva aggiunto: �ma mi stupirò ancor di più se resisterai tre settimane la dentro senza fartibuttar fuori�.Aspetto impaziente il pullman alla fermata di fronte a casa. Sono già le otto e quaranta ed entro lenove dovrei starmene seduta dietro la mia scrivania. Ma come fanno i dirigenti delle aziende, ipresidi, i professori, ad essere sempre puntuali? Potrebbe cadere il mondo mentre vai a lavorare mapuoi star certo che quando finalmente arrivi, i direttori sono già dietro le loro lussuose scrivanie,pronti ad ascoltare le tue scuse. Ci sono forse dei mezzi di trasporto esclusivamente riservati a loro?Le otto e quarantacinque. Non posso aspettare oltre. Attraverso a grandi passi il mio vialetto e miattacco al campanello. Sono le otto e quarantotto. �Dov�è la mia macchina?�, urlo dentro le piccole grate arrugginite.�Ma che ci fai ancora qua?�, la voce di mia madre mi raggiunge gracchiante.�Dimmi dov�è la macchina?!�, la imploro.�L�ha presa papà per andare a pesca��.Non ci posso credere. Arriverò in ritardo, non mi confermeranno e tutto perché un autista incapacenon è in grado di rispettare gli orari e perché mio padre non ha nient�altro di meglio da fare cheandarsene a pesca. Altra sbirciata all�orologio. Vorrei che il tempo si fermasse�non ce la farò mai.M�incammino per la strada a passo spedito. Deve essere decisamente una scena ridicola, vedere unaragazza correre in tailleur. Alcune persone mi osservano. Sono così tesa che mi verrebbe voglia difar pernacchie a tutti. Ma poi potrebbe aprirsi qualche discussione e tarderei ancora di più.Quando sto per svoltare l�angolo di una via, una macchina mi passa accanto strombettando. La vedoaccostare davanti a me.Nick mi apre la portiera del passeggero. �Ti serve un passaggio?�.�Oh Dio, ti ringrazio.�, salto dentro, sentendomi improvvisamente più sollevata.�Dove stavi andando così di corsa?�.�A lavorare. L�autobus non si decideva a passare e sono in ritardassimo.�.

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�Ma non hai sentito che oggi hanno indetto uno sciopero dei mezzi di trasporto?�.Ecco perché alla fermata non c�era nessuno! Ero l�unica a non saperlo. L�unica stupida in tuttoLoverland che ieri sera non ha ascoltato il notiziario.�Come stai?�, mi chiede. �Hai certe occhiaie.�.�Sono molto presa dal lavoro.�.�Senti Còrin�mi piacerebbe discutere con te di una cosa.�.Deglutisco a fatica. Non vorrà mettersi a discutere proprio adesso? Sono le nove meno cinque ecalcolando che una volta entrata nell�immenso edificio dove lavoro mi ci vogliono due minuti circaper raggiungere il mio ufficio�io e Nick abbiamo tre minuti esatti per parlare.�Non mi sembra il momento più adatto, Nick. Magari una di queste sere��.�Non voglio parlare di ciò che fai�, ignora la mia proposta. Tiene gli occhi fissi sulla strada. Lemani strette sul volante.�E di cosa?�.�Da molto tempo io�desidero un tuo bacio.�, mi spiazza.Porto immediatamente lo sguardo sulle mie mani, lasciando che i capelli scivolino in avanti,nascondendomi parte del viso. Stringo le labbra così tanto da indolenzirle.�Scusami�non volevo imbarazzarti.�, sospira. Quando ferma la macchina davanti all�ingresso degli uffici della CBM - che sta per customer bankand marketing - posa un dito sotto il mio mento e mi solleva il volto. Lascio vagare i miei occhiovunque, evitando di proposito i suoi.�Ne possiamo riparlare in un altro momento?�, chiedo disperata, dopo che i miei occhi si sonofermati sull�orologio del cruscotto.�Sono contento che anche tu ne voglia parlare.�, mi sorride fin troppo sollevato. �No! Nick, non fraintendermi. Temo di volerne parlare per motivi differenti dai tuoi.�.�Ah��, si rabbuia.Guardo le scalinate d�entrata. Sono tutti dentro a lavorare mentre io me ne sto qua, in una macchina,a discutere della mia vita sentimentale.�Speravo di avere qualche possibilità con te.�, bisbiglia, osservandomi da sotto le sue corte ciglia.Avrei fatto prima ad andare a piedi. Mi volto verso di lui disperata, tentando di comunicarglitelepaticamente �lasciami andare�. Ma non sembra rendersi conto del mio nervosismo. Sono lenove passate. Devo assolutamente trovare una giustificazione da dire al mio capo- ufficio. Nonposso certo dirgli che non avevo idea ci fosse uno sciopero degli autobus. ��mi capisci?�, la voce del mio amico mi scuote dai miei pensieri.�Oh�oh sì�certo che ti capisco.�, gli rispondo distratta.Non ho ascoltato una sola parola del suo discorso.�Quindi accetti?�.�Ma accetto cosa?�, piagnucolo.Si toglie gli occhiali e li pulisce con un fazzoletto.�La proposta che ti ho appena fatto.�, mi risponde con naturalezza.Mi ha appena fatto una proposta? Impegnata com�ero a trovare una giustificazione per il mioritardo, non ho fatto caso a ciò che mi stava dicendo. Come faccio ad accettare? D�altra parte serifiuto, temo che la nostra discussione possa protrarsi per l�intera mattinata.�Sì�certo. Accetto.�, dico con un po� d�esitazione. Non ho ancora ben capito in che guaio mi sono andata a cacciare con questa mia ultimaaffermazione. E temo sia un grosso guaio.�Ora però�ti ringrazio ancora per il passaggio, ma devo proprio scappare.�.�Di nulla. Sono contento che grazie a me sei riuscita ad arrivare puntuale�Potrei accompagnartiancora.�, mi sorride.�NO!�, urlo dimenandomi sul sedile.Il suo sorriso si spegne. �Intendevo�.non devi scomodarti. Sai�l�autobus mi rilassa molto.�, riesco a sorridere. �Ciao.��Ciao. Ci sentiamo questa sera.�.

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�Ehm, non lo so.�, cerco di non dargli troppe speranze.Esco dall�auto e mi precipito su per le scale. Arrivata davanti alla porta del mio ufficio appoggio lamano sulla maniglia ma rimango ferma, senza abbassarla. Ho paura ad entrare. E se Luke ha giàfatto sgombrare la mia scrivania? O se mi fa una ramanzina davanti a tutti? Abbasso la maniglia esbircio dentro. Se ne stanno tutti col volto rivolto verso lo schermo luminoso del proprio computer.Se attraverso la stanza in punta di piedi magari non faranno caso a me. Azzardo un passo verso lascrivania e un mio collega mi lancia un sorriso.�Ehm�buongiorno.�, saluto, tentando di non lasciar intendere a nessuno quanto mi senta in ansia.�Buongiorno!�, mi salutano in coro.Guardo con aria colpevole verso la scrivania del mio capoufficio e solo ora mi accorgo che non èpresente.�Dov�è Luke?�, chiedo.�E� ad una riunione, al nono piano.�, mi risponde seccata, la mia vicina di scrivania. Un pensiero terrificante mi attraversa la mente. Mi sento mancare. Non staranno per caso decidendose assumermi o meno, a questa riunione?!�Che�che riunione?�, balbetto.�Luke ha finito oggi il suo periodo di prova ed è stato confermato. Inoltre il signor Rylen tra pochigiorni partirà e prima di farlo desidera parlare con noi dell�ufficio contabilità.�.Mi lascio cadere sfinita sulla poltrona dietro la mia scrivania. Sono talmente tesa, che faccio fatica arespirare normalmente. Perché nessuno mi ha detto niente? Non sono pronta, non mi sonopreparata. La tensione continua a crescere. So a mala pena distinguere una lettera di ringraziamentoda un contratto finanziario. Il signor Rylen non potrà non accorgersi di quanto io sia incapace. Midondolo sullo schienale della poltrona guardandomi attorno. Mi metto a battere a caso qualche frasepriva di un senso compiuto, tanto per non far ricadere l�attenzione su di me. Quando, dopo un�ora interminabile, Luke rientra in ufficio e mi si avvicina, nascondo meglio cheposso la mia agitazione. I suoi occhi sempre attenti, riescono tuttavia a leggermi dentro.�Còrin! Puoi venire alla mia scrivania un momento?�.Mi siedo accanto a lui e aspetto che cominci a parlare. La tensione non mi ha ancora abbandonata.�Cosa c�è?�, chiedo con un pizzico di ansia nella voce.�C�è che queste lettere di ringraziamento sono tutte impostate male�Se vuoi passare il periodo diprova, devi almeno dimostrare di saper usare la tastiera.�.Annuisco senza ribattere. Faccio per tornare al mio posto ma lui mi trascina nuovamente sulla sedia.�Non hai finito di leggere il manuale che ti ho dato, vero?�, bisbiglia con tono cospiratore.�Sì invece. Ho preso anche degli appunti��, ribatto orgogliosa. �Vuoi che te li mostri?�.Annuisce ed io torno alla mia scrivania. Estraggo dalla borsetta il mio block-notes e mi accorgo cheho scritto proprio in prima pagina, �cos�è excel?�. Non posso dimostrare proprio a Luke che nonvalgo niente�che non so nemmeno il significato di questa parolona. Mi cadono gli occhi su unvocabolario�bene! Cercherò lì. Dunque� ex� exc� eccolo! Definizione di excel: eccellere,eccellere per coraggio. Ma che razza di definizione è questa? Sollevo gli occhi e vedo che Luke staaspettando spazientito. Così, rossa in volto, mi alzo e torno a sedermi accanto a lui.�Ehm�c�è giusto qualcosina che non mi torna.�, tento di giustificarmi. Le guance mi formicolanomentre gli passo il blocco degli appunti.�Fammi vedere�Excel?...Windows? e Modem?�.Mi guarda stupito senza capire se sto scherzando o se faccio sul serio.�Ho�ho cercato anche sul vocabolario.�, balbetto.�Cosa hai fatto?�, gli scappa un urlo.�Beh, ho cercato di fare chiarezza su questi termini.�.�Oh Signore.�, si da una pacca in fronte.Prende in mano una matita e in silenzio, comincia a scrivere sul mio block-notes.�Posso andare?�, gli chiedo, dimenandomi sulla sedia.Senza alzare la testa annuisce e riprende a scarabocchiare sui miei appunti.Per tutto il resto della giornata trascorro il mio tempo a riordinare fascicoli mai visti prima. Questo

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lo so fare anch�io. Basta metterli in ordine di pagina�è facile. In tutto il reparto si respiraun�atmosfera eccitata. La tensione non mi ha mai abbandonata�mai, neanche per un istante. Alle cinque in punto, lascio cadere sulla scrivania un fascio di documenti, prendo la borsetta e mene vado. Questa giornata è stata snervante�e devo perfino tornare a casa a piedi. Non vedo l�ora diinfilarmi nella vasca e potermi così rilassare.Impiego quasi un�ora ad arrivare. Quando varco la soglia del bagno, accendo qualche candelaprofumata alla lavanda, mi tolgo il tailleur e slego i capelli. Vorrei fumare una sigaretta perdistendere i nervi e la tensione. Fumo esclusivamente quando sono sotto pressione, alle feste, edopo i miei allenamenti. Ripongo la sigaretta nel pacchetto. Non sono stressata. Sono in grado digestire questa situazione senza farmi sottomettere dal nervosismo. Chiudo il rubinetto e, mentre verso nell�acqua dei sali da bagno, mi scappa un urlo. Mi tappo leorecchie per non sentire. Ma il trillo del mio cellulare arriva comunque alla mia testa, come ilfastidioso ronzio di una mosca chiusa in una stanza. Non guardo nemmeno sul display il numero dichi mi sta cercando tanto insistentemente. Quando rispondo sto quasi urlando. �Pronto!�.�Ehi�sono Anne. Ma ti pare questo il modo di rispondere?�.�Che vuoi?�.�Ma non l�hai letto il giornale? Da alcune notti un gruppo di stranieri sta svaligiando le cassecontinue del centro.�.Appoggio la fronte sulla parete in piastrelle lavorate a segmenti e chiudo gli occhi. Mi erodimenticata. Avevo letto l�articolo questa mattina ma poi, presa com�ero stata dal lavoro, me n�erodimenticata. Prendo il mio pacchetto di sigarette e ne sfilo una. Adesso sì, che sono stressata.�Andrew dice che sarebbe il caso di andare di ronda. Potremmo trovare degli indizi.�, mi spiega.�Uhm, uhm��.�Ma sei stanca?�.�Nooo�.è stata una giornata così tranquilla.�. �Bene. Allora io vado in centro. Ci troviamo lì tra mezzora.�.Mentre chiudo la comunicazione mi rendo conto di avere le mani sudate. Chiudo il rubinetto dellavasca e con gesti svogliati indosso nuovamente i vestiti. In dieci minuti sono pronta e nuovamenteper strada. Arrivo puntualissima ed aspetto qualche minuto seduta in macchina prima di vedereAnne svoltare l�angolo e avvicinarsi.Getto la sigaretta a terra e mi guardo attorno nel modo più ingenuo possibile. Proseguiamo a piedi,lentamente, lungo le vie buie e silenziose del centro. Sembra che Loverland si sia spopolata. Le lucidegli appartamenti sono spente e tutti i bar hanno le saracinesche abbassate.�Che indizi pensi che troveremo?�, le chiedo, osservando distratta la facciata della terza banca chestiamo controllando.�Ora vediamo.�, alza le spalle.�E non potresti darmi un indizio sugli� indizi che dovremmo cercare?�. �Non sono una poliziotta. So picchiare bene la gente e basta!�.Scavalchiamo un basso cancello e proseguiamo in silenzio fino alla porta sul retro. �Forse faremo meglio a chiedere indicazioni ai nostri informatori.�, le suggerisco. �Non sappiamonemmeno quale banca prenderanno di mira per stanotte.�.Cammino tra il basso muretto di mattoni e la via principale intanto che Anne, pochi metri più in là,controlla all�interno della grande vetrata.�Dentro la banca non c�è nessuno.�, mi conferma.�Ok�abbiamo fatto il nostro dovere da brave cittadine. Ora possiamo tornarcene a casa.�.Mi trattiene per un polso. �Aspetta! Perché hai tanta fretta? Ci sono ancora quattro banche dacontrollare.�.�Tu non vivi con i tuoi genitori e tu domani non devi incontrare il proprietario della tua azienda.�, lespiego aspra.Scuote la testa, incrociando risoluta le braccia al petto. �D�accordo, controlliamo le altre quattro maledettissime banche.�, mi arrendo con una smorfia.Si lascia sfuggire un sorriso soddisfatto.

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�Da quale cominciamo?�, le chiedo.In un secondo l�espressione di Anne passa dalla tranquillità al sospetto più fosco. Vedo la suaschiena irrigidirsi come un tronco e i suoi occhi stringersi mentre cercano di focalizzare un puntoaldilà del basso muretto. �Giù!�, si blocca di colpo, accucciandosi a terra. �Che succede?�, frastornata faccio per voltarmi.�Vieni giù, maledizione.�, mi trascina verso il basso, tirandomi per la giacca della tuta. �Guarda.�Seguo la traiettoria del suo sguardo e m�incupisco vedendo tre ombre avvicinarsi a noi. Stringo gliocchi per mettere a fuoco l�immagine. Restiamo ferme come statue di terrore con la schienaappiccicata ai mattoni mentre i tre, col viso coperto, cercano di scardinare la porta del retro.�Come mai non suona l�allarme?�, bisbiglia.�E che ne so! Io non ci capisco nulla di queste cose tecnologiche.�.�Che dobbiamo fare, Còrin?�, mi chiede seria.Alzo di poco la testa per vedere meglio ciò che sta succedendo. Non mi sembrano armati. Cerco diragionare alla svelta. �Se l�allarme non ha suonato significherà pur qualcosa?�, penso a voce alta. �Questi non sonostupidi. Vieni Anne.�. Ci spostiamo verso un vicolo, tenendo la schiena radente al muro in pietra di una casa. Da qui possovedere meglio ciò che stanno facendo. �Facciamo rumore. Magari si sentiranno minacciati e scapperanno.�, mi propone.Senza aspettare la mia risposta rovescia un bidone della spazzatura. Alcune bottiglie di vetrorotolano a terra prima di frantumarsi l�una contro l�altra. Uno di loro si volta e rimane ad osservareper un minuto buono verso la nostra direzione. Poi riprende a fissare i suoi compagni. Blocco Anneprima che rovesci qualcos�altro.�Secondo te se ci vedono che faranno?�, provo a farla ragionare.�Ci aggrediscono!�, mi risponde con troppa tranquillità, alzando le spalle come se la prospettivanon la turbi affatto.�Forse��, ci penso su. �Ma potrebbero anche decidere di scappare. Quindi il nostro intento difermarli risulterebbe totalmente vano ed io avrei sprecato la mia serata inutilmente.�Increspa le labbra mentre cerca di valutare con la giusta razionalità la mia supposizione.�E allora che facciamo?�, allarga le braccia. �Dobbiamo dividerci��.�Ah, no. Non se ne parla.�, mi blocca. �E� un classico.�.�Un classico?�, sorrido.�Pensaci. Nei film, ogni volta che i protagonisti si dividono ci scappa il morto.�.�Interessante teoria, Anne. Ci sono solo due problemi. Primo, noi non siamo le protagoniste di unfilm e non c�è nessuna controfigura che rischia di spezzarsi il collo al posto nostro. Secondo, questonon è un film. E rischiamo di morire anche stando unite. Perciò, ora ascoltami. Mi avvicinerò a loroe cercherò di sorprenderli alle spalle. Tu tieniti pronta ad intervenire quando ti farò un cenno.�.�E se ti vedono?�, bisbiglia scoraggiata.La sua domanda mi lascia spiazzata. Apro la bocca senza sapere bene cosa dirle. �Non temere.�, mormoro poco convinta. �Nell�eventualità, potremmo sempre mettere in atto ilpiano B!�, invento a raffica per tranquillizzarla.Osservo la sua faccia cambiare colore repentinamente. Da rosa a rosso acceso�da rosso accesso aviola. �Quale piano B? Non c�è nessun piano B!�, replica furiosa.Mi sforzo di pensare alla svelta. Piano B�piano B��Ok�niente piano B. Lasceremo tutto al caso. Infondo, le cose programmate non funzionano maibene. O almeno quasi mai.�. �Còrin�.è pericoloso.�, gli occhi pieni di terrore.Mi rabbuio. �E� sempre pericoloso.�, le ricordo.Mi avvicino ai tre trattenendo il respiro per paura che possano intercettare anche un semplice alito

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da parte mia. Ma sono così intenti a continuare il loro lavoro, che non si accorgerebbero neanchedelle sirene della polizia. Quando sono a pochi passi da uno di loro, lo afferro al collo e lo trascino aterra. Gli altri due si voltano di scatto e rimangono immobili ad osservarmi. �Nessuno vi ha mai detto che rubare è sbagliato?�, attacco ironica, incrociando le braccia al petto. Il ragazzo che ho atterrato cerca di immobilizzarmi prendendomi per le spalle. �Oh, cielo no.�, gli stringo gli avambracci, facendomi seria. �Non avevo ancora finito il discorso.�Irrigidendo i muscoli delle spalle riesco a sollevarlo da terra, lasciandolo così cadere di fronte a me.�E tu chi diavolo sei?�, mi chiede un suo complice, sfidando il mio viso.�Ma come? Pensavo di essere ormai famosa nel mondo del crimine! Così mi offendete.�, piego lelabbra in un ghigno.Con un balzo schivo una gomitata sul naso.�Anche picchiare una donna è sbagliato!�, sostengo ferma il suo sguardo.Abbassandomi, evito che il suo pugno si fermi sulla mia mascella. I tre mi circondano peraffrontarmi assieme. Roteando su me stessa e colpendoli al torace, riesco per qualche minuto acrearmi uno spazio tra me e loro. Infine un calcio al costato mi fa vacillare. Mi pare di aver smessodi respirare per una manciata di secondi. Uno dei tre riesce a trascinarmi a terra e, dopo avermiimmobilizzato i polsi sotto le sue ginocchia, mi punta un coltello. Stringo la lama del coltelloaffinché non raggiunga la mia gola e faccio cenno ad Anne di intervenire.�Ne sta arrivando un�altra!�, sento gridare.Faccio leva sul ginocchio piantandoglielo bene nelle costole e, con tutta la forza che ho, riesco aspostarlo da sopra di me. Balzo in piedi e lo colpisco ai denti col tacco della mia scarpa.Per la paura mi gira la testa e alcuni spasmi mi contorcono lo stomaco. Vedo Anne fronteggiarnedue insieme e mi getto accanto a lei. So che insieme siamo abbastanza forti da poterli affrontare. Unmovimento fulmineo alla mia sinistra mi distrae per mezzo secondo. Uno di loro sta scappando.Il ragazzo che sto affrontando ora prova ad approfittarne, ma con una forte spinta lo lascio a terra.Mi metto cavalcioni su di lui, sfilandogli il passamontagna.�Hai esattamente tre ore per lasciare la città.�, bisbiglio al suo orecchio.�Che succede laggiù?�.Alzo la testa verso l�unica finestra illuminata. Un uomo in vestaglia si è affacciato dopo aver sentitole grida.Anne mi solleva per le spalle e c�infiliamo in un vicolo. Spiamo verso la banca e notiamo uno diloro scappare lungo la strada per poi nascondersi all�interno di un cantiere edile. L�altro uomo èancora a terra, nella stessa posizione in cui l�ho lasciato. �La polizia starà per arrivare.�, le ricordo.Mentre ci allontaniamo la testa mi gira ancora vorticosamente, tanto che mi devo aggrappare albraccio di Anne. �Stai bene?�, mi chiede allarmata.Mi tasto la gola. �Sono stanchissima.�.�Ce la fai a tornare a casa da sola?�.Annuisco salendo nella mia Renault. �Ciao Anne. Attenta agli scippatori.�, scherzo.�Sarebbe più giusto dire che loro devono stare attenti a me.�, ribatte ridendo.Quando arrivo a casa, il sangue attorno allo squarcio sulla mano si è seccato. Ho la tuta strappata e icapelli scompigliati. Sbircio nel salone e osservo mio padre disteso sul divano. Accanto a lui, sulmobile in legno di cedro, c�è una tazza di latte ormai non più fumante. Quando in punta di piedipasso dietro le sue spalle, rimane immobile e sembra non accorgersi della mia presenza. Salgo lescale in legno ed ogni volta che appoggio il piede su un gradino sento degli scricchiolii. Arrivofinalmente in camera mia e mi lascio cadere sul soffice copriletto di raso. Prima di prendere sonnomi ricordo in extremis di mandare un messaggio ad Andrew. Digito veloce sul display del cellulare.

< Li abbiamo trovati. Probabilmente stanno lasciando la città proprio in questo momento. Buona

notte. >

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Chiudo gli occhi e dopo pochi minuti sprofondo nel sonno.

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Rylen

Apro un occhio, poi l�altro. Discosto le coperte e appoggio un piede per terra, ma subito dopo loriappoggio sul morbido materasso. Questa mattina non credo proprio di farcela. Colpisco la svegliacon un pugno e nella stanza torna a regnare il silenzio. Raccolgo lo stesso tutte le energie che trovoe finalmente, con uno sforzo che a me appare disumano, mi sollevo dal mio comodissimo,confortevole, amabile letto e comincio a vestirmi. Mentre mi lavo la faccia mi accorgo che nellavandino sono cadute delle gocce di sangue ancora fresco. Osservo pensierosa la ferita sulla manonon ancora rimarginata. Prendo dei cerotti e una fascia dall�armadietto dei medicinali e conmovimenti impacciati tento di fasciarla. Se chiederanno cosa mi sono fatta potrò sempre dire diessermi tagliata con il tagliacarte. Mi guardo allo specchio. Ci vorrà una quantità incredibile dicipria per nascondere queste occhiaie. Alle otto e trenta sono finalmente pronta. Indosso il miocompleto immacolato e un paio di scarpe nere col tacco. I capelli raccolti in uno chignon. Durante il tragitto in autobus ho sbirciato velocemente negli appunti del mio capoufficio�.Word:programma di videoscrittura per pc�.ah! Non lo sapevo. Software: L�anima del computer.L�anima? Da quand�è che una macchina ha un�anima? Quando arrivo in ufficio c�è un via vai di gente che entra ed esce dal mio ufficio. Sarà già arrivato ilSignor Rylen? Appena mi vede, Luke batte due colpetti con le mani per attirare l�attenzione di tutti. Ci voltiamoverso di lui in un silenzio religioso.�Bene. Statemi a sentire. Il Signor Rylen è arrivato e dopo la riunione verrà nel nostro ufficio perdiscutere sull�andamento di quest�ultimo anno.�.Ho un sussulto. �Perché viene proprio nel nostro ufficio?�, la voce mi esce strozzata.�Noi siamo l�anima della CBM.�.Aaah�Ci risiamo con quest�anima! �Sarà meglio muoversi ora.�, continua rivolgendosi agli altri colleghi. I suoi occhi mi puntano perun istante. �Hai dormito poco questa notte?�.La mia mente corre veloce ad Anne, alla banca, ai tre delinquenti��Ho dormito nove ore filate.�, mento.�Hai la faccia stanca.�, blocca gli occhi sulle mie occhiaie profonde. �Noi dobbiamo assentarci unmomento, ma tu puoi restare qua, se ti va.�.�Mi va.�, rispondo in fretta.Impiego una buona mezz�ora per convincermi che non c�è nulla di cui valga la pena preoccuparsi.Mi alzo annoiata dalla sedia e mi affaccio alla grande finestra per godermi il panorama. E�maledettamente stupido che io debba restarmene qua da sola mentre tutti gli altri sono alla salacongressi a discutere con Rylen.Sospiro rumorosamente mentre faccio per tornare al mio posto. Quando alzo gli occhi da terra, miaccorgo di un uomo dall�aria distinta, con le spalle appoggiate alla parete accanto alla porta. Loosservo fingendomi distratta, ma qualcosa in lui attira la mia attenzione. Cerco di ricordare dovel�ho già visto. Restiamo qualche secondo a studiarci. Forse gli assomiglia soltanto o magari hosoltanto le famose allucinazioni da stress.�Salve.�, mi saluta cordiale. Sulle sue labbra c�è l�ombra di un sorriso.�Ehm�salve.�, abbasso istintivamente lo sguardo a terra. Riconosco la sua voce.�E così ci rivediamo.�, fa qualche passo verso di me. Non ho ancora idea del perché, ma il sorriso èscomparso dalla sua bocca non appena ha intuito che l�ho riconosciuto.�E� già�non mi aspettavo di incontrarla proprio qua dentro.�, ammetto ingenuamente.Getta la testa all�indietro, lasciandosi sfuggire una risata divertita. Che cosa ho detto di cosìstupido? Non lo sapevo sul serio che anche lui lavorava qua dentro. Una voce alle sue spalle mi fa sussultare. �Signor Rylen� ho qua dei fascicoli per lei.�, sento le

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grida di un ragazzetto provenirci dal corridoio.Inconsciamente mi liscio la gonna e controllo che lo chignon sia in ordine. Mi volto dalla parte diquel ragazzetto dalla faccia sudata e un terribile sospetto si insinua nella mia testa. Perché staproseguendo verso di me? In questa stanza ci siamo solo io e quest�assurdo signore del parco.Pian piano i miei colleghi rientrano tesi nella stanza e prendono posto alle loro scrivanie. Quindi lariunione è terminata.Improvvisamente, troppo, troppo tardi, collego tutto.�No�.�, mi scappa un grido.Seguo con lo sguardo il ragazzo. Lo vedo fermarsi proprio davanti all�uomo del parco per porgerglidei fogli freschi di stampa. Ecco perché ha riso quando gli ho detto che non mi aspettavo di incontrarlo qua�.ed ecco perchéquel ragazzetto mi puntava. Non guardava me, guardava LUI! Terrorizzata osservo il signor Rylen avviarsi lentamente verso di me per sedersi accanto alla miasedia.�Allora�ha imparato ad usare il computer?�, mi bisbiglia disinvolto.�Oh, non c�è niente di più facile per me.�, ridacchio schiarendomi la gola.�E di cosa si occupa qua?�, s�informa aggrottando la fronte.�Io�e, emh�di, di ringraziamenti!�.�Ringraziamenti?�, la fronte gli si increspa maggiormente.�Sì! Cioè, scrivo lettere di ringraziamenti alle diverse ditte che fanno affidamento alla CBM.�.Sulle sue labbra ricompare un sorriso, ma i suoi occhi restano seri. Come mai non mi ha ancoralicenziata?�Bene�ho letto il suo curriculum.�, i suoi occhi guizzano verso i miei.Merda!Rylen continua a tenere lo sguardo fisso su di me, senza prestare la minima attenzione a ciò chefanno gli altri. Sono certa che tenterà di mettere alla prova le mie capacità, solo per il gusto e lasoddisfazione di smascherarmi davanti a tutti. E non avrebbe nemmeno torto, dal momento che l�hoimbrogliato. �Spero di avere l�appoggio di tutti voi.�, la sua voce mi arriva lontana. Solo adesso mi accorgo chesi è alzato dalla sedia accanto alla mia per avvicinarsi alla scrivania di Luke.�Buon lavoro ragazzi.�, continua, rivolgendo a noi tutti un sorriso cordiale.Non mi ero accorta che da un po�, sul mio schermo, al posto della pagina bianca di Word è apparsauna scritta in movimento sullo sfondo completamente nero. La parola CBM si muove lentamentefacendo prima un giro a sinistra, poi un giro a destra. Non so cosa sia successo, anche perché sonosicura di non avere digitato CBM sulla pagina di Word. Devo chiedere aiuto a Luke, credo che il pcsi sia guastato. Urto inavvertitamente il mouse ed ecco riapparire la mia pagina bianca. Meno malesi è risolto. �Còrin, scusi può venire un attimo qui.�, mi chiama il capo.�Non c�è alcun problema.�.�Potrebbe cercarmi sul suo pc, nella cartella PROCEDURE INTERNE, l�ultimo verbale diriunione?�. Si avvicina lento al mio orecchio ed aggiunge a voce bassa: �Scusi se chiamo lei masembra così efficiente.�. Non so se lo pensa veramente o se mi sta prendendo in giro. Aspetto fiduciosa che Luke mi lanciqualche suggerimento, ma quando alzo la testa verso di lui, con orrore mi accorgo che mi staguardando con un�espressione vuota. Non può non sapere di cosa sta parlando Rylen. E� il mio caposettore, DEVE saperlo.Confusa, leggo cosa c�è scritto ai lati dello schermo. �Còrin, forse sarebbe meglio se cerca sul suo desktop la voce documenti.�, mi suggerisce Rylen. Lelabbra piegate in un ghigno.E adesso che è il desktop? Mi rivolto verso Luke e cerco di decifrare dal movimento delle suelabbra quello che mi sta suggerendo. �Oh�intende dire sullo schermo.�, sorrido imbarazzata. �Ma certo, eccolo qua.�.

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Clicco sulla voce �documenti�, ma una scritta in grassetto appare nel centro delloschermo�.�Errore interno dell�applicazione��che significa? Ho sbagliato? Chiudo la pagina ericomincio da capo. Leggo i nomi scritti accanto alle icone piccole di Word. Eccolo. �L�ho trovato!�, esclamo con troppa foga. �Glielo devo stampare?�.�No, grazie.�.Maledizione, era l�unica cosa che sapevo fare.�Piuttosto, mi legga la clausola 109/d.�.Scorro rapidamente gli occhi sulla pagina leggendo i numeri segnati sulla sinistra. Ormai è chiaro�lo sta facendo apposta. La clausola dice: �Licenziamento immediato deineoassunti non aventi comportamenti strettamente professionali�.Ci guardiamo negli occhi, io serissima, lui ridendo.�Torno subito.�, si volta verso Luke, lanciandogli una strana occhiata. Restano a parlarsi perqualche secondo, badando bene che nessuno di noi, possa captare anche una sola parola di ciò che sistanno dicendo. E finalmente, lontana dal suo sguardo gelido e indagatore, distendo i muscoli dellaschiena. Di colpo, gli occhi mi cadono su un pezzo di carta rosso, infilato sotto la tastiera.Impiego più di venti secondi a leggerlo.

STAI ATTENTA�.CI SIAMO QUASI!

La scrittura è identica a quella del primo biglietto.Alzo impulsivamente gli occhi su Luke, ma lui è concentrato a discutere di qualcosa con Rylen. E�troppo tranquillo. Non può essere stato lui. Inoltre la sua scrittura è molto diversa da quella deibiglietti. Prima di lasciare il mio ufficio, il Signor Rylen si blocca sulla soglia gettandomi una stranaocchiata. �Còrin, le dovrei parlare.�, mi dice severo.Nascondo il biglietto nella tasca dei pantaloni e mi alzo di scatto dalla sedia. Il biglietto sembrapesare dieci chili mentre lo seguo angosciata fin davanti alla porta dell�archivio.Mi ritrovo in una sala immensa, buia, con le pareti ricoperte da alti scaffali. Ci sono fascicoliovunque e alcune scalette d�acciaio usate, immagino, per raggiungere i ripiani più alti. La suaombra si allunga accanto alla mia. Nel guardarmi stringe gli occhi e delle profonde rughe gli siformano tutto intorno, facendolo apparire più vecchio e stanco. Continua a camminare verso di mee, dopo un lungo silenzio, allarga arrendevolmente le braccia. �D�accordo. Lo ammetto. Quando leiha mandato il suo curriculum, ho riconosciuto il suo nome.�, si blocca per studiare la mia reazione.�E mi sono sentito in dovere di avvertire il Signor Murray.�.Queste parole mi colpiscono come un pugno in pieno stomaco. Se lui lo sapeva già, perché mi hapermesso di lavorare per la sua azienda? E� come dire che un banchiere sa che la sua dipendentenon sa contare fino a venti e l�assume lo stesso. E� assurdo.�Cosa ha detto a Luke?�, riesco a dire dopo aver deglutito tre volte.�Gli ho raccontato tutto��, si stringe nelle spalle.�TUTTO?!�, sbotto paonazza.Ora che ci penso bene, Luke mi ha dato l�impressione di sapere molte cose sul mio conto già dalprimo giorno di lavoro. �Non può avere fatto una cosa simile.�, mi lamento.�Stia tranquilla. La storia bizzarra dei suoi giri notturni me la sono tenuta per me.�, mi fissa conattenzione.�E lo voglio sperare�perché quella è�una bugia.�, spiego con voce stridula.Ecco perché Luke, sapeva che non capivo niente di pc. �E� arrossita.�, osserva.�Non doveva dire a Luke che �che��.�Che ha inviato il curriculum della sua amica Irene?�, termina la mia frase.�Sì beh�anche quello, sì.�.�E che ha non ha ancora imparato ad usare internet?�, insiste.

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�Sì, sì, sì. Pure questo. Non doveva dirglielo.�, ribatto, abbassando istintivamente lo sguardo versoil pavimento lucido. Sento la sua voce arrivarmi in un ronzio, mentre la mia testa viaggia all�indietro per riuscire aricordare nei minimi dettagli il mio primo incontro con Rylen. Al culmine dell�imbarazzo tentodisperatamente di cambiare discorso, ma un sospetto s�insinua nella mia mente e ne voglio dareforma.�Lei ha detto di avermi assunta perché ha riconosciuto il mio nome, ma il curriculum l�avevoinviato molti giorni prima di incontrarla al parco.�. Si lascia sfuggire un sorriso. �Ha sentito cos�è successo ieri alla cassa continua in città?�, alza gliocchi di scatto, cambiando discorso. �Sì�.non si può proprio più stare tranquilli.�, provo a ridere, ma dalla gola mi esce solo un suonostridulo.Rylen estrae dalla tasca interna della sua giacca il quotidiano e comincia a leggere a voce alta.

TENTATO FURTO ALLA CASSA CONTINUA DI VIA BERTHLEY

Sono stati rinvenuti nelle adiacenze dello sportello, degli arnesi

atti allo scasso, con i quali alcuni malviventi hanno cercato,

senza riuscirci, di forzare la cassa continua. Dalle testimonianze

raccolte dagli inquirenti, pare che il colpo sia stato sventato da

due ragazze di passaggio che, con ripetuti colpi, hanno costretto

i ladri alla fuga. Questo aspetto viene confermato dall�arresto,

sul luogo del reato, di un cittadino di nazionalità spagnola.

Questi sostiene di essere stato malmenato e lasciato a terra privo

di sensi, da due ragazze sui venticinque anni�.

Quando finisce di leggere mi rivolge uno sguardo inquieto che non promette niente di buono. �Còrin, lei non centra niente, vero?�, mi chiede.�Chi? Io?�, cerco di apparire più ingenua che posso.Annuisce pensieroso.�Impossibile, ieri sono andata a dormire prestissimo. Inoltre�io non ho venticinque anni�,concludo la frase con stizza. �Davvero è andata a dormire tanto presto ieri sera?�. �Umm�umm�, annuisco, ma devo saperne dipiù �Come mai le interessa?�.�Oh, così. Mi era sembrato di vederla.�, mi risponde indifferente. Non riesco più a deglutire. Sento la gola gonfissima e la fronte mi si è imperlata di un sudorefreddo.�Si sarà sbagliato.�, arretro di qualche passo verso la porta. �Ora devo tornare nel mio ufficio.�,aggiungo.�Aspetti un attimo, Còrin.�.Mi si avvicina guardandosi attorno con circospezione. Dopo aver accostato la porta, mi fissa inmodo strano.�Secondo me, sta mentendo.�.�No no��.�Sì invece.�, insiste convinto.�Le ho detto di no.�, ribatto seccata.�D�accordo.�, sbuffa. Poi i suoi occhi cadono sulla mia benda. �Cosa si è fatta alla mano?�.�Mi sono tagliata con il tagliacarte.�, rispondo in fretta, forse troppo.�Quando?�.�Ieri sera, a casa mia.�, rispondo con tono di sfida.Mi osserva con aria ancor più strana. Mi avrà creduto? �Perché mi guarda così?�, borbotto.�E� solo che lei mi disorienta�.A volte è così infantile che faccio fatica a credere che ha già

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diciannove anni e a volte invece, sa essere così matura, attenta a tutto quello che la circonda chestento a credere che ha solo diciannove anni. Non è una bambina, ma non è nemmeno una donna.Forse, è entrambe le cose. Non so mai cosa dirà o cosa farà, prima che lei lo dica o lo faccia. E�totalmente imprevedibile e contraddittoria. Insomma, m�innervosisce.�.�Lei parla come se mi conoscesse�.ma questa, è solo la seconda volta che c�incontriamo.�, sollevodi poco un sopracciglio.Ignora completamente le mie parole. Il suo comportamento sta rasentando la maleducazione.�Come si trova nella mia azienda?�, mi chiede d�improvviso.�Bene�insomma abbastanza.�, rispondo confusa.�Luke mi ha detto che è molto efficiente. A sentire lui dovrei assumerla ufficialmente.�.�Ah.�.Mi lancia un sorriso che non riesco a decifrare. Ma non mi piace quel suo sorriso. Non mi piace perniente.�Le assicuro che ho imparato molto in questi giorni.�, tento di apparire convincente.�Anche a fare i conti senza usare la calcolatrice?�, mi chiede brusco.Ricordo benissimo di essere stata io a raccontarglielo �seppur involontariamente- quel giorno alparco.�Per la verità io non mi occupo della contabilità.�, cerco di difendermi. �Come le ho già detto,scrivo lettere di ringraziamento.�.Scoppia in una risata brusca. Ride tanto da farsi venire le lacrime agli occhi. �Scusi�scusi tanto.�, continua a sghignazzare. �Ma pensavo ci fosse arrivata da sola.�.�Arrivata a cosa?�.�Secondo lei in un ufficio di contabilità si scrivono lettere di ringraziamento?�.�Ma�ma se non ho fatto altro?!�.Riprende a ridere ancora più rumorosamente. �Forse il Signor Murray le ha chiesto di scrivere quelle lettere per farle prendere dimestichezza conil computer�.nell�ufficio contabilità si fanno conti, Còrin!�Lettere di ringraziamento�.maisentita una cosa simile.�.Ecco perché le lettere che scrivo sono praticamente tutte uguali. Non ho fatto altro che battere eribattere la stessa identica lettera per un centinaio di volte. Me ne rendo conto solo ora con il sennodi poi. Sarei dovuta arrivarci molto prima. Quando fa per riparlare, faccio altrettanto.�Signor Rylen, vuole licenziarmi?�, allargo le braccia, rassegnata.�Onestamente non lo so ancora.�, mi osserva con un�espressione indecifrabile.�Come non lo sa ancora? Insomma, la smetta di girarci attorno. Ricorda benissimo che ho inviato ilcurriculum della mia amica, quindi per forza di cose sa che non sarò all�altezza di svolgere lemansioni che mi saranno affidate.�.Sospira un paio di volte, poi mi guarda dritto negli occhi.�E lei? Lei ricorda tutto ciò che mi ha detto?�.Scrollo le spalle. Comincio a ricordare fin troppo bene.�Comunque�non l�ho portata qua per parlare di lavoro.�, continua davanti alla mia aria frastornata.La mia mente comincia irrefrenabile a tornare in dietro col tempo. Se non vuole discutere di lavoro,di cos�altro vuole parlare? Abbasso lo sguardo, sperando con tutta me stessa che non si accorga che sono impallidita.�Sarebbe meglio se lasciasse perdere certe sue amicizie.�, il suo tono non ammette repliche. Miguarda sfrontato per qualche istante, aspettando curioso una mia reazione.�Ma, con quale diritto lei�.�.�Oh, non mi venga a parlare di diritto proprio lei che ha mentito spudoratamente nel suocurriculum.�, mi blocca con insolenza. �Allora, li lascerà perdere?�.�Lei non sa niente�, controbatto indignata.�Allora io la licenzio.�.�COSA?�.

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Mi afferra per un braccio. La sua stretta è molto più forte di quanto mi sarei mai aspettata.�Lasci che le dica qualcosa che farebbe meglio ad ascoltare attentamente.�, torna a farsi serio.Lo guardo di sbieco, facendomi attenta.�Le stavo consigliando di evitare quegli altri suoi compagni�ammesso che non voglia passare deiguai seri.�.Resto imbambolata a guardarlo con la bocca spalancata, incerta se colpirlo o meno.�Còrin?�, mi chiama incerto.�Sì?�, dico con voce stridula.Si fa più vicino e mi stringe le mani tra le sue. �Perché, sapendo che non ne sarebbe stata in grado,ha voluto questo posto di lavoro a tutti i costi, da arrivare perfino a falsificare il suo curriculum?�,studia le espressioni mutevoli sul mio viso.Mi stringo nelle spalle, avvampando. �L�alternativa sarebbe stata fare la gelataia al bardell�angolo.�, gli rispondo sincera.Lascia andare le mie mani e si sfrega il volto, visibilmente confuso.�E� solo questo il motivo!�, mi chiede, ma dal tono che ha usato sembra che la sua non sia affattouna domanda. La profonda ruga che gli attraversa la fronte sparisce all�istante. �E di ciò che fa lanotte che mi dice?�.�Ancora questa storia.�, sbuffo alzando gli occhi al cielo.Non so nemmeno più del perché insisto tanto a negare l�evidenza.�Non mi fraintenda, Còrin�.è che sono molto preoccupato per lei. Se non vuol parlarmi, è libera diandarsene.�.Resto immobile.�Ma se rimane��, lascia in sospeso le sue ultime parole. Ha un tono stranamente dolce ma a mesuona comunque falso. ��dovrà ascoltarmi fino alla fine.�, conclude.Rimango paralizzata mentre continua a fissarmi. �Ok, l�ascolto.�, sospiro ormai incuriosita. �Ma dopo questa conversazione mi deve giurare che nonce ne saranno altre. Mai più.�, cerco di prendere in mano le redini di una conversazione che stasfuggendo al mio controllo.Tira un lungo sospiro, evitando di rispondermi, poi mi fissa negli occhi con uno sguardo colpevole esi confida: �Uno di voi non è ciò che dice di essere.�.�COSA?�, rido. �E la polizia sa tutto. Siediti. E� meglio.�, da due colpetti su una delle sedie allineate perfettamenteattorno al tavolo di consultazione.�Come mai lei è al corrente di queste cose?�, indago dubbiosa.�Siete gli autori di svariate risse�.anche a danno di ragazzi ben in vista nella società. E Loverlandè molto piccola�le voci corrono.�.Sento le guance scaldarsi. Le tocco�sono bollenti. �Lei è pazzo!!!�, grido.�Non volevo turbarti tanto.�, si scusa passando al tu. Cerco di recuperare un minimo di lucidità. Penso e ripenso e, quando finalmente i pensiericompongono una trama logica, una lampadina si accende dentro di me.�Lei ha mentito.�, lo accuso, sentendomi immediatamente più rilassata.�Riguardo a cosa?�, mi chiede infastidito.�I miei amici sono esattamente quello che dicono di essere. Lei, sta solo cercando di spaventarmi esono molto curiosa di sapere il perché. Inoltre, non è stata mossa nessuna accusa contro di noi.�.Rimane in silenzio per non so quanti minuti prima di alzare gli occhi sui miei. Indietreggio davantiall�ostilità che trapela dal suo sguardo.�Ancora no.�, sibila. Qualcosa nel suo tono mi porta a credere che la sua sia una minaccia bella ebuona.�La smetta!�, cerco di mantenere un tono di voce deciso.�Può andarsene, ora.�, ripassa nuovamente al lei. �Vorrei ben vedere. Tanto più che le sue famose quattro chiacchiere, dopo essersi trasformate in un

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monologo lungo un�ora, le ha fatte.�.Prima non avevo più scuse per andarmene�ora non ne ha più lui per trattenermi.Annuisce serio. Si volta verso la porta della sala e accenna qualche passo per poi fermarsi. Quandosi volta nuovamente nella mia direzione, sembra essergli tornato il buon umore. Tiene le labbrapiegate in un sorriso soddisfatto.�Còrin. Non ha idea di quanto mi dia sollievo informarla che non ha passato il periodo di prova.�.�Cosa?!�.�E� licenziata.�.�E per quale ragione?�.Non si prende nemmeno la briga di rispondermi.Lo guardo sparire dietro la porta che un uomo, in giacca e cravatta, si è affrettato a tenerespalancata.

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Ti fermerò io.

Avrei voglia di correre, urlare, sfogare tutta la rabbia e l�indignazione che sento.Il viaggio in autobus è abbastanza lungo da permettermi di riflettere un po�. Licenziata dopo appena tre giorni di lavoro! In effetti, se l�analizzo da un altro punto di vista, la scelta del Signor Rylen non è neppurediscutibile. Ho falsificato il curriculum dimostrando ampiamente di non essere in grado di svolgerenessun lavoro che richieda un personal computer e sono pure riuscita ad arrivare in ritardo ungiorno su tre. Quello che non riesco a digerire, è il modo arrogante con il quale Rylen ha deciso diintromettersi nella mia vita. Ha avuto perfino la pretesa di farmi lezioni di morale, cosa che nonpermetto neppure ad Andy.Scendo alla fermata di Marshall Avenue, imbocco la via laterale e mi ritrovo di fronte la mia famosapalestra. Le luci sono ancora accese. Spingo il portone e sbircio dentro. �Ehi! C�è posto anche per me?�, urlo.�Ciao Còrin.�, mi viene incontro il mio allenatore. Ha l�aria cupa e tiene i pugni chiusi lungo ifianchi. �Vieni. Stavo per chiamarti io.�.�Perché? Che è successo?�, mi allarmo immediatamente.Quando i discorsi di Andrew iniziano così, c�è sempre da aspettarsi qualche brutta notizia.Vedo Derryl roteare su se stesso e colpirlo con un calcio ben mirato alla schiena.�La prossima volta tieni la gamba meno alta e le spalle più chinate verso l�interno.�, lo correggo,andando ad aiutare Andrew a rialzarsi. �Allora�cos�è che devi dirmi?�.�Forse non è il caso�.�, lo ferma Derryl.Li osservo corrugando la fronte. E� chiaro che è successo qualcosa, e che questo qualcosa mirovinerà ancora di più la giornata. �La volete piantare, maledizione!�, urlo allarmata. �Dite quello che dovete dirmi e finiamola��, lavoce mi si spezza quando gli occhi mi cadono sul viso tumefatto di Anne.Se ne sta seduta dietro la scrivania, con le palpebre bluastre, le labbra carnose contratte, ricoperte daematomi ancora sanguinanti, le guance arse dalle lacrime e le braccia incrociate sul petto in unapostura che mi fa pensare voglia ancora difendersi da qualcosa, o da qualcuno. Guarda verso di me,ma l�espressione è assorta, come distante. E� presente solo col corpo. Mi avvicino cauta e quando lesono affianco, il suo sguardo resta fisso nello stesso punto di prima. �Anne è stata aggredita in casa sua.�, mi spiega Andrew con un filo di voce.�Oh Dio.�.�Perché non le guardi la schiena?�, mi suggerisce Derryl, asciugandosi il sudore dalla fronte.Faccio il giro della sedia e sollevo la sua maglietta macchiata di sangue. La pelle è lacerata vicinoalle scapole e due grossi tagli le attraversano la spina dorsale.�Chi è stato?�, farfuglio.Andrew mi appoggia una mano sulla spalla, come volesse confortarmi. �Ti ricordi quelle foto che vi avevo mostrato?�.Ricordo perfettamente quando, durante un allenamento qualche settimana prima, avevo individuatodue volti tra le foto segnaletiche della polizia.�Le foto degli assassini di mio fratello?�, chiedo a fil di labbra.Lui annuisce, poi mi spiega: �Anne è convinta che siano gli stessi che l� hanno aggredita.�.Mi affloscio accanto a lei premendomi le tempie.��.non è possibile.�.Andrew accende il suo computer e in breve s�inserisce nel sito ufficiale della polizia. Anne restaimmobile. Respira in rantoli, probabilmente per soffocare i singhiozzi. Ad ogni rantolo ho unsussulto e lo stomaco mi si contrae.

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�Vado a casa sua. Magari sono ancora nei dintorni.�, propongo, colta da un�isterica frenesia.�Innanzitutto calmati.�, mi ordina Andrew, sollevando per un secondo gli occhi dallo schermo.�Calmarmi!!�, sbraito. �Forse non hai capito che��.�No!�, m�interrompe incavolato. �Sei tu, bella mia, quella che non ha capito un bel niente. Adessovai a casa, ti barrichi dentro e continui la tua vita come sempre.�.�E hai il coraggio di venire a dire a me che non ho capito un bel niente? Cosa diavolo stasuccedendo, Andrew?�.�Ho motivo di credere che i poliziotti sospettino di quello che facciamo. Dobbiamo muoverci conmolta cautela. Quindi tu evita di attirare l�attenzione su di te. Stai calma. Vai a lavoro, esci con ituoi amici, vai a fare shopping.�, mi spiega, studiando attentamente lo schermo.�Perché pensi che la polizia sospetti di noi?�, impallidisco.Anne ha uno scatto e i piedi della sedia sulla quale è seduta, stridono sul pavimento. Andrew si alzaper andare a gettare la sigaretta ormai consumata dalla finestra. Poi si volta verso di me e mi guardaserio per qualche secondo.�L�altra notte ero passato nella casa che ho in centro. Verso mezzanotte mi è parso che qualcunostesse tentando di introdursi dal giardino sul retro. Mi sono affacciato alla finestra e ho visto dueche scappavano lungo il mio giardino.�.�No!�, sbotto.�E la cosa più strana è che non sono stato io a farli scappare. C�era una pattuglia davanti al miovialetto. Adesso, dimmi che ci facevano gli sbirri fermi davanti a casa mia?�, si scalda.La mia mente corre veloce a Rylen. Ricordo benissimo di aver detto al mio ex capo, che sono io adandare in giro la notte a malmenare i delinquenti. Non ho fatto il nome del mio allenatore, ne sonosicura. Né di nessun altro. E davanti a casa mia non ho mai visto pattuglie di poliziotti. Strano,davvero strano. Dubito che Rylen abbia fatto delle ricerche sulla mia vita, risalendo ad Andrew. Esulla base di cosa, poi?�Andrew forse io lo so, perché�ho raccontato tutto al mio capo.�, ammetto sgomenta.Continuare a tenerglielo nascosto sarebbe assurdo.�Che cosa hai fatto?�, nella voce, uno stupore che va ben oltre l�ira.�Senti�è lunga da spiegare. So solo che da quando sono stata assunta alla CBM mi sento spiata.�.Quando gli passo i due biglietti, li sento bruciare tra le mani.�Credi sia stato lui a scriverli?�, mi fissa serio. �Potrebbe essere stato lui ad avvisare la polizia?�.�Non lo so.�, scuoto la testa. �Non credo. Perché avrebbe dovuto farlo?�.�Perché gli hai raccontato tutto?!�, s�intromette Derryl, incenerendomi.�Forse c�è comunque un nesso. Vedi, c�è una cosa che ancora non ti ho detto.�, Andrew clicca suuna pagina e resta in silenzio per un minuto, leggendo attentamente. �Ho fatto una piccola indaginesu quei due. Non sono riuscito a trovare il loro indirizzo ma ho scoperto che fino a due anni falavoravano alla CBM. Quando la polizia li ha rilasciati per prove insufficienti, il Signor Rylen li halicenziati su due piedi. Ma tu potresti indagare su di loro. Sono certa che negli archivi troverai i lorodati.�.Le mie sopracciglia si uniscono, in un�espressione di sdegno. �Impossibile! Sono appena statalicenziata.�Andrew fa per dire qualcosa, qualcosa di rabbioso suppongo, a giudicare dall�ombra scura eprofonda che gli attraversa lo sguardo. Poi si blocca, allarga le braccia sospirando e prosegue.�Perché?�.�Per quello che gli ho raccontato.�, gli rispondo inquieta, abbassando istintivamente lo sguardo.�C�era da aspettarselo. Una persona pulita come Rylen, non tiene nella propria azienda deidipendenti che potrebbero in qualche modo sporcare la sua immagine.�, sospira ancora.�Allora vado di ronda.�, ripeto con voce improvvisamente distante.�Nooo!�, mi blocca esasperato.Il mio cuore si ferma per un attimo, per poi iniziare a battere violentemente. �Quei due possonolasciare la città in ogni momento. Magari lo stanno facendo proprio ora.��Ho il sospetto che non lo vogliano fare.�, si rabbuia.

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�Cosa te lo fa credere?�.�Secondo me quei due sanno benissimo quello che facciamo. Probabilmente abbiamo aggreditoqualche loro compagno ed ora vogliono vendicarsi.�.Faccio per controbattere ma il mio telefono si mette a squillare. Guardo sul display e leggo il nomedi Nick, poi mi volto preoccupata verso Andrew, con l�espressione di non sapere che fare.�Rispondi.�, mi consiglia.La mia preoccupazione aumenta, ma controvoglia gli ubbidisco. Cerco di sembrare allegra, ma lavoce mi esce in un tono tombale. �Ciao Nick.�.�Ciao stella, come stai?�.�Molto bene.�, gli rispondo con lo stesso tono tombale.�Ah�, non se la beve. �Senti, l�hai già detto ad Irene?�.�Detto cosa?�, chiedo confusa.�Che ci siamo fidanzati.�.Il cuore smette di battermi per una decina di secondi.�Fidanzati?�, farfuglio, ancor più confusa. �Noi due?�.�Còrin, ti senti bene? Ne abbiamo parlato solo ieri mattina, mentre ti accompagnavo a lavoro.�.Alzo gli occhi al cielo. In tutto questo trambusto mi ero dimenticata di aver accettatoinvolontariamente una sua proposta. Adesso ho capito quale!�Che ne diresti se stasera uscissimo un po� io e te?�, mi propone.�No, ho altro da fa�.�, rispondo di getto.Andrew mi da un violento colpo sulla nuca.�Ok, Nick.�, mi correggo, digrignando i denti. �Ci vediamo stasera. Perché non passi da me?�.�Perfetto. A dopo allora.�, accetta con entusiasmo.Non appena appoggio il telefono sulla scrivania, mi scontro col volto paonazzo di Andrew.�Ma non hai capito proprio niente di quello che ti ho detto, allora! Tu devi continuare la tua vitacome sempre.�.�Va bene, va bene.�, sbuffo. �Ma toglimi un dubbio. Se questi biglietti me li hanno mandati loro�significa che hanno ancora accesso alla CBM e che non dovrei scomodarmi per cercarli. Sarannoloro a venire a cercare me?�.�Fidati. Andranno così le cose.�, mi promette, con assoluta certezza.Un brivido mi percorre tutta la schiena. Mi chino ai piedi della scrivania e afferro il mio bastone.�Che stai facendo?�, mi domanda diffidente.�Mi sto preparando ad accoglierli.�, gli rispondo innocente.Resto con loro nel tentativo di cercare una soluzione, fino a quando il sole nel cielo cambiaposizione, e le prime ombre della sera cominciano a calare su Loverland. Arrivo a casa mia nelmomento stesso che Nick parcheggia la sua auto lungo il vialetto.�Oh, ecco qua la mia principessina. E� stata una dura giornata?�, si china a baciarmi.�Un po�.�, ammetto. �Vieni, andiamo in camera mia.�.Lo spingo con forza dentro la mia stanza e lo faccio accomodare sulla poltrona in vimini. Miaccosto alla finestra per fumare una sigaretta.�Non dovresti fumare.�.Roteo gli occhi, infastidita. Sono già abbastanza nervosa così, senza dover anche sopportare lecritiche dei miei amici. Volendo fare un punto della situazione, ci sono ben troppe cose che stannoandando storte. E al primo posto, ovviamente, è che compaio nella lista di due pericolosissimiassassini. La stessa lista di mio fratello. Non posso non trovare la cosa quantomeno bizzarra. Seavessi un po� di coscienza, andrei a nascondermi sul cocuzzolo di una montagna dedicando il restodella mia vita alla meditazione. �Allora�.non vieni a darmi un bacio?�, mi sorride emozionato.�Nick ecco�.penso che dovremmo parlare di quello che c�è tra di noi.�, gli dico esitante.�Lo penso anch�io�solo che non trovo le parole adatte.�.Che voglia lasciarmi? Ma sarebbe fantastico. �Noi ci conosciamo da tanto tempo��, attacca. �Siamo molto amici.�

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�Già! Troppo amici.�, acconsento.�E siamo abituati a dividere le nostre rispettive emozioni ed esperienze.�.�La maggior parte.�, annuisco ancor più convinta. �Nonostante tutto riusciamo ad andare d�accordo anche da fidanzati.�, sfodera un sorriso teso. �Ma non è la stessa cosa.�.�Sì, hai ragione Còrin. Questa nostra amicizia è tutta sbagliata. Non dovremo più��.Lo zittisco euforica. �Giusto! Perfetto! Hai ragione. Non potevi trovare le parole più adatte perdirmelo.�.Mi fissa stranito. �Ma se non ti ho ancora detto nulla.�.�Ok, sputa il rospo!�, taglio corto, sicura di saper già cosa sta per dirmi.�Io, penso che non dovremo più essere così tanto amici.�.Gli angoli della bocca mi si piegano verso il basso. Volevo solo che la nostra storia finisse, nonaddirittura che interrompessimo la nostra amicizia.�Mi sembra esagerato.�, commento.�Non lo è, te lo assicuro.�, continua a sorridere.Si alza e si avvicina, accendendosi una sigaretta. Tira qualche boccata e poi riprende a spiegarsi,mentre con una mano stringe la mia.�Non possiamo restare amici.�, cerca di convincermi.�Ma dai è assurdo.�.�Ma non capisci? Se restiamo così tanto amici come possiamo vivere insieme?�.�VIVERE INSIEME?!�, urlo.�Sì, vivere insieme. Ci conosciamo da così tanto tempo che non mi sembra un�idea prematura.�.�A parte il fatto che ho diciannove anni e attualmente ogni cosa mi appare prematura,�io credevoche tu volessi lasciarmi.�.Mi abbraccia e mi bacia in fronte.�Ma cosa vai a pensare? Io lasciare te?�.�Sì. Tu lasciare me. O io te�insomma uno dei due lo deve fare.�.�Come?�.Si allontana di un poco per guardarmi meglio in faccia.Ma come fanno certe ragazze a mollare il loro fidanzato? Io mi sento male anche a lasciare unragazzo che non è assolutamente il mio compagno. Cioè insomma, che crede di esserlo ma che nonlo è, che in realtà è tutto un malinteso perché�oh al diavolo, non riesco più a starmi dietronemmeno io. �Nick�questa nostra storia è tutto un malinteso.�, ammetto riluttante.�Un malinteso�.�, ripete con un filo di voce.Mi ritrovo a raccontargli del perché ho accettato quella sua proposta. I sensi di colpa mi fannodimenticare per qualche secondo tutto il resto. �Vuoi un po� di cognac?�, concludo, vedendo la sua aria stravolta.�Un�altra sigaretta magari.�.Ne prendo una dal mio pacchetto e gliela offro. �Còrin�ma perché non me l�hai detto prima al telefono?�.�Eh�ma ti sembra facile dire certe cose?�.�Adesso ho capito. No, Còrin�promettilo! Promettimi che non avrai più timore di me. Non misarei arrabbiato, lo giuro.�.Mi prende tra le sue braccia ed io rimango ad ascoltare i battiti accelerati del suo cuore.�Stella�stellina mia. Finché ci sarò io tu non dovrai mai temere nulla.�.Magari fosse davvero così! Se così fosse, la lunga lista dei miei problemi si dimezzerebbe.�Non sei arrabbiato?�, bisbiglio, sollevando la testa dal suo petto.�Con te mai��, mi rassicura.�Sai che facciamo adesso?�, salto su di giri. �Guardiamo pretty woman e stiamo svegli fino all�albaa chiacchierare.�. �Andata.�, mi sorride senza nessuna voglia di farlo.

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Ovviamente mi addormento ancor prima della fine del primo tempo. Quando apro gli occhi, trovoun suo biglietto posato sul cuscino.

Non sarai un�abile fidanzata, ma come migliore amica seidavvero il massimo

Lo appallottolo tra le mani e di colpo ricordo cosa mi ha svegliato. Mi tolgo le coperte di dosso,infastidita da altri rumori metallici provenienti dal mio giardino. Lancio un�occhiata alla sveglia.Sono appena le tre di notte. Mi precipito verso la finestra e aspetto per qualche secondo che i miei occhi si abituino all�oscurità.La notte avvolge i colori tutto attorno e la mia mente trova un inatteso sollievo nel perdersi. Macome sono arrivata a questo punto? Martin non me l�avrebbe permesso. L�ultima volta che in pienanotte mi sono affacciata da questa finestra, mi stava raccontando della megafesta a casa di StewartFisher e del fatto che si era innamorato di quella cretina di Jenny Robinson. Bastardi assassini! Un rumore sordo interrompe le mie fantasie. Accanto al garage scorgo l�ombra di due uomini che sistanno arrampicando su per la grondaia. Il mio sguardo si sposta lentamente verso l�alto, indirezione della finestra della camera da letto dei miei genitori. La paura mi blocca i movimenti.Resto nascosta dietro alla tenda tenendo comunque lo sguardo fisso su di loro. Con orrore, noto chestanno puntando proprio la camera di Andy e Kristin. Mi lancio in fretta verso la porta della lorostanza. Trovo mia madre rannicchiata in un angolo, avvolta nella sua vestaglia di lino mentre miopadre cerca di coprirla standole davanti. I due sono già dentro.�Scappa Còrin.�, mi ordina calmo, senza guardarmi.�Voi.�, sibilo a denti stretti, riconoscendo immediatamente i due uomini.Con due enormi falcate attraverso la stanza, fermandomi a pochi passi dai miei genitori. Miguardano storditi.Andy mi afferra per un braccio, spaventato dalla mia intraprendenza. Sento la sua mano tremareattraverso la manica del pigiama. Con uno strattone mi libero dalla sua stretta e mi avvicino ai dueancora di qualche passo. Non si sono nemmeno preoccupati di coprirsi il volto. Con una mossa agile, quello più vicino a me, mi afferra per le spalle mentre l�altro mi colpisce conun pugno allo stomaco. Faccio leva sulle gambe e con un salto riesco a scalciare contro di lui,facendolo cadere a terra. Blocco col gomito il pugno dell�uomo che mi sta dietro, mentre con l�altramano gli stringo il braccio fino ad immobilizzarlo.Un colpo alla nuca mi fa vacillare. Intontita e sgomenta, osservo impotente uno dei due avvicinarsipericolosamente a mio padre. Andy scatta in piedi con un�agilità che non sapevo avesse. Negliocchi, un�ira che non riconosco. Credo sia stata propria questa, la causa della sua inattesa reazione.Come il gesto disperato di un animale in gabbia. Perché, quando mi vede precederlo contro i due,torna a bloccarsi terrorizzato.Con una ginocchiata riesco a colpire il coltello del ragazzo di fronte a me facendolo atterrare aipiedi di mio padre che, prontamente, lo raccoglie. Giro su me stessa alzando la gamba finoall�altezza del bacino del mio avversario, irrigidisco i muscoli delle spalle e lo colpisco conviolenza! Il ragazzo cade a terra e rimane immobile per qualche secondo ad osservarmi. Riesco finalmente aleggere del terrore negli occhi. L�impulso di ucciderlo mi coglie impreparata. Con questo pensieroin testa comincio a colpirlo con innumerevoli calci sul volto, sul petto, agli occhi�.non mi fermanonemmeno i suoi lamenti.L�altro si è dileguato veloce, con la stessa silenziosa movenza con cui è arrivato. Qualcosa deveaverlo fatto scappare. �Còrin? Basta così.�, mi dice calmo mio padre. Mi blocca il braccio prima che possa colpirlo ancora una volta. �Ha intenzione di scappare.�, mirassicura con assoluta convinzione.Per un secondo mi volto sorpresa verso di lui, permettendo al ragazzo di sgattaiolare verso lafinestra.

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Come fa a saperlo?Scuoto la testa per non lasciarmi influenzare dalle sue parole ma quando mi volto verso la finestra,vedo le loro sagome in lontananza fuggire lungo la strada.Stringo le mani in pugno, voltandomi furiosa verso i miei genitori. Sono più allarmati adesso diprima.�Tutto bene?�, chiedo a mia madre, accucciandomi di fronte a lei.Uno strano formicolio vicino alle costole mi guida la mano a tastarmi. Quando porto le mie ditadavanti agli occhi, le vedo sanguinare. Quando mi ha colpita quel tale? Sono davvero così abituata aricevere colpi, da non sentirne più il dolore fisico?�Non è niente, state tranquilli. Non fa male.�, tento di rassicurarli.�Dobbiamo chiamare la polizia.�, piagnucola mia madre, avvicinando il volto al mio torace peresaminare da vicino la ferita.�No, tesoro. Niente polizia. Non torneranno più, te lo assicuro.�, sento la voce tranquilla di miopadre alle spalle.�Non avresti dovuto intrometterti��, lo aggredisco.�Nemmeno tu.�, sentenzia severo, sostenendo il mio sguardo.�Dobbiamo andare a prenderci una camomilla. Tutti e tre!�, sentenzio.Una volta in cucina li faccio sedere attorno al tavolo, mentre metto sul gas il bollitore. Mi accendouna sigaretta e comincio a cercare le tazze nella credenza.E� mio padre a rompere il silenzio. �Dove hai imparato a difenderti tanto bene?�.�Frequento un corso d�autodifesa personale.�, mento di getto.�Perché?�, continua con un tono carico di tensione. �Per andare in giro a fare risse?�.Mi scivola il cucchiaino dalla mano. Dello zucchero si sparge sulla tovaglia rossa. �Bevi il tuo tè, mamma.�, lo ignoro, riversando tutta la mia attenzione alle tazze.�So che mi stai nascondendo qualcosa da due anni.�, esclama convinto. �Dimmi cosa!�. Ha ragione lui. Basta con i silenzi, basta con i segreti�.basta, basta, basta.�Papà! Ma cosa credi che ti nasconda? Tornavo a casa quasi ogni notte con i vestiti macchiati disangue, di terra. Ma perché non siete riusciti ad aprire gli occhi? Dopo la morte di Martin vi sietechiusi nel vostro dolore e avete fatto finta di niente. Mi avete ignorata. Totalmente! Tornavo a casacon i vestiti insanguinati e voi niente. Stavo fuori notti intere e voi ancora niente. Solo qualchedomanda, di tanto in tanto, e mille coprifuoco che non ho mai veramente rispettato. Questo non èesserci. Non lo è assolutamente.�.�Ci stai rinfacciando qualcosa?�, m�inveisce contro. Le guance sono color porpora.�No�.solo i vostri errori.�.Mia madre mi stringe la mano, tirando contemporaneamente su con il naso.�Dobbiamo chiamare la polizia.�, mi ricorda.�E come pensi che dobbiamo comportarci noi?�, si informa mio padre, senza badare a lei.�Statene fuori e basta. Continuate a fingere di non sapere, come avete fatto fino ad ora.�, loprovoco.Mio padre scuote energicamente il capo in segno di disapprovazione.Bevo un sorso di camomilla, poi poso la tazza sul tavolo. Non riesco a perdonarmi di come hopermesso a quei due di fuggire.�Non lo farai!�, urla mio padre.Lo fisso sorpresa, corrugando la fronte. �Non farò cosa?�.�Non andrai a cercarli.�.�Ma io non voglio cercarli.�, ribatto sincera.Solo ora mi rendo conto che istintivamente mi sono infilata la giacca. Ho capito di aver intenzionedi andare a cercare quei due solo quando mio padre ha dato voce a questo mio pensiero.�Devo fermarli.�, cerco di persuaderlo, lanciando un�occhiata fuori dalla finestra.Li avevo in pugno ed ora sono di nuovo al punto di partenza.�Li fermerà la polizia.�, prova a convincermi mia madre, allungando la mano per fermarmi. Ma ioho già raggiunto la porta.

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Mio padre mi lancia un�occhiataccia. �Sei davvero convinta di riuscire a fermarli!�, la sua non èaffatto una domanda.�Hanno ucciso mio fratello.�, ringhio con una smorfia. Richiudo la porta alle spalle e mi avvio, camminando lentamente, tenendo gli occhi fissi a terra. E così Andrew aveva ragione?! Sono venuti a cercarmi. E poco importa quali possano essere lemotivazioni che li hanno spinti fin dentro casa mia.Soprappensiero non mi accorgo di essere già arrivata al centro storico.Fisso la strada vuota e buia davanti a me, senza sapere minimamente dove iniziare la ricerca.�Ehi!�, una voce profonda alle mie spalle mi fa scattare. Nel buio non riesco a scorgere nessuno, ma un colpo alla nuca mi fa scivolare in avanti. Mi copro ilviso con le mani mentre scivolo a terra. Mi volto su un fianco per capire da chi sono stata colpita,ma non riesco a vedere ancora nulla. Quando faccio per alzarmi, due mani attorno alla gola mitrascinano verso un vicolo più isolato. Mi lasciano andare solo dopo alcuni metri e, nonostantel�intorpidimento, riesco a balzare in piedi. Credo che la mia ricerca sia già finita. Colpisco alla ciecadietro di me, facendo sbattere il mio piede contro il costato di un uomo che, sotto il mio colpo,indietreggia fino ad urtare pesantemente un bidone colmo di spazzatura.Un altro mi si piazza davanti. Col dorso della mano mi asciugo il sangue colato sulla fronte,studiando bene la posizione dei miei avversari. Affrontarne due in un colpo solo non sarà unoscherzo.Mi ritrovo in piedi, tra i due. Devo cercare di pensare alla svelta, ricordare l�allenamento conAndrew e Derryl, e cercare, questa volta, di riuscire a colpire entrambi.Con movimenti svelti e fluidi roteo su me stessa mirando nuovamente al torace dell�uomo alle miespalle. Con l�avambraccio blocco il pugno dell�altro.E� andata meglio del previsto. Adesso la parte difficile, terminare l�uomo dietro di me. Chiudo lamano in pugno. Quasi senza rendermene conto mi accascio a terra, completamente privad�equilibrio. Una sua gomitata mi ha colto impreparata. Proprio come Andrew due settimane fa.Non riuscirò mai ad imparare quella mossa.Con un calcio mi colpisce al costato facendomi sobbalzare sopra l�asfalto. Sotto i suoi repentinicolpi, riesco ad allungare il braccio fino ad afferrare una pietra. Faccio per colpirlo, ma qualcosa nelsuo sguardo mi blocca. Guardo i suoi occhi diventare due fessure e impiego qualche attimo a capireche la sua espressione non è dolorante, ma agitata. Cerco di seguire la traiettoria del suo sguardo,scontrandomi con un volto che non centra niente con la situazione in cui mi trovo. Sbatto lepalpebre almeno una quindicina di volte, infine mi arrendo. Questa allucinazione non se ne va. Hocontinuamente il volto di Luke davanti ai miei occhi.�Ssssc�.non fiatare.�, mi intima, osservando i due che indietreggiano davanti alla sua presenza.I miei occhi scivolano lentamente sul distintivo scintillate che affiora sul bavero del suo giubbottoscuro e sulla pistola che sta puntando contro di loro.Si piega un momento verso di me per baciarmi sulla fronte...un momento sufficiente da permettereai due di allontanarsi.�Che cosa ci fai qua, Luke?�, gli chiedo in un bisbiglio, studiando ancora attentamente il distintivo.�Ti stavo seguendo.�.Impallidisco. �Seguivi me?�.�Sono un poliziotto. E sono qui per aiutarti.�.�Oh mio Dio��, balzo in piedi. �Allora vuol dire che mi arresterai non appena��.Si lascia sfuggire una risata soffocata.�Sei incredibile. Te ne stai qua, conciata malissimo, la tua vita in questo momento vale meno di uncentesimo bucato�e di cosa ti preoccupi? Di essere arrestata.�.Eppure non riesco a pensare ad altro. �I miei genitori�.��Ora ascolta bene quello che dobbiamo fare�.�.�Dimmelo ti prego.�, lo interrompo. �Devo sapere cosa mi aspetterà una volta che tornerò a casa.�.�Un mare di guai, presumo. Ora per favore ascolta quello che devi fare.�.

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Mi bisbiglia all�orecchio il suo piano ed io resto ammutolita ad ascoltare la sua voce.�Te la senti?� mi chiede infine.�Se sai chi sono e quello che faccio, non dovresti nemmeno rivolgermela una domanda simile.�.Luke si avvicina verso il punto esatto in cui i due si sono nascosti. Con attenzione guarda verso dime.�Psss�.psss�.�, lo chiamo. �Non ce l�hai una pistola anche per me?�.�Non ti darei in mano neanche un bastone.�.Si fa da parte per lasciarmi passare e prima che io riesca ad imboccare il lungo viale, mi bisbiglia:�Ricordati cosa ti ho detto.�.Annuisco. I miei occhi tornano a farsi vigili. Ci siamo. Sto per vendicare mio fratello. Da quantotempo sto aspettando questo momento? Da quanto?Raccolgo da terra un pezzo di vetro e lo punto davanti a me. Quando arrivo in fondo al viale, deidue non c�è più traccia. Resto per un po� col naso rivolto all�insù, tenendo gli occhi serrati. �Tutto bene?�, si avvicina Luke.Improvvisamente e finalmente metabolizzo il distintivo di Luke. Non è il mio ex capoufficio. E� unpoliziotto. Ed io� sono comunque una fuorilegge. Aiutare il prossimo menando delinquenti in giro,cercare di farsi giustizia da soli, erano leggi che andavano bene ai tempi di Babilonia. A Loverlandpurtroppo no. Lo fisso impaurita, non sapendo bene cosa aspettarmi.�Vuoi arr..?�, non riesco a dire il resto della domanda a voce alta.�Scappa.�, mi ordina come mi avesse letto nel pensiero.�Cosa?�.�Corri, scappa. Dirò che mi hanno colpito e che non sono riuscito a riprenderli.�.��.Perché, Luke?�.Mi abbraccia e mi bacia sulle guance. Lo sento tremare.�Mi sono infiltrato alla CBM per indagare su Rylen. Pare non sia un tipo molto a posto. Solo che luimi ha raccontato tutto di te. Non so perché l�abbia fatto onestamente. So tutto di te, sulla tua vita. Esapere non mi lascia indifferente. Avrai sbagliato d�accordo, ma l�hai fatto perché sei un cuore diragazza. Senza di te, molte bambine sarebbero state violentate, molte persone sarebbero statemalmenate ingiustamente, molte altre sarebbero state�.�.�Calmati adesso, Luke.�, gli dico, sentendo un groppo nella gola. Qualunque cosa sia, tento dirimuoverla. �Ho fatto quello che ho fatto, proprio perché doveva essere fatto. E non mi sentoun�eroina. E� un po� come se ti trovi in classe davanti ad un tema senza aver studiato. Lo devi farecomunque, lo devi fare e basta. Tu hai il tuo compito, io ho scelto il mio. Rifarei tutto quello che hofatto. Perché nel suo essere sbagliato è profondamente giusto, mi capisci?�.�Come uomo ti capisco e ti scagiono, ma come poliziotto io�.io non posso.�.Mi lascio sfuggire un ghigno amareggiato.�L�unica cosa che non capisco è il perché Rylen�Insomma lui�perché ha dato così tantaimportanza a me?�, sospiro.�Vai a saperlo!�, si stringe nelle spalle. I suoi occhi tornano a sprofondarsi nei miei. �Ma ora che hoscoperto tutto, voglio che tu resti libera.�.�Luke�.io, non posso scappare. Ti metterei nei guai con i tuoi superiori. E poi mi riprenderebberoin meno di tre giorni. E� una pazzia. Te ne rendi conto?�. �Fidati di me, Còrin. Prendi un aereo, un treno, quello che ti pare. E scappa.�.�Ma��.�VAI ti ho detto. Vattene, non voglio più vederti. VATTENE VIA!�, mi spinge.Non mi piace il bivio che ho davanti a me. Maledizione! Gli lancio uno sguardo febbrile,sentendomi ad un tratto incoraggiata a dar voce a ciò che penso da molto.�Mi sono chiesta tempo fa se fosse giusto quello che stavo facendo. Di primo impatto mi sonorisposta di sì, che era giusto. Ma sai, negli ultimi anni ho imparato ad ascoltare molto bene la miacoscienza e lei non sbaglia mai. MAI! E guarda caso lei mi ha appena detto che non è affatto giustoscappare.�.�Ma perché no? Perché?�, sbraita, scuotendomi per le spalle.

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�Ti metterei solo nei guai.�.Un�ombra appare nei suoi occhi. Quando mi guarda, il colore delle sue pupille si scurisce.�Stupida! Sei una stupida!...Non pensare a me.�.Impiego un minuto buono per rispondere. Non perché non so la risposta, ma perché la sua reazionemi ha lasciata senza parole.�Se io mi trovo in questo guaio è perché ho pensato sempre più agli altri che a me stessa�Non mene andrò, Luke.�.

Dal fondo del vialetto di casa mia posso vedere i miei genitori abbracciati davanti all�ingresso. Sonocosì emozionata che non riesco nemmeno a chiamarli.�Signori Alley�.�, prende voce Luke. �Ecco vostra figlia.�.�Oh mio Dio!!!�, esclama mia madre, correndomi incontro.Ci abbracciamo a lungo, lei con le lacrime agli occhi, io con un�ansia crescente che mi attanaglia lostomaco.Avranno già chiamato la polizia? Li avranno già messi al corrente di quello che Luke ha scoperto?E loro? Cosa gli avranno risposto loro? �Come stai piccolina mia?�, mi chiede Andy, accarezzandomi una guancia. �Ti hanno�?�.�Stai tranquillo papà. Ormai dovresti saperlo che sono fatta d�acciaio.�, mi sforzo di ridere.�Eh già�mi hai perfino salvato la vita.�, ammicca.�L�hai detto questo alla polizia?�, m�informo, stringendo le mani in pugno.Mi lancia uno sguardo d�intesa, lasciandosi sfuggire un sorriso. �Niente polizia.�, e mentre lo dice,si ricorda della presenza di Luke. �Ehm�salve.�, lo saluta ridacchiando impacciato.Mi accorgo che Luke sta trattenendo un sorriso divertito.�Ispettore Luke Murray, piacere di conoscere i genitori di una ragazza così in gamba. Adessoscusatemi ma devo andare a stendere il rapporto. Còrin, ora cerca di riposare tranquilla�.�Ehm, Luke?�, lo rincorro.�Non ringraziarmi.�.�Ah, sì, è vero. Beh, grazie��, mi aggiusto i capelli. �Ma volevo dire un'altra cosa per la verità��,i miei occhi si accendono di sfida. �Il rapporto lo scriverai in centrale o nel reparto contabilità dellaCBM?�. La mia vena polemica non gli sfugge.�Non potevo dirtelo, Còrin. Tu capisci.�.�Beh, quindi siamo pari. Un segreto a testa.�. �Ho capito.�, annuisce lentamente.�Devo parlare con i miei genitori.�, gli spiego, guardando di sfuggita mio padre.�No.�, si rabbuia.�Come no?�, gli afferro un polso. �Loro�sanno. Più o meno.�.Si toglie il cappello della divisa e me lo mette in testa, scrollando il capo in senso di diniego.�Così non va bene.�, sospira. �Non va bene per niente.�.�Cosa c�è che non va?�.Si piega per parlare accanto al mio orecchio. �C�è che le tue labbra sono sempre così distanti dallemie��.Lo fisso incerta. Devo essermi persa qualche passaggio. O magari un intero capitolo. Forse tuttequelle botte in testa mi hanno fatto dimenticare qualcosa per davvero.�Ci sono i tuoi genitori.�, ricorda più che altro a se stesso.Mio padre ci tiene sott�occhio. Sono certa che non gli è sfuggito ciò che Luke mi ha appenadichiarato, perché la sua espressione è tornata a farsi apprensiva. Ora che lo guardo bene, noto cheha la barba incolta e due profonde occhiaie scure. Deve essere stato molto in pena. �Li hai trovati?�, mi chiede Andy, approfittando di una distrazione da parte di mia madre.�Per la verità loro hanno trovato me, comunque sono scappati�.�Li prenderemo, signor Alley. E� una promessa.�, s�intromette nel discorso Luke. �Ora non dovetepiù preoccuparvi di nulla. Beh, sarà meglio che vada adesso. Devo dare qualche spiegazione ai miei

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superiori.�, aggiunge amareggiato.�Luke, vuoi veramente prenderli?�, gli bisbiglio all�orecchio.�Certo, Còrin. E lo farò, stai tranquilla�.�Allora cerca negli archivi della CBM. Quei due erano nel libro paga di Rylen, fino a qualchetempo fa�.�E tu come lo sai?�.�Un segreto a testa, ricordi? Adesso è il tuo turno.�, lo sfido divertita.�Perché non entri un secondo?�, ci interrompe Andy. �Così mi metti al corrente di ciò che èsuccesso.��Volentieri.�, gli sorride.�VOLENTIERI!�, ribatto strillando per l�ansia.�Ma�non dovevi tornare in centrale?�.�Il rapporto può attendere qualche minuto� non ti preoccupare.�.�No, che non può attendere.�, insisto cocciutamente.�Smettila, sarà solo una chiacchierata pacifica, non temere.�.Maledizione. Mi mordo il labbro. Non che non gradisca la sua presenza, anzi. Il punto è che devochiarirmi con i miei genitori e farlo con un poliziotto accanto non è il massimo.Mio padre si mette tra me e Luke, posando le braccia sulle nostre spalle. �Entriamo?�.Ammutolita, osservo la porta di casa. Mia madre ci ha preceduti per mettere sul fuoco il bollitore ela vedo aldilà della finestra posare agitata quattro tazze sul tavolo. Quando facciamo per entrare,Andy si blocca sulla soglia e guarda Luke con espressione tesa.�Hai intenzione di arrestare mia figlia?�, gli chiede tutto d�un fiato.Luke sorride, osservandomi di sbieco. �Io e Còrin ci siamo scambiati una promessa. Non dirò nullaai miei superiori a patto che lei smetta di fare la�pazza!�, le labbra gli si aprono in un ampiosorriso nel pronunciare l�ultima parola.Andy gli stringe la mano. �Grazie di cuore, Luke.�.Poi si volta serio verso di me, facendomi rabbrividire. �Tua madre è convinta che tu frequenti ungruppo di amici piuttosto� irrequieti. Ma io ho capito benissimo ciò che fate.�, sospira col naso,studiando in modo strano i miei occhi. Come a voler leggermi dentro. �Lascia che questa vita lafacciano persone come Luke. E� ora che capisci che non fa per te. E ricorda, dovessi mai accorgermiche continui a frequentare quelle persone� ti fermerò io!�.

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Maturità

�Còrin!�, si lamenta Andrew, mentre col gomito colpisce il mio mento. �Si può sapere a cosa staipensando?�.Retrocedo stordita di un passo. �Vacci piano con quei pugni, sei diventato pazzo?�.�Sei tu che non ti difendi.�, allarga le braccia.Mi passo l�asciugamano dietro al collo. Effettivamente non ho più alcun stimolo. La mia mentevaga in cerca d�equilibrio. L�entusiasmo di aver toccato finalmente la ragione degli ultimi due annidella mia vita si è a poco a poco affievolito, per far posto ad un�incontrollabile paura. Si, ho paura. Non del dolore fisico s�intende, ma di venire scoperta dalla polizia. La rabbia in questi anni è stata la mia adrenalina, il motivo del mio comportamento, incosciente eperfino spavaldo. Ma se venissi scoperta, se Luke venisse meno al suo patto, tutte le mie certezze, ipunti fermi della mia vita, le cose che mi hanno permesso di andare avanti nonostante tutto,verrebbero meno. E non sono pronta per questo. Perché quindi allenarmi, se non ho più la minimaintenzione di partecipare alle ronde? A cosa serve?Alzo il braccio per parare un suo pugno. �Basta così, Andrew!�, lo fisso seria.I miei compagni si voltano verso di me, interrompendo l�allenamento. Mi osservano ammutoliti,aspettando le mie prossime parole.�Basta con l�allenamento?�, mi chiede Andrew, con un filo di voce.�Non far finta di non capire.�, alzo gli occhi al cielo. �Sai bene a cosa dico. Basta.�.Anne si sposta velocemente verso di me e mi afferra la mano. �Ti togli dal gruppo?�, mi domandaangosciata. �Non puoi farlo!�.Come sempre è la prima a capire.�Non posso?�, sbotto. �Guarda che quando abbiamo deciso di formare questo gruppo, non è maistato detto che c�era l�obbligo di farne parte fino alla vecchiaia. Ed ora io me ne vado.�Andrew spinge di lato Anne e mi si para di fronte. Sento il suo respiro accelerare di fronte alla miaespressione decisa. Di colpo scuote la testa, evitando di guardarmi negli occhi.�Ci abbandoni quindi?�, mormora.�Ve la caverete benissimo anche senza di me.�, mento, ignorando i sensi di colpa.�Non dire cazzate.�, interviene Derryl, gettando a terra il suo palo. �Senza di te non ce la faremonemmeno a fermare qualche ragazzino che prende in giro la propria compagna di banco. E adesso tene freghi di noi e te ne vai. Bella amica�.�.�Noi non siamo amici��, gli ricordo aspra. �Lavoriamo insieme e basta. E se volete un consiglio,fate come me. Cercate vendetta in qualche altro modo.�. �Tu non ci lasci così.�, protesta Derryl. �Tu rimani con noi e���Invece se ne andrà.�, lo blocca Andrew, posandogli una mano sulla spalla. �Se è questo che vuole,noi non possiamo fare niente per impedirglielo. Còrin ha ragione su una cosa�nessuno di noi èobbligato a restare nel gruppo.�.Si rimette fronte a me, osservandomi con aria di sfida, ma i suoi occhi, non riescono a nascondere alungo le sue emozioni, e man mano che passano i secondi riprendono a riempirsi della loro naturaledolcezza.�Segui la tua strada, Còrin.�, bisbiglia commosso. �Ti chiedo solo una cosa�.Perché?�.Lo abbraccio sentendo un doloroso groppo alla gola. �L�ho promesso a Luke.�.Sento un suo forte sospiro sbattermi contro la guancia. �Non dimenticarti comunque di noi�.tisiamo molto affezionati. Vieni a trovarci�.non metterci in un cassetto.�.�Te lo prometto Andrew.�, tiro su col naso.Rimaniamo abbracciati ancora per qualche altro secondo poi d�improvviso si scosta e si rivolge con

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tono severo agli altri due. �Rimettiamoci al lavoro. D�ora in poi ci sarà molto da fare.�.Mi strizza l�occhio, mentre retrocedo silenziosa verso l�uscita. Quando alzo la mano in segno disaluto, nessuno bada a me. Lascio la palestra con un senso di leggerezza che m�invoglia a ballareper strada. Adesso posso essere me stessa con tutti. Sono riuscita a dire basta alla violenza, allamenzogna, alla paura, al rischio e a non so quante altre cose. Non so nemmeno come ci sia riuscita,ma l�importante è che adesso sono libera. Libera da tutto questo, da tutto ciò che dicevo di amare, didesiderare, ma che in realtà disprezzavo. Eppure, lo sfarfallio che sento allo stomaco mi ricorda cheprima o poi, questa mia avventata decisione mi porterà senz�altro a provare qualcosa più di unnormale senso di colpa. Ho la netta sensazione che, nonostante tutto, nonostante la promessa fatta aLuke, da qui a poco mi ritroverò comunque a mentire a quella piccola parte di me che non è riuscitaad allontanarsi da questa vecchia palestra. Ma ho bisogno di Luke, di un uomo che mi faccia dire�Basta, fermati!�. E sono troppo egoista per non soddisfare questo mio capriccio. Guardo l�orologio e finalmente riesco a mettere da parte la confusione che ho in testa. Attraverso la strada di corsa e per poco non inciampo nei lacci delle scarpe da ginnastica. Miaffretto lungo le vie del centro e quando arrivo davanti alla centrale, trovo Luke ad attendermi sullagradinata.�Scusami tanto.�, gli vado incontro trafelata.�Non fa niente. Sono appena uscito.�.�Il fatto è che odio arrivare in ritardo.�, insisto.In realtà non me ne importa nulla di giustificarmi, solo che sono talmente emozionata che nonriesco a pensare a nulla di più sensato da dire. �E come mai lo sei?�, mi chiede, improvvisamente sospettoso.�Sono stata da loro.�.�Mi pare di essere stato sufficientemente chiaro su questo punto.�, la sua mascella d�irrigidisce. �Ecredo lo sia stato anche tuo padre. O sbaglio?��Lo so.�, mi stringo nelle spalle. �Ma non potevo certo dargli per telefono una simile notizia.�.I lineamenti si distendono un poco. Mi stringe una mano, sforzandosi di trattenere un sorrisosoddisfatto. �Quindi come d�accordo. Sei uscita dal gruppo?!�.Un altro sfarfallio mi attanaglia lo stomaco. �Sì.�, riesco a dire.�Ti va di venire a casa mia? Abito proprio qua dietro�, mi propone.�Ma non dovevamo andare al cinema?�, gli ricordo. �Non mi va di andare al cinema.�, arriccia il naso.�Beh, allora potremmo��.Posa un dito davanti alle mie labbra per zittirmi. I suoi occhi si sono accesi di emozione. �Hai pauradi venire a casa mia?�, mi chiede divertito.�Io paura?�, cerco di smentire la sua ipotesi.Mi passa il braccio attorno ai fianchi, intanto che ci avviamo lungo la strada. �Non devi averne. Tral�altro, saprai sicuramente difenderti da un mio eventuale corpo a corpo.�, mi stuzzica con unsorriso carico di doppi sensi.Gli lancio un�occhiataccia, ma poi mi ritrovo a ricambiargli un sorriso beota. Infondo, la sua non èassolutamente una proposta. �Sì, saprò difendermi.�, lo sfido, posando la tempia sulla sua spalla.�Perfetto��, ride, fermandosi davanti al portone di un edificio arancio. �Io abito qui. Presumoallora che possiamo salire.�.Annuisco lentamente e lo seguo su per le scale, tenendo lo sguardo fisso sui gradini.Entrando nel piccolo appartamento mi si stringe il petto per l�ansia. La paura sta diventatoingestibile.�Vuoi bere qualcosa?�, mi chiede, aiutandomi a togliermi la giacca. La lascia cadere sul divano,sopra una pila di lenzuola pulite.�Grazie.�, gli sorrido nervosa.Infila la testa nel frigo. �Ho un po� di vino vecchio o�del vino ancora più vecchio.�, mi proponedubbioso.

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�Va benissimo il vino vecchio.�.Versa il prosecco in due calici e me ne porge uno.�Alla nostra.�, fa tintinnare il bordo del suo bicchiere contro il mio.Ne bevo un generoso sorso. Sa di aceto. �Com�è andata al lavoro?�.Luke è talmente concentrato sui miei occhi che per un po� ho il sospetto che non abbia sentito lamia domanda.�Come tutti i giorni.�, mi risponde con una smorfia. �Ho giocato a carte con tre miei colleghi finquando è arrivata una signora a sporgere denuncia. E poi sono uscito per incontrarmi con la miafidanzata.�, mi bacia in fronte.�Una denuncia?�, affilo lo sguardo. �Per cosa?�.Annusa disgustato il vino. �Perché t�interessa?�.�Potrei chiamare And��, le parole mi si smorzano in bocca sotto il suo sguardo furente.�Còrin. Abbiamo fatto un patto.�.�Lo so.�, rispondo innocente. �Ma so anche che la polizia non farà nulla per aiutare quella donna,perciò��.�La polizia sono io.�, m�interrompe brusco. �D�accordo, ultimamente non è che siamo stati proprioun esempio da seguire. Ma mi sto muovendo per migliorare le cose.�.Mi sforzo di bere un altro sorso, poi abbandono il calice sulla credenza, mi alzo sulle punte deipiedi, gli passo le braccia attorno al collo e avvicino le mie labbra alle sue. Restiamo qualchesecondo con gli occhi negli occhi.�Devi fidarti di me. Io non sono come tutti gli altri miei colleghi.�.�Già.�, ribatto acida. �Però mi avevi promesso d�indagare sugli assassini di mio fratello. E inveceoggi hai passato tutto il pomeriggio a giocare a carte.�.�Sto indagando, Còrin. Ma non è facile farlo da solo. Ti prometto che li prenderò.�, bisbiglia,avvicinando le labbra alle mie.Poi le nostre bocche s�incontrano�dapprima timorose, poi sempre più appassionate. In meno ditrenta secondi siamo già sdraiati sul suo lettone, liberi dai vestiti, lontani dalla realtà. �Senti Luke�.�, di colpo blocco le labbra sulla sua clavicola.�Non mi dire che non l�hai mai fatto perché non ti credo.�, mi sorride.�Ooh� smettila di scherzare.�, sbuffo. �Il fatto è che� che� insomma io��.�Tu?�, mi guarda curioso, sollevandosi su un gomito.�Io non�non so fare l�amore.�, ammetto timida.Si alza a sedere per potermi osservare meglio. I suoi occhi si sono accesi di curiosità.�Sì, insomma�ehm�volevo dire che non so fare tante cose.�, continuo.�Per esempio?�, mi chiede, trattenendo a fatica una risata.�Beh�tutte quelle cose strane. Sai�.la donna con le gambe in su e via dicendo��, avvampo.Mi guarda corrugando la fronte, senza capire se sto scherzando o meno. �Le gambe in su?!�, chiedeincerto.�Sì, e anche in obliquo o in laterale�.tu�tu sei più grande e maturo di me e avrai senz�altro piùesperienze mentre io��.Scrolla la testa ridendo. �Giuro�una come te non mi è mai capitata. Le gambe in su�.cose dapazzi!...�, poi torna a farsi serio. �Davvero non l�hai mai fatto prima?�.Annuisco senza alzare altre polemiche e cerco di mantenere la calma mentre le sue labbra si posanosul mio collo. Mi lascio totalmente andare sotto la pressione sicura delle sue mani e gli permetto diguidarmi verso una totale, completa e assurda perdita dei sensi.Quando risollevo le palpebre, la luce penetra dalle persiane socchiuse sbattendo contro il miobraccio nudo. Luke si toglie da sopra di me sistemandosi su un fianco e mi lascio finalmentesfuggire un sorriso. Sbircio verso di lui per controllare ciò che sta facendo, prima di raccogliere imiei vestiti da terra e iniziare ad infilarmeli.�Dove vai?�, mi chiede, abbracciandomi da dietro.�A casa� è tardi�.�Fai l�amore con me e te ne vai così?�, dal suo tono intuisco che è profondamente offeso.

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M�infilo le scarpe e mi aggiusto i capelli.�Ci vediamo domani?�, mi chiede con un filo d�ansia nella voce.�Stasera no?�, mi volto delusa.�Sono di servizio.�, mi spiega sbuffando, mentre raccoglie la mia borsetta da terra. Mi afferra per ifianchi e mi bacia dolcemente. �Còrin.�, studia attento la mia aria tesa. �Non essere così agitata.Abbiamo fatto l�amore. E� stato bellissimo. Sei la mia fidanzata e ti amo. Non c�è niente disbagliato in tutto questo.�.�Lo so.�, annuisco soprapensiero. In questo momento la mia testa è altrove. �E� vero. Non c�èniente di sbagliato.�, concordo con tono tombale.Mi sforzo di sorridere mentre mi accompagna alla porta. Non sono contenta, ma in un certo sensomi sento su di giri. Quasi elettrizzata! Ascolto con attenzione i miei pensieri che si mescolano con leparole appena sussurrate da Luke. Non riesco a capire se mi sento elettrizzata per aver fatto l�amorecol mio fidanzato o se per aver abbandonato Andrew. Ed entrambe le cose non mi soddisfano perniente.Quando lascio il suo appartamento mi accorgo che le mani mi stanno tremando. Spio la mia facciaattraverso lo specchio nell�ascensore. Sono uguale a prima. Forse un po� tesa�Il trillo del mio cellulare mi fa sussultare.�Ciao Còrin�.�, la voce di Andrew è accesa di ansia.�Cosa vuoi?�, sbuffo.�Come sei brusca�volevo solo sapere come stai.�.�Ci siamo visti solo due ore fa.�, alzo gli occhi al cielo. �Comunque sto di corsa. Possiamo sentirciin un altro momento?�.�NO�.! Ecco, io�.volevo chiederti un favore.�.Ecco lo sapevo.�Andrew�.perché ho l�impressione che la mia risposta sarà un secco �no�?�.�Ooh andiamo, Còrin. Non ti avrei cercata se non fosse tanto importante.�.Sbuffo seccata. Ci mancava solo Andrew. �Sentiamo. Cosa ti serve?�.�Ho bisogno del tuo aiuto per stasera�.�.�NO!�, rispondo secca.�Guarda, sarei pure disposto a pagarti.�, insiste.�No, Andrew. No e no. Ti saluto.�.Riaggancio furiosa e resto per un po� a fissare il cellulare. Sembra pesare una tonnellata nella miamano. Mi sento tremendamente in colpa. Non potrei mai sopportare che ad Andrew possa accaderequalcosa per colpa mia. Però ho fatto una promessa e ho tutta l�intenzione di mantenerla. Mentre penso a questo, apro lo sportellino del cellulare.Non mi piace per niente l�idea che si è infilata prepotente nella mia testa. Dovrei pensarci bene,prima di fare quello che sto per fare. Mio Dio, cosa sto per fare? Non posso fare una cosa simile!Non posso. Compongo il numero di Andrew.Lo sto facendo.�Cosa c�è, Còrin?�, mi risponde al primo squillo.Le porte dell�ascensore si aprono.�Senti Andrew� ci ho ripensato.�.

C�incontriamo davanti alla palestra alle dieci di sera. Appena Andrew mi passa un palo d�acciaiovado nel panico, spaventata più che altro all�eventualità che Luke o qualche suo collega possanovedermi.�Hai già controllato che non ci siano poliziotti nei dintorni?�, gli chiedo, guardandomi attorno.�Sono qui già da un�ora.�, mi tranquillizza.�Bene.�, annuisco più calma. �Allora? Cosa mi sono persa?�.�So da fonti sicure che stasera il gruppo di Hamed s�incontrerà al deposito della stazione.�.�E allora?�, mi stringo nelle spalle.�Còrin�va bene che hai tanti pensieri per la testa, ma davvero il nome di Hamed non ti dice

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niente?�, si spazientisce.�Droga?�, azzardo.�Esatto.�.C�incamminiamo lungo la via principale, evitando di proposito quelle secondarie per non correre ilrischio di imbatterci in qualcuno e arrivare troppo tardi al deposito. �Dove sono Anne e Derryl?�, gli chiedo.�Sono già lì che controllano il posto.�.�E� pericoloso�perché li hai mandati da soli?�.�Il nostro lavoro è sempre pericoloso.�.�Il vostro vorrai dire.�, puntualizzo.�Questa sera è anche il tuo.��Hai ragione�.questa sera. Ma mai più, Andrew. Prendilo come un favore personale.�.Camminiamo in fretta senza più scambiarci una parola. Arrivati sul posto intravedo gli altri nostridue compagni nascosti dietro a delle enormi casse di legno. Accenno un saluto con la mano.�Qual è il mio ruolo?�, gli chiedo tranquilla.�Entrerai insieme a me e al momento giusto ti dirò��.�Al momento giusto so da me cosa fare.�, lo interrompo. �Entriamo. Voglio trovare un nascondiglioprima che arrivi Hamed.�.La porta del magazzino è aperta. Strano, raramente la notte vengono fatti lavori di scarico.Prendiamo posto dietro a delle casse simili a quelle che ho visto all�esterno e rimaniamo in attesanel più assoluto silenzio. Intuisco che Andrew è agitato da come continua a grattarsi il polso. Provoa tranquillizzarlo massaggiandogli una spalla, ma la situazione non migliora. Dopo dieci minutifermi nella stessa identica posizione, diventa difficile anche per me non tradire emozioni.�Sei tesa!�, mi fissa nell�oscurità.�Lo so.�.�Stai tranquilla. Andrà tutto benissimo come sempre.�, sussurra al mio orecchio.�Non è questo, Andrew.�, sbuffo. L�idea di aiutarli può avere conseguenze negative. E a pagarle al solito, sarò unicamente io.�E cos�è allora?�, mi chiede premuroso.�Se uno solo di loro riesce a colpirmi, come giustificherò a Luke ematomi o altre contusioni?�,mentre lo dico un brivido mi attraversa la schiena.�Allora è lui il motivo del tuo dietrofront?�.�Diciamo che lui è la scusa che andavo cercando!�, puntualizzo stizzita.�Non occorre che ti ricordi quanto può essere pericoloso un tuo coinvolgimento sentimentale con unpoliziotto, vero?�.�Te l�ho detto. Abbiamo stretto un patto.�.�E�come va con lui?�, mi chiede con un tono aspro.�Fino a questo momento benissimo.�.Lo sento armeggiare con qualcosa sotto la cassa, ma nel buio non riesco a vedere bene cosa stiafacendo.�Mettiti questo.�, mi suggerisce dopo qualche attimo, passandomi un elmetto giallo da operaio.�Io non combatto con quella cosa in testa.�, mi ritraggo inorridita.�Allora buona fortuna.�, alza gli occhi al cielo.Trascorre un�altra buona mezzora prima che arrivi il gruppo di Hamed.Sento in lontananza delle voci accompagnate a dei passi. Nella penombra posso scorgere le figure ditre uomini che si parlano in una lingua incomprensibile.�Stanno effettuando lo scambio.�, bisbiglio ad Andrew, senza perderli di vista. �Cosa facciamo?�.�Possiamo fare solo due cose.�.�Una di queste è scappare.�, commento spaventata. �L�altra?�.�Usciamo insieme�.tra pochi secondi saranno qui anche Derryl e Anne.�, mi risponde.Ci spostiamo con cautela da dietro le casse e ci avviciniamo a quei tre rasentando il muro. Ci dannole spalle, perciò se riuscissimo a non fare il minimo rumore, li potremmo cogliere di sorpresa.

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Quando mi separano solo pochi passi da uno dei tre, con un balzo lo afferro al collo e lo trascino aterra mentre Andrew fronteggia gli altri due.Colpisco la sua mascella con due pugni e lo lascio inerme sul pavimento.Sto per affrontare Hamed, quando un fascio luminoso proveniente dall�esterno illumina le miegambe.Con una capriola mi sdraio a terra, nel punto meno illuminato.�Scappa!!�, mi urla Andrew, correndo verso l�uscita sul retro.I cani della polizia ci stanno puntando, seguiti da diversi uomini in divisa.Scatto in piedi come una molla e corro dietro Andrew. Saranno riusciti a scappare Derryl e Anne? Ci saranno dei poliziotti anche fuori da questa uscitasecondaria?Affretto il passo e mi arrampico su un muretto in pietra ma proprio mentre sto per gettarmi suibinari, una mano mi afferra per una caviglia, facendomi precipitare a terra. Quando mi volto restoimpietrita.�CÒRIN?!�.Sgrano gli occhi. �Luke��.�Ma brava! Bravissima!!!�.�Mi dispiace�.io���Ti dispiace? TI DISPIACE?�, urla furioso.Non appena mi sollevo da terra, un suo violento ceffone mi ci fa tornare immediatamente.Resta ad osservarmi per qualche secondo. I suoi occhi nel buio scintillano di rabbia.�Scappa.�, mi bisbiglia.�Luke�.�.�Fa come ti dico. Tra poco qua sarà pieno di poliziotti e dubito che i miei colleghi saranno cosìclementi.�.Mi alzo nuovamente da terra e retrocedo di qualche passo, senza nemmeno tentare di mettere ordinenella mia testa.Mi lascia andare. Ma so benissimo che per ogni errore c�è un prezzo da pagare. E il prezzo chedovrò pagare io, sarà molto alto.�Addio Còrin.�.�Ti prego�perdonami.�, lo imploro, aggrappandomi al suo braccio.�Mi hai ferito.�, scuote la testa, amareggiato.�Lo so.�.�E sto molto male.�.�So anche questo.�.�Me lo avevi promesso, Còrin.�.�Lo so, lo so. So di aver sbagliato e so come ti senti. Perché non è neanche la metà di come misento io.�.�Se sai tutto, perché sei qui adesso?�, mi chiede. Non mi guarda mai, neanche per sbaglio.�Perché sei tu a non sapere una cosa. Non sai perché l�ho fatto. Luke, questa sera non sarei maivoluta venire qua.�.�Se non volevi farlo non ci saresti venuta.�, ribatte, paonazzo per la rabbia.�Infatti non volevo. Ma se non l�avessi fatto, Andrew avrebbe corso seri rischi ed io non me lasentivo di voltargli le spalle.�.�Con questo stai dicendo che ogni volta che il tuo Andrew ti chiamerà, tu correrai come uncagnolino? E poi chi è? Il tuo capo forse?�.�No, non volevo dire questo. Ho sbagliato, Luke. Hai ragione. Ma avrei sbagliato anche a negare ilmio aiuto ad un vecchio amico in difficoltà. Se gli fosse successo qualcosa non me lo sarei maipotuta perdonare. Ma io ho davvero chiuso con questa vita. Devi credermi.�.�Infatti ti credo.�.�E allora perdonami, Luke.�Ti prego.�.�Còrin�ti ho perdonata nel momento stesso in cui ti ho permesso di parlarmi e di spiegarti.�, la sua

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espressione da seria diviene torva. �Il problema non è questo�Il problema è che non ti amo più.�.Si allontana con uno scatto, dandomi le spalle, senza nemmeno salutarmi. Allo stesso modo mivolto, sentendo l�abbaiare di alcuni cani e scappo via, inghiottita nel buio della notte.

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Allenatrice

E� esattamente una settimana che dormo, su per giù, tre ore a notte. Cioè da quando ho scrittol�ultima lettera a Luke. Lettera alla quale lui, come per tutte le altre, non si è preso nemmeno labriga di rispondere, alimentando così i miei sensi di colpa.�Eccomi qui!!!�, Irene entra nella mia stanza, gettando la borsetta sul letto.�Ho mio Dio Irene!�, le vado incontro per abbracciarla, �Aiutami!�.�A far che?�, mi studia allarmata. �Spiegami cos� è successo. Prima al telefono non sembravinemmeno tu.�.Si siede sulla poltrona in vimini accanto alla finestra e si accende una sigaretta. Le passo ilposacenere.Non mi piace quando mi guarda inarcando le sopracciglia. Non mi piace per niente. Il suo, è unosguardo decisamente troppo sarcastico perché io possa sopportarlo in un simile momento. Non c�èniente di comico nell�essere mollati.�Ti devo parlare, Irene�è una cosa seria.�.�Spara!�.�Tu hai sempre detto che mi avresti aiutata in ogni momento della mia vita e che la nostra amiciziaera solida, vera, di quelle rare per intenderci e che���Còrin! Taglia�cosa vuoi che faccia?�, si spazientisce.Tiro una boccata dalla mia sigaretta per darmi coraggio.Maledizione�ho fumato tanto in questi ultimi sette giorni che la sigaretta non è più sufficiente pertenere a bada il mio nervosismo. Non accetterà mai la mia proposta. L�ho sempre detto che Irene hala testa quadrata e tra pochi minuti me ne darà conferma.�Allora?�, mi incalza.�Ho bisogno del tuo aiuto, Irene.�, bisbiglio �Ma prima rispondi a questa domanda: Hai maiguardato un film giallo?�.Mi guarda corrucciata per un lungo momento. �Fammi capire. Tu mi hai chiamata in fretta e furiaper sapere se guardo i film polizieschi?��Non polizieschi.�, la correggo. �Film gialli.�.�E non sono la stessa cosa?�.�Assolutamente no.�, ribatto convinta.�Vabbé�comunque�.sì�credo di averne visti due o tre quando ero più piccola.�.�Bene!�.L�afferro per le spalle ansimando, guardandola fissa negli occhi. �Irene�cosa ricordi di quei film?�.�Ma che cavolo ne so! Aspetta�fammi pensare�beh�.ecco�ma sì, in una scena si vedevabenissimo il culo di Brad Pitt�.che spettacolo!�.�Maledizione Irene�dimentica per un momento il culo di Brad Pitt��.�E ti sembra facile? Comunque� vediamo� Mah, onestamente non ricordo bene, mi pare�ma sì!Non c�erano forse delle spie o qualcosa di simile? Forse erano detective�.e chi se li ricorda più.Certo�avessero avuto lo stesso culo, me lo ricorderei.�.�Esatto!�, esulto.�No, no, no�aspetta un attimo.�, si divincola dalla mia stretta. �Aspetta, aspetta! Non mi staraichiedendo quello che temo?�.Scuoto la testa annuendo.�Ma tu sei matta!�, sbraita �E chi diavolo dovrei spiare?�. �Luke.�.�Sì, tu sei matta! LUKE è il poliziotto, non io. LUKE spia, indaga, non io o te o�o��, si blocca adosservare la mia espressione angosciata. Sospira seccata, alzando gli occhi al cielo �E va bene.�.�Come?�. Devo aver sentito male.

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�Ho detto va bene.�, ripete, sforzandosi di sorridere. �A questo punto tanto vale che ci sbatti il nasototalmente.�, si stringe nelle spalle fingendosi indifferente.Ah ecco! Volevo ben dire! Irene ha accettato per il semplice gusto di dimostrarmi che lei ha sempreragione. Vuole sbattermi davanti agli occhi la realtà. �Còrin?�, mi chiama. �Quando avresti intenzione di cominciare?�.Guardo l�orologio sulla parete con aria concentrata, rimuginando tra me e me per qualche secondo.�Dunque, fammi pensare�se lui questa settimana ha questo turno� ok Irene, prendi l�orologio.�.�Non ti starai esaltando un po� troppo? Inoltre posso chiedere dove stiamo andando o è di troppodisturbo?�, mi chiede, seguendomi a ruota giù per le scale�.Salgo in macchina in fretta e furia. Non le do nemmeno il tempo di chiudere il suo sportello che giàsono partita sgommando sulla ghiaia del mio vialetto.�Prima tappa�la centrale.�.�Ah sì certo.�, ride divertita mentre beve un sorso di coca cola da una lattina. �Perché secondo te cilasceranno entrare senza problemi in una centrale di polizia�.�E chi ha mai detto che vuole entrare? Noi aspetteremo che lui esca.�.�Ehm�Còrin!? Ho paura a chiedertelo�ma quando finisce il suo turno Luke?�.�Fra tre ore.��E perché diavolo dobbiamo stracene appostate alla centrale per tutto questo tempo? Non bastavache ci fermassimo lì davanti, quando lui finiva?�.Mi volto dubbiosa verso di lei. �Dimmi un po�, Irene. Sei proprio sicura di aver visto dei filmgialli?�.�Non sono sicura fossero proprio dei gialli�però da piccola non mi perdevo una puntata diBeautiful.�, ammicca.�Beautiful?!�, ripeto furiosa.�Stai scherzando? Quel telefilm è molto meglio di un film giallo. Con tutti quei sotterfugi��, sidifende convinta.�Ringrazia che siamo arrivate, se no ti avrei già strozzato�.Posteggio l�auto in un angolo buio e appartato dal quale, però, ho lo stesso la totale visione dellacentrale.�Ok�siamo pronte. Hai sincronizzato l�orologio?�.�Io non l�ho mai avuto un orologio.�, mi sorride innocente.�E io non ho mai avuto la tentazione, come ora, di ammazzarti.�, sbraito. �Si può sapere comefacciamo a sapere con esattezza l�ora precisa in cui Luke uscirà di là?�.�Temo che non servano orologi.�, bisbiglia sgattaiolando rapidamente sotto il sedile.Alzo lo sguardo verso il portone principale della centrale e lo vedo là, sui gradini. Mi appiattisco ilpiù velocemente possibile al sedile e nascondo la testa tra le mie ginocchia sperando con tutta mestessa che Luke non si accorga della mia presenza. Non riesco nemmeno ad immaginare la suaeventuale reazione nello scoprire di essere stato pedinato. Anche se non ci vuole chissà qualefantasia per arrivare da soli a capire che la sua reazione si avvicinerebbe al furioso o giù di lì. Alzodi poco la testa, giusto il necessario per osservare di sfuggita quello che sta accadendo a pochi passidalla mia macchina e quando i miei occhi si spostano alla mia sinistra, s�incrociano con i suoi. Lafaccia di Luke si piazza improvvisamente davanti la mia. Il suo sorriso è ben lontano dal divertito ei suoi occhi che mi osservano in modo cupo, sembrano quasi vogliano incenerirmi. �Ehm�ciao Luke.�, ridacchio nervosa.�Io non centro. Vado a fare una passeggiata.�, s�intromette Irene.�Resti qua signorina.�, la ferma Luke usando un tono perentorio.�Alla faccia dell�angolino buio e appartato�, mi sussurra sottovoce Irene.�Senti Luke�posso spiegarti tutto��, la mia voce non è affatto convincente.�Patente e libretto, prego.�, dice brusco.�Co�come?�.�Le ho chiesto di fornirmi i documenti.�.�Perché diavolo mi stai dando del lei?�, sbotto confusa.

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Il suo sorriso diventa ancor più sarcastico. �Perché sono di servizio. La vede quella telecameralassù?�.Mi volto di scatto e mi accorgo che al muro alla mia destra, proprio sotto il cornicione, c�è undispositivo con una lucina rossa che si spegne e si accende in continuazione.�E��è una telecamera quella?�, ridacchio imbarazzata sistemandomi sul sedile.�Esattamente. I miei colleghi hanno visto la sua macchina parcheggiata qua, nonostante ci sia un belcartello di divieto di sosta e di fermata. Così sono venuto di persona a controllare. Possodomandarvi come mai eravate appostate qua con fare sospetto?�, nei suoi occhi passa un lampo didivertimento.�Beh�ecco. Ehm�non eravamo affatto appostate. Mi ero fermata solo un attimo.�.�Bene. A fare cosa?�, mi squadra.�Niente, ehm�assolutamente niente.�.�E posso chiedere come mai eravate rannicchiate sotto i sedili?�.�Aveva perso un orecchino��, s�intromette Irene. Poi con fare minaccioso si volta verso di me. �Semi arrestano puoi ritenere finita la nostra amicizia.�.Sento Luke alla mia sinistra sospirare nervosamente.�Senti Còrin�non ce l�ho con te. Ma la prossima volta che vorrai pedinarmi, magari non usare latua macchina. D�accordo?�.�Io non ti stavo affatto pedinando!�, ribatto furiosa.�Ne sei sicura?�, alza un sopracciglio.�Ma certo! Per chi mi hai presa?�.�Quindi non eravate ferme in questo punto per spiarmi?�, si rilassa un po�.�Ti ho detto di no!�, insisto sempre più indignata.�Perfetto.�, sorride appena.Lo osservo mentre cerca qualcosa nella sua tracolla. Raccolgo le mie forze e dopo aver tossicchiatoun paio di volte gli chiedo: �Quindi non sei arrabbiato con me?�.�Assolutamente no.�, mi risponde distratto mentre trascrive qualcosa sopra un taccuino. �Scusa ma�cosa stai facendo ora?�.�Eri in sosta vietata. E, visto che non mi avete fornito una spiegazione plausibile per la vostrafermata�ti sto facendo la multa.�.�Stai scherzando?�, chiedo allibita.Non può essere arrabbiato fino a questo punto. Non può! Se Irene non la smette di sghignazzare, lastrozzo sul serio.�Ti sto facendo un grosso favore.�.�Farmi una multa lo consideri un favore?�.�No! Ma almeno non ti sequestro la patente.�, ride.�Vai al diavolo!!!�, incrocio le braccia al petto sprofondando nello schienale.�Devo aggiungere oltraggio a pubblico ufficiale?�, adesso sghignazza. Lo osservo sempre più furiosa mentre mi consegna la multa e parto in quarta senza nemmenosalutarlo.�Senti Còrin�.non prendertela. E comunque io te lo avevo detto che non era una buona idea quelladi pedinarlo.�, mi ricorda Irene con un ghigno.�Ciao Irene�e grazie.�, taglio corto, fermando la Renault davanti casa sua.�Scherzi!!! Grazie a te. Non mi sono mai divertita tanto.�.Le lancio dietro la lattina di coca cola vuota e aspetto che si richiuda la porta alle spalle prima diripartire e imboccare la provinciale nella direzione opposta a quella di casa mia.Quando parcheggio di fronte alla palestra, sono ancora incerta se essere furiosa o triste o entrambele cose.Mi rannicchio sul sedile e giocherello con le chiavi della macchina per qualche minuto, prima dientrare. �Che è successo? Da dove viene quel sangue?�, corro incontro ad Andrew.Mi mostra il braccio e vedo un grosso taglio partirgli dal polso fino al gomito. Aspetto che Anne

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termini di medicarglielo, poi mi siedo accanto a lui e cerco d�indagare.�Allora? Com�è accaduto?�.�Ero con Anne alla stazione. Stavamo cercando di fermare degli italiani che avevano appenamalmenato due turisti inglesi per rapinarli. Ma poi loro hanno tirato fuori i coltelli. Per fortuna chesono intervenuti i poliziotti...ah, a proposito, c�era anche il tuo Luke.�.Mi si contrae lo stomaco.�Li hanno arrestati?�.�Non lo so. Siamo dovuti scappare��.�Avreste dovuto farvi gli affari vostri.�, li ammonisco. �Proprio tu mi dici questo? Senti da che pulpito. Il fatto è che noi tre da soli non��.�Ehi�non cercare di farmi sentire in colpa!�, lo aggredisco.�Tu eri forte.�, continua quasi urlando. �Con te potevamo farcela. Ed ora guarda invece come ciriduciamo.�.Studio Derryl per qualche secondo e mi rendo immediatamente conto che il mio vecchio allenatorenon ha tutti i torti ad affermare che senza il mio aiuto sono perduti. Mi chiedo come siano riusciti asopravvivere in quest�ultima settimana.�Alza quel dannato gomito quando colpisci il tuo avversario, Derryl!�, gli consiglio.Derryl smette di colpire il grande sacco nero che pende dal soffitto e mi fissa infastidito.�Ascolta Andrew.�, mi volto a fissargli il braccio fasciato. Non sono ancora molto convinta diessere�convinta di ciò che sto per dire. �Ho un�idea.�.Mi si avvicina con un luccichio di speranza negli occhi. �Che idea?�.�Non prenderò parte a nessuna ronda e non parteciperò a nessuna rissa. Niente di tutto questo�nonvoglio correre il rischio di essere arrestata proprio dal mio ex fidanzato.�.�E allora cosa farai? �mi domanda Derryl allargando le braccia.�Aiuterò Andrew ad allenarvi. Me ne starò lontana dai riflettori�.nessuno saprà della mia presenza.Se vi beccheranno sarete unicamente voi a pagare. Il mio nome non dovrà mai saltar fuori. In pocheparole, io non esisto. Ma m�impegno ad allenarvi fino a farvi diventare più forti di me.�.�Non lo so��, scuote la testa Andrew. �Certo, insieme potremmo insegnargli molto�ma è anchevero che una settimana che non ti alleni. Avrai perso molto�.��Andrew!�, ribatto scontrosa. �Stiamo parlando di sette giorni.�.Derryl alle mie spalle, approfittando della mia distrazione, mi afferra per la vita con l�intento digettarmi a terra. Gli blocco le mani e con violenza scatto la mia testa all�indietro andando a farlasbattere proprio sul suo naso. Derryl lascia immediatamente la presa, e quando mi volto gli infilouna gamba tra le sue e gli sferraglio un pugno facendolo finire a terra, steso sul dorso. Gli premo lagola calpestandola con un piede e sorridendo compiaciuta resto ad osservare Andrew.�Còrin�.forse gli stai facendo del male.�, interviene lui.�Toglierò il mio piede solo e quando ammetterai che in questi ultimi giorni non mi sono trasformatain una femminuccia.�.�Senza ombra di dubbio.�, applaude soddisfatto. �Però ora, magari�lascialo andare.�.Tolgo il piede e aiuto Derryl a rialzarsi.�Tu�tu..tu sei pazza. Potevi uccidermi lo sai?�.�Autodifesa�sei stato tu a colpirmi per primo ed io sono stata costretta a difendermi! Allora? Chene pensate? Si può fare?�.Andrew mi stringe la mano raggiante, neanche fossimo stati due impresari che stipulano un accordofinanziario e subito a ruota Derryl imita il suo gesto. Me ne torno a casa sentendomi pienamentesoddisfatta. Da adesso in poi non verrò più assalita dal rimorso di non averli aiutati. Darò il megliodi me stessa e solo quando vedrò dei risultati soddisfacenti, potrò davvero sentirmi liberad�abbandonare totalmente il mio passato.

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Complessi

La sera dopo arrivo a casa di Nick piuttosto in anticipo, perciò ne approfitto per aiutarlo a sistemarele cose per la festa. Riempio delle ciotole di porcellana bianca con patatine e salsa messicana e mioffro come volontaria nella preparazione dei cocktail. Era da tanto che non partecipavo ad una delle sue storiche feste�esattamente da quando hocominciato a frequentare Luke. Provo ad immaginarlo con un bicchiere di birra in mano efinalmente mi scappa un sorriso.Improvvisamente un lampo di lucidità attraversa la mia mente, facendomi vedere con più chiarezzala relazione che avevo con lui. Credevo di aver incontrato un super eroe, mentre ora fatico aconsiderarlo un uomo.�Stai pesando a lui, non è così?�, Nick interrompe i miei pensieri.�Nick�secondo te�Luke ed io�?�.�No!!!�, mi risponde, senza farmi terminare la frase.�Ma se non hai sentito nemmeno la domanda!�.�Dico no a priori�.tu e Luke non eravate una coppia�eravate un NO.�.�Ne sei sicuro?�, gli chiedo masticando una patatina.�Diciamo che non sono l�unico a pensarlo.�.Piego le labbra in una smorfia. �E chi sarebbero gli altri?�.�Beh�una sei tu.�.Poso sul tavolo la brocca colma di ponch e resto a fissarmi le unghie, fingendo disinteresse verso ildiscorso che stiamo affrontando.�Beh, poniamo che io sia�come sostieni tu�convinta che la mia storia con Luke sia stata unmacroscopico no. A questo punto non dovrei aver nessun problema a dimenticare e ricominciare lamia vita come se nulla fosse accaduto?! Giusto?�.�Oddio�non proprio.�, mi stringe le spalle con fare fraterno. �Nonostante tutto non sei un cane�hai dei sentimenti anche tu��.�Nonostante tutto? Io ho dei sentimenti!!! Che significa �nonostante tutto�?�.�Santo cielo, Còrin! Non divaghiamo. Sto semplicemente cercando di dire che, per quanto unastoria possa rivelarsi un totale fallimento, quando si arriva al punto di chiudere, per forza di cose unpoco si soffre. E dimenticare non è semplice. Guarda noi due per esempio.�, fa un cenno con lamano tra me e lui.�Che centriamo ora, noi due?�, divento sospettosa.�Dai, Còrin! E su�anch�io ho impiegato il mio tempo per dimenticarti quando mi hai lasciato.�,ammette con aria da cane bastonato.�IO NON TI HO MAI LASCIATO!!!�, sconvolta indietreggio di qualche passo. �Noi�noi nonstavamo insieme veramente�è...è stato�oh mio Dio�speravo che tutto fosse stato chiarito.�.�Ma io ho sofferto comunque.�, mi guarda dritto negli occhi.�Senti Nick, l�hai detto tu, non divaghiamo ok? Dimmi piuttosto cosa deve fare una ragazza perdimenticare il proprio ex.�, cambio discorso.�Per prima cosa non dovrebbe rivolgere questa domanda ad uno che le sta dietro.�, replica.�Tu?...Nick, cerca di capire��, le mie guance da pallide diventano rossastre.�Zitta!�, mi posa un dito davanti al naso, puntando lo sguardo verso le scale in legno che portano alpiano superiore.�Che c�è?�, gli chiedo, voltandomi.�Mi sembra di aver visto un�ombra.�, sussurra, parandosi di fronte a me.Resto ferma per qualche secondo, concentrata nella stessa direzione del mio amico, ma nellapenombra non riesco ad intravedere nulla.�Sei sicuro di aver visto qualcosa?�, chiedo più rilassata.

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�Ho visto l�ombra di una persona spostarsi da quella camera lungo il corridoio.�, indica la stanza daletto dei suoi genitori.�Magari tua madre è rientrata.�, ipotizzo.Arriccia il naso. �Non darei una simile festa se ci fosse anche una sola possibilità che i miei possanorientrare.�.�Allora le possibilità sono due: o ci stanno facendo uno scherzo o è entrato qualcuno in casa tua.�,rabbrividisco. �Spostiamoci in cucina, togliamoci dalla sua traiettoria�.metti che è armato��.Mi segue ammutolito lungo lo stretto corridoio che separa il salotto dalla cucina. Apro il cassettodella credenza cercando di fare il meno rumore possibile ed estraggo due coltelli. Me ne infilo unotra i jeans e la cintura poi mi volto verso Nick e gli lancio l�altro�Oh mio Dio!!!La lama gli passa a qualche millimetro dalla spalla destra, andando a conficcarsi nello stipite dellaporta. Nick mi guarda con gli occhi sgranati e con il labbro inferiore che gli trema notevolmente.Ho dimenticato totalmente di non essere con qualcuno del gruppo di Andrew�impensabile che unapersona fuori allenamento possa avere i riflessi per afferrare un coltello nel modo in cui l�holanciato.�Gesù�per poco non mi ammazzavi.�, impreca, rigido.�Mi�mi dispiace.�, estraggo con forza il coltello dalla porta e glielo passo con cautela. �Oraascoltami bene. Lo sai usare?�.�Temo di no�cioè il principio dovrebbe essere��.�Taci!�, gli tappo la bocca con la mano. Rizzo le orecchie, concentrandomi su ogni rumore. �Mi èsembrato di sentire dei passi. Senti�usalo solo se necessario�lo Stato può accusarti di omicidioanche se dichiari che hai agito per autodifesa. Piuttosto�.sai colpire bene con un pugno?�.�Ma certamente!�, risponde con aria di sfida.Alzo gli occhi al cielo esasperata.�Colpiscimi!�, gli indico la mia mascella sinistra.�Ma sei pazza?�, chiede sconvolto.�Voglio essere certa che non mi sarai d�impiccio. Se dovrò difendermi non potrò nello stesso tempodifendere te. Ora, fammi vedere di cosa sei capace�sbrigati, non c�è tempo.�.�Senti Còrin, davvero, non posso.�.Un rumore più forte alle mie spalle mi fa irrigidire. Dallo sguardo sconcertato di Nick, intuisco chenon siamo più soli. Mi volto di scatto e mi ritrovo faccia a faccia con un uomo dalla grossacorporatura. Il volto è nascosto dietro un passamontagna scuro.�Non fate un solo passo.�, ci ordina con voce roca.�Ch�che co�sa vuoi?�, balbetta Nick, indietreggiando.�Da te proprio niente.�, gli risponde, lanciando a me uno sguardo voluttuoso.�Ma davvero?�, ribatto con un sorriso. �Vediamo se sarai capace di farmi divertire.�, avanza verso di me.�Fermati!�, esclama il mio amico. �Sono armato.�.Gli mostra il coltello, puntandoglielo contro con mano tremante.�Nick, stai calmo��.L�uomo di fronte a noi sbuffa poi, senza preavviso, lancia verso il mio amico il suo coltelloseghettato. Riesco ad impugnare la lama al volo, proprio mentre si sta avvicinando pericolosamentealla faccia di Nick.�Bei riflessi! E questo dove diavolo l�hai imparato?�, mi chiede Nick, mentre mi prende per unbraccio trascinandomi verso la porta d�ingresso.�Te lo spiegherò�.corri!!!�.Sento la presenza dell�uomo alle spalle mentre stiamo per raggiungere la porta blindata.Maledizione! Inciampo nel tappeto del salotto e capitolo a terra. L�uomo ne approfittasovrastandomi sotto il suo peso.�No Còrin!!!�.Nick si blocca e resta pietrificato con la mano sulla maniglia della porta, in bilico tra la tentazione

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di scappare e quella di soccorrermi.�Vattene!!!�, impreco mentre cerco di liberarmi.�Vuoi restare a guardare?�, sibila divertito l�uomo mentre cerca di baciarmi il collo.�Lasciala!�, urla sconvolto Nick scagliandosi contro noi due.All�altro basta una gomitata per far rotolare Nick a terra.�Eccoci a noi due�.�Faresti meglio ad asciugarti la bava alla bocca.�, rido tranquilla.Lo colpisco alla fronte con una testata, creandomi così l�opportunità di sgattaiolare da sotto il suocorpo. Balzo in piedi con uno scatto, lo afferro per le spalle e gli sferraglio una ginocchiata nei dentifacendolo rovesciare all�indietro.�Ora sbaverai per altre ragioni.�, ridacchio osservando con boria la sua bocca sanguinata. �E oraalzati�.sempre se ce la fai�.�Fanculo��, mi risponde biascicando e sollevandosi sul gomito.�Offese a parte��, ribatto stringendogli la mascella con una mano, �Hai esattamente 20 secondi peruscire da questa casa. E meno di un�ora per lasciare la città.�.Resto ad osservarlo mentre, barcollante, si alza sorreggendosi al tavolo imbandito per la festa e loseguo attentamente con lo sguardo fino a che non raggiunge la porta d�ingresso.�Un momento!�, esclamo. Il ragazzo si blocca all�istante, irrigidendo i muscoli della schiena. �Nonpenserai davvero che creda tu sia entrato qui dentro per me?!...Svuota le tasche.�Lascia cadere sul pavimento diversi ori appartenenti alla madre di Nick, poi se la da a gambe dopoavermi lanciato un� ultimo sguardo minaccioso.Nick, con fare titubante, si avvicina alla finestra per controllare se quell�uomo se ne sia veramenteandato e, dopo essersene accertato. mi abbraccia sospirando un paio di volte.�Ti sei fatto male cadendo?�, gli chiedo divincolandomi dalla sua stretta.�Un po� al braccio�ma passerà in fretta. Tu piuttosto, ti sanguina la fronte�.vado a prendere ildisinfettante.�.Si allontana verso il bagno ma lo blocco stringendogli il braccio.�Che cosa c�è?�, gli chiedo teneramente.Scuote la testa con fare pensoso, poi guardandomi dritto negli occhi sospira. �E� solo che non�behinsomma, è piuttosto imbarazzante per me.�.�Imbarazzante? Perché lo pensi?�.�Senti Còrin�.siamo amici da anni, e da anni io non faccio altro che proteggerti, viverti accanto,selezionare i tuoi fidanzati�.in un certo senso ti ho fatto da guardia del corpo. Ed ora, davanti adun vero problema, se non fosse stato per te��, allarga le braccia per farle poi ricadere pesantementelungo i fianchi. �Se tu non fossi stata qua�se al tuo posto ci fosse stata Irene, io non avrei potutofare nulla per aiutarla. E per un uomo questo è molto imbarazzante.�.�Non volevo infrangere le rigide regole maschili. Capisco che per un uomo essere difeso da unadonna non sia proprio il massimo�Se sei d�accordo potremmo sempre dire ai nostri amici che seistato tu a��.�Vado a prenderti il disinfettante.�, taglia corto.�Nick?!�, insisto.�Smettila Còrin�, alza la voce. �Non m�interessa quello che potrebbero pensare i nostri amici ariguardo. Non voglio dire di essere stato io�.non è questo il problema.��E allora qual è?�.�Il problema è che io sto guardando la mia migliore amica. E non riesco a vederla! Tu non seiCòrin! O almeno, non sei la Còrin che conosco. E questo cambia tutto. Ero abituato a comportarmicon te quasi come se fossi tuo padre ed ora è tutto diverso. Come dovrei parlarti ora?�.�Come hai sempre fatto?�, gli rispondo incerta con un�altra domanda. Non capisco dove vogliaarrivare.�Ah già�certo!�, sbuffa. �Immagino tu sia ansiosa di sentirti chiedere se hai bisogno di aiuto!�Resto a guardarlo silenziosa intanto che mi volta le spalle e non riesco a spiaccicare una parolamentre annaspa all�interno dell�armadietto dei medicinali alla ricerca di un disinfettante.

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Quando mi tampona la ferita con il cotone imbevuto in un liquido rosa, sento il bruciore spandersiper tutta la fronte e stringo i denti.�Non dirmi che ti spaventi per un taglietto alla fronte? �mi deride. Gli blocco il polso costringendolo ad allontanarsi dalla mia ferita con quel maledetto pezzo dicotone.�Senti Nick�.io non sono una super-donna. Sono come tutte le altre.�, gli spiego usando un tonodolce ma ugualmente fermo. �D�accordo, non sono il tipo di ragazza tutta coccole che si impauriscedavanti a qualche piccolo problema o a qualche situazione estrema. Ma per tornare alla domandache mi hai posto prima�.sì! Ho bisogno di continuare a sentirtelo dire.�.�Dire cosa?�Voglio che continui a chiedermi se ho bisogno del tuo aiuto, se ho bisogno di essereprotetta�.perché sì, Nick, dopo un�intera giornata trascorsa a difendere gli altri, sento il bisogno diavere anch�io qualcuno che si prenda cura di me. Ho bisogno di questo perché mi da forza�perchéio da sola non potrò sempre farcela. Per tutto questo tempo è stata dura fingere con tutti, ma ora soche potrò contare su di te e per farlo non dovrò essere quella che in realtà non sono. Non sonoun�eroina, non sono imbattibile ma non sono neanche indifesa�sono Còrin. Còrin e basta!�.Si china lentamente verso di me accarezzandomi le guance.Cosa sta facendo? Che DIAVOLO sta facendo???Non può volermi baciare! E� come voler dire al mondo intero �io sono un cretino��.è come se unragazzetto qualunque ci provasse pesantemente con Uma Thurman versione Kill Bill sperando diuscirne indenne.�Ma sei impazzita?�, impreca cercando di rialzarsi dall�interno della vasca. �Mi hai quasi staccatola testa dal collo.�.�Tu sei impazzito! Ed ora non venirmi a dire che sono diversa perché ti tiro un altro pugno.Qualunque altra donna ti avrebbe colpito se tu avessi provato a baciarla così a brucia pelo.�.�Baciarti?�, domanda stranito mentre riesce finalmente a rialzarsi dalla vasca da bagno. �Còrin�ionon volevo baciarti. Stavo semplicemente controllando il graffio che hai sulla fronte.�.�Ah�beh questo non potevo intuirlo.�, ridacchio arrossendo.�D�accordo non potevi saperlo ma se vogliamo essere precisi, le ragazze normali colpiscono almassimo con uno schiaffo, non con un destro.�.�Ok�mi dispiace Nick!�, tento di scusarmi seguendolo per quasi tutta la casa. �Cambia qualcosa seti dico che non lo farò mai più?�.�No.�Si ferma ad osservarsi allo specchio dell�entrata di casa e resta ammutolito nel vedere la mascellagonfiarsi pian piano.�Fra tre o quattro giorni non si vedrà più niente.�, lo riassicuro.�Come fai tu?�.�Come faccio a fare cosa?�.�A non lasciarti mai colpire in volto.�.�Sono stata colpita parecchie volte se proprio vuoi saperlo.�.�E non ti mettevi a piangere dopo?�.�No. Ma in compenso gli disintegravo le nocche.�, gli spiego innocentemente.Mi guarda scioccato, incerto se credermi o meno.�Solo�solo per evitare di essere colpita ancora.�, mi giustifico.�Ok�d�accordo. Lasciamo perdere, non voglio sapere i dettagli macabri. Dimmi piuttosto comefacevi a nascondere i lividi.�,�Ah quelli?�.Apro la mia borsetta e ne estraggo un piccolo contenitore scuro. Lo apro e glielo mostro.�Correttore dell�ultima generazione. Nasconde qualunque imperfezione�se vuoi te lo presto e�OH MIO DIO!!!�.�Che succede?�.�Stenterai a crederlo��.

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�Che cosa?�.�Quell�uomo��.�E� ANCORA QUI!!! �, urla sgomento, guardandosi attorno.�Mi ha rubato il portafogli.�, rido dandomi una pacca sulla fronte.La sua espressione si rilassa immediatamente. Con la coda dell�occhio vedo nel piazzale davanti casa la macchina di Irene. �Stanno arrivando iprimi.�.�Per fortuna che Irene non è arrivata cinque minuti fa.�, commenta.Il suono del campanello mi fa ragionare in fretta.�Senti, Nick.�, lo afferro per un braccio mentre sta per aprire il portone. �Mi dispiace non avercreduto nelle tue capacità.�.�Ti sei difesa. Punto e basta.�, scrolla le spalle.�Ed io invece non sai quanto avrei voluto che per una volta non dovessi fare tutto da sola. Quando tiho detto scappa, non hai idea di come avrei voluto essere al tuo posto. A me nessuno mai dice discappare ed io�io sono umana. Sono uguale a te. Forse con un po� più d�allenamento, ma sempreuguale a te ed ho paura.�.�Paura?�, mi chiede sbigottito. � Paura di cosa?�.�Paura Nick, tutto qui. Ogni volta che devo affrontare un combattimento, ogni volta che arriva lachiamata di Andrew��.�Andrew�il tuo allenatore?�, chiede incerto.�Già proprio lui. Ogni volta�ogni maledetta volta sento le gambe irrigidirsi e il cuore che cominciaa martellare come un pazzo nel mio stomaco. Per più di un anno sono uscita di casa la sera dicendo:ciao mamma, ciao papà�e sapevo che quello poteva anche essere un addio. E non c�era nessunoche mi diceva�dai Còrin, non tremare, ci sono io qua con te�Il campanello suona ancora una volta.�Irene sa?�, mi chiede.�Le ho raccontato qualcosa, quando sono uscita dal gruppo.�.Si blocca per un istante facendosi pensieroso. �Prima hai parlato come se volessi tornare a fare latua vita di prima o sbaglio?�.�Io non li ho mai lasciati veramente.�, incrocio le braccia sul petto guardando il suo voltotrasformarsi. �Anche quando non ero più presente�non lo so�è come se la mia testa non si fossemai staccata totalmente da loro.�.�E di Luke che mi dici?�, se ne salta fuori a bruciapelo.�Luke? Che c�entra Luke con questo?�.�C�entra! Secondo me sei uscita dal gruppo�posso chiamarlo gruppo, non è vero? Insommasecondo me è stato per lui, per poter vivere la storia con lui che hai smesso di frequentare quellepersone.�.�Non lo so.�, sospiro confusa. �So solo che sono legata a loro. Non li amo più di quanto ami te oIrene. Il fatto è che se non li stimassi al punto da considerarli una mia seconda famiglia,equivarrebbe a non fidarmi di loro. Sono disposti a sacrificare la loro vita per me�.se qualcuno miprende alle spalle ho la certezza che Derryl o Anne o Andrew sono dietro di me pronti a sfidarechiunque abbia tentato di attaccarmi. A costo di subire quello che potrebbe capitare a me.�.�Non riesco a seguirti.�, mi risponde mentre apre il portone.�Ed è proprio questa la tua fortuna. Perché se non mi capisci significa che nessuno ti ha maiaggredito o colpito in pieno volto con�che ne so�con un asse di legno.�.�Ti hanno colpita in volto�.????�, urla. �Te l�ho già detto Nick. Ricordi? Il correttore magico�, poi riprendo con calma. �Non sonoSuperman. Non ho super poteri. Non vivo all�interno di un film dove, terminata la scena di lotta, latruccatrice mi toglie dal volto le macchie di sangue finto.�.�Ciao ragazzi.�, urla Irene spalancando la porta di casa. �E� già iniziata la festa?�, ci chiede,notando qualche bicchiere caduto a terra.�Io�io devo andare.�, dico senza pensarci su.

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Il discorso che ho fatto con Nick mi ha schiarito le idee. Nick si volta male verso di me. �Dove deviandare?�.Gli lancio un�occhiata colma di sottintesi, pregando che come ha già fatto in passato, siasufficientemente pronto a tenermi il gioco.�La malattia di mia nonna questa sera si è aggravata.�.

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Il primo sguardo

Aspetto qualche minuto prima di entrare nella palestra. Dalle finestre protette dalle inferriate,sbircio i miei compagni allenarsi uno contro l�altro.Tiro un profondo respiro e mi avvio lungo il corridoio.Appena mi vedono si paralizzano in mezzo alla sala.�Che ci fai qua?�, mi viene incontro Andrew.�Chi di voi è di turno stanotte?�, gli rispondo con un�altra domanda.�Nessuno di noi.�, si fa avanti Derryl.�Non sono in grado di svolgere la loro attività da soli.�, mi spiega Andrew, notando il miodisappunto.�D�accordo�.cominciamo?�.�Che dobbiamo fare?�, domanda Anne ancora ansimante.�Ho pensato di venire ad allenarmi con voi.�, sorrido. �Spero non vi dispiaccia.�.Mi accuccio a terra invitandoli a fare altrettanto, poi stendo sul pavimento un grande foglio sulquale nel pomeriggio avevo provveduto a stampare la mappa della città. Estraggo dalla borsetta unpennarello rosso e comincio a cerchiare dei quartieri.�Partendo da questo punto, quanto impiegate ad arrivare in quest�altro?�.�Non lo so�.�, ipotizza la mia compagna. ��forse una ventina di minuti, su per giù.�.�Anche trenta.�, continua DerrylScuoto la testa in segno di diniego e resto ad osservarli per qualche secondo.�Dovrete farcela in dieci minuti al massimo. Noi non siamo persone normali nonostante cerchiamodi vivere un�esistenza simile a quella delle altre persone. Abbiamo fatto una scelta�e questa sceltac�impone di avere delle capacità superiori a quelle di altri. Dobbiamo avere più forza, più resistenzafisica e più coraggio. Se dovessi chiedere a te, Derryl, di alzare con una mano quella panca laggiù�ci riusciresti?�.�Peserà almeno trenta chili��, prende tempo.�Se dovessi alzarla per difenderti?�, insisto.�No Còrin, non ne sarei capace.�, ammette.�Ed è questo il fatto. Io voglio portarvi al punto che non dobbiate più dire di non essere in grado difare qualcosa. Perciò oggi lavoreremo sulla potenza delle vostre braccia.�.�Ok, combattiamo.�, balza in piedi Derryl�Aspetta!�, lo blocco con un cenno della mano. �La potenza non si misura solo in combattimento.Ponete che dobbiate entrare in una casa ma la porta è chiusa�.lottereste con la porta?�.�Certo che no�io proverei ad aprirla con un coltello o con una forcina per capelli.�, suppone Anne.�Almeno, nei film funziona così.�.�Ma qui siamo nella realtà, e nella realtà chi è all�interno della casa non è così idiota da stare adaspettare te che traffichi con la serratura dell�ingresso.�.Mi alzo in piedi e mi dirigo verso l�uscita. Faccio tensione sull�anca sinistra e scaglio con foga unapedata al centro del portone che si scardina cadendo all�indietro. Un boato rimbomba tra le paretidel corridoio e si alza una piccola nuvola di polvere.�Vedete?! Ho impiegato meno di tre secondi ad eliminare un ostacolo davanti a me. Ora,immaginate cosa succederebbe se il mio piede andasse a sbattere con la stessa potenza sullostomaco di qualcuno�.Raccolgo le mie cose personali appartandomi con un Andrew ancora esterrefatto.�Io questo non te l�ho mai insegnato.�, bisbiglia. �Chi ripaga la porta, adesso?�.�Insegnalo a loro. Io ora, è meglio che vada. Siamo tutti qui ed è meglio che almeno uno di noi vadaa fare un giretto per Loverland.�.�Andrai tu?�, mi chiede bloccandomi la strada.

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�Andrò io.�.�Quindi sei tornata a tempo pieno?�, continua eccitato.�Non lo so�, scuoto incerta la testa.M�infilo la giacca e il berretto di lana.�Ciao Andrew.�.�Stai attenta.��Di questo non devi preoccuparti.�.

Avevo dimenticato quanto fosse noioso e freddo camminare lentamente per le vie della città durantela notte e soprattutto durante il gelido inverno. Quest�anno è arrivato molto in anticipo. Sono esattamente due ore buone che cammino su e giù per le strade più buie senza incontrare animaviva e onestamente spero di dover affrontare qualcuno prima di congelarmi totalmente. Di colpo, il trillo del mio cellulare sovrasta il rumore di alcuni passi dietro le mie spalle.Osservo il display lampeggiante, poi sollevo gli occhi al cielo.�Ciao!�, rispondo battendo i denti.�Dove sei?�, mi arriva la voce di Nick.Mi guardo attorno per trovare un punto di riferimento. �Onestamente non lo so.�.Davanti a me, s�innalzano i muri grezzi di qualche vecchia casa signorile e poco più in là, vedosbucare dai tetti arancio qualche pino con la punta innevata.�Dovrei essere in qualche quartiere vicino alla stazione. Questi vicoli sono peggio di un labirinto.�.�E che ci fai là tutta sola?�.�Prova ad indovinare.�.�No, senti Còrin�non voglio.�, nella sua voce c�è molta ansia.�Non vuoi cosa?�.�Non voglio che riprendi a fare la vita di prima. Non posso andare a dormire col pensiero che sei làda sola ad affrontare chissà che pericoli.�.�Ma quali pericoli?! Qua non c�è nemmeno un cane e��.Una mano si appoggia con forza alla mia bocca e una voce che somiglia ad un sussurro mi parlaall�orecchio.�Dammi la borsetta.�, sento dal cellulare la voce di Nick che mi chiama ma non posso rispondergli.Mordo il palmo della mano di quell�individuo, liberandomi così la bocca.�Certo�come no?�, ribatto ironica.Premo la mia schiena sul corpo del rapinatore e afferrandogli il braccio col quale mi stringe il collo,lo sollevo da terra e lo faccio precipitare ai miei piedi. Con un�agilità inaspettata balza in posizioneeretta e cerca di colpirmi al volto. Mi abbasso schivando il suo pugno teso e faccio un balzoall�indietro per evitare un calcio.�Allora? Avevo proprio bisogno di scaldarmi un pò�, avvicino il ricevitore alla bocca senza perderedi vista l�uomo. �Un momento solo Nick. Risolvo questa questione e sono tutta tua.�.Infilo il cellulare nella tasca della giacca dimenticando di interrompere la telefonata e scaglio unpugno nello stomaco del mio avversario, facendolo indietreggiare di un passo. E� maledettamenteagile e veloce, inoltre incassa molto bene i miei colpi. Mi colpisce alla mascella con due pugniconsecutivi che mi stordiscono per qualche attimo, ma il terzo riesco a bloccarlo. Gli afferro il polsoe gli immobilizzo il braccio il tempo necessario per colpirlo ripetutamene al naso con le mie nocchearrossate dal freddo. Si affloscia a terra gemente e colgo l�occasione per allontanarmi. Arrivata incima alla stradina, prima di voltare l�angolo afferro il mio cellulare e riprendo la conversazioneinterrotta.�Dicevi Nick?�.�Che cos�è successo?�, sbraita tra il furioso e il terrorizzato.�Niente�solo un gentiluomo che aveva il desiderio di passare la notte disteso sull�asfalto. Aspettaun momento.�.Retrocedo di qualche passo e controllo la situazione.

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�Ce n�è un altro?�, mi chiede ansimante.�No, no. Controllavo se era ancora con la faccia a terra.".�E���Sta leccando il cemento.�.�Còrin, ascoltami. So che sei molto forte. Ti ho già vista in azione ed ora hai fatto fuori�oh mioDio, parlo come un criminale�insomma, hai fatto fuori un delinquente mentre parlavi al telefonocon me ma��.�Ma�?!�.�Sei stata tu a dirmi che volevi sentirti ancora protetta da me, giusto?��Perché ho paura di sentire quello che stai per dirmi?�, il mio tono fa trasparire il fastidio che questaconversazione sta cominciando a provocarmi.�Ascoltami bene�ti ho difesa per tutto questo tempo. Sono stato e sono tuttora il tuo miglioreamico, la tua spalla. E non ti permetterò di andartene ancora una volta da sola alla mercé di pazziche vogliono derubarti o peggio ancora ucciderti.�.�Nessuno vuole uccidermi�non sono mica Mata Hari!�, scherzo per sdrammatizzare. Nick è uncaro ragazzo e so che si comporta cosi per il mio bene. Ma a volte��Non scherzare col fuoco. La prossima volta verrò con te. Tu da sola non ci andrai più a costo diandare io stesso a discuterne con Andrew.�.�Ci parlo da sola con Andrew�e comunque non ho bisogno di nessuno.�.�Tu hai bisogno di un uomo forte che ti protegga le spalle.�.�Può darsi.�.�Hai bisogno di me.�, continua.�CHE COSA???�.�Parlerò con Andrew.�.�Ti sbagli. Tu non parlerai con nessuno perché questo discorso è assolutamente�.Nick?...Nick?...�.Ricompongo frenetica il suo numero ma deve aver staccato addirittura la batteria dal suo cellulareperché non squilla e non sento nemmeno la voce registrata dirmi che è irraggiungibile.Ma che si è messo in mente di fare? Il buon samaritano? Il salvatore delle anime perse?Andrew penserà che ho degli amici folli. Mi tranquillizza sapere che d�altra parte non gli permetterànel modo più assoluto di mettere in atto questa sua pagliacciata.Torno di corsa sui miei passi, ricomponendo il numero di Nick circa ogni due-tre minuti.Per quanto mi sforzi di convincermi che non lo troverò, ho paura ad entrare nella sala degliallenamenti.Poi certamente perderà tempo per trovarla. Ha solo dei vaghi indizi. Che stupida! Adesso ricordo la conversazione al college:�E dove si trova?�

�Sai la vecchia scuola di danza Eloise?�.

�Dove andava Irene da piccola?�.�Esattamente�.Come potrei giustificarmi con Andrew? Se Nick è davvero venuto qua per proporgli la sua ideabislacca sarà certamente infuriato. Socchiudo il portone della sala e drizzo le orecchie. Riconoscoimmediatamente la voce del mio migliore amico e corro col cuore in gola fino alla stanza dove cialleniamo.Andrew mi viene incontro con un gran sorriso. �Ti stavamo aspettando.�.Ignoro Andrew e proseguo verso Nick con passo spedito. �Che ci fai tu qui?�.�Beh�te lo avevo detto che sarei passato.�.�Quindi tu lo sapevi?�, s�intromette Andrew.�Sta zitto tu!�, lo blocco alzando di scatto un braccio nella sua direzione.�Sono contento di aver finalmente conosciuto il tuo secondo mondo.�, continua allegramente il mioamico allargando le braccia come ad abbracciare l�intera palestra�, Andrew mi ha mostrato questoposto�.carino.�.Si sposta da me, come temesse di venire colpito da un pugno e si avvicina ad Andrew ridacchiando.

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�Si può sapere che ti dice la testa?�, lo interrogo quasi urlando. �Tu non puoi venire qua e sperareche la tua idea��.�Perché no?�, mi blocca.�Perché è assurdo. Non ne saresti in grado. Senti Nick�, mi calmo un po� quando gli stringo lamano. �Capisco perché lo fai. E ti ringrazio tanto per questo. Sei davvero da ammirare. Ma sulserio, non ce né bisogno. NOI non ne abbiamo bisogno.�.�Scusa se mi permetto Còrin, ma è qua che sbagli.�, interviene amareggiato Andrew. �Tu mi staidando un grande aiuto con gli allenamenti, ma Derryl e Anne un allenatore lo avevano già. Alnostro gruppo mancava un compagno�tu te ne sei andata per cui.�.�Ma cosa devo sentire? Al gruppo mancava qualcuno con delle grosse capacità, non un novellinoche non sa neanche come difendere se stesso.�.�Còrin��, continua a spiegarmi, ��noi stavamo bene quando c�eri tu. Poi ci hai lasciati ed è statauna grossa perdita. Diciamo che Derryl e Anne hanno ancora molta strada da fare e che moltoprobabilmente non arriveranno mai ai livelli miei e tuoi. Io da solo non ce la faccio più�hobisogno di un�altro compagno e il tuo amico fisicamente non sembra essere messo male.�.�Che diavolo centra il fisico? Non devo certo ringraziare i miei muscoli se sono ancora viva. Ecomunque se questo è il problema�e sia! Tornerò al vostro fianco�più battagliera di prima senecessario. Ma lui�, indico col dito il mio amico, �ne resta fuori.�.Osservo Andrew andare a sedere sulla panca degli esercizi e restare a fissare il soffitto per qualchesecondo mentre Nick si siede al suo fianco neanche lo stesse seguendo come un cagnolino. Checosa si saranno detti mentre non c�ero?�C�è una cosa che hai dimenticato, Còrin.�, mi spiega veemente Andrew mentre si sdraia sullapanca incrociando le braccia dietro la nuca. �Qui il capo sono sempre stato io. Sono stato io aproporti di unirti a noi tre e sono sempre io che conduco la baracca qui. Le decisioni spettano a me ele regole le stabilisco io.�.�Ma che stai dicendo?�, bisbiglio allucinata.�Sto dicendo che io in questo preciso istante ho valutato i pro e i contro di questa situazione.Riaccolgo te nel mio gruppo ma non posso lasciarmi sfuggire l�occasione che mi sta proponendo iltuo amico.�.�Non ti basto io?�.�Sì�fino a due settimane fa ti avrei risposto di sì. Ma ora la situazione è cambiata. Chi mi assicurache tu non ci lascerai di nuovo?�.�Ero fidanzata con un poliziotto�non potevo rischiare.�, mi giustifico indignata.�Non lo so Còrin.�, sospira.�Oh andiamo Andrew! Comunque la rigiri questa storia rimane assurda. Nick ci sarà solod�impaccio.�.�Ti ringrazio.�, ribatte offeso Nick.�Non te la prendere, ma ti ho visto l�altra sera a casa tua e permettimi di dirti che tu non sei ingrado��.�Nemmeno tu lo eri prima di cominciare.�, mi blocca con foga.�D�accordo�vedo che non vuoi capire.�, lo squadro con aria di sfida. �Tira un pugno sul volto diAndrew.�.�Che cosa?�.�Tiralo senza fare tante domande.�, sbuffo.�Ma�ma�, balbetta imbarazzato. �Non posso farlo�stavamo chiacchierando allegramente fino aqualche minuto fa.�.�E come farai ad allenarti?�, gli chiedo ironica. �Userai un manichino?�.Nick si convince e si mette eretto con fare orgoglioso davanti ad Andrew, che lo osserva restandosdraiato.�Fa solo attenzione a non colpirmi l�orecchio�ho un timpano perforato.�, lo raccomanda restandoimpassibile alla scena.�E non avere paura di fargli male�incassa molto bene.�, continuo. �Su�fammi un po� vedere a

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che livelli sei.�.Nick tira un forte respiro poi gli sferra un ridicolo rovescio sulla mandibola. Andrew resta immobilenella sua posizione senza quasi spostarsi di un centimetro.�Maledizione Andrew�.�, mi lamento allargando le braccia. �Adesso forse vorrai darmi retta.��No.��Ma non ti ha nemmeno spostato. Qua stiamo parlando sul serio di un novellino alle prime armi.Una sola sera là fuori e lo ammazzano, credi a me.�.�So che gli vuoi molto bene.�, si rialza massaggiandosi la guancia. �Perciò sarai tu ad allenarlo.�.�IO???�.�Sì, proprio tu. Sono più che sicuro che farai in modo che non corra dei pericoli. Tu hai un interessein più per trasformarlo in un combattente e per questo so che non fallirai.�.�E se rifiutassi?�, lo sfido.�Lo allenerò io.�, mi risponde come se fosse la cosa più naturale e scontata del mondo.Non ho mai avuto la tentazione così forte di picchiare qualcuno. Nick non ha neanche la più vagaidea del guaio in cui si è voluto cacciare e tanto per cambiare l�unica che andrà a rimetterci sarò io.Ho una gran voglia di strozzare entrambi.Corrugo la fronte con fare pensoso mentre cammino avanti e indietro, cercando una soluzione.�Ho una controproposta da fare a tutte e due.�, alzo lo sguardo su di loro.�Sentiamo.�.�Allenerò Nick�ma sarò unicamente io a decidere quando sarà in grado di accompagnarmi durantele ronde.�.E ovviamente non lo sarà mai! �Accordato.�, si compiace il mio allenatore prima di voltarsi verso Nick. �Sei pronto? Direi chepotreste cominciare anche subito. Io sarò di ritorno tra qualche oretta�vado ad accertarmi che adDerryl non serva aiuto.�.�Prontissimo!�, esclama il mio amico gongolante.Ora gli farò pentire di essere venuto qua.Decido di partire con dolcezza. Magari gli farò un lavaggio del cervello come fanno i Marines e luitornerà a voler fare il ragazzo normale.Lo faccio sedere accanto a me sul pavimento, poi lo invito a chiudere gli occhi ed a rilassarsi.�Oggi faremo principalmente teoria�.ti spiegherò le basi che stanno��.�Serve una teoria per combattere?�, mi interrompe strabuzzando gli occhi dallo stupore.�Sì Nick, serve una teoria.�. rispondo seccata parlando molto, molto lentamente.Devo mantenere la calma. Non riesco a credere che sto spiegando a questo idiota l�arte delcombattimento corpo a corpo.�Non amo dilungarmi troppo su certi argomenti ma ti darò qualche suggerimento�Vediamo unpo��Per combattere servono innanzitutto delle qualità. La più importante: l�istinto; poi, in ordined�importanza vengono l�astuzia, l�agilità, la forza e il coraggio.�.�Ma il coraggio non dovrebbe essere in pole position?�, mi chiede interessato.�Vedi Nick�il coraggio lo acquisterai col tempo. E anche quando ti sentirai forte come un leone,prima di uno scontro sentirai le gambe tremare, verrai colto dalla tentazione di scappare�a volteanche di piangere. Partiamo dall�istinto quindi�che istinti hai tu?�.�Fare sesso fa parte degli istinti?�, mi chiede d�un tratto.Lo osservo indignata per un momento, cercando di capire se sta scherzando o se fa sul serio.Il sesso! Sempre uguali gli uomini�stavamo parlando di cose molto importanti tipo lasopravvivenza e lui se ne spunta fuori con che cosa? Col SESSO!!!Neanche fosse l�essenzaindispensabile per mantenersi in vita.�Sto parlando seriamente.�, lo rimprovero. �Sto parlando dell�istinto di sopravvivenza e mi augurotu ce l�abbia o un�ora là fuori e sei morto. Comunque, passiamo al secondo punto: l�astuzia. Esserefurbi non significa solamente ingannare il proprio avversario, piuttosto far credere a lui di esserediverso da come ti presenti in quel momento.�.Mi guarda stralunato come faceva quando anni fa provavo a spiegargli la geografia, così mi alzo in

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piedi e mi dirigo verso la porta.�Che cosa vedi?�, gli domando infine.�Vedo�una porta, te, le tue scarpe col tacco e��.�Nick!�, esclamo esasperata alzando gli occhi al cielo. �Come mi vedi! Cosa vedi di me.��Vedo una ragazza con la coda che sta in piedi davanti a quella porta.�Chiudo gli occhi e respiro profondamente cercando con tutta la mia forza di resistere alla bramosiadi strozzarlo. Recuperato il sangue freddo, cerco di spiegarmi come si fa con un bambino di cinqueanni.�Tu ora stai vedendo una ragazza indifesa�SOLA�vestita in modo piuttosto appariscente e il tuoistinto ti suggerisce una sola cosa.��Il mio istinto mi suggerisce di farmi questa ragazza.�, avanza arrossato in volto.�Anche!!!�, gracchio esasperata.Ora lo strozzo sul serio.�Ponendo che tu non mi conosci affatto e quindi non immagini neanche lontanamente che io possaessere più forte di te�che cosa fai?��Ci provo?��MALEDIZIONE NICK!!!!�, sbraito rossa in volto. �Sei un assassino, uno stupratore, un ladro,chiunque diavolo voglia essere tu. Mi stai guardando e vuoi farmi del male. Vedendomi così, sola,indifesa�che cavolo faresti? Mostramelo!!!�.Si avvicina titubante tossicchiando per l�imbarazzo.�Ehm�se sei d�accordo, proverei a fare lo stupratore.�.Infine prende coraggio e mi posa pesantemente la mano sul fondo schiena. Lo schiaffo violento daparte mia lo fa scivolare a terra.�Ma che ti salta in mente?��Ma�ma, Còrin! Sei stata tu a chiedermi di mostrartelo.�, si tasta la mandibola.�La vuoi smettere? Stai prendendo tutto troppo alla leggera.�, lo ammonisco. �La mia astuzia inquesto contesto, consisteva nel farti credere che ero indifesa mentre in realtà��.�Ma questo io lo sapevo già.�, mi ferma.Mi inginocchio di fronte a lui guardandolo dritto negli occhi. �Ricorda Nick. Ricorda sempre questeparole. Quando tu avanzerai verso il tuo avversario, dovrai avere sempre un passo sicuro, fermo eveloce. Dovrai ostentare coraggio e sicurezza anche quando te la starai facendo sotto dalla paura enon dovrai mai distogliere lo sguardo dal suo. Mai! Dovrai fargli credere di essere più forte di luianche se la maggior parte delle volte non è così�dovrai portarlo a temere la tua sola presenza.�.�D�accordo.�, annuisce convinto.�Basta teoria per oggi�cominciamo con la pratica. Alzati!�.Ci spostiamo verso il centro della sala e restiamo uno di fronte all�altro, incapaci di cominciare.�Inizia tu!�, mi propone.�A te l�onore.�, gli dico con un teatrale gesto della mano.�Allora comincerei con un destro.�.�Ma non me lo devi dire�.oh.�Il suo calcio mi ferisce agli stinchi e per poco non mi fa ruzzolare a terra.�Volevo vedere se ci cascavi.�, ridacchia.�Gesù.�, sospiro socchiudendo gli occhi.�Non ti ho fatto troppo male, vero?�.�Certo che mi hai fatto male. Che cosa credi? Che sia fatta di ferro? Forza dai, combattiamoseriamente.�.Iniziamo l�allenamento e dopo dieci minuti la situazione mi è ben chiara. A Nick manca tutto:tecnica, velocità, forza, strategia. Non ha nemmeno il tempo di pensare che mossa mettere in attoche io già lo precedo colpendolo a tradimento. Lo lascio scaldare per qualche minuto per poibloccargli le mani.�Ti dirò un trucco. Per acquistare forza, devi rubarne al tuo avversario.�.�E come?�.

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�Tirami un pugno qui, sulla guancia.�.Ubbidisce senza polemizzare. Mentre sta per scagliare il cazzotto su di me, gli afferro il polso e lotrascino verso la mia destra facendolo cadere a terra.�Così ho sfruttato la tua forza. Ho usato tutta la potenza che avevi impiegato per colpirmi, perrivoltarla su di te.�.Alzo la gamba e gli poso dolcemente il piede sul collo, restando ferma ad aspettare una suareazione.�Che cosa faresti ora?�, gli domando, senza lasciargli il tempo di riprendere fiato.�Comincio a pregare?�.�Afferrami la caviglia e ruotala in senso orario.�.Cado a terra distesa accanto a lui sentendo un male incredibile alla spalla.�Ok�la tecnica lascia un po� a desiderare ma almeno non sei morto. Ma ti ci vuole più rapidità,Nick�, mi rialzo lentamente. �Un�altra persona non ti avrebbe lasciato il tempo di ragionare sul dafarsi.�.Detto questo faccio un balzo ed evito che un palo mi colpisca alle gambe. Mi volto e mi trovo facciaa faccia con Andrew.�Bei riflessi.�, si complimenta.�Ti avevo sentito entrare.�.�Come procede il novellino?��Migliora.�, alzo un sopracciglio. �E là fuori?�.�Non c�è un�anima. Derryl e Anne se la possono cavare benissimo da soli. Nell�evenienza hanno iltuo cellulare.�, poi sposta lo sguardo verso il mio amico. �Hai già combattuto con la numero uno aquanto pare.�.�Ci ho provato.�, risponde contrariato alzandosi finalmente da terra.�E� più forte di quel che pensavi, ammettilo!?�.�Molto più forte.�, ammette scuotendo la testa con fare rassegnato. �Mai visto una donnacombattere in quel modo.�.�Non ti lasciare suggestionare.�, Andrew si lascia sfuggire una smorfia. �E comunque sabato sera lavedrai in azione.�.�Aspetta un attimo!�, mi faccio avanti furiosa. �Eravamo rimasti che IO avrei deciso quando luisarebbe stato pronto. E un allenamento non mi pare proprio sia sufficiente.��Ovviamente no. Ma osservare direttamente sul luogo potrà tornargli utile.�. �Puoi scordartelo. Non mi importa se sei tu il capo.�. �Allenalo Còrin��, Andrew mi si fa accanto. ��o avrai un amico in meno molto presto.�.�Vado a casa. Il coprifuoco è scaduto da venti minuti.�, sospiro.Mi avvicino all�uscita senza degnarli di uno sguardo e quando arrivo alla mia macchina sento deipassi alle mie spalle.�Còrin aspetta!�, mi urla Nick.�Che c�è?�.�Volevo�volevo ringraziarti per tutto quello che stai facendo.�, si avvicina e mi prende le mani trale sue. �Non voglio che tu pensi che lo sto facendo per complicarti la vita. Io ti voglio bene�te nevoglio più di quanto tu possa immaginare.�.Resta ad osservarmi per un po� con uno sguardo perso nel vuoto, poi si passa le mani tra i capellifolti e ripete con un po� d�imbarazzo.�Io ti voglio bene.�.�Anch�io te ne voglio. Ed è solo per questo che non mostro entusiasmo per la tua assurda decisione.Ora vai a dormire�è già l�una di notte.�.�Vuoi che venga a casa con te? Potremmo guardarci la fine di Pretty Woman.�, mi propone.�Sarebbe bello ma�i miei genitori.�, replico scocciata.Da quando mio padre ha scoperto ciò che faccio, non fa altro che pedinarmi per tutte le stanze e,cosa più terribile, ha anticipato di due ore il coprifuoco. La scorsa notte è addirittura passato incamera mia per controllare se fossi veramente al mio posto e si è permesso di frugare tra i cassetti

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della mia scrivania. Probabilmente era alla ricerca di qualche scalpo o di qualche cadavere perconfermare così i suoi sospetti�fondati tra l�altro�sulla mia seconda vita. Avevo tenuto gli occhiserrati per tutto il tempo che si era soffermato in camera mia anche se la tentazione di aprirli erastata forte. Avrei voluto alzarmi dal letto e fermarlo, cacciarlo dalla mia stanza e obbligarlo apromettermi che non lo avrebbe mai più rifatto, ma poi avevo deciso a malincuore di continuare afingere di dormire�anche quando mi aveva dato un bacio casto sulla fronte. Infondo�.se io avessiuna figlia, molto probabilmente farei la stessa identica cosa. Avevo sbirciato solo un secondo percontrollare che non trovasse nascosto sotto il letto il mio bastone da combattimento, ma quandoavevo sbirciato dall�orlo del mio piumone avevo visto solo la sua ombra elegante spostarsi verso laporta. Dovevo essere proprio stanca quella sera perché avevo avuto la sensazione che mio padrefosse cresciuto mostruosamente in altezza.Mi infilo dentro l�abitacolo e in un attimo arrivo a casa.Quando varco la soglia trovo i miei genitori addormentati sul divano in una posizione piuttostoscomoda. Salgo le scale di legno in punta di piedi per non svegliarli�strano che non mi abbianoaspettata come tutte le altre sere.Entrando in camera mia un sospetto mi assale subito. Sento la rabbia salire velocemente fino afarmi pulsare le tempie. L�hanno fatto di nuovo! Hanno aspettato che uscissi di casa per intrufolarsinella mia stanza. Mi sciacquo velocemente la faccia prima di infilarmi il pigiama di flanella espazzolo energicamente i miei capelli lunghi, poi ritorno in camera con la ferma intenzione dirileggere almeno un�altra decina di volte i due strani e minatori biglietti che mi avevano tenutasveglia notti fa. Mi siedo cavalcioni sul letto stringendo il primo biglietto.Prima che riesca a leggere la seconda parola un rumore proveniente da fuori mi distrae.Mi avvicino con furia alla finestra e per poco non cado all�indietro per lo spavento. Due occhiaccesi, immersi nell�oscurità, mi fissano minacciosi e sorpresi allo stesso tempo. Restano fissi su dime mentre indietreggio di qualche passo tenendomi una mano davanti alla bocca per impedirmi diurlare. Non riesco a riconoscere niente di quel viso celato dal buio se non quegli occhi puntaticontro di me somiglianti a due piccole fessure. Riesco a leggerci l�odio che stanno provando versodi me. Per quanto ci stia tentando, non riesco a distogliere i miei dai suoi.�Ch�chi sei?�, riesco a dire con voce rotta.Poi è questione di un attimo�l�uomo scompare dalla mia visuale con la stessa velocità di un felinoe quando spalanco i vetri è già scomparso dietro l�angolo della casa. Si è mosso con una velocitàsconcertante, lasciandomi impietrita. Retrocedo ansimante verso il letto, cercando di metterechiarezza nella mia testa. Che diavolo voleva da me quell�uomo? Perché non mi ha aggredita?Perché si è scomodato tanto per arrampicarsi fin qua su senza portare a termine il suo scopo? Esoprattutto, perché ha fatto in modo che io lo vedessi?Mi addormento con la sensazione che i suoi occhi siano ancora nascosti dietro ai vetri della finestraad osservarmi.

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Se la mia anima

non fosse così forte,

lui se la prenderebbe�

Se non mi fossi

trasformata in fuoco,

il suo calore mi scioglierebbe�

Se la sua voce

fosse capace di ipnotizzare

anche il cuore,

sarei persa�

Ogni volta che mi guarda,

solo allora,

mi perdo totalmente�

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Qualcosa da imparare

Come al solito, né la logica né il buon senso sono riusciti a persuadere Andrew. Né tanto meno lemie suppliche. La sua capacità di rovinarmi i sabato sera sta raggiungendo picchi elevati. Mentre lamia vita sociale, sta precipitando sotto lo zero. Non capisco perché debba essere sempre io ad uscirein perlustrazione ogni volta che organizzano una festa al Twenty One. Passeggio infuriata per una strada alla periferia del centro, tenendo il volto nascosto il più possibilesotto la pesante sciarpa e alitando sulle mie dita congelate e arrossate dal freddo. Porto con me unpalo lungo quasi un metro e mi sento piuttosto ridicola quando due passanti mi guardano come fossiimpazzita. Mi rendo conto che non capita tutti i giorni di incontrare per strada, di notte, una ragazzatutta sola che passeggia armata di bastone. Camminando, ripasso mentalmente l�ultimo allenamento e ogni tanto do una rapida occhiata allemie spalle per accertarmi che Nick non mi abbia seguita. Svolto in una stradina circondata da file e file di vigneti spogli e secchi e mi perdo per qualcheistante ad osservare la luna piena che rischiara col la sua luce bianca e pallida la campagna attorno ame.Sbircio per l�ennesima volta dietro di me. E� stata dura convincere Nick a non accompagnarmi. Ma poi si era schierato dalla mia parte ancheAndrew, ed essendo lui che comanda, non ha lasciato al mio amico una sola possibilità percontrobattere alla mia testardaggine di andarmene da sola.Di colpo, ai bagliori fiochi della luna si uniscono gli abbaglianti di una macchina spinta a velocitàverso di me. Faccio un balzo da parte per evitare di essere investita e mentre mi volto, vedo che ilveicolo sta facendo inversione di marcia, stridendo le ruote sull�asfalto. Sebbene l�istinto misuggerisce di correre, le mie gambe restano paralizzate, incollate all�asfalto. Socchiudo gli occhi pernon lasciarmi abbagliare dai potenti fari che mi puntano. Mi si rizzano i peli sulle braccia quando, aseparare il mio corpo dal telaio scuro, sono rimasti meno di due metri. Una vampata di adrenalinami scuote dallo stato di assoluto shock un istante prima che il muso dell�auto si schianti su di me.Sento il fischio stridente di una frenata mentre salto di lato. Cado con tutto il peso del corpo sullaspalla, sprofondando tra le foglie secche e umide di terra. La ruota posteriore del veicolo si arresta ameno di una spanna dal mio naso.Mi sollevo su un gomito e sbatto le palpebre tre volte per mettere a fuoco il volto del ragazzo chesta scendendo dall�abitacolo. Il respiro mi si blocca in gola per qualche secondo appena riconoscogli occhi di ghiaccio che l�altra notte mi avevano spiata dalla finestra della mia stanza. Il ragazzo,vestito con un cappotto nero, con lentezza, passo dopo passo, si dirige verso di me. Raccolgo il bastone e scatto in posizione eretta. Rilasso il corpo e spingo una gamba in avanti,tenendo il ginocchio a piombo sul collo del piede. Davanti a questa mia posa di difesa, scoppia inuna fragorosa risata divertita.�Vuoi combattere finalmente!�, ringhio, stringendo il mio palo.�Sono incerto.�, la sua voce è molto calda, come quella dei doppiatori che si sentono nelle soapopera. �Non so se è già arrivato il momento di ucciderti.�.�O per te di morire.�, ribatto, retrocedendo di qualche passo.Per un lungo momento i miei occhi restano incollati sul suo volto tanto perfetto, da risultareinquietante. Cammina ondeggiando come fluisse per aria e il suo portamento elegante ricorda quellodei modelli. Scrollo di poco il capo per obbligarmi a distogliere gli occhi dal suo volto così completo, cosìassurdamente meraviglioso, da non farlo sembrare nemmeno reale. Ma non ci riesco.Quando giunge a pochi passi da me si arresta per osservarmi un poco, tenendo le labbra piegate inun sorriso mordace. I suoi occhi mi stanno come ipnotizzando e sono incapace di distogliere i mieidai suoi. Provo ad indietreggiare ancora, ma il cuore è l�unico muscolo che ubbidisce agli ordini del

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mio cervello.Mi colpisce con un pugno tanto violento da farmi volare all�indietro di un metro. Cadopesantemente a terra e istintivamente mi copro il viso con le mani, in attesa del colpo seguente. Una manciata di secondi dopo, sbircio tre le fessure delle mie dita e lo vedo immobile, a qualchepasso da me, come a volersi godere appieno la scena.�Spero di non averti fatto troppo male.�, piega le labbra in una smorfia.Non ho mai ricevuto un pugno con la medesima potenza. Resto stordita qualche altro secondo primadi recuperare la forza necessaria per drizzarmi. Di fronte a lui mi sento incredibilmente piccola eindifesa, ma tento ugualmente di restare calma.Sto cominciando a rimpiangere di aver insistito così tanto per andare di ronda da sola.Sposto il peso del corpo nella sua direzione mirando col gomito al suo torace ma, senza scomporsi,evita il mio colpo indietreggiando di un solo passo. Mi rivolto verso di lui infuriata e lo punto colbastone. Non impiega nemmeno dieci secondi a disarmarmi e a scagliare la mia arma il più lontanopossibile.Scoppia nuovamente in una risata e nel buio della notte i suoi denti bianchi e drittissimi luccicanopiù dei bagliori della luna.Un altro suo pugno mi fa tornare con le gambe all�aria ma questa volta non è così clemente daconcedermi il tempo necessario per rialzarmi. Mi afferra per la clavicola gettandomi contro la suaauto. Sbatto la testa contro il finestrino semi aperto e i vetri si spargono ovunque, preceduti da unlancinante rumore assordante. Sento il sangue scivolare sulla mia fronte fino a riempirmi gli occhi,facendomi veder tutto appannato. Retrocedo barcollando di qualche passo, ritrovandomi tra lebraccia di questo sconosciuto. Sento il suo petto caldo gonfiarsi contro la mia schiena e il suo alitosolleticarmi il collo umido di sangue.�Se non dovessi ucciderti.� bisbiglia al mio orecchio. �Ti bacerei qui, su queste foglie umide.�.Avanzo di mezzo passo e ruoto le anche a sinistra, affondando il mio gomito nel suo stomaco. �Ora sei tu, quello disteso.�, sogghigno.Valuto rapidamente e con esattezza la distanza che ci separa, poi con un balzo mi getto contro di lui.Prima ancora che riesca a colpirlo alza una gamba, posiziona il piede sul mio seno e con un piccolosforzo mi spinge all�indietro.Non so come ma riesco a reggermi in piedi. Lo osservo ansimante mentre si rialza ridendo sotto ibaffi. Da sotto le sue lunghe ciglia mi lancia un�occhiata furente.Avrei bisogno di aggrapparmi a qualcosa perché il sangue perso e i colpi subiti mi hanno spossata.Respiro profondamente mentre ripasso con rapidità tutte le mosse che Andrew mi ha insegnato finoad ora, anche se so benissimo che non mi serviranno a niente contro la sua furia. Non mi sono maiconfrontata con una persona tanto forte e agile. Accanto a lui sembro una quindicenne impaurita eindifesa. Mentre si fa sempre più vicino pronto a colpirmi nuovamente gli sferro due calci nelcostato e finalmente sembra vacillare. Ma è solo questione di un secondo. Mi afferra per la gola emi alza da terra. Resto sospesa inerme e dolorante per non so nemmeno quanto tempo mentre inostri sguardi si mescolano e si scambiano il rispettivo odio. Sotto la pressione delle sue mani, il respiro mi esce in rantoli e le punte delle dita dei piedi sicontorcono come a voler cercare un appiglio. Tra un gemito e l�altro, sollevo la gamba portandola alsuo fianco. Una volta libera reagisco all�istante colpendolo al volto ma le mie percosse, più cheferirlo, sembrano semplicemente infastidirlo. Come se a toccarlo fossero delle fastidiosissimezanzare pungenti. A questo punto non mi resta scelta. Scappo all�interno della campagnapercependo la presenza del ragazzo a pochi passi dalle mie spalle. Mi accuccio per raccogliere unbastone avvolto dal filo di ferro e glielo sbatto con forza sul viso. Un altro filo di ferro arrugginitoche penzola da un traliccio, mi suggerisce un�idea. Lo afferro con impulsività e glielo giro attorno alcollo. Con una testata mi fa indietreggiare e con mani abili si libera il collo in un baleno.Pensavo di averlo in pugno ma mi sbagliavo. Continuiamo a scontrarci per una manciata di secondi.Ad ogni mio pugno ne ricevo altri tre da parte sua. Mi sento esausta e terrorizzata. Un suo ultimocolpo mi lascia distesa a terra, quasi priva di sensi. Sento il terriccio sotto di me umido e instabile.Mi pare che tutto giri veloce come una trottola. A faccia a terra, mi colpisce l�odore di muschio e di

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erba bagnata. Attraverso gli strappi della maglia mi pungono le foglie secche. Aveva detto che suqueste foglie umide lui�.Poi le sue braccia muscolose mi obbligano a voltarmi a pancia in su. E� in piedi sopra di me,tenendo le gambe divaricate tra un mio braccio e il mio ventre. Mi guarda serio attraverso i suoiocchi che continuano non so come ad ammaliarmi. Infine, mentre una lacrima testarda mi scivola lentamente sulla guancia, si piega su di me e resta astudiarmi per un istante che sembra durare un�eternità. Mi osserva con un�espressione stranita edivertita allo stesso tempo.Mi accomoda i capelli macchiati di sangue arruffati ovunque sulla mia faccia ed io resto ferma aperdermi nel suo viso così perfetto mentre altre lacrime cominciano a uscirmi sempre piùvelocemente.�Mi avevano parlato di te come una donna indistruttibile.�, il suo tono è profondamente deluso.�Non è stato poi così difficile. Ma ammetto che sei l�unica persona che sia riuscita a colpirmi perpiù di una volta.�.�Se devi uccidermi come dici�fallo in fretta.�, mi parte un singhiozzo alla fine della frase.Chiudo gli occhi, totalmente arresa, aspettando con rassegnazione il dolore.Da lì a poco sento le sue braccia cingermi i fianchi. Mi solleva da terra senza il minimo sforzo,neanche pesassi sette chili. Appoggio la testa al suo petto ed immediatamente la paura svanisce. Perché mi sto comportando così?Sento che i sensi mi stanno abbandonando. Sollevo un occhio e parlo in fretta, approfittando di unbreve attimo di lucidità. �Chi sei?�, biascico a fatica.�Sono l�uomo che più di tutti devi temere.�, lo sento digrignare. Le sue mani strette a pugno sullamia schiena sono la traduzione dello sforzo che probabilmente sta facendo per non colpirmi.Di colpo, in reazione ad una dolorosa pulsazione sopra la tempia, le palpebre mi si spalancano. Miscontro inevitabilmente con i suoi occhi. La potenza devastante del suo sguardo mi toglie il respiroper qualche secondo. Impiego molto tempo a capire che le sue gambe si stanno muovendo veloci esicure attraverso le sterpaglie della campagna. �Dove mi stai portando?�, gli chiedo troppo, troppo tranquilla. �Non pensavo sarebbe stato così facile.�, continua a ripetere tra se e se a denti stretti. �Non pensavosarebbe stato così facile.�.Quando molla la presa attorno ai miei fianchi, percepisco l�asfalto duro e gelido sotto la testa.Inclino il volto di lato, sbirciando verso di lui attraverso una minuscola fessura delle palpebre.�Perché mi vuoi uccidere?�, sussurro un attimo prima di arrendermi allo sfinimento. �Lo scoprirai. Per ora basta così. Questo è stato solo un piccolo assaggio di tutto quello che ti faròquando arriverà il momento.�.Lo vedo allontanarsi sul ciglio della strada e risalire sulla sua auto. Poi un manto nero si abbassadavanti ai miei occhi.

Delle mani mi frugano dappertutto. Sento dita sul petto, sulle braccia, sugli occhi. Una luce fioca efastidiosa filtra tra le mie palpebre serrate. Quando un paio di mani mi toccano la testa un dolorelancinante mi fa urlare.Sento alcune voci arrivarmi confuse e lontanissime.�ospedale��.chi l�ha ridotta così��proprio lei��l�ospedale mi sembra l�unica possibilità�.Vorrei aprire gli occhi ma un dolore pungente alle tempie mi stordisce, togliendomi le poche forzeche mi sono rimaste.Poi le voci si fanno più nitide e distinte. Riconosco quella di Andrew. �Lo troveremo. Chiunque sia stato, pagherà.�.Allora sono viva?! Non mi ha uccisa?! Ho la mente immersa nel buio più assoluto quandocompaiono nel nulla quegli occhi�quel viso tanto bello quanto terrificante.

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Balzo seduta come se mi avessero fatto l�elettroshock.�NO!!!�, urlo sgomenta. �NO!!!�.Delle braccia mi obbligano a rimettermi sdraiata. �Non uccidermi�non farlo!�, grido con quanto fiato ho in gola.�Còrin! Còrin calmati.�, riconosco ancora la voce di Andrew. �Còrin, sei al sicuro.�.Quando finalmente riesco a sollevare le palpebre, attorno a me distinguo solo delle ombre. Laterribile sensazione di essere ancora con quel ragazzo mi fa sragionare. �Dove mi hai portata?�.Odo immediatamente la voce bassa e affannata di Andrew. �Còrin, sei al sicuro. Guardami�.haperso molto sangue. �si rivolge a qualcun altro.Affondo le dita in qualcosa di morbido e annuso l�aria. Improvvisamente collego tutto. �Sono viva!�, esclamo stupidamente.�I suoi genitori saranno in ansia. Dovremmo informarli.�, la voce di Nick è più bassa e lontana.L�ho riconosciuta, anche se non riesco a capire da quale ombra provenga.�Andrew?�, biascico.�Sono qui.�, mi stringe la mano.Strizzo gli occhi, cercando di mettere a fuoco, ma è come se uno strato sottile di veli li bendasse.�Era forte��, singhiozzo. �Troppo forte. Nick?�.�Dimmi stellina.�.Nel sentirmi chiamare così mi scappa un sorriso. �Non ti vedo.�.�Sono qua a fianco a te.�, mi rassicura.Un�altra ombra si avvicina a quella di Andrew. Un altro paio di mani si posano sulle mie.�I miei genitori!�, esplodo. �Sono in pericolo. I miei genitori.�.�Qualcuno vada a casa sua ad accertarsi della situazione.�, ordina Andrew, senza pretendere alcunaspiegazione da parte mia.�Vado io. Loro mi conoscono e non avrò difficoltà a trovare una scusa per giustificare l�assenza diCòrin.�, si fa avanti Nick. Immediatamente dopo la sua ombra scompare dalla mia visuale.Di colpo le voci tornano ad essere un eco lontano. Malgrado ogni mio sforzo, la stanchezza prendeil sopravvento, e abbasso le palpebre. Quando, dopo non so nemmeno quanto tempo, riesco adaprire gli occhi, il dolore alla testa si è un po� attenuato. Trovo Andrew chinato verso di me.�Bentornata.�, mi sorride.Sbatto gli occhi un paio di volte, completamente intontita. �Dove sono gli altri?�, chiedo.Col braccio fa un gesto dietro di se. �Sono tutti qua.�.�I miei genitori?��E� tutto ok.�.E pian piano ogni volto compare nella mia visuale. Mi fissano tenendo le labbra piegate in unsorriso timido. Nessuno osa fiatare.�Non sento le gambe.�.�Le tue gambe sono apposto. Solo qualche livido.�, mi assicura Anne, spostandosi verso di me. �Cela fai ad alzarti?�.Annuisco poco convinta e mi aggrappo a lei per non scivolare all�indietro. Per i minuti successivinon faccio altro che osservare il mio corpo ricoperto di lividi e tagli.�Chi diavolo è stato?�, ringhia Nick.�Non è il momento.�, lo zittisce Andrew. I suoi occhi sono fissi sulla mia fronte. �Come ti senti?�.�Ho un po� di nausea e mi gira la testa.�.�Forse ha una commozione cerebrale. Dovremmo portarla all�ospedale.�, finalmente sento anche lavoce di Derryl.�No�me la caverò. Ce l�ho sempre fatta.�.�Non sei mai stata ridotta così però.�, insiste.�Se dovessero ricoverarmi, come potrei giustificare il mio stato? Chiamerebbero immediatamente lapolizia. E Luke non impiegherebbe molto a fare due più due.�.Ha già mentito due volte per proteggermi, una terza sarebbe impensabile.�Mi�mi passereste uno specchietto?�, chiedo, notando che gli occhi di Andrew sono ancora

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immobili, fissi sulla mia fronte.Anne rovista per un po� in un cassetto accanto al letto e ne estrae un piccolo cofanetto in finta pellescura. Quando me lo porge mi accorgo che le sue lunghe dita stanno tremando.Non appena i miei occhi si riflettono sul vetro, spalanco la bocca soffocando a stento un urlo.L�occhio destro è gonfio e bluastro, un taglio profondo parte dal centro della fronte fino ad arrivarealla tempia e il labbro superiore è spaccato e ricoperto da un grumolo di sangue raffermo. Nonriesco a vedere la testa perché qualcuno l�ha fasciata. Le bende sono diventate di un rosa scolorito.Lascio cadere lo specchietto sulle lenzuola e lancio un�occhiata veloce alla stanza senza riconoscerenulla. �Dove sono?�. chiedo, spostando lo sguardo da destra a sinistra.�A casa mia.�, mi risponde Andrew.Mi rendo conto di non essere mai entrata così in confidenza e intimità con loro prima di quelmomento.La luce del giorno attraversa le persiane abbassate, andando a riflettersi sul pavimento in legnopregiato. �Ho dormito molto?�.�Quasi dieci ore.�, mi spiega Anne. �Perché non vieni di là con me? Posso aiutarti a fare un bagnocaldo. Hai ancora addosso gli abiti strappati e della terra.�.Sorretta dalle braccia forti di Anne, mi avvio lungo il corridoio. Scorgo alle pareti una fila ordinatadi quadri orrendamente antiquati ed un drappo vistoso che raffigura Iside e Osiride nella pesaturadel cuore dei morti. Anne non può fare a meno di commentare. �Effettivamente Andrew non capisce un�acca diarredamento.�.�Ti ho sentita!!!�, la voce di lui ci raggiunge dalla stanza che abbiamo appena lasciato.Giunte nel piccolissimo bagno�Dio solo sa come riusciamo a starci in due�Anne mi aiuta condelicatezza a togliermi i vestiti e la benda alla testa. �Chi te li ha fatti questi?�.�Ho rotto il finestrino della sua auto con la testa.�Sospira senza aggiungere altro. So che si rende conto dello sforzo che devo fare per riuscire aparlare senza incespicare. Mi sento ancora molto debole e qualche spasmo di tanto in tanto mi fasussultare così forte che bolle di schiuma si liberano nell�aria. Stranamente non provo nessunimbarazzo a starmene nuda seduta nella vasca con le sue mani che mi passano il bagnoschiumadappertutto. Per il resto della mia ristrutturazione non ci diciamo niente e ogni volta che provo araccontarle qualcosa lei mi zittisce ponendo un dito davanti al suo naso: �Poi Còrin. Poi ci diraitutto.�.Quando entriamo in cucina tutti si voltano a guardarmi con occhi ansiosi.�Non penserete che l�avrei lasciata affogare nella vasca?!�, scherza Anne per rompere la tensionenell�aria.Mi fanno sedere accanto alla finestra e mi porgono immediatamente una tazza colma di latte ecereali che divoro in un batter d�occhio. Non mi ero resa conto di essere tanto affamata fino allaprima cucchiaiata.E� evidente che tutti stanno aspettando che finisca di mangiare per affrontare finalmente il discorsoaggressione.Mi armo di pazienza e controvoglia comincio a raccontare.�Stavo facendo la ronda come tutte le volte e poi quel ragazzo ha tentato di investirmi con la suaauto. Tutto è iniziato lì.�, sospiro accorgendomi di aver riassunto un po� troppo il resoconto dellaserata.�Quindi è stato un solo uomo?�, gli occhi di Andrew si accendono di sorpresa.��si��.Mi alzo in piedi per prendere tempo poi incrocio le braccia al petto e racconto senza tralasciare ognipiccolo particolare del mio primo vero incontro con quel ragazzo.�Perché non me lo hai detto?�, mi sgrida Andrew. �Non ti avrei di certo mandata da sola se avessisaputo che qualcuno ti stava spiando.�.�Non è questo il punto Andrew.�, scuoto la testa amareggiata. �Quel ragazzo ha detto che quello che

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è successo questa notte è stato solo un piccolo assaggio di quel che mi farà.�.�Lo fermeremo!�, esclama risoluto. �Hai visto la sua macchina e il suo volto, non sarà così��.�No!�, lo fermo tirando avanti entrambe le mani come in segno di difesa. �Non li manderai versouna morte certa.�.�Còrin, siamo in quattro contro uno.�, continua imperterrito.�No!�, insisto gelida. �Quell�uomo� mio Dio, Andrew, è troppo forte. Di una forza quasidisumana.�.�Còrin� sto parlando di quattro persone contro��.�BASTA!!!�, esplodo. �Non importa se sei tu a dettare le regole. Te lo impedirò Andrew! Con tuttele mie forze. Sarebbe comunque una gara impari.�.I suoi occhi tornano a farsi scettici. �Stai forse dicendo che noi tutti��.�Sì, Andrew. Sto dicendo questo. Avrebbe potuto uccidermi con un solo pugno. Ma per qualchestrana ragione ha cercato di limitarsi.�.�Raddoppieremo gli allenamenti.�, propone Anne.Scuoto la testa cocciutamente. �Voi tutti sapete come combatto. Potreste assalirmi tutti insieme el�unica che ne uscirebbe indenne sarei io. Lo dico con modestia, intendiamoci. E credetemi se vidico che quel ragazzo è di gran lunga superiore a tutti noi. Inoltre è�.�.�E� cosa?�, m�incalza Nick.�E��è bellissimo.�.�E� COSA?�, esclamano in coro.Dalle loro espressioni capisco che stanno pensando che le botte in testa mi abbiano portata asragionare.�Non so spiegare.�, dico ansimante. �Non so nemmeno spiegarlo a me stessa. E� come se il suofascino ipnotizzasse. Per colpirlo dovevo necessariamente distogliere i miei occhi dai suoi.�.�Ma sei impazzita?�, sussurra Nick.Chino la testa verso il basso nel sentire le mie guance infuocarsi. Perché gli sto raccontando questo?Che importanza ha se quel ragazzo è bello o brutto? Perché per me è così importante?�Ha detto che mi ucciderà.�, continuo facendomi via via sempre più aggressiva e determinata. �Eonestamente sto cominciando a credergli� ma non ne uscirà indenne nemmeno lui. Combatteròfino allo spasimo se sarà necessario, mi umilierò davanti alla sua potenza così disumana�, dicosprezzante l�ultima parola. �Sono l�unica che è riuscita a colpirlo per più di una volta, ha detto. Edio aggiungerei che sono l�unica che può ostacolarlo e forse fermarlo. Ma VOI�voi ne resteretefuori.�.Andrew cerca di ribattere ma lo blocco con un cenno di mano prima che riesca a spiaccicare unasola parola. �So cosa stai per dire. Che dovremmo raggirare l�ostacolo. Che se è tanto forte comedico allora potremmo provare con l�astuzia� ma lui è scaltro, VELOCE, imprevedibile, agile e��,ho un piccolo tentennamento prima di continuare. �Bellissimo!�.�CHE COSA???�, sbraitano nuovamente all�unisono.�Ti sei innamorata del tuo assassino?�, lo sguardo di Anne diventa minaccioso.�Vorrai scherzare?�, ribatto indignata. �Che diavolo c�entra l�amore?�.�Ma tu hai detto��.�Ho detto che è bellissimo non che lo amo. Vedi, la sua bellezza va aldilà di un normale datosoggettivo. Non so spiegarvi� è come se avesse usato il suo fascino come arma di difesa.�.�Non ti seguo.�, continua lei, allargando le braccia.�Nemmeno io mi seguo.�, piego gli angoli della bocca in una smorfia. �Dove mi avete trovata?�,chiedo sviando il discorso.�Nick.�, lo indica Andrew. I suoi occhi, mentre parla, non si schiodano dalla mia testa. �E� stato luia ritrovarti. Se ne stava tornando a casa e ti ha visto sul ciglio della strada. Così mi ha subitotelefonato e ti abbiamo portata qui.�.Resto assorta per qualche secondo a fissare la mia immagine riflessa nel vetro della finestra. Equello che vedo non mi piace.�Sarà difficile per me tornare a vivere la mia vita di prima.�.

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�Non dire così.�, Andrew mi massaggia la spalla per consolarmi. I suoi occhi ancora fissi sulleferite alla mia fronte.�Ho fallito.�, bisbiglio.�Poteva capitare a tutti noi.�.�Non potrò più permettermi di fallire con lui.�, mentre lo dico, sono scossa nuovamente da unatremarella di paura. Distolgo gli occhi dalla mia immagine riflessa.�E� la prima volta che ti sento parlare così.�.�Non è un qualunque delinquente� è qualcosa di più. E vuole me. Non so perché��, scuoto latesta. �Ma voglio scoprirlo.�.�E come? Se è davvero così forte�.�.�Non lo so. Ma a questo punto che alternative ho?�.

Per il resto della serata vago silenziosamente per la villa di Andrew, guardo la tv, sgranocchioqualche patatina, passo in rassegna tutti i cd musicali sistemati con pignoleria sullo scaffale delsalotto� anche in fatto di musica i gusti di Andrew lasciano a desiderare�Mi hanno lasciata sola per un po� con la scusa di dover andare a rifornire il frigorifero. L�intenzionegenerale è che tutti si stabiliscano a casa del nostro allenatore per qualche giorno in attesa che leacque si calmino un po�. Non ho idea della scusa che Nick ha propinato ai miei genitori, non me loha voluto dire, mi ha detto solo di fidarmi di lui. E onestamente sono troppo stanca anche per faredomande.Mi sposto irrequieta dal mobile del soggiorno alla finestra che da sul cortile della villa. Hoimpiegato gran parte della serata a convincermi che siano andati sul serio al supermercato, ma unapiccola parte di me continua a sospettare che in realtà stiano cercando il ragazzo che mi haaggredita. Anche se la cosa sarebbe alquanto impossibile, dato che non hanno la più pallida idea dichi cercare. Quando qualche ora più tardi, li vedo rientrare trasportando tre borse della spesa a testa, rido quasidelle mie paure. Fanno un tale chiasso messi tutti insieme che mi sembra di essere ad un party. Sesolo la situazione non fosse così drammatica�Sbircio curiosa nei sacchetti poggiati sul pavimento della cucina. La mia mano si blocca al quintosacchetto di arachidi che estraggo. �Sopravvivremo mangiando patatine e bevendo birra?�, chiedosecca ad Anne.�Nelle mie borse c�è un po� di verdura e del pesce.�, mi spiega indispettita. �Comunque questa èl�ultima volta che andrò a fare compere accompagnata da uomini.�, sbuffa alzando gli occhi alcielo. �Di positivo c�è che ho deciso di non fidanzarmi mai� troppe complicazioni.�.�Tu quindi non sei fidanzata?�, le vado incontro curiosa di scoprire qualche dettaglio della sua vitaprivata.La regola numero uno del nostro gruppo è che nessuno debba sapere necessariamente qualcosadell�altro�era stata la prima cosa che Andrew mi aveva raccomandato il primo giorno che eroentrata in quella palestra. Qualche particolare della vita di Andrew lo avevo scoperto lungo andare.Ma riguardo a Derryl ed Anne� buio assoluto. Eppure siamo più uniti di ogni normale amico.Anne mi osserva indecisa se parlare o meno, poi lancia un�occhiata furtiva verso Andrew e faspallucce. �Qualche storia di tanto in tanto. Niente di così importante� guarda, non vale neanche lapena di parlarne.�.Eppure, mentre mi dice questo, scorgo un lampo rabbioso passargli nello sguardo. Vengo assalita dal desiderio di indagare. �Ma qualcuno che ti piace ci sarà pure?�.�Sì� c�è.�, taglia corto voltandomi le spalle.Da quando la conosco raramente l�ho sentita parlare di se stessa. A volte sembra che le scocciperfino parlare e basta. Come se attraverso una sua qualunque parola potessi arrivare ad abbattere ilmuro di mistero che si è creata attorno.�E��, insisto.�E cosa?�, mi chiede ingenua.Le lancio un sorriso complice, piegando di molto la testa verso l�alto per guardarla dritto negli

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occhi. Le arrivo a malapena alle spalle. Osservandola meglio, mi rendo conto che è la classicadonna che non passa per strada inosservata. I capelli rosso mogano le cadono ondulati fino quasi atoccarle le natiche, e profumano sempre di vaniglia� anche dopo un combattimento. Inoltre èmolto slanciata e le sue gambe magrissime si muovono con una grazia pari a quella di una modella.Non ricordo di averla mai vista con una gonna, ma i jeans attillati che indossa costantementelasciano meno spazio all�immaginazione di quanto possa fare un bikini.�Chi è che ti piace? E tu piaci a lui?�Alla mia domanda, buttata lì con finta indifferenza, per poco non le scivola dalle mani il sacchettodi pomodori. Resta a fissare il vuoto per un po� e fa spallucce di nuovo, come se la cosa non latoccasse nemmeno. �Non lo conosci di sicuro. E non mi interessa sapere se gli piaccio o meno.Tanto��.A quel punto siamo tutti noi ad osservarla impalati, curiosi di sapere il seguito. Tanto cosa? Si guarda attorno infastidita. Le sue guance diventano rosso fuoco quando si rende conto degli ottoocchi puntati contro di sé. �Tanto non ho tempo da perdere con gli uomini.�, termina la fraseabbassando drasticamente il tono della voce. �Non ne ho veramente più!�.�Che significa che non hai più tempo?�, chiedo sgranocchiando una manciata di salatini.E� molto meglio di essere al cinema� a differenza che qua, l�attrice protagonista �ovvero Anne-necessita di essere spronata per raccontare i fatti.Mi casca un salatino dalla bocca quando sono investita da una frase sparata a raffica dal mioallenatore. �Sentite ora BASTA!!!�.Procede mettendosi tra me e Anne. Guarda prima una poi l�altra, anche se lo sguardo più severo loriserva a me.�Sentite�, continua cercando di tranquillizzarsi. �Non è il momento adatto per parlare di storielle,amori a prima vista e altre stupidaggini simili. C�è un uomo sulle tracce di Còrin con la fermaintenzione di ucciderla. E anziché prendere informazioni su di lui che cosa fate? Vi scambiate levostre esperienza sessuali?�.�Non si parlava di sesso�, protesto nel tentativo di difendere il gruppo. �Così tendi a sminuire��.�Ora basta, Còrin. Tu per prima dovresti interessarti alla situazione. Dobbiamo trovare un qualcosache ci porti a lui� capire perché vuole ucciderti e possibilmente scoprire come ha intenzione difarlo e quando. Ha detto che non è arrivato ancora il momento, giusto?! Ma questo non significa chequel maledetto momento non sia ora o questa sera. E� tempo di essere seri.�.Lo sento blaterare ancora qualche parola, ma non riesco a coglierne il senso dal momento che stalasciando la cucina.Ce ne restiamo impalati ognuno di noi immerso nei propri pensieri. Non ho difficoltà adimmaginare a cosa stanno pensare. Ad ognuno di loro sta a cuore la mia incolumità, e onestamente ame più di tutti.�Andrew ha ragione.�, mormoro desolata. �Lui ha SEMPRE ragione purtroppo. Dovremmo dargliretta, anche se credo che queste ore di relax abbiano giovato a tutti noi.�.�Che intenzioni hai?�, si fa avanti Nick con la solita aria preoccupata stampata in viso.�Onestamente? Non lo so.�, sussurro, evitando scrupolosamente di alzare lo sguardo da terra.Davvero non lo so.�Anne!�, la voce di Andrew mi arriva alle spalle e mi volto verso di lui. Presa dalla discussione nonmi ero resa conto che fosse tornato sui suoi passi. �Tu farai un�accurata ricerca su internet perscoprire qualcosa. Cerca nel sito della polizia, controlla se ha precedenti o se appartiene a qualchegruppo. Tu, Nick, continuerai gli allenamenti� ho bisogno di averti sul campo molto prima di quelche avevo considerato e tu Derryl�, continua restando appoggiato allo stipite e senza mai distoglierelo sguardo da me. �lo allenerai. Còrin?! Puoi venire di là? Dovrei parlarti in privato.�.�In privato?�, chiedo incerta.�Sì� in PRIVATO!!!�, mi risponde come se fossi un�idiota.�D�accordo.�.Lo seguo verso il soggiorno illuminato da una grande vetrata che dal pavimento sale fino al soffitto.Stranamente non ci sono tende� motivo per il quale non mi sono mai mossa per l�appartamento

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enorme in abbigliamento troppo �libero�. Affacciandomi riesco a vedere l�intera città. La villa di Andrew è proprio sulla collina che sovrastala periferia.�Perché hai scelto questo posto per mettere le radici?�, indago, notando che la casa più vicina distaalmeno un chilometro da qui. Ho il sospetto che tutto questo isolamento sia un po� forzato.Si guarda attorno velocemente. �Che ha che non va questo posto?�.�Beh� è un po� isolato.�.�Io VOGLIO vivere isolato.�.�Ok.�, alzo la mano destra in segno di resa. �Come non detto. Di cosa vuoi parlarmi?�, mi faccioseria.�Hai bisogno di un allenamento speciale.�.�Fin qua c�ero arrivata anch�io.�.Mi fissa intensamente negli occhi. �MOLTO speciale.�.�Che vuoi dire?�Mi volta le spalle per rovistare all�interno di un cassetto della scrivania posta accanto al caminettoacceso. Ne estrae un coltello enorme e me lo porge tenendolo per la punta aguzza. Resta in silenziostudiando la mia espressione che non muta affatto.�Conosco il tuo pensiero a riguardo. Ma è tempo che tu impara ad usarlo per bene.�.�Sono d�accordo. Quel ragazzo è troppo forte perché possa batterlo con queste.�, mi guardo lemani.Giro e rigiro il coltello osservandone ogni piccolo particolare. Ha il manico grosso con un dragointagliato nel legno che a me pare pregiato. La lama non supera i venti centimetri di lunghezza ma èmolto spessa e lucida. Il mio viso si riflette in essa.�L�avevo riservato per un�altra occasione.�, sospira. So che si sta riferendo agli assassini della suafamiglia. �Ma credo che in questo momento sia più utile a te.�.�Lo credo anch�io.��Sai maneggiare un coltello?�.�Mi hai insegnato qualcosa.�, gli rispondo incerta.Mi siedo sul bracciolo del divano a tre posti in vera pelle e cerco di ricordare l�ultima volta che l�housato.�Comunque�, continuo più convinta. �Penso di essere piuttosto preparata al riguardo.�.�Il che significa che quell�uomo è doppiamente preparato.�, borbotta.�E�� è strano. Quando ho combattuto contro di lui, era come se stesse costantemente ad un passodavanti a me.�.�Spiegati.�.�Riusciva a fermare ogni mio colpo, prevedeva ogni mossa� se io decidevo di correre lui lo stavagià facendo. E Dio come corre�. e, so che molto probabilmente ora ti infurierai ma��, prendotempo. ��i suoi occhi� mi ipnotizzavano Andrew.�.�Perché sono belli?�, mi chiede con una punta di dolcezza nella voce.�Non saprei.�, scuoto la testa. �Indubbiamente sono belli ma non credo che sia stato solo questoa��.Le mie parole vengono coperte da un fragore assordante. Pezzi di vetro volano dappertuttocadendoci addosso come una grandinata. Istintivamente mi copro il volto con le mani perproteggermi gli occhi. Andrew fa lo stesso dopo aver fatto una capriola verso di me. Mi afferra perle spalle e mi getta all�indietro sul pavimento. In un lampo tutti gli altri del gruppo sono apparsiall�interno della stanza e si sono piazzati come uno scudo davanti a me.Di fronte a noi si erge la figura di LUI, che con una semplice pedata è riuscito ad abbattere lamaestosa vetrata. Ci osserva con un sorriso beffardo tenendo le braccia incrociate. Nonostante cisiano i miei amici a farmi da barriera, non mi sento per niente sicura.Avviene un gioco di sguardi minaccioso tra noi e lui prima che Andrew prenda la parola. �E� giuntoil momento, dunque.�.E mentre parla stringo il coltello così forte da sentire male al palmo della mano ricoperta di vetri.

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Il ragazzo, senza difficoltà, afferrando con una mano il colletto della camicia di Derryl e con l�altrail braccio di Anne, li spinge contro le pareti della stanza. Nick fa un passo indietro ma lui riesce aprenderlo con uno scatto e lo immobilizza tra le sue braccia.�Vattene.�, gli sibila all�orecchio. �Non sei tu che voglio.�.Gli da una spinta tale da farlo precipitare dalla vetrata.Quando fa per colpire Andrew, Anne con uno scatto si è parata nuovamente davanti a noi. Il ragazzoblocca il pugno a mezz�aria e le afferra la mascella, restando a guardarla per qualche secondo. Mirendo immediatamente conto che il suo sguardo non ha quel potere ipnotizzante solo su di me. Anneresta a fissarlo imbambolata col labbro inferiore che le trema notevolmente. Gli occhi le si sonoilluminati di una luce mai vista� se la situazione non fosse quella che è, direi che i suoi sono gliocchi di una ragazza colpita da una visione celestiale.�Per favore.�, le dice con tono autorevole ma mantenendo una certa galante gentilezza. �Va acontrollare il tuo amico là fuori.�.E lei segue alla lettera il suo ordine. Non ho mai visto Anne così arrendevole. Ha semplicementeannuito e ha abbandonato la stanza senza mai riuscire a staccare i suoi occhi da quelli di lui.�Sta tranquilla, Còrin.�, mi sussurra Andrew poco prima di alzarsi da terra. �Non gli permetterò difarti del male.�.Ma appena termina la frase, lo vedo volare all�indietro e atterrare svenuto in una pioggia di vetriscintillanti.Mi guardo attorno e mi accorgo con orrore che sono rimasta sola con lui. Dov�è Derryl? Dov�è?Nel momento stesso che mi aggrappo allo schienale del divano per alzarmi, sento le mani forti delragazzo premere attorno ai miei fianchi e tirarmi verso l�alto. Sono così terrorizzata che non cerconemmeno di colpirlo. Mi limito a tenere il coltello tra le mani come fosse un talismano, mentre mitrascina verso la cucina. Tenendomi stretta a lui con un solo braccio, scosta una sedia dal tavolo e mi ci fa sedere. Confusa edisorientata cerco di non badare al sangue che sgorga dai tagli sulle mie mani.�Dobbiamo parlare io e te.�, lo sento parlare in un tono estremamente melodioso.Cosa aspetta ad uccidermi? Potrebbe farlo in qualunque momento, e invece se ne sta fermocercando di sedurmi col suo guardo.Come Anne non riesco a distogliere i miei occhi dai suoi. So che se voglio colpirlo devo cambiaretraiettoria visiva, ma non trovo la forza di muovere le pupille. Se fosse possibile, è ancora più bellodell�altra notte. �Dobbiamo parlare.�, ripete, piegandosi in avanti per guardarmi dritto negli occhi.Appena chiudo le palpebre per una frazione di secondo, ritrovo tutta la mia lucidità. Piego il viso alato e, senza mirare, con gesti automatici, porgo in avanti il coltello per ferirlo. La sua mano miblocca il polso proprio mentre la lama sta per conficcarsi nel suo petto, e mi tira su con tanta forzada farmi vacillare. Quando i suoi occhi ritrovano i miei, apro immediatamente la mano e il coltello cade a terra,conficcandosi quasi nella mia scarpa. Lo sento sussultare quando le punte delle sue dita mi sfioranola guancia in un tocco talmente flebile da risultare quasi impercettibile. Dalle sue labbra per unistante scompare il sarcasmo. Mi accomoda i capelli dietro l�orecchio e riposa indice e medio sullamia gola disegnando delle linee immaginarie fino ad arrestarsi sulla mia bocca. Le sopracciglia,mentre fissa le mie labbra, si piegano come quando non si capisce qualcosa. Nel momento in cuiappoggia nuovamente le dita sul mio labbro tremante, si lascia sfuggire una secca risata. Inevitabilmente i nostri sguardi s�intrecciano ancora, e le sue iridi si venano di pazzia. Con unaspinta mi fa precipitare stesa a pancia in su sopra il tavolo. Prima che possa anche solo pensare dioppormi, raccoglie il coltello alle gambe della tavola e si sporge su di me per puntarmelo alla gola.In quell�istante Andrew e Anne fanno capolino e un urlo di sgomento scappa ad entrambi.�Fuori!�, ringhia, voltandosi per mezzo secondo verso di loro.Con mia grande meraviglia li vedo arretrare fino a scomparire dal mio campo visivo.�Ma chi sei tu?�, digrigno i denti, afferrando saldamente i suoi polsi come se avessi una remotapossibilità di fermarlo.

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�Me lo hai già chiesto�e io ti ho già risposto.�.�Se qua per��.�Non sono qua per ucciderti.�, scrolla la testa, stranamente infastidito dalla mia domanda.Faccio una fatica disumana per non lasciarmi ancora incantare dai suoi occhi che fissano i miei apochi centimetri di distanza. Cerco di pensare a qualcos�altro e per pochi istanti mi sembra diriuscirci.�Allora sei qua per��.Si alza da sopra di me e la sua fragorosa risata mi uccide le parole sulla bocca.�Hai così tanto timore al pensiero di noi due avvinghiati?�, scherza.�Non ho paura di te.�, balbetto.�Oh� certo. Come no!�, commenta serio. �Comunque� non sono venuto qua perVIOLENTARTI�, e nel dirlo gli scappa un sorriso. �Onestamente non saprei nemmeno comefarlo.�.�Non sai che cosa?�.Cerco di rialzarmi ma un�altra sua spinta mi ributta giù.Mi lancia uno sguardo tra il divertito e l�amareggiato. �Sono qui� perché devo capire chi sei.�.�E chi sono?�.�L�altra volta mi sei apparsa come una stupida donna che credeva di poter salvare il mondo graziealle sue esili braccia alle quali hanno insegnato come difendersi.�, dice a denti stretti, come a volerinsultarmi. �Ma tu sei molto di più. Mentre combattevamo ho visto una parte di te che mi halasciato interdetto. Avevi paura, ma non abbastanza� non come una qualunque altra personanormale.�.Mentre parla lo vedo rilassarsi. Tiene le braccia distese lungo i fianchi e i muscoli tesi sembranomollarsi un po�. Le sue mani non sono più strette in pugno e il suo viso si sta pian pianotrasformando nel viso di un qualunque ragazzo bellissimo.�Sei diversa� dopo tanti avversari ho trovato finalmente te, l�unica che sia riuscita a colpirmi. Perquesto non ti ho uccisa. Penso che potrai insegnarmi qualcosa.�, il tono è assurdamente onesto.Si alza il bavero del cappotto scuro e si appresta a raggiungere la porta d�uscita secondaria, accantoalla credenza della cucina.�Fermo!!!!�, balzo giù dal tavolo. �Che intendevi dire prima con �non saprei nemmeno comefarlo�?�, lo cito.Resta impalato continuando a darmi le spalle e tenendo una mano sulla maniglia abbassata dellaporta. Poi volta di poco la testa verso di me per guardarmi. Il suo sguardo è tornato ad essere torvo einquietante e mi pento di averlo trattenuto.�Ti ucciderò, Còrin! Prima o poi dovrò farlo. Al posto tuo mi allontanerei da qua.�.Il mio stomaco reagisce con uno spasmo quando si allontana sbattendo la porta tanto forte da farvibrare i vetri della finestra accanto.Resto pietrificata fino a quando pochi minuti dopo mi raggiunge il resto del gruppo. A Nick gli civuole un bel po� per scrollarmi perché sembro come in trance.Quando infine riesco e riprendermi, mi accorgo che il respiro mi esce in affanni. Mi aggrappo albraccio di Nick per non cadere a terra.�Cosa ti ha fatto?�, mi chiede allarmato.Lo osservo senza capire, poi seguo la traiettoria del suo sguardo e resto ammutolita nel vedere ilmio maglione tagliato poco sopra il mio ventre e macchiato di sangue fresco proprio nel medesimopunto.�Non� non mi sono accorta di nulla.�, balbetto tastandomi la ferita. Scruto i volti terrorizzati deimiei compagni. �Non può essere. Ha tenuto il coltello costantemente puntato contro la mia gola.Non l�ha mai mosso e non ho sentito alcun dolore.�.�Forse ti sei ferita con i vetri della finestra rotta.�, avanza un�ipotesi Andrew.�Quello è un taglio provocato dalla lama di un coltello.�, lo smentisce Derryl indicando la miaferita.E a quel punto il silenzio cala nella stanza. Abbassiamo contemporaneamente lo sguardo a terra,

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sentendoci impotenti davanti ad una situazione così pazzesca da sembrare poco reale.�Ti avrà ferita mentre colluttavate e non te ne sarai accorta.�, riprende a ipotizzare Andrew dopo unpo�.Ma noi tutti capiamo che nemmeno lui è davvero convinto della sue parole.�Andrew, quel ragazzo ha qualcosa di strano.�, sbotto improvvisamente. �Sono stanca di girarciattorno. L�avete visto anche voi.�.Nessuno mi risponde e continuano a tenere la testa china verso il basso. Anne prende una mela rossatra le mani e la morde.�Li hai visti anche tu gli occhi.�, insisto con lei. �Ne sei stata �affascinata� perfino tu che eri tantoscettica.�.Le va di traverso il boccone e mi guarda innocente come non capisse a cosa mi sto riferendo.�Ammettilo.�, cerco di persuaderla.�Io� l�ho osservato così poco che non saprei nemmeno dirti il colore dei suoi occhi.�, mentespudoratamente.�Però quando vi ha ordinato di fare qualcosa voi avete obbedito senza battere ciglio.�, li provoco. �E� vero���Ha ragione���E� proprio vero���E allora non venite a dirmi che questa situazione non è pazzesca. Questa ferita non me la sono fattada sola né tanto meno con i vetri della finestra. Questa è OPERA SUA!�, scandisco bene le ultimeparole. �Ha detto che ha qualcosa da imparare da me� Bene!�, la mia voce si fa bassa e torva.�Non vedo l�ora di insegnargli qualcosa.�.

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La mia famiglia

L�alba è il momento della giornata che preferisco. Mi aiuta a pensare e Dio solo, sa quante cose hoin questo momento su cui posare i miei pensieri.Il sole sta sorgendo da dietro le vette innevate delle montagne. Il rumore dei clacson delle pochevetture in circolazione non arriva fin quassù ed io ne approfitto per godermi il silenzio.Decido di non scendere a fare colazione per non disturbare gli altri, che hanno impiegato mezzanottata a ripulire l�ampio salone e ad ergere una pesante tenda davanti alla finestra. Me ne resto conla fronte appoggiata sul vetro freddo e osservo il panorama dall�alto mentre la mia testa viaggialontano, alla ricerca di una soluzione per scampare alla morte certa.Ho da imparare qualcosa da te� le parole di quel ragazzo mi risuonano nella testa. Come se cifosse lui in questa stanza a ripeterle.Vorrei essere in grado di escogitare un piano�anche uno stupido, ma la paura m�impedisce diragionare lucidamente. Fumo in continuazione e la tentazione di darmi all�alcool si fa stradaprepotentemente nel mio cervello. Eppure ci deve essere un modo per sconfiggerlo. Ho scartato apriori la possibilità di accoltellarlo perché so già che non ne avrei il tempo. Mi disarmerebbe primaancora che tra i miei pensieri s�infiltrasse quello di ucciderlo. I miei pensieri�già. Lui ha detto divoler capire chi sono, ma si comporta come se già lo sapesse. Sa dove vivo�sa dove mi sononascosta�E� come se, attraverso i miei occhi, lui sia riuscito ad arrivare alla mia mente. Improvvisamente un�intuizione mi blocca il respiro.�Sembra che lui sappia tutto di me��Ho mio Dio.�, mormoro spalancando gli occhi.Raccolgo la mia borsetta, spengo la sigaretta dentro un bicchiere di plastica e abbandono la stanzain punta di piedi, pregando Dio che Anne non si svegli proprio in questo momento. Scendendo lescale, ogni gradino scricchiola forte sotto il peso dei miei piedi. Nel caminetto ci sono ancora pezzi di legno ardenti ma non sono sufficienti per scaldare l�ambienteesposto a temperature glaciali. Chissà se Andrew pretenderà che gli ripaghi il danno?! Infondo ètutta colpa mia se quel ragazzo ha distrutto la grande vetrata.Afferro le prime chiavi che trovo sopra il piccolo mobile dell�ingresso e, scordandomi totalmente diinfilare la giacca e le scarpe, mi precipito ancora in pigiama verso il piazzale davanti alla villa.Neanche a farlo apposta ho preso le chiavi della jeep di Andrew. Mi arrampico nell�abitacolo emetto in moto. La mia piccola renault ammaccata in confronto sembra un triciclo. Schiaccioeuforica l�acceleratore, facendo stridere le ruote e alzando un polverone dietro di me.Oltrepasso il cancello automatico a tutta velocità e mi getto lungo la stradina sterrata che, attraversoil bosco, porta direttamente alla provinciale. A questa velocità non impiego molto a raggiungere ilmio vialetto.Spalanco la porta di casa urlando.�Esci immediatamente da qui o sarai tu a morire.�.Da dietro le mie spalle, un sospiro mi gela il sangue. Alzo il gomito, stringendo la mano in unpugno. Mi volto furente per colpire. Impulsivamente abbasso il braccio, giusto in tempo per noncolpire la mascella di mio padre.�Hai rivisto non aprite quella porta?�, solleva un sopracciglio.�PAPA�!!!�, urlo sollevata.Mi guarda severo. Le sue gote sono piuttosto arrossate�come se avesse bevuto un bicchiere di vinorosso di troppo.Resto a fissarlo con aria colpevole e lo schiaffo mi arriva istantaneo. Un suo schiaffo per me,equivale ad una carezza non troppo tenera.�Ahi!�, fingo di sentire dolore, posando la mano sulla guancia lesa.�Vorrai spiegarci.�, si avvicina mia madre ancora in vestaglia.

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Risponderei ben volentieri, se Nick non si fosse dimenticato completamente di spiegarmi comecomportarmi con loro. �Senti, Còrin�credo di essere un padre paziente ed infatti ho pazientato. Ma ora hai passato ognilimite. E non credere che abbia creduto ad una sola parola di quello che il tuo amico ha detto a me etua madre. Abbiamo incontrato Luke.�.�Luke��, bisbiglio, mordendomi il labbro.Mi sembra sia passata un�eternità dall�ultima volta che l�ho visto.�Sì proprio lui. E ci ha detto che da quando vi siete lasciati non ti ha più rivista. Quindi te lo chiedoun�altra volta: DOVE SEI STATA?�.�Ehm��, balbetto titubante.�Nick ci ha detto che, finita questa storia, ci avresti spiegato tutto tu.�, continua mia madre,venendo avanti.Dunque era questa, la scusa geniale che Nick, orgogliosamente, aveva dichiarato di aver propinatoai miei genitori!Si era limitato a rassicurarli dicendo che stavo bene e che poi avrei dato loro io stessa, ogni piùminuziosa spiegazione. Che vile! Ah, ma appena lo rivedo��Sappiamo che questi ultimi giorni non li hai passati con Luke perché lui ce l�ha confermato.�, miopadre è sul punto di esplodere. �Inizialmente avevamo deciso che la cosa migliore fosse lasciarti lospazio necessario, anche se avevamo il desiderio di capire più a fondo.�.�Pensavamo che un�intrusione da parte nostra potesse complicare la tua già complicata ex relazionecon quel ragazzo�.�, continua mia madre, leggermente più calma. �Adesso, vuoi spiegarci cos�èsuccesso?�.�Avevo bisogno di staccare la spina.�, mi escono le parole a raffica. Dopotutto, ho imparato moltobene in questi ultimi anni a raggirare i miei genitori con qualche bugia ben piazzata. �Perciò misono isolata da tutto e da tutti��.�Non prenderci in giro, Còrin.�, sospira Andy, quasi con rassegnazione. �Come ce li spieghi queitagli, quegli ematomi e�il PIGIAMA!!!�.�Oh questo?�, tiro un lembo della maglia sfilacciata e usurata dai troppi lavaggi. �E��è una nuovamoda new-age. Pare che gli stilisti di New York abbiano fatto un sondaggio tra i giovani�e...�, leparole mi muoiono in bocca, vedendo le loro facce poco propense a credermi. �Non so da dovecominciare.�.�Comincia col dirci la verità. Come mai sei ferita?�, chiede mio padre con un tono troppo dolce,data la situazione.�Ecco�sono stata aggredita e��.�TU??!!�, esclama, guardandomi stralunato.Mia madre rabbrividisce. �Ti hanno fatto del male, amore mio?�.�Sì!�, esclamo, rivolgendo un�occhiata accigliata a mio padre.Ma con chi crede di star parlando? Con wonder woman? Con Superman? Come ha detto quelragazzo, io sono solo una donna che cerca goffamente di arrivare là dove le forze dell�ordine nonpossono spingersi e, come ha affermato Andrew...poteva capitare a tutti, di non uscire vincitori dauno scontro frontale.Passo un dito sopra le piccole cornici posate sul tavolino rotondo dell�ingresso, cercando di nonalterare i miei genitori con altre palesi menzogne. Guardo distrattamente le fotografie. Ho sempreodiato la mania di mia madre di esporre, come in una mostra, tutti i miei processi evolutivi. Ci sonofotografie che riportano me all�asilo, me alle elementari, ma alla consegna dei diplomi, me incostume da bagno all�età di tre anni e sempre me in costume da bagno a diciassette anni. E poinaturalmente, una gigantografia di mio fratello sullo sfondo. Quella di esporre una fotografia diMartin in ogni stanza della casa è diventata per lei una muta regola famigliare. Non che non approviquesta sua scelta, il fatto è che ogni volta che rivedo il viso del mio gemello, faccio una faticaindescrivibile per non perdere il buon umore.Mi volto verso di loro. Stanno ancora aspettando una mia spiegazione.�Sentite.�, attacco con voce tremante. �Dovete stare tranquilli.�.

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�Tranquilli? Torni a casa conciata in quel modo e dovremmo stare tranquilli?�, scoppia a piangeremia madre.Altra sua mania�cerca sempre di dare il doppio peso alle sue frasi lasciando libero sfogo allelacrime. E il bello è che mio padre ci casca ancora.Fortunatamente, io riesco sempre a mantenere un certo distacco dal suo maldestro tentativo dicorrompermi e impietosirmi. Volto la faccia infastidita dalla sua esagerata reazione � perché ledonne devono piangere per ogni cosa?- e mi rivolgo ad Andy con tono dolce e allo stesso tempofermo.�Questi ematomi non significano quello che stai pensando�vi sto solo chiedendo un po� di fiduciain me.�.�Mi pare che te ne abbiamo data molta.�, ribatte secco.�A me pare di no.�, sbotto. �Intrufolarsi in camera mia in piena notte per rovistare nei miei cassettinon è proprio��.�Io non l�ho mai fatto!!!�, esclama, sinceramente offeso. �E mi stupisco tu possa pensare che siaarrivato a tanto.�.Non l�ho mai visto tanto indignato.Ma allora chi c�era nella mia stanza quella notte? Chi mi ha baciata sulla fronte? Osservo i suoiocchi e mi appaiono molto sinceri.Un sospetto atroce s�insinua nella mia testa, facendomi sobbalzare. LUI?! E� stato lui? E� unapossibilità. D�accordo non è l�unica, ma non riesco davvero a pensare ad altri se non a lui. Ha dettodi voler scoprire chi sono e quale miglior soluzione se non quella di entrare nel mio mondo?E� stato in questa casa e io l�ho scambiato per mio padre. Ecco perché l�ombra che usciva dalla miacamera mi era parsa tanto imponente�Impallidisco. �Ho bisogno di tempo. Non vi chiedo di capire, ma non posso stare qua. Rinnegatemicome figlia, punitemi al mio ritorno, aumentate i coprifuoco.�, comincio a salire le scale seguita aruota da loro due. �Proibitemi qualunque cosa desiderate.�.Prendo una piccola sacca dall�armadio e comincio a riempirla di vestiti.�Ma non posso stare qua, davvero.�.�E dove vorresti andare?�, mia madre mi afferra le mani, combattuta tra il desiderio dischiaffeggiarmi o rimettersi a piangere.�Starò per un breve periodo a casa di An�Nick�, mi correggo precipitosamente. Meglio nonesagerare con le notizie. �Ho bisogno di disintossicarmi da tutto quello che ho passato con�Luke.�.�Vado a prenderti un pigiama pulito.�, dice mia madre, prima di uscire dalla mia stanza.�Grazie.�.Getto nella sacca qualche libro. Io e mio padre restiamo in silenzio per un minuto. Poi si china perraccogliere da terra un paio di calzini che per la foga mi sono scivolati dalle mani, e li infila nellatasca esterna della borsa. Mi blocca le mani tra le sue.�Avevi fatto una promessa.�, mi ricorda. �L�ho mantenuta.�, mento, sbirciando verso il livido sul mio polso.Mio padre reprime un fremito. �Che sta succedendo? Io non sono tua madre. E non ti lascerò andaretanto facilmente.�.�Andy��, piagnucolo. �Se resto qua, metto in pericolo anche voi.�.Le sue mani s�irrigidiscono attorno alle mie. �Pericolo?�.�Ho detto pericolo?�, ridacchio.Annuisce, rabbuiandosi.Mia madre lancia il pigiama pulito sopra il letto.�Starai via molto?�, mi chiede, tirando su col naso.�Non lo so, mamma. Il tempo necessario.�.Chiudo la borsa e scendo decisa le scale. Loro mi camminano accanto, impenitenti.�Ciao mamma.�, l�abbraccio.Poi, per un istante, sollevo gli occhi su Andy. �Papà?�.Solleva una mano, senza degnarmi di uno sguardo. Poi accoglie mia madre tra le braccia per

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consolarla.�Sei nei guai, Còrin.�, scandisce bene ogni parola. �In seri, grossi, inimmaginabili, guai.�.Un nodo alla gola m�impedisce di aggiungere altro. Salgo sulla Jeep di Andrew e, fin quando mi èpossibile, li osservo dallo specchietto retrovisore. Questa, potrebbe essere l�ultima volta che li vedo!Mi ributto sulla provinciale, sfrecciando tra le altre macchine lentissime, condotte da operai ouomini in giacca e cravatta.E� successo tutto in un attimo�.un istante fa ero a casa mia ed ora sono di nuovo in quella diAndrew. Non mi sento bene. Non mi sento affatto bene! E i dubbi che mi assalgono, mi lasciano senza forze;Restare qua con la speranza che i miei compagni riescano in qualche modo a difendermi? O tornaresui miei passi e occuparmi dei miei genitori? Con me accanto rischiano grosso, ma d�altra partesenza di me i loro rischi si raddoppiano. Quel ragazzo potrebbe benissimo prendersela con loro percolpirmi indirettamente�Un nodo alla gola mi obbliga a deglutire ripetutamente mentre entro in salotto. Li trovo tutti quantiseduti attorno al caminetto. Alla mia presenza non alzano nemmeno lo sguardo, tanto sono furiosi.�Dove sei stata?�, sibila Nick.�A risolvere un problema con i miei genitori. Per fortuna che dovevi occuparti tu di tutto.�, loattacco a mia volta, zittendolo.�Lo hai incontrato?�, prende la parola Andrew, alzando finalmente la testa verso di me.�No. Ma ho scoperto che è stato in casa mia.�, puntualizzo con un pizzico di eccitazione che perfortuna sfugge a tutti loro.�A casa tua?�, Anne scatta in piedi, come punta da una vespa sul fondo schiena e mi sorride. �A fareche cosa?�.�A cercare qualche cosa di mio, presumo.�, faccio spallucce, tenendomi sul vago. �Quella notte, miha baciata sulla fronte. Anche se io ero convinta fosse stato mio padre. E� strano un simile gesto peruno che minaccia di uccidermi.�.�In effetti quel ragazzo o quell�uomo�, sottolinea il nostro allenatore, incapace di dargli un�età. �E�particolarmente irreale.�.�Irreale?�, chiedo, accendendomi una sigaretta. �Mi sembra un aggettivo un po� enfatico.�.�E allora come ti spieghi che qualunque cosa lui faccia o dica riesca ad ottenerla così facilmente?�,bisbiglia Anne con un pizzico di senso di colpa per non essere stata in grado di difendermi. �Erocome ipnotizzata dalla sua voce e dai suoi occhi.�.Andrew passeggia nervosamente per la stanza, tenendo le mani intrecciate dietro la schiena e losguardo inespressivo. �Non per interrompere le vostre effusioni, ma è proprio giunto il momento dicapire chi o cosa stiamo affrontando. Dunque, che cosa sappiamo di lui?�.�E� forte!�, dice Nick. �Ha distrutto quella vetrata con un solo calcio e quando mi ha gettato fuoridalla finestra, pareva non provare alcuna fatica a sollevarmi.�.�E� più forte di quanto pensiamo.�, ribatte Derryl, tagliando corto. �E possiede una macchina scurauguale a mille altre ma con un finestrino in meno.�, gli scappa un sorriso mentre mi guarda la frontericoperta di tagli.�E� veloce.��E� bellissimo!�, commenta Anne con occhi scintillanti.�Aaah, ci risiamo!�, sbotta Nick.�Però non è da sottovalutare.�, rimugino tra me e me a voce alta. �E� come se usasse la suaavvenenza come un�arma.�.�Già�un�arma.�, ribatte scettico, Derryl �E comunque non vi siete ancora posti la domandaessenziale.�.Lo fissiamo incerti, senza capire dove voglia andare a parare. Quale domanda? Resta pensieroso perun po�, come se avesse dimenticato quello che stava per dirci, mentre con la mano tamburellanervosamente sopra il vetro del tavolino di fronte a lui. Le sue dita si bloccano e lui alza gli occhi.Sembra infuriato.�La domanda è��, ci spiega in un sussurro, come se servisse a spaventarci più di quanto lo siamo

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già. �Come fa questo tizio a sapere di ogni suo spostamento?�, mi punta col pollice.Andrew aggrotta la fronte. �In effetti non lo sapeva nessuno che Còrin sarebbe venuta a stare qua.Men che meno i suoi genitori.�.�Magari mi ha semplicemente seguita. Non mi stupirei affatto se eccellesse anche nel campo deipedinamenti.�.�E in quali altri campi eccellerebbe il tuo AMICO!!!�, mi provoca Nick, dandomi l�impressione diesserne un poco geloso.Neanche ad Anne sfugge la sua replica e il suo tono lievemente su di giri. Storce il naso, comeavesse sentito un cattivo odore, e va a sedersi accanto a lui, cingendogli le spalle col braccio. Nonho mai visto Anne comportarsi in questo modo. A me, in più di due anni, non mi ha mai nemmenosfiorata per sbaglio ed ora arriva Nick e lei diventa tutta dolce e protettiva. Innervosita mi accendo un�altra sigaretta. Ne ho già fumate dieci e non è nemmeno mezzo giorno.�Allora?�, taglio corto. �Che proponete?�.�Un tuo allenamento speciale mi tranquillizzerebbe non poco.�, propone Andrew, riferendosichiaramente al coltello che mi ha prestato.�Non basta.�, lo guardo velocemente, riposando poi gli occhi verso gli altri.�Ho fatto una piccola ricerca su di lui ma non sono riuscita a trovare niente di niente. Potrei provareancora.�, si sforza di contenersi Anne.�Non basta neanche una ricerca.�, scuoto la testa.Trascorriamo qualche minuto in silenzio. Ognuno di noi pensa ad una soluzione o finge comunquedi farlo.Riprendo a parlare tutto d�un fiato e per farlo mi aggrappo allo schienale del divano per non caderea terra.�Sentite che faremo. Resterò qua, anche se questa casa non è certo un posto sicuro. Ma averviaccanto, non so perché, mi rilassa molto.�, sorrido gelida. �E riprenderò la vita di sempre.�.�Sei pazza?�, urla Andrew, afferrandomi per le spalle.Mi scuote talmente forte che per poco non cado a terra.�Calmati. Non sarò imprudente. M se ci pensate è l�unica soluzione. Quante possibilità ho qua disopravvivere? In mezzo alla gente, sotto gli occhi di tutti avrà certamente le mani legate. Se dovessevenire qua adesso per uccidermi�chi lo fermerebbe? Chi lo sentirebbe? E� in grado di trovarmiovunque? Bene!...Anzi�MALE! Ma non è detto che io non possa trovare lui.�.Vado a preparare il pranzo. �Anne si alza dal divano visibilmente seccata��Mi stai forse cercando di dire che l�idea non ti piace?�, la punzecchio rincorrendola mentre sisposta con passo elegante verso la cucina.�E� così insensata che non voglio nemmeno sentirla.�, mi chiude la bocca.�E allora proponete voi qualcosa!�, sto quasi urlando.�L�idea di Andrew non è male.�, sospira Nick prima di sparire in cucina con Anne.�Non c�è tempo per un allenamento!�, gli urlo dietro.Non ribatte anche se ho la certezza che mi abbia sentito.Dall�altra stanza sento l�acqua scorrere e il rumore di piatti che sbattono tra di loro. Ho il sospettoche siano tutti e due a non voler nemmeno ascoltare la mia proposta. Mi volto verso gli altri. Se nestanno andando silenziosamente dalla stanza ma riesco a fermarli in tempo.�Tornate qua.�, sbraito.Si bloccano immediatamente ma non si voltano per guardarmi.�Tu non ci andrai là fuori.�, mi ordina il mio allenatore.�E invece sì.�.�La faccenda sta diventando troppo personale.�, continua implacabile. �Non te ne rendi conto?Lasciami almeno il tempo di capire il perché.�.�Ma non c�è tempo.�, mi lamento come una bambina capricciosa. �Rischio troppo per aspettare chevoi decidiate cosa sia giusto o sbagliato.�.Anne ricompare sul ciglio della porta e mi squadra con occhi infuriati.�Non ti è mai passata per la testa l�idea che noi tutti forse ci siamo affezionati a te?�, mi chiede

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aspra sottolineando l�ultima parola. Ma la sua non sembra neanche una domanda.�Anch�io sono affezionata a voi.�, ribatto con la stessa asprezza nella voce.Se qualcuno ci potesse vedere in questo preciso istante penserebbe che siamo tutto tranne che legatida mielati sentimenti. In effetti dalla voce della mia compagna non è trapelato nessun segnale chepossa condurre al suo cuore.Mi guarda torva digrignando i denti per la rabbia ma so benissimo che non è solo quello ilsentimento che ora sta provando. Anche se non posso affermare di conoscerla profondamente lacertezza che mi voglia bene come una sorella non mi ha mai abbandonata in questo ultimo periodo.Ricordo con che delicatezza mi aveva lavata la sera del mio ritrovamento e i suoi occhi arrossatiquando mi guardava mentre raccontavo a grandi linee il male che quello sconosciuto mi aveva fatto.Sono più che convinta che lo avrebbe ucciso�se solo i suoi occhi non avessero su di lei lo stessostrano effetto che provavo io stessa nel guardarlo.�Lo so.�, mi risponde dopo un lungo istante e dalla sue espressione capisco che le è costato moltoammetterlo.Mi si fa accanto per accarezzarmi il braccio ricoperto di fasce e cerotti.�Ma ti prego�non andartene la fuori.�.Cedo a malincuore al suo ordine dettatogli dalla paura di perdermi o di vedermi nuovamente stesasul letto di Andrew a combattere per la sopravvivenza. Mi volto verso gli altri�ora anche Nick si èunito a noi e resta in silenzio, senza quasi respirare, in attesa di una mia parola.�D�accordo.�, scuoto la testa. �Per il momento resterò qua. Ma non prendetela per una decisionedefinitiva.�.�Perché non torni a dormire ancora un po�.�, finalmente Nick riprende a respirare.Annuisco ricambiando il suo sorriso e mi avvio verso la camera da letto che divido con la miaamica.Non ho nemmeno la forza di svestirmi e mi infilo sotto il caldo piumone con ancora il pigiamaaddosso che puzza di fumo.Nascondo la testa sotto le coperte e resto ad occhi aperti a fissare i fiori sbiaditi ricamati sullelenzuola. Non so quanto mi ci sia voluto per addormentarmi�non penso siano passati più di cinqueminuti però. Appena la stanchezza prende il sopravvento chiudo gli occhi e inizio a sognare.

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Da proteggere

�Lo sconosciuto si arresta di fronte a me a molti metri di distanza. Resta immobile come una

statua, tenendo le braccia penzoloni lungo i suoi fianchi perfetti. Mi parla sibilando, fissandomi

con i suoi occhi scuri come la pece.

<Non è niente in confronto a ciò che ti farò poi.>

<Poi!> ribatto <Quando poi?>

<Lo saprai.>

Mi volta le spalle e si allontana, verso l�oscurità. Provo a rincorrerlo ma le mie gambe si muovono

lente, come se fossero bloccate a terra da mille mani invisibili. Comincio a correre col respiro

rotto, ma lui è sempre più lontano, ed io non ho fatto nemmeno un passo avanti. L�oscurità infine,

inghiotte totalmente la sua figura�.

Spalanco gli occhi di scatto, tremando da capo a piedi, con la sgradevole sensazione di non esserepiù sola nella stanza. Tolgo la coperta da sopra la mia testa ma quando mi guardo attorno, mi rendoconto che questa sensazione è soltanto figlia dello strano incubo che ho fatto.La luce del sole ora non riesce ad illuminare tutto il pavimento e le pareti sono fasciate da righebuie e righe illuminate. Guardo fuori dalla finestra, scostando di poco le tende gialle. E� il tramonto.Devo aver dormito almeno cinque ore e mi sento molto rilassata. Almeno ho riacquistato lapadronanza sui miei nervi scossi.Con gesti automatici mi tolgo i vestiti madidi di sudore e infilo la prima cosa che estraggo dalla miapiccola valigia che avevo sistemato ai piedi del letto.Scendo le scale sbadigliando rumorosamente ma nel salone non trovo nessuno. Forse sono usciti?Se mi hanno lasciato sola, ho una minima possibilità di uscire e di ritornare, prima che se neaccorgano. Potrei andare a cercare quell�uomo, prima che lui ritorni qui per uccidermi.Appena arrivo in cucina, sono obbligata a ricredermi e a cacciare dalla mia testa il mio assurdopiano. Se ne stanno seduti attorno al tavolo, sgranocchiando ali di pollo e insudiciandosi le manicon patatine ricoperte d�olio.Andrew alza di poco la testa, lanciandomi un sorriso. �Era ora.�Nick mi viene incontro baciandomi sulla guancia e, giuro l�ho sentito. Ho sentito un mugolioscappare dalle labbra di Anne. Non me lo sono sognata. Mi divincolo delicatamente dalla strettaaffettuosa del mio amico e prendo posto su una sedia accanto alla porta d�uscita del retro. Il solopensiero di mangiare del pollo unto mi fa venire un conato. Non ho fame. Sono giorni che non minutro abbastanza ma sento lo stomaco talmente chiuso e sottosopra, che il pensiero del cibo non misfiora quasi mai.Derryl e Anne si alzano dopo aver finito di cenare e s�infilano contemporaneamente i propricappotti.�Dove vanno?�, chiedo dubbiosa ad Andrew.Mi spinge sotto il naso un quotidiano aperto sulla decima pagina. �Abbiamo un lavoro.�.Mugugno distratta, dopo averli salutati. Ho totalmente dimenticato le ronde notturne e tutto il resto.Come se la mia vita ora, dipendesse esclusivamente da quel ragazzo. Vorrei accompagnarli, ma nonmi sogno nemmeno di avanzare la mia proposta. Probabilmente Andrew mi ucciderebbe sotto losguardo divertito e ammirevole di tutti gli altri.Abbasso la testa e i miei occhi cominciano a scorrere sulle parole stampate in carattere maiuscolosulla pagina aperta.

ALTRA AGGRESSIONE SU MINORE.

Tutti i tentativi adottati dalle forze dell�ordine per fermare l�uomo che violenta e massacra giovani

vittime sono caduti nel vuoto. Questa notte, a Trimble Hills, è stato rinvenuto un�altro corpo di una

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dodicenne completamente svestito. La minore è ancora in prognosi riservata.

La madre chiede solamente che�

I miei occhi si rifiutano di continuare a leggere. Alzo lo sguardo su Andrew, mi schiarisco la voce ebatto un pugno sul tavolo. �Dite che è LUI?�, ringhio.�Non possiamo esserne certi, ma non possiamo escluderlo del tutto.�, mi risponde Andrew,sfilandomi il giornale dalle mani. �La testimonianza di un�altra bambina, comunque, descrive unvecchio, più che un ragazzo. Penso si tratti di un normale delinquente solitario. Probabilmente èappena uscito di prigione ed ha solo l�insano impulso di prendersi ciò che là dentro non potevaavere.�.�Ma attacca solo le bambine!�, continuo a ringhiare disgustata.Il pensiero di quelle adolescenti mi fa ribollire il sangue nelle vene. La loro vita distruttairrimediabilmente. I loro occhi non saranno più in grado di vedere i colori della vita o dellasperanza. Non posso accettare che quest�abominio accada ad un�altra. Non posso accettarlo! Stringole mani in pugni, così violentemente da conficcarmi le unghie nella pelle. Mi mordo il labbroinferiore, guardando feroce il mio allenatore.Sembra che lui riesca a leggermi nel pensiero e con delicatezza mi apre le mani, accarezzandomele.�Non ti manderò là fuori.�, bisbiglia tetro. �Non posso farlo. Ci stanno già pensando Derryl eAnne.�.Cerco di respirare a fondo per cacciare la rabbia e il desiderio di strozzarlo, ma mi ci vuole un belpo� prima di riuscire a calmarmi.�Non puoi obbligarmi a stare qui mentre nelle vie di Loverland sta succedendo qualcosad�orribile.�, lo accuso.�Posso farlo invece.�, fa spallucce, ricordarmi che il capo è lui.Mi alzo di scatto e fuggo nuovamente nella mia nuova camera. Un altro minuto e l�avrei strangolatosul serio.Afferro un portapenne dalla scrivania e lo scaglio furiosamente contro il muro. Le matite colorate sispargono disordinatamente sopra il pavimento e resto ad osservarle con le lacrime agli occhi,sentendomi totalmente impotente.Forse se uscissi dalla finestra�.Scuoto energicamente la testa, cercando di cacciare questo mio pensiero.�Meglio dalla porta!�, dico tra me e me.Senza preoccuparmi di infilarmi addosso qualcosa di caldo, mi precipito rabbiosamente giù per lescale, senza quasi toccare i gradini con i piedi.Andrew e Nick mi hanno preceduta e se ne stanno a braccia conserte, retti davanti alla porta.�Fatemi passare.�, urlo.Restano immobili tra me e l�uscita, senza scostarsi di un centimetro.�Spostatevi!!!�, urlo con più forza, sgranando gli occhi.�No.�, la risposta di Nick mi arriva secca e determinata.Andrew, che come sempre sembra riuscire a leggere nei miei pensieri, fa velocemente qualchepasso avanti e mi afferra per le spalle. Nick lo segue a ruota e mi blocca le braccia dietro la schienamentre mi dimeno istericamente, cercando di divincolarmi dalla loro salda stretta.�Andrew!�, sbraito paonazza. �Non costringermi a reagire contro di voi.�.�Calmati, Còrin.�, mi sussurra all�orecchio.Cerco di colpirlo con una testata ma riesce ad evitarla prontamente.�Ti ho detto di calmarti.�, la sua voce è più decisa. �Ci sono gli altri due e mi stupisce molto il fattoche tu non riesca a fidarti nemmeno un po� di loro.�.�Non è questo il punto.�, esplodo. �Voglio esserci quando lo prenderanno.�.Con uno strattone mi libero dalla stretta di Nick e mi lascio cadere esausta sul petto di Andrew.�Non� puoi farmi�questo.�, balbetto.�Lo faccio per il tuo bene, Còrin.�, mi spiega più rilassato, staccandomi di poco dal suo petto perguardarmi. �Lo faccio perché tu sei troppo importante per me e il solo pensiero di perderti��,

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lascia la frase a metà, incapace di aggiungere altro.�Non è giusto.�, brontolo.�Lo so. Ma sarebbe ancor più sbagliato mandarti libera tra le braccia di quel pazzo. Credimi Còrin.Questa storia sta diventando fin troppo personale.�.Si siede sul divano trascinandomi sulle sue ginocchia. Nick di fronte a noi sembra sorpreso ma evitadi intromettersi.�Abbiamo cominciato questa nostra vita per vendetta. Perché ognuno di noi aveva un tormento nelcuore. E perché non volevamo che altri potessero piangere le nostre stesse lacrime. Ma sta diventatotutto troppo serio. Volevamo giustizia laddove la polizia non era in grado di arrivare e ci siamoquasi sempre riusciti. Ma ora le cose sono cambiate. Non so come, ci siamo spinti troppo oltre.Anziché essere noi a cercare i delinquenti, ora sono loro che cercano noi. Dobbiamo capirne ilperché, Còrin. Dobbiamo farci almeno una vaga idea di quel che sta accadendo, prima di affrontaretutto quanto.�.Annuisco mentre un brivido mi scende lungo la schiena.Affrontare tutto quanto? Affrontare cosa? E� bastato un ridicolo scontro per annientarmi ed ora lapaura di una nuova imminente lotta mi sta gettando in un abisso di vero e proprio panico. Sonotalmente angosciata che scatto ad ogni rumore, anche a quelli più quotidiani come le tazzine dacaffè che si urtano o l�acqua dello sciacquone in bagno. Ho le notti affollate da quell�incuboricorrente e le mani mi tremano nervosamente e non riesco a fermarle nemmeno sedendomi sopra.Affrontare tutto quanto, continuo a ripetere tra me. Andrew non si rende conto. Non ha ancora realizzato che non sono imbattibile, che anch�io ho untallone d�Achille. E questo mio punto debole è LUI�.sempre lui.�Ora devi solo cercare di riprenderti.�, mi accarezza i capelli nello stesso modo dolce cheimpiegava mio padre quando ero più piccola. �So che non sarà facile�.ma mettila così, per oraazzarderei a dire che è impossibile.�.Al suono dell�ultima parola mi attraversa un altro brivido, ancora più forte del primo, e mi ritrovo astringermi tra le braccia di Andrew come a cercare una protezione che so per certo non mi potrà maigarantire.Andrew a combattere è quasi al mio stesso livello, ma ho visto come ha reagito davanti a quelragazzo e so che non potrà proteggermi quando ne avrò bisogno. Né io potrò fare lo stesso per lui.Sarebbe come cercare di vincere a braccio di ferro con Sylvester Stallone. Cioè�IMPOSSIBILE!Siamo bravi, istintivi, freddi, veloci, agili e ormai quasi insensibili ai colpi maldestri dei nostri tantinemici. Ma sembra che ogni nostra qualità, messa in paragone con la SUA, diventi una cosuccia daniente.Quella notte l�ho colpito un paio di volte. Eppure ricordo fin troppo bene, di come i miei colpiaffondassero nel suo corpo senza provocargli il minimo indolenzimento. Ad esclusione della miaginocchiata ai testicoli. Beh�.almeno con questo so che è umano. Non che creda a fantasmi, roboto cose del genere�ma dinnanzi alla sua forza, ogni mia logica aveva vacillato.Mi stacco dal suo abbraccio solo quando con la coda dell�occhio scorgo schiudersi la porta di casa.Smetto di respirare fino a quando non ho la certezza che si tratti di Anne e Derryl. Fanno il loroingresso quasi ballando, con un sorriso stampato sulle labbra più eloquente di mille parole. Forsel�avevano trovato! E avevano vinto.Anche senza di te, mi punzecchia la mia coscienza.Io e Andrew ci alziamo dal divano per andare incontro a loro. Non sono feriti e sembra quasi stianotornando da una serata tranquilla trascorsa in qualche pub. Anne non ha nemmeno un capello fuoriposto. Se ne stanno tutti laccati in un grande chignon sopra la sua testa. E Derryl ha semplicementeil fiato corto, probabilmente dovuto all�impazienza di raccontarci per filo e per segno il resocontodella loro vincita.Ci sediamo in cucina attorno al tavolo da pranzo dopo aver sfilato dal frigo una lattina a testa dibirra e posato al centro del tavolo un enorme sacchetto di pop-corn. Neanche fossimo stati alcinema. La prima a partire in quarta è Anne. Non riesce nemmeno a bere, da quanto è orgogliosa edagitata.

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�Avreste dovuto vederci, ragazzi. Non sembravamo nemmeno noi. Abbiamo trovato quel vecchiointento a pedinare una bambina e Derryl gli si è avvicinato da dietro e gli ha posato una mano sullaspalla�così anch�io mi sono fatta coraggio e li ho raggiunti.�.�Ma se tremavi da capo a piedi?!�, la deride Derryl, sputacchiando birra da tutte le parti.�Beh�sì.�, gli lancia un�occhiataccia. �Ma solo all�inizio. E comunque, la prima ginocchiatagliel�ho tirata io. E vogliamo parlare della mia sfuriata?�.Restiamo ad osservarla senza capire. Sfuriata? Che centra una sfuriata?�Anne prima che iniziassi a pestarlo gli ha voluto ricordare tutta l�etica e la morale del Vangelo.�,continua a ridacchiare Derryl. �Non smetteva di parlare. Ero tentato di tirare un pugno anche a leiper farla tacere.�.�Ingrato!�, sbotta lei, alzando gli occhi al cielo. �Ti ho pure salvato da un suo attacco.�.�Oh sì�è vero.�, tossicchia imbarazzato.Ed Anne non si lascia sfuggire l�occasione per farsi bella ai nostri occhi.�Quel vecchio schifoso era armato ma gli ho sfilato il coltello dalle mani prima ancora che riuscissea puntarlo verso Derryl.�, ci racconta, imitando la scena con gesti teatrali.�Sei stata pronta.�, ammette lui, annuendo.�Più che pronta.�, lo corregge indignata. Poi, per qualche istante, aggrotta pensierosa le sopraccigliapuntando lo sguardo verso Andrew. �Ora capisco perché ci hai rifilato ore ed ore di allenamento sucome sfilare i portafogli alle persone. Non volevi farci diventare ladri.�.�LADRI?�, scoppia a ridere Andrew.�Lo ammetto�non capivo a cosa potessero servire quelle lezioni. Ora ho capito. Vuoi che ti facciavedere come si fa a sfilare un coltello dalle mani di qualcuno in meno di tre secondi, Còrin?�.�Lo so già.�, mi stringo nelle spalle.Ho cominciato prima di lei.�Allora lo insegnerò a Nick.�, non si lascia demoralizzare e si volta verso di lui, sorridendogli.Non riesco a trattenere un grugno che tutti però ignorano. Non posso davvero mandare giù il fattoche il mio migliore amico si sia messo in testa di scimmiottare tutto quello che faccio io. Ai tantipensieri che mi assillano, ora si aggiunge anche quello di proteggerlo.Ne ho davvero abbastanza di questa storia. Per venire incontro alle paure di Andrew mi sono messain combutta con i miei genitori, che si staranno rivoltando nel letto a pensare che diavolo stiacombinando la loro unica figlia. Sono così sicura che non vogliano parlarmi che evito perfino ditelefonare a casa mia per timore di una conferma.�Andrew?�, lo chiamo, dopo un breve attimo di silenzio. �Pensi davvero che morirò?�.Scuote la testa in segno di diniego fingendosi distratto, mentre cerca ostinatamente qualche biscottodentro la credenza.�Però non scarti la possibilità.�, insisto.�Direi che fosse per me ti terrei ben nascosta in un posto ancor più isolato di casa mia.�.Sbuffo. �Magari puoi regalarmi una vacanza in Alaska.�.�Non sarebbe una brutta idea.�, commenta, ignorando la mia ironia.�Andiamo Andrew.�, sbuffo ancora. �E� ovvio che mi spaventi la prospettiva di una morte dolorosae imminente, ma rivoglio la mia vita di prima. Mi manca l�università��.�Non ti ho vietato di studiare.�, mi interrompe calmo.�Mi mancano i miei genitori��.�Non ti ho nemmeno vietato di usare il mio telefono.�, continua ad interrompermi, nella speranzaprobabilmente di farmi perdere il filo del discorso.�Mi mancano Irene e tutti gli altri miei amici.�.Mi stringe la mano senza guardarmi. �I tuoi amici ora siamo noi.�.Sbuffo infastidita per la terza volta.�Comunque su una cosa hai ragione.�, ammette infine.Gli altri lo fissano sconcertati.�Infondo, Còrin è giovane.�, dal tono che usa sembra più che stia parlando a se stesso. �Ha bisognodi uscire, di amici nuovi�di studiare. E forse, ho trovato il sistema per venirle incontro. Ehm�

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buona notte ragazzi.�.

La mattina dopo apro gli occhi alle prime luci del giorno. Ho delle difficoltà a connettere e aricordare cosa è stato il rumore che mi ha svegliata. Mi tolgo le coperte di dosso tenendo le orecchietese, in attesa di sentire qualcos�altro oltre al russare continuo e monotono di Anne. Devoavvicinarmi alla porta per percepire che in cucina, la risata forte e maschile, troneggia per tutto ilresto della casa. Scendo le scale ancora assonnata, e ondeggiando mi appresto a raggiungere lacucina. Quando entro, Andrew, Nick e Derryl si zittiscono immediatamente. Restano a fissarmidivertiti, con un�espressione che non mi convince per niente.�Che succede?�, chiedo sbadigliando, lasciandomi contagiare dalla loro allegria.�Andrew ha trovato una soluzione!�, mi danza attorno, Nick. �Davvero?�, gli chiedo eccitata. Andrew annuisce orgoglioso e prudente allo stesso tempo. �Una soluzione a che cosa?�.�Tornerai al college. Ma ad un patto.�, alza un dito.Il sorriso scompare immediatamente dalla mia bocca. �Che patto?�, chiedo terrorizzata dalla risposta che sta per arrivarmi.�Anne ti accompagnerà.�.�Anne?�, chiedo allibita.�Ho notato che spesso legge i tuoi libri.�, continua ridacchiando. �E mi sono permesso di iscriverlaa tutti i tuoi corsi.�.�Cosa hai fatto?�, sbotto, sentendo la rabbia infuocarmi le guance. �Non ti vedo d�accordo con la mia decisione�, continua a ridacchiare, spalleggiato dagli altri due.�Non ti prendo a calci solo perché so che lo farà lei!�, urlo scappando infuriata verso l�uscita. Ho bisogno di aria, di non vedere più le facce divertire di loro tre, di una camomilla magari.La giornata non poteva cominciare peggio.Tiro la porta verso di me ma non si apre. Ci ritento con più forza e per poco non mi ritrovo lamaniglia in mano.�ANDREW!!!�, sbraito.�Cerchi queste?�, mi dimena un mazzo di chiavi davanti al naso.Cerco di sfilargliele ma con un movimento fulmineo le nasconde dietro la sua schiena. Se ora non sitoglie immediatamente quel sorrisetto sarcastico dalla bocca, giuro che gliele faccio ingoiare.�Dammele�, la mia voce esce simile ad un fischio.Ma l�unica risposta che ricevo è una risata secca.�Se esci dì qua non ci rientrerai più.�, dice calmo.�Cos�è?�una minaccia di sfratto?�, lo guardo alzando un sopracciglio.�No�una previsione. Ed anche fin troppo facile da azzeccare.�, mi risponde serio, afferrandomi lemani tremanti. �Se esci morirai. Non avercela con me�so che ti sembro ingiusto��.�Alt!�, alzo una mano, bloccandolo. �So già perché lo fai. Quello che non riesco a capire, è perchéti ostini a credere che tenterà di uccidermi fuori da questa casa�.�Qui ci siamo noi a difenderti�, mi fissa convinto.�Già�, sorrido mesta. �Me ne avete dato esempio l�ultima volta�, e subito mi pento delle mie parole.Non è colpa loro se quel ragazzo è così forte.Mi arrendo alle regole di Andrew e me ne ritorno in camera dove Anne, ignara di tutto, sta ancoradormendo. Chissà le grasse risate che si farà quando verrà a scoprire che da domani diventerà unacollegiale?!Trascorro il resto della mattinata digrignando i denti a chiunque cerchi di avvicinarsi o parlarmi,combattuta se chiamare o meno i miei genitori. Decido di rimandare e mi isolo nel mio io,sforzandomi di non meditare troppo a lungo sulla mia sorte.E comunque una cosa è certa: Anne non accetterà MAI!

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L�esplosione

Me ne sto con un piede su un gradino e l�altro ancorato sul marciapiede affollato di studenti,fissando la grande fontana posta all�estremità del portone d�ingresso. Non riesco a muoverminemmeno quando due cheerleaders mi passano accanto urtandomi con le loro tracolle. Le otto sonopassate già da qualche minuto ma c�è ancora un mucchio di gente che fuma appoggiata all�altarecinzione del cortile del campus, per niente desiderosa di entrare nelle aule. Il preside ha un granda fare a richiamare l�ordine e a spingere giovani di tutte le età verso l�entrata. L�aria poco distintanon lo aiuta certamente a guadagnare quel briciolo di autorità che di certo servirebbe.Improvvisamente punta il suo sguardo su di me e le labbra gli si piegano in un sorriso di cortesia.Mi si avvicina facendosi largo tra la piccola folla e mi stringe la mano.�Ben tornata.�, mi saluta con un ampio sorriso. La sua attenzione è subito catturata da Anne. �Lei ècertamente la nuova iscritta?!�.�Sono Anne Flambert�, si presenta scocciata, stringendogli la mano tanto forte da spezzarla quasi.Lui la ritrae immediatamente facendosi serio e ci fa cenno con un movimento di capo di seguirloall�interno.�Le mostrerò velocemente l�edificio�, cammina a passo spedito lungo i corridoi affollati, dipintitotalmente di azzurro. �Questa è la sala mensa�, apre una porta sulla quale è affisso un cartoncino colorato riportantealcuni orari.Anne sbircia all�interno. Non riesco a capire se è disgustata, furiosa o tutte e due le cose.Il preside prosegue spedito verso un�altra porta chiusa.�Questa è l�aula di chimica.�.Anne arriccia il naso, infastidita dalla puzza indescrivibile di candeggina esalata da alcuni cartonimezzi aperti impilati sull�unico scaffale traballante all�interno dell�ampia sala. Fa per arretrare ma ilpreside ci spinge all�interno, indicandoci le sedie poste in fila.�La lezione sta per cominciare, Anne. Penseremo più tardi ai moduli che dovrà compilare.�, lasaluta con un cenno frettoloso della mano.Mi volto verso di lei, sfoderando un sorriso poco convincente.�Anne�.mi dispiace che tu debba��,�Non dire nulla, per favore.�, mi blocca sconvolta, guardandosi attorno. �Ma in quanti lo seguonoquesto corso?�.�Settanta studenti più o meno.�, cerco di ricordare.�C�è anche Nick?�.�No. Lui frequenta altri corsi e questa mattina non è venuto perché non ha lezione. E� molto piùavanti di noi.�.Prendiamo posto nella penultima fila.�Dimmi una sola cosa, Còrin. Al college non funziona come al liceo, vero?�, mi chiede, fissandoterrorizzata la scrivania in fondo all�aula.�Come al liceo?�, cerco di decifrare le sue parole.�Intendo dire�ci saranno temi a sorpresa o interrogazioni?�.�No. Solo un mucchio di esami a fine semestre.�.Mi lancia un�occhiata più serena.�Fico!�, ride. �Quindi posso anche dormire in classe?�.�Puoi fare quello che vuoi. Infondo il college è molto simile al liceo�solo che non devi andare alezione ogni giorno.�.Sorride. �Beh�anche al liceo non andavo a lezione ogni giorno.�.La guardo di sbieco. Come avrà fatto a diplomarsi?�Senti�devo andare un momento al bagno. Posso lasciarti sola cinque minuti?�.

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Annuisce distratta, togliendo dalla sua tracolla un quaderno e una penna mangiucchiata.Una ragazza le si siede accanto, ed Anne di scatto nasconde il quaderno tra le sue ginocchia.�Vuole copiare. Ne sono certa.�, mi bisbiglia, lanciandole occhiatacce.�Anne�al college non c�è bisogno di copiare. Inoltre su quel quaderno non hai ancora scrittoniente.�, inarco le sopracciglia. �Torno subito�e tu cerca di non dimenticare che agli occhi deglialtri sei�beh, normale.�.�Io sono normalissima.�, ribatte indignata a voce un po� troppo alta.�Normale nel senso che non dovrai picchiare nessuno, non dovrai accettare provocazioni. Fingititimida, introversa e anche un po� secchiona, ok?�.Increspa le labbra e alza le spalle. �Pensi di riuscire a non litigare con nessuno?�, la guardo poco convinta.Si volta lentamente verso la sua vicina di banco e la fissa per un lungo momento. Quando riporta losguardo su di me, le sue labbra sono piegate in un ghigno.�Promettimelo!�.�Promesso!�, sbuffa scocciata. �Ma se è lei a colpirmi per prima io reagisco.�.�Anne! Questi settanta studenti sono�studenti! Non criminali.�, le spiego aspra, mentreindietreggio.�E� dov�è la differenza?�. Mi lancia un sorriso bonario che non mi tranquillizza affatto.Quando faccio per raccogliere da terra la mia tracolla, una risata aspra mi raggiunge alle spalle e,anziché voltarmi, resto impietrita sgranando gli occhi. Forse sto solo sognando! Non può essere laSUA risata! Eppure mi è rimasta così impressa nelle mente che dubito possa sbagliarmi. Certa chein mezzo ad una folla non possa accadermi niente di spiacevole, mi faccio coraggio e mi voltolentamente. Dietro alle mie spalle non scorgo nessuno al di fuori della mandria di giovanischiamazzanti che si precipitano verso le sedie.Incerta lascio l�aula, e percorro quasi correndo tutto il corridoio per fare prima. Un�altra risata, questa volta divertita, mi fa voltare sobbalzando ed eccolo lì�a pochi metri da me,che mi fissa con i suoi occhi ipnotici.Cerco di dire qualcosa ma la voce non mi esce. E� tutto uguale al mio sogno.�Mi stavi aspettando, vero?�, fa qualche passo lento verso di me.Senza alcun senso logico assumo la mia posa da combattimento. Non ho fatto progressi dall�ultimavolta ma sono intenzionata a non lasciarmi sopraffare facilmente dalla sua forza.�Sta tranquilla!�, alza le mani in segno di resa, arrestandosi all�istante. �Te l�ho detto, non voglioucciderti�.Mi fissa con occhi sinceri ed io, osservandolo, sento la testa girarmi vorticosamente. Mai vistoniente di altrettanto bello. Mai visto niente di neanche lontanamente simile. Il cuore mi schizzaletteralmente fuori dal torace e il respiro mi esce in rantoli. Si lascia sfuggire un sorriso compiaciutoe con pochi passi mi raggiunge.�Eri tu anche prima, vero?�, chiedo in un filo di voce, perdendomi nella perfezione dei suoilineamenti.�Orecchie perspicaci!�, ride afferrandomi le mani. Il suo sguardo è così intenso che la mia lucidità,dinanzi, vacilla. �Perché non usciamo di qui?�, mi chiede con voce improvvisamente calda emelodiosa.�Ho lezione.�, ribatto sentendomi stupida. �Vuoi farmi perdere il semestre?�, lo accuso, neanche sitrattasse di perdere un affare da milioni di dollari.La sua risata gelida mi blocca il sangue nelle vene. I suoi occhi si fanno ancora più scuri. Tantoscuri da non riuscire a distinguerne le pupille. Mi afferra per un polso e mi fa sbattere con violenzacontro la parete poi posa entrambe le mani sopra le mie spalle bloccandomi tra il muro e il suo pettoe avvicina le sue labbra al mio orecchio.�Sei qua con il tuo assassino e l�unica cosa che ti preoccupa è perdere una lezione?�, vedo con lacoda dell�occhio le sue labbra trasformarsi in un ghigno.�E��è il�il mio primo giorno�, balbetto in preda al panico.�Stupida ragazza coraggiosa�, sibila scostandosi per potermi osservare meglio. Con un rapido

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movimento mi posa le dita della sua mano destra sulla guancia, sfiorandomi appena.Sento sulla mia bocca, il suo respiro rotto e i suoi occhi, chiudersi in due piccole fessure mentre lesue dita appoggiate dapprima con timore sulla mia pelle, stringono con maggior pressione. Ma neisuoi modi intuisco un turbamento che non sospettavo e di cui non ne conosco la natura. Se non miavesse già picchiata oserei pensare che ha paura di toccarmi. Potrebbe essere la mia occasione pertrovare il suo punto debole. Agli altri posso anche negarlo, ma questo ragazzo mi affascina oltreogni ragionevole pensiero. E so da me che non è normale.�Non credi sia arrivato il momento delle presentazioni?�, chiedo sprezzante, distogliendo lo sguardoe cercando di riportare il mio cuore ad un battito più regolare.Scuote la testa in segno di diniego sorridendo appena. Sembra gli sia tornato il buon umore. Poid�improvviso, si allontana con uno scatto. �Ti avevo consigliato di scappare il più lontano possibile�, mi ricorda cercando di trattenere unarisata.Dal mio canto non comprendo cosa ci sia di così divertente in tutto questo. Ma forse è solo troppopresto perché io possa capire.�Mi troveresti ovunque�.�Sì�lo so�, sembra amareggiato dalla mia affermazione. �Ma è sempre meno rischioso di finirmitra le braccia ogni volta che ti allontani da casa del tuo allenatore�.�Come fai a sapere tutto di me?�, chiedo allarmata.�Non tutto�, mi corregge alzando le spalle.�Perché non mi uccidi?�, ringhio.�Te l�ho già detto�tendi a pormi sempre le solite domande�. Mi fa l�occhiolino e per poco non svengo ai suoi piedi.Com�è possibile che sia attratta fino a questo punto dall�uomo che ha dichiarato di voler metterefine alla mia vita?! E� assolutamente immorale tutto questo. Il fatto è che lui, non so come, riesce aimbambolarmi senza la minima difficoltà e per quanto mi sforzi non riesco a resistere al suosguardo intenso.�E allora dimmi cosa devi imparare da me�, sbotto confusa.Resta in silenzio per una frazione di secondo prima di rispondermi. Poi lento e calcolato, mi siavvicina. Il suo corpo, il suo sguardo, avvolgono completamente i miei pensieri e cerco dentro dime la forza di ascoltare almeno il suono della mia voce. Posa le spalle al muro così vicine alle mieche ne posso percepire il calore. Tutto di lui è inebriante e spiazzante. Nella mia mente riesco soloha capire che è sbagliato. Sono sempre stata equilibrata, anche nel seguire le mie passioni e i mieiistinti. Deve esserci una spiegazione razionale a tutto questo, solo che adesso non riesco a trovarla.E il suo profumo m�incita a non cercarla.�Fai sempre così tante domande?�, sospira seccato.�Te ne ho rivolta una sola.�, replico abbassando la testa intimidita dalla sua espressione scettica. Miosservo le mani che penzolano deboli lungo i miei fianchi.Lo sento sbuffare un paio di volte per eludere la mia domanda. I suoi occhi corrono nello stessopunto in cui sono posati i miei. Appoggia le sue calde dita sulle mie unghie e ne segue la forma perun momento che mi sembra durare un�eternità. Dimentico di respirare per tutto il tempo,concentrata come sono sul nostro contatto. Quando sto per andare in iperventilazione sembraaccorgersene ma si rifiuta di staccare la sua mano dalla mia. Sento il tocco delicato del suo ditomedio salire impercettibilmente lungo tutto il dorso della mia mano e ridiscendere sopra il pollice,passare sopra l�unghia smaltata di rosa e proseguire intorno al palmo accarezzandolo con maggiorpressione. Sento un brivido attraversarmi la schiena e dalle mie labbra scappa un lieve gemito.Insospettito si volta di poco a guardarmi e mi accorgo che sta sorridendo. Interpreto tutto questocome un invito e, presa da un�irrefrenabile desiderio, stringo le mie dita alle sue. Immediatamentefa un passo di lato liberandosi dalla mia stretta e m�immobilizza con un�espressione d�assolutodisprezzo.�Allora sei proprio una sconsiderata?! Tu mi sottovaluti�, fa qualche passo avanti e indietropassandosi le mani tra i capelli neri. Gli occhi puntati in un punto davanti a se si sono fatti attenti.

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Annusa l�aria irrigidendosi. Poi terrorizzato mi afferra per un braccio e mi trascina correndo versola grande vetrata in fondo al corridoio.�Che succede?�, chiedo annaspando per sostenere il suo passo.�Non c�è più tempo�Non lo senti?�, si guarda attorno sgomento mentre con movimenti freneticispalanca la finestra �E� gas�.Mi solleva senza sforzo facendomi sedere sul cornicione e per poco non cado di sotto. Mi aggrappoprontamente al suo braccio teso evitando di guardare sotto di me. Saremo almeno a otto metri dialtezza.�Che stai facendo?�, urlo smarrita, mentre mi afferra per i fianchi spingendomi in avanti�Salta!�, mi ordina arrampicandosi accanto a me. �Sta per esplodere tutto�.�Ci sono almeno duecento studenti su questo piano.�. Provo a scendere dal cornicione ma le sue mani me lo impediscono.�Se non torno indietro moriranno.�, urlo. �E allora?�, mi chiede indifferente. I suoi occhi studiano l�angoscia sul mio viso.�Come allora?�, mugugno. �Devo allontanarli da qua.�.�E perché?�, mi fissa curioso.�Tu sei pazzo.�, sbraito cercando di non cadere in avanti. �E comunque saltando da questa altezza ciammazzeremo.��Non se ti aggrappi a quell�albero.�. Mi indica i rami spogli di una magnolia che si allungano verso la finestra.Lo osservo sbigottita, incapace di prendere una decisione. Ora la sgradevole puzza di gas mi bruciain gola e mi annebbia la vista. Ma gettarmi dal terzo piano di un edificio�mi tremano le gambe. Ese non riesco a saltare così in lungo da riuscire ad afferrare i rami? E se i rami si spezzano sotto ilpeso del mio corpo?�Non ce la faccio�, bisbiglio in preda al panico osservandolo con occhi terrorizzati.�Ok�, scuote lievemente la testa fissando di sotto. Poi si volta verso di me sorridendomi. �So che tidisgusta starmi troppo vicino�, mi provoca sghignazzando. �Ma non mi resta altra scelta.�.Mi afferra con un braccio mentre si alza in piedi sul cornicione mostrando un sorprendenteequilibrio.�Aggrappati al mio collo�, mi bisbiglia all�orecchio continuando a ghignare divertito. Al contrariodi me non sembra affatto spaventato. Né dal gas, né tanto meno dagli otto metri che ci separano dalsuolo.Gli getto le braccia attorno alle spalle stringendole con tutta la forza che ho e affondo la mia faccianel suo petto per impedirmi di guardare.Oh mio Dio!Sento il vuoto colpirmi lo stomaco come un pugno�niente a che vedere con le montagnerusse�.sbircio attraverso una piccola fessura tra il mio braccio e la sua clavicola ma intravedo solol�azzurro del cielo. Mi sembra di volare. Alcuni rami mi s�infilano tra i capelli e mi graffiano i polsiche spuntano dalla maglietta. Con un altro balzo salta da un ramo sottile ad un altro più basso eresistente. Ora la puzza di gas non mi raggiunge più e sento solo il profumo di muschio e di legnobagnato. Non riesco a capire se questo odore è sprigionato dall�albero al quale siamo appesi o dalui. Facendomi coraggio scosto di poco il viso dal suo petto, ma non smetto di stringere le miebraccia attorno al suo collo. Guardo insù verso la finestra spalancata�neanche dieci secondi fa eroappesa al cornicione. Poi un esplosione assordante. I vetri si frantumano scagliandosi sopra le nostreteste e delle lingue di fuoco si estendono tanto in là dall�interno del terzo piano da incendiare lapunta più alta della magnolia. Mi copro la testa con movimenti istintivi sentendo frammenti di vetroprecipitarmi addosso.�Vieni�, si libera con delicatezza dalla mia presa per afferrarmi la mano �Allontaniamoci da qua�.�Sei tu quello che sa volare�, lo provoco fissando il suolo attraverso il ramo che mi sta sostenendo.Ridacchia osservandomi di sottecchi. �Hai paura di scendere da un albero?�.Annuisco imbarazzata. �Soffro di vertigini�.Scoppia in una risata veramente divertita.

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�D�accordo�, sospira cercando di frenare la sua risata. �Ti aiuterò io�.Mi solleva stringendomi i fianchi e mi fa scivolare lentamente in basso verso un altro ramo. Quandoposo i piedi mi aggrappo al tronco per non scivolare. Con un saltello mi raggiunge. Ripetiamoquesta operazione fino a quando non siamo a poco più di un metro da terra ma improvvisamenteperdo l�equilibrio e senza riuscire a trattenere un urlo mi sporgo troppo in avanti. Non sento piùnulla sotto i piedi e disperata cerco di afferrare con le mani qualcosa sopra la mia testa. Prontamentemi agguanta sotto le ascelle e mi trascina su. Vado a sbattere pesantemente contro il suo torace etremolante gli passo le braccia attorno alla vita alzando il volto verso il suo. La sua bocca è cosìvicina alla mia che non riesco nemmeno a distinguerne i lineamenti perfetti. Non riesco a staccare imiei occhi dalle sue labbra socchiuse e il suo respiro mi provoca più vertigini di quante ne potessiprovare stando appesa ad un albero a cinque metri di altezza. Con educazione posa le sue mani sullemie dietro alla schiena e mi allontana seccato.�La vuoi piantare?�, mi rimprovera con aria ostile.Mi mordicchio il labbro inferiore cercando di tornare a respirare normalmente e mi volto di scattoimbarazzatissima. Con un balzo atterra sul suolo cementato sotto di noi e solleva le braccia verso dime invitandomi a raggiungerlo. Cado tra le sue braccia e mi allontano bruscamente evitando diguardarlo.�Allontaniamoci da qua�, cammina spedito lungo il marciapiede affollato di curiosi. Mi faccio largo tra le persone angosciate e incuriosite. Sento le sirene dei pompieri e delleambulanze farsi sempre più vicine e sovrastare le urla impaurite della gente e degli studenti che siprecipitano sgomenti, al di fuori della scuola. Scendo dal marciapiede e mi getto di corsa in mezzoalla strada per non essere rallentata da una mandria di giornalisti che riprendono, con sofisticatetelecamere, la facciata ovest del college commentando l�accaduto. Davanti a me lui si volta di tantoin tanto per accertarsi che lo stia seguendo.Girato l�angolo, proseguiamo lungo un vicolo sovrastato da edifici altissimi e tetri e ci arrestiamosolo quando non riusciamo più a percepire alcun rumore, urla e sirene davanti ad una fabbrica diceramica ormai in disuso, recintata da alcune torreggianti ringhiere arrugginite.�Còrin�questo è l�ultimo avvertimento�, mi dice con foga continuando a voltarmi le spalle�Vattene dalla città�.�Questa frase sono abituata a dirla io.�, ribatto aspra.�Non scherzare.�, mi avverte.�Perché mi hai salvata?�, chiedo ignorando totalmente il suo suggerimento.�Non ti ho salvata�, sospira �Ho solo rimandato la tua morte.�.Un brivido mi percorre lungo la schiena.�Perché?�, riesco a dire.Finalmente si volta e solo ora mi accorgo di quanto sia sconvolto. Cerco di approfittarne.�Uccidimi ora.�, lo sfido lanciandogli uno sguardo provocatorio. Avvicinandomi cerco di colpirlo alviso. Schiva il mio colpo retrocedendo semplicemente di un passo.�Smettila!�, ringhia schivando un altro mio pugno. �Piantala!!!�.Mi afferra i polsi e mi blocca le braccia dietro la schiena. Cerco di liberarmi dalla sua morsa maappena ci provo mi fulmina con lo sguardo.�Ti finirei prima ancora che tu possa attaccarmi�, borbotta con freddezza, eppure nei suoi occhileggo un�improvvisa vulnerabilità. Come se le parole che ha appena detto lo ferissero più diqualunque altra cosa al mondo.�Ora ascoltami�, si fa ancor più serio. �Diciamo che non sono l�unica persona che dovrestievitare�ma diciamo pure che sono l�unico che può in qualche modo salvarti�.�Salvarmi?�, alzo un sopracciglio allibita.�Sì�, si limita a dire. Poi lascia libere le mie mani e si allontana di qualche passo, andando a posarela sua schiena sulla ringhiera che delimita il piazzale desolato della vecchia fabbrica. �Temo chenon riuscirò mai a convincerti a lasciare la città perciò�ora tu andrai da Andrew e resterai nascostaa casa sua finché non ti raggiungerò stasera�.�Non ti permetterà mai di entrare in casa sua�, lo avverto.

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�Vedrai che lo farà�, mi lancia un sorriso compiaciuto prima di voltarmi ancora una volta le spalleper allontanarsi.Resto imbambolata ad osservare il suo passo così deciso e ondeggiante. Probabilmente avrà fatto uncorso di portamento. Nemmeno i modelli sfilano meglio in passerella.Si volta un�ultima volta per osservarmi prima di scomparire dietro l�angolo in fondo alla via e la suavoce melodiosa mi raggiunge in un eco lontano. �Su una cosa però hai ragione. Io sono Deniel�.E scompare così, senza aggiungere altro, lasciandomi senza fiato e priva di forze.Deniel! Ripeto mentalmente il suo nome per un milione di volte mentre ritorno davanti al collegeper recuperare la mia auto.Deniel�Deniel�Deniel�Mi stupisco che sia riuscito a camminare tranquillamente per strada senza che qualche ragazzinal�avesse bloccato per parlargli o per corteggiarlo.E� il classico ragazzo che non passa inosservato, nemmeno su un set di attori della portata di TomCruise e di Andy Garcia.Deniel� Mi ci vuole quasi un�ora abbondante per riuscire ad allontanarmi dal parcheggio di un centinaio dimetri. Pattuglie di vigili urbani e camioncini di pompieri bloccano l�accesso nelle strade adiacenti alcollege e defluiscono il traffico direttamente sulla provinciale. Deniel!...Sono bloccata nuovamente dietro un furgoncino bianco il cui conducente è rimasto incollato alclacson. Ingrano nervosamente la retromarcia per svoltare in un vicolo meno trafficato e una voltafuori dal disordinato ingorgo, sospiro rumorosamente tra il trasognato e l�infastidito. Mi ci vuoleun�altra manciata di minuti prima di raggiungere casa di Andrew. Parcheggio la mia auto accanto algarage e prima ancora di spegnere il motore il mio allenatore mi spalanca la portiera guardandomisconvolto.�Ho visto il notiziario�so già tutto. Vieni dentro, sarai stravolta�, mi fa scendere dal veicolostrattonandomi per un braccio.Lo seguo all�interno della casa, fino in salotto, dove mi fa sedere sul pouff accanto al caminettoscoppiettante. Mi porge il suo pacchetto di Light dal quale sfilo automaticamente una sigaretta.Andrew ha ragione ad affermare che sono stravolta. Ma è molto meglio che non gli spieghi che inrealtà, se lo sono, non è certo per via dell�esplosione.�Come ti senti?�, mi si fanno attorno tutti quanti accovacciandosi ai miei piedi sopra il grandetappeto scuro. Anne appoggia la testa sopra le mie ginocchia ed io le accarezzo i capelli inteneritada tante attenzioni.�Còrin, ti giuro che io non centro nulla con l�esplosione. Non ho litigato con nessuno.�, cinguetta.�Quando ho avvertito l�odore del gas ho fatto allontanare tutti.�.�Lo so.�, rido. �E sto bene�ma ci sono delle novità�, cerco di mantenere salda e ferma la mia voce.Mi fissano incuriositi. Stanno con la schiena ben eretta, tranne Anne che non si è mossa di uncentimetro.�Ho visto quell�uomo�.�Ti ha fatto del male?�, sbraita Nick con le guance in fiamme.�Dovevo aspettarmelo�, Andrew si batte un pugno nel palmo della mano. �E� stato lui senz�altro, ascatenare l�esplosione. Perciò sarà meglio che voi tutti evitiate di frequentare le lezioni per un po�.�.�Te lo avevo detto che non era una buona idea iscrivermi al college.�, Anne si rivolge al nostroallenatore con tono accusatorio. Ora anche lei tiene la schiena tesa e diritta.�Scusate!�, tossicchio un paio di volte cercando di attirare nuovamente l�attenzione generale su dime.Nick si sporge verso di me per accarezzarmi una guancia. �Dicci, Còrin! Ti ha fatto del male?�.�Mi ha salvata.�, dico tutto d�un fiato.Rimangono impietriti ad osservarmi tenendo la bocca spalancata. Sembra si siano trasformati instatue. Ad Andrew scivola di bocca la sigaretta ma con uno scatto riesco ad afferrarla prima cheatterri sul tappeto. Ne ho abbastanza di incendi per oggi.

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�Statemi bene a sentire�, continuo cercando di frenare i brividi che mi scorrono lungo la schiena�Quel ragazzo�DENIEL�mi ha salvato la vita. E tra poco sarà qui per��.Senza che riesca a concludere la frase tutti quanti balzano in piedi come delle molle abbandonandoil loro stato di shock. Imprecano e inveiscono contro l�aria. La confusione è generale perciò me neresto in disparte aspettando vanamente che si diano una calmata e osservando i loro gesticonfusionari. Andrew afferra con forza il bracciolo del divano e puntando bene i piedi a terra lospinge davanti a sé fino a addossarlo davanti alla porta d�ingresso. Nick e Anne spariscono incucina e ricompaiono dopo poco trasportando una decina di coltelli, litigando tra di loro su chi deveusare quelli più appuntiti. Derryl si precipita al piano di sopra e continuando a lanciare insulti senzasenso comincia a chiudere a chiave ogni porta.Sembrano come impazziti!Per tutto il tempo me ne resto seduta comodamente sul soffice pouff fumando nervosamente unasigaretta dietro l�altra e divertita allo stesso tempo dalle eccessive misure di sicurezza adottate daimiei amici.Eccessive ma tuttavia inutili.Sono così accecati dal terrore e dallo sgomento da non rendersi conto di quanto siano inutili i lorosforzi.Perché bloccare ogni porta quando nel salone centrale manca totalmente la vetrata?

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Deniel

Mi appare alle spalle come in un sogno.Accorgendomi della sua presenza mi volto appena e resto senza fiato nell�osservarlo. Se ne stadavanti alla pesante tenda col cappotto slacciato e i capelli bagnati dalla pioggia. Se fosse possibileoserei dire che è ancora più affascinante di oggi pomeriggio!�Si sono calmati?�, mi chiede tranquillo, osservando distratto le foto della moglie di Andrew appesesopra il caminetto.�Insomma!�, mi lascio sfuggire una risata leggera. �Ora sono scesi in garage a recuperare martelli,chiodi e altre cose.�.�Vogliono crocefiggermi?�, alza un sopracciglio ma nella sua voce non traspare nessuna ironia.�Avevi detto stasera�, lo rimprovero.�Perché aspettare tanto?�, il suo viso si distende leggermente e per un breve istante resto ipnotizzatadalle sue labbra piegate in un sorriso aperto e sincero. Poi, osservando il pesante divano a tre posti davanti all�ingresso scoppia in una fragorosa risata.�Sarebbe ora che i tuoi compagni imparino a difenderti come si deve.�, commenta divertito.Continuando a ridere, usando una mano sola, solleva un lato del divano a qualche centimetro daterra e lo sposta di poco dalla porta.Resto allibita!Andrew aveva faticato non poco solo per spingerlo, rischiando di slogarsi una clavicola, mentre oraDeniel, con una mano sola, lo aveva addirittura sollevato. Mi viene da chiedermi se la sua forzaabbia dei limiti.Sono ancora intontita dalla sua dimostrazione da non accorgermi subito che i miei compagni sonorientrati e se ne stanno sulla difensiva accanto allo stipite della porta della cucina, puntando gliarnesi contro Deniel e digrignando i denti.�Allontanati da lei!�, sibila Andrew facendo un piccolo passo avanti e menando per aria il martello.�Va tutto bene, Andrew�, cerco di tranquillizzarlo, mettendomi accanto a Deniel.Lui si volta di poco verso di me guardandomi di sottecchi con aria annoiata, ma non interviene.Nonostante ci siano quattro persone pronte ad attaccarlo tutte insieme non si scomponeminimamente. Ciò nonostante i suoi occhi non si lasciano sfuggire nessun movimento da parte deimiei compagni.�Stalle lontano�, gli intima Anne, ignorando totalmente le mie parole e mettendosi spavalda davantia tutti.Deniel la zittisce con la sola forza del suo sguardo intenso e magnetico. Si fissano per un istante chemi pare interminabile e lei comincia ad avanzare lentamente, come in trance, arrestandosi solo unavolta giunta di fronte a lui. Studio allibita l�espressione intontita che sfodera la mia amica mentre luile sussurra qualcosa all�orecchio.L�ha totalmente abbindolata!!!�Allontanati Anne�, le ordina Nick.Ma lei lo ignora e continua ad annuire e a sorridere invaghita da Deniel. Lui le sussurra ancoraqualche parola, che io non riesco a cogliere nonostante mi trovi a pochi passi da loro, poi lei sirisveglia come da un sogno e sbattendo più volte le ciglia resta a fissarlo con sguardo adorante.�Ce�certo�DE�Deniel!...Co�come�vu�vu�vuoi tu.�, balbetta come una stupidaadolescente innamorata davanti all�uomo dei suoi sogni.Vorrei prenderla a schiaffi ma riesco a trattenermi ricordando a come ho reagito io stessa oggipomeriggio. Già�prima la mano. Poi l�abbraccio.Più guardo questo ragazzo, più mi rendo conto di non aver mai desiderato qualcuno cosìintensamente in tutta la mia vita. Considerando che comincio a sudare e a tremare solo quando luimi guarda, mi chiedo cosa potrei mai provare toccandogli le labbra.

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�Còrin!�, la sua voce armoniosa mi riporta bruscamente alla realtà.Arrossisco impercettibilmente ma dal suo sguardo vagamente beffardo intuisco che il mio rossorenon gli è affatto sfuggito. Prego mentalmente che non intuisca anche i miei pensieri. Volto di scattola testa, incapace di sostenere i suoi occhi indagatori, incuriositi da questa mia inattesa reazione.�Perché non suggerisci ai tuoi compagni di abbassare le armi?�, mi bisbiglia con garbo.�Non credo mi darebbero ascolto�.�Ascolteranno me senz�altro�, s�impunta tornando serio.�Non mi sembra una buona idea�, alzo improvvisamente il tono di voce, cercando di trattenerloafferrandolo per la manica del cappotto. La mia mano stringe l�aria. Deniel si è già allontanato dame in direzione di Andrew, il quale se ne sta con le braccia tese verso l�alto, pronto a colpirlo colmartello.�Sono venuto per parlarvi.�, dichiara, fermandosi di fronte al mio allenatore.Restano a guardarsi in cagnesco per qualche attimo. Nessuno di noi riesce a parlare e riesco apercepire il respiro accelerato e roco di tutti quanti. Mi tengo pronta a reagire nell�eventualità di unoscontro tra i due e mi posiziono al fianco di Andrew, posandogli delicatamente una mano sullaspalla irrigidita dalla tensione.�Perché non lo ascolti?�, gli suggerisco. �Magari è davvero molto importante quello che devedirci�, insisto approfittando di un suo tentennamento.Andrew abbassa le braccia restando in guardia ma evita di lasciare la sua arma. Mi lanciaun�occhiataccia che ricambio.�Ora che vi siete calmati�, Deniel si accomoda sul divano accavallando le gambe e allargando lebraccia sullo schienale. E� esageratamente a suo agio di fronte a dieci occhi critici. �Possoparlarvi?�.Gli altri si fanno accanto a lui mantenendo una distanza minima di sicurezza, mentre io mi siedo acavalcioni su una sedia alla sua sinistra. Poso braccia e mento sul duro schienale e resto in attesa.Non mi sfugge l�aria di Anne ancora trasognata mentre osserva le labbra di Deniel muoversilentamente.�Ci sono molte altre persone sulle tracce di Còrin.�, mi indica con l�indice. �E qualcosa misuggerisce che voi non sarete in grado di proteggerla né tanto meno lei di difendersi da sola. Perciò,non vi restano molte possibilità di scelta. O vi fidate di me e mi permettete di aiutarvi, o morite.�,nel pronunciare l�ultima parola, gli angoli della bocca si incurvano verso l�alto.Andrew impiega qualche secondo prima di riprendersi, poi con uno scatto posa il martello a terra eresta allucinato nel vedere la mia espressione arrendevole.�Còrin�, attacca calmo. �Un uomo arriva in città con la ferma intenzione di ucciderti. Poiimprovvisamente cambia idea e viene qua, armato delle migliori intenzioni, proponendoci di unircia lui perché è l�unico che può aiutarci��, allarga le braccia infastidito. �Andiamo, questa è unatrappola bella e buona�.�Non mi servono trappole per ucciderla�, spiega composto Deniel, lanciandomi un sorrisocospiratore che non mi sento di ricambiare.Volto lo sguardo e mi concentro meglio che posso sul mio allenatore. Guardare Deniel per mesignifica perdere continuamente la lucidità e non è certo il momento più opportuno per sognare adocchi aperti e sottovalutare la gravità della situazione.�Se non volesse davvero aiutarmi�, mi rivolgo titubante ai miei compagni. �Oggi non avrebbe avutomotivi per salvarmi.�.�Ha solo ritardato il momento�, ribatte aspro Nick, per niente tranquillizzato dalle mie parole.�Beh, a me fa comodo qualche giorno in più�.�D�accordo, ora basta�, Deniel si alza in piedi mettendo fine al nostro breve scambio di idee. La suafigura appare imponente rispetto a quella dei miei compagni. Ogni suo muscolo del petto è messo inrisalto dalla sottile maglietta aderente che spunta dal cappotto aperto. �Vi ho esposto chiaramente iproblemi che dovrete affrontare�sta a voi ora la scelta. Non posso certo obbligarvi�.�Lasciaci almeno il tempo di discuterne�, propone Andrew con tono accondiscendente.�Ok�, annuisce risoluto afferrandomi con riguardo per un braccio. Mi spinge senza fretta su per le

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scale. �Avete dieci minuti�, sentenzia.Poi, senza lasciarmi, mi guida all�interno della mia stanza e si chiude la porta alle spalle. Siaccomoda sul letto e resta paziente a fissare la mia espressione agitata, in attesa che io dicaqualcosa. Non riesco a sentire le parole dei miei amici�le loro voci agitate, mi arrivano in un unicosuono confuso e debole.Mi schiarisco la gola e parlo quasi sottovoce per non fargli capire quanto la sua presenza mi getti inun totale caos.�Pensi che accetteranno di ospitarti qua?�.�Non hanno altre chance�, risponde secco senza mai togliermi gli occhi di dosso.�Non sono abituati a prendere ordini�, insisto accendendomi una sigaretta.�Me ne offri una?�, si porge verso di me e nel farlo, inavvertitamente, mi sfiora una mano.La sigaretta mi scivola dalle dita e impiego una buona manciata di secondi per riprendere arespirare. Come diavolo ci riesce?�Scusami�, ritrae prontamente la mano.�Ti�tieni�, balbetto porgendogli una sigaretta e tenendo gli occhi puntati verso la punta delle miescarpe. Questa volta fa molta più attenzione a non toccarmi.Faccio cinque boccate una dietro l�altra prima di riprendere il discorso.Percepisco addosso il suo sguardo. Non riesco a concentrarmi se continua a fissarmi. Decido divoltargli le spalle.�Siamo abituati a cavarcela con le nostre forze�.�Neanche tu, prima di incontrarmi, eri abituata a perdere�, dal tono intuisco che non vuole ferirminé umiliarmi. E� come se sapesse a priori che nessuno al mondo sarà mai in grado di sovrastarlo.�Quello è stato un caso�, resto sulla difensiva, alzando il mento verso l�alto con fare orgoglioso.�Ne sei sicura?�, mi provoca sollevando un sopracciglio. Tossicchia per frenare una risata.�Certo!�, esclamo grintosa.�Avremo modo di appurarlo. Per adesso dobbiamo occuparci di altro. Tra poco qua si scateneràl�inferno e se non mi darete retta sarete unicamente voi a bruciare tra le fiamme�.�Ottima metafora�, commento acida voltandomi di scatto verso di lui. Se ne sta ancoracomodamente seduto sul bordo del mio letto, osservando un mio slip abbandonato sul pavimento.Sento le guance avvampare e istintivamente mi affretto a nascondere l�intimo nel primo cassetto delcomò. Inorridita mi accorgo che sta cercando faticosamente di trattenere una risata.�Forse hanno deciso qualcosa�, faccio qualche passo verso la porta nonostante mi arrivino ancoraconfuse, le voci dei miei compagni dal piano di sotto. Voglio solo che Deniel esca dalla mia cameraprima che si accorga del tampax che spunta da sotto una pila di vestiti ammucchiati accantoall�armadio.Con un balzo è già davanti a me, bloccandomi l�uscita.�Non credo�, continua a sorridere divertito. �Stanno ancora decidendo in che camera isolarmi�.Spalanco la bocca. �Riesci a sentire quello che si dicono?�, chiedo meravigliata.�Negli anni ho avuto modo di sviluppare un ottimo udito�, mi spiega, senza spostarsi da davanti laporta.Retrocedo amareggiata di qualche passo. Con un impercettibile movimento del piede do un colpettoall�assorbente, facendolo scomparire sotto un pesante maglione di lana.�L�avevo già visto. Che cos�è?�, mi chiede cercandolo.�Lascialo dov�è!�, intimo paonazza, tentando inutilmente di bloccargli le braccia.�No davvero�sono curioso. E� qualcosa che serve a voi donne?�, nelle sue parole non c�è traccia diemozioni forti. Lo afferra e resta a scrutarlo con attenzione, rigirandolo tra la mano destra. Conl�altra mi blocca in modo che non possa strapparglielo via.�Davvero vuoi farmi credere che non sai cos�è un tampax?�, sbotto furiosa, lasciandomi cadere aterra con le gambe accavallate. Inutile insistere. E� come cercare di smuovere cento chili di granito.Deniel sposta i suoi occhi accesi di vero interesse dall�assorbente a me�da me all�assorbente�èsinceramente incuriosito da quello che tiene in mano.Non riesco a crederci. Sto davvero per fare una lezione di ginecologia al mio assassino?

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�Serve a noi donne quando abbiamo il ciclo�, sospiro seccata.�E�ve lo mettete�LI�?�, chiede sconvolto.Lo fulmino con lo sguardo. �Che c�è di così strano?�. �Che c�è di strano?�, scoppia a ridere.�Dammelo�, allungo la mano, tenendo il palmo rivolto insù. �Subito!�.Continuando a sghignazzare, lo lascia scivolare sul mio palmo e nel farlo, mi sfiorainavvertitamente le dita una seconda volta. Nel sostenere la sua espressione sorpresa, restoimbambolata.�La vuoi piantare?�, mi rimprovera scontroso. �Ma tutte le donne reagiscono come te ed Annedavanti ad un uomo?�.Abbasso imbarazzata lo sguardo.�E� solo che tu sei��, non riesco a finire la frase.�Sono COSA?�, m�incalza sempre più infuriato.�Sei straordinariamente��, mi manca il respiro.Deniel si accovaccia davanti a me. Appoggia garbatamente la mano sotto il mio mento e mi sollevail volto in alto verso di lui. Istintivamente, distolgo lo sguardo e fisso un punto nella parete.�Sono cosa, Còrin?�, mi chiede calmandosi. Nei suoi occhi brilla nuovamente una scintilla diprofonda curiosità.�Bello�, dichiaro imbarazzata con un filo di voce.Mi fissa qualche attimo, chiedendosi probabilmente se parlo sul serio. Infine sospira avvicinando lesue labbra al mio collo. Sento il suo respiro caldo formicolare sulla mia pelle e una scarica elettricami attraversa tutto il corpo. �Anche tu� mi bisbiglia prima di precipitarsi alla porta con passo spedito. �Hanno finito�, continuacon voce calda.Sono così scossa che non riesco nemmeno ad alzarmi. Appoggio una mano sulla fronte sudata econto mentalmente fino a venti. Devo aver sognato tutto. Io piacere a LUI?E� impossibile anche solo sperarlo�figuriamoci crederlo.Non che da piccola non mi sia lasciata affascinare dalla fiaba �La Bella e la Bestia�. Ma quella erasemplicemente una fiaba. Questa è la realtà! Probabilmente avrei più possibilità di vincere allalotteria. Faccio due grossi respiri e mi sollevo aggrappandomi saldamente all�anta dell�armadio. Barcollandomi appresto a raggiungerlo.�Sembri sconvolta�, mi guarda preoccupato.�Perché vuoi aiutarmi?�.Non mi risponde. Affila lo sguardo verso la finestra, restando concentrato su qualcosa.�Se è per quello che hanno deciso stai pure tranquilla.�, dice dopo qualche secondo, aprendo laporta. �Devo ammettere che i tuoi compagni sono più in gamba di quel che credevo�Anche se,dormire nello scantinato non è che mi esalti. Ma posso accettarlo�infondo ho tentato di eliminarela loro leader�, ammicca prima di scendere le scale.Dio solo sa come sia riuscita a scendere i gradini senza cadere ruzzoloni. Appena arrivo nel salonemi accorgo che tutti sono alquanto sorpresi di vedermi senza un graffio. So che vorrebberorivolgermi delle domande, ad esclusione di Anne forse, che non fa altro che seguire attentamenteogni movimento di Deniel. E non certo per studiarlo o tenersi pronta a qualche sua avventatareazione. Quanto posso capirla.�Ho diritto ad una coperta?�, chiede Deniel. Andrew lo scruta mordendosi il labbro inferiore. Probabilmente sta morendo dalla voglia dispaccargli la faccia.�Stammi bene a sentire cosetto�, lo aggredisce, puntandogli un dito al petto. Deniel non siscompone. �Se accade qualcosa a Còrin��.�Finché io sarò qua non permetterò che le accada niente di spiacevole�, lo blocca afferrandogli ildito. Potrebbe spaccarglielo in questo preciso istante. �Indicami la mia accogliente stanza�.I due spariscono uscendo dalla porta sul retro seguiti a ruota da Derryl e Nick che probabilmente

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sono stati �eletti� guardie del corpo del nostro allenatore. Mi lascio cadere esausta sul divanoaccanto ad Anne. Mi osserva eccitata.�Che vi siete detti?�.�Niente d�importante�, mento distogliendo lo sguardo.�Siete stati zitti per tutto questo tempo?�.�No�certo che no. Senti�credi sia un bene ospitarlo qua?�, cambio drasticamente discorso.�Non saprei.�, sembra sopra pensiero �Ma che altro potremmo fare? A questo punto tanto vale stareal suo gioco�.La guardo poco convinta scuotendo la testa. Poi all�improvviso mi torna in mente una scena di pocofa.�Che cosa ti ha detto?�, le chiedo.�Mi ha detto chi?�, mi fissa ingenua.�Lui�Deniel. Prima ti ha sussurrato qualcosa all�orecchio e tu sembravi essere andata in tranche�.�Ma niente��, prende tempo contemplandosi le unghie con finta pignoleria.�Andiamo Anne�, sbuffo. �In questo momento tutto può tornarci utile�.�D�accordo�, si alza per andare ad affacciarsi alla finestra rotta. Scosta di poco la tenda e una folatad�aria gelida mi fa rabbrividire. �Mi ha detto che si fida molto di noi�che�che una donna come teva difesa a costo della nostra stessa vita e che lui�.�.�Poi?�, la incalzo eccitata, mordicchiandomi il labbro inferiore.Fa per continuare, ma si blocca di colpo, accorgendosi che i ragazzi sono rientrati.�Di cosa parlavate?�, ci chiede Andrew visibilmente più rilassato.�Di cucina�, rispondo troppo velocemente.�Di diete�, la voce di Anne mi sovrasta di poco, contraddicendomi involontariamente.Ridacchio nervosa. �Insomma�di cose da donne�, cerco di spiegare.Andrew ci osserva accigliato ma lascia cadere il discorso.Giocherello nervosamente con una ciocca dei miei capelli tentando di puntare il mio sguardoovunque, tranne che su Deniel. Sono più che sicura che se riuscisse a guardarmi in faccia intuirebbeche poco fa stavo parlando di lui insieme alla mia amica. E in questo momento l�ultima cosa chevoglio è fargli capire cosa provo quando è presente nella mia stessa stanza. Non che ne siainnamorata�questo mai! Mi strapperei il cuore piuttosto di arrivare a tanto. Ma di certo non possonegare che la bellezza del suo viso mi travolga. Questo no. Questo non posso proprio negarlo. E avolte, sembra che la sua voce incanti più di quanto possa mai fare il canto di una sirena. Lo osservo col fiato in gola mentre mi si fa accanto per darmi una lieve gomitata nel fianco. Deveessersi accorto che sto nuovamente sognando ad occhi aperti. Non gli sfugge mai nulla di quel chemi riguarda. Parte del suo interesse lo riserva sempre per me.�Tutto a posto?�, mi sussurra all�orecchio.Ho quasi un sussulto ma cerco di mascherarlo meglio che posso, fingendo di avere un attacco ditosse improvviso.�Certo. Tutto benissimo�.Come siamo arrivati a questo punto? Che centra Deniel con noi cinque? Solo qualche giorno prima,ha cercato di uccidermi ed ora se ne sta qua tranquillo nel salotto di Andrew, bevendo birra mentrediscute con una Anne totalmente rincoglionita, di come trascorriamo solitamente le serate.Lei cinguetta con lui ridendo troppo spesso e senza motivo e continua a passarsi le dita tra la suarossa, folta chioma, sbattendo le palpebre ogni circa tre, quattro secondi.�Sì�ogni tanto usciamo.�, la sento dire mentre schiocca un�altra risata acutissima. �Nonnell�ultimo periodo ovviamente�.�E come passate le serate in casa?�, s�informa, usando un tono tutt�altro che malizioso.�Beh�ogni tanto giochiamo, a volte leggiamo�poi ovviamente abbiamo i turni per la ronda�.Lui annuisce facendosi serio poi m�indica con un rapido cenno del capo. �Anche lei?�.�Per colpa tua nell�ultimo periodo ho dovuto evitare�, lo aggredisco intromettendomi nel discorso.Ci scambiamo un�occhiataccia piena d�avversione ma poi Deniel, senza scomporsi più di tanto,riprende a sorridere come solo lui sa fare. Mi perdo nel suo viso dai lineamenti ancora

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adolescenziali. Se non fosse per la sottile peluria attorno al mento e per quei suoi occhi cosìprofondi che sembrano aver vissuto più di mille vite, non gli darei più di ventitre anni.Mi ha fatto nuovamente perdere il filo del discorso. Sento la rabbia affievolirsi all�istante e unsorriso vagamente beota s�impossessa delle mie labbra.Improvvisamente riporta tutta la sua attenzione su Anne.�E che cosa legge lei?�, continua ad interrogarla sul mio conto.Perché è così interessato a me?Anne a questo punto è palesemente imbarazzata e sposta ripetutamente lo sguardo, prima su di mepoi su di lui, non sapendo bene quale risposta dargli. Decido di averne abbastanza delle lorocospirazioni e mi allontano per raggiungere i ragazzi in cucina. Li trovo seduti attorno al tavolo,intenti ad abbozzare su un foglio i possibili turni di ronda. Mi sembra di essere ritornata ai vecchitempi�quando tutto ebbe inizio. Ricordo quando Andrew, le prime volte, mi accompagnava per levie di Loverland, per mostrarmi come sconfiggere i miei avversari, e di quando permetteva aqualcuno di colpirlo al volto per dimostrarmi come incassare al meglio un pugno. Ho dei flashbackben nitidi a riguardo sulle mie iniziali uscite notturne e trattengo a stento un sorriso malinconico,ripensando a come tornavo malconcia a casa, incapace di fermare anche una mosca. Mi siedo sulla prima sedia libera e cerco di ricollegarmi ai loro ragionamenti.�Penso che questa sia la formazione più adatta�, sentenzia Andrew, battendo due dita sul foglioscritto.�Con chi sarò io?�, m�informo cercando di decifrare lo schema disegnato a piè di pagina.Resto sbalordita nel leggere il nome di Nick accanto al mio. Andrew, vedendo nei miei occhi lo stupore, si affretta a tranquillizzarmi. �Non ti agitare, Còrin. E�tutto calcolato�.�Calcolato un accidenti�, sbotto saltando in piedi. Nel farlo la sedia si rovescia.�E� la soluzione migliore, credimi�.�La peggiore vorrai dire�. Mi volto per togliere dal frigo una lattina di birra. Tiro la linguetta e nebevo un generoso sorso per calmarmi.Nick tende una mano verso di me. �Me ne dai un po�?�.�Non tentare di distrarmi, ok?�.Con un saltello mi siedo sul top della cucina tenendo le gambe penzoloni e scolando continuamenteabbondanti sorsi dalla lattina. �Andrew�.�.�No. Ascoltami tu, Còrin.�, mi blocca. �Faremo semplicemente una prova�mi servono piùelementi sul campo.�. �Maledizione!�, sbraito sputacchiando birra ovunque. Con la manica della maglia mi asciugo labocca, per poi riprendere subito a sbraitare più forte di prima. �Non stiamo parlando di unamaledettissima partita di football�.�So benissimo di cosa stiamo parlando�, ribadisce mantenendo una calma sorprendente.�E allora devi essere completamente uscito di senno.�.�So che con te se la caverà più che bene�.�Non è questo il punto!�, batto un pugno sul lavello facendo tintinnare le tazzine sporche di caffèlasciate là dalla mattina.Richiamati dalle mie urla, Deniel ed Anne si affacciano alla porta. Mi fissano incerti, senza aprirebocca.�Calmati Còrin�, interviene Nick.Mi volto di scatto verso di lui fulminandolo con lo sguardo. �Sta zitto incosciente�non obbligarmia prenderti a pugni. Non meriteresti altro!�. Sento la rabbia ribollirmi nelle vene. Non riesco più atrattenerla. �Andrew�, sibilo tra i denti. �Non manderai là fuori il mio amico�è troppo presto. Non ha maicombattuto.�.�La mia autorità è fuori discussione�, strilla sovrastando la mia voce.�Me ne infischio della tua autorità.�.Ci fissiamo dritti negli occhi senza un minimo cedimento.

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�Credo che Andrew non abbia tutti i torti�, la voce calma di Deniel tuona nella cucina.Mi giro verso di lui ringhiando. Sono così inferocita che nemmeno i suoi occhi riescono ad avere uneffetto calmante su di me.�Credo sia ora per lui di vivere in prima persona ciò che ha deciso di affrontare�, mi spiega sereno,senza lasciarsi intimorire dalla mia furia.Con ripugnanza, capisco dagli sguardi che tutti favoreggiano la decisione di Andrew. Afferro unatazza dal lavello e la scaglio con forza contro il tavolo. Gocce d�acqua sporca macchiano ilpavimento e il foglio di protocollo, facendo sbiadire il mio nome insieme a quello di Nick. Credoche potrei arrivare ad uccidere piuttosto che vedere il mio amico ridursi come me.�NO�NO�.NO!�, gracchio isterica,�Non sei tu a dover decidere per lui�, commenta Andrew voltandomi le spalle.�Non osare andartene!�, lo rincorro.�Lo farò invece, se continui a comportati in modo insensato�, mi punta contro l�indice.Stringo le mani in pugno e, tremante per la rabbia, poso lentamente gli occhi su ognuno di loro,fermandomi qualche secondo in più su quelli del mio migliore amico.�Se ti succede qualcosa�io ti avevo avvertito�, gli dico sprezzante.�Non avete valutato alcune cose però�, si fa avanti Deniel.Ci voltiamo tutti ad osservarlo.�Non avete tenuto conto del fatto che ci sono alcune persone sulle tracce di Còrin�quindi, se per teAndrew non è un problema, preferirei seguirla ovunque. Anche a distanza.�.�A proposito di questo�, Andrew si rimette seduto, fissando Deniel con fare assorto. �Forse è il casoche c�illumini al riguardo.�.�Illuminarvi?�, alza un sopracciglio senza capire, mentre mi passa accanto sfilandomi dalle mani lamia lattina di birra.�Chi vuole ucciderla e perché?�, gli chiede.�I miei compagni�, si limita a rispondere prima di sorseggiare la birra.�E chi diavolo siete voi?�.�Questo è top secret�, ridacchia, beffandosi di noi. �Però una cosa posso dirvela, anche se credol�abbiate capita da soli�, si fa improvvisamente grave abbassando di molti toni la voce. �Siamomolto, molto forti�.Rabbrividisco al ricordo dei suoi colpi. �Perché volete uccidermi?�, chiedo a fil di labbra.Non amo per niente parlare della mia imminente morte seduta attorno al tavolo della cucina del mioallenatore. Non che non abbia mai rischiato di morire�ma qua non si sta più parlando di rischi,bensì di una cosa certa. E questo non aiuta di certo a rilassare i miei nervi scossi.�Per quello che hai fatto in passato. Per ciò che rappresentava tuo fratello.�, mi guarda torvoattraverso le sue lunghe ciglia.Copro immediatamente la bocca con una mano, per frenare un singhiozzo. Che ne sa di miofratello? Come osa parlare di lui?Deniel resta immobile come una statua. Mi accorgo che sta trattenendo il respiro.�Sei stato tu a farlo uccidere!�, lo accuso sibilando e stringendo così forte i pugni da disegnare suipalmi delle mie mani la forma esatta delle unghie.Impulsivamente mi getto contro di lui, colpendolo alla testa con la caffettiera ancora piena di caffè.Il liquido nero gli si rovescia sui capelli scivolandogli sul collo e macchiandogli il colletto dellamaglietta. Lo colpisco nuovamente alla nuca senza lasciargli il tempo di reagire. I miei compagniindietreggiano di qualche passo. In questo momento sono più spaventati da quello che potrei fare iorispetto alla reazione di Deniel.Con una spinta mi fa rotolare sopra il tavolo e scivolo sul pavimento. Allungo la gamba, infilandolatra le sue, ma riesce a bloccarla evitando di perdere l�equilibrio.�Non sono stato io!�, esclama ansimante, cercando di afferrarmi i polsi.�Sì invece!�.Balzo in piedi sopra il tavolo e lo colpisco al mento con un calcio, facendolo andare a sbatterecontro la credenza. Tutti i bicchieri cadendo a terra si frantumano. Mi afferra per una caviglia

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facendomi cadere all�indietro ma riesco a liberarmi tempestivamente e lo colpisco al fianco. Perchénon schiva i miei colpi?Mi sollevo sui gomiti e roteando su me stessa scivolo giù dal tavolo rimettendomi in posizioneeretta. Gli mollo un pugno sul mento e subito dopo un altro nello stomaco. Come la prima volta glisto provocando ben poco dolore. Ansimando mi blocco improvvisamente, vedendo la sua aria fintroppo tranquilla.�Ti sei sfogata?�, mi sorride.Con ira gli sgancio un altro destro sulla mandibola ma questa volta lo evita piegandosi un po�all�indietro.�Mi sa che sei ancora un po� arrabbiata�, commenta ridacchiando.Mi piego per raccogliere un pezzo di vetro e mi lancio verso la sua giugulare. La sua mano miblocca il polso e lo stringe così forte da obbligarmi a lasciare la mia arma improvvisata.�Ora basta!�, la sua voce è rimasta tranquilla ma i suoi occhi si sono fatti seri mentre osservanoattenti la punta del vetro contro la sua gola. �Credo ti sia sfogata abbastanza, ora.�.�Ti ucciderò Deniel!�, lo minaccio usando il tono più ostile che mi riesce. �Giuro che lo farò!�.Giro sui miei tacchi e abbandono la cucina per isolarmi da tutti loro. Mi sento come tagliata fuoridal gruppo, come se le mie opinioni non contassero più nulla. Prima ero considerata la loro leadermentre ora mi sembra di essere diventata una semplice complicazione. Oltre ad Andrew, ci si èmesso pure Deniel a comandare. E tutti pendono dalle loro labbra, considerando legge ogni loroparola.Mi rannicchio sul divano sbattendo ripetutamente i pugni sul bracciolo. Che cosa centra mio fratelloMartin in tutto questo? Perché ogni volta che credo di essere riuscita a superare anche solo di un po�il dolore che la sua morte mi ha provocato, ricompare qualcuno a riaprirmi la ferita? Il mentoprende a tremarmi considerevolmente. Sto ospitando in casa l�uomo che ha ucciso il mio gemello�oggi pomeriggio sono arrivata perfino a desiderare un bacio da lui!Alcune lacrime mi appannano la vista. Nascondo la testa tra le mie ginocchia e mi lascio avvolgeredalla disperazione, mentre le voci concitate dei miei compagni mi raggiungono dalla cucina. Mitappo le orecchie per isolarmi totalmente dal resto del mondo e chiudo gli occhi così forte da vederetanti puntini colorati affiorare nel buio.Vorrei solo scomparire!