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< Questo numero di ACCRInforma è dedicato in particolare al tema dell’alimentazione e della sovranità alimentare. Sono temi sempre attuali, particolarmente importanti in prossimità dell’apertura nel nostro Paese di Expo 2015, manifestazione internazionale che sin dal titolo Nutrire il pianeta, energia per la vita è centrato su questi argomenti. Kyniaga Primary School, Mutuobare [Embu - Kenya] Il diritto al cibo è il primo dei diritti umani privi di concreto riconoscimen- to, nonostante dibattiti e documenti che si sono succeduti: fra questi ricor- diamo in particolare gli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite, il primo dei quali si proponeva di “Sradicare la povertà estrema e la fame”. I risultati sono però poco soddisfacenti giacché quasi un miliardo di per- sone continuano a soffrire questa privazione. Riprendiamo dal sito di FOCSIV (la Federazione Organismi Cristiani Ser- vizio Internazionale Volontario, di cui l’ACCRI è parte attiva) le motivazioni, che condividiamo, per mantenere vivo l’argomento: Ogni uomo, donna e bambino ha il diritto inalienabile di essere liberato dalla fame e dalla malnutrizione per potersi sviluppare completamente e mantenere le sue facoltà fisiche e mentali [Conferenza Mondiale sull’Alimentazione, 1974] A livello globale, a fronte di una popolazione di oltre 7 miliardi di persone, produciamo cibo per 12 miliardi di persone; eppure 842 milioni soffrono ancora la fame! [Rapporto OCSE, 2011] Lavorare su questo tema è la logica conseguenza dell’esperienza sul campo di molte Ong FOCSIV che da anni portano avanti progetti in più di 80 paesi nei quali la vita stessa ruota attorno alla produzione agricola. Per questo la FOCSIV crede fortemente che la Sovranità Alimentare sia l’unica risposta per arrestare il numero sempre crescente di persone che soffrono la fame in tutto il mondo. Poste Italiane SpA_Spedizione in Abbonamento Postale_DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) articolo 1, comma 2 NE/TN marzo 2015 informa Associazione di Cooperazione Cristiana Internazionale bollettino semestrale anno 03 [n° 05] 6 In caso di mancato recapito inviare al Trento CPO per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

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Questo numero di ACCRInforma è dedicato in particolare al tema dell’alimentazione e della sovranità alimentare. Sono temi sempre attuali, particolarmente importanti in prossimità dell’apertura nel nostro Paese di Expo 2015, manifestazione internazionale che sin dal titolo Nutrire il pianeta, energia per la vita è centrato su questi argomenti.

Kyniaga Primary School, Mutuobare [Embu - Kenya]

Il diritto al cibo è il primo dei diritti umani privi di concreto riconoscimen-to, nonostante dibattiti e documenti che si sono succeduti: fra questi ricor-diamo in particolare gli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite, il primo dei quali si proponeva di “Sradicare la povertà estrema e la fame”.

I risultati sono però poco soddisfacenti giacché quasi un miliardo di per-sone continuano a soffrire questa privazione.

Riprendiamo dal sito di FOCSIV (la Federazione Organismi Cristiani Ser-vizio Internazionale Volontario, di cui l’ACCRI è parte attiva) le motivazioni, che condividiamo, per mantenere vivo l’argomento:

Ogni uomo, donna e bambino ha il diritto inalienabile di essere liberato dalla fame e dalla malnutrizione per potersi sviluppare completamente e mantenere le sue facoltà fisiche e mentali

[Conferenza Mondiale sull’Alimentazione, 1974]

A livello globale, a fronte di una popolazione di oltre 7 miliardi di persone, produciamo cibo per 12 miliardi di persone; eppure 842 milioni soffrono ancora la fame!

[Rapporto OCSE, 2011]”“

Lavorare su questo tema è la logica conseguenza dell’esperienza sul campo di molte Ong FOCSIV che da anni portano avanti progetti in più di 80 paesi nei quali la vita stessa ruota attorno alla produzione agricola. Per questo la FOCSIV crede fortemente che la Sovranità Alimentare sia l’unica risposta per arrestare il numero sempre crescente di persone che soffrono la fame in tutto il mondo.

Poste Italiane SpA_Spedizione in Abbonamento Postale_DL 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46) articolo 1, comma 2 NE/TN

marzo 2015

informaAssociazione di Cooperazione Cristiana Internazionale bollettino semestrale anno 03 [n° 05]6

In caso di mancato recapito inviare al Trento CPO per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

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EXPO 2015 Milano 1 maggio - 31 ottobre 2015www.expo2015.org/it/eventi

EXPO dei popoli 2-6 giugno 2015expodeipopoli.it

Campagna Abbiamo riso per una cosa seria 16-17 maggio 2015www.abbiamorisoperunacosaseria.it

Mantenere vivo l’argomento significa farsi parte attiva nel contribuire all’applicazione dei principi e delle soluzioni: per ACCRI la modalità è farsi sostenitore, animatore di progetti che nei luoghi in cui il problema esiste rappresentino contributi sostanziali.

Ogni progetto può rappresentare un chicco che, sommato ad altri, vada auspicabilmente a costituire un raccolto visibile.

C

Tratto dal sito di FOCSIV (www.focsiv.it).

Eventi da segnalare

Si tratta di eliminare quegli ostacoli che penalizzano un’attività così preziosa e che spesso la fanno apparire poco appetibile alle nuove generazioni […].Nello stesso tempo occorre prestare la dovuta attenzione alla fin già troppo diffusa sottrazione di terra all’agricoltura per destinarla ad altre attività, magari apparentemente più redditizie.Anche qui domina il dio denaro, no? È come si dice di quelle persone che non hanno sentimenti, che vendono la famiglia, vendono la madre, ma qui è la tentazione di vendere la madre terra!

[Papa Francesco, La terra è madre, chi ha per dio il denaro vende anche la madre, 31 gennaio 2015, Radio Vaticana]

Non c’è diritto al cibo se non si regola la finanza… non c’è buona finanza se non si introducono nuovi principi… non c’è pace durevole se non è fondata sulla giustizia sociale e sul rispetto dei diritti di tutti, tra cui quello essenziale del cibo

[Papa Francesco, Messaggio per la Celebrazione della XLVII Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2014, Roma]

Papa Francesco assieme a Gianfranco Cattai Presidente di FOCSIV

EuCAREStIA...energia per l’universoCammino liturgico-missio-nario verso la Pasqua 2015

Ricordiamo che anche il sussidio al cammino verso la Pasqua quest’anno richiama indiretta-mente i temi che affrontiamo in questo numero di ACCRInforma.

Dalla quarta di copertina del volume Eucarestia, energia per l’universo. Cammino liturgico-mis-sionario verso la Pasqua 2015.

“Quaresima è il tempo per ec-cellenza delle opere di fraternità. Ogni nostra azione di cristiani, però, se non nasce dall’adora-zione è opera vuota. Nell’anno in cui l’attenzione del mondo si focalizza sull’alimen-tazione, il presente sussidio ci conduce alla fonte di tutto: il pane eucaristico è per sempre - da quell’ultima Cena - il segno della Sua morte/risurrezione e del Mistero della condivisione”

Questo perché la Sovranità Alimentare è il “diritto dei popoli a definire le proprie politiche e strategie sostenibili di produzione, distribuzione e consumo di alimenti che garantiscano a loro volta il diritto all’alimentazione per tutta la popolazione, rispettando le singole culture e diversità dei metodi contadini e garantendo a ogni comunità l’accesso e il controllo delle risorse di base per la produzione, come la terra, l’acqua, il patrimonio genetico e il credito”.

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L’agricoltura familiare non è un ri-torno al passato, un rifiuto della mo-dernità; è piuttosto una proposta che si contrappone al dominio della ter-ra delle grandi corporation e al Land grabbing, all’utilizzo delle risorse agricole per finalità estranee alla pro-duzione di cibo.

Aree sempre più ampie del piane-ta vengono oggi coltivate per la pro-duzione di bio-carburanti oppure per cibo destinato a Paesi terzi, lasciando spesso nella fame e nella disperazio-ne chi su quella terra ha da sempre vissuto. Alcune imprese transnazionali attraverso la produzione degli OGM, determinano unilateralmente le con-dizioni di vita di milioni di contadini, assoggettati alle loro regole, stabilite per massimizzare i loro guadagni.

La rivoluzione verde, promossa dai Paesi del cosiddetto Primo mondo, che introduceva l’agricoltura mecca-nizzata e l’uso degli agrochimici nei Paesi in via di sviluppo negli anni ‘70, non ha risolto il problema della fame, ha anzi provocato l’indebitamento dei contadini che a milioni hanno dovuto lasciare le campagne per cercare for-tuna nelle periferie degradate delle città, divenute ora megalopoli.

In questo modo si sono estese facilmente, su terre abbandonate o fatte abbandonare forzatamente, le monoculture da esportazione, soprat-tutto di frutta esotica, prodotti colo-niali (te, caffè, cacao, ecc) e tanta, tan-ta soia, da destinare all’ingrasso degli animali da allevamento.

Se da un lato la carne è un alimen-

to, dall’altro il continuo incremento del suo consumo, riduce le culture agricole alimentari destinate alle per-sone, dirottandole sulla produzione di mangimi. Centinaia di migliaia di persone, non hanno abbastanza cibo perché esso viene destinato agli allevamenti intensivi, decisa-mente insostenibili: per produrre un chilo di carne bovina servono dai 7 ai 10 chili di cereali/legumi, più 15.400 litri d’acqua.

La biodiversità, la coltivazione dei prodotti tipici di una zona - che rappresenta il risultato di una se-lezione millenaria - avere la quan-tità di cibo sufficiente per poter vivere degnamente e la libera commercializzazione o scambio delle eccedenze, sono alcuni de-gli aspetti cardine dell’agricoltu-ra familiare, sposata da FOCSIV per dalla campagna Abbiamo riso per una cosa seria.

La scelta operata quest’an-no a favore di un riso italiano al posto di quello tailandese certi-ficato Fair Trade, si inserisce in questa logica. Non si tratta di mettere da parte il commercio

È questo il nuovo slogan della campagna Abbiamo riso per una cosa seria 2015, che riassume l’obiettivo che gli organismi della FOCSIV si sono dati per il rilancio dell’iniziativa.

Iriamurai [Embu - Kenya]

La campagna promuove il diritto al cibo e la sovranità alimentare fin dal 2003, ma con questa focalizzazione riesce ad essere più concreta nel far comprendere l’importanza del sostegno dei progetti ad essa legati.

equo e solidale, che viene sostenuto con altre iniziative, ma piuttosto di promuovere l’agricoltura di vicinanza, a Km zero, sostenendo anche

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il comparto agricolo del nostro Paese, oggi fortemente in crisi: pos-siamo farcela unendo gli sforzi, senza contrapporre locale e globale, pro-muovendo un’efficace sinergia.

È una novità anche il progetto che l’ACCRI ha scelto di sostenere in que-sta edizione della campagna: da Ga-gal Keunì, in Ciad ci spostiamo a lria-murai in Kenya, dove sono in servizio i nostri volontari Sara e Matteo.

Partendo dagli impianti per l’irriga-zione si sta promuovendo la creazione di campi ed orti per la produzione di alimenti per le famiglie e per le men-se scolastiche, in una zona dove la morsa della siccità è sempre presente provocando scarsità di cibo. Un pro-getto fondamentale per il raggiungi-mento dell’autosufficienza alimentare delle comunità interessate.

Saremo presenti nelle parrocchie e nelle piazze il 16 e 17 maggio, per parlare di agricoltura familiare, di Iria-murai e di come questa campagna può contribuire a raggiungere il risul-tato sperato.

Chiederemo una offerta minima di 5 Euro, ben contenti di ricevere di più, e offriremo come ringraziamento un chilo di riso arborio prodotto da Coldiretti. Saranno più di cento i no-stri banchetti in provincia di Trento, di Trieste, e in alcune località del Friuli e del Veneto.

I dettagli sul sito di FOCSIV e dell’AC-CRI (www.abbiamorisoperunacosase-ria.it/ e www.accri.it).

Saranno più di 100 le posta-zioni dell'ACCRI nelle piazze e nelle parrocchie in provincia di Trento e Trieste, nonché a Sacile (Pn), Meolo (Ve) e Col San Martino (Tv).

Più di 600 saranno i nostri volontari che animeranno i banchetti, sensibilizzando sul tema dell'agricoltura familiare come risposta al problema della fame e sul progetto di Iriamurai, in Kenya, al quale sarà destinato il ricavato dell'iniziativa.

Informazioni più dettagliate sono disponibili sul sito della campagna Abbiamo riso per una cosa seria e dell’ACCRI (www.abbiamorisoperunaco-saseria.it e www.accri.it).

Dove trovi i nostribanchetti del riso?

+

Il trattato - presentato dalla Com-missione Europea e dal nostro Go-verno come una rivoluzione strate-gica contro la crisi, che dovrebbe aumentare il PIL Europeo, portare nuovi posti di lavoro, aumentare le esportazioni e dare accesso a pro-dotti meno costosi - è stato nego-ziato quasi in segreto tra la stessa Commissione Europea e il mini-stero del commercio USA, con un

TTIP... ? InformIamocI!Prima che sia tardi!Il TTIP, Transatlantic Trade and Investment Partnership, Accordo tra Europa e Usa per la liberalizzazione del commercio.

Mentre si prepara ad ospitare l’Expo, presentato come una piattaforma di dialogo per il progresso e la cooperazione, l’Europa sta negoziando in gran silenzio con gli Stati Uniti un trattato bilaterale, il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) per la liberalizzazione del commercio e dei servizi fra le due parti, che avrà un importante impatto sulla nostra vita di cittadini e consumatori.

massiccio intervento delle lobby delle multinazionali, in una man-canza di trasparenza preoccupan-te, vista l’enorme posta in gioco.

Solo recentemente i documenti sul trattato sono stati resi pubblici, ma i punti oscuri e le preoccupa-zioni restano tanti e significativi, in particolare perché, oltre all’a-bolizione dei dazi, la creazione di questo spazio commerciale libero darebbe il via a interventi sulle normative, puntando a uniformare regolamenti e requisiti, controlli e standard minimi per la circolazio-ne delle merci.

Uno degli ambiti più controversi è quello dei prodotti agroalimenta-ri. Le leggi europee in materia di si-curezza alimentare e in particolare di tracciabilità (ed etichettatura) di un prodotto sono molto più vinco-lanti di quelle statunitensi.

Negli Stati Uniti si possono col-tivare OGM, si possono sommi-nistrare massicce quantità di an-tibiotici ai bovini per accelerarne la crescita, o utilizzare prodotti chimici come il cloro per steriliz-zare la carne di pollo, senza dar-ne conto nell’etichettatura, poi, sul prodotto finale negli scaffali del su-permercato. Nessuna legge, in ge-nerale, vieta la commercializzazio-ne di un prodotto a meno che non ne sia stata dimostrata la nocività.

In Europa è il contrario. Vige il

Se verrà approvato, il TTIP creerà di fatto un’area di libero scambio di proporzioni enormi, interessando direttamente almeno 850 milioni di persone e coinvolgendo due colossi che, da soli, coprono il 50% del PIL mondiale.L’accordo toccherà non solo il mondo del commercio, ma anche quello del lavoro, della finanza e dei servizi pubblici, in altre parole le regole del nostro quotidiano, la sicurezza ambientale, il sistema sanitario, quello agroalimentare e molto altro.

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principio di precauzione: vieta-to commercializzare un prodotto, a meno che non ne sia stata dimo-strata la salubrità.

Le generiche affermazioni sul fatto che la libera circolazione riguarderà solo i prodotti che si conformino alle regole dell’altra parte, non sembrano sufficienti a rassicurare, di fronte alle fortissi-me pressioni esercitate dalle lobby dell’agroalimentare statunitense e, in generale, di fronte alla totale in-compatibilità fra due sistemi di rife-rimento agli antipodi: l’uno basato sull’agricoltura intensiva monocul-turale e su una sicurezza alimenta-re assicurata “chimicamente”, l’al-tro basato sulla biodiversità, sulla presenza di aziende mediamente più piccole, e su una sicurezza ali-mentare incentrata sul benessere animale.

Per non parlare delle conse-guenze sulla maggior parte dei piccoli produttori, che sarebbero schiacciati da un sistema di prodot-ti a basso costo e bassa qualità. Un prezzo troppo alto - se parliamo del nostro Paese - per un aumento delle esportazioni dei nostri pro-dotti tipici che in realtà è solo un miraggio, mentre il vantaggio reale potrà riguardare solo per una stret-tissima minoranza.

A rendere il tutto ancor più pre-occupante, si aggiunge l’introdu-

Cda leggere/da vedere

Cibo, commercio e guerre...

Qualche suggerimento in linea coni temi trattati in questo numero

Le guerre del cibo (presente in biblioteca)di Walden Bello

Walden Bello pone al centro di questo libro la recente crisi ali-mentare che ha gettato centinaia di milioni di persone nel baratro della povertà, accendendo la miccia di forti proteste in Medio Oriente, Africa e America. Una crisi che ha radici profonde e legate non solo l’aumento dei costi dell’energia, ma anche le politiche del Fondo Monetario Internazionale e dell’Organizza-zione Mondiale del Commercio in materia di agricoltura mondiale. Approfondendo l’evoluzione di tale crisi, Bello offre una via avan-zata: il principio della sovranità del cibo, che permetterebbe alle na-zioni in via di sviluppo di proteg-gere e sostenere la biodiversità.

Cibo SpA (sottotitoli in italiano) di Robert Kenner

Il film fotografa la situazione del-la produzione industriale del cibo degli Usa, che non è esattamente quella europea, ma per certi versi le somiglia. Il film è particolarmente attuale oggi che l’UE sta stipulando con gli USA, quasi in segreto, un tratta-to di libero commercio (TTIP) che potrebbe spazzar via tutte le diffe-renze positive ancora esistenti.

Terra Madredi Ermanno Olmi

Ermanno Olmi ha costruito un racconto poetico di grande in-tensità che va alla ricerca in tutto il globo, dalla Norvegia all’India, di un altro modo-di-vivere, che affronti senza ipocrisie il dilemma del nostro mondo ormai incapace di interrompere un ciclo di consu-mi che porterà alla distruzione del pianeta. È un poema filmico che diven-ta progetto e proposta: si può consumare diversamente, si può cercare di convivere con la nostra madre Terra.

zione - all’interno del TTIP - del meccanismo ISDS (Investor-State Dispute Settlement), secondo il quale un’impresa straniera può ci-tare in giudizio uno Stato, nel caso in cui questo abbia introdotto una legge percepita come lesiva dei suoi interessi commerciali. Celebre il caso della Philip Morris che, in base a un analogo meccanismo, ha citato in giudizio il governo uru-guayano per una legge contro il fumo che aumentava la tassazione sulle sigarette e introduceva l’ob-bligo di coprire l’80% dei pacchetti con scritte e immagini sui pericoli per la salute: interesse commercia-le contro sovranità di uno Stato che sta tutelando i propri cittadini.

Per far sentire la propria voce di fronte al prosieguo delle negozia-zioni è nata anche in Italia la Cam-pagna Stop TTIP, tesa a coordinare organizzazioni, reti, realtà e terri-tori che si oppongono all’appro-vazione del Trattato di Partenariato Transatlantico su commercio e In-vestimenti (TTIP).

Laura Bibi Palatini

Sul sito Stop TTIP Italia (stop-ttip-italia.net) è possibile trovare nume-rose informazioni e firmare la peti-zione online contro il TTIP.

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Si sono da poco conclusi i due corsi introduttivi al volontariato ed alla cooperazione

internazionale: Con lo sguardo oltre i confini a Trento, promosso in collaborazione con il CAM e AAA glocale cercasi... in collaborazione con le Ong presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia.

notizie dalla Formazione e dall’EaS

l’ACCRI si fa in due...

Proponiamo due commenti dei corsisti... uno in forma di tweet!

L’attività rientra nel percorso for-mativo previsto dall’ACCRI, sul quale vengono investite molte energie, sia nell’ottica di una pre-parazione per i candidati al ser-vizio all’estero, sia allo scopo di fornire alle persone interessate in-formazioni e conoscenze obiettive sulle relazioni tra i popoli e i Paesi del mondo, consci che solo da un approfondito confronto possono nascere una diversa sensibilità e precise scelte di vita, che posso-no a loro volta contribuire alla co-struzione di un mondo migliore.Entrambi i corsi hanno avuto una

quindicina di partecipanti: perso-ne motivate, interessate, che si sono lasciate coinvolgere, trasci-nare, guidare, nella ricerca di un confronto, di un approfondimento, di emozioni da condividere!Una delle cose che i partecipanti hanno maggiormente apprezzato in ambedue i corsi è stata la quali-tà dei relatori, competenti e, a vol-te, rappresentanti essi stessi dei Paesi impoveriti, quindi testimoni in prima persona degli squilibri e delle complessità del mondo.Molto apprezzato è stato, anche quest’anno, l’incontro relativo alle

uest’anno sono ritornata al corso ACCRI. Ritornata, perché il “mio” primo corso ACCRI sul volon-tariato e sulla cooperazione internazionale, l’avevo fre-quentato nel lontano 2005-2006, per cui quest’anno sono approdata al “mio” secondo

corso, dopo che un collega mi aveva lasciato sulla scrivania un volantino, assieme ad un post-it galeotto “Penso ti possa interessare...”.E in effetti mi interessava proprio: land grabbing, mass media, finanza etica, nuove forme di cittadinanza, donne

scelte di vita, alle alternative oggi possibili - nel piccolo mondo di ciascuno di noi - per contrastare il prosieguo degli squilibri e dei conflitti mondiali. Infine, come sempre, l’incontro con i volontari rientrati ha costitu-ito un particolare ed emozionante momento di condivisione, grazie alle testimonianze di persone che, rientrate dopo 2 anni di perma-nenza in un Paese straniero, si raccontano nelle gioie e nelle dif-ficoltà di un periodo non sempre facile, ma immensamente ricco di umanità e di speranza.

come ponte tra i mondi, espe-rienze al Sud dei volontari, questi i temi proposti nel corso Con lo sguardo oltre i confini, organizzato dall’ACCRI per l’anno 2014 – 2015.Così sono ritornata e ho ri-trovato alcune conferme, per esempio l’elevato livello degli

interventi dei relatori, oppure il clima che si re-spirava, un cli-ma di confronto libero, inclusivo, rispettoso di tut-ti, relatori, vo-lontari e corsisti. Nuovissimi invece, rispet-to a dieci anni fa, alcuni temi trattati, anche perché forse nel 2005 non si as-sisteva ai feno-meni di

Q

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alcune pagine per raccontare i momenti della Formazione di ACCRI e dell’area Educazione allo Sviluppo sul territorio

A due anni dalla sua inaugurazione il progetto L’ACCRI per i diritti dei bambini continua a suscitare notevole interesse sul territorio trentino. Ideato dai membri dell’équipe EaS per sensibilizzare su questa te-matica settori sempre più ampi dell’opinione pubblica, il progetto, in sintesi, propone una mostra ed un laboratorio. La mostra Io, io, io … e gli altri?, realizzata a partire da un’idea di Nicoletta Costa, si avvale del contributo creativo di illustratori e di scrittori di grande rilievo tra cui la stessa Nicoletta Costa, Susanna Tamaro e Vivian Lamarque.

L’ACCRI per i diritti dei bambini

Il laboratorio interattivo Diritti in gioco introduce all’argomento dei diritti dell’infanzia anche i più picco-li per orientarli poi verso il delicato passaggio dal diritto al dovere che ne consegue.

Il 2014 ha segnato l’inizio della felice collaborazione con le Biblio-teche comunali che prosegue a tutt’oggi. Dopo la prima adesione al progetto dell’ACCRI della Biblio-teca di Levico si è verificato, come a cascata, un veloce succedersi di contatti e, quindi, di spostamenti in altre biblioteche della zona: a Telve Valsugana, a Roncegno, a Grigno con un intermezzo fuori valle a La-varone.

Dovunque un riscontro positivo

“Alla Mostra, aperta a Levico per 10 giorni, abbiamo avuto circa 200 visitatori, un centinaio della Scuola Prima-ria, 45 ragazzi della Scuola Secondaria di Primo grado e circa 40 bambini della Scuola dell’Infanzia; a questi nume-

ri vanno aggiunti un paio di sezioni dell’Asilo Nido e in più i visitatori che quotidianamente frequentano la biblioteca, tra cui numerose mamme con i bambini.

Inoltre, essendo la bibliote-ca un presidio culturale e un punto di raccordo tra realtà diverse (il mondo delle asso-ciazioni comunali culturali e sportive, il mondo degli anzia-ni con l’Università della Terza età, le Scuole di ogni ordine e grado), sceglierla come luogo di localizzazione della mostra, è risultato strategico, poiché in maniera spontanea e naturale, ha permesso di raggiungere tutti, dai bambini più piccoli agli anziani.

Le singole insegnanti hanno poi approfondito in classe il tema dei diritti, con delle indicazioni ricevute dall’equi-pe EaS dell’ACCRI e con delle letture consigliate anche dai bibliotecari. Contemporane-amente in biblioteca è stata predisposta una bibliografia di libri a tema, disponibili per il prestito: parlare, approfondire per mezzo di un buon libro, anche a distanza di tempo, rappresenta un ottimo

della proposta che in alcuni casi è diventata anche occasione per sti-molare forze e risorse locali.

Abbiamo chiesto ad alcuni at-tori coinvolti nel progetto L’ACCRI per i diritti del bambino di regalarci un breve riscontro sull’esperienza. Ecco quanto ci ha scritto Elena Li-bardi, Responsabile della Biblioteca comunale di Levico Terme:

Un’occasione preziosa per tutti coloro che vogliano fare coope-razione anche qui, ed ora. Grazie a tutti voi dell’ACCRI e a tutti i compagni di corso. A presto

Monica

iao, con lo sguardo oltre i confini: aprire la mente verso il mondo, eliminare i nostri limiti per l’oltre, preparare la via per andare al di là dei con-fini, in punta di piedi e con la delicatezza delle farfalle.Ciao a tutti

Lorella Giuliano

accaparramento delle ter-re e quindi, gioco forza, non si parlava di land grabbing. Ma ciò che mi ha veramente colpito in questo “mio” secon-do corso ACCRI è stato consta-tare, ad ogni incontro, il forte nesso con la mia realtà quo-tidiana: quando, parlando di mass media e cooperazione in-ternazionale si rifletteva sui modi di comunicare, veniva istintivo riflettere sull’im-portanza del raccontarsi e su come il nostro racconto personale non possa essere de-legato, oppure, di fronte alla

testimonianza sul ruolo delle donne nel Sud del mondo, si aprivano mille interrogativi anche sul nostro essere donna, donna ed uomo, nella nostra società. E poi, come non considerare un forte richiamo alla realtà quotidiana, i discorsi sulla finanza etica e sul nostro uso del denaro? - il famoso “votare con il portafoglio”, dicendola alla Leonardo Bec-chetti. Tant’è che forse potrei dire di aver seguito quest’an-no un corso introduttivo alla cooperazione (inter)nazionale.

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“I bambini sono stati accolti in biblioteca da Tino, il follet-to custode ed esperto della Convenzione sui diritti dell’in-fanzia, che ha spiegato loro l’importanza e l’esistenza del documento.

Sono stati coinvolti poi nella lettura di una storia, offrendo occasioni di drammatizza-zione, sono divenuti attori e protagonisti del racconto e al contempo dei diritti contem-plati (diritto all’ascolto, alla diversità, al tempo libero, al nome, ecc).

Al termine del momento de-dicato alla lettura è seguito un momento ludico/laboratoriale, per rafforzare l’interiorizzazio-ne dell’esperienza e dunque la conoscenza del diritto scelto e della Convenzione. Infine i bambini - in mia compagnia - sono stati condotti a riflettere e ad osservare i pannelli della mostra, utilissimi strumenti per raccogliere le impressioni, le idee e le aspettative dei pic-coli attori dinanzi alle immagi-ni di Nicoletta Costa e di altri importanti illustratori”.

“Sono riusciti a rispettare il silenzio e nel lavoro in coppia hanno saputo aiutarsi, riflette-re e confrontarsi.

L’attività inerente l’asso-ciazione di un diritto a delle immagini è stata significativa in quanto ha consentito ai bambini di vedere i diritti, ri-conosciuti o negati, in contesti realistici, in alcuni casi lontani dal loro mondo quotidiano, di cui però hanno sentito parlare, o visto in tv.

Riproporre il tema in questo modo ha contribuito sicu-ramente a farli riflettere in maniera diversa”.

“Ammiro con emozione il sorgere del sole, mi sento fortunata a vivere in un paese in mezzo alla natura senza grattacieli e fabbriche (Clara).

Amo andare nel bosco con i miei amici (Valentina).

Mi piace lavorare con il le-gno, usare il martello... levigare le assi e usare le mani con il Didò per creare personaggi di fantasia, abbinare colori e for-me fantastiche... (Francesco).

Penso che tutti noi vorrem-mo arrampicarci sugli alberi, bere da una cascata e magari farci il bagno... (Sara).

Quando vado a giocare in giardino o nel bosco e mi spor-co, la mamma non mi sgrida (Arianna).

Mi piace giocare con la terra, l’erba, le foglie, l’acqua, i sassi e i rametti... (Alessia, Ismael, Federica).

Vorrei che ogni bambino potesse arrampicarsi sugli alberi e giocare nei prati, per-ché quando io lo faccio provo una sensazione di libertà (Samantha).

È molto bello ammirare le cose meravigliose della natura, vedere il cielo, le stelle e la luna, il tramonto e l’alba (Simone).

Anche in inverno vado nel bosco a giocare con la neve... (Lucas).

Adoro ascoltare e dialogare (Fabio)”.

Presso la Biblioteca di Telve Valsugana il laboratorio dell’ACCRI è stato richiesto per 3 classi della Scuola Primaria.

Le maestre Marina Bortolini e An-namaria Fedele dell’Istituto Com-prensivo Centro Valsugana, hanno rilevato come la strutturazione della mostra e dei laboratori, abbiano fa-vorito il coinvolgimento e la parte-cipazione attenta dei bambini che...

modo per riflettere. La biblioteca è risultata quindi il luogo ottimale per ospitare la mostra non solo per i motivi sopra esposti, ma anche per-ché si inserisce a pieno titolo in quelle che sono le funzioni e gli obiettivi della biblioteca pubblica”.

Presso la Biblioteca comunale di Grigno, il responsabile Marco Volto-lini, ha curato in particolar modo la collocazione strategica della mostra.

Valentina Scantamburlo, a fianco dell’esposizione, ha condotto un progetto di animazione alla lettura:

Ed infine, la parola ai bambini! Come ci racconta la maestra Moni-ca Zorzi, dopo la visita alla mostra allestita presso la Biblioteca ed il laboratorio da lei stessa realizzato, grazie alle indicazioni dei formato-ri dell’ACCRI, i bambini di III della Scuola Primaria di Lavarone hanno scoperto la loro ricchezza nella di-versità. Hanno riconosciuto le gra-vi ingiustizie che limitano la vita di molti coetanei e si sono riconosciuti tutelati dentro le loro famiglie, nel-la scuola e soprattutto nel diritto al gioco e all’ozio, così ben espressi nella poesia di Gianfranco Zavalloni dalla quale prendono spunto.

notizie dalla Formazione e dall’EaS

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La cooperazione allo sviluppo a Gagal e Keuni, Diocesi di Pala, nel sud-ovest del Ciad, prosegue sulla base di un nuovo progetto triennale condiviso tra ACCRI e BELACD, che collaborano in questa zona da 10 anni. Risale al 2005 infatti, l’inizio del-le attività di cooperazione nel campo dello sviluppo agricolo e del micro-credito. Dopo un periodo di pausa le attività erano riprese a fine 2013 sulla base di un progetto annuale teso a riprendere i contatti con il partner e con la popolazione locale in vista di un progetto più strutturato. La positiva conclusione di questa esperienza ha portato all’elaborazio-ne del progetto triennale il cui avvio sarà concordato in occasione di una prossima visita in loco.L’obiettivo del progetto, è quello di contribuire a rafforzare le capacità della comunità di far fronte alle diffi-coltà presenti nelle attività produttive per assicurare la sicurezza alimentare della popolazione coinvolta. L’idea, elaborata dall’equipe locale del BELACD, è quella di organizzare in forma strutturata quattro filiere di produzione agricola, un po’ come sintesi di tutto il lavoro svolto fino ad ora. Allo scopo saranno indivi-duate 100 famiglie di beneficiari in vari villaggi della zona. Tre filiere fanno riferimento alle produzioni di mais e miglio (filiera dei cereali), di arachide, soia e sesamo (filiera delle oleaginose), di manioca e patata dolce (filiera della fecola). Si tratta di seguire i beneficiari in ogni singolo passo della catena produttiva, dalla ricerca/produzione delle sementi, alla coltivazione nel campo, fino al raccolto e allo stoccaggio, nonché alla successiva eventuale trasforma-zione. Si prevede infatti l’acquisto di alcune semplici presse per l’estrazio-ne di olio dall’arachide e dalla soia, nonché alcuni mulini per la prepara-zione di pasta di arachidi. La filiera della fecola sarà invece soprattutto centrata sulla trasformazione della manioca, coltura da poco introdotta

nella sottoprefettura, che si sta rapi-damente espandendo. Mancando di esperienze specifiche in questo settore, si prevede un viaggio di scambio nelle Regioni centrali del Paese, dove le tecniche di trasformazione sono collaudate da parecchi anni.Per fare questo sarà necessario cura-re la formazione su materie agrono-miche (produzione di sementi, conci-mazioni in campo), gestionali (tecnica di gestione del magazzino, principi elementari di contabilità) e inerenti la trasformazione. L’insieme delle azioni implementerà la conoscenza dei beneficiari in campo agronomico, gestionale e tecnico, così da permet-tere l’aumento delle produzioni nel campo, una migliore gestione degli stock, l’avvio di attività di trasforma-zione in forma organizzata, all’interno di tre magazzini che saranno costruiti allo scopo. Una quarta filiera sarà in-vece centrata sull’allevamento di ani-mali di piccola taglia, che da sempre riscuote un vivissimo interesse tra la popolazione, ma che trova un arduo ostacolo nella situazione sanitaria del bestiame, afflitto da parassitosi e

malattie di varia natura che causano una mortalità elevata. A tal fine si prevede di organizzare le modalità dell’allevamento in modo da fornire conoscenze adeguate in termini di alimentazione, custodia, costruzione di ricoveri adatti per i capi allevati. Inoltre si prevede di realizzare due piccole farmacie veterinarie, in modo da poter disporre sul posto sia di farmaci, sia di personale formato in ambito veterinario. Le attività formative non saranno però sufficien-ti perché tutto possa procedere in modo sostenibile anche dopo la fine del progetto. Sarà infatti necessario un supporto specifico per quella che nella Diocesi di Pala viene chiamata la “prise en charge” (presa in carico), cioè lo sviluppo nei beneficiari della capacità di assumere la responsabi-lità di questi processi nei confronti sia delle proprie famiglie, sia delle comunità nel loro complesso. Allo scopo è previsto l’invio di due volon-tari, che seguiranno proprio queste dinamiche, facilitando e rafforzando l’assunzione di responsabilità nelle famiglie e nei gruppi da esse co-stituite. Si tratta in definitiva di un progetto ambizioso. La difficoltà non sta tanto, infatti, nelle singole attività o nelle singole realizzazioni previste, quanto piuttosto nel riuscire a fare in modo che le azioni siano svolte in maniera coordinata ed organizzata a costituire, appunto, delle vere e pro-prie filiere produttive, partecipate e gestite in autonomia dai beneficiari.

Africa/Ciad/Mayo-KebbiProgetto Gagal Keunì

Un nuovo progetto per la sicurezza alimentare delle famiglie2

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in diretta dai Progetti al Sudin queste pagine tre progetti al Sud: in Africa [Ciad] e America Latina [Bolivia]

pianta di miglio [Ciad]

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Ci fa piacere parlarvi brevemente di cosa vuol dire essere volontario in Bolivia.Prima di tutto il volontario in Bolivia è un immigrato!Con la camicia sì, ma sempre im-

Testimonianza di Alice e Andrea ai partecipanti al corso introduttivo alla Cooperazione e al Volontariato internazionale

America Latina/Bolivia/San Isidro

[San Isidro, gennaio 2015]

Progetto Acqua potabile un diritto accessibile 8-

migrato con tutte le difficoltà del caso come le difficoltà per ricevere i permessi di soggiorno, la gente che vi guarda in modo strano (pensate che il nostro ingresso vero e proprio nella vita di paese lo abbiamo fatto

del Camerun, fa continue stragi. Una delle più grandi il 6 e 7 gennaio, a Baga, sui bordi del lago Ciad con più di 2.000 morti e decine di migliaia di sfollati. E continuano. Una sofferenza infinita. Anche in Italia se n’è parlato, ma tutta l’attenzione era su Charlie Hebdo. Quello che non sapete è che, grazie alla vostra generosità sono riusci-to a far arrivare loro una goccia di sollievo. Un camion con 40 quintali di mais, 5 di zucchero, pasta, succo di pomodoro ed altro. Il tutto per meno

di 5.000 €. “Grazie, grazie! Miraco-lo!” dicevano. Nei prossimi giorni vedrò di fare il bis... . La radio funziona e siamo molto se-guiti. Il giorno dopo l’invio dei quasi 3.000 militari con più di 400 blindati scortati da aerei e elicotteri contro Boko Haram, durante una breve emissione abbiamo avuto ben 70 sms; molti per felicitare il presidente Idriss Deby e i militari. E chiudo con una bella chicca. A Kundul, dove celebro la domenica da 2 anni, un vero miracolo.Solo con l’annuncio e la spiegazione della Parola di Dio vedo una comu-nità che sta crescendo: i fedeli sono raddoppiati, le offerte triplicate, la gestione è onesta e trasparente, e dopo messa si riuniscono una doz-zina di gruppi e gruppetti di catecu-meni nelle varie lingue. “E la comunità cresceva!” (Atti 5, 12-16). Deo gratias.

Vostro padre Luigi

quando abbiamo acquistato la car-riola!), l’assenza di amici, il capire le differenze di atteggiamento quando si parla con le persone... e così via... .Il volontario è un avventuriero!A volte ci è capitato di andare in una comunità per fare una riunione e poi non se ne è fatto nulla perché c’era troppo lavoro con delle mucche scappate... . Così non solo abbiamo rischiato di essere incornati da una mucca “briosa”(così l’hanno definita) mentre cercavamo il presidente della orga-nizzazione territoriale di base, ma siamo finiti a scoprire pitture

Carissimi tutti,tutti in forma? Lo spero, anche se con l’anno nuovo ho inviato e ricevu-to ben poche mail...La radio, nono-stante i mille imprevisti, va abbastan-za bene e, anche se Boko Haram è qui vicino, ci si può ancora muovere, fare, andare e dire. Da due settimane il termometro sta arrancando e presto sarà sui 50°. Che bella la neve!Boko Haram (l’educazione dell’oc-cidente è peccato) qui vicino, nella parte estrema al Nord della Nigeria e

Africa/Ciad/N’DjamenaProgetto Arc en ciel [Arcobaleno]

[N’Djamena, 12 febbraio 2015]

Una lettera dal responsabile del progetto-

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panorama della valle di San Isidro [tra le comunità di El tunal e Moco-Moco - Bolivia]

in diretta dai Progetti al Sud

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da 27 anni le nostre mani, l’intelligenza e il cuore al servizio dei più deboli

rupestri pre-Inca con tanto di ossa di sacrifici umani!Il volontario deve essere comprensivo!Le prime riunioni che avevamo organizzato alle 18 sono iniziate alle 21! Però la colpa è stata nostra... . La gente non ti dice di no per non offenderti... . Sei tu che devi capire che loro lavorano dalle 6 della mattina fino a quando c’è luce nei campi... . Questo è il loro lavoro quindi vedi di orga-nizzarti di conseguenza.Il volontario è una garanzia!Una cosa bellissima che abbiamo visto è che la gente ci vede come garanzia di se-

rietà e correttezza nei loro riguardi rispetto al progetto. Sanno che siamo qui per loro e che siamo quelli che non ci guadagnano niente.Bene, questi sono solo dei piccoli as-saggi di quella che è questa fantastica avventura.Non possiamo dire che sia tutto facile e divertente. Anzi le difficoltà ci sono e ti fanno disperare e arrabbiare ma, una volta che si sta con le persone per le quali si lavora, los campesinos, tutto si dimentica.

A&A