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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

Carissimi Lettori dell’Adeste, entrati nel Triduo Pasquale, sublime centro di tutto l’Anno Liturgico, vengo a rivolgervi un saluto e un pensiero di au-gurio.

Contemplando gli eventi della Passione, ci conceda il Signo-re di lasciarci ‘toccare’ da essi, per poter poi sentire rinascere la vita, nel luminoso mattino della Pasqua.

Il tradimento è un’intimità mancata. In fondo, Giuda tradisce proprio attraverso un gesto di intimità: il boccone intinto nel piatto del Maestro. Non è un gesto che può far chiunque. Non si farebbe mai a una cena di gala od a un pranzo di affari. Si può fare solo tra amici, nell’intimità di una casa conosciuta, di una mensa frequen-tata.

Ma, allora, dov’è che i conti non torna-no? Giuda è un amico o un perfido infiltrato? Può essere che fino ad allora sia riuscito a fingere? Per tre lunghi anni?

Non credo. Giuda ha fatto sul serio, ma ha mancato il contatto finale, non ha saputo portare a compimento la sua intimità col Maestro. L’intimità spaventa, il cuore buono di Gesù spaventa. L’intimità autentica fa sal-tare le maschere, i punti di riferimento, i modi dire, gli schemi precostituiti.

Quando ti incammini sulla strada dell’amore vero, o vai fino infondo, o tradirai e resterai tradito.

Intingere il boccone nel piatto dell’amico: una frase passata alla storia come ‘modo di dire’, emblema del tradimento. Ma non è così. È tradimento solo quando resta un gesto a metà. Giuda, forse, non sarebbe ricor-dato come il traditore, se avesse intinto il suo boccone col capo reclinato sul cuore di Gesù, ad ascoltarne più attentamente il ritmo del suo battito. Allora, forse, l’a-vremmo ritrovato, come Giovanni, l’apostolo prediletto, ai piedi della Croce e al mattino della Pasqua, in quel sepolcro vuoto. Ma questa è un’altra storia...e poi... ci sarebbero stati una Croce ed un sepolcro?

Con affetto, incapace in questi miei primi incerti passi in Terra di Romania, di rag-giungervi tutti personalmente, tramite l’Adeste vi rivolgo l’augurio di una corag-giosa intimità col Maestro. Buona Pasqua.

Don Alessandro Lembo

Iași, 24 marzo 2016

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

Constantin UdroiuConstantin UdroiuConstantin UdroiuConstantin Udroiu era nato a Bucarest il 3

febbraio 1930. Intellettuale di spicco della

Romania, insegnava all’Università di Buca-

rest quando, nel 1954, venne arrestato dal

regime comunista per dissidenza politica e

condannato. Era un testimone vivente dei

princìpi di libertà e di democrazia, affermati

e pagati a caro prezzo con una condanna a 22 anni di prigione, sofferti

con un decennio di dura carcerazione, fino al 1964, quando venne rilascia-

to a seguito del nuovo clima politico nei Paesi d’oltre cortina, dopo il XX

Congresso del PCUS. Giunto in Italia per la sua prima mostra all’estero,

nel 1971 a Sassari, inaugurata dall’allora Presidente della Camera Sandro

Pertini, restò nel nostro Paese girando in lungo e largo le vie dell’arte bi-

zantina, specie nel Meridione. Intensa la sua frequentazione dell’Europa –

Svizzera, Francia, Spagna, Grecia, Olanda, Portogallo – dove ha portato

con grande successo la sua produzione artistica ma anche la competenza

accademica, partecipando a seminari e convegni promossi da prestigiosi

atenei con proprie comunicazioni.

Grande maestro dell’arte bizantina, Constantin Udroiu è stato uno dei più

fecondi Artisti della diaspora romena che ha mantenuto, nella sua produ-

zione, un posto centrale all’icona bizantina e alla propria romenità. Tra le

sue mostre personali, oltre 200,

moltissime in Italia, le più significa-

tive all’estero sono state

a Parigi, Lutry, Avignon, Amster-

dam, Bordeax, Carpentras, Atene,

Barcellona, Lisbona e dopo la ca-

duta del regime comunista in Romania, a Bucarest, Targoviste

e Cluj Napoca. Le sue opere sono esposte nei musei di molte

città in Romania, Francia, Portogallo e Italia, e in numerose

collezioni pubbliche e private in diversi Paesi del mondo. La

Romania democratica lo ha risarcito con una rilevante consi-

derazione artistica e personale, manifestata con la presenza

dell’Ambasciatore in tutte le mostre che ha tenuto in Italia.

Era membro del Senato dell’Accademia Internazionale d’Arte

Moderna. Da alcuni anni Constantin Udroiu era andato da

Roma a vivere in Sabina, a Passo Corese (Rieti), dove in colla-

borazione con il Comune aveva aperto la Scuola Nikopeia,

centro di formazione artistica senza scopi di lucro, dove il

Maestro ha insegnato gratuitamente le tecni-

che pittoriche ad una sessantina di allievi.

Fino alla scomparsa, avvenuta a Roma il 26

marzo 2014.

IIIINNNN COPERTINACOPERTINACOPERTINACOPERTINA: : : : RESURREZIONE : affresco (1988) 96 x60RESURREZIONE : affresco (1988) 96 x60RESURREZIONE : affresco (1988) 96 x60RESURREZIONE : affresco (1988) 96 x60

COSTANTIN UDROIU COSTANTIN UDROIU COSTANTIN UDROIU COSTANTIN UDROIU (Bucarest 3.2.1930(Bucarest 3.2.1930(Bucarest 3.2.1930(Bucarest 3.2.1930---- Roma 26.3.2014)Roma 26.3.2014)Roma 26.3.2014)Roma 26.3.2014)

COSTANTIN UDROIU

“MADONNA DEL TERREMOTO” 2009

Icona 80 x 60 (L’Aquila)

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

Risurrezione del Signore (particolari)

«Ed ecco che ci fu un gran terremoto, un an-gelo del Signore era sceso dal cielo e, avvici-natosi, ribaltò la pietra e vi si sedette so-

pra...» (Matteo 28,2).

N ella notte della risurrezione la santa anima di Gesù mi apparve splendente di gloria tra due angeli guerrieri; questi

non erano gli angeli in abiti sacerdotali visti in adorazione del suo corpo. Circondata da nume-rose figure luminose, la santa anima scese nella tomba e penetrò nel suo corpo sacratissimo, le cui membra subito si mossero.

Il corpo splendente del Signore uscì fuori dal sudario da un lato rimasto socchiuso, come se uscisse fuori dalla ferita del costato. Mi ricordai di Eva, che venne fuori dal fianco di Adamo.

La grotta era inondata da una radiosa luce cele-ste. Nello stesso momento vidi uscire dalle pro-fondità del sottosuolo, da sotto la tomba, una forma mostruosa con la coda di serpente. Il mo-stro furioso volgeva contro il Signore la testa di drago, oltre la quale, se mi ricordo bene, aveva anche una testa d'uomo.

Il Risorto aveva in mano un bastone bianco, alla cui estremità sventolava un piccolo stendardo.

Gesù calpestò la testa del drago e percosse col bastone tre volte la sua coda; ad ogni colpo la bestia rimpiccioliva, finché ricadde nell'abisso; solo la testa d'uomo aveva continuato a guarda-re in alto.

Avevo già visto un serpente simile in occasione della concezione di Gesù; mi ricordo pure del serpente del paradiso, ma questo a due teste era ancora più orribile.

Nella visione del drago con la testa schiacciata si era manifestata la vittoria di Cristo sulla mor-te. Infatti da quel momento non vidi più la sua salma.

Credo che questa visione si riferisca alla famo-sa profezia che dice: «il seme della donna schiaccerà la testa al serpente»

Dopo aver vinto il serpente, Gesù, splendente di luce, si elevò attraverso la roccia, la terra tremò, un angelo luminoso scese dal cielo come una saetta, rovesciò la pietra del sepolcro e vi si sedette so-pra.

Quello fu il momen-to in cui le guardie ebbero un moto di paura e caddero a terra svenute.

Cassio, preso dall'emozione, cadde anche lui, ma si riebbe poco dopo. Si avvicinò prudente-mente alla tomba, vide il sudario senza il santo corpo e si ritirò. Prima di da re la notizia a Pila-to, attese nella speranza di comprende re me-glio cosa fosse accaduto.

In quel momento il Salvatore, ammantato di gloria, apparve a sua Madre sul Calvario.

La sua veste fluttuava nel vento e risplendeva ai raggi del sole.

Egli mostrò alla Vergine le sue grandi piaghe, nelle qua li sarebbe entrato un dito. Esse splen-devano di luce abbagliante, i cui raggi andava-no dal centro delle mani fino alle punta delle dita. Le labbra di tali ferite serbavano le linee di tre triangoli equilateri che s'incontravano nel punto medio di un circolo.

Le anime dei patriarchi s'inchinarono dinanzi alla Madre di Dio.

E poiché ella si prostrava a terra per baciargli i piedi, il Signore la prese per mano, la rialzò e scomparve.

Vidi l'orizzonte schiarirsi sopra Gerusalemme e la fievole luce delle lanterne accanto al sepolcro.

Era l'alba della risurrezione!

La Resurrezione secondo le La Resurrezione secondo le La Resurrezione secondo le La Resurrezione secondo le

visioni della beata visioni della beata visioni della beata visioni della beata

Anna Caterina EmmerichAnna Caterina EmmerichAnna Caterina EmmerichAnna Caterina Emmerich

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

Dal buio della notte

all'alba della vita

E' ancora buio e le donne si recano al se-polcro di Gesù, le mani cariche di aromi. Vanno a prendersi cura del corpo di lui, con ciò che hanno, come solo le donne sanno. Al buio, seguendo la bussola del cuore. Gesù non ha nemici fra le donne. Solo fra

di loro non ha nemici. Come il sole, Cristo ha preso il proprio slancio nel cuore di una notte: quella di Natale - piena di stel-le, di angeli, di canti - e lo riprende in un'altra notte, quella di Pasqua: notte di naufragio, di terribile silenzio, di buio ostile, dove veglia un pugno di uomini e di donne totalmente disorientati. Notte dell'Incarnazione, in cui il Verbo si fa carne. Notte della Risurrezione in cui la carne indossa l'eternità, in cui si apre il sepolcro, vuoto e risplendente nel fresco dell'alba. E nel giardino è pri-mavera. Così respira la fede, da una notte all'altra. Pasqua ci invita a mettere il nostro respiro in sintonia con quell'immenso soffio che unisce incessante-mente il visibile e l'invisibile, la terra e il cielo, il Verbo e la carne, il presente e l'oltre. Il racconto di Luca è di estrema sobrietà: entrarono e non trovarono il corpo di Gesù. Il primo segno di Pasqua è la tomba vuota. Nella storia umana manca un corpo al bilancio della vio-lenza; i suoi conti sono in perdita. Manca un corpo alla contabilità della morte, il suo bilancio è nega-tivo. La storia cambia: il violento non avrà in eterno ragione della sua vittima. Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Il bellissimo nome che gli danno gli angeli: Colui che è vivo! Io sento che qui è la scommessa della mia fede: se Cristo è vivo, adesso, qui. Non tanto se vive il suo insegnamento o le sue idee, ma se la sua persona, se lui è vivo, mi chiama, mi tocca, respira con me, semina gioia, e ama. Non simbolicamente, non apparentemente, non idealmente, ma realmente vivo. Perché Cristo è risorto? Dio l'ha risuscitato perché fosse chiaro che un amore così è più forte della

morte, che una vita come la sua non può andare perduta. «Forte come la morte è l'amore»! dice il Cantico. Il vero nemico della morte non è la vita, ma l'amore. Nell'alba di Pasqua non a caso chi si reca alla tomba sono quelli che hanno fatto l'esperienza dell'a-more di Gesù: le donne, la Maddalena, il discepolo amato, sono loro i primi a capi-re che l'amore vince la morte. Noi tutti siamo qui sulla terra per fare co-se che meritano di non morire. Tutto ciò che vivremo nell'amore non andrà perdu-to.

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

L ui si è commosso e ha finito per darle quel poco

che aveva. Il clochard che finanzia una signora: una mossa talmente spiazzante che lei si è sentita tra-volta dall’emozione e lo ha abbracciato senza pen-sarci. Era dicembre 2013. È cominciata così la storia di Jack Richardson, 37 anni, e Toni Osborne, 47, che oggi sono marito e moglie. Dopo il loro primo incontro continuarono a vedersi per un anno, fino a quando Jack non fu mandato via dal garage sotterraneo nel quale dormiva. Era Natale e Toni non sopportava l’idea che quell’uomo che era stato così gene-roso con lei restasse in mezzo a una strada. Gli offrì di andare a vivere da lei e a quel punto accadde l’inevitabile: si inna-morarono perdutamente l’uno dell’altra, toccando il cielo con un dito. Lui continuava a lavorare set-te giorni su sette per racimolare qualche soldo co-me venditore, lei a casa impossibilitata a lavorare per problemi di salute. Poveri, ma felici. Quattro mesi fa, dopo quasi un anno di convivenza, lui la portò nel punto in cui si erano incontrati, dove lui vendeva “Big Issue”, dove si erano abbracciati e avevano pianto: lì le chiese di sposarlo. Non sono ricchi, non sono belli, non sono famosi: ma la felicità ha il loro volto. Sabato scorso Jack e Toni sono diventati i coniugi Osborne-Richardson al termine di un matrimonio da favola nella chiesa di St Paul a Clifton, vicino a Bristol, festeggiati da 50 persone. “Mi sento tra le nuvole – ha detto lui – sono l’uomo più orgoglioso della terra”. Incon-tenibile lei: “Potrei esplodere dalla felicità”. Con pochi soldi in tasca per le nozze, Jack e Tony sono stati sopraffatti dalla generosità e dall’amore delle persone che li conoscono e che hanno donato loro gli anelli nuziali fatti a mano, una grande torta nu-ziale, un gran quantitativo di vestiti, acconciatura, make up e altro ancora. La coppia non può per-mettersi una luna di miele, ma gli ospiti hanno do-nato del denaro per permettere a Jack di non lavo-rare per qualche tempo e trascorrere un periodo di tranquillità con Toni. «Pensavo di aver solo venduto riviste negli ultimi due anni – ha detto Jack – ma a quanto pare, a quanto mi dicono, ho anche aiutato le persone che

incontravo a superare i loro momenti difficili. Sono stato sopraffatto dalla generosità del-la gente che mi ha permesso di realizzare quello che io non avevo la possibilità di fare: re-galare alla donna che amo il matrimonio che meritava. La gentilezza di tutte queste per-sone verso di me mi fa sentire come se stessi vivendo una fa-

vola». «Mi piace come il nostro amore ha toccato il cuo-re della gente – dice Toni – Alcuni mi hanno detto di non aver mai pensato di innamorarsi, ma che la nostra storia ha dato loro una speranza nel futuro. Non ci sono abbastanza parole per dire grazie a tutti loro».

«Quando ho incontrato Toni – racconta Jack – cercavo soldi per passare la notte in un bed and breakfast. Ero disperato, ogni giorno era una lot-ta. Stavo pensando di porre fine alla mia vita,

non riuscivo a vedere alcuna via d’uscita da quella situazione e mi sembrava di non potercela fare più. Ora invece ho accanto una persona che amo e che mi ama, ora riesco a guardare al futuro. Non avrei mai pensato che qualcuno potesse interessar-si a un uomo che viveva in un garage. Con lei tut-to è cambiato: sono passato dall’essere solo in un garage a vivere in una casa con una donna straor-dinaria. Non avevo mai provato nulla del genere in tutta la mia vita. È fantastico». Ora Jack, che ha una volontà di ferro, sta studiando psicologia e sociologia: quando sarà laureato, ha giurato, si occuperà dei senzatetto come lui per aiutarli ad abbandonare la strada. Toni, che è sempre stata single e non può lavorare per problemi di salute, dice di essersi sentita tra-volta da quando Jack è con lei. «Lui mi dice sem-pre che io sono riuscita a vedere attraverso gli abi-ti di un senzatetto la persona che c’era sotto. Quando altre persone mi avevano chiesto dei soldi e io non li avevo, finivano per arrabbiarsi. Lui, al contrario, ha finito per darmi quello che mi servi-va: un senzatetto che aiutava me. Ho visto un uo-mo pieno di dignità che mi ha lasciato senza fiato. Ero così sconvolta che l’ho abbracciato. Ho conti-nuato a vederlo, e più lo vedevo, più mi piaceva. Mi ha cambiato completamente la visione del mondo. E’ stata una folle storia d’amore» (Papaboys 21.3.2016)

Il frutto della solidarietà Il frutto della solidarietà Il frutto della solidarietà Il frutto della solidarietà

spontanea..spontanea..spontanea..spontanea..

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

L ’anniversario dell’Unità d’Italia viene fatto coincidere con il 17 mar-zo, data che r ichiama la proclama-

zione del Regno d’Italia (17 marzo 1861). L’anniversario è stato solennemente festeg-giato nel 1911 (50 anni), nel 1961 (100 anni) e nel 2011 (150 anni).

L’anniversario dell’unità d’Italia ricorda la promulga-zione della legge n. 4671 del Regno di Sardegna con la quale, il 17 marzo 1861, in seguito alla seduta del 14 marzo dello stesso anno della Camera dei deputati nella quale fu approvato il progetto di legge del Senato del 26 febbraio 1861, Vittorio Emanuele II proclamò ufficialmente la nascita del Regno d’Italia, assumen-done il titolo di re per sé e per i suoi successori:

« Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato;

noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per

sé e suoi Successori il titolo di Re d’Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inseri-

ta nella raccolta degli atti del Governo, mandan-do a chiunque spetti di osservarla e di farla os-servare come legge dello Stato. Da Torino addì 17 marzo 1861 » (Testo della leg-

ge n. 4671 del 17 marzo 1861 del Regno di Sardegna)

17 Marzo17 Marzo17 Marzo17 Marzo LA FESTA CHE OGNI ANNO LA FESTA CHE OGNI ANNO LA FESTA CHE OGNI ANNO LA FESTA CHE OGNI ANNO

PASSA PASSA PASSA PASSA (anche a noi) (anche a noi) (anche a noi) (anche a noi) “ in sordina”“ in sordina”“ in sordina”“ in sordina”

I romeni pure par-teciparono alla

nascita dello stato italia-no. Lo slogan mazzinia-no “nessuna nazione è veramente libera se non lot-ta per la liberazione delle altre”, ripresa da Gari-baldi, ebbe un eco anche alle foci del Danubio. Da qui parte, nel 1860, verso l’Italia, un gruppo di uf-ficiali inviati da Al. I. Cuza, principe dei Principati Romeni (come si usava denominare allora lo stato moderno romeno). Questi sono i comandanti Iuliu Dunca e Pavel Cernovodeanu, i luogotenenti Gh.Angelescu e IonAlgiu, gli aiutantiAntonie Du-mitrescu, Teodosie Paleologu e Al. Crupenski1. Il diplomatico piemontese Annibale Strambio cal-deggiava gli ufficiali romeni presso Cavour come amici dell’Italia, ansiosi di prendere parte alle ma-novre militari accanto agli italiani. I romeni sfog-giavano una perizia militare acquisita a Chalons. A Torino, sono guidati dal filoromeno Vegezzi Ru-scalla e presentati alle autorità militari piemontesi. Il 13 novembre 1860 il capitano Dunca scriveva al principe Cuza: “in assenza del ministro di Guerra, ci siamo presentati al segretario generale, il quale ci ha consegnato una raccomandazione al generale Manfredo Fanti, capo dello stato maggiore di Na-poli, laddove ci avvieremmo domani per giungere alla ripresa di Gaeta, circondata dalle truppe pie-

montesi. Da queste parti, tutti ci considerano fran-cesi, però al rivelare di essere romeni, ori-

ginari dai Principati Uniti, ci chiedono del principe Cuza e allora ci riconoscono”. A Napoli, i romeni sono ricevuti in udienza solenne dal re di Napoli, secondo quanto riferisce la lettera inviata da I. E. Florescu al generale Alliand di Torino, il 12 no-vembre 1860. Essi si distinguono nelle lotte di Gaeta, Messina, soprattutto Gh. Angelescu e Ion Algiu, i quali vengono insigniti da Vittorio Ema-nuele II con l’Ordine militare della Casa di Savoia. Viene decorato anche Pavel Cernovodeanu, con Santo Maurizio e Medaglia commemorativa della Guerra di Indipendenza e Unità d’Italia, medaglie che riceveranno anche i capitani Dunca, Holban ed il luogotenente Crupenski. Un altro romeno, il ca-pitano di artiglieria Pavel Popp, il quale agiva nel esercito di Parma e Modena, permane nel esercito italiano e dopo gli eventi del 1860, diverrà genera-le-maggiore. Tra i 1000 di Garibaldi c’erano anche 47, e poi 71 volontari organizzati nella così detta Legione Magiara. Tra questi 20 erano romeni. Essi hanno preso parte alle lotte di Calatafimi, Voltur-no, Monreale, Palermo….

( Ion Bulei: I romeni e la nascita dello stato italiano moderno, concordie concrete ed affettive)

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

Il Museo Internazionale delle uova dipinte Il Museo Internazionale delle uova dipinte Il Museo Internazionale delle uova dipinte Il Museo Internazionale delle uova dipinte

di Vama, Bucovinadi Vama, Bucovinadi Vama, Bucovinadi Vama, Bucovina

Nel cuore della Bucovina, in Vama, Vama, Vama, Vama, troviamo la colle-

zione più numerosa e variata di uova dipinte e decorate

della Romania e una delle più importanti d’Europa.

Il museo è utile anche per scoprire le tradizioni del terri-

torio e l’arte di decorare le uova di Pasqua.

Nel museo ci sono più di 3000 uova provenienti da tutto il mondoNel museo ci sono più di 3000 uova provenienti da tutto il mondoNel museo ci sono più di 3000 uova provenienti da tutto il mondoNel museo ci sono più di 3000 uova provenienti da tutto il mondo, esposte in 22 ve-

trine; si possono ammirare uova raccolte in mostre internazionali (come risultato di 14

anni di partecipazioni a diverse esposizioni internazionali) e le uova della Bucovina

con motivi unici e modelli ereditati dai nostri bisnonni.

Nella seconda sala si inizia un viaggio immaginario intorno al mondo e si entra in con-

tatto con vari stili e tecniche di decorazione delle uova da 79 paesi.

Nella collezione possiamo trovare: uova di uccelli, uova di rettili, uova di grandi e pic-

cole dimensioni (emu, nandu, tartarughe, coccodrilli, fenicotteri, geko, struzzo, perni-

ce, passero) o le uova di porcellana.

Il museo delle Il museo delle Il museo delle Il museo delle

uova dipinteuova dipinteuova dipinteuova dipinte

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

Rupolo Domenico architetto (Caneva

(Pordenone) 21.11.1861 - 12.10.1945 ) ed il Pa-lazzo Brancovan di Mogosaia Principe della Valacchia tra il 1688 e il 1714, Costan-tino Brancovan ha portato per 25 anni la prosperità e la pace in quest’area così provata dalla vicinanza con l’Impero ottomano, cui, d’altronde, era vassalla. Pur-troppo, nel 1714, la tranquillità e la relativa indipen-denza finirono tragicamente, con la decapitazione del principe Brancovan e dei suoi figli a Istanbul: oltre all’essere stati traditi, rifiutarono anche di convertirsi all’Islam.

Costantino Brancovan resta nella memoria dei rome-ni non solo per il suo sacrificio, ma anche per lo stile architettonico che reca il suo nome, illustrato da nu-merose chiese e monumenti costruiti durante il suo regno. Lo stile brancovan abbina in maniera originale l’architettura popolare romena e gli influssi italiani, soprattutto veneziani. La più bella illustrazione di que-sto stile sono i Palazzi della corte principesca della località Mogosoaia, nei pressi di Bucarest, ormai mu-seo.

“Il palazzo ultimato nel 1702 fu donato a Stefano, il secondogenito del principe. Era una proprietà immen-sa, attraversata da un ruscello, con foreste, mulini e vitigni. Nel 1714, quando il principe e i figli furono uccisi dai turchi, il palazzo fu saccheggiato dai suoi più preziosi beni, che furono portati a Costantinopoli. Parte dei beni della famiglia Brancovan si ritrovano a tutt’oggi a Istanbul. Il palazzo diventa osteria e così fu conosciuto dall’ambasciatore francese dell’epoca, che raccontò di averne ammirato gli specchi veneziani e i mobili occidentali pregiati”, spiega la direttrice del museo, Doina Mandru.

Costruito da aromeni provenienti dal sud del Danubio e progettato da architetti stranieri, il Palazzo di Mogo-soaia, collocato in riva all’omonimo lago, ricorda i

palazzi veneziani, ma ha qualcosa anche dallo stile delle case contadine della regio-ne romena meridiona-le dell’Oltenia.

“Il modello era di un palazzo che dava su Canal Grande, nello

stile veneziano conosciuto nel XI-Vesimo secolo. Sappiamo che il principe Brancovan depositava i suoi soldi in una banca di Venezia, con cui aveva rapporti diretti. Ma a Costantinopoli c’era un quartiere di genovesi e veneziani ed è possibile che da lì provenisse l’architetto del suo palazzo”, aggiunge Doina Mandru.

Ai primi del Novecento, quando gli ultimi Brancovan scompaiono,

il palazzo e le proprietà di Mogosoaia entrano in pos-sesso di un’altra famiglia principesca. “Nel 1911, la proprietà è comprata dal principe George Valentin Bi-bescu e regalato a sua moglie, Martha, che dedicò a questo palazzo quasi 27 anni della sua vita per restau-rarlo, investendone il suo patrimonio personale e tutto quello che guadagnò dall’attività di scrittrice. Riportò il palazzo alla vita, con l’aiuto di Domenico Rupo-lo, l’allora architetto capo di Venezia. Questo è il motivo per cui Mogosoaia ha l’aspetto di una proprie-tà veneziana”, dice ancora la direttrice del museo.

Domenico Rupolo ebbe come assistente un brillante giovane architetto romeno, George Matei Cantacuzi-no. Il periodo di massimo splendore del palazzo fu quello compreso tra le due guerre mondiali, quando la principessa Martha Bibescu invitava le massime per-sonalità culturali dell’epoca. Dopo il degrado avvenu-to nel periodo comunista, il Palazzo Mogosoaia è stato riaperto al pubblico, come museo e centro culturale, nel 2002.

Domenico Rupolo, nasce in una famiglia di artigiani e sin da giovane è impiegato nella cava di pietra di Caneva come gar-zone, diventando successivamente scalpellino apprendi-sta in una bottega di Vittorio Veneto. Nel corso della sua vita affiancherà alla professione di ar-chitetto anche quella di scultore. Ha impresso il suo nome in moltissime costruzioni private e chiese. Ottenne la commissione per il restauro del palazzo settecentesco di Mogosaia allora di proprietà della famiglia Bibescu. Nel settembre 1912, l'architetto Domenico Rupolo raggiunge Mogosaia con una equipe di maestri mura-tori italiani. Molteplici furono i lavori di consolida-mento nelle strutture murarie e fu usato anche il calce-struzzo secondo le tecniche dell'epoca. Il csto dei re-stauri ammontò ad oltre 8.000.000 di lei. Il 19 Giugno 1926 ci fu anche la visita anche della regina Maria e del re Ferdinando, sovrani di Romania.

Dal 1920 fino ai primi anni Trenta, coprirà la carica di Ufficiale e Com-mendatore della Corona Rumena (1921) per la famiglia del principe Bibescu.

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Nel giorno in cui celebriamo la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte, anche noi siamo chia-mati a morire al peccato per risor-gere alla vita nuova. Riconoscia-moci bisognosi della misericordia del Padre.

Breve riflessione personale C. Signore, nostra pace, abbi pietà di noi. A. Signore, pietà. C. Cristo, nostra Pasqua, abbi pietà di noi. A. Cristo, pietà. C. Signore, nostra vita, abbi pietà di noi. A. Signore, pietà. C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di noi, perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eter-na. A. Amen. GLORIA a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benedicia-mo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del Cielo, Dio Padre Onnipotente. Signore, Figlio unigenito, Gesù Cristo, Signo-re Dio, Agnello di Dio, Figlio del Pa-dre, tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i pecca-ti del mondo, accogli la nostra sup-plica; tu che siedi alla destra del Pa-dre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l'Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spi-rito Santo: nella gloria di Dio Padre. Amen.

COLLETTA C. O Padre, che in questo gior-no, per mezzo del tuo unico Fi-glio, hai vinto la morte e ci hai aperto il passaggio alla vita eter-na, concedi a noi, che celebriamo la Pasqua di risurrezione, di esse-re rinnovati nel tuo Spirito, per rinascere nella luce del Signore

risorto. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito San-to, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen

LITURGIA DELLA PAROLA Prima Lettura

Dagli Atti degli Apostoli In quei giorni, Pietro prese la pa-rola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, co-minciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risa-nando tutti coloro che stavano sot-to il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testi-moni di tutte le cose da lui com-piute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo gior-no e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testi-moni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annun-ciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonian-za: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome». Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R/. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci ed esultiamo. Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». R/. La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. R/. La pietra scartata dai co-struttori è divenuta la pietra d’an-golo. Questo è stato fatto dal Si-gnore: una meraviglia ai nostri occhi. R/.

Seconda Lettura

Dalla lettera di S.Paolo ai Co-lossesi Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio;

rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quan-do Cristo, vostra vita, sarà manife-stato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria. Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

SEQUENZA in piedi

Alla vittima pasquale, / s'in-nalzi oggi il sacrificio di lode. / L'agnello ha redento il suo greg-ge, / l'Innocente ha riconciliato / noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affron-tate / in un prodigioso duello. / Il Signore della vita era morto; / ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: / che hai visto sulla via?». / «La tomba del Cristo vivente, / la gloria del Cri-sto risorto, / e gli angeli suoi testi-moni, / il sudario e le sue vesti. / Cristo, mia speranza, è ri-sorto; / e vi precede in Galilea». Sì, ne siamo certi: / Cristo è dav-vero risorto. / Tu, Re vittorioso, / portaci la tua salvezza.

Canto al Vangelo R. Alleluia,Alleluia Cristo, nostra Pasqua, è sta-to immolato: facciamo festa nel Signore. Alleluia

VANGELO + Dal Vangelo secondo Giovanni Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepol-cro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pie-tro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepol-cro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pie-tro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepo-

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: At 10,34.37-43 Sal 117 Col 3,1-4 Gv 20,1-9

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

lo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipo-tente, creatore del cielo e della ter-ra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cri-sto, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mez-zo di lui tutte le cose sono state crea-te. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incar-nato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepol-to. Il terzo giorno è risuscitato, se-condo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuo-vo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apo-stolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C. Questo giorno ci ha liberati dalla schiavitù delle tenebre e del peccato. Ci ha riscattati dalla no-stra impotenza. Sta a noi com-prendere e scegliere liberamente di accogliere tutto ciò. Preghiamo insieme e diciamo: Cristo vita e resurrezione no-stra, ascoltaci. 1. Perché ancora oggi siamo capaci di gioire nella semplicità di cuore della vita che ci hai do-nato. Preghiamo. 2. Perché crediamo vera-mente che tu sei risorto per do-narci il perdono dei peccati e la vita eterna. Preghiamo. 3. Perché la fede ci aiuti a superare l’angoscia della morte. Essa è vinta dalla Tua e dalla no-stra resurrezione. Preghiamo. 4. Perché sappiamo vivere una vita all’altezza del Tuo dono d’amore. Preghiamo. C. O Padre, Tu ci hai dato tutto

nel tuo unico Figlio Gesù Cristo. Donaci la forza di dedicarci com-pletamente a Te. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore. . A . Amen.

LlITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

(in piedi) SULLE OFFERTE

C. Esultanti per la gioia pa-squale ti offriamo, Signore, questo sacrificio, nel quale mirabilmente nasce e si edifica sempre la tua Chiesa. Per Cristo nostro Signore

A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, proclamare sempre la tua gloria, o Signore, e soprattutto esaltarti in questo giorno nel quale Cristo, nostra Pasqua, si è immolato. È lui il vero Agnello che ha tolto i peccati del mondo, è lui che mo-rendo ha distrutto la morte e ri-sorgendo ha ridato a noi la vi-ta. Per questo mistero, nella pie-nezza della gioia pasquale, l’u-manità esulta su tutta la terra, e con l’assemblea degli angeli e dei santi canta l’inno della tua gloria: Santo, Santo, Santo il Si-gnore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cie-li. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

DOPO LA CONSACRAZIONE C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni onore e gloria, per tutti i secoli

dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà così in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e ri-metti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debi-tori e non ci indurre in tentazio-ne ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. T. Tuo è il regno, tua la po-tenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C Proteggi sempre la tua Chiesa, Dio onnipotente, con l’i-nesauribile forza del tuo amore, perché, rinnovata dai sacramenti pasquali, giunga alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda-te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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*ADESTE nr. 13 / anno 5-Domenca 27 Marzo 2016

Carissimi,Carissimi,Carissimi,Carissimi,

Gesù nasce per noi; parla con noi; Gesù nasce per noi; parla con noi; Gesù nasce per noi; parla con noi; Gesù nasce per noi; parla con noi;

cresce in noi; lotta con noi; soffre cresce in noi; lotta con noi; soffre cresce in noi; lotta con noi; soffre cresce in noi; lotta con noi; soffre

con noi e per noi; ci perdona; gioisce con noi e per noi; ci perdona; gioisce con noi e per noi; ci perdona; gioisce con noi e per noi; ci perdona; gioisce

con noi e per noi; muore per noi; si con noi e per noi; muore per noi; si con noi e per noi; muore per noi; si con noi e per noi; muore per noi; si

fa trovare nei nostri fratelli e sorelle fa trovare nei nostri fratelli e sorelle fa trovare nei nostri fratelli e sorelle fa trovare nei nostri fratelli e sorelle

per noi e, se anche noi ci facciamo per noi e, se anche noi ci facciamo per noi e, se anche noi ci facciamo per noi e, se anche noi ci facciamo

trovare ai piedi della Croce…, Risor-trovare ai piedi della Croce…, Risor-trovare ai piedi della Croce…, Risor-trovare ai piedi della Croce…, Risor-

ge per farci risorgere con Lui. ge per farci risorgere con Lui. ge per farci risorgere con Lui. ge per farci risorgere con Lui.

BUONA PASQUA, ALLELUIA!BUONA PASQUA, ALLELUIA!BUONA PASQUA, ALLELUIA!BUONA PASQUA, ALLELUIA!

Dragii mei,Dragii mei,Dragii mei,Dragii mei, Isus se naste pentru noi; vorbeste cu Isus se naste pentru noi; vorbeste cu Isus se naste pentru noi; vorbeste cu Isus se naste pentru noi; vorbeste cu noi; creste in noi; lupta cu noi; sufera noi; creste in noi; lupta cu noi; sufera noi; creste in noi; lupta cu noi; sufera noi; creste in noi; lupta cu noi; sufera cu noi si pentru noi; ne iarta; se bu-cu noi si pentru noi; ne iarta; se bu-cu noi si pentru noi; ne iarta; se bu-cu noi si pentru noi; ne iarta; se bu-cura cu noi si pentru noi; moare pen-cura cu noi si pentru noi; moare pen-cura cu noi si pentru noi; moare pen-cura cu noi si pentru noi; moare pen-tru noi; se lasa gasit in fratii si surorile tru noi; se lasa gasit in fratii si surorile tru noi; se lasa gasit in fratii si surorile tru noi; se lasa gasit in fratii si surorile noastre pentru noi si, daca ne vom noastre pentru noi si, daca ne vom noastre pentru noi si, daca ne vom noastre pentru noi si, daca ne vom afla la picioarele Crucii…, Invie pen-afla la picioarele Crucii…, Invie pen-afla la picioarele Crucii…, Invie pen-afla la picioarele Crucii…, Invie pen-tru a ne face sa inviem impreuna cu tru a ne face sa inviem impreuna cu tru a ne face sa inviem impreuna cu tru a ne face sa inviem impreuna cu El. Un Paste Fericit, Aleluia!El. Un Paste Fericit, Aleluia!El. Un Paste Fericit, Aleluia!El. Un Paste Fericit, Aleluia!

B������: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Po-limeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I��+: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

*°* C7�8: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00 *°*

A7:� I�7+�: Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 *°* T+<+�=���: Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

27272727 D����� PASQUA DI NS. GESU’PASQUA DI NS. GESU’PASQUA DI NS. GESU’PASQUA DI NS. GESU’

28282828 L���� DELL’ANGELODELL’ANGELODELL’ANGELODELL’ANGELO

29292929 M���� s. Secondos. Secondos. Secondos. Secondo

30303030 M������ s. Amodeos. Amodeos. Amodeos. Amodeo

31313131 G����� s. Beniaminos. Beniaminos. Beniaminos. Beniamino

01010101 ������ s. Ugo s. Ugo s. Ugo s. Ugo

02020202 S��� s. Francesco da Paolas. Francesco da Paolas. Francesco da Paolas. Francesco da Paola

I SANTI DELLA

SETTIMANA

Don Valeriano