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Centro Studi Règia Stazione Sperimentale di Pollicoltura Allevamento rurale del coniglio Appunti dalle lezioni La Fiera di Vita in Campagna - Montichiari 27 - 29 marzo 2015 2015

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Allevamento rurale del coniglioAppunti dalle lezioni

La Fiera di Vita in Campagna - Montichiari 27 - 29 marzo 2015

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Maurizio Arduin

Marzo 2015

Centro Studi Règia Stazione Sperimentale di Pollicoltura

Allevamento rurale del coniglioAppunti dalle lezioni

La Fiera di Vita in Campagna - Montichiari 27 - 29 marzo 2015

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Pubblicazione edita daCentro Studi Règia Stazione Sperimentale di PollicolturaVia G.B. Conti n. 24 – Lendinara (Rovigo)Marzo 2015

AutoreMaurizio Arduin, Centro Studi Règia Stazione Sperimentale di Pollicoltura

[email protected]

La bibliografia è disponibile presso l’Archivio Storico del Centro Studi Règia Stazione Sperimentale di Pollicoltura: [email protected]

È consentita la riproduzione di testi, foto, disegni, ecc. previa autorizzazione da parte del Centro Studi Règia Stazione Sperimentale di Pollicoltura, citando gli estremi della pubblicazione.

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INDICE

Introduzione ..................................................................................................... 5

Il modello riproduttivo ........................................................................................ 7

Caratteristiche delle gabbie - ceste ...................................................................... 8

Accoppiamento e gestazione ............................................................................... 9

Parto e svezzamenro .......................................................................................... 10

Ingrasso ........................................................................................................... 13

La ciecotrofia.................................................................................................... 14

Alimenrazione del coniglio .................................................................................. 15

Igiene e profilassi .............................................................................................. 19

Allevamento rurale del coniglio

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Introduzione

Questo opuscolo tratta dell’allevamento del coniglio con metodo Rurale che deriva da un’attenta osservazione del suo comportamento e da un decennio di esperienze dirette realizzate inizialmente presso la Stazione Sperimentale di Pollicoltura di Rovigo (Le Faunali 1995/98) e in seguito presso l’Azienda Pilota e Dimostrativa “Sasse Rami” di Veneto Agricoltura (Le faunali 2 dal 2001 al 2003) a Ceregnano in provincia di Rovigo.Il metodo d’allevamento Rurale prevede un programma di accoppiamenti estensivo con n. 5 parti all’anno e una carriera riproduttiva, per le femmine, non inferiore a 3 anni. Le nostre esperienze si sono basate fondamentalmente nell’individuare un modello riproduttivo corrispondente alle esigenze del coniglio e la realizzazione di ricoveri idonei (gabbie – ceste) in grado di rispondere alle esigenze comportamentali di questo piccolo mammifero.Questo metodo è stato alla base degli incontri realizzati a Montichiari (Bs), dal 27 al 29 marzo nell’ambito dalla la 5^ edizione di la FIERA di Vita in Campagna.

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Allevamento rurale del coniglio

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Il modello riproduttivo

Il modello riproduttivo proposto prevede una ciclizzazione settimanalmente con un interparto di 70 giorni ottenendo in questo modo 5 parti all’anno.Ipotizziamo che in parto avvenga di mercoledì, i coniglietti sono svezzati a 37 giorni: di venerdì. In questo giorno la coniglia viene separata dalla nidiata e posizionata in un’altra gabbia: cambio gabbia. Dopo 3 giorni dal cambio gabbia la femmina è pronta all’accoppiamento e questo può essere verificato anche osservando i genitali femminili che assumono un colore che varia dal rosso interno al bluastro.

Quindi dopo tre giorni (lunedì) la coniglia viene rifecondata e partorirà dopo 30 giorni ancora di mercoledì. Se il maschio viene fatto fecondare una volta alla settimana, e si ottiene quindi un parto alla settimana (macellando 7 – 8 conigli alla settimana), ogni maschio deve avere a disposizione n. 10 coniglie. Un maschio può comunque fecondare anche due volte alla settimana: in questo caso occorrono 20 femmine per maschio e si ottiene una produzione annua, con due parti alla settimana, di 14 – 16 conigli macellati alla settimana.

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Una volta al giorno la coniglia va ad allattare i piccoli tappati sono una tana, ...

... l’allattamento dura per circa 3 - 5 minuti, ...

... finito il latte la coniglia abbandona l’allatamento lasciando i piccoli, ...

... aspetta poi che tutti entrino nella tana per rittapparli dentro.

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Caratteristiche delle gabbie - ceste

Le esperienze condotte a “Le Faunali” hanno preso in esame le esigenze comportamentali del coniglio. In primo luogo l’esigenza della coniglia di avere una zona per il riposo separata dalla zona dove partorire e allattare. Queste due zone devono essere distinte e quindi ogni gabbia – cesta ha a disposizione due zone nido.Il coniglio è poi un animale timido e ha la necessità, per sentirsi tranquillo, di avere la maggior parte del corpo protetta da pareti. A questo scopo nella parte esterna della gabbia/cesta sono presenti delle padane, a 15 – 18 cm di altezza, dove il coniglio può andare a ripararsi.Il coniglio ha inoltre la necessità di “saltare” e nei nostri modelli di gabbie – ceste sono presenti delle padane che permettono anche il salto.Altra esigenza dei conigli è quello di vivere in colonia. Le nidiate non devono pertanto essere divise e tutti i conigli devono essere allevati assieme fino al raggiungimento della maturità commerciale. Le strutture realizzate sono sufficientemente ampie da ospitare tutta l’intera nidiata fino alla fine del ciclo e i due nidi permettono una zona tranquilla e buia a tutti i conigli.Il coniglio deve poter essere allevato all’aperto e avere anche la possibilità di pascolare per terra. Le nostre esperienze hanno permesso di realizzare ricoveri che possono essere collocati all’aperto, anche ad altezze superiori ai 1.000 metri, e possono essere attrezzati anche con un parchetto esterno per il pascolo. Per quanto riguarda la gestione dell’allevamento se la

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macellazione dei conigli avviene prima di 100 giorni di vita ogni coniglia necessita di 2 gabbie – ceste. Se la macellazione avviene dopo i 100 giorni di vita per ogni coniglia servono n. 3 gabbie – cesta.

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Accoppiamento e gestazione

In genere nei conigli appartenenti alle razze medie (Fulvo di Borgogna, Bianca di Vienna, Rosso di Nuova Zelanda, ecc.) la maturità sessuale viene raggiunta dopo i 4 mesi nella femmina e dopo i 5 nel maschio. Più tardive sono invece le razze giganti.In base alle nostre esperienze, relative alle razze medie, consigliamo il primo accoppiamento a quattro mesi e mezzo per le femmine e a cinque mesi per i maschi. In questo periodo i conigli raggiungono circa l’80% del peso da adulti.Il periodo migliore per il primo accoppiamento è il mese di settembre – ottobre e quindi è necessario scegliere i futuri riproduttori dai parti di aprile – maggio. Se poi si vogliono seguire le tradizioni i futuri riproduttori devono nascere in luna ascendente.Nel coniglio l’accoppiamento non è preceduto dal corteggiamento. Durante il salto però il maschio stimola la regione inguinale della femmina ottenendo una maggiore accettazione e una sicura ovulazione. Il coito infatti nel coniglio è il fattore scatenante l’ovulazione che raggiunge il massimo dopo 9-13 ore dall’accoppiamento.Nella pratica prendete la femmina da accoppiare e postatela dal maschio. La femmina viene messa sopra la gabbia/cesta dal maschio; viene poi preso il maschio e posizionato vicino ala femmina in modo che si accoppi subito. La femmina assume una posizione di lordosi e si lascia coprire senza particolari problemi. L’accoppiamento dura in tutto pochi istanti e al momento dell’eiaculazione il maschio cade su un fianco emettendo un grido. Dopo il primo accoppiamento si consiglia di attendere pochi minuti e permettere un secondo accoppiamento per avere un maggior numero di probabilità che la femmina rimanga gravida. Se disponete di due conigli maschi il secondo accoppiamento può essere fatto eseguire dal secondo coniglio.Con la monta il maschio stimola le zone erogene nei genitali della femmina che contengono una moltitudine di recettori tattili. Questo messaggio “tattilo” sommato a informazioni ottiche, olfattive e gustative viene trasmesso all’ipotalamo che lo converte in messaggio ormonale che agisce sull’ovaio stimolando l’ovulazione. Dopo l’accoppiamento si consiglia di lasciare la femmina alcuni minuti con il maschio per consentire il “corteggiamento” post-accoppiamento. E’ stato accertato, infatti, che sono sufficienti 10-15 minuti per riscontrare un miglioramento della fertilità e cioè del numero di coniglietti nati per parto.A volte dopo l’accoppiamento ci può non essere fecondazione e può insorgere una pseudogravidanza.

Tale situazione permane per 2-3 settimane. Dopo questo periodo, evidenziata la pseudogravidanza, si può rifecondare la femmina. La durata della gestazione è di circa 30 giorni. Tra il 10° e il 14° giorno si consiglia di praticare la diagnosi di gravidanza in modo da verificare la presenza dei feti che, in questo momento, misurano tra i 10 e i 15 mm. A volte durante la diagnosi di gravidanza possono presentarsi dei dubbi causati da svariati motivi tra i principali:- coniglie eccessivamente grasse la cui copertura di grasso rende difficile notare gli embrioni;- coniglie con pochi feti: se ce ne sono tre o meno è difficile riconoscerli;- coniglie eccessivamente nervose che non si prestano alla manipolazione;

Quanto più precoce è la palpazione più difficile è la diagnosi, dopo il 15° giorno viceversa si rischia di provocare mortalità embrionale.La palpazione deve essere eseguita da personale esperto in quanto è facile provocare aborto. Se la risulta non gravida deve riaccoppiata subito.

Bianca di Vienna

Blu di Vienna

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Allevamento rurale del coniglio

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Parto e svezzamento

Poco prima del parto la femmina si strappa il pelo per formare un luogo idoneo dove partorire. In genere nel giro di un’ora tutti i feti sono partoriti, puliti, allattati e ricoperti con il pelo della madre. Il parto, che non presenta difficoltà e non prevede la presenza dell’allevatore, può avvenire in qualsiasi momento della giornata anche se è più frequente al mattino. Dura una decina di minuti ed i conigli vengono alla luce con gli occhi chiusi, privi di pelo e sordi. Negli intervalli tra le nascite la coniglia libera i neonati dagli invogli fetali (placenta) che ingerisce. Il peso dei piccoli al momento della nascita è di circa 50-60 grammi e in genere il loro numero è di 8-10 piccoli per parto. Una femmina può partorire fino a 12-14 piccoli: sono da preferire le femmine che portano a fine svezzamento 7/8 coniglietti. A parto terminato, la coniglia, ripuliti i cuccioli, si strappa altro pelo per ricoprirli e tenerli così al caldo, quindi esce dal nido per rientrarvi soltanto per l’allattamento.Al momento della nascita i piccoli sono inetti e cioè sordi, ciechi e privi di pelo. Gli occhi si aprono intorno all’8°-10° giorno. Il metodo Rurale prevede che ogni femmina disponga di due zone rifugio/tane. Una tana, o zona nido, viene utilizzata dalla coniglia per riposare/nascondersi mentre la seconda tana, o zona nido, viene utilizzata solo per il parto/allattamento. In questo modo viene simulata una situazione naturale come se la coniglia fosse libera. Infatti in natura i conigli adulti vivono in tane collettive mentre per il parto scavano delle apposite tane dove i coniglietti dopo l’allattamento (una sola volta al giorno e per 3 – 5 minuti) rimangono nascosti tappati sotto terra dalla madre.Dopo il parto si deve controllare il nido per verificare che tutto proceda regolarmente: questa operazione deve essere effettuata più volte specialmente nella prima settimana dopo la nascita dei piccoli. È un’operazione delicata e deve essere condotta con

cautela: disturbando troppo la femmina la nidiata potrebbe essere abbandonata. Prima di iniziare il controllo del nido, bisogna indurre la femmina ad allontanarsi. Le mani dell’operatore devono essere perfettamente pulite: si consiglia di sfregarle su della paglia o sul dorso della coniglia. Innanzitutto bisogna rimuovere gli invogli fetali, nel caso in cui non siano stati divorati dalla coniglia. Vengono eliminati i coniglietti nati morti e viene registrato in una scheda il numero di nati vivi. Nel caso in cui poi ci si accorga che la femmina si è tolta poco pelo e non ha sufficientemente imbottito il nido, usando le mani si deve togliere, con dolcezza, altro pelo dalla regione del ventre e dei fianchi, utilizzandolo poi per ricoprire i piccoli.Può succedere anche che una coniglia al primo parto dia alla luce i coniglietti fuori dalla cassetta nido, sul pavimento del fondo gabbia. Se l’allevatore se ne accorge subito può trasferirli all’interno del nido. Nel caso invece, più probabile, passi un po’ di tempo tra il parto e il ritrovamento, si consiglia di avvolgere i coniglietti in un panno caldo per qualche tempo e poi reintrodurli nel nido con la speranza di salvarli. Diversi possono essere i motivi per cui una coniglia viene indotta a partorire fuori dal nido. Ci si può trovare in presenza di cassette nido scomode o con accesso difficile, oppure il materiale che imbottisce il nido è sporco o insufficiente. La coniglia può inoltre partorire al di fuori del nido quando è stata disturbata nel corso di un precedente parto. Va comunque riconosciuta anche una certa predisposizione ereditaria, per cui conviene non utilizzare come riproduttrici le femmine che per due volte accusano questo sintomo.Altro inconveniente che può capitare dopo il parto è quello che la femmina divori i propri piccoli: cannibalismo. La ragione principale di questo fenomeno è la mancanza d’acqua. Durante il parto infatti si verifica un aumento di temperatura corporea della coniglia che di conseguenza ha molta

Argentata di Champagne

Coniglio Comune Veneto

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sete. L’allevatore deve quindi accertarsi del buon funzionamento dell’abbeveratoio e che ci sia acqua fresca in abbondanza, altrimenti la coniglia per dissetarsi si nutre troppo velocemente della placenta uccidendo involontariamente i piccoli. La mancanza d’acqua nel giorno del parto può portare anche ad un altro inconveniente: l’abbandono del nido. La coniglia infatti dopo il parto e con abbondanza di latte può trascurare i coniglietti pregiudicandone la sopravvivenza. Questo fenomeno può essere dovuto anche ad inadeguate condizioni igieniche del nido o a manomissioni di questo avvenute nelle prime 24 ore dopo il parto. L’allevatore deve pertanto essere molto accorto e prudente quando ispeziona il nido, per non causare stress alla coniglia.D’altra parte però il controllo dei nidi è indispensabile anche per effettuare il cosiddetto pareggiamento delle nidiate. Una coniglia che ha partorito meno di 4 coniglietti conviene sia riaccoppiata e quindi è necessario affidare i piccoli a una balia. Coniglie poi con nidiate numerose (oltre 8-9 nati vivi) non sono in grado di accudire a tutta la prole e quindi alcuni piccoli verranno affidati ad un’altra balia: si realizza così la formazione di gruppi omogenei di 8 coniglietti per nido dato che ogni coniglia ha generalmente 8 capezzoli attivi.Il pareggiamento delle nidiate viene effettuato entro il secondo-terzo giorno di vita. Il momento idoneo è quello subito dopo l’allattamento in modo che i coniglietti trascorrano 15-18 ore nel nuovo nido prima che la coniglia ritorni ad allattarli e riconosca l’odore degli intrusi. Per ovviare a questo inconveniente è possibile anche strofinare i coniglietti sul mantello della coniglia balia in modo che possano assumerne l’odore. Naturalmente durante queste operazioni le mani dell’operatore dovranno essere ben pulite ed eventualmente si consiglia di strofinarle con erbe profumate: timo o maggiorana. Ogni due-tre giorni, poi, occorre aggiungere un po’ di paglia nel nido per rinfoltire e rinnovare la lettiera. Fatto inusuale tra i mammiferi, la coniglia allatta la nidiata solo una volta al giorno e per un breve periodo di tempo: 4-5 minuti. Questo comportamento è da ricollegarsi al suo istinto di protezione della prole. In natura infatti il nido sotterraneo garantisce protezione ai piccoli solo se non viene individuato dai predatori: volpi, mustelidi, ecc. Questo si realizza se le visite della madre al nido sono brevi e poco frequenti. Durante l’allattamento la coniglia si curva sopra i coniglietti con le zampe posteriori e la coda ben premuta sul pavimento in modo da formare una piccola zona chiusa. Man mano che i piccoli crescono la coniglia si solleva sul tronco per lasciare loro più spazio. Quando la coniglia abbandona il nido, i coniglietti rimangono tranquilli per circa un minuto, dopodiché iniziano a muoversi e a scavare furiosamente tra il materiale

del nido. Spesso posizionati con la testa verso il basso sprofondano nell’imbottitura del nido in cerca di una zona a temperatura più calda. Questa attività dura circa 15-20 minuti, poi i coniglietti si raggruppano in un unico mucchio al centro del materiale del nido. Dopo circa 24 ore dal pasto i piccoli iniziano ad attivarsi portandosi sopra il materiale che imbottisce il nido. Così facendo si preparano al successivo pasto che sarà breve, al quale sapranno essere pronti, spinti dall’istinto di sopravvivenza. La produzione di latte è massima verso i 18-21 giorni dopo il parto calando in seguito lentamente e cessa alla 6°-7° settimana.Solo al 10-12° giorno di vita, quando cioè il loro corpo è ricoperto di pelo, i coniglietti sono in grado di mantenere costante la temperatura corporea. È in questo periodo che i coniglietti aprono gli occhi e si può notare un notevole miglioramento nel coordinamento dei loro movimenti. Iniziano quindi a uscire dal nido e ad alimentarsi con il cibo che trovano nei dintorni.A 4-5 settimane i coniglietti raggiungono un peso medio di 600 grammi (530-630) e possono essere destinati all’ingrasso.Durante lo svezzamento la mortalità dei coniglietti si può aggirare anche attorno al 20% dei nati. Durante la prima settimana di vita il 5-7% dei nati può morire per abbandono del nido da parte della coniglia, denutrizione, schiacciamento, raffreddamento, diarree, ecc. In questa fase è molto importante l’esperienza dell’allevatore e la scelta di riproduttori con ottime caratteristiche materne. L’utilizzo di gabbie con due nidi consente inoltre di evitare stress da raffreddamento ai piccoli. Dalla seconda alla quinta settimana di vita la mortalità può raggiungere anche il 15% dei capi presenti e la principale causa è legata allo stress dovuto al cambio di alimentazione. L’impiego di razze rustiche abbassa fortemente questo rischio mentre un’adeguata alimentazione consente ai coniglietti di superare questa fase senza particolari problemi.

Coniglio Farfalla

Allevamento rurale del coniglio

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Ingrasso

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Dopo lo svezzamento, che avviene a 5 - 6 settimane (37 giorni nel caso delle nostre esperienze), i coniglietti vengono avviati all’ingrasso. Non deve essere dimenticato che il coniglio è un animale abituato a vivere in colonie e pertanto la fase d’ingrasso viene realizzata in questo modo: la coniglia viene allontanata dai piccoli che rimangono nella gabbia/cesta dove sono nati.Al raggiungimento dell’11^/12^ settimana di vita i conigli possono essere destinati al mercato. A quest’età il loro peso medio si aggira attorno ai 2,3-2,5 Kg con rese al macello del 60%. Si consiglia comunque di prolungare l’allevamento per altre due - quattro settimane ottenendo così carni più mature e di qualità superiore. Durante l’ingrasso la mortalità dei conigli può raggiungere anche l’8-10% a causa di stress da cambiamento di alimentazione e malattie respiratorie. Un corretto regime alimentare e l’allevamento degli animali all’aperto o in ambienti ampi è sufficiente ad scongiurare questi problemi.

Coniglio di razza Lepre Belga

Grigio di Carmagnola

Allevamento rurale del coniglio

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La ciecotrofia

Il coniglio è un erbivoro e si alimenta principalmente di erba. Come tutti gli altri animali che si nutrono di erbe il coniglio, per utilizzare al massimo questo alimento, presenta un particolare sistema per digerire i vegetali facendoli passare due volte per lo stomaco. Mentre la maggior parte degli erbivori rumina (pecore, capre, ecc.) il coniglio compie invece la ciecotrofia che consiste nell’ingerire una prima volta i vegetali e una seconda nell’ingerire gli stessi vegetali predigeriti (che prende il nome di ciecotrofo) prendendoli direttamente dall’ano. In pratica il coniglio ingerisce l’erba o i fieno che dopo essere stato masticato e insalivato passa nello stomaco e poi nell’intestino cieco dove sono presenti batteri e protozoi che attaccano la cellulosa degli alimenti vegetali trasformandola in energia e proteine. Questo materiale (ciecotrofo) digerito parzialmente viene espulso dall’ano e ingerito dal coniglio, prendendolo direttamente dall’ano, per una seconda e definitiva digestione. In questo modo il coniglio recupera il 30-40 % dell’energia degli alimenti vegetali oltre ad amminoacidi e vitamine.Questo particolare sistema di alimentazione si può dire completo nei conigli di cinque settimane ecco perché nel nostro metodo d’allevamento consigliamo di svezzare i coniglietti a 37 giorni.

Fulvo di Borgogna

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Coniglio Pezzato di Ceregnano

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Alimentazione del coniglio

Il coniglio è in grado di utilizzare una infinità di alimenti in genere non utili per l’alimentazione degli altri animali da cortile. Questa sua dote deriva dal suo apparato digestivo capace di assimilare anche gli alimenti più poveri.Oltre ai cereali infatti il coniglio digerisce bene i foraggi freschi (medica e trifoglio, veccia, segale e ravizzone), foglie, piante infestanti (scarpate delle strade di campagna, bordi delle ferrovie, ecc.), tuberi, radici, verdure come il cavolo, ortiche, ecc.Nel costruire la razione alimentare giornaliera del coniglio l’allevatore deve comunque considerare i fabbisogni dell’animale.Innanzitutto è necessario fornire al coniglio una costante quantità giornaliera di fibra. La principale funzione della fibra è infatti quella di mantenere la funzionalità del tratto digerente. I livelli raccomandati di fibra nella razione di questi animali si aggirano intorno al 14%: nel nostro caso la razione di fibra viene garantita somministrando giornalmente del buon fieno.Per quanto riguarda le esigenze proteiche queste variano in base all’età e allo stato fisiologico dell’animale. Le femmine in gestazione richiedono un tenore proteico pari al 12-15% mentre durante la lattazione le esigenze proteiche aumentano al 17-18%. Un 15-17% di proteine è richiesto dai coniglietti mentre per il mantenimento la quota di proteine si attesta attorno al 12-13%.Da non sottovalutare poi i fabbisogni d’acqua che possono variare in base all’età, allo stato fisiologico e al tipo di alimentazione somministrata. I foraggi freschi, che contengono dall’80 al 90% d’acqua, fanno sicuramente diminuire il consumo d’acqua di bevanda rispetto ad alimenti secchi o mangimi che invece contengono il 12-15% d’acqua. Bisogna inoltre prestare attenzione alla temperatura dell’acqua di bevanda; questa non deve essere mai troppo fredda in quanto può provocare delle enteriti (infiammazioni dell’intestino).In linea generale le femmine con nidiata consumano circa 3,5-4 litri d’acqua al giorno. Durante questo periodo, infatti, la produzione giornaliera di latte (circa 250 grammi per femmina) ed il consumo dei piccoli fanno di molto aumentare la necessità di acqua. Conigli in allevamento e femmine gravide, invece, hanno un consumo medio di mezzo litro di acqua pro-capite al giorno. Per quanto riguarda il razionamento è necessario ricordare i seguenti parametri:- l’alimentazione deve essere sempre varia;- l’alimentazione del coniglio si deve integrare con le

produzioni aziendali;- l’alimentazione deve essere considerata fondamentalmente un fattore di benessere: il 40% delle malattie del coniglio sono riconducibili a disturbi dell’apparato digerente. Nella nostra esperienza l’alimentazione è costituita dalla somministrazione di un mangime commerciale (misto fiocchi o solo in fiocchi) assieme alla distribuzione quotidiana di fieno. I fiocchi sono semi schiacciati per laminazione dopo trattamento termico. I semi (decorticati nel caso di avena e orzo o degerminato nel caso del mais) vengono sottoposti all’azione del vapore secco e surriscaldati a temperatura variabile. Successivamente vengono schiacciati tra cilindri rotanti in senso contrario che riducono il seme allo stato di lamina piatta, fine e spugnosa. Questa caratteristica fisica rende i fiocchi simili a foglioline di foraggio estremamente adatti all’alimentazione dei conigli in quanto oltre a simulare l’alimentazione naturale favoriscono egregiamente la salivazione. Da un punto di vista nutritivo poi, l’elevata temperatura alla quale vengono sottoposte le materie prime determina la parziale trasformazione dell’amido in destrine e zuccheri. La successiva schiacciatura aumenta la superficie a contatto dei succhi gastrici favorendone la digestione. In sintesi questi sono i vantaggi della fioccatura:- buon contenuto in glucidi in buona parte destrinizzati;- maggiore digeribilità dei fiocchi nei confronti dei semi interi con un aumento di valore nutritivo di circa il 15%;

Coniglio Leprino di Viterbo

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- mantenimento degli oligoelementi e dei principi vitaminici;- elevato potere di imbibizione e conseguente aumento della digeribilità;- caratteristico aspetto a foglia idoneo per l’alimentazione del coniglio.L’unico svantaggio della fioccatura è determinato dal bassissimo livello di fibra che necessita una costante integrazione della razione con foraggi secchi.I fiocchi sono comunque consigliati per l’alimentazione naturale del conigli e a tale proposito si consiglia l’impiego di fiocchi dei seguenti cereali e legumi: avena, ceci, fave, favino, frumento, lenticchie, mais, orzo, pisello.È comunque necessario evitare errori di alimentazione che sono uno dei principali motivi di stress per il coniglio. Seguire corrette norme per l’alimentazione è pertanto uno dei fattori fondamentali per garantire il benessere agli animali. Per evitare stress alimentari si suggeriscono i seguenti consigli:- evitare bruschi cambiamenti di alimentazione,- evitare un’alimentazione costante e “monotona” favorendo i graduali e continui cambi di alimentazione,- evitare irregolarità nell’ora di somministrazione degli alimenti e nelle operazioni in conigliera,- evitare di lasciare i conigli senza acqua specialmente quando l’alimentazione è costituita da mangimi commerciali caratterizzati da una elevata percentuale di sostanza secca,- evitare improvvisi rumori e comparsa di persone sconosciute o animali: il coniglio deve essere in condizione di apprendere con anticipo eventuali eventi “strani”,- evitare un’alta densità di capi (non eccedere i 10 capi per mq) e la sistemazione in box singoli o bicellulari per l’ingrasso.In base alle disponibilità aziendali è possibile integrare l’alimentazione del coniglio con prodotti o sottoprodotti facilmente reperibili. La somministrazione di alimenti aziendali deve comunque essere fatta gradualmente ed è necessario accertarsi della loro integrità e salubrità.

C A R O T EQuesto alimento, leggendario per il coniglio, può essere distribuito a volontà ai conigli che oltre ad utilizzare le radici, ne gradiscono anche le foglie.

CARRUBEÈ il frutto del carrubo, pianta arborea diffusa nel mediterraneo. È una pianta molto utile nell’alimentazione del coniglio specialmente durante il passaggio dall’alimentazione latte a quella solida. Entra nella razione dei conigli sino ad un massimo

del 10%.

CAVOLO: FOGLIE E TORSOLIAll’atto della raccolta del cavolo, per l’alimentazione umana, la parte fogliare viene eliminata per la quasi totalità. Un piccolo orto di 100 mq investito a cavoli può produrre come sottoprodotto 400-500 kg di foglie e 40-50 kg di fusti. Si può così avere a disposizione per un lungo periodo di tempo dell’ottimo foraggio fresco e molto appetito ai conigli. Il suo valore energetico è paragonabile a quello di un buon prato ed inoltre la notevole ricchezza di sostanze minerali come il calcio ne consiglia la somministrazione alle coniglie lattanti.

E R B E V A R I E Il coniglio è un ottimo utilizzatore di erbe e questa sua caratteristica può contribuire non solo al risparmio economico determinato dal minore acquisto di mangime ma anche incentiva la pulizia dell’azienda

In linea generale queste le nostre esperienze nel razionamento dei conigli:

al mattinomangime in pellet, cereali fioccati e altri alimenti energetici (pane, ecc.) in quantità da essere consumati quasi totalmente nella prima metà della giornata

al pomeriggioil coniglio deve rimanere tranquillo in modo da compiere la ciecotrofia;

alla serai conigli devono avere a disposizione solo ottimo fieno e foraggi alimentandosi di questi anche durante la notte

Coniglio Nostrano Veneto

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e di conseguenza l’allontanamento dei ratti. Tutte le erbe spontanee e infestanti che crescono nelle nostre aziende possono essere raccolte e utilizzate nell’alimentazione del coniglio contribuendo ad un’adeguata pulizia dei viali, fossi e muri.

ESSENZE AROMATICHEAnche le piante aromatiche, come il prezzemolo, il timo, la menta, il finocchio selvatico, il cerfoglio, la querciola, il rosmarino, la ruta, la salvia, la lavanda, la camomilla, il ginepro, l’anice, l’assenzio, il basilico, la melissa e molte altre possono essere utilizzate nell’alimentazione del coniglio. Naturalmente queste devono essere impiegate solo quando disponibili o per sfruttare le proprietà curative di alcune di loro. Alcune specie, infatti, agiscono come ottimi eccitanti dell’appetito. Altre invece quali l’aglio, la cipolla, il rabarbaro, attuano sovente una vera azione profilattica nei riguarda di talune malattie gastro-enteriche e verminose. Si eviti invece il prezzemolo che è lattofugo: diminuisce la quantità di latte secreto.

F I E N OTutti i fieni sono un ottimo alimento per i conigli. Maggiori poi sono le essenze che contribuiscono a formare il prato e migliori sono le caratteristiche di questo alimento. Mediamente per un fieno possono essere considerati i seguenti valori: umidità 85%, proteine grezze 9%, grassi grezzi 2%, estrattivi inazotati 42%, fibra grezza 26% e ceneri 6%. Il suo valore nutritivo poi può essere valutato intorno a 40 unità foraggere per 100 kg di prodotto. I vantaggi determinati dalla somministrazione del fieno sono molteplici e oltre al valore nutritivo va ricordata anche la capacità di questo alimento di mantenere

in ottimo stato la fisiologia digestiva del coniglio. Gli steli delle essenze che costituiscono il fieno, prima di essere ingeriti devono infatti essere accuratamente masticati. Tale operazione determina un’abbondante produzione di saliva che con la sua acidità mantiene inalterato il PH intestinale contribuendo a mantenere sano il coniglio. Specialmente in primavera poi, quando si inizia la somministrazione di alimenti freschi, il fieno contribuisce a tamponare l’eccesso di umidità portata dagli alimenti succulenti evitando meteorismo e pericolose diarree agli animali.

FOGLIE DI ALBERILe foglie e le fronde di alberi si inseriscono perfettamente nel ciclo dell’allevamento famigliare del coniglio. La loro raccolta va fatta nel periodo di massimo sviluppo della parte fogliare e comunque sicuramente prima del loro ingiallimento. Questo in effetti segna l’inizio della migrazione delle sostanze nutritive dalle foglie al fusto. Anche l’ora della raccolta ha la sua importanza. Al mattino le foglie sono assai povere di amido, che aumenta nel corso della giornata sino a raggiungere il massimo alla sera. Nelle ore notturne poi, la quota di amido scompare più o meno completamente. La produzione di amido è inoltre considerevole nelle giornate calde e soleggiate e il riassorbimento nelle notti calde è più veloce. Da ciò emerge che il momento in cui le foglie sono più ricche di sostanze nutritive è all’incirca verso il tardo pomeriggio delle giornate calde e chiare. Le foglie vengono raccolte in sacchi e, se possibile, subito destinate all’alimentazione dei conigli. L’appassimento, infatti, ne riduce le caratteristiche nutritive.Le foglie di alberi, quando economicamente disponibili,

Russo Imalaia

Rosso di Nuova Zelanda

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possono essere utilizzate vantaggiosamente nell’alimentazione dei riproduttori.Poco gradite sono invece le foglie di gelso. Sono poi velenose per il coniglio le foglie d’abete, tasso, pesco, mandorlo e i frutti dell’edera

MELE E PEREDurante l’inverno, quando si registra una scarsità di foraggi verdi, le mele e le pere possono essere distribuite ai conigli come integrativo dell’alimentazione in pellets. Oltre ad essere degli ottimi alimenti questi frutti sono da considerarsi anche come una strategica bevanda invernale. Specialmente per animali allevati in garenne o in gabbie all’aperto i mesi invernali sono caratterizzati dal fenomeno dell’acqua ghiacciata negli abbeveratoi. Questo determina lunghi periodi di sete. A questo problema si può ovviare con alimenti succulenti come le mele e le pere. Questo alimento è inoltre da considerarsi come integrazione ricca di zuccheri e pertanto molto energetica.

ORTICAQuesta è una pianta ben nota come infestante che cresce dovunque e che se toccata imprudentemente produce una irritazione cutanea dovuta ad una essenza che i suoi peli fini e aguzzi versano nelle minutissime ferite che producono. L’ortica è un alimento molto appetito ai conigli ai quali viene somministrata apposita. Dopo la raccolta infatti, viene lasciata per 8-12 ore ad appassire per poi distribuirla agli animali. La si può raccogliere inizialmente a maggio e poi ad agosto e a ottobre. E’ bene raccoglierla prima che superi il metro d’altezza perché poi gli steli, diventati grossi e duri, non sono più appetiti agli animali. Alimento molto digeribile e ricco di xantofille può essere somministrata sia ai conigli adulti che ai giovani.Se giovane può essere data verde, intera oppure tagliata a pezzettini e mescolata col pastone. Se matura può essere essiccata per essere distribuita d’inverno.

P A N EIl pane residuo dell’alimentazione domestica può essere utilizzato con vantaggio nell’alimentazione dei conigli. La sua composizione media può all’incirca essere così valutata: umidità 30%, proteine 8%, grassi 1%, estrattivi inazotati 60%, ceneri 1%. Data la sua composizione deve però essere impiegato con altri alimenti che ne integrino le carenze nutritive. Il pane infatti pur essendo un alimento molto appetibile e digeribile deve essere considerato come integratore calorico essendo scarsamente provvisto di proteine, pressoché privo di principi minerali e assolutamente privo di vitamine.

P A T A T EQuesti tuberi, utilizzati generalmente per l’alimentazione umana, quando sono in eccedenza o quando si dispone di scarti, possono essere convenientemente impiegati nell’alimentazione del coniglio. Agli animali, oltre ai tuberi, possono anche essere somministrate le foglie.

P E S C H EQuesto frutto può essere facilmente reperibile in estate, specie in zone vacate a questa produzione ed in anni di crisi di mercato. Alimento ricco di zuccheri e pertanto energetico deve inoltre essere considerato soprattutto come alimento succulento e ricco di acqua. Nei mesi estivi quindi, quando nelle prime ore del pomeriggio l’acqua degli abbeveratoi è ormai riscaldata dal sole, i conigli gradiscono con entusiasmo la somministrazione di pesche e altri alimenti succulenti.

V E R D U R ETutti i prodotti dell’orto e i residui dell’alimentazione umana (non conditi) possono entrare a far parte della vasta gamma di alimenti integrativi per il coniglio. Lattughe, insalata, finocchi, sedani, cicoria, rape, ecc., sono molto appetiti ai conigli e la loro somministrazione contribuisce ad abbassare i costi alimentari.Questi alimenti devono sempre essere somministrati in rastrelliere per evitare che gli animali li imbrattino con le loro feci.

VITE: FOGLIE, CIMATURE, TRALCI E SARMENTISia nel periodo estivo quando si sfogliano le viti per accellerare la maturazione dei grappoli, che in inverno quando si procede alla potatura delle piante, i sottoprodotti della vite possono essere impiegati nell’alimentazione dei conigli. Questi residui aziendali apportano ai conigli sia fibra che energia e soprattutto contribuiscono a mantenere varia l’alimentazione di questi animali regolando la fisiologia dell’apparato intestinale.

Grigio Rustico Toscano

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Igiene e profilassi

La migliore igiene che deve essere praticata in allevamento è la prevenzione delle condizioni capaci di provocare l’insorgere e la diffusione delle malattie. A tale proposito è necessario rispettare scrupolosamente le esigenze ecologiche, etologiche e alimentari del coniglio. Per eventuali malattie infettive si consiglia poi di eseguire le normali vaccinazioni consigliate. La scelta di razze rustiche o di incroci idonei consente comunque di attuare l’allevamento senza particolari problemi legati all’aspetto sanitario.

MALATTIA EMORRAGICA VIRALE (Malattia X)Malattia virale altamente contagiosa che colpisce i conigli dopo le 6-7 settimane di vita.Come avviene il contagioLa malattia viene diffusa per contatto diretto da animale infetto ad animale sano (urina, sperma, feci, muco, ecc.) o dalla puntura di insetti come pulci e zanzare. L’infezione è più grave durante i mesi autunnali. Il periodo di incubazione è di 1-3 giorni.Sintomi principaliSi manifesta in maniera improvvisa quasi mai preceduta da chiari sintomi premonitori. Si possono osservare perdite di sangue dal naso. La morte si

manifesta in modo improvviso a distanza di poche ore dalla comparsa dei sintomi. È una malattia estremamente contagiosa e la mortalità può raggiungere il 100% dei soggetti in allevamento.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario dopo esame anatomo-patologico.CuraNon si conoscono cure efficaciPrevenzione e igiene d’allevamentoA scopo preventivo si consiglia un adeguato programma vaccinale. Il vaccino viene somministrato mediante iniezione sottocutanea. Si possono vaccinare le coniglie anche durante la gravidanza e l’allattamento.Il vaccino non lascia residui nell’organismo tanto che il tempo di sospensione (il periodo che deve trascorrere fra l’iniezione e l’eventuale macellazione) è di zero giorni. Per l’acquisto e la somministrazione dei vaccini occorre rivolgersi al veterinario.Programma vaccinale consigliato:- prima vaccinazione a 50-60 giorni;- seconda vaccinazione a 90-100 giorni;- terza vaccinazione all’accoppiamento;- in seguito una vaccinazione all’anno.

MIXOMATOSIMalattia provocata da virus altamente contagiosa si manifesta in maniera improvvisa.Come avviene il contagioLa malattia viene diffusa per contatto diretto da animale infetto ad animale sano (urina, sperma, feci, muco, ecc.) o dalla puntura di insetti come pulci e zanzare. L’infezione è più grave durante i mesi autunnali. Il periodo di incubazione è di 1-3 settimane.Sintomi principaliNon è quasi mai preceduta da sintomi premonitori. Inizialmente si osserva l’emissione di un secreto oculare acquoso e gonfiore delle palpebre. In seguito si manifesta gonfiore delle altre parti del corpo come orecchie, naso e organi genitali. La morte sopraggiunge dopo 2-3 settimane dalla comparsa deisintomi. Malattia molto contagiosa con mortalità fino al 90% degli animali in allevamento. Gli animali chesopravvivono sono portatori della malattia.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario dopo esame anatomo-patologico.CuraNon si conoscono cure efficaciPrevenzione e igiene d’allevamentoA scopo preventivo si consiglia di vaccinare, ogni sei

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mesi (in primavera e in autunno), gli animali adulti e i giovani dopo lo svezzamento.Il vaccino viene somministrato mediante iniezione sottocutanea. Si possono vaccinare le coniglie anchedurante la gravidanza e l’allattamento. Il vaccino non lascia residui nell’organismo tanto che il tempo di sospensione (il periodo che deve trascorrere fra l’iniezione e l’eventuale macellazione) è di zero giorni. Per l’acquisto e la somministrazione dei vaccini occorre rivolgersi al veterinario.Programma vaccinale consigliato:- prima vaccinazione a 30-35 giorni;- seconda vaccinazione a 90-100 giorni;- terza vaccinazione all’accoppiamento;- in seguito due vaccinazioni all’anno: aprile e ottobre

PASTEURELLOSIMalattia batterica spesso associata ad altre forme sempre di tipo batteriche.Come avviene il contagioQuesti batteri sono generalmente presenti sia negli animali (apparato respiratorio) che negli ambienti d’allevamento e si diffonde generalmente per via aerea ma anche per contatto diretto (orale, genitale) da animale infetto ad animale sano.Sintomi principaliMalattie respiratorie (rantoli, sternuti, ecc.) con scolo nasale e oculare. A volte il coniglio può mostrare forme di torcicollo.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraRivolgersi a un veterinario.Prevenzione e igiene d’allevamentoPer stimolare il sistema immunitario consigliamo un coadiuvante alimentare liquido (ZOOFOOD P/L: non è prevista prescrizione sanitaria) da somministrare per 5-7 giorni (ogni 3 settimane) nella seguente dose: 1 ml (40 gocce) per litro d’acqua. Il prodotto viene utilizzato sui riproduttori per cicli di una settimana e si ripetono circa una volta al mese. La frequenza è legata alla gravità della problematica d’allevamento e/o alla stagione (d’inverno almeno una volta alla settimana mentre d’estate e con fattori stagionali favorevoli anche ogni 45 gg).Il trattamento negli allevamenti con problemi respiratori va esteso a tutto l’allevamento, anche ai soggetti all’ingrasso.Questo prodotto contiene estratti immunostimolanti (Echinacea angustifolia, Propolis, Rosa canina) e una miscela di oli essenziali attivi contro le infezioni respiratorie (Paseurella e Micoplasmi) e ad azione mucolitica e espettorante (es. Eucalyplus globulus o.e, Citrus limon o.e., Melaleuca leucadendron o.e., Satureja montana o.e., Cinnamomum zeylanicum o.e., ecc.)

L’azione mucolitica ed espettorante è molto importante perché se non liberiamo il catarro dalle vie respiratorie difficilmente i conigli guariranno definitivamente; spesso diventano portatori cronici che mantengono la malattia in allevamento.Durante l’utilizzo del prodotto è possibile avvertire starnuti: non vuol dire che gli animali stanno peggiorando clinicamente ma che si stanno liberando del catarro presente nelle vie respiratorie e questo è positivo.Sono da preferire allevamenti in plein-air.

COCCIDIOSIÈ una parassitosi sostenuta da un protozoo le cui diverse specie colpiscono diversi tratti dell’apparato intestinale e alcuni organi.Come avviene il contagioQuesti batteri sono generalmente presenti sia negli animali (apparato respiratorio) che negli ambienti d’allevamento e si diffondono generalmente per via aerea ma anche per contatto diretto (orale, genitale) da animale infetto ad animale sano.Gli animali si infettano assumendo alimenti o acqua contaminati dalle oocisti (uova del parassita) che vengono eliminate con le feci.

Sintomi principaliGli animali colpiti da questa malattia presentano una perdita di appetito con tendenza a sdraiarsi, il loro peso diminuisce e appaiono deperiti. La pelliccia si manifesta opaca e secca e l’addome si presenta gonfio.

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DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraIn caso di malattia accertata si può intervenire con opportuni medicinali (su prescrizione veterinaria) da diluire nell’acqua da bere.Prevenzione e igiene d’allevamentoPer evitare il contagio e la diffusione della malattia è necessario evitare che gli animali imbrattino con le loro feci gli alimenti e l’acqua di bevanda. L’uso di rastrelliere per i foraggi nonché di idonee mangiatoiee abbeveratoi diminuisce di molto la possibilità che i conigli ingeriscano le oocisti. Una periodica pulizia degli ambienti d’allevamento consente poi la distruzione delle uova del parassita.Per rafforzare le difese immunitarie contro questa malattia consigliamo un coadiuvante alimentare liquido (NUOVO APACOX) o un prodotto in polvere solubile in piccole confezioni: APACOX 20. I due prodotti devono essere così utilizzati:NUOVO APACOX – 1 o 2 ml ogni litro d’acqua per una settimana al mese;APACOX 20 – 5 grammi per ogni litro d’acqua per una settimana al mese.Questa parassitosi è molto pericolosa e consigliamo di fare una trattamento di prevenzione anche se con questi prodotti è possibile anche trattare forme cliniche al dosaggio massimo.

VERMINOSIÈ una parassitosi sostenuta da vermi che parassitano l’intestino.

Come avviene il contagioQuesti vermi si diffondono generalmente per contatto diretto da animale infetto ad animale sano e per assimilazione dall’ambiente.Sintomi principaliScarso appetito e dimagramentoDiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraIn caso di malattia accertata si può intervenire con opportuni medicinali su prescrizione veterinaria.Prevenzione e igiene d’allevamentoPer evitare il contagio e la diffusione della malattia è necessario evitare che gli animali imbrattino con le loro feci gli alimenti e l’acqua di bevanda. L’uso di rastrelliere per i foraggi nonché di idonee mangiatoiee abbeveratoi diminuisce di molto la possibilità che i conigli ingeriscano le oocisti. Una periodica pulizia degli ambienti d’allevamento consente poi la distruzione delle uova del parassita.Per rafforzare le difese naturali del coniglio si consiglia un coadiuvante alimentare liquido (PRIVIRUM: non è richiesta prescrizione sanitaria) una settimana al mese nella dose di 1-2 ml per litro d’acqua.ROGNA DELL’ORECCHIO (Psoroptica)Affezione parassitaria provocata da un acaro (Pseuroptes cuniculi) che colonizza il condotto auricolare dei conigliCome avviene il contagioL’acaro si trasmette per contatto diretto tra coniglio parassitato e coniglio sano. L’Acaro responsabile di questa malattia è in grado di muovrsi e invadere

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anche le gabbie vicine. Anche le croste che si staccanospontaneamente dall’orecchio possono contenere un piccolo acaro e diventare veicolo di contagio.Sintomi principaliProvoca un intenso prurito e con il conseguente grattamento il coniglio si provoca ulteriori lesioni. Di conseguenza il canale uditivo prima e il padiglione poi si riempiono di croste scure molto visibili.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraLa cura di queste malattie è assai semplice. Un metodo consiste nel somministrare appositi preparati iniettabili o in gocce (rivolgersi al veterinario) oppure nebulizzazione di spray antiparassitari per conigli (inlibera vendita) da effettuarsi ogni tre giorni per un paio di settimane. Le lesioni all’orecchio possono essere trattata con una soluzione oleosa di zolfo fiore al 20% in queste dosi: 200 grammi di zolfo fiore e 1.000 ml di olio di semi. Coprite con la soluzione le lesioni per tre – quattro giorni di seguito e ripetete il trattamento a distanza di una settimana.Prevenzione e igiene d’allevamentoLa prevenzione viene attuata mantenendo un’ottimale stato di igiene nell’allevamento e isolando immediatamente gli animali colpiti. Le croste non devono essere rimosse per non provocare sanguinamento. Per la sicura prevenzione della rogna dell’orecchio consigliamo una soluzione dermatologica (APADERM SPRY: non è prevista prescrizione sanitaria) a base di oli essenziali e di olio di Neem. Grazie all’azione

sulle naturali funzioni fisiologiche della pelle questo prodotto è un utile coadiuvante naturale e può essere irrorato sia sugli adulti che sui giovani.Tutte le volte che si maneggiano i riproduttori o i coniglietti consigliamo di spruzzare il prodotto all’interno dei due padiglioni auricolari in modo che alcune gocce entrino dentro il condotto auricolare. Ciò impedisce che ci si trovi di fronte a soggetti con le orecchie piene di croste e materiale bruno nerastro prodotto da questi acari che colpiscono il condotto uditivo del coniglio.In quest’ultimo caso è importante applicare il prodotto cercando di ammorbidire le croste e favorire la penetrazione del prodotto dentro il condotto uditivo. Questa operazione si può migliorare facendo un massaggio alla base dell’orecchio al fine di far penetrare meglio il prodotto.Un’attenta disinfezione deve essere fatta anche alle gabbie. Sono da preferire allevamenti plein-air.

ROGNA DEL CORPOQuesta affezione è provocata da un Acaro (Sarcoptes scabiei) e vive sul corpo dei conigli.Come avviene il contagioL’acaro si trasmette per contatto diretto tra coniglio parassitato e coniglio sano.Sintomi principaliProvoca un intenso prurito e con il conseguente grattamento il coniglio si provoca ulteriori lesioni.Come conseguenza si possono osservare croste circoscritte nel muso, contorno degli occhi, mento, arti e tronco. Queste lesioni se non curate si espandono all’intero corpo e se trascurate possono portare alla morte del coniglio anche per infezioni causate da batteri presenti nell’ambiente. Gli animali colpiti non si nutrono e possono morire per anoressia.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraLa cura di queste malattie è assai semplice. Un metodo consiste nel somministrare appositi preparati iniettabili o in gocce (rivolgersi al veterinario) oppure nebulizzazione di spray antiparassitari per conigli (in libera vendita) da effettuarsi ogni tre giorni per un paio di settimane.Prevenzione e igiene d’allevamentoLa prevenzione viene attuata mantenendo un’ottimale stato di igiene nell’allevamento e isolando immediatamente gli animali colpiti. Si consiglia di intervenire con soluzioni dermatologiche a base di oli essenziali ed estratti idroalcolici: APAGEL SPRAY. Il trattamento va fatto una volta al giorno fino a remissione delle lesioni. E’ importante controllare e trattare rapidamente questa patologia perché è una zoonosi (può essere trasmessa all’uomo) e soprattutto perché più tempo lasciamo le lesioni

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senza trattarle maggiori saranno le spore fungine che si distribuiranno nell’allevamento aumentando il rischio di infezione agli altri animali e all’uomo.Per le aree del muso il prodotto non va spruzzato ma si deve utilizzare uno straccio imbevuto dello spray e strofinarlo poi nelle zone colpite. Un’attenta disinfezione deve essere fatta anche alle gabbie.Sono da preferire allevamenti plein-air.

MICOSIÈ una malattia provocata da funghi. Può essere contagiosa sia per altri animali domestici che per l’uomo.Come avviene il contagioL’acaro si trasmette per contatto diretto tra coniglio parassitato e coniglio sano.Sintomi principaliSi manifesta con la caduta del pelo e la formazione di aree nude circolari con la tendenza ad espandersi. Se non viene tempestivamente curata può arrivare a denudare completamente il coniglio.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraIn caso di diagnosi certa si devono disinfettare i ricoveri con soluzioni antimicotiche: consultare il veterinario. I conigli colpiti possono essere trattati localmente con bagni, spugnature e con prodotti per bocca: è sempre consigliabile consultare un veterinario.Prevenzione e igiene d’allevamentoEvitare il contatto tra i conigli e i gatti dato che questi ultimi sono portatori sani della malattia. E’ opportuno isolare gli animali colpiti.Si consiglia inoltre di intervenire con soluzioni dermatologiche a base di oli essenziali ed estratti idroalcolici: APAGEL SPRAY. Il trattamento va fatto una volta al giorno fino a remissione delle lesioni. E’ importante controllare e trattare rapidamente questa patologia perché è una zoonosi (può essere trasmessa all’uomo) e soprattutto perché più tempo lasciamo le lesioni senza trattarle maggiori saranno le spore fungine che si distribuiranno nell’allevamento aumentando il rischio di infezione agli altri animali e all’uomo.

ENTERITEÈ una forma patologica che può avere una causa batterica generalmente associata a stress, errori di gestione ed errori alimentari.Come avviene il contagioQuesta malattia è determinata da cambiamenti meteorologici, da stress dovuti a cambi di alimentazione, sbalzi di temperatura, errori nello svezzamento, ecc.Sintomi principaliNegli animali colpiti si può osservare una diminuzione

di appetito con presenza di forme diarroiche oltre ad una gran sete. La morte degli animali arriva improvvisa.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraIn caso di diagnosi certa della malattia si può intervenire con medicinali prescritti da un veterinario.Prevenzione e igiene d’allevamentoPer prevenire questa forma patologica è necessario attuare una corrette tecniche d’allevamento mantenendo uno stato di tranquillità nell’allevamento. Per stimolare il sistema immunitario consigliamo un coadiuvante alimentare liquido (ZOOFOOD P/L: non è prevista prescrizione sanitaria) da somministrare per 5-7 giorni (ogni 3 settimane) nella seguente dose: 1 ml (40 gocce) per litro d’acqua. Lo Zoofood pl grazie alla sua azione immunostimolante migliora anche il colostro e quindi anche l’immunità dei coniglietti alla nascita.È possibile comunque intervenite anche con un prodotto a base di Lieviti e Lattobacilli utili per la formazione della flora microbica intestina: prima e vera difesa dell’organismo contro i batteri patogeni intestinali. In questo caso si consiglia l’utilizzo di un flacone spargitalco da 200 g (EUBIOTIC 200: non è prevista prescrizione sanitaria) che si distribuisce sui coniglietti appena nati. Si consiglia l’aspersione di 1 grammo (due aspersioni circa) sulla nidiata appena possibile dopo la nascita (in genere alla

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Allevamento rurale del coniglio

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mattina quando si va in allevamento a controllare i nidi) e ripetere il trattamento nel 2° e 3° giorno. L’aspersione di questa polvere sui coniglietti, come se fosse talco, permette ai lattobacilli e lieviti vivi ad altissima concentrazione di attivarsi a contatto della saliva e iniziare a colonizzare l’apparato digerente. Basta una piccolissima quantità a contatto con le labbra o assunta durante la poppata: sui capezzoli inumiditi dalla saliva dei coniglietti aderisce il prodotto e facilmente i lattobacilli vivi colonizzano l’apparato digerente del coniglietto. Per fare un esempio l’intestino di un coniglietto alla nascita è come una sala da cinema con le poltrone vuote; appena nato assume con la bocca i batteri presenti nell’ambiente e sulla mammella della coniglia (anche e soprattutto quelli patogeni) che entrano e si siedono nelle poltrone vuote. Se però precocemente l’intestino del coniglio è stato colonizzato con lieviti e lattobacilli somministrandoli vivi alla nascita e nelle prime ore , questi si sono seduti nelle poltrone e impediscono ai patogeni di trovare posto.E’ importante mettere in evidenza che i batteri non sono nuotatori che navigano nell’intestino controcorrente ma hanno (Coli, Salmonelle, ecc.) delle appendici (pili adesivi) che gli permettono di aderire sulle cellule dell’intestino.Se questi punti di adesione sono occupati da una buona flora microbica i batteri sono esclusi.

COLIBACILLOSIÈ una malattia provocata da un batterio (Eschericchia coli) normalmente presente nella flora batterica del coniglio.Come avviene il contagioErrori alimentari causano una proliferazione di coli che determinano pericolose enteriti. Ad aggravare la situazione possono contribuire scarse condizioni igieniche e situazioni ambientali sfavorevoli.Sintomi principaliNegli animali la malattia si manifesta con abbondanti diarree maleodoranti alternate a stitichezza.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraÈ possibile l’impiego di medicinali da diluire nell’acqua da bere.Prevenzione e igiene d’allevamentoPer aumentare le difese immunitarie degli animali e contro la colibacillosi consigliamo un trattamento con NUOVO GR (non è prevista prescrizione sanitaria)in queste dosi: 1 ml per litro d’acqua dal 4° giorno dopo lo svezzamento per 6-8 giorni. Si tratta di una miscela di Oli Essenziali attivi nei confronto di ceppi patogeni di coli salmonelle, ecc. e miscela di estratti immunostimolanti. Se ne consiglia l’uso nel periodo che va dal 4° giorno dopo lo svezzamento al 12°

perché è il periodo in cui si creano le condizioni a livello intestinale per determinare la crescita esponenziale dei batteri patogeni in seguito ad una serie di problemi legati allo svezzamento. Contemporaneamente allo svezzamento si consiglia di utilizzare anche un prodotto a base di estratti vegetali che favoriscono la digestione e ha un’azione tonica sui coniglietti: NUOVO GI.RO.VIT . (non è prevista prescrizione sanitaria). La posologia è la seguente: 0,5-1 ml per litro d’acqua 6-8 giorni dopo lo svezzamento.La prevenzione di questa forma patologica si attua, oltre che con un cura dell’igiene ambientale, anche con una corretta alimentazione privilegiando la somministrazione di foraggi.

MASTITIÈ un’infezione, provocata da stafilococchi alle mammelle è accompagnata da un’infiammazione delle ghiandole mammarie.Come avviene il contagioLa diffusione della malattia avviene per contatto diretto tra la femmina e ambienti inquinati dallo stafilococco.Sintomi principaliL’infezione determina la formazione di ascessi su uno o più capezzoli. Questa situazione determina l’insorgere di sensazioni di fastidio nelle femmine ammalate oltre ad un abbattimento generale dell’animale che tende ad abbandonare la nidiata. Le mammelle si presentano calde, gonfie dure e dolenti al tatto.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraIn caso di infezione accertata si possono impiegare delle pomate a scopo terapeutico.Prevenzione e igiene d’allevamentoUna corretta prevenzione prevede il mantenimento di buone condizioni igieniche nell’allevamento.

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Altre problematichecollegate

all’igiene d’allevamento

PIAGHE PODALIÈ una situazione patologica strettamente collegata all’ambiente d’allevamento.Da cosa viene causataCausa di queste lesioni è il pavimento (in rete) delle gabbie che può essere non idoneo oppure l’eccessivaumidità o scarse condizioni igieniche nel caso gli animali siano allevati a terra su paglia.Sintomi principaliI conigli che accusano questo fenomeno agitano e si leccano spesso gli arti feriti. I garretti infiammati appaiono screpolati e ricoperti da piaghe. Il pelame che protegge i garretti appare molto consumato.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraQueste lesioni sono difficilmente curabili perché il peso del coniglio ne ostacola la cicatrizzazione. Inoltrenon appena la pelle si ulcera gli arti sono colpiti da infezioni profonde che interessano i sottostanti tessuti ossei del piede. Si può tentare comunque la cura dei conigli colpiti associando alla massima pulizia ambientale l’allestimento di uno strato molto alto e soffice di lettiera (ottima la paglia quando è pulita) e terapie antibiotiche generali e locali consigliate dal veterinario.Prevenzione e igiene d’allevamentoQuesto stato patologico, che non è riconducibile alla presenza di microrganismi (anche se si possono riscontrare spesso infezioni secondarie), può essere prevenuto migliorando la struttura del pavimento delle gabbie e le condizioni igieniche dell’intero allevamento.A livello di prevenzione, e cura, consigliamo di utilizzare APAGEL SPRAY localmente. Il prodotto contiene Oli essenziali antibatterici, antifungini e soprattutto estratto cicatrizzanti (Calendula,Echinacea, ecc) che favoriscono rapidamente la chiusura della lesione.

CRESITA ANOMALA DEI DENTIÈ un problema spesso determinato da un’alimentazione non corretta.Da cosa viene causataQuesta situazione si manifesta in conseguenza di un consumo prolungato di alimenti non idonei come cereali, pane, ecc. che non favoriscono l’abrasione degli incisivi. A volte la causa è da ricercare anche in malformazioni della mandibola o traumi.Sintomi principaliSi osserva una crescita anomala degli incisivi che possono arrivare a sporgere oltre la rima labbiale.

In questa situazione il coniglio non può masticare correttamente e si provocano lesioni all’interno della bocca: ulcere e ascessi.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraÈ possibile il pareggiamento, quando necessario, dei denti.Prevenzione e igiene d’allevamentoI denti del coniglio crescono in maniera continua e il loro consumo costante viene garantito dall’abrasionetra dente e dente e dal consumo di alimenti piuttosto duri. Si consiglia una costante distribuzione di foraggisecchi. Nella scelta dei riproduttori evitare di preferire soggetti con linee parentali che hanno manifestato queste problematiche.

PARALISI ARTI POSTERIORIQuesto problema può essere causato da Batteri, Pasteurellosi, ecc. in grado di provocare meningite.Da cosa viene causataSi tratta di batteri che si diffondono generalmente per via aerea ma anche per contatto diretto (orale, genitale) da animale infetto ad animale sano. Può anche avere origine traumatica causata da lesioni alla spina dorsale che interrompe la conduzione nervosa nella parte inferiore del corpo.Sintomi principaliGli arti posteriori si mostrano immobili e stesi e impediscono al coniglio di camminare.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraÈ molto difficile risolvere problemi legati a cause nervose: rivolgersi a un veterinario.Prevenzione e igiene d’allevamentoI conigli che presentano questo problema devono essere rimossi. Nella scelta dei riproduttori evitare di preferire soggetti con linee parentali che hanno manifestato queste problematiche.

ERRORI ALIMENTARIA causa di errori alimentari nell’allevamento del coniglio si assiste ad una mortalità di giovani, adulti e riproduttoriDa cosa viene causataIl problema è causato da errori alimentariSintomi principaliI sintomi premonitori sono spesso diarree maleodoranti e depressione degli animali. A volte questi fenomeni si evidenziano anche in piccoli coniglietti ad un’età di 2-3 settimane.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraCambio di regime alimentare.

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Prevenzione e igiene d’allevamentoIn presenza di errori alimentari consigliamo di utilizzare un Integratore vitaminico e di oligoelemento completamente naturale (senza vitamine sintetiche) alla dose di 10 g miscelato nella razione di 3 coniglietti oppure miscelato nell’alimentazione alla dose di 20-30 g per kg di alimento. E’ comodo utilizzarlo quando si somministra un pastone inumidito a base di crusca e cereali.Da queste mortalità l’allevatore si può difendere anche con una adeguata gestione igienico - alimentare.Nel caso infatti di mortalità che colpiscono gli animali tra la terza e la quinta settimana, la migliore profilassi consiste in una corretta alimentazione che consenta un passaggio graduale ed armonico dalla digestione lattea a quella solida. Particolarmente indicata la somministrazione di mangime (meglio se fioccato) poco proteico e fibroso, oppure di fieno e/o crusca; utile impiego trova anche l’uso di lieviti e fermenti vivi, che favoriscono uno sviluppo armonico della microflora digestiva.Mortalità significative si osservano anche dalla quinta alla nona settimana di vita e cioè nel periodo postsvezzamento.Tra i principali motivi che favoriscono questa situazione ricordiamo: - cambio di tipo di alimentazione con conseguente instaurarsi di un altro tipo di flora microbica digerente;- aumento del tasso proteico degli alimenti (il latte di coniglia contiene solamente il 13% circa di proteine);- aumento della richiesta di fibra grezza, da parte

degli svezzati;- cambio di gabbia e/o di ambiente (stress molto importante);- rimescolamento delle covate con inevitabile contatto fra animali sani e portatori o malati;- temperatura ed altri parametri ambientali sfavorevoli;- caduta naturale delle difese anticorpali di origine materna.Nei conigli adulti invece gli errori alimentari possono determinare forme cliniche legate al meteorismo: Tiflite. Questa manifestazione morbosa, caratterizzata, più che dalla diarrea, da un imponente meteorismo e rigonfiamento addominale, ha un andamento acuto e può portare a morte tutti i soggetti colpiti nel giro di uno o pochi giorni. Gli animali malati presentano un addome enormemente rigonfio, che difficilmente si riesce a “palpare” perché teso come un tamburo. I conigli possono inoltre presentare depressione e difficoltà respiratoria. Molte volte la morte avviene per asfissia, dovuta alla mancata espansione della cassa toracica che risulta compressa dal rigonfiamento addominale.

PATOLOGIA DA SVEZZAMENTOLo svezzamento e sicuramente uno dei momenti più delicati dell’intero allevamento e in questa fase sono frequenti fenomeni di dissenteria nei coniglietti da poco allontanati dalla coniglia.Da cosa viene causataErrori di gestione. Queste situazioni dipendono, per la maggior parte delle volte, da errori alimentari che se si associano ad altre situazioni di stress possono determinare elevate mortalità.Sintomi principaliDissenteria e mortalità nei coniglietti.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraCorretta gestione della fase di svezzamentoPrevenzione e igiene d’allevamentoDurante questo periodo ai conigli deve essere somministrato poco mangime, meglio se sotto forma di cereali e leguminose fioccati, mentre si deve abbondare con il fieno e l’acqua. La somministrazione di fermenti lattici, da sciogliere nell’acqua aiuta i coniglietti a superare questa fase. Ideale come prevenzione e cura delle forme diarroiche è anche la somministrazione di carrube che possono essere somministrate tal quale o a pezzi.Altro sistema per aiutare i piccoli conigli a superare questa fase è la somministrazione di acqua di bevanda con il 3% di aceto (30 ml di aceto per litro d’acqua). Questa somministrazione deve essere fatta da tre giorni prima dello svezzamento a tre giorni dopo. Con questo sistema si abbassa leggermente

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il pH dell’apparato digerente contrastando i batteri dannosi (Escherichia coli) responsabili di pericolose enteriti mortali.Durante questo periodo non devono essere somministrati foraggi freschi.Per aumentare le difese immunitarie degli animali e contro la colibacillosi consigliamo un trattamento con NUOVO GR (non è prevista prescrizione sanitaria)in queste dosi: 1 ml per litro d’acqua dal 4° giorno dopo lo svezzamento per 6-8 giorni. Si tratta di una miscela di Oli Essenziali attivi nei confronti di ceppi patogeni di Coli, Salmonelle, ecc e miscela di estratti immunostimolanti. Se ne consiglia l’uso nel periodo che va dal 4° giorno dopo lo svezzamento al 12° perché è il periodo in cui si creano le condizioni a livello intestinale per determinare la crescita esponenziale dei batteri patogeni in seguito ad una serie di problemi legati allo svezzamento. Contemporaneamente allo svezzamento si consiglia di utilizzare anche un prodotto a base di estratti vegetali che favoriscono la digestione e ha un’azione tonica sui coniglietti: NUOVO GI.RO.VIT . (non è prevista prescrizione sanitaria). La posologia è la seguente: 0,5-1 ml per litro d’acqua 6-8 giorni dopo lo svezzamento.È necessario però tenere presente che spesso i problemi di enteriti post svezzamento dipendono da alterazioni della flora microbica intestinale che non riesce più a controllare i batteri patogeni. Queste, in base alle nostre esperienze le principali motivazione che mettono la flora microbica è in difficoltà in questa fase:- i coniglietti sono passati improvvisamente da una alimentazione a base di latte e mangime(fieno) ad una a base solo di mangime e quando va bene un po’ di fieno. Ciò comporta una modifica della componente enzimatica/digestiva e dell’equilibrio delle popolazioni batteriche utili della flora microbica intestinale. Questi cambi sono comunque cambi alimentari sempre troppo veloci rispetto all’adattamento degli enzimi digestivi e dell’equilibrio del flora microbica.- altro fattore di stress connesso con lo svezzamento è il momento in cui i coniglietti vengono tolti dalla gabbia della madre subiscono lo stress del nuovo ambiente che non conoscono. Questa situazione spesso comporta che stanno il primo giorno senza mangiare per poi alla notte sotto l’effetto della fame, durante il silenzio e la tranquillità notturna, si abbuffano di mangime. Spesso capita di trovare alla mattina successiva i coniglietti con della pance enormi per essersi riempiti di mangime. E’ qui che iniziano i problemi che poi esplodono con la diarrea al 10° - 13° giorno dopo lo svezzamento.L’apparato digerente del coniglietto è impreparato enzimaticamente (non ha ancora un corredo enzimatico adeguato) a digerire quella quantità di mangime; ciò innesca una serie di problemi alla base

del dismicrobismo intestinale postsvezzamento.Quindi alla luce di questo oltre all’utilizzo dei due prodotti NUOVO GR e NUOVO GI.RO.VIT sono importanti i seguenti accorgimenti:1. per ridurre lo stress invece di spostare i coniglietti in una nuova gabbia , provvedete a spostare la madre lasciando i coniglietti nell’ambiente che conoscono fin da piccoli. 2. razionare la quantità di mangime da somministrare almeno per i primi 10 - 15 giorni (un coniglietto medio non dovrebbe mangiare più di 30-40 g di mangime al giorno) e comunque alla mattina è importante che la mangiatoia sia completamente vuota , se rimane anche solo qualche pellet di mangime vuol dire abbiamo somministrato troppo mangime.3. somministrare a volontà fieno che favorisce la masticazione e la digestione.4. solo dopo i primi 10-15 giorni è possibile aumentare gradatamente le quantità di mangime fino a somministrarlo a volontà.

ASCESSILa formazione di ascessi è una problematica inerente l’apparato tegumentale.Da cosa viene causataÈ provocata da errori di gestione legati all’ambiente d’allevamento: si va dai traumi (anche con corpi estranei penetranti), alle ferite da morso o graffio di soggetti conviventi o alle patologie dentali (molto frequenti). Altre cause possono essere le cattive condizioni igienico sanitarie ed errori alimentari.Queste lesioni si trasformano in ascessi a seguito dell’attività secondaria di diverse specie di batteri.Sintomi principaliFormazione di ascessi.DiagnosiLa diagnosi esatta viene fatta da un veterinario.CuraPer la cura è consigliabile sentire il parere di un veterinario.Prevenzione e igiene d’allevamentoA livello preventivo si consiglia l’impiego di idonee attrezzature d’allevamento e una corretta gestione dell’allevamento.

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Centro Studi Règia Stazione Sperimentale di pollicoltura

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Il Bollettino di BassaCorte è un servizio di Assistenza Tecnica Specialistica istituito dal Centro Studi Règia Stazione Sperimentale di Pollicoltura. È rivolto ad allevatori e appassionati che per lavoro, integrazione del reddito o hobby, si dedicano alla conservazione della biodiversità e all’allevamento di animali di bassa corte per produzioni di qualità.Più in particolare il bollettino è rivolto:

- a chi vuole conservare la biodiversità locale allevando razze autoctone o locali e vuole far parte del Programma Nazionale di Conservazione delle razze avicole confrontandosi anche con altri allevatori;- agli Agriturismi che allevano pollame destinato alla ristorazione agrituristica e vogliono razionalizzare le diverse attività zootecniche producendo al costo più basso uova e carni di qualità da proporre ai clienti;- alle Fattorie Didattiche che vogliono avere informazioni, allevare gli animali tipici del loro territorio e organizzare attività didattiche e dimostrative in grado di differenziare l’offerta educativa ottenendone anche un certo reddito;- a chi alleva pollame allo scopo di integrare il reddito e cerca una risposta per risolvere i problemi burocratici e riuscire a vendere uova e prodotti macellati valorizzando al meglio il suo lavoro;- a chi alleva pollame per autoconsumo e vuole ottenere prodotti genuini per la sua famiglia o gli amici e desidera trovare ogni mese consigli pratici su come alimentarli nel migliore dei modi utilizzando materie prime genuine e prodotti del territorio; - agli hobbisti che allevano gli avicoli per passione e cercano una guida mensile su come riprodurre e allevare al meglio i loro animali ottenendo dei veri campioni.

Tra i diversi servizi offerti dal Bollettino di BassaCorte anche le pubblicazioni elettroniche.Di seguito si elencano le Pubblicazioni elettroniche disponibili agli abbonati al Bollettino di BassaCorte.

Iscriviti al Bollettino di BassaCorte

La nostra Associazione collabora inoltre con Enti, Associazioni, Ditte e Gruppi organizziando e/o partecipando a Corsi e Incontri di formazione o aggiornamento. Agli incontri in aula segue la realizzazione di dispense elettroniche gratuitamente distribuite ai partecipanti al corso. Le pubblicazioni sono inviate anche agli iscritti al Bollettino di BassaCorte.

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Allevamento rurale del coniglio

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Indagine storica sulla biodiversità legata a un determinato territorio

Grazie ad un archivio storico ben fornito e continuamente arricchito si realizzano indagini storiche sulle antiche razze domestiche che hanno accompagnato lo sviluppo della zootecnia italiana. Allo scopo viene redatta una esposizione ordinata di fatti e avvenimenti del passato quali risultano da un’indagine critica. In questo modo si ottiene un’acquisizione di notizie che consentono di stabilire l’autenticità di una razza, o di un prodotto, e la sua presenza in un determinato comprensorio. La ricognizione storica sulle razze rustiche individua inoltre le connessioni reciproche con la realtà agricola del tempo per cui è lecito tracciarne un’evoluzione nel tempo e nello spazio.

Programmi di recupero della biodiversità e ricostituzione delle produzioni legate al territorio

Buona parte della nostra biodiversità zootecnica è andata persa nel corso del secolo appena passato a causa di un abbandono ingiustificato di alcune produzioni allora considerate non produttive. Oggi la cultura e le esigenze dei consumatori sono cambiate e le antiche tradizioni vengono valorizzate e promosse. Molte razze non più presenti nel nostro territorio possono però essere recuperate e riportate/riadattate nel bioterritorio d’origine. Anche le produzioni legate al territorio )incroci storici di prima generazione) possono essere riproposti ad imprese agricole interessate a riqualificare le proprie produzioni.

Piani di conservazione e/o miglioramento razze autoctone

Per condurre con efficacia un’attività di conservazione di razze autoctone è necessario procedere in modo corretto con iniziative che, di volta in volta, servono a consolidare i risultai raggiunti e preparano il terreno per iniziative di valorizzazione.in base all’esperienza acquisita si attuano programmi per la conservazione della variabilità genetica delle razze autoctone e, successivamente, l’attivazione di programmi di miglioramento genetico per attività economiche.

Programmi per valorizzazione razze autoctone e produzioni legate al territorio

A volte si allevano animali che la tradizione ha da sempre tramandato ma che non hanno un nome, non hanno una storia: a parte la tradizione orale, e

la qualità delle loro produzioni, nessuno li conosce, nessuno li ha mai considerati. In queste situazioni la valorizzazione delle razze autoctone o dei prodotti locali può portare ad una qualificazione del lavoro delle imprese zootecniche aumentandone il reddito. Alcune nostre esperienze dimostrano come è possibile ridare dignità a produzioni rurali legate alla tradizione e al territorio.

Predisposizione di progetti di fattibilità e disciplinari per allevamenti condotti con metodo biologico

L’applicazione del Regolamento Comunitario sulla zootecnia biologica dà ai consumatori la garanzia di acquisire prodotti di origine animale sani e genuini offrendo agli agricoltori una preziosa opportunità di reddito.

Allevamenti alternativi

I nuovi orizzonti che si stanno aprendo per le imprese agricole mettono a disposizione dell’allevatore nuove opportunità di reddito. I miglioramenti ambientali per attività faunistiche, l’allevamento della selvaggina a scopo faunistico o alimentare e tante altre sono attività alternative che richiedono, per il loro conseguimento, una sofisticata “tecnologia naturale” e una esperienza non indifferente. Queste conoscenze sono messe a disposizione di allevatori che sanno trovare nelle produzioni alternative una risposta alle opportunità di reddito che il mercato sta offrendo. Questi allevamenti alternativi (lepre, starna, struzzo, maiali allo stato brado, ecc.) richiedono la disponibilità di ambienti naturali, non prevedono investimenti onerosi e mantengono uno stretto legame con l’ambiente e le tradizioni.

Predisposizione di strategie commerciali

Si predispongono programmi di fattibilità e strategie produttive per Aziende Agrituristiche, Fattorie Didattiche, Agri – Gril, Vendita dei prodotti con “Filiere corte” o “a chilometro zero”, strategie per vendita dei prodotti in azienda, Mercati Contadini o Porta a porta.

Supporto all’imprenditoria giovanile

Si provvede a definire programmi di sviluppo per “Primo insediamento” con definizione dei modelli aziendali, degli investimenti e dell’organizzazione dei lavori.

I nostri Servizi di Consulenza

Il Centro Studi Règia Stazione Sperimentale di Pollicoltura, come previsto dallo Statuto dell’Associazione, attua servizi di consulenza a favore di Aziende Agricole, Ditte, Società, Associazioni ed altre forme di impresa riconosciute. In particolare, tra le diverse attività, negli ultimi anni abbiamo acquisito esperienze nelle attività di seguito elencate.

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Marzo 2015

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