amichevole estiva

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Anno IV n.12 Direttore Massimo Taggiasco 27 luglio 2012 Quindicinale di calcio... e non solo Diffusione gratuita La Giudea Agriturismo QUARGNENTO (AL) Strada Castelletto 6 Tel. 393 9121968 Ristorante solo su prenotazione Ricevimenti, banchetti La Giudea Agriturismo QUARGNENTO (AL) Strada Castelletto 6 Tel. 393 9121968 Ristorante solo su prenotazione Ricevimenti, banchetti MASSIMO TAGGIASCO L’ avventura è ricomincia- ta. La centenaria storia dell’Alessandria Calcio si appresta a vivere un nuovo capi- tolo. Non siamo più nell’elite del pallone, ma esistiamo ancora, e questo, coi tempi che corrono, è già un fatto molto positivo: non solo, ma tutto lascia pensare che godiamo anche di buona salute! Purtroppo, nel panorama calci- stico della nostra Regione, occu- piamo una posizione davvero marginale: Torino e Juve in serie A, Novara e Pro Vercelli in B. Pa- zienza: del resto, questa situazio- ne riflette la congiuntura sociale ed economica davvero poco feli- ce in cui versano la città e tutta la provincia. Oggi, gli imprenditori disposti a rischiare e ad investire nel cal- cio sono sempre meno numerosi e gli scandali che continuano ad inquinare il mondo del pallone tolgono credibilità al sistema e danno, francamente, il voltasto- maco. Peccato, Alessandria po- trebbe essere una piazza molto interessante per chi guardi ad un futuro di crescita ed espansione di tutto l’indotto legato al foot- ball. La Lega Pro, come se niente fosse, ha comunque rimandato la riforma dei campionati, per cui, anche se non è ancora sicu- ro, per accedere alla Prima Divi- sione bisognerà piazzarsi tra le prime tre. Ce la faremo? A noi questa nuova Alessandria piace: senza fare troppi proclami, in campo e fuori, ci pare si sia costituito un organico di tutto rispetto, con un giusto mix di gioventù ed espe- rienza. Il tutto con una solida guida tecnica e nell’ambito di una dirigenza che dovrebbe aver dato solidità anche all’aspetto fi- nanziario. Pensiamo che ci siano tutti i presupposti per fare bene: ora tocca, come sempre, a noi ti- fosi accompagnare l’Orso Grigio in questa nuova stagione. Forza ragazzi, siamo tutti con voi! Hurrà Grigi! RISTORANTE PIZZERIA Alessandria • Corso Crimea, 67 • Tel. 0131 445005 Ci piace la nuova Alessandria! IL SALUTO DI GIANNI IVALDI * Sono molto orgoglioso di avere tra le mie deleghe lo sport. Il calcio alessandrino si fonda su una grande storia, tradizione, e af- fermazioni importanti, l’Alessandria Calcio ha dato grande lustro alla nostra città, ren- dendola famosa nel mondo sportivo. Il pro- tagonismo delle partite si intreccia con la sua storia e trasmette una passione che continua e dura da cento anni, rendendo Il legame tra ‘i grigi’ e la città sempre più for- te. L’orgoglio della maglia e dei colori sta nel cuore di tutti, anche di chi non va allo stadio. Oggi ci sono tutte le condizioni per rilanciare la nostra squadra, il risanamento dei conti, le scelte coraggiose e lungimiran- ti stanno realizzando un grande progetto. Ritengo fondamentale e strategi- ca la scelta di puntare sui giovani, sul rinnovamento e quindi sul futuro. Mi metto a disposizione per contribuire a sviluppare un rapporto attivo e posi- tivo fra società, squadra, tifosi e la città. Lavoriamo insieme per generare e accrescere il senso di appartenenza alla nostra Comunità, l’orgoglio di es- sere parte della squadra alessandrina e di ciò che rappresenta, l’adesione all’etica dello sport e ai suoi valori e per promuovere, inoltre, la diffusione di un tifo leale e responsabile al quale i giovani potranno ispirarsi. *Assessore allo Sport del Comune di Alessandria

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amiche vole contro il Genoa

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Anno IV n.12 Direttore Massimo Taggiasco 27 luglio 2012

Quindicinale di calcio... e non solo Diffusio

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MASSIMO TAGGIASCO

L’avventura è ricomincia-ta. La centenaria storiadell’Alessandria Calcio si

appresta a vivere un nuovo capi-tolo. Non siamo più nell’elite delpallone, ma esistiamo ancora, equesto, coi tempi che corrono, ègià un fatto molto positivo: nonsolo, ma tutto lascia pensare chegodiamo anche di buona salute!Purtroppo, nel panorama calci-stico della nostra Regione, occu-piamo una posizione davveromarginale: Torino e Juve in serieA, Novara e Pro Vercelli in B. Pa-zienza: del resto, questa situazio-ne riflette la congiuntura socialeed economica davvero poco feli-ce in cui versano la città e tutta laprovincia.

Oggi, gli imprenditori dispostia rischiare e ad investire nel cal-cio sono sempre meno numerosie gli scandali che continuano adinquinare il mondo del pallonetolgono credibilità al sistema edanno, francamente, il voltasto-maco. Peccato, Alessandria po-trebbe essere una piazza moltointeressante per chi guardi ad unfuturo di crescita ed espansionedi tutto l’indotto legato al foot-ball. La Lega Pro, come se nientefosse, ha comunque rimandatola riforma dei campionati, percui, anche se non è ancora sicu-

ro, per accedere alla Prima Divi-sione bisognerà piazzarsi tra leprime tre.

Ce la faremo? A noi questanuova Alessandria piace: senzafare troppi proclami, in campo efuori, ci pare si sia costituito unorganico di tutto rispetto, con ungiusto mix di gioventù ed espe-rienza. Il tutto con una solida

guida tecnica e nell’ambito diuna dirigenza che dovrebbe averdato solidità anche all’aspetto fi-nanziario. Pensiamo che ci sianotutti i presupposti per fare bene:ora tocca, come sempre, a noi ti-fosi accompagnare l’Orso Grigioin questa nuova stagione. Forzaragazzi, siamo tutti con voi!

Hurrà Grigi!

RISTORANTE PIZZERIA

Alessandria • Corso Crimea, 67 • Tel. 0131 445005

Ci piace la nuova Alessandria!

IL SALUTO DI GIANNI IVALDI*

Sono molto orgoglioso di avere tra le miedeleghe lo sport. Il calcio alessandrino sifonda su una grande storia, tradizione, e af-fermazioni importanti, l’Alessandria Calcioha dato grande lustro alla nostra città, ren-dendola famosa nel mondo sportivo. Il pro-tagonismo delle partite si intreccia con lasua storia e trasmette una passione checontinua e dura da cento anni, rendendo Illegame tra ‘i grigi’ e la città sempre più for-te. L’orgoglio della maglia e dei colori stanel cuore di tutti, anche di chi non va allostadio. Oggi ci sono tutte le condizioni perrilanciare la nostra squadra, il risanamentodei conti, le scelte coraggiose e lungimiran-

ti stanno realizzando un grande progetto. Ritengo fondamentale e strategi-ca la scelta di puntare sui giovani, sul rinnovamento e quindi sul futuro. Mimetto a disposizione per contribuire a sviluppare un rapporto attivo e posi-tivo fra società, squadra, tifosi e la città. Lavoriamo insieme per generare eaccrescere il senso di appartenenza alla nostra Comunità, l’orgoglio di es-sere parte della squadra alessandrina e di ciò che rappresenta, l’adesioneall’etica dello sport e ai suoi valori e per promuovere, inoltre, la diffusionedi un tifo leale e responsabile al quale i giovani potranno ispirarsi.

*Assessore allo Sport del Comune di Alessandria

La nuova Alessandria è atte-sa al debutto al cospettodel proprio pubblico con

un ospite d’eccezione come ilGenoa.

«È quel che si definisce un anti-pasto di lusso, contro una squa-dra importante, che ci darà l’op-portunità di saggiare le doti e lecaratteristiche dei nuovi acqui-sti».

Ecco, partiamo proprio dalla

campagna acquisti. Qual è il tuoprimo giudizio?

«È un giudizio positivo, anzimolto, a cominciare dalle confer-me della passata stagione: infatti,rivedere in campo uomini comeServili, Cammaroto, Roselli e Fa-nucchi è già, di per sé, una buonanotizia. Se poi vi aggiungiamo ilfatto che sono rientrati l’ottimoMartini, quel Barbagli che avevabene impressionato nell’ultimo

spizzico della gestione Sarri, e unelemento come Degano che, al dilà dei problemi ambientali accu-sati l’anno scorso, non si può direche non sia un giocatore di quali-tà, sono tutti elementi che accen-tuano il mio ottimismo in vistadella prossima stagione».

E dei nuovi acquisti che cosapensi?

«Sotto la lente di ingrandimen-to ci saranno, principalmente,

Caciagli, Mora, Bianchi e Ferretti;tuttavia sono, in generale, moltocurioso di vedere all’opera i nu-merosi giovanotti di belle speran-ze, nell’ingaggio dei quali, il Di-rettore Sportivo MassimilianoMenegatti ha fama d’essere spe-cializzato».

Diamo ora uno sguardo allanuova Società targata Capra...

«Anche sotto questo aspetto nonposso che esprimere soddisfazio-

ne, poiché, dopo le molte espe-rienze di Presidenti ‘forestieri’(l’ultimo dei quali fu Giorgio Vel-troni), assistiamo ad una Alessan-dria in mani alessandrine, dun-que forte di una gestione che sipreannuncia tutto fuorchè avven-turosa».

Ti riferisci alle dichiarazioni diintenti rese all’atto dell’insedia-mento?

«Anzitutto mi riferisco al fattoche ci sono volti e nomi ben noti,e poi non posso non apprezzare ilfatto che sia stata preannunciatauna gestione incentrata sul fair-play finanziario, magari senzagrandi voli pindarici (che comun-que, se arriveranno, saremo benlieti di accogliere), tuttavia conuna saggia ricerca d’equilibrio trai costi e i ricavi».

Non abbiamo ancora dettonulla dell’allenatore...

«Giovanni Cusatis ha guidatola squadra che l’anno scorso hamacinato più punti di tutte nelgirone dell’Alessandria, cioè a direla Pro Patria: non io, ma i nume-ri, dicono che si è trattato di unaprima scelta. E poi, se me lo per-metti, vorrei fare un’ultima consi-derazione».

Prego...«Il fatto che uomini esperti co-

me Menegatti e Cusatis, unita-mente a parecchi giocatori diqualità, abbiano scelto l’Alessan-dria, sta a significare che credononella serietà della Dirigenza enelle prospettive del progetto. Senon è questo un buon segnale...»

L’INTERVISTA a Silvio Bolloli (Radio Voce Spazio)

Una partenza con il piede giusto

HURRÀ GRIGI2 anno 4 n. 12

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Forse è proprio il caso diguardarci attorno, di capirecosa stia succedendo a li-

vello di economia mondiale, inquella europea, in quella nazio-nale, per arrivare fino a quella deinostri singoli microcosmi fami-liari, per renderci conto che laparola d’ordine lanciata dalla so-cietà per la prossima stagione:«Taglio alle spese, si punta suigiovani», rappresenti quanto dipiù condivisibile da parte di tutti.Di tutti, anche se non sicura-mente di quella parte di appas-sionati che non ci sta ad accetta-re un profilo basso, che vorrebbesempre puntare a vincere, chepretende il meglio per una piazzastorica, con un grande blasone...Ma con la storia e col blasonenon si pagano gli stipendi e, so-prattutto, non si riesce ad andarea coprire i debiti di chi era arriva-to ad Alessandria con l’aureoladel salvatore e ha portato invecedelusioni e retrocessioni a tavoli-no.

Gli ultimi anni hanno cambia-to il mondo: dobbiamo prender-ne atto tutti e comprendere chehanno cambiato anche il calcio.Per piazze come quella alessan-drina (se non si vuole andare afare la fine di tante illustri socie-tà, tentate di fare il passo più lun-go della gamba e ritrovatesi...gambe all’aria!) la soddisfazionepuò arrivare dal vedere Pucino eDamonte che si giocano i play-off per la Serie A, o Ciancio che fala sua figura in B con la magliadel Cittadella e Scalise con quelladell’Ascoli, e sperare di trovarealtre pepite grezze, da ripulire epoter proporre alle tavole dei ric-chi. È cambiata la dimensione,

non prenderne atto significhe-rebbe apporre la firma sul pro-prio fallimento. Puntare sui gio-vani è un rischio ma è l’unica viapercorribile, al momento. Punta-re sui giovani vuol dire intrapren-dere la strada che può far speraredi...rimanere vivi, puntare suigiovani vuol dire contribuire acostruire qualcosa di concreto

per il calcio in generale e perl’Alessandria in particolare, pun-tare sui giovani vuol dire che, conun po’ di fortuna e competenza,si può anche indovinare l’annatagiusta che regala soddisfazioni.

E allora, vai coi giovani: conquelli delle tante mega societàattorno a cui gravitiamo geogra-ficamente ma, soprattutto, var-

rebbe la pena di investire sul fat-to di costruirceli in casa, affidan-do i nostri giovani a chi può ave-re capacità e competenze per far-li crescere, senza dover sempre,ogni anno, ripartire da zero. Unsettore giovanile necessita dicontinuità, di progetti a medio elungo termine. Non possiamopretendere di cominciare oggi e

domani avere già cinque titolariin prima squadra. Il percorso dicrescita è lungo e disseminato diimprevisti.

La cosa importante, però, èpartire, facendo calcio e facendo-lo con chi lo sappia veramentefare, accantonando la politica egli intrallazzatori in servizio per-manente effettivo...

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HURRÀ GRIGI4 anno 4 n. 12

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Siamo arrivati al secondo posto

in un torneo di calcio,il nostro n. 7 Kevin è stato premiato

come migliore giocatore, abbiamo la migliore caffetteria

e il migliore servizio di Alessandria.Siamo semplicemente il

Parte l’avventura targata2012-2013. Sarà ancora Se-conda Divisione. Ma i Gri-

gi sono pronti ad affrontarla daprotagonisti. In questa pagina al-cune immagini dei giorni scorsi,riferite alla presentazione deigiocatori in una sala stampa gre-mita all’inverosimile, al primo al-lemento alla Michelin, al primoincontro con i tifosi alla festa diinaugurazione della nuova sededei Fedelissimi a Cantalupo.Molta curiosità, entusiasmo e so-prattutto tanta speranza di can-cellare l’ultimo campionato, unodei più negativi della storia cen-tenaria dell’Orso Grigio. Gli in-gredienti per fare bene ci sonotutti: società, giocatori e tifosi.Palla al centro, fischio d’inizio.

Ferretti, Cammaroto, Martini, Mora e il presidente Pavignano ascoltano il saluto del sindaco Rita RossaSala stampa gremita in occasione della presentazione

Primo contatto squadra-tifosi alla festa dei Fedelissimi a Cantalupo.A sinistra, si suda alla Michelin. E’ il primo giorno di allenamento

RADUNO La rinnovata Alessandria si è radunata nei giorni scorsi davanti a stampa e tifosi

Scene di una nuova storia grigia

Cos’è il gioco del calcio, cosarappresenta il gioco delcalcio.

Proviamo a sottoporre il quesitoa un numero indefinito di perso-ne e otterremo un numero indefi-nito di risposte. Molte sarannouguali, molte sicuramente scioc-che e banali (ma anche e forse so-prattutto di queste bisognerà te-nere conto) ma comunque potre-mo ottenere un campione che po-trà servire per una analisi che sind’ora ritengo non sarà difficile ri-condurre a unità.

Qualcuno risponderà «non mene frega niente» (potrebbe essereproprio quello che in occasione divittoria ai mondiali o agli europeitroveremo trionfante, gasato emagari un poco alticcio in unapubblica via a godere con malce-lato distacco alla vista dei corteitrionfali).

Un altro dirà «È lo sport piùbello del mondo che mi ha fattocondividere la fanciullezza pri-ma, l’adolescenza poi con quelliche ancora oggi sono i miei mi-gliori amici, con i quali ancoraoggi che siamo grandi sembra diassaporare il piacere oggi impro-ponibile di docce gelate in spo-gliatoiim-

provvisati o di risentire il profu-mo dell’olio canforato o della sif-camina che usavamo per scaldarei muscoli». Quell’altro parlerà dishow business o di contratti mi-lionari, quella ragazza ti dirà chetifa per quella squadra perché ilcentravanti è fichissimo.

Ci sarà quello che va allo stadioper menarle a destra e a sinistra(raccomandazione, porti con séanche il sacco per prenderle). Cisarà chi in totale spregio dei prov-vedimenti dell’autorità pretende-rà comunque di entrate allo sta-dio per partecipare al rituale cheda lì a poco sarà consumato sultappeto verde ma soprattutto su-gli spalti. Ci sarà anche l’isolato,il timido che incapace di manife-stare qualunque forma di perso-nalità propria accetterà di aggre-garsi a un gruppo del quale tantevolte non è in grado di compren-dere le manifestazioni e le formedi convivenza.

A spiegare questo mondo colo-rito, variegato e anche multietni-co e globalizzato ci hanno prova-to in tanti .Sono così intervenutisociologi, psicologi e psichiatri(haimè), sono intervenuti tantipolitici (peggio ancora).

A migliorare il panorama sonointervenuti con maggiore brillan-

tezza cantautori che hannoaccompagnato i loro gra-

devoli accordi elogiandoora la fatica di una vitada mediano oppure la

piacevole tenerezza diun giovanotto di una le-va calcistica che nelcampionato successivoindosserà la magliettan.7

Anche la poesia si èinteressata del fenomeno

calcio con grande intensi-tà espressiva attraversola creazione di immagini

capaci di esprimere un al-tissimo contenuto di pro-

fonde idee e di sentimenti.Voglio riferirmi in modoparticolare all’opera di

Umberto Saba, gran-de poeta

italiano del 900 il quale nella suaimmensa produzione letterariaha dedicato al mondo del calcio 5poesie che per molti rapppresen-tano il vertice della sua produzio-ne artistico letteraria.

‘Con profonda intuizione psico-logica e con riuscite soluzioni discrittura, Saba ritrae alcuni mo-menti del gioco del calcio; l’in-gresso in campo, l’attesa del por-tiere, il momento del goal, l’esul-tanza dei tifosi: Semplici momen-ti di quotidianità domenicale.Eppure si ha la sensazione imme-diata, leggendole, che l’autoreoperi regolarmente uno scartoimpercettibile dalla prosa all’epi-ca . Il gioco del calcio diventa ilgioco della vita. Le passioni che siconsumano nel ‘tappeto verde’ esugli spalti sono quellle più am-pie e profonde delle varie vicendeumane’ (tratto da railibro.rai.it-stampa)

E oltre a godere di una imme-diata, rituale sensazione che cosac’è di meglio che condividerla congli altri dal momento che si trattadi una consumazione di un ritocollettivo al quale partecipanotanti personaggi i quali potrannoin qualche modo dire e raccontare‘IO C’ERO’

Con l’assessore provinciale Ce-sare Miraglia vorrei introdurrequesta rubrica intitolata per l’ap-punto ‘IO C’ERO’ il cui obiettivoè quello di ricordare eventi e ma-

nifestazioni condivise e più vol-te raccontati da una moltitudi-

ne di persone in misura taleda rappresentare un cam-pione significativo.

Ci avrei giurato! La sceltadell’assessore è ricaduta su

quell’Alessandria-Parmadi quell’annno e di quelmese che non serve ri-cordare per grande chefu l’evento.

Ho pensato a CesareMiraglia perché uomo

di sport il quale ha manifestatoquesta sua prerogativa ,parlandoin termini assolutamente tran-quilli riiferendosi a un episodioper lui negativo (la sconfitta elet-torale), disse che bisognava ac-cettare serenamente il resposnsodei cittadini facendo ammendadei propri errori, e in un’altra cir-costanza nella quale chiese pub-blicamente scusa ai cittadini iquali lamentavano un problemadi viabilità studiato da esso stes-so predisposto..

Non ho pertanto avuto dubbisulla sincerità e sulla genuinitàdell’amico Cesare Miraglia ricor-dando altresì i tempi della scuolamedia in cui poteva beneficiaredi una uscita anticipata per cor-rere a Torino e militare con impe-gno ed orgoglio nellle giovanilidella squadra granata.

Quell’entusiasmo, quella grin-ta, quella forza fisica e quella pa-catezza l’ho ritrovata ancora oggidiscutendo con lui della partitadi tutte le partite naturalmenteriferendosi a quegli anni e a quel-le prime grandi passioni.

Molto interessante è stata lachiacchierata con l’assessore: dacoetanei abbiamo parlato di unapartita nella quale ‘noi c’erava-mo’, ma, ubi maior, lascio a lui ilcompito di raccontare le emozio-ni di quell’evento.

E le emozioni in quella partitanon mancarono di certo, siaquelle strettamente personali siaquelle riguardanti il fenomenosportivo che si stava consuman-do.

Per quanto riguarda il primoaspetto l’assessore ricorda conorgoglio e nostalgia di come assi-stette alla partita con tutta la suasquadra in divisa sociale suglispalti a stretto contatto di gomitocon i numerosissimi tifosi giuntida Parma. In quegli anni Miraglianel ruolo di portiere giocava nel-la primavera dell’Alessandria cal-cio, una formazione di tutto ri-spetto che giunse a disputare lafase finale del campionato pri-mavera con squadre come il Mi-lan, la Juventus e l’Atalanta. Inquel momento ricorda Miraglia«ci sentivamo già grandi e prontiper il salto di qualità». Oltre allefinali nazionali citate il nostroportiere giocava nella under 23affrontando personaggi comePaolo Rossi, Gianni Bui e Paoli-no Pulici e Giancarlo Antognoni.In quella squadra giocava ancheun certo Eugenio Dozzi, oggi pertutti Gene Gnocchi del quale Ce-sare può ricordare l’atteggiamen-to simpatico e scanzonato com-piacendosi nel raccontare unaneddoto sintomatico del grande

senso di spirito dell’ormai con-duttore televisivo (ex giocatore eanche ex avvocato).

Racconta infatti Miraglia cheGnocchi giocava solo col sinistroe che la gamba destra gli servivasolo per camminare. Prima di unincontro promise all’allenatoreMario Pietruzzi che in quell’in-contro avrebbe segnato di destro:L’allenatore disse «Bravo, ti sei al-lenato», «No! Rispose Gnocchi, Hocalzato due scarpe destre».

Per quanto concerne invece ilrito che si andava consumandosul tappeto verde Miraglia ricor-da la moltitudine di persone chesin dalle prime ore del mattino siaccalcava nei dintorni del Moc-cagatta (guai a chi lo tocca anco-ra oggi). Si parlava allora di circa20.000 (proprio ventimila) perso-ne tutte pacifiche e palpitanti inattesa dell’evento sportivo che siesaurì con un bel goal di Salva-dori detto Faina e con un succes-sivo scientifico controllo del ri-sultato. Salvadori nella stagionesuccessiva andò a rinforzare le fi-le di quel Torino di Gigi Radiceche da lì a poco avrebbe vinto loscudetto sull’odiatissima rivale disempre.

Tutto qui? Uno a zero e tutti acasa? Null’altro da ricordare?Non è proprio così.

In quei tempi, neppure tantolontani tutto appariva più genui-no. I tifosi, come detto, tutti as-siepati, gomito a gomito assiste-vano alla partita con grande par-tecipazione e grande senso di re-sponsabilità, le forze dell’ordinepartecipavano anche loro goden-do dello spettacolo offerto incampo e sugli spalti. Non fù lan-ciato un fumogeno, non scoppia-rono petardi o peggio ancorebombe carta, saliva al cielo ,altis-simo, il sibilo tremendo di una si-rena che qualcuno ancora oggiforse con troppa fantasia raccon-ta essere stata quella di Borsali-no.

La circostanza non appare dipoco rilievo ove si consideri cheproprio qualche mese fa per unapartitucola di coppa Italia semi-semi il traffico nella zona dellostadio è stato praticamente para-lizzato per consentire a circa 180(centoottanta) persone di seguirenella pienezza dell’ordine pub-blico un evento che nulla a che avedere con quello sopra citato.

Vogliamo sperare che possa diquei tempi ritornare l’educazio-ne in modo tale che persone tut-te pacifiche possano condivideree raccontare assembranti di20.000 persone per poter direquel giorno ha vinto il calcio e‘IO C’ERO’.

HURRÀ GRIGI 527 luglio 2012

IO C’ERO 18 marzo 1973, Alessandria-Parma 1-0 (Salvadori al 55’)

A colloquio con Cesare Miraglia

di Slupska Malgorzata

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Roberto SALVADORI

HURRÀ GRIGI6 anno 4 n. 12

Aparziale correzione e mo-difica di un titolo apparsodi recente sul giornale,

non ritengo corretto affermaretout court che si riparte da zero.

La nuova gestione di una qua-lunque iniziativa comporta infat-ti la necessità di analizzare i saldiattivi e passivi delle stagioni pre-cedenti al fine di non incorrerenei soliti errori e di valorizzarequanto di buono è stato even-tualmente fatto, comporta inol-tre la necessità di analizzare levoci extra bilancio che possonorivelarsi utili per il raggiungi-mento degli obiettivi societari.

Sotto quest’ultimo profilo pos-siamo affermare con tranquillitàche ALESSANDRIA rappresentauna realtà che può godere di unastoria sportiva da molti invidiatae di una forte passione a volteaspra,a volte ironicamente male-vola che tuttavia deve essereconsiderata indice di attacca-mento e di passione. Il pubblicoalessandrino è al contempo com-petente ed esigente. A testimo-nianza di quanto affermato è suf-ficiente ricordare il grande entu-siasmo che ha accompagnato levarie manifestazioni per il festeg-giamento del centenario.

Non si vuole parlare in questasede di soldi, di bilanci, di cam-pagna acquisti, queste valutazio-ni competono a coloro che inprima persona hanno investito leloro risorse materiali e intelletti-ve.

Si vuole parlare piuttosto delcorretto atteggiamento di tutte le

componenti che caratterizzanola vita di una società sportiva edella normalità dei rapporti tra lecomponenti stesse al fine di evi-tare il ripetersi di situazioni in-cresciose che possono rivelarsipesantemente negative. Da que-sto punto di vista negli ultimitempi non tutto è filato per il ver-so giusto.

Possiamo affermare che è ap-parso corretto ed equilibrato l’at-teggiamento della nuova dirigen-za la quale evitando di pronun-ciare formule magiche troppevolte abusate (tra tre anni serieB) ha parlato chiaramente delproprio programma e delle pro-prie possibilità con chiarezza,trasparenza e sobrietà come siconviene nell’attuale congiuntu-ra, e tale presa di posizione è sta-ta accolta con ampio favore dallatifoseria.

Non si è parlato per fortuna distadi nuovi, di nuovi megacentrisportivi e di allenamento, di in-vestimenti che avrebbero sortitol’effetto di illudere una tifoseriagià troppe volte presa per i fon-delli.

La tifoseria come detto ha mo-strato di gradire la prudenza deiprimi passi della sociètà bencontenta di ritrovarsi al cospettodi un interlocutore cittadino enon a fronte di improbabili cor-date di asfaltatori del biellese, diimproponibili mobilieri dellaBrianza se non addirittura diqualche Di Cosimo di turno.

Siamo sicuri che la società faràla sua parte.

Altrettanto dovranno farla i ti-fosi nel modo più corretto e civileevitando che le cronache deigiornali debbano occuparsi dicazzotti dati al presidente, al por-tiere di una squadra avversaria, ecompiendo irruzioni all’internodella sede sociale. Siamo sicuriche in un clima disteso i tifosiscateneranno la loro sana passio-ne con lealtà e correttezza neiconfronti della società e dei tifo-si.

A questo proposito chi scrivericorda con un po’ di nostalgia igrigi di capitan Ciceri che nel sa-bato prepartita si concedevanouna passeggiata in corso Romaun po’ diversa da quella di oggi,sotto lo sguardo ammirato e rive-rente dei passanti. Situazioni bendiverse da quelle che oggi perquanto riguarda il rapporto gio-catore tifoso hanno creato peri-colose distorsioni nel mondo delcalcio.

Non può mancare infine un ac-cenno alla Pubblica Amministra-zione.

Tutti conosciamo le grosse dif-ficoltà nelle quali si dibattono leistituzioni, la congiuntura è sicu-ramente più negativa di quantosi possa pensare. Tuttavia anchequel poco che l’ente pubblicoriuscirà concretamente a fare sa-rà ben gradito. Si auspica soltan-to che no si concretizzi tutto neisoliti chiacchiericci o nei più va-riegati tentativi di acquisire visi-bilità personale.

In conclusione auguri a tutti eforza grigi.

ORIZZONTE GRIGIO di Ricky Gambatosta

Finalmente un team mandrogno

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Alessandria-Sport Roero Bra 9-0L’Alessandria incomincia la stagione a suon di gol. Per la precisione, 9reti contro i dilettanti dello Sport Roero Bra, nell’amichevole disputata il22 luglio. Nel primo tempo Mister Cusatis, schiera Servili in porta, Ro-mano, Viviani, Ghinassi, e Mazzuoli nel reparto arretrato, Bianchi, Rosellie Tanaglia a centrocampo, Degano a ridosso delle punte Bertocchi eFerretti. Al 7’, Bertocchi viene steso in area, è rigore. Degano dal di-schetto trasforma: proprio uno dei giocatori più contestati dai tifosi se-gna il primo gol stagionale. Degano regala poi un assist a Ferretti che al22’ fa 2-0. Al 31’ Bertocchi, riceve un assist da Ferretti e fa il 3-0, ma gliapplausi sono tutti per Mazzuoli, che conquista palla ed innesca l’azio-ne. Il primo tempo si chiude con la realizzazione di Bianchi al 45’ con ungran tiro da fuori area. Nel secondo tempo l’Alessandria rientra con altriundici, Pavanello in porta, Gambaretti, Robotti, Barbagli e Boron in dife-sa, Caciagli, Menassi e Feliciotto a centrocampo, Mora trequartista, Fa-nucchi e Di Fiore in attacco. Al 2’ Caciagli, dopo un’azione insistita fa 5-0. Mora al 10’, con un pregievole pallonetto da fuori area realizza il sestogol. Fanucchi, dopo aver sbagliato un gol, già fatto, si fa perdonare al 26’realizzando il 7-0. Al 28’ Gambaretti in azione solitaria viene affrontatocon le cattive maniere in area, è rigore: dal dischetto Fanucchi spara unmissile imparabile, e sono 8. Al 32’ Mora con un rasoterra da fuori areamette in rete il 9-0. Non hanno preso parte alla gara Martini e Cammato-ro, lasciati fuori precauzionalmente per problemi fisici. Nel complesso,buone le prestazioni di Degano, Ferretti, Mazzuoli, Mora, Fanucchi e DiFiore, che aspettiamo a prove più impegnative.

TABELLINO

Alessandria (primo tempo): Servili, Romano, Mazzuoli, Viviani, Ghinassi,Roselli, Bianchi, Tanaglia, Degano, Ferretti, Bertocchi. Alessandria (se-condo tempo): Pavanello, Gambaretti, Boron, Robotti, Barbagli, Menassi,Caciagli, Feliciotto, Mora, Fanucchi, Di Fiore. Reti: 7’ Degano (rig.), 22’Ferretti, 31’ Bertocchi, 45’ Bianchi, 47’ Caciagli, 55’ e 77’ Mora, 71’ e 73’Fanucchi (rig.).

Alessandria-Sport Gente 11-0Seconda amichevole, seconda promettente prestazione per l’Alessan-dria. Questa volta i grigi hanno affrontato lo Sport Gente imponendosiper 11 a 0. Questo significa che nelle prime due gare amichevoli i grigihanno realizzato 20 gol e non ne hanno subito alcuno, segno, quantomeno, di concentrazione e compattezza.I Grigi hanno iniziato con Servilli; Gambaretti, Mazzuoli, Cammaroto,Barbagli; Menassi, Caciagli, Mora; Fanucchi; Martini, Bertocchi. La cop-pia d’attacco del primo tempo si è subito fatta onore con un gol a testaper Martini e Barbagli; Bertocchi ha portato sul 3-0 il parziale. Secondotempo con un ottimo Degano che realizza 3 reti (con 2 rigori). Ferrettirealizza una doppietta nella sua seconda apparizione, in gara non uffi-ciale, con la maglia grigia e come lui fa Roselli. Boron e Bianchi realizza-no le altre due reti. L’Alessandria nel secondo tempo vede: Pavanello;Romano, Boron, Viviani, Ghinassi; Roselli, Bianchi, Merolla; Degano; Fer-retti, Poli.Con il Genoa ci sarà la prima vera partita impegnativa per incominciarea capire il reale valore della nostra squadra.È stata fissata anche la prima partita ufficiale: sarà la prima giornata diCoppa Italia contro il Pavia il 19 agosto al Moccagatta. L’altra squadrainserita nel girone B è il Savona che riposerà nel primo turno.

TABELLINO

Alessandria (primo tempo): Servili, Gambaretti, Mazzuoli, Cammaroto,Barbagli, Menassi, Caciagli, Mora, Fanucchi, Martini, Bertocchi.Alessandria (secondo tempo): Pavanello, Romano, Boron, Viviani, Ghi-nassi (42’ Robotti), Roselli, Bianchi, Merolla, Degano, Ferretti, Poli (42’Di Fiore). Reti: 3’ Barbagli, 22’ Bertocchi, 45’ Martini, 53’ 65’ e 88’ Degano (rig.),55’ e 67’ Ferretti (rig.), 63’ Bianchi, 69’ Boron, 85’ Roselli.

LE AMICHEVOLI ESTIVE

Il DS Massimiliano Menegatti conil preparatore atletico Andrea Bocchio e il consigliere Valerio Bonanno

MARIO BOCCHIO

Anche se si tratta diun’amichevole, quella tral’Alessandria ed il Genoa è

una sfida dal sapore antico, chelascia trapelare le vicende di unpassato ricco di fascino. Anche inquesta sfida è cominciata, tantianni fa, la leggenda del calcio,una leggenda di gente dedita aformare vere e proprie scuolecalcistiche, di fedeltà alla maglia,di continua ricerca della qualità,di personaggi che alla palla dicuoio hanno donato intrapren-denza, fantasia e, soprattutto,classe. Classe sopraffina. Ci vienesubito in mente l’esaltante sfidadel 1920, quando i Grigi si reca-rono in Liguria e, dopo un’epicabattaglia, persero per 2-1: eral’Alessandria del portiere Porrati,di Carcano, di Baloncieri e deifratelli Papa. Al ritorno ci fu unepisodio diventato leggenda, piùche racconto popolare. I Grigiavevano abbandonato il campodi Piazza d’Armi Vecchia per tra-sferirsi su quello nuovo, agli Orti.In verità il nuovo terreno di giocoera alquanto modesto, con unamodestissima tribuna. Lo squa-drone rossoblù del Genoa si pre-sentò con i suoi nazionali capeg-giati da Renzo De Vecchi, ben no-to con l’appellativo di ‘figlio diDio’. Il tifo era quello delle grandioccasioni. Ed ecco che durante lapartita, ad un certo momento,per una carica eccessiva o unosgambetto intenzionale, si acceseuna discussione tra un distintosignore genoano ed un anzianoalessandrino. Dalle prime sem-plici osservazioni si passò alleparole grosse ed ai rilievi piutto-sto accesi. «Carica regolare!», so-stenne il tifoso grigio. «Intenzio-nale!», gridò invece l’avversario.Ad un certo punto il tifoso ge-noano investì l’avversario nonmeno di lui acceso sostenitore

dei Grigi: «Ma insomma, lei chiè?». L’altro, punto sul vivo, si alzòproprio come se volesse dignito-samente presentarsi, ed all’ospi-te genoano, con grande serietà,così disse: «Io sono ... sono ... Pa-pa zero!». Era infatti il padre deitre fratelli Papa che in quel mo-mento stavano difendendo in

campo i colori grigi. Naturalmen-te le più grandi risate accompa-gnarono quell’improvvisa pre-sentazione di papà Papa, conconseguente immediata cordialepacificazione dei due conten-denti. Ma la cosa non finì lì, per-ché intervenne un secondo tifosogenoano che chiuse la discussio-

ne con questa battuta: ‘Anche seavete tre Papa in squadra, nonpotrete mai vincere contro di noiche in squadra abbiamo il figliodi Dio (Devecchi N.d.R.) e Santa-maria (l’eccelso attaccanteN.d.R.)!’. Quello 1957-’58, il pri-mo dopo l’ultima promozione inSerie A (lo spareggio vittorioso

HURRÀ GRIGI 727 luglio 2012

������������������ALESSANDRIA: Via dell’Automobile, 17 - Zona D3 - Tel. 0131 244652 TORTONA: S.S. per Voghera, 20 - Tel. 0131 894741ASTI: Fraz. Quarto Inferiore, 275 - Tel. 0141 279411 NOVI LIGURE: Viale Regione Piemonte, 15 - Tel. 0143 313711

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ALESSANDRIA-GENOA Sabato sera torna una sfida dal fascino particolare

Una storia che si rinnovacontro il Brescia a San Siro) vieneconsiderato il più bel torneo inassoluto disputato dall’Alessan-dria nel dopoguerra. Nel gironed’andata ci fu l’inatteso successogrigio 2-0 a ‘Marassi’ in casa delGenoa di Abbadie (doppietta deltalento svizzero Vonlanthen); 3-1fece poi registrare il tabellino diAlessandria-Genoa: quello delvantaggio mandrogno fu un grangol dell’ ‘Indomabile’ Nardi, ti-raccio secco da lontano e Gan-dolfi rimase di stucco. Dopo ilpari di Barison si scatenaronoSnidero e ancora Vonlanthen.Nelle sfide tra Alessandria e Ge-noa si fa ricordare anche LorenzoBettini, amorevolmente sopran-nominato dai tifosi alessandrini‘l’veg’ (il vecchio), anche per di-stinguerlo dall’altro Bettini, Ser-gio. A differenza di altri giocatorigiunti al ‘Moccagatta’ al culminedella loro carriera, seppe ancoradare il meglio di sé tanto da man-dare in visibilio la platea man-drogna. Al terzo campionato vi fupurtroppo una mancata intesasul piano economico ed il gioca-tore preferì smettere piuttosto diaccettare condizioni giudicatenon consone alle sue capacità.Seppe comunque segnare ancoradue reti nelle ultime cinque par-tite da lui disputate, una indi-menticabile proprio contro il Ge-noa a ‘Marassi’, regalando ai Gri-gi un pareggio ormai insperato.Ultimo campionato dei Grigi inB, 1974-’75: l’Alessandria sem-brava potercela fare a salvarsi,soprattutto quando venne chia-mato mister Anselmo Giorcelli.Superò proprio il glorioso Genoae all’ultima giornata si giocò lepossibilità di salvezza contro laSambenedettese, guardando adistanza il match della Reggianacontro il Foggia. Purtroppo capi-tolò poi nello spareggio, ancora aSan Siro, sempre contro la Reg-giana.

Foto n. 1 I capitani del Genoa (De Vecchi, a sinistra) e dell’Alessandria (Carcano) insieme all’arbitro Gama diMilano prima della sfida del 15 febbraio 1920. 2 Il genoano Abbadie non riesce ad oltrepassare la linea difensi-va alessandrina. 3 Uno spettacolare colpo di testa di Carcano in un match in casa del Genoa. 4 30 marzo 1958,Alessandria-Genoa 3-1: il portiere del Genoa Gandolfi in uscita su Vitali. 5 4 novembre 1957, Genoa-Alessan-dria 0-2: Roger Vonlanthen segna il suo secondo gol all’88’.

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HURRÀ GRIGI8 anno 4 n. 12

MARIO BOCCHIO

La storia che lega l’Alessan-dria al Genoa nel tempo hasaputo anche selezionare i

suoi individui migliori, che han-no saputo fare crescere i carattericalcistici delle due città. Caratteriche risiedono nella personalità digenerazioni e nel suo equilibrio,nella capacità di tramandare neltempo i sentori dell’origine, nellapersonalizzazione spiccata diogni epoca. L’inglese ArthurSmith, che valorizzò Baloncieri eCarcano, giocò in patria nell’Il-ford prima di giungere al Genoanel 1912. Con la società genovesenella stagione 1912-’13 raggiunseil secondo posto nella classificafinale, alle spalle dei campionidella Pro Vercelli. Sempre con igenoani rimase ancora una sta-gione, prima di essere ingaggiatocome allenatore-giocatore pro-prio dall’Alessandria. Elvio Ban-chero, il nostro ‘uomo del fango’,venne ceduto ai rossoblù e conloro giocò tre campionati (dal1929 al 1932) con 80 presenze e40 reti. In Nazionale Vittorio Poz-zo lo schierò due volte internodestro e una sola al centro del-l’attacco. Aveva padronanza dipalla, sapeva far girare l’attacco emettere in movimento le ali, maforse non riuscì a conquistare ilcuore, senza sua colpa, della follagenoana, forse per la classicafreddezza del suo stile, ancheperchè lui prediligeva il ruolo dicentravanti mentre invece al Ge-noa fu costretto, dalla venuta diStabile, ad occupare quello dimezzala, senza sentirlo. Nel cam-pionato 1929-’30 guidò il Grifoneal secondo posto, a due soli puntidall’Ambrosiana campione. Ce-sare Tempi più moderni. Macca-caro, centrocampista e attaccan-te, esordì nel Verona e fece partedella squadra che conquistò laprima promozione in Serie A del-la squadra scaligera, torneo1956-’57, insieme proprio al-l’Alessandria. Giocò con i giallo-blu, poi con il Genoa e poi anco-ra con i Grigi. A Genova segnòuna rete nel Derby della Lanter-na del 16 novembre 1958, che vi-de la sconfitta del Grifone per 2 a1. Elio Vanara esordì nella primasquadra proprio nell’ultima par-tita giocata in maglia grigia daGanni Rivera. Penalizzato dalgrave infortunio patito nel match

Samb-Alessandria, che gli pre-cluse addirittura le porte dellaNazionale maggiore, nel 1964 fir-mò proprio per il Genoa che mi-litava in A. Amaral, allora allena-tore rossoblu, lo aveva notato, eper il tipo di gioco a zona da luiapplicato, un ex attaccante eral’ideale. In quel campionato il di-fensore (si era infatti trasformatoin tale ruolo) disputò 22 incontrisegnando anche 2 reti: fu questol’unico campionato giocato nellamassima categoria da Vanara, in-fatti alla fine della stagione il Ge-noa retrocesse in B e con i Grifo-ni l’alessandrino disputò altre trestagioni per un totale di 71 pre-senze. Natalino Fossati mosse iprimi passi calcistici nelle giova-nili dell’Alessandria per poi pas-sare al Torino: la società granataper fargli fare esperienza lo diedein prestito al Genoa nella stagio-ne 1963-’64 dove conobbe LuigiMeroni. Ed ancora: Gigi Manueli,cresciuto sportivamente nel-l’Alessandria, ottenne una pro-mozione in Serie B nel 1973-’74.Dopo tre stagioni in cadetteriacon Alessandria e Varese, esordìin A con l’Atalanta nella stagione1977-’78. Tornato a Varese nel1979 ottenne in seguito due pro-mozioni consecutive in massimaserie, nel 1980-’81 con il Genoa e

nel 1981-’82 con il Verona. Congli scaligeri giocò anche la finaled’andata di Coppa Italia 1982-’83e 10 incontri in massima serie,sempre nella stessa stagione.Successivamente ritornò all’Ales-sandria, in Serie C2, nel 1983-’84:con 191 gare disputate è il 14ºgiocatore più presente in magliagrigia. Pier Paolo Scarrone nel1972-’73 venne ceduto dal Milanal Genoa come contropartita peril passaggio di Maurizio Turonein rossonero, e diede così l’addioalla Serie A. Roberto Pruzzo, il‘bomber di Crocefieschi’, idolodelle platee genoane e romani-ste, come allenatore si è ancheseduto sulla panchina grigia, cosìcome pure Claudio Maselli (ge-noano in tutto e per tutto, per es-serne stato giocatore e per senti-mento), con il quale i Grigi vinse-ro lo spareggio del ‘Giglio’ di Reg-gio Emilia contro il Prato per 3-2.In cento anni di storia, ad ammi-nistrare i Grigi è toccato pure algruppo dirigenziale che facevacapo all’ex presidente del GenoaAldo Spinelli, che però rilevò an-che il Livorno e toccò quindi alfiglio Roberto guidare il club diSpalto Rovereto. Tuttavia nelcampionato 2000-’01 la squadrafu ultima dall’inizio alla fine deltorneo.

DETTO FUORI DAI DENTI di Mario Bocchio

Ecco la nuova Alessandria. Si prepara ad un cam-pionato che, in cuor nostro, speriamo non ricalchiquello archiviato a maggio. Le ambizioni di mettereassieme un organico altisonante con nomi blaso-nati (e costosi) sono state accantonate sin dall’inizio per dare spazio allalinea giovane. Che non vuol dire priva di qualità. Per questo è opportunodare fiducia al lavoro di mister Cusatis, un tecnico capace di gestire lospogliatoio e anche di impostare un calcio bello a vedersi. «C’è un buonmix tra giovani e giocatori più esperti, ossia quel che era il progetto in ori-gine - è il giudizio manifestato dallo stesso allenatore - Al momento stiamobene cosi, tutti i ruoli sono coperti e non vedo la necessità di intervenire ul-teriormente». Sono praticamente azzerate le possibilità che giocatori co-me Degano (decisamente poco amato dalla gente del Mocca) e Vivianipossano rimanere, e d’altronde non potrebbe essere diversamente. Lapiazza si aspetta certamente molto da Cammaroto, il veterano con i gallo-ni da capitano, si è premurato nel mettere in guardia la squadra a noncommettere gli errori dell’ultimo campionato. Apprezziamo la sua onestàintellettuale, perché errori ne sono stati fatti parecchi e letali. Personal-mente sono ansioso di vedere all’opera Luca Mora e Andrea Ferretti, deiquali si dice un gran bene. Il primo è un centrocampista e proviene dallaPro Patria, quindi c’è da scommettere che sarà la pedina di fiducia nelloscacchiere di Cusatis. Al secondo, attaccante capace a dare profondità al-la manovra, si chiederà di essere una bocca da fuoco con le polveri benasciutte. Fare gol è il suo mestiere, me lo ricordo in particolare nel Trevisodella rinascita. Un discorso a parte lo merita poi Marco Martini, uno deiprotagonisti del sogno dei Grigi di approdare in B, infranto nella partita diritorno contro la Salernitana, ma soprattutto poi andato a fare l’eroe a Ver-celli. Perché il ritorno delle Bianche Casacche nel calcio di primo livello, lastessa B, ha avuto e ha ancora del leggendario, visti i tempi che corronoanche dal punto di vista economico. Il cartellino di Martini è dell’Alessan-dria, che per poterlo tenere dovrebbe proporgli la riduzione dell’ingaggio;il giocatore ha mercato e la stessa Pro ha detto di volerlo riscattare. Egoi-sticamente parlando, tenercelo sarebbe un importante lusso, ma sarebbealtresì corretto nei suoi confronti non vincolarlo a questa categoria. Se lomerita perché è tecnicamente bravo e caratterialmente serio. Pensandoagli ultimi due anni, ci viene infine spontaneo parlare dell’Alessandria co-me società. Sono poco chiari i contorni dello scontro legale tra il club el’ex presidente Giorgio Veltroni: esiste una sola e chiara verità, che poi de-termina precise colpe da ascrivere ad una sola parte? Ultimamente è poiuscito allo scoperto anche Gianni Bianchi, che dopo aver riportato i Grigi,che erano falliti, dall’anonimo calcio dilettantistico a quello professionisti-co, più consono a questa piazza, aveva ceduto la proprietà proprio a Vel-troni. «Avevo Pucino, Ciancio e Damonte, giocatori che ora sono in B e dal-la cui cessione sarei riuscito a incassare parecchio. Ma mi tolsero il gio-cattolo, costringendomi a vendere a un euro»: quali disegni occulti celaquesta pesante affermazione? Le vicende societarie hanno confermatoche l’Alessandria Calcio è stata strategica da tutti punti di vista, non ultimoquello politico. Subito dopo i playoff con la Salernitana, Veltroni cedette il100% delle quote societarie, non si capisce ancora bene a chi, ma è certoche l’operazione fu diretta da Rita Rossa, allora vicepresidente della Pro-vincia di Alessandria, che iniziò così a tracciare il suo percorso verso lapoltrona di sindaco. Gli avvocati Cesare Rossini e Paola Debernardi, cheavevano svolto un ruolo determinante nella trattativa tra l’ex presidenteVeltroni, da loro assistito, ed i nuovi acquirenti, divennero poi inspiegabil-mente rispettivamente detentore delle quote della nuova proprietà ‘perconto terzi’ (di chi?) e presidente, il primo presidente donna della storiacentenaria di questo glorioso club. L’aver visto più volte anche Paolo Filip-pi, il presidente della Provincia molto vicino alla Rossa, ronzare attorno aiGrigi, non ha fatto che alimentare le supposizioni su chi in realtà abbia ga-rantito le coperture finanziarie. Oggi il mazzo delle carte è stato nuova-mente rimescolato: Maurizio Pavignano presidente (è il socio professiona-le di quel Pietro Bianchi, assessore al Bilancio della Giunta-Rossa e già nelcda dell’Alessandria ‘made by politica’), Gigi Capra e Valerio Bonanno pro-prietari. Le cose sono sempre più difficili da comprendere a occhio nudo.

La nostra fiducia, al di là dei dubbi

EURO 2012 di Mario Bocchio

Anche se abbiamo sonoramenteperso la finalissima, dobbiamo co-munque essere contenti. Mai comein questo Europeo, i luoghi comuniche circondano il nostro Paese e ilnostro calcio si sono dimostrati ve-ri. E non stiamo parlando del solito‘italiani, pizza e mandolino’ o perdirla usando il parallelo sportivo‘italiani, catenacciari e contropiedi-sti’, ma piuttosto di italiani che san-no dare il meglio quando sembrache tutto sia perso e quando sem-briamo impreparati all’impegno chedovremo affrontare, nella vita comenello sport. Come in questo caso inPolonia e Ucraina. E come sembralontano nel tempo, per fortuna, quelprimo giugno a Zurigo, in cui l’Italiadi Prandelli rimediava un imbaraz-zante 3-0 in amichevole contro laRussia, a soli quattro giorni dal-l’esordio ufficiale contro i campionidel Mondo e d’Europa in carica del-la Spagna. Partita che faceva segui-to a due altre brutte sconfitte casa-

linghe con gli Usa e l’Uruguay. An-che in questo caso, non ce ne vo-gliate, siamo costretti a tirare fuoriun altro luogo comune che ci con-traddistingue e che sta nel nostroDna: «le amichevoli sono amichevo-li e come tali devono essere gioca-te. Le partite ufficiali sono inveceun’altra cosa e in quel caso l’impe-gno e il sacrificio sono più che ga-rantiti. E i risultati spesso si vedonoe si toccano con mano». L’italiano, come abbiamo detto, dà ilmeglio di sé solo quando è costret-to e necessario. Con buona pace deimoralisti di mezzo mondo che nonriescono a capirci e rimangono con-tinuamente sorpresi. Così dopoaver faticato come al solito nellaprima fase a gironi, l’Italia di Cesa-re Prandelli ha cambiato pelle (emodulo) e nelle partite ad elimina-zione diretta ha dimostrato a tutti ilsuo vero volto e il suo carattere. Nesanno qualcosa e ne hanno fatto lespese l’Inghilterra e la Germania.

Soprattutto quest’ultima accredita-ta, alla vigilia di questo Europeo, co-me probabile finalista e prima av-versaria degli spagnoli per il titolocontinentale. Se prima della gara diVarsavia, i tedeschi ci temevano co-me la più grande disgrazia che glipotesse capitare, adesso siamo illoro vero incubo sportivo. Forseadesso anche la sola parola ‘pizza’,potrebbe avere l’effetto di una sca-rica massiccia di adrenalina o dicaffeina tanto da togliere loro il son-no per mesi. Al di là dei nostri pregi-difetti, al di là della pesante sconfit-ta contro una grandissima Spagna,un merito particolare va riconosciu-to al Ct azzurro Cesare Prandelliche, a parte i suoi pellegrinaggi not-turni alla Parrocchia della Sacra Fa-miglia a circa dieci chilometri daCracovia, ha puntato contro tutto etutti, soprattutto nel reparto offensi-vo, sulla ‘strana’ coppia Cassano-Balotelli. Una coppia a dir pocoesplosiva, da far tremare i polsi. Nel

bene e nel male. Una scommessavinta anche se non ci ha regalatol’ultima gioia, in finale. Sia Balotelliche Cassano hanno avuto la raraoccasione di dimostrare al mondointero finalmente il loro salto diqualità e hanno avuto la possibilitàdi prendersi anche qualche rivinci-ta. Pensate solo a Fantantonio che aMadrid, quando era al Real, e inSpagna è ricordato più per la sua

ingordigia per le ‘pantere rosa’ (unaciambellina), per la sua ‘gordaggi-ne’ (eccesso di peso), che per i suoiimprovvisi cambi di passo o drib-bling inebrianti a cui abbiamo assi-stito in questa competizione euro-pea. Il resto è storia nota e speriamoche anche in futuro il nostro Pirlocontinui a orchestrare tutti come hafatto finora nella Juve e con l’Italia.

ALESSANDRIA-GENOA Da Smith a Spinelli

Una storia di uomini

Italia, noi l’avevamo detto: stupirà tutti

1 Il centravanti Lorenzo Bettini segna la rete del pareggio dei Griginella partita Genoa-Alessandria (1-1) del 13 settembre 1965. 2 Ma-rescalco con la fascia da capitano prima di un match amichevolecontro il Genoa al ‘Moccagatta’. 3 Gigi Manuali (è il secondo acco-sciato, da destra) nel Genoa 1979-’80, campionato di Serie B.

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HURRÀ GRIGI 927 luglio 2012

C’è sempre stato unforte legame tra Ales-sandria e Genoa: basterebbe

pensare all’amichevole svoltasi il 3gennaio 2010 per commemorare lascomparsa di Enrico Cislaghi, per tuttii tifosi grigi semplicemente ‘Chiarugi’.Come dimenticare infatti lo striscioneesposto quel giorno dai tifosi di Ales-sandria e Genoa in mezzo al campodel Mocca («Ciao Cisley, sarai semprenei nostri cuori») e quello ancora piùlungo presente nella ‘torretta’ («Tra gliangeli... il capo. I tuoi Ultras») ? Ma aldi là dell’amicizia che da tanto tempolega le due tifoserie, è interessante ri-cordare come negli ultimi 40/50 annisiano stati molti i giocatori che hannoavuto la possibilità di indossare sia lamaglia grigia che quella ros-sblu. È quindi con grandepiacere che mi appresto aripercorrere questo bre-ve excursus iniziandocon Elio Vanara: dopoaver indossato la ma-glia grigia dal 1960 al1964, il terzino-medianonativo di Fubine fecel’esordio in Serie A propriocon il Genoa, nel settembredel 1964. In maglia rossoblu Eliorestò fino al 1968, totalizzando 71 pre-senze e 2 reti, prima di iniziare la bellaavventura a Perugia e concludere lacarriera nuovamente ad Alessandria,dal 1974 al 1977. Di questo specialeelenco fa parte anche Pierpaolo Scar-rone: dopo la trafila nelle giovanili delMilan e l’esordio in prima squadra nel1971, il futuro regista dei grigi targatianni ‘80 venne ceduto al Genoa comecontropartita di Maurizio ‘Ramon’ Tu-rone. Anche il compagno di reparto diScarrone Gigi Manueli ha trascorsodue stagioni nel Genoa, dal 1979 al1981: con la maglia del grifone, l’attua-le allenatore della Berretti grigia puòvantare una promozione (annata1980/81), quando capitano e bandieradi quella squadra era il libero ClaudioOnofri, che ad Alessandria è stato di-

rettore tecniconella

stagione 2005/2006. Ricordando re-centemente i suoi trascorsi in magliarossoblu, Manueli ha così commenta-to: «A Genova sono stato benissimo: itifosi sono particolarmente ‘caldi’!Quindi, grande esaltazione quando lecose vanno bene, ma attenzionealle polemiche se qualcosanon va per il versogiusto...». C’è un altro excentrocampista che, do-po aver giocato (dal1968 al 1974) ed allena-to il Genoa a più ripresenegli anni ‘90 (tra il1992/93 ed il 1994/95, enel 1997/98), ha lasciato

un segno anche adAlessandria: si tratta di

Claudio Maselli, che, co-me ricordano tutti i tifo-si, è stato il mister dellasquadra grigia tra il1998 e il 2000, conqui-stando anche una pro-

mozione in Serie C/1.Ad Alessandria non fu in-

vece vittoriosa l’esperienzada allenatore di Roberto

Pruzzo: dopo essere stato esone-rato nel 2000, ed essere stato richia-mato sulla panchina sul finire dellastagione, l’ex ‘Bomber di Crociefieschi’non riuscì ad evitare alla squadra gri-gia la retrocessione. Meglio ricor-dare allora le 5 stagioni giocate inmaglia rossoblu (con unamenzione d’onore per il golrealizzato contro la Samp il 13Marzo del 1977, che sancì difatto la retrocessione in Serie Bdella squadra blucerchiata) e lesplendide stagioni vissute successiva-mente a Roma,con il consegui-mento di 3 titoli dicapocan-

noniere (1981, 1982 e 1986), di 4Coppe Italia (1980, 1981, 1984 e1986), dello storico Scudettodella stagione 1982/83 e lasfiorata conquista della CoppaCampioni dell’anno successivo,

nella sfortunata Finalegiocata contro il Liver-

pool. C’è stato un po’ digrigio anche nella carrie-ra a forti tinte rossobludisputata da VincenzoTorrente : dopo avergiocato 15 campionati a

Genova dal 1985 al 2000(compresa la splendida

cavalcata del Grifone inCoppa Uefa, durante la ge-

stione di Osvaldo Bagnoli, all’ini-zio degli anni ‘90), l’attuale allenatoredel Bari terminò la sua carriera calci-stica proprio nell’Alessandria, salvopoi tornare al Genoa nel 2002/2003(come allenatore per sostituire Clau-dio Onofri e restando in società anchedopo l’avvento di Enrico Preziosi), pri-ma di sedere sulla panchina del Gub-bio dal 2009 al 2011. Arrivando ai gior-ni nostri, fa piacere ricordare anche lafigura di Andrea Signorini (figlio del-l’indimenticabile capitano storico delGenoa Gianluca), già esordiente in Se-rie A con la maglia rossoblu nel 2009) ela singolare storia di Loris Damonte,

che ad Alessandria

è stato uno deiprincipali artefi-ci della stagione2010/2011 (quel-

la, per intenderci,della promozione

fallita per un soffio inSerie B). Nato a Savona

nel 1990, tifoso blucerchiato ma cre-sciuto calcisticamente nella Primaveradel Genoa, Damonte è stato, ironiadella sorte, il protagonista della vitto-ria ottenuta a Marassi lo scorso genna-io dalla sua attuale squadra di appar-tenenza, il Varese, proprio contro laSamp. Dopo essere entrato sul finiredella gara, l’ex n° 5 grigio segnò infattiil gol della vittoria della squadra lom-barda al 90°, colpendo la palla «di pre-cisione, con un tiro di piatto, prenden-do in controtempo il portiere che andòdalla parte opposta: una grande emo-zione, vissuta in uno stadio in cui sonovenuto sin da bambino insieme a miopadre». Concludendo questa brevecarrellata, non si possono certo di-menticare i trascorsi giovanili in ma-glia rossoblu di Cammaroto. Riparten-do proprio da questa amichevole esti-va contro il Genoa, come ha giusta-mente ricordato in questi giorni lostesso Vincenzo, sarà importante «nonripetere gli errori del campionato pas-sato», dato che dovranno essere pro-prio i giocatori di esperienza «a sup-

portare la crescita dei giovani». Dopol’addio al calcio giocato del bom-ber Artico, Cammaroto sarà dun-que il Capitano dei grigi ‘a tempopieno’. Inzialmente «l’eredità diFabio potrà in qualche modo pe-

sare», ma il buon ‘Camma’ ha giàtranquillizzato tutti: «dimostrerò

sul campo di essere all’altezzadella situazione, come del

resto ho sempre cercatodi fare nei 5 anni

trascorsi ad Ales-sandria».

Tanto rossoblu tra le maglie grigie

A TUTTOCAMPO di Gian Maria Zanier

Tanto rossoblu tra le maglie grigie

HURRÀ GRIGI10 anno 4 n. 12

Èil sindaco Rita Rossa a ta-gliare il nastro della nuovasede del club Fedelissimi

Cantalupo. Poi sono fuochi d’ar-tificio, canti, cori e applausi daparte degli oltre 200 intervenuti.L’inagurazione ha avuto luogo lu-nedì 16 luglio, in una calda seratache ha fatto da contorno ad unafesta memorabile.Il direttivo del club ha fatto dav-vero le cose in grande: un cortileaddobbato a festa, un tavolo conun buffet lungo una decina dimetri, Mimma Caligaris a fare glionori di casa, poi musica, ab-bracci, flash e generose bevute.Momento clou, l’ingresso deigiocatori dell’Alessandria, che sierano radunati nella mattinata,accompagnati dal presidente Pa-

vignano, dal consigliere Gigi Ca-pra e dal ds Menegatti. Ovazioniper i “saggi” Servili e capitanCammaroto, un bentornato a“panzer” Roselli e a bomber Fa-nucchi, un caloroso benvenuto aFerretti, Mora, Caciagli e soprat-tutto a mister Cusatis che con lesue parole ha caricato ancora dipiù tutto l’ambiente.Durante la festa c’è stato ancheun importante gemellaggio con ilTorino Club Alessandria.L’obiettivo del presidente MarinoCavanna e del suo staff è supera-re gli attuali 200 soci, puntandodritto alle 300 tessere e vista lagrinta con cui hanno preparatola festa, insieme alle idee che infuturo saranno messe in campo,siamo sicuri che sarà centrato.

TIFOSI Il club diretto da Marino Cavanna ha inaugurato con una grande festa la nuova sede nei locali della Soms di Cantalupo

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HURRÀ GRIGI 1127 luglio 2012

zione’ la più grande arma prima-ria civica e democratica si ‘usa’nei Paesi più c-u-l-t-u-r-a-l-m-e-n-t-e avanzati. Negare questoconcetto ci riporta (inesorabil-mente) indietro: ai tempi bui eoscurati e oscuranti non confor-mi, non confacenti colle lungimi-ranti Visioni dei Padri costituentie col nostro ideale modello di ci-viltà. Oggi i Filosofi dirigono Fab-briche ed Aziende in maniera to-talitaria ed anti-produttiva. Untempo erano destinati ‘inciden-talmente’, incisivamente a regge-re le sorti delle Democrazie.Cambiamenti epocali improdut-tivi, non funzionali, non efficaci!

(...) Oggi una qualsiasi investi-tura come ‘A.D’, ‘val bene unaMessa’.

Zio ‘Ze Man’: in apparenzaburbero compie un passo da gi-gante, verso un raffinato rappor-to allenatore-calciatori. Prospet-ta la sua grandissima disponibili-tà per iniziare un grande ciclostorico nella Roma capitolina.Essere di esempio per i giovani: einstillare, la sua filosofia di vita:correre, correre, correre per rag-giungere meglio e prima gliobiettivi preposti. I trionfi si ot-tengono con sacrifici. Da questepiccole considerazioni il passag-gio dallo stato di ‘burbero’ aquello di ‘benefico’. La squadra‘operaia’ della Roma è pronta perpedalare con grande fatica e ab-negazione; ‘Lavoro e(t) labora’per raggiungere i migliori tra-guardi è il motto imperante dellafilosofia ‘zemaniana’ o della ‘reli-gione’ tipica dei lavoratori chegiornalmente sono impegnaticome le classiche formichine arealizzare qualcosa di importanteda costruire; da riparare, da met-tere in luce e anche da conserva-re, da accumulare per i tempi dimagra.

Gli operai, i contadini, i pastorie tutti coloro che ‘ o p e r a n o ‘alla base della piramide lavorati-va sono i ‘tasselli’ fondamentaliper sorreggere l’intera società, equi ci fermiamo. Non stiamo piùa sottilizzare ed a entrare in di-squisizioni filosofiche. Le bracciaaperte con le mani rudemente efortemente callose (grande bi-glietto da visita) e le forti spalle

sorreggono le altre importanti Fi-gure della società: senza la po-tenza esplosiva del lavoratore neiluoghi disagiati, non ci sarebbe ilconseguente sviluppo civile. Ze-man da buon preparatore atleti-co nella sua prima mansionepre-calcistica con la laurea ‘exIsef’ mette in pratica propositi disana e competitiva corsa in ognigara, in ogni avvenimento sporti-vo.

Con questo piccolo inciso vo-gliamo ricordare i tanti Volontari,le Forze dell’Ordine, gli Operainei cantieri, i Contadini nei cam-pi assolati, i Macchinisti dei tre-ni, i Piloti degli aerei, gli Infer-mieri e i Medici e tutti coloro chelavorano duramente nelle minie-re, sulle strade, sotto i ponti, so-pra i tetti, prestando la loro pre-ziosa opera per il bene di NoiTutti. Verso questi valorosi Signo-ri si deve levare un plauso di in-coraggiamento e un grazie per ilduro lavoro che sopportano. Nonvessazioni e tagli. Altro che pre-carizzare e non concedere il po-sto fisso. Il posto fisso a chi dà ilmeglio di sé: è un bene da tutela-re, da preservare e da ampliare.Certamente ove c’è smaccata-mente una situazione improdut-tiva si devono porre le basi perfar crescere al meglio l’attività la-vorativa. I licenziamenti debbo-no essere l’ultima estrema ‘ratio’.L’Italia è una Repubblica fondatasul Lavoro, con questo elementa-re concetto, una elementare deli-berazione!

(...) Ogni altro commento èinutile e vacuo. Detto da un sem-plice ‘minus habens’ è ‘tutto dire’.Ogni Signor Nessuno sembraaver la ricetta giusta, specificaper migliorare il mondo. Non ciriescono coloro che detengono ilpotere. Il Signor Hollande e Mr.Obama nonostante moltepliciveti e ostruzionismo di ogni sortaci stanno provando e riuscendo.Quando si vuole, si può. La man-canza di volontà e spingere versoaltre direzioni è fuorviante oltreche devastante.

Ad ognuno il proprio mestiereda portare a compimento nel mi-gliore dei modi per il bene delsingolo ma soprattutto per il be-ne di tutta la Collettività.

za col suo grado di Sergente ac-quisito (in combattimento), sulcampo, con pieno diritto e, conpieno merito sfocia nel convinci-mento di avere a che fare con untrionfatore e non con un reducedopo la lunga e travagliata car-riera percorsa e percossa in lun-go e in largo per la nostra Peniso-la. Da Palermo a Foggia, a Lecce,a Parma, nel glorioso Messina diSchillaci, a Brescia, nella Salerni-tana, nell’appena promosso Pe-scara, non senza qualche punta-tina all’estero nel Fenerbahçe ocon la Stella Rossa i trionfi e i ri-conoscimenti sono ormai in ‘le-genda’. Queste scorribande loconsacrano di diritto senza infin-gimenti: come un vero e proprioSergente di ferro. Un sergente diferro tipico delle nostre vecchie‘Naje’ ormai dismesse. O, a quellecollaterali e significative magi-stralmente interpretate dai ‘Ma-rines’ americani nella lunghissi-ma filmografia statunitense. Co-me accennato brevemente neilunghi e diversificati trascorsi daallenatore, Zeman è riuscito aportare dopo circa venti anni ilPescara in serie A. Un bell’esem-pio nella cronistoria zemanianadegna dei grandi che calcano lascena calcistica. Comunque an-drà a finire, la sua carriera saràun successone non un semplicesuccesso ‘an passant’: un succes-so da ricordare di tanto in tanto edi volta in volta quando si parleràdi allenatori prodigiosi.

I Nereo Rocco, i due Herrera, iLiedholm, i Trapattoni e qui cifermiamo per non dilungarcinell’illustrare la infinita sequeladei grandi che hanno fatto la sto-ria; tra-passando poi: nelle ‘fabu-lose’ leggende calcistiche. Il re-cente ‘Open Day(s)’ lo consacragrande ‘concertatore’ in un mo-mento in cui la formula della‘Concertazione’ fa paura anche apersonaggi di spiccato valoreprofessorale. Eppure la Concer-tazione è la più elementare prati-ca di Democrazia, senza la Tesi,l’Antitesi e la Sintesi non si puòraggiungere alcunché di positivo;Del resto: lo asserivano i Filosofidi chiara fama ‘Superiore’ narratinei trascorsi Istituti scolastici(sempre) Superiori. La ‘Concerta-

ZZ!Ovvero: ZdenekZeman! Così, duevolte Zeman ri-

torna e, crea scompiglio come unbarbaro qualunque. Il ritorno di‘Zeman il ‘burbero’ Ovvero: unpercorso lungo, lunghissimo; piùlungo ancora di quello contrad-distinto ‘dalla a alla zeta’. Ovverosìa: In principio fu Renato Zeroad instaurare una nuova unità dimisura dallo ‘Zero alla Zeta’ incampo musicale con il territoriodi ‘Zerolandia’. Oggi, in véro dallo‘Zero’ dell’istrionesco Renato, al-l’Azimut(h) Zeman, con ‘Zeman-Landia’. Un nuovo tributo artisti-co (piacevolmente) viene pro-pa-gato. viene sparso per surrogare,per co-spargere la nuova missio-ne di Zeman: riportare la Magica(e, di magica c’è solo la Roma)nelle vette del Calcio che conta.Nuovi territori si scorgono e sicolgono nel pianeta Calcio. Unanuova ‘Èra’ inizia. Ehilà!!!

Il sergente di ferro colpisce an-cora. Attrae con la sua ferrea di-sciplina. Fino a che: ‘Si piega manon si spezza’. Col suo sempliceGrado di Sergente, scala i gradinidi e in ‘Men’ che non si dica:giunge per saltare gradoni nonmolto g r a d i t i al nuovo Eserci-to posto ai suoi nuovi ordini dallaDirigenza della nuova Roma,perché possa rigenerarlo. La gio-vane Roma inizia ad avere unaconsistenza più strutturata. Pat-tuglia di un plotone ultimamentereduce e logora e de-strutturatanella sua consueta essenzialità.

Una squadra oramai solo capa-ce di raggranellare continue de-lusioni e sconfitte sotto la com-passata guida: la poco folgoranteconduzione dell’ultimo allenato-re Luis Enrique.

Ottimo calciatore a suo temponon compreso o, non adatto allepeculiarità della squadra capito-lina entrata in crisi. Zeman, conla sua ‘polifilìa’ veste idealmentegli abiti del Sergente impegnatoin Trincea. Non poggia sulloscranno comodo e confortevole,più alto e maggiormente comododi un qualsiasi Generale, ubicatonel fortilizio del Quartier Genera-le. Il campo di battaglia si addicepiù agevolmente al nostro Zde-nek. Gli si cuce addosso alla per-fezione per la grande applicazio-ne di schemi e per la divulgazio-ne di un sapere calcistico quasiscientifico. Il grande collante si èmesso in funzione. C’è il Cinema‘d’essai’ e con Zeman esiste ilCalcio ‘d’assai’. ‘Mister Zem’sem-pre di più pretende dai suoi uo-mini; con questo distinguo: Ze-man ha costruito il suo distintivodi Sergente. Nessuno disconoscequesto merito, anche gli avversa-ri ne sono pienamente convinti.Il poderoso collante è in funzio-ne, nulla sarà come prima. Il col-lettore azionato darà frutti colla-terali in abbondanza.

Sì! Ne siamo sicuri: Gli uominiprobi ed onesti alla guida di unPaese, di una Nazione, di unoStato di un’Azienda, e perché,no? Alla guida di una famiglia, ecosì via: hanno l’opportunità e lacapacità di realizzare grandi co-se. Lasciando il segno del loropassaggio, ai presenti dapprima;e dopo: ai posteri, per la storiache riescono o riusciranno a ‘sto-riografare’ e per, la concretezzadi vita raggiunta con la loro deli-cata missione, Missione e non in-vestimento personale. Mirare agliinteressi delle Parti e non dellasingola parte. Con questi inten-dimenti si permea al megliol’opera di risanamento morale ecivile di ogni ‘Entità’.

Lo stesso discorso vale altresìper le Donne: sia ben chiaro, lun-gi dal voler essere tacciati di ma-schilismo. Parliamo al maschilepoiché oggi, il riferimento è pale-semente rivolto a Mr Zeman. Gliaccostamenti tecnicistici del-

l’odierna Figurina Parlante sonorivolti al grande ‘musone’ Zde-nek. Ci proponiamo di inserireormai, nella nostra incipienteraccolta una nuova Figurina alFemminile. Le Olimpiadi ne of-friranno l’occasione.

Il nipotino di Vikpálek (uno deitanti mitici allenatori stranieridella Grande Juventus del tempoche fu) Zdenek Zeman: ne ha fat-ta di strada ora irta, e ancora insalita e in risalita; giungendo(non senza difficoltà) per la se-conda volta sulla panchina dellamagica Roma. Pieno di buonipropositi, portatore sano di un‘climax’ boemo che ha fattoscuola e tuttora la continua a fa-re. Zeman uomo di gran classe‘bohémien’ o meglio ‘bohemian’della Classe ‘47 suona la ‘gran-cassa’ con il semplice motto in-triso da un pesante fardello: ‘Cal-cio, con esercizio e fatica, permeglio pedalare’. Piuttosto sem-bra voler dire che ‘si piegherà manon si spezzerà’. Piuttosto anco-ra, fa suo il motto: ‘perinde ac ca-daver’; che battere in ritirata. Edallora: ‘Lavoro e(t) labora’ Nullaviene scontato. Lacrime e sudorea dirotto sulla pelle dei giallo ros-si per riemergere dal lungo tor-pore che li ha invasi, invasati perun lungo periodo di tempo du-rante il quale non hanno vintonulla di importante. È giunto ilmomento di issare le vele e glistendardi per salpare verso nuoviLidi, per scoprire nuovi orizzonti;‘financo’ per affrontare stupendeavventure. ‘L’ammainabandiera’viene bandita senza alcuna reto-rica, con assoluta forza, fierezza econvincimento. La convinzionedi aver visto giusto pervade tuttala tifoseria romanista. L’acco-glienza ricevuta durante la pre-sentazione del nuovo sbarco in‘Zemanlandia’ ne è la prova. A Ri-scone di Brunico ormai, da anniluogo sacro ed immortalato dafotografi e ‘troupe’ televisive, perla continua presenza della Romanella fase di ogni suo precampio-nato: i lavori di ricostruzione fer-vono e sono attivamente in corsoper realizzare qualcosa di solido.Qualcosa che resti, che non crollial piccolo colpo di vento o al pri-mo acquazzone. La dimestichez-

Apparentemente burbero per fattezze encomiabilmente benefico per la sostanzasi aggira convinto con invitta baldanza aprendo la danza in quel di Trigoriava in cerca di Gloria con la sua ritrovata Rometta al momento neglettafuori da ogni sorprendente vetta e classifica ci alletta con l’intervista molti farebbero la colletta per vederlo correre come campione d’Italia.

Ritorna guascone nel limbo dell’Olimpico con spirito critico benevolocostruttivo mai passivo redarguisce gli eccessi promuovendo il lavorìofisico e mentale per raggiungere degne finali anche mondialicon sudore e fatica lancia la sfida alle metropolitan ‘square’la lupa capitolina indora la pillola al tifoso vivace magico e sagace.

Bandisce lo scetticismo innalzando la fede ‘per angusta ad Augusta’nella Roma dei Cesari e del cupolone ‘per aspera ad Astra’dura lezione de-fatigante per meglio incalzare una squadra da amareRoma è amore nel nome il concetto lo richiama e Lui lo ricamaInvitto guerriero sempre imperscrutabilmente fiero assembla.

L’assemblea all’aperto è diretta come un bel concerto‘l’haute-couture’ è servita agli habitué di quel prato sempre verdecol giallo e il rosso ai margini portafortuna si crea il sortilegioil drappo senatoriale del ‘boem-io’ magistrale cinge al rialzo l’austero campo di magnetico magnifico lungimirante traguardo.

Perspicuo e di poche parole il suo campionario indulgentementepermissivo quando il tutto è votato all’attivo tra il serio e il severo.Quando l’ambiente si colora di inerzia usa la diplomatica sferzaalla ricerca di quel ‘bosone’ di quella particella dell’Ioper ben completare una storia universale nella Roma millenaria.

Una squadra agile flessuosa leggera forte e competitiva nella sfera votiva con la bolla della conoscenza una o più stagioni si ergono nell’esegesi zemanianaanche una squadra d’attacco a tutto tondo nel pianeta di eupalla per raggiungere i traguardi dei Viola e dei Sensi.

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Perspicuo e di poche parole il suo campionario indulgentementepermissivo quando il tutto è votato all’attivo tra il serio e il severo.Quando l’ambiente si colora di inerzia usa la diplomatica sferzaalla ricerca di quel ‘bosone’ di quella particella dell’Ioper ben completare una storia universale nella Roma millenaria.

Una squadra agile flessuosa leggera forte e competitiva nella sfera votiva con la bolla della conoscenza una o più stagioni si ergono nell’esegesi zemanianaanche una squadra d’attacco a tutto tondo nel pianeta di eupalla per raggiungere i traguardi dei Viola e dei Sensi.

Apparentemente burbero per fattezze encomiabilmente benefico per la sostanzasi aggira convinto con invitta baldanza aprendo la danza in quel di Trigoriava in cerca di Gloria con la sua ritrovata Rometta al momento neglettafuori da ogni sorprendente vetta e classifica ci alletta con l’intervista molti farebbero la colletta per vederlo correre come campione d’Italia.

Ritorna guascone nel limbo dell’Olimpico con spirito critico benevolocostruttivo mai passivo redarguisce gli eccessi promuovendo il lavorìofisico e mentale per raggiungere degne finali anche mondialicon sudore e fatica lancia la sfida alle metropolitan ‘square’la lupa capitolina indora la pillola al tifoso vivace magico e sagace.

Bandisce lo scetticismo innalzando la fede ‘per angusta ad Augusta’nella Roma dei Cesari e del cupolone ‘per aspera ad Astra’dura lezione de-fatigante per meglio incalzare una squadra da amareRoma è amore nel nome il concetto lo richiama e Lui lo ricamaInvitto guerriero sempre imperscrutabilmente fiero assembla.

L’assemblea all’aperto è diretta come un bel concerto‘l’haute-couture’ è servita agli habitué di quel prato sempre verdecol giallo e il rosso ai margini portafortuna si crea il sortilegioil drappo senatoriale del ‘boem-io’ magistrale cinge al rialzo l’austero campo di magnetico magnifico lungimirante traguardo.

Perspicuo e di poche parole il suo campionario indulgentementepermissivo quando il tutto è votato all’attivo tra il serio e il severo.Quando l’ambiente si colora di inerzia usa la diplomatica sferzaalla ricerca di quel ‘bosone’ di quella particella dell’Ioper ben completare una storia universale nella Roma millenaria.

Una squadra agile flessuosa leggera forte e competitiva nella sfera votiva con la bolla della conoscenza una o più stagioni si ergono nell’esegesi zemanianaanche una squadra d’attacco a tutto tondo nel pianeta di eupalla per raggiungere i traguardi dei Viola e dei Sensi.

Apparentemente burbero per fattezze encomiabilmente benefico per la sostanzasi aggira convinto con invitta baldanza aprendo la danza in quel di Trigoriava in cerca di Gloria con la sua ritrovata Rometta al momento neglettafuori da ogni sorprendente vetta e classifica ci alletta con l’intervista molti farebbero la colletta per vederlo correre come campione d’Italia.

Ritorna guascone nel limbo dell’Olimpico con spirito critico benevolocostruttivo mai passivo redarguisce gli eccessi promuovendo il lavorìofisico e mentale per raggiungere degne finali anche mondialicon sudore e fatica lancia la sfida alle metropolitan ‘square’la lupa capitolina indora la pillola al tifoso vivace magico e sagace.

Bandisce lo scetticismo innalzando la fede ‘per angusta ad Augusta’nella Roma dei Cesari e del cupolone ‘per aspera ad Astra’dura lezione de-fatigante per meglio incalzare una squadra da amareRoma è amore nel nome il concetto lo richiama e Lui lo ricamaInvitto guerriero sempre imperscrutabilmente fiero assembla.

L’assemblea all’aperto è diretta come un bel concerto‘l’haute-couture’ è servita agli habitué di quel prato sempre verdecol giallo e il rosso ai margini portafortuna si crea il sortilegioil drappo senatoriale del ‘boem-io’ magistrale cinge al rialzo l’austero campo di magnetico magnifico lungimirante traguardo.

Perspicuo e di poche parole il suo campionario indulgentementepermissivo quando il tutto è votato all’attivo tra il serio e il severo.Quando l’ambiente si colora di inerzia usa la diplomatica sferzaalla ricerca di quel ‘bosone’ di quella particella dell’Ioper ben completare una storia universale nella Roma millenaria.

Una squadra agile flessuosa leggera forte e competitiva nella sfera votiva con la bolla della conoscenza una o più stagioni si ergono nell’esegesi zemanianaanche una squadra d’attacco a tutto tondo nel pianeta di eupalla per raggiungere i traguardi dei Viola e dei Sensi.

ZdenékLE FIGURINE PARLANTI

di Antonino Freni

ZdenékApparentemente burbero per fattezze encomiabilmente benefico per la sostanza

si aggira convinto con invitta baldanza aprendo la danza in quel di Trigoriava in cerca di Gloria con la sua ritrovata Rometta al momento neglettafuori da ogni sorprendente vetta e classifica ci alletta con l’intervista molti farebbero la colletta per vederlo correre come campione d’Italia.

Ritorna guascone nel limbo dell’Olimpico con spirito critico benevolocostruttivo mai passivo redarguisce gli eccessi promuovendo il lavorìofisico e mentale per raggiungere degne finali anche mondialicon sudore e fatica lancia la sfida alle metropolitan ‘square’la lupa capitolina indora la pillola al tifoso vivace magico e sagace.

Bandisce lo scetticismo innalzando la fede ‘per angusta ad Augusta’nella Roma dei Cesari e del cupolone ‘per aspera ad Astra’dura lezione de-fatigante per meglio incalzare una squadra da amareRoma è amore nel nome il concetto lo richiama e Lui lo ricamaInvitto guerriero sempre imperscrutabilmente fiero assembla.

L’assemblea all’aperto è diretta come un bel concerto‘l’haute-couture’ è servita agli habitué di quel prato sempre verdecol giallo e il rosso ai margini portafortuna si crea il sortilegioil drappo senatoriale del ‘boem-io’ magistrale cinge al rialzo l’austero campo di magnetico magnifico lungimirante traguardo.

Perspicuo e di poche parole il suo campionario indulgentementepermissivo quando il tutto è votato all’attivo tra il serio e il severo.Quando l’ambiente si colora di inerzia usa la diplomatica sferzaalla ricerca di quel ‘bosone’ di quella particella dell’Ioper ben completare una storia universale nella Roma millenaria.

Una squadra agile flessuosa leggera forte e competitiva nella sfera votiva con la bolla della conoscenza una o più stagioni si ergono nell’esegesi zemanianaanche una squadra d’attacco a tutto tondo nel pianeta di eupalla per raggiungere i traguardi dei Viola e dei Sensi.

emanemanemanemaneman

HURRÀ GRIGI12 anno 4 n. 12

Ego Palestre è in Alessandria, via Boidi n. 32

Dinamismo e benessereDevo confessare di non ave-

re mai preso in seria con-siderazione l’idea di fre-

quentare una palestra di quelleche, data la mia età, potrei defi-nire di nuova generazione. Nè lofaro’ in futuro considerate le mieattuali condizioni che mi con-sentirebbero solo qualche sgam-bettata, una corsettina o una sa-na e tranquilla pedalata in bici-cletta.

Tuttavia dopo aver visitato lastruttura della Ego Palestre consede in Alessandria, via Boidi n.32 mi sono ricreduto sul valore esull’utilita’ di un simile centro.

L’ambiente è infatti caratteriz-zato da quel dinamismo che oggiviene richiesto per qualunqueforma di attività umana . E cosìquelle che appaiono fredde e ari-de macchine di tortura si trasfor-mano in utilissimi strumenti dibenessere se accompagnate damusica adeguata e dalla precisa epuntuale esperienza di un istrut-tore qualificato. Sulla base di talipresupposti non è difficile imma-ginare come l’entusiasmo delfruitore dei servizi che la palestraoffre farà passare in secondo pia-no la fatica che tale attività com-porta e senza trascurare il climaassolutamente confidenziale eamichevole che i responsabilidella palestra hanno dimostratodi sapere esprimere.

Le attività praticate nel centrosono le più varie: dal runneringspinning al body building, dal pi-lates allo joga, dal power joga allostretching.

Per quanto riguarda l’areastrettamente sportiva possiamoricordare il corso di kick boxing(anche per bambini) e annuncia-

re le novità che troveranno spa-zio dal prossimo mese di settem-bre. Da tale data infatti verrannosvolti corsi di lotta libera, di bra-silian ju jitsu e di una nuova di-sciplina la M.M.A. che comportal’utilizzo delle tecniche del kickboxing, della lotta libera e delbrasilian ju jitsu.

Di tali discipline è stata datadimostrazione domenica 15 u.s.

presso le piscine di Felizzano egli spettatori hanno dimostratodi apprezzare partecipando coninteresse ed entusiasmo allasemplice esibizione.

Non rimane che fare gli auguriper le imminenti vacanze e peruna forte ripresa all’inizio delleattività sportive. Maggiori infor-mazioni potranno essere assuntepresso la sede del centro.

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HURRÀ GRIGI 1327 luglio 2012

La 28ª edizione dei GiochiNazionali Estivi SpecialOlympics è l’evento più im-

portante dell’anno in Italia perquanto riguarda lo sport dedica-to a persone con disabilità intel-lettiva. Numeri impressionantiper la manifestazione che ha vi-sto scendere in campo, nella pro-vincia di Biella dal 18 al 24 giu-gno, 2.000 atleti, 1.500 volontari e3.000 famigliari provenienti datutta Italia. In programma gare diatletica leggera, bocce, equitazio-ne, tennis, ginnastica, nuoto e,ovviamente, basket. Ed è proprioin quest’ultima disciplina nellacategoria del 3 contro 3 che i Cis-saca Bulls erano chiamati a con-fermare il titolo conquistato nel2010 a Monza. La fase a gironiscivola via tranquilla per i man-drogni: due vittorie su due in-contri che servono a testare glischemi già lungamente provatidurante gli allenamenti degli ul-timi due mesi, interamente dedi-cati ad affinare i dettagli tatticipeculiari del 3vs3. Il primomatch del round robin per le me-daglie vede i Bulls contrappostiai padroni di casa del Team ‘Avo-gadro’, una formazione mai in-contrata prima che rappresentaquindi un’incognita. Dopo unaprima fase di studio i Tori pren-dono in mano le redini dell’in-contro e grazie ad una buonaprestazione d’insieme portano acasa una facile vittoria. Il secon-do incontro si preannuncia piùimpegnativo. Di fronte i rivali delCastoro Legnano sconfitti, nonsenza difficoltà, 4 giorni primasul playground del Torneo Arma-na di Tortona. La partita viene af-frontata con un’attenzione parti-

colare alla fase difensiva, incen-trata su una ‘uomo’ molto fisica epronta ai cambi sui blocchi av-versari. Il ‘penetra e scarica’ delplay Kondi consente ai compa-gni, e in particolare al centro Sta-sio (top scorer dell’incontro), difinalizzare da sotto. I lombardinon hanno il tempo di prenderele contromisure e arriva il 20°punto che significa seconda vit-toria e accesso alla finalissimaper l’oro. L’ultimo ostacolo tra iTori e il tricolore è rappresentato

dai cugini del Pandha Torino an-ch’essi imbattuti nel torneo. L’in-contro si preannuncia moltoostico sia per l’atteggiamentotattico degli avversari, difesa azona molto aggressiva, sia per lapresenza nel roster di Tabachinalfiere della Nazionale Italianaagli Special Olympics WorldSummer Games di Atene 2011. IBulls partono un po’ contratti e lapercentuale al tiro ne risente: 1su 5 da fuori e partita da ripren-dere in mano dopo il mini break

di 4 a zero ad opera dell’ala Mi-lazzo. Lo svantaggio sveglia glialessandrini che salgono in cat-tedra: l’uso sistematico del ‘pickand roll’ tra Tessino e Fishta diso-rienta gli avversari e ancora pri-ma della sirena finale il match siconclude per il raggiungimentodel 20° punto che da’ ai CissacaBulls la vittoria e il secondo scu-detto della sua storia dopo quelloconquistato nell’edizione 2010.Un percorso netto che porta al ti-tolo di Campioni d’Italia e che

rappresenta il giusto coronamen-to di anni di impegno e di sacrifi-ci per un successo che va condi-viso con tutto il roster dei Bulls econ lo staff tecnico guidato dacoach Petrozzi.

Ora il meritato riposo estivoprima di riprendere l’attività asettembre in vista dei Giochi Na-zionali Francesi di ottobre adEaubonne (Parigi) dove i Bullssono stati invitati a rappresenta-re l’Italia per cercare di confer-mare l’oro dell’edizione 2011.

Il B.EMME MX TEAM accende i motori

SPECIAL OLYMPICS Numeri impressionanti per i Giochi Nazionali Estivi

Cissaca Bulls campioni d’Italia

Accendete i motori, fatelirombare, si parte, è ilG.EMME MX TEAM che

parte. Non si tratta di una disco-teca, né di un nuovo gioco elet-tronico e neppure di una nuovagiostra. Si tratta semplicementedi una nuova associazione spor-tiva dilettantistica costituita gra-zie all’entusiasmo, a una buonadose di benedetta e positiva in-coscienza di ragazzi pressochéventenni i quali hanno deciso didare spazio alla loro sana vivacitàalla loro passione per il moto-cross, sostituendo al solito girodel fine settimana l’impegno ora-mai quotidiano della gestione diun vero e proprio team sportivoche per i propri associati si occu-pa di tutti gli aspetti legati alla vi-ta del crossista.

La vita di questi tempi si sa èmolto dura,il pareggio di bilancioè un sogno, e di utile nemmeno aparlarne (siamo in presenza diuna associazione sportiva dilet-tantistica che per legge non puòconseguire utili di bilancio) tut-tavia nulla può scalfire la tenacedeterminazione di questi ragazziil cui vero obiettivo può conside-rarsi quello di adoperarsi per tra-sformare un semplice hobby, una

forte passione, in una futura atti-vità professionale. Per questi ra-gazzi il concetto di professionali-tà potrà essere acquisito veloce-mente godendo gli stessi sind’ora di un forte senso di respon-sabilità che li rende maturi al dilà di quello che potrebbe essere ilgrado normale legato all’età. Èstupefacente la serietà applicatain tutte le manifestazioni dellavita del team: dalla cura estremadella parte meccanica, alla riso-luzione delle problematiche am-

ministrative, alla organizzazionee alla gestione di corsi per gli as-sociati. Tutto è realizzato con di-sinvoltura, sicurezza eestrema concretezza. Ilmotto di questi ragazzi èaltresì quello di coniu-gare le necessità disvago e diverti-mento legate al-la giovane etàcon l’imperati-vo categorico dimigliorare quoti-dianamente pernon commettereerrori che per losport praticatopotrebbero com-portare serie pro-blematiche. L’as-sociazione hasede in Ales-sandria StradaProvinciale perPavia n. 6, il

presidente dell’associazione affi-liata all’AICS, federazione pro-vinciale di Alessandria si chiama

Mattia Gambanin il quale uni-tamente agli altri associatipuò vantare un bilancio con-

suntivo di tutto rispetto per iprimi mesi di attività dell’asso-

ciazione la quale è stata co-stituita nei primi mesi del-

l’anno corrente. Tra le ini-ziative dell’associa-

zione possia-mo elencare

in modo parti-colare l’assistenza

prestata a un giova-nissimo pilota dinome Giosuè Bar-

bazza che al primoanno di attività ha

partecipato al cam-pionato italianoFMI Minicrossclassificandosi alnono posto della

classifica generale. Da segnalareinoltre la partecipazione al cam-pionato regionale FMI Piemontenella categoria 65 debuttanti conGiosuè Barbazza e nella catego-ria 85 senior con TRINCHIERIPIETRO.

Altra iniziativa assuntadall’A.S.D. è l’organizzazione diun corso di motocross aperto atutte le età e a tutte le cilindrate. Icorsi saranno tenuti dal sig. AL-LEGRO MARINO oggi trentano-venne, che da dedicato pratica-mente tutta la sua vita alle corseavendo iniziato all’età di 6 anni.

Un altro aspetto della vita delteam è rappresentato dall’orga-nizzazione delle trasferte per losvolgimento delle gare in pro-gramma. Possiamo citare a titolodi esempio le trasferte a Montal-bano Ionico, a Mantova (circuitointernazionale) a Castiglione dellago, e a Ponte a Egola.

Il team garantisce agli associatianche l’assistenza tecnica e lamessa a punto tramite le presta-zioni dell’officina specializzataG.EFFE G. della quale Mattia ècoadiuvante.

Non c’è molto altro da dire senon che dopo anni di assenza ilmotocross è tornato nella nostracittà che in passato ha annovera-to ottimi protagonisti della disci-plina (mi vengono alla mente ifratelli CAMANINI che hannoraccolto successi in campo na-zionale e internazionale).

A questi ragazzi l’augurio piùsentito di raccogliere i frutti delgrande impegno profuso per po-ter raccontare nuovamente suquesta tesata gli eventuali buonisuccessi ottenuti.

Corso Roma 85 15121 AlessandriaTel./Fax 0131 267842Registrazione al Tribunale di Alessandria n. 627 del 28 sett. 2009Proprietà Vento Largo di Cinzia AriattiCorso Roma 85 - 15121 Alessandria

Stampa Aga GraficaCorso Carlo Brunet 13 - 12100 CuneoTel. 0171 [email protected]@[email protected]

Nuovo Hurrà Grigi

Gli occhi da pesce lesso della Stewart han-no contribuito a farmi pesare i momenti distanca dove ero costretto a sorbirmi la suafaccia sofferente, o il semisorriso strappa-to con le tenaglie. La confezione è accetta-bile, ma ciò che riesce a dare un perché al-

la pellicola è, come spesso accade, la parteoscura, ovvero la regina, con la sua os-

sessione e i mutamenti (brava la The-ron). Non male anche il fratello di-pendente da lei. Velo pietoso invecesul troll domato, sui nani (stile Si-gnore degli anelli) e sul bosco con

fate (da trip acido-mieloso). Megliola prima metà. Vedibile e nulla più.

Mi domandavo che bisogno ci fosse di questa pellicola dopoche Spiderman, in precedenza, era già stato spremutocome un limone. Ebbene, continuo a domandarmelo

anche dopo averla vista. È tutto un deja vu.Persino il protagonista, seppur diverso, allafine non può che fare ciò che il suo predeces-

sore faceva, con qualche rielaborazione,ma siamo sempre lì. Se poi ciaggiungiamo i soliti pruritiadolescenziali bloccati dalla ti-

midezza, lezioni di vita già tenu-te e alcune pause, il tutto in unabuona confezione con passabile

lucertolone, il risultato non può cheessere senza infamia e senza lode.

Apprezzo lo sforzo nell’adattare la storia del con-flitto tra nordisti e sudisti all’espansione vam-piresca; e ammetto che Lincoln versione am-mazzanonmorti con ascia mi ha fatto sorri-dere. Ma purtroppo ci voleva più talentoperché una simile sceneggiatura potesseprodurre un qualcosa di almeno visivamen-te accattivante, o nuovo. Qui invece abbia-mo i soliti rallenty, i soliti inseguimenti; e

le caratterizzazioni dei personaggi (prota-gonista a parte) sono sbrigative, compresaquella del vampiro supremo, che più dellealtre avrebbe meritato corposità. Si può ve-dere, grazie all’azione, ma non colpisce.

Dura, quasi senza speranza, questa pellicola, a parte pilloledi umanità offerte dal protagonista, è la fredda cronaca di undisastro adolescenziale con radici profonde, collegate agli

adulti, saturi, spremuti, grotteschi e più pro-blematici di coloro che dovrebbero educarestimolandoli. Ambiente degradato, genitoriassenti, o ottusi e superficialità finiscono

per distruggere anche chi ha talento.Pur giustificata dagli argomenti,

aleggia un’eccessiva negati-vità (qui piove e ripiove sulbagnato), con qualche mo-mento forzato (la professo-ressa che equivoca), ma il ri-sultato è comunque notevole.

Il personaggio è perfettamente cucito addosso a Cohen, chepuò sbizzarrirsi nel modo che più gli è congeniale, ovvero an-

dando contro la morale, i benpensanti e nutren-dosi di tutti gli stereotripi, ingigantendone gli ef-fetti finali con deflagrazioni di sessismo, razzi-smo e prevaricazione... insomma, si ridacchiaspesso, nonostante non tutti i colpi vadano a se-gno. Fantastico come tratta la ragazza che loaiuta, arrivando a paragonarla a un nano da

giardino coi capelli finti. Anche il suovoler giustiziare tutti per il minimo er-rore non è niente male, come quandolavora. Nel suo genere, riuscito.

HURRÀ GRIGI14 anno 4 n. 12

Alle piscine di MonteValenza, oasi di pa-ce e di relax, im-

mersa nei verdi colli delMonferrato, sabato 21 Lu-glio 2012, doppietta tuttaal femminile al ‘Carrozzo-ne Alessandrino, Elena Sel-vaggio e Lucia Boni, vinco-no la 9ª tappa e staccano ilbiglietto per la finalissimadel 15 Settembre al ‘CentroSportivo Cabanette’ diAlessandria, rispettiva-mente con i brani ‘Cantoanche sono stonata’ di Mi-na e ‘I Surrender’ di CelineDion. Per le giovani propo-ste altro tassello per Stefa-nia Ginevra, dodici anni,con la canzone ‘Tre parole’di Valeria Rossi fa sua latappa. Una serata all’inse-gna dell’incertezza meteo-

rologica, ha fatto seguitouna incertezza anche per ilpodio! Come già detto do-po i due vincitori, a parimerito, ha fatto seguito, illivello molto alto e tuttimeritevoli di elogio, al ter-zo posto, a pari merito,Carmelo Santamaria, Giu-sy Sgroi e Santina Mangia-fico, al secondo posto,sempre un pari merito, So-lange Rassu, Tiziano Bar-bera e Elisa Pagliuca. Glialtri cantanti in gara: Sere-na Mangiafico, Tony Barra-co, Fabrizio Finotto, Daia-

na Di Liberti, MassimilianoGolin, Sergio Gemignani,Sabrina Mangiafico, AlexLa Barbera, Nerella Lober-ti, Pier Luigi Bellini, FinaCiaravella Bondi, Sara Mu-gone e Chiara Mangiafico.Ospiti della serata, CarloGilardi, Angelo e RenatoMangiafico, già vincitori ditappe, che hanno reso laserata ancora più presti-giosa con le loro bellissimeperformance. Altri ospitidella serata hanno onoratoil tutto, ad iniziare dalla co-reografa Marie Claire con ilsuo corpo di ballo di danzeorientali e dal cabarettistavalenzano Enzo D’Antoni.

A farla da padrone sulpalco, il nostro showmanMauro’ che ha condotto laserata sempre in modo im-

peccabile e scherzoso, tan-to da mettere a proprioagio i concorrenti in gara.La Direzione Artistica affi-data a Mike Yacin , il tecni-co del suono come sempreè il DJ Mario e l’assistenzatecnica, riprese fotografi-che e video Raff. Prossimatappa Sabato 8 Settembre2012 dalle ore 21,00 alla‘Casa del Popolo di Fubi-ne, preceduta da un spe-cial anni ‘60 a San Giaco-mo di Rocca Grimalda il 4Agosto e ‘Gran Galà’ con ifinalisti al ‘Rugby Club’Alessandria il 1 Settembre.Per il resto buone Vacanzea tutti da parte dello Staffdell’ Associazione Amicidella Cultura e della Musi-ca che fa capo al ‘Carrozzo-ne Musicale Alessandrino’

I PALLINI di Puppigallo

Il dittatore

The amazing Spiderman

CARROZZONE 2012 Alle Piscine di Montevalenza

9ª tappa: Lucia Bonied Elena Selvaggiovincono a pari merito

Per comunicazioni telefonare al 3333930420 (Mauro)o scrivere a: [email protected]

http://ilcarrozzonealessandrino.blogspot.com/www.facebook.com/mario.mossuto#!/mario.mossuto

www.youtube.com/mariusmstaff

Detachment - Il distacco

Per le giovaniproposte

vince StefaniaGinevra

ECHI DI VIAGGIO di Simonetta Gorsegno

Saranno stati per primi i ro-mantici, o i più sensibili, adaccorgersene, ma, ormai datempo, le lucciole sonoscomparse dagli abitati citta-dini. Loro, fragili animalettinotturni hanno compresomolto tempo prima di noi cheil modo migliore per garan-tirsi la sopravvivenza eracambiar aria, trasferendosialtrove, nei rari paradisi incui ogni forma di inquina-mento è scongiurata. Ricor-do che non troppi anni fa,quando ero bambina, tutte lesere d’estate, nel vicolettoproprio davanti a casa, lelucciole mi accompagnavanocome piccoli ceri accesi, cosìche io potessi percorrerlosenza essere scortata daimostri e dalle altre millepaure che nel buio, ma so-prattutto nella mia testa, fa-cevano la loro comparsa.Anche per questo, tra le tan-te altre cose, l’estate mi pia-ceva, perché simboleggiavail loro ritorno e poneva fine ai

miei incubi ricorrenti. D’in-verno senza le lucciole, sen-za la loro luce, quel piccolotratto di strada mi pareva in-finito e percorrerlo di corsaera una necessaria abitudi-ne. Ora come ora, non è im-possibile trovarle, ma perfarlo bisogna salire almenoin collina, dove l’aria pura efrizzante le richiama. Si pensiche molti parchi organizzanoalcune serate estive alla ri-cerca delle lucciole con tan-to di guide esperte che, a pa-gamento, lo fanno sembrareuno spettacolo unico e intro-vabile, almeno per i menoesperti. Ho la fortuna di pos-

sedere una casetta nel cuoredelle verdi Langhe. Lì, oltrealle passeggiate diurne tra iboschi, replico le mie usciteanche quando fa buio perstare in loro compagnia eascoltare il concerto dei grillie delle cicale che sfondano ilsilenzio notturno. Quasi duechilometri dividono la piazzadel paese dal lago delle Ver-ne. La mia stazione di par-tenza è la Chiesa dei Battuti:testimone silenziosa dellamia gioventù. Un tempo in-fatti era il punto di ritrovo congli amici dell’estate, quelliche poi sparivano per tutto ilresto dell’anno, e dove

l’estate aveva inizio e la suainevitabile conclusione. Per-ciò da lì, a piedi percorro indiscesa la strada asfaltata acui ho dato un prevedibilepseudonimo ‘delle lucciole’.Lascio alle mie spalle il pae-se e le sue fievoli luci, e po-chi passi dopo è già buio pro-fondo. Il nero pennello dellanotte ha già completato lasua opera. Intorno, nessuno.L’inconfondibile suono deigrilli ritempra immediata-mente il mio stato d’animoche si placa e si accorda alritmo circostante. Ad accen-dere la notte poi, come inuno spettacolo di suoni e lu-ci, finalmente loro. Mille lucimi attorniano. La continua intermittenza luminosa mi ipnotizza e mi rassicura mentre varco le porte del loro mondo. La sicurezza di un breveviaggio al buio nella luce,che attenua la voce dell’in-fanzia che prepotentementeritorna e zittisce quelle male-dette incontrollabili paureche non finiscono mai. Nemmeno da grandi.

La leggenda del cacciatore di vampiri

Biancaneve e il cacciatore

Mille luci

Il principio di questo meccani-smo è quello di sollevare i fati-cosi lavori di casa alle mam-

me; in questa direzione si espri-mono i fabbricanti di elettrodo-mestici, tanto da inventare unoggetto capace di girare automa-ticamente per casa, pulendo ne-gli angoli più remoti, nonchéinaccessibili: insomma un modoper risparmiare tempo e fatica.

Il sistema, fra i più avanzati,consiste di un congegno rotondoalto pochi centimetri in grado di... percorrere per pulire la casa,dotato di occhi e memoria ..come spiega con compe-tenza la solerte commes-sa.

Le sue parole stuz-zicano la memoria, ilpensiero torna in-dietro fin quandoscorge un qualco-sa di simile, giàosservato neilontani tempipassati quando unfiglio di Arzani, no-to Concessionariod’auto - moto con levetrine all’angolo del-le vie Marengo e Gior-gio Solero, avevaescogitato un qual-cosa del genere, certomolto rudimentale, inedito perquel tempo.

Il prototipo era munito di alcu-ne spazzole sincronizzate conuna pompa aspirante, mosso daun motore Mosquito di 49 cc, ali-mentato a miscela per gli sposta-menti sopra la pavimentazione.

Il fragore, la puzza, nonché loscarico sporcava assi più dellaquantità di polvere aspirata; que-sta, a sua volta, si spandeva nel-l’aria, poiché l’inventore avevatrascurato la necessità di convo-gliare la spazzatura in un conte-nitore chiuso ermeticamente, co-me s’usa oggi.

L’idea, seppur valida, non ave-

va assolto il compitopreposto per cui il nostro inven-tore non s’era perso d’animo, an-zi aveva sostituito il piccolo mo-tore a scoppio con un altro adalimentazione elettrica ricavato,dalla macchina per cucire.

L’irrespirabile puzza, il rumoreerano eliminati; per contro la po-vere si spandeva nella stessa ma-niera di prima; il cavo, seppure dinotevole lunghezza, collegato al-la corrente non era sufficiente,s’aggrovigliava al primo intoppo,

a volte stac-cando, la spina dalla presa, conl’arresto del solerte lavoro di pu-lizia.

L’invenzione non aveva il suc-cesso meritato, il tempo la can-cellava, comunque merita il ri-cordo in quanto, seppure conumili mezzi, senza le tecnologiedi oggi, con tanta ingegnosità,qualcuno già pensava di solleva-re i lavori casalinghi. Tuttaviaqualcosa di nuovo si stava con-cretizzando.

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HURRÀ GRIGI 1527 luglio 2012

SUCCEDEVA IN ALESSANDRIA - L’invenzione dimenticata di Franco Montaldo

Il genio degli alessandriniCOME CAMBIA IL COSTUME di Franco Montaldo

Il libro scritto da Daniele Marchesi-ni, insegnate di Storia Contempora-nea nell’Ateneo di Parma: L’Italia aquattro ruote è l’evoluzione del-l’automobile, dei suoi protagonisti,in modo specifico studia l’insiemedelle strutture organizzate per con-segnare all’Italia una piccola vet-tura, contraddistinta con il valoredi utilitaria: in libreria dallo scorsomaggio per le Edizioni Il Mulino.

La dedica intaglia esattamenteun’epoca, precisamente il periodo diriferimento considerato dall’autore.Scrive: A mio padre, che per anni haguidato una Topolino Belvedere, a Ni-colò e Valentina, che invece su una vera utilitaria non hanno mai viaggiato.Le duecentocinquanta pagine contengono il costume degli italiani nel pe-riodo della ricostruzione, dopo il disastro della seconda guerra mondiale,non solo per le quattro ruote sempre più diffuse, quanto piuttosto adun’economia in netta trasformazione, con l’incisività di sviluppare la Nazio-ne, prettamente ad economia agricola, in un’importante potenza industria-le. Le famiglie, a quel tempo, tenevano in stretta considerazione le 3 ‘A’:alimentazione, abitazione, abbigliamento, sempre scarse. All’improvviso un’altra ‘A’ se n’è aggiunta: automobile. Contemporanea-mente le città si trasformano, respirano un’aria nuova, descritta ne: IlMaestro di Vigevano, quando si legge: ... ha un negozio di automobili. Sonocontento...perché qualcosa è cambiato....; Italo Calvino assicura, in un in-tervento pubblico ... il nome di ogni pezzo ...di un’automobile è uguale intutt’Italia ... la terminologia agricola era tutta diversa da una provincia al-l’altra ... Ciò significa quanto il mezzo meccanico abbia contribuito a raffor-zare l’unificazione della Penisola attraverso le definizioni tecniche, quantoè stato incisivo soffermare l’attenzione sui mezzi di trasporto quale ...pez-zo importante di storia italiana. Rincara la dose ne La nuvola di smog assi-curando l’evoluzione: prima una bici meglio a motore ...dopo un motoscoo-ter, poi una moto, adesso l’utilitaria. Si tratta di qualcosa di inedito, quasi dirivoluzionario, in un contesto innovativo per il modo di vivere, non solo peril miliardo di automobili costruite complessivamente nel secolo 1900, piut-tosto per altri fattori come la trasformazione dell’intero impianto economi-co. Sono i primi passi dell’industria, dapprima timidi, per trasformare ilsettore primario (agricoltura) nel settore secondario (industria), un cam-mino aperto in espansione per consegnare agli italiani il benessere, rac-colto in questi ultimi tempi dal settore terziario (servizi). Le tabelle incluse aiutano a comprendere il testo, sottopongono al lettoregli eventi susseguiti per la trasformazione di una società in continua evolu-zione, sia attraverso il trasporto come in ogni altro bene innescato peragevolare l’esistenza a 360 gradi a diverse generazioni .

Le ‘A’ da 3 diventano 4

Percorrendone fra le gondole del supermercato,specie nei reparti degli elettrodomestici,

compare una vecchia conoscenza:un apparecchio in grado di pulire la casa

predisposto da produttori di prestigio,conosciuto in commercio con i nomi Navibot,Romba, Scoomba, secondo la denominazionescelta dai vari costruttori, dotate di memoria

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