i volontari della - webdiocesi · 2011-08-13 · 2 n. 22 del 1 ¡ giugno 2008 famiglia o ltre un...
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Solidarietà Chiesa localeVisita pastoraleFamigliaPer un fisco a misura
di famigliaDopo il terremoto in Cina La parrocchia
San GennaroI volontari della
Casa di accoglienza
22annannannannannooooo8411111° giugnogiugnogiugnogiugnogiugno 200 200 200 200 20088888
Sabato 31 maggio la nostra Chiesa riceve il dono prezio-
so di un nuovo sacerdote, don Cesare Pisani.
Il prete: fedele a Cristo,vicino all’uomodi don Pietro Rubini
È
provvidenziale che l’ordinazione presbiterale di don
Cesare Pisani avvenga nella cornice della festa della Vi-
sitazione della Beata Vergine Maria. Chi più di Maria
ha saputo vivere in pienezza la sua vocazione, rispondendo
“Eccomi” alla grande missione cui Dio la chiamava? E chi più
di Lei può essere modello per quanti hanno incontrato Cristo
e non possono fare altro che annunciarlo? «Mai senza Maria e
sempre con Maria, si è sacerdoti di Cristo», era solito dire il
Cardinale Ballestrero.
Cesare sarà l’11
o
presbitero diocesano ad essere ordinato
per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di
Mons. Luigi Martella. Otto di essi, mi permetto di ricordarlo,
provengono dal cammino iniziato nel Seminario minore. Così
è anche per Cesare. Ultimo di tre figli, ha vissuto la propria
infanzia tra la famiglia e la parrocchia. La “contagiosa” testi-
monianza di vita presbiterale di don Mauro Gagliardi e don
Carlo De Gioia, i due sacerdoti che per anni hanno servito con
dedizione la comunità parrocchiale dell’Immacolata in Mol-
fetta e il confronto sempre più frequente con il Signore nella
preghiera e nell’ascolto della Sua Parola, pian piano hanno
suscitato in Cesare l’intuizione che Dio stesse a bussare alla
sua porta. Da quel momento il suo cuore di bambino ha co-
minciato ad ardere e a coltivare il desiderio di conoscere il
Signore sempre di più, fino a stare con Lui. Perciò, terminata
la scuola elementare, è entrato a far parte della comunità del
Seminario vescovile dove per otto anni è cresciuto nella sco-
perta della sua vocazione e nel cammino per la sua realizza-
zione. Giovane simpatico, vivace, disponibile e di animo buo-
no, ha vissuto intensamente quegli anni di formazione tanto
da proseguire il suo discernimento vocazionale presso la gran-
de Comunità del Seminario regionale fino a giungere ad una
adesione illuminata e convinta al progetto di Dio.
Ora, alla vigilia dell’ordinazione sacerdotale, ricca di segni
Editoriale
(Continua a pag. 8)
La celebrazionedi Ordinazionesi svolgerà presso laBasilica Madonnadei Martiri,sabato 31 maggio,alle ore 20.
Caro don Cesare,il Signore, che ti imporrà lemani, vorrà le tue mani affinché,nel mondo, diventino le sue.Le tue mani untedovranno essere un segnodella tua capacità di donaree di plasmare il mondocon l’amore.
“
”
n. 22 del 1° giugno 20082 Famiglia
O
ltre un milione di firme che confermano la decisa vo-
lontà popolare a favore della famiglia, e la richiesta
di riconoscimento e di tutela nei confronti di questa
cellula fondamentale della società. Con questa Petizione, il Fo-
rum delle Associazioni Familiari chiede una politica fiscale
che tenga conto non solo del reddito percepito dal capofami-
glia (equità verticale), ma anche del numero dei componenti
il nucleo familiare (equità orizzontale), specialmente se pre-
senti al suo interno disabili, anziani, minori, ammalati.
La raccolta delle firme ha impegnato molteplici Associa-
zioni su tutto il territorio nazionale ed a livello locale. Una
parte determinante del lavoro è stata svolta dai 20 Forum Re-
gionali che hanno saputo tessere una grande rete tra Associa-
zioni e Famiglie. In Puglia, le firme raccolte dal Forum Regio-
nale e dalle Associazioni aderenti all’iniziativa sono state cir-
ca 95.000.
Il giorno dopo, 16 maggio, il Forum delle associazioni fa-
miliari è stato ricevuto in udienza privata dal Papa Benedetto
XVI, che ha ricordato che «quest’anno ricorre il 40° anniversa-
rio dell’Enciclica Humanae Vitae e il 25° di promulgazione del-
la Carta dei diritti della Famiglia, presentata dalla Santa Sede il
22 ottobre 1983. Due documenti tra loro idealmente legati per-
ché, se il primo ribadisce con forza, andando coraggiosamen-
te controcorrente rispetto alla cultura dominante, la qualità
dell’amore degli sposi, non manipolato dall’egoismo e aperto
alla vita, il secondo pone in evidenza quei diritti inalienabili
che permettono alla famiglia, fondata sul matrimonio tra un
uomo e una donna, di essere la culla naturale della vita uma-
na. In particolare, la Carta dei diritti della Famiglia, indirizzata
principalmente ai governi, offre, a chi è investito di responsa-
bilità in ordine al bene comune, un modello e un punto di
riferimento per l’elaborazione di un’adeguata legislazione
politica della famiglia».
Il Papa, poi, rivolgendosi ai componenti del Forum, ha af-
fermato che «ben sappiamo quante sfide incontrino oggi le
famiglie, quanto difficile sia realizzare, nelle moderne condi-
zioni sociali, l’ideale della fedeltà e della solidità dell’amore
coniugale, avere ed educare dei figli, conservare l’armonia del
nucleo familiare. Se, grazie a Dio, ci sono esempi luminosi di
famiglie salde e aperte alla cultura della vita e dell’amore, non
mancano purtroppo, e sono addirittura in aumento, le crisi
matrimoniali e familiari. Da tante famiglie che versano in
condizioni di preoccupante precarietà, si leva, talvolta persi-
no inconsapevolmente, un grido, una richiesta di aiuto che
interpella i responsabili delle pubbliche amministrazioni, delle
comunità ecclesiali e delle diverse agenzie educative. Si rende
pertanto sempre più urgente l’impegno di unire le forze per
sostenere, con ogni mezzo possibile, le famiglie dal punto di
vista sociale ed economico, giuridico e spirituale. In questo
contesto, mi piace sottolineare… il lodevole impegno di mo-
bilitare i cittadini a sostegno dell’iniziativa per «Un fisco a
misura di famiglia», affinché i Governi promuovano una po-
litica familiare che offra la possibilità concreta ai genitori di
avere dei figli ed educarli in famiglia.
Il Papa ha infine concluso il suo discorso rivolgendo un
particolare augurio a tutti i rappresentanti delle associazioni
presenti all’udienza: «Questa è la vostra missione, care fami-
glie cristiane! Mai venga meno in voi la fiducia nel Signore e
la comunione con Lui nella preghiera e nel costante riferimento
alla sua Parola. Sarete così testimoni del suo Amore, non con-
tando semplicemente su risorse umane, ma poggiando salda-
mente sulla roccia che è Dio, vivificati dalla potenza del suo
Spirito. Maria, Regina della Famiglia, guidi come luminosa Stella
di speranza il cammino di tutte le famiglie dell’umanità».
Si invitano tutte le coppie di sposi che desiderano
intensificare il proprio cammino di fede a partecipare alle
GIORNATE DI SPIRITUALITÀ FAMILIARE
22 - 23 - 24 agosto 2008
CENTRO DI SPIRITUALITA’ PADRE PIO
SAN GIOVANNI ROTONDO
Tema:
LA FAMIGLIA, FORMATRICE
AI VALORI UMANI E CRISTIANI
Le coppie di sposi interessate a partecipare possono richie-
dere informazioni e iscriversi presso la propria parrocchia o
presso l’Ufficio di pastorale per la famiglia (c/o Cattedrale,
Molfetta - Tel. e Fax: 0803971820).
UFFICIO DIOCESANO PER LA PASTORALE DELLA FAMIGLIA
n. 22 del 1° giugno 20084 Visita pastorale
Abitanti: 2.970
Parroco: Mons. Giuseppe de Candia
Diacono Permanente: Ruggiero Pierro
Associazioni: Azione Cattolica; Associazione SS. Medici Co-
sma e Damiano.
Confraternite: Maria SS. Assunta in Cielo; Maria SS. Madre del
Buon Consiglio, S. Luigi Gonzaga.
Gruppi: Gruppo di Preghiera S. Pio; Volontariato Vincenziano.
Stampa: Periodico «La Parrocchia»
Prima pietra: 5 dicembre 1779
Erezione canonica: 15 dicembre 1784
Riconoscimento civile: 23 dicembre 1986
Dedicazione: 17 giugno
Scheda
Parrocchia S. GennaroGli occhi di tutti…O
cchi che guardano, chiedono, giudicano. Occhi che
paragonano, pesano. Occhi che scintillano. Occhi
che aspettano, adusati ad aspettare. Occhi inchio-
dati addosso a Gesù: «Gli occhi di tutti nella sinagoga stava-
no fissi su di Lui».
Il Vescovo che viene in Santa Visita non è Gesù che aveva
la forza di sostenere ogni sguardo e soddisfare ogni necessi-
tà. Dio sa come vorrebbe, il Vescovo, stare dalla parte dei
suoi fedeli, abbandonarsi all’onda dei richiami, sentirsi sca-
vare il cuore dalla tenerezza della gente, scuotere la prepo-
tenza delle necessità.
Il Vescovo nella Santa Visita ci ricorderà: «lo Spirito del
Signore mi ha consacrato e mi ha mandato per annunziare
ai poveri un lieto messaggio…» in altre parole: Sono venuto
per orientare il vostro sguardo su Gesù. Egli vi parla. Egli è
l’oggetto del vostro amore. Egli redime. Puntate su di Lui i
vostri sguardi e non rimarrete delusi.
Il Vescovo viene per dire a tutti: non siete condannati a
vivere in un rione di qualche secolo fa. Vecchio! Degradato!
Ricordate che questo territorio ha bisogno inesorabilmente
di voi. Solo voi potete pronunciare parole di vita eterna. Sol-
tanto voi sapete piantare nel cuore di questo territorio spe-
ranze nel futuro. Voi soltanto potete far balenare con gioia il
domani nei cuori angosciati.
Il Vescovo viene per ringraziarci della povertà, per il sor-
riso che sa nascondere le nostre amarezze, per le fatiche che
neanche Lui conosce, per la caparbietà con cui lottiamo con-
tro le povertà, per l’amore che ci unisce, per la schiena dritta
che s’inchina solo al Signore.
Il Vescovo viene per dare corpo alla comunione, per forti-
ficare la nostra coscienza di popolo di Dio, per vincere le
tendenze denigratrici, la lusinga della frammentazione.
Il Vescovo viene per ricordarci d’essere servi premurosi,
di investire le risorse nella sollecitudine del servizio, di far
crescere il tasso della credibilità dei nostri gesti, di qualifica-
re lo stile degli annunciatori di speranza.
Il Vescovo viene per incoraggiarci a continuare anche se
qualche volta il bastone s’incurva per peso eccessivo.
Don Giuseppe de Candia
n. 22 del 1° giugno 2008 5Visita pastorale
Lo Spirito Santo nel cuoredelle nostre famiglieL
a visita pastorale del nostro Vescovo sta suscitando
in tutti noi parrocchiani una grande speranza per il
futuro. La parrocchia San Gennaro ha uno sviluppo
territoriale a forma di cuore. Possiamo, quindi, ben dire che
il nostro Vescovo viene a visitare ed a rinfrancare il «Cuore»
di un quartiere della nostra città che, pur se ha molto soffer-
to e ancora soffre, tuttavia non ha rinunciato alla speranza.
Le famiglie della nostra parrocchia sono costituite da gente
di cuore, in cui, nutriti da antica sapienza e pazienza, sono
radicati profondamente i valori cristiani di solidarietà, ac-
coglienza, amore per i propri figli. Tante famiglie sono im-
pegnate nel volontariato, nella catechesi, ma soprattutto nella
testimonianza della «santità della quotidianità», senza cla-
mori e senza manifestazioni eclatanti, senza rumore ma con
tanta carità, pur se i rapidi cambiamenti sociali, economici e
culturali, riempiono spesso la gente di profonde paure ver-
so un futuro che sembra offrire ai giovani poche possibilità
di lavoro e, quindi, di formarsi una famiglia «cristiana». Forte
è il desiderio di vivere in autenticità e pienezza di senso; si
afferma nel comune sentire il desiderio di solidarietà e pace,
di dialogo e di prossimità; cresce l’attenzione alla salvaguar-
dia del creato, pur se molti laici vivono una profonda dico-
tomia tra vita pubblica e privata. Desiderare, però, non ba-
sta, occorre porsi in ascolto accogliente di un Dio che per
primo è entrato nella nostra vita e ci ha chiamati.
Allo Spirito Santo che viene a visitarci volgiamo una pre-
ghiera: Aiutaci a liberarci dalle nostre inquietudini, stanchez-
ze umane e spirituali, e diventa un amico importante (Lc.
11, 5-8) che desta e ri-desta quella sana passione per comu-
nicare la buona notizia su Gesù, evangelizzazione che passa
prima di tutto attraverso e con la famiglia nata dal sacra-
mento dell’amore.
Sì, perché l’evangelizzazione non è il compito esclusivo
dei preti, suore, monaci o se vogliamo delle donne di chiesa,
ma è il compito di tutti i cristiani, che pertanto devono cura-
re la loro preparazione culturale, religiosa e spirituale.
Il nostro parroco don Giuseppe de Candia impegna le sue
energie nel sollecitare la comunità parrocchiale ad una con-
tinua formazione religiosa e culturale. Prepara con cura le
omelie, analizza il contesto storico delle letture, le rilegge
tenendo conto del vissuto quotidiano, fa sentire l’importan-
za della Messa domenicale dove ogni cristiano fa il «pieno»
della Parola e del Pane della Vita necessari per poter affron-
tare con serenità la nuova settimana. Egli segue con atten-
zione la catechesi di tutti i gruppi parrocchiali e dell’Azione
Cattolica. Invita i giovani, gli adulti e le coppie di sposi a
partecipare alle giornate di formazione della diocesi e del-
l’A.C.. Sollecita noi laici alla preghiera comunitaria, ma an-
che a quella personale, affinché ognuno ringrazi Dio dei ta-
lenti ricevuti e possa metterli a disposizione dei fratelli, in
spirito di carità.
Una preghiera di S.Agostino affinché la visita pastorale
sia un dono di salvezza per tutti noi.
«Respira in me, o Spirito Santo, affinché io pensi santamente.
Cresci in me, o Spirito Santo, affinché io agisca santamente.
Seducimi, o Spirito Santo, affinché io ami santamente.
Fortificami, o Spirito Santo, affinché io vegli santamente.
Custodiscimi, o Spirito Santo, affinché io
non tradisca mai ciò che è Santo».
Mina e Franco Allegretta
Confraternite «consorelle» inSan GennaroL
a Parrocchia S. Gennaro di Molfetta ospita ben due Con-
fraternite ancora operanti: la Congrega di Maria SS. del
Buon Consiglio, nata in loco nel 1814, e quella di Maria
SS. Assunta, che si allogò a S. Gennaro nel 1816. Due Confra-
ternite coeve, sorte con le caratteristiche delle «corporazioni
di arti e mestieri»: quella del Buon Consiglio composta da ca-
vapietre e lavoratori di prodotti lapidei, quella dell’Assunta
costituita da cristiani del ceto contadino. Finalità comune era
la promozione di opere di carità, i cui destinatari erano gli
stessi associati: distribuzione di letti in dote a zitelle povere,
raccolta di elemosine per gli indigenti, assistenza ai malati.
Ci sarebbe da chiedersi quale sia, per le due Confraternite,
la ragione d’esistere nel terzo millennio cristiano: è pur vero
che esistono nuove forme di povertà, ma la società è di molto
cambiata. Non esiste più la dote, e lo stato provvede alla pub-
blica sanità e al sostentamen-
to dei più disagiati. Sarebbe
poi riduttivo relegarle al ruo-
lo di custodi di usanze della
pietà popolare, che pure rap-
presentano momenti impor-
tanti della vita associativa.
Le Confraternite mariane
di S. Gennaro hanno accetta-
to la sfida del futuro. Legate
dalla storia intrecciata, vivo-
no oggi un momento di risve-
glio, nel solco della tradizio-
ne, incentivato dall’intra-
prendenza di giovani ammi-
nistratori e del Padre Spiri-
tuale. La scommessa per il domani è quella di proporsi mag-
giormente come strumento di promozione della fede e dello
spirito di comunità ecclesiale tra i soci e nella comunità par-
rocchiale: assai vincente si è già dimostrata la scelta di utiliz-
zare strumenti di comunicazione moderni, come i rispettivi
siti internet, che hanno avvicinato le due associazioni a chi
non conosceva il corposo bagaglio di fede e devozione che si
sforzano di tramandare.
Un altro progetto per il futuro è quello di studiare nuove
iniziative comuni per obbedire al comandamento della carità,
in una parrocchia multietnica assai ricca di povertà vecchie e
nuove.
Pietro Angione
Prospettive per il futuro
n. 22 del 1° giugno 20086 Chiesa locale
C
aro lettore,
questa potrà sembrarti la solita lettera per cercare di
trovare persone disponibili alla causa che portiamo.
Siamo sinceri: in parte è così.
Ma il nostro più grande desiderio, in questo momento nasce
dalla necessità di trasmetterti l’entusiasmo accumulato duran-
te la nostra esperienza nella casa d’accoglienza.
Certo, non tutto è bello e non tutti i giorni si è spinti dall’en-
tusiasmo, a volte subentrano la fatica ed i vari impegni, spesso
le delusioni son grandi, e ogni giorno sperimentiamo i nostri
piccoli fallimenti, ma ti possiamo assicurare che alla fine tutto
quanto viene ripagato.
Uno degli aspetti principali dell’esperienza nella casa è quella
del contatto con le altre persone, dello stare insieme, sia con gli
ospiti che con gli altri volontari.
Questo è quello che ci vien chiesto: incontrare l’altro, il più
debole, il più solo, il più emarginato, l’ultimo degli ultimi, senza
fare distinzioni, senza pensare di dover per forza dare o ricevere,
ma semplicemente mettendosi accanto, facendo sentire il calore
umano dell’abbraccio… Per questo la struttura è stata chiamata
CASA DI ACCOGLIENZA e non centro d’accoglienza come er-
roneamente si dice o anche noi stessi spesso pronunciamo.
In una casa ognuno collabora per far si che le cose all’interno
della famiglia vadano per il meglio, ed è questo lo spirito che
guida anche la nostra casa: la collaborazione, la fiducia nella
forza del gruppo, che ogni giorno lavora per lo stesso obietti-
vo. È bello conoscere tante nuove persone, volti anonimi che
acquistano un nome, con cui intessere relazioni, con cui salu-
tarsi quando ci s’incontra per le vie della città! Ve lo assicuria-
mo è gratificante!
Da quando si è riaperta la casa (ad aprile dello scorso anno,
ufficialmente il 9 febbraio) abbiamo portato avanti la scommessa
(in realtà presente nel progetto originario di don Tonino) della
gestione sostenuta solo dal volontariato e da esperienze di ser-
vizio civile, ed in questo la risposta più grande è venuta pro-
prio da noi giovani (studenti, universitari e lavoratori)!
Nonostante questo però, com’è facile immaginare, i volon-
tari sono sempre troppo pochi rispetto a quanto la società ci
chiede di fare.
È per questo che ci siamo sentiti in dovere di comunicarvi la
nostra esperienza, e di chiedere il vostro aiuto affinché la casa
d’accoglienza voluta da don Tonino (di cui spesso si parla a
vuoto) ed a lui dedicata, possa trovare nuove forze in tutte quelle
persone che hanno a cuore la vita degli ultimi sia che si parta
da radici Cristiane che non, come già avvenuto nel passato e
nel presente della nostra casa.
Vorremmo però precisare che il servizio non è come spesso
si pensa, lo stare in cucina a preparare da mangiare, lavare i
piatti, pulire per terra o il bagno… No! Niente di più sbagliato!
Queste attività ci sono, è normale, anzi all’inizio ci si scontrerà
maggiormente con queste, ma tutto ciò è solo una maniera per
mettersi in comunicazione con l’altro; essere volontario è soprat-
tutto saper parlare con gli ospiti, fare le cose insieme, mangiare
con loro, mettersi affianco a loro, cercare di capire la loro situa-
zione e cercare di risolverla, non da soli come dei novelli don
Chisciotte, ma in collaborazione con tutti gli altri volontari.
Questa in breve la nostra esperienza, e vi possiamo assicura-
re che le parole non possono rendere la bellezza di un rapporto
con le persone.
Non nascondiamoci più dietro la scusa degli impegni, quelli
li abbiamo tutti!!!
Lettera dei volontari della Casa di accoglienza don Toni-
no Bello di Molfetta.
Un seme d’inquietudine
Non ci viene chiesto di essere la soluzione di tutti i proble-
mi, viene chiesto ad ognuno di noi di fare la sua piccola parte
così da poter andare avanti tutti insieme!
Speriamo di aver messo un seme d’inquietudine per le sorti
della nostra società nel vostro cuore.
Vi aspettiamo!!!
I volontari della casa di accoglienza don Tonino Bello
1 Ore 18,00: Presiede l’Eucarestia presso la Concat-
tedrale in Ruvo e partecipa alla pro-
cessione dell’Ottavario del Corpus
Domini
1-5 Visita Pastorale presso la Parrocchia
«S. Gennaro» in Molfetta
2 Ore 19,00: Amministra il sacramento della con-
fermazione presso la parrocchia «S.
Gennaro»
3 Partecipa ai lavori della Conferenza
Episcopale Pugliese
8 Ore 10,00: Amministra il sacramento della con-
fermazione presso la Concattedrale in
Giovinazzo
Ore 11,30: Amministra il sacramento della con-
fermazione presso la parrocchia San-
t’Achille in Molfetta
8-12 Visita Pastorale presso la Parrocchia
«S. Teresa» in Molfetta
13 Ore 8,00: Presiede l’Eucarestia presso la parroc-
chia San Gioacchino in Terlizzi
Ore 10,00: Presiede l’Eucarestia presso la Chiesa
del SS.mo Crocifisso in Giovinazzo
14-15 Partecipa alla visita pastorale di Sua
Santità Benedetto XVI a Santa Maria
di Leuca e a Brindisi
15-24 Visita Pastorale presso le comunità
parrocchiali Santa Maria Assunta-
Cattedrale e San Corrado-Duomo in
Molfetta
21 Ore 9,30: Presiede il ritiro spirituale per la gior-
nata di santificazione del Clero.
Ore 20,00: Presiede l’ordinazione diaconale di
Gennaro Bufi, Gianluca De Candia,
Luigi Caravella, Massimiliano Fascia-
no presso la parrocchia «Madonna
della Pace» in Molfetta
22 Ore 10,00: Amministra il sacramento della con-
fermazione presso la parrocchia «San
Gioacchino» in Terlizzi.
Ore 11,30: Amministra il sacramento della con-
fermazione presso la parrocchia San-
ta Famiglia in Ruvo.
28 Ore 19,30: Solenne celebrazione presso la Cat-
tedrale in Molfetta per la chiusura
della Visita Pastorale e l’inaugura-
zione dell’Anno paolino
29 Giugno - 5 luglio: Partecipa all’esperienza estiva con i
sacerdoti giovani
AGENDA DEL VESCOVO - GIUGNO 2008
n. 22 del 1° giugno 20088 Esperienze
IX Domenica «per annum»
1
a
lettura: Dt 11,18.26-28
«Io pongo oggi davanti a
voi una benedizione e una
maledizione»
Salmo 30,2.4.17.25
«Sei tu, Signore la roccia
che mi salva»
2
a
lettura: Rm 3,21-25a.28
«L’uomo è giustificato per la
fede, indipendentemente
dalle opere della legge»
Vangelo: Mt 7,21-27
«La casa costruita sulla roc-
cia, e la casa costruita sul-
la sabbia»
«Aprici, Signore, siamo i
tuoi!». E quella voce che ri-
sponde: «Non vi conosco».
Una sottile angoscia coglie
tutti noi, i praticanti, i fe-
deli di ieri e di oggi, che par-
liamo tanto di Dio, celebria-
mo belle liturgie, studiamo
il vangelo. Queste sono pa-
role forti, quasi una doccia
gelata; ci scuotono profon-
damente e subito ci costrin-
gono a chiederci: «Ma io
sarò riconosciuto, potrò un
giorno entrarvi nel Re-
gno?» Che cosa significa
per noi riconoscere Cristo?
Mi piace pensare che la sua
voce mi dirà: ti conosco, solo
se le tue parole sono l’eco
delle mie, se i tuoi gesti sono
il prolungamento dei miei,
se le tue scelte corrispondo-
no anche alle mie. Nella pa-
rabola delle due case, la dif-
ferenza tra quella che rima-
ne salda e quella che va in
rovina è tutta in un verbo:
mettere in pratica o non
mettere in pratica le parole
ascoltate. Solo così Gesù
può essere chiamato, con ve-
rità, Signore e Re della mia
vita; non in una costruzio-
ne solo mentale o teorica,
ma praticamente, nella mia
vita quotidiana. Solo così,
in un mondo che ha il suo
criterio nell’omologazione e
nella legge del più forte, po-
trà risplendere la sua rega-
lità d’amore.
don Nicolò Tempesta
Spiritualità
e gesti molto significativi, vorrei sottolineare due momenti del
sacro rito. Anzitutto quello dell’imposizione delle mani da
parte del Vescovo e dei presbiteri presenti, il primo quale se-
gno della discesa dello Spirito Santo, il secondo quale segno
di accoglienza nel presbiterio diocesano. In un certo senso, mi
piace vedere in questo gesto, compiuto nel totale silenzio, l’in-
tervento del Signore stesso che prenderà possesso di Cesare e
gli dirà: “tu mi appartieni”, “tu stai sotto la protezione delle
mie mani. Tu stai nel mio cuore… nella vastità del mio amo-
re” (Benedetto XVI, Omelia nella Messa del crisma del 2006). A
questa azione di possesso da parte di Dio segue l’unzione sul
palmo delle mani col Sacro Crisma, anch’essa segno dello Spi-
rito Santo che trasforma il chiamato e lo fa diventare servo
della comunione e dell’incontro, distributore dei doni celesti,
motivo di gioia e occasione di speranza.
Caro don Cesare, il Signore, che ti imporrà le mani, vorrà le tue
mani affinché, nel mondo, diventino le sue. Le tue mani unte do-
vranno essere un segno della tua capacità di donare e di plasmare il
mondo con l’amore. Nell’orizzonte dello Spirito, il cui nome è do-
num Dei altissimi, potrai dare calore a ciò che è gelido, vita a ciò
che è morto, perdono a chi è colpevole, indicazione sicura a chi ha
deviato.
Un’ultima cosa vorrei raccomandarti. Negli apocrifi Atti di Gio-
vanni si narra che l’Apostolo, negli ultimi giorni della sua vita e già
cadente per gli anni, non potendosi più reggere, si faceva portare in
chiesa per predicare, ma con infinita dolcezza non ripeteva che que-
ste parole: “Bambini miei, amatevi gli uni con gli altri”, “Bambini
miei, amatevi”. Ricordava e ripeteva solo queste parole di Gesù. E
tu, anche quando sarai divenuto vecchio, non smettere mai di rac-
contare agli altri la “parola” con la quale Gesù ti ha chiamato; ossia
di narrare la tua vocazione.
(Continua da pag. 1)
A
conclusione del bi-
ennio di formazione
della scuola per
Operatori di Catechesi, cui
abbiamo scelto di partecipa-
re pur non avendo incarichi
di catechisti, siamo a maggior
ragione convinti di dover ri-
portare una nostra testimo-
nianza. Non per tessere sem-
plicemente elogi, che comun-
que, secondo l’opinione co-
mune di tutti i partecipanti,
sarebbero ampiamente meri-
tati. Ma terminare un corso
con un certo senso di dispia-
cere e condividere l’entusia-
smo di volere parlarne, è sen-
za dubbio motivo per render
merito al Direttore del Corso,
don Angelo Mazzone, e alle
sue insospettabili virtù.
Seguendo abilmente un
interessante percorso, attra-
verso una metodolologia
sempre stimolante, egli ha
cercato infatti di farci condi-
videre dei suoi insegnamenti
e di quelli di nostro Signore
soprattutto.
Di certo è stato capace di
coinvolgerci profondamente
e di far sì che fossimo noi stes-
si per primi a beneficiare del-
la Parola e delle riflessioni che
ne scaturivano, trasformando
l’insegnamento della cateche-
si in catechesi vera e propria.
Dubbi e paure sono affiorati
al suo pettine come per ma-
gia, seguendo i suoi inviti a
liberarci dai condizionamen-
ti vissuti più o meno incon-
sciamente nella vita come an-
che negli ambienti delle pro-
prie parrocchie. Riflettendo
sui nostri limiti umani e sui
veri valori e in particolare su
quelli Cristiani, ha in fondo
«lavorato» con le nostre co-
scienze, rendendoci più di-
sponibili nei rapporti perso-
nali e con i bambini in parti-
colare, e scevri da polemiche,
dai dissidi e dalle varie con-
trarietà. Nella formazione del
catechista c’è essenzialmente
e alla base una formazione
Cristiana. Senza il riconoscer-
si figli di Dio non è possibile
testimoniare senza ipocrisia
la Fede in Cristo nelle aule
delle nostre Parrocchie come
anche in famiglia, sul lavoro,
nella vita.
Giusy e Michele Vercellini
Una scuola di vita cristiana
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