navigli poetry slam, novembre 2013
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NAVIGLI POETRY SLAM
La sfida poetica
6 novembre 2013, a Milano
12 poeti italiani e stranieri sul palco di Le Trottoir, vota il pubblico
Slammers
Massimiliano Antonucci (Pisa) Laura di Corcia (Svizzera) Sergio Garau (Torino)
Elena Gerasi (Milano) Duska Kovacevic (Udine) Francesca Matè (Milano)
Marko Milandinovic (Svizzera) Renè Miri (Torino) Giacomo Ranco (Saronno)
SAC - Filippo Saccardo (Saronno) - Evelina Schatz (Milano-MoscaElisa Orlando (Saronno)
Guest: Dome Bulfaro
Special Guest: Andrea G. Pinketts
MC Max Ponte e Anne Addolorato
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NAVIGLI POETRY SLAM
La sfida poetica
Il 6 novembre alle 21.30 esordisce a Le Trottoir la scena del Navigli Poetry Slam, gara poetica secondo le regole del poetry slam. Il poetry slam nasce negli anni ’80 negli Usa ad opera di Marc Smith e si afferma in Italia grazie a Lello Voce nel 2001. Per rilanciare e
celebrare il poetry slam, Max Ponte e Anne Addolorato fanno nascere il Navigli Poetry Slam in un giorno di novembre (è nelle domeniche di novembre del 1984 che Marc Smith iniziò a
cimentarsi e dare vita allo Slam, con un ‘open mic’, formalizzandolo poi in Poetry Slam vero e proprio nel 1987). Si tratta di una competizione poetica che ha origini antiche, dalle tenzoni alle rime popolari. La poesia ritorna alla sua originaria forma orale – trionfo della spoken word - diventando espressione diretta, rivolta alla comunità, e dalla comunità valutata e discussa. La formula del poetry slam ha contribuito a dare una scossa alla poesia italiana, avvicinando con la sua vitalità un pubblico mai raggiunto prima. La poesia diventa gioco e spettacolo immergendosi nella contemporaneità. Le regole sono semplici: 3 minuti a testa e solo poesie inedite, senza atti teatrali. La velocità, il ritmo dello spettacolo e il voto esteso a tutto il
pubblico rendono questo evento un appuntamento letterario molto dinamico e avvincente.
I poeti in gara sono 12, selezionati attraverso un bando pubblico e provenienti da varie città italiane e dall’estero.
La gara è condotta dai poeti Max Ponte e Anne Addolorato, che presenteranno brevi brani fuori concorso. Max Ponte, autore della raccolta poetica Eyeliner, è uno degli animatori dello
slam italiano e ha ideato l’evento gemellandolo alla scena torinese dei Murazzi. Anne Addolorato, scrittrice, ispanista e traduttrice, ha recentemente pubblicato a New York la raccolta poetica bilingue My Voice Seeks You.
Il Navigli Poetry Slam è la prima data del campionato lombardo, che proseguirà con un ricco calendario. Ospite della serata del 6 novembre sarà il poeta Dome Bulfaro, motore di “Poesia
Presente” (Monza/Brianza) e impegnato nel poetry slam lombardo e nazionale. Ospite a sorpresa della seratas sarà uno dei maggiori scrittori italiani di noir, il drammaturgo e
opinionista Andrea G. Pinketts, ‘inviato del mistero’. Il Navigli Poetry Slam rilancia il poetry slam a Milano, restituendo alla città una forma poetica che anima le notti di mezza Europa. La data del 6 novembre è la prima di una serie di
appuntamenti targati Navigli Poetry Slam. Ci saranno piccole dolci sorprese (eque/bio/vegan) offerte agli slammers dalla Coop. Sociale
Quetzal di Modica.
naviglipoetryslam@gmail.com https://www.facebook.com/NavigliPoetrySlam?ref=hl http://naviglipoetryslam.blogspot.it/
Poetry Jockey: Anche RadioRaheem Detto Fotografo ufficiale: Alberto Brevi
Copertina: Domenico De Monte
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POETI IN GARA - SLAMMERS
Massimiliano Antonucci (Pisa)
Mi chiamo Massimiliano. Fin da piccolo capisco di essere attratto dal mondo poetico ma è
soltanto all’età di trent’anni che scrivo il primo verso; di lì a poco una raccolta. Per quanto riguarda la genesi dei miei libri posso dire che non c’è una sola storia inventata ma rivelo la
mia arte senza ossequio per la struttura della metrica. Sono nato a Taranto il 4 gennaio 1970.
Questa mattina a colazione ho pranzato alla tavola degli stupidi e
subito sono saliti alla mia faccia spostati da un mare secco detriti,
insulti velati d’accondiscendenza
e pregiudizi che sapevano di odio.
Per questo, signori per bene che guardo in faccia
signori senza amore e senza talento
misto di puzzo e buone maniere
voi e i vostri bicchieri ricoperti d’oro
non mi piacete e non mi piacciono i vostri cani finti
perché quando mangiate l’anima vi esce dalla bocca
davanti ad un piatto di ghiande
e vi dirò di più, sono stanco perché fate danno a voi stessi
oltre che a me
quando giudicate chi è libero
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quando i miei anni sono stati
come i pesci vivi sotto il sole
zolle dissodate da un trattore
se conosco la vita è perché sono morto
e il tempo che il nemico ha usato per uccidermi
è stato pari a quello che mi ci è voluto per rinascere
e non ammonite chi non vuole sposare un compromesso
perché io nonostante tutto lo so, io sono vivo,
lo so che non mi conoscete ma sono un selvatico
che cavalca la gobba di uno scomodo cammello
sono uno che porta in mano la cruna dell’ago
sono un uomo che mangia solo quando ha fame
e non vivo la gabbia dorata di un buio infinito. “
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Laura di Corcia (Svizzera)
Laura Di Corcia lavora come giornalista free lance per i giornali “La Provincia di Como” e il “Corriere del Ticino” e altre testate, occupandosi di letteratura, teatro e approfondimenti: ha
intervistato diversi personaggi del mondo della cultura, come Alberto Asor Rosa, Massimo Cacciari, Giancarlo Majorino, Giorgio Orelli, Walter Siti, Patrizia Valduga. E' autrice di poesie e racconti. Ha partecipato nell’estate del 2013 al Festival itinerante internazionale di poesia a
Topolò (Friuli) e a Parolario (Como) come autrice e giornalista. Scrive per il blog internodue.
In ogni caso l'unica via di scampo ce lo dà la gelatina
un po' meno del ghiaccio, un po' più dell'acqua:
ma questo è il difficile, il rimanere
in una forma che il mondo rifiuta, sclerotizzato
fra solidificazioni e sublimazioni, su pause di ritmo (respiri) che sono questo e tendono a quello:
la materia, se la ascolti,
te lo dice, che la gelatina esiste solo in cucina:
che l'io tende a fermarsi su una rigidità,
perché l'acqua corre verso il basso, e lui ha paura
del risucchio (lo teme, l'inferno: lo brama – sono le sirene dell'abisso, il pianto antico che da sempre ci appartiene come un noi ma riflesso – una fumata bianca – come un noi ma vagante).
Il divenire è una legge crudele:
quanto sarebbe meglio potersi fermare su uno stato!
crocifiggerlo a dovere, proteggerlo nella propria bocca calda di bosco.
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E invece tutto diventa cancrena, se si fissa:
allora va via, scappa, corre
smania di voglia di vita – diventa il mostro energetico, l'atleta che non prende fiato: li vedi i
pollini come impazziscono nel vento, li vedi come scalpitano e esaltano l'aria di azzurra fanciullezza?
Ma tra forma e forma, non sarebbe meglio
cercarne una non dico perenne, ma minimamente stabile?
La gelatina è la risposta. Ma non è facile
trasformare ciò che è osso in mollezza,
redimerne la pretesa di esistenza:
trasformare il suo narcisismo in moto continuo.
Ah, quanto sono brevi i moti dei fiori,
come subito ti schianti, gloria del mondo! Come scende
la montagna, di botto, dal picco
del proprio sé puntuto.
E quanto sei difficile, porta
che stai tra essere e non essere,
vita minimale ma forte, forte di nulla,
imbevuta di morte e per questo duratura,
attenta a non essere attenta.
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Sergio Garau (Torino)
Sergio Garau dal '01 in scena per festival, biennali, concerti di letteratura e poesia, ha vinto sfide internazionali di poetry slam e videopoesia. È pubblicato in DVD, libri, CD, gallerie,
antologie, in rete e in carne e ossa. È parte del laboratorio sparajurij, redattore di atti impuri (www.attimpuri.it) e maledizioni. IO game over, il suo ultimo lavoro, è in tour dal '10.
crepa! serva italia condannata a morte telecomandante rassegnata
crepa! serva italia col tempo contato determinato.
crepa!
serva italia col tempo contratto a buon mercato.
crepa!
negra italia morta annegata ancora prima d’esser nata.
crepa!
negra italia spremuta a sangue imprigionata in mare ributtata.
crepa! italia operaia qualificata a vita disperata assicurata.
crepa!
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italia operaia specializzata in morte bianca dissanguata.
crepa! italia operata nell’immaginario asportata del desiderio amputata.
crepa!
italia operata dalla lingua ammaestrata nello sguardo addomesticata.
crepa! larva italia consumata imbambolata abituata a crepare nella prossima puntata.
crepa!
larva italia imbalsamata da una risata registrata lasciata dissepolta abbandonata.
crepa!
serva italia telecomandata a vita rivoltante condannata.
crepa!
serva italia condannata a morte telecomandante rassegnata.
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Elena Gerasi
(Milano)
È nata a Trujillo in Perù il 27 febbraio del 1983. Figlia adottiva viene in Italia a 1 anno e cresce tra Milano e la sua provincia, dove studia, lavora e mette su famiglia. Ha una laurea in Teorie e tecniche della comunicazione mediale, ottenuta a 24 anni presso l'Università
Cattolica. Lavora all'insegna del precariato per anni nei più svariati ambiti: dalla carta stampata alla radio, dalla produzione tv, alle relazioni istituzionali e nel novembre del 2011 si
iscrive all'albo dei giornalisti pubblicisti. Scrive poesie da 1999 e non ha saputo resistere al poetry slam gareggiando a due slam nel suo paese, al Cesanolab di Cesano Boscone.
Gli alberi crescono
Vent'anni dopo lungo la stessa strada. La passeggiavo bambina in compagnia di mio nonno.
Gli alberi li avevano appena piantati.
I minuscoli cipressi di allora ora svettano sui palazzi circostanti
e mi fanno ombra al cuore. Gli alberi crescono lì dove li abbiamo lasciati. E anche noi un po' lo facciamo, così ci ritroviamo a vivere dall'altro capo del mondo con in bocca il sapore della terra di casa.
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Duska Kovacevic (Udine - Croazia)
È nata a Fiume, in Croazia, nel 1976 e risiede in Italia dal 1995. Vive ad Udine. Autrice di
narrativa e poesia è impegnata anche in campo teatrale. Nel 2007 ha vinto il concorso Eks&tra con il romanzo L'orecchino di Zora. Ha pubblicato la raccolta Un seme di luce per LietoColle (2013).
La solitudine
Chiudo le palpebre con il suo fiato sulla nuca e le riapro incontrando il suo sguardo, la paura s’impossessa dei miei sensi. Gli occhi di ghiaccio mi fissano a lungo, mi regala un sorriso, una boccata di gelo, sono una foglia spazzata nel vuoto.
Tremo, cerco il sole, ma è pallido e lontano, mi aggredisce il vento, il suo servitore, senza pietà spezza i raggi che bramo. Frugo nei ricordi in cerca di una fiamma, mi rifugio nella fantasia folle, vento vuoi portare via anche l’illusione?!
Lei tristemente splende nel suo grigiore, mentre mi trascina sulla pista da ballo
sulle note della nostalgia. Mia debolezza segue il ritmo della delusione, intorno a noi sbiadiscono i ricordi, ogni nota è scritta con una lacrima.
Non riesco a liberarmi dal suo abbraccio,
il freddo penetra fino al fondo dell’anima, mi sfiora i capelli con il palmo della mano.
Mi confonde dolente illuminazione Lei sussurra nel mio orecchio: non opporti, eri tu che mi cercavi
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Francesca Matè (Milano)
Sono Francesca Matè ho 38 anni e convivo con Scenol alle porte di Milano...mia città lasciata e ritrovata all'interno di 11 traslochi-nomadismo che caratterizza la mia essenza- apertura a 360*. Adoro il rap, soprattutto quello italiano, questo amore mi porta a scrivere perlopiù in rima. Amo le forme di espressione libere e svincolate da fermi criteri. Sono onorata di poter partecipare, ce la metterò tutta. A presto.
Dubito che mi possa sentire ma sicuramente qualcosa mi voleva dire tu lo sai e sei capace a
invertire l'energia in niente sei tu che ha lasciato le sue rime nella nostra mente o era così intelligente da lasciarci la sua pelle per ricordo come fa il serpente prima che fosse scelto da
te come convivente a me è rimasta parte della sua mente mentre ascolto file deludente lo preferivo presente ma nella tua logica di eternità ci mandi tutti all'aldilà sappi che qua nessuno c'ha voglia di venire da te ogni due per tre e se fosse per me vorrei provare a far morire anche te non come figlio ma come padre troppo facile giocare al sacrificio sembra quasi un artificio per salvarti sempre il culo e non schiantarti contro il muro non morire di tumore o in guerra in poltrona regni sulla terra tipo politico ti tieni la sedia il più cliccato in wikipedia con la scusa della redenzione riscaldi quello che dorme alla stazione poi muore di freddo e resta in una canzone di un poeta popolare ti chiedo tu dove lo fai alloggiare in stanze di nuvole bianche tipo ghiaccio polare o in harem con 16 vergini che vogliono ballare io voglio che rispondi a sto domandare se no non vale la pena dialogare univoco gioco mi sento in gabbia come un topo cavia forse un equivoco e te lo dico con la sua voce e io tipo ventriloquo non esito a far vivere i fratelli ma non mi posso esimere dai fardelli che lascia la morte che apre glorie e chiude le porte ma le glorie son veloci ma che cazzo te ne fai di ste morti precoci
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Marko Milandinovic (Svizzera)
“Si nasce con le biografie. Si muore senza storia. Fortunatamente. Nel novembre del 1988 una felice natura mi compose e scelse in me rifugio. Nacqui a Vukovar, in Croazia. Come nacqui lo so e non ricordo. Altrettanto dicasi per la diaspora dalla quale non con balzi ma su
ruote svizzerai. La più grande infamia è questa: di uno scrittore la prima lettura è biografica. In questa ignominia e in altre a venire, non mi resta che inciampare e nella perdita di equilibri
dar congedo”.
Non scritto
La penna che non scrive
Cerco picchiettatala e volta
Come frusta mossa contro
Quanto appreso e non sarà
Alla forza corsa speranza
Una linea sul foglio appaia
Per mezzo dell'incisione
Calco e più mi rassegno
Terminare l'inchiostro
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Renè Miri (Torino)
Renè Miri, torinese, sperimentatore vocale, interprete di Demetrio Stratos, attivo in eventi
come l'esperienza siciliana di Fiumara D'Arte. Renè Miri ha partecipato al Murazzi Poetry Slam di Torino ed è pronto a nuove avventure poetiche.
non vale niente
non serve a niente
poi serve serve ... e poi non ce la fai più e poi pensi che servi ancora e poi vedi che chi c'era e ancora e ancora,spegnendo tutto lavando per bene lisciando il pelo raschiando l'ultima sigaretta rosicchiando l'ultimo brodino rimproverando l'ultimo figlio
assistendo anche dio togliendoti l'aria
anche quella mia anche quella per vivere e suonare insieme al ballo e ballavi e giri ancora veloce e lasci cadere anche il guanto aspettando un angelo ...aspe'..dammi tempo,mi dici, raccoglilo prima o poi tanto non si posera' più. lo indossera' solo chi osa ballare nel silenzio e nel mar
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Ranco (Saronno)
Giacomo Ranco, RáncoRe da slammer, saronnese diciannovenne studente di matematica a Milano. Ho sempre amato giocare con parole, suoni e versi, ho iniziato a partecipare a vere e
proprie slam a febbraio di quest'anno... Solitamente porto pezzi satirocomici nati da voli pindarici sperimentando a volte anche con qualcosa di più serio e triste, come il pezzo che ho scritto per una presentazione della slam al pubblico saronnese ideata da un gruppo di giovani
slammer, tra cui io, chiamata "Poesia espressa" fatta ad ottobre al teatro Giuditta pasta di Saronno, che è appunto quella che voglio presentare, ora diamo voce alle parole:
Latte e Menta
Sorrido, Derido me stesso perso in una morsa di cuori e fiamme... Dolore, disperazione Azione riluttante, Frenante, Stancante... Stanco di una vita passata in attesa, Sospesa... Attendo, Sospendo nella miscela dell'umore Discerno odio e amore, Solo senza sole... Non capisco Penso solo o esisto? Esisto nel chiedere al cervello Se ciò che è - é frutto della mente O del vero albero del bello... La goccia scende E porta sale Sui volti, da sapore
Odore
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Aspirazione ad entità superiore... Dolore nell'attesa Incertezza distesa...
Nebbia quotidiana Pendolare con il mondo attraverso l'universo
Rispondo... Un errore Rimandato, Rivivo un momento Passeggero, senza biglietto ...Scontato... Cerco vicinanza nella stanza vuota... Si svuota la mente Spente le distrazioni, Saluti: allitterazioni tra Rumori e casuali suoni... Mi rinchiudo nel bar della mia coscienza Ove voglio che la mia mente menta, Racchiudendo la verità in vecchie scatole di latta già decadute
... Ovvero che: Menta Con Latte... Salute!
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SAC - Filippo Saccardo (Saronno)
“Filippo Saccardo, dalla tenera età apostrofato come SAC, divora libri e si mangia le parole da quando ha memoria. Studia Giurisprudenza e circa un anno fa su invito di un caro amico
sale sul palco del suo primo poetry-slam dove rende pubblico ciò che fin ad allora quaderni e fogli segreti avevano sempre gelosamente custodito. Quella volta si è molto divertito, e da allora non ha più smesso di salire e scendere dai palchi degli slam, dove ha incontrato belle
persone e buone vibrazioni. Da poco fa parte di una nuova setta di bluesman e rap-poeti, che porta in giro uno spettacolo in cui poesia e blues si seducono l’un l’altra nella prima jam-
poetry-blues-session mai suonata da mente umana.”
Mi presento, piacere sono il mio nome
Mentre sputi a terra
ricorda siamo lasciati come sputi in terra fatti di sputo e terra,
in testa ho la guerra mi dico ripigliati
trovati un’anima che ti aliti un alibi che ti abiti
un’abitudine che ti abiliti Che in fondo già lo sai:
ogni presentazione è solo un approssimazione per eccesso sono attore, il gobbo e copione,
la maschera ora la indosso …Mi presento sono sac filo per mamma e papa..
Ma ora me la tolgo: sono in imbarazzo e scomodo
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piuttosto indosso il mio microfono. Te lo detto se ti presenti, menti. Mai creduto ai presentimenti. non sono come mi chiamo ma come e chi amo quel che sento non quel che contengo tra contenuto e contenitore il soggetto in questione non c’è mai stato dentro.
Certo! Spesso me la scordo, sul palco balbetto mai stato incline a nessun tipo di balletto ma per ogni parola che mi mangio sono un po’ più me stesso
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Evelina Schatz (Milano - Mosca)
Poeta bilingue, scrive in italiano e in russo. Ha pubblicato numerose raccolte di poesia. Opera omnia della sua poesia in lingua russa è uscita nel 2005 per la casa editrice Russkij Impuls (Mosca), accompagnata da una pubblicazione di tre studiosi, A.Golovanova, V.Kalmykova,
G.Kulakin , Archeologia del poeta. Dizionario delle immagini di Evelina Schatz, recensito da M.Gasparov. Artista e performer, saggista e giornalista, storico e critico d’arte, regista e
scenografa, ricercatrice culturale, poligrafa insomma, suoi saggi, scritti di narrativa e di teatro sono stati pubblicati in Italia, in Russia e in altri paesi. Ha collaborato per diversi anni con il Corriere della Sera.
FOGLIA NERA
vorrei donarti versi
di Ajgi l'acero
d'autunno veste il
sogno.
insopportabile
è
il cerchio morto
che compie cadendo
la foglia.
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DELL'ORDINARIO
l'inferno dei miei fianchi in calore
ora è spento dal lungo digiuno
come onda infranto
sugli scogli del quotidiano
perché anche lo straordinario
a lungo andare diventa, è naturale,
ordinario
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Elisa Orlando (Saronno)
Ciao, mi chiamo Elisa e non so bene cosa possa essere degno di nota per essere
inserito nella mia bio: ho 19 anni e sono una studentessa di scienze politiche alle prime armi (o prime settimane). Vengo da Saronno, a dire il vero sono
sempre stata una ballerina, da 11 anni cerco di esprimermi attraverso il movimento e la musica e ora sono approdata sulle rive del Poetry Slam grazie ai miei compagni di
scrittura, con cui ho iniziato un laboratorio autogestito nella mia città... stiamo lavorando per diffondere il germe poetico :)
PER AMOR DEL CIELO
A volte mi perdo
cerco di uscire e non riesco. Che mia mamma è una vita che mi fa riordinare,
ma vedesse i miei pensieri, altro che i vestiti sulla sedia da piegare. È un vortice
ma per me l’ordine non è nell’armadio.
Forse ho trovato una direzione per fermare tutto: in un’espressione.
La ricerca disperata di armonia nel caos la sensazione poi goduta di rimanere in stand-by.
Dovevo essere ancorata in basso, le spalle a terra, il volto al cielo,
perché potessi volare in alto, con il più minimo pensiero. E ho
rigettato, l’ho fatto ancora, ogni singola parola
perché mi bastava in quel momento
l’asfalto dietro e in alto il mento:
un movimento, lento, girare in tondo, stordimento
il mondo capovolto
il respiro più contento e tutto intorno poteva esserci aria, e non cemento.
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Un po’ ti invidio, piccione lurido, sgraziato
Viaggiatore al di sopra del nostro creato, del nostro costruito e ammassato.
Ma non capisco la tua insistenza,
a tornare sotto, con supponenza Tu che puoi, senza peso
torna, vai su! Per amor del cielo
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PRESS RELEASE
On November 6th 2013, Milan
NAVIGLI POETRY SLAM: THE CHALLENGE OF POETRY
12 Italian and International poets on the stage of Le Trottoir, the public will vote them! The 6 November, at 21.30, will start at The Trottoir the onset of the scene of the Navigli Poetry Slam, the poetry contest under the rules of poetry slam. The poetry slam was born in the 80s in the U.S. by Marc Kelly Smith and asserts itself in Italy thanks to Lello Voce in 2001.
To revive and celebrate the Poetry Slam, Max Ponte and Annelisa Addolorato give birth to Navigli Poetry Slam in one day in November (on the Sundays of November 1984 Marc Smith
began the Slam, with an ‘open mic’ , then formalizing it in Poetry Slam around in 1987). It is a poetry competition which has ancient origins, from trobadour songs to the popular rhymes. Poetry returns to its original oral form - the triumph of the spoken word - becoming direct
expression, addressed to society, to the community, and the community evaluates and discusses it . The formula of the Poetry Slam has helped to give a real jolt to the Italian
Poetry, approaching with its vitality an audience than ever before. Poetry becomes a game show and immersing himself in our contemporary world. The rules are very plain: only a 3- minute head and unpublished poems, no theatrical acts. The speed, the pace of the show and
voting extended to the entire audience make this event a very dynamic and exciting literary event. The poets in the race are 12, selected through a public competition and from various
Italian cities and from abroad. The race is led by the poets Max Ponte and Annelisa Addolorato, who will propose short texts out of competition. Max Ponte, author of the poetry collection ‘Eyeliner’, is one of the leaders of the Italian Poetry Slam and he conceived the
event deciding to twin it with the scene of Murazzi, in his city, Turin. Anne Addolorato, writer, translator and hispanist, recently published in New York the bilingual poetry collection ‘My
Voice Seeks You’. The Navigli Poetry Slam is the first date of the Lombard Poetry Slam League, which will continue with a packed schedule. Guest of the evening of 6 November will be the poet Dome Bulfaro, engine of “Poesiapresente” (Monza/Brianza) and engaged in
Lombard and national Poetry Slam scenes. Special Guest: Andrea G. Pinketts, major writer of noir, journalist and ‘correspondent for the mystery’. The Navigli Poetry Slam raises the poetry
slam in Milan, giving the city a poetic form that animates the nights of Europe, nowadays. The date of November 6 is the first of a series of similar events organized by Navigli Poetry Slam.
Hosted by: MC Max Ponte & Anne Addolorato
naviglipoetryslam@gmail.com
https://www.facebook.com/NavigliPoetrySlam http://naviglipoetryslam.blogspot.it/
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