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1 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18 Corso di “Fondamenti di Automatica” A.A. 2017/18 Analisi dei Sistemi Lineari e Tempo Invarianti nel Dominio del Tempo Prof. Carlo Cosentino Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro tel: 0961-3694051 [email protected] http://bioingegneria.unicz.it/~cosentino

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1 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

Corso di “Fondamenti di Automatica” A.A. 2017/18

Analisi dei Sistemi Lineari e Tempo Invarianti nel Dominio del Tempo

Prof. Carlo Cosentino Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica

Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro tel: 0961-3694051

[email protected] http://bioingegneria.unicz.it/~cosentino

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Calcolo della Risposta dei Sistemi Lineari

Consideriamo un sistema lineare e stazionario

Effettuando la trasformata di Laplace di ambo i membri della prima

equazione si ha

da cui

2

0( ) ( ) ( )sX s x AX s BU s

0( ) ( )sI A X s x BU s

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𝑥 = 𝐴𝑥 + 𝐵𝑢 𝑥 0 = 𝑥0

𝑦 = 𝐶𝑥 + 𝐷𝑢

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Matrice di Transizione

Quindi

La funzione matriciale Φ 𝑠 = 𝑠𝐼 − 𝐴 −1 si chiama Matrice di Transizione. Quindi

3

1 1

0( ) ( )X s sI A x sI A BU s

0( ) ( ) ( ) ( )X s s x s BU s

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Inversa di una Matrice n×n

Data una matrice quadrata e invertibile

la sua inversa è

dove il cofattore è definito come

e il minore i,j è il determinante della matrice che si ottiene eliminando le

righe i e j.

4

A,i,jjiAji

minordet1,,cof

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Inversa di una Matrice 2×2

Data la matrice

la sua inversa è

5

dc

baA

ac

bd

bcadA

11

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Inversa di una Matrice 3×3

Data una matrice

la sua inversa è

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Polinomio Caratteristico e Autovalori

Il denominatore di Φ(𝑠) coincide con il polinomio caratteristico di 𝐴.

Le radici di tale polinomio sono i poli di Φ(𝑠) e coincidono con gli

autovalori di 𝐴.

Ricordiamo che gli autovalori di 𝐴 sono i valori di 𝜆 per cui risulta

per un qualche vettore 𝑥 che viene detto autovettore associato all’autovalore

𝜆.

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𝐴𝑥 = 𝜆𝑥

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Esempi di Calcolo del Polinomio Caratteristico

8

43

21A

5,2

Autovalori

21

987

654

321

A

7650541

7650541

098

Autovalori

3

2

1

.- j.-λ

. + j.-λ

103)(2

sssp24225)(

23 ssssp

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Funzione di Trasferimento

Trasformando l’equazione di uscita e sostituendo le equazioni precedenti si

ottiene

La funzione matriciale 𝑊 𝑠 = 𝐶Φ 𝑠 𝐵 + 𝐷 si chiama Funzione di Trasferimento, dunque

9

0

0

( ) ( ) ( )

( ) ( ) ( ) ( )

( ) ( ) ( )

Y s CX s DU s

C s x C s BU s DU s

C s x C s B D U s

0( ) ( ) ( ) ( )Y s C s x W s U s

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Esempi di Calcolo della Funzione di Trasferimento

10

32

2)(

2

ss

ssG

54)(

2

2

ss

sssG

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𝑥 =−2 −1.52 0

𝑥 +20

𝑢

𝑦 = 0.5 0.5 𝑥

𝑥 =−4 −2.52 0

𝑥 +20

𝑢

𝑦 = −1.5 −1.25 𝑥 + 𝑢

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Evoluzione Libera e Forzata

Il termine CΦ 𝑠 𝑥0 = 𝑌𝑙(𝑠) si chiama evoluzione libera, e rappresenta

l’evoluzione dell’uscita a partire dalla condizione iniziale 𝑥0 in presenza di

ingresso nullo.

Il termine 𝑊 𝑠 𝑈 𝑠 = 𝑌𝑓(𝑠) si chiama evoluzione forzata, e rappresenta

l’evoluzione dell’uscita a partire da condizioni iniziali nulle con ingresso

𝑢(𝑡).

L’evoluzione forzata ha grande importanza, perché molto spesso i sistemi

fisici si trovano in condizioni iniziali nulle per cui la risposta coincide con la

risposta forzata.

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Calcolo della Risposta Complessiva

In definitiva per calcolare la risposta di un sistema

Si calcola 𝑈(𝑠)

Si calcola Φ(𝑠)

Si calcolano 𝑌𝑙(𝑠) e 𝑌𝑓 𝑠

Si effettua l’antitrasformata per ottenere 𝑦𝑙(𝑡) e 𝑦𝑓(𝑡)

Infine 𝑦 𝑡 = 𝑦𝑙 𝑡 + 𝑦𝑓(𝑡)

12 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Esempi

Calcolare la risposta al gradino del sistema lineare

con la condizione iniziale

13 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

𝑥 =−1 10 −2

𝑥 +01

𝑢

𝑦 = 1 0 𝑥

𝑥 0 = 𝑥0 =11

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Esempi

Calcolare la risposta al gradino del sistema lineare

con la condizione iniziale

Calcolare la risposta anche per 𝑢 𝑡 = 𝑡1 𝑡 e per 𝑢 𝑡 = sin(2𝑡) 1 𝑡 .

14 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

𝑥 =0 −21 −3

𝑥 +1

−1𝑢

𝑦 = 0 1 𝑥 + 3𝑢

𝑥 0 = 𝑥0 =0

−1

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Esempi

Calcolare la risposta al gradino del sistema lineare

con la condizione iniziale

15 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

𝑥 =1 1

−1 1𝑥 +

10

𝑢

𝑦 = 1 −1 𝑥

𝑥 0 = 𝑥0 =00

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Modi di Evoluzione

I termini notevoli che compaiono nell’espressione di Φ 𝑠 sono:

Poli reali semplici 1

𝑠 − 𝛼

in corrispondenza di un autovalore reale semplice della matrice dinamica

Poli reali multipli

1

𝑠−𝛼 2

in corrispondenza di un autovalore di molteplicità doppia della matrice dinamica

Poli complessi semplici

𝜔

𝑠− 2+ 2 oppure 𝑠−

𝑠− 2+ 2

in corrispondenza di una coppia di autovalori complessi coniugati in j

Poli complessi multipli (raro)

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Vogliamo adesso studiare che tipo di evoluzione temporale originano questi termini.

Le antitrasformate dei termini che compaiono in Φ 𝑠 si chiamano modi di evoluzione del sistema.

Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18 17

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Polo Reale Semplice

Si consideri l’antitrasformata del polo reale semplice

L’andamento nel tempo di questo termine dipende dal valore di 𝛼:

Se 𝛼 < 0 il modo è convergente

Se 𝛼 = 0 il modo è stazionario

Se 𝛼 > 0 il modo è divergente

Questo tipo di modo si chiama aperiodico.

18 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

1

𝑠 − 𝛼 L −1

𝑒𝛼𝑡1(𝑡)

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Costante di Tempo

Se il modo è convergente il numero positivo

𝜏 = −1

𝛼

si chiama costante di tempo. Essa dà conto del tempo che il modo di

evoluzione impiega ad estinguersi da un punto di vista ingegneristico.

Dopo un tempo pari a 4.6 volte la costante di tempo, l’ampiezza del modo

di evoluzione si riduce a un centesimo del valore iniziale.

19 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Poli Reali Multipli

Consideriamo ad esempio

L’andamento nel tempo di questo termine dipende dal valore di :

Se 𝛼 < 0 il modo è convergente

Se 𝛼 ≥ 0 il modo è divergente

20

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 100

0.05

0.1

0.15

0.2

0.25

0.3

0.35

0.4

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1

𝑠 − 𝛼 2 L −1

𝑡𝑒𝛼𝑡1(𝑡)

1

𝑠 + 1 2

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Poli Complessi Semplici

Consideriamo ad esempio

Un termine di questo tipo contiene oscillazioni modulate da una

esponenziale. Il carattere del modo dipende dal valore di 𝛼:

Se 𝛼 < 0 il modo è convergente

Se 𝛼 = 0 il modo è stazionario

Se 𝛼 > 0 il modo è divergente

Questo tipo di modo si chiama pseudoperiodico

21 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

𝜔

𝑠 − 𝛼 2 + 𝜔2 L −1

𝑒𝛼𝑡sin (𝜔𝑡)1(𝑡)

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Modi Pseudo-Periodici

22

0 1 2 3 4 5 6-1

-0.8

-0.6

-0.4

-0.2

0

0.2

0.4

0.6

0.8

1

2261

6

s

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Modi Pseudo-Periodici

23

0 1 2 3 4 5 6-1

-0.8

-0.6

-0.4

-0.2

0

0.2

0.4

0.6

0.8

1

2261

6

s

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Pulsazione Naturale e Coefficiente di Smorzamento

Per i modi pseudo-periodici oltre alla costante di tempo 𝜏 = −1

𝛼 si

definiscono la pulsazione naturale

e il coefficiente di smorzamento

24

2 2

n

22

Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Coefficiente di Smorzamento

Se il modo pseudo-periodico è convergente, allora

(0,1]

Se il modo pseudo-periodico è divergente, allora

[-1,0)

Nel caso di modo convergente uno piccolo significa che il modo pseudo-

periodico compie molte oscillazioni prima di estinguersi.

25 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Esempi di risposte con diverso coefficiente smorzamento

26 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

ζ

ζ

ζ

ζ

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Formula di Lagrange

Dato il sistema LTI

𝑥 𝑡 = 𝐴𝑥 𝑡 + 𝐵𝑢 𝑡 , 𝑥 𝑡0 = 𝑥0

𝑦 𝑡 = 𝐶𝑥 𝑡 + 𝐷𝑢 𝑡

il movimento dello stato può essere calcolato direttamente nel tempo

mediante la formula di Lagrange

𝑥 𝑡 = 𝑒𝐴 𝑡−𝑡0 𝑥0 + 𝑒𝐴 𝑡−𝜏 𝐵 𝑢 𝜏 𝑑𝜏𝑡

𝑡0, 𝑡 ≥ 𝑡0

Il movimento dell’uscita risulta, quindi, essere

𝑦 𝑡 = 𝐶𝑒𝐴 𝑡−𝑡0 𝑥0 + 𝐶 𝑒𝐴 𝑡−𝜏 𝐵 𝑢 𝜏 𝑑𝜏𝑡

𝑡0+ 𝐷 𝑢(𝑡), 𝑡 ≥ 𝑡0

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Calcolo dell’evoluzione nel tempo

La matrice 𝐴 ha autovalori reali distinti se e solo se è diagonalizzabile; in

questo caso (prendendo 𝑡0 = 0), si ha

𝑒𝐴𝑡 = 1

𝑖!(𝐴 𝑡)𝑖

𝑖=0

= 𝑇𝐷−1

1

𝑖!(𝐴 𝑡)𝑖

𝑖=0

𝑇𝐷

= 𝑇𝐷−1 diag 𝑒𝜆1𝑡, 𝑒𝜆2𝑡, … , 𝑒𝜆𝑛𝑡 𝑇𝐷

Nel caso di matrice non diagonalizzabile (autovalori con multeplicità

maggiore di uno), si deve ricorrere alla forma di Jordan (v. testo per

approfondimenti).

Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18 28

L’esponenziale di una matrice 𝑀 è definito come

𝑒𝑀 = 1

𝑖!𝑀𝑖

𝑖=0

= 𝐼𝑛 + 𝑀 +𝑀2

2!+ ⋯

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Formula di Lagrange

Per verificare che la funzione data è soluzione dell’eq. di stato, utilizziamo la

seguente formula di derivazione

𝑑

𝑑𝑡 𝑓 𝑡, 𝜏 𝑑𝜏

𝑏 𝑡

𝑎 𝑡

= 𝑓 𝑡, 𝑏 𝑡𝑑𝑏 𝑡

𝑑𝑡− 𝑓 𝑡, 𝑎 𝑡

𝑑𝑎 𝑡

𝑑𝑡+

𝑑

𝑑𝑡𝑓 𝑡, 𝜏 𝑑𝜏

𝑏 𝑡

𝑎 𝑡

Derivando la formula di Lagrange (per 𝑡0 = 0), otteniamo

𝑥 𝑡 =𝑑

𝑑𝑡𝑒𝐴𝑡𝑥0 + 𝑒𝐴 𝑡−𝑡 𝐵𝑢 𝑡 +

𝑑

𝑑𝑡𝑒𝐴 𝑡−𝜏 𝐵 𝑢 𝜏 𝑑𝜏

𝑡

0

= 𝐴𝑒𝐴𝑡𝑥0 + 𝐵𝑢 𝑡 + 𝐴𝑒𝐴 𝑡−𝜏 𝐵𝑢 𝜏 𝑑𝜏

𝑡

0

= 𝐴 𝑒𝐴𝑡𝑥0 + 𝑒𝐴 𝑡−𝜏 𝐵𝑢 𝜏 𝑑𝜏

𝑡

0

+ 𝐵𝑢 𝑡 = 𝐴𝑥 𝑡 + 𝐵𝑢 𝑡

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Convoluzione nel dominio del tempo

Nelle formule precedenti appare un integrale di convoluzione

Date due funzioni 𝑓1 e 𝑓2, il loro prodotto di convoluzione è

𝑓1 𝑡 ∗ 𝑓2 𝑡 = 𝑓1 𝜏

+∞

−∞

𝑓2 𝑡 − 𝜏 𝑑𝜏

= 𝑓1 𝑡 − 𝜂

+∞

−∞

𝑓2 𝑡 𝑑𝜂 = 𝑓2 𝑡 ∗ 𝑓1 𝑡

La trasformata di Laplace gode della seguente proprietà

ℒ 𝑓1 ∗ 𝑓2 = 𝐹1 𝑠 𝐹2 𝑠

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Convoluzione nel dominio del tempo

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Risposta all’impulso

Consideriamo un sistema LTI asintoticamente stabile, con fdt 𝐺 𝑠 ,

soggetto ad un ingresso impulsivo 𝑢 𝑡 = 𝛿 𝑡

Utilizzando la trasformata di Laplace ricaviamo facilmente che

𝑋𝛿 𝑠 = Φ 𝑠 𝐵 𝑈 𝑠 = Φ 𝑠 𝐵

𝑌𝛿 𝑠 = 𝐺 𝑠 𝑈 𝑠 = 𝐺 𝑠

Quindi l’antitrasformata della fdt è anche la risposta forzata all’impulso

Applicando la formula di Lagrange otteniamo, nel dominio del tempo,

𝑥𝛿 𝑡 = 𝑒𝐴𝑡𝐵

𝑦𝛿 𝑡 = 𝐶𝑒𝐴𝑡𝐵 + 𝐷 imp 𝑡

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Risposta all’impulso

A partire dalla risposta all’impulso è possibile calcolare la risposta forzata del

sistema a qualsiasi altro segnale 𝑢(𝑡)

𝑥 𝑡 = 𝑥𝛿 𝑡 ∗ 𝑢 𝑡 = 𝑥𝛿 𝑡 − 𝜏 𝑢 𝜏 𝑑𝜏

−∞

= 𝑥𝛿 𝑡 − 𝜏 𝑢 𝜏 𝑑𝜏

𝑡

0

= 𝑒𝐴 𝑡−𝜏 𝐵 𝑢 𝜏 𝑑𝜏

𝑡

0

𝑦 𝑡 = 𝑦𝛿 𝑡 ∗ 𝑢 𝑡 = 𝑦𝛿 𝑡 − 𝜏 𝑢 𝜏 𝑑𝜏

−∞

=

= 𝐶 𝑒𝐴 𝑡−𝜏 𝐵 𝑢 𝜏 𝑑𝜏

𝑡

0

+ 𝐷 𝑢(𝑡)

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Stabilità Asintotica

Un sistema lineare si dice essere asintoticamente stabile se i modi di evoluzione sono tutti convergenti.

Ciò accade se tutti gli autovalori di A sono a parte reale negativa.

In un sistema asintoticamente stabile l’evoluzione libera tende asintoticamente a zero qualunque sia la condizione iniziale; l’evoluzione forzata si mantiene limitata qualunque sia l’ingresso (purché anch’esso limitato).

34 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Instabilità

Un sistema lineare si dice essere instabile se esiste almeno un modo di

evoluzione divergente.

Ciò accade se si verificano una o entrambe le seguenti condizioni

almeno un autovalore di A possiede parte reale positiva

almeno un autovalore possiede parte reale nulla con molteplicità

maggiore di uno.

In un sistema instabile l’evoluzione libera può tendere all’infinito;

l’evoluzione forzata può tendere all’infinito anche se l’ingresso è limitato.

35 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Stabilità Semplice

Un sistema lineare si dice semplicemente stabile se non esistono modi di

evoluzione divergenti, ma possono esistere modi stazionari.

Ciò accade se tutti gli autovalori di A posseggono parte reale negativa o

nulla e gli autovalori con parte reale nulla hanno molteplicità unitaria.

In un sistema semplicemente stabile l’evoluzione libera non diverge ma può

non tendere a zero; l’evoluzione forzata può tendere all’infinito anche se

l’ingresso è limitato.

36 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Esempi di Studio della Stabilità

Studiare la stabilità del sistema

37

Questo sistema è asintoticamente stabile perché gli autovalori sono tutti a

parte reale negativa.

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𝑥 =0 1

−1 −2𝑥 +

01

𝑢

𝑦 = 1 0 𝑥

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Esempi di Studio della Stabilità

Studiare la stabilità del sistema

38

Questo sistema è instabile perché c’è un autovalore a parte reale positiva

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𝑥 =0 1

−1 2𝑥 +

01

𝑢

𝑦 = 1 0 𝑥

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Esempi di Studio della Stabilità

Studiare la stabilità del sistema

39

Questo sistema è semplicemente stabile perché c’è un autovalore nullo e

uno a parte reale negativa.

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𝑥 =0 10 −1

𝑥 +01

𝑢

𝑦 = 1 0 𝑥

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Esempi di Studio della Stabilità

Studiare la stabilità del sistema avente funzione di trasferimento

40

2

1( )

( 5)

sW s

s s

Il sistema è instabile perché ha una coppia di poli nell’origine

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Una Risposta Importante: la Risposta Indiciale

La risposta indiciale è la risposta forzata al gradino unitario.

Essa ha grande importanza per almeno due motivi:

In molti impianti industriali il controllo del sistema avviene usando come ingressi segnali costanti nel tempo

La risposta indiciale fornisce molte informazioni sul comportamento del sistema e quindi risulta molto utile per studiare per via sperimentale quei sistemi per i quali è difficile trovare un modello analitico

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Valore Iniziale della Risposta

Il valore iniziale della risposta indiciale è sempre 0 a meno che il sistema non

sia (semplicemente) proprio. Infatti applicando il teorema del valore iniziale

si ha

42

(0) lim ( )

1lim ( )

0 se il sistema è strettamente propriolim ( )

0 altrimenti

s

s

s

y sY s

sW ss

W s

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Valore Iniziale della Derivata

Applicando iterativamente il teorema del valore iniziale si può anche

ricavare un’altra informazione: quante sono le derivate nulle nell’origine.

Questa informazione è importante perché ci permette di capire come parte

la risposta indiciale.

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Valore Finale della Risposta

Il valore finale della risposta indiciale coincide con 𝑊(0), infatti applicando

il teorema del valore finale si ha

Tale valore viene anche detto guadagno statico del sistema

44

0

0

0

lim ( ) lim ( )

1lim ( )

lim ( ) (0)

t s

s

s

y t sY s

sW ss

W s W

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Sistemi del Primo Ordine senza Zeri

Un sistema del primo ordine asintoticamente stabile è caratterizzato dalla fdt

Effettuando l’antitrasformata di Y s =1

s𝑊(𝑠) si ottiene

45

( ) 01

kW s

s

/( ) 1 1( )

ty t k e t

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Sistemi del Primo Ordine senza Zeri

L’andamento tipico della risposta indiciale di un sistema del primo ordine è

riportata di seguito.

46 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Tempo di Assestamento

Si noti che il raggiungimento del valore finale è legato all’estinzione del

termine 𝑒−𝑡/𝜏.

Dunque, dopo un tempo pari a 4-5 volte la costante di tempo 𝜏, si può

ritenere, da un punto di vista ingegneristico, che la risposta 𝑦(𝑡) abbia

raggiunto il suo valore finale.

47 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Sistemi del Secondo Ordine con Poli Reali e senza Zeri

La fdt (sistema asintoticamente stabile) è

Effettuando l’antitrasformata di W(s)/s si ottiene

48

1 2

1 2

( ) 0 01 1

kW s

s s

1 2/ /1 2

1 2 1 2

( ) 1 1( )t t

y t k e e t

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Sistemi del Secondo Ordine con Poli Reali e senza Zeri

L’andamento tipico della risposta indiciale di un sistema con due poli reali e

senza zeri è riportato di seguito.

49 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Sistema del Secondo Ordine con Due Poli Reali e uno Zero

La fdt (sistema asintoticamente stabile) è

Effettuando l’antitrasformata di W(s)/s si ottiene

50

1 2

1 2

(1 )( ) 0 0

1 1

k sTW s

s s

1 2/ /1 2

1 2 1 2

( ) 1 1( )t tT T

y t k e e t

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Sistema del Secondo Ordine con Due Poli Reali e uno Zero

In presenza di uno zero reale l’andamento temporale della

risposta indiciale dipende fortemente dalla posizione dello zero.

Nel seguito sono riportati tre andamenti tipici:

a) Zero positivo

b) Zero negativo più vicino all’origine del piano complesso rispetto ai poli

c) Zero negativo più lontano dall’origine del piano complesso rispetto ai poli

51 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Sistema del Secondo Ordine con Due Poli Reali e uno Zero

52 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Sistema con Due Poli Complessi Coniugati senza Zero

Un sistema del genere possiede una fdt del tipo

Calcolando l’antitrasformata di Y s = 𝑊 𝑠1

𝑠 si ottiene

53 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

0 < ζ < 1 𝑊 𝑠 =𝑘

1 +2ζ𝜔𝑛

𝑠 +𝑠2

𝜔𝑛

𝑦 𝑡 = 𝑘 1 −1

1 − ζ2𝑒−ζ𝜔𝑛𝑡 cos 1 − ζ2 𝜔𝑛𝑡 − atan

ζ

1 − ζ21(𝑡)

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Sistema con Due Poli Complessi Coniugati senza Zero

L’andamento dell’uscita dipende fortemente dal valore di ζ . Nel seguito

saranno considerati tre casi

ζ piccolo (ζ = 0.1)

ζ = 0.5

ζ grande (ζ = 0.9)

54 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Sistema con Due Poli Complessi Coniugati senza Zero

55 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

ζ

ζ

ζ

ζ

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Parametri della Risposta Indiciale

Nel seguito è riportata una tipica risposta indiciale di un sistema del secondo

ordine, con indicazione di alcuni parametri caratteristici:

𝑇max : istante in cui è attinto il massimo della risposta

𝑦max : valore massimo della risposta

𝑦∞ : valore finale della risposta al gradino (in figura = 1)

𝑇𝑎 : tempo di assestamento all’휀% (tempo affinché 𝑦(𝑡) entri nella fascia

𝑦∞(10.01휀) )

𝑆% = 100𝑦max−𝑦∞

𝑦∞ : massima sovraelongazione percentuale

56 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Parametri della Risposta Indiciale

57 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Calcolo dei Parametri

Si può dimostrare che:

58 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

𝑇𝑚𝑎𝑥 =𝜋

𝜔𝑛 1 − ζ2

𝑦𝑚𝑎𝑥 = 𝑘 1 + exp − ζ𝜋

1 − ζ2

𝑆% = 100 exp − ζ𝜋

1 − ζ2

𝑇𝑎 ≅ −ln 0.01휀

ζ𝜔𝑛, 휀 = 1 ⟹ 𝑇𝑎1 ≅

4.6

ζ𝜔𝑛

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Sovraelongazione Percentuale

59 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

ζ

ζ

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Esempi

Tracciare qualitativamente l’andamento della risposta indiciale dei sistemi

con le seguenti fdt

60 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

𝑊 𝑠 =4

𝑠2 + 𝑠 + 2 𝑊 𝑠 =

4

𝑠2 + 2𝑠 + 3

𝑊 𝑠 = −4s

𝑠2 + 𝑠 + 2 𝑊 𝑠 =

4s + 1

𝑠2 + 𝑠 + 2

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Risposta a Regime e in Transitorio

Consideriamo un sistema asintoticamente stabile.

Si chiama risposta a regime 𝑦𝑟(𝑡), se esiste, ciò che rimane della risposta

complessiva 𝑦(𝑡), dopo che è passato un tempo infinito dall’applicazione

dell’ingresso.

Si chiama risposta transitoria 𝑦𝑡 𝑡 la differenza tra la risposta

complessiva e quella a regime; dunque 𝑦𝑡 𝑡 = 𝑦 𝑡 − 𝑦𝑟 𝑡 .

61 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Risposta a Regime e in Transitorio

Ad esempio consideriamo la risposta a gradino. In questo caso si ha nel

dominio di Laplace

Per quanto riguarda la risposta in evoluzione libera, cioè

se il sistema è asintoticamente stabile, essa tende a zero quando t

(ingegneristicamente dopo 4-5 volte la più grande costante di tempo del

sistema).

62

0

1( ) ( ) ( )Y s C s x W s

s

1

0( ) ( )

ly t L C s x

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Risposta a Regime e in Transitorio

Consideriamo ora la risposta forzata, cioè

• Quando si effettua l’antitrasformata c’è una parte di essa che dipende dai

poli del sistema e che quindi tende a zero quando 𝑡 → ∞; la restante parte,

che dipende dall’ingresso, permane e costituisce proprio la risposta a regime.

• Nel caso del gradino si ha 𝑦𝑟 𝑡 = 𝑊(0).

63

1 1( ) ( )

fy t L W s

s

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Risposta a Regime e in Transitorio

64 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

ζ

ζ

ζ

ζ

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Risposta a Regime ad Ingresso Sinusoidale

Consideriamo un sistema lineare tempo-invariante avente per fdt 𝑊(𝑠) e

soggetto ad un ingresso sinusoidale.

𝑊(𝑠) asintoticamente stabile.

65

𝑊(𝑠)

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𝑢 𝑡 = 𝑈 sin(𝜔0𝑡 + 𝜑) 𝑦(𝑡)

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Risposta a Regime ad Ingresso Sinusoidale

Si dimostra, in questo caso, il seguente fondamentale risultato per quanto

riguarda la risposta a regime.

Nel prossimo esempio consideriamo la risposta forzata all’ingresso

𝑢 𝑡 = sin 2𝑡 1 𝑡 del sistema avente come fdt

66 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

𝑦𝑟 𝑡 = 𝑈 𝑊 𝑠 𝑠=𝑗𝜔0sin 𝜔0𝑡 + 𝜑 + ∠𝑊 𝑠

𝑠=𝑗𝜔0

𝑊 𝑠 =1

𝑠2 + 𝑠 + 1

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Risposta a Regime ad Ingresso Sinusoidale

67 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Azione Filtrante

Un ingresso sinusoidale avente pulsazione 𝜔 viene amplificato o meno a

regime a seconda del valore di 𝑊 𝑗𝜔 .

Dunque, dato un sistema lineare, si può presentare la situazione in cui due

ingressi sinusoidali aventi pulsazione 𝜔1 e 𝜔2 possono essere l’uno

amplificato e l’altro ridotto a regime. Inoltre essi sono sfasati in modo

diverso.

Vediamo qualche esempio.

68 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Azione Filtrante

Dato un sistema avente fdt 𝑊(𝑠), supponiamo che in ingresso a questo sistema vi sia un segnale periodico.

Un segnale periodico, sotto opportune ipotesi, si può vedere come la somma di infiniti segnali sinusoidali (sviluppo in serie di Fourier).

Ovviamente il sistema amplifica o lascia passare inalterati alcuni termini della somma e riduce gli altri. Inoltre ciascun termine risulta sfasato in modo diverso.

In altri termini il sistema introduce distorsioni di fase e di ampiezza.

69 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18

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Funzione di Risposta Armonica

Da questa discussione si capisce che le proprietà “filtranti” di un sistema

dinamico dipendono dal modulo e dalla fase della funzione complessa

𝑊(𝑗).

Tale funzione si chiama Funzione di Risposta Armonica del sistema.

È di fondamentale importanza, dunque, saper tracciare rapidamente

l’andamento del modulo e della fase di 𝑊(𝑗).

70 Prof. Carlo Cosentino Fondamenti di Automatica, A.A. 2017/18