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1 Appunti di Teoria dei Sistemi - Anno 2002-2003 – Prof. Laura Giarrè 2.4.3 Matrici e funzioni di Trasferimento Consideriamo un sistema lineare tempo-invariante e poniamoci nel dominio trasformato; le formule 2.29) e 2.30) forniscono, rispettivamente, l’uscita per un sistema tempo-continuo ed un sistema tempo-discreto. Se supponiamo nulle le condizioni iniziali si ottiene ) ( ] ) ( [ ) ( 1 s U D B A sI C s Y + = ) ( ] ) ( [ ) ( 1 z U D B A zI C z Y + = che, nel dominio trasformato, forniscono delle rappresentazioni ingresso/uscita per il sistema dato. Se il sistema è MIMO (Multiple Input, Multiple Output) si definisce Matrice di Trasferimento la matrice m p x m p x p m z H D B A zI c z U z Y z H s H D B A sI c s U s Y s H y u × = × = × × + = = + = = ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( ) ( 1 0 ) 0 ( 1 0 ) 0 ( 1 1 2.31) Nel caso in cui p=m=1 il sistema si dice SISO (Single Input, Single Output) e la matrice di trasferimento si riduce ad una funzione scalare che prende appunto il nome di funzione di trasferimento; la sua antitrasformata fornisce la risposta impulsiva del sistema; infatti se supponiamo di applicare in ingresso un impulso si ha )] ( [ )] ( [ ) ( ) ( ) ( 1 ) ( 1 1 s H L s Y L t h s H s Y s U = = = = 2.32) Nel caso MIMO, invece, se supponiamo che il sistema presenta m ingressi e p uscite si ha

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  • 1

    Appunti di Teoria dei Sistemi - Anno 2002-2003 – Prof. Laura Giarrè

    2.4.3 Matrici e funzioni di Trasferimento

    Consideriamo un sistema lineare tempo-invariante e poniamoci nel dominio

    trasformato; le formule 2.29) e 2.30) forniscono, rispettivamente, l’uscita per un sistema

    tempo-continuo ed un sistema tempo-discreto.

    Se supponiamo nulle le condizioni iniziali si ottiene

    )(])([)( 1 sUDBAsICsY +−= −

    )(])([)( 1 zUDBAzICzY +−= −

    che, nel dominio trasformato, forniscono delle rappresentazioni ingresso/uscita per il

    sistema dato.

    Se il sistema è MIMO (Multiple Input, Multiple Output) si definisce Matrice di

    Trasferimento la matrice

    mp

    x

    mp

    x

    pm

    zHDBAzIczUzYzH

    sHDBAsIcsUsYsH

    yu

    ×−

    =

    ×−

    =

    ××

    ℜ∈+−==

    ℜ∈+−==

    ℜ∈ℜ∈

    )()()()()(

    )()()()()(

    1

    0)0(

    1

    0)0(

    11

    2.31)

    Nel caso in cui p=m=1 il sistema si dice SISO (Single Input, Single Output) e la matrice

    di trasferimento si riduce ad una funzione scalare che prende appunto il nome di funzione

    di trasferimento; la sua antitrasformata fornisce la risposta impulsiva del sistema; infatti se

    supponiamo di applicare in ingresso un impulso si ha

    )]([)]([)()()(1)( 11 sHLsYLthsHsYsU −∂−

    ∂ ==⇒=⇒= 2.32)

    Nel caso MIMO, invece, se supponiamo che il sistema presenta m ingressi e p uscite si

    ha

  • 2

    =

    )()()(

    )(

    )()()(

    )(

    21

    11211

    sHsHsH

    sH

    sHsHsH

    sH

    pmpp

    ij

    m

    il generico termine Hij(s) rappresenta, nel dominio di s, la risposta yi(s) ad un impulso

    applicato all’ingresso uj(s); la sua antitrasformata darà, dunque, la risposta hij(t) presente

    all’uscita yi del sistema quando all’ingresso uj è applicato un impulso (nell’ipotesi che tutti

    gli altri ingressi siano nulli)

    )]([)]([)( 11 sHLsYLth ijiij j−

    ∂− == 2.33)

    La matrice

    == −

    )()()(

    )(

    )()()(

    )]([)(

    21

    11211

    1

    ththth

    th

    ththth

    sHLth

    pmpp

    ij

    m

    prende il nome di matrice delle risposte impulsive.

    Da quanto detto è facile ricavare il legame che sussiste nel dominio del tempo tra

    risposta di un sistema ad un generico ingresso u(t) e risposta all’impulso; tale legame è

    sancito dal cosiddetto integrale di convoluzione

    MIMOcasoiHikuiuikHky

    SISOcasoihikuiuikhky

    DiscretiTempoSistemi

    MIMOcasodHtudutHty

    SISOcasodhtuduthty

    ContinuiTempoSistemi

    k

    i

    k

    i

    k

    i

    k

    i

    t t

    o

    t t

    o

    ∑∑

    ∑∑

    ∫ ∫

    ∫ ∫

    ==

    ==

    −=−=

    −=−=

    −=−=

    −=−=

    00

    00

    0

    0

    )()()()()(

    )()()()()(

    )()()()()(

    )()()()()(

    ττττττ

    ττττττ

    Se consideriamo la formula dell’inversa di una matrice

    )det()(1

    AAAggA =−

    si ottiene, nel caso di un sistema TC,

  • 3

    DBAsIAsIAggCsH +

    −−=

    )det()()(

    Nel dominio trasformato i sistemi si possono classificare in:

    1. Sistema strettamente proprio: Un sistema si dice strettamente proprio quando

    D=0. In questo caso il grado del numeratore della funzione di trasferimento (per sistemi

    SISO) o di ciascun termine della matrice di trasferimento (per sistemi MIMO) può al più

    essere uguale a n-1, se n è la dimensione del sistema, mentre quello del denominatore è n.

    2. Sistema non strettamente proprio: Un sistema si dice non strettamente proprio

    quando D≠0. In questo caso il grado del numeratore della funzione di trasferimento (per

    sistemi SISO) o di ciascun termine della matrice di trasferimento (per sistemi MIMO) può

    al più essere uguale a quello del denominatore e cioè n, se n è la dimensione del sistema.

    3. Sistema non proprio: Un sistema si dice non proprio quando D≠0 ed il grado del

    numeratore è maggiore di quello del denominatore.

    Noi prenderemo in considerazione prevalentemente sistemi non strettamente propri e

    sistemi strettamente propri.

    E’ molto utile, inoltre, dare la definizione di zeri e poli di un sistema, perché vedremo

    giocano un ruolo importante nella discussione delle proprietà strutturali e di stabilità di un

    sistema:

    4. Zeri di un sistema: Si definiscono zeri di un sistema le radici del numeratore

    della f.d.t. (nel caso SISO) o dei numeratori dei termini della matrice di trasferimento

    (nel caso MIMO). Un sistema MIMO può possedere più zeri con molteplicità diversa nello

    stesso punto del dominio di Laplace o del piano complesso.

    5. Poli di un sistema: Si definiscono poli di un sistema le radici del denominatore

    della f.d.t. (nel caso SISO) o dei denominatori dei termini della matrice di trasferimento

    (nel caso MIMO). Un sistema MIMO può possedere più poli con molteplicità diversa nello

    stesso punto del dominio di Laplace o del piano complesso.

    Da notare che, in un sistema SISO, poli e autovalori coincidono se e solo se

    nell’espressione della f.d.t non ci sono cancellazioni tra termini comuni a numeratore e

    denominatore; ciò invece può non essere vero per i sistemi MIMO dove poli ed autovalori

    possono coincidere anche in presenza di cancellazioni in alcuni termini.

    Ciò significa che, in generale, per un sistema nel passaggio da una rappresentazione

    i/s/u ad una rappresentazione i/u può avvenire una perdita di informazione circa gli

    autovalori del sistema a causa della presenza di eventuali cancellazioni tra binomi comuni

    a numeratore e denominatore della f.d.t. (o dei termini della m.d.t); tale perdita accade

  • 4

    puntualmente in sistemi SISO nelle condizioni suddette, mentre può non verificarsi per un

    sistema MIMO nel caso in cui gli autovalori che subiscono cancellazioni in alcuni termini

    rimangono in ogni caso presenti in altri termini.

    2.5 Interconnessione di sistemi

    Si possono distinguere due fondamentali connessioni tra sistemi:

    1. Connessione serie

    2. Connessione parallelo

    Analizziamole distintamente

    Connessione serie

    Due sistemi si dicono interconnessi in serie quando uno dei due sistemi è pilotato

    dall’altro

    u u1 H1(s) y1=u2 H2(s) y2 y

    u = u1

    y1 = u2

    =

    2

    1

    xx

    x

    y = y2

    ++=++=++=

    +=•

    uDDxCDxCYuDBxCBxAuDxCBxAx

    uBxAx

    1211222

    12112221112222

    111

    )(1

    La rappresentazione del sistema complessivo si ottiene ponendo y1=u2

    [ ] uDDxCCDY

    uDB

    Bx

    ACBA

    x

    12212

    12

    1

    212

    1 0

    +=

    +

    =

    Passando nel dominio trasformato si ha

  • 5

    )()()()()()()()()()()()()()()(

    211212222

    11

    sHsHsHsUsHsHsYsHsUsHsYsYsUsHsY

    =⇒=====

    Nel caso di sistemi MIMO bisogna stare attenti all’ordine delle matrici.

    Connessione parallela

    Due sistemi si dicono interconnessi in parallelo quando gli ingressi coincidono e le

    uscite si sommano.

    H1(s) y1

    u y

    y2 H2(s)

    =

    2

    1

    xx

    x

    +++=+=

    +=•

    uDxCuDxCYuBxAx

    uBxAx

    222111

    111

    111

    1

    1

    La rappresentazione del sistema complessivo è

    [ ] uDDxCCY

    uBB

    xA

    Ax

    )(0

    0

    1221

    2

    1

    2

    1

    ++=

    +

    =

    Passando nel dominio trasformato si ha

    )()()()())()(()()()()()()()()()(

    212121

    2211

    sHsHsHsUsHsHsYsYsYsUsHsYsUsHsY

    +=⇒+=+===

  • 6

    3. Modelli ARMA di un sistema LTI e loro identificabilità

    Abbiamo prima visto com’è possibile ottenere una rappresentazione nello spazio degli

    stati di un sistema LTI, partendo da una rappresentazione ingresso/uscita; il metodo da noi

    usato si basa su uno studio nel dominio del tempo attraverso il quale si cerca di

    determinare una rappresentazione i/s/u del sistema dopo un’opportuna scelta del vettore di

    stato.

    In molti casi può essere conveniente lavorare nel dominio trasformato, cercando di

    ottenere una rappresentazione nello spazio degli stati a partire dalla matrice di

    trasferimento del sistema, ottenuta mediante trasformazione della rappresentazione i/u

    (ovviamente tale metodo è valido solo per condizioni iniziali nulle).

    In pratica, prendendo per esempio un sistema LTI-TD con rappresentazione ingresso-

    uscita

    (modello ARMA)

    si opera una trasformazione che, supponendo nulle le condizioni iniziali, permette di

    ottenere la f.d.t. del sistema

    )()()()(

    )()()(

    )()()()()(

    212

    21

    221221

    zUzDzNzY

    azazbzb

    zUzYzH

    zzUb

    zzUb

    zzYa

    zzYazY

    =⇒++

    +==

    +=++

    A questo punto si sostituisce, in N(z) e D(z), la variabile z con l’operatore p, il qual è un

    operatore che applicato ad una funzione f(k) ne provoca una traslazione in avanti; in

    pratica nel passo successivo si ottiene

    )()()()( ku

    pDpNky =

    Definendo una variabile ausiliaria

    )()(

    1)( kupD

    kx =

    si ottiene

    )()1()()()()()()()()1()2()()()()()()(

    2121

    21212

    kxbkxbkxbzbkxpNkykukxakxakxkukxazazkukxpD

    ++=+===++++⇒=++⇒=

    Prendendo, allora, come vettore di stato

    +=

    )1()(

    )(kx

    kxkz

  • 7

    si ottiene

    [ ] )()(

    )(10

    )(10

    )2()1(

    )1(

    12

    12

    kzbbky

    kukzaakx

    kxkz

    =

    +

    −−=

    ++

    =+

    Analogo discorso per i sistemi TC dove l’operatore p s’identifica con quello di

    derivazione e non con quello di traslazione come accade nei sistemi TD.

    E’ ovvio che anche con questo metodo la dimensione del sistema dipende molto dalla

    scelta del vettore di stato; una cosa è certa, qualunque sia la realizzazione del sistema

    questa deve ammettere gli stessi autovalori di ogni altra (cambiando dimensione

    dovrebbero cambiare il numero di autovalori, ma non perché non ci sono, semplicemente

    perché si cancellano durante il calcolo della f.d.t per cui non sono visibili esternamente)

    nonché la stessa f.d.t. o m.d.t. Analogo discorso per i sistemi TC dove l’operatore p

    s’identifica con l’operatore di derivazione.

    3.1 Determinazione di una rappresentazione i/u a partire da una rappresentazione

    i/s/u

    Abbiamo visto che una f.d.t. di un sistema non è altro che una sua rappresentazione i/u

    nell’ipotesi che lo stesso sistema si evolva a partire dallo stato zero.

    Ciò implica che un modo per ottenere una rappresentazione i/u di un sistema a partire da

    una sua rappresentazione i/s/u è di determinare la f.d.t del sistema,

    )()()()( zU

    zDzNzY =

    sostituire, in N(z) e D(z), la variabile z con l’operatore p (di traslazione nel caso TD e di

    derivazione nel caso TC)

    pinpolinomiPNepD

    kupNkypDkupDpNky

    )()(

    )()()()()()()()( =⇒=

    e quindi sviluppare entrambi i membri della relazione ottenuta tenendo presente che

    TCkfkfpTDnkfkfp

    nn

    n

    )()()()(

    )(=

    +=

  • 8

    3.2 dentificabilità o taratura dei modelli ARMA di un sistema LTI

    3.2.1 Assenza di errori sull’ingresso e sull’uscita:

  • 9

  • 10

  • 11

    3.2.2Presenza di errori sull’ingresso e sull’uscita:

  • 12

    4. STABILITA’ INTERNA ALLA LYAPUNOV

    Le nozioni di stabilità interna che ci proponiamo di introdurre forniscono indicazioni

    circa il comportamento del sistema nell’intorno di un suo punto d’equilibrio; in pratica

    servono a stabilire se una piccola perturbazione, da x0, provoca una risposta nello stato del

    sistema che si estingue nel tempo (lo stato tende, dopo un piccolo scostamento, di nuovo a

    x0), che converge ad un altro stato x o addirittura divergente.

    Nell’introdurre queste nozioni di stabilità, è bene premettere che, noi considereremo

    prevalentemente il caso in cui il punto d’equilibrio x0 sia isolato (in realtà i sistemi

    dinamici possono avere più punti d’equilibrio ed, addirittura, quelli non lineari possono

    avere punti d’equilibrio periodici) e coincidente con l’origine (ciò non è restrittivo perché

    possiamo sempre ricondurci a questo caso tramite una traslazione di coordinate).

    4.1 Asintotica stabilità (locale) e stabilità nel senso di Lyapunov

    Un sistema si dice asintoticamente stabile attorno al suo punto d’equilibrio se soddisfa

    le seguenti condizioni

    a. 0101 )()(00 tttxtxsechetale ≥∀∀ εε

    (Questa condizione richiede che la traiettoria di stato debba essere confinata in una

    piccola sfera di raggio ε, centrata nel punto d’equilibrio, nell’ipotesi che il sistema si

    evolva da un’arbitraria condizione iniziale che cada in una piccola sfera di raggio δ1>0

    sufficientemente piccolo)

    b. ∞→→∂∃∂ tpertxalloratxsechetale 0)()(0 202

    Se un sistema soddisfa soltanto la prima condizione si dice stabile nel senso di

    Lyapunov o semplicemente stabile (i.s.l); in questo caso il punto d’equilibrio si dice

    marginalmente stabile.

    Se un sistema soddisfa entrambe le condizioni si dice asintoticamente stabile e con lui il

    suo punto d’equilibrio.

    Se un sistema non soddisfa la prima condizione si dice instabile così come il suo punto

    d’equilibrio. N.B.: ESISTONO SISTEMI NON LINEARI CHE SODDISFANO LA SECONDA CONDIZIONE SENZA

    SODDISFARE LA PRIMA.

  • 13

    ESEMPIO: Consideriamo il seguente sistema LTI-TC

    ��

    ���

    ===+=

    )0,(),(

    xgxyuxfbuaxx

    determinare

    (a) PUNTI D’EQUILIBRIO: −−−−−−

    −=+== uabxubxauxf 0),(0

    (b) SOLUZIONE:

    Operiamo una traslazione di coordinate

    0)(sup)()(

    )()(

    )()()(

    0000 ≠=−=

    =+==

    +=−=

    −••

    −−

    txponendozxtxtz

    tazubaxxtz

    uabtxxtxtz

    Integrando si ottiene

    ��

    ��

    ==

    ∞=>

    =<

    +−==

    ∞→

    ∞→

    ∞→

    −−

    ;)(lim0

    ;)(lim0

    ;sin0)(lim0

    ])([)()( 00

    semplicestabilitàxtza

    àinstabilittza

    stabilitàtoticaatza

    xxtxetxzetz

    t

    t

    t

    atat

  • 14

    4.2 Stabilità dei sistemi lineari tempo-invarianti

    Vogliamo studiare la stabilità di un sistema LTI non forzato d’equazioni

    Supponiamo che la matrice A sia diagonalizzabile; dalle formule di Lagrange del

    sistema diagonalizzato si ricava

    dove W=V-1.

    Un sistema è stabile se partendo da un punto la sua evoluzione nello stato rimane

    limitata dentro una sfera; dalle precedenti relazioni si deduce che

    TDWxVkx

    TCWxVetxk

    t

    )0()(

    )0()(

    Λ=

    = Λ

    per cui )(tx è limitato se e solo se è limitato

    niTDTCe

    ki

    ti

    ,.......,2,1=λ

    λ

    Quindi un sistema è stabile nel senso di Lyapunov se e solo se

    TDniTCni

    i

    i

    ,....,11,....,10)Re(

    =∀≤=∀≤

    λλ

    Per l’asintotica stabilità è necessario invece che tale disuguaglianza sia in senso stretto

    TDniTCni

    i

    i

    ,....,11,....,10)Re(

    =∀<=∀<

    λλ

    stabileetoticamentasistema sin⇒

  • 15

    Osservazioni:

    • Nel caso in cui un sistema ammetta autovalori immaginari (TC) o con modulo

    unitario (TD) è necessario che tali autovalori abbiano molteplicità unitaria (siano soluzioni

    semplici del polinomio caratteristico della matrice A) affinché il sistema sia

    marginalmente stabile (stabile nel senso di Lyapunov).

    • Se il sistema ammette autovalori immaginari (TC) o di modulo unitario (TD)

    con molteplicità maggiore di uno, o ancora autovalori con parte reale positiva (TC) o con

    modulo maggiore di uno (TD), allora tale sistema è instabile.

    • Nel caso in cui la matrice A non sia diagonalizzabile si ricorre alla matrice di

    JORDAN (sempre tramite traslazione di coordinate) e si dimostra che continuano a valere i

    risultati di prima (vedi espressione matrice eJt a pag. 18).

  • 16

    4.3 Metodo diretto di Lyapunov per sistemi TC-NL-TI

    Consideriamo il seguente sistema TC-NL-TI

    ))(( txfx =•

    4.1)

    che ha un punto d’equilibrio a x=0.

    Consideriamo una funzione continua, scalare V(x) che è nulla nell’origine e positiva in

    un intorno sufficientemente piccolo di essa

    • V(0)=0

    • V(x)>0 per x≠0 e 0

  • 17

    Esempio: Consideriamo il sistema

    )(1)(

    )1()(1

    )()1( 2

    2

    122

    2

    21 kx

    kxkxkx

    kxkx+

    =++

    =+

    il quale ha un solo punto d’equilibrio nell’origine; scegliamo la funzione di Lyapunov

    quadratica 22

    21)( xxxV +=

    quindi

    [ ] [ ]

    [ ] [ ] 0)1)(11)](([)]([

    )(1

    )()(

    )]([)(1

    )(

    )(1

    )()]([)]1([)]([))](([)(

    222

    222

    22

    21

    222

    21

    222

    22

    ≤−+

    =−+

    +=

    =−+

    ++

    =−+=−=•

    kxkxVkxV

    kx

    kxkx

    kxVkx

    kx

    kx

    kxkxVkxVkxVkxfVxV

    per cui x=0 è stabile nel senso di Lyapunov.

    4.5 Funzione quadratica di Lyapunov per sistemi TC-LTI

    Consideriamo il sistema lineare tempo continuo

    )()( tAxtx =•

    4.3)

    e la funzione nT xPxxxV ℜ∈=)(

    dove P è una matrice simmetrica.

    V(x) è una funzione definita positiva se e solo se tutti gli autovalori di P sono positivi.

    Una matrice P che soddisfa

    00 ≠∀> xPxxT

    si dice definita positiva (s’indica con P>0).

    Una matrice P che soddisfa

    00 ≠∀≥ xPxxT

    è chiamata semidefinita positiva (s’indica con P≥0).

    Supponiamo ora che la matrice V(x), candidata come funzione di Lyapunov per il

    sistema, sia così definita

    0)( >= PPxxxV T

    Allora

  • 18

    QxxxPAPAxPAxxPxAxxPxPxxxV TTTTTTTT −=+=+=+=•••

    )()( dove la matrice Q è data da

    PAPAQ T +=−

    Ovviamente il punto d’equilibrio nell’origine è i.s.l. se e solo se Q≥0 (in questo caso

    V(x) è una funzione di Lyapunov) mentre è asintoticamente stabile se e solo se Q>0.

    Possiamo riassumere quanto detto affermando che possiamo trovare una funzione di

    Lyapunov quadratica per il sistema 4.3) scegliendo una matrice simmetrica Q>0 e

    provando a risolvere la seguente equazione (equazione di Lyapunov)

    PAPAQ T +=−

    rispetto a P. se tal equazione ha una soluzione definita positiva (P>0) allora il sistema

    è asintoticamente stabile. Ciò è provato dal seguente teorema.

    Teorema: Dato il sistema dinamico

    )()( tAxtx =•

    ed una Q>0, esiste una soluzione P>0 dell’equazione di Lyapunov

    PAPAQ T +=−

    se e solo se tutti gli autovalori di A sono nel semipiano sinistro. In questo caso la

    soluzione P è unica.

    4.6 Funzione quadratica di Lyapunov per sistemi TD-LTI

    Consideriamo il sistema

    x(k+1)=Ax(k)=f(x(k)) 4.4)

    Se V(x)=xTPx allora

    PxxPAxAxkxVkxfVxV TTT −=−=•

    )]([))](([)(

    Quindi l’equazione di Lyapunov da studiare è

    PPAAQ T −=−

    Teorema: Dato il sistema 4.4) e una Q>0, esiste una soluzione P>0 dell’equazione di

    Lyapunov

    PPAAQ T −=−

    se e solo se tutti gli autovalori di A hanno modulo minore di 1. La soluzione P in questo

    caso è unica.

  • 19

    4.7 Metodo indiretto di Lyapunov: mediante linearizzazione

    Supponiamo che il sistema

    )(xfx =•

    4.5)

    ha un punto di equilibrio in x0=0 (eventualmente si ricorre alla traslazione).

    Supponiamo che il sistema linearizzato nell’intorno dell’origine sia:

    Axx =∂•

    4.6)

    dove

    00=

    ∂∂=

    xxfA

    Vale il seguente teorema.

    Teorema: Se il sistema 4.6) è asintoticamente stabile allora il punto di equilibrio x0=0

    è (localmente) asintoticamente stabile.

    Se il sistema 4.6) è instabile (autovalori di A nel semipiano destro) allora il punto di

    equilibrio x0=0 è instabile.

    Se la matrice A ha autovalori nulli o con parte reale nulla allora il sistema linearizzato

    non può comunicarmi nessun’informazione circa il comportamento del sistema di partenza

    4.5) in x0=0.

    Analoghe considerazioni per i sistemi tempo discreti.

    4.8 Teorema di Lyapunov per la stabilità asintotica globale

    Se una funzione V(x) è l.p.d. nell’intero spazio degli stati, è tale che

    ∞→∞→ xperxV )(

    ed inoltre )(xV•

    è l.n.d. nell’intero spazio degli stati, allora il punto di equilibrio x0=0 è

    asintoticamente globalmente stabile.

    4.9 Stabilità dei sistemi LTV

    La soluzione generale di un sistema LTV non forzato è del tipo

    per cui valgono le due seguenti definizioni

    • Un sistema LTV non forzato è stabile nel senso di lyapunov nell’origine se e

    solo se

  • 20

    • Un sistema LTV non forzato è asintoticamente stabile nell’origine se e solo se

    ot∀

    5 STABILITA’ INGRESSO-USCITA O ESTERNA

    Affronteremo in questo capitolo l’analisi della stabilità esterna di sistemi LTI tempo-

    continui e tempo-discreti. Per stabilità esterna s’intende la proprietà di un sistema di

    mantenere un’uscita limitata quando è forzato con un ingresso anch’esso limitato.

    Per introdurre queste nozioni è necessario, dapprima, presentare le cosiddette misure sui

    segnali, con le quali è possibile ottenere quattro parametri fondamentali:

    1. Ampiezza di picco

    2. Energia

    3. Potenza

    4. Azione

    5.1 Misure sui segnali

    Tenendo conto del fatto che un segnale è una variabile manifesta che dipende dal

    tempo,

    TDZkTCt

    n

    n

    ℜ→

    ℜ→ℜ

    :)(:)(

    ϖϖ

    consideriamo una successone infinita o semi-infinita (qualora t0=0) di valori che un

    segnale assume in instanti di tempo successivi

    5.1)

    La prima misura che possiamo fare su questa successioni di segnali è quella

    dell’ampiezza di picco.

  • 21

    Ampiezza di picco

    L’ampiezza di picco si misura attraverso la norma a uno 1:

    • Tempo discreto: Data la successione 5.1) si definisce norma a uno il massimo

    dell’ampiezza che assume il segnale

    ∞∞== )(sup)(maxsup kk

    kiik

    ϖϖϖ

    • Tempo continuo: Data la successione 5.1) si definisce norma a uno il massimo

    dell’ampiezza che assume il segnale

    ∞∞== )(sup)(maxsup tt

    tiit

    ϖϖϖ

    Esempio:

    >∞<=

    =⇒=∞

    11111

    )(aseasease

    ak k ϖϖ

    Energia

    L’energia si misura attraverso la norma a 2 2; la norma a 2 è la radice quadrata

    dell’energia

    • Tempo discreto:

    ∑∑ ==kk

    T kkk 222

    )()()( ϖϖϖϖ

    • Tempo continuo:

    ∫∫ ==tt

    T ttt 222

    )()()( ϖϖϖϖ

    Esempio:

    ∞≥= ∫∞

    −−

    adtetatet atat

    21)(00)(

    0

    22

    ϖϖ

    Potenza

    La potenza si definisce mediante le seguenti relazioni

    • Tempo discreto:

    ))()(21(lim

    1

    )1(∑−

    −−=∞→=

    N

    Nk

    T

    Nkk

    NP ϖϖϖ

    • Tempo continuo:

  • 22

    ∫−

    ∞→=

    L

    L

    T

    Ltt

    LP ))()(

    21(lim ϖϖϖ

    Come si può notare, la potenza non è una norma perché non soddisfa necessariamente la

    condizione

    00 =⇔= xx

    Un parametro molto utile, legato alla potenza, è il valore quadratico medio dell’energia

    o energia media:

    ϖσρ P=

    Azione del segnale

    L’azione di un segnale è definita mediante la sua norma a 1 1

    • Tempo discreto:

    ∑ ∑∑ ===k k

    n

    ii kk 1

    11

    )()( ϖϖϖ

    • Tempo continuo:

    ∫ ∫∑∞ ∞

    ===

    0 01

    11

    )()( dttdtkn

    ii ϖϖϖ

    Esempio di norme:

    =

    ∞==

    =

    ⇒≥=

    ∫∞

    ∞∞

    01

    0

    22

    0)(

    dtV

    dtV

    V

    tVt

    ϖ

    ϖ

    ϖ

    ϖ222

    1 2

    0

    2 VpVdtVL

    PL

    =⇒== ∫ϖ

    Relazioni fra le norme

    Per un sistema tempo-discreto vale la seguente relazione tra le norme

  • 23

    Bisogna stare attenti inoltre al fatto che se un segnale è a potenza finita non

    necessariamente deve estinguersi nel tempo (si pensi al segnale sinusoidale), a differenza

    di quanto accade per un segnale ad energia limitata.

    5.2 Sistemi BIBO-stabili e Lp-stabili

    Consideriamo un sistema

    u H y

    nel quale l’uscita y è legata all’ingresso u attraverso un operatore generico (anche non

    lineare); un sistema di questo tipo si dice lp-stabile o p-stabile (con ∞= ,2,1p ) se esiste

    una costante finita ℜ∈C tale che

    ppuCy ≤ 5.2)

    Se questa condizione è verificata per ∞=p allora il sistema si dice BIBO-stabile

    (Bounded Input Buonded Output ossia Ingresso Limitato Uscita Limitata).

    Vediamo adesso di determinare delle condizioni attraverso le quali è possibile stabilire

    se un sistema LTI è Bibo-stabile (stabile esternamente) o Lp-stabile.

    Teorema: Consideriamo un sistema LTI-TC con m ingressi e p uscite e matrice delle

    risposte impulsive )]([)( 1 sHLtH −= ; tale sistema è BIBO stabile se e solo se

  • 24

    che soddisfa la 5.2) e quindi il sistema è BIBO stabile.

    Nel caso SISO inoltre vale pure il seguente teorema

    stabileLpèsistemailuHyueHseppp

    ⇒∞

  • 25

    6. PROPRIETA’ STRUTTURALI

    In questo capitolo analizzeremo in dettaglio gli effetti che l’ingresso di un sistema LTI

    può avere sullo stato; in pratica introdurremo le cosiddette proprietà strutturali

    (raggiungibilità, controllabilità e osservabilità) di un sistema LTI.

    Inizieremo la nostra discussione analizzando la proprietà di raggiungibilità per i sistemi

    LTI-TD perché il caso tempo continuo è più difficile da trattare per cui ci limiteremo ad

    estrarre delle considerazioni dall’analisi sui sistemi TD.

    6.1 Raggiungibilità per sistemi LTI-TD

    Consideriamo un sistema LTI-TD

    Ci chiediamo se è possibile scegliere una sequenza di ingressi

    in modo da portare il sistema dallo stato iniziale ( ) 00 =x allo stato obiettivo ( ) xkx ~= ;

    in pratica vogliamo che ad un certo passo k lo stato raggiunga il valore prefissato x~ .

    Se è possibile trovare tale sequenza di ingresso allora lo stato x~ si dice raggiungibile

    in k passi; ovviamente non sempre è possibile trovare tale sequenza per cui non sempre

    uno stato è raggiungibile.

    Vediamo di determinare delle condizioni che ci permettano di stabilire quando uno stato

    del sistema è raggiungibile o meno.

    Se guardiamo la formula di lagrange per un sistema LTI-TD

    ponendo ( ) 00 =x e ( ) xkx ~= si ottiene

    kkURx =~ 6.1)

  • 26

    Otteniamo un sistema lineare di n equazioni in k incognite che ammette soluzione se e

    solo se nk ≤ e la matrice Rk è invertibile; in tal caso la soluzione è data da

    xRU kk ~1−=

    e tale soluzione diventa unica se k=n.

    Chiamiamo con

    rkkk XRRangeRRa ===ℜ )()(

    lo spazio generato dai vettori colonna della matrice di raggiungibilità Rk; tale

    sottospazio lineare prende il nome di sottospazio raggiungibile in k passi perché è formato

    da tutti e soli gli stati del sistema che sono raggiungibili in k passi e quindi ottenuti dalla

    6.1) al variare della sequenza di ingresso Uk.

    Si dimostra che vale il seguente teorema

    Teorema: Per lnk ≤≤

    )()()( lnk RRaRRaRRa =⊆ 6.2)

    con n=dim(A)=dim(x).

    Infatti dal teorema di Caylei-Hamilton si sa che

    [ ]BABBABABABARmatricenellaquindi

    nlAAAA

    nnlll

    n

    i

    ii

    ln

    i

    ii

    n

    2121

    1

    1

    0

    −−−−

    =

    =

    =

    ≥=⇒= ∑∑ γα

    le prime l-n colonne sono generate dalle restanti n e quindi

    )()( ln RRaRRa =

    ossia più in generale la 6.2).

    Questo risultato permette di eliminare la dipendenza tra la raggiungibilità di uno stato

    ed il numero di passi necessari per ottenerla visto che ogni stato raggiungibile in al più K

    passi lo è anche in un numero di passi almeno pari a n.

    Il sottospazio )( nn RRa=ℜ si dice sottospazio raggiungibile in al più n passi o, per

    quanto detto prima, semplicemente sottospazio raggiungibile.

    Nel caso in cui sia soddisfatta la seguente condizione

    nRRaXRRa nn =⇒= )](dim[)( 6.3)

  • 27

    il sottospazio Ra(Rn) coincide con l’intero spazio degli stati, il che significa che tutti gli

    stati del sistema sono raggiungibili; in tal caso è il sistema stesso che si dice raggiungibile

    o completamente raggiungibile.

    In un sistema SISO la matrice di raggiungibilità Rn è quadra di ordine n per cui la 6.3) è

    verificata se e solo se

    0)det()( ≠⇒= nn RnRrango 6.4)

    In un sistema MIMO, invece, la completa raggiungibilità di un sistema non può essere

    testata mediante la non singolarità della matrice Rn in quanto questa non è quadra, ma

    rettangolare e di ordine nmn× ; allora è più corretto dire che, indipendentemente

    dall’ordine della matrice di raggiungibilità, un sistema è completamente raggiungibile se e

    solo se la matrice Rn ha rango massimo, il che si verifica quando

    0)det( ≠nTn RR . 6.5)

    Se la matrice di raggiungibilità ha rango minore di n allora non tutti gli stati sono

    raggiungibili ed il sistema si dice non completamente raggiungibile.

    Supponiamo, ora, che il sistema LTI-TD sia completamente raggiungibile; ci

    chiediamo: assegnato uno stato x~ qual’è la sequenza nU che ci permette di raggiungerlo?

    Distinguiamo i seguenti casi:

    • xR

    nu

    uou

    URnRrangoRtu nnnnnn

    n~

    )1(

    )1()(

    0)det()(1)](dim[ 1−× =

    =⇒≠⇒=⇒ℜ∈⇒=

    2min

    ~)(0)det()(

    ~~1)](dim[

    1

    anormalaimizzachesoluzionelaèUxRRRURRnmassimoRrangose

    URRxRURxRmtu

    n

    Tnn

    Tnnn

    Tnn

    nnTn

    Tnnn

    nmnn

    −∗

    ×

    =⇒≠⇒==

    =⇒=

    ℜ∈⇒>=

    Consideriamo ora il caso in cui si voglia raggiungere un generico stato d non a partire

    dallo stato zero, ma a partire da un arbitrario stato iniziale S; dalla formula di lagrange si

    deduce che la sequenza d’ingresso che ci risolve questo problema è soluzione del seguente

    sistema

  • 28

    kkk URSAd =−

    Se d e S sono stati arbitrari, indipendentemente dalle caratteristiche della matrice A, la

    quantità a primo membro la si può considerare come un nuovo generico stato x~ da

    raggiungere a partire dallo stato zero; ciò significa che il concetto di raggiungibilità dallo

    stato zero è più generale del concetto di raggiungibilità a partire da uno stato S non nullo,

    per cui diciamo che se uno stato x~ è raggiungibile dallo stato zero, allora è anche

    raggiungibile da qualsiasi stato S non nullo e viceversa.

    Gramiano di raggiungibilità: Si definisce Gramiano di Raggiungibilità la matrice

    ∑−

    ===

    1

    0)(

    k

    i

    iTTiTkkk ABBARRρ

    e si dimostra che

    • kρ è simmetrica: Tkk ρρ =

    • kρ è semidefinita positiva: 0≥kρ

    Teorema: Lo spazio immagine della matrice kρ è uguale allo spazio immagine della

    matrice di raggiungibilità:

    kkk R ℜ== )Im()Im(ρ

    per cui

    nlperRR nnll ≥ℜ=== )Im()Im()Im(ρ

    quindi un sistema LTI-TD è raggiungibile se e solo se

    0)det()( ≠⇒= nn nrango ρρ

    Quest’ultima relazione può essere usata in sostituzione della 6.5) quando si ha a che fare

    con sistemi MIMO, per i quali la 6.4) non può essere applicata.

    Teorema: Il sottospazio di raggiungibilità è A-invariante:

    rrrr XAXXAxXxse ⊆⇒∈⇒∈

    dim:

    [ ]BABBABARrangeX nnnr 21Im)( −−== quindi un vettore x di Xr è combinazione lineare delle colonne di Rn; pre-moltiplicando x

    con la matrice A si ottiene un vettore che è combinazione lineare delle colonne di

    [ ]BABBABA nn 1−

  • 29

    ma per Cailey-Hamilton la prima colonna è combinazione lineare delle precedenti per

    cui

    [ ]BABBABAAx nnr 21Im −−∈

    6.2 Decomposizione standard per sistemi non completamente raggiungibili

    (Decomposizione di Kalman di raggiungibilità)

    Consideriamo un sistema LTI-TD non completamente raggiungibile e supponiamo di

    voler evidenziare e separare la parte irraggiungibile da quella raggiungibile (se esiste).

    Ciò può essere ottenuto mediante una trasformazione per similitudine ottenuta con un

    cambiamento di coordinate che fa uso di un’opportuna matrice di trasformazione T.

    Questa matrice di trasformazione deve essere tale da farci ottenere una rappresentazione

    equivalente del tipo

    ℜ∈ℜ∈

    = −rn

    r

    zz

    conkzkz

    z2

    1

    2

    1

    )()(

    mrrnrnrnrrr BAAA

    kuB

    kzkz

    AAA

    kzkz

    ×−×−−×× ℜ∈ℜ∈ℜ∈ℜ∈

    +

    =

    ++

    1)()(

    2)(

    121

    1

    2

    1

    2

    121

    2

    1 )(0)(

    )(0)1(

    )1(

    6.6)

    dove le z1 sono le componenti del vettore di stato sulle quali si ha un’azione diretta

    dell’ingresso e pertanto sono le componenti modificabili per raggiungere o controllare uno

    stato; le componenti z2 sono, invece, quelle non modificabili né tramite l’ingresso né

    tramite le altre componenti z1.

    Quindi il sistema

    )()()()1( 1212111 kuBkzAkzAkz ++=+

    rappresenta il sottosistema raggiungibile del sistema dato e gli autovalori di A1 si dicono

    autovalori raggiungibili.

    Il sottosistema non raggiungibile è, invece, il seguente

    )()1( 222 kzAkz =+

    è gli autovalori di A2 si dicono autovalori irraggiungibili.

    Vediamo adesso come è composta la matrice T che mi permette di ottenere una simile

    decomposizione; se il sistema non è completamente raggiungibile significa che

    nrXnrRRa rn

  • 30

    Queste colonne saranno le prime r colonne della matrice T; le restanti n-r colonne

    saranno composte da vettori linearmente indipendenti tra di loro e con le prime r colonne

    di T.

    ATTTTAATATATTAxTzTzx

    ][][ 21211

    1

    =⇒=⇒==⇒=

    T1 è la base dello spazio di raggiungibilità per cui AT1appartiene ancora a tale spazio e

    quindi, visto che lo spazio Xr ha dimensione r, sarà del tipo

    =

    01

    1

    AAT

    Il seguente schema a blocchi è una rappresentazione grafica della decomposizione di

    Kalman di raggiungibilità o controllabilità

    u z1(k+1) z1(k)

    B1 Delay

    A1

    A12 z2(k)

    Delay

    A2

    Da notare come le componenti z1 non abbiano influenza alcuna sulle z2 le quali

    risultano, quindi, irraggiungibili.

    6.3 Test modali di raggiungibilità

    Quando si ha a che fare con sistemi non completamente raggiungibili di dimensioni

    elevate, applicare la decomposizione standard di Kalman può risultare molto laborioso; in

    questi casi si possono distinguere gli autovalori raggiungibili e non raggiungibili, mediante

    i cosiddetti test modali di raggiungibilità.

  • 31

    Teorema 1: Un sistema LTI-TD è non raggiungibile se e solo se esiste qualche

    autovettore sinistro della matrice A

    0)(: '' =− AIλϖϖ che è ortogonale a B:

    0' =Bϖ L’autovalore corrispondente a tale autovettore è irraggiungibile.

    Dim:

    • Supponiamo che esista un autovettore sinistro di A ortogonale a B

    000)(: '''' ≠==− ϖϖλϖϖ conBeAI Dalle precedenti relazioni si ottiene

    [ ] 0000

    '21'

    '''''

    =⇒=⇒≥=⇒=⇒=

    −−n

    kk

    k

    RBABBABAkBABABA

    ϖϖϖλϖϖλϖϖ

    e cioè che il rango della matrice Rn non è n ma è minore, per cui il sistema non è

    completamente raggiungibile.

    • Supponiamo, ora, che il sistema non sia completamente raggiungibile ossia che

    nRrangonRRa nn

  • 32

    N.B.: Nel caso in cui una matrice M non è quadrata, per vedere se perde di rango si può

    calcolare il determinante di (MTM) e verificare se si annulla; se il determinante si annulla

    allora la matrice M non ha rango massimo.

    6.4 Raggiungibilità per sistemi TC

    Uno stato x~ di un sistema TC si dice raggiungibile (a partire dallo stato zero)

    all’istante L 0≥ se esiste un ingresso u definito in [0.L] tale che

    xLx f ~)( =

    Un sistema TC in cui tutti gli stati sono raggiungibili si dice sistema completamente

    raggiungibile.

    Vediamo, dalle formule di Lagrange, come è fatta la risposta forzata

    ∫−=

    ttA

    f dBuetx0

    )( )()( τττ

    e definiamo il seguente integrale

    ∫ >===+==< )(),( ττρ

    Si dimostra che

    • simmetricaèLρ

    • 0≥Lρ

  • 33

    Teorema: Lo spazio di raggiungibilità è dato da

    ∫==L

    TLr dFFRaRaX

    0

    )()([)( τττρ ]

    Teorema: Il range del gramiano di raggiungibilità coincide con il range della matrice

    di raggiungibilità Rn anche per i sistemi TC

    ][)( 21 BABBABARaRa nnL−−=ρ

    per cui un sistema TC è completamente raggiungibile se e solo se

    nRrango n =)(

    N.B.: è conveniente usare la matrice Rn per studiare la raggiungibilità di un sistema

    LTI-TC in quanto questa matrice è indipendente dall’istante considerato.

    Inoltre anche per i sistemi TC ogni stato che è raggiungibile dallo stato zero, lo è anche

    da qualsiasi stato diversa da zero.

    6.5 Controllabilità per sistemi LTI-TD

    Vogliamo, in questo paragrafo, affrontare il problema della controllabilità allo stato zero

    di un generico stato di un sistema LTI-TD; in pratica, dato uno stato iniziale x~ ci

    proponiamo di determinare, se esiste, una successione di k valori del segnale di ingresso in

    grado di annullare lo stato del sistema.

    Se questa successione di k valori esiste allora lo stato x~ si dice controllabile in k passi.

    In pratica dalle formule di lagrange si deduce che uno stato x~ è controllabile in k passi

    se e solo se esiste una successione di k valori dell’ingresso

    tale da soddisfare la seguente relazione

    kkk

    kkk URxAURxAkx =−⇒+== ~~0)(

    Nel caso di sistemi TD completamente controllabili, l’esistenza di tale successione

    dipende molto dalle caratteristiche del sistema ed in particolare della matrice A; infatti si

    possono distinguere due casi:

    1) Se la matrice A è invertibile, la soluzione di controllabilità coincide con quella di

    raggiungibilità; in questo caso infatti ad ogni stato raggiungibile mi corrisponde uno ed

    uno solo stato controllabile mediante la relazione

  • 34

    rk

    kkk

    c xAURAx ~~−− −=−=

    in pratica cx~ è combinazione lineare delle colonne l.i. di A-k con coefficienti gli

    elementi di rx~

    2) Se la matrice A non è invertibile la soluzione di controllabilità coincide con quella

    di raggiungibilità se e solo se è soddisfatta la seguente condizione

    )()( nn RRaARa ⊂

    Nei sistemi TD, un sistema raggoungibile e’ sempre anche controllabile, ma puo’

    esistere un sistema non completamente raggiungibile che e’ controllabile.

    Nei sistemi TC, invece, controllabilità e raggiungibilità coincidono sempre.

    6.6 Osservabilità per i sistemi LTI-TD

    Supponiamo di avere un sistema lineare tempo-discreto del quale conosciamo una

    sequenza di k valori dell’ingresso applicati in istanti successivi e la corrispondente

    sequenza dei valori dell’uscita.

    Ci chiediamo: è possibile, note le informazioni sull’ingresso e sull’uscita, determinare

    lo stato iniziale del sistema?

    Tale problema è conosciuto come problema dell’osservabilità di uno stato del sistema.

    Definizione: Uno stato q di un sistema dinamico è detto non osservabile nell’intervallo

    [0,T) se, con x(0)=q e ),0[)( Ttx ∈∀ , si ottiene la stessa uscita y(t) che si otterrebbe a

    partire da x(0)=0.

    Si parla di sistema completamente non osservabile, o semplicemente non osservabile, se

    tutti gli stati sono non osservabili. In tal caso non è possibile determinare univocamente la

    condizione iniziale x(0) note le informazioni sugli ingressi e sulle uscite.

    Vediamo di determinare una condizione che ci permetta di stabilire quando un sistema è

    osservabile.

    Consideriamo un sistema LTI-TD di equazioni

    )()()()()()1(

    kDukCxkykBukAxkx

    +=+=+

    dalle formule di Lagrange si ricava

  • 35

    )()0()()()(

    )0()()0()(1

    0

    1

    kDuUCRxCAkDukCxky

    URxAlBuAxAkx

    kkk

    k

    lkk

    klkk

    ++=+=

    +=+= ∑−

    =

    −−

    Dall’equazione che descrive l’evoluzione dell’uscita del sistema notiamo che oltre

    l’uscita, che è nota, figura l’ingresso u(k), anch’esso noto, e la nostra incognita

    rappresentata dallo stato x(0) (composto da n componenti se la rappresentazione è di ordine

    n); quindi lo stato iniziale potrebbe essere valutato come soluzione di un sistema lineare di

    n equazioni in n incognite ottenuto dall’espressione di y(k) considerata in n istanti di tempo

    successivi, in corrispondenza dei quali si conoscono i valori dell’ingresso e dell’uscita del

    sistema (in pratica supponiamo di osservare l’uscita del sistema man mano che

    applichiamo la successione di n valori in ingresso e per ogni instante di tempo ci scriviamo

    l’equazione dell’evoluzione dell’uscita con al posto di y(k) e x(k) i valori assunti all’istante

    k considerato). Tale sistema è dato da

    kkk

    k

    DUUCRkykydove

    nkxCAky

    −−=

    −==

    )()(~

    1,...,1,0)0()(~

    e può essere scritto in forma compatta nel seguente modo

    )0()0(~

    1

    2 xx

    CA

    CACAC

    Y n

    n

    k θ=

    =

    6.7).

    L’incognita x(k) è univocamente determinata se e solo se la matrice nθ , che prende il

    nome di matrice di osservabilità del sistema, ha rango massimo ossia

    nrango n =)(θ

    per cui possiamo concludere che un sistema LTI-TD di ordine n è completamente

    osservabile se e solo se la matrice di osservabilità nθ è tale che

    • SISOcason 0)det( ≠θ

    • MIMOcasonTn 0)det( ≠θθ

    Si osservi come la 6.7) assomigli a quella che è la risposta libera nell’uscita del sistema,

    per cui l’osservabilità di uno stato iniziale x(0) può essere verificata anche nell’ipotesi

    semplificativa che il sistema non sia forzato (ingresso nullo); in tal caso

    )()(~ kyky =

  • 36

    Valgono i seguenti teoremi:

    Teorema 1: Il sistema è completamente osservabile se e solo se il nucleo( nθ )={0}.

    Dim: Se il nucleo( nθ )=Kerr( nθ )≠{0} allora tutti gli stati appartenenti a tale nucleo

    sarebbero non osservabili, in quanto

    0)( =⇔∈ xnucleox nn θθ

    Quindi il sottospazio di non osservabilità coincide con lo spazio nullo della matrice di

    osservabilità e si indica con oX .

    Teorema 2: Lo spazio nullo di ( nθ ) è uguale allo spazio nullo di ( 1+nθ ), cioè

    )()( 1+= nn NN θθ ; inoltre nkNN nk ≤⊆ )()( θθ .

    Dim: Dal teorema di Cailey-Hamilton

    ∑∑−

    =+

    +

    =

    ≥==

    =⇒=⇒=1

    01

    1

    2

    1

    1

    0)()()(

    n

    ilnn

    n

    n

    ni

    in

    n

    i

    ii

    n nlperNNNallora

    CACA

    CACAC

    seCACAAA θθθθαα

    Ciò significa che, qualunque sia l'istante di tempo considerato purché questo non risulti

    inferiore a n, lo spazio degli stati non osservabili e lo stesso.

    N.B.: Non è possibile osservare uno stato a partire da una sequenza d’ingresso e di

    uscita di lunghezza inferiore alla dimensione del sistema in quanto il numero di equazioni

    del sistema 6.7) sarebbe inferiore al numero delle incognite per cui lo stesso sistema non

    ammetterebbe soluzione.

    Teorema 3: Un sistema è osservabile in l passi (l≥n) se e solo se è osservabile in n

    passi.

    6.7 Decomposizione standard per sistemi non osservabili (Decomposizione di Kalman di

    osservabilità)

    Consideriamo un sistema LTI-TD non completamente osservabile e supponiamo di

    voler evidenziare e separare la parte non osservabile da quella osservabile (se esiste).

    Ciò può essere ottenuto mediante una trasformazione per similitudine ottenuta con un

    cambiamento di coordinate che fa uso di una opportuna matrice di trasformazione T.

    Questa matrice di trasformazione deve essere tale da farci ottenere una rappresentazione

    equivalente del tipo

  • 37

    ℜ∈ℜ∈

    = −on

    o

    zz

    conkzkz

    z2

    1

    2

    1

    )()(

    [ ]moonononooo BAAA

    kDukzkz

    Cky

    kBukzkz

    AAA

    kzkz

    ×−×−−×× ℜ∈ℜ∈ℜ∈ℜ∈

    +

    =

    +

    =

    ++

    1)()(

    2)(

    121

    2

    11

    2

    1

    221

    1

    2

    1

    )()()(

    0)(

    )()()(0

    )1()1(

    6.8)

    dove le z1 sono le componenti del vettore di stato che ci ritroviamo in uscita e pertanto

    sono le componenti osservabili attraverso y(k); in pratica sono le prime “no” componenti

    del vettore di stato dove “no” è la dimensione del sottospazio osservabile; le componenti

    z2 sono, invece, quelle non osservabili né attraverso l’uscita né attraverso le z1.

    Quindi il sistema

    )()()()()()1(

    11

    1111

    kDukzCkykuBkzAkz

    +=+=+

    rappresenta il sottosistema osservabile del sistema dato e gli autovalori di A1 si dicono

    autovalori osservabili.

    Il sottosistema non osservabile è, invece, il seguente

    )()()()1( 2221212 kuBkzAkzAkz ++=+

    è gli autovalori di A2 si dicono autovalori non osservabili.

    Vediamo adesso come è composta la matrice T che mi permette di ottenere una simile

    decomposizione; se il sistema non è completamente osservabile significa che

    nnXnnrango ooon

  • 38

    ATTTTAATATATTAxTzTzx

    ][][ 21211

    1

    =⇒=⇒==⇒=

    Il seguente schema a blocchi è una rappresentazione grafica della decomposizione di

    Kalman di osservabilità

    u(k) z1(k+1) z1(k) y(k)

    B1 Delay C1

    A1

    A21

    z2(k+1) z2(k)

    B2 Delay

    A2

    Da notare come le componenti z2 non abbiano legame alcuno con l’uscita e quindi sono

    non osservabili.

    In molti casi si può avere a che fare con sistemi che sono contemporaneamente non

    osservabili e non raggiungibili; in questi casi per determinare la parte osservabile e/o

    raggiungibile del sistema, si può procedere in due modi

    • Studiare separatamente la raggiungibilità e l’osservabilità mediante le rispettive

    decomposizioni

    • Fare un’unica decomposizione mediante un’opportuna matrice T

    In pratica si può procedere prima con una decomposizione in forma standard di

    raggiungibilità sulla quale si effettua, dopo, un’ulteriore decomposizione standard

    d’osservabilità; oppure si opera un’unica opportuna trasformazione di coordinate che mi

    permetta di ottenere una rappresentazione del tipo

  • 39

    [ ] )(

    )()()()(

    00)(

    )(

    00

    )()()()(

    00000

    00

    )1()1()1()1(

    4

    3

    2

    1

    31

    2

    1

    4

    3

    2

    1

    4443

    33

    24232221

    1311

    4

    3

    2

    1

    kDu

    kzkzkzkz

    CCky

    kuBB

    kzkzkzkz

    AAA

    AAAAAA

    kzkzkzkz

    +

    =

    +

    =

    ++++

    dove le

    • z1(k) sono le componenti raggiungibili ed osservabili

    • z2(k) sono le componenti raggiungibili e non osservabili

    • z3(k) sono le componenti non raggiungibili ed osservabili

    • z4(k) sono le componenti non raggiungibili e non osservabili

    Pertanto, gli autovalori di

    • A11 sono raggiungibili e osservabili

    • A22 sono raggiungibili e non osservabili

    • A33 sono non raggiungibili e osservabili

    • A44 sono non raggiungibili e non osservabili

    Se supponiamo che

    { } { } { } 0dim0)()( 0

    ≠∩⇒≠∩==

    oror

    nrn

    XXXXnrangoenRrango θ

    allora la matrice che ci permette di ottenere tale rappresentazione è del tipo

    [ ]

    { }{ }

    { }{ } esisteseXXersezionespaziodellobaseindiplinvettori

    esisteseXXersezionespaziodellobasevv

    esisteseXXersezionespaziodellobasevv

    esisteseXXersezionespaziodellobasevvdove

    vvindiplinvettorivvvvTxTzTzx

    or

    ori

    ornkn

    orri

    nknrii

    ∩=

    ∩=

    ∩=

    ∩=

    ==⇒=

    +

    −+

    int..

    int

    int

    int

    ..

    1

    1

    11

    1

    Il seguente schema a blocchi è una rappresentazione grafica della decomposizione di

    Kalman di raggiungibilità e osservabilità

  • 40

    u(k) ∑ro y(k)

    ∑ or

    ∑ or

    ∑ or

    6.8 Test modali d’osservabilità

    Quando si ha a che fare con sistemi non completamente osservabili di dimensioni

    elevate, applicare la decomposizione standard di Kalman può risultare molto laborioso; in

    questi casi si possono distinguere gli autovalori osservabili e non osservabili, mediante i

    cosiddetti test modali d’osservabilità.

    Teorema 1: Un sistema LTI-TD è non osservabile se e solo se esiste qualche

    autovettore destro della matrice A

    0)(: '' =− ϖλϖ AI che è ortogonale a C:

    0' =Cϖ L’autovalore corrispondente a tale autovettore è non osservabile.

    Teorema 2: Un sistema è irraggiungibile se e solo se la matrice

    −C

    AzI

    perde di rango per qualche autovalore della matrice A; tali autovalori sono quelli

    irraggiungibili.

  • 41

    6.9 Teorema della dualità di Kalman

    Dato un sistema LTI, supponiamo di avere una rappresentazione nello spazio degli stati

    descritta da

    { }∑= DCBA ,,, Si definisce rappresentazione duale la seguente

    { }

    ,,,,

    ,,,TTTT DDBCCBAAdove

    DCBA

    ====

    =∗∗∗∗

    ∗ ∗∗∗∗∑

    Kalman ha dimostrato che

    • ( ) ∑∑ =∗∗ e cioè il duale del sistema duale è il sistema stesso • Tnn

    Tnn ReR ==

    ∗∗ θθ , perciò se si vuole studiare la raggiungibilità

    (osservabilità) di un sistema basta studiare l’osservabilità (raggiungibilità) del suo duale.

    6.10 Forme canoniche di controllabilità e d’osservabilità

    Forma canonica di raggiungibilità e controllabilità

    Supponiamo di avere un sistema LTI, completamente raggiungibile, descritto da

    un’equazione differenziale del tipo

    Si chiama forma canonica di raggiungibilità una rappresentazione nello spazio degli

    stati del tipo

    Tale forma canonica, che prende anche il nome di 1° forma canonica di raggiungibilità,

    si può ottenere da una generica rappresentazione mediante una trasformazione di

    coordinate del tipo

    )()()()()()( 111 tTztzRRtxtxRRtz nnnn ==⇒=−−−

  • 42

    dove Rn è la matrice di raggiungibilità del sistema.

    Esiste una 2° forma canonica di raggiungibilità dove la matrice A è del tipo

    Forma canonica di osservabilità

    Supponiamo di avere un sistema LTI, completamente osservabile, descritto da

    un’equazione differenziale del tipo

    Si chiama forma canonica di osservabilità una rappresentazione nello spazio degli stati

    del tipo

    Tale forma canonica si può ottenere da una generica rappresentazione mediante una

    trasformazione di coordinate del tipo

    )()()()()()( 111 tTztztxtxtz nnnn ==⇒=−−− θθθθ

    dove nθ è la matrice di osservabilità del sistema.

    N.B.: Le forma canoniche si ottengono immediatamente dalle rappresentazioni ingresso

    uscita di un sistema LTI; ciò suggerisce un altro metodo per ottenere una rappresentazione

    i/u di un sistema a partire da una sua rappresentazione i/s/u.

    6.11 Minimalità dei sistemi LTI

    Definizione: Un rappresentazione di un sistema LTI si dice in forma minima quando

    non è possibile ottenere una nuova rappresentazione che utilizza un numero minore di

    variabili di stato.

  • 43

    Teorema 1: Condizione necessaria e sufficiente affinché un sistema sia in forma

    minima è che il sistema sia completamente osservabile e completamente raggiungibile.

    Teorema 2: La matrice di trasferimento, e di conseguenza la matrice delle risposte

    impulsive, di un sistema LTI dipendono solo dalla sua parte completamente osservabile e

    completamente raggiungibile.

    )()()()()()()()(

    111111

    111

    1111

    11111

    kDBACkhDBAzICsHtDBeCthDBAsICsH

    k

    tA

    ∂+=⇒+−=

    ∂+=⇒+−=−

    Teorema 3: Un sistema non è completamente osservabile e/o completamente

    raggiungibile se e solo se nella sua f.d.t. sono presenti cancellazioni tra binomi comuni a

    numeratore e a denominatore.

    Da questi teoremi si possono trarre alcune importanti considerazioni:

    • I poli della f.d.t. di un sistema coincidono con gli autovalori della parte

    completamente osservabile e completamente raggiungibile, salvo cancellazioni.

    Ciò significa che gli autovalori non raggiungibili e/o non osservabili non compaiono,

    come poli, nella f.d.t. del sistema per cui non sono visibili esternamente; gli unici

    autovalori a comparire come poli nella f.d.t. del sistema sono quelli completamente

    osservabili e completamente raggiungibili.

    • Se un sistema è solo non raggiungibile tutto gli autovalori che si cancellano sono

    non raggiungibili.

    • Se un sistema è solo non osservabile tutto gli autovalori che si cancellano sono

    non osservabili.

    • Se un sistema non ha almeno un autovalore osservabile e raggiungibile la sua

    f.d.t è nulla.

    • Se il sistema è non osservabile e non raggiungibile non possiamo dire nulla sugli

    autovalori che si cancellano

    • Un sistema asintoticamente stabile è anche BIBO stabile, mentre, un sistema

    BIBO stabile è anche asintoticamente stabile se e solo esso è in forma minima.

    Infatti, se il sistema non è in forma minima ci sono degli autovalori di A che non

    figurano esternamente; se questi autovalori sono gli unici autovalori instabili, il sistema

    risulta BIBO stabile, ma non asintoticamente stabile perché ci sono delle comportamenti

    interni indesiderati (divergenza delle componenti dello stato del sistema che non sono

    osservabili dall’uscita).

  • 44

    • La stabilità marginale non è in grado di garantirmi la BIBO stabilità, tuttavia,

    un sistema marginalmente stabile in cui gli autovalori nulli o con modulo unitario sono

    irraggiungibili o non osservabili è BIBO stabile

    7 STABILIZZAZIONE TRAMITE RETROAZIONE DELLO STATO

    Consideriamo un sistema LTI strettamente proprio (D=0) del quale conosciamo lo stato

    iniziale x(0) e supponiamo che in ingresso e in uscita non agisca alcun disturbo; la

    descrizione nello spazio degli stati del nostro sistema è la seguente

    )()()( tButAxtx +=•

    Supponiamo che la matrice A ammetta autovalori instabili, per cui il nostro sistema

    presenta comportamenti interni e/o esterni indesiderati; ci proponiamo di stabilizzare il

    nostro sistema, cioè di ottenere, dal sistema di partenza, un sistema che abbia un

    comportamento ingresso-uscita equivalente ma con autovalori stabili.

    Ciò può essere ottenuto mediante un’opportuna retroazione dello stato del tipo

    evidenziato in figura

    v(t) u(t) ∑ x(t) C y(t)

    F

    In questo caso l’ingresso u(t) del nostro sistema sarà dato da nmFtvtFxtu ×ℜ∈+= )()()( Legge di controllo

    Per cui la rappresentazione del sistema controllato sarà la seguente

    )()()()()()()(

    tCxytBvtxAtBvtxBFAtx CL

    =+=++=

    Per stabilizzare il sistema, allora, basta scegliere opportunamente la matrice F in modo

    che gli autovalori della matrice ACL siano quelli desiderati.

    Domanda: E’ sempre possibile stabilizzare un sistema instabile, ossia è sempre

    possibile determinare una matrice di retroazione F che sia in grado di posizionarmi gli

    autovalori di A nel semipiano sinistro del piano complesso (TC) o all’interno del cerchio

  • 45

    unitario (TD)? E’ sempre possibile scegliere arbitrariamente una matrice di retroazione F

    in modo che gli autovalori della matrice A+BF siano assegnati ad arbitrio?

    Risposta: No, salvo che non sia verificata una delle due condizioni

    • Il sistema sia completamente raggiungibile

    • Eventuali autovalori irraggiungibili siano asintoticamente stabili.

    Per dimostrare quanto detto enunciamo il seguente teorema:

    Teorema: Esiste una matrice F tale che

    7.1)

    per ogni possibile insieme di numeri complessi-coniugati o reali, se e solo se la coppia

    (A,B) è completamente raggiungibile.

    Dim. necessaria: Supponiamo che la coppia (A,B) non sia completamente

    raggiungibile; ciò significa che esiste un autovettore sinistro di A, ωi’, ortogonale a B:

    iiiiii

    iiii

    ABFABFABA

    ϖλϖϖϖϖϖϖλϖ

    ==+=+⇒==

    )(0

    In pratica ogni autovalore irraggiungibile di A è autovalore irraggiungibile per (A+BF),

    il che significa che gli autovalori irraggiungibili di A non possono essere posizionati ad

    arbitrio; quindi, nell’ipotesi che il sistema sia irraggiungibile, esso è stabilizzabile se e

    solo se gli autovalori irraggiungibili sono asintoticamente stabili.

    Studiare la stabilizabilità di un sistema significa, quindi, determinare eventuali

    autovalori irraggiungibili e vedere se sono stabili o meno.

    Dim. sufficiente: Supponiamo che la coppia (A,B) sia raggiungibile e vediamo se

    riusciamo a trovare una matrice F che soddisfa la 7.1).

    Se il sistema è completamente raggiungibile allora esiste una matrice di trasformazione 1~ −= nn RRT

    che riporta il sistema in forma canonica di raggiungibilità

  • 46

    [ ]110

    110 10

    00

    10000

    0100010

    ~−

    =

    =

    −−−

    = n

    n

    cccCB

    aaa

    A

    dove i termini 10 ,......, −naa sono i coefficienti del polinomio caratteristico della matrice

    di partenza

    011

    1 .......)det()( aaaAIPn

    nn ++++=−= −− λλλλλ 7.2)

    Supponiamo di applicare questa trasformazione di coordinate e successivamente di

    retrazionare lo stato tramite una matrice

    [ ]nfffF ~~~~ 21= La matrice ACL del sistema controllato sarà

    +−+−+−

    =+=

    − nn

    CL

    fafafa

    FBAA

    ~~~1000

    00100010

    )~~~(

    12110

    e, dato che il polinomio caratteristico è invariante rispetto ad una trasformazione per

    similitudine, vogliamo che gli autovalori di tale matrice coincidano con gli autovalori

    desiderati nidi ,.....,2,1=µ .

    In pratica dobbiamo determinare la matrice F~ che soddisfa la condizione

    )(.......

    )()~()~(.......)~()]~~~(det[

    011

    1

    11021

    11

    λλλλ

    µλλλλλ

    dddnd

    nn

    n

    i

    di

    nnn

    n

    Paaa

    fafafaFBAI

    =++++=

    =−=−+−++−+=+−

    −−

    =

    −− ∏

    dalla quale si ricava

    −=

    −=−=

    −−−

    −−

    d

    dnnn

    dnnn

    aaf

    aafaaf

    001

    221

    11

    ~

    ~~

    La matrice di retroazione F che soddisfa la 7.1) può allora essere determinata

    riportandoci alle vecchie coordinate come mostrato di seguito: 111 ~)()(~)()(~)()()( −−− =⇒+=+=⇒= TFFtvtxTFtvtzFtutxTtz .

  • 47

    Riassumendo: Un sistema LTI è stabilizzabile se e solo se

    • è completamente raggiungibile

    • eventuali autovalori irraggiungibili sono asintoticamente stabili

    La stabilizzazione è ottenuta mediante una retroazione dello stato che fa uso di una

    matrice di retroazione F calcolabile nei tre modi mostrati di seguito:

    • imponendo la condizione

    [ ]n

    n

    i

    did

    fffFdove

    PBFAI

    21

    1

    )()()](det[

    =

    −==+− ∏=

    µλλλ

    autovalori desiderati (stabili)

    Otteniamo, in questo modo, un sistema di n equazioni in n incognite che sono gli

    elementi della matrice F.

    tale metodo è applicabile sia a sistemi completamente raggiungibili sia non

    completamente raggiungibili.

    • Mediante la formula di ACKERMAN:

    necon

    APReF dnT

    =

    −= −

    0

    01

    )(

    1

    11

    • Se il sistema non è completamente raggiungibile si decompone nella forma

    standard di raggiungibilità di Kalman; quindi una volta determinato il sottosistema

    raggiungibile si determina, per esso, una matrice di retroazione Fr con uno dei due metodi

    sopra mostrati, oppure con il metodo costruttivo della dimostrazione. Una volta

    determinata la matrice Fr la si completa con n-r colonne nulle in modo da ottenere la

    matrice F.

    ( ) ( )[ ]0mindet

    ˆ,ˆ,ˆˆ,ˆ,ˆtan)(

    rr

    rrr

    n

    FFFazioneerCBAileraggiungibmasottosisteCBA

    ilitàraggiungibdardsionedecomposizrRrango

    =⇒⇒⇒

    ⇒⇒=

  • 48

    8 CONTROLLORI BASATI SUL MODELLO

    Nel precedente paragrafo abbiamo visto come è possibile stabilizzare un sistema

    mediante una retroazione dello stato, nell’ipotesi che esso sia completamente accessibile e

    quindi noto.

    Purtroppo, visto che le variabili di stato generalmente sono delle variabili interne, non

    sempre lo stato del sistema è completamente noto; in effetti nella maggior parte dei casi

    risultano accessibili soltanto alcune componenti, per cui è impossibile operare una

    stabilizzazione se prima non si effettua una “misura” dello stato del sistema.

    Tale misura può essere ottenuta direttamente dall’uscita dato che questa è una

    combinazione lineare delle componenti dello stato del sistema (caso SISO)

    )()()( tDutCxty += In pratica si tratta di stimare lo stato, in quanto si parla di stima proprio quando si riesce

    a misurare le variabili di stato non accessibili attraverso l’uscita del sistema.

    Ma come si effettua una stima x̂ dello stato x del sistema?

    Attraverso un sistema dinamico che prende il nome di Osservatore dello stato del

    sistema.

    Un Osservatore dello stato del sistema è un simulatore, in tempo reale, del sistema; in

    pratica è un sistema dinamico che riceve in ingresso lo stesso ingresso del sistema u(t) e,

    in base ad un fattore di correzione che dipende dall’uscita y(t) del sistema, fornisce in

    uscita una stima x̂ dello stato del sistema. Un osservatore si dice asintotico quando è

    verificata la seguente condizione:

    xxt

    =∞→

    ˆlim

    Prima di vedere come si progetta un osservatore vediamo invece come osservatore e

    controllore sono collegati al sistema da stabilizzare

    Consideriamo ora il nostro sistema da stabilizzare descritto dalle seguenti relazioni

  • 49

    +=+=

    )()()()()()(

    tDutCxtytButAxtx

    Sulla base del sistema l’osservatore sarà descritto dalle seguenti relazioni

    +=−−+=

    )()(ˆ)(ˆ)](ˆ)([)()(ˆ)(ˆ

    tDutxCtytytyLtButxAtx 8.1)

    Inizialmente i due vettori di stato, quello reale e quello stimato, saranno diversi per cui

    saranno diverse anche le uscite )(ˆ ty e )(ty ; al divergere del tempo, però, se l’osservatore

    è asintotico, tale differenza si annullerà per cui i due stati tendono a coincidere per t

    sufficientemente grande.

    Possiamo definire un vettore errore nella stima dello stato

    )(ˆ)()(~ txtxtx −=

    in base al quale le 8.1) diventano

    )()(ˆ)(ˆ)()()(

    )](ˆ)([)()(ˆ)()()(~

    tDutxCtytDutCxty

    tytyLtButxAtButAxtx

    +=+=

    −+−−+=•

    per cui

    0)0(ˆ)0()0(~)0(~)(~)(~)()]()(ˆ)()([)(~)(~

    )( ≠−==⇒+=+−++=

    +

    xxxconxetxtxLCAtDutxCtDutCxLtxAtx

    tLCA 8.2)

    Queste relazioni mostrano che il vettore errore, e quindi la stima, non dipendono

    dall’ingresso u(t) del sistema; inoltre mostrano che, affinché l’errore della stima si estingua

    nel tempo (ossia il nostro osservatore sia asintotico) è necessario determinare una matrice

    L tale che la matrice (A+LC) abbia autovalori tutti asintoticamente stabili.

    Domanda: E’ sempre possibile stimare lo stato di un sistema, ossia è sempre possibile

    determinare una matrice di osservazione L che sia in grado di posizionarmi gli autovalori

    di (A+LC) nel semipiano sinistro del piano complesso (TC) o all’interno del cerchio

    unitario (TD)? E’ sempre possibile scegliere arbitrariamente una matrice di osservazione

    L in modo che gli autovalori della matrice A+LC siano assegnati ad arbitrio?

    Risposta: No, salvo che non sia verificata una delle due condizioni:

    • Il sistema sia completamente osservabile

    • Eventuali autovalori non osservabili siano asintoticamente stabili.

    Per dimostrare quanto detto enunciamo il seguente teorema:

  • 50

    Teorema: Esiste una matrice L tale che

    8.3)

    per ogni possibile insieme di numeri complessi-coniugati o reali ),,.........( 1 nµµ , se e

    solo se la coppia (A,C) è completamente osservabile.

    La validità di questo teorema si basa sul fatto che ogni autovalore non osservabile di A è

    autovalore non osservabile per (A+LC) per cui gli autovalori di (A+LC) sono posizionabili

    ad arbitrio se e solo se sono osservabili; se vi sono degli autovalori non osservabili ed

    instabili il nostro osservatore non sarà asintotico; quindi, nell’ipotesi che il sistema sia non

    osservabile, esso è misurabile se e solo se gli autovalori non osservabili sono

    asintoticamente stabili.

    Studiare la misurabilità di un sistema significa, quindi, determinare eventuali

    autovalori non osservabili e vedere se sono stabili o meno.

    Come si fa a determinare la matrice L in modo che (A+LC) abbia tutti autovalori

    desiderati, ossia stabili?

    Si può procedere nei tre modi seguenti:

    • imponendo la condizione

    n

    n

    i

    did

    l

    ll

    Ldove

    PLCAI

    2

    1

    1

    )()()](det[

    =

    −==+− ∏=

    µλλλ

    autovalori desiderati (stabili)

    Otteniamo, in questo modo, un sistema di n equazioni in n incognite che sono gli

    elementi della matrice L.

    Tale metodo è applicabile sia a sistemi completamente osservabili sia non

    completamente osservabili.

    • Mediante la formula di ACKERMAN:

  • 51

    necon

    eAPF

    n

    nnd

    =

    −= −

    1

    00

    )( 1θ

    • Se il sistema non è completamente osservabile si decompone nella forma

    standard di osservabilità di Kalman; quindi una volta determinato il sottosistema

    osservabile si determina, per esso, una matrice di osservazione Lr con uno dei due metodi

    sopra mostrati, oppure con il metodo costruttivo della dimostrazione. Una volta

    determinata la matrice Lr la si completa con n-r colonne nulle in modo da ottenere la

    matrice L.

    ( ) ( )[ ]0mindet

    ˆ,ˆ,ˆˆ,ˆ,ˆtan)(

    rr

    rrr

    n

    LLLazioneerCBAeosservabilmasottosisteCBA

    ilitàraggiungibdardsionedecomposizrrango

    =⇒⇒⇒

    ⇒⇒=θ

    N.B.: Nel determinare la matrice L (o Lr) con il metodo

    costruttivo si può sfruttare il principio di dualità di Kalman mediante il quale è possibile

    posizionare gli autovalori della matrice di osservazione L mediante posizionamento degli

    autovalori della matrice di retroazione F* del sistema duale; in pratica ∗∗∗ =⇒+=+=+ FLLBALCALCA TTTTTT )()()(

    Ovviamente la matrice F* viene trovata assegnandole gli

    autovalori desiderati per l’osservatore.

    Mettiamo insieme ora Sistema-Osservatore-Controllore:

    +=

    +=+=

    eosservatortxLCAtx

    sistematDutCxtytButAxtx

    )(~)()(~

    )()()()()()(

    Progettiamo la retroazione:

    )()(~)]([)()(

    )()](~)([)()()(~)()()(ˆ)(

    tBrtxBFtFxBtAxtu

    trtxtxFtutrtxFtFxtrtxFtu

    +−+=

    ⇒+−=⇒+−=+=•

    Definendo lo stato complessivo

  • 52

    )(~)(txtx

    si ottiene

    [ ] 0')(0)(

    )(0)(~

    )(0)(~

    )(

    ==

    +

    +−+

    =

    DcheipotesinelltxCty

    trB

    txtx

    LCABFBFA

    tx

    tx 8.4)

    Gli autovalori del controllore basato sul modello saranno dati da

    )()()](det[)](det[)det( λλλλλ d eosservatord

    controlloCL PPLCAIBFAIAI ×=+−×+−=−

    Quest’ultimo risultato, noto come teorema di separazione tra stima e controllo, mostra

    come si possa eseguire separatamente il progetto del controllore e dell’osservatore.

    Se calcoliamo la funzione di trasferimento complessiva, a causa degli zeri del sistema

    8.4) si ottiene

    BBFAsICBFAsI

    BBFAsIACAsIAsI

    BAsIBFAsIACsH gg

    contoss

    ossgg

    ×+−×=

    =+−

    ×+−×=

    −×−×−×+−×

    =

    −1)]([

    )](det[)]([

    )det()det()det()]([

    )(

    Per cui ai fini del comportamento ingresso-uscita figurano solo gli autovalori del

    controllore.