arcabas in chiave coniugale
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Parrocchia di Mozzanica Percorso di iniziazione cristiana ai sacramenti
“L’anno liturgico e la vita familiare”
Conflittualità: la fatica del cammino
La vita familiare è disseminata di ostacoli, di difficoltà, a volte di
incomprensioni entro cui il cammino degli sposi diventa incerto. Gesù in persona si accosta a noi ci pone una
domanda per iniziare il dialogo, ma poi resta in silenzio affinchè possiamo
aprire il nostro cuore, confidare le nostre pene ed interrogare a nostra volta Gesù.
La vita matrimoniale è un viaggio in compagnia di Cristo che conosce la
strada e ci illumina con la sua presenza.
La vocazione al matrimonio
Gesù chiama a sé tutti, semina “ovunque, si rivolge ad ogni persona, annunciando e
proponendo il Vangelo, proponendo la croce a tutti, senza pregiudizi. .
La scelta vocazionale degli sposi spesso è messa in crisi o resa impossibile perché si
ha un’interpretazione della vita troppo “terrena”. Cristo ci aiuta a conoscerci, a liberarci dalle paure nei confronti della
vocazione al matrimonio per giungere alla verità e alla costruzione dell’io vero
e della nostra unione.
Aprire la nostra casa a Gesù
Gesù entra, in una casa normale: è casa nostra, egli abita dove lo si lascia
entrare. “Resta con noi”: preghiera di allora, preghiera di sempre. E’ possibile
riconoscere Gesù come salvezza e pienezza di vita. E’ il primo passo, anche
se non abbiamo ancora compreso pienamente il ruolo e ed il significato della presenza di Cristo nella nostra
famiglia, lo accogliamo. Un primo passo è la consapevolezza di aver bisogno di
aiuto, del Suo aiuto.
La condivisione
Tutto dice condivisione, intimità, confidenza, amicizia. Gli sposi
riconoscono Gesù da come benedice e spezza il pane. È il segno di un’esistenza
tutta improntata al dono. Grazie a quel pane ricevuto e donato è possibile riconoscere Gesù come salvezza e
pienezza di vita. Dalla scoperta di questo amore senza condizioni scaturisce la
risposta grata che ci rende pronti a giocare la nostra vita, ad offrirci, a condividere fino
in fondo, in tutto e per tutto, noi stessi con chi ci è accanto.
La consapevolezza
Ora Gesù non c’è più, è scomparso; c’è un iniziale sconcerto, quasi il timore di
esser di nuovo soli nella nostra vita. Poi, poco a poco, dentro noi si fa chiarezza,
lo sguardo è volto verso la porta ad osservare il cammino di Cristo che
indica la strada, una strada che Lui ha tracciato per noi. Siamo pronti ad alzarci da tavola, ormai consapevoli della nostra
vocazione, sappiamo decidere. Alzarci da tavola come ha fatto Gesù
significa percorrere il nostro cammino vocazionale.
La capacità decisionale
Dobbiamo alzarci da tavola. Gesù vuole strapparci dal nostro sacro rifugio, da
quell'intimismo, ovattato dove le percussioni del mondo giungono attutite
dai nostri muri, dove non penetrano le decisioni che il mondo ci impone. Essere sposi, essere famiglia vuol dire aprirsi agli altri, non rimanere chiusi in noi stessi. La
famiglia che ha vissuto l’incontro con Cristo ha bisogno di “riferire ciò che gli è
accaduto” sia con le parole che con le opere, perciò la testimonianza non può prescindere dal contesto comunitario.