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A.s. 2014/’15 PROGETTO del POF “STAFFETTA di SCRITTURA CREATIVA” In collaborazione con BIMED Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo Per la realizzazione del progetto: Prof.ssa Rossana DE LUCIA – referente progetto Prof.ssa Giovanna Varricchio - docente responsabile dell’Azione Formativa per la classe 3^ I: lettura capitoli prodotti dalle scuole partecipanti al racconto a mille mani “Questione di volontà”, progettazione e stesura del quarto capitolo, “Davide”, rappresentazione grafica del capitolo e dell’intero racconto. Alunni della classe 3^ I, autori del capitolo: ALLORO Francesco Enzo, AMBROSINO Claudia, CAPOBIANCO Caterina, CASARETTI Cristian, CUSANO Noemi, DE BLASIO Gaia, DE PIERRO Benedetta, DE TOMA Laetitia, DELLI CARRI Ilaria, IADICICCO Alessandro, JAENNE Matteo, LAMPARELLI Francesca, MAIELLO Marco, MAIO Lorenzo, MASTROVITO Milena, MATARAZZO Roberto, MIGNONE Mattia, ORSILLO Simona, PANELLA Mariolina, PEPE Giorgio, ROSSIT Eleonora, SAGINARIO Lorenzo, SCHIPANI Matteo, TADDEO Roberta, VERGONA Sofia, VERDICCHIO Matteo. Il disegno del capitolo è stato realizzato dalle alunne: Caterina Capobianco, Milena Mastrovito, Mariolina Panella Gli alunni hanno così commentato l’esperienza: Questo per noi è il secondo anno di “Staffetta di scrittura creativa” e possiamo affermare che il commento generale sull’esperienza è decisamente positivo. Il racconto scritto nell’anno 2012/13 ci aveva consentito di liberare pienamente la nostra fantasia e ci aveva fotto pervenire alla conclusione che << la tecnologia facilita la nostra vita quotidiana, ma il suo abuso può far molto male>>. Il racconto di quest’anno, avviato dall’incipit dell’autore Anselmo Roveda, ha centrato pienamente il periodo che stiamo vivendo, la complessa fase della nostra crescita che è l’adolescenza. Ci siamo immediatamente riconosciuti nei comportamenti, nel linguaggio degli alunni che ci hanno preceduto nella scrittura e noi stessi li abbiamo utilizzati nel nostro capitolo, perché sono quelli caratteristici della nostra età. L’autore ha centrato in pieno i nostri interessi, facendoci appassionare a questa vicenda. È stato bello leggere ogni capitolo e scoprire nei protagonisti i nostri stessi sentimenti.

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A.s. 2014/’15 PROGETTO del POF “STAFFETTA di SCRITTURA CREATIVA”

In collaborazione con

BIMED Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo

Per la realizzazione del progetto: Prof.ssa Rossana DE LUCIA – referente progetto Prof.ssa Giovanna Varricchio - docente responsabile dell’Azione Formativa per la classe 3^ I: lettura capitoli prodotti dalle scuole partecipanti al racconto a mille mani “Questione di volontà”, progettazione e stesura del quarto capitolo, “Davide”, rappresentazione grafica del capitolo e dell’intero racconto.

Alunni della classe 3^ I, autori del capitolo: ALLORO Francesco Enzo, AMBROSINO Claudia, CAPOBIANCO Caterina, CASARETTI Cristian, CUSANO Noemi, DE BLASIO Gaia, DE PIERRO Benedetta, DE TOMA Laetitia, DELLI CARRI Ilaria, IADICICCO Alessandro, JAENNE Matteo, LAMPARELLI Francesca, MAIELLO Marco, MAIO Lorenzo, MASTROVITO Milena, MATARAZZO Roberto, MIGNONE Mattia, ORSILLO Simona, PANELLA Mariolina, PEPE Giorgio, ROSSIT Eleonora, SAGINARIO Lorenzo, SCHIPANI Matteo, TADDEO Roberta, VERGONA Sofia, VERDICCHIO Matteo.

Il disegno del capitolo è stato realizzato dalle alunne:

Caterina Capobianco, Milena Mastrovito, Mariolina Panella

Gli alunni hanno così commentato l’esperienza: Questo per noi è il secondo anno di “Staffetta di scrittura creativa” e possiamo affermare che il commento generale sull’esperienza è decisamente positivo. Il racconto scritto nell’anno 2012/13 ci aveva consentito di liberare pienamente la nostra fantasia e ci aveva fotto pervenire alla conclusione che << la tecnologia facilita la nostra vita quotidiana, ma il suo abuso può far molto male>>. Il racconto di quest’anno, avviato dall’incipit dell’autore Anselmo Roveda, ha centrato pienamente il periodo che stiamo vivendo, la complessa fase della nostra crescita che è l’adolescenza. Ci siamo immediatamente riconosciuti nei comportamenti, nel linguaggio degli alunni che ci hanno preceduto nella scrittura e noi stessi li abbiamo utilizzati nel nostro capitolo, perché sono quelli caratteristici della nostra età. L’autore ha centrato in pieno i nostri interessi, facendoci appassionare a questa vicenda. È stato bello leggere ogni capitolo e scoprire nei protagonisti i nostri stessi sentimenti.  

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Questione di volontà

incipit dell’autore

Anselmo ROVEDA

07.43 Giulia, libri sotto al braccio, cammina svelta. Oggi non può proprio arrivare in ritardo. E chi la sente sennò la prof Mazzadei. Giulia ha pensieri più svelti delle gambe e mentre la strada verso scuola corre veloce intorno ai suoi occhi, il pensiero della chiacchiera notturna con Marta, un whatsapp dietro l'altro, non la lascia in pace un attimo. Bel casino. 07.43 Pure Giacomo fila veloce quel mattino, in scooter a scansare le code. Giacomo per tutti non è Giacomo: è Gurzo. Colpa di quel cognome che non ha mai sopportato, Gurzolocchi. Lui però, nei discorsi che si fa da solo dentro il casco, si chiama, e si impreca contro, col nome di battesimo, in terza persona magari ma col nome di battesimo: «E bravo Giacomo, bella situazione in cui ti sei andato a cacciare. Proprio bravo Giacomo». 07.57 Nella piazzetta vicino scuola Gurzo sta legando lo scooter, dietro di lui lo scalpiccio spedito di Giulia in arrivo. Lei si ferma, lui si volta. «Mammamia Gurzo che faccia brutta che hai stamattina! Paura degli alieni che assaltano alle spalle? O solo paranoia per il compito alla prima ora?» «Pure tu però Giulia non scherzi, sei sudata come un maratoneta e bianca come la regina degli zombi... Comunque né alieni né Mazzadei... è che... diciamo che ho pensieri». «Idem!... Diciamo che ho pensieri... cose fuori dalla scuola». «Allora siamo pari. Conto di risolverla però, presto anche... come dice mia sorella è solo questione di volontà». «Giusto... questione di volontà, pure per me, forse». «Sì, è che bisognerebbe averne... di volontà, dico». «Già. Dai però ora muoviamoci altrimenti la Mazzadei ci impala!»        

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CAPITOLO PRIMO GIACOMO E GIULIA 13:00 É ottobre e fa più freddo degli anni scorsi sulla costa tirrenica. Giulia indossa un maglione di pile e una sciarpa di lana calda. Mentre attraversa il corridoio per raggiungere le scale di uscita, tiene la mano di Gurzo che le chiede: «Allora, come ti è andato il compito?» Non male, poteva andare peggio!" Una volta scesi in cortile, aspettano che arrivi anche Marta e, nel frattempo, Gurzo continua a fissare Giulia con insistenza: «Sei bellissima oggi, Giulia». Gurzo ha una cotta per lei dall'inizio delle medie. Giulia è l'unica persona con cui si sente sicuro di parlare, confrontarsi e sfogarsi, ma questo sembra che lei non lo capisca. Rimane incantato ogni volta che la guarda: quando i raggi del sole colpiscono i capelli rossi di Giulia, lei splende come nessuna. I suoi occhi sono grandi, dolci e verdi smeraldo, riuscirebbero a sciogliere chiunque; ha un naso da francesina adorabile e una bocca carnosa color ciliegia. É slanciata, magra, senza un filo di grasso addosso, da fare invidia a tutte le ragazze della scuola. In più anche il suo carattere appare perfetto agli occhi di Gurzo, lei è introversa ma col senso dell'umorismo, a volte un po' distratta e più matura dei suoi coetanei. Giulia, arrossendo, risponde con un grazie timido e con voce lieve. Giulia vede Gurzo solo come un amico, e in lui ha sempre visto quel senso di sicurezza che nessuno le ha mai trasmesso, ma niente più. Non che Gurzo non sia un bel ragazzo, anzi, è alto, si è irrobustito frequentando Thai-box. Ha un modo di vestirsi stravagante, come i suoi capelli rasati dalle parti con una lunga cresta nera "gellata". Ha il viso lungo e magro, due occhi piccoli e marroni. All'apparenza potrebbe sembrare un ragazzo serio, cupo e poco socievole, che vuole far la figura del "macho", ma chi lo conosce davvero, come Giulia, sa che è un ragazzo buono, dolce e sensibile. Ha sedici anni, ma è nella stessa classe di Giulia perché ha perso due anni. Gurzo ha problemi familiari, tant'è che ultimamente ha frequentato molto poco la scuola per poter aiutare sua madre con i suoi due fratelli minori. Gurzo e Giulia si siedono su una panchina nel cortile. Il cielo è grigio, cupo, filtrano con fatica i raggi del sole fra la fitta coltre delle nuvole. Un vento gelido sferza tra i grigi palazzi della città, innalzando alcune foglie dal manto giallognolo che ricoprono le strade. Il silenzio regna fra i due. Gurzo chiede: «Cosa hai ultimamente? Ti vedo strana». All'inizio Giulia non risponde, poi prova a cominciare un discorso che però viene interrotto dall'arrivo di Marta, che si precipita ad abbracciarla. «Allora oggi sei a pranzo da me, Giulia, ricordi?» «Certo. Giacomo, ci si vede domani mattina, noi andiamo». Gurzo le guarda andare via, fino a che non scompaiono dietro l'angolo. 13:40 Dopo aver pranzato, le ragazze si fiondano in camera di Marta per parlare dei loro problemi. C'è il canale di MTV sintonizzato alla televisione e di sottofondo, a volume basso, si sente la canzone preferita di Giulia. Si canticchia la canzone nella testa: "How it all turned to lies sometimes I think that it's better to never ask why where there is desire there is gonna be a flame where there is a flame, someone's bound to get burned but just because it burns doesn't mean you're gonna die

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you've gotta get up and try…" “Try” - P!nk (A volte penso sia meglio non chiedere mai perché dove c'è il desiderio ci sarà una fiamma dove c' è una fiamma, qualcuno è destinato a bruciarsi ma proprio perché brucia non vuol dire che morirai devi alzarti e provare...) Giulia si sdraia sul letto e socchiude gli occhi come per rilassarsi. Marta spegne la televisione e inizia a parlare: «Come va con Giacomo?» «Perché mi fai questa domanda? Amici come sempre. Ti ha detto qualcosa?» Marta si sdraia accanto a Giulia e inizia a giocare con i suoi capelli, facendole piccole treccine qua e là. «Non capisco perché non gli dai una possibilità. Quel ragazzo ti viene dietro da tre anni ormai, e sembra che tu voglia fargli credere in qualcosa che non esiste. Quali sono le tue intenzioni?» Giulia tira un sospiro quasi scocciato e risponde: «Io voglio molto bene a Giacomo, ma non riesco a vedere qualcosa di più fra noi. Non ci posso fare niente: non posso cambiare i miei sentimenti». «Certo che li puoi cambiare! Dai Giulia, gli tieni sempre la mano, sei gelosa di lui più di chiunque altro e poi non vedi come ti guarda? Io non ti capisco, per una volta che c'è un ragazzo bello e bravo a cui piaci, tu lo respingi. Sei scema! Pagherei per essere al posto tuo…» Giulia si mette a sedere di fronte a Marta, la guarda dritta negli occhi in silenzio. Poi distoglie lo sguardo e lo si vede perdersi nel vuoto. Un attimo di silenzio, si sente solo lo scròscio dell'acqua che cade sulla grondaia del balcone. «Sono contenta di aver conosciuto Giacomo. A volte ci penso come sarebbe se stessimo insieme, però è più forte di me, non mi ci vedo. Poi mi sto sentendo con un altro ragazzo ora...» «Un altro ragazzo? Ma di chi parli? Non mi vorrai dire che è quello di Roma! Giulia, ma sarebbe una relazione impossibile! Ti vuoi complicare la vita a tutti i costi, te ne ho già parlato ieri notte: Giacomo è perfetto per te e Davide devi proprio lasciarlo perdere». «Non conosci Davide. Lasciamo perdere Marta, sai come vanno a finire queste discussioni». «Okay, come ti pare; se non vuoi capire, non capire». Giacomo è davvero il ragazzo perfetto per Giulia: saprebbe darle tutte le attenzioni di cui ha bisogno e non farle mancare niente. Lui le sta accanto ogni volta che lei ha un qualunque problema e viceversa. Ma è come lui la guarda che fa capire davvero quanto la desideri: gli brillano gli occhi ogni volta che lei fa lo stesso, ogni volta che lei ride, ogni volta che lei gli sta vicino. Nessuno si sarebbe mai immaginato che Gurzo prendesse una cotta così forte per una ragazza, però lei è riuscita a scoprire il suo lato migliore. Giulia è una ragazza estremamente testarda, non è mai riuscita ad ammettere le sue emozioni per non apparire agli altri come una "debole", ma dentro è triste. É sempre stata una ragazza diversa dagli altri, certo, ma soffre come loro. Dopo quello che le è successo all'età di undici anni, è stato difficile per lei reinserirsi in un gruppo di amici, e Gurzo è l'unico di cui lei si può fidare davvero. «Cosa ne dici di vedere un film?» propone Marta, per rompere l'atmosfera di silenzio che si è creata nella stanza. «Okay, ma niente film d'amore». 17:00 «Ti è piaciuto il film? A me no, mi ha fatto proprio schifo. Come fanno a piacerti i film polizieschi?» «Sono gusti. Anche a me non piacciono i tuoi film d'amore. Comunque ora vado a casa, si è fatto tardi». Fuori sta piovigginando. Giulia esce di casa, indossa il cappuccio della felpa e l'auricolare nelle orecchie con la musica al massimo, si incammina verso casa, persa nel suo mondo e riflettendo sui vari perché della vita. Cammina per la strada trafficata: osserva di sfuggita le persone intorno a lei,

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si domanda quale siano le loro storie o quali saranno (tutto questo l'ha sempre incuriosita). Non sente i rumori che le marmitte dei motorini e i clacson delle macchine provocano, i campanelli delle biciclette che chiedono di fare spazio al loro arrivo, le chiacchiere delle persone: a lei basta solo guardarsi intorno, non le importa di sentire tutta quella confusione. Vuole essere trasportata dalla melodia della musica. Ad un certo punto sente due braccia da dietro stringerle i fianchi, e delle labbra che le si posano sulla guancia per darle un bacio soffice. Si toglie le cuffie dalle orecchie, girandosi le viene in mente che quei gesti così dolci non possono che essere di una sola persona: Giacomo. Infatti è così. Solo lui può dedicarle tanta attenzione. «Ti ho suonato con il clacson, ma non ti sei girata, così ho accostato e sono sceso per salutarti. Vuoi un passaggio?» Giulia lo guarda per un attimo restando in silenzio, colpita dalla sorpresa, poi risponde: «Se hai un'altro casco volentieri, dovrei già essere a casa a studiare geografia. Vuoi venire da me?» «E me lo chiedi? Ho un altro casco nel sottosella. Non rifiuterei mai! Così mi aiuti anche a studiare». Si sente una suoneria ed è quella di Giulia. «Sarà mia madre». Prende il cellulare dalla tasca dello zaino, guarda il display e vede che chi la chiama non è sua madre; il numero che compare è quello di Davide, il ragazzo di Roma. Giulia entra in paranoia, guarda Giacomo tenendo il telefono in mano, senza rispondere. «Perché non rispondi?» «Richiamerò più tardi». Giulia mette in muto la chiamata. 17:20 Sono arrivati a casa di Giulia, salutano sua madre e il resto della famiglia, vanno in camera e prendono i libri per studiare. Giulia controlla il suo cellulare. Le sono arrivati diversi messaggi su WhatsApp, due conversazioni diverse. Una, la prima che legge, è di Marta che le chiede se sia arrivata a casa e se più tardi la può chiamare. L'altra è di Davide che le scrive: «Che fine hai fatto? Muoviti a connetterti, voglio le foto». E poi: «Non ho voglia di aspettarti ancora, muoviti!» Giulia fissa lo schermo senza rispondere. «Giulia, che stai facendo?» Giacomo guarda il display, come per scoprire con chi Giulia stia chattando, ma lei lo blocca e lo appoggia sulla scrivania rispondendo: «É Marta che chiede la lezione per domani, niente di che». Giulia lascia il cellulare acceso, ma non risponde a nessuno dei due. Capitolo scritto dagli alunni dell’ITC Marco Polo- Cattaneo di CECINA Classe 1^A

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Capitolo secondo 17:40 «A partire dalla metà degli anni Ottanta del Ventesimo secolo, si è verificata una trasformazione su scala mondiale, di importanza enorme, che viene di solito indicata con il termine Glo…» «Glo…?» «Glo…» «Globalizzazione! Signor Giacomo Gurzolocchi, è la terza volta che ripeti questo paragrafo, possibile che non ti sia ancora entrato in testa?» «Giulia, la geografia non è il mio forte …» «Vabbè, io ho fame vado a preparare qualcosa da mangiare». «Io rimango qui a ripetere…» Giulia va in cucina, e Gurzo ricomincia con i soliti discorsi rivolti a se stesso: “Giacomino, ti sei cacciato in un bel guaio. Hai promesso che l’avresti accompagnata a Roma. Bella situazione. Avevi altra scelta? Giulia è un’amica… e invece che hai fatto? Le hai promesso che l’avresti accompagnata, a Roma! E adesso?” Il monologo di Gurzo viene interrotto. Il cellulare che Giulia ha lasciato sulla scrivania vibra, un messaggio su WhatsApp. Giacomo lo guarda: “E adesso chi è? Marta? No… a quest’ora sarà in palestra! Che faccio, vedo chi è? No… non posso spiare il cellulare della mia migliore amica… devo fidarmi». Così, per non pensarci, si accomoda sulla sedia e, con in mano il libro, tenta di ripetere geografia, ma intanto fissa il cellulare di Giulia. Sembra tranquillo, ma dentro di sé si sta scatenando una tempesta. Una parte di lui lotta per allungare la mano, vuole raggiungere il telefonino. Un’altra, invece, la parte più ragionevole, blocca ogni indegno pensiero. Ma l’ansia comincia a farsi sentire; lui si alza in piedi e cammina a passi svelti intorno alla scrivania. “Non posso leggere le sue chat private. Sarebbe invadente e scortese. In fondo però non è un reato…” Giacomo guarda nuovamente il cellulare, lo prende. Sul display compare la richiesta di password, ma per lui non è un problema. Giulia ha la stessa password da un paio di mesi, e ormai lui la conosce a memoria. Digita V-O-L-O-N-T-À. Il cellulare si sblocca. Con un click, lo schermo si illumina. Gurzo si ritrova subito nella galleria, piena di cartelle “Mare, Vacanza, Amici”, poi clicca sull’icona dei messaggi. Vede cuori. Solo cuori, cuori e ancora cuori. Gli girano gli occhi. Ansia, gelosia, invidia. Ormai è troppo tardi. «Inviami le foto» c’è scritto in un messaggio di Davide. «È una frase normale, da amici …» cerca di tranquillizzarsi Gurzo, ma non ce la fa. Prende il casco, le chiavi e scende velocemente salutando Giulia senza nemmeno guardarla, ma allunga solo la mano dicendole un frettoloso «ciao». 17:55 Giulia si precipita in camera, clicca sull’icona WhatsApp. Entra nella chat con Gurzo ma niente, nessun messaggio. 18:30 Nulla, Gurzo non le scrive, non una parola, non un pensiero. 20:32 È da più di due ore che Gurzo non scrive a Giulia. Non era mai accaduto. Ed è da più di due ore che Giulia non scrive a Gurzo. Così lei rompe quel silenzio e si fa avanti: «Domani alle sette e trenta davanti al lido “Lo Scoglio” è importante!» Arriva la risposta di Gurzo: «Ok». 07:00 Suona la sveglia di Giulia. Lei rimane un po’ sotto le coperte, in quella comoda posizione. Ancora qualche minuto poi striscia giù dal letto e va a fare colazione. 07:00 Gurzo è già in piedi. È nel bagno e si sciacqua il viso più volte per togliersi quell’espressione anomala e assonnata. Poi si guarda allo specchio: “Che avrà mai quello più di me? Abita a Roma, la capitale, è il fascino del romanista, ecco cos’è; o si dice romano?… Fa lo stesso. Non lo conosco e già non lo sopporto». 07:30 Gurzo è già lì, quando Giulia arriva a passi svelti verso il lido. Si siedono su delle poltroncine fredde, rosicchiate dalla salsedine e ordinano due cioccolate calde. Ma nessuno dei due parla. Giulia allora gli prende entrambe le mani e lo fissa negli occhi, lui non può far altro che ricambiare: gli occhi di Giulia sono calamite potenti alle quali Giacomo non può resistere. «Ehi… che hai stamattina? Sei così malinconico». Lui sospira, guarda in alto: «Mi sono iscritto. Tre giorni fa, mi sono iscritto alla gara… Giulia, mia mamma sta lavorando molto, ha accettato dei turni molto duri per guadagnare di più. Quella somma messa in palio ci farebbe comodo…» Giulia si alza, gli strofina la schiena come per riscaldarlo o forse per incoraggiarlo, poi si siede sulle sue gambe e lo abbraccia. Il viso di Giulia è proprio sul collo di Gurzo e lui può sentire il suo profumo mentre le accarezza i lunghi capelli rossi. Guardarla è come immergersi in un mondo di emozioni… «Gurzo, quando mi accompagnerai a Roma?» «Non so» rispose lui con un soffio. «Non capisco, Giacomo, tu mi avevi promesso…» sussurra lei mantenendo lo sguardo basso. «Giulia, io… andiamo, come possiamo fare una cosa del genere?» Gurzo tende la mano, vuole incrociarla con quella di Giulia, ma lei la tira indietro e va a sedersi sulla sua sedia fredda; con la coda dell’occhio spia Giacomo che ha la fronte aggrottata e gli occhi scuri socchiusi, con la tipica espressione che ha quando deve prendere una decisione. Intenerita, sorride senza farsi notare. «Non mi abbandonare, Gurzo…» sussurra, quasi non si volesse far sentire. Poi d’istinto guarda l’orologio. «Gurzo è tardi! Sono le 8…» 08:05 Giulia e Gurzo arrivano di corsa alla gradinata della scuola, e intravedono i capelli castani e scompigliati di Marta. Anche lei si accorge di loro e corre incontro per salutarli. «Siete arrivati». «Già». L’aula è al terzo piano, Giulia cammina a passi lenti, le sembra di non arrivare mai; nel frattempo incrocia visi amici che ridono e volti allegri, altri perplessi. «Pss» sussurra Marta. Giulia la osserva con un punto interrogativo sul viso, scuotendo il capo. «Allora?» «Allora cosa?» «Davide o Giacomo?» Giulia sbuffa. «Né Davide, né Giacomo… Marta!»

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E abbraccia la sua amica stampandole un bacio sulla guancia. «Anzi. Ti va di andare a passeggiare sulla spiaggia oggi pomeriggio? Come ai vecchi tempi, prima che i ragazzi entrassero a sconvolgere le nostre vite!» «Così mi piaci!» 16:00 «È affascinante la spiaggia ad ottobre, vero? Gli ombrelloni sono chiusi, la scogliera è restituita ai suoi abitanti… e poi questi legnetti sulla sabbia… sono fatti apposta per scrivere “TVB”». Giulia ne prende uno e disegna un cuore. «Marta, sai mantenere un segreto?» Marta annuisce. «Sputa il rospo, Giulia» «Gurzo mi accompagnerà a Roma, mi porterà da Davide. Io voglio incontrarlo». Marta scuote la testa, dimostrando di non essere d’accordo. «Lui vuole vedermi, lo sento. Mi chiede continuamente di inviargli delle foto, vuole seguire ogni mio spostamento, così gli mando diversi scatti al giorno. Ieri gli avrò spedito almeno quindici selfie, ma ne voleva altri…» «Frena un momento Giulia…» la interrompe Marta «Questa storia non mi convince». «È amore Marta, con la “A” maiuscola. Lui… dice che vuole sapere tutto di me; mi ama, mi chiede di avvisarlo quando incontro te o quando mi vedo con Gurzo… Sai che è geloso?… Ecco, adesso gli mando un messaggio e gli dico che siamo sulla spiag…» «Eh no! Metti via il cellulare, devi mantenere la promessa: almeno un’ora senza ragazzi… Facciamo una corsetta come ai vecchi tempi? Chi arriva prima alla pineta. Pronti … via!» Le due ragazze corrono e poi rallentano, la sciarpa di Marta vola, le copre il viso e lei ride. «Basta … hai vinto tu! Mi ritiro…» E sventola il cappello come una bandiera bianca. Messaggio di Gurzo sul cellulare di Giulia: «Ragazze siete insieme?» «Rispondo con una faccina?» scherza Giulia «Vuole vederci, non l’hai capito? Digli di raggiungerci qui in spiaggia». 16:45 Gurzo parcheggia il suo scooter vicino al chioschetto. Ha gli occhi lucidi, pieni di lacrime, ma cerca di non farle scendere. Le sue amiche se ne sarebbero accorte, e avrebbero pianto insieme: finiva sempre così. Gurzo lo sapeva. Quella volta, però, l’emozione ha la meglio, una lacrima gli percorre la guancia pallida; lui si asciuga velocemente il viso con la manica della felpa. «Ho paura». «Per la scuola?» «Cose fuori dalla scuola. Ho paura di non riuscire ad allenarmi, di non essere pronto per la gara, non so se ho abbastanza volontà. La volontà è una scelta, e io non so se sono pronto a farla. Mi ci vedete? Io, Giacomo, proprio io che ho deluso e continuerò a deludere…» «Ma cosa dici?» dicono quasi in coro le ragazze. «Che cos’è per te la volontà?» lo provoca Giulia. Il ragazzo sospira, pioviggina appena, ma il mare è agitato. «È come quell’onda laggiù, che si infrange combattuta sugli scogli e non si arrende mai. Non sono bravo con le parole ma è così: è l’onda». «Che poeta» sorride Giulia «Dove c’è una grande volontà, non possono esserci grandi difficoltà» aggiunge Marta recitando. «Aspetta, questa frase la conosco, l’ho già sentita… di quale cantante si tratta?» cerca di ricordare Giulia. «Niccolò Machiavelli, ci sapeva fare con le parole». Capitolo scritto dagli alunni dell’I.C. “Alighieri” di FORMIA Classe 3^ B

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Capitolo 3 C'era ancora il cielo sereno, quando Marta tornò a casa. Non riusciva a togliersi dalla testa quello che le avevano detto Giulia e Giacomo, così decise di chiamare Giulia per discutere della situazione: «Pronto?» risponde Marta. «Ciao Marta! Volevo proprio chiamarti per parlarti di una cosa». «Spara!» esclama Marta. «Ho parlato con i miei, e hanno detto che, se mi accompagni, posso andare a Roma da Davide. Ci stai?» «Sì ci sto... devo solo chiedere a mia madre». Il giorno dopo, alle 9:30 In treno, visto che Marta sta dormendo, Giulia decide di sentire Davide. Quando Marta si sveglia erano quasi arrivate: «Che sonno!» «Ben svegliata!» dice Giulia. Ad un certo punto si sente un lungo fischio: «Siamo arrivate... finalmente!» Appena scese dal treno una voce le chiama: «Ciao ragazze, come va? Posso aiutarvi con i bagagli?» Si girano e…. Driiiiiiiiiiiiiiiinnnnnnn!! 10:05 (suona la sveglia) É domenica, Marta si rigira sotto le coperte, sbadiglia e spegne la sveglia. La luce del sole illumina la sua stanza e le batte sugli occhi, così è costretta ad aprirli, guarda l'ora. Salta giù dal letto, quindici minuti dopo deve vedersi con Giulia per la loro abitudinale colazione al chiosco. Nella mente un po’ confusa, le restano i ricordi di quello strano sogno. Corre in bagno a sciacquarsi la faccia, si infila un paio di jeans e un maglione, mette un filo di mascara ed esce di casa. 10:22 Giulia è già al chiosco da qualche minuto, al contrario della sua amica si è svegliata presto, tormentata dai suoi mille pensieri. Così prende il cellulare e manda un messaggio a Marta su WhatsApp: “Dove sei?” Subito arriva la risposta: “Dietro di te (:”. Marta le corre in contro e l'abbraccia, poi ordinano la colazione. «Sai.. l'altro giorno abbiamo interrotto la conversazione su Davide, ma ora mi è venuta un'idea e vorrei parlarne con te» dice Giulia, dopo aver dato un morso alla sua brioche. «Spara». «Gurzo probabilmente non mi accompagnerà a Roma e ha già i suoi problemi familiari, allora ho pensato che potrei prendere un pullman per andare a trovare Davide in settimana». «Sai già come la penso, è una pessima idea. Ti metterai solo nei guai, e poi non lo conosci nemmeno!» replica Marta «Non mi convince questa storia, ho anche fatto uno strano sogno». «Sì, lo so che non sei d'accordo, ma lui vuole vedermi ed è questo l'importante per me». «Vabbè, io non ti appoggerò mi dispiace, secondo me rischi di fare una sciocchezza». 11:00 Giulia e Marta si sono salutate, ed entrambe si stanno incamminando verso casa. Giulia decide di passare dalla spiaggia, ha bisogno di riflettere sulla discussione con Marta, così si sfila le scarpe e passeggia a piedi nudi sulla sabbia. “Forse ha ragione lei, non lo conosco veramente, non dovrei fidarmi. Ma a me piace, è così dolce e poi… vado a Roma apposta per conoscerlo, no?” Arrivata a casa sovraccarica di pensieri, decide che seguirà il proprio istinto. Anche Marta ha ripensato alla conversazione con la sua amica, ed è giunta alla conclusione di doverne parlare con Giacomo, l'unico, oltre a lei, a conoscere bene Giulia. Così lo chiama. «Pronto?» «Ciao Gurzo, sono Marta, si tratta di Giulia, vorrei parlarti di una cosa che mi turba un po'…» «Ah, ciao! Va bene, ti ascolto». «Preferirei parlartene di persona, possiamo vederci per pranzo?» «Va bene, che ne dici del nuovo fastfood che hanno aperto vicino a scuola?» «Perfetto. A dopo, allora».

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13:37 Marta e Gurzo sono seduti al tavolo, prendono da mangiare e Marta racconta quello che le ha detto Giulia poche ore prima. É davvero preoccupata, a differenza dell'amica non si fida per niente di Davide, e non vuole che lei si trovi da sola in una città come Roma, con una persona che non ha mai visto. «Sì, hai ragione» dice Gurzo, dopo aver ascoltato il racconto di Marta Silenzio. «Forse potrei parlarne con lei, domani devo allenarmi, magari martedì, dato che entreremo due ore dopo, magari andrò a prenderla a casa, così facendo insieme la strada potremo parlare… A questo punto preferisco accompagnarla io, piuttosto che farla andare da sola» conclude Giacomo. 08:55 É lunedì mattina, la campanella sta suonando e avvisa i ragazzi del cambio d'ora. Marta e Gurzo stanno parlando, mentre attraversano il corridoio per spostarsi in aula informatica, scorgono Giulia e vanno a salutarla. Lei ricambia sorridendo. Dopo la discussione del giorno prima, nessuno dei due ha più parlato di Giulia, e solo in quel momento i due amici sembrano ricordarsene. «Tutto bene?» chiede Marta. «Sisi» risponde Giulia. «Okay» si aggiunge Gurzo. Insieme entrano nell'aula e si siedono alla loro solita postazione, ignorando gli altri compagni che sembrano incuriositi da qualcosa. Poi Giulia se ne accorge. «Chi è quello?» chiede. Un ragazzo alto, con capelli scuri e occhi blu profondi è appena entrato in classe e sta parlando con il professore. «É il ragazzo nuovo, mi pare sia inglese» risponde indifferente Gurzo. «Di chi…» Marta non finisce la frase e aggiunge «Carino!» Il loro dialogo viene interrotto dal prof, intento a fare stare in silenzio la classe. «Potreste degnarmi della vostra attenzione?» chiede innervosito. La classe si ammutolisce. «Vorrei presentarvi il vostro nuovo compagno, arriva da Londra, conosce abbastanza l’italiano, perché ha una nonna di Torino» continua il professore. «Jack, questa è la tua nuova classe. Prendi posto» aggiunge rivolto al nuovo arrivato. Jack, non trovando altro posto, si mette a sedere vicino a Marta. Giulia e Giacomo si scambiano un'occhiata d'intesa e sorridono in silenzio. Marta si presenta e prende a chiacchierare con il nuovo arrivato scoprendo che Jack, oltre ad essere molto carino, è molto bravo con i computer, così gli propone di mangiare insieme dopo la scuola. Ha un'idea in mente. 13:30 Marta esce da scuola e saluta di sfuggita Giulia e Giacomo. Poi si incammina parlando con Jack. «Allora… dove hai imparato a usare così bene i computer? Hai seguito dei corsi?» chiede incuriosita Marta. «Well… diciamo che non ho seguito dei veri e propri corsi, I’ve imparato grazie a degli amici. Mi hanno insegnato to curiosare nei computer degli altri» risponde Jack, un po' insicuro. «Quindi sei una specie di hacker?» «Sì, una specie» ammette lui, sorridendo. «Sai entrare nei profili delle altre persone?» chiede Marta, cercando di sembrare più indifferente possibile, ma Jack si accorge che sta pensando a qualcosa. «Yes, why? Sorry, perché?» la provoca. «Okay, non vorrei pensassi che sono uscita con te solo per chiederti un favore, ma vedi... in questo momento ne avrei davvero bisogno». «No, tranquilla. Sei la first person che mi parla da quando sono qui. Cosa ti serve?» Marta gli spiega tutto. Jack l'ascolta in silenzio e capisce che è una cosa importante, allora le propone di vedersi il giorno dopo, nelle due ore prima delle lezioni, per fare delle ricerche su Davide. Marta accetta ringraziando e i due si scambiano i numeri di cellulare. 17:43 Giulia è in camera sua e chatta con Davide. Sta progettando di andare da lui il giorno dopo. «Quindi domani? Che bello finalmente ci vediamo!» le scrive lui. «Sì, davvero! É stata una fortuna l'assemblea sindacale dei prof , così alla terza ora non ci sono più i controlli ed io ho tutta la giornata libera!» risponde entusiasta lei.

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«Vieni a casa mia allora, i miei saranno fuori». «Va bene, devo però rientrare per le cinque, puoi controllare se ci sono dei pullman Roma-Nettuno nel primo pomeriggio?» Ovviamente Marta e Gurzo sono all'oscuro di tutto . Giulia ha deciso di non permettere a nessuno di impedirle di andare a Roma. 8:10 Marta è a casa di Jack per fare le ricerche su Davide. Nel frattempo, Giacomo sta andando da Giulia per parlarle di Roma. Arrivato sotto casa sua, fa per scendere dal motorino quando la scorge uscire di casa con aria decisa. Porta uno zaino sulle spalle e si dirige verso la fermata del pullman che la porterà a Roma. 8:45 Jack ha scoperto l'account di Davide, ma deve ancora riuscire ad entrare all'interno del suo computer, non è così semplice. 8:55 Il pullman per Roma sta partendo, così Gurzo chiama Marta. «Pronto Giacomo, che succede?» «Giulia è sul pullman per Roma, cerco di seguirla con il mio scooter. Tra il traffico e le fermate, magari ce la faccio. Spero solo di non rimanere a secco! Dove sei?» «Sono con Jack e sto facendo delle ricerche su Davide». «Okay, tienimi aggiornato». 9:08 Marta e Jack sono riusciti ad impossessarsi dei dati di Davide, e li stanno trasferendo su una chiavetta. Gurzo, invece, segue il pullman che sta imboccando la Colombo per Roma. 9:43 «Founded!» dice soddisfatto Jack. «Cosa??» chiede Marta. «Vieni a vedere, guardiamo insieme… Oh my god!!» «Devo avvertire subito Gurzo». Capitolo scritto dagli alunni dell’I.C. “Nicolo’ Tommaseo” di TORINO Classe 3^ C

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                                                                                     DAVIDE  

 10:00  Marta  chiama  subito  Gurzo  che,  sentendo  il  telefono  squillare  ,  guarda  la  strada  alla  ricerca  di  una  piazzola  di  sosta  per  fermarsi,  proprio  nel  momento  in  cui  il  pullman  mette  la  freccia  per  sostare    in  una  stazione  di  rifornimento.  Gurzo  lo  segue  e  si  ferma  a  breve  distanza.  

-­‐ Marta,  che  novità?  -­‐ Abbiamo  scoperto  che  l’account  di  Davide  è  falso.    Facendo  la  ricerca  immagine,  risulta  che  le  foto  

del  profilo  di  Davide  non  corrispondono  alla  sua  identità.  Cosa  cerca  di  nascondere?  -­‐ Marta,  cercate  altre  notizie.  Vado  da  Giulia  che  sta  scendendo  dal  pullman.-­‐  

Si  avvia  a  passo  spedito.  -­‐ Giulia!  -­‐ Tu  qui?  Mi  hai  seguita?      -­‐ Ti  ho  visto  prendere  il  pullman  e  ho  avuto  paura  per  te,  da  sola  in  una  grande  città  come  Roma.  

                         Perché  non  ci  hai  detto  niente?  -­‐ Grazie,    Gurzo,  sei  sempre  il  mio  migliore  amico,  ma  adesso  sento  che  voglio  vivere  questa  

esperienza,  sento  che  voglio  conoscere  Davide.    Non  vi  ho  detto  niente  perché  so  che  non  approvate  questa  mia  amicizia  e  temete  che  possa  cacciarmi  nei  guai.  Ma  state  tranquilli:  so  badare  a  ME    STESSA!  

-­‐ So  di  essere  il  tuo  migliore  amico  e  proprio  per  questo  voglio  farti  ragionare  .  Sai,  Giulia,  Marta  con  Jack    hanno  scoperto  che  l’account  di  Davide  è  falso.  Giulia,  senza  aggiungere  altro,  infastidita,  sale  sul  pullman  che  parte.    Gurzo  si  ferma  a  fare  rifornimento  e  avvia  uno  dei  suoi  discorsi  rivolti  a  se  stesso:  <<Non  posso  lasciarla  sola.  A  Roma  e  soprattutto  con  uno  sconosciuto!>>  

10:15                Il  display  di  Giulia  si  accende.  Messaggio  di  Davide<<  Fra  pochi  minuti  sei  a  Roma.  Fermati  allo              stallo  di  arrivo,  sarà  mio  padre  a  cercarti.  Ormai  ti  conosce  bene!>>  

 10.30              Stazione  Termini:  il  pullman  si  dirige  con  sicurezza  allo  stallo  11.  Anche  Gurzo  si  ferma    proprio  in  prossimità  della  porta  per  la  discesa  dei  passeggeri  .  

Giulia  scende.  Vede  Gurzo.    Distoglie  lo  sguardo.  Si  guarda  intorno.  Il  tempo  scorre,    sembra  lunghissimo.    Nessuno  arriva.  Gli  altri  passeggeri  si  avviano  sicuri  e  veloci  verso  direzioni  evidentemente  note,  altri  salutano  con  ampi  sorrisi  e  in  modo  affettuoso  parenti    o  amici  che  li  stavano  aspettando  e  si  avviano  anche  loro.  Per  lei    non  c’è  nessuno.  Le  arriva  invece  una  notifica  su  whatsapp  da  parte  di  Davide:  <<Dimenticavo  di  dirti…mio  padre,  bello  quasi  quanto  il  figlio  ma  con  molti  capelli  in  meno,  scherzi  a  parte,  lo  riconoscerai  dal  suo  immancabile  maglioncino  giallo  di  cashmir  e  dalla  sua  Mercedes  Benz>>.    <<  Sicuro  che  non  sia  un  problema  per  tuo  padre?  Altrimenti  cerco  un  modo  per  venire  a  casa  tua>>.  <<  Ma  figurati,    penso  che  sia  già  li  ad  aspettarti;  gli  fa  piacere  conoscere  le  persone  che  frequento…  A  dopo>>.  Alza  lo  sguardo  e  le  salta  subito  all’occhio  il  maglioncino  giallo  di  cashmir.  L’uomo  del  maglioncino  la  sta  fissando  sorridente.  Le  si  avvicina.  Giulia  ricambia  il  sorriso,  si  sente  rassicurata.  

-­‐ Buongiorno!  Sono  Giulia.  Dice  velocemente  sollevata  dalla  delusione  che  il  suo  viaggio  e  la  sua  attesa  fossero  stati  inutili,  che  ormai    la  stava  pervadendo.  

-­‐ Ciao  Giulia,  sono  il  padre  di  Davide.  È  sempre  un  piacere  conoscere  gli  amici  di  mio  figlio!  Scusa  il  ritardo,  ma  sai  il  traffico  della  città  a  volte  è  davvero  impenetrabile.  A  Nettuno  certamente  è  più  semplice  spostarsi.  Ma    entriamo  in  macchina  così  andiamo  da  Davide.    

 Giulia  in  macchina  inizia  ad  assomigliare  sempre  di  più  a  Gurzo:  dialoga  sempre  più  spesso  con  se  

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stessa.  <<Mah!  È  piuttosto  giovane  il  papà  di  Davide  ed  è  anche  un  bell’uomo!  Se  il  figlio  gli  assomiglia…!>>  Il  papà  di  Davide  interrompe  il  suo  monologo  interiore.  

-­‐ Quanti  anni  hai?  -­‐ Quasi  quattordici.  -­‐ Dove  hai  conosciuto  Davide?  -­‐ Tramite  i  social  network.  -­‐ Già…non  vi  siete  mai  visti!  -­‐ No,  siamo  amici  da  questa  estate.  

 11:00  

Dopo  un  viaggio  piuttosto  breve  arrivano  in  una  zona  verde  e  alberata.  

-­‐ Ecco!  Siamo  arrivati.  Primo  piano,  interno  tre.  Giulia  scende  dall’auto,  guardandosi  intorno.  Il  padre  di  Davide  va  via  indicandole  la  strada  da  percorrere.  E’un  vialetto  circondato  da  alberi  ormai  quasi  spogli  e  giardini.  Cammina  su  un  tappeto  di  foglie  del  colore  dell’autunno;    l’ambiente  le  sembra  signorile,  abitato  da  gente  che  si    può  permettere  di  abitare  al  centro  di  Roma,  circondata  dal  verde.  Si  trova  dinanzi  a  un  grande  portone  antico  con  uno  battimano  di  bronzo  lucido  nel  quale  è  ritagliato  un  portoncino.  E’  aperto.  Sale  le  scale  di  marmo  bianco  con  i  bordi  leggermente  consumati  dai  passi  delle  molte  persone  che  hanno  frequentato  il  palazzo.  Guarda,  distrattamente,  attaccata  al  muro,  una  sedia  per  disabili;  si  appoggia  al  corrimano  di  legno  scuro  e  lucido  e  si  ritrova  all’interno  tre.  Suona  il  campanello  ansiosa  e  tesa.  Al  di  là  della  porta  di  legno  massiccio,  pesante  e  scura,  avverte  un  lieve  stridio  di  gomme  che  diventa  sempre  più  forte,  sempre  più  vicino.  La  porta  si  apre…  

-­‐ Davide!?  -­‐ Sì,  sono  proprio  io.    Il    Davide  del  profilo  non  esiste.  Quel  Davide  sono  io.    Io  ti  conosco.  Tu  non  ti  

ricordi  di  me  perché  sulla  spiaggia  eri  sempre  insieme  a  tanti  amici.  Io  ero  da  solo  e  vi  guardavo  da  lontano  quando  giocavate  a  pallavolo,  vi  facevate  i  gavettoni,  vi  tuffavate  in  mare,  vi  rincorrevate…  

-­‐ E  perché  non  ti  sei  mai  avvicinato  a  noi?  Sai,  non  siamo  malaccio,  nel  nostro  piccolo  siamo  tutti  bravi  ragazzi.  

-­‐ Ma  dai,  non  stiamo  qui  sulla  porta,  accomodiamoci.  Giulia,  guidata  da  Davide  percorre  il  lungo  corridoio  e  arrivano  in  cucina.  La  madre  di  Davide,  una  bella  donna  alquanto  giovane,  dai  capelli  bruni  e  gli  occhi  azzurri,  vestita  con  una  tuta  blu  li  aspetta  davanti  a  un  vassoio  con  biscotti  e  due  tazze  di  cioccolata.  

-­‐ Benvenuta  Giulia!  Davide  mi  ha  tanto  parlato  di  te.  Mi  auguro  che  diventerete  amici.  Intanto  Gurzo  aspetta  impaziente  un  messaggio  di  Giulia  che  non  arriva  e  di  nuovo  parla  con  se  stesso.    

<<Non  te  ne  puoi  andare,  Giacomo!  Giulia  potrebbe  avere  bisogno  di  te.  Chissà  dov’è,  ma  soprattutto  con  chi  è?  Marta  e  Jack  non  hanno  scoperto  altro  di  questo  profilo.  Speriamo  non  le  capiti  niente,  con  tutto  quello  che  si  sente  in  giro!  Però  devi  stare  calmo.  Giulia  è  una  ragazza  giudiziosa,  non  si  caccia  nei  guai.  Intanto    non  ti  muovi  da  qui.  Cascasse  il  mondo!>>  

14:35  

Finalmente  Gurzo  vede  Giulia  arrivare  trafelata.  Quasi  lo  fa  cadere,  sente  le  sue  braccia  che  lo  stringono  forte.  

-­‐ Giulia,  che  cosa  hai  fatto?  Finalmente  sei  qui!    Ormai  i  cattivi  pensieri  stavano  avendo  la  meglio  sulla  mia  indole  ottimista.  Il  pullman  è  appena  partito!  Il  prossimo  arriva  troppo  tardi.  Che  facciamo?  

-­‐ Per  fortuna,  Gurzo  sei  qui.  Calmo.    Non  rimproverarmi.  Per  oggi  ho  avuto  già  abbastanza  emozioni!    Ora  ti  racconto…  

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Capitolo  scritto  dagli  alunni  dell’I.C.  “Pascoli”    di  BENEVENTO      

                                                                                                   classe  3^      I  

                                                                             IL        NOSTRO      CAPITOLO!  

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Capitolo 5: Rivelazioni 14: 45

Silenzio. Giulia e Giacomo da soli alla fermata. Giacomo aspetta solo che Giulia incominci il suo racconto. Giulia è indecisa su dove incominciare a narrare il fatto che, accaduto così all’ improvviso e inaspettatamente, ha sconvolto i suoi sentimenti e pensieri e ha scombussolato la sua mente. Sente un groppo di emozioni strane in gola che sale sempre di più. Giulia però vuole, anzi, deve trattenerlo: non deve piangere. La sua volontà deve reggere! Non può piangere per così poco! Ma ecco che i suoi occhi si fanno sempre più lucidi. Fa per aprire la bocca… e scende la prima lacrima… poi la seconda… scoppia il pianto… Gurzo le si avvicina e, senza dire una parola, la stringe in un confortante abbraccio…

14: 50

Giulia ha perso l’autobus che l’avrebbe dovuta riportare a casa. Il tempo con Davide era passato molto velocemente, anche perché era rimasta sconvolta. Gurzo ha un’occasione per confessare i suoi sentimenti a Giulia, così si offre subito di accompagnarla a casa in motorino, nonostante sia vietato. Ma lui, per lei, farebbe qualunque cosa. La ragazza, in mancanza di un altro passaggio, accetta l’offerta dell’amico.

Giacomo mette in moto e si avvia lentamente così possono parlare.

Giulia è riuscita a trovare la volontà per smettere di piangere.

«Ti ricordi quel ragazzo sulla sedia a rotelle che vedevamo sempre in spiaggia?»

Gurzo aggrotta un po’ la fronte e risponde: «In spiaggia?? Ma quando?»

«Quando eravamo più piccoli, circa quattro o cinque anni fa, quasi ogni domenica ci vedevamo là con Marta…» spiega Giulia.

«Ah si… il bambino che stava sempre da solo…» interviene Gurzo.

«Esatto… beh è lui Davide…»

Giacomo, sorpreso, apre bocca per chiedere spiegazioni, ma Giulia lo anticipa: «Mi ha raccontato un sacco di sé, per esempio di quel brutto incidente…»

Silenzio. Di nuovo. Poi Giulia, come a rompere qualcosa di sacro, continua: «Erano a Courmajeur per godersi una bellissima vacanza invernale. Davide aveva circa 8 anni e stava sciando con sua sorella maggiore, Natasha. Avevano deciso di fare una pista delle più difficili. Per metà, il percorso era andato molto bene. Ma dopo circa tre chilometri dall’inizio, probabilmente un sasso tra la neve o comunque un piccolo ostacolo avevano fatto sbandare Davide, che era uscito dalla pista andando a sbattere la schiena contro un albero. Il forte colpo, tra l’osso sacro e la terzultima vertebra, aveva fatto spostare il midollo spinale e il nervo lì vicino impedendo l’utilizzo delle gambe; lo portarono subito al Pronto Soccorso dove stabilirono che non era in pericolo di vita, ma che non avrebbe più potuto camminare».

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Giulia ha finito. Giacomo, senza staccare un momento gli occhi dalla strada domanda: «E la famiglia come ha reagito…?»

«Davide mi ha detto anche questo… Molte famiglie si sarebbero spaccate fino a non essere più una “famiglia”, ma non quella di Davide. Anzi, a seguito di quell’incidente, la sua famiglia è diventata più unita…»

«Una bellissima famiglia» commenta Giacomo «Ma come ha fatto Davide a immettere delle foto che non erano sue nel profilo??» chiede quasi ad alta voce, dopo un attimo di silenzio.

«Mi ha raccontato anche questo…» sospira Giulia, mentre la vespa sfreccia lungo la tangenziale romana sgombra, fortunatamente, dal traffico. In verità le foto utilizzate non erano né sue né prese da internet bensì… del padre.

«Del padre???» la interrompe Gurzo, un po’ perplesso.

«Sì» risponde Giulia «del padre da giovane, quando aveva circa 15 anni» spiega Giulia. «Davide è stato molto sincero nel dirmi questa cosa…» termina Giulia.

Il resto del viaggio è predominato dal silenzio e dai pensieri di Giacomo.

“E se Giulia si fosse innamorata di questo Davide? Non mi considererà più! La nostra amicizia è di certo destinata a finire… ma d’altronde, non le posso certo impedire di fidanzarsi con il ragazzo che le piace. Non devo essere geloso di Davide, non sono geloso di Davide, perché tanto a me Giulia non piace per niente! Però… devo ammettere che è proprio carina con quei capelli rossi, quegli occhi verdi e quel fisico perfetto… Gurzo resisti! Devi provare a dichiararti! Ma cosa dirle… Giulia, volevo dirti che mi piaci da quando ti ho conosciuta… questa potrebbe andare bene… no, cosa dico fa proprio schifo! Mi sembra di essere lo sdolcinato protagonista della soap-opera che guarda mia nonna! Devo dichiararmi con le parole che mi verranno in mente in quel momento”.

Ad un certo punto a Gurzo viene un’ idea.

17:00

Sono partiti da parecchio. Il cielo ha preso una delicata sfumatura di rosa e il sole si sta abbassando lentamente sulla linea dell’orizzonte. Arrivare in orario è fuori discussione.

Gurzo svolta e raggiunge una spiaggetta deserta. Giulia non capisce cosa stia succedendo e che intenzioni ha Gurzo. Lei lo segue. Si siedono l’uno accanto all’altro, si guardano intensamente negli occhi. Gurzo è diventato rosso come quel tramonto romantico che hanno davanti e, facendosi coraggio inizia a parlare:

«Giulia ti devo dire una cosa»

«Dimmi Gurzo» dice Giulia, rassicurandolo.

«Okay, allora, è complicato da dire.. beh tu…»

«Dai Gurzo! Cos’è che mi devi dire?»

«Ehm, è già da un po’�che… ecco, IO TI AMO GIULIA!»

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E anche Giulia arrossisce come il tramonto; Gurzo fa un respiro profondo e dice:�«È dal primo giorno che ti ho incontrata, che mi sei subito piaciuta e col tempo, frequentandoci solo come amici, mi sono perdutamente innamorato di te!»

Giulia risponde:�«Ehm… Gurzo, �non so che dire, sei un bel ragazzo, tu mi piaci, ma�ecco ti vedo solo come un amico, un grande amico».�

Gurzo non si scoraggia e, lentamente si avvicina alle labbra di Giulia. Lei non si tira indietro e si lascia trasportare da Gurzo, ma questo momento romantico e anche un po’ magico viene interrotto da un suono. È un messaggio.

17:35

Cellulare di Giacomo: Whatsapp. Marta: “Ehi Gurzo come va? Ci sei? Giulia è con te? Siete da soli tu e lei??”

“Non ci posso credere!!!” pensa Giacomo quasi ad alta voce, mentre si va a scusare con Giulia: “No, tranquilla Giulia, è solo Marta che nel messaggio ci prende in giro: meglio lasciar perdere…!”

Giulia è scocciata e allo stesso tempo arrabbiata, perché le sarebbe piaciuto finire di sentire la romantica dichiarazione di Gurzo…

“Chissà costa sta facendo Marta in questo momento…” si domanda ad alta voce per rompere il ghiaccio e cambiare discorso in quel momento imbarazzante.

17:35

Intanto Marta fra sé e sé pensa a come rompere il ghiaccio con Jack. Il braccio della ragazza si allunga verso il collo di Jack, come se volesse abbracciarlo, nel giro di pochi secondi i due sono diventati rossi come peperoni, il ragazzo continua a ticchettare sulla tastiera in modo molto nervoso e Marta balbettando gli chiede: «Jack, ma quale è il tuo tipo di ragazza?»�Jack comincia a sudare freddo e a chiedersi dove volesse arrivare: «Mah, che questions sono?… Mi piacciono le ragazze simpatiche, pretty e gentili, but non devono essere più alte di me» esclama Jack.

«Come sei pretenzioso» sbotta Marta «ma comunque, quando arrivano quei due? Sono stufa di aspettarli!»

Jack, senza lasciarle finire la frase, si mette a gridare: «Oh my God, I found something incredible”.

17:40

DIN!

«Gurzo, aspetta, è un messaggio da Marta, dice che ci aspettano tra venti minuti davanti a scuola».

18:00

Gurzo parcheggia sullo spiazzo davanti alla scuola. Sono comparsi all’improvviso, prima un puntino colorato in mezzo alla polvere, poi i contorni stagliati contro il cielo, nitidi, definiti. Marta ha avuto un sobbalzo, il cuore ha fatto una capriola prima di tornare a posto. Si alza dalle scale dell’ingresso come compressa da una molla immaginaria, e corre incontro a Giulia; schioccandole

Page 18: A.s. 2014/’15 PROGETTO del POF “STAFFETTA di SCRITTURA ...A.s. 2014/’15 PROGETTO del POF “STAFFETTA di SCRITTURA CREATIVA” In collaborazione con BIMED Biennale delle Arti

un bacio sulla guancia, la abbraccia stretta, come se non la vedesse da un secolo. Poi la travolge con le sue domande a raffica: «Hai conosciuto Davide? Non ti sei messa nei guai vero? Le foto del suo profilo sono false!! E poi…» Giulia si stacca dall’abbraccio soffocante dell’amica e le racconta tutto, in un fiotto ininterrotto di sussurri tra amiche. Intanto controlla nervosamente l’orologio perché sa che a casa, non vedendola tornare, saranno sicuramente preoccupati, e si ripete mentalmente spiegazioni sempre più improbabili per provare a giustificarsi.

Marta rimane molto colpita da ciò che racconta l’amica, ma non è del tutto soddisfatta perché non è ancora riuscita a dirle quello che Jack ha scoperto.

«Sì, ma tu non sai che…» inizia a dire.

A quel punto Jack, per evitare che la ragazza parta in quarta con uno dei suoi interminabili monologhi, annuncia la sua ultima scoperta:�«Ok guys, ho una grossa novità da raccontarvi…»

 

 

Capitolo  scritto  dagli  alunni  del  Convitto  nazionale      “C.  Colombo”  di      GENOVA  

                                                     Classe  3^  G