bes a scuola: cosa dobbiamo fare noi docenti · cosa dobbiamo fare noi docenti . programma...
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Programma dell’incontro
PARTE TEORICA:
1. Introduzione generale sui BES
2. Area della disabilità
3. Area degli altri BES
4. Area dei DSA
5. Compilazione PDP
PARTE LABORATORIALE
L’area dello svantaggio scolastico è
molto più ampia di quella riferibile
esplicitamente alla presenza di deficit.
Direttiva Ministeriale 27-12-2012.
Strumenti di intervento per alunni con bisogni
educativi speciali e organizzazione territoriale per
l’inclusione scolastica
Il Bisogno educativo speciale è qualsiasi
difficoltà evolutiva, in ambito educativo o
dell’apprendimento, che consiste in un
funzionamento problematico per il
soggetto in termini di danno, ostacolo o
stigma sociale, indipendentemente
dall’eziologia, e che necessità di
educazione speciale individualizzata.
1. Un bisogno educativo speciale è una
difficoltà che si deve manifestare in età
evolutiva, entro il diciottesimo anno.
Coinvolge, di conseguenza gli ambiti
dell’educazione e dell’apprendimento
scolastico. E’ difficile trovare problematiche
in età evolutiva che non abbiano un impatto
diretto o indiretto nell’educazione e
nell’apprendimento scolastico
2. Funzionamento globale del soggetto inteso
come l’interconnessione degli aspetti
biologici, psicologici e sociali di una persona.
Quando i diversi fattori interagiscono in
modo positivo, il bambino crescerà sano e
funzionerà bene dal punto di vista educativo e
dell’apprendimento, altrimenti il suo
funzionamento sarà difficoltoso, ostacolato,
disabilitato, ammalato, con bisogni educativi
speciali
3. Danno. Una situazione di funzionamento
è realmente problematica per un bambino
se lo danneggia direttamente o danneggia
gli altri. (disturbi del comportamento
gravi, seri deficit di attività personali,
situazioni di grandi rifiuti o
allontanamento dal gruppo…)
4. Ostacolo. Può verificarsi anche una situazione in cui il danno non sia osservabile in maniera chiara, quindi si parla di ostacolo. La difficoltà non riesce a danneggiare direttamente il bambino ma lo pone in condizione di svantaggio per ulteriori successivi sviluppi (ad es. difficoltà di linguaggio, lievi disturbi dell’apprendimento, difficoltà emotive…)
5. Stigma sociale. Con esso ci si chiede se
oggettivamente il bambino, attraverso il
suo scarso funzionamento educativo-
apprenditivo, stia peggiorando la sua
immagine sociale costruendosi ulteriori
processi di stigmatizzazione, soprattutto
se appartiene a qualche categoria
socialmente debole.
In ogni classe ci sono alunni che
presentano una richiesta di speciale
attenzione per una varietà di ragioni:
• Svantaggio sociale e culturale
• Disturbi specifici dell’apprendimento
e/o disturbi evolutivi specifici
• Difficoltà derivanti dalla non
conoscenza della lingua italiana
Quest’area dello svantaggio, che ricomprende
problematiche diverse, viene indicata come
area dei BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (in
altri paesi Special Educational Needs). Vi sono
comprese tre grandi sotto categorie:
1.quella della disabilità (Legge 104/92)
2.quella dei disturbi evolutivi specifici (Legge
170/2010)
3.quella dello svantaggio socio-economico,
linguistico culturale
Per “disturbi evolutivi specifici” intendiamo, oltre i disturbi
specifici dell’apprendimento, anche i deficit del linguaggio,
delle abilità non verbali, della coordinazione motoria,
ricomprendendo -per la comune origine dell’età evolutiva-
anche quelli dell’attenzione e dell’iperattività, mentre il
funzionamento cognitivo limite può essere considerato un
caso di confine tra la disabilità e il disturbo specifico.
Tutte queste differenti problematiche, ricomprese nei disturbi
specifici, non vengono o possono non venire certificate ai
sensi della legge 104/92, non dando conseguentemente diritto
alle provvidenze ed alle misure previste dalla stessa legge
quadro, e tra queste, all’insegnante per il sostegno.
Linee guida per l’integrazione
scolastica degli alunni con
disabilita’ (2009)
Panorama sui principi
costituzionali e la
legislazione italiana
Organizzazione e
ruolo degli Uffici
Scolastici
Regionali
Dimensione
inclusiva della
scuola
I° PARTE: LA LEGISLAZIONE IN MATERIA
DI ALUNNI CON DISABILITA’
- Art. 3 e 34 della Costituzione : “diritto allo studio
è un principio garantito a tutti”.
- Legge 118/71: “istruzione dell’obbligo nelle classi
comuni”.
- Legge 517/77: “strumenti e finalità per
l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità e
istituzione dell’insegnante di sostegno”.
- Legge quadro 104/92: “integrazione scolastica
e sociale fondamentale per la persona con
disabilità. Istituzione del PDF (Profilo Dinamico
Funzionale) e del PEI (Piano educativo
individualizzato).
- D.P.R. 24/02/94: “compito delle unità sanitarie nella
compilazione della DF, PDF, PEI” in collaborazione
con la scuola.
- Convenzione ONU per i diritti delle persone con
disabilità: “modello sociale della disabilità” e “sistema
di istruzione inclusivo a tutti i livelli”.
III° PARTE: LA DIMENSIONE
INCLUSIVA DELLA SCUOLA
Obiettivo
fondamentale
Sviluppare le
competenze
dell’alunno:
negli apprendimenti,
nella comunicazione,
nella relazione,
nella socializzazione
pianificazione degli
interventi educativi,
formativi,
riabilitativi come previsto
dal P.E.I.
attraverso
collaborazione e
coordinamento di tutte le
componenti che ruotano
attorno al bambino
INCLUDERE = “Effettuare esperienze e attivare
apprendimenti insieme agli altri, condividendo
strategie di lavoro e non vivere o sedere accanto
agli altri”.
L’INCLUSIONE
è possibile con
COOPERAZIONE e CORRESPONSABILITA’
tra insegnante di sostegno
e insegnanti di classe/CdC
perché
la presa in carico del bambino disabile è di
tutto il gruppo insegnanti viceversa
l’insegnante di sostegno condivide compiti,
professioni, responsabilità sull’intera classe.
INSEGNANTE
PER
IL SOSTEGNO
Centralità al
bambino
Documenta
Propone metodologie per
didattica inclusiva
Progetta e
condivide
Coordina e
collabora
Tesse reti
Mette al centro il
bambino con disabilità:
- conosce la sua storia
- si documenta e si informa sulla patologia
- presta attenzione ai bisogni speciali
- dà importanza al “sa fare”, favorendo una
costruzione attiva della conoscenza
- crea le condizioni affinché l’iter formativo
dell’alunno possa continuare in sua assenza.
Tesse reti
Relazioni significative con: colleghi,
operatori ULSS, educatori, operatori
sanitari, famiglia…
Importante dare aiuto e supporto alla famiglia
(ALLEATO), nel rispetto della professionalità.
Coordina e collabora
Fa da perno, da mediatore con tutte le
figure che ruotano attorno al bambino.
Scopo: progetto comune, patto condiviso
per il progetto di vita dell’alunno.
Progetta e condivide
Progetta e programma con i colleghi le attività, trovando un collegamento tra la programmazione di classe e quella individualizzata.
Condivide il PEI e la valutazione (anche degli alunni della classe).
Metodologie
per
l’inclusione
Cooperative learning
Peer tutoring
Attività laboratoriali
Apprendimento per scoperta
Sviluppo della metacognizione
Uso di mappe concettuali e problem solving
Utilizzo di mediatori didattici (software, attrezzature e ausili informatici)
Documenta
- Raccoglie l’insieme delle prassi volte
all’inclusione.
- Documenta il percorso formativo
compiuto nell’iter scolastico, importante
soprattutto per passaggio fra un grado e
l’altro d’ istruzione.
CRITERI D’ ISTITUTO PER
L’ASSEGNAZIONE DEGLI INSEGNANTI
DI SOSTEGNO:
1. Continuità didattica, in particolare per gli
alunni più gravi.
2. Distribuzione equa delle situazioni più
gravi tra gli insegnanti di sostegno.
3. Quando è possibile favorire la presenza di
un unico insegnante di sostegno nella
stessa classe o in classi parallele.
SCADENZE IMPORTANTI:
- Entro il 31 ottobre: rinnovo delle
certificazioni.
- Entro il 31 gennaio: segnalazione per nuove
certificazioni.
- A marzo: richiesta assistenti personali
- Entro il 31 maggio: richiesta in deroga per
alunni con numero maggiore di 6 ore di
sostegno.
COME SEGNALARE?
- Contattare la famiglia affinché richieda
appuntamento con i servizi.
- Compilare il modello A in duplice copia
da consegnare una ai genitori e l’altra al
Dirigente Scolastico (insieme all’allegato
B).
- Condividere con la famiglia quanto scritto
e far firmare il modello B ai genitori.
VISIONE DEL PEI
Circolare Ministeriale n°8 del 6 Marzo 2013. Oggetto:
Direttiva Ministeriale 27-12-2012 “Strumenti di intervento
per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione
territoriale per l’inclusione scolastica”
Fermo restando l’obbligo di presentazione delle certificazioni per l’esercizio dei diritti conseguenti alle situazioni di disabilità e DSA, è compito doveroso dei Consigli di classe o dei teams dei docenti nelle scuole primarie indicare in quali altri casi sia opportuna e necessaria l’adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative, nella prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni.
Integrazione si rivolge agli alunni
disabili, nella nostra scuola è da tempo un
dato di fatto (realizzato più o meno bene!)
Inclusione si applica a tutti gli alunni
come garanzia diffusa e stabile di poter
partecipare alla vita scolastica e di
raggiungere il massimo possibile in
termini di apprendimento e
partecipazione.
Strumento privilegiato è il percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato PDP, che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare- secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata- le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.
Il PDP deve essere deliberato dal Consiglio di
classe o team docenti, firmato dal Dirigente e
dalla famiglia.
Ove non sia presente certificazione clinica o
diagnosi, il Consiglio di classe o il team dei
docenti motiveranno opportunamente le
decisioni assunte, sulla base di considerazioni
pedagogiche e didattiche; ciò al fine di evitare
contenzioso.
Area dello svantaggio socioeconomico,
linguistico e culturale
La Direttiva ricorda che “ogni alunno con
continuità o per determinati periodi, può
manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per
motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per
motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è
necessario che le scuole offrano adeguata e
personalizzata risposta”.
Tali tipologie di bes dovranno essere
individuate sulla base di elementi
oggettivi (come ad esempio una
segnalazione degli operatori dei servizi
sociali), ovvero di ben fondate
considerazioni psicopedagogiche e
didattiche.
Nei chiarimenti al Decreto Ministeriale del
27-12-2012 si ribadisce che anche in
presenza di richieste dei genitori
accompagnate da diagnosi che però non
hanno diritto alla certificazione di disabilità
o di DSA, il Consiglio di classe è
autonomo nel decidere se formulare o non
formulare un PDP, avendo cura di
verbalizzare le motivazioni della decisione.
GRIGLIA OSSERVATIVA
per ALLIEVI CON BES
(Area dello svantaggio socioeconomico,
linguistico e culturale)
SFERA DELLO SVILUPPO
Manifesta difficoltà di linguaggio
Manifesta difficoltà nell’area motorio-prassica
Manifesta difficoltà di lettura/scrittura
Manifesta difficoltà di calcolo
Manifesta difficoltà di comprensione del testo scritto
Manifesta difficoltà di espressione orale
Manifesta difficoltà nel mantenere l’attenzione durante le spiegazioni
Manifesta difficoltà nella comprensione delle consegne
Manifesta difficoltà in italiano L2
Non esegue le consegne che gli vengono proposte in classe
Non porta a termine le consegne proposte in classe
Fa domande non pertinenti all’insegnante
Criteri per l’individuazione di alunni con BES già segnalati dal team dei
docenti e/o dal Consiglio di classe
SFERA RELAZIONALE/COMPORTAMENTALE
Manifesta difficoltà relazionali
Manifesta difficoltà comportamentali
Manifesta difficoltà nel rispetto delle regole
Disturba lo svolgimento delle lezioni
Non presta attenzione ai richiami dell’insegnante
Manifesta difficoltà a stare fermo nel proprio banco
Viene escluso dai compagni dalle attività scolastiche
Viene escluso dai compagni dalle attività di gioco
Tende ad autoescludersi dalle attività scolastiche
Tende ad autoescludersi dalle attività di gioco/ricreative
SFERA SOCIALE
Manifesta problematiche collegate a disagio socio-familiare
Non svolge regolarmente i compiti a casa
Frequenza scolastica non continua
Non porta a scuola i materiali necessari alle attività scolastiche
Ha scarsa cura dei materiali (propri e della scuola)
Ha scarsa cura di sé e della propria persona
SFERA EMOZIONALE
Si fa distrarre dai compagni
Manifesta timidezza
Dimostra scarsa fiducia nelle proprie capacità
Ha un atteggiamento oppositivo e/o provocatorio
Per gli alunni che sperimentano difficoltà
derivanti dalla non conoscenza della
lingua italiana è possibile attivare
percorsi individualizzati oltre che
adottare le misure compensative e
dispensative (es lettura ad alta voce o
scrittura sotto dettatura veloce).
Le prime disposizioni per alunni con DSA …
…si concentrano sugli
strumenti compensativi e dispensativi
Circ. Min. prot. 4099/A/4 del 05 Ottobre 2004 iniziative relative alla Dislessia - pratiche Compensative e Dispensative a scuola
Nota Min. prot.26/A 05 Gennaio 2005 strumenti compensativi e dispensativi anche in valutazione ed esami
Circ. Min prot.1787 uff.VII del 1/3/2005 esami di Stato, sensibilizzazione commissioni su DSA
Circ. Min. prot. 4798/A4a del 27 Luglio 2005 attività di programmazione scolastica degli alunni disabili da parte delle istituzioni scolastiche adozione degli strumenti compensativi nella didattica…
Circ. Min 28 prot. 2613 15 Marzo 2007 art.4 per i DSA obbligo di sostenere tutte le prove raccomandazione all’impiego di misure e strumenti compensativi anche in sede d’esame
Nota Min. 10 maggio 2007 DSA – indicazioni operative
Le disposizioni più attuali
…spostano l’attenzione sulle
metodologie didattiche compensative DPR 122 22 giugno 2009
Valutazione degli alunni
Legge n. 170 - 8 ottobre 2010
Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico
Decreto 12 luglio 2011 e linee guida
per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA
Circolari n. 101/10 , n.110/11, n.96/12
Iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno
scolastico 2011/12, 2012-13 e 2013-14
Circolare n. 48/12 richiamata anche per l’anno 2012-13
Esame di Stato conclusivo del primo ciclo di istruzione. Istruzioni a carattere
permanente
OM n.41/12 e OM n.13/13
Istruzioni e modalità organizzative ed operative per lo svolgimento degli esami di
Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria di secondo grado nelle
scuole statali e non statali. Anno scolastico 2011/12 e anno scolastico 2012/13
LEGGE 170 Nuove norme in materia di disturbi specifici di
apprendimento
in ambito scolastico
MINISTERO
DELL’ISTRUZIONE
Decreto 12 luglio 2011 e
LINEE GUIDA per il diritto
allo studio degli alunni e
degli studenti con DSA
MINISTERO DELLA SANITÀ
Accordo Stato Regioni 25
luglio 2012
Indicazioni per la diagnosi e la
certificazione dei DSA
Recepimento Regione Veneto
DGR 24 dicembre 2012
Decreto Interministeriale 17 aprile 2013
Linee guida per la predisposizione di protocolli
regionali per l’individuazione precoce dei casi
sospetti di DSA
DGM 20 dicembre 2013
LINEE GUIDA per il diritto allo studio
degli alunni e degli studenti con DSA (parte integrante del DM luglio 2011)
1. Cosa sono i disturbi specifici di apprendimento (DSA)
2. Osservazione in classe
3. Didattica personalizzata e individualizzata, strumenti
compensativi, misure dispensative, modalità di
valutazione
4. Documentazione dei percorsi didattici (PDP)
5. Dimensione relazionale
6. Compiti e ruoli dei diversi soggetti coinvolti nel
processo di inclusione: uffici scolastici regionali, istituzioni
scolastiche (dirigenti, docenti, alunni e studenti), famiglie…
7. Formazione
Disturbi Specifici di
Apprendimento (DSA)
I DSA sono disturbi neurobiologici,
che riguardano SOLO SPECIFICHE
AREE di APPRENDIMENTO
(LETTURA, SCRITTURA E CALCOLO)
Senza compromettere l’intelligenza
generale.
DISLESSIA
ostacola la capacità di decodifica (rendere automatica la corrispondenza fra segni e suoni)
DISGRAFIA
disturbo della scrittura di natura motoria, dovuto a un
deficit nei processi di realizzazione grafica
DISORTOGRAFIA
è un disturbo della scrittura dovuto a deficit nei
processi di cifratura.
DISCALCULIA (si distinguono due profili)
Deficit relativo alle abilità numeriche di base: incapacità di comprendere e manipolare la numerosità.
Deficit relativo alle procedure esecutive e al calcolo
scritto: la lettura e scrittura dei numeri, l’incolonnamento, il recupero dei
fatti numerici e gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio.
• ELEVATA VARIABILITÀ CLINICA:
non esistono studenti con la stessa
identica forma di disturbo specifico
dell’apprendimento
• COMORBILITÀ: i diversi DSA
tendono a coesistere nello stesso
individuo e ad associarsi ad altri
disturbi neuropsicologici e
psicopatologici
I DSA presentano
DSA nella scuola secondaria
Il disturbo persiste sempre, non svanisce, ma si
manifesta con minore entità
• Aumenta fluidità di lettura e
accuratezza (esperienza, strategie lessicali…)
• Aumenta la capacità di mascherare il
disturbo
La prestazione non è più così diversa rispetto ai compagni,
ma la difficoltà a decodificare e quindi a comprendere rimane
(Sforzo cognitivo maggiore)
Diagnosi
Rilasciare una diagnosi
Non dipende da valutazioni soggettive
MA
Da criteri stabiliti a livello
internazionale
Consensus Conference DSA
QI > 85 verbale (QIV) o non di performance (QIP)
-2ds abilità (in almeno due prove)
Carattere evolutivo
Diversa manifestazione
Comorbilità
Carattere neurobiologico
Necessità di due anni di scolarizzazione (3 per la discalculia)
Necessità di referto scritto
Indicazione di un progetto riabilitativo
Raccomandazioni per la pratica clinica sui DSA
criterio della discrepanza:
LINEE GUIDA per il diritto allo studio
degli alunni e degli studenti con DSA (parte integrante del DM luglio 2011)
1. Cosa sono i disturbi specifici di apprendimento (DSA)
2. Osservazione in classe
3. Didattica personalizzata e individualizzata, strumenti
compensativi, misure dispensative, modalità di
valutazione
4. Documentazione dei percorsi didattici (PDP)
5. Dimensione relazionale
6. Compiti e ruoli dei diversi soggetti coinvolti nel
processo di inclusione: uffici scolastici regionali, istituzioni
scolastiche (dirigenti, docenti, alunni e studenti), famiglie…
7. Formazione
OSSERVAZIONE
Interessa tutti gli ordini di scuola
Come osservare
• Capacità di osservazione degli
insegnanti
• Strumenti appositi (prove di letto-
scrittura in classe prima schede di osservazione
sistematica DGR 20 dicembre 2013)
LINEE GUIDA per il diritto allo studio
degli alunni e degli studenti con DSA (parte integrante del DM luglio 2011)
1. Cosa sono i disturbi specifici di apprendimento (DSA)
2. Osservazione in classe
3. Didattica personalizzata e individualizzata, strumenti
compensativi, misure dispensative, modalità di
valutazione
4. Documentazione dei percorsi didattici (PDP)
5. Dimensione relazionale
6. Compiti e ruoli dei diversi soggetti coinvolti nel
processo di inclusione: uffici scolastici regionali, istituzioni
scolastiche (dirigenti, docenti, alunni e studenti), famiglie…
7. Formazione
LA DIMENSIONE RELAZIONALE
Ogni successo scolastico avrà esiti positivi sul piano psicologico complessivo
(applicando una didattica personalizzata e individualizzata)
• Creare un clima di classe accogliente
praticando una gestione inclusiva
• Condividere con i compagni di classe
le ragioni dell’applicazione degli
strumenti compensativi e delle misure
dispensative (per evitare stigmatizzazioni)
LINEE GUIDA per il diritto allo studio
degli alunni e degli studenti con DSA (parte integrante del DM luglio 2011)
1. Cosa sono i disturbi specifici di apprendimento (DSA)
2. Osservazione in classe
3. Didattica personalizzata e individualizzata, strumenti
compensativi, misure dispensative, modalità di
valutazione
4. Documentazione dei percorsi didattici (PDP)
5. Dimensione relazionale
6. Compiti e ruoli dei diversi soggetti coinvolti nel
processo di inclusione: uffici scolastici regionali, istituzioni
scolastiche (dirigenti, docenti, alunni e studenti), famiglie…
7. Formazione
Varie fasi, previste dalla Legge 170/2010 (Cap.6 Linee Guida)
che coinvolgono la scuola, le famiglie e i servizi
LINEE GUIDA per il diritto allo studio
degli alunni e degli studenti con DSA (parte integrante del DM luglio 2011)
1. Cosa sono i disturbi specifici di apprendimento (DSA)
2. Osservazione in classe
3. Didattica personalizzata e individualizzata, strumenti
compensativi, misure dispensative, modalità di
valutazione
4. Documentazione dei percorsi didattici (PDP)
5. Dimensione relazionale
6. Compiti e ruoli dei diversi soggetti coinvolti nel
processo di inclusione: uffici scolastici regionali, istituzioni
scolastiche (dirigenti, docenti, alunni e studenti), famiglie…
7. Formazione
STRATEGIE DIDATTICHE
Parlare e sensibilizzare al tema della diversità
Proporre attività cooperative
Usare mediatori didattici (consigliati quelli che sfruttano il linguaggio iconico)
Preferire metodologie a carattere operativo
Attivare diversi canali comunicativi
Promuovere gli strumenti tecnologici in classe
«Si deve infatti sottolineare che le
metodologie didattiche adatte per i
bambini con DSA sono valide per ogni
bambino, e non viceversa.» (CAP. 4 Linee Guida)
Strumenti compensativi
Gli strumenti compensativi sono strumenti
didattici e tecnologici che sostituiscono o
facilitano la prestazione richiesta nell’abilità
deficitaria.
• L’utilizzo di tali strumenti non è immediato e
i docenti avranno cura di sostenerne l’uso da
parte di alunni e studenti con DSA.
Misure dispensative
Le misure dispensative sono interventi che
consentono all’alunno di non svolgere
alcune prestazioni.
• L’adozione delle misure dispensative dovrà
essere sempre valutata sulla base
dell’effettiva incidenza del disturbo
sulle prestazioni richieste.
DSA e valutazione scolastica
Compiti “non controllabili”
Abilità strumentali
(sottendono l’attivazione di
processi automatici)
Compiti “controllabili”
Apprendimenti disciplinari
(sottendono il coinvolgimento
delle potenzialità cognitive)
Valutazione
sì no
L’abilità oggetto di diagnosi non può essere oggetto di valutazione scolastica
LINEE GUIDA per il diritto allo studio
degli alunni e degli studenti con DSA (parte integrante del DM luglio 2011)
1. Cosa sono i disturbi specifici di apprendimento (DSA)
2. Osservazione in classe
3. Didattica personalizzata e individualizzata, strumenti
compensativi, misure dispensative, modalità di
valutazione
4. Documentazione dei percorsi didattici (PDP)
5. Dimensione relazionale
6. Compiti e ruoli dei diversi soggetti coinvolti nel
processo di inclusione: uffici scolastici regionali, istituzioni
scolastiche (dirigenti, docenti, alunni e studenti), famiglie…
7. Formazione
1 Compilazione PDP (DSA
scuola primaria)
Abram, Carreri M, Turrina,
Magro, Valitutti, Facincani,
Venturi
2 Compilazione PDP (DSA
scuola secondaria)
Ceretta, Casarotti, Lo Prete,
Marocolo, Girace, Franciosi,
Viviani
3 Compilazione PDP (altri BES
scuola primaria)
Romagnuolo, Giusti, Marzari,
Esposito, Longhini, Zecchini
4 Compilazione PDP (altri BES
scuola secondaria)
Meneghini, Nobile, Foletto, Prina,
Deotto, Osti, Guarnaccia
5 Attività inclusiva (scuola primaria)
Perini, Dusi, Cauzzi, Stevanoni, Carnielli,
Scattolini Daniela, Minozzi
6 Attività inclusiva (scuola secondaria)
Toso, Cristofoli, Benati, Truglio,
Caramuta, Scattolini Maria, Ardia
7 Programmazione dell’attività
interdisciplinare sulla pace (scuola
primaria)
Micheletto, Gaburro, D’Ambrosio,
Rizzo, Cordioli Serenella, Rotino,
Zanon
8 Programmazione dell’attività
interdisciplinare sulla pace (scuola
secondaria)
Mucerino, Festa, Cordioli Monica,
Spanevello, Cordioli Michela, Scattolini
Agnese, Benassuti