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Vecchio Testamento Nuovo Testamento 35. Joele secondo la Volgata, tradotti in lingua italiana e con annotazioni dichiarati da Antonio Martini Venezia : Girolamo Tasso, 1829-1834

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BibbiaVecchio Testamento

Nuovo Testamentosecondo la Volgata,

tradotti in lingua italiana e con annotazionidichiarati da Antonio Martini

35. Joele

Venezia : Girolamo Tasso, 1829-1834

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QUESTO E-BOOK:

TITOLO: Bibbia. Vecchio Testamento. JoeleAUTORE: TRADUTTORE: Antonio MartiniCURATORE:

NOTE: Direzione e coordinamento del progetto di digitalizzazione della Bibbia Martini: Vittorio Volpi. Per il coordinamento e lo scambio di informazioni fra i volontari partecipanti è stato creato su Yahoo il gruppo “BibbiaMartini”: <it.groups.yahoo.com/group/BibbiaMartini>

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo è distribuito con la licenza specificata al seguente indirizzo Internet: http://www.liberliber.it/biblioteca/licenze/

TRATTO DA: Vecchio Testamento. Nuovo Testamento ; secondo la Volgata / tradotti in lingua italiana e con annotazioni dichiarati da Antonio Martini. – Venezia : Girolamo Tasso, 1829-1834. – Vol. 19.: Osea. Gioele. Amos. Abdia. Giona. Michea. Nahum. Abacuc. Sofonia. Aggeo. Zaccaria. Malachia. – 1832. – 516 p. – p. 119-147.

CODICE ISBN: informazione non disponibile

1ª EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 17 luglio 2008

INDICE DI AFFIDABILITA': 1 0: affidabilità bassa 1: affidabilità media 2: affidabilità buona 3: affidabilità ottima

ALLA EDIZIONE ELETTRONICA HANNO CONTRIBUITO:Vittorio Volpi, volpi[at]galactica.it

REVISIONE:Frank Cipollino, pi9car[at]optusnet.com.au

PUBBLICATO DA:Claudio Paganelli, [email protected]

Informazioni sul "progetto Manuzio"Il "progetto Manuzio" è una iniziativa dell'associazione culturale Liber

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IL LIBRODI JOELE PROFETA.

CAPO PRIMO

Colla parabola dell’e ruca, della locusta, del bruco, e della ruggine predic e i flagelli, che desol e ranno la Giudea, ed eso rta ognuno, e particolarmente i sace rdoti, a piange -re, digiunare, ed orar e.

1. Verbum Domini quod factum est ad Iohel filium Patuhel .

1. Parola di Dio rivelata a Joele figliuol o di Phatuel.

2. Audite hoc, sene s et auribus percipite, omne s habitator e s terrae: si factum est istud in diebus vestri s, aut in diebus patrum vestro rum ?

2. Ascoltate, o vec c h i, e voi abita -tori della terra quanti siete, pon ete m e nt e. È ella m ai avv e nuta tal cosa ai vostri giorni, od a’ te m pi de’ vo -stri padri?

3. Super hoc filiis vestri s narrate, et filii vestri filiis suis, et filii eorum gene rationi alterae.

3. Discorr eten e v oi co’ vostri fi -gliuoli, e i vostri figliuoli co’ lor o fi -gliuoli, e i figliuoli di questi colla gen er azi o n e, che verr à dop o.

4. Residuum erucae comedit lo -custa, et residuum locustae comedit bruchu s, et residuum bruchi comedit rubigo.

4. Quel che era avanzato all’eru -ca, lo m a n gi ò la cav alletta, e quell o che era avanzato alla cav alletta, lo m an g i ò il bruc o, e quell o che avan -zò ai bruchi, lo div or ò la ruggin e.

5. Expergi s c imini, ebrii, et fluete, et ululate omne s, qui bibitis vinum in dulcedine ; quoniam periit ab ore vestro.

5. Risvegliate v i voi, ubbriac hi, piang et e, e alzate le strida voi tutti, che allegra m e n t e be v et e il vino; pe -roc c h é vi sarà levat o dalla bo c c a.

6. Gens enim ascendit super ter -ram meam, fortis, et innumerabili s : dente s eius ut dente s leonis: et mol -are s eius ut catuli leoni s.

6. Peroc c h é si avanza sopra la mia terra una forte nazion e, e senza nu m er o ; i suoi denti son o denti co m e di leon e, e co m e i denti di gio -vine lionc ell o.

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7. Posuit vineam meam in des e rtum, et ficum meam deco r -ticavit: nudans spoliavit eam, et proje cit: albi facti sunt rami ejus.

7. Ella ha des olata la mia vigna, ha rosa la corte c c i a delle mi e ficaje, le ha lasciate ignud e, e spo gliate, e sfrondate, e i lor o rami bianc h e g g i a -no.

8. Plange quasi virgo accincta sac c o super virum pube rtati s suae.

8. Mena duol o, co m e una gio v in e sposa vestita di sacc o piang e il m a -rito di sua prim a et à.

9. Periit sac rificium et libatio de domo Domini: luxerunt sace rdot e s ministri Domini.

9. Sono sbanditi i sacrifizii, e le libagi o ni della casa del Signor e: i sacerd oti ministri del Signor e son o nel pianto.

1 0. Depopulata est regio, luxit humus: quoniam devastatum est triticum, confusum est vinum, elan -guit oleum.

1 0. Il paes e è dev astato, la terra è squallida perch é è stato dato il gua -sto a’ se m i n ati, la vigna fa orror e, e l’uliv o languisc e.

1 1 . Confusi sunt agri colae, ulula -verunt vinitore s super frumento, et hordeo, quia periit mes s i s agri.

1 1 . I lav or at ori della ca m p a g n a son o m e sti, i vignaiu oli gettan le strida, perch é è m a n c ata la racc olta delle ca m p a g n e , e il gran o, e l’orz o.

1 2 . Vinea confusa est, et ficus elanguit malogranatum et palma, et malum, et omnia ligna agri arue -runt: quia confusum est gaudium a filiis hominum.

1 2 . La vigna fa orror e, le ficaie son o langue nti; il m el o g r a n at o, e la pal m a, e il m el o , e tutte le piante de’ ca m pi son sec c h e : e lungi è ito il gaudi o da’ figliuoli degli uo m i ni.

1 3 . Accingite vos, et plangite sa -cerdote s, ululate ministri altari s: ingredimini cubate in sacc o, mini -stri Dei mei: quoniam interiit de domo Dei vestri sac rificium, et liba -tio.

1 3 . Vestitevi di sacc o v oi , sacer -doti, e m e nate duol o, gettate strida, o ministri dell’altare; venite a giac er nel cilizio, o ministri del mi o Dio; pero c c h é è sbandito dalla casa del vostr o Dio il sacrifizio, e le libagi o -ni.

1 4. 1 Sanctificate jejunium, vocate coetum, congr egate sene s, et omne s

1 4. Intimate il digiun o santo, chia m at e il pop ol o, adunate i seni o -

1 Inf. 2. 1 5 .

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habitatore s terrae in domum Dei vestri: et clamate ad Dominum.

ri, e tutti gli abitanti del paes e nella casa del vostr o Dio, e alzate le grida al Signor e.

1 5. A, a, a, diei, quia prope est dies Domini, et quasi vastitas a po -tente, veniet.

1 5. Ahi, ahi, ahi, che giorn o! il giorn o del Signor e è vicin o, e verrà co m e te m p e sta spedita dall’Onnip o -tente.

1 6. Numquid non coram oculi s vestri s alimenta perie runt de domo Dei nostri, laetitia et exultatio ?

1 6. Non av ete veduto co gli oc c hi vostri venir m e n o nella casa del vo -stro Dio tutti gli ali m e nti, e la leti -zia, ed il gaudi o?

1 7. Conputrue runt jumenta in ster co r e suo, demolita sunt horrea, dis sipatae sunt apotheca e : quoniam confusum est triticum:

1 7. I giu m e nti m ar cis c o n o sul loro leta m e , son distrutti i granai, le dispens e son vote, perch é il gran o è m an c at o.

1 8. Quid ingemuit animal, mu -gierunt grege s armenti ? Quia non est pas cua eis: sed et grege s pe -corum dispe ri e runt.

1 8. Per qual m oti v o ge m o n le be -stie, e mu g g i s c o n o gli ar m e nti? per -ché non hann o pastura: e i gre g g i anc or delle pec or e ven g o n m e n o .

1 9. Ad te, Domine, clamabo : quia ignis comedit spe cio s a des e rti et flamma succ endit omnia ligna re -gionis.

1 9. Signor e, io alzer ò a te le stri -da, perch é il fuoc o ha div orat o tutta la bellezza delle disabitate ca m p a -gne, e le fia m m e hann o abbruciate tutte le piante del paes e.

20. Sed et bestiae agri, quasi area sitiens imbrem suspex e runt ad te: quoniam exsi c c ati sunt fonte s aquarum, et ignis devoravit spe cio -sa des e rti.

20. E le bestie stesse de’ ca m pi alzan o gli oc c hi a te co m e la terra, che ha sete di piog gi a; perch é sec -che son le fontan e, e il fuoc o ha di -vorata tutta la bellezza delle ca m p a -gne.

Vers. 2. 3. Ascoltate, o vec chi, e voi abitatori della terra ec. Questo esordi o, con cui il profeta di m o stra, co m ’ e g l i di cosa nuo v a, inaudita, degn a di ess er e tras m e s s a alla m e m o r i a de’ posteri è per parlare, quest o patetic o es ordi o, sec o n d o m e, dà non picc ol o pes o alla opini o n e di s. Girola m o , di Teo d o r et o, e di m o lti altri antichi, e m o d er ni, i

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quali cred o n o , che Joele non tanto prenda a descriv er e la des olazi o n e pres ent e del paes e di Giuda, quant o le future cala m ità dell o stess o paes e. E tale fu il senti m e nt o degli ebrei, i quali (co m e attestò s. Girola m o) per prim o flag ell o intes er o significarsi i Caldei, pel sec o n d o i Persiani, pel terzo i succ es s o ri di Alessandr o, e massi m a m e n t e Antioc o Epifa -ne, pel quarto i Romani. Ma di pi ù lo stess o profeta se m b r a a m e, che di m o stri assai chiara m e nt e, co m e ad avv e ni m e n ti futuri, e anc or più terribili mira v a egli nella sua de -scrizion e, co m e quand o in m ezz o alla descrizion e egli parla dell’a v v i c in a m e n t o del dì del Signore vers. 1 5., e nel cap o sec o n d o vers. 2. Non neg hia m o pertanto, che possan o letteral m e n t e spiegarsi questi flag elli, m a credia m o anc ora, che sec o n d o la m e nt e del profeta sien o portati co m e tanti sim b o l i delle future cala m ità.

Vers. 4. Quel che era avanzato all’eruca. Ho voluto lasciare questa vo c e, la quale è usata anch e da’ nostri scrittori, e significa quell o che noi co m u n e m e n t e chia m i a m o bruco. Quello poi, che si è detto qui bruchu s, è una speci e di cavall etta, che dai Latini fu chia m at a attelabo, cavalletta, che ha le ali m e n lungh e delle cavallette, ov v er locuste ordinarie. Così gen eral m e n t e gl’interpreti. Quanto alla ruggin e è flagell o notissi m o dei grani, e delle biad e, e son o anc ora notissi m e le ultim e scop ert e fatte da illustri filos ofi intorn o a questa terribil peste delle ca m p a g n e .

Vers. 5. Che allegramente bevete il vino. Ovver o: che bevete il vino dolce.

Vers. 6. Una forte nazione, e senza numero ec. Questa nazion e in un sens o son o le locuste, in un altro sens o son o i ne m i ci, i Caldei, i quali verrann o a disertare la Giudea. Le locuste son o dette una nazione , co m e delle for mi c h e disse il Savio, che elle son o un popolo Prov. XXX. 25. Quanto all’epitet o di forte dato alla nazion e delle locuste, con vi e n sapere esser v e n e tale speci e, per testi m o n i a nza di Plinio, che hann o fino a tre piedi di lungh ezza, e stinchi sì duri, che se ne face v a n o delle seg h e, quand ’ era n o sec c hi, e hann o anc ora denti sì forti, che una di esse strozza un serpente, pigliand o l o per la gola. Vedi Plinio XI.29. Vedi anc ora Apocal. IX. 8.

Vers. 7. E i loro rami biancheggiano. Le locuste rod en d o la cortec ci a delle piante, particolar m e nt e dei fichi, lascian o i ra mi bianc hi, e senza sug o, e ben presto sec c hi total -m e nt e.

Vers. 8. Mena duolo ec. Parla a Gerusale m m e , e le dic e, che in veg g e n d o , co m e il suo protettor e, e spos o, Iddio, l’ab b a n d o n a senza soc c o r s o in tanta des ol azi o n e, ella ha ben ragio n e di piang er e inco n s o l a b i l m e n t e, co m e una gio vin etta sposa piang e l’a m at o spos o.

Vers. 9. Sono sbanditi i sac rifizii ec. Queste parole di m o stran o, che la dev astazio -ne del paes e era tanto grand e, e univ ersal e, che non si potean o trovar le cos e nec e s s ari e per offerire i soliti sacrifizii, e le solite libagi o ni. Le locuste, i bruchi, la ruggin e se guastan o, e distrugg o n o quel che è alla ca m p a g n a, non potev a n però predare, e consu -m ar e il vino, l’oli o, le farine, che si tene v a n o in serb o, particolar m e n t e nelle dispens e del tem pi o. Ma tutto quest o poter o n farlo, e lo fec er o i Caldei.

Ver s. 13. Venite a giace r nel cilizio ec. In vec e de’ vostri lunghi abiti bianc hi, ve -stitevi, o sac erd oti, di ner o sacc o , e venite a prostrarvi dinanzi al Signore.

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Vers. 14. Adunate i seniori, e tutti gli abitanti ec. Si con duc e v a n o al tem pi o in si -mili oc c a si o n i anch e i ba m b i ni di latte per m etter e davanti a Dio anch e quella età inno -cente, le cui grida unite alle vo ci, e alle preg hi er e di tutto il pop ol o , facess er quasi dolc e viol enza al cuor e del Signore.

Vers. 15. Ahi ... che giorno! Il giorno del Signor e è vicino ec. Questo giorn o, gior -no orrend o , che verrà ben presto, e verrà co m e furiosa tem p e sta spedita dall’Onnip ot en -te, pare non possa ess er e se non il giorn o, in cui Gerusale m m e sarà espugn ata, e poi data alle fia m m e .

Vers. 16. Non avete veduto cogli occhi vostri ec. Il passato pu ò prend ersi, sec o n d o l’uso profetic o, in vec e del futuro. Voi stessi vedr et e nella casa di Dio, nel tem pi o i sa -cerd oti ma n c ar e de’ nec es s arii ali m e nti: e la letizia, e il gaudi o, che regna v a nello stess o te mpi o ai giorni festivi, con v ertirsi in tristezza, e dol or e.

Vers. 17. I giumenti marci s c ono sul loro letame. Ciò potrà anc or riferirsi a’ giu -m e nti, che si trov eran n o nella città in tem p o dell’ass e di o , i quali, non essen d o v i che dar loro da ma n gi ar e, languirann o, e si consu m e r a n n o nelle loro stalle.

Vers. 20. Alzano gli occhi a te, come ec. Le pec or e col belare, i buoi col mug g ir e, gli ani m ali tutti colle m e st e urla, che ma n d a n o , nel tor m e nt o, che soffron o per la fam e, e per la sete, impl oran o la tua pietà, e a te pure si racc o m a n d a la terra assetata priva di ogni um or e.

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CAPO II.

Crudelt à dei nemici mandati da Dio contro i Giudei. Esortazione alla penitenza. Pro sp e r ità prome s s a da Dio a quelli che si conve rtiranno. Egli diffonde rà il suo spirito sopra tutti gli uomini. Prodigii grandi prima del giorno grande, e terribile del Signore. Chi invoche rà il nome di lui, sarà salvo.

1. Canite tuba in Sion: ululate in monte sancto meo, conturbentur omne s habitatore s terrae: Quia ve -nit dies Domini, quia prope est.

1. Suonate la buccina in Sion, al -zate le strida sul mi o m o nt e santo, sien o in m o v i m e n t o tutti gli abitanti della terra, perch é vien e il dì del Si-gnor e, perch é egli è vicin o.

2. Dies tenebra rum, et caliginis, dies nubis et turbinis: quasi mane expan sum super monte s populus multus, et fortis: similis ei non fuit a principio, et post eum non erit usque in annos generationi s et gen -erationi s.

2. Giorno di tene br e e di caligin e, giorn o nuv ol o s o , e te m p e stos o: un pop ol num er o s o , e forte per tutta la m o nta g n a si spand e co m e la luce del m attin o. Simile a lui pell’addi e -tro non fu, e non vi sarà per gen er a -zioni, e gen er azi o ni.

3. Ante faciem ejus ignis vorans, et post eum exuren s flamma: quasi hortus voluptati s terra coram eo, et post eum solitudo des e rti, neque est qui effugiat eum.

3. Innanzi a lui un fuoc o div ora -tore, e dietro a lui una ardente fia m -m a: la terra, che al venir e di lui era un paradis o di delizie, la lascia de -vastata e deserta, e nissun o da lu i può salvarsi.

4. Quasi aspe ctu s equorum, as -pectus eorum: et quasi equite s sic current.

4. Il loro aspetto è co m e di caval -li, e correrann o a guisa di cavali eri.

5. Sicut sonitus quadrigarum su -per capita montium exsilient, sicut sonitus flammae ignis devoranti s stipulam, velut populus fortis prae -paratus ad proelium.

5. Salterann o sulle vette de’ m o n -ti con rum or e simil e ai co c c h i, con rum or e simil e a quell o di una fia m -m a, che brugia le paglie, e co m e una m o ltitudine di gente ar m ata or -dinata in battaglia.

6. A facie ejus cruciabuntur po -puli: omne s vultus redigentur in ol -lam

6. Al lor o arriv o si atterrirann o le genti, e le lor o facc e div errann o del col or e d i una pignatta.

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7. Sicut forte s currente, quasi viri bellatore s asc end ent murum: viri in viis suis gradientur, et non declina -bunt a semitis suis.

7. Correrann o co m e ca m pi o n i, co m e forti guerrieri salirann o sulla mura glia: ogni uo m o si avanzer à nella sua fila, e non uscirann o m ai fuori della lor o ordinanza.

8. Unusqui squ e fratrem suum non coar ctabit, singuli in calle suo ambulabunt: sed et per fenestra s cadent, et non demolientur.

8. Non s i darann o impa c ci o l’uno all’altro, ciascun o tirer à diritto al suo ca m m i n o : ed entrerann o anch e per le finestre, senza patirne lesion e.

9. Urbem ingredientur, in muro current: domo s cons c end ent, per fe -nestra s intrabunt quasi fur.

9. Giungerann o nella citt à, corre -ranno sulle mura, si getterann o per le case, salteran co m e ladr o dentr o le finestre.

1 0. A facie eius contremuit terra, moti sunt coeli: 2 sol, et luna obte -nebrati sunt et stellae retraxe runt splendo r e m suum.

10. Al lor o arriv o scuoterassi la terra, i cieli sarann o co m m o s s i ; il sole, e la luna si oscuran o, e le stelle perd o n o il lor o splend or e.

1 1 . Et Dominus dedit vocem suam ante faciem exer citus sui: quia multa sunt nimis castra eius, quia fortia, et facientia verbum eius: 3 magnus enim dies Domini, et terribili s valde: et quis sustinebit eum?

1 1 . Peroc c h é il Signor e ha fatto udir la sua vo c e all’arriv o del suo eser cito: pero c c h é m o ltissi m e son le sue schier e; per o c c h é son o forti, ed ese g uirann o i co m a n d i di lui: pero c -ché grand e, e m o lt o terribile egli è il dì del Signor e; e chi potrà reg g er v i?

1 2 . Nunc ergo dicit Dominus: Conve rtimini ad me in toto corde vestro, in jejunio, et in fletu, et in planctu,

1 2 . Adess o adunqu e, dice il Si-gnor e, con v e rtite vi a m e con tutto il cuor vostr o, nel digiun o, nelle lagri -m e, e nei sospiri,

2 Isai. 1 3 . 1 0 . Ezech. 3 2. 7. Infr. 3. 1 5 . Matth. 24. 29. Marc. 1 3 . 24. Luc. 2 1 . 25.3 Jer em. 30. 7. Amo s 5. 1 8. Sopoh. 1. 1 5 .

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1 3 . Et scindite corda vestra, et non vestimenta vestra, et conve rti -mini ad Dominum Deum vestrum: 4

quia benignus et mise ri c o r s est, pa -tiens, et multae miseri c o r diae, et prae stabili s supe r malitia

1 3 . E spezzate i cuori vostri, e non le v ostre vesti, e con v e rtite vi al Signor e Dio vostr o, perch é egli è benig n o , e mis eri c o r di o s o , e pazien -te, e di m o lta cle m e n z a, e portato a riv o c ar e il gastig o.

1 4. Quis scit si conve rtatur, et ignos c at, et relinquat post se bene -dictionem, sacrificium et libamen Domino Deo vestro ?

1 4. Chi sa, che egli non si cangi, e ci perd o ni, e di dietr o a sé lasci ben e dizi o n e , ond e offerir sacrif izio, e libagi o n e al Signor e Dio v ostr o?

1 5. 5 Canite tuba in Sion, sanctifi -cate jejunium, vocate coetum .

1 5. Suonate la tro m b a di Sion, in -timate il digiun o santo, con v o c at e l’adunanza.

1 6. Congre gate populum sancti -ficate eccl e s iam, coadunate sene s, congr egat e parvulo s, et sugente s ubera: egrediatur sponsu s de cubili suo, et sponsa de thalamo suo.

1 6. Raunate il pop ol o, purificate tutta la gente, raunate i seni ori, fate venir e i fanciulli, e i ba m b i ni di lat -te: esca lo spos o dal letto nuziale, e dal tala m o suo la sposa.

1 7. Inter vestibulum et altare plo -rabunt sace rd ote s ministri Domini et dicent: Par c e Domine, parce po -pulo tuo: et ne des hereditatem tuam in opprob rium, ut dominentur eis natione s : quare dicunt in popu -lis: ubi est Deus eorum?

1 7. Tra ’l vestib ol o , e l’altare piangan o i sac er d oti ministri del Si-gnor e, e dican o: Perdona, o Signor e, perd o n a al tuo pop ol o ; e non abba n -donar e all’o b b r o b r i o la tua eredit à sotto il do m i ni o delle nazioni. Avrann’ell e n o a poter dire le genti: Il Dio loro dov ’ è ?

1 8. Zelatus est Dominus terram suam, et pepe r c it populo suo.

1 8. Il Signor ha am o r per la sua terra, ed ha perd o n at o al suo pop ol o .

1 9. Et respondit Dominus, et di -xit populo suo: Ecc e ego mittam vo -bis frumentum, et vinum, et oleum, et replebimini eis: et non dabo vos ultra opprob r ium in gentibus.

1 9. Ed ha parlato il Signor e, ed ha detto al suo pop ol o : Ecco, che io m a n d er ò a v oi gran o, e vin o, ed olio, e ne avrete abb o n d a nza, e non per m ett er ò più, che siate lo schern o delle nazioni.

4 Psal. 85. 5. Jon. 4. 2.5 Supr. 1 . 4.

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20. Et eum, qui ab aquilone est, procul faciam a vobi s : et expellam eum in terram inviam, et des e rtam: faciem eius contra mare orientale, et extremum ejus ad mare novis s i -mum: et asc end et putredo eius, quia super b e egit.

20. E cac c e r ò lungi da v oi colui che sta da settentrion e, e lo getter ò in un paes e disabitato, e des erto: la vanguardia vers o il m ar e d’ori ente, e la retroguardia vers o il m ar e più lontan o; ed egli imputridirà, e tra -m a n d er à tetro od or e, perch é ha agi -to con arrog anza.

2 1 . Noli timere, terra, exulta, et laetare : quoniam magnificavit Do -minus, ut facer et.

2 1 . Terra, non pi ù te m er e, esulta, esulta, e rallegrati; pero c c h é grandi cos e ha fatte per te il Signor e.

2 2. Nolite timere, animalia re -gionis: quia germinave runt spe cio -sa des e rti, quia lignum attulit fruc -tum suum, ficus, et vinea dede runt virtutem suam.

2 2. Voi ani m ali della ca m p a g n a, non più te m et e; pero c c h é ripullula -no i ca m pi des erti, le piante dann o i lor frutti, il fico e la vigna han m e s -sa fuora la lor o virtù.

23 . Et, filii Sion, exultate, et lae -tamini in Domino Deo vestro: quia dedit vobi s doctor e m justitiae, et des c end e r e faciet ad vos imbrem matutinum, et serotinum, sicut in principio.

23. E voi, figliuoli di Sion, esul -tate, e rallegrate v i nel Signor e Dio v ostr o, perch é egli ha dato a voi il m a e str o della giustizia, e m a n d er à a v oi le piog g i e d’autunn o, e di pri -m a v e r a, co m e in antic o.

24. Et implebuntur areae fru -mento, et redundabunt torcularia vino, et oleo.

24. E le aie sarann o pien e di gra -no, e le cantine ridon d er an n o di vino, e di olio.

25. Et reddam vobi s annos, quos comedit lucusta, bruchu s, et rubigo, et eruca: fortitudo mea magna quam misi in vos.

25. E co m p e n s e r ò gli anni renduti sterili dalla locusta, dal bruc o, dalla ruggin e, e dall’eruca, terribili eser -citi m a n d ati da m e contr o di v oi .

26. Et comedeti s ves c ente s et sa -turabimini, et laudabiti s nomen Do -mini Dei vestri, qui fecit mirabilia vobi s cum: et non confundetur popu -lus meus in sempiternum

26. E m an g e r et e alle gra m e n t e, e sarete satolli, e cel e br er et e il no m e del Signor e Dio v ostr o, che ha fatte mira bili cos e per voi, e il mi o pop o -lo non sar à confus o in se m pitern o;

27. Et scieti s quia in medio Israel ego sum: et ego Dominus Deus ve -

27. E con o s c e r et e co m ’ i o risied o in m ezz o ad Israele, ed io son o il Si-

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ster,et non est amplius ; et non con -fundetur populus meus in aeternum.

gnor e Dio v ostr o, ed altro non v’ è; e non rim arrà gia m m a i confus o il mi o pop ol o .

28. Et erit post haec: 6 Effundam spiritum meum supe r omnem carnem: et prophetabunt filii vestri, et filiae vestrae : sene s vestri som -nia somniabunt, et juvene s vestri visione s videbunt.

28. E dop o tali cos e avv err à, che io spand er ò il mi o spirito sopra tutti gli uo m i ni, e profeterann o i v ostri figliuoli, e le v ostre figliuol e; i v o -stri vec c h i avrann o sog ni, e la v o -stra gio v e ntù avrà visioni.

29 . Sed et supe r servo s meo s, et ancillas in diebus illis effundam spiritum meum.

29. Ed anch e sopra i servi mi ei, e sopra le serv e spand er ò in que’ gior -ni il mi o spirito.

30. Et dabo prodigia in coelo, et in terra, sanguinem, et ignem, et vapor e m fumi.

30. E far ò apparire prodigi in cie -lo, e sopra la terra, sangu e, e fuoc o , e glo bi di fum o.

3 1 . 7 Sol conve rt etur in tenebra s, et luna in sanguinem: antequam ve -niat dies Domini magnus, et horri -bilis.

3 1 . Il sole si cang er à in tene br e, e la luna in sangu e, prim a che ven g a quel giorn o grand e, e orribile del Si-gnor e.

3 2. Et erit: 8 omnis, qui invocave -rit nomen Domini, salvus erit: quia in monte Sion, et in Jerusal em erit salvatio, sicut dixit Dominus, et in residui s, quos Dominus vocave r it.

3 2. E avv err à, che chiun qu e inv o -cherà il no m e del Signor e, avrà sa -lute; per o c c h é nel m o nt e di Sion, e in Gerusale m m e trov er an salva m e n -to, co m e ha detto il Signor e, gli avanzi, che saran chia m ati dal Si-gnor e.

Vers. 1. Suonate la buccina in Sion ec. Date a tutti l’av vis o della im m i n e nt e venu -ta dell’ini m i c o non tanto, perch é tutti si armin o a difesa, quanto perch é il pop ol o ricorra al tem pi o per impl orar e la mis eric o r dia del Signore colla penitenza, e colla orazio n e.

Per ché : viene il dì ec. Il giorn o grand e, il giorn o terribile della ven d etta di Dio non sol verr à, m a è im m i n e nt e.

Vers. 2. Un popolo numero s o, e forte … si spande come la luce del mattino. Com e la luce del giorn o in un attim o si spand e per ogni parte, così in un attim o si spand erà per 6 Isai 44. 3. Act. 2. 1 7.7 Supr. 2. 1 0.. Matth. 24. 39. Marc. 1 3 . 24. Luc. 2 1 . 25.8 Rom. 1 0 . 1 3 .

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tutti i m o nti della Giudea il pop ol o dei ne m i c i, pop ol o num er o s o , e forte. Se per quest o pop ol o si vorrà supporre, che il profeta acc e n ni le locuste, noi non dissentire m o , purché per ess e intendia m o significati i Caldei. Vedi s: Girola m o . In fatti quell o che dic esi di quest o pop ol o : Simile a lui pell’addietro non fu ec. non si verifica esatta m e nt e, se non riguard o agli stessi Caldei, i quali fec er o a’ Giudei il più gran mal e, che fosse m ai fatto ad essi dagli altri loro ne m i ci nei tem pi anteri ori, o sola m e nt e dop o gen erazi o ni, e gen e -razioni, cio è dop o alcuni sec ol i furon o o imitati, o superati da’ Romani, i quali ster mi -nerann o nuo v a m e n t e la Giudea. Vedi Teo d o r et o.

Vers. 3. Innanzi a lui un fuoco divorator e ec. Dovun qu e passa quest o pop ol o, vi fa gli stessi effetti, che vi fareb b e un fuoc o div orat or e, che tutto arde e consu m a .

Vers. 4. Il loro aspetto è come di cavalli ec. A’ cavalli m es si in ordin e per la batta -glia son o parag o n at e le locuste da s. Giovanni Apocal. IX. 7.

Vers. 5. Con rumor e simile ai coc chi ec. Plinio racc o nta, che le locuste nel lor vo -lare fann o tanto strepito col battere delle ali, che si cred er e b b o n o altra speci e di grossi volatili: lib. XI. 29.

Vers. 6. Diverranno del color e di una pignatta. Del col or e di una pignatta abbr o n -zata div errann o le facc e degli uo m i ni luride, e fosc h e per l’ec c e s si v o spav ent o. Vedi Isai. XIII. 6.

Vers. 7. Saliranno sulla muraglia; ogni uomo s i avanzerà ec. S. Girola m o avea ve -duto co ’ proprii oc c hi nella Palestina, co m e gli eser citi delle locuste mar cian o con bel -lissi m o ordin e. Vedi anch e il Bochart de animal. parte sec o n d a.

Vers. 8. Entre ranno anche per le finestre ec. Elle penetran o dappertutto, dice s. Girola m o , anch e nelle ca m e r e pi ù segr et e. Le finestre in levant e non hann o altra difesa, che le gel o si e.

Vers. 10. Scuotera s s i la terra, i cieli saranno commo s s i ec. Tutta questa poetica pittura pu ò in certo m o d o verificarsi riguard o alle locuste, delle quali gl’i m m e n s i eserci -ti velan o il ciel o, oscuran o la luce del sole, e della luna, e tolg o n o la vista delle stelle, e fann o tre m ar e gli uo m i ni; si verifica anc ora riguard o a’ Caldei, de’ quali le schi er e innu -m er a b ili e m pi eran n o di orror e, e di spav ent o i cuori de’ mis eri Giudei, i quali allo stre -pito delle tro m b e guerriere, al ro m o r e de’ co c c hi, e cavalli, alle strida de’ soldati, saran -no in tale, e tanto sbig otti m e nt o , che parrà loro, che scuotasi con orren d o tre m o r e la ter -ra, e i cieli sien o sco n v o lti, e il sole, e la luna, e le stelle sien o otten e b r at e. Vedi una si -milissi m a figura Jer em. IV, 23, Ezech. XXXII. 7. 8.

Vers. 11. Pero c ch é il Signor e ha fatto udir la sua voce ec. Il Signore è egli stess o quasi il gran con d o ttier e di quest o esercit o, cui egli con duc e a punire il suo pop ol o nel giorn o di sue vend ette, ed egli ha già dati i suoi ordini, e questi ordini sarann o puntual -m e nt e ese guiti.

Vers. 13. E spezzate i cuori vostri , e non le vostre vesti. È noto il costu m e degli ebrei di stracciarsi le vesti in segn o di gran dol or e: ma questa che era sov e nt e una ceri -

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m o ni a esterior e, vuol e Dio, che si trasferisca al ver o e sinc er o spezza m e nt o del cuor e per effetto di sinc era contrizion e delle colp e.

Vers. 14. Chi sa, che egli non si cangi ec. Com e se dicess e il profeta: noi ab bia m o offes o, e irritato il Signore con tanta imprud enza, e ostinazi on e, ch’i o non ardisc o di pro m ett er e, che la nostra penitenza lo plach erà; m a io lo spero, che egli ci perd o n er à, e in luog o della m al e dizi o n e, di cui sia m o deg ni, ci lasc erà la ben e dizi o n e, e ci darà anc o -ra di poter offerire a lui i nostri ringrazia m e n ti, e i sacrifizii, e le libagi o ni, che noi sia -m o avv ezzi ad offerirgli sec o n d o la leg g e.

Vers. 15. Suonate la tromba. Col suon o della tro m b a annunziava nsi le feste, e le adunanz e religi os e del pop ol o , Num. X. 7.

Vers. 16. Purifi cate tutta la gente. La contin enza era una delle preparazi oni per co m p arir dinanzi al Signore in certe oc c a si o n i, co m e è anch e intim at o nella fine di que -sto versett o.

Vers. 17. Tra ’l vestibolo , e l’altare ec. Tra l’vestib o l o del santo, e l’altare degli ol o c a usti, il qual altare era nell’atrio dei sac erd oti. In quest o luog o prostrati per terra i sac erd oti rivolti vers o il santo, e vers o il santo de’ santi, piang era nn o , pregh er an n o ec.

Il Dio loro dov’è ? Non per m ett er e, che le nazioni infed eli, ved e n d o noi umiliati, av -viliti, oppressi, nella loro cecit à abbian o a dire, che noi sia m mis eri, perch é tu non hai potuto salvarci.

Vers. 18. 19. Signore ha amor e ec. Dopo l’annunzio dei gastighi, il profeta passa a cons o l ar e il suo pop ol o umiliato, e con v ertito sotto il pes o de’ flag elli, a’ quali con -dann oll o il Signore per le sue iniquit à. Il Signore am a la terra data già da lui al suo po -polo, terra, che è la sed e della vera religi o n e, e del suo tem pi o santo, ed egli rend erà a questa terra la sua fec o n dità, e la sua antica felicità, e ciò letteral m e nt e si ade m p i é dop o la liberazi o n e dalla cattività di Babilonia, cattività annunziata colla parab ol a delle locu -ste.

Vers. 20. E cacc e r ò lungi da voi colui che sta da settentrione , e lo getterò in un pae se disabitato, e dese rto ec. Viene a dire, vi liber er ò dal re di Babilonia: pero c c h é si è vedut o, co m e sov e nt e la Caldea è significata per paes e, che sta a settentrion e rispetto alla Palestina. Isai. XIV. 5 1 . Jer em. I. 1 3 . X. 2 2. ec. Ma continuand o la sua parab o la delle locuste, il profeta vien e a des criv er e la punizion e de’ Caldei oppress ori del pop ol suo con dire, che queste crudeli locuste sarann o gettate da Dio, parte ne’ des erti disabitati, parte nel mar e d’orient e, o sia m ort o, e parte nel m ar e più lontan o, cio è nel Mediterra -neo, do v e imputrirann o, e getterann o fetore insoffribile. È noto per m o lti scrittori, che gli eserciti delle locuste son o talora portati via da qualch e colp o di vent o, e gettati nei m ari, dond e i loro cada v eri ess en d o portati alla riva, cagi o n a n o talora atrocissi m e pesti -lenze col loro pestifer o od or e. Vedi s. Agostin o de civ. IV. 3 1 . In simil m ani era colla pu -nizion e de’ suoi tiranni liber erà Dio il pop ol suo dal re di Babilonia, il quale con so m m a arrog a nza e crud eltà ha trattato lo stess o pop ol o. Alcuni furon o di parere, che sia pred et -ta qui da Joele la dispersi o n e, e la strage dell’ es er cit o di Oloferne; ma con v err e b b e pri -m a provar e, che quest o fatto sia avv en ut o dop o la cattività di Babilonia. Vedi il libro di Judith. Egli è però ver o, che ad altri avv e ni m e n ti posteriori co m i n c i a qui il profeta a ri -

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vol g er e il suo disc ors o , avv eni m e n ti felicissi m i, che egli vela sotto la figura dell’ub ertà, e felicità della Giudea, co m e vedr e m o .

Vers. 23. 24. Per ché egli ha dato a voi il mae stro della giustizia, e mander à a voi le pioggie d’autunno ec. Posto che la letizia, e la cons o l azi o n e de’ figliuoli di Sion vien e dall’av er e ottenuto da Dio il m a e str o della vera giustizia, noi ven g hia m o subito a con o -scer e qual sia la piog gi a, che essi aspettan o, e ricev er a n n o dal ciel o, e quali sien o i frutti, de’ quali è pro m e s s a la ridond a nza. La piog gi a adunqu e ella è la dottrina di salute predi -cata da Cristo; i frutti, de’ quali sarà ricca la mistica terra, cio è la chies a, son o i doni spi -rituali, e le grazie, ond e sarà ricol m a la con gr e g a zi o n e de’ fedeli.

Vers. 25. E compen s e r ò gli anni ec. Alla lunga sterilità della sinag o g a farò che succ e d a la prodigi o s a fec o n dità della nuo v a chiesa, la quale sarà cor o n ata da im m e n s a turba di figli, e dec o r ata dall’altissi m a loro virtù.

Vers, 26. 27. E il mio popolo non sarà confuso in sempiterno. Prom e s s a grand e della indefettibilit à (per usar questa vo c e) della chies a cristiana, che non m an c h er à gia m m a i, né può m an c ar e; perch é il Signore Dio è con essa, e in essa per se m pr e.

Vers. 28. E dopo tali cos e avver r à, che spande rò ec. Negli Atti quest o vers etto è riportato in tal guisa: E avver rà , che negli ultimi giorni io spande r ò ec. Non è lecito di dubitare dop o l’applicazi o n e di quest o bellissi m o luog o fatta dall’Apostol o Pietro (Atti, II. 1 7. ec. ) che il profeta ven g a qui a descriv er e la prodigi o s a inond azi o n e (per così dire) dello Spirito santo sopra i cred e nti, inondazi o n e sì ben dipinta in tutto il libro degli Atti Apostolici, e nelle Lettere di Paolo, tra le quali è da ved ersi principal m e nt e in tal prop o -sito la sec o n d a ai Corintii cap o XIV.

E profete ranno i vostri figliuoli, e le vostr e figliuole ec. I veri figli, e le figlie d’Israe -le fed el e, figli anc or pi ù sec o n d o lo spirito, che sec o n d o la carne. E alla stessa grazia avran parte que’ Gentili, i quali pella loro fed e sarann o ascritti alla fa mi glia di Abra m o .

Vers. 30. 31. E far ò apparir e prodigi in cielo. .. prima che venga quel giorno grande ec. Il Crisosto m o , Ecum eni o , e con essi qualch e m o d er n o interprete suppos er o, che pel giorn o grande, do v e s s e intend ersi il giorn o delle ven d ett e di Dio sopra la ingrata Gerusale m m e , rea del sangue del suo Messia, giorn o, che fu prec e d ut o da m o lti prodi gii racc o ntati da Giuseppe ebr e o . De B. VII. 1 2 . Ma Teo d o r et o, e prim a di lui Tertullian o, e m o lti altri antichi e m o d er ni per quel giorn o intes er o il dì del giudizio finale; ond e i se -gni stessi che son qui pred etti, son o quelli che prec e d er a n n o quest o gran giorn o, e de’ quali è parlato sì nel Vangel o, e sì anc ora nell’Apoc aliss e. Né dee far m era v i glia il ve -dere, co m e in questa sposizio n e ven g o n o e dal profeta nostro, e dall’Apostol o Pietro ne -gli Atti , con giunt e le cos e operate da Dio nella prim a venuta del Cristo, e quelle che av -verrann o nella sec o n d a venuta: pero c c h é ciò frequent e m e n t e si ved e fatto e ne’ Vangeli, e in tutto il nuo v o Testa m e n t o, portand o si frequent e m e n t e co m e m oti v o grand e per in -durre gli uo m i ni ad abbra c ci ar e la penitenza, e la fede, il ritorn o di Cristo a giudicar e la terra, e a chied er cont o agli uo m i ni di tutti i mira c o l i di mis eric o r dia, e di carità fatti per loro salvazi o n e nella prim a venuta: per la qual cosa gl’incr ed uli, e i pec c at ori vedrann o prec e dut o quell’ulti m o giorn o dai tre m e n d i prodi gi, che sarann o arg o m e n t o dell’ira, che cadrà sopra di essi. Quindi giorn o del Signore è detto quel giorno, cio è giorn o di Cristo giudic e, e giorno orribile pe’ pec c at ori.

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Vers. 32. Avve r rà , che chiunque invoche r à ec. Avrà salute in quel giorn o chi con

fede e a m o r e inv o c h e r à il no m e di Cristo Salvatore, e unito con lui, sarà unito colla chies a di Cristo, nella quale sola è salute, e avran salute gli avanzi d’Israele, i quali pri -m a di quel gran giorn o alla stessa chies a sarann o chia m ati e aggr e g ati dal Signore. Non cred o m o lt o nec e s s ari o di avv ertire, che il mistic o m o nt e di Sion, e la mistica Gerusa -le m m e significan o la chiesa cristiana. Vedi s. Girola m o , e Teo d o r et o. Vedi anc ora Isai. IV. 3.

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CAPO III.

Minacc e del Signor e contro le genti, che affliggono il suo popolo. Egli di tutti far à giudizio nella valle di Josaphat. Fontana, che sgorghe rà dalla casa del Signore. La Giudea sarà abitata in eterno.

1. Quia ecc e in diebu s illis, et in tempor e illo, cum conve r -tero captivitatem Juda, et Jeru -salem:

1. Impero c c h é in que’ giorni, ed in quel te mp o , quand o io avrò liberato Giuda, e Gerusa -le m m e dalla schia vitù:

2. Congr egab o omne s gente s, et deducam eas in valle Josaphat: et disc eptabo cum eis ibi super populo meo, et hereditate mea Israel, quos dis -per s e runt in nationibu s, et ter -ram meam divise runt.

2. Aduner ò tutte le genti, e le condurr ò nella valle di Josa -phat, ed ivi disputer ò con esse riguard o al mi o pop ol o , e ri -guard o ad Israele mia eredità, ed ellen o han dispers o in questa e in quella regi o n e , esse n d o s i spartita tra loro la mia terra.

3. Et super populum meum mise runt sortem: et posue runt puerum in prostibulo, et puel -lam vendide runt pro vino, ut biber ent.

3. E si son o divis o a sorte il mi o pop ol o , ed hann o m e s si i gio v a n etti ne’ postrib o li, ed han rendute le fanciulle per tanto vino da bere.

4. Verum quid mihi, et vobis, et Tyrus et Sidon, et omnis ter -minus Palae stinorum ? num -quid ultionem vos redditis mihi? et si ulcis c imini vos con -tra me, cito velocite r reddam vicis situdinem vobi s super ca -put vestrum.

4. Ma che è quell o ch’i o ho da far con voi, o Tiri, e Sidoni, con tutte le regi o ni de’ Filistei? Volete forse vendi c ar vi di m e? E se voi vi vendi c ate di m e , render ò io ben presto con cel e -rità il contrac c a m b i o a voi so -pra le vostre teste.

5. Argentum enim meum, et aurum tulistis: et deside rab ilia mea, et pulche r r ima intulistis

5. Peroc c h é voi avete rubato il mi o argent o, ed il mi o or o; e le cos e mi gli ori, e più bell e le

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in delubra vestra. avete trasportate nei vostri te m -pli.

6. Et filios Juda, et filios Jer -usalem vendidisti s filiis Grae -corum, ut longe facer eti s eos de finibus suis.

6. E avete venduti a’ Greci i figliuoli di Giuda, e di Gerusa -le m m e per tenerli lontani dal loro paese.

7. Ecc e ego sus citabo eos de loco, quo vendidisti s eos: et conve rtam retributionem ve -stram in caput vestrum.

7. Ecco, che io li trarr ò fuora del paese, do v e voi li vend e st e; e render ò a voi il contrac c a m -bio sopra le vostre teste.

8. Et vendam filios vestro s, et filias vestra s in manibu s filio -rum Juda et venundabunt eos Sabei s, genti longinquae, quia Dominus locutus est.

8. E dar ò i vostri figliuoli, e le vostre figliuol e in poter e de’ figliuoli di Giuda, ed essi li vend er a nn o a’ Sabei, na -zione rim ota, perch é il Signo -re ha detto così.

9. Clamate hoc in gentibus : sanctificate bellum, sus citate robu sto s ; accedant, asc endant omne s viri bellator e s.

9. Dite ad alta vo c e alle gen -ti: Preparatevi alla guerra, su -scitate i ca m pi o ni; ven g a n o , si pong a n o a mar ciar e gli uo -mini battaglieri.

1 0. Concidite aratra vestra in gladio s, et ligone s vestro s in lancea s. Infirmus dicat: Quia fortis ego sum.

1 0 . Trasfor m at e in ispade i vostri aratri, ed in lanc e i mar -roni; il de b o l e dica: Io ho della forza.

1 1 . Erumpite, et venite om -nes gente s de circuitu, et con -gregamini: ibi occum be r e fa -ciet Dominus robu sto s suos.

1 1 . Uscite fuora, e venite, e ragunate vi insie m e da tutti i lati, o nazioni quante voi siete; col à il Signore farà cader e sul suol o i vostri ca m pi o ni.

1 2 . Consu rgant, et asc endant 1 2 . Muovansi le genti, e ven -

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gente s in vallem Josaphat: quia ibi sedeb o, ut iudicem omne s gente s in circuitu.

gan o alla valle di Josaphat: pe -roc c h é ivi sarò assiso per giudi -care le genti, che verrann o da tutte le parti.

1 3 . 9 Mittite falce s, quoniam maturavit mes s i s : venite et de -scendite, quia plenum est tor -cular, exube rant torcularia: quia multiplicata est malitia eorum.

1 3 . Menate in giro la falce, perch é la m e s s e è matura: veni -te, scend et e ; pero c c h é lo stret -toio è pien o, i tini rigurgitan o; perch é la loro mal v a g ità è giun -ta al col m o .

1 4. Populi, populi, in valle conci sioni s : quia iuxta est dies Domini in valle conci s ioni s.

1 4. Popoli, pop oli, alla valle di ecci di o; pero c c h é vicin o è il giorn o del Signore nella valle di ecci di o.

1 5. 1 0 Sol, et luna obteneb r ati sunt et stellae retraxe runt splendor e m suum.

1 5 . Il Sole, e la luna son o oscurati, e le stelle han perduto il loro splend o r e.

1 6. 1 1 Et Dominus de Sion ru -giet, et de Jeru salem dabit vo -cem suam: et movebuntur coe -li, et terra: et Dominus spe s populi sui, et fortitudo filiorum Israel.

1 6 . E il Signore ruggir à da Sionne, e da Gerusale m m e al -zerà la sua vo c e : e i cieli, e la terra saran co m m o s s i . Ma il Si-gnor e egli è la speranza del po -pol o suo, e la fortezza dei fi -gliuoli d’Israele.

1 7. Et scieti s quia ego Domi -nus Deus veste r, habitans in Sion in monte sancto meo: et erit Hierusalem sancta, et alie -ni non transibunt per eam am -plius.

1 7 . E con o s c e r e t e , che io son o il Signore Dio vostr o, che abito nel mi o m o nt e santo di Sion, e Gerusale m m e sar à san -ta, e gli stranieri non vi m ette -ranno più piede.

9 Apocal. 1 4. 1 5 .1 0 Sup. 2. 20, 3 1 . Jer em. 25. 30.1 1 Amo s 1. 2.

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1 8 . Et erit in die illa: 12 stilla -bunt monte s dulcedinem, et colle s fluent lacte: per omne s rivos Juda ibunt aquae: et fons de domo Domini egredietur, et irrigabit torrentem spinarum.

1 8 . E in quel giorn o avv err à, che i m o nti stillerann o dolc e z -za, e le colline sg or g h e r a n n o latte, e tutti i rivi di Giuda sa -ranno pieni di acqu e, e dalla casa del Signore za mpillerà una fontana, la quale irrigh erà la valle delle spine.

1 9 . Aegyptus in desolatione erit, et Idumea in des e rtum per -ditionis: pro eo quod inique egerint in filios Juda, et effude -rint sanguinem innoc entem in terra sua.

1 9 . L’Egitto sar à ab ba n d o n a -to alla des ol azi o n e , e l’Idum e a dive nterà un orrido deserto; perch é eglin o trattaron o iniqua -m e nt e i figliuoli d’Israele, e sparser o ne’ loro paesi il san -gue inno c e nt e.

20. Et Judaea in aeternum habitabitur, et Jeru salem in ge -nerationem, et generationem.

20. Ma la Giudea sar à abitata in etern o, e Gerusale m m e per tutti i sec o li.

2 1 . Et mundabo sanguinem eorum, quem non mundave -ram: et Dominus comm o r ab i -tur in Sion.

2 1 . E far ò vend etta del loro sangu e, del quale non ave v ’ i o fatto vend etta; e il Signore farà sua di m o r a in Sion.

Vers. 1. 2. 3. Quand’io avr ò liberato Giuda, Geru sal em m e dalla schiavitù, adu -nerò tutte le genti... nella valle di Josaphat ec. Valle di Josaphat vuol dire valle del giu -dizio, e quest o no m e da m o lti è intes o quasi non proprio no m e di luog o, m a co m e signi -ficante quel luog o, qualun qu e egli sia per ess er e, do v e il Signore farà giudizio di tutte le genti. S. Girola m o però ne’ suoi Commentar ii sopra quest o profeta suppon e se m pr e, che vera m e n t e quest o sia il prim o no m e di una valle della Giudea, e di più scriv en d o sopra Gere m ia cap. XXXI. ver s. 38., asseg n a il sito di questa valle tra Gerusale m m e e il m o nt e Olivet o, m e ntre dice, che in que sta valle era l’orto, dove Giuda il traditor e fece cattu -rare il Salvator e. Il profeta adunqu e, che ha parlato qui avanti dei tempi del finale Giu -dizio, sog giun g e, che in quei giorni, dop o che Dio avrà liberato Giuda e Gerusale m m e dalla loro cattività, vale a dire, dop o che i Giudei con v ertitisi a Cristo nella fine del m o n d o sarann o stati per lui liberati dalla schia vitudin e del pec c at o, e dalla servitù della

1 2 Amo s 9. 1 3 .

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leg g e, allora egli adunerà tutte le genti in quella valle per giudicarl e, anzi (per usare la parola del profeta) per disputare con es s e, vol en d o con vi n c erl e non colla pos sanza del -la mae stà, ma colla verità della ragione, co m e notò san Girola m o . Disputerà adunqu e con quelle genti, cio è con tutti gl’incr e duli e pec c at ori, i quali hann o afflitto e perse gui -tato il suo pop ol o , i suoi fedeli, i veri Israeliti; non tanto sec o n d o la carne, quanto sec o n -do lo spirito. E toc ca n d o il profeta le cos e de’ suoi tem pi, e portand ol e co m e ese m p i o de’ disastri e delle persecuzi o ni, che soffrirann o in ogni te mp o quelli che vorrann o viv e -re pia m e nt e in Cristo Ges ù, dice, che quelle genti dispers er o Israele, e si divis er o la sua terra, le quali cos e, co m e notò s. Girola m o , m o lt o ben e si applican o agli eretici, i quali dissipan o il pop ol o del Signore, e fanno divisi o n e nella chiesa, e si approprian o quell o che ad essa appartien e, ed a Cristo. Simil m e nt e disputerà in quel giudizio il Signore contro di quelli, i quali non avrann o avuto riguard o alla inno c e nz a de’ gio v a n etti, e delle fanciulle del suo pop ol o , e sarann o stati per gli uni, e per le altre pietre di scandal o, e di rovina. Allude alla cattività di Babilonia, e alla oppressi o n e, che soffers e la nazion e ebrea dai Caldei.

Vers. 4. 5. 8. Ma che è quello che io ho da far con voi, o Tiri, e Sidoni ec. Com e ne’ due vers etti, che prec e d o n o , pose alcun e delle scell era g g i ni per ese m p i o della con -danna, che dee farsi di tutte nel giorn o estre m o , così pon e adess o alcun e nazioni infed eli co m e figura di tutti gli e m pii, de’ quali farà ven d etta allora il Signore. I Tiri, i Sidoni, i Filistei furon o mai se m pr e avv ersi al pop ol o di Dio, e usaron o contro di ess o so v e nt e ogni speci e di crudeltà. Vedi Isai . XIV. XXIII. Jer em. XLVII. ec. Dice adunqu e Dio: Per qual m oti v o , perseg uitand o voi il mi o pop ol o, avete voluto perse guitare m e stess o, che son o suo protettor e, e suo padre? Avete voi ricevut o qualch e torto da m e, di cui vi vo gliate vendi c ar e? Ma la te m er aria presunzio n e vostra ricadrà sopra di voi stessi; pero c c h é io li -berer ò il mi o pop ol o , e daro v v i in poter e di ess o, ed egli a durissi m i padroni vend er à i vostri figli, e le figlie, da’ quali in rim ot o paes e (nel paes e di Saba) sarann o con d otte in ischia vitù. Pe’ Sabei è qui intesa una nazion e lontana, e barbara. De’ Sabei, co m e di la -droni assai noti, e fatta m e nzi o n e nel libro di Giob b e I. 1 5 .; forse eran o quelli che abita -van o nel fond o dell’Arabia. Tutto quest o vien e a farci intend er e, co m e gli e m pii in quel giorn o sarann o ab ba n d o n ati da Dio nelle ma ni dei de m o n i per esser e tor m e ntati in eter -no.

Vers. 9. 10. 11. Dite ad alta voce alle genti: Prepa ratevi alla guerra ec. Si fac -cian o solen n e m e n t e intend er e tali cos e a tutte le genti, s’annunzi ad esse la ven d etta, ch’i o son o per prend er e un giorn o de’ ne m i ci del pop ol mi o, e si dica pur loro , che si preparin o a co m b a tt er contr o di m e, che faccian o pure i loro sforzi, uniscan o i lor ca m -pioni, e tentin o, se possa riuscir loro di resistere al mi o potere, o di sottrarsi alle mi e m ani. Ognun ved e, che è qui una forte ironia nell’es o rtazio n e fatta alle genti di unirsi per opp orsi a Dio, al quale né i Tiri, né i Sidoni, i Filistei poter o n o opp orsi quand ’ e g l i volle punirli delle crudeltà usate contr o Israele, né tutta la gran m ass a degli e m pii, e de’ pec c at ori potrà far testa, quand o egli vorrà cond a n n arli, e punirli nell’ulti m o giorn o.

Il debole dica: Io ho della forza. Anche i pi ù deb o l i prendan o ardire, e superba m e n t e presu m a n o di pugnar e, e di vinc er e. Il profeta espri m e mira bil m e n t e il tem p o di una guerra gen eral e, con dire che si trasfor m i n o in spade gli aratri, e i m arr o ni in lanc e.

Vers. 12. Ivi sar ò assi so per giudica r e le genti, che verranno da tutte le parti. Ivi (dice Cristo) io giudic h er ò tutte le nazioni, le quali d’ o g ni intorn o (cosi l’ebr e o), cio è da

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tutti i paesi del m o n d o sorg e n d o dai loro sep ol cri, verrann o a co m p a rire dinanzi a m e.

Vers. 13. Menate in giro la falce, perché la mes s e è matura ec. Cristo stess o spie -gò quest o luog o quasi ripetend o l o Matth. XIII. 29. e facen d o c i sapere, che la mes s e (cioè il te mp o della mi etitura) ell’è la fine del mondo, i mietitori sono gli angeli. .. i quali tor -ranno dal regno di lui tutti gli scandali, e tutti color o, che ese r c itano l’iniquità, e li get -teranno nella fornac e di fuoco. Vedi anc ora Apocal. XIV, 1 5., do v e gli ang eli mi et o n o , e vend e m m i a n o . Quindi agli ang eli stessi si dice, che ven g a n o a pre m e r e le uve racc olt e, cio è i pec c at ori, i quali sarann o pigiati nello strettojo dell ’ira di Dio Onnipotente, co m e dice s. Giovanni Apocal. XIX. 1 5 .

Vers. 14. 15. Popoli , popoli, alla valle ec. Egli è co m e se dicess e: Quanti mai son o i pop oli, quant o im m e n s a , ed infinita è la turba, che si ved e raunata in quella valle, valle di ec cidi o! Quella ch’ ei chia m ò valle di giudizio, la chia m a adess o valle di ec ci di o, relativa m e n t e all’ec ci di o degli e m pii in quel giorn o ; giorn o, la cui acer bità non potrann o ved er senza orrore il sole, la luna, e le stelle, ond e nasc o n d e r a n n o il loro splend or e, qua -si non abbian o ardire di mirare la sev erità del giudic e onnip ot ent e, che rend erà a cia -sched un o sec o n d o le oper e sue.

Vers. 16. E il Signor e ruggir à da Sionne ec. Cristo (che è q uel lion e della trib ù di Giuda, di cui è parlato nell’ Apocal. V. 5.), Cristo stand o diri mp ett o alla valle di Josaphat sopra Sionne, e Gerusale m m e , spirand o fuoc o, ed ira contro degli e m pii, fulmin erà con -tro di essi la sentenza di con d a n n azi o n e. Per Sionne, e Gerusale m m e si può anch e inten -dere l’adunanza degli ang eli, e de’ santi, in m ezz o ai quali verrà quest o giudic e.

E i cieli, e la terra saran commo s s i. Sarà tanto terribile la vo c e di quest o lion e, che ne sarann o scossi i cardini del ciel o, e i fonda m e n ti della terra. Ma lo stess o Signore, se -verissi m o contro dei rei, sarà mite oltre m o d o , e beni g n o vers o il suo pop ol o, vers o il pop ol o de’ santi, vers o Israele fed el e; ed egli sarà la speranza di quest o pop ol o , e la for -tezza di quest o pop ol o ; perch é da lui Israele spererà la salute, e la gloria eterna, e da lui sarà rivestito Israele di im m o rtalità, e di fortezza se m pit erna e nell o spirito, e nel corp o.

Vers. 17. E cono s c e r e t e, ch’io sono il Signor e Di o vostro, che abito ec. Il m o nt e santo di Sion, e Gerusale m m e son o in quest o luog o la Sionne, e la Gerusale m m e cel est e e trionfante, nella quale riuniti tutti i santi col loro cap o divin o, Gesù Cristo, prov era nn o e con o s c er a n n o per tutta l’eternità, co m e in essi abita il loro Dio, che loro co m u ni c a tut -ti i suoi beni, tutti i tuoi tesori, e tutta la sua felicità. Lo stranier o non porrà pied e in questa città, nella quale non entrerà nulla d’immondo Apocal , XXI. 27. Di essa lo stess o Giovanni, copian d o quasi il nostro profeta, dic e, che ella è il taberna c o l o di Dio con gli uomini ed egli con es si abiterà... e lo stes s o Dio con es si sarà Dio loro, XXI. 3.

Vers. 18. I monti stilleranno dolcezza ec. Se della terra santa fu scritto, che ella sc orre v a latte, e mi el e, in u n sens o mi gli or e, e più subli m e i m o nti della celeste Sionne stillerann o dolc ezza, e latte, e mi el e d’ineffa bili purissi m e , e spirituali delizie.

E tutti i rivi di Giuda saran pieni di acque ec. Tutte le parti di quella terra beata, e tutti i cittadini di essa sarann o irrigati, e inebriati dalla pien ezza del gaudi o etern o, per -ché dalla casa del Signore (cioè dal tron o di Dio, e dell’an g el o , co m e dice s. Giovanni XXII, 1.) sg or g h er à un fium e di pace, un fium e di beni, che inond erà tutta la valle delle spine, vale a dire, rie m pirà i cuori di tutti gli eletti di cel estiale beatitudin e, ond e ogni

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a mar ezza, ogni dol or e, ogni pena sarà tolta da essi. Vedi Apocal. XXI. 45. Nell’ebr e o in vec e di valle, ov v er torrente delle spine si leg g e, valle di Setim, che può qui esser e no m e proprio di una pianura, che era di là dal Giordan o, e per qualc h e allusion e può es -sere usata dal profeta a significar e la ma nsi o n e de’ beati.

Vers. 19. 20. L’Egitto sarà abbandonato alla desolazione ec. L’Egitto, e l’Idu -m e a son o qui figura degli e m pii, i quali sarann o in eterna des olazi o n e, e mis eria, nel te mp o che i santi, e i fedeli sarann o con gran liberalità arricc hiti di tutti i beni, e chia m a -ti ai godi m e n ti del regn o etern o; questi santi vivrann o in quella terra, che sarà eterna loro abitazion e, e in quella Gerusale m m e , la quale non perd erà gia m m a i il suo pop ol o , m a sarà da quest o abitata per tutti i sec ol i.

Vers. 21. E farò vendetta del loro sangue ec. Tutte le antich e versi o ni conf er m a n o il sens o, che abbian qui seguito nella nostra. Il Signore pro m ett e, che un d ì farà egli ven -detta (quella ven d etta, ch’ ei sov e nt e non fa nella vita presente) di tutto il sangue dei giusti spars o dai crud eli loro ne m i c i, farà vend etta delle ingiustizie, delle prep ot enz e, che soffron o quag g iù gl’inn o c e nti, di tutto farà egli ven d etta in quel giorn o ; nel qual giorn o il Signore farà sua di m o r a in Sionne, abiterà nella adunanza de’ suoi eletti glori -ficati, e con essi si starà in etern o.

Non deb b o lasciar di dire, co m e tutto quell o che è detto dal nostro profeta dop o il vers. 1 6 . fino al fine, vien e esp o st o da alcuni della primitiva chiesa, e dei doni dello Spi -rito santo versati sopra la stessa chies a, ma in prim o luog o e m m i paruto, che sicc o m e in quel che prec e d e parlò il profeta della dannazi o n e de’ cattivi, così abbia in questa sec o n -da parte voluto descriv er e la beatificazio n e degli eletti; in sec o n d o luog o la so m i g lianza grandissi m a , che si oss er v a nei senti m e nti di Joele colla des crizio n e fatta da s. Giovanni nella Gerusale m m e del ciel o, questa so m i g lianza ci può ella sola rend er e persuasi, che in quest o luog o l’Apocaliss e è una illustre no bilissi m a sposizi on e della profezia.

Non mi fer m er ò poi a disc orr er e della assai diversa ma ni era, ond e tutto quest o capi -tolo di Joele vien e spiegat o da alcuni dotti, ed eruditi interpreti di questi ultimi tem pi, perch é il mi o istituto ob bli g a n d o m i a prop orr e agli am at ori della divina parola quell o che dop o matura pond erazi o n e, e dop o aver do m a n d at o il lum e del ciel o, mi se m b r a più ver o, mi diso b b li g a dal confutare le altrui opini o ni, le quali io, se non le adotto, neppur le disprezz o.

FINE DELLA PROFEZIA DI JOELE.