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1 CITTA’ DI CASTELLAMMARE DI STABIA (Provincia di Napoli) SETTORE URBANISTICA Oggetto:Sintesi sulle attività poste in essere ed in fase di programmazione dell’Amministrazione Comunale negli Ambiti Territoriali del: A)-Centro Antico, B)-Water Front-Linea di Costa Corso De Gasperi-Porto Commerciale; C)-Periferia Nord della Città-Quartiere Savorito. PREMESSA E’ vivo, nell’area vasta Stabiese, un dibattito sulle strategie da assumere per lo sviluppo della realtà locale, e rilevante è il ruolo che le Istituzioni locali e sopraordinate possono svolgere in questo contesto. Il Comune di Castellammare di Stabia ha già intrapreso l’elaborazione del Piano Strategico della Città il cui aspetto metodologico e le relative procedure operative sono state recepite in apposito atto di Giunta (provvedimento n.269 del 19 Dicembre 2006 -allegato 1-) Gli elementi fondanti e caratterizzanti del Piano Strategico per l’Area Stabiese, in realtà, erano stati già delineati con l’atto di G.M. n.194 del 29.12.2005, ed ancor prima l’esigenza di dotarsi di una pianificazione strategica era stata preannunciata con l’atto di G.M. n.74 del 04.08.2005 e riconfermata con l’atto di indirizzo n.184 del 04.08.2006 che, in sintesi, mirano a strutturare un Piano Strategico che possa definire il disegno polito dello sviluppo sostenibile in una prospettiva di medio periodo ed orientare, nel vincolante rispetto del capitale sociale ed ambientale, la ricerca di condizioni di coesistenza con i Piani Urbanistici Comunali, i Piani Provinciali e Regionali di Coordinamento e di strumenti di programmazione degli investimenti pubblici, nonché predisporre le proposte di linee strategiche per lo sviluppo della città e l’area vasta di riferimento volte alla convergenza locale, a scala di area vasta, di politiche delle opere pubbliche, della mobilità, dell’urbanistica, della casa dei servizi sociali per il welfare, di sostegno all’occupazione e dell’ambiente. In termini orientativi, il Piano Strategico prevede linee d’azione, tra loro interattive e sinergiche dedicate:

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CITTA’ DI CASTELLAMMARE DI STABIA

(Provincia di Napoli)

SETTORE URBANISTICA Oggetto:Sintesi sulle attività poste in essere ed in fase di programmazione dell’Amministrazione Comunale negli Ambiti Territor iali del: A)-Centro Antico, B)-Water Front-Linea di Costa Corso De Gasperi-Porto Commerciale; C)-Periferia Nord della Città-Quartiere Savorito.

PREMESSA E’ vivo, nell’area vasta Stabiese, un dibattito sulle strategie da assumere per lo sviluppo della realtà locale, e rilevante è il ruolo che le Istituzioni locali e sopraordinate possono svolgere in questo contesto. Il Comune di Castellammare di Stabia ha già intrapreso l’elaborazione del Piano Strategico della Città il cui aspetto metodologico e le relative procedure operative sono state recepite in apposito atto di Giunta (provvedimento n.269 del 19 Dicembre 2006 -allegato 1-) Gli elementi fondanti e caratterizzanti del Piano Strategico per l’Area Stabiese, in realtà, erano stati già delineati con l’atto di G.M. n.194 del 29.12.2005, ed ancor prima l’esigenza di dotarsi di una pianificazione strategica era stata preannunciata con l’atto di G.M. n.74 del 04.08.2005 e riconfermata con l’atto di indirizzo n.184 del 04.08.2006 che, in sintesi, mirano a strutturare un Piano Strategico che possa definire il disegno polito dello sviluppo sostenibile in una prospettiva di medio periodo ed orientare, nel vincolante rispetto del capitale sociale ed ambientale, la ricerca di condizioni di coesistenza con i Piani Urbanistici Comunali, i Piani Provinciali e Regionali di Coordinamento e di strumenti di programmazione degli investimenti pubblici, nonché predisporre le proposte di linee strategiche per lo sviluppo della città e l’area vasta di riferimento volte alla convergenza locale, a scala di area vasta, di politiche delle opere pubbliche, della mobilità, dell’urbanistica, della casa dei servizi sociali per il welfare, di sostegno all’occupazione e dell’ambiente. In termini orientativi, il Piano Strategico prevede linee d’azione, tra loro interattive e sinergiche dedicate:

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a)-agli abitanti della città e dell’area vasta, prevedendo politiche e interventi, materiali ed immateriali, capaci di incrementare l’offerta di qualità della vita, alimentando:

• uno sviluppo inclusivo e socialmente sostenibile, in favore, prima di tutto, delle fasce di popolazione più deboli e marginali;

• la creazione di opportunità finalizzate a conservare e incrementare il capitale umano;

b)-al rafforzamento dell’armatura urbana e territoriale tramite interventi migliorativi dell’assetto fisico, funzionale e ambientale della città e dell’area vasta che valorizzino i punti di forza ed abbattano i fattori di debolezza, allo scopo di:

• rompere condizioni che decretano la perifericità territoriale; • invertire tendenze di sviluppo duale all’interno della città e dell’area vasta,

intervenendo sulla riqualificazione delle aree fisicamente e socialmente degradate per sviluppare, a partire dal sistema locale, processi di riequilibrio e di coesione;

• incrementare l’attrattività del sistema locale verso investimenti orientati a sostenere l’innovazione e la sostenibilità dello sviluppo;

c)-al miglioramento ed al potenziamento delle capacità organizzative e di gestione della pubblica amministrazione come condizione per:

• governare il processo partecipativo e partenariale locale; • incrementare le capacità di comunicazione per costruire alleanze e reti di scambio,

di interazione e di complementarietà a livello europeo, nazionale e regionale. A)-Centro Antico Le problematiche dei "Centri Antichi" hanno subito, negli ultimi tempi, una notevole evoluzione: essi vengono ora considerati elementi prioritari nei programmi di quelle Città in cui la questione della riqualificazione e del recupero, con la componente di architettura,turismo e beni culturali, è legata al recupero sociale ed economico. Le immagini di passato e presente sono diverse, ma i due mondi non sono inconciliabili: il passato non è mero valore archeologico e l'ambiente è un'opera collettiva da salvare. La riqualificazione urbana rappresenta quindi uno dei temi più attuali della pianificazione urbanistica: superato il concetto dello sviluppo meramente quantitativo, legato agli strumenti urbanistici tradizionali, ci si indirizza sempre più verso il recupero dell’esistente, rivolto in particolar modo verso i centri storici e gli insediamenti di maggiore pregio che versano in uno stato di degrado ed abbandono.

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Il piano concepito dall’alto e calato astrattamente nella realtà viene sostituito sempre più da altri sistemi di pianificazione, fondati sulla ricerca di una strategia condivisa, perseguibile attraverso il coinvolgimento dei soggetti interessati alla realizzazione di comuni obiettivi di sviluppo. Il Programma strategico che l’Ente si appresta ad attuare attraverso un sistema integrato di interventi pilota rappresenta certamente uno dei modelli di riferimento di questa linea innovativa di programmazione che mette a confronto le esperienze più svariate e innovative non solo sui temi di natura strettamente urbanistica ma anche sui profili e sui risvolti socio-economici e culturali. La necessità di intervenire sull’esistente, nell’ottica di ridurre il “consumo di territorio” ha determinato la nascita di programmi sperimentali innovativi, sia sul piano tecnologico che su quello socio economico, nella consapevolezza che l’aspetto meramente tecnico, se non accompagnato da iniziative di carattere economico – sociale, non può risolvere la delicata questione del recupero urbano, inteso non solo come recupero del patrimonio edilizio, bensì come recupero di una vivibilità complessiva: risanamento edilizio e maggiore dotazione di servizi non possono da soli ridurre la marginalità di insediamenti degradati quali l’ambito su cui si intende intervenire. La scelta progettuale posta alla base del programma strategico si fonda dunque sul tema della riqualificazione urbana e del recupero edilizio, finalizzati alla conservazione della memoria storica cittadina, da attuarsi mediante interventi coordinati di carattere edilizio ed ipotesi di sviluppo socio – economico, attraverso un insieme di misure in grado di salvaguardare e valorizzare l’ambiente storico, inteso come organismo vitale, laddove le relazioni tra passato, presente e futuro prendono forma e contenuto. L'Amministrazione Comunale, in attuazione del proprio programma politico relativo al recupero del patrimonio immobiliare pubblico e privato ricadente nella perimetrazione del Centro Antico, intende promuovere un'azione organica di interventi di natura edilizia e socio-economica al fine di garantire sia la sicurezza dei Cittadini che una migliore e più incisiva fruizione estetica nel rispetto dell’architettura e dell'identità dell'area ed in prospettiva di un concreto sviluppo economico e turistico della città. Partendo da quanto innanzi evidenziato e dall’analisi del contesto generale dell’ambito dell’intervento si possono dedurre gli assi prioritari di intervento capaci di incidere positivamente sulla rivitalizzazione dell’area riassumibili in: • riqualificazione urbana, recupero e valorizzazione di quei beni capaci di

attrarre attività economiche e che possono ricoprire il ruolo di volano per uno sviluppo del Comprensorio;

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• risanamento di un patrimonio edilizio pubblico e privato in uno stato di abbandono e degrado costituente, tra l’altro, possibile situazione di rischio, inficiando la tutela della pubblica e privata incolumità e restituendo, quindi, decoro ed immagine alla memoria storica della Città;

• interventi infrastrutturali volti al ridisegno delle “piazze” e dei “larghi” esistenti

ed al rifacimento di alcuni tratti di assi viari e dei relativi sottoservizi e delle caratteristiche “calate”, il tutto finalizzato ad una ricucitura dell’intero tessuto urbano del Centro Storico con la “linea di costa”;

• incentivazione alla categoria imprenditoriale in particolare alle attività

commerciali ed artigianali tipiche presenti nel Centro Storico, alla ristorazione ed ospitalità;

• stimolo per la nascita di operatori capaci di gestire, in particolar modo sotto

l’aspetto promozionale e del marketing, i beni che si intendono valorizzare per potenziare l’attrazione turistica allo stato carente.

Si riportano di seguito alcuni degli interventi più significativi avviati:

• Progetto per il restauro del Palazzo ex Stimmatine alla Via Viviani di

proprietà Comunale L'edificio oggi denominato ex Stimmatine era parte della sede dell'antico Ritiro dell'Immacolata, orfanotrofio delle Suore Stimmatine, che accoglieva a titolo di beneficenza tutte le ragazze prive di genitori e di mezzi, fondato dal Vescovo Francesco Saverio Petagna nel palazzo del marchese Giuseppe de Turris alla via Caporivo, poi via II Marchese de Turris, oggi via Viviani . Indipendentemente dalle consistenti manomissioni condotte sull'ex Palazzo De Turris, poi ex Stimmatine, le attuali condizioni generali presentano un elevato livello di degrado e fatiscenza Le cause sono riconducibili allo stato di complessivo abbandono e mancanza di manutenzione, alla precaria condizione igienico-sanitaria e locativa e, soprattutto, alla cattiva esecuzione della maggior parte delle moderne lavorazioni condotte. Si intende trasferire nell'edificio le seguenti attività: -Sede della Fondazione Raffaele Viviani; -Sede della Circoscrizione del Centro Storico; -Centro per la famiglia; -Ufficio Comunale Settore Educativo; -Ufficio Comunale Affari del Personale.

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All’esito della celebrazione della gara e della individuazione della Ditta aggiudicataria dell’intervento di restauro si è proceduto alla consegna del cantiere per la realizzazione dell’opera per un importo di perizia pari ad € 4.850.000,00 con un finanziamento regionale pari ad € 3.750.000,00 ed un conseguente accollo di spesa per l’Ente di € 1.100.000,00. • Progetto per il restauro del Complesso della Pace alla Via Viviani di

proprietà Comunale La sua posizione nel Centro Storico di Castellammare, in prossimità della Stazione Marittima e delle Vecchie Terme, ne aumenta l'importanza e complementarietà come servizi di supporto pararicettivi in occasione della programmazione territoriale Comunale. L'intervento prevede: - la creazione di posti letto per una residenza a basso costo e la localizzazione dei servizi ad essa connessi di prima accoglienza; - l'individuazione degli spazi destinati alle attività culturali e associative; Il tutto è destinato ad incrementare l'offerta turistica nella sua autenticità e nelle sue ragioni culturali e sociali, rispondendo in modo specifico ed appropriato alla crescita e all'evoluzione della domanda interna ed esterna. Il Complesso in esame rappresenta un elemento di notevole importanza in quanto è sito nel Centro Storico della Città supportandolo per ciò che attiene ai servizi culturali e di accoglienza nei locali adiacenti alla Chiesa di S. Maria della Pace. Il Palazzo ha conservato il suo originale impianto cinquecentesco, infatti esso è sorto, insieme alla chiesa di S. Maria della Pace, come monastero nel 1525 ad opera dei confrati della Chiesa dell'Annunziata al molo. L'intervento di progetto per il Complesso in esame tende ad effettuare, attraverso il recupero degli spazi a disposizione, un supporto di servizi pararicettivi legati anche all'accoglienza nonché ai servizi socio-culturali di fondamentale importanza per il quartiere in oggetto. Ciò consentirà di fornire il Centro Storico di Castellammare di una struttura polifunzionale che offrirà notevoli servizi al territorio. Attualmente il palazzo è disabitato e, pur presentando i segni dell'abbandono, conserva ancora oltre all'impianto originario, anche gran parte degli stucchi e delle cornici.

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• Progetto per il restauro di Palazzo Farnese già Sede Comunale e del Palazzo delle Ancelle anch’esso di proprietà comunale

L’intervento prevede il restauro dell’immobile sede storica del Palazzo di Città, manomesso da alcuni interventi estranei all’architettura del momento, quali la copertura della corte interna ed alcuni ballatoi realizzati per ragioni distributive che ne alterano la composizione architettonica. L’intervento unitamente al progetto di restauro dell’edificio delle Ancelle anch’esso di proprietà comunale, recentemente sgomberato dalle famiglie che lo abitavano, tende a realizzare un unico complesso destinato ad uffici comunali, con la realizzazione di un collegamento sotterraneo al di sotto del giardino retrostante Palazzo Farnese, con la finalità di costituire un’unica struttura destinata ad Uffici, unitamente all’ex Orfanotrofio S.Anna, recentemente restaurato e sede degli Uffici Comunali. Entrambe le proposte progettuali sono state inserite nel Parco Progetti della Regione Campania ed ammesse a beneficiare del finanziamento regionale. • Progetto di riqualificazione dell’area di Fontana Grande Lo scorso mese di Luglio sono stati ultimati i lavori di riqualificazione della piazza “Fontana Grande” e, quindi, si è reso possibile restituire l’area al godimento della Cittadinanza. Il progetto di riqualificazione si inserisce nella più globale strategia di riqualificazione dell'intera linea di costa del territorio stabiese. Il tema fondamentale é quindi connesso al recupero della relazione (un tempo esistente e oggi perduta) tra il mare e il Centro Antico retrostante. Da ciò scaturisce l'urgenza di ristabilire questa relazione facendo in modo che, partendo dal tratto in esame, la città si apra alla costa invece che "girarle" le spalle. Piazza Fontana Grande raccoglie in un unico luogo, tutti gli elementi che più caratterizzano la città di Castellammare: la sua storia e le sue risorse naturali. E' la porta sul mare, ma anche la porta al Centro Antico di Castellammare, chiaro segnale di quel malessere fisico e sociale che vi è dietro e per il quale grossi sforzi si stanno compiendo per una reale rivincita della città. L’intervento realizzato ha ripristinato la struttura scenografica della Fontana lasciando integro il sistema tecnologico costruttivo originario consentendo così una rilettura dello spazio che conserva il segno della memoria.

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• Progetto di riqualificazione della Piazza Cristoforo Colombo Situata in posizione baricentrica del litorale stabiese corrispondente al centro storico, Piazza Cristoforo Colombo ha origini antiche, risalenti al medioevo e all'epoca della prima espansione, in era angioina, dell' abitato di Castellammare che aveva il suo nucleo originario intorno alla Porta della Fontana Grande. Essa costituiva sia lo sbocco a mare della retrostante Via S.Caterina – una delle più antiche strade di Castellammare - coincidendo con lo spazio ospitante la Porta Marina Grande, sia il nucleo, per secoli, della vita civile dell' abitato. Difatti la piazza ha ospitato per lunghissimo tempo il mercato (da qui l'antico nome di Piazza Mercato o Calata Mercato), in questo favorita sulla posizione a ridosso della spiaggia e degli approdi delle imbarcazioni dei mercanti.

Piazza Colombo rappresenta un caso di piazza storica della città, con forti valenze simboliche, storiche e culturali: ancora una volta la fruibilità è decisamente mediocre, in particolar modo per quel che concerne l'accessibilità, sia pedonale che veicolare. La piazza è certamente un luogo polarizzante e presenta una qualità morfologica nel complesso discreta, ed una leggibilità delle gerarchie funzionali e simboliche e quindi una facilità di orientamento, decisamente elevate, nonostante non abbia più il ruolo ordinatore che possedeva in passato.

L'intento principale è la valorizzazione degli elementi caratterizzanti: la Torre dell'orologio e le cortine a sud: ci troviamo di fronte ad un luogo pubblico con una forte connotazione storica e simbolica, che oltre ad essere un invaso di grande suggestione per il suo particolare andamento altimetrico, può assecondare la fruizione della piazza per la sosta e il tempo libero. E’ stato affidato, all’esito di un concorso di progettazione, al Gruppo vincitore l’incarico per la redazione del Progetto esecutivo. • Progetto di riqualificazione della Piazza Giovanni XXIII.

La Piazza Giovanni XXIII, per ubicazione della sede Municipale e della Cattedrale, oltre che per la presenza di edifici di notevole valenza architettonica (Palazzo Farnese, ex Convento dei Francescani), costituisce uno dei luoghi più rappresentativi della intera Città. Essa si propone come cerniera tra il Centro Antico e il Centro Urbano di più recente formazione pur richiedendo un diverso intervento di riqualificazione tale da permetterne una migliore fruizione.

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La proposta progettuale mira ad un ripristino ed ampliamento delle aree pedonali al fine di migliorarne la percorribilità e favorire l’asse visivo piazza–mare esaltando i valori culturali, espressivi storici dello spazio. • Progetto di riqualificazione della Piazza Amendola. Piazza Amendola rappresenta il polo opposto e conclusivo del Centro Storico, oggetto del presente programma di interventi. E’ anch’essa una piazza storica su cui a fine ottocento prospettavano l’edificio termale, poi demolito negli anni ’50, e l’ingresso del Regio Cantiere Navale, anch’esso demolito per far posto ad un anonimo edificio destinato agli uffici della Fincantieri. L’intervento di riqualificazione dovrà tendere a restituire l’originaria funzione di saldatura tra funzioni che nel passato hanno svolto un ruolo trainante nell’economia stabiese, anche in considerazione del restauro dell’edificio delle Antiche Terme progettato dall’Arch. Marcello Canino ed esempio significativo dell’architettura moderna nel nostro paese. • Progetto del recupero della rete sentieristica Il recupero degli antichi percorsi pedonali che dal Centro Antico si snodano sulla zona collinare, rappresenta uno degli elementi più significativi del programma di riqualificazione del Centro Storico cittadino, grazie alla loro particolare valenza paesaggistica, purtroppo manomessa da interventi non sempre sensibili alla qualità ambientale, attraverso la sostituzione delle originarie pavimentazioni in basoli con anonime pavimentazioni in cubetti, ormai diffuse in tutti gli spazi urbani della nostra città, ignorando l’originaria fattura. In questo senso vico Visanola rappresenta uno dei percorsi più suggestivi, che si incunea nel tessuto edilizio per poi trasformarsi in una rampa panoramica che costeggia la mutazione del Castello Angioino raggiungendo l’attuale Statale 145 Sorrentina. Queste “passeggiate” costituiscono un elemento di attrazione per il turismo escursionistico, così ricercato dall’utenza straniera. • Progetto di recupero della Calata del Gesù, della Calata S. Bartolomeo e

del Vico del Pesce – Calata Mercato e della storica “ scala di Tatore “. Tipici collegamenti che in passato portavano gli abitanti dell’area del Centro storico al porto e ancora oggi, sebbene in uno stato di abbandono, raccontano la vita di chi frequentava i luoghi (artigiani, pescatori, commercianti).

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In virtù di questa memoria storica essi vanno recuperati ed integrati con funzioni di tipo artigianali, tali da favorire ed incentivare la rinascita non solo del settore ma anche di altre iniziative ad esso connesse quali ad esempio la ristorazione. E’ in fase di definizione la stipula del contratto con la Ditta aggiudicataria dell’intervento di recupero il cui importo complessivo ammonta ad €.

• Progetto di recupero e riqualificazione dell’area portuale marittima comprendente lavori di sistemazione della recinzione, dei piazzali e di alcuni edifici, nonchè la demolizione dell’attuale muro di recinzione dell’area demaniale degli ex Magazzini Generali.

Sempre nell’ambito della riqualificazione dell’intera linea di costa del territorio, il recupero dell’area portuale rafforza quel processo di “saldatura” dell’area del Centro Antico e non solo con il fronte del porto, restituendo alla Cittadinanza la visione ed il godimento dell’area marittima. L’area portuale va vista come una risorsa per lo sviluppo di eccellenza ad alta compatibilità ambientale, nelle future linee di sviluppo del territorio stabiese ed il suo comprensorio, non va sottaciuta la piena valorizzazione di tutte le potenzialità del porto commerciale, quale importante gate regionale per i retrostanti siti archeologici ed ambientali, in quanto esso rappresenta un punto di snodo tra relazioni terrestri e relazioni marittime, funzione destinata ad ampliarsi in conseguenza dei processi di globalizzazione.

Gli interventi previsti all’interno dell’intero Programma di recupero mirano quindi a: Rafforzare il ruolo del porto di Castellammare di Stabia nel sistema dei porti commerciali e crocieristici dell’area mediterranea; Potenziare i collegamenti ferroviari, viari ed idroviari;

Realizzare un efficace sistema intermodale;

Diversificare le funzioni del porto;

Rafforzare la funzione insediativa per le attività logistiche ed industriali di settore (Fincantieri); Migliorare la compatibilità di tutta la zona portua le con la rivitalizzazione del suo water front urbano. Per quanto sopra con atto di G.M. n.25 del 23.02.2006 è stato approvato il progetto definitivo per i lavori di riqualificazione dell’area portuale in linea con il

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Protocollo d’Intesa sottoscritto dall’Ente con la Regione Campania e l’Autorità Portuale in data 07.02.2006. • Ipotesi di utilizzo dell’edificio di proprietà comunale dell’ex “Caserma

Cristallina” alla Via Duilio. Questo Ente ha acquisito la struttura di cui sopra dalla dismissione dei beni patrimoniali del Ministero della Difesa per destinarla a sede dell’Istituto Professionale Alberghiero. Allo stato si sta valutando l’opportunità di promuovere l’avvio delle procedure con l’istituto della Finanza di Progetto per destinare l’immobile a ricettività turistica considerata l’immediata vicinanza dello stesso sia alle Antiche Terme di Stabia che al Fronte a Mare. • Riproposizione del bando per il recupero delle parti comuni di edifici

ricadenti nella perimetrazione del Centro Storico. Con le risorse finanziarie messe a disposizione dalla Regione Campania e con il residuo di regressi finanziamenti, al fine di incoraggiare la partecipazione dei privati agli interventi di cui sopra, è stato indetto un Avviso Pubblico per la concessione di contributi in conto capitale per l’attuazione delle opere tese al recupero delle parti comuni degli immobili prospettanti l’asse viario di Via Bonito.

• Sostegno all’avvio ed alla salvaguardia di attività Artigianali, Commerciali e della Ristorazione

L’Amministrazione Comunale per riportare nel tessuto urbano del Centro Antico e nella Zona cCllinare un insieme di attività artigianali e commerciali “pregiate” con l’obiettivo di avviare un percorso virtuoso di rivitalizzazione socio-economico dell’intero Quartiere ha avviato un Programma prevedente l’elargizione di un contributo per l’attivazione delle linee di intervento finalizzate alla: -salvaguardia del Commercio; -ripristino della rete commerciale storicamente consolidata; -misure di sostegno all’Artigianato; -riqualificazione dell’offerta del Settore della Ristorazione e della Ospitalità. Si intende favorire la localizzazione e l’avvio di un insieme di botteghe e laboratori di artigianato tipico ed artistico su alcuni assi prioritari del Centro Antico e zona collinare localizzati all’interno dei locali collocati al piano terra.

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Si intende, altresì, favorire la localizzazione e l’avvio di un insieme di attività commerciali nei Settori dell’Ospitalità, della Ristorazione, della promozione e vendita dei prodotti tipici, dell’editoria tradizionale e multimediale ed in altri Settori innovativi e con opportunità di mercato sempre localizzati all’interno di unità collocate ai piani terra degli edifici. L’obiettivo è, quindi, quello di migliorare la vivibilità sociale ed economica del Centro Storico e della zona collinare che ha perso l’originaria connotazione mista; sono sparite le attività (cantine, negozi e botteghe artigiane) che ne garantivano la vitalità. Oggi molte di queste attività rischiano di essere sostituite dalle produzioni di serie e dai sistemi della media-grande distribuzione se non si interviene per valorizzarne la peculiarità e gli elementi di originalità che, in un tutt’uno con la struttura architettonica e storica del tessuto insediativo, costituiscono un attrattore per la popolazione locale e per i visitatori. Attualmente nel Centro Antico e nella Zona Collinare molti locali al piano terreno “i bassi” sono sottoutilizzati o, addirittura, inutilizzati e con l’attivazione delle linee di intervento sopra riportate sarà possibile eliminare queste situazioni di precarietà utilizzando le risorse finanziarie per cofinanziare il recupero di questi caratteristici locali che saranno così destinati ad ospitare, attraverso gli interventi di sostegno agli operatori, attività artigianali, commerciali e di ristorazione. In particolare, per quanto attiene la Zona Collinare, nel settore dell’ospitalità, va incentivata e regolamentata l’azione del recupero e riconversione di immobili a strutture ricettive di livello economico sul tipo delle Gasthot tedesche, delle Hotellerie Economique francesi e delle Bed and Breakfast quale moderna veste dell’antica tradizione locale oltre ad attività integrative e complementari ai servizi offerti dalle Terme. L’intero Programma ha previsto l’elargizione di un contributo in conto capitale per complessivi €.1.300.000,00 di cui €.1.000.000,00 a carico dell’Ente ed €.300.000,00 a carico dell’Assessorato alle Attività Produttive della Regione Campania.

• Sistema di monitoraggio del tessuto edilizio pubblico e privato Per fronteggiare l'allarmante situazione prospettata che, come è stato sottolineato, ha rilevanti riflessi in tema di: a)-sicurezza ed incolumità pubblica;

b)-riqualificazione urbana e sviluppo economico;

c)-qualità della vita nel Centro Antico;

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è intendimento dell'Amministrazione individuare alcune linee prioritarie di intervento ed in particolare: -elaborazione di una zonizzazione delle diverse aree degradate in base ai diversi livelli di degrado e alle relative cause; -definizione del grado di rischio a mezzo di controlli periodici, monitoraggio delle strutture atti a stabilire e definire l’evolversi del quadro fessurativo nel tempo; -definizione di scelte progettuali di intervento da adottare a breve e/o medio termine sulle aree degradate in funzione del livello di rischio rilevato con indicazioni specifiche degli interventi urgenti da adottare in caso di emergenza. Obiettivo prioritario per l’Ente è dunque quello di attivare, in tempi rapidi, procedure finalizzate al recupero, in termini di prevenzione e sicurezza statica, del patrimonio edilizio, favorendo e supportando l’avvio di opere atte ad assicurare la tutela della pubblica e privata incolumità. Una soluzione efficace per l’attività di monitoraggio attraverso il controllo e della misurazione della subsidenza degli edifici, quale precursore di cedimenti strutturali o di collasso dovuti a fenomeni naturali od artificiali, è stata avviata dalla Società Alenia Spazio, utilizzando i dati di osservazione forniti da satelliti radar già orbitanti. In merito tale tecnologia satellitare di osservazione è operata anche dal MARSec; i dati telerilevati, infatti, coprono interamente l’area del Mediterraneo. Il monitoraggio è di tipo integrato, avviene attraverso l’elaborazione dei dati da sensori montati a bordo dei satelliti e da quelli collegati ad unità di rilevazione terrestre. Analisi ex-post hanno dimostrato, infatti, che edifici collassati avevano mostrato fenomeni di cedimento già a partire da alcuni mesi prima degli eventi di crollo. La tecnica applicata utilizza algoritmi brevettati che permettono di aumentare la definizione planimetrica del reticolato urbano fino al riconoscimento del singolo edificio ed identificarne variazioni altimetriche nominali di 3 mm. In definitiva, con l’elaborazione dei dati riflessi dai satelliti radar, si può venire a conoscenza di situazioni di potenziale emergenza sia di un singolo edificio che di intere aree, avendo così l’opportunità di intervenire in tempo solo nei casi di documentata necessità.

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Nell’ambito delle politiche generali di mitigazione del rischio in particolare sull’area interessata è stato predisposto un Progetto Pilota per identificare il grado di vulnerabilità statica degli edifici, denominato “Programma fabbricati Sicuri”, inserito nel Parco Progetti Regionale ed ammesso a finanziamento per €.574.840,00. B)-Water Front-Linea di Costa Corso De Gasperi-Porto Commerciale Il Programma di Rigenerazione Urbana del Water Front Corso De Gasperi-Porto Commerciale è stato inserito nell’ambito del Programma Integrato Urbano PIU’ EUROPA le cui linee di indirizzo sono state dettate con l’atto consiliare n.64 del 03.06.2008.

Oggi le opportunità che ci derivano dagli orientamenti strategici comunitari per il settennio 2007/2013, in particolare dal Protocollo di Intesa – “P.I.U’ Europa”, sottoscritto con la Regione Campania il 25 febbraio scorso; unitamente alle “Linee di Aggiornamento Programmatico dell’Amministrazione Comunale di Castellammare di Stabia” del 31.03.2008, impongono all’Amministrazione Comunale la necessità e l’opportunità di mettere a sistema le iniziative urbanistiche finora intraprese, per avviare consistenti interventi per la riqualificazione della linea di costa e dell’intera area delle periferia a Nord della città, che tenga conto, in una visone unitaria urbana, anche del completamento delle opere a terra del Porto Turistico.

La sottoscrizione del citato Protocollo di Intesa “P.I.U’. EUROPA (Piano Integrato Urbano) individua Castellammare tra le 20 città al di sopra dei 50.000 abitanti che potrà gestire direttamente i fondi europei, ed assegna alla città circa 32 milioni di euro, che potranno essere incrementati grazie al raggiungimento di obiettivi in tema ambientale (aumento della percentuale di raccolta differenziata) e sociale (incremento di asili nido e centri per anziani).

Opportunità che si rafforzano sia con il Protocollo di Intesa sottoscritto con il Ministero delle Attività Culturali che individua nella Reggia di Quisisana il luogo formativo di eccellenza per la istituzione dell’Istituto Centrale di Restauro, che con il Documento Programmatico sottoscritto con la regione Campania, l’Autorità Portuale di Napoli e la Fincantieri Cantieri Navali SpA avente ad oggetto “Piano di Interventi per l’ulteriore sviluppo dei cantieri navali di Castellammare di Stabia.

Quest’ultimo, oltre a sottolineare la volontà di collaborazione tra i soggetti firmatari per realizzare un programma di sviluppo e potenziamento delle attività marittime e delle costruzioni navali attraverso la implementazione di infrastrutture quali la realizzazione di un bacino di carenaggio nell’area portuale, mira ad ottenere, per la nostra Città, il riconoscimento giuridico dello status di “distretto industriale”, impegnandosi ad inserire le aree di Castellammare di Stabia e di

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Torre Annunziata tra i poli produttivi meridionali di cui al Decreto Ministeriale del 28.12.2007 emanato dal Ministero dello Sviluppo Economico. Inoltre, nell’ambito delle finalità del Distretto Industriale, il Protocollo mira ad attivare tutte quelle iniziative utili per la istituzione nella nostra Città di un Centro di Ricerca di Eccellenza, finalizzato alla ricerca sulle tecnologie e materiali, alla formazione delle maestranze, nonché alla definizione di programmi di formazione manageriale che incoraggino i processi di innovazione organizzativa del sistema produttivo locale.

“P.I.U.’ EUROPA” PROGRAMMA INTEGRATO URBANO Gli orientamenti strategici comunitari per il settennio 2007-2013 dedicano

particolare attenzione alle esigenze specifiche di alcuni territori, incoraggiando un approccio integrato della politica di coesione che non deve soltanto favorire la crescita e l’occupazione, ma anche perseguire obiettivi sociali ed ambientali per consentire di dare nuovo impulso al ruolo ed alle funzioni degli Ambiti territoriali coinvolti in tali processi. Tale obiettivo ha, quindi, lo scopo di affrontare in modo puntuale i bisogni sociali ed il potenziamento dei servizi, i problemi legati all’inclusione sociale, alla sicurezza, alla riqualificazione ed al rinnovo urbano. In definitiva l’idea complessiva mira a ridisegnare lo sviluppo urbano in modo da poter rispondere ai bisogni della collettività ed a sviluppare nuove opportunità nel settore economico, sociale e culturale che sia sostenibile anche dal punto ambientale così da contribuire pienamente agli obiettivi di crescita economica. Vanno, pertanto, elaborate ed attuate specifiche strategie innovative di rivitalizzazione socio economica sostenibile in grado di promuovere mutamenti visibili nelle aree urbane. Si auspicano, dunque, programmi integrati urbani innovativi e sostenibili che impostino in modo creativo la gestione urbana e le trasformazioni sostenibili. La Regione Campania ha redatto i propri PO FESR e PO FSE in coerenza con tali orientamenti ed ha posto quale prioritaria dimensione territoriale di intervento le Città Medie, proponendo, per quelle con popolazione superiore ai 50.000 abitanti, una strategia di sviluppo strettamente connessa a programmi integrati di riqualificazione e sviluppo urbano. Il POR 2007-2013 dedica l’intero Asse VI allo sviluppo urbano e qualità della vita la cui finalità è proprio quella di contribuire allo sviluppo urbano sostenibile attraverso la valorizzazione delle comunità locali.

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Tale finalità viene realizzata attraverso un unico obiettivo specifico che è la rigenerazione urbana e la qualità della vita con il quale la Regione Campania intende sviluppare un sistema policentrico delle città attraverso piani integrati di sviluppo finalizzati ad aumentare la coesione sociale ed innalzare il livello della qualità della vita, la competitività e l’attrattività dei sistemi urbani regionali. Come innanzi evidenziato, destinatari di tali interventi sono le Città Medie che sono chiamate a realizzare, attraverso la promozione del partenariato fra Istituzioni e soggetti Privati, unitamente al rafforzamento della governance inerente le politiche di sviluppo urbano, Piani Integrati di Sviluppo Urbano (PIU). I principi guida per la redazione dei Programmi (PIU) possono così essere riassunti:

• sostenibilità delle scelte ottenuta mediante la partecipazione dei cittadini e la

società civile in modo da accrescere la legittimità e l’efficacia delle azioni attraverso l’attivazione di forum condotti con riferimento alla metodologia di Agenda 21 locale;

• il perseguimento di un’alta qualità di vita, applicando i principi di sostenibilità ambientale, sociale e di eco-compatibilità;

• il rafforzamento del partenariato tra i soggetti pubblici e tra pubblico e privato; • ottimizzazione della spesa sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Vanno, inoltre, considerati almeno quattro punti fondamentali per rafforzare l’attrattività delle città:

- i trasporti mediante accessibilità e mobilità; - l’implementazione e l’accesso ai servizi ed alle attrezzature; - l’ambiente naturale e fisico; - la cultura e la qualità della vita della cittadinanza.

Il sistema di interventi messi in essere con il Programma (PIU) deve perseguire il raggiungimento di soddisfacenti livelli qualitativi dal punto di vista architettonico, ambientale, sociale, relazionale e percettivo dell’Ambito oggetto dell’intervento ed in particolare:

• sarà finalizzato al miglioramento delle condizioni di benessere dell’abitare nella

città; • sarà sinergico e complementare al piano sociale di zona dell’Ambito

interessato dall’intervento ai fini dell’abbattimento del disagio sociale delle fasce deboli;

• sarà sinergico agli indirizzi indicati dalla pianificazione territoriale regionale; • potrà essere affiancato da interventi di riqualificazione di beni ecclesiastici; • favorirà la realizzazione di una politica culturale della città;

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• studierà nuovi modi di vita e di uso dell’alloggio introducendo ed applicando caratteri sperimenti di flessibilità abitativa;

• conterrà interventi innovativi mirati alla qualità ecosistemica, morfologica e fruitiva;

• promuoverà la rigenerazione urbana e rivitalizzazione socio-economica attraverso iniziative per l’occupazione;

• sarà caratterizzato dalla compresenza di finanziamenti afferenti a differenti programmi e strumenti finanziari e prevederà la partecipazione di investimenti privati;

• cercherà forme di accordo con eventuali altre operazioni in corso di realizzazione e/o finanziabili.

La situazione dell’ambito territoriale di cui sopra ha subito in questi ultimi dieci anni, a partire dal 1997/98, una comprensibile ed inevitabile complessità di atti e procedure connesse con il protrarsi dei tempi, del numero dei soggetti pubblici e privati coinvolti e la intrinseca importanza e difficoltà del tema, risulta evidente che va valutata come una opportunità la necessità di riconsiderare alcuni elementi progettuali alla luce delle nuove e mutate esigenze urbane. Tale nuovo approfondimento progettuale può essere adottato quale strumento per confermare una rinnovata strategia di sviluppo e riqualificazione ambientale in modo da armonizzare i contenuti del progetto del Porto Turistico – Marina di Stabia rispetto al ruolo che l'area può esercitare quale ambito parziale di una più ampia riqualificazione che potrebbe anzi, deve, coinvolgere tutto il waterfront di via De Gasperi, unitamente al sistema urbano retrostante fino al coinvolgimento dello stesso Quartiere Savorito.

Esistono oggi tutte quelle condizioni, politiche ed amministrative, per redigere un nuovo Programma Integrato Urbano, che coinvolga l’intera area del Porto Turistico di Marina di Stabia, in stretto coordinamento ed in armonia strategico/progettuale con la riqualificazione di Via De Gasperi, attraverso la redazione di un masterplan unitario (P.U.A.), capace di dare attuazione all’intero Programma sostenuto da un Accordo di Programma Quadro, da cui far sfioccare Accordi attuativi puntuali (Accordo di Programma, Protocolli Aggiuntivi al Contratto d’Area etc). La rigenerazione del fronte mare è diventata per la città di Castellammare di Stabia una necessità ineludibile, per rilanciare la politica di sviluppo urbano, che riprenda anche le raccomandazioni del rapporto ISRI del 1997 che, tra l’altro, sottolineava: “ In questa prospettiva, lungo l’asse del litorale nord, tra il centro della città ed il nuovo porto, si avvierebbe un processo di riqualificazione con attività plurime, attraverso la riconversione di tutti gli edifici o, se del caso,

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l’eliminazione di alcuni – o parti- di essi. L’obiettivo è di consentire alla città di poter vivere sul mare e di riutilizzare a tal fine le aree e le strutture edilizie esistenti. Ciò tuttavia richiederà, da parte del comune, una riprogettazione generale dell’assetto territoriale di tutta l’area e l‘attuazione anche di interventi diretti per la sua riqualificazione”. Gli interventi sul water front costituiscono infatti, una importante opportunità di investimento per privati e non necessitano in generale, rispetto alle più avanzate esperienze in ambito europeo, di consistenti investimenti pubblici alla luce del valore economico e paesistico di detti siti. Tale necessità è sostenuta anche dal fatto che la bretella autostradale A/3-Marina di Stabia determinerà una nuova Porta della Città e che, pertanto, questi due grandi Attrattori (Porto Turistico e Nuova Porta della Città) impongono una visione unitaria ed innovativa della fruizione dell’intera città, attraverso una nuova visone e funzione della promenade di Corso A. De Gasperi, sostenuta da un diverso assetto urbano dell’area retrostante, arricchito da funzioni multiple compatibili con la vocazione turistico/ricettiva dell’intero comparto oggetto di Programma. L’intero Programma dovrà dunque individuare le modalità per restituire alla collettività spazi ed attrezzature che, per loro natura, da sempre appartengono alla città e, contemporaneamente, individuare gli strumenti per la gestione delle zone recuperate.

Con ciò si dovranno elaborare soluzioni progettuali in grado di dare una direzione unitaria a quella grande quantità di progetti e programmi, che attualmente convergono, e nel futuro convergeranno, sull’area di interesse del Programma.

Si tratta quindi di realizzare un Master/Plan e progetti preliminari ad esso connessi, in modo che siano funzionali alla realizzazione di un processo di trasformazione già in parte attivato o programmato.

Questo anche in virtù della volontà, da parte dell’Amministrazione Comunale, di considerare l’intero Programma, oltre che lo strumento di fattibilità tecnico/finanziario, anche come strumento di programmazione negoziata, che tenga insieme le esigenze e le aspettative dei partner di sviluppo.

In tale direzione si porranno le basi per la creazione di meccanismi e strumenti di programmazione negoziata, nel senso di dare risposte non solo circa la fattibilità tecnico-economica del Programma, ma anche circa le modalità normative, economico-finanziarie ed amministrative, attraverso le quali tutti gli interessi

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coinvolti nel processo trovino risposte adeguate, e siano quindi in grado di contribuire alla sua reale fattibilità.

La rigenerazione dell’intera area, che comprenda anche il Porto Turistico, va vista come una risorsa per lo sviluppo di eccellenza ad alta compatibilità ambientale, quale importante “gate” regionale per i retrostanti siti archeologici e ambientali, costituente essa stessa un punto di snodo tra relazioni terrestri e relazioni marittime.

La finalità generale consiste quindi nel restituire a tale area il suo rapporto col mare, sia in termini fisici (riqualificazione degli accessi a mare) che funzionali (individuazione di funzioni compatibili con la vocazione turistico-ricreativa dell’area).

Come innanzi già evidenziato il Programma e i successivi Accordi Attuativi dovranno fornire la concreta fattibilità tecnica, amministrativa ed economica per ridisegnare radicalmente l’intera area, verificando la possibilità di ridisegnare un nuovo assetto infrastrutturale dell’intera linea di costa e del suo ambito urbano retrostante, capace di offrire maggiori e qualificanti aperture verso il mare con l’obiettivo di realizzare il più grande lungomare (tra il nuovo e il vecchio porto) del golfo di Napoli (e forse del Mediterraneo) operando, laddove possibile, una traslazione della viabilità, attualmente separata dal mare da una cortina di capannoni industriali, verso la spiaggia ed il nuovo porto.

Una simile trasformazione potrebbe permettere agli attuali proprietari dei volumi che insistono sulla spiaggia di realizzare le nuove iniziative sulle aree dove attualmente insiste la strada e la ferrovia ricongiungendo il tessuto urbano in un unicum. Ciò significa mettere in rete, in un processo unitario di sviluppo, l’intero fronte a mare del Centro Storico prospiciente il porto commerciale in via di ridefinizione funzionale in Stazione Marittima, con l’intera Linea di Costa, che comprenda anche la Villa Comunale ed il lungomare di Corso Garibaldi.

L’intero processo di riqualificazione e rigenerazione seguirà tempi e procedure che sono individuate dal Protocollo di Intesa P.I.U’. Europa che, partendo dalla sottoscrizione dell’A.P.Q., possono trovare negli Accordi attuativi puntuali (Protocollo Aggiuntivo al Contratto d’Area, Accordo di Programma etc.), quel luogo di accelerazione per l’attuazione dell’intero Programma d’Area, capace di liberare, in tempi sostenibili, risorse pubbliche e private, creare sviluppo, ed innalzare il livello occupazionale della città.

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Tale obiettivo potrà essere raggiunto attraverso anche la istituzione di un Centro di Eccellenza, dedicato allo studio e alla ricerca di nuove tecnologie e di nuovi materiali, all’analisi, alla risoluzione dei problemi legati alla cantieristica ed alla formazione di maestranze, rappresentando esso stesso l’elemento propulsivo alle imprese, per le quali programmare interventi formativi, di ricerca e di assistenza.

Tale visione unitaria del Programma necessità non solo della partecipazione degli altri soggetti istituzionali presenti nell’area, ma principalmente del coinvolgimento degli imprenditori/proprietari, in modo da avere un nuovo soggetto unitario in grado di dialogare efficacemente con l’Amministrazione Comunale e con il pool di professionisti incaricati del master-plan complessivo, che è auspicabile avvenga sotto il coordinamento artistico e scientifico di Massimiliano Fuksas, già autore del progetto del Porto Turistico di Marina di Stabia e della visione del water front della città. Per l’attuazione dell’intero Programma Integrato, che comprenda sia la riprogettazione delle opere a terra del Porto Turistico che il Piano Urbano Attuativo della linea di costa, è indispensabile creare nuovo entusiasmo intorno ai processi di pianificazione negoziale tesi a definire “certezza del diritto” e “tempi certi” di realizzazione. Ci sono tutte le condizioni a che ciò avvenga; da quelle finanziarie (POR 2007/2013) a quelle politiche (intesa con la Regione, Provincia, ASI, FS etc); da quelle normative (PTCP della Provincia di Napoli) a quelle legislative.

Si tratta quindi di definire, in una cornice di condivisione, i contenuti e gli obiettivi del Programma con tutti gli attori del processo, tra cui gli Enti sovraordinati (Regione e Provincia) e, con questi ultimi, ricercare quelle più idonee azioni e procedure attuative, capaci di superare ogni vincolo ostativo, tra cui anche i limiti normativi imposti dall’attuale P.U.T. nella zona 7, per dare slancio allo sviluppo sostenibile, non solo all’area oggetto del Programma, ma all’intero tessuto socio economico di Castellammare.

Ciò significa rifarsi al rispetto dei tempi e delle procedure indicate da P.I.U’. Europa e più precisamente indicate dallo schema procedurale definito dall’Anci Campania e allegato al Protocollo di Intesa sottoscritto dall’Amministrazione Comunale e dalla Regione Campania.

Siamo tutti responsabilmente chiamati a non disperdere energie e risorse per cogliere gli importanti obiettivi fin qui individuati, e allo stesso modo rispettare la tempistica definita dal Programma Integrato coerente con il cronoprogramma dettato dal Protocollo di Intesa con la Regione.

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Tale relazione è solo il tentativo di riassumere un ragionamento unitario, risultato di un lungo e proficuo dialogo politico, ma allo stesso modo vuole essere il punto di partenza, la griglia di principi, da cui partire per liberare tutte le energie del dibattito politico/sociale di cui la nostra città è ricca.

Tale forma di partecipazione democratica ai processi di trasformazione del territorio troverà sostanziale riferimento nell’art. 7 della proposta di P.T.R. sulla costituzione dei “laboratori di pianificazione partecipata”.

C)-Periferia Nord della Città-Quartiere Savorito Programma di sostituzione edilizia e recupero dei vuoti urbani-ambito di intervento Periferia Nord della Città-Quartiere Savorito. PROGETTO In sintesi si riportano gli interventi che si intendono realizzare, anche all’esito di indagine conoscitiva delle cause del degrado e dell’esclusione sociale del quartiere, al fine di poter individuare le giuste scelte progettuali capaci di poter mutare la “geografia sociale del luogo”:

• Realizzazione ed adeguamento delle opere di urbanizzazione di cui la zona è assolutamente carente anche per una crescita di insediamenti abusivi che hanno ulteriormente contribuito al deterioramento dell’intera area;

• Sostituzione edilizia delle n.190 unità abitative, costituenti il Complesso

Edilizio di Via Savorito, e realizzazione di n.60 nuove residenze da assegnare in locazione, a canone convenzionato, da realizzarsi secondo i canoni della bioarchitettura, ponendo l’accento sulla necessità primaria di garantire ottimali condizioni per i residenti, prestando particolare attenzione nella scelta e l’utilizzo dei materiali ed a sistemi energetici innovativi ed alternativi. Nella progettazione dell’intero insediamento, verranno seguiti criteri improntati al razionale uso delle fonti energetiche rinnovabili, all’ottimizzazione delle applicazioni energetiche sia nell’esercizio invernale che in quello estivo (pannelli fotovoltaici e termosolari, serre solari), alla determinazione di situazioni di comfort ambientale ottimali sia negli ambienti abitati che nella sistemazione degli spazi e degli impianti esterni, con attenzione alla minimizzazione di inquinanti (biologici, ottici, acustici, alla determinazione di microclima attento non solo alle temperature, ma anche all’umidità ed all’elevato livello di filtrazione dell’aria ambientale, al razionale uso delle risorse idriche mediante impianti di recupero e riutilizzo delle acque nere, mediante trattamento di fitodepurazione, a scopi irrigui,

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recupero delle acque grigie per usi civili non potabile e di quelle meteoriche per l’arredo urbano, quali fontane e percorsi d’acqua;

• Recupero di una fatiscente struttura scolastica, attualmente occupata da

nuclei familiari di senza tetto, da destinare a Centro per l’Infanzia, concepito come luogo d’incontro per i bambini attraverso lo svolgimento di attività quali teatrali, musicali, di manipolazione, ludiche.

• Ridisegno della viabilità mediante la realizzazione di percorsi pedonali

protetti ed alberati e piste ciclabili.

• Creazione di nuove arterie urbane con i relativi sottoservizi.

• Recupero degli spazi pubblici da attrezzare con verde ed elementi di arredo che possono favorire la socializzazione all’interno dell’area.

• Impianti di pubblica illuminazione.

• Parcheggi.

Alla luce di quanto sopra esposto le linee che si perseguiranno al fine di migliorare la vivibilità sul territorio si fondano essenzialmente su:

� qualità urbana e sostenibilità; � innovazione, � sperimentazione; � coesione ed inclusione sociale.

L’importo presunto per l’intero programma di sostituzione edilizia e di riqualificazione di tale Ambito ammonta ad €.49.333,000,00 circa ed in proposito l’Ente ha inteso partecipare alla Manifestazione di Interesse promossa dalla regione Campania per la formazione di Programmi di Edilizia Residenziale Sociale e di riqualificazione di Ambiti Urbani degradati. E’ opportuno, infine, rappresentare che in tale ambito territoriale a breve saranno avviati i lavori inerenti il programma di interventi sperimentali innovativi in ambito urbano, denominato “Contratto di Quartiere” prevedente la realizzazione di numero 96 alloggi con interventi di bio-edilizia e bio-architettura e tecniche innovative per impianti energetici alternativi (fotovoltaici e pannelli solari) da destinare ad edilizia residenziale sociale per un importo complessivo di circa €.17.000.000,00. Compatibilità del progetto con gli strumenti urbanistici vigenti e con il regime vincolistico

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La realizzazione degli interventi compresi nel programma sono compatibili con il vigente P.R.G. e con il regime vincolistico che ricade sull’area, in quanto l’ambito territoriale, nello strumento urbanistico vigente, ricade in zona omogenea territoriale: B3 (7) –ZONE DI RECENTE URBANIZZAZIONE Ricadente in zona territoriale 7 del PUT . Per l’edilizia esistente e limitatamente a singolo edificio sono consentiti gli interventi di cui all’art. 3 del d.P.R.380/2001 . Nel caso di interventi estesi a più edifici necessita la formazione di apposito piano attuativo di cui agli artt. 26/27 della L.R. 16/2004; nelle more delle definizioni del piano attuativo sono ammessi unicamente gli interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria, restauro e risanamento conservativo di cui all’art.3 d.P.R. 380/01 . Si confermano le indicazioni e prescrizioni dell’art.13 per le aree libere. E’ consentita la costruzione di parcheggi pertinenziali a raso ed interrati ai sensi dell’art. 9 della Legge n. 122/1999 e ai sensi dell’art. 6 della Legge Regionale 19/2001. Per le aree libere inferiori a 3000 mq sono consentiti unicamente opere di arredo urbano, aree di sosta senza impermeabilizzazione del suolo, giardini per uso privato o pubblico, nonché parcheggi pertinenziali interrati ai sensi dell’art. 9 della Legge n. 122/1999 e ai sensi dell’art. 6 della Legge Regionale 19/2001, con sistemazione a verde e/o arredo urbano della superficie sovrastante. Sono consentiti tutti gli interventi obbligatori relativi a leggi nazionali per la tutela e la sicurezza, nonché la protezione civile e l’eliminazione delle barriere architettoniche, nel rispetto dei regimi vincolistici. Qualsiasi intervento privato o pubblico di edificazione (ad eccezione di ristrutturazioni, modifiche interne e sopraelevazioni), sbancamento, movimento di terra, terrazzamento, strade, pozzi ed altri interventi di azione nel sottosuolo, sono soggetti a preventivo nulla osta da parte della Soprintendenza Archeologica di Pompei. F 7 (7) - VERDE PUBBLICO ATTREZZATO Ricade nella zona 7 del P.U.T. In tale zona sono consentite attrezzature sportive e ricreative a raso, compatibili con la conservazione di ampi spazi naturali. Sono consentiti, inoltre, interventi per la realizzazione, di attrezzature di interesse comune destinate al gioco e al verde attrezzato, di nuova edificazione e limitate alla finalità di servizio alla città. Per tali opere si prevede una Hmx = 10.5 e una Df = 0,095mq/mq. Sono consentite, inoltre, interventi per la realizzazione, di limitate attrezzature per il ristoro (bar, chioschi) in strutture leggere e reversibili. Per tali opere si prevede una Hmx = 3.5 e una Su < o =. 50,00 mq. Qualsiasi intervento privato o pubblico di edificazione (ad eccezione di ristrutturazioni, modifiche interne e sopraelevazioni), sbancamento, movimento di terra, terrazzamento, strade, pozzi ed altri interventi di azione nel sottosuolo, sono

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soggetti a preventivo nulla osta da parte della Soprintendenza Archeologica di Pompei. Il territorio cittadino è interamente vincolato alle disposizioni contenute nel D.lvo n.42/04 “Codice delle disposizioni legislative in materia di beni culturali”, pertanto l’intero programma dovrà essere sottoposto al preventivo parere della competente Soprintendenza di Napoli. Benefici attesi, distinti in pubblici e privati Per fronteggiare le esigenze dei nuclei familiari rimasti privi di alloggio in conseguenza degli eventi sismici del 23.11.1980, vennero realizzati, in Località Savorito, con le modalità di cui al Titolo VIII° della Legge n.219/81, n.189 alloggi per complessivi 1.050 vani da assegnare, per le anzidette finalità, in locazione agli aventi diritto. Per la realizzazione del Programma Costruttivo venne individuata l’area della Periferia Nord della Città -Quartiere Savorito- già segnata da un diffuso degrado delle costruzioni e dell’ambiente urbano e da carenze di servizi in un contesto di scarsa coesione sociale e di marcato disagio abitativo in ambito di Piani di Zona di cui alla Legge n.167/62. La carenza di interventi manutentivi, oltre alle continue ed arbitrarie manomissioni operate dagli stessi occupanti le strutture ed in particolar modo alla parte impiantistica, ha generato una condizione di degrado dell’insediamento in argomento e l’Ente è chiamato quasi quotidianamente per operare interventi che possono solo tamponare gli inconvenienti segnalati ma che non possono assicurare il totale recupero della abitabilità delle unità. All’esito di una più accurata e approfondita indagine si può certamente affermare che, per le attuali condizioni dell’intero Complesso Edilizio, il limite della convenienza economica al recupero del citato Complesso è ampiamente superato per cui sarebbe opportuno procedere ad un intervento di sostituzione edilizia degli attuali prefabbricati pesanti attraverso un urgente Programma articolato nelle componenti tecniche, economiche, gestionali e progettuali. L’urgenza dell’intervento viene confermata oltre che dal degrado, dalla fatiscenza e dalla precarietà statica in cui versano le strutture, anche da tutti gli indicatori ufficiali relativi all’andamento demografico, l’evoluzione dei nuclei familiari in quantità e composizione, la presenza di una grave situazione in materia di sfratti, la ridotta capacità di spesa delle famiglie, la bassissima percentuale di alloggi in proprietà, gli elevatissimi tassi di disoccupazione, la scarsità di offerta di appartamenti e di transizioni immobiliari, la forte presenza di famiglie oltre la soglia della povertà, ovvero che denunciano problemi ricorrenti di bilancio.

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Non può sottacersi che l’intero comprensorio della Periferia Nord della Città sta vivendo una situazione di rilevante emergenza socio-economica ed occupazionale affiancata dal dilagante fenomeno della criminalità organizzata e da episodi di microcriminalità, questi ultimi particolarmente accentuatisi negli ultimi tempi e particolarmente incisivi proprio in questo Quartiere, che ha determinato nella Collettività un profondo senso di insicurezza. Il Quartiere vive una vera e propria marginalità urbana e sociale ed è divenuto luogo dove la malavita locale si è radicata per svolgere i suoi molteplici traffici illeciti e dove può attingere facilmente nuova manovalanza in un ambiente così afflitto ed emarginato. In questo contesto degradato ed in un tale quadro particolarmente penalizzante per questa parte di territorio si inserisce l’opportunità di realizzare un Programma di sostituzione edilizia e di riqualificazione con il recupero dei vuoti urbani con il quale si intende dare una risposta alla considerevole quanto inorganica crescita sviluppatasi nell’ultimo ventennio in tale area e che ancora oggi riverbera gli effetti negativi in termini di insufficiente viabilità, precarietà infrastrutturali e, più in generale, di non sufficiente vivibilità, favorita anche dagli aspetti economici ed ambientali di cui sopra. La finalità che ci si propone è l’attuazione di un riequilibrio dell’uso del suolo a favore di servizi, del verde e di un controllo della crescita urbana, con l’adozione di programmi edilizi di integrazione misurata e del riuso del patrimonio esistente che si sostanzia in una politica urbanistica che deve puntare sulla “qualità urbana” e nell’uso oculato della risorsa suolo: in una sintesi il tutto deve sfociare in una migliore vivibilità, ovvero in un sistema di “qualità della vita” che possa coniugare un mix residenziale tra edilizia sovvenzionata ed agevolata innovativa e sperimentale da associarsi a funzioni socio-culturali, attività artigianali e commerciali. Si presenta, pertanto, con tale Programma l’occasione per promuove esperienze utili in quelle aree in cui i processi di crescita urbana hanno prodotto insediamenti residenziali carenti per qualità ambientale e per dotazione di servizi e tali da caratterizzarli negativamente per l’assenza di luoghi riconoscibili e per lo scarso significato urbano degli aggregati edilizi rispetto alle altre zone più consolidate. Alla luce di queste considerazioni trova logico collocamento l’attuazione del Programma nell’Ambito della Periferia Nord della Città che si configura come un modello sperimentale di riqualificazione sia sul fronte dell’urbanistica partecipata che su quello delle tecniche sperimentali ispirate ai principi del risparmio energetico, della bioarchitettura, della bioedilizia, dell’ecologia urbana il tutto finalizzato a migliorare la qualità abitativa attraverso il perseguimento di più elevati standards di tipo ambientale.

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Per l’allarmante situazione alloggiativa sopra evidenziata l’Ente ha ritenuto anche opportuno proporre all’Istituto Autonomo Case Popolari la sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa per l’attuazione di interventi da realizzare in tale Ambito di un Programma di Recupero Urbano e di Accompagnamento Sociale. L’obiettivo globale è quello di rendere tale Periferia un “pezzo” di Città con caratteri ed identità ben definite cancellando l’immagine di “Quartiere Dormitorio” e di esclusione sociale. Giova, a tal proposito, richiamare il Protocollo d’Intesa e Collaborazione già sottoscritto con la Regione Campania finalizzato ad avviare un valido processo di cooperazione istituzione che dovrà trovare le ragioni di continuità nel contesto della Programmazione Europea 2007-2013 attraverso la valorizzazione di una visione strategica dello sviluppo che sappia individuare e porre a sistema le opportunità e le potenzialità della Città della armatura strutturale del capitale sociale ed ambientale. In tale contesto si potranno perseguire gli obiettivi di accelerare la spesa per investimenti nelle aree urbane, sostenere gli interventi di maggiore rilevanza strategica, quale quello sopra descritto, valorizzare il processo di concertazione tra i diversi livelli di Governo, accompagnare la realizzazione di interventi legati ad una comune visione dello sviluppo, integrati sotto l’aspetto tipologico, funzionale e finanziario. Inoltre, la realizzazione di ulteriori 60 unità abitative da destinare alla locazione a canone convenzionato, offrirà l’opportunità di assegnare alloggi per contratti di locazione a breve periodo, per studenti universitari e casa famiglia, contribuendo a costituire quel mix residenziale tra edilizia sovvenzionata ed agevolata, alleviando la forte tensione abitativa fortemente presente in tale ambito territoriale. Tale programma di rigenerazione urbana potrà costituire volano per la partecipazione di soggetti privati alla realizzazione di interventi di edilizia sociale, attuabili mediante la definizione di accordi di programma, per la messa a disposizione di una quota di alloggi da destinare alla locazione a canone convenzionato e all’edilizia sovvenzionata oltre ad edilizia libera costituendo, quindi, quel mix residenziale che è alla base per la realizzazione di tali iniziative.