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BILANCIO AL 31 dICemBre 2013

redatto secondo i principi internazionali IAs / Ifrs

società Cooperativa con sede in Tesero - Piazza Cesare Battisti, 4Codice fiscale: 00104040225Codice ABI: 08184

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indice

reLAzIONe deL CONsIgLIO dI AmmINIsTrAzIONe suLLA gesTIONe

p. 5

sTATO PATrImONIALe e CONTO eCONOmICO AL 31.12.2013

p. 64

grAfICI dI BILANCIO

p. 68

reLAzIONe deL COLLegIO sINdACALe

p. 70

CerTIfICAzIONe dI BILANCIO 2013

p. 74

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CONsIgLIO dI AmmINIsTrAzIONePresIdeNTe zanon goffredoVICePresIdeNTe dellantonio Pierpaolo

CONsIgLIerI Brigadoi ClotildeCapovilla Tulliodeflorian massimilianodellagiacoma francodemarchi Claudiogilmozzi ValterLazzeri mauroNones PaoloTomasini LucaVaresco AndreaVinante denis

COLLegIO sINdACALePresIdeNTe dalpalù renatosINdACI effeTTIVI de zordo mario

delladio CarlosINdACI suPPLeNTI Corradini gabriele

redolf gianfranco

I sOCIPersONe

fIsICHePersONe

gIurIdICHesOCI

sOCI AL 1.1.2013 4.770 37 4.807

eNTrATI 129 - 129

usCITI 59 - 59

sOCI AL 31.12.2103 4.817 37 4.877

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RELAZIONE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE SULLA GESTIONE

Signori Soci,

la presente relazione è redatta, ai sensi delle vigenti disposizioni, al fine di illustrare la situa-

zione economica, patrimoniale e finanziaria dell'impresa e di descrivere l'andamento della

gestione nel suo complesso e nei vari settori in cui la stessa opera.

Si reputa opportuno esporre in premessa le linee evolutive delle più importanti variabili

d'ambiente, di settore e di mercato, nonché la situazione economica generale e quella del

mercato di riferimento.

1. CENNI SULLO SCENARIO MACROECONOMICO, SUL SISTEMA CREDITIZIO ITALIANO, SULL’ANDAMENTO DEL SISTEMA BCC E SULL’ECONOMIA DELLE AREE TERRITORIALI IN CUI OPERA LA CASSA RURALE

Nel 2013 l’andamento dell’economia mondiale ha proseguito il percorso di crescita mo-

derata già intrapreso nel 2012, nonostante un’accelerazione registrata nell’ultimo trime-

stre dell’anno. L’attività economica e il commercio mondiale hanno intensificato la propria

dinamica a partire dall’estate del 2013, per via del miglioramento della domanda finale

nelle economie avanzate in parte dovuto all’inatteso contributo positivo delle scorte. Nel-

le economie emergenti, un rimbalzo delle esportazioni è stato il driver principale, mentre

la domanda interna in generale è rimasta contenuta, tranne in Cina. Contestualmente, a

seguito della decisione di dicembre del Federal Open Market Committee (FOMC) della

Federal Reserve di procedere a un progressivo rientro del programma di acquisto delle

attività (da 85 miliardi di dollari mensili a 75 prima e 65 successivamente), si è osservato

dapprima un calo dell’incertezza nei mercati finanziari internazionali e successivamente il

manifestarsi di tensioni valutarie in alcuni paesi emergenti. L’effetto finale dell’exit strategy

della politica monetaria statunitense potrebbe fornire, se nel lungo termine prevalesse la

prima componente, ulteriore sostegno all’attività economica globale. Gli indicatori delle più

recenti indagini congiunturali hanno continuato a mostrare solide condizioni economiche a

partire dalla seconda metà del 2013, mantenendosi tutti fermamente in territorio espansivo.

In particolare, nell’ultimo trimestre dell’anno l’indice mondiale complessivo dei responsabili

degli acquisti (PMI) è rimasto sostanzialmente invariato, a 53,9 punti, rispetto al trimestre

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precedente. Tale valore si colloca su un livello prossimo alla media storica di lungo perio-

do (54,0) ed è riconducibile all’andamento abbastanza robusto della componente relativa

al settore manifatturiero. L’indice settoriale dei servizi ha invece ceduto lievemente. Nello

stesso orizzonte temporale, l’indicatore anticipatore composito dell’OCSE, concepito per

anticipare i punti di svolta dell’attività economica rispetto al trend, ha segnalato un miglio-

ramento delle prospettive di crescita di gran parte dei principali paesi dell’OCSE, oltre a un

marginale recupero di slancio nelle maggiori economie emergenti (Cina, Russia e India). Il

commercio mondiale ha mantenuto vigore in chiusura d’anno, mostrando ulteriori segnali di

stabilizzazione dopo un prolungato periodo di crescita modesta. D’altra parte, è probabile

che la ripresa degli scambi internazionali prosegua in modo contenuto nel breve periodo,

mantenendosi su livelli al di sotto di quelli osservati prima della crisi finanziaria. Secondo le

previsioni adottate dal Servizio Studi di Federcasse nello scenario relativo al ciclo di previ-

sione di Marzo 2014 del Modello Econometrico del Credito Cooperativo (MECC), l’econo-

mia mondiale dovrebbe crescere del 3,7 per cento nel 2014, del 3,9 per cento nel 2015 e

del 4,0 per cento nel 2016. I rischi per le prospettive di crescita mondiale restano orientati

verso il basso. L’evoluzione delle condizioni nei mercati monetari e finanziari globali e le

connesse incertezze potrebbero influire negativamente sulla situazione economica.

Negli Stati Uniti la crescita del PIL in termini reali ha evidenziato un’accelerazione nel ter-

zo e quarto trimestre del 2013 (rispettivamente +4,1 e +3,2 per cento in ragione d’an-

no sul periodo corrispondente). L’economia USA è stata alimentata prevalentemente dal

rafforzamento della spesa per consumi personali e delle esportazioni rispetto al periodo

precedente, mentre l’accumulo delle scorte ha continuato a fornire un contributo positivo

per il quarto trimestre consecutivo. Sia gli investimenti in edilizia residenziale sia la spesa

pubblica hanno subito un calo, dovuto quanto meno nel secondo caso a una flessione

della spesa federale che ha più che compensato l’aumento di quella statale e locale. Gli

indicatori hanno recentemente segnalato la probabilità di una prosecuzione della ripresa

economica nel primo trimestre del 2014, anche se presumibilmente ad un ritmo più con-

tenuto rispetto a quelli piuttosto robusti osservati nella seconda metà del 2013. Gran parte

delle informazioni mensili disponibili fino a dicembre hanno evidenziato un lieve indeboli-

mento, che è in parte dovuto alle condizioni meteorologiche avverse. In chiusura d’anno,

l’inflazione al consumo annua è salita di 0,3 punti percentuali all’1,5 per cento. L’aumento

ha rispecchiato soprattutto il rialzo dei corsi dei beni energetici dopo vari mesi di calo, men-

tre la dinamica dei prezzi dei prodotti alimentari e delle altre componenti “core” è rimasta

stabile. Il tasso cosiddetto “core” (al netto di alimentari ed energetici) è rimasto infatti fermo

all’1,7 per cento, livello su cui si è attestato ormai da aprile del 2013.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione si è abbassato ulte-

riormente arrivando al 6,7 per cento (vicino al target fissato dalla Federal Reserve di 6,5

per cento).

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Nella Zona Euro il prodotto lordo ha segnato nel terzo trimestre del 2013 un lieve rialzo, tut-

tavia inferiore a quello del periodo precedente. Nel terzo trimestre del 2013 il PIL dell’area

è cresciuto dello 0,1 per cento rispetto al secondo, traendo sostegno dall’incremento dei

consumi (0,1 percento), dall’accumulo delle scorte e dall’aumento degli investimenti fissi

lordi (0,5 per cento). La dinamica ancora sostenuta delle importazioni (1,2 per cento) si è

accompagnata a un rallentamento delle esportazioni (0,3 per cento). Le indagini presso le

imprese prefigurano una moderata espansione dell’attività economica nei primi mesi del

2014. L’indice composito dei responsabili degli acquisti (PMI) è aumentato in dicembre,

confermandosi al di sopra della soglia compatibile con l’espansione dell’attività economi-

ca (50 punti) per il sesto mese consecutivo. L’inflazione dell’area, misurata come tasso

di variazione annuo dell’indice dei prezzi al consumo, si è collocata allo 0,8 per cento in

chiusura d’anno, in calo rispetto alla prima metà dell’anno e significativamente al di sotto

del livello soglia della BCE.

In Italia, la prolungata caduta del PIL in atto dall’estate del 2011 si è arrestata nel terzo tri-

mestre del 2013. Negli ultimi mesi del 2013 sono emersi segnali coerenti di una moderata

intensificazione dell’attività economica, confermata a dicembre 2013 dalla crescita dello

0,1 per cento su base trimestrale del PIL. Si tratta della prima variazione con segno positivo

dopo otto trimestri (l’ultima era stata a settembre 2011).

Complessivamente nel 2013 il Pil ai prezzi di mercato è stato pari a 1.560.024 milioni di

euro correnti, con una riduzione dello 0,4% rispetto all’anno precedente. In volume il Pil è

diminuito dell’1,9%, rispetto a -2,4% registrato nel 2012.

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Dal lato della domanda nel 2013 si registra una caduta in volume del 2,2% dei consumi fi-

nali nazionali e del 4,7% degli investimenti fissi lordi, mentre le esportazioni di beni e servizi

hanno segnato un aumento dello 0,1%. Le importazioni sono diminuite del 2,8%.

A livello settoriale, il valore aggiunto ha registrato un calo in volume in tutti i principali com-

parti, ad eccezione dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+0,3%). Le diminuzioni sono state

del 3,2% nell’industria in senso stretto, del 5,9% nelle costruzioni e dello 0,9% nei servizi.

La produzione industriale, il cui indice ha raggiunto durante la recessione del 2011-2013

valori comparabili a quelli degli anni Ottanta, è aumentata nel quarto trimestre nelle rileva-

zioni mensili, sospinta soprattutto dalla domanda estera. Nonostante il miglioramento del

clima di fiducia delle imprese, sulla ripresa continua a gravare la fragilità del mercato del

lavoro. La disoccupazione, che frena l’espansione del reddito disponibile, ha raggiunto il

12,9%. La disoccupazione giovanile ha fatto registrare una crescita esponenziale (42,4%).

L’aggravamento della disoccupazione va di pari passo a quello dell’aumento dei fallimenti

e delle liquidazioni.

I dati relativi alle procedure concorsuali e alle liquidazioni indicano che la lunga recessione

che ha investito l’economia ha avuto un impatto durissimo sul sistema delle aziende italia-

ne nel 2013: i fallimenti, le procedure non fallimentari e le liquidazioni volontarie hanno infat-

ti abbondantemente superato i precedenti record negativi e complessivamente si contano

111 mila chiusure aziendali, il 7,3% in più rispetto al 2012.

Negli ultimi tre mesi del 2013 i fallimenti hanno proseguito la loro corsa con tassi a due

cifre, portando il totale dell’anno oltre quota 14 mila, il 12% in più rispetto al precedente

massimo, toccato l’anno precedente. Nel 2013 si contano circa 3mila procedure concor-

suali non fallimentari, il massimo da oltre un decennio e il 53,8% in più rispetto all’anno pre-

cedente. Il 2013 è stato anche l’anno record delle liquidazioni volontarie: nel 2013 hanno

chiuso volontariamente l’attività 94 mila aziende, il 5,6% in più rispetto all’anno precedente,

con un aumento del +7% tra le ‘vere’ società di capitale, quelle che hanno depositato al-

meno un bilancio valido nel triennio precedente alla liquidazione. Anche dal punto di vista

geografico, la crescita dei fallimenti non ha risparmiato alcuna area del paese, con tassi

di crescita ovunque più elevati rispetto a quelli registrati nel 2012. Il Nord Est fa registrare

una decisa inversione di tendenza: nel 2012 il numero di procedure era diminuito del 3,6%

sull’anno precedente, mentre nel 2013 si osserva un incremento del 19,7%, dovuto alla for-

te accelerazione osservata in Emilia Romagna (+25,4%) e in Trentino Alto Adige (+21,7%),

e all’incremento a tassi a due cifre in Veneto (+16,1%) e in Friuli (+14,4%).

L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, misurato in rapporto al Pil, è stato

pari al 3,0%, stabile rispetto all’anno precedente. L’avanzo primario (indebitamento netto

meno la spesa per interessi) è stato pari, in rapporto al Pil, al 2,2% (era 2,5% nel 2012).

Il rapporto debito pubblico su PIL è ulteriormente peggiorato dal 127% del 2012 al 132,6%

del 2013. Il debito pubblico a fine 2013 era pari a 2.068.948 milioni di euro. L’inflazione, mi-

surata dalla variazione annua dell’indice nazionale dei prezzi al consumo, è gradualmente

scesa allo 0,7 per cento in dicembre sia per effetto della decelerazione dei prezzi dei pro-

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dotti energetici, che di quelli associati alle componenti meno volatili (“core”) mentre sono

risultati relativamente stabili o in recupero quelli dei generi alimentari.

LA POLITICA MONETARIA DELLA BCE E L’ANDAMENTO

DEL SISTEMA BANCARIO DELL’AREA EURO

Il Consiglio direttivo della BCE ha ridotto i tassi ufficiali a maggio e novembre del 2013,

portandoli complessivamente allo 0,0 (tasso depositi overnight presso l’Eurosistema), allo

0,25 (tasso sulle operazioni di rifinanziamento principali) e allo 0,75 per cento (tasso sulle

operazioni di rifinanziamento marginale). Le aspettative di un ribasso ulteriore dei tassi

hanno spinto i tassi euribor su livelli particolarmente contenuti nel corso del 2013 (quello a

tre mesi si è attestato allo 0,22 per cento come valore medio annuo ma tornando allo 0,29

per cento come valore puntuale di fine 2013). Il Consiglio Direttivo, nella persona del suo

Presidente Mario Draghi, ha più volte ricordato che la BCE è pronta a fare tutto il necessa-

rio per intervenire in favore della stabilità dei mercati. Rispetto agli anni passati il mercato

monetario europeo assume minor grado di tensione e di illiquidità. Sul mercato si sono

ripetutamente aperte riflessioni circa l’adozione di tassi negativi sui depositi presso BCE:

un segnale di evidente attenzione del mercato verso rischi deflazionistici. L’offerta di mone-

ta, permane ampia, anche se gli acquisti di titoli di Stato effettuati da BCE rappresentano

solo il 3% del PIL dell’eurozona, contro il 10% della Federal Reserve e il 25% della bank of

England.

Il Federal Open Market Committee (FOMC) della Federal Reserve ha avviato un percorso di

rientro dal piano di acquisto di titoli del Tesoro a più lungo termine originalmente pari a 85

miliardi di dollari e portato prima a 75 miliardi (dicembre 2013) e poi a 65 miliardi (gennaio

2014). Inoltre, è stato mantenuto invariato entro un intervallo compreso fra zero e 0,25 per

cento l’obiettivo per il tasso ufficiale sui Federal Funds, specificando che saranno giusti-

ficati valori eccezionalmente bassi dello stesso almeno fino a quando la disoccupazione

si manterrà al di sopra del 6,5 per cento (attualmente è al 6,7 per cento) e l’inflazione a

uno-due anni non sarà prevista superiore al 2,5 per cento (attualmente è all’1,7 per cento).

CENNI SULL’EVOLUZIONE DELL’INTERMEDIAZIONE CREDITIZIA

NEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO

Nel corso del 2013 nell’industria bancaria italiana ha trovato conferma la progressiva ripre-

sa del trend della raccolta al dettaglio mentre è proseguita la flessione dei prestiti indotta

da debolezza della domanda e politiche di offerta ancora restrittive.

Sul fronte del funding si è assistito, nel dettaglio, ad una crescita significativa dei depositi

da clientela (+5,7% a novembre 2013 e +3,4% annuo a dicembre 2013) mentre le emis-

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sioni obbligazionarie hanno fatto registrare una contrazione pari al 9%.

La raccolta sull’interbancario, dopo un lungo periodo di sviluppo significativo, ha fatto regi-

strare a partire dall’inizio del 2013 una progressiva flessione; a dicembre 2013 l’aggregato

presentava una variazione su base d’anno pari a -6,2%.

I prestiti hanno continuato a contrarsi (-4,2% annuo a dicembre); i finanziamenti alle impre-

se si sono ridotti del 6,3% annuo, quelli alle famiglie consumatrici dell’1,1%. La flessione sui

dodici mesi dei prestiti alle imprese è stata più marcata per gli intermediari di dimensioni

maggiori e il calo dei finanziamenti erogati è stato in generale più pronunciato nei confronti

delle aziende che impiegano meno di 20 addetti.

Secondo le banche intervistate nell’ambito dell’indagine trimestrale sul credito bancario

nell’area dell’euro (Bank Lending Survey), nel terzo trimestre del 2013 le politiche di offerta

applicate ai prestiti alle imprese sono rimaste sostanzialmente invariate e restrittive, conti-

nuando a risentire della percezione di un elevato rischio di credito. Sembra essersi, vice-

versa, annullato l’irrigidimento dei criteri di offerta per i mutui alle famiglie, principalmente

a seguito di attese meno sfavorevoli per il mercato immobiliare. Informazioni preliminari

fornite dagli intermediari intervistati confermerebbero tali andamenti anche per i mesi di

ottobre e novembre.

Pesa, sull’offerta di credito, l’incertezza relative all’impatto delle nuove regole di Basilea 3 e

le verifiche in corso riguardanti l’asset quality review avviata dalla BCE sui maggiori gruppi

bancari.

Le condizioni di accesso al credito risultano, dai sondaggi, molto differenziate per classe

dimensionale di impresa: la percentuale netta di aziende con meno di 50 addetti, che ha

segnalato un deterioramento delle condizioni di offerta, è stata pari al doppio di quella

relativa alle imprese con oltre 249 addetti (rispettivamente 30% e 14% a dicembre 2013).

Similmente, la quota di piccole imprese intervistate che ha dichiarato di non aver ottenuto il

finanziamento richiesto è stata pari al 18,1%, contro il 9,3% per quelle grandi.

Il costo medio dei nuovi prestiti alle imprese si è ridotto nel corso dell’anno di due decimi di

punto (3,47% a fine 2013), riflettendo la diminuzione del tasso applicato sia ai finanziamenti

di ammontare inferiore al milione di euro sia a quelli di ammontare superiore (al 4,36% e

al 2,82%, rispettivamente). Il costo del credito resta al di sopra di quello medio dell’area

dell’euro, anche se il differenziale tra il tasso applicato sui nuovi finanziamenti alle imprese

concessi in Italia e il corrispondente dato per l’area dell’euro è diminuito di 20 punti base,

portandosi a 70.

Anche il costo medio dei nuovi mutui alle famiglie è lievemente diminuito, al 3,42% dal

3,69% di dodici mesi prima. Il taglio dei tassi ufficiali della BCE all’inizio di novembre ha

verosimilmente influenzato la riduzione del costo del credito.

Con riguardo alla qualità del credito erogato, nel terzo trimestre del 2013 il flusso di nuove

sofferenze in rapporto ai prestiti, al netto dei fattori stagionali e in ragione d’anno, pur re-

stando elevato, ha smesso di crescere per la prima volta dal secondo trimestre del 2011,

attestandosi al 2,9%, un decimo di punto in meno rispetto ai tre mesi precedenti. La dimi-

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nuzione è attribuibile ai prestiti erogati alle società finanziarie e alle istituzioni senza scopo

di lucro al servizio delle famiglie, a fronte di una sostanziale stabilità dell’indicatore per i

prestiti alle famiglie e alle imprese, pari rispettivamente all’1,3% e al 4,8%. Informazioni

preliminari per ottobre e novembre indicano che l’esposizione complessiva nei confronti

dei debitori segnalati per la prima volta in sofferenza è diminuita del 16% rispetto al corri-

spondente periodo del 2012.

Nel 2013 la redditività media dell’industria bancaria è rimasta molto contenuta: le informa-

zioni sull’andamento di conto economico del sistema bancario a dicembre 2013 indicano

una contrazione dell’8,5% del margine di interesse. I ricavi netti per attività di servizio e

negoziazione compensano in parte l’andamento negativo della “gestione denaro” deter-

minando una sostanziale stazionarietà del margine di intermediazione. I costi operativi ri-

sultano in calo del 5,4%. Il risultato di gestione presenta un incremento su base d’anno del

9,9%.

Il rafforzamento patrimoniale è continuato nel corso del 2013. Alla fine di giugno - ultima

data disponibile - i coefficienti relativi al patrimonio di base (tier 1 ratio) e al complesso delle

risorse patrimoniali (total capital ratio) del totale del sistema bancario erano pari, rispetti-

vamente, all’11,3 e al 14,1 per cento, in crescita rispetto alla fine del precedente esercizio.

1.1 L’ANDAMENTO DELLE BCC-CR NEL CONTESTO DEL SISTEMA BANCARIO

Nell’ultimo anno si è consolidata la ripresa della raccolta da clientela delle BCC-CR già

evidenziatasi nell’ultimo scorcio dell’anno precedente e si è ampliata la capillarità della

categoria in termini di presenza territoriale. D’altro canto, con l’ulteriore inasprirsi della crisi

economica, anche nei mercati locali la domanda di credito dell’economia si è fortemente

ridotta, mentre la necessità di contenere i rischi e preservare la dotazione patrimoniale ha

indotto anche le BCC-CR contenere sensibilmente l’erogazione di nuovo credito.

GLI ASSETTI STRUTTURALI

Nel corso dell’ultimo anno il sistema del Credito Cooperativo ha sostanzialmente mantenu-

to la propria copertura territoriale.

Tra il settembre 2012 ed il settembre 2013 il numero delle BCC-CR è diminuito (sono 385

nel 2013 contro 394 di fine 2012), gli sportelli sono aumentati di 13 unità (+0,3% a fronte di

una diminuzione del 3,8% per cento registrata per il complesso delle banche), fino a rag-

giungere a settembre 2013 quota 4.455 filiali, pari al 13,9% del sistema bancario.

Alla fine del III trimestre dell’anno le BCC-CR risultano presenti in 101 province e in 2.711

comuni. In 573 comuni le BCC-CR rappresentano l’unica presenza bancaria, mentre in 549

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comuni operano in concorrenza con un solo intermediario. Nel 70,9% dei comuni bancati

dalla categoria sono presenti sportelli di una sola BCC.

I dipendenti delle BCC-CR sono pari alla fine del III trimestre 2013 a 31.532 unità, in leggera

diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (-0,9%), in linea con quanto

rilevato nella media di sistema (-0,8%). I dipendenti complessivi del credito cooperativo,

compresi quelli delle Società del sistema, approssimano le 37.000 unità.

Il numero totale dei soci è pari a 1.161.346 unità, con un incremento del 3,2% su base

d’anno. I soci affidati ammontano a 462.656 (+2,2% annuo).

LO SVILUPPO DELL’INTERMEDIAZIONE

Nel quadro congiunturale particolarmente negativo di cui si è detto, nel corso del 2013

anche le BCC-CR hanno fatto registrare una contrazione dei finanziamenti erogati, pur se

di intensità inferiore rispetto alla diminuzione registrata mediamente nel sistema bancario

italiano, mentre, sul fronte del funding, si è registrata per le banche della Categoria una

progressiva crescita dei depositi da clientela. In considerazione di tali dinamiche la quota

delle BCC-CR nel mercato degli impieghi e in quello della raccolta diretta è cresciuta nel

corso del 2013 e si è attestata a fine anno rispettivamente al 7,2% e al 7,7%.

ATTIVITà DI IMPIEGO

A dicembre 2013 gli impieghi a clientela delle BCC-CR ammontano a 136 miliardi di euro,

con una contrazione di circa il 2% su base d’anno (-4,2% nella media dell’industria banca-

ria). Considerando anche i finanziamenti erogati dalle banche di secondo livello del Cre-

dito Cooperativo, l’ammontare degli impieghi della Categoria si attesterebbe a fine 2013

a circa 149 miliardi di euro, per una quota di mercato del 7,9 per cento. Con riguardo alle

forme tecniche del credito, gli impieghi delle BCC-CR risultano costituiti per circa il 68%

da mutui (54% nella media di sistema). I mutui delle BCC-CR superano a fine anno i 91

miliardi di euro, in sostanziale stazionarietà rispetto alla fine del 2012 a fronte di un calo del

2,4% registrato mediamente nel sistema bancario; il 30 per cento sono mutui per acquisto

abitazione. La quota BCC-CR nel mercato dei mutui è pari al 9,1%. Tali valori sono signi-

ficativi circa la capacità del sistema BCC-Cr di offrire sostegno stabile e di lungo termine

all’economia italiana.

Il credito concesso dalle BCC-CR risulta, com’è noto, storicamente accompagnato da

un’adeguata richiesta di garanzie che coprono un’ ampia porzione del portafoglio di impie-

ghi. L’incidenza di crediti assistiti da garanzie è significativamente più elevata nelle BCC-

CR rispetto alla media di sistema, sia con riguardo alle esposizioni in bonis che a quelle

deteriorate. La percentuale di esposizioni garantite è mediamente più elevata nelle BCC

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del Nord. A giugno 2013 oltre il 60% delle esposizioni creditizie per cassa nette delle BCC-

CR risulta assistito da garanzie contro il 50% della media di sistema; in particolare, risulta

molto elevata la quota di impieghi sostenuta da garanzia reale.

La frammentazione del credito, indice classico di bassa rischiosità bancaria, risulta nel

complesso del sistema BCC-CR particolarmente elevata, a ulteriore garanzia della stabilità

del Sistema. In relazione ai settori di destinazione del credito, le BCC risultano storica-

mente caratterizzate, com’è noto, da un’incidenza percentuale degli impieghi a famiglie

produttrici e consumatrici significativamente superiore al sistema bancario. A fine 2013

l’incidenza percentuale dei finanziamenti ai suddetti comparti sul totale degli impieghi è

pari al 12% per le BCC-CR e al 5% per il sistema complessivo per le famiglie produttrici e

al 32% e al 27% per le famiglie consumatrici.

Con riguardo alla dinamica di crescita negli ultimi dodici mesi, a novembre 2013 si re-

gistra nelle BCC-CR una variazione negativa degli impieghi a residenti in tutti i settori di

destinazione maggiormente rilevanti, pur se meno pronunciata rispetto al sistema banca-

rio complessivo: famiglie consumatrici (-0,4%, contro il -1,1% medio di sistema), famiglie

produttrici (-2,7% contro il -3,5% medio di sistema), società non finanziarie (-4,4% contro il

-6,6% del sistema bancario).

Crescono nelle BCC-CR, in controtendenza con il sistema, gli impieghi alle istituzioni senza

scopo di lucro (+1,4% contro il -2,3% della media di sistema).

Le quote di mercato delle BCC-CR nei settori d’elezione di destinazione del credito, in

crescita nel corso del 2013, risultano a novembre 2013 molto elevate: 17,7% nel credito

a famiglie produttrici, 8,7% nel credito a società non finanziarie, 8,7% nei finanziamenti a

famiglie consumatrici. La quota BCC nel mercato dei finanziamenti al settore non profit è

pari al 12,7%.

Con specifico riguardo al credito alle imprese, si conferma a novembre 2013 il permanere di

una concentrazione nel comparto “costruzioni e attività immobiliari” superiore per le BCC-CR

rispetto alla media di sistema e di una significativa incidenza dei finanziamenti all’agricoltura.

In relazione alla dinamica di crescita, in un contesto di complessiva riduzione dei finanzia-

menti erogati al settore produttivo (-4,1% per le BCC e -6,3% per il sistema), si rileva un –

seppur debole – sviluppo dei finanziamenti al comparto “attività professionali, scientifiche

e tecniche” (+0,8% a fronte del -14,0% medio di sistema).

Risultano, invece, in contrazione su base d’anno, pur se meno pronunciata rispetto alla

media di sistema, i finanziamenti a tutti gli altri comparti: al comparto “alloggio e ristorazio-

ne” (-0,9% contro -3,7%), al comparto agricolo (-0,5% contro -0,3%), al comparto “attività

manifatturiere“ (-6,9% contro il -7,8% della media di sistema) e al comparto “commercio in-

grosso e dettaglio“ (-5,9% contro il -6,8% del sistema). I finanziamenti al settore “costruzio-

ni e attività immobiliari” presentano una contrazione analoga alla media di sistema (-3,5%).

Con riguardo alle quote di mercato, permangono particolarmente elevate le quote relative

al comparto agricolo (18,2%), alle “attività di servizi di alloggio e ristorazione“ (17,9%), al

comparto “costruzioni e attività immobiliari“ (11,2%) e al “commercio“ (10,7%).

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QUALITà DEL CREDITO

Nel corso del 2013 la qualità del credito erogato dalle banche della Categoria ha subito

con maggiore incisività gli effetti della perdurante crisi economica.

I crediti in sofferenza delle BCC sono cresciuti a ritmi elevati. Il rapporto sofferenze lorde/

impieghi ha raggiunto a fine 2013 l’8,6% per cento, dal 6,5% dell’anno precedente.

Il rapporto sofferenze/impieghi permane, comunque, inferiore alla media di sistema nei

comparti d’elezione della categoria: famiglie consumatrici e famiglie produttrici (4,5% con-

tro il 6,3% del sistema per le famiglie consumatrici e 8,4% contro 13,6% per le famiglie

produttrici a novembre 2013).

Nel corso dell’anno si è verificata una forte crescita anche degli incagli e degli altri crediti

deteriorati. Il rapporto incagli lordi/crediti ha raggiunto a fine anno il 6,4%, dal 5,1% di dodici

mesi prima (rispettivamente 4,4% a dicembre 2013 e 3,2% a dicembre 2012 nella media

di sistema). Nel corso dell’anno le partite incagliate delle BCC-CR hanno registrato una

crescita del 23%, inferiore alla media di sistema.

Con specifico riguardo alla clientela “imprese”, il rapporto sofferenze lorde/impieghi ha su-

perato a novembre 2013 il 10%, registrando nel corso dell’anno una crescita significativa,

ma si mantiene inferiore di oltre due punti percentuali a quanto rilevato mediamente per

il settore bancario complessivo. In particolare, il rapporto sofferenze lorde/impieghi delle

BCC-CR risulta a fine 2013 significativamente inferiore rispetto alla media dell’industria

bancaria in tutte le branche di attività economica maggiormente rilevanti: nel comparto “co-

struzioni e attività immobiliari” (13,5% contro 14,9%), nel comparto “attività manifatturiere”

(11,7% contro 14,7%) e nel “commercio”(10,4% contro 14,9%).

Con riferimento al coverage delle sofferenze, si evidenzia un significativamente aumento

del tasso di copertura effettuato dalle BCC-CR che, grazie a prudenti strategie di bilancio,

risulta mediamente prossimo al 50%.

ATTIVITà DI FUNDING

Nel corso dell’anno si è consolidata, la ripresa della raccolta da clientela già evidenziatasi

nell’ultimo scorcio dell’anno precedente.

La raccolta da clientela (comprensiva di obbligazioni), pari a dicembre a 159 miliardi, è cre-

sciuta infatti del 3,8% (-1,3% nel sistema bancario). La variazione annua della raccolta da

clientela risulta più rilevante nell’area Centro (+8,4%). La dinamica dell’aggregato risulta

trainata dalla componente caratterizzata da un rendimento relativamente più significativo:

depositi con durata prestabilita e certificati di deposito. Su tale dinamica influisce positiva-

mente l’uscita dei risparmiatori privati dai titoli di Stato italiani (-80 miliardi circa nel biennio

2013-2013): le BCC sono state capaci di intercettare tale liquidità.

Le obbligazioni emesse dalle BCC presentano una significativa contrazione in tutte le aree

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geografiche, in linea con quanto registrato nella media di sistema. Tale fenomeno è princi-

palmente indotto dalla modifica della normativa fiscale.

I primi dati di NSFR e di LCR del sistema BCC, calcolati già ai sensi delle norme di Basilea

3, illustrano comunque un robusto equilibrio nelle scadenze di lungo termine e della liqui-

dità operativa. Il sistema del credito cooperativo rimane storicamente, nel suo complesso,

datore di liquidità nel mercato interbancario domestico.

La provvista complessiva (raccolta da clientela, obbligazioni e raccolta interbancaria) do-

vrebbe superare a fine 2013 i 191 miliardi di euro.

La provvista complessiva delle BCC-CR risulta composta per circa l’83% da raccolta da

clientela e obbligazioni e per il 17% da raccolta interbancaria. La composizione risulta ben

diversa per la media di sistema dove l’incidenza della raccolta da banche è notevolmente

superiore, pari al 30%. All’interno della raccolta da clientela, risulta per le BCC-CR signifi-

cativamente superiore l’incidenza dei conti correnti passivi, dei C.D. e delle obbligazioni. La

raccolta indiretta rimane su livelli inferiori al potenziale di sistema.

POSIZIONE PATRIMONIALE

Per quanto concerne la dotazione patrimoniale, l’aggregato “capitale e riserve” delle BCC-

CR supera a fine anno i 20 miliardi di euro, un valore di rilievo.

Il tier1 ratio ed il coefficiente patrimoniale delle BCC, in leggero incremento rispetto allo

stesso periodo del 2012, sono pari a settembre 2013 rispettivamente al 14,3% ed al 15,2%.

Il confronto con il restante settore bancario evidenzia il permanere di un ampio divario a

favore delle banche della Categoria non solo in termini di quantità di patrimonio, ma anche

di qualità di patrimonio.

ASPETTI REDDITUALI

Con riguardo, infine, agli aspetti reddituali, le informazioni sull’andamento di conto econo-

mico indicano alla fine del 2013 una significativa contrazione del contributo dell’intermedia-

zione creditizia già evidenziata dai dati della semestrale.

Il margine di interesse delle BCC-CR presenta una contrazione pari a -8,3% (-8,5% medio

totale banche), soprattutto a motivo del trasferimento di parte del portafoglio a sofferenza.

Calano, in controtendenza rispetto la sistema, le commissioni nette (-2% contro il +2,6%).

Prosegue per le BCC, l’incremento significativo dell’utile da cessione/riacquisto di crediti

e attività e passività finanziarie (+64%) che permette, nonostante il forte calo dei ricavi

“da gestione denaro” e “da servizi”, una leggera crescita del margine di intermediazione

(+0,5% contro il +0,0% del sistema).

Sia le spese per il personale che le altre spese amministrative crescono, infatti, per le BCC

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(rispettivamente +0,7% e +0,1%), in controtendenza rispetto alla media del settore banca-

rio (rispettivamente -6,3% e -4,3%).

Sulla base del trend registrato nel primo semestre dell’anno, ed in particolare consideran-

do la forte crescita delle rettifiche su crediti, pari a giugno 2013 ad oltre un miliardo di euro,

si stima che l’utile netto delle BCC-CR sia pari alla fine dell’anno ad una cifra compresa tra

i 250 e i 300 milioni di euro, in calo rispetto alla fine dell’esercizio 2012.

1.2 L’ECONOMIA PROVINCIALE NEL 2013

LA SITUAZIONE SOCIALE IN TRENTINO

Popolazione

Al 1° gennaio 2013 la popolazione residente in Trentino ammonta a 530.308 abitanti, di

cui 258.826 maschi (pari al 48,8%) e 271.482 femmine. Anche nel 2013, come avviene da

alcuni anni il Trentino si conferma una delle poche realtà regionali a presentare un saldo

naturale positivo.

Il tasso di natalità, dato dal rapporto fra il numero dei nati vivi residenti e la popolazione

media residente, si è attestato sul valore di 9,8 nati per mille abitanti, valore decisamente

superiore rispetto alla media nazionale, pari a 9,0 per mille. Il numero medio di figli per

donna è pari a 1,54, anch’esso superiore al dato medio nazionale (pari a 1,42 nel 2011).

Il numero dei morti residenti ammonta nel 2012 a 4.666 unità e il tasso di mortalità provin-

ciale (rapporto fra il numero dei morti residenti e la popolazione media residente) è risultato

pari all’8,8 per mille, molto al di sotto della media nazionale (pari al 10,3 per mille). Mentre

nei primi anni Novanta il tasso di mortalità provinciale era sempre leggermente superiore a

quello nazionale, nell’ultimo decennio esso risulta inferiore ed il divario tende ad ampliarsi

nel tempo.

Il Trentino, insieme all’Alto Adige, si conferma tra le pochissime realtà nazionali che vedono

crescere la propria popolazione anche grazie al saldo naturale e non esclusivamente per

effetto del saldo sociale (differenza tra iscrizioni e cancellazioni anagrafiche).

Gli stranieri residenti in provincia di Trento al 1° gennaio 2013 sono 48.710 (22.813 maschi

e 25.897 femmine) e rappresentano il 9,2% della popolazione residente in Trentino (erano

lo 0,6% nel 1992).

Le Comunità di valle in cui è maggiore l’incidenza della componente straniera rispetto al

totale dei residenti sono la Comunità Rotaliana – Königsberg, il Territorio della Val d’Adige

e le Comunità della Vallagarina e dell’Alto Garda e Ledro.

In costante crescita risulta il numero di famiglie. La popolazione trentina è suddivisa in

229.852 famiglie (2.040 in più rispetto all’anno precedente), con un numero medio di com-

ponenti per famiglia di 2,3: nel 1951 tale valore era pari a 3,9. Circa il 37% delle famiglie

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sono costituite da coppie con figli mentre il 22,1% sono coppie senza figli. L’8,3% delle

famiglie sono formate da un solo genitore con figli mentre i single (giovani o anziani) sono il

32,5% delle famiglie trentine. Nell’ultimo decennio si è ridotta l’incidenza delle coppie, con

o senza figli, mentre è aumentata l’incidenza dei single e dei monogenitori.

Continua ad aumentare l’incidenza delle persone di 65 anni e oltre. L’indice di vecchiaia

(rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e quella fino a 14 anni) ha raggiunto il valore

di 131,8, e indica che attualmente nella popolazione trentina ci sono circa 132 anziani ogni

100 giovani.

Istruzione e cultura

La partecipazione all’istruzione post-obbligatoria si conferma più elevata della media na-

zionale. I livelli di scolarità in provincia sono costantemente in crescita: in 10 anni la parte-

cipazione all’istruzione post-obbligatoria in Trentino è aumentata di oltre 8 punti percentuali

e nell’anno scolastico 2012/2013 quasi la totalità dei giovani in età 14-18 anni frequenta la

scuola secondaria superiore o un corso di formazione professionale.

In flessione si conferma anche il numero degli studenti trentini iscritti all’università. Gli stu-

denti trentini iscritti all’università nell’anno accademico 2011/2012 ammontano a 13.799,

circa 240 in meno rispetto all’anno accademico precedente. Dopo un lungo periodo in

cui i trentini iscritti all’università sono cresciuti in modo costante, dall’anno accademico

2005/2006 il numero degli iscritti risulta in progressivo contenimento.

Gli studenti trentini che studiano fuori provincia sono il 39,7% del totale, in costante crescita

rispetto al passato.

I laureati nel corso del 2011 sono stati 2.874. Rispetto al 1996, quando i trentini laureati

erano stati 920, il numero di coloro che consegue una laurea è più che triplicato.

Nel corso del 2012 si registra un consistente calo nel numero dei visitatori dei musei tren-

tini, passati da 857.049 del 2011 a 693.890 (-19%). I visitatori paganti sono stati 360.651 (il

23,4% in meno rispetto al 2011), mentre gli ingressi gratuiti sono risultati 324.725, il 16% in

meno rispetto all’anno precedente.

Continua nelle famiglie trentine il processo di informatizzazione.

Nel 2012 le famiglie che posseggono un PC sono il 65,8%, In Trentino il 58,6% delle perso-

ne con più di 6 anni utilizza regolarmente Internet.

Occupazione

Anche in Trentino si manifestano sul mercato del lavoro gli effetti della lunga crisi economi-

ca nazionale e internazionale.

Nell’ultimo triennio il numero di occupati e di inattivi è piuttosto costante mentre aumentano

gli individui in cerca di occupazione. Questo vuol dire che il mercato del lavoro trentino, no-

nostante la crisi economica, è risultato dinamico ma non è riuscito ad assorbire l’aumento

di offerta di lavoro.

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Anni OccupatiPersone in cerca di occupazione

Inattivi TotaleTasso

di disoccupazione

2004 216.422 7.126 262.760 486.307 3,2%

2005 216.589 8.036 268.527 493.152 3,6%

2008 227.388 7.670 274.429 509.488 3,3%

2009 229.254 8.341 278.158 515.754 3,5%

2010 229.473 10.294 281.036 520.803 4,3%

2011 231.147 10.793 283.325 525.265 4,5%

2012 230.721 15.103 283.279 529.103 6,1%

2013 232.400 16.300 284.601* 532.116* 6,6%*stima

Il tasso di disoccupazione è in aumento ed è pari al 6,6% (6,1% nel 2012). Per genere

quello maschile è al 5,4%, rispetto al 5,6% del 2012, e quello femminile è all’8,0% rispetto

al 6,8%.

I disoccupati sono in maggioranza ex-occupati (54,2%), seguono gli ex-inattivi, che sono il

33% dei disoccupati, e i disoccupati senza esperienza di lavoro (12,8%). Le tre componenti

sono tutte in aumento rispetto al 2012.

Gli occupati alle dipendenze sono 182.400, sostanzialmente stabili rispetto al 2012; gli

indipendenti sono 49.900 e aumentano di circa 1.500 unità, con un incremento di circa tre

punti percentuali rispetto al 2012.

Il numero di occupati nei servizi sono in continua crescita mentre l’industria in senso stretto

rileva un trend in calo e le costruzioni sono più o meno stabili con una tendenza alla con-

trazione.

Le difficoltà presenti sul mercato del lavoro emergono anche dalla lettura dei dati relativi

alla Cassa Integrazione Guadagni: il cui utilizzo è cresciuto nel 2012. Le ore autorizzate

sono passate, infatti, da 2.209.977 del 2011 a 2.562.148, con un incremento del 15,9%

rispetto al 2011.

In termini di lavoratori equivalenti (rapporto tra le ore autorizzate di CIG e il monte ore la-

vorabile – convenzionalmente 1.970 ore - da un lavoratore in un anno) le ore autorizzate di

CIG nel 2012 equivalgono a 1.301 lavoratori.

Il settore in cui si è registrato il livello più elevato di ore autorizzate di Cassa Integrazione è

stato quello della meccanica che, in complesso, ha assorbito circa il 35% delle ore auto-

rizzate.

La povertà

Per quanto concerne la rilevazione dei redditi, i dati più aggiornati risalgono al 2010. Seb-

bene il dato non sia molto aggiornato, si riferisce comunque ad un anno in cui la crisi eco-

nomica aveva già iniziato a farsi sentire.

In provincia, nonostante la grave crisi economica in corso, è rimasta sostanzialmente sta-

bile la percentuale di individui e famiglie povere (attorno al 10%).

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Dall’analisi d’impatto (condotta su dati del 2011) che ha misurato l’effetto prodotto dal Red-

dito di Garanzia all’interno della Provincia autonoma di Trento evidenzia un’effettiva ridu-

zione dello stato di deprivazione di coloro che hanno beneficiato della misura, e ciò lascia

ipotizzare che tale diminuzione abbia favorito anche il contenimento dei tassi di povertà.

I soggetti più esposti al rischio di sperimentare situazioni di difficoltà sono le famiglie dove

il capofamiglia è una donna, va precisato però che queste famiglie sono formate prevalen-

temente da anziane sole, le famiglie in cui vi è un unico percettore di reddito o le famiglie

monogenitoriali con figli a carico.

L’andamento economico

Nel 2012 il Prodotto Interno Lordo provinciale è risultato pari a 16.296 milioni di Euro a

prezzi correnti. Dopo la leggera ripresa registrata nel 2011, per effetto del perdurare della

pesante crisi economica nazionale e internazionale, nel 2012 il PIL trentino risulta in contra-

zione rispetto all’anno precedente del 2,0% in termini reali.

Il Prodotto Interno Lordo per abitante è risultato pari a circa 31 mila Euro a prezzi correnti,

in flessione rispetto al 2011 sia a prezzi correnti che a prezzi costanti. Come per l’Italia nel

suo complesso, alla base di questa contrazione vi è un calo significativo della domanda

interna. In particolare, i consumi interni dei residenti sono diminuiti del 3,0%, mentre gli

investimenti sono calati del 8,9%.

La forte contrazione della domanda provinciale si è riverberata sulla produzione di tutti i

settori, provocando una generalizzata caduta del valore aggiunto (2012) dei comparti pro-

duttivi. Colpite in modo particolare sono state le costruzioni, con un calo reale del 12,9%.

Un significativo decremento è stato sperimentato anche dal comparto agricolo (-6,4%),

mentre diminuzioni più contenute hanno riguardato l’industria e i settori del terziario, specie

i servizi non market.

Il rallentamento dei livelli produttivi del 2012 emerge in modo evidente anche dai consumi

di energia elettrica. Nel corso del 2012 i consumi di energia elettrica sono risultati pari a

2.968 GWh, in contrazione (-5,4%) rispetto all’anno precedente (consumi domestici -3,8%,

consumi dei settori produttivi -5,9%).

La fase congiunturale sfavorevole che aveva caratterizzato il 2012 si è estesa alla prima

metà del 2013: i consumi finali delle famiglie erano stimati in contrazione del 1,5% e gli

investimenti fissi lordi del 3,5%.

Purtuttavia, nel IV trimestre 2013, secondo l’ultima indagine della Camera di Commercio, la

prolungata fase congiunturale negativa iniziata negli ultimi mesi del 2011 e proseguita sino

alla prima parte del 2013 sembra lasciare spazio a una debole inversione di tendenza in

senso positivo. Da dati campionari, si registra che il fatturato complessivo dei settori realiz-

zato dalle imprese aumenta nel quarto trimestre 2013 del 2,7% rispetto all’analogo periodo

dell’anno precedente. La domanda interna evidenzia finalmente segni di vivacità, con una

crescita del 3,8% per quella nazionale e del 3% per la domanda locale.

L’occupazione prosegue invece il suo andamento negativo, con gli addetti che diminui-

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scono su base annua dello 0,3%. La contrazione risulta, però, meno marcata rispetto ai

trimestri della prima metà dell’anno e parrebbe indicativa di una tendenza al miglioramento

che potrebbe consolidarsi nei prossimi mesi, se i risultati economici delle imprese confer-

massero il trend in ripresa

LA DINAMICA DELL’ECONOMIA TRENTINA NEI VARI SETTORI

Industria manifatturiera

Il quadro congiunturale del comparto manifatturiero nel primo semestre del 2013 è rimasto

complessivamente debole, pur in presenza di alcuni segnali di ripresa.

Nella prima metà del 2013, l’industria manifatturiera ha risentito della contrazione della

domanda interna, però nel secondo e nel terzo trimestre le esportazioni hanno ripreso a

crescere. Nel IV trimestre 2013 il comparto manifatturiero industriale aumenta il fatturato su

base annua dell’1,0%. Si tratta della seconda, seppur timida, variazione positiva dopo un

anno di contrazione dei ricavi delle vendite. Il risultato è determinato da un deciso aumen-

to della domanda nazionale, mentre sia la domanda locale che le vendite estere sono in

diminuzione. La variazione occupazionale tendenziale si attesta su valori di poco superiori

allo zero (+0,3%). Decisamente interessante risulta invece l’andamento degli ordinativi

(+8,8%), che fa ipotizzare una ripresa dell’attività industriale per i primi mesi del 2014. Le

imprese che evidenziano un andamento decisamente positivo sono quelle che operano

nel manifatturiero alimentare mentre registrano un calo del fatturato le industrie operanti

nella metallurgia e nella meccanica

Scambi con l’estero

Dopo il consistente rallentamento registrato nel 2012, nel primo semestre del 2013 le

esportazioni a prezzi correnti si sono contratte dell’1,4 per cento, in ragione di una sensi-

bile flessione nel primo trimestre cui ha fatto seguito una moderata ripresa nel secondo.

Il calo delle esportazioni ha interessato i maggiori comparti di specializzazione, tra cui

macchinari e apparecchi, mezzi di trasporto e prodotti chimici; analizzando la destinazione

delle vendite, la flessione ha riguardato soprattutto l’area dell’euro (-5,0 per cento).

Costruzioni e mercato immobiliare

Dopo 2 trimestri ancora negativi, nel terzo e quarto trimestre del 2013 si scorgono i primi

segnali positivi: il fatturato delle costruzioni aumenta decisamente dell’8,7%, il valore della

produzione mostra una crescita altrettanto interessante (+7,3%), il dato sugli ordinativi

(+5,0%) alimenta un certo ottimismo anche per i prossimi mesi.

Il buon esisto del comparto è sostenuto dalla domanda locale e dalla domanda nazionale;

ciò sembra indicare che la manovra pubblica di sostegno messa in atto dalla Provincia nei

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primi mesi del 2013 e lo sblocco di risorse pubbliche per gli investimenti in infrastrutture

abbiano prodotto i loro effetti. Nonostante i buoni esiti evidenziati dalle imprese esaminate

nell’indagine non va comunque dimenticata la grave crisi strutturale che ha caratterizzato

il settore negli ultimi tre anni e i cui effetti sono ben visibili nei dati sull’occupazione che

diminuisce su base tendenziale del 5,0%.

Distribuzione all’ingrosso e al dettaglio

Secondo la Camera di commercio della provincia di Trento il fatturato del commercio all’in-

grosso, che era aumentato del 2,9 per cento nel primo trimestre del 2013, si è contratto

dell’1,6 per cento nel secondo ed è di nuovo in calo nel quarto trimestre; tale riduzione

appare principalmente legata a un calo dei ricavi dell’ingrosso non alimentare. Le vendite

del commercio al dettaglio si sono invece stabilizzate: dopo una nuova flessione dell’1,7

per cento nel primo trimestre, il fatturato ha smesso di calare nel secondo. Il quarto tri-

mestre dell’anno segna un ben +6,4%. In questa fase incidono sensibilmente il risultato

complessivo delle concessionarie, mentre il commercio al minuto non alimentare (esclusi

gli autoveicoli) evidenzia una diminuzione del fatturato su base tendenziale pari allo 0,7%;

leggermente positivo il risultato del dettaglio alimentare (+1,6%).

Il commercio al dettaglio della cooperazione di consumo

Le vendite complessive delle 76 Famiglie Cooperative trentine e dei punti vendita di Sait nel

2013 sono state pari a 438,5 milioni di euro, sostanzialmente in linea con lo scorso anno

(-0,03%).

Dal punto di vista territoriale emerge un andamento in calo delle vendite specialmente

nella parte centro-meridionale del Trentino e in particolar modo in Alta Valsugana (-3,2%),

Valsugana, Giudicarie (-1,9%), Val di Cembra, Val d’Adige e Vallagarina (-1,3%). Le zone

turistiche evidenziano invece una tendenza in crescita, in particolare in Primiero (+2,6%),

Val di Sole (+2,5%), Val di Fassa e Val di Non (+1,7%).

Analizzando le vendite per classe di superficie solo le grandi strutture di vendita con su-

perfici superiori ai 300 m2 mostrano un leggero incremento rispetto al 2012 (+1,05%). Se

si aggregano invece per classi di fatturato, le Famiglie Cooperative che mostrano un trend

positivo sono quelle mediamente strutturate (500 mila-3 milioni €) (+1,7%) e le grandi (con

fatturato netto Iva superiore ai 10 milioni di €). Le cooperative poco dimensionate (con

fatturato inferiore a 500mila €) invece presentano un calo dell’1,4% e quelle tra i 3 e i 10

milioni di € dello 0,6%.

Le vendite in promozione si sono stabilizzate intorno al 22,6% del totale (-1% la variazione

su 2012) ma sono incrementate quelle rivolte esclusivamente ai Soci (attraverso la Carta in

Cooperazione) al fine di fidelizzare la base sociale in questa fase di crisi congiunturale e di

aumento della concorrenza locale.

Dai primi bilanci delle cooperative delle zone turistiche è emerso infine un calo anche dei

margini lordi principalmente dovuti a un incremento dei costi non controllabili quali impo-

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ste, Imu e smaltimento rifiuti. Nonostante ciò le Famiglie Cooperative stanno continuando

a investire nei punti vendita ma stanno anche iniziando a ragionare su aggregazioni che le

renderebbero più forti.

Andamento demografico delle imprese

Anche nel 2013 e per il settimo anno consecutivo, il saldo tra iscrizioni e cancellazioni di im-

prese è risultato negativo e il totale delle imprese attive a fine anno è sceso a 47.408 unità.

Nel 2013 le nuove iscrizioni sono state pari a 3.112, mentre le cancellazioni, comprese

quelle effettuate d’ufficio, ammontano a 3.339, con un saldo negativo di 227 unità.

Relativamente alle imprese artigiane, nel 2013 le nuove imprese sono risultate 868, le can-

cellazioni invece 1.044. Il saldo dei due movimenti (iscrizioni e cancellazioni) risulta quindi

negativo per 176 unità, portando il numero delle imprese attive a 13.227.

Al 30 giugno 2013 gli esercizi commerciali in provincia di Trento sono risultati 8.362, per

868.485 mq di superficie di vendita. Rispetto a giugno 2012 gli esercizi commerciali della

provincia hanno registrato un lieve incremento.

Protesti e fallimenti

I titoli di credito (cambiali, tratte ed assegni bancari) protestati nel primi tre trimestri 2013

sono stati 1.979, per un ammontare complessivo di quasi 7 milioni di euro.

Rispetto all’analogo periodo del 2012, si è riscontrato una contrazione nel numero del

12,9% ma un aumento del 19,2% nell’ammontare del valore complessivamente protestato.

Sul fronte dei fallimenti dichiarati ai Tribunali di Trento e Rovereto la situazione si conferma

molto difficile (con 76 casi a settembre 2013), oltre il dato registrato a dicembre 2012 (con

69 casi). Per quanto riguarda i settori economici: 29 dichiarazioni di fallimento hanno inte-

ressato l’industria, 18 il commercio e 29 le altre attività del settore terziario.

Il turismo

Nel comparto dei servizi, il turismo rappresenta per l’economia trentina un fenomeno di

assoluta rilevanza. Nel 2012-2013 il movimento turistico ha risentito della difficile situazione

economica nazionale che ha causato una riduzione dei flussi di turisti italiani a cui non è

corrisposto un aumento dei turisti stranieri che negli anni passati avevano fornito un contri-

buto positivo. Nonostante la contrazione del flusso di turisti italiani, risulta comunque posi-

tiva la capacità di attrarre consumi turistici, calcolata attraverso il rapporto tra le presenze

annuali e la popolazione residente.

La stagione invernale (novembre 2012 - aprile 2013), che si era aperta con una dinamica

positiva nel primo bimestre, ha chiuso in flessione. In Trentino, i pernottamenti si sono con-

tratti dello 0,6 per cento.

La stagione estiva 2013 per il complesso delle strutture ricettive fa segnare un incremento

rispetto all’estate 2012 in termini di arrivi (+1,2%) e una sostanziale tenuta in termini di pre-

senze (-0,3%). La componente straniera è in buona tenuta e quella italiana in sofferenza.

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L’AGRICOLTURA

Le mele

L’annata 2013 è stata caratterizzata da forti infezioni di ticchiolatura sul melo in tutte le

zone del Trentino, inoltre l’incidenza della grandine in alcune aree del Trentino Alto Adige

ha contribuito ad aumentare il quantitativo di mele destinate alla trasformazione industriale.

Il volume totale di mele prodotte in Italia nel 2013 si stima in 2.107.166 tonnellate, in crescita

dell’8,7% rispetto alla stagione 2012 (1.939.014 ton.). La qualità organolettica delle mele

immagazzinate è definita eccellente ed i frutti sono stati conferiti regolarmente ed in con-

dizioni ottimali per la conservazione, pertanto la stagione commerciale si sta stabilizzando

ad un buon livello, in linea con quanto atteso e si preannuncia ragionevolmente positiva

per i frutti di calibro superiore, con qualche tensione maggiore per il mercato delle mele di

calibro medio o piccolo.

La produzione delle mele 2013 in Trentino è stimata in 446.391 tonnellate, in calo dell’1,9%

rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda il Consorzio Melinda, la quantità di prodotto commerciale conferita

nell’autunno 2013 (300.877 di tonnellate) risulta in calo, pari a -6,2% circa rispetto a quella

del 2012 mentre la quantità totale è quasi identica, a causa di un fortissimo incremento del

conferimento della merce ad uso industriale (+79% rispetto al 2012), in conseguenza della

presenza di danni da ticchiolatura, di rugginosità sui frutti e soprattutto di frutti sotto misura.

Rispetto al 2012, per quanto riguarda le 3 varietà DOP, Golden evidenzia una considerevole

riduzione (-14,4%); mentre sia Red (+44,1) che Renetta (+27,1%) hanno messo a segno

incrementi importanti. La produzione di Gala registra una modesta flessione (-4%) rispetto

al 2012 mentre per Fuji si osserva un incremento del +8,3%.

Nel complesso, la produzione commerciale 2013 è comunque la quarta più elevata di

sempre e risulta di poco inferiore a quella del 2010 e superiore (+11%) a quella media del

decennio precedente.

I prezzi realizzati nella campagna 2012-2013 risultano in crescita per tutte le varietà Q Golden: 0,726€/Kg (0,521 nel 11-12; 0,647 nel 10-11); Q Red: 0,827€/Kg (0,596 nel 11-12; 0,700 nel 10-11); Q Renetta: 0,892€/Kg (0,680 nel 11-12; 0,671 nel 10-11); Q Gala: 0,832€/Kg (0,615 nel 11-12; 0,712 nel 10-1); Q Fuji: 0,890€/Kg (0,681 nel 11-12; 0,761 nel 10-11).

Il fatturato 2013 del consorzio Melinda è pari a 280,5 milioni di euro con una annua crescita

del 24,8%, mentre il valore liquidato alle 16 cooperative pari a 201,4 milioni di euro, risulta

in crescita del 30% rispetto all’anno precedente.

L’uva

Nonostante le condizioni climatiche non sono state favorevoli per la vite e abbiano posti-

cipato la vendemmia, da un punto di vista quantitativo si può affermare che la vendemmia

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2013 è stata abbondante e le uve conferite hanno presentato una gradazione zuccherina

leggermente inferiore rispetto alle annate precedenti.

I 10.500 ettari di terreno vitato del Trentino hanno prodotto nella vendemmia 2013 1.366.000

quintali di uva. L’incremento rispetto al 2012 è stato del 29%. I dati sono stati elaborati dal

Consorzio Vini del Trentino che rappresenta 123 cantine socie, la quasi totalità della pro-

duzione viticola della provincia. Decisamente più favorite le varietà a bacca bianca (+34%)

rispetto a quelle a bacca nera (+15%).

I bilanci delle cantine sociali del 2013, relativi alla commercializzazione del prodotto 2012,

rivelano un rallentamento nella crescita del fatturato, pari a +1,7% rispetto +3,5% dell’eser-

cizio precedente. Il fatturato complessivo ammonta a 391 milioni di euro.

Il settore zootecnico e il lattiero-caseario

In Provincia di Trento la superficie agricola disponibile per l’allevamento del bestiame è di

circa 63.000 ha di cui 23.500 ha di prati permanenti e arativi (coltivazione mais da forag-

gio), 39.500 ha di pascoli di alta montagna. Le aziende che allevano bovini sono comples-

sivamente circa 1.400 delle quali ancora il 45% ha una consistenza inferiore ai 10 capi e

solo il 19% superiore ai 50. I capi bovini allevati sono circa 45.500.

Il settore zootecnico è stabile da circa 10 anni per quanto riguarda il numero di capi allevati

mentre continua un fisiologico trend negativo relativamente al numero di aziende. Il feno-

meno è dovuto alla chiusura costante di piccole e piccolissime aziende gestite per lo più

da persone anziane. Nonostante questo si rileva che in zootecnia c’è un buon ricambio

generazionale con diversi giovani, molti dei quali diplomati e qualcuno anche laureato, che

subentrano nella conduzione dell’azienda di famiglia. Questo fenomeno si evidenzia dal

costante incremento del numero di studenti presso l’Istituto Agrario di S.Michele in parti-

colare di coloro che frequentano i corsi per zootecnici. Altro motivo che fa avvicinare molti

giovani al settore dell’allevamento è legato alla crisi dei settori artigianale ed industriale

per cui chi ha una attività in proprio ha maggiore propensione di fermarsi rispetto a quanto

avveniva qualche anno fa. È in ripresa l’utilizzo delle malghe, anche quelle per vacche da

latte, e questo lascia ben sperare per il mantenimento paesaggistico e territoriale delle am-

pie aree a pascolo delle nostre montagne. Relativamente agli andamenti economici il 2013

è stato un anno sostanzialmente positivo per quanto riguarda le quotazioni di bestiame,

latte ed un pò meno per la carne. È invece continuato l’incremento dei costi di produzione

già registrato nel 2012. Le voci di spesa che hanno registrato gli incrementi più significativi

sono i mangimi, il fieno, i carburanti (in particolare è diminuito l’intervento pubblico sui car-

buranti agricoli) e l’energia. Sintetizzando si può dire che i maggiori costi hanno annullato i

benefici derivanti dall’incremento dei prezzi di vendita delle produzioni.

Nel dettaglio si registrano quotazioni medie interessanti per le varie attività di commercia-

lizzazione del bestiame (animali da riproduzione, i vitelli scolo strati, vacche da macello ed

anche vitelloni all’ingrasso) anche se verso l’autunno si è avuta una leggera flessione ge-

neralizzata. La carne ha goduto anche della positiva immagine creatasi grazie al “progetto

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di valorizzazione della carne Trentina” e della sua promozione attraverso il Punto Vendita

gestito a Trento dalla Federazione Allevatori.

La produzione di latte in provincia di Trento è realizzata da circa 900 allevatori, si aggira sui

140 milioni di litri ed il 95% viene conferita a 17 caseifici cooperativi che aderiscono al con-

sorzio Trentingrana CONCAST s.c.a. Al Consorzio Trentingrana CON.CA.S.T s.c.a fanno

capo le due linee di prodotto Trentingrana e Formaggi Trentini.

Circa il 50% del latte trentino è destinato alla produzione di Trentingrana, mentre la restante

parte è impiegata per la produzione di latte alimentare, yogurt, mozzarella e altri formaggi

locali quali il Puzzone di Moena, la Spressa delle Giudicarie, il Casolet della Valle di Sole, il

Vezzena e la Tosela del Primiero.

Il Re dei formaggi locali è però il Trentingrana, uno dei più prestigiosi e nutrienti prodotti

da grattugia e da tavola. Il Trentingrana si ottiene lavorando insieme semplici ingredienti

assolutamente naturali come latte di montagna, sale e caglio.

Per quanto riguarda il settore lattiero-caseario i bilanci sono stati positivi sia per il comparto

del Trentingrana al quale aderiscono i caseifici delle valli di Non, Sole, Fiemme, Fassa e

Primiero, sia per chi ha conferito alla Latte Trento. I bilanci dei caseifici non sono ancora

chiusi ma le previsioni indicano una sostanziale tenuta delle quotazioni per il “latte a grana”

intorno ai 0,60 – 0,62 euro/litro ed un leggero aumento per il “latte alimentare” che dovreb-

be assestarsi intorno a 0,50 – 0,52 euro/litro.

1.3 ANDAMENTO DEL CREDITO COOPERATIVO TRENTINO NEL 2013

A settembre 2013 le banche con sede amministrativa in provincia di Trento erano 46, in

calo di 3 unità rispetto all’anno precedente (-2 Casse Rurali incorporate -1 SPA). Il numero

degli sportelli bancari ammontava a 537 unità, 8 in meno rispetto a dicembre 2012 ma 14 in

meno rispetto a dicembre 2011. I comuni serviti da banche erano 187. Il numero di abitanti

per sportello bancario è pari a 988, contro una media italiana che è di 1.869 abitanti per

sportello. A livello nazionale il numero degli sportelli bancari attivi a settembre 2013 era di

31.942, in calo di 939 unità rispetto a dicembre 2012.

Se aggiungiamo anche gli sportelli postali, il numero di abitanti per sportello bancario e

postale in Provincia di Trento scende a 690.

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RISULTANZE DELLE CASSE RURALI TRENTINE AL 31/12/2013

VOLUMI DI INTERMEDIAZIONE ESERCIZI 2012-2013 in milioni di Euro

CASSE RURALI TRENTINE 2012 2013Var.

2012-2013

Var. % 2012-2013

N. casse 43 43 0 0,0%

Sportelli 378 372 -6 -1,6%

Raccolta diretta 12.789 13.145 356 2,78%

Raccolta indiretta (titoli in ammin. e risparmio gestito) 3.407 3.457 49 1,45%

di cui risparmio gestito 1.127 1.281 154 13,66%

di cui titoli in amministrazione 2.281 2.176 -104 -4,58%

Raccolta complessiva 16.197 16.602 405 2,50%

raccolta indiretta/raccolta diretta 26,6% 26,3%

risparmio gestito/raccolta indiretta 33,1% 37,0%

Crediti alla clientela Casse Rurali - compresi cartolarizzati 12.170 11.861 -310 -2,5%

Crediti alla clientela - Cassa centrale 860 824 -36 -4,2%

Crediti alla clientela - Mediocredito (solo Trentino) 406 387 -19 -4,7%

Crediti alla clientela - gruppo 13.437 13.072 -365 -2,7%

Masse intermediate (raccolta complessiva + impieghi) solo Casse

28.367 28.462 96 0,3%

Patrimonio di vigilanza (solo Casse dato a settembre 2013)

1.788 1.802 14 0,8%

Sofferenze (solo Casse Rurali) 555 835 280 50,3%

Impieghi/Raccolta diretta 95,16% 90,23%

Sofferenze/impieghi 4,56% 7,04%

Dipendenti Casse Rurali 2.302 2.299 -3 -0,1%

Dipendenti Enti Centrali 622 661 39 6,3%

Totale dipendenti credito cooperativo 2.924 2.960 36 1,2%

Soci 124.076 125.148 1.072 0,9%

* Fonte: Matrice vigilanza

La gestione del risparmio

Il risparmio complessivamente intermediato dalle Casse Rurali trentine a fine 2013 “se-

condo i primi dati provvisori” ha raggiunto i 16.602 milioni di euro, di cui 13.145 milioni di

raccolta diretta e 3.457 milioni di raccolta indiretta al valore di mercato, comprensiva dei

titoli in amministrazione e del risparmio gestito.

Nel corso del 2013 la raccolta complessiva a valori di mercato delle Casse Rurali trentine

ha avuto un trend di crescita positivo, mediamente pari a +1,9%, chiudendo a dicembre

2013 a +2,5%.

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L’incremento della raccolta complessiva nel 2013 è stato sostenuto dall’andamento posi-

tivo della raccolta diretta mentre la raccolta indiretta presenta valori in forte calo special-

mente nel primo semestre, in leggero miglioramento nell’ultimo trimestre fino a tornare in

crescita nel mese di dicembre 2013.

ANDAMENTO DELLA RACCOLTA DIRETTA NEgLI ESERCIZIO 2011-2013 in milioni di Euro

CASSE RURALI TRENTINE 20

11

2012

2013

Flu

sso

20

12

Flu

sso

20

13

Var.

20

11-2

012

Var.

20

12-2

013

Co

mp

. %

2012

Co

mp

. %

2013

conti e depositi a vista 5.603 5.460 5.825 -144 365 -2,6% 6,3% 42,7% 44,3%

conti e depositi vincolati 965 1.527 1.625 562 98 36,8% 6,0% 11,9% 12,4%

CD 195 396 514 200 118 50,6% 23,0% 3,1% 3,9%

pct 61 67 58 6 -9 8,4% -15,6% 0,5% 0,4%

obbligazioni 5.619 5.340 5.123 -279 -217 -5,2% -4,2% 41,8% 39,0%

Totale 12.445 12.789 13.145 345 356 2,7% 2,7% 100,0% 100,0%

Fonte: Matrice puma

La raccolta diretta, dopo un trend negativo evidenziato per tutto il 2011 e gran parte del

2012 ha ripreso slancio ed è tornata a crescere ai ritmi di inizio 2010. La crescita della rac-

colta diretta è da attribuire principalmente ai certificati di deposito (+ 23% la var. annua),

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i conti e depositi sia a vista (+6,3%) che vincolati (+6%), mentre sono in calo sia i pct

(-15,6%) che le obbligazioni (-4,2%).

A dicembre 2013 la raccolta diretta era pari a 13.145 milioni di euro, con un flusso positivo

rispetto all’anno precedente pari a 356 milioni di euro (+2,8%). Quanto alla composizione

della raccolta diretta, aumenta il peso dei conti a vista (dal 42,7% del 2012 al 44,3% del

2013), di quelli vincolati (dall’11,9% del 2012 al 12,4% del 2013) e dei certificati di deposito

(dal 3,1% al 3,9%), mentre si riduce il peso delle obbligazioni (dal 41,8% del 2012 al 39%

del 2013).

La raccolta indiretta a valori di mercato ammonta a dicembre 2013 a 3.457 milioni di euro

in crescita dell’1,5% rispetto al 2012, grazie al buon incremento del risparmio gestito

(+13,7%) mentre si riducono i titoli in amministrazione (-4,6%).

ANDAMENTO DELLA RACCOLTA INDIRETTA NEgLI ESERCIZI 2011-2013 in milioni di Euro

CASSE RURALI TRENTINE 2011 2012 2013

Flusso 2012

Flusso 2013

Var. 2011-2012

Var. 2012-2013

Raccolta indiretta 3.608 3.407 3.457 -200 49 -5,6% 1,5%

Titoli in amministrazione 2.454 2.281 2.176 -174 -104 -7,1% -4,6%

Gespa 412 343 406 -69 63 -16,7% 18,4%

Fondi comuni e sicav 426 453 476 27 22 6,4% 5,0%

Prodotti assicurativi 316 331 399 15 68 4,7% 20,7%

Totale risparmio gestito 1.153 1.127 1.281 -27 154 -2,3% 13,7%

Risparmio gestito /indiretta 32,0% 33,1% 37,0%

Fonte: Matrice puma

Il risparmio gestito a dicembre 2013 ammonta a 1.281 milioni in crescita rispetto a un anno

prima del 13,7%: sia i prodotti assicurativi che le gestioni patrimoniali hanno mostrato un

forte incremento (complessivamente del 19,4%). I titoli in amministrazione a valori di mer-

cato pari a 2.176 milioni risultano in calo a fine 2013 del 4,6%. Tale trend negativo è da

attribuire ad una riduzione consistente di Bot, Cct e Azioni rispetto all’anno precedente.

La diversa dinamica delle componenti della raccolta complessiva ha portato a una leggera

riduzione del rapporto indiretta sulla diretta, dal 26,64% del 2012 al 26,3% del 2013.

L’andamento dei crediti alla clientela

I crediti per cassa lordi erogati dalle Casse Rurali Trentine ammontano a dicembre 2013

a 11.861 milioni di euro, in calo del 2,54% rispetto all’anno precedente, comprendendo

anche la quota dei mutui cartolarizzati e le sofferenze lorde. Se aggiungiamo anche quelli

erogati da Cassa centrale e da Mediocredito (solo in Trentino), il complesso dei crediti ero-

gati dal credito cooperativo trentino sale a 13.072 milioni di euro.

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Anche nel 2013 è proseguita la diminuzione dello stock dei crediti erogati iniziata a partire

dal secondo semestre 2012, in particolar modo verso le imprese, a causa di un minor

flusso di erogazioni rispetto ai rimborsi. Le nuove erogazioni di finanziamenti oltre il breve

termine hanno infatti segnato un calo annuo dell’11,6%, a fronte di un calo dei rimborsi

dell’8,7%. Le nuove erogazioni del 2013 sono state pari a 1,4 miliardi di euro rispetto a 1,6

miliardi di euro erogati nel 2012. Tale andamento riflette soprattutto il calo delle domande di

finanziamento pervenute dalla clientela (-7,3% quelle relative al 2013 sul 2012 e addirittura

-25,6% rispetto al 2011).

Peraltro rimane comunque elevata l’incidenza delle domande di finanziamento accolte ri-

spetto a quelle pervenute da parte della clientela nel corso del 2013, che è stata pari

all’87,8% rispetto all’86,7% del 2012.

I crediti alle famiglie consumatrici hanno mantenuto un trend negativo per tutto il 2013 (in

media annua -0,5%) chiudendo a fine anno con -0,1% rispetto al 2012. I prestiti alle impre-

se hanno registrato una caduta più marcata (in media -3,3% con -3,9% a fine 2013), sia nei

confronti degli artigiani (-2,7%) che delle imprese di capitali (-3,7%).

Per quanto riguarda le famiglie, queste hanno visto aumentare gli impieghi a medio/lungo

termine (+0,7% fine 2013), mentre quelli a breve sono in calo (-8,5%).

Il numero dei clienti affidati dal sistema del credito cooperativo ammonta a dicembre 2013

a 120.809 unità, in calo di quasi 2.000 unità rispetto al 2012. Le famiglie consumatrici affi-

date sono 80.110 mentre le imprese ammontano a 39.409.

Il buon recupero della raccolta diretta a fronte di una dinamica negativa dei crediti, ha por-

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tato ad una riduzione del rapporto crediti su raccolta diretta, che dal 95,2% di fine 2012 è

sceso a 90,2% di fine 2013, il valore più basso degli ultimi anni.

Il 2013 segna un ulteriore peggioramento del credito deteriorato: le sofferenze lorde pari a

835 milioni di euro a dicembre 2013 registrano una crescita annua del 50,3% (dopo +33%

nel 2012 e +31,6% registrato nel 2011) e sono pari al 7,04% degli impieghi complessi-

vi (contro 4,56% del dicembre 2012). La crescita delle sofferenze rimane sostenuta per

le famiglie consumatrici (28,8%) ma in particolar modo per le imprese (+54,4%). Anche

l’incidenza delle sofferenze sul portafoglio crediti è più elevata per le imprese (9,16% di

fine 2013, rispetto al 5,7% a fine 2012) rispetto alle famiglie (con 3,43% a fine 2013 contro

2,66% a fine 2012).

Le partite incagliate pari a 1,325 miliardi di euro a fine 2013, in crescita del 11,2% rispetto

al 2012, costituiscono l’11,32% dei crediti complessivi (9,94% a dicembre 2012).

Quote di mercato in provincia di Trento

I crediti erogati dall’intero sistema bancario alla clientela residente in provincia di Trento a

fine 2013 ammontano a 19.052 milioni di euro in calo del 6% rispetto all’anno precedente.

Di questi la quota delle Casse Rurali Trentine e Cassa Centrale è stata pari al 54,9%, rispet-

to al 53,6% dell’anno precedente.

L’ammontare delle sofferenze relative alla clientela residente in provincia di Trento è pari a

fine 2013 a 1.273 milioni di euro (+39,4% rispetto al 2012), con un’incidenza del 6,7% del

portafoglio crediti, rispetto al 4,7% di fine 2012.

La raccolta in forma di deposito (conti correnti, depositi a risparmio, certificati di deposito,

escluse le obbligazioni e pct) effettuata dall’intero sistema bancario dalla clientela residen-

te in provincia di Trento a fine 2013 ammonta a 11.944 milioni di euro, in crescita del 9%

rispetto all’anno precedente.

Di questi la quota delle Casse Rurali Trentine e Cassa Centrale è stata pari al 59,4%, rispet-

to al 58,7% dell’anno precedente.

La compagine sociale

A fine anno i soci complessivi delle Casse Rurali Trentine risultano 125.148 con una cresci-

ta netta di 1.072 unità rispetto al 2012. Di questi il 6,9% sono residenti fuori dalla provincia

di Trento. L’incidenza dei soci sulle famiglie residenti in Trentino (considerando che normal-

mente è presente un socio per famiglia) è di circa il 51% nel 2013.

I crediti erogati a favore dei soci rappresentano il 52,4% del totale di crediti erogati dalle

Casse Rurali Trentine, mentre la raccolta diretta da soci costituisce il 41,9% del totale.

I tassi di remunerazione della raccolta e il rendimento dei crediti

Anche nel 2013 il tasso ufficiale di riferimento della BCE è stato ritoccato al ribasso per ben

due volte: a maggio 2013 è sceso allo 0,5% e a novembre allo 0,25%, livelli mai raggiunti

dalla nascita dell’euro.

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L’analisi dei tassi del mercato bancario evidenzia come l’euribor 3 mesi, ovvero il tasso

medio a cui avvengono le transazioni finanziarie in Euro tra le grandi banche europee abbia

mantenuto un livello intorno allo 0,22%. Dal livello minimo pari allo 0,149 di dicembre 2012

è risalito oltre lo 0,20% chiudendo a fine 2013 allo 0,272%.

Nel 2013 le tensioni legate alla crisi del debito sovrano italiano sono rientrate, con una forte

riduzione dello spread BTP-Bund tedeschi, sceso a fine anno verso i 200 punti base.

Il rendimento dei BTP (misurato dall’indice Rendistato) nella media del 2013 è stato pari al

3,35% contro il 4,64% del 2012. A gennaio 2014 il livello del Rendistato si attesta al 2,83%,

livello più basso dall’inizio della crisi.

Nella media del 2013 il tasso sugli impieghi alla clientela delle Casse Rurali Trentine è rima-

sto pressochè invariato rispetto al 2012, intorno al 3,65%.

I tassi passivi sono risultati invece in moderato rialzo. Nella media del 2013 il tasso sulla

raccolta è stato pari all’1,61% contro l’1,54% del 2012 (+7 punti base).

L’intensità diversa con cui i tassi attivi e passivi sono variati, ha portato ad una lieve ridu-

zione della forbice. In termini medi annui lo spread clientela, ovvero la differenza tra tasso

sugli impieghi e tasso sulla raccolta, è calato di 6 punti (da 2,10 a 2,04).

La redditività ed il patrimonio

Il margine di interesse dell’insieme delle Casse Rurali Trentine nel corso del 2013 ha regi-

strato un calo del 3,6% rispetto all’anno precedente, dovuto ad una riduzione del margine

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da clientela (-10,6%), mentre il margine da tesoreria segna ancora una crescita (+11%).

Il margine da clientela si riduce in seguito al calo dello spread dei tassi, mentre quello da

tesoreria beneficia dell’aumento degli interessi attivi da titoli, legati all’ulteriore aumento del

portafoglio di proprietà che nel corso del 2013 è salito da 4,2 miliardi di dicembre 2012 a

5,48 miliardi di dicembre 2013, grazie all’aumento della provvista sia da clientela che da

banche e dall’ulteriore calo dei crediti per cassa.

L’area servizi registra una riduzione dell’1% delle commissioni nette.

In forte crescita il risultato netto dell’attività finanziaria, passato da 28,6 milioni di euro del

2012 a 72 del 2013.

Il margine di intermediazione come sintesi della gestione denaro e della gestione servizi, a

fine 2013 è in crescita del 6% rispetto al 2012.

I costi operativi complessivamente risultano in crescita dell’1,8%. L’incidenza dei costi ope-

rativi sul margine di intermediazione (cost income) si è ridotta, portandosi dal 60,8% del

2012 al 58,3% nel 2013.

In sintesi il risultato lordo di gestione (al lordo delle rettifiche su crediti) delle Casse Rurali

Trentine con 209 milioni di euro, mostra a fine 2013 una crescita del 13% rispetto all’anno

precedente. Considerando però che le rettifiche sul portafoglio crediti potrebbero attestarsi

a fine 2013 a 190 milioni di euro (rispetto ai 141 del 2012), il risultato al netto delle rettifiche

potrebbe subire un calo di oltre il 50%.

Infine il patrimonio di vigilanza delle Casse Rurali si è attestato a settembre 2013 a 1.802

milioni di euro, con una crescita annua dell’1%.

Il coefficiente di solvibilità ovvero il rapporto tra il patrimonio di vigilanza e le attività di ri-

schio ponderate a settembre 2013 era pari al 14,39%, in leggera crescita rispetto a quello

di dicembre 2012 che si attestava al 14,25%.

2. LA GESTIONE DELLA BANCA: ANDAMENTO DELLA GESTIONE E DINAMICHE DEI PRINCIPALI AGGREGATI DI STATO PATRIMONIALE E DI CONTO ECONOMICO

Si premette che il bilancio al 31 dicembre 2013 è redatto in conformità ai criteri di valutazio-

ne e di misurazione stabiliti dagli International Financial Reporting Standard (IFRS) e dagli

International Accounting Standard (IAS) – emanati dall’International Accounting Standard

Board (IASB) ed adottati dalla Comunità Europea secondo la procedura di cui all’articolo 6

del Regolamento (CE) n. 1606/2002 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 luglio

2002 – e secondo le disposizioni della Circolare della Banca d’Italia n. 262 del 22 dicembre

2005 “Il bilancio bancario: schemi e regole di compilazione”.Il Regolamento comunitario

ha trovato applicazione in Italia per mezzo del D. Lgs. n. 38 del 28 febbraio 2005, entrato in

vigore il 22 marzo 2005, il quale ha – tra l’altro – previsto l’applicazione obbligatoria dei sud-

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detti principi internazionali ai bilanci individuali delle banche a partire dal 2006. Nell’ambito

di tale contesto normativo, la Cassa rurale ha redatto il bilancio al 31 dicembre 2013 – così

come avvenuto per il bilancio relativo al bilancio 2012 – in ossequio ai nominati standard

internazionali IAS/IFRS e nel rispetto delle citate disposizioni della Banca d’Italia.

Per quanto riguarda i risultati pubblicati nei precedenti resoconti, si precisa che i dati del

2012 sono stati riesposti per tenere conto delle rettifiche dei saldi effettuate dall’azienda in

conformità alle disposizioni dello IAS 8 (Principi contabili, cambiamenti nelle stime contabili

ed errori). Per maggiori dettagli si rinvia alla sezione “Informativa sull’applicazione del Prin-

cipio contabile IAS 8” effettuata nel corso del presente esercizio al fine di rappresentare la

modifica dell’algoritmo di calcolo utilizzato per lo scorporo dei derivati impliciti ai finanzia-

menti concessi alla clientela.

Si rinvia, inoltre, alla sezione “Informativa sull’applicazione del Principio contabile IAS 8”

effettuata nel corso del presente esercizio al fine di rappresentare la variazione del Prin-

cipio contabile IAS 19 “Benefici per i dipendenti” applicabile in via obbligatoria a partire

dall’esercizio 2013 ed il restatement dell’esercizio precedente con rilevazione degli effetti

a patrimonio netto.

2.1 GLI AGGREGATI PATRIMONIALI

LA RACCOLTA TOTALE

La raccolta complessiva al 31.12.2013 ammonta ad € 530.023.743 ed è costituita per l’

80,6% dalla raccolta diretta e per il 19,4% dalla raccolta indiretta.

L’aggregato è in aumento rispetto al 2012 del 1,7%.

LA RACCOLTA DIRETTA

La raccolta diretta è pari ad € 426.969.743 (+0,6% rispetto al 31.12.2012) ed è così sud-

divisa:

RACCOLTA DIRETTA 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione

Conti correnti in Euro e divise estere 147.457.989 137.034.242 10.423.747 7,6%

Depositi a risparmio 10.357.763 11.988.786 -1.631.023 -13,6%

Conti deposito 9.083.369 12.344.987 -3.261.618 -26,4%

Certificati di deposito 14.606.222 14.579.874 26.348 0,2%

Obbligazioni 245.405.440 248.463.881 -3.058.441 -1,2%

Altri depositi 58.960 22.885 36.075 157,6%

Totale raccolta diretta 426.969.743 424.434.655 2.535.088 0,6%

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Rileviamo un aumento ancora molto ridotto dello 0,6% della raccolta diretta, che in termini

reali non copre neppure gli effetti della capitalizzazione interessi e dell’inflazione.

La raccolta diretta da Soci sul totale della raccolta rappresenta il 57,7%.

Gli amministratori e la struttura operativa sono impegnati nel sostenere il comparto con po-

litiche di prodotto e di tasso premianti per i nostri depositanti, ai quali vogliamo offrire una

tranquillizzante protezione e una soddisfacente remunerazione del loro risparmio.

LA RACCOLTA INDIRETTA

La raccolta indiretta è pari ad € 103.054.000 (+6,4% rispetto al 2012), così suddivisa:

RACCOLTA INDIRETTA 31/12/2013 31/12/2012 Variazione assoluta Variazione

Titoli di terzi in amministrazione 40.798.000 40.554.000 244.000 0,6%

Gestioni patrimoniali 13.469.000 11.381.000 2.088.000 18,3%

Fondi comuni e SICAV 20.706.000 20.085.000 621.000 3,1%

Prodotti assicurativi 28.081.000 24.813.000 3.268.000 13,2%

Totale raccolta indiretta 103.054.000 96.833.000 6.221.000 6,4%

Il comparto registra in corso d’anno un aumento di circa 6 milioni di euro che rinforza il

moderato aumento della raccolta diretta, e determina quindi una ripresa della raccolta

complessiva, che può essere considerato il vero indicatore della ricchezza mobiliare depo-

sitata presso i nostri sportelli.

Un aumento dell’1,68% della raccolta complessiva, conseguito in un periodo di difficoltà

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com’è quello che stiamo vivendo, evidenzia da parte della nostra clientela ancora una certa

capacità di risparmio, che pur ridotta rispetto al passato è coerente con un atteggiamento

di prudenza nei confronti del futuro.

L’incidenza del risparmio gestito sulla raccolta indiretta è pari al 60,4%.

Gli impieghi con la clientela

Gli impieghi al 31.12.2013 ammontano ad € 375.713.450 con un decremento su base

annua del 6,7%.

Sono così composti:

IMPIEgHI 31/12/2013 31/12/2012Variazione assoluta

Variazione

Conti correnti attivi 64.412.850 77.618.303 -13.205.453 -17,0%

Finanziamenti estero 2.778.550 3.392.832 -614.282 -18,1%

Salvo buon fine e sconti 13.919.751 16.448.710 -2.528.959 -15,4%

Mutui e altri finanziamenti 277.842.120 295.888.603 -18.046.483 -6,1%

Sofferenze nette 16.760.179 9.351.153 7.409.026 79,2%

Totale impieghi netti 375.713.450 402.699.601 -26.986.151 -6,7%

Si nota come il credito sia principalmente costituito da due forme tecniche, i mutui e i fidi in

conto corrente, che insieme coprono oltre il 90% del totale.

A fine 2013 i clienti utilizzatori di credito sono 3.752 (in leggero calo rispetto ai 3.792 del

2012) dei quali 2.148 sono privati ed enti (erano 2.168 nel 2012), e 1.604 sono imprese

(erano 1.624 nel 2012).

I prestiti concessi alle famiglie rappresentano il 28,6% degli impieghi.

Il restante 71,4% dei finanziamenti, pari a 282 milioni di euro, risulta concesso alle imprese

ed è così ripartito fra i diversi rami di attività: agricoltura 6,8%, attività manifatturiere 19,0%,

costruzioni 25,1%, commercio 12,2%, alberghi e pubblici esercizi 18,3%, attività immobiliari

8,6%, altri servizi 10,0%.

Il rapporto impieghi/raccolta diretta a fine 2013 si attesta all’88,0% con un decremento di

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6,9 punti percentuali.

I prestiti concessi direttamente ai Soci sono il 52,5% del totale.

Si è perseguito l’obiettivo di sostenere lo sviluppo della Comunità di riferimento mantenen-

do l’attività di rischio “fuori zona” sotto il 3,0% dell’attività di rischio complessiva.

Va rimarcato che la nostra offerta di credito non è stata oggetto di evidenti politiche di con-

tenimento o riduzione. La Cassa Rurale ha mantenuto una politica di accesso al credito

stabile ed in linea con gli anni precedenti, pur la prudenza imposta dal contesto congiun-

turale. I dati lo testimoniano chiaramente: su 1.733 richieste di rinnovo dei fidi esistenti

ne sono state respinte 9 (0,5%) e su 1.128 richieste di nuovi finanziamenti ne sono state

respinte solamente 17 (1,5%).

La significativa riduzione dell’attivo creditizio non è quindi dovuta alle politiche di offerta ma

al persistere di una evidente scarsità nella domanda, espressa sia dalle imprese che dalle

famiglie.

Purtroppo non si è affatto arrestato il deterioramento del portafoglio crediti. La durata della

crisi sta impattando negativamente soprattutto sulle imprese, in particolare su quelle legate

al settore edile/immobiliare.

I crediti in sofferenza, al lordo degli effetti delle svalutazioni, salgono da € 13,2 milioni a €

25,7 milioni raggiungendo il 6,5% del totale dei crediti, con un preoccupante aumento del

94,6% rispetto allo scorso anno.

Vi è invece una diminuzione dei crediti incagliati che, anche per il passaggio di diverse

posizioni al comparto sofferenze, al lordo degli effetti delle svalutazioni, passano da 56,7

milioni di euro a 54,7 milioni di euro (-3,5%) e costituiscono il 13,8% del totale crediti.

La seguente tabella esplicita il peggioramento della qualità del nostro attivo creditizio,

espresso a valori nominali:

CREDITI VERSO CLIENTI 31/12/2013 31/12/2012 Variazione Assoluta

Variazione %

Sofferenze 25.731.399 13.220.481 12.510.918 94,63%

Incagli 54.678.983 56.658.771 -1.979.788 -3,49%

Esposizioni ristrutturate 0 0 0 0,00%

Esposizioni scadute 7.732.283 3.722.132 4.010.151 107,74%

Totale crediti non performing 88.142.665 73.601.384 14.541.281 19,76%

Crediti in bonis 306.896.709 336.873.598 -29.976.889 -8,90%

Totale impieghi lordi 395.039.374 410.474.982 -15.435.608 -3,76%

Qui sotto sono invece sintetizzate le esposizioni suddivise per tipologia di valutazione con

le relative rettifiche.

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TIPOLOgIE ESPOSIZIONI Esposizione lordaRettifiche di valore

specifiche

IncidenzaIndice di copertura

Sofferenze 25.731.399 6,5% 8.971.220 34,86%

Incagli 54.678.983 13,8% 7.411.114 13,55%

Esposizioni scadute deteriorate 7.732.283 2,0% 4.953 0,06%

Attività deteriorate 88.142.665 22,3% 16.387.287 18,59%

Crediti in bonis 306.896.709 77,7% 330.052 0,11%

Totale crediti lordi 395.039.374 100,00% 16.717.339 4,23%

LA POSIZIONE INTERBANCARIA E LE ATTIVITà FINANZIARIE

Al 31 dicembre 2013 l’indebitamento interbancario netto della Banca ammontava a 55,1

milioni di euro, a fronte dei 76,9 milioni di euro al 31 dicembre 2012.

L’evoluzione del saldo è correlata alla particolare situazione di liquidità creatasi a seguito

delle vendite di titoli nell’ultima parte del 2013. Si segnala che tale liquidità è stata succes-

sivamente reinvestita in titoli nel corso del mese successivo.

La posizione interbancaria 2013 tiene naturalmente conto della partecipazione alle opera-

zioni di rifinanziamento (Long Term Refinancing Operation – LTRO) poste in essere dalla

Banca Centrale Europea (BCE) in Gennaio e Febbraio 2012 nella quale la Banca si è ag-

giudicata complessivamente 91,7 milioni di euro con durata triennale.

Tuttavia, in considerazione del mutato contesto di mercato determinatosi nella seconda

metà del 2013 (riduzione dei rendimenti dei titoli governativi periferici e riattivazione del

mercato interbancario dei depositi collateralizzati) la Banca ha richiesto nel corso del 2014

l’annullamento della garanzia dello Stato concessa nel 2012 su 30 milioni di proprie obbli-

gazioni.

Tale decisione è supportata da un’analisi in termini di sostenibilità ed equilibrio finanziario

condotta anche con opportune simulazioni di impatto sulla situazione di liquidità della Ban-

ca. Pertanto, la Banca sta provvedendo alla sostituzione dei titoli a garanzia dell’operazio-

ne di rifinanziamento presso la BCE.

Il rafforzamento degli attivi finanziari rispetto a dicembre 2012 è il risultato delle seguenti

dinamiche Q aumento dei titoli di proprietà. Q aumento dei depositi interbancari

come si desume dalla seguente tabella riepilogativa.

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POSIZIONE INTERBANCARIA NETTA 31/12/2013 31/12/2012 Variazione Variazione

%

Crediti verso banche 40.292 18.619 116,4% 94,63%

Debiti verso banche 95.404 95.529 -0,1% -3,49%

Totale posizione interbancaria netta -55.112 -76.910 -28,3% 19,76%

ATTIVITA FINANZIARIE 31/12/2013 31/12/2012 VariazioneVariazione

%

- Titoli di debito 172.625 169.074 2,1% 94,63%

- Quote di O.I.C.R. 55 70 -21,4% -3,49%

- Partecipazioni 5.775 5.775 0,0% -3,49%

Totale attività finanziarie 178.455 174.919 2,0% 19,76%

Osserviamo che l’anno trascorso è stato caratterizzato dal perdurare di tassi di mercato

molto bassi sull’interbancario.

Sui titoli di Stato i rendimenti si sono progressivamente ridotti, anche a fronte di una situa-

zione politica nazionale che si è andata stabilizzando ed un rischio paese che i mercati

hanno giudicato in progressivo e costante miglioramento. Tale tendenza è proseguita ac-

centuandosi ancora nei primi 3 mesi del 2014.

Le plusvalenze latenti, che si erano formate sul nostro portafoglio titoli nel corso del 2012 e

del 2013 sono state parzialmente monetizzate (vedi voce 100b del conto economico), ma

al 31.12.2013 avevamo ancora plusvalenze nette pari a 2.230.385 euro, contabilizzate nella

specifica riserva patrimoniale.

La situazione a fine 2013 presenta una rassicurante liquidità complessiva pari a 123 milioni

di euro, aumentata di 25 milioni di euro rispetto allo scorso anno.

I DERIVATI DI COPERTURA

Nel corso del corrente esercizio la banca non ha aperto nuove posizioni in derivati. I con-

tratti esistenti hanno comunque finalità esclusive di copertura, e riguardano in gran parte la

trasformazione di tasso da fisso in variabile delle nostre emissioni obbligazionarie.

Sulle passività finanziarie sono attivi contratti derivati di copertura esclusivamente connessi

con la fair value option, mentre per la copertura delle attività si utilizzano anche strumenti

in regime di hedge accounting.

Le coperture sono state attivate al fine di ridurre l’esposizione a variazioni avverse di fair

value dovute al rischio di tasso di interesse.

I contratti derivati utilizzati sono del tipo “interest rate swap”.

Il valore di bilancio relativo ai derivati connessi con la fair value option trova appostazione

alle voci 20 dell’Attivo per 730.800 euro e 40 del Passivo per 297.624 euro, mentre il valore

negativo di bilancio relativo ai derivati connessi con la fair value hedge trova appostazione

alla voce 60 del Passivo per 206.314 euro.

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In relazione all’operatività in derivati la Banca sta ponendo in essere i necessari presidi,

contrattuali e operativi, funzionali agli adempimenti introdotti dalla nuova regolamentazione

europea in materia di derivati OTC (c.d. EMIR).

LE IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI ED IMMATERIALI

Alla data di riferimento del bilancio, le immobilizzazioni materiali al netto dei fondi di am-

mortamento ammontano a 6.497.716 euro, così composte:

IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 31/12/2013 31/12/2012 Variazione

Terreni 1.909 1.905 0,2%

Fabbricati 3.491 3.502 -0,3%

Mobili 668 636 5,0%

Impianti elettronici 17 11 54,5%

Altre attività 413 499 -17,2%

Totale 6.498 6.553 -0,8%

migliaia di Euro

Gli ammortamenti complessivi sono pari a 499.085 euro.

Le immobilizzazioni immateriali ammontano a 1.478 euro e riguardano software applicativi

ad utilizzo pluriennale.

I FONDI A DESTINAZIONE SPECIFICA: FONDI PER RISChI ED ONERI

La voce di bilancio relativa ai fondi per rischi ed oneri, in base a quanto previsto dai principi

contabili internazionali, accoglie gli accantonamenti relativi ad obbligazioni attuali per le

quali sia altamente probabile l’esborso di risorse economiche, attraverso una stima atten-

dibile del relativo ammontare.

Il valore di tali fondi al 31.12.2013 è pari a 626 mila euro, di cui 68 mila per oneri per il perso-

nale in base a quanto sancito dal CCNL, 458 mila per beneficenza, e 100 mila per interventi

a favore del Fondo di Garanzia dei Depositanti delle Banche di credito cooperativo.

A fine dell’esercizio 2012 tali fondi ammontavano a 587 mila euro.

IL PATRIMONIO NETTO E DI VIGILANZA E L’ADEGUATEZZA PATRIMONIALE

L’adeguatezza patrimoniale attuale e prospettica ha da sempre rappresentato un elemento

fondamentale nell’ambito della pianificazione strategica aziendale. Ciò a maggior ragione

nel contesto attuale, in virtù dell’importanza crescente che il patrimonio assume per lo svi-

luppo aziendale ed il rispetto dei requisiti prudenziali resi sempre più stringenti dalle nuove

normative previste da “Basilea 3”.

Al 31.12.2013 il patrimonio netto ammonta a € 78.161.255 (€ 78.902.907 nel 2012).

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Esso è così suddiviso:

31/12/2013 31/12/2012Variazione Assoluta

Variazione %

Capitale sociale 12.712 12.526 186 1,48%

Sovrapprezzi di emissione 380.659 361.220 19.439 5,38%

Riserve da valutazione 2.901.654 4.234.135 -1.332.481 -31,47%

Riserve 74.068.338 72.007.203 2.061.135 2,86%

Utile/perdita di esercizio 797.892 2.287.823 -1.489.931 -65,12%

Totale patrimonio netto 78.161.255 78.902.907 -741.652 -0,94%

Tra le “Riserve da valutazione” figurano le riserve relative alle attività finanziarie disponibili

per la vendita pari ad € 2.230.385, le riserve iscritte in applicazione di speciali leggi di ri-

valutazione pari ad € 690.325, oltrechè una riserva negativa di 19.057 conseguente all’ap-

plicazione dello IAS 19 descritto nella sezione “Informativa sull’applicazione del Principio

contabile IAS 8” della nota integrativa.

La diminuzione di 1.332.481 euro delle “Riserve da valutazione” è relativo alle variazioni di

fair value degli strumenti finanziari classificati tra le “Attività finanziarie disponibili per la ven-

dita” rilevate nell’esercizio, principalmente costituite da titoli di Stato italiani. La variazione

deriva soprattutto da una diminuzione del valore nominale dei titoli a seguito delle vendite

che hanno permesso di realizzare le plusvalenze contabilizzate nella voce 100b del conto

economico.

Le “Riserve” includono le riserve di utili già esistenti (riserva legale) nonché le riserve con-

nesse agli effetti di transizione ai principi contabili IAS/IFRS non rilevate nelle “Riserve da

valutazione”.

La nostra azienda conferma un buon livello di patrimonializzazione, come dimostrano an-

che i seguenti indicatori: Q patrimonio/raccolta diretta 18,3% (18,7% nel 2012); Q patrimonio/impieghi 20,8% (19,7% nel 2012).

Le sofferenze nette sono pari al 21,4% del patrimonio (11,8% nel 2012).

Il processo di autovalutazione condotto per verificare l’adeguatezza del patrimonio azien-

dale ai fini del rendiconto ICAAP trasmesso alla Banca d’Italia comprova la buona dotazio-

ne di mezzi propri di cui la banca dispone.

Il Patrimonio di Vigilanza, la cui composizione è riportata in dettaglio nella parte F della

Nota Integrativa, assomma a 75,7 mln di euro, a fronte di attività di rischio ponderate per

414,3 mln di euro. La sua composizione (valori in migliaia di euro) è la seguente:

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31/12/2013 31/12/2012Variazione assoluta

Variazione %

Patrimonio di base € 74.997 € 74.707 € 290 0,4%

Patrimonio supplementare € 707 € 835 -€ 128 -15,3%

Elementi da dedurre € - € - € -

Patrimonio di vigilanza € 75.704 € 75.542 € 162 0,2%

Con riferimento ai requisiti prudenziali di vigilanza, il rapporto tra patrimonio di vigilanza di

base ed il totale delle attività di rischio ponderate (tier 1 capital ratio) risulta pari al 16,9 (ri-

spetto al 16,3% del 31/12/2012) mentre il coefficiente di capitale complessivo (total capital

ratio) si attesta al 17,0%.

Si ricorda che con provvedimento del 18 maggio 2010 e successiva comunicazione del

23 giugno 2010 (“Chiarimenti sulle disposizioni di vigilanza in materia di patrimonio di vigi-

lanza – filtri prudenziali”), la Banca d’Italia ha emanato nuove disposizioni di vigilanza sul

trattamento delle riserve da rivalutazione relative ai titoli di debito detenuti nel portafoglio

“Attività finanziarie disponibili per la vendita (Available For Sale – AFS)” ai fini del calcolo del

patrimonio di vigilanza (filtri prudenziali). In particolare, in alternativa all’approccio “asim-

metrico” (integrale deduzione della minusvalenza netta dal Tier 1 e inclusione al 50% della

plusvalenza netta nel Tier 2) già previsto dalla normativa italiana, è stata riconosciuta la

possibilità di neutralizzare completamente le plusvalenze e le minusvalenze rilevate nelle

citate riserve successivamente al 31 dicembre 2009 limitatamente ai soli titoli di debito

emessi da Amministrazioni centrali di Paesi appartenenti all’UE (approccio “simmetrico”).

La Banca, si è avvalsa della citata facoltà a partire dal calcolo del patrimonio di vigilanza

riferito al 30 giugno 2010.

Con riguardo alla determinazione del requisito patrimoniale minimo per il rischio di credi-

to, ai fini della determinazione dei fattori di ponderazione delle esposizioni comprese nel

portafoglio “Amministrazioni centrali e banche centrali”, nonché – indirettamente - di quelle

rientranti nei portafogli “Intermediari vigilati”, “Enti del settore pubblico” ed “Enti territoriali,

la Banca nell’ambito dell’applicazione della metodologia standardizzata si avvale delle va-

lutazioni del merito creditizio rilasciate dalla ECAI Moody’s, agenzia autorizzata dalla Banca

d’Italia.

Il 1° gennaio 2014 è divenuto applicabile il nuovo pacchetto legislativo costituito dal Rego-

lamento 575/2013/UE (CRR) e dalla Direttiva 2013/36/UE (CRD IV) con il quale, tra l’altro,

sono state trasposte nell’ordinamento dell’Unione europea le raccomandazioni contenute

nel nuovo schema di regolamentazione internazionale per il rafforzamento delle banche e

dei sistemi bancari definito dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria nel mese di

dicembre del 2010 (cosiddetto “Basilea 3”).

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I testi legislativi richiamati sono completati da: Q le collegate disposizioni di carattere tecnico-applicativo (“Regulatory Technical Stan-

dard” - RTS e “Implementing Technical Standard” - ITS) definite dall’EBA (“European

Banking Authority”) e in via di adozione da parte della CE; Q le collegate disposizioni di vigilanza e segnaletiche emanate dalla Banca d’Italia con la

circolare n. 285/2013 (“Disposizioni di vigilanza per le banche” con la quale, con partico-

lare riferimento alla disciplina attuativa del CRR, vengono tra l’altro precisate le scelte di

competenza dell’Autorità di vigilanza relative al regime transitorio per l’applicazione delle

disposizioni in materia di fondi propri) e con la circolare n. 286/2013 (“Istruzioni per la

compilazione delle segnalazioni prudenziali per le banche e le società di intermediazione

mobiliare”); Q la collegata documentazione tecnica Puma2 prodotta dal Gruppo Interbancario per l’ap-

plicazione delle suddette disposizioni segnaletiche della Banca d’Italia.

Con riferimento ai fondi propri, la nuova disciplina tende ad accrescere sia la qualità sia il

livello minimo regolamentare del patrimonio di vigilanza nell’ambito di un quadro comples-

sivo di maggiore armonizzazione delle regole inerenti gli aggregati patrimoniali.

Nel più ampio contesto della revisione del framework prudenziale e, in tale ambito, della

nuova definizione dei Fondi Propri, il CRR introduce una modifica di estremo rilievo rispetto

alle strategie di classificazione in bilancio degli strumenti finanziari. Viene infatti introdotto il

divieto di applicare le rettifiche di valore (cd. filtri prudenziali) volte a eliminare, totalmente

o parzialmente, i profitti o le perdite non realizzati/e sulle attività o passività valutate al fair

value in bilancio. Pertanto, relativamente alle attività classificate in bilancio alla voce 40 -

Attività finanziarie disponibili per la vendita (Available for sale – AFS), il CRR prevede l’elimi-

nazione dei corrispondenti filtri prudenziali (simmetrici o asimmetrici, a seconda dei casi).

Tenuto anche conto del processo di radicale revisione dell’attuale principio di riferimento

in materia di strumenti finanziari, lo IAS 39, è stata prevista la possibilità di neutralizzare gli

impatti sui Fondi Propri delle variazioni di fair value degli strumenti finanziari classificati in

AFS, qualora tali strumenti siano rappresentativi di esposizioni verso amministrazioni cen-

trali dell’Unione Europea.

La citata deroga rientra nella discrezionalità delle autorità di vigilanza nazionali e può esse-

re applicata sino all’adozione da parte della Commissione di un regolamento che omologhi

l’IFRS 9, il principio internazionale d’informativa finanziaria che sostituirà lo IAS 39. Tra le

tante disposizioni attuative di rilievo, nella Circolare viene previsto il mantenimento in vigore

del filtro prudenziale su utili e perdite non realizzati relativi a esposizioni verso Amministra-

zioni centrali dell’Unione Europea classificate nel portafoglio AFS.

Nelle more dell’adozione del principio in argomento e della conseguente rivisitazione delle

scelte di classificazione degli strumenti finanziari, la Banca, avvalendosi della facoltà intro-

dotta nel CRR e accolta dalla Banca d’Italia, ha deliberato di adottare - in continuità con la

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scelta a suo tempo operata - l’impostazione che permette di continuare a neutralizzare le

plus-minus rilevate a partire dal 1° gennaio 2010.

La Banca monitora con estrema attenzione le dinamiche dei differenziali valutativi dei titoli

in argomento anche in ordine alla prevista abrogazione dei filtri prudenziali in argomento a

valle dell’adozione del nuovo IFRS 9.

2.2 I RISULTATI ECONOMICI DEL PERIODO

IL MARGINE DI INTERESSE

Il 2013 ha visto i tassi di mercato sostanzialmente stabili nella prima parte dell’anno e poi

in lieve ma costante diminuzione. L’Euribor, al quale sono agganciate praticamente tutte le

nostre posizioni di credito indicizzate, si è mantenuto su valori estremamente ridotti.

Questo, insieme alla riduzione complessiva delle masse amministrate causata dalla con-

trazione dei prestiti, ha concorso all’erosione del nostro margine da clientela.

Il margine di interesse finale è passato dai 11.710.283 euro del 2012 ai 11.238.770 euro del

2013, con una diminuzione del 4,0%. In dettaglio, gli interessi attivi sono diminuiti dell’1,5%

raggiungendo i 21.807.266 euro, mentre quelli passivi sono cresciuti dell’1,3% portandosi

a quota 10.568.496 euro.

Siamo consapevoli, che il costo della raccolta (che resta decisamente superiore alla media

delle Casse Rurali trentine), sarà il primo punto sul quale concentrare la nostra attenzio-

ne nei futuri esercizi. Infatti la correzione dello spread clienti richiede tempi medio-lunghi

poichè l’elevata componente di obbligazioni nella nostra raccolta diretta rallenta il riprezza-

mento del nostro passivo mentre l’elevata presenza di mutui, abbinata alla scarsità di do-

manda di nuovo credito, frena il riprezzamento dell’attivo. Bisognerà lavorare con costanza

per conseguire i miglioramenti auspicati.

IL MARGINE DI INTERMEDIAZIONE

Le commissioni attive si sono complessivamente attestate a 3.535.489 euro e sono risulta-

te in modesta diminuzione dello 0,3% rispetto allo scorso esercizio.

Le commissioni passive sono invece aumentate del 5,0%, per un costo di 530.013 euro.

L’attività di negoziazione di titoli e valute ha prodotto un risultato negativo di 33.625 euro a

fronte di una perdita di 51.230 euro dello scorso esercizio.

Per quanto riguarda gli utili da cessione di attività finanziarie disponibili per la vendita e

passività finanziarie registriamo un ragguardevole risultato di 5.214.327 euro (+ 567.673

euro nel 2012).

È positivo per 78.703 il risultato netto delle attività/passività finanziarie valutate al fair value,

che concorre a fissare il margine di intermediazione a 19.626.533 euro (+26,68%).

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L’incidenza del margine di interesse sul margine di intermediazione passa dal 75,6% del

2012 al 57,3% del 2013.

IL RISULTATO NETTO DELLA GESTIONE FINANZIARIA

L’applicazione delle svalutazioni analitiche e collettive sul nostro portafoglio crediti e la mo-

vimentazione dei crediti in sofferenza hanno generato sia rettifiche che riprese di valore, con

uno sbilancio negativo di 8.926.921 euro (il saldo era negativo per 3.342.589 euro nel 2012).

Certamente rispetto al passato il 2013 è stato un anno “pesante” per l’ammontare delle

rettifiche su crediti, ma riteniamo che in un contesto così difficile, la prudenza sia il criterio

che deve guidare l’operato degli amministratori e la principale arma di difesa del valore dei

nostri assets.

L’aumento delle rettifiche è dovuto sia alla crescita dei volumi dei crediti non performing

che alla cautela adottata nel valutare le garanzie a presidio degli stessi, data la stagnazione

del mercato immobiliare.

Le rettifiche di valore, detratte dal margine di intermediazione, portano il risultato netto della

gestione finanziaria dai 12.150.150 euro del 2012 ai 10.699.613 euro del 2013 (-11,9%).

I COSTI OPERATIVI

Le spese per il personale sono pari a 5.857.295 euro, e registrano un aumento del 4,37%.

Sono ricomprese in questa voce anche 205 mila euro di emolumenti ad amministratori e

sindaci. Le altre spese amministrative ammontano a 4.511.054 euro e aumentano su base

annua del 9,45%.

Le rettifiche di valore sulle attività materiali sono di 499.085 euro (-9,64%); quelle sulle atti-

vità immateriali sono di 3.770 euro (-34,07%).

Sono stati accantonati al fondi per rischi ed oneri 84.831 euro dovuti agli interventi decisi

dal Fondo di Garanzia dei Depositanti.

Gli altri oneri e proventi di gestione chiudono con uno sbilancio positivo di 1.383.999 euro

e riducono i costi operativi a 9.572.035 euro (+2,84% sul 2012).

Dai dati sopra esposti possiamo ricavare i seguenti indici gestionali: Q i costi operativi rappresentano il 85,2% del margine di interesse ed il 48,8% del margine

di intermediazione. Nel 2012 questi indicatori erano posizionati rispettivamente al 79,5%

e 60,1%; Q l’incidenza del costo del personale sul margine di intermediazione scende dal 36,2% al

29,9%.

L’UTILE DEL PERIODO

Dopo aver spesato imposte sul reddito per 329.069 euro l’utile netto d’esercizio ammonta

a € 797.892, in diminuzione del 65,12%.

Il ROE (rapporto utile/patrimonio) annuo è del 1,0%, rispetto al 2,9% del 2012 e al 2,7% del

2011.

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3. LA STRUTTURA OPERATIVA

LA RETE TERRITORIALE

La Cassa Rurale di Fiemme opera con nove sportelli distribuiti su otto comuni della Valle

di Fiemme (2 a Predazzo, 1 a Ziano, 1 a Panchià, 1 a Tesero, 1 a Castello, 1 a Molina, 1 a

Capriana, 1 a Valfloriana).

Questa situazione ormai consolidata, che anche nel 2013 non ha subito variazioni, è una

chiara testimonianza del radicamento della nostra azienda sul territorio e della volontà di

essere vicini alla gente offrendo un servizio bancario “sulla porta di casa”.

Sono inoltre attivi 12 apparecchi bancomat, dei quali tre multifunzione (Sede Predazzo,

Sede Tesero e Ziano) e oltre 430 apparecchi Pos installati in numerosi esercizi commerciali

per agevolare i clienti in possesso di carta bancomat e carta di credito.

La Cassa Rurale si avvale inoltre di altri canali distributivi, sopratutto di tipo telematico, i

quali stanno assumendo sempre più importanza oltre che per le aziende anche per i privati.

LE RISORSE UMANE

Il valore di un’organizzazione è dato dalle persone che la compongono, per cui da sempre

la Cassa Rurale di Fiemme investe nella formazione, per uno sviluppo personale e profes-

sionale dei propri collaboratori, e in strumenti volti a migliorare il benessere organizzativo,

e dunque l’efficienza e la motivazione delle persone coinvolte.

A fine 2013 i collaboratori della Cassa Rurale di Fiemme erano 81 (78 al 31/12/2012): 34

donne e 47 uomini. Nel corso del 2013 sono stati infatti assunti due collaboratori a tempo

determinato e un collaboratore con contratto di somministrazione per sostituzione di ma-

ternità di tre dipendenti impegnate allo sportello.

Nel 2013 13 dipendenti hanno beneficiato di un contratto part-time (delle 14 dipendenti in

part-time nel 2012, una era in maternità nel corso del 2013). L’età media dei dipendenti è

di 43 anni: 39 per le donne, 47 per gli uomini.

La Cassa Rurale di Fiemme ha conseguito il certificato provinciale Family Audit il 6 giugno

2012, presentando un piano di attività volto a migliorare le politiche di conciliazione lavoro-

famiglia dell’azienda; inoltre, il 14 maggio 2012, la cooperativa ha firmato il protocollo di

adesione al Distretto Famiglia della Val di Fiemme, entrando così a far parte del circuito

economico e culturale, a base locale, all’interno del quale politiche differenti, e conseguen-

temente attori diversi per ambiti di attività e finalità, operano con l’obiettivo di promuovere

e valorizzare il benessere famigliare.

Nel corso del 2013, la Cassa Rurale di Fiemme ha ottenuto dalla Provincia Autonoma di

Trento (Agenzia per la famiglia) la conferma del riconoscimento del certificato base per la

prima annualità.

La formazione rimane uno degli strumenti più importanti attraverso cui orientare la cultura

aziendale e sviluppare le competenze personali e professionali dei collaboratori. I corsi

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proposti dall’azienda lavorano infatti sui bisogni formativi di miglioramento delle competen-

ze sia tecniche che relazionali: ciò con l’obiettivo di produrre valore non solo per l’azienda,

ma per le persone stesse e per il territorio a cui essere appartengono.

Gli incontri di formazione si svolgono per la maggior parte nei giovedì pomeriggio dei mesi

“fuori stagione” in cui, ad eccezione della filiale presso il Centro Commerciale, gli sportelli

rimangono chiusi al pubblico. A questa formazione interna, viene affiancata la partecipa-

zione a corsi tecnici/specialistici organizzati fuori sede, solitamente a Trento, attraverso cui

vi è l’opportunità di confrontarsi con le altre aziende del sistema cooperativo, aumentando

così le competenze e le opportunità di collaborazione e crescita.

Il totale delle ore di formazione svolta nel 2013 è stato di 5.215,5 così ripartito:

FORMAZIONE INTERNA CORSI INTERNI CASSA RURALE 2.970,25 ore

FORMAZIONE ESTERNA CORSI FUORI SEDE 2.245,25 ore

4. ATTIVITà ORGANIZZATIVE

L’ATTIVITà AMMINISTRATIVA

Durante il 2013 il Consiglio di Amministrazione si è riunito 20 volte, mentre le riunioni svolte

dal Comitato Esecutivo sono state 10.

In occasione dell’Assemblea dei Soci del 27 aprile 2013 sono state rinnovate tutte le cari-

che sociali.

A recepimento del nuovo Statuto approvato nel 2012, il Consiglio risulta ora composto dal

Presidente e 12 Amministratori.

Agli amministratori che non si sono riproposti per la rielezione, o che non sono stati ri-

confermati, va il riconoscimento della società per l’impegno profuso nel corso della loro

permanenza in carica.

Ad ottobre 2013 si è dimesso l’amministratore di Predazzo Roberto Giacomelli, sostituito,

ai sensi dell’articolo 34 dello Statuto, dal primo dei non eletti Franco Dellagiacoma.

Per favorire un’adeguata formazione e un costante aggiornamento delle tematiche di inte-

resse (socio istituzionale - finanziario - economico patrimoniale - creditizio), gli Amministra-

tori hanno partecipato nel corso dell’autunno ad un percorso formativo.

Il Presidente, oltre che curare gli aspetti istituzionali e politici della gestione societaria, ha

intrattenuto un costante rapporto con la direzione su temi gestionali, seguendo in diretta

l’evoluzione delle principali vicende aziendali.

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

Con riferimento all’attività di revisione dei processi di lavoro e di adeguamento della norma-

tiva si evidenziano i seguenti elementi:

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Q Sepa End Date – In base a quanto stabilito dal Regolamento UE n. 260/2012 e dal Prov-

vedimento di Banca d’Italia recante istruzioni applicative dello stesso, dal 1° febbraio

2014 i servizi di bonifico e di addebito diretto nazionali sono stati sostituiti con gli analo-

ghi servizi attivi in ambito europeo - rispettivamente SCT e SDD - creati per la realizzazio-

ne dell’area unica dei pagamenti in Euro, la Single Euro Payments Area - SEPA. Al fine di

minimizzare i possibili rischi di interruzione dei pagamenti per i consumatori e le imprese,

il 9 gennaio scorso la Commissione Europea ha pubblicato una proposta di modifica

del Regolamento (UE) 260/2012 che prevede l’introduzione di un periodo transitorio di

sei mesi, avallato dalla BCE, durante il quale possono essere accettate le operazioni di

bonifico e di addebito diretto disposte nei formati nazionali. Il Parlamento e il Consiglio

europei hanno approvato, rispettivamente il 4 e il 18 febbraio 2014, la modifica propo-

sta, con validità retroattiva a partire dal 1° febbraio 2014. La modifica introdotta non ha

comportato una variazione del termine per la migrazione alla SEPA, fermo al 1° febbraio

2014, ma la previsione di un “grace period” finalizzato alla migliore gestione di casi ec-

cezionali o di emergenza. L’adeguamento ai requisiti generali imposti dal Regolamento

citato ha determinato impatti significativi su i processi di trattamento ed elaborazione

delle operazioni, le infrastrutture preposte, gli strumenti di conferimento degli ordini e di

relativa rendicontazione a disposizione della clientela sui diversi canali. La Banca, per

garantire il corretto e completo processo di adeguamento alla SEPA, in ottemperanza a

quanto richiesto dall’art. 9 del Provvedimento attuativo citato, ha predisposto e adottato,

con delibera del 10 Settembre 2013, un piano di migrazione delle operazioni di bonifico

e di addebito diretto. In tale ambito, la Banca ha individuato gli interventi necessari sui

profili organizzativi e procedurali interni alla definizione delle conseguenti modifiche ai

regolamenti e alle disposizioni attuative attinenti, nonché all’implementazione dei con-

nessi presidi di controllo. Q Regolamento EMIR – Il 16 agosto 2012 è entrato in vigore il “Regolamento (UE) N.

648/2012 sugli strumenti derivati OTC, le controparti centrali e i repertori di dati sulle

negoziazioni” (di seguito EMIR). L’EMIR dà seguito alle comunicazioni adottate dalla

Commissione Europea e agli impegni assunti dai leader del G-20, nel 2009 e nel 2010,

con riferimento all’adozione di misure volte ad accrescere la trasparenza e la vigilanza

regolamentare, ridurre il rischio di controparte e il rischio operativo, rafforzare l’integrità

del mercato con riferimento alle negoziazioni dei derivati OTC. In particolare, l’EMIR in-

troduce l’obbligo, per le controparti finanziarie e non finanziarie, di:

- ricorrere a “controparti centrali” (c.d. CCPs) per la compensazione dei derivati OTC;

- adottare tecniche di mitigazione del rischio per i derivati OTC non oggetto di compen-

sazione;

- segnalare ai “repertori di dati” (c.d. Trade Repositories) le informazioni relative ad ogni

contratto derivato stipulato e ogni modifica o cessazione dello stesso.

Nel corso del 2013 sono entrati in vigore gli standard tecnici regolamentari e di implemen-

tazione emanati dalle competenti Autorità Europee di Vigilanza ai fini dell’applicazione de-

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gli obblighi previsti, ad eccezione di quelli relativi alla compensazione presso una CCP. La

Banca, in qualità di controparte finanziaria soggetta agli obblighi dell’EMIR, sta adottando

gli opportuni presidi per le segnalazioni ai “repertori di dati” e l’applicazione delle tecniche

di mitigazione del rischio previste dalla normativa.

Nel 2013 la Cassa Rurale di Fiemme ha continuato il progetto di mappatura dei processi

aziendali, avviato nel 2011, volto a migliorare l’efficienza ed efficacia aziendale, rimuovendo

le inadeguatezze operative e organizzative, e a migliorare il presidio dei processi, mitigando

i connessi rischi operativi. Le mappature di processo fungono inoltre da strumento di forma-

zione interno, introducendo un approccio organizzativo per processi e non più per funzioni.

Il progetto di mappatura dei processi interni prevede il coinvolgimento di tutti i collaboratori

coinvolti nei vari processi per quanto riguarda la stesura delle mappature e di una persona

specifica quale referente interno per il coordinamento. Tutti i servizi sono stati coinvolti nel

2013 per la stesura dei processi aziendali.

Nel corso del 2013 è stata avviata una riorganizzazione commerciale. La riorganizzazione

prevede la creazione di tre aree: Corporate, Retail, Private.

L’area Corporate si occupa di: Q aziende rientranti nel segmento “extra large”, per quanto attiene le esigenze in ambito

crediti. Per esigenze in ambito finanza e altri settori i clienti verranno gestiti tramite il sup-

porto delle aree Private e/o Retail (in base alle esigenze), pur mantenendo il riferimento

principale al consulente Corporate di riferimento. Q laboratorio di ricerca e formazione a tutta la rete.

L’area Private si occupa di: Q clienti rientranti nel segmento “over top”, per quanto attiene le esigenze in ambito finan-

za. Per esigenze in altri settori i clienti verranno gestititi tramite il supporto dei consulenti

Corporate/Retail (in base alle esigenze), pur mantenendo il riferimento principale al con-

sulente Private di riferimento. Q laboratorio di ricerca e formazione a tutta la rete.

L’area Retail è suddivisa in tre macro-filiali: Alta, Centro, Bassa.

Nella filiale Alta rientrano la sede di Predazzo e gli sportelli di Predazzo 2 e Ziano.

Nella filiale Centro rientrano la sede di Tesero e lo sportello di Panchià.

Nella filiale Bassa gli sportelli di Castello, Molina, Valfloriana e Capriana.

La suddivisione è stata fatta in base ad un’analisi di omogeneità territoriale: ciò implica una

proporzionale assegnazione delle risorse con conseguenti differenze fra le macro-filiali sul

numero di collaboratori coinvolti.

I responsabili delle macrofiliali sono stati individuati in base alle caratteristiche individuali e

riconosciute come fra loro complementari mantengono il presidio su tutte le filiali di com-

petenza, rapportandosi direttamente con il responsabile d’area Retail.

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TECNOLOGIA INFORMATICA

Dopo un’attenta analisi in cui ci si è soffermati a lungo sugli sviluppi futuri dei sistemi infor-

matici volti a garantire un adeguato supporto tecnologico all’attività che la Cassa Rurale si

troverà a svolgere in uno scenario in costante mutamento, il Consiglio di Amministrazione

ha ritenuto strategico mantenere la gestione e l’esercizio dei sistemi tecnologici di base

all’interno dell’azienda, rinunciando a possibili ulteriori processi di esternalizzazione presso

terzi.

Sulla scorta di questa decisione a fine 2013 è partito un progetto di revisione dell’intera

struttura di Information Technology con lo scopo di realizzare una piattaforma flessibile e

resiliente al servizio dell’attività bancaria.

Nel contempo è continuata la ricerca di soluzioni tecnologiche di alto profilo nel campo

della connettività su fibra ottica, per favorirne l’attivazione in zona a beneficio dell’intero

territorio.

Per l’elaborazione dati, anche nel 2013 la Cassa si è avvalsa del servizio in outsourcing

erogato da PhOENIX Informatica Bancaria Spa, società del credito cooperativo trentino.

IMMOBILI ED UFFICI UTILIZZATI PER LO SVOLGIMENTO DELL’ ATTIVITà

Nell’anno 2013 i principali interventi di manutenzione straordinaria si sono accentrati sulla

Sede di Tesero.

A Tesero infatti si è provveduto ad una ristrutturazione del piano casse, con la realizzazione

di nuovi sportelli più confacenti alle richieste di privacy, ad una più razionale distribuzione

degli spazi dedicati all’attesa della clientela ed alla creazione di un’isola dedicata ai bambi-

ni. Con la ristrutturazione si è provveduto anche a creare una zona “self”, collocandola tra

le 2 porte di ingresso che sono state sostituite e dotate degli attuali standard di sicurezza

richiesti dalle normative vigenti. Nell’area è stato posizionato un bancomat interno di nuova

concezione, avente la possibilità di effettuare in piena autonomia anche i versamenti. È

stato poi installato un distributore di moneta metallica, si è ampliato il casellario della posta

ed è stata ricollocata la cassa continua.

Nella filiale di Ziano sono iniziati i lavori di ristrutturazione della “ex Casa Moco” dove tro-

verà collocazione la nuova filiale. I lavori saranno portati a termine presumibilmente entro

fine 2014.

A Panchià si è provveduto alla sostituzione del vecchio Bancomat.

Nella filiale di Castello è stato realizzato un nuovo parcheggio posto sul lato a Nord dell’im-

mobile, pavimentando a cubetti un’area che prima era inutilizzata.

La filiale di Valfloriana è stata dotata di dispensatore cash/in cash/out, che permette una

migliore operatività del cassiere oltre ad una maggiore sicurezza in caso di rapina.

Sulle rimanenti filiali sono stati eseguiti normali interventi di ordinaria manutenzione.

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5. ATTIVITà DI RICERCA E SVILUPPO

PRODOTTI E SERVIZI

La nostra offerta di prodotti e servizi è completa e particolareggiata. Articolata secondo le

caratteristiche e i bisogni dei Soci/Clienti e disponibile nelle sedi e filiali e attraverso tutti i

principali canali di accesso moderni.

Nel 2013 anche la Sede di tesero è stata attrezzata con il nuovo ATM evoluto, contribuen-

do una volta di più al progetto strategico di diffusione e sviluppo dei servizi ad alto con-

tenuto tecnologico. All’interno di nuovi locali accoglienti e sicuri sono possibili, oltre agli

ormai consueti prelievi e pagamenti di bollettini, anche operazioni di versamento contanti

e assegni. Per permettere un ampio utilizzo delle nuove tecnologie è nata Carta VERSA

che permette di delegare a terzi, in tutta sicurezza, le operazioni di versamento attraverso

gli sportelli ATM evoluti. Sempre in ambito selfbanking, dopo la versione mobile uscita lo

scorso anno, il 2013 ha visto nascere e diffondersi rapidamente le “APP” di InBank. Queste

applicazioni (disponibili sia per il sistema operativo IOS che per Android) hanno portato

in maniera semplice ed intuitiva, le principali funzioni di remote banking su smartphone e

tablet senza compromettere l’elevatissimo grado di sicurezza. In questo modo oltre a dare

una positiva immagine di funzionalità e modernità, si favorisce attraverso l’automazione il

contenimento dei costi e l’efficienza aziendale.

Anche nel 2013 è stata preponderante la richiesta di forme di investimento sicure, semplici

e poco vincolanti. I prodotti di conto deposito e i certificati di deposito sono stati perciò

rivisti e resi accessibili ad una più ampia fascia di clienti. Le buone performances dei mer-

cati finanziari hanno agevolato la ripresa del risparmio gestito e suggerito l’adeguamento

delle linee delle Gestioni Patrimoniali nonchè il restyling dei comparti dei Fondi Comuni di

Investimento presenti nel nostro catalogo.

È proseguita, anche nel 2013, la distribuzione dei punti del concorso PREMIOLANDIA che

premia il risparmio dei bambini. Soddisfacente il risultato in termini di depositi ed educazio-

ne al risparmio, con ampio coinvolgimento dei piccoli clienti che hanno mosso i primi passi

sul sentiero per diventare Soci fedeli.

A sostegno delle domande di finanziamento, in forte calo per via del particolare contesto

economico, sono nate numerose iniziative statali e provinciali, volte a migliorare la situazione

di mercato e alle quali abbiamo aderito con flessibilità e prodotti dedicati soprattutto nei con-

fronti delle imprese. Parallelamente sono state riviste ed ampliate le condizioni agevolate pre-

viste per la clientela privata con particolare riguardo alle convenzioni per i Soci. Il prestito per

le Cure e le protesi sanitarie ha visto ampliati i tipi di spesa finanziabili. È nato il nuovo Mutuo

Valore Casa che premia, con condizioni vantaggiose, il socio che ristruttura l’abitazione avva-

lendosi di aziende e artigiani della Valle di Fiemme. In questo modo l’impegno nell’incentivare

il volano dell’economia del territorio si fa evidente e concretamente fruibile.

Anche il comparto della moneta elettronica ha avuto importanti sviluppi e nell’ottica di mi-

glioramento del servizio sono state introdotte le carte di debito c.d. Instant issuing, cioè

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a rilascio ed attivazione immediata allo sportello. Accanto alle ormai note ed apprezzate

carte Ricarica, EVO e In Cooperazione, questo nuovo prodotto completa la gamma di of-

ferta e porta l’efficienza del servizio agli elevati standard richiesti dal mercato moderno del

“tempo reale”. Riportiamo di seguito una tabella con i dati più significativi dei vari servizi e

la loro evoluzione nel quadriennio:

2010 2011var. %

2012var. %

2013var. %

Tessere Bancomat in Circolazione 7.080 7.183 1% 7.344 2% 7.465 2%

Numero prelievi da nostri bancomat

205.649 211.748 3% 220.317 4% 223.993 2%

Controvalore prelievi da nostri bancomat

27.482.000 29.127.470 6% 30.418.550 4% 30.889.070 2%

Numero ricariche cellulari nostri clienti al bancomat

18.409 17.605 -4% 17.387 -1% 15.489 -11%

Importo ricariche cellulari nostri clienti al bancomat

568.000 533.904 -6% 536.656 1% 485.180 -10%

Carte di Credito Cartasì 1.940 2.105 9% 2.112 0% 2.062 -2%

Carte In Cooperazione 1.094 1.122 3% 1.164 4% 1.174 1%SERVIZIO POS

Numero apparecchi 400 471 18% 479 2% 437 -9%

Numero operazioni effettuate 666.680 648.556 -3% 736.397 14% 809.197 10%

Controvalore 46.719.974 46.585.067 0% 52.605.227 13% 56.187.761 7%HOME BANKINg

Numero Postazioni 2.899 3.417 18% 3.657 7% 3.973 9%

Rapporti collegati 6.960 7.624 10% 8.065 6% 8.537 6%

Numero operazioni 208.838 213.678 2% 226.175 6% 230.533 2%

Importo transitato 411.330.035450.525.336 10% 457.150.435 1% 462.061.270 1%ORDINI PERMANENTI

Numero 16.556 16.668 1% 16.977 2%PORTAFOgLIO

numero effetti e RID/SDD presentati

329.754 329.684 0% 324.633 -2% 323.764 0%

numero fatture lavorate 2.176 1.932 -11% 2.135 11% 2.364 11%

controvalore 322.869.960318.954.805 -1% 315.497.180 -1% 302.569.385 -4%ASSEgNI NEgOZIATI ALLO SPORTELLO

Spediti elettronicamenteNumero 27.168 23.766 -13% 21.058 -11% 18.629 -12%

Importo 45.783.291 49.393.154 8% 41.510.918 -16% 35.638.605 -14%

Spediti cartaceiNumero 27.168 23.766 -13% 21.058 18.629 -12%

Importo 49.393.154 8% 41.510.918 -16% 35.638.605 -14%BONIFICI

Ricevuti 133.984 139.226 4% 150.264 8% 156.820 4%

Controvalore 312.599.184334.073.632 7% 345.433.514 3% 333.418.727 -3%DELEgHE IMPOSTE

Numero 29.950 30.225 1% 39.678 31% 33.974 -14%

Importo 69.455.561 67.571.869 -3% 69.499.516 3% 67.486.685 -3%PENSIONI INPS

Accreditate su nostri conti correnti 2.258 2.297 2% 2.343 2% 2.337 0%

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IL SERVIZIO BANCASSICURAZIONE

Prosegue la stretta collaborazione tra il servizio Bancassicurazione e Assicura Group sia

per le polizze della clientela che per le polizze Istituzionali.

La scelta strategica di aderire ad AssicuraGroup, che sostiene l’attività di Bancassicurazio-

ne di tutte le Casse Rurali Trentine, continua a dare buoni frutti con un ulteriore ampliamen-

to del catalogo prodotti della linea Sicuro. Nel corso del 2013 il listino è stato ampliato con

la polizza infortuni AssiYou e con polizza multigaranzia Assirisk, prodotto adatto alle piccole

aziende, artigiani, esercizi commerciali e professionisti.

Il prodotto Assihome, proposto dal 2011, mantiene un ottimo trend di vendita con 874 po-

lizze collocate per un totale di 191.864 euro di premi incassati. In totale tutti i prodotti della

linea Sicuro di AssicuraGroup nell’anno 2013 hanno raggiunto quota 1104 contratti con un

incremento del 20%.

A fine anno erano in essere 4.051 contratti mentre i premi incassati ammontavano a circa

18.020.000 euro (il dato comprende i premi relativi alle polizze vita finanziarie che nel 2013

hanno registrato una flessione). Il portafoglio assicurativo fornisce anche un positivo con-

tributo al conto economico; nel 2013 le provvigioni incassate ammontano ad euro 204.000

È importante sottolineare lo spirito del servizio: la Cassa Rurale ha inteso prima di tutto

rispondere ai bisogni dei clienti, attraverso una consulenza trasparente e responsabile. La

gamma dei prodotti assicurativi offerti è completa, di qualità ed è disponibile presso tutte

le filiali. Tutti i clienti che si assicurano presso la Cassa Rurale trovano vantaggi tangibili

sia nei prezzi che nelle condizioni contrattuali chiare e selezionate dai nostri specialisti. Le

consulenze a favore della clientela eseguite da quando esiste il Servizio Bancassicurazione

sono state oltre 650.

Per quanto concerne i sinistri, che sono il vero momento di verifica della bontà del contratto

stipulato, segnaliamo che nel 2013 sono stati 242, di cui 67 nel settore RC auto.

Ai Soci che si assicurano è riservato un trattamento particolare previsto dal progetto “Io-

Socio”.

6. SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI E GESTIONE DEI RISCHI

SISTEMA DEI CONTROLLI INTERNI

Con riferimento al sistema dei controlli interni della Banca, si rinvia a quanto riportato nella

parte E della nota integrativa.

LA GESTIONE DEI RISChI

La Banca nell’espletamento delle proprie attività si trova ad essere esposta a diverse tipo-

logie di rischio.

Sulla base di quanto previsto dalle vigenti disposizioni in materia, specifiche informazioni

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di carattere qualitativo e quantitativo sui rischi, sono fornite nell’ambito della “Parte E” della

Nota integrativa, dedicata alle “informazioni sui rischi e sulle relative politiche di copertura”

e alla quale si rimanda per una più compiuta trattazione.

La Banca, in ossequio alle disposizioni normative vigenti, ha definito un processo di valu-

tazione interna dell’adeguatezza della dotazione patrimoniale (Internal Capital Adeguacy

Assesement Process - ICAAP). Tale processo persegue la finalità di determinare, in ottica

sia attuale sia prospettica, il capitale complessivo necessario a fronteggiare tutti i rischi

rilevanti cui la Banca è esposta. Con riguardo ai rischi difficilmente quantificabili, nell’am-

bito del processo viene valutata l’esposizione agli stessi, sulla base di un’analisi che tiene

conto dei presidi esistenti, e sono predisposti i sistemi di controllo e di attenuazione ritenuti

adeguati in funzione della propensione al rischio definita.

La Banca determina il capitale interno complessivo mediante un approccio basato sull’uti-

lizzo di metodologie semplificate per la misurazione dei rischi quantificabili e si avvale di

linee guida per la gestione ed il monitoraggio degli altri rischi non quantificabili.

I rischi identificati dalla normativa sono, dunque, classificati in due tipologie: Q rischi quantificabili, in relazione ai quali la Banca si avvale di apposite metodologie di

determinazione del capitale interno: rischio di credito e controparte, rischio di mercato,

rischio operativo, rischio di concentrazione e rischio di tasso di interesse del portafoglio

bancario; Q rischi non quantificabili, per i quali, non essendosi ancora affermate metodologie robu-

ste e condivise di determinazione del relativo capitale interno, non viene determinato un

assorbimento patrimoniale, bensì vengono predisposti adeguati sistemi di controllo ed

attenuazione: rischio di liquidità, rischio residuo, rischio strategico, rischio di reputazio-

ne.

Ai fini della determinazione del capitale interno a fronte dei rischi quantificabili, la Banca

utilizza le metodologie di calcolo dei requisiti patrimoniali regolamentari per i rischi compre-

si nel I Pilastro (di credito, controparte, di mercato e operativo) e gli algoritmi semplificati

indicati dalla normativa per i rischi quantificabili rilevanti e diversi dai precedenti (concen-

trazione e tasso di interesse del portafoglio bancario).

Per quanto riguarda invece i rischi non quantificabili, come già detto, coerentemente con

le indicazioni fornite dalla Banca d’Italia nella citata normativa, la Banca ha predisposto

adeguati presidi interni di controllo e attenuazione. Nell’ambito delle attività di misurazione,

sono altresì definite ed eseguite prove di stress in termini di analisi semplificate di sensibi-

lità riguardo ai principali rischi assunti. La Banca effettua analisi semplificate di sensibilità

relativamente al rischio di credito, al rischio di concentrazione sul portafoglio crediti ed al

rischio di tasso di interesse sul portafoglio bancario, sulla base delle indicazioni fornite nel-

la stessa normativa e mediante l’utilizzo delle suddette metodologie semplificate di misu-

razione dei rispettivi rischi. I relativi risultati, opportunamente analizzati, conducono ad una

miglior valutazione dell’esposizione ai rischi stessi e conseguente determinazione del capi-

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tale interno, nonché del grado di vulnerabilità dell’azienda al verificarsi di eventi eccezionali

ma plausibili. Nel caso in cui l’analisi dei risultati degli stress test evidenzi l’inadeguatezza

dei presidi interni posti in essere, viene valutata l’opportunità di adottare appropriate misu-

re di integrazione, anche in termini di stanziamento di specifici buffer addizionali di capitale.

INFORMAZIONI SULLA CONTINUITà AZIENDALE, SUI RISChI FINANZIARI,

SULLE VERIFIChE PER RIDUZIONE DI VALORE DELLE ATTIVITà

E SULLE INCERTEZZE NELL’UTILIZZO DI STIME.

Con riferimento al documento Banca d’Italia, Consob e Isvap n.2 del 6 febbraio 2009, re-

lativo alle informazioni da fornire nelle relazioni finanziarie sulle prospettive aziendali, con

particolare riferimento alla continuità aziendale, ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzio-

ne di valore delle attività (impairment test) e alle incertezze nell’utilizzo delle stime, il Con-

siglio di Amministrazione conferma di avere la ragionevole aspettativa che la banca possa

continuare la propria operatività in un futuro prevedibile e attesta pertanto che il bilancio

dell’esercizio è stato predisposto in tale prospettiva di continuità.

Nella struttura patrimoniale e finanziaria della Banca e nell’andamento operativo non sus-

sistono elementi o segnali che possano indurre incertezze sul punto della continuità azien-

dale.

Per l’informativa relativa ai rischi finanziari, alle verifiche per riduzione di valore delle atti-

vità e alle incertezze nell’utilizzo di stime si rinvia alle informazioni fornite nella presente

relazione, a commento degli andamenti gestionali, e/o nelle specifiche sezioni della Nota

Integrativa.

7. LE ALTRE INFORMAZIONI

7.1 CRITERI SEGUITI NELLA GESTIONE SOCIALE PER IL CONSEGUIMENTO DELLO SCOPO MUTUALISTICO DELLA SOCIETA’ COOPERATIVA AI SENSI DELL’ART. 2 DELLA LEGGE 59/1992 E DELL’ART. 2545 DEL CODICE CIVILE

Collegamento con la base sociale e con i membri delle comunità locali

Nel corso del 2013 sono stati numerosi i momenti di incontro con la base sociale e con i

membri delle comunità locali. I soci sono stati convocati all’assemblea, che si è tenuta il 27

aprile 2013 e che ha visto la partecipazione diretta o con delega di 1259 soci. L’assemblea

è stata preceduta dalle pre-assemblee, che si sono svolte in tutti i paesi.

Inoltre sono stati organizzati importati momenti come quello del 6 dicembre per il “Benve-

nuto ai nuovi soci”.

Nel nostro agire quotidiano, la presenza del Socio ci sostiene e ci garantisce dinamismo e

voglia di migliorare.

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Ecco alcuni prodotti e servizi studiati per i nostri soci: Q Conti correnti a loro esclusivamente riservati:

- conto corrente “IoSocio”: caratterizzato dalla massima convenienza nelle condizioni

applicate e dalla trasparenza, semplicità e chiarezza nei contenuti. Il conto corrente

offre opportunità davvero interessanti e permette di usufruire appieno delle facilitazioni

riservate ai Soci;

- conto corrente “IoSocio POP”: dedicato al Socio che, accanto al servizio tradizionale,

desidera utilizzare Internet, cellulare e carte bancomat per consultare ed effettuare le

operazioni bancarie sul proprio conto. Q Finanziamenti a condizioni vantaggiose rispetto ai clienti non Soci. In particolare ricor-

diamo:

- finanziamenti dedicati per i mutui casa o per spese sanitarie;

- condizioni particolari sul credito personale (“Mondoarate”);

- finanziamenti per sostenere gli investimenti in energie alternative, a favore della tutela

ambientale (“EcoFormula”).

Per quanto riguarda i vantaggi di carattere extra bancario, la Cassa Rurale offre ai propri

Soci diverse opportunità: Q nell’ambito dello studio:

- premio per la conclusione del ciclo di studi medio superiori o universitari con brillanti

risultati. Dell’iniziativa, riservata ai Soci e ai loro figli, per l’anno scolastico 2012/2013

hanno beneficiato 31 studenti. Sono stati premiati in particolare 12 qualifiche pro-

fessionali, 17 diplomi di maturità, 19 diplomi universitari e 6 diplomi di laurea. Il pre-

mio consiste nella partecipazione ad un viaggio di tre giorni in una capitale europea,

quest’anno è stata scelta Dublino, o la partecipazione ad un corso formativo “Job-

trainer”. Ai richiedenti, se non già appartenenti alla compagine sociale, è stata inoltre

offerta la possibilità di diventare Soci della Cassa Rurale versando una cifra simbolica

di € 50 anziché € 223; la differenza è colmata da uno speciale contributo previsto

all’interno dell’iniziativa. hanno scelto di usufruire di questa opportunità 24 studenti

premiati;

- borse di studio per percorsi di studio all’estero. L’iniziativa è riservata agli studenti di

scuola media superiore, Soci e figli di Soci, che frequenteranno un percorso scolasti-

co all’estero o agli studenti universitari ammessi al programma Socrates Erasmus o

comunque impegnati per esperienze all’estero. Per il bando 2013 i beneficiari dell’ini-

ziativa sono stati complessivamente 18, tutti studenti universitari. A 11 di loro è stata

assegnata una borsa di studio di € 1.000 mentre ad 7 è stata assegnata la borsa di

€ 750 in quanto il periodo di permanenza all’estero è stato inferiore a 6 mesi. Anche

in questo caso è stata data ai beneficiari la possibilità di diventare soci della Cassa

Rurale alla cifra simbolica di € 50. hanno usufruito di questa opportunità 3 studenti. Q nell’ambito assicurativo:

- le convenzioni stipulate con le compagnie assicurative consentono di offrire ai Soci

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coperture assicurative di alto livello a condizioni particolarmente vantaggiose;

- polizza degenza ospedaliera con premio dimezzato a soli € 12 annui. Q in altri ambiti:

- proposte per socializzare nel tempo libero. Tariffe vantaggiose sui viaggi organizzati

dalla Cassa Rurale riservate ai Soci e familiari;

- convenzioni varie. Sono state stipulate alcune convenzioni che consentono ai Soci

di beneficare di tariffe scontate (assistenza fiscale, abbonamenti a spettacoli teatrali,

abbonamenti a riviste, ecc.);

- l’iniziativa “Benvenuto ai Nuovi Nati”, rivolta ai nostri Soci, prevede un regalo alla na-

scita di un figlio che consiste nell’apertura di un libretto di risparmio con un versamen-

to di 50 euro, intestato al minore, e la consegna di un regalo per la neo mamma. Sono

stati 29 i premiati nel corso del 2013;

- Progetto Open You Mind. Si tratta di un progetto di sensibilizzazione e consulenza per

l’esperienze all’estero di studenti e giovani in generale;

- Progetto helloFiemme, avviato a fine anno, con l’intento di lanciare uno spazio di

coworking nella nostra sede di Tesero, a favore dei giovani valligiani. Per lanciare e far

conoscere lo spazio lavorativo condiviso partirano una serie di iniziative, tra le quali

un percorso formativo sullo storytelling, dove, come laboratorio, saranno raccontate

le storie di alcune aziende di Fiemme e poi una serie di serate informative e culturali

legate principalmente all’imprenditoria giovanile.

La comunicazione delle iniziative relative al Progetto IoSocio viene costantemente assicu-

rata attraverso il rapporto quotidiano fra i Soci e il nostro personale, ma anche attraverso il

periodico “Crescere Insieme” ed il sito internet www.cr-fiemme.net.

Nel corso dello scorso anno sono usciti tre numeri del nostro periodico “Crescere Insie-

me”. Questo ormai collaudato e apprezzato strumento di informazione e di collegamento

con soci e clienti continua a riscuotere un ottimo gradimento che ci stimola a continuare

sulla strada intrapresa.

Con il nuovo progetto “Club Opera” si intende sviluppare una relazione diretta con le azien-

de clienti, puntando sulla valorizzazione del nostro apporto consulenziale e sulla sensibiliz-

zazione verso tematiche legate al buon governo delle imprese quali: finanza straordinaria,

aspetti fiscali, gestione delle risorse umane, aspetti amministrativi e normativi.

COLLEGAMENTO CON L’ECONOMIA LOCALE E IMPEGNO PER IL SUO SVILUPPO

La Cassa Rurale, in quanto banca a responsabilità sociale, è particolarmente impegnata

nel sostenere la Comunità locale e le diverse associazioni, enti e istituzioni che operano

sul territorio.

Costante è l’impegno per lo sviluppo dell’economia locale, in via principale attraverso l’of-

ferta di un’assistenza bancaria particolare e personalizzata con l’applicazione delle più

vantaggiose condizioni praticabili.

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Ponendo la massima attenzione al servizio e alla relazione, la Cassa Rurale si muove in più

direzioni: Q facendo leva sulla formazione del personale, con l’obiettivo di fornire strumenti per ele-

vare non soltanto il grado di professionalità e competenza, ma anche la cortesia e l’at-

tenzione riservata ai clienti; Q ampliando le modalità di contatto con la clientela utilizzando i canali tradizionali e quelli

più innovativi, e razionalizzando la programmazione delle visite esterne attraverso la set-

torizzazione e la gestione dei piani d’azione dei consulenti; Q potenziando la rete commerciale per assicurare alle nostre imprese un supporto consu-

lenziale a tutto tondo; Q ricercando autonomamente e con l’ausilio delle strutture centrali (Cassa Centrale Banca,

Phoenix Informatica e Federazione Trentina della Cooperazione) le miglior partnership

possibili per l’offerta di prodotti e servizi utili a soci e clienti.

Particolare attenzione nella gestione sociale della Cassa Rurale è stata rivolta all’educa-

zione al risparmio, alla promozione ed allo sviluppo della cooperazione. Ricordiamo a tal

proposito l’iniziativa “Risparmiolandia” ripetuta anche nel 2013 e che ha coinvolto gli alunni

delle classi quarte e quinte delle scuole elementari. Inoltre è proseguito il concorso a punti

denominato “Premiolandia” per premiare il risparmio dei ragazzi con due bollini ogni 10

euro versati nel libretto. L’accumulo dei punti da diritto a scegliere i premi in catalogo. Il

concorso è rivolto ai ragazzi compresi fra i 3 e i 10 anni compiuti.

Manteniamo una forte relazione e collaborazione anche con le scuole superiori, garanten-

do la nostra presenza in moduli formativi e offerte di stage. Siamo inoltre stati partner del

progetto “Alcooperiamo”, che ha visto nascere una cooperativa scolastica che ha svolto

un’attività di peer-education sul problema dell’alcolismo giovanile. Riguardo alle condotte

a rischio siamo intervenuti economicamente in diversi altri progetti promossi dalle scuole

locali, progettati e realizzati da Alessandro Arici.

È continuata l’azione di sensibilizzazione previdenziale e la consulenza sui prodotti della

previdenza integrativa sia nei confronti dei privati che delle aziende. Ricordiamo che in

base ad uno specifico accordo provinciale sottoscritto con Itas, le Casse Rurali Trentine

collocano il prodotto Pensplan.

La Cassa aderisce al progetto provinciale “Solidea” ed alla Banca Etica.

La Cassa Rurale eroga consistenti risorse per iniziative di carattere sociale, culturale, as-

sistenziale, sportivo, di tutela dell’ambiente, con lo scopo di migliorare la qualità della vita

delle proprie comunità. Fra le tante ci preme ricordare la collaborazione e il supporto a

Fiemme Eventi, un comitato costituito appositamente per la gestione dei grandi eventi della

Valle, positiva esperienza di rete territoriale. Particolare soddisfazione nasce inoltre dalla

dinamica collaborazione istituita con lo Spazio Giovani in merito ai piani giovani compren-

soriali.

Continua la partecipazione al club “Fiemme Piace” che aggrega le aziende della valle e

che si pone come principali obbiettivi la valorizzazione dei valori riconosciuti come distintivi

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per l’eccellenza della valle è cioè: Passione, Innovazione, Appartenenza, Competenza ed

Ecosostenibilità, da qui l’acronimo PIACE.

Nel corso dell’anno sono poi state organizzate una serie di tavole rotonde con le diverse

categorie economiche per un confornto diretto con il nostro consiglio di amministrazione.

POLIZZE ASSICURATIVE A FAVORE DI SOCI E CLIENTI

Sono state rinnovate anche per il 2013 le polizze assicurative collettive contratte diretta-

mente dalla Cassa Rurale a favore di Soci e clienti. Si tratta della polizza morte/infortuni,

della polizza clonazione/uso fraudolento delle carte bancomat e delle carte di credito e

della polizza ricovero ospedaliero.

Quest’ultima è stata utilizzata nel corso del 2013 in 250 casi per un totale di 3.305 notti in

ospedale. Gli indennizzi corrisposti ammontano a 64.081 euro. Tutti gli aderenti hanno di-

ritto ad una diaria in caso di ricovero da infortunio o malattia semplicemente presentando il

certificato emesso dall’ospedale, senza bisogno di altra documentazione sanitaria. Questa

estrema semplicità di attivazione è indubbiamente un’esclusiva della polizza della Cassa

Rurale di Fiemme.

La polizza uso fraudolento e clonazione delle carte, che permette l’utilizzo dei sistemi di

pagamento elettronico con assoluta tranquillità, è stata attivata nel 2013 in 10 casi, con

piena soddisfazione dei clienti che hanno ricevuto indennizzi per 19.804 euro

La spesa totale sostenuta dalla Cassa Rurale per tutti questi contratti assicurativi è stata

pari a 187.900 euro.

SVILUPPO DELL’IDEALE COOPERATIVO E COLLEGAMENTO

CON LE ALTRE COMPONENTI DEL MOVIMENTO

La Cassa Rurale di Fiemme collabora in termini strategici e operativi con il mondo della

cooperazione, nel quale è attivamente inserita.

Complessivamente la Cassa Rurale ha investito € 5.775.234 nella capitalizzazione degli

organismi di categoria (società che producono servizi e offrono prodotti) ed in società

che promuovono il territorio, come si può facilmente riscontrare dal dettaglio delle nostre

partecipazioni:

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SOCIETà PARTECIPATAN° azioni detenute

Valore nominale

Valore di bilancio

Var. %

Cassa Centrale Banca S.p.A. 10 52 518,88 94,63%

Centrale Finanziaria Nord Est S.p.A. 5.039.007 1 5.039.007,00 -3,49%

I.C.C.R.E.A. holding S.p.A. 1.816 52 90.437,76 -3,49%

Fondo Comune delle CR Trentine S.c.r.l. 16.254 0 83.908,40 -3,49%

Federazione Tretina della Cooperazione S.c.r.l. 1 100 5.100,02 -3,49%

Fondo Garanzia Deposiotanti 2 516 1.032,90 -3,49%

Assimoco S.p.A. 103.129 1 133.869,96 -3,49%

Visa Europe Limited 1 10 10,00 -3,49%

A.P.T. Val di Fiemme 5.000 1 5.000,00 -3,49%

Predazzo Eventi 10.000 1 10.000,00 -3,49%

Cooperativa Mandacarù 7 50 350,00 -3,49%

Formazione Lavoro S.C.p.A. 10 500 6.000,00 -3,49%

Finanziaria Trentina della Cooperazione 400.000 1 400.000,00 -3,49%

La Cassa Rurale inoltre partecipa attivamente negli organismi di categoria con propri espo-

nenti e questo favorisce la circolarità delle informazioni e delle esperienze, nonché la con-

divisione nella formulazione delle strategie e nella loro traduzione in linee operative. Tale

partecipazione consente anche di fungere da stimolo e richiamo agli stessi organismi cen-

trali per una costante risposta alle necessità delle Casse Rurali, nel rispetto dei valori e dei

principi del movimento cooperativo.

La Cassa partecipa con propri rappresentanti a numerose commissioni o gruppi di lavoro

ed alle altre iniziative di studio in corso da parte degli organismi centrali del movimento

cooperativo trentino (Federazione, Cassa Centrale, Phoenix Informatica, IBT Informatica

Bancaria Trentina, Fondo comune, Assicura servizi assicurativi bancari, IBFin, ecc.).

SVILUPPO DELL’IMPRESA COOPERATIVA E PRINCIPI MUTUALISTICI

Ai sensi dell’art. 2, 1° comma della Legge 31 gennaio 1992 n. 59, il Consiglio di Amministra-

zione indica riassuntivamente i criteri seguiti nella gestione sociale per il conseguimento

degli scopi statutari in conformità col carattere cooperativo della Società. A tal fine precisa

quanto segue: Q nella raccolta del risparmio, nell’esercizio del credito ed in tutte le operazioni e servizi

bancari, è stato costantemente perseguito il fine di migliorare le condizioni economiche

di tutti i membri della comunità e dei Soci attraverso l’esercizio della funzione creditizia e

dei servizi finanziari alle più vantaggiose condizioni praticabili; Q è stato perseguito il miglioramento delle condizioni economiche, morali e culturali della

comunità attraverso un costante sostegno finanziario alle attività imprenditoriali e alle

famiglie. Inoltre è stato assicurato un costante appoggio alle iniziative sociali e culturali

della comunità e alle numerose associazioni locali. I diversi interventi effettuati in corso

d’esercizio ammontano a complessivi 471.000 euro.

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7.2 INFORMAZIONI SULLE RAGIONI DELLE DETERMINAZIONI ASSUNTE CON RIGUARDO ALL’AMMISSIONE DEI NUOVI SOCI AI SENSI DELL’ART. 2528 DEL CODICE

La compagine sociale al 31.12.2013 contava 4.877 soci rispetto ai 4.807 di fine 2012. Nello

specifico vi sono stati 129 nuovi entrati, (di cui 32 sono stati i subentri) e 59 i soci usciti. Di

questi 2 sono usciti per recesso, 34 sono deceduti mentre 23 sono stati esclusi con delibe-

ra del Consiglio di Amministrazione in base all’articolo 14, comma 2, lettera a) dello Statuto.

L’incremento complessivo quindi è stato di 70 nuovi soci, pari all’1,45%.

2013

Fil.

Pre

daz

zo

Fil.

Zia

no

Fil.

Tes

ero

Fil.

Pan

chià

Fil.

Cas

tello

Fil.

Mo

lina

Fil.

Cap

rian

a

Fil.

Val

flo

rian

a

TO

TAL

E

Soci al 1.01.2013 1.551 553 1.161 257 461 388 236 200 4.807

Soci entrati 2013 51 20 19 10 6 9 7 7 129

Soci usciti 2013 15 5 6 2 4 1 3 59

Soci esclusi (art.14) 12 5 1 5 23

Soci al 31.12.2013 1575 568 1169 265 466 393 237 204 4.877

Variaz. % 1,5% 2,6% 0,7% 3,0% 1,0% 1,3% 0,5% 2,0% 1,5%

Variaz. % senza esclusi 2,3% 2,6% 1,1% 3 % 1,2% 1,3% 2,50% 2,0% 1,9%

Anche nel 2013 si è quindi assistito ad una

crescita del numero dei Soci in tutti i paesi del

nostro territorio. La componente femminile è

in costante aumento e rappresenta il 36,54%

della compagine sociale mentre i soci di età

compresa fra i 18 e i 40 anni rappresentano il

18,80%. L’età media dei soci è leggermente

aumentata a 57,5 anni. Il sovrapprezzo versa-

to dai nuovi soci è rimasto invariato rispetto al

2012. Le attività di rischio con soci o garantite

da soci, ammontano al 69,84% delle attività di

rischio complessive.

8. FATTI DI RILIEVO INTERVENUTI DOPO LA CHIUSURA DI ESERCIZIO

Successivamente alla chiusura del bilancio non si rilevano fatti o accadimenti particolari

che meritino di essere segnalati ai Soci.

SOCI

2009

4.584

4.704 4.728

4.807

4.877

2010 2011 2012 2013

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9. INFORMATIVA SULLE OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE

Le informazioni sui rapporti con parti correlate sono riportate nella parte h “operazioni con

parti correlate” della nota integrativa, cui si fa rinvio.

In aggiunta al contenuto della Nota Integrativa di bilancio, fornito tenendo conto di quanto

previsto dallo IAS 24, a seguito del 9° aggiornamento della Circolare 263/06 (disciplina

prudenziale in materia di attività di rischio e conflitti di interesse nei confronti di soggetti

collegati), è necessario fornire un’ulteriore informativa all’Assemblea con riferimento alle

operazioni di maggiore rilevanza sulle quali la Commissione degli Amministratori Indipen-

denti e/o il Collegio Sindacale abbiano reso parere negativo o formulato rilievi. Si evidenzia

che non sono state compiute operazioni della specie.

Si comunica inoltre che, la banca ha interpretato le Politiche in materia di controlli sulle attività

di rischio e sui conflitti di interesse nei confronti dei soggetti collegati, esplicitamente previste

dalle disposizioni di Vigilanza, come l’insieme delle Delibere, dei Regolamenti e delle Dele-

ghe già presenti in banca. Si comunica all’Assemblea che detti documenti sono stati oppor-

tunamente integrati ove necessario per renderli conformi alla novellata normativa.

10. EVOLUZIONE PREVEDIBILE DELLA GESTIONE

Il Consiglio di Amministrazione ha approvato nel mese di gennaio il budget per il corrente

esercizio. Per quanto riguarda le masse intermediate si stima un contenimento degli impie-

ghi pari al 2% ed un aumento contenuto della raccolta pari all’1%.

Il nostro margine di interesse risentirà ancora positivamente della leva finanziaria sulle ope-

razioni LTRO impostate con la BCE, mentre la forbice fra tassi attivi e passivi alla clientela

dovrebbe leggermente ampliarsi.

Grande attenzione continuerà ad essere data agli indicatori andamentali del portafoglio

crediti, la cui evoluzione qualitativa condizionerà, attraverso le svalutazioni, anche il 2014.

Comunque stimiamo per l’anno corrente un utile d’esercizio in aumento.

11. PROGETTO DI DESTINAZIONE DEGLI UTILI DI ESERCIZIO

L’utile di esercizio ammonta ad € 797.892,18 e si propone all’Assemblea di ripartirlo nel

seguente modo: Q alla riserva legale € 623.955,41 (pari al 78,20%) Q ai fondi mutualistici per la promozione € 23.936,77 (pari al 3,00%)e lo sviluppo della cooperazione

Q a fini di beneficenza o mutualità € 150.000,00 (pari al 18,80%)

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62

Signori Soci,

il consuntivo 2013 testimonia certamente la persistenza di un contesto ancora difficile, ma

anche la buona capacità di tenuta della Cassa Rurale e la sua rassicurante solidità patrimo-

niale.

Il Consiglio di Amministrazione si è impegnato per trovare un non facile equilibrio fra volontà

di sostegno economico al territorio e necessità di garantire alla banca un’adeguata coper-

tura dei rischi connessi all’intermediazione creditizia.

Il risultato raggiunto ci lascia moderatamente soddisfatti. Siamo però consapevoli che solo

conservando le nostre peculiarità, solo mantenendo viva la relazione con i Soci e con il ter-

ritorio, solo attuando una sana e prudente gestione che preservi la solidità aziendale come

condizione necessaria alla mutualità, solo operando all’interno di un forte gruppo provinciale

e nazionale la nostra Cassa potrà essere strumento di crescita della nostra comunità e potrà

mantenere la propria funzione di volano economico locale.

Nell’attesa di poter scorgere i primi segnali dell’auspicata ripresa ci aspetta ancora un cam-

mino impegnativo, ma se sapremo restare uniti, con fiducia, tenacia e spirito di cooperazio-

ne, confidiamo di avviarci insieme verso tempi migliori.

Cari Soci,

prima di concludere, desideriamo rivolgere il nostro sincero ringraziamento alla direzione ed

a tutto il personale per l’impegno e la passione che profondono nel loro quotidiano operare.

Un grazie sentito anche al Collegio dei Sindaci, che con professionalità vigila sull’attività

societaria. Rivolgiamo inoltre un sincero apprezzamento alla Banca d’Italia ed ai nostri Or-

ganismi Centrali per le indicazioni ed i suggerimenti che ci consentono di migliorare il nostro

servizio.

A voi Soci ed a tutti i clienti, infine, va la nostra gratitudine per la preferenza accordataci, per

la costante vicinanza, per la fiducia che ci dimostrate.

Ciò premesso proponiamo al Vostro esame ed alla Vostra approvazione il bilancio dell’eser-

cizio chiuso il 31 dicembre 2013, come esposto nella documentazione di stato patrimoniale,

conto economico, nota integrativa.

Tesero, 31 marzo 2014

IL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE

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BILANCIO AL 31 dICemBre 2013

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VOCI DELL'ATTIVO dicembre 2013

dicembre 2012

10. Cassa e disponibilità liquide 3.356.817 3.195.128

20. Attività finanziarie detenute per la negoziazione

730.800 1.130.972

30. Attività finanziarie valutate al fair value

2.608.585 3.277.107

40. Attività finanziarie disponibili per la vendita

178.455.832 174.919.248

50. Attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- -

60. Crediti verso banche 40.291.940 18.619.301

70. Crediti verso clientela 375.713.450 402.680.234

80. Derivati di copertura - -

90. Adeguamento di valore delle attività finanziarie oggetto di copertura generica ()

- -

100. Partecipazioni - -

110. Attività materiali 6.497.716 6.552.717

120. Attività immateriali 1.478 5.248

di cui: - avviamento - -

130. Attività fiscali 3.542.667 1.275.318

a) correnti 340.802 245.041

b) anticipate 3.201.865 1.030.277

- di cui alla L. 214/2011 2.943.236 673.074

140. Attività non correnti e gruppi di attività in via di dismissione

- -

150. Altre attività 2.221.274 1.500.854

Totale dell'attivo 613.420.559 613.156.126

Scostamento annuo

Valore assoluto

Valore percentuale

161.689 5,06%

-400.172 -35,38%

-668.522 -20,40%

3.536.584 2,02%

- nc

21.672.639 116,40%

-26.966.784 -6,70%

- nc

- nc

- nc

-55.001 -0,84%

-3.770 -71,84%

- nc

2.267.349 177,79%

95.761 39,08%

2.171.588 210,78%

2.270.162 337,28%

- nc

720.420 48,00%

264.433 0,04%

STATO PATRIMONIALE - ATTIVO

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VOCI DEL PASSIVO E DEL PATRIMONIO NETTO

dicembre 2013

dicembre 2012

10. Debiti verso banche 95.404.846 95.529.295

20. Debiti verso clientela 166.958.081 161.390.930

30. Titoli in circolazione 240.943.041 243.520.109

40. Passività finanziarie di negoziazione

297.624 418.250

50. Passività finanziarie valutate al fair value

19.068.621 19.523.646

60. Derivati di copertura 206.314 302.351

70. Adeguamento di valore delle passività finanziarie oggetto di copertura generica ()

- -

80. Passività fiscali 2.723.209 3.290.491

a) correnti 830.214 669.582

b) differite 1.892.995 2.620.909

90. Passività associate ad attività in via di dismissione

- -

100. Altre passività 8.670.882 9.318.896

110. Trattamento di fine rapporto del personale

360.307 372.645

120. Fondi per rischi e oneri 626.379 586.605

a) quiescenza e obblighi simili - -

b) altri fondi 626.379 586.605

130. Riserve da valutazione 2.901.654 4.234.135

140. Azioni rimborsabili - -

150. Strumenti di capitale - -

160. Riserve 74.068.338 72.007.203

165. Acconti su dividendi (-) - -

170. Sovrapprezzi di emissione 380.659 361.220

180. Capitale 12.712 12.526

190. Azioni proprie (-) - -

200. Utile (Perdita) d'esercizio () 797.892 2.287.823

Totale del passivo e del patrimonio netto

613.420.559 613.156.126

Scostamento annuo

Valore assoluto

Valore percentuale

-124.449 -0,13%

5.567.151 3,45%

-2.577.068 -1,06%

-120.626 -28,84%

-455.025 -2,33%

-96.037 -31,76%

- nc

-567.282 -17,24%

160.632 23,99%

-727.914 -27,77%

- nc

-648.014 -6,95%

-12.338 -3,31%

39.774 6,78%

- nc

39.774 6,78%

-1.332.481 -31,47%

- nc

- nc

2.061.135 2,86%

- nc

19.439 5,38%

186 1,48%

- nc

-1.489.931 -65,12%

264.433 0,04%

STATO PATRIMONIALE - PASSIVO

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CONTO ECONOMICO

VOCI dicembre 2013

dicembre 2012

10. Interessi attivi e proventi assimilati

21.807.266 22.145.257

20. Interessi passivi e oneri assimilati

(10.568.496) (10.434.974)

30. Margine di interesse 11.238.770 11.710.283

40. Commissioni attive 3.535.489 3.548.389

50. Commissioni passive (530.013) (504.639)

60. Commissioni nette 3.005.476 3.043.750

70. Dividendi e proventi simili 127.388 161.632

80. Risultato netto dell'attività di negoziazione

(33.624) (51.320)

90. Risultato netto dell'attività di copertura

(4.505) 2.238

100. Utili (perdite) da cessione o riacquisto di:

5.214.327 567.673

a) crediti - -

b) attività finanziarie disponibili per la vendita

5.194.553 528.474

c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- -

d) passività finanziarie 19.774 39.199

110. Risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value

78.703 58.483

120. Margine di intermediazione 19.626.535 15.492.739

130. Rettifiche/riprese di valore nette per deterioramento di:

(8.926.921) (3.342.589)

a) crediti (8.926.921) (3.342.589)

b) attività finanziarie disponibili per la vendita

- -

c) attività finanziarie detenute sino alla scadenza

- -

d) altre operazioni finanziarie - -

Scostamento annuo

Valore assoluto

Valore percentuale

(337.991) -1,53%

(133.522) 1,28%

(471.513) -4,03%

(12.900) -0,36%

(25.374) 5,03%

(38.274) -1,26%

(34.244) -21,19%

17.696 -34,48%

(6.743) -301,30%

4.646.654 818,54%

- 0,00%

4.666.079 882,93%

- nc

(19.425) -49,55%

20.220 34,57%

4.133.796 26,68%

(5.584.332) 167,07%

(5.584.332) 167,07%

- nc

- nc

- nc

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67

VOCI dicembre 2013

dicembre 2012

140. Risultato netto della gestione finanziaria

10.699.614 12.150.150

150. Spese amministrative: (10.368.349) (9.733.455)

a) spese per il personale (5.857.295) (5.612.038)

b) altre spese amministrative (4.511.054) (4.121.417)

160. Accantonamenti netti ai fondi per rischi e oneri

(84.831) (25.975)

170. Rettifiche/riprese di valore nette su attività materiali

(499.085) (552.339)

180. Rettifiche/riprese di valore nette su attività immateriali

(3.770) (5.718)

190. Altri oneri/proventi di gestione 1.383.998 1.010.101

200. Costi operativi (9.572.037) (9.307.386)

210. Utili (Perdite) delle partecipazioni

- -

220. Risultato netto della valutazione al fair value delle attività materiali e immateriali

- -

230. Rettifiche di valore dell'avviamento

- -

240. Utili (Perdite) da cessione di investimenti

(616) (3.986)

250. Utile (Perdita) della operatività corrente al lordo delle imposte

1.126.961 2.838.778

260. Imposte sul reddito dell'esercizio dell'operatività corrente

(329.069) (550.955)

270. Utile (Perdita) della operatività corrente al netto delle imposte

797.892 2.287.823

280. Utile (Perdita) dei gruppi di attività in via di dismissione al netto delle imposte

- -

290. Utile (Perdita) d'esercizio 797.892 2.287.823

Scostamento annuo

Valore assoluto

Valore percentuale

(1.450.536) -11,94%

(634.894) 6,52%

(245.257) 4,37%

(389.637) 9,45%

(58.856) 226,59%

53.254 -9,64%

1.948 -34,07%

373.897 37,02%

(264.651) 2,84%

- nc

- nc

- nc

3.370 -84,55%

(1.711.817) -60,30%

221.886 -40,27%

(1.489.931) -65,12%

- nc

(1.489.931) -65,12%

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PRESTITI

2009

387

406

2010

410

2011

406

2012

378

2013

PATRIMONIO

2009

67,8 68,3

2010

69,2

2011

76,7

2012

77,4

2013

RACCOLTA COMPLESSIVA

2009

522

539

2010

531

2011

521

2012

530

2013

RACCOLTA DIRETTA

2009

413421

2010

418

2011

424

2012

427

2013

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RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALEAL BILANCIO ChIUSO AL 31 DICEMBRE 2013

AI SENSI DELL’ARTICOLO 2429, SECONDO COMMA, DEL CODICE CIVILE

Signori soci,

Vi relazioniamo circa l’attività da noi svolta durante l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2013.

Come già per i passati esercizi il Collegio Sindacale ha svolto i compiti che gli sono de-

mandati dalla Legge, dallo Statuto e dalle vigenti Istruzioni di vigilanza. I compiti connessi

alla revisione legale dei conti sono svolti, in conformità a quanto disposto dalla L.R. n. 5

del 9 luglio 2008 e dal D.Lgs. n. 39 del 27 gennaio 2011, dalla Federazione Trentina della

Cooperazione S.c..

In generale, l’attività del Collegio Sindacale si è svolta attraverso: Q periodiche visite presso le sedi della società, nel corso delle quali vi è stato anche uno

scambio di informazioni con i revisori incaricati del controllo legale dei conti oltre che

con i responsabili delle altre strutture organizzative che assolvono funzioni di controllo.

In particolare, costanti sono stati i rapporti con l’internal audit, il controllo dei rischi e la

funzione di compliance, a seguito dei quali sono state regolarmente acquisite e visionate

le rispettive relazioni; Q la costante partecipazione alle riunioni del Consiglio di Amministrazione ed a quelle del

Comitato Esecutivo, nel corso delle quali abbiamo acquisito informazioni sull’attività

svolta dalla Società e sulle operazioni di maggiore rilevanza patrimoniale, finanziaria,

economica ed organizzativa. Abbiamo anche ottenuto informazioni, laddove necessario,

sulle operazioni svolte con parti correlate, secondo quanto disposto dalla normativa di

riferimento. In base alle informazioni ottenute, il Collegio sindacale ha potuto verificare

che le azioni deliberate e poste in essere sono conformi alla legge e allo Statuto sociale e

che non appaiono manifestatamene imprudenti, azzardate, in potenziale conflitto di inte-

ressi o in contrasto con le deliberazioni assunte dall’Assemblea o tali da compromettere

l’integrità del patrimonio.

Tutta l’attività di cui sopra è documentata analiticamente nei verbali delle riunioni del Colle-

gio Sindacale, conservati agli atti della società.

Particolare attenzione è stata riservata al rispetto della legge e dello statuto sociale.

Al riguardo, si comunica che nel corso dell’esercizio non sono pervenute al Collegio de-

nunce di fatti censurabili ai sensi dell’articolo 2408 del Codice Civile, nè sono emerse

irregolarità nella gestione o violazioni delle norme disciplinanti l’attività bancaria, tali da

richiedere la segnalazione alla Banca d’Italia ai sensi dell’articolo 52 del D.Lgs. 1 settembre

1993 n. 385.

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Sotto il profilo della gestione dei rapporti con la clientela, il Collegio ha verificato che nel

corso del 2013 sono pervenuti all’apposito ufficio interno n. 4 reclami i quali hanno ricevuto

regolare riscontro nei termini previsti.

Per quanto concerne i reclami della clientela attinenti alla prestazione dei servizi di inve-

stimento, il Collegio Sindacale ha preso atto dalla relazione della funzione di Compliance,

presentata agli Organi aziendali ai sensi dell’art. 16 del Regolamento Congiunto Banca

d’Italia e Consob e della situazione complessiva dei reclami ricevuti. Attesta inoltre che nel

corso del 2013 non sono pervenuti alla cassa nuovi reclami.

Non risultano pendenti denunce ed esposti innanzi alle competenti autorità di vigilanza.

Il Collegio ha inoltre vigilato sull’osservanza delle norme in materia di antiriciclaggio, non

rilevando violazioni da segnalare ai sensi dell’articolo 52 del D.Lgs. 231/2007.

In sintesi, nulla di significativo è stato rilevato in contrasto con norme di legge o di statuto,

ad eccezione di fatti o situazioni rientranti nella “fisiologia” dei processi e comunque di en-

tità marginale. Le osservazioni del Collegio ai responsabili delle funzioni interessate, hanno

trovato di regola, puntuale accoglimento.

Per quanto riguarda il rispetto dei principi di corretta amministrazione, le partecipazioni

alle riunioni degli organi amministrativi hanno permesso di accertare che gli atti deliberativi

e programmatici sono in sintonia con i principi di sana e prudente gestione, di tutela del

patrimonio della Cassa e con le scelte strategiche adottate. Atti e provvedimenti sono stati

diretti al potenziamento della struttura aziendale, al miglioramento dell’attività nei vari set-

tori operativi ed al conseguimento degli obiettivi perseguiti.

Non sono emerse anomalie sintomatiche di disfunzioni nell’amministrazione o nella dire-

zione della società.

In tema di controllo sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile

adottato dalla società, sono stati oggetto di verifica - anche attraverso la costante colla-

borazione con le altre funzioni di controllo - il regolare funzionamento delle principali aree

organizzative e l’efficienza dei vari processi, constatando l’impegno della Cassa nel perse-

guire la razionale gestione delle risorse umane ed il costante affinamento delle procedure.

Si è potuto constatare, in particolare, che il sistema dei controlli interni risulta adeguato e

che lo stesso si avvale anche di idonee procedure informatiche. Nel valutare il sistema dei

controlli interni, è stata posta attenzione all’attività di analisi sulle diverse tipologie di rischio

e sulle modalità per il loro governo, con specifica attenzione al processo interno di deter-

minazione dell’adeguatezza patrimoniale (ICAAP).

Il sistema informativo, infine, garantisce adeguati standard di sicurezza anche sotto il pro-

filo della protezione dei dati personali trattati. In conclusione, non è emersa l’esigenza di

apportare modifiche sostanziali all’assetto dei sistemi e dei processi sottoposti a verifica.

Infine, in ottemperanza alle disposizioni di cui all’articolo 2 della Legge 59/92 e dell’articolo

2545 del Codice Civile si condividono i criteri seguiti dal Consiglio di Amministrazione nella

gestione sociale per il conseguimento degli scopi statutari in conformità con il carattere co-

operativo della società, criteri illustrati in dettaglio nella relazione sulla gestione presentata

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dagli stessi amministratori. Diamo altresì atto che le partecipazioni detenute dalla società

sono strumentali rispetto agli scopi sopra indicati.

Ai sensi del disposto dell’articolo 19 del D.Lgs. 27 gennaio 2010, n. 39, nell’esplicazione

della funzione di “Comitato per il controllo interno” attesta che la contabilità sociale è stata

sottoposta alle verifiche e ai controlli previsti dalla citata legge, demandati ad oggi alla

Federazione Trentina della Cooperazione. Nella propria attività di vigilanza, il Collegio sin-

dacale prende atto dell’attività da questa svolta e delle conclusioni raggiunte. Per quanto

attiene nello specifico alla vigilanza di cui al punto d) del comma 1 del citato articolo, in

materia di indipendenza del revisore legale con specifico riferimento alle prestazioni di

servizi non di revisione svolte dalla Federazione Trentina della Cooperazione a favore della

Cassa Rurale si rimanda a quanto disposto dalla L.R. 9 luglio 2008 n. 5 e successivo Re-

golamento di attuazione.

Per quanto riguarda il bilancio di esercizio, completo della nota integrativa, e dei vari pro-

spetti previsti dalla normativa, oltre alla relazione sulla gestione è stato messo a disposizio-

ne del Collegio Sindacale dagli amministratori, nei termini di legge.

Non essendo a noi demandato il controllo di merito sul contenuto del bilancio, abbiamo

vigilato sull’impostazione generale data allo stesso e sulla sua conformità alla Legge, per

quanto riguarda la sua formazione e struttura.

Il bilancio di esercizio è stato redatto applicando i principi contabili internazionali IAS/IFRS

emanati dallo IASB, omologati dalla Commissione Europea ai sensi del regolamento co-

munitario n. 1606/2002 e recepiti nell’ordinamento italiano con il D.Lgs. 28 febbraio 2005

- n. 38, nonché in conformità alle istruzioni per la redazione del bilancio delle banche di cui

al provvedimento del Direttore Generale della Banca d’Italia di data 22 dicembre 2005 e

successivi aggiornamenti.

Per quanto a nostra conoscenza, riteniamo che gli Amministratori, nella redazione del bi-

lancio, abbiano operato nel pieno rispetto delle norme di riferimento. Abbiamo inoltre veri-

ficato la rispondenza del bilancio ai fatti ed alle informazioni di cui abbiamo conoscenza a

seguito dell’espletamento dei nostri doveri e non abbiamo osservazioni al riguardo.

La nota integrativa e la relazione sulla gestione contengono tutte le informazioni richieste

dalle disposizioni in materia, con particolare riguardo ad una dettagliata informativa circa

l’andamento della gestione, oltre ad un’esauriente illustrazione delle voci dello stato patri-

moniale e dei criteri di valutazione.

Ne risulta un’esposizione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria della

Cassa Rurale e del risultato economico dell’esercizio.

Unitamente al bilancio 2013 sono riportati i dati patrimoniali e di conto economico ricondu-

cibili all’esercizio 2012 determinati applicando i medesimi principi contabili internazionali

IAS/IFRS.

Sul bilancio nel suo complesso è stato rilasciato un giudizio senza rilievi dalla Federazione,

incaricata della revisione legale dei conti, che ha emesso, ai sensi degli artt. 14 e 16 del D. Lgs.

n. 39/2010, una relazione in data 14 aprile 2014 per la funzione di revisione legale dei conti.

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Nel corso delle verifiche eseguite il Collegio Sindacale ha proceduto anche ad incontri pe-

riodici con il revisore della Federazione Trentina della Cooperazione, prendendo atto del

lavoro svolto dal medesimo e procendo allo scambio reciproco di informazioni nel rispetto

dell’articolo 2409-septies del Codice Civile.

Le risultanze del bilancio si possono sintetizzare nei seguenti termini.

STATO PATRIMONIALE (DATI €/000)

Attività € 613.421

Passività € 535.260

Patrimonio (escluso l’utile dell’esercizio) € 77.363

Utile dell’esercizio € 798

CONTO ECONOMICO (DATI €/000)

Utile dell’operatività corrente al lordo delle imposte € 1.127

Imposte sul reddito dell’esercizio dell’operatività corrente € - 329

Utile dell’esercizio € 798

Il Collegio Sindacale ha verificato l’osservanza da parte degli Amministratori delle norme

procedurali inerenti alla formazione ed al deposito e pubblicazione del bilancio, così come

richiesto anche dai principi di comportamento emanato dal Consiglio Nazionale dei Dottori

Commercialisti ed Esperti Contabili.

Dopo aver esaminato i documenti contabili messi a nostra disposizione, riteniamo che i

risultati economici conseguiti nel corso dell’esercizio confermino l’ordinato e regolare svol-

gimento della gestione aziendale.

In conclusione il Collegio Sindacale, sulla scorta di quanto sopra esposto, ritiene pertanto

di esprimere parere favorevole in merito all’approvazione del bilancio relativo all’esercizio

2013, così come redatto dal Consiglio di Amministrazione e del conseguente progetto di

destinazione dell’utile d’esercizio.

Predazzo, 14 aprile 2014

IL COLLEGIO SINDACALE

Renato Dalpalù

Carlo Delladio

Mario De Zordo

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